965-1971
ALESTIN.A:
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Wer:si della Resist evz$
edizione: ivlassio l97l
" Il testo pud essete riportato integralmen...
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965-1971
ALESTIN.A:
I
Wer:si della Resist evz$
edizione: ivlassio l97l
" Il testo pud essete riportato integralmente o parTialmenle anche senza citare la fonte.
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INTRODUZIONE
I,A TEMPESTA GIA' SI LEVA SULLA MIA TERRA
Raramente si possono tradurre poesie senza perdere gran parte del loro impatto onigina,le. Cid vale anche per questa selezione di poesie tradotte dallfarabo e composte da poeti arabi palestinesi che hanno dovuto sopportare il giogo della occupazione israeliano-sionista della loro patria per piri di 20 ann'i. La maggior parte di questi poeti arabi palestinesi che ora vivono sotto l'occupazione israeliana sono stati coinvolti nella r tragedia del loro paese usurpato sin dall'infanzia o dallhdo-
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Sono stati qualificati come < arabi israeliani che hanno " imparato ad accettare fsraele come un fatto compiuto. Le loro poesie negano tale asserzione ed ogni vers,o era un mandato di imprigionamento. L'angoscia; la speranza e la profezia espressa nei loro versi dimostrano chiaramemte che la lotta per la liberazione della Palestina, all'rinterno ed all'esterno, non d mai c.essata. La poesia popolare, sin dal 192A, ha svolto un ruolo importante nella storia della Palestina ed b famosa in ttrtto il mondo arabo.
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Ogni palestinese conosce e recita il famoso poema popo lare improwisato da un combattente palestfurese prima di''ve" nire mandato a morte dalle autoritb mandatarie britanniche
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1936:
O notte, lascia che
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prigioniero finisca
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il suo canto.
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AII'alba, Ia sua ala batterA e colui che deve venire impiocato dondolerl nel vento. O notte, sospendi il tuo corso, lascia che ti apra il mio cuore; forse hai dimenticato chi sono e quali siano i miei tormenti. Ahi, le mie ore sono svivolate veloci dalle tue dita.
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senza padre.
vita condurrir mia moglie nella solitudine e nelle lacrirne? Non le ho regalato un bracpiale per il suo polso quando la patria mi ha chiamato alle armi r. Che
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Le poesie popolari hanno dominato la scena per X0 anni, dopo l'esodo del 1948, prima dell'awento di una precisa lette ratura della resistenza.
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Chi li nutrirh dopo di me? I miei due fratelli prima di me hanno dondolato sulla forca
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;",irj;;''r l" ; i.-" 1, palestinesi oppressi esprimevano tramite la poesia le Vi@e della loro vita: matrimoni, funerali e riunioni sociali. . " Molti poeti popolari sono stati imprigionati o coatti nelle ,lbro case dalle forze sioniste d'occupazione. , Malgrado l'entitb delle persecuzioni, la poesia della resil5telza si b affermata con un incredirbile spirito rivoluzionario, OorilFletamente libera dalla corrente di trtstezza e di lamento ghe, aveva, sino ad allora, caratterizzato la poesia dell'esilio. , L'aurore per una donna, nella poesia della resistenza, si identifica nell'amore per la patria. Tutti gli awenimenti sono ibausltori e superabili; il nemico b una sfida che la dedizione od il coraggio dei rivoluzionani palestinesi aff,rontano a viso eperto. dl:r,'l
quadro dalle mille luci nelle nostre tristi notti: tu mi prot€ggi dall'ombra e dagli sguardi odiosi, quando la via si chiude al mio awicinarsi.
PROMESSE
DELLA TEMPESTA
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Mahmoud Darwish
Crosi sia! Devo rifiutare la morte: bruciare le lacrime delle sanguinose canzoni e rendere nudi gli ulivi dei falsi ranrri. Se io canto la gioia dietro le palpebre
dbcchi spauriti ts perchd la tempesta mi ha promesso del vino ed arcobaleni: d perch6 la tempesta ha spazzata via il canto deri pigri uccelli e smascherato nell'albero dritto i falsi rami. Cosi sia! Sard fiero di te, piaga della cittA,
(*) In arabo Al Assifah, ramo militare di Al Fateh. 6
Canterd la gioia dietro palpebre d'occhi spauriti: la tempesta gih si leva sulla mia terra: mi ha promesso vino c gli arcobaleni.
son venuti
PAROLA D'ORDINE Samih Al Kassem
L'inchiostro odora di sangue! Il rnio cuore b buono, come una brezza, il mio viso puro, come una nuvola, i ndei beni piir preziosi ti appartengono,
o nonno! L'inchiostro odora di
sangue!
Ie mie pecore sono candide, le mie labbra sono oneste. Daltr'alba al crrepuscolo, in tuo norne, con le mie mani, lavoro la terra.
L'inchiostro ha sapore di sangue! I miei vasti frutteti non sono recintri: le porte della mia casa non si chiudono sul volto dell'uomo perduto nella tempesta e verso tutte le borche va il mio pane. L'inchiostro odora di sangue! Son venuti dai mattoni e dall'acciaio, dalla nebbia e dal sangue, 8
sulla bara della mia storia, sulle ali dei corvi, son venuti, o mio povero nonno cieco,
e tutti
i
libri,
tutti i sortilegi,
non so l serviti a nulla.
Hai altri consigli per i tuoi bambini? L'inchiostro ha il colore del sangue! Ma il rnio cuore b colmo di bontb: la mia mano conosce l'uso dell'aratro: da piir di rnille anni
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la mia spada si arrugginisce nel fodero. Hai altri consigli per i tuoi bambini?
TESTAMENTO Samih AI Kassem
L'inchiostro, ragazzo,
I'inchiostro
Linchiostro... d...
il
sangue...
m'i senti?
Se mi uccidono appoggiatemi a una roccia, il viso rivolto al vento, ch'io muoia sotto le nubi del,la sera, nell'erba del mattino. Se muoio nel mio letto, mettetenai nudo sulla terra, su una collina del mio paese, e che l'oblio mi liberi; o ricordatevi di me, durante le vostre feste piir belle.
10
#
t1
ADDIO Mahmoud Darwish Addio! E i venti ti dicevano: difendete la terra, penchd noi siamo esiliati e passano le stagioni sulle nostre labbra. Se il tuo silenzio fosse di fuoco mi immergerei in esso, per sognare il gio,rno in cui cialle mie ceneri sorgeranno gli alberi, la fonte e il portico della nostra via.
Nelle strade incupite dalla pioggia, sui tavoli, testimonio fedele, il bucato della casa, ogni finestra inquadra I'azzutro e nei parchi, verdi trecce corteggiano la luna, e tu mi dicevi: Domani ritorneremo nella nostra terra, domani! Addio! I venti ci dicevano: amanti -maEccovi noi siamo esiliati e vicini alla morte perchd siamo lontani dalla patria. T2 13
IL MARTIRIO DEL POETA Mahmoud Darwish
Hanno innalzato la croce contro il muro, hanno sciolto le catene delle rnie mani e la frusta diviene ventaglio e gli zoccoli risuonano stridenti
MORTO IN PIENA COSCIENZA Samih Al Kassem Quando l'aratro straniero iacera, o mia terra, la tua came violata, b dalla mia carne che sgorga i,l sangue. Le cose svaniscono nella nebbia e le lacrime nascono nella lingua dei segreti e del miracolo. La spada di luce si d levata dalla mia fronte e'l'acqua dei fiumi € sgorgata dalle naie dita.
La mia nazionalith? I! cuore di tutti gli uomini. Toglietemi un pd questo passaporto! t4
Allora l' agazzino grida: u A te la liberti se ti metti in ginocch,io e se, umilmente, baci due volte la mia mano.
Altrimenti sarai messo in croce, martire della canzone e del sole ". Non sard il primo a portare una corona di spine e non dird al mio bruno amore: << Piangi, tc che amo €ome la fede, il tuo nome si b seccato sulla mia bocca arsa di sete e di polvere e non riconosce pit il gusto del vino fermentato nelle botti ". Che la mia corona di spine divenga, sulla rnia fronte incrostata di sangue e di rugiada, una corona di luce. I5
RITA ED IL FUCILE (Poesia per una ragazza ebrea)
Mahmoud Darwish
Fra Rita e i miei occhi si leva un fucile. Quelli che conos,cono Rita s'inchinano e pregano i suoi occhi di miele divino. Ho baciato Rita bambina, lei si € stretta a me, lo ricordo... i suoi capelli mi coprivano il braccio. Ricordo Rita come I uccello ricorda la sua fontana. L7
Oh Rita! Un milione
di immagini un milione di uccelli un milione di appuntamenti sono stati assassinati da un fucile.
Il
nome di Rita, festa per le mie labbra, corpo di Rita, nozze per ii mio sangue. Per due anni mi sono perduto in lei. Per due anni lei si b distesa sul mio braccio. Llniti nel fuoco delle nostre labbra siamo resuscitati per due volte.
ii
Oh Rita! Chi avrebbe potuto sciogliere prima che si levasse un fucile? Oh notte di silenzio! C'era una volta... una luna b calata all'alba, lontano, in occhi di miele e la cittb ha cancellato Rita e le catrzoni. Fra Rita e i miei occhi si leva un fucile. 18
i nostri
sguardi,
LA CADUT A DELLE M ASCHERE Samih AI Kassem Quando le maschere cadranno,
rimarrb la mia bandiera
oppure il temporale ed il mio cadavere.
Veterano Consiglio di Sicurezza! Venti atti e venti notti pesa gra rl mro dramma e venti fiori d'arancio appassiscono sui nostri villaggi umiliati. Venti fiori d'arancio percorrono di notte i marciapiecii della cittir. Venti sarovane cariche di tristezza a bassa fronte vanno a cercare un nuovo dio ai quattro angoli del mondo
t9
Ricordo ancora... e venti fiori d'arancio sono stati sgozzati, laggiir, senza combattere. Ho vagato, ho vagato con i piedi lacerati, di porta in porta, con la febbre delle sofferenze ed il volto di un combattente cui abbiano fatto dimenticare la storia dei pugnali. Oh Veterano Consiglio di Sicurezza! Per vent'anni t'ho chiamato invano, ta mia voce, ora, ti giunge all'orecchio c traversa le saette che minacciano la Pace.
Sorta da una fore6ta
di tende
d'amarezza, d'incendio e di sangue la mia voce b il rosso fiore dell'anno che inizia.
E dice questa voce: .. colui che venne con la morte raccoglierb la sua morte ). Oh Veterano Consiglio di Sicurezza!
Dalle messi del crimine la voce si leva a te cofiie un rosso fi.ore.
*Eesto ritorneremo oh senile Consiglio di
ti
Sicurezza,
ritroveremo
LINEE DEL RITRATTO Samih Al Kassem Si urtano gli anni sul mio viso gettato nella polvere; gli anni s'accumulano e il mio discorso s'ostina. Le mie parole so,no selvagge come un cavallo ombroso. La mia bocca: un carillon che non si raffina alle sottigliezz:e det salotti, delle ambasciate, dei colletti duri e del wisky o dei signorili inviti di coloro che, sotto il braccio, portano la terra di tappa in tappa.
Il mio verbo ,s'b f,atto giumenta, Ia mia bocca un carillon, per questo dalla mia pelle tessono i tappeti le tende e gli zerbini dell'Organizzazione delle Nazioni Unite; per questo le bestie feroci divorano i miei figli e i manifesti proclamano nel mondo
il
mio assassinio.
Son venti volte che
vi dico << grazie >r.
nel cuore della vecchia Gerusalemme >. 2t 20
II mondo un giorno andrh alle Nazioni Unite per offrire una corona di spine, in ricordo dei massacri e dei falchi. Verrb il giorno in cui saprd, con lp mie.mani, modificare le linee del ritratto.
t
22
SOSPIRI DAVANTI ALLO SPORTELLO DEI PERMESSI Fadua Toukan
Fermarsi su'l ponte a mendicare un permesso! Ahim6! Mendicare, si, un permesso d'attraversata! Soffocarmi, perdere il fiato nel caldo del mezzogiorno! Sette ore d'attesa... Ahi! Chi ha r:otto le ali del tempo? Chi ha paralizzato le gambe al giorno? Il caldo mi flagella ,la fronte e il sudore mi colma gli occhi di sale. Ahimd! Migliaia di occhi ansiosi sono fissi allo sportello dei permessi; sono speochi d'angoscia, titoli di ansia e di pazierua.
Ahim6! Mendicare un permesso! E la voce di un militare straniero scoppia furiosa come uno schiaffo sul volto della folla: < Arabi... Disorrdine... Cani!... I'ornate indietro! Non venite vicino al cancello! " 24
Una mano sbatte con rabbia lo sportello dei permessi, sbarra il passo alla folla, la mia anima sanguina, pieno d'arnarezz-a d il mio cuore, il mio sangue E veleno e fuoco, legittima vendetta! Ormai ho solo da attendere. Chi ha rotto le ali del tempo? Chi ha paralizzato le gambe del giorno? Il caldo mi flagella la fronte, il sudore mi colma gli occhi di sale. Piaga che il carnefice calpesta nella polvere. Il cielo ha occhi? Oh, l'umili azione dei prigionieri! Non sono che annarezza, collera terribile scavata in un cuore di pietra d'arsenico e di brace. Migliaia di prigionieri venuti dalle profonditi dei secoli fremono sotto la mia pelle e la bocca dell'odio.
E'forse troppo? Loro haniro ucciso in me I'amore e iniettato nelle mie vene catrame bollente.
25
ASPETTAMI Samih AI Kassem
II coltello puntato
sulla gola, io ti dico: !- aspettami Le mani legate dietro Ia schiena canto, o patria, per te canto, o mia ferita, io che non ti ho tradita, tu non tradirmi, io che non ti ho venduta, lu non vendermi. o patria,
Patria di tristi salmi di volti perduti patria di odiose radici patria delle tempeste, dei fulmini e delle notti fredde patria dei giardini rubati e delle mani tese patria dei villaggi in rovina, patria di sangue, patria di lacrime e di fuoco devo io sostenerti, tu che sei stata tradita, o tu mi sosterrai? Patria di vecchie menzogne e di visioni profetiche, tu che sei stata tradita, sard jo il tuo segreto o sarai tu il mio? 28
Patria delle separazioni nell'esilio, nei massacri e nei rifugi, patria di valigie, di porti e di aereoporti stranieri.
Patria della collera e dell'umiliazione: ho creduto nell'amore che dona e che nel dono si annulla.
Il ooltello d puntato sulla mia gola, ma, tu aspettami! Dov'd colui che ha sbriciolato la pietra delle nostre tombe? Perch6
la nuditi delle parole? Perchd
il e
vento E divenuto spina
il carbone delle notti
specchio?
Chi lacera Ia mia pelle e trafigge le mie ossa? Chi trasforma il mio cuore in un razzo e i petti dei cantori
in
ban-diere
quando la bocca diviene tuono? Chi accende il fuoco sotto il letto del Khalife, se non il dolore dell'uomo iricatenato: stra madre, sua sorella, la sua fidanzata son divenute giocattoli nelle mani dei soldati e dei mercanti di discorsi infiammati, mentre si consuma il fuoco della sua casa, il fuoco del vicino. 29
't. 'try .,
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L'uomo, allora, coi denti rompe le sue catene e avanza verso la morte, verso lbmbra dei tuoi occhi. Vengo
nell'ornbra dei tuoi occhi, dal libro di parole mummificate sulle laibbra che si ripetono. Lungo 7a via la mia giumenta ha mangiato una currlilettu, lungo la via una nube mi ha lacerato la frbnte. Perdonami questa. umiliazione: perdonami di appartenere a un margine bruciato.
IL RIT OftNO Samih Al Kassem
Era tornato dal viaggio delle stagioni con canti e promesse.
E diceva: <
io ritorno
dalle brecce della notte
>.
Raccontano che una volta udirono traversare la frontiera da canti e da latrati.
Chi di voi conosce la mortei)
Le sue ultime parole furono: ., Non dire che b stato un errore e che tu hai visto cadere un dio. Non parlare piir del passato. E' ternpo di fare qualcosa, capisci? E' tempo rii vincere 30
i
segreti dellinferno ". 31
'.'
L'ACCELLO DEL TAONO Samih
N
Kassem
CANZONE PER GLIUOMINI Mahmoud Darwish
Verrh al sorgere del sole questo viso deformato cialla polvere della pedagogia. Verrb dopo il suicidio del vento nella mia voce, sorgente inesauribile di meraviglie, che le canzoni chiamano l'uccello del tuono. Verrb b certo -. perch6 noi abbiamo raggiunto le vette della morte. 32
Cammino verso la riva piir bella: non compatite i miei piedi insanguinati dalle spine; cammino verso la riva piir bella: non compatite il mio cuore lacerato dal pirata. Il mio cuore, immagine della terra; b la brezza che sfiora la mano dell'amore, d la mischia dei lupi dell'odio. Cammino verso la riva piir bella. Se non avrd piir scarpe camminerd sulle ciglia. Cosa irnporta il sonno? Tremo al pensiero dei morti addormentati a mezza strada.
O compagni, tristi e incatenati, noi camrniniamo verso la riva piir bella. 33
Perderemo solo e vinceremo!
i nostri sudari
In alto le gole! In alto gli oc,chi! In alto le speranz,e! In alto le canzoni!
Conosciamo la difesa dell'uomo disar.mato. Sappiamo costruire una fabbrica moderna
una casa
un
Con la nostra potenza, con le croci passate e presenti I'archeremo la soglia del paziente domani, apriremo il paradiso dalle porte chiuse, dalle nostre gole, dalle nostre sofferenze, tesseremo poemi e li berremo, dolci come il vino delle feste.
ospedale
una scuola una bomba un missile, sappiamo scrivere
i
poemi piir belli.
Cantando nelle strade e nei campi il nostro sguar'do far2r sorgere dai pit bello dal piir profondo dal piir lontano un altro sguardo che veda solo I'amore e oda solo la vittoria.
Usciremo dai nostri campi, usciremo dal nostro esilio, usciremo dai nostri rifugi, non avrem'o pit) vergogna se il nemico ci ingiuria.
Non amossiremo. -Sappiamo usare la 34
fal'oe. 35
ho dimenti,cato, mia solitaria, b stata la tua partenza o la mia voce rotta ad arrugginire la chitarra? Ti ho vista per l'ultima volta sulla banchina, viaggiatore solitario senza bagaglio, sono corso da te come un orfano che cerchi IN N AMORAT O
DELLA
P ALESTINA Mahmoud Darwish
I tuoi occhi sono una spina nel cuore, Iacerano, ma li adoro. La proteggo dalla tempesta e la conficco, profonda, nella notte e nel dolore, la ferita illumina migliaia di stelle, trasforma il presente in un futuro piir caro del mio stesso essere. Dimentico, quando i nostri occhi si in'contrano, che un tempo eravamo gemelli dietro il cancello. Le tue parole erano la mia canzone: ho tentato di cantare ancora ma l'inverno si era posato sulle rosse labbra. La rondine d volata via.
Le rnie porte e la soglia invernale l'hanno seguita, i nostri specchi si sono infranti, i dolori uniti, abbiamo raccolto schegge di suoni e abbiamo appreso a piangere la patria. Lo pianteremo insieme, sul petto di una chitarra; lo suoneremo su tetti piangenti alla luna distorta ed ai sassi, 36
una risposta nella saggezza ancestrale: come pud un frutteto relegato su una banchina rimanere ancora verde?
Ho scritto: stavo sulla banchina, il vento soffiava, avevamo solo la buccia di un arancio, dletro di noi la sabbia infinita. Ti ho vista su aguzze cirne, pastore senza pecore che conevi e sulle rovine dove un tempo eri il ramo verde io ero lo straniero che bussava al cancello, i canceili, ie finestre e le Pietre riecheggianti.
Ti ho vista nei profondi Pozzi, ti ho vista nei granai, un volto infranto, ti ho vista lavare i piatti nei caffe, ti ho vista sull'ingresso di una grotta
i tuoi stracci d'orfana, ho vista sui comignoli, nelle strade, ho vista fra le greggi, nel sangue che sgorga dal sole, riel sale del mare, in ogni granello di sabbia ed eri bella come la Terra.
appendere
ti ti
Giuro, tesserd per te un fazzoletto di ciglia 37
ryriqs' -1"-t:{flEreraq{ni}?:a}Iirf rqlii'3trt4r wf :
con parole pit dolci del miele, sei Palestinese e lo rimarrai.
SUESTO MONDO
Ho spalancato le porte alla tempesta e ho visto la luna di bronzo. Ho camminato nei vicoli dove muore la luce. Vergine compagna, frumento fedele, le nostre canzoni attraverseranno I'aria e pianteremo la fertilith nei semi intorpiditi. Tu sarai sempre la palma intrecciata del cuore che non si piega sotto la tempesta e non sente
oltre le zanne dei lupi. Palestinesi sono i tuoi oochi, il tuo tatuaggio, Palestinesi i tuoi pensieri, i tuoi abiti, i tuoi piedi, 7a tua forma, Palestinesi le parole, Palestinese la voce, Palestinese tu vivi Palestinese morrai.
Ti ho nei miei libri fuoco delle mie canzoni, il mio grido echeggia nel tuo nome: un tempo ho incontrato i cavalli ro,mani un tempo ho distrutto gli alti idoli: zoocoli e pietre, attenti: ii fulmine ha abbattuto la selce. Che i vermi mangino il mio corpo: le formiche non generano le aquile e 38
i serpenti gsnerano altri serpenti.
Mueen Bsyso
fn breve, Fatah, un proiettile ha lacerato la quiete della notte. Il sangue E gaizzato. Il nosiro tuttgue b sgorgato. Abbiano riconosciuto il colore del sangue.
i colpi
del Itaglialegna
Ci avevano fatto dimenticare il colore del sangue. Ci avevano fatto dubitare che nelle vene scorra acqua e non sangue.
Tutti gli altri colori ci erano familiari;
il
colore degli oochi dei funzionari addetti ai passaporti, il colore del denaro, il colore della Lista Nera... tutti ci erano familiari, tranne il colore del sangue.
Ma adesso il sangue b sgorgato e ci ha tracciato la via. Sanguiniamo, Fatah, perchd soccornberemo curando Ia ferita. Che il nostro sangue macchi i vetri del mondo. Che esso rnacchi il volto del mondo, questb mondo. Piantiamo un candelotto di dinamite sotto il cuscino del mondo finchd, Fatah, noi riposiamo sul filo spinato. 39
Questo mondo non riposerh in un letto. Questo mondo, da lungo tempo ha mangiato la carre della Palestina con coltello e forchetta. k orecchie del mondo, gli oochi del mondo, il cuore del mondo, la gola del mondo, sono mele cotte, mele rubate, nel cestino degli occupatori.
Donna del mondo: il nostro sangue macchia la bambola di tua figlia.
Il nostro sangue segue i tuoi passi. Sii con noi adesso! Uomo del mondo: Sii con noi adesso! Uomini e donne del mondo: siate con noi! Neri, Bianchi, Rossi, Gialli, razze del mondo: siate con noi adesso... Noi vi daremo la dignith dell'Uomo, il certificato di nascita dell'Uomo e il nome di Uomo.
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40
SAMIH AL KASSEM
'
Nato nel 1939, ha compiuto i primi studi a Ramleh, in Ga-
lilea, e g.li studi s,econdari a Nazaret. NeIIa sua carriera non
BIOGRAFIE
lu
conosciuto te rime d'amore, ma i suoi primi canti hanno interpretato ed espresso la lotta nazionale e sociale, I'odio contro l.'occupazione straniera, contro Ia malvagia separazione, imposta dagti occupanti fra arabi musulmani, cristiani e drusi; ciod contro la legg,e del "dfuide et impera" Nonostante le carceri e le persecufioni, Samih ha conti-
nuato a scrivere Ie [iriche della Resistenza. I suoi volumi di poesie sono sette, usciti in prima 'edizione nel teruitorio occupato da Israele e in seconda edizione nei Paesi arabi, Eccoli in ordine di tempo; MUEEN BSYSO
- 1958; Canzoni delle strade - 1964; Iram - 7965; Processioni del sole
Vive al Cairo. E' I'unico poeta della resistenza ataba che non pive in un territorio invaso ed occupato da IsraeLe. I:L tempo, Iungi dal cancellare il ricordo bruciante det possato, accentua la nota dolorosa dei suoi'ttersi. Il mondo assuftbe colorazioni funebri, accentuando Ia nota drammatica, che si manifesta in estrema delicatezza di accenti nell'ordine di una pura emozione, che si conclotde su un panorama di speranza. 42
II mio sangue sulla mano Fumo dei vulca.ni - 1967;
1967;
I 'veli sono caduti - 1969; E sard che ritornerd I'uccello del Tuono - 1969. 43
MAHMOUD DARWISH
FADUA TOUKAN
E la pitt ce:lebre poetessa araba virtente. Nata a Nablus, in Palestina, nel 1920; E sorella del gran'de poeta lbrahim Toukan, scomparso a Gerusatemme nel 1941. Dopo aver compiuto gli studi nella scuola delle Suore di S, Giuseppe, essa ha approfondito e perfezionato La sua formazione letteraria e poetica sotto la guida del fratello poeto, iniziando presto una attilra collaborazione su numerose riviste letterarie arabe. La ptoesia di Fadua esprim,e i sentimenti femminili, civili umani con uno stile ricco e soal)e e con una penetrazione ed profonda del cuore umano. Dopo Ia guerra del giugno 1967, che colpiva Ia Pa.lestina, dorte era nata, Fadua Toukan scriveva le liriche della Resisten7a, interpretando, con vigorosa ispirazione, il dramma della sua patrih e del suo popolo. E autrice di cinque volumi di versi: < Sola con i giorni >, edito al Cqiro nel 1952. u L'ho trovata r, edito a Beirut nel 1957. < Dacci amore rr, edito a Beirut nel 1960.
, edito a Beirut nel 1969.
.<
I
suoi libri hanno otterutto una grandissima diflusione nei
Paesi arabi ed hanno avuto numerose edizioni,
' Il primo volume da lei pubblicato
nel
1946; era
him r.
E
uscito a Gerusalemme
in prosa e recdva iJ titolo: " Mio fratello lbra-
Fadua, com,e gli altri tre poeti della Resistenza, vive sotto l' ac cupazione i s r aeliana.
un villaggio deUa Galilea, in Palestina, nel sei anni, quando iL suo prese cadeva sotto I',occu-
Nata a Barwah, 1g42.
Aveya
paqione israeliana, Il suo villaggio, come tanti altri nel terri' iorio invaso, lenne completamente distrutto e raso aI suolo dalle autoritd israeliane che costruirono aI suo trosto un villag' gio ebraico. II sentimento d,ello smanimento ha accompagnato "Io t"n"ro etd del poeta: si 2 sentito sempre Un profugo nella
propria ' patria
'
"
>.
di lB anni, ancora studente nella scuola secomdaria, Dtarwish scriveva le sue prime liriche. Nutrita da prigione, per' secuzione, fame, privazioni e tormenti,Ia lirica di Darwish acquista il suo squisitissimo aroma. In diverse poesie ha cantato il ,uo anxore per la patria perduta con tertnini appassionati. I volumi di liriche di Darwish sono: Uccelli senza ali - L960; Foglie di olivi'1964; IJn innamorato della Palestina - 1966; La fine della notte - 1967; L'amato tisorge dal sonno't969' I cinque volumi di Darwish sono stati pubblicati nel territorio ociupato. Dopo la guerra del 1967 essi sono stati ristam' piit t oite nei Paesi arabi, soprattutto nel Libano e nella pati 'Siri;. i considerato fra i maggio'ri "leaders" della poe' AII,itd.
Darwish
sia araba contemporanea e
il
"Ieader" della poesia della Resi-
stenza araba.
poeta trosferitosi recentemente in Egitto, in una con' ferenaa stamqa ha detto: u Non appartengo piil ad un popolo che chiede misericor' dia e che elemosina, bensi ad un popolo che cambatte'
Il
4
45
(
' Mi sento' due volte dilaniato: prima, per il mio popolo e i cittadini ,ebrci, trascinati dai loro lead,ers verso la
poi per
catastrofe,
Io sono uno scrittore che non contempla la vita, ma si getta in essa; 2 difficile per me tracciare una separafione fra Ia letteratura e Ia-vita. A mio avviso, la patria non d una val.igia, non E una montagna, ma una c&usa che posso difendere ovunque mi trovi. Non sono il primo cittadino nd. iI primo poeta che si allontani dal suo paese aI fine di awicinargtisi. 1o porto in me Ia terra che mi ha generqto e poichb vivo con iI mio popolo e Iavoro circondato dalla comprensione, I'importanza ilella mia oryra non b data dal luogo in cui io scrivo, bensi d.al problema che tratto. It mio esilio dalla patria auguri sia prov- dicheunamipo,sizione visorio non significa iI mutamento o Zi un - bensi il cambiamento di un luogo di residenza problema, e la scelta di un altro, piit solido e resistente, a cui la storia ha conferito la nesponsabilitd. del movimento di liberazione nei Paesi arabi: questo luo,go d. il Cairo. Io sono un cittadino palestinese ed iI mio popolo ha subito oppressioni e torture morali e corporali indescriyibili. L'esilio e lo sradicamento di un intero po,polo, costretto at vagabondaggio, non b una questione prettament,e palestinese, *o ,n pugnale conficca,to nella coscienza di tutto iI mondo. Vedo le case dei miei parenti a.bitate da stranieri, sento dalle loro fine:stre i canti della vittoria d.ei conquistatori che inseguono la preda. Ho visto come si cambiani i nomi d.elle 'vie, dei villaggi e delle cittd; ho visto com,e Ia gente semina e coltiva sui cadaveri degli altri, raecogliendo grino e mele. Ho rtisto come si falsifica la storia e come si pud respirare attralrersa i polmoni altrui. Ho visto ancora di pitt: come si chiede alla vittima di riconoscersi assassino. Israele persiste ancora 46
oggi nel presentare aI mondo iI mio popolo nelle ttesti dell'assaisino e se stessa cwne vittima. Il mio popolo non canosceva altro che I'elemosina e si presentm)a soltanto attrayerso te hessere di soccorso. Piangere per it ricordo deila patria usurpata C un diritto; presentarsi davanti atle Corti Internazionali d. un diritto; suonare Ie campane della coscienza mondiale b un diritto. Il diritto, tuttavia, non A. tuIe se colui che lo deve esercitare d debole... Questa E Ia vita! Adesso I'immagine del mio popolo i. carnbiatai non si presenta piil con la tessera di soccorso, bensi con la tessera della morte e dell'eroismo. Questa 2la Resistenza e questa 2 la sol.uzione deI problema palestinese. Da quate parte credete che
io
sia?
It mio popolo, attraversand.o le trincee detla morte, ha trolrato Ia sua strada per la yita. Il mio problema non antrh ayttenire se non troverd un luogo adatto in cui possa risolversi. Se mi b perm'esso parlarc dei miei sentimenti personali, rtorrei dire che io ora prol)o il profondo sentimento della comunicazione diretta con i miei connazionali, che fivedo per Ia prima volta dal tempo della mia infanzia. Sento che le mie spalle ed i miei polmoni si alla,rgano e trovo molti motivi per essere ottimista, sia nell'ideale che nel reale. Sono un cittadino internazionale e faccio parte del mottimento di rivoluzione mondiale; sono lieto di essvre un membro della grande famiglia della Liberazione e del Socialismo, che irwita a cambiare il mondo dalle radici. Sono felice perch\ appartengo alla parte illuminata del nostro secolo rr.
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STAMPE A DISPOSZIONE DEI NOSTRI LETTORI
Si
possono ricevcre gratuitamente previa semplicc richiesta scritta alla Editrice EAST, Via Enriques, ? 00146 RoMA
1) Rassegna del Mondo Arabo.
2) Patlo della Lega degli Stati Arabi. 3) Risoluzioni delle Nazioni Unite sulla Palestina 1947.1965.
4) Lo spirito della violenza alla base del movimento sionista.
Gli ebrei hanno diritto ad uno Stato in stina? 6) Golfo di Akaba. Studio giuridico. 5)
Pale
Edizioni EAST di A.
FB.neLlr
tarilla rldotta eclitori - Autorizz n. 88351 - ttI-Zg del 27.7.1961 cleila Dirpz. Prov. Poste di Roma. Spediz. post.
7) A chi dunque appartiene la Palestina?
8) Il conflitto arabo-israeliano. Cause ed effetti. 9) Lo . Status r giuridico del Golfo di Akaba e degli Stretti di Tiran. l0) Gli ebrei hanno un r diritto divino r alla Pale
ll)
stina?
Il triangolo spezzato t2) Dichiarazione Balfour. La tragedia della pace nella terra della pace. 13) Palestina. Terrorismo o resistenza? 14) Il colonia,lismo sionista nella Palestina. 15) A chi appartiene Gerusalemme? 16) Raccolta di documenti delle Nazioni Unite re Igtivi al problema dei ritugiati arabi nel Medio Palestina:
Oriente.
17)
Le dimensioni del problema palestinese nel
18) Obiettivo sulla PalCstina. 19) Poeti arabi della Resistenza
1967
- Versi di fuoco e 20) Gerusalemme: Il suo ruolo nell'Islam e nella di
sangue.
storia araba. 2l) Un Tributo alla memoria del Conte Folke Bernadotte. 22) Gli Arabi in Israele. 1948-1967. 23)
Il
Mondo Arabo e I'Italia.
Pet ulteriori informazioni sul mondo arabo e sul problema palestinese si prega di scriverc c Unione Generale degli Studenti palestinesi Casella Postale 2g - PERUGIA