GESÙ E BELZEBÙ satana e demòni nel vangelo di Marco
In copertina La tentazione di Cristo (particolare) S. Abbondio, Como-© Scala/Firenze
Ringraziamento Un vivo ringraziamento alle Prof. Annaluisa Maltignago e Serenella Zanardi che hanno generosamente collaborato al la stesura finale del testo, e a Ricardo Pérez e Paolo Zanni ni, del Centro Studi Biblici, per la revisione della traduzio ne dai testi originali della Bibbia e le ricerche patristiche.
ALBERTO MAGGI
GESÙ E BELZEBÙ satana e demòni nel vangelo di Marco
seconda edizione riveduta e aggiornata
Cittadella Editrice - Assisi
L'AUTORE
ALBERTO MAGGI, frate dell'Ordine dei Servi di Maria, ha studiato nelle Pontificie Facoltà Teologiche «Marianum» e «Gregoriana» (Roma) e all' «École Biblique et Archéologi que française» di Gerusalemme. Direttore del Centro Studi Biblici «G. Vannucci» a Montefano (Mc), cura la divulga zione, a livello popolare, della ricerca scientifica nel settore biblico attraverso scritti, trasmissioni e conferenze in Italia e all'estero. Ha pubblicato «Nostra Signora degli Eretici» ed.), «Roba da preti»
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ed.), «Padre dei poveri. Traduzione
e commento delle Beatitudini e del Padre Nostro di Matteo»
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vol.) e «Come leggere il vangelo (e non perdere la fede)» ed.). Collabora con la rivista «Rocca» e ha curato per,la
Radio Vaticana la trasmissione «La Buona Notizia è per tut ti!».
Progetto grafico copertina
ETIORE MARZANO
© Cittadella Editrice - Assisi l• ed. giugno 1999 2• ed. gennaio 2000 ISBN 88-308-0667-6
ABBREVIAZIONI BIBLICHE* Ab Abd Ag Am Ap At
Abacuc Abdia Aggeo Amos Apocalisse Atti degli Apostoli
Bar
Baruc
Col l 2 Cor l 2 Cr Ct
Lettera ai Colossesi Lettere ai Corinti Cronache Cantico dei Cantici
Dn Dt
Daniele Deuteronomio
Eb Ef Es Esd Est Ez
Lettera agli Ebrei Lettera agli Efesini Esodo Esdra Ester Ezechiele
Fil Fm
Lettera ai Filippesi Lettera a Filemone
Gal Gb Gc Gd Gdc Gdt Gen Ger Gl Gn Gs Gv
Lettera ai Galati Giobbe Lettera di Giacomo Lettera di Giuda Giudici Giuditta Genesi Geremia Gioele Giona Giosué Giovanni
l 2 3 Gv
Lettere di Giovanni
Is
Isaia
Lam Le Lv
Lamentazioni Luca Levitico
12Mac Mc Mi MI Mt
Maccabei Marco Michea Malachia Matteo
Na Ne Nm
Naum Neemia Numeri
Os
Osea
Pr l 2 Pt
Proverbi Lettere di Pietro
Qo
Qoèlet
l 2 Re Rm Rt
Libri dei Re Lettera ai Romani Rut
Sal 12 Sam Sap Sof
Salmi Libri di Samuele Sapienza Sofonia
Tb
Tt
Tobia Lettere a Timoteo Lettere ai Tessalonicesi Lettera a Tito
Zc
Zaccaria
12Tm l 2Ts
* Per le citazioni bibliche, viene di norma presentato il testo CEI. Quando la traduzione se ne discosta, è opera dell'autore.
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Abbreviazioni bibliche
SIGLE CBQ: Conc: DCBNT: DDD: Denz:
Catholic Biblica! Quarterly Concilium Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento Dictionary of Deities and Demons in the Bible Denzinger - Schonmetzer,
Enchiridion Symbolorum Definitionum et Declarationum DS: EstBfb: FceD:
Dictionnaire de Spiritualité Estudios Bfblicos
Fede cristiana e demonologia (a cura della Congre gazione per la dottrina della fede) Filologia Neotestamentaria FgNt: GDR: Grande Dizionario delle Religioni GLAT: Grande Lessico dell'Antico Testamento GLN T: Grande Lessico del Nuovo Testamento LumièreV: Lumière et Vie RB: Rivista Biblica ABBREVIAZIONI DEI TRATTATI DEL TALMUD I trattati sono stati citati con le seguenti sigle:
M= Mishnà Y = Talmud di Gerusalemme B = Talmud di Babilonia B.B. B.M. B.Q. Ber. Kel. Mek. Es. N id. P.Ab. Pea Pes. Qid. Sanh. Shab.
Baba Batra (danni) Baba mezia (danni) Baba qamma (danni) Berakot (benedizioni) Kelim (cose impure) Mekilta sull'esodo Nidda (impuritàfem.) Pirqe Aboth (Sentenze dei dotti) Pea (confini) Pesachim (pasqua) Qiddushim (matrimonio) Sanhedrin (tribunali) Shabbat (sabato)
INTRODUZIONE
L'INCUBO DEL DEMÒN/0
Una sgradevole esperienza che capita a molti è quella di svegliarsi di soprassalto spaventati e madidi di sudo re, in preda a un incubo, le cui cause si imputano gene ralmente a una cena troppo abbondante, a un periodo di particolare angoscia, a una vita troppo faticosa e sner vante. Questo oggi . Una volta, neanche tanti secoli fa, l ' incubo si credeva venisse causato da un demònio. Infatti con il termine incubo 1 si indicava Fauno2, divinità del mondo latino, che si metteva a giacere sopra le donne per spaventarle durante il sonno, o ci si riferiva a qualche inquieta ani ma di un defunto rimasto insepolto. Succube3 era invece il demònio femmina che la notte giaceva sotto l' uomo per unirsi a lui sessualmente e far si così fecondare. La carenza di conoscenze del corpo umano e di ciò che poteva influire su di esso4 faceva sì che nei primi secoli della Chiesa anche un uomo di grande cultura
Dal latino in [sopra] e il verbo cubare [giacere]. Fauno era conosciuto nella mitologia greca come Pan, il dio che si divertiva a terrorizzare i viandanti solitari nei boschi, e dal quale proviene il termine panico. 3 Dal latino sub [sotto] e il verbo.cubare [giacere] . 4 Secondo Plinio, i Pitagorici non si cibano di fagioli perché con tengono le anime dei morti (Hist. nat. , 18,118). 1
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Introduzione
come S . Agostino credesse nell ' esistenza di questi spi riti maligni:
«l Silvani ed i Fauni, comunemente detti " incubi ", spesso in modo disonesto si sono fatti avanti alle don ne, reclamando e ottenendo l 'unione sessuale; altri poi, degni della stessa fiducia, assicurano in un modo che sembra temerario contraddire, che taluni demòni, chia mati Dusii dai Galli, provocano e portano a compimen to abitualmente queste azioni oscene »5•
lnseminazione artificiale Secoli più tardi, il più autorevole teologo di tutti i tem pi, il domenicano Tommaso d' Aquino, arriva a elabora re la strampalata teoria secondo la quale la demònia succube giace sotto l ' uomo per prendergli lo sperma, che poi da demònio incube insemina nella donna6• Alla domanda di chi sia figlio il nascituro di questa demo niaca fecondazione, Tommaso afferma che non è figlio del demònio ma dell' uomo da cui proviene il seme7• Da questi traballanti presupposti si giunse nel sec. XV alla seguente conclusione: «Affermare che talvolta gli
uomini sono procreati da questi diavoli è un 'afferma zione così cattolica che l 'affermazione opposta è con traria non solo alle parole dei santi ma anche alla tra dizione della Sacra Scrittura»8 • Per chi osava obiettare
5 Agostino, La Città di Dio, XV, 23, l. Trad. di Alici L., (Mi lano : Rusconi, 1984) 7 3 3 . 6 Tommaso d' Aquino, D e Potentia, q . 6 , a.5. i n Quaestiones dispu tatae, II, Taurini-Romae 1965 . 7 Tommaso d'Aquino, Sum. Theol. , I, 5 1 ,3,6. 8 Questa sentenza si trova nel Malleus maleficarum, manuale ad uso degli inquisitori nei processi alle streghe, ad opera di Kramer H., Sprenger J., (Ed. it. Il martello delle streghe, Venezia: Marsilio, 1995) Quest. III, 58.
L'incubo dèi demònio
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a «un 'affermazione così cattolica» erano pronte le fa scine del rogo. Molte di queste credenze erano nate in ambiente cristia no, nel tentativo di valorizzare il matrimonio e sconsi gliare il celibato, in quanto colui che viveva solo era ri tenuto più soggetto agli attacchi dei demòni della con cupiscenza:
« Tra gli spiriti immondi ce ne sono maschi e ce ne sono femmine. l maschi si uniscono con le anime che dimo rano in corpi di femmina. Gli spiriti femmine sono quelli uniti con le anime che si trovano in corpo di ma schio. Nessuno può loro sfuggire, quando essi lo affer rano, a meno che riceva una forza maschia o una fem mina, cioè lo sposo o la sposa. Uno la riceve dalla ca mera nuziale riflessa. Vedendo l 'uomo e la donna vive re insieme, le femmine non osano accostarsi all 'uomo né i maschi alla donna»9• Con il cristianesimo la credenza negli spiriti malvagi si diffuse largamente e assunse dimensioni tanto smisura te quanto grottesche, aumentando anche l ' aggressività e pericolosità dei demòni che, continuamente a caccia de gli uomini, cercavano di entrare dentro le persone da qualunque orifizio 1 0• L' attuale uso in molti paesi di benedire una persona che starnuti s ce 1 1 provi ene dagli antichi , persuasi che i demòni approfittassero del momento dello starnuto per entrare nella persona attraverso il naso 1 2 • Da altri lo starnuto era ritenuto invece un segno benaugurante pro veniente dalla divinità, come credeva pure Origene, Pa dre della Chiesa del sec. III:
Vangelo di Filippo (apocrifo del sec. III), 6 1 . Nel Dialogorum libri, IV (1, 4), papa Gregorio racconta seria mente di una monaca che mangiò una lattuga non premunendosi prima con il segno della croce e venne posseduta dal demònio. 11 «Salute», «A tes souhaits», «lesus » , « God bless you. . . ». 12 Evagrio Pontico, Centuria I, 68. 9
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Introduzione
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«È altrettanto evidente che anche noi quando facciamo uno starnuto, lo facciamo perché è presente in noi una certa facoltà divina, e nell 'anima nostra esiste una fa coltà divinatrice» 13• Tra i primi cristiani era convinzione diffusa che la mas sima aspirazione dei demòni fosse quella di introdursi nel corpo delle persone, come viene documentato nelle Pseudoclementine, testo giudeo-cristiano del secondo secolo14:
«l demòni ardono dal desiderio di entrare nei corpi perché nonostante siano spiriti, desiderano mangiare, bere, accoppiarsi. Per questo si introducono nei corpi degli uomini per avere quegli organi dei quali hanno bisogno per i loro scopi» 1 5 • Per sbarazzarsi di queste ingombranti presenze venute per godere sessualmente e per nutrirsi del corpo umano, veniva consigliato come infallibile rimedio il digiuno 1 6•
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A questo punto può sorgere spontaneo l ' interrogativo: Chi sono i demòni? Chi li ha creati? Che differenza c ' è tra dèmone e demònio? Satana è un dèmone, un demònio o un diavolo? Come mai Gesù viene chiamato Belzebù? Anche Gesù è un Lucifero?
13 Origene, Contro Celso, IV, 94, trad. a cura di Colonna A. , (Tori no: UTET, 1 989). 14 Il testo ebbe grande fortuna e diffusione, in quanto venne creduto opera di papa Clemente che fu il quarto successore di S. Pietro. Eletto nell'anno 8 8 morì martire nel 95-97. È ritenuta autentica la sua Lettera alla comunità di Corinto. 15 Pseudoclementine, IX, 10, PG 2,248. 1 6 Jbid. , IX, IO, PG 2,249.
L'incubo del demònio
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Perché Gesù si rivolge a Pietro come a satana? Perché n eli • AT non ci sono indemoniati? Perché nei Vangeli non esistono casi di persone possedute dal diavolo? A questi e altri interrogativi si propone di rispondere questo libro, dove vengono esaminati tutti i brani del l' AT ebraico e della sua traduzione greca (LXX) nei quali sono presenti demòni e diavoli . Per il NT vengo no analizzati tutti gli episodi del Vangelo di Marco, do ve compaiono spiriti impuri, demòni e il satana. I risultati della ricerca storico-esegetica, proposti con un linguaggio a tutti accessibile, non mancano di sorpren dere e sottolineano ancora una volta la vittoria e la libe razione portata da Gesù e dal suo messaggio su quelle credenze che condizionavano la vita degli antichi .
PARTE PRIMA
SATANA
'
l.
E DIO O IL DIAVOLO ?
L'autore del male Nella maggior parte delle religioni antiche esiste una divinità, o un principio, del bene e uno del male. Con questa elementare divisione dei ruoli di ciascun dio, quello del bene e quello del male, che va sotto il nome di «dualismo» 1 , si spiegano le situazioni della vi ta. Quelle benefiche sono opera del dio buono, mentre le nefaste, dalle malattie agli incidenti, alla morte, sono frutto delle influenze del dio malvagio. Nella Bibbia questa concezione del mondo è stata sem pre rifiutata; nei testi più antichi, precedenti l ' esilio ba bilonese (sec. VI a.C.), quando il concetto di diavolo era ancora inesistente, ciò che nelle religioni pagane viene attribuito alle potenze demoniache, viene riferito diretta mente al Dio Yahvé, unico autore del bene e del male:
«lo sono Yahvé e non ve n 'è altro. lo formo la luce e creo le tenebre, faccio il bene e provoco la sciagura; io, Yahvé, compio tutto questo» (ls 45,6-7)2•
1 Con la parola «dualismo» si designa un sistema di pensiero se condo il quale un Essere malvagio viene considerato l'antagonista del Dio creatore. In Cina queste potenze avevano il nome di Yin (Ombra) e Yang (Luce) e nell' antico Egitto il contrasto era tra il serpente Apopi, principio delle tenebre e il dio solare Ré. 2 «Dalla bocca dell'Altissimo non procedono forse le sventure e il
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Satana
Questo Dio, ritenuto unico responsabile del male esi stente nel mondo, veniva presentato con tratti più dia bolici che divini ( « Yahvé gioirà a vostro riguardo nel farvi perire e distruggervi» , Dt 28,63), come una divi nità crudele che non solo incute terrore, ma si vanta pu re della sua ferocia:
«Le mie frecce si ubriacheranno di sangue, del sangue degli uccisi e dei prigionieri; la mia spada si ciberà di carne fra le teste dei condottieri nemici!» (Dt 3 2,42 ; S al 68,22). Yahvé, il Dio autore del bene e del male, non solo non esita a sterminare gli uomini da lui creatP, ma sulla pra:. tica spietata dello sterminio4 di tutti i popoli conquistati baserà la sua supremazia:
«Nelle città di questi popoli che Yahvé tuo Dio ti dà in eredità, non lascerai in vita alcun essere che respiri; ma li voterai allo sterminio: cioè gli Hittiti, gli Amor rei, i Cananei, i Perizziti, gli Evei e i Gebusei, come Yahvé tuo Dio ti ha comandato di fare» (Dt 20, 16- 1 8) . L a più lunga sequela d i tremende maledizioni contenu ta nella B ibbia sono le ringhiose minacce di Yahvé ver so il suo stesso popolo :
«Ma se non obbedirai alla voce di Yahvé tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni: Sarai maledetto nella città e maledetto nella campa gna.
bene?>> (Lam 3,38); «Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata da Yahvé?>> (Am 3,6). 3 «Yahvé disse: "Sterminerò dalla terra l'uomo che ho creato; con l'uomo anche il bestiame e i rettili e gli uccelli del cielo, perché so no pentito d'averlifatti">> (Gen 6,7). 4 Ebr. cherem. «Nessuna persona votata allo sterminio potrà essere riscattata; dovrà essere messa a morte» (Lv 27,29).
È Dio o il Diavolo?
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Maledetto sarà il frutto del tuo seno e il frutto del tuo suolo. Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci. Yahvé lancerà contro di te la maledizione. . . finché tu sia distrutto . . . ti farà attaccare la peste. . . ti colpirà con la febbre, con l 'infiammazione, con l 'arsura, la siccità, il carbonchio e la ruggine, che ti perseguiteranno fin ché tu non sia perito. Yahvé darà come pioggia al tuo paese sabbia e polve� re. . . ti farà sconfiggere dai tùoi nemici. . . il tuo cadavere diventerà pasto di tutti gli uccelli del cielo e delle be stie selvatiche e nessuno li scaccerà. Yahvé ti colpirà con le ulcere d 'Egitto, con bubboni, scabbia, e prurigine, da cui non potrai guarire. Yahvé ti colpirà di delirio, di cecità e di pazzia, così che andrai brancolando in pieno giorno come il cieco brancola nel buio. Non riuscirai nelle tue imprese, sarai ogni giorno op presso e spogliato e nessuno ti aiuterà. I tuoi figli e le tue figlie saranno consegnati a un popo lo straniero, mentre i tuoi occhi vedranno e languiran no di pianto per loro ogni giorno, ma niente potrà fare la tua mano. . . diventerai pazzo per ciò che i tuoi occhi dovranno vedere. Yahvé ti colpirà alle ginocchia e alle cosce con una ul cera maligna, della quale non potrai guarire; ti colpirà dalla pianta dei piedi alla sommità del capo. Yahvé deporterà te. . . diventerai oggetto di stupore, di motteggio e di scherno per tutti i popoli fra i quali Yahvé ti avrà condotto. Tutte queste maledizioni verranno su di te, ti persegui teranno e ti raggiungeranno, finché tu sia distrutto, perché non avrai obbedito alla voce di Yahvé tuo Dio, osservando i comandi e le leggi che egli ti ha dato»5• 5
L'elenco completo delle maledizioni è contenuto in Dt 28,15-68.
Satana
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Il volto diabolico del Signore si manifesta particolar mente negli episodi legