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- CO L LEZION E -AMiC I DE LLE . xx
CA TACOMBE: ~
GIUSEPPE BOVINI
SARCOF AGI PALEOCRISTIANI DI RAVENNA TENTATIVO ...
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- CO L LEZION E -AMiC I DE LLE . xx
CA TACOMBE: ~
GIUSEPPE BOVINI
SARCOF AGI PALEOCRISTIANI DI RAVENNA TENTATIVO DI C LA SSIFICA ZIONE CRONO LOG ICA
1954 CITTA DEL VA T1CANQ SOCIET'\ 'AMICI DELLE CATACQ;\1I3E . PRESSO
PONTIFIC IO IST ITUTO DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA ROMA - V, .. N.. ,,<>uox,, tll, N. I
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INTROD UZIONE
Dopo aver det erminato, valendosi delle immagini e del ritralto, la cronologia dei sarcofagi crùtiani antichi, il prof. G. Bovini, che ha sa pulo così chiaramente dimostrare quale larga ed esperimentata conoscenza egli abbia della scultura paleocristiG7ia, ha voluto anticipare, con il presente saggio illustrativo, il risultato delle sue indagini sui sarcofagi crùtiani antichi di R avenna, per d eterminar/le la cronologia . Anche nella dichia razio/le apposta al titolo della sua trattarione il Bovini ha insistito nel definire questo suo breve e sintetico esame, «u n tentativo », sia perchè egli si propone di fa re in seguito una più ampia trattazione sull'argomento, sia perchè, pur nella persuasione di non aver apportalo in pro posito uno conclusione defin itiva, è perQ nello convinta speranw di aver for nito j criteri per una de/ erm i/lazione cronologica, oggi ancora tanto discwsa e controversa, degli antichi sarcofagi di Ravenna. Nella suo ricerco il Bovini ha posto non solo i/I risalto le particolarità dei soreofagi ravenna/i, mettendoli in rapporto tra loro e confron tandoli con quelli delle altre regioni, al fine di desumenle gli elementi caratteristici, ma si è proposto soprattutto d'inquadrare questi elementi nel loro processo evolutivo per dedurne .:on forte probabilità lo loro datazione. L'esa me è stato esteso o tutti i sareofagi palcorrù /iani che oggi si trovano in Ravenna . NO/wstante lo Piccola mole del lavoro essi vengo no qui tutti raffigurati e tutti più o meno studiati e partitamente iIlwtrati. Il volume è pubblicato nella collezione «Amici delle Catacombe» perehè siamo convinti che esso, mentre serve o fa r maggiormente conoscere la scultura paleocristiana, vale come orienta-
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INTRODUZIONE
mento agli studiosi per avere una luce più ampia circa i rapporti dell'arte Jcultoria paleocristiana ravennale con quella sviluppata fuori di Ravenna. R ivolgiamo Wl ringraziam ento speciale all'« Az.ienda A utonoma di Soggiorno e Turismo di Ravenna» che, come ha fatlo per
altre pubblica:d(mi destinate ad illustrare j monumenti ravennati, ha vohdo contribuire, anche per il presente lavoro, alle spese d'illustrazione. GIULIO B ELVEDERI
I SARCOFAG I PALEOCRISTIANI DI RAVENNA TE.NTATIVO DI CLASSIFICAZIONE
CRO~OLOG I CA
Tra i vari sistemi di sepoltura usati dai primi cristiani fu largamente adottato anche quello, già as&ai diffuso fra i pagani, di deporre le salme dei loro cari in arche marmoree, molto spesso adorne all 'esterno di sculture. Se in un primo momento i sareofagi cristiani non si differenziarono quanto alla decorazione da quelli pagani, col volger del tempo invece - grazie al sempre maggiore diffondersi delle idee religiose - vennero a distinguersi nettamente da essi, mediante l'adozione pressochè esclusiva di ornati simbolici e di scenc ispirate prevalentemente al Vecchio ed al Nuovo T estamcnto. l più antichi sarcofagi cristiani - anche se pochi di numero - si possono attribuire al II secolo: la loro produzione s'accrebbe nel secolo III e raggiunsc la sua acme nel IV. Il loro uso è attestato soprattutto a Roma, ma non mancano esempi anche in altre regioni d' Italia, della Gallia, della Spagna e dell'Oriente. Ebbene, fra l'ingelllc numero di sarcofagi pa1cocristiani giunti sino a noi, quelli di Ra,venna si distinguono per alcuni elementi che sono veramente tipici, cosicchè riguardo ad essi si può parlare d'un gruppo che presenta caratteristiche proprie ben definite. Se prendiamo infatti in esame il più diffuso tipo di sarcofago palcocrisliano romano ei accorgiamo subito di quelle che sono lc sue particolarità e cioè: 1 - che è sempre scolpito su tre soli lali, essendo il quarto - quello opposto alla fronte - destinato ad essere addossato ad una parete;
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I SARCOFA(;I PALEOCRI STIANI DI RAVEN1'òA
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2 - che le sculture che adornano i lati corti SOIlO per lo più nea\'ate in un rilievo assai piìl ba5.'ìo di quelle che decorano la freme; 3 - che, m:mc:lI1do prcssochè cOSlantemente di baloC, non è troppo aho; 4 - che sulla faccia ameriore è generalmente sch ierata una serie cii figure talmente numerose che lo sfondo viene ad essere quasi del lutto abolito ; 5 - che le varie scene non hanno fra loro alcuna soluzione di continuità, cosicchè i singoli episodi, non distinti gli uni dagli altri per mezzo di specifici elementi di separazione, si susseguono in maniera ininterrotta , clando l'impressione cI 'un fregio, come - lanto JX'r portare un esempio - si riscontra in un sarcofago del Museo Archcologico di Firenze, rinvenuto abbastanza di recente nell'Arno (Fig. 1); 6 - che quasi tutte le rappresentazioni traggono i loro soggetti dalla Stori .. Sacra, dai Vangeli e dagli Aui degli Apostoli; 7 - che infine il coperchio, sovrappeslO alla cassa, è piano, presentando esso uno sviluppo quasi esclusivamente orizzontale. Sono queste le caratteristiche che distinguono la maggior parte dci sarcofagi palcocristiani sparsi nel mondo romano crOccidente, i quali ebbero la loro più grande diffusione soprattuuo a partire dagli ultimi anni del secolo III fin oltre la mctà del IV. Accanto a questo singolare genere di sarcofagi se ne riscontrano altri due che sono anch'essi assai tipici dell'arte romana. II primo - che è poi quello più antico, in quanto appartiene in linea di massima ai primi Il'e quart i del III secolo è alquanlO semplice, giacchè, come si può vedere in un sarcofago clcI Cimitero Anonimo presso S. Lorenzo al Verano (Fig. 2), ha la frOllle divisa in cinque scompartimenti nei quali gcneralmente si
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Fig. 3
G, BOVINI
vede: al centro una fìgura in alleggiamento d'orante oppure il busto dci defunto entro un medaglione od una valva di conchiglia, ai lati due campi solcati da striatUl'e ondulate ed alle eo;:trcmità due pilastrini oppure due figure simbol iche o due scene dci Vecchio o del Nuovo T estamento. Il secondo tipo - che e il più recente in quanto e posteriore alla metà dci I V secolo - presenta pcr lo più dimension i ;tlqul\lllo notevoli cd il suo contenuto narra tivo, talvolta disposto su du pl ice registro orizzontale, e diviso nei singoli episodi mediante colonne sorreggen ti delle arcale o degli a rchit ravi, come per esem pio è il caso del fa moso sarcofa go (Fig. 3) di Giunio Basso, Praeteclus Vrbi , morto nel 359, oppure ha per sfondo le mura merlate cruna città in cui si aprono numerose porte, lalehè quCStO genere è stato denominato da una valente studiosa a mericana dci City - gal e SarcoplU/!;i c dagli archeologi tedeschi dcgli SladltorsarkoPhagen. Come esem pio si può addurre il sarcofa go conservato sotto al pulpito della chics.l di S. Ambrogio a ~ I ilano (Fig. 4),
Di fronte a questi dementi che caratterizzano quasi tutta la produzione dci sarcofagi palcocristiani , il gruppo di quell i trovati c conservati a Ravcnna presenta aspelti suoi propri, ben distinti c differenziati. Infatti - senza prendere in considerazione quella fronte di sarcofago che si conserva SOttO il ciborio di S. Eleucad io in S. Apollinarc in Classc, nonchè il piccolo sarcofago a fregio continuo dci M useo Nazionale (perche fu fall O veni re da Roma poco dopo la metà del secolo XV II I per arricchire il ]\'Iuseo Classcnse) e senza soffermarei sui frammenti , pure conservati nel predetto Musco, d'un sarcofago (Fig. 5) appartenente al tipo di quelli con sfondo di mu ra urbane (perchl': - come hanno pensa to il Tocsca ed il \Vil pert - fu certamente importato da Roma a R.wcnna , ma
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Fig.
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MilHno - Chiesa di S. Ambrogio _ Sar<:ofHlCo <:on -fo nd" • a ])(,rll' dI ciLL'l . ,
G. BOVINI
questa volta in periodo antico) i sareofagi !"lIvcmmll si distinguono dagli altri non solo per quanto riguarda la forma materiale, ma a1lche pcr quanto concerne l'iconografia.
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5 - Ih,'" n"" - Mu seo Naziollal" - Fr~n1I1"!"\; ,lei fianco dC.lro d' 1m ."rcofilg<> de l til)O • il pOl'le di citi:•• ,
A proposito della forma materiale, nei sareofagi di Ravenna nota:
I SARCOFAG I P ALE OC IUSTIAN I DI RAVENNA
1 -
che sono,
In
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genere, decorati su tutti e quattro i lati;
2 -
ehe sono per lo più di dimensioni Piuttosto considerevoli, essendo s pe~ provvisti d'una base più o meno alta;
3 - che in essi è dato, In linea di massima, molto rilievo alla struttura architettonica perchè, oltre alla presenza della suddetta base, hanno agli angoli dei pilastri o più sovente delle colonne a sostegno d'una trabcazione e perchè lo spazio è spesso occupato da scompartimenti delim itati da colonne, cui sovrastano frontoni ed archi ; che la composizione non è quasi mai affa stellata, \imitandosi essa a poche fi gure, frequentemente alquanto distanzia te fra loro ; 4 -
5 -
che i coperchi di chiusura hanno una forma semieilindrica , detta anche a baule, oppure una forma a tetto con du• plice spiovente.
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SI
Per quamo osselVa :
SI
riferisce all'iconografia ne.• sarcofagi ravennall
1 - che i temi svolti sull e due fromi si limitano a scene di teofania c cioè a quelle ra ppresenta nti Cristo che appare agli Apostoli e consegna la Legge oppure a raffigurazioni a llegoriche, nelle quali predominano pavoni in mezzo ad una decorazione fhomorfa e agnelli ai lati dell a croce o del monogramma di Cristo; 2 - che le scene relative al Vecchio ed al Nuovo Testamento sono più che limitate, riducendosi soprattutto a quella di Dan iele nella fossa dci leoni e di Gesù che risuscita Lazzaro e che esse non fi gurano ma i sulle fronti , ma solo sui lati corti: fa eccezione l'Adorazione dci Magi che è scolpita sulla fronte del sarcofago di Isacio in S. Vitale.
G. BOVINI
Ma non sono queste le sole diversità che i sarcofa gi ravennati prescnt:IIlO nei confromi di (Iuelli delle altre region i: vi sono anche le d ifferenze st ilistiehe che si concretizzano in mooo particolare in una ricercata eleganza delle ngure, non prh'c talvolta d i elementi stili1.7.ati, in un plasticismo piuttosto accentuato che arriva in alcuni casi lin q uasi ad isolare dal fondo le ngme, le qua li invece in altri casi appena affiorano alla superficie, venendosi in tal mooo il colora re d'un vago piuoricismo che dà pitl l ' impr~ i on c che esse siano modellate nello StuCCO che non scolpile nel marmo oppure sono ricavate seccamente in esso. Il fortc chiaroscuro, in cui sono così freq ucllt emente immerse le composizioni dci sa rcofagi romani , è piuttostO ra ro nei sarcof:lgi ravennati : ciò dipende dal fatto che le figure, oltre ad essere assa i limitate di numero, sono anche sorrette da una maggiore compostezza cci im prontate ad una maggiore mae.~ t osi tà , che trovano la loro ragionc d'es.~re nella st es.~a adozione del tema trattato che si adegua più ad una concezione metacosm ica che non ad una visione realistica. • Bisogna però tener presente che le di\'ersità ehe si riscontranO nello stile sono dovute essenzialmente all'epoca stessa in cui i sarcofagi ravcnnati fu rono scolpiti, epoca che non è la stessa di quclla in cui furono lavorati i sarcofagi delle altre regioni e soprattutto quelli romani. Infatti mcntre a Roma la loro produzione cessa q uasi del tutto alla fine del IV secolo od al più all 'inizio del V, a Ravcnna invece incomincia forse proprio in tale periodo, per con tinuare tìorente :lncora nel V I secolo. M a qu.• entriamo nel cuore d'una questione qua nto mai delica ta, cioè quella rela tiva :lIla cronologia sUI sarcofngi ravcnnati. L'inq uadra mento l'iel tempo di questi monumen ti è ancora controvcrso o comunque sub judice. Esso è infatti molto d ifficil e a stabilirsi, perchè per addivenire a ta le classificazione occorrere bbe essere in possesso d'un certo numero d i capos.., ld i cronologici sicuri, cost'ituili da sculture data te a ppa rtenenti al V ed al VI secolo. Invece questi ca posald i, questi clcmenti een i di con fronto,
I SARCOFAGI l'AJ.EOCRISTIANI DI RAVENNA
'5
queste che potremmo chiamare pietre miliari f;Cagliona te lungo la grande via del tempo, sono, nel periodo in cui a Ravenna fiorì l'arte scultorea dci sarcofagi, quasi del lUtt O assenti . Di qui la
Fig. 6 Ch i "" ~
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di S , Gi o,""",,;
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d ifficoltà di tracciare con sicurezza la linea di sviluppo della plastica ravennatc. Tuttavia qualche elcmento sicuro chc possa servire da caposaldo non manca in Ravcnna StCSS
E,,~ngdis!a:
pu l"ino.
confronto si può trovare solo nci pulvini della ch ies.a. di S. Giovanni Evangelista che sono dci tempo d i Galla Placid ia e riti prccis,a.mentc di poco posteriori ' al 424 (Figg. 6 - i).
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G. BOVINI
Pcr il V I secolo si può ricorrere al sarcofago purtroppo non del tullO integro del Vescovo Ecclcsio (+ 534), alla decorazione dei pulvini dci presbiterio dclla Chic&1. di S. Vilal e che sono di poco antcriori al 547 cd all 'antico ambone marmon::o (F ig . R) della Basilica
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Fig. 8 -
R nnnna - Cattedrale
(Basilica Ursiatla) _ P articolare del
l' am b Ollt,
Ursiana che - come testimonia l'iscrizione originaria - fu cretto dall'Arcivescovo Agnello, il q uale scdCIIC sul soglio episcopale di
Ravenna dal 556 al 569. Alla fin e dci VI secolo o all'in izio dci VlI , c più precisa mente al tempo dell 'Arcivescovo Mari niano (596 - 606), appartiene l'ambone della chiesa dci Santi Giovanni c Paolo che ora si conserva nel Museo Arcivescovile, ambone che nello schema decorativo si ricoll ega al pergamo di Agnello. All'V II I secolo sono da assegnare tre sareofagi di S. A]Xlllimire in Clas!>C che furono fani per ;lccoglien: le sa lme di alcuni
t SARCOrAGI PA LEO(:R IST IANI DI RAVENNA
17
Arcivescovi di cui le iscrizioni incise sul coperchio o sulla fronte indicano i nomi : Felice, Giovanni e Grazioso, che morirono ririspeuivameme negli anni 723, 748 c 788. Dci primo decennio dci IX secolo è il ciborio conservato in S. Apollinare in Classe, che fu innal . . . lto in onore di S. Eleueadio da un sacerdote di nome Pietro, sotto l'episcopato ci i Valerio (806 - 810). Coneludendo, possiamo affermare che i dati sicuri per l' inf[ uadramcnto nel tcmpo dei sareofagi ravcnnati sono assai scarsi c qu indi dovendoci - per tracciarc, sia pure a grandi lince, uno sehema dello svilu ppo artistico di essi - servi re d'una rete di pumi fissi, le cui maglie sono alquanto rade, non pos.~i:uno che lim it"rci ad un semplicc tentativo, nel quale, per fOl"l..a di cose, non possono esscre eliminati detinitiva mente dubbi C incertezze. A nostro gi udizio però qualche altro elemento di confronto, sia· pure, non in .liCultura , può essere ancora utilizzato. I IH endiamo fa r rifcrimento : l - alla classe degli avori, di cui molti - e specialmente sono datati ; una bell a serie di dittici consolari 2 - agli stucchi che ornano il Battistero dclla Ca tted rale, i quali da quasi tutti gli studiosi sono ri tenuti dci tempo del Vescovo Nconc. cioè di ci]'ca la metà del V secolo; 3 - agli stucchi, di carattere esclusivamente orna mentale, che si conserva no in alcune volte ed in alcun i intraclossi degli . archi della chiesa {li S. Vitale e che sono solo di qualche anno ant eriori alla metà dci secolo VI (Fig. 9). Giovandoci a nehe di questa base ci i paragone, cercheremo di ind icare quale - a nostro parere - potrebbe essere la successione cronologica dei sa rcofagi scolpiti, conservati in Ra\'enna. Tale ordinamento, derivando da un modo di considerare lUtt O part icola re - ma da noi ovviamente ritenuto obiettivo - si discosta in linea di m as.~ima dalla cronologia proposta da altri anche
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c.
Fig. 9 -
ROV[~r
Rannu a - S, V,wl" -
111I rad".~i
di !!rd,;
con decoruiOIl" di stucchi.
se ,'alemi studiosi, come per esempio il Ricgl, il DU ISChkc, il Goldm;"tnn, il Ricci, il Dalton , il Calassi, il l\luralori , il Gerola ,
il Toesea. la La\\rcncc cd il l\'lon·y .
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Il più antico dei S:lrcofagi tipicamente fa\ 'cnnati è - a noSIro giudizio ~ quello della T,adi/io Legis cJl(' si conserva nel i\·!usco NlIzionalc (Fig'. lO). Esso può essere assegnato all'inizio
del V secolo. Al centro della frome è raffigu ra ta una tcofania: in mezzo ai Principi degli Apostoli grandeggia (Fig. l t ), ritto su di una roccia cll. cui sgorgano i quattro simbolici fiumi , il Rcdclltorc. il quale tiene 11lrg:lIllcrHc alzato il uraccio dcstro t' porge con la
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G. ROVI,,!
sinist ra il rotolo dell a Legge a S. Pietro che. in segno d i rispetto. lo riceve sulle m a ni vel a te. Ai lati di questa scena, espressa con schem a piramidalc, sono
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Fig.
Il
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M "s~()
d"lIa Tr",lili" f.,gis:
Nazion ale -
Silrcor~go
par ti c" l llr~ d~ \I " rro nk.
due palme c le immagini di un milita re c d'un a donna, indubbi amente i due coniugi, per i quali il sa rcofago fu scolpito. Nel fian co sinistro dci sarcofago è rap presentato u ·iSIO che risuscita La zzaro: il defu nto, ancora tu Ila aV\'olto nelle bende di lino, sta dentro l'edicola scpoJcral c che s'innalza su d i un aho basa mento (Fig. 12).
I S ANCOf"AGI l'AI.EOCRIST IMa DI RAVE NNA
F'I.(. lO" - .\111'''0 N"~i,,,,:01~ _ Sar~"fago ddla TMJili" J.~,f.:;s: tiu nco ~il1lsl ro.
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t'i". '3 - Mu s,"" l\' n1.iona1c _ SMcofago ddln Trmlili<J L'Kis: fiAnco d .... UfO.
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G . BOV INI
Nel fi anco destro ~ i vede Daniele nell a fossa dci leoni : egli, vcslito di abi li orienta li (tu nica corta c bracae) c con in testa il bcrrCIlO fri gio, SIa serenamente in mezzo alle due belve in alleg· giamcnlo di arame (Fig. 13). Tutte queste scene presentano un ampio respiro compositivo ; sono ben spazicggial c c sono regol'l lc da ben defini ti canoni di simmetria . Le figure spiccano sul largo sfondo liscio, come COntro il ciclo ; le teste dci personaggi a lqu::UHo in rilievo, sembrano come immerse nell'atmosfera , ment re le foglie dci due palmizi - nel cui rendimento l'artista svela un senso di squisite finezze pittoriche - sembrano avcrc un leggero fremito come se fossero investite da un lic\'c soffi o di \' enIO.
Di IJO(;o posteriore a questo s;m:ofa go è l']ucllo detto di Elisco Profeta che fu riutilizzato come sepolcro dalla nobi le Famiglia Pignatta e c he ora si conserva sotto il quadrarco di Braccioforle, non lungi dalla tomba di Dante (Fig. 14). L.'\ front e, inquadrata da due pilastrini scanalati e baccel la ti che poggiano su vigorose cornici architettoniche sostenendone a loro volta delle a ltre, presenta Cristo in trono nell 'atto di premere con i piedi la cerv ice d 'un Icone e di un d rago : stanno ai suoi lati non due figure femminili - come ha scritto il Ciampini - personificanti le due Chi ese, quella dci Gentili e quella degl i Ebrei , bensì due figure virili. Tuttavia qui non siamo cerio di frome - come ha suppostO il Venturi - ai due com pari della leggenda, riferita da Agnello storico, i qua li invocarono, a malleveria dci segretO presti to, il braccio forte d el Signore, bensì siamo indubbiamente di front e a due Apostoli, che potrebbero essere i San ti Pietro e Paolo. Alle estremità del pannel lo s'innalza.no d ue rigogliose palme ca riche di datteri .
I S,\R COrAGI P ,\L EOC RI STl A :-;1 DI IM VE Nr->,\
• I( "IH , l' J
F ir.:. q _ Qu a dr a r~o di I)r:occiv fortc S..rcofa go d e tt o d i Eli " ~ " l'ro f~13 : front e.
La scena è solenne, imponente: i tre personaggi le cui tigure, purtroppo, Ilon sono, specie ncll e teste, in buone condizioni di conservazione - stanno come schierati frontalmente dinanzi a 1101 , a distanze uguali. Nessun reciproco nesso li collega fra loro: nè un incrociarsi di sguardi , nè un rapporto di gesti. Ciò nonmtantc, ncB'insieme. la composizione - grazie soprattutIO alla potenza dci rilicvo, al sicuro modellalO delle figure, alla naturalezza dci pan41eggi, alla netta definizione dci contorni s'impone per la sua solenne semplicità c per il senso veramente monumenlale da cui è pervasa. Sul lianco sinistro è raffigurato, in mezzo a due cipressi , l'incontro di due personaggi che il Diilschke c la Lawrencc ntellgono che siano Maria cd Elisabetta , il Venturi i due soliti compari della leggend,j riportata da A!,'llello cd il Garrucci c lo Hascloff, for~e eon più ragione, l'v laria e Giuseppe. Sul fianco destro non è rappresentata - eome ha scn tto il Ciampini - una donna seduta che tira un serpente da un'urna,
2.
G. BOVI NI
bensì la Madonna che - secondo la narnmonc dci Vangel i apocrifi _ riceve dall'Angelo l'annuncio della sua futura, divina maternità nel momento in cui sta filando la porpora svolg:cndola da un paniere di vimini posto ai suoi piedi (Fig. 15). Il messo celesle, che con la destra doveva fare il gesto or"lorio,
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Fig. ,5 _ l.Jo"dra .. co ,Ii dello dI
Eli~eo
I-lra~c i(lf"rl~
- Sm-cofago Prorel;" !bnco destro.
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doveva cioè tenere alcune dita della mano distese, appare qUI carattcri7.zato - e si tratta di uno d ci primi esempi nell'arte pa•• lcocristiana - da grandi ali , secondo Ull tipo che però cra g.a
I S AR COF AG I l'AJ.EOCR ISTIA,,,I 1)1 RAVENi"\A
25
• noto 111 O riente, come testimonia una bella scultura trovata a Giubali Kapussi cd ora nel !l'luseo Ottomano di Costantinopoli. La Vergine, presentata di profilo, scmbra quasi sospendere per un animo il suo lavoro, memre l'Angelo, leggermente piegandosi verso di Lei, sottol inea in lal modo la sua missione di Annunciatore.
Fili. ,6 -
Qua dnll co ,II H" "" ClOf"r ,c _ ~.,rc"f"gv dellO di El i_eo l'ro f~l a: li onev des lro ~ p~rle p<.>sl<~ l· iQrr.
Il ril ievo conscrva qui tutta la robuSICZ7.a che abbiamo riscontrato sulla tiguraziotlc della fron te: esso diviene invece pii, piatto, piil pittorico sulla fa ccia posteriore, dove lUtto lo spazio è occupato cl" due cervi che si dissetano ad un grande cra tere (Fig. 16).
G. BOVINI •
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questo monumcntale sa rcofago, sormOlllato da un alto coperchio cilindrico, che D'Annunzio ricorda nella sua Frtlllcesca da Ri m;'li : Il Rellc /llofe c la scrpe;
ha sotto i pù!di il / l'OIlC Elisabetta visi/n !l'/(lfia; l' Annu71datore appare a Nostra D Olllla; j cervi si dissett/llo alla font e.
Dello stesso periodo di questa scultura è una superstite liancata d 'un sarcofago in marmo greco ora nel l'\'lusco Nazionale, la quale raffigura, fra due cipressi , due personaggi affrontati._ Si tratta di una scena molto rara nella .scultura cristiana antica; vi è rappresentata l' incredu lità d i S. Tomaso. L'Apostolo sta per porre la mano, pill che sulla piaga, SOttO l'ascella di CrislO che alza il braccio sinistro e guida con la d estra la mano d ell'incredulo (Fig. 1i). O sservando questa scena ritornano sponta nee alla memoria le parole di Gesù a T omaso riferite d a S. Giovanni nel suo Vangelo (XX , 27 - 28): M etti qua il tltO dito e osserva le mie mtmi; accosta
la tua lIIano emettila 71cl lIIio coslalo; e non essere incredulo, ma fede/e. La composi1.ionc è quanto mai sostenuta; i fUSli dci d ue ci pressi si profilano con la d ccisione di membrature architettoniche, la figura di C rislO presenta un certo movimento, mentre quella ancor più plastica d i Tomaso, che appare di prospetto, con la sua staticità e con il ri tm ico disporsi delle pieghe delle vesti, domina tulta la scena.
l S ARCOf ,\r.1 PAI. EOCln STlAt>."1 DI RA\'ENNA
2)
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Mu geo Nali""al~ ~ Fiancata d'un s arcofagD.
P rcs.~·a
poco contemporanei a queste scu lture che presentano caratteri stiJistici alquanto simili tr.l loro - sono due sarcofagi che offrono la particolarità di scandire lo spazio mediante nicchie fiancheggiate da colonnine generalmente spiraliformi , riprcmJcndo così lo schema di precedenti prolOtipi microasiatici: ambedue sono conservati nella chiesa di S. Francesco. Uno, fornilO d 'un tipico coperchio a doppia ala di tello cd ornato con antefisse leonine, si può ammirare nella navata sinistra ; l'altro, detto dci Vescovo L iberio, sostiene la mensa dell'altare maggiore. Dci due il primo è forse il più antico: esso è lavoralO su soli tre lati. Ogni nicchia contiene una fi gura: quella Ilel cenno dclla
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Fig . •8 _
s.
Fr~''':~ ~co _ SHCOf:lgO consenato ndl n na \'8 Ia ~; l1i s " a: fr on t".
[ SARCOf,\GI l'ALEOCRI STIA NI DI RAVENNA
fronte presenta Cristo sed uto; le altre contengono figure di Apostoli in pied i (Fig. 18). Cristo, che sembra qui quasI inca rnare la giovi neu:a intemporale in cui l'innocenza si unisce alla forza virile, è raffigurato
Fig. '9 -
s.
Frallcesco - Sarcvfago conserva to nel la navata sir.is t, ,,, p3 r! icolarc de lla fronte.
nell 'atto di porgere un rotolo a S. Paolo, il quale, piegandosi con la persona, avanza verso di Lu i con lc mani rico perte da un velo (Fig. 19)_ Gli altri Apostoli, tutti vestiti d i tunica e pa llio, con nel volto un'espressione pe mierosa, talvolta non priva d i durezza, fanno con
3°
G. BonNI
• la dcstra alza ta un gesto di acclamazione oppure Stringono le mani un rotolo. Il concetto dell 'artista è chiaro: egli ha voluto rappresentare' non tanto Cristo legislatore venerato dagli Apostoli - come vor-
Fig. 20 _ S. Frol1n-sco - S"reofngo COIlSel"\'alO "dia "",':Il" sinis tra: fianco sinistrn.
l'ebbe il Outschkc - q uantO piunostO la missione di evangelizzare confidata da CesiI agli Apostol i. È da notare in questo sarcofago la minuta decorazione fitomo rfa che va dalle foglie di acanto al di sopra dci capitelli angolari alle foglie di vile con steli, viticci c gra ppoli d'uva , che s'innestano, con qualche a CCC!lI () Q.ilÌ7.zato, neg li sp:lzi lasci:!ti liberi dagli archi.
-
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S.
Frnnc~sco
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32
G. DOVINl
Pa rticola re degno di menzione è anche il fatto che in qu CSt O sarcofago - come del resto in tull; gl i alt ri di R avenna che presentano tale motivo - i cardini delle valve del le conchiglie, le qua li ornano le p i I l't i superiori delle nicchie, sono sempre posti in basso, secondo l'usanza orientale, che si COlltraplxlnc a quella adottata nell'Occidente dove i cardini delle valve sono sempre in po.
.
.
SIZIOIlC LIl vcr sa.
Le figure sono espresse con tanto rilievo chc dentro alle nicchie sembra che siano state addi rittura collocate delle statue a lutto tondo ; le proporzion i dci personaggi sono ta li cd i loro gesti così contenuti chc qualche fì!,'Ura può essere confronta la SCIl'l'a ltro con qualche not a statua d',m c greca dci periodo classico ; il modellilto delle vcsti , che spesso ricadono in dolci curV!', non nasconde la :-OIlOSI:,"le Siruttura delle membra ·( Fi~. 20).
L'a ltro sa rcofago della chieSa di S. Fra ncesco, quello detto dci Vescovo Liberio, ha forse subìto, sopra ttutto nei volti dci personaggi, qualche r itocco. Lo schema è quello ste!iSO che abbiamo veduto nel sarcofago precedente: sottO In serie continua del le arcatelle si dispongono le figure di Cristo e degli Apostoli , invadendo questa voha a nc he la faccia posteriore (Fig. 2 1). Si nota, nella modellnzione di queste figure, una minore piasticità rispetto a quelle del sa rcofago conscn'ato nella navata sinistra della chiesa, ma in com penso una maggiore ricerca di eleganza, che si appunta in modo pa rticolare in movimenti pieni di seiolt ezz.1. c nel molle flu ire delle pieghe delle vesti. Anche qui Cristo ha il \'oho riseh iarato da lla luce della giovinezza., siechè il suo aspetto ricorda i tipi apollinei, ma la sua chioma, ora più folta , ricade con massa ond ulata sul collo (fi g. 22); gli Apostoli poi , al solito presenta ti tuni di prospetto, continuano ad essere
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I SARCOFACI f'ALEÙC!H SiIANl DI RA \' E:"NA
Fig. :n _ S. F(3n,,~ro - Sn_co rnJl:O dettu dci V"~C'I\"U Liberi .. : I•.•rti ~olar" della frome,
• immobili c ad avere un p0 rt aml'nto C'd un •espressIOne q uanto ma •l
d igllitosi,
M aggiore organici l:! dal p unt O {li vista compositivo si riscontm in altr i due sarcofagi che slilistica mcn lC si ricoll cgn no a quelli del la chiesa di S. Francesco. In tcnd i:HllO pa rla re d i quello ora In
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-
Fig. 23 -
S.
~ I ari"
111 PorI() fuori -
S~rc" fal:o
,I, ]' j(lrQ 1'.'ccalOn:: fronte,
] SARCOFAGI PALF..OCR1STTAI'I DI RAVENN A
35
S. Maria in Porto fuori che, munito d'un coperchio semicilindrico lavora to a squame, nel XII sceolo raccolse le spoglie di Pietro Peccatore, e di quello denominato dei dodici Apostoli ehe si con· serva nella navata destra di S. Apollinare in Classe. In ambedue. non più l'itlnati dall'architettonica ~ p arti7.ionc in nicchic, il soggeno è lo stesso di quello trattato nei due sa rcofagi precedent emente presi in esame. Vi è rapprescnlato un lema caro alla seultura ravennate: la T radilio Lrgis. Sulla front e del sa rcofago di Pictro Peccatorc, inquadra la ai lati da colonnine il spira che sostengono una cimasa dorica , le figure sono piunoslQ distant i fra loro, cosicchè lo sfondo ha modo di slargarsi in amp:e superfici li se~c (Fig. 23). Pill che a S. Pietro - come dice il T oesca - il Rcdcntore sembra invece consegnare il libro della Legge a S. Paolo che gli è giunto ormai dappresso (Fig. 2<1-): gli. altri Apostoli ehc compa iono sulla frOntc sono figurati in atto di accla mazione, melllrc qudli chc si vedono sui lati coni portano sulle ma ni velate delle eoronc. Il rilievo delle figu re, un po' leziosa mentc accademiche, non prescnta quel robusto tondeggiare che :!bbi:!mo riscontrato nei 5.11'eofagi della chiesa di S. Francesco. bensì un:l più debole plaslieità, ehe talvolta raggi unge passaggi di pian i ass;\i delicati. Questi si ritrovano sopra ttutto nella faccia poste riore dcl sarcofago, dove è espressa una sempl icissima . r:lffigur
Un pitl spiccato senso del rilievo carat1eriZ7~'\ le fil"rure, in verità un po' meno eleganti, dci sarcofago dei dodici Apostoli in •
C . BOVINI
Fig. 2~ _ S. ~13 ri;, '" Pon" rUtri S~r~or"J:" di Pie t ro Peccato,.,.: parli~"I"re d.11:o rronte .
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-Fig;. ~5 - S. Ma ri~ in p"rl" fuori S;trc" r"KO di l'i etro Peccatore: parw I)<,steriore.
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-8 ">-•
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G . BOVI!' I
s. Apollinare
•
in Cl;,sse, il cui coperchio scmicilillClrieo è adorno di gra ndi monogrammi composti dalla croce e da un I c da un X, iniziali delle parole greche sign ificanti GeslL Cristo (Fig. 26). Sulla fronte di questo sarcofago, tipicamente lunga ma bas&1., sei lìgurc di Apostolj si dispongono con simmetria a i lati eli Cristo
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Fig. 27 - 5 . Apollinar~ in Classe ~ Sarcofago dei dadici Apasla/i: lianco.
che sta assiso su cii un trono, reggendo con la sinistra un libro aperto e porgcndo con la destra il rotolo della legge a S. Paolo. Uguale schema compositivo si vede nella scena clelia TraditjQ Legis raffigurata in uno di quei mirabili stucch i clel ia metà del V secolo che ornano il Ba ttistero Neoniano.
I SARCOFAGI PALEOCRISTI,\1..:r DI RAVENNA
39
All 'Apostolo delle Gemi si contrappone S. Pietro, il quale si avvicina al Redentore portando sulle mani velate la chiave c la croce. D ue Apostoli alzano la destra acclamando, memre altri due - quelli all'estremità della composizione - avanzano portando delle corone trionfali, proprio come gli Apostoli che si riscontrano sui la ti minori del sa rcofago di Pietro Peccatore. Gli altri sei Apostoli compaiono, tre per parte, sulle testate laterali (Fig. 27). Secondo il Canucci i due personaggi barbati che, sulla frome del sarcofago, portano le corone, starebbero il rappresentare il coro dci ventiquatrro Serriori che getta no le corone ai pied i di Cristo esclamando che solo a Lui si deve la vittoria (Apoc. IV, 2). Lc proporzioni di tutte queste figure sono, rispetto a quelle espresse sui sarcofa gi precedenti, alquanto più tozze. Inoltre men·tre negli Apostoli rappresentati sulla front e, ncll 'accemuazione un po' forzata dei movimenti, svelano il desiderio del lo scultore di dare una cena vivacità alla scena, la figura di Cristo invece cui i lunghi ricci ricadenti sulle spalle mettono in maggior risalto l'aspetto giovanife - a ppare un po' troppo rigidamente immobile. Sul tergo dell'arca, a fianco di due robusti tralci di vi li onusti di grappoli, due pavoni - simbolo d' immortalità - affrontano simmetricameme un clipeo centrale adorno d'una eroce : siamo anche qui dinanzi ad una raffigurazione allegorica. Forse l'a rtista ha voluto esprimere il coneetto ehc coloro che sono in possesso della gra zia celeste god ranno sicuramente dell'immortalità nell'unione con Cristo.
Un VIVO senso dello spazIo rivcla anche l'artista che ha scolpito il sarcofago che servc da altare nella nava ta sinistra della Cattedrale e ehe ora racchiude le ossa dei Sallli ~su peranzio e Massimiano (Fig. 28).
•
G. BOVINI
Fanno parte ddla scena ligurata ~ u lla frame solo tre personaggi: duc ApOSlOli acclamanti ehe con la sinistra reggono l'uno
d~i
Fi". 28 _ Lat! ... d,-ale - tin, c"r".:o 5:"'1' I::sujJO!r,lIl/.i " .' M .bS!llli,,, o: foul1k .
•
Fil:(. 2) -
Catled ra le':' Sarcoragu d .. i Sanli Es upera'uiu e Massimi""o: parte puswriorc.
un volume c.l'alt ro una croce e Cristo e he fa con la dcstra il gesto oratorio. Ai lati si ergono due palme cariche di datteri .
I
~1\Rcor,\GI
P,\LEOCR ISTIM, ' DI
R,\\'E~NA
Nella parte posteriore - che solo qualche allno fa si è IlOtUlO, dopo tanto tempo riammir'\I"C ricorre una delle soli t!.:, tipiche lìguraziolli simboliche," che ...i ricollcga a quel la che adorna il tergo dcII "arca dci dodici ApoJtoli in S. Apollin'lre in ClaSM::
Fi,;. 3> -
C.tt·,lr.h· _ Sarcofago dci San I! lat<>
E.Up~"8"lio ~ ~ll, .~in,;n",,:
~ln;Slr" .
ne di~o~la soltanto per il fatto che al posto d ci tralci di vite vi sono d ci cipres.-.i cd al posto della croce entro il disco centrale vi è il monogramma eostantini,lT1O (Fig. 29)" [l rilievo è qui l'iLI piatto che non sulla faccia aBtenorc. ma • la composizione, forse per la maggiore ariosità d'l CUI• •C eIl"COI1-
.'>C
•
G. BOVINI
42
Fig. 3' -
Ca u erl ra1e - Sarcofa l;o J ~ t(J
ri ~ i
S""ti ['''però"";,, c
M as~;",ia,,~:
des t",_
data, appare più ri posa m c. Presentiamo qui anche le due testate laterali, ~olo dì rcccnte fotografa te (Figg. 30 - 31 ).
Assai più a ffastellata c la composlZlollC che si scorge sul sarcofago di S. Apollinare in Classe che fu riutil izzato verso la fi ne
r SAH COFA Gr l'ALEOCR r S TlA ~r Dl RAV ENN,\
43
del secolo VII per accogliere le spoglie dell'Arcivescovo Teodoro (Fig. 32). Essa si rieollcga assai strel\;lI11el1te con quella che orna il tergo dell 'a rca, pure in S. A))(I)linare in CI;,sse, ra ffigu· l'a nte i dCKlici Apmtoli. Le affinità stilistiche sono tali che Corrado Ricci non ha esi· tato ad affermare che i due ~arcofag i - i quali SOllO a~;, i sim il i
anche nelle pro)X)rzioni siano dovuti alla mano di uno stesso scultore. L'iclea può essere accettata , ma la datazione, pi ù che al V I, come pcnsa il Ricci, è d" altribuire al V secolo, ,mclle S(; l'a rtista, schivando le figurazioni an tropomorlìche, ha ripetu to sulla front e quel motivo pUr;lffiel\le simbolico che così di fr equente compare sulle facce l)(Isteriori degli avelli. Singolari sono le due roselle che, in basso, sianno ai la li dci clipeo contenente il monogramma cos\;!ntiniallo affiancalO dalle let-
•
C. BOVIt"1
tere a pocalittiche A cd w. E:..-.c, insieme con qudle coronc d'alloro racchiudenti croci c monogrammi che servono di
•
•
Fig. 33 -
s.
;\p~ lIinarc ju Ct 8'S~ -
dell' A,.ci\".,~co\'o
Sorcorago T.,odvro: '"'V dci fianchI.
. chiesa placidiana di S. Giovanni EViingelista. i quali sono SlcuramelHe d ella prima metà del V ~cco l o (cfr. ngg. 6· 7). Assai intereSS<.Ulti sono anche le fiancate laterali do\'c, in mezzo a tralci con fiori quadri lobati o di forma liliacca , si scorgono un vaso, crOCI c colombe (Fig. 33).
I $ ARcorAGI PAI.EOCRISTI ANI
DI RA\'ENNA
45
Di poco posteriOl'i alla metà del V secolo sono forse i due imponenti sa rcofagi conscrvati nclla Ca ppella della Beata Vergi~ ne dci Sudore nella Metropolitana dI Ravenna: .~i tratta dci sareofagi detti di S. Rinaldo e di S. BlIrbaziano. Più antico è quello in cui nel 1321 fu dcposta la sa lma dcll"Arci\'cscovo Rinaldo da Concorcggio. La scena figura t ~ sulb fronte ha tale gra ndiosità che - osserva giustamentc il Tocscll si «direbbe piuttosto derivato da qualche vasta decorauOIle murale che ideata per l'an. gusta fronte dell'arca ». Q ui Cristo, che non ha più l'aspetto ullra /Ilodum iuvcnis. troneggia immobile sul monte da cui .sgorgano i quattro simbolici fiumi. Egli tiene con la sinistra il libro aperto, secondo uno schema ehe sa rà largamente sfruttato dagli artisti del :Medio Evo, c con la destra sprolxwl.Ìo- . natamente lunga accoglie S. Pietro c S. Paolo che llccorrono a Lui con vivace movimento portando sulle mani, copene dal pallio. i segni del martirio e del trionfo (Fig. 34). La rappresentazione, ancora molto ariosa, è inquad rata la tera lmente da due rigide palme itlentiehe anche nei loro lunati rameggi e superiormente da nubi leggere, allungate e st ili7.1..'l.te, che sfu mano nel ciclo. Tuttavia questi clementi naturalistici non creano l'effetto dci pacs.1ggio. ma nella loro caleolata simmetria e nçlla [oro sca ndita ritmicità sembrano anch'essi far parte di questa solenne scena di apparizione. Su una fiancata è scolpito il monogramma di Cristo, mentre sull'altra due tralci di vi le, ca richi di foglie c di grappoli. sorgono da un vaso, proprio come le analoghe figurazioni in stucco ('clb metà del V secolo che fino quasi "gli ulti mi anni dci secolo scorso orna\'ano le arcate al di sopra delle fi nestre dci Ba uistero della Cattedrale. Sul retro, ai lati d i due tralci. che nelle loro volute racchiudono delle rosette, Stanno due pavoni che affronlano un disco
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FIg. 35 - C.medrale - San"\,fago di S. Barbaziano: rro" t~.
G. BOVINI
ccntrale contenente il monogramma costantiniano gemmato. da cui pendono le len ere apocalittiche. t un lavoro questo che, confrontato con quello dell'arca di T eodoro e col retro del sarcofago raffigurante i d<xlici Apostoli , si rivela quanto mai secco c duro.
La grande urna ora chiamata di S. Barbaziano ~ perchè nel 1658 vi furono deposte le ossa del confessore c consigliere dell 'Augusta Galla Placidia - con la fronte scam panita in edicole (Fig. 35) richiama i sarcofagi ad arcatelle della chicsa di S. Francesco. Per l'ultima volta nella scultura p:lleocristiana conservata :\ Ravcnna compare Cristo in mezza a i Sa nti Pietro e Paolo. Le t re fi gurc SOllO perfettamente frontali : non c'è fra loro alcUll leg:l me di interdipendenza ; i loro occhi guardano fissi nel vuoto; i panneggi degli abiti sono schcmatizzati, i gest i sono rigidi : quasi si direbbe che tanto Cristo che gli Apostoli abbiano assunto l'aspc"tto di fantasmi. Entro le due nicchic estreme sono due vasi ansati da cui spuntano due piante simili a quelle dci gigli sul primo germoglio. Sulla faccia posteriore, non ultimata, sono sbozzati due agnelli . che si affiancano ad un disco, nel cui interno campeggia il nome monogrammatico di Gesll Cristo. ' Sul grande coperchio semicilindl:ico il monogra mm a costa ntin iano, racchiuso entro una corona , da un lato è affiancato d
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Fig. 36 - S . Vi tnl" - Sa rcofago de ll'Esarcl Isacio! fron te.
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50
G. Bo n NI
•
Fig. 37 -
S. Vitale - Sarco f~go dell' Esarc" Isacio: particolare della froll le.
I S,\ RCOfAG I P ALE OCRISTIANI DI RAVENNA
S'
AI V secolo appartiene pure il sarcofago del Saneta Sa nctorum di S. Vita le che poco prima ddla metà dd V I I secolo fu riulilizzato eome apprendiamo dall'iscrizione in greco incisa sul coperchio ~ per accogliere le spoglie dell'es'Il·c;, 1s;1cio (Fig. 36).
Fi!(. 38 -
S.
Vitate - S:orcof"g" ddl' Esnrc" J"ado: tianco sini st ro.
Tale: riulilizzazione nOlI d eve farci meravigli a, giacchè, fra l'altro, nel V II secolo l'abbiamo riseolllra ta anc he per il ~
G. BOVINI
sti paleocristiani: è quello stesso che ~ tanto per fare un riferimento a S. Vila le dove il sarcofago è conservato - un abile mo-
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.... '-
- ,." •
•
Fig. 39 - S. Vita]" - Sarcofago dell'Esarca lsac io; fi~nco destro.
sa icista bizantino ripeterà pi!'t tardi nel borelo inferiore del mantO di T codora. I tre Re .M agi, col loro mantello svolazzante, avanzano verso sinistra con gli stessi idclllici movimenti: soltanto il secondo int errompe tale uniformi tà volgendo indietro la testa. Ma ciò non serve
1 S AR COFAGI
il
l'ALEOCR1STI"~ 1
III R,\VENN ,\
53
d.u·c v it:.\ alla scena, la quale rimane forse un po' troppo sche-
lIl'ltiu..;\ta.
Sulle fia nca te sono npctute le StCSSC scene che abbiamo incentrato SUI lati d el ~arcorago dci :\(u~ Nazionale con (a Tra-
Fig P - 5 Vitale -
S~r~ofa <:u
ddl'
E~a,.ca
bacio; parte posteriore.
ditio J. rgis: d a ulla parle la lc-\urrczionc di
L 'l7Jd'll"O
(Fig . 38) c
dall"altra Daniele nella fos.a dci leoni (Fig. 39). Sul te rgo ricom paiono le solite palme. i soliti pa\'oni cd il solito monogl'3 mma costantiniano racc hiuso entro un cli(X!o che occu pa esatta mente il cent ro (Fig. ·ID).
Verso la tinc del ~eco l o V è da attribuire il sarcofllgo che si trova nel br:tccio sinistro del cosiddello .t\husoleo di Gall .. PI ..c idia e che paSsa sotto il nomc di sarcofago di Costanzo II I, che fu il secondo marito dell 'Augusta sorella di Onorio (Fig. 41 ).
54
G. BOV INI
Sulla rronte della cassa è csprcss., una scena molto semplice : nel centro, su di una roccia, dalla q uale sgorgano quattro fiumi , sta un agnello, la cui lesta è adorna di un nimbo che rcca inscritto
Fig. 4' - C. d. M,l\150Leo di Galla Placidi" S
•
Fig. 42 -
C. d. Mmuo]eo
di Galla PLacidia - Sarcofago d~no
di COltauw III; partico.
lare della frollte.
il monogramma di Cristo, espresso da ll e lettere greche X c P in· trecciate (Fig. 42). Questo disti nti vo indica c hi aramente che l'agnello raffigurato è un agnello simbolico: esso non può essere altro che Cristo. Siamo probabi lmente di fronte all'intcrprctazio-
I SARCOF AGI PALEOCRlSTI,\ NI DI RAV ENNA
55
Ile dci pas.so dell 'Apocalisse che suona: El vidi, et cae Ag/!!ls stabut supcr mOl/lclI! Sio /! (XIV ; l ). Ai lati stanno duc agnclli privi del nimbo (Fig. 43). Probabil~ menle raffib'Urano duc AposlOli perchè in alcuni sa rcofa gi che prc-
•
Fig. H - C. d. Mau sulco di Gall a Placidia Sar cufago di Costall7.0 III: particolare della fr"mc.
sentano questo motivo gli agnelli sono, come gli AIXlSIOli, in numero di dodici. Poichè - come ab biamo veduto - nelle raffil:,'urazioni reali di erislO in mezzo ai discepo li , Pietro e Paolo sono costantemente ai suoi la ti, è alquanto probabile che i due agnelli del nostro sarcofago, simboleggino a ppunto i Principi degli AposlOli. In questa scena sarebbe stato quindi csprcs.so allegorieamenle ciò che altrove è raffigura IO rcal isticamcnle: è questa una tendenza che abbiamo già visto carattcria.arc a lcunc composizioni sui sa rcofagi di Ravcnna, specie quelle prcscnta tc sulle facce postcriori, ma che d 'ora
S6
G. BOVIN[
in poi im'adero'! a uclu.: le from! COIl Ulla :.o~lilUZiollC che sarà definitiva. Due palme ca riche di datteri chiudono a destra cd a SII1 Istra la composizione: questO mOlt\'O decorativo fu spesso utiliz-
Fig. 44 - C. d. MaUS\lleo di Gall a Placidi a SarcofagQ d~t1o di Costanzo !li: particQlure ddla fronte.
zalo dagli artisti cristiani per alludere a l giardino celeste oppure pcrchè la palma - fra l'a ltro ;1Tlchc simbolo d i vittoria - richiama,'a il passo dci Salmo (XC I, 13) : l ustus Il! palma /fore-
bit (Fig. 44).
I SARCO F',\GI PALEOCRIST IA NI DI
R A \' EN ~A
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La scena nel suo complesso s' inquadra be ne sulla fronte di questo sarcofago elegantemenl c incornicia to. Lo sfondo è arioso ed il terreno leggerm ente ondulato. Gli agnelli sono raffigurati piuttosto realiSlieamen1e: il loro "clio però mostra nel rcml imcnto una trattazione convenzionale cd una diligenza quasi accadem ic". Elementi stiliz7':lIi si nOlano anche nctrC.'>CClIzione delle d ue pal me.
Fig. - ~5 C. d Mau.olw d i Galla l'lacid,a - Sarcofago de U() di Costan!o III : fianco deslro.
FIg. ~6 - C. d. Mnu""lu) di Galla l'lacidia - Sarcofago deuo di CO'''UI!<') III , fianco
sinistro,
La parte po:'lcriorc non è decorata: dci duc lati corti è ornato solo quello d i sinistra che raffigura un grande \'ilSO a nsalO con due colombe - simbolo delle anime - posate sull'orlo ed in a lto di abbcvera rsi all 'acqua che d a esso sprizza, Due pillme, in !lIIIO sim ili il quelle scolpite su lla fronte, StllllllO ai lati di qucsta composizione (Figg. 45·4 6),
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G. BOVINI
Pressoche col1tcmpomnco a 'luesto , sarcofago è quello dci Musco Naziona le che sulla frolll e - questa volla inquadrata ai lati da due pilastrini - presenta d i nuovo una scena simbolica: vi compaIOno a ncora due palme, due agnelli e nel centro, entro una
Fig. 47 -
~l u sco
1\" n ion a le - Fronte di s u cofog<J,
,
corona di alloro, il monogramma costan tiniano. L'esecuzione è piuttosta scadente e non può certo confrontarsi con quella, accuratissima, dci sarcofago precedente. Lo spirito compositivo che l'informa è però lo stesso (Fig. 47).
Con tutta probabilità già dell'inizio del VI secolo è il sarcofa go conscrvato nel braccio destro dci cosiddello mausoleo di Galla Placidia, che da alcuni è indicato come il sarcofago di Valentiniano I Il c da altri come il sa rcofago di Onorio (Fig. 48). La fronte, delimitata agli angoli da due pilastrini scanalati, presenta tre nicchie. Quelle laterali sono perfettamente identiche: sono costituite da due colonne scanalate a spirale e sormonta te da
I SARCOF"AGI P,\LEOCR1ST I,\ NI DI RAVEN NA
S9
un a rco Clllro cui è immessa una conchigli a col cardine della val va in basso. Nel Celllro di quesle specie di ed icole v'è una croce latina che ha le estrcmità un po' espanse c terminanti in forma sem ilunata. L'edicola cen tra lc non è sormontaI:! cla un'arco, ma (Ii! un ti mpano a tetto. Vi si "cde un'alta croce (sui cui bri!cci sono pos•."\te
Fi g.
~8
- C. d. M:tu801eo di Galla Placidi~ - Sar(o fogo delto di Onorio o di Valenti"i;"", 111 : fro nte.
due colombe) che poggia sulla SI css..1. roccia sulla quale sta in piedi un agnello visto di profilo, con la testa rivolta nel senso inverso del corpo. Dalla roccia scaturiscono i solit i qua ttro fiumi allegonCI (Fig. 49). Questa simbolica scena si ricoll ega in pi!J"tc con q uella veduta sulla fronte del sarcofa go dellO di Costanzo. L'agnello che sta sul monte è indubbiamente l'Agnello Divino." esso non è qui ci rconda to nella testa dal nimbo col crislogramma, ma alla Sua divinità allude di certo la croce che gli sta diclro. La parte posteriore del sarcofago presenta una composizione uguale a quella della front e, eccello in qualche piccolo particolare: essa è però soltantO abbozza la.
60
G. nO\' IKI
-
, Fig. 49 -
C. d. Mau.5uleu di Galla 1'Iacidia - Sa r co fago de tto di 0 110r io " di VIII""tinialio 111 : par lico lHr e dcii:. froflle.
1 SARCOrAGl 1',\LEOCRISTIM';1 [)I RAVf:N NA
Assai l1ole"ole è il fano che le ciocche del \'ello dell'agnello siano fortemcnte stil izzate c che la faccia posteriore ripeta scnza altcrazioni dC,l{llc di nota lo Stc.'1S0 moti\"o clelIa frome.
Fig. SO - C. d. Ma "s"l~o di C,olIa 1'1 ndrli" - Sal"cof"J.:" dcthl d, On orio " di VRlu>!i. nia"" III: fianco s,n'SI ro.
Fig . ., , _ C. d. ~bus ... I ~ " di Gall~ P lllcidili - Sarcofa l(o de llo di O,,<>rio " cii \·all'mi· "inno III : fialle" tlC~ lr".
Anchc i lati con i della ca....._a hanno una figurazion e pr('ssocehè u~ua l (': nl'! centro è scolpito un grosso vaso ansato (Figg-. 50 - 5 1).
Pcr il rilievo ancora alquanto robusto questo sa rcofago dal tipico coperchio «a baule» ornato di sq uame si ricollega a q uello decorato sulla frollle con sei nicchie, che trova~i in S. f\ polli narc in C l a~. La composizione è rigidamentc simmet rica: nel centro,
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Fig.
~:I _
S. Apoollinarr
In
Classe - Sarcorago:
rr.m ~ e.
1 SARCOrAGl PALEOCR1 ST IAN l DI RAVENNA
ad una corona d i alloro racchiudente il eh rislllo/i due pavon i affrontati, spez7.a ndo l'architettonica divisione delle colonne s'abbeverano all'acqua sprizzante da un vaso amato. Le nicehie ai lali d i questo motivo contengono due croci e quelle alle estremità due palme (Fig. 52). La decorazione della parte posteriore è simile a quella della fascia am criore: l'unica differenza comiste nel fatto chc SO ltO le due arcate med ianc si vedono due ag-nclli affrontati ad una palma.
SOltO
Con queslo ultimo gruppo di sarcof:lgi siamo c ronologicamente vcrso la fin e del V o l'inizio del V I secolo: sialllo proprio nel tempo in eui regnava in Ravenna Teodorico, presso la eui corte era operoso un abile scultore. Di esso - caso veramente eccezionale - conosciamo il nome: si ehiama\'a Da niele. L'apprendiamo da un rcscritto del Re Goto, riportato da Cassiodoro nelle sue « Variae» (E". III , 19). A lui, scultore valente (ortu luoe perilia dclutoli - dice il rescritto - q!wm in excolJo mlis O/q/M onwndis lIIornloribu s exerces ... ) vien conferito il privilegio di vendere in Ravenna le sue arche fun cra ri e (prae.m n/;
auc/ori/ate concedim us ul, te ra/ionabili/n ordi/lanle, (/ ispensenIUT areae . .. ). ~ possibi le che proprio uno di questi sarcofagi che abbiamo ora esamina ti .~ia uscito dalle mani di Dan iele? La Cos.1 non si può certo a ffermare, ma pensiamo che l'ipotcsi non si debba neanche dci tlHlO escludcre.
Pi ù piallO di\renta il rilievo nel grande sarcofago di S. Apollinare in Classe che sulla fronte è scandito da quattro nic-
~ ..
o•
--
Fig. 53 - S,
ApQlIinar~
111 Classe - Sarc"rHj\U proso l'inj;resso: fronte.
, I SARC6rAGI PAI.EOCRISTIAN I DJ RAVENNA
65
chic (Fig. 53). Colonne e pilamini sorreggono gli archi che contengono una conchiglia: al C;CntI'O del le nicchie mediane si profila una slanciata croce monogrammaticli in cui il riccio dci P è quanto mai ridotto; al centro delle nicchie estreme ~ non lavorate, al pari delle altre, in profondità - si erge una palma sotti le dalla chioma sti l izz~lIa . Siamo ai primi decenni dci VI secolo .
• A questO stesso periodo appartiene l'altro mOllumcntalc sa rcofago che - come il precedente - si conserva presso la porta princi pale di S. Apollinare in Cla~ c che sulla fronte presenta due agnelli i quali , stagliandosi di nanzi a due palme, afTiancaTlo lIna croce monogl'a mma lica ai cui bracci sono appese, rncclianlC ca lcncllc, le lettere apocal ittiche (Fig. 54). La solita croce monogrammatica è scolpi ta sul coperchio, racchiusa però entro una corona di alloro :lffiancata da due pavoni. Sul retro dell'arca spicca nel centro un disco col chrimlOn e l'A e I'w ed alle eSlI'em ità si ergono due pianle stilizzate che in :.lto si attorcono in due volul e laterali contene11li fiori quad rilobatì. Il fondo, piano e leviga to, dà alle composizioni dclla parte :lIltcriore e posteriore dci sarcofago ancora una scnsa.zione di spazio, ma le forme non assumono consisleIl1.a, 110n s.i staccano piasticamente dal vivo dei piani, anzi quasi \'i si schiacciano. Quest'arca preannuncia, con l'appiattimento del suo rilie"o, un sistema di lavoro cd un guSto che qualche decennio dopo si troveranno la rga mente diffusi: cc lo testimoniano per esempio gl i a nimali raffigurati sui pulvini dci presbiterio di S. Vitale, che sono di qualche anno anteriori alla metà dci sccolo V I, ma soprattutto ce lo am:sta ,'ambone marmoreo dell'Arcivescovo Agnello, il qua le stette sul soglio episcopale di Ravenna dal 556 al 569. Quest'am. bone, conservato nella Cattedrale, è costituito dal monotono l'i· !>Ctersi di tanti piccoli riquadri rapprcsemanti animali simbolici :
,
-z
-
I S,\RCOF"AGI PALEOCR1ST1AI'I1 DI RAVENNA
essi, d isegnali alquanto grossolanamente, a ppena Sl staccano dal fond o cosicchè sono carattcrizz<'l.t i da una forte carenza di rilievo e di pl ast icità (cfr. fi g. 8). ,
In stretta connessione stilistica con l'ambone di Agnello ma rispetto ad esso an teriore d i più d' un vemennio - sono i resti dci sarcofago dci Vescovo Ecelesio, conserva to nella Sancta Sa nctorum d i S. Vi tale (F ig. 55). Due grossi pa\'0I1io nettamClllc delineati, affianca no una grande croce gemm ata SOltO i cui bracci stanno d ue cervi: alle estre-
l'ig.55 -
S. Vilale - Sarcùfago di [(desio: rn,me.
,
mità sono due palme. Questo motlvo richiama quindi, nonostante qualche differenza compositiva e la mancanza dci pavoni, la pittura d' una tomba palcocristiana rinvenu ta a rvl ilano nel 1949 dura nt e i lavori di demolizione della ch iesa d i S. Giovanni in Conca . La composizione che si osserva sul marmo ravellnate è tutta circondata da u n intreccio costituito da un du plice nastro ch e forma dci circoli con ornati sopralt ulto di carattere fìtoll1orfo. L'assoluta mancanza del modellato, la p ia ttezza uniforme del ri lievo c l'incisivi là delle forme denunciano qui la mano di un
68
G. BOVINI
artista che non sentiva più il fa scino della plaslici tà c dci volume. Ma questi sono clementi che non ri troveremo pi ù nell a scultura
Fi ~.
56 -
S, Vit ale -
Sa r ~(lfa g(l
d i Eccl ts io: fianco destro.
dci sarcofa gi ra vcnnati, sui q ual i continucrmlllO ad essere assenti le figure umane c ad essere invece presenti i soggetti simbolici. Il fi anco laterale destro è pure conservato. Notevole cd importan te, specialmente pcrchè costiwiscc un Csaldo cronologico, è l'iscrizione: (Ecc)lesius episc(opus) (Fig. 56).
Di poco anteriore alla metà dci V I secolo è a nche un framme nto di sarcofago conservato nel «Sancta Sanctorum » d i S. Vitale,
! S,\R CO FAG! f'A!.EOC R!S TlAN! D! RAVE NNA
Fi ;;. 57 -
S. Vitale _ Sarcofago d i Ursicino :
framl11 ~ nlO
d ella fro nl e.
frammento che il 1\'buolli ha riconosciuto come appanenetltc alla from e del sarcofago dci Vescovo Ursicino (Fig. 57 ).
la ~ccoll da mCIii dci secolo VI i sarcofa gi figural i divcngono a Ra venna assai rari; nel V II si può dire che manchino quasi del lUtto. A questo secol o però appartiene forse - come pens;ulO il Cattaneo cd il Tocsca - la fronte di un sarcofago di S. Apollinare in Classe in cui due agnelli scol piti ;\ rilievo rozzissimo ma ancor tondeggiante, si dispongono ai lati d 'una croce racchiusa entro una corona d'alloro (Fig. 58). Quanto alle testate del sarcoCOtI
• •
~
•
ii<
--z
Fig. ;58 -
S ..\polllna .."
In
Cl,,~~.,
- Une> dci satcorr@i ddla
l1a\"ala l!Iini~ l r:J.:
rronte.
I S,\RCO F AGI l'AI.EOC RI Sl'l,\ l"1 DI RAYENNA
7I
fa go ,,'è eb i pensa che siano st:lle scolpite 111 CpOC
(f igg, 59 - 60), c cioè vcrso la metà dci secolo V III , come indur-
t' ig. 59 - S. Apollinare "1 Chl!>5e - Uno dei de lla n:1Villa sinlura: fianco,
s~rcoragl
rcbbc il ritenere il doppio arco a ferro di e
72
G. BOVINI
Fig. 60 - S ..\puUinare in Cla~~ e - Uno dei sarcofagi della navata sinistra: tianco .
•
l'allei c - come ha indicato la Lawrcncc - è simile alla decorazione di un manoscritto rncrovingico dell' ulti mo quarto del"Oltavo secolo, conservato nel Corpus Christi College cii Cambridge (J uvcncus, 304> 1"l.
AI terzo decennio dell 'VIII secolo è da nport arc la cassa dci sarcofago che in S. Apollinare in C lasse racchiude le ossa - come dichiara l'iscrizione incisa sul coperchio - dell 'Arcivescovo Felice, il quale morì nel 723 (Fig. 61 ).
•
-z > -c -
Fi g. 6' _ S. Ap oll ina re in Cb ue _ S;Hcofag.) de ll' ,\rc1\"e.c<>"o Fe1 ..:e: front" ,
G,
BOVI~I
Il rilic\'o continua ad c;sere moho piallo, il disegno si fa più inccrto, la composizionc più slegata, come denunciano le due croci che stanno al di sopra degli agnelli affiancami l'edicola centrale e l'am piezza delle due a rca te da cui pendono i lampadari, « È III/a delle più infelici opere di scultura - serive il Cattaneo - che neI/-
si mai falle, (loue l'artefice pare fosse perfi/lo ignaro di squa(lra, di com passo e dì piombo »,
•
A questO sarcofago segue forse q uello, pure in S, Apollinare in Classe, che sulla fronte presenta nel celllro un disco con dentro un monogra mma composto dalla croce c dalle lettere [ c X, iniziali delle parole greche significanti Gesù C risto, Ai lati sono due agnell i cbe sembrano dover portare - ma non si saprebbe indica re in qual modo - una c roce (Fig, 62), Il lavoro è ta lmente pri mitivo c così estremamente povero anche dal puntO di vista clelia concezione che non possiamo certo pensa re ad un a rtista, ma ad un • • l"Ozzlsslmo al'uglano,
A circa la metà dcll'V I I I secolo app"nicne il sarcofago di S. Apollinare in Classe che fu appl'Onlato per ricevere le spoglie dcll'Arcivescovo Giovanni V, che morì nel 748. La frOllle di questo sarcofago, quanto mai sempl ice, è pressochè uguale a quella del sarcofago di quar"nt'anni posteriori che servì a racc hi udere il corpo dell'Arcivescovo Grazioso, c he morì nel i88, Entro una leggera incornicia tura sono scolpite in rilievo assai pia llO tre croci, le estremi tà dei cui bracci si incurvano in teramente in piccole volute come in alt ri mOllumemi del l'V III c IX secolo. Le lre croci sono separate tra loro da d ue campi su cui sono state
~
•
8-.
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Fi g. 6:.l -
S. Apùllinllre In Classe - Uno d~i sarcQragi del!;, navatll sini,tra : fronte.
G.
BOV1 ~1
incisc le bre\'j iscrizioni funerarie nelle quali non sono omessi i titoli con cu i \'cnivano chiamati I1clr V1 11 secolo i potcnti Arcivcscovi di Ravenna. La [oro fraseo logia è esattamente [a stessa. Ca mbia solo il nome del defunto: file TVMV LVS CLAVSVM SERVAT
r igo 6J - S .. \I:><>lIiunro:- il) S ar çQ fnl(V ddl' .\rl'i'·f~C""V
Cla~~o:-
Cr;\li,,~o;
fronle.
(oppure GRATIOS I . SCISSI MI AC TER BEATI S· SIMI AR C II 1EP1SCOPI (Fig. 63). CO RPVS ON JO ANNIS
Del l'VIII sccolo è anche il ~a rco fago frammentario ora conserva to nel iVl usco N
" "-~ ,-z •
O C
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">< Fig. 6~ -
~ I "!k:o Nazionale - s.~n", r~g(l lrO\·A l0 "ella chje~a di ~. Vi u url' : (,·om ...
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•
G. BOV IN I
delle croci non è liscia, ma solcata da tante stria turc come si riscontrano su molte croci auree d'età longobarda. Notevole è anche la presenza ai lati del braccio superiore di due rosette che assolvono la dupl ice funzi one di ornamcnlo c di riempimemo (Fig. 64).
Se questo tentativo di datazione da noi proposto è giusto, si può a nzitutto afferma re che l'a rte dci sarcofagi ravcnna li incominciò a fiori re a Ravenna agli albori dci V secolo, proprio nel tempo in cui a Roma si regist rava, in questo campo, un ra pido declino. M a l'a n e plastica ravcnna lC se sboccia proprio quando quel la roma na si esaurisce, non ne rappresenta in alcun modo l
I SARCOFAGI l'ALEOCRI STI ANI DI RAVENNA
79
lo mostrano invcce con quel li trovati in Oriente. Nel V e nel V I .secolo Ravenna ha frequenti rapporti con Bisanzio c quindi ben si spiegano alcune analogie cd alcune derivazioni dalle forme artistiche provenienti d'oltre mare. M a - ci si può domandare - si tratta di sarcofagi imponati dalle officine detrAsia j\,'lillore, come ha supposto il WulfT, oppure di sareofagi lavorati preva lentemente da scultori ravennati O emiliani, come ha pensa to il Venturi? II marmo in cui i s..1feofagi di Ravenna sono intagliati proviene senza alcun dubbio dalrOriente. Nè ciò deve stupirci, g iaeehè per esempio sappiamo eon sicurczz..1 che alcwle membraturc arehiteltoniche completamente rilinite erano largamente esportate da lle cave di marmo del Proconneso. Senonehè si domanda: è lecito porre su di un medesimo pi ano di esporta;o;ione sa rcofagi e mcmbrature architettoniche? In linea teorica dovremmo rispondere afTennativameme; dal pU1l1O di vista pratico im'cce alcune considerazioni ci fanno essere assai " . plU cautl. Infalli, a nostra \·olta, si potrebbe chiedere: Come mai i S.1rcofagi di sti le, che possiamo $Cm'altro delinire « ra\'cnnate », si trovano solo a Ravenna o nelle sue immed ia le vieinan7.c c non in altre regioni? E come si può giustificare l'esportazione d i quei sareofa gi che - come per esempio è il caso di quello dellO di Valenlini ano - sono rimaSI; incompiUli? Se a questi intcrrogalivi che ci fanno rimanere un po' perplessi - e che anzi quasi ci spingono a pensare in li nea di massima ad una lavorazione locale di marmi imponati - se a questi inlerrogativi - d iciamo - si aggi unge la considerazione del dato di fa lto storico fornitoci dalla notizia di Cassiodoro attestallle che a lmeno un abile scultore di sarcofagi fu sicuramente aui\'o in Ravenna al lempo d i T eodorico, allora il pensare ad una fioTÌlUra di officine di marmorari lavora nti in laca ci sembra più che giusti ficato. ~·f a si può porre ancora un al lrO quesito: gli scullOri di quest i sarcofagi erano artisti del luogo oppure stranieri? C'è ehi ha
80
G. BOVINI
pensato - come per esempio ha fatto il Dlitschke - che il Maestro Daniele - datO il nome non tipicamente romano - fosse un siriaco o comunque un orienta le. Ciò non può essere escl uso : infa tti nei luoghi di residenza delle corti è ben facile immaginare che, per ragioni di lavoro, giungessero da vari paesi degli artisti, sia diet ro invito, sia per iniziativa propria c venissero in tal modo ad operare accanto all e maestranze locali. Proprio così - riten iamo - dovette accadere a Ravenna durante il V ed il VI secolo: anzi la coesistenza di maestranze locali e stran iere ci sembra che possa contribuire a spiegare alcuni incroci ed alcune concomitanze di maniere stilistiche diverse. Se poi si vol esse ancora distinguere quale parte abbiano avuto gli artisti originari dci luogo nella formazione della plast ica paleocristiana che Ravenna ancor oggi conserva e quale invece sia stato l'apporto ad essa dato dagli artisti stranieri, noi ci inoltreremmo indiscutibilmcnte nel campo incomrollabile dellc ipotesi e fa remmo un' indagine del tutto vana. Una cosa però ci sembra sicura ed è questa : e cioè che, di fronte all'esiguo numero dci sarcofagi palcocristiani trovati in Oriente, l'attività degli scultori ravcnnali non può assolutamente essere limitata a quella di semplici copisti od imitatori. È per questa ragione che - concordando con quanto ha rilevato il Tocsca - possiamo concludere affermando che agli artisti ravennati non spetta soltanto «l'umile originalità di particolari manierismi, ma. anche quella as.wi elevata di avere combin ato o di avere sviluppato nella decorazion e dei sarcofagi molti elementi di stile, d'iconografia, di ornamentazion e offerti foro dall'arte dell'Orienle cristiano ».
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PRINCIPALE BIBLIOGRAFIA SUI SARCOFAGI RAVENNAT I
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c.
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cf.
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A luruey 01 /he rnn1lu.m t n/ s, O.~ford,
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82 W.
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La basilica di S. Apolli.wre iII Classe, Città del Vaticano, • 1954 (capitolo; SarcQ/agi ti altre scuU ",.. ) pp. 189 ~~ .
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I I
•
INDICE DE LLE ILLUSTB AZIONI Fig. l
F irenze _ M useo Archeologico - Sarcofago "a fregio conIllWO •.
F ig. 2 ~ Roma _ Cimitero Anonimo presso S , Lorenzo - Sarcofago con la fronte articolata In cmque $Compartimenti.
Fig. 3
Roma _ Grotl e Vaticanc _ Sarcofago di Giunio Basso.
F ig. 4 - M ilano di città:t.
Chiesa di S. Ambrogio _ Sarcofago con sfondo « a porle
F ig. 5 - Ravenna _ M usco Nazionale - Frammenti dci fianco destro d'un sarcofago dci tipo (a porte di città,.,
F ig. 6 -
Ravenna - Chiesa di.s. Giovanni Evangelista: pulvino.
Fig. 7
Chiesa di S. Gio\'anni Evangelista: pulvino.
Fig. 8 - Ravenna Cattedrale dell'Arcivescovo Agnello.
Fig . . 9 - Ravenna stucchi.
Fig. IO
M ll~CO
-
S. Vitale
Nazionale
Fig. 11 M useo Nazionale della fronte.
( l~i lica
-
Ursian a ) - Particolare dell'ambone
I ntradoliSi di archi con decorazione di
•
Sarcofago della T . adi/io Legis; fronte.
Sarcofago della T radi/io Legis: particolare
Fig. 12
M useo Nazionale - Sarcofago ddla Trodi/io Lcgis: fianco sinistro .
Fig. 13
.M useo Nazionale - Sarcofago d,,!la T ro di/io l.c{!iJ : fianco destro.
Fig. H - Quadrarco di Bracclofone . Sarcofago dellO di EliSl.."O Profeta: fronte. F ig. 15 - Q~lad,.arco di Bracciofone - Sarcohgo detto di Elisco Profeta: fianco destro. Fig. 16 - Quadrarco di Braccioforte - San:;ofago dellO di- Eliseo Profeta: fianco destro c parte posteriore. Fig. J 7 -
~l useo
Nazionale _ l'iancata d'un sarcofago.
INDI CE DEL LE Il.LUSTR,\ ZIQNI
t'ig. 18
S. Francesco _ Sarcofago conservato nella navata sinistra: fronte. SarcC!fago conscrvato nella navata sinistra: parti-
Fig. 19 S. Franccsco colare della frontc.
Fig. 20 - S. Francesco _ Sarcofago COl1scn.-ato nel la navata sinistra : fianco sinistro. Fig. 21 -
S. Francesco _ Sarcofago detto dci Vescovo Liberia: fronte.
Fig. 22 - S. Francesco - Sarcofago dellO dci VescO\'o Liberio: particolare della fronte. Fig. 23
S. M aria
Porto fuori _ Sarcofago di Pieno Peccatore: fronte.
111
Fig. 24 - S. Maria III Porto fuori - Sarcofago di Pietro Peccatore: parli. colare del la f rome. Fig. 25 - S. Maria in Porto fuori - Sarcofago di Pictro Pl'CcaIOl'c: parte posteriore. Fig. 26
S. Apollinare III Cbsse
Fig. 27
S.
Fig. 28 -
Apolli~a rc
Sarc. fago dei dodici A pOSloIi: fron te.
In Classe • Sarcofago dei dodici A posloli: fianco.
Cattedrale _ Sarcofago dei Santi Esuperam.io e MaMilllia no: fronte.
Fig. 29 - Cattedrale _ Sarcofago dei Santi Esuperam:io e Mauimiano: parte posteriore. Fig. 30 - Cattedralc - S;:u'cofago dei Santi sinistro.
Esuperan~io
c M assimiano : lato
Fig. 31 Cattedrale _ Sarcofago dci Santi Esupcranzio e r-.bssimiano: lato destro. Fig. 32 Fig. 33 -
S. Apollinare
111
Classe - Sarcofago dell'Arcivescovo T eodoro.
S. Apollinare in Classe - Sarcofago dd l'Arcivcsco\'O T eodoro: fianco.
Fig. 34 - Cattcdrale - Sarcofago dell' Arci vcscovo Rin aldo da Concoreggio: fronte. Fig. 35 -
Cattedrale - Sarcofago di S. Barbaltiano: fronte.
Fig. 36 -
S. Vita le - Sarcofago dell'Esarca hacio: fronte.
Fig. 37
S. Vitale _ Sarcofago dell' Esarca lsacio: particolarc della fronte.
Fig. 38
S. Vitale
•
Sarcofago dell'Esarca Isacio : fianco sinistro.
,
•
85
INDICE DE L LE ILLUS TIlAZ10N I
F ig. 39 -
Fig. 40 -
•
S. Vitale _ Sa rcofago dell' Esarca Isacio; fianco destro.
S. Vi tale _ Sarcofago ddl' Esarca l sacio: parte posteriore.
F ig. 41 - C, d. M ausoleo di Galla Placidia _ Sarcofago detto di Cmlanzo III : fron te, F ig. 42 - C. d. M au'solco di Galla Placidia - Sarcofago detto di Costano zo III: particolare della .fronte. F ig. 43 - C. d. Mausoleo di Galla Placidia _ Sarcofago detto di Costanzo III: particolare della fronte.
f ig. 44 - C. d. Mausoleo di Galla Placidia - Sarcofago detto di Costanzo III : particolare della fronte.
•
Fig. 45 - C. d. Mausoleo di Galla Placid ia _ Sarcofago detto di Costan• zo III: fianco destro. F ig. 46 - C. d. Mausoleo di Galla Placidia zo III : fianco sinistro. Fig. 47 -
Sarcofago detto di Costan-
M useo Nazionale _ Fronte di sarcofago.
Fig. 48 - C. d. Mausoleo di Galla Placidia - Sarcofago detto di Onorio o di Valentiniano III : frome . F ig. 49 - C. d. M ausoleo di Galla Placidia - Sarcofago detto di O nodo o di Valeminiano II I : particolare ddla fronte. Fig. 50 - C. d. Ma usoleo di Galla Placidia - Sarcofago d<:tto di Onorio di Valent iniano II I ; fian<;o sinistro.
O
}-ig. 5 l - C . d. Mausoleo di Galla P lacidia - Sarcofago delto di Onorio o di Valentiniano i iI ; fianco de~tro. F ig. 52
S. Apollinare m Classe - Sarcofago: fronte.
F ig. 53
S. Apollinare in Classe - Sarcofago prclliO l'ingrelliO : fronte.
Fig. 54 -
S. Apollinare in Classe - Fronte di Sarcofago.
F ig. 55
S. Vitale
Sarcofago di F.cclesio: fronte.
Fig . 56
S. Vi tale
Sarcofago di Ecclesio; fianco destro.
Fig . 57 -
S. Vitale _ Sarcofago di Ursicino: frammen to della frome .
F ig. 58 - S. Apollinare in Cla sse _ Uno dci sarcofagi della navata stra: frome .
•
• • SLnI -
•
86
INDICE DELLE I LLUSTRAZIONI
Fig. 59 -
S. Apollinare in Classe - Uno dci san:ofagi della
1l3\'a la
sinis tra.
Fig. 60 - S. Apollinare in Glai\.SC - Uno dc i $.,\I'cofabol della navata sinistra : fiaOC
l'ig. 62 _ stra :
S. Apollinare
In
C la!oSe - Sarcofago de ll' Arcivescovo f elice: fronte.
S. Apolli na re in ClaSM: - Uno dci sareofagi della navata sini-
rro nle.
Fig. 63 _ S. Apollinare in C lasse - Sa rcofago ddl' ArcivclK:Ovo frontc . •
Fig. fi4. _ Museo fronte.
,
Na~ionalc
G ra~ioso:
- Sarcofago no,-ato nella chic$a di S. Vittore :
•
•
• •
•
• •
•
=
•
LO
,
•
NOTA • Delle 64 fotografie r;prooolli' nel presente "olumellO 12 5OflO sta te fornile dall'Istitut o Archeologico Germanico con sc:de LI1 spondo no ai seguenti numeri di nega tiva:
Fig. Il
nego 1938
Roma.
Esse com•
185 •
Fig. 15
»
1937
1561
Fig. 16
•
1938
.24
Fig. 19
"
1938
825
.' ig. 20
•
1938
835
•'ig.22
,.
1938
1617
Fig. 2"
»1937
1543
Fi,ll. 25 =
,.
1937
1550
Fig.35 . =
,.
1938
168
Fig. 37
•
1938
387
Fig. 38
,.
1938
39-1
Fig. 47
»1938 -
166.
Le sot!oe!enc1l1c 9 riproduzioni sono Ifalte da dichés gentil mente messi a disposizione ..lal ,\I . R. Mons. Giovanni Mesi ni, Direllore ddla Rh-ista c Felix Ra'"cnna Cf: Figg. 5 - 28 - 29· 30 - 31 - 32 - 55 - 56 - 57. Le risl~lIi\'e folografie, tu tte esegui te dal Signor Umberto T rapa ni di R:n'enna, 5Ono di proprietà del Can. Prof. Don :\brio Mazzolti, Direttore del Mu5l'!O Arcivescovile di Raven na. Saltanto la fotog rafiil. corrispondeme ali
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LAVORI DELLO STESSO AUTORE ,
1) S. I ppolito. 2)
I Sarcofagi paleocristiani.
3)
Monumenti di Firenze.
4)
11 c. d. M aus. di Galla Placidia in Ravenna . •
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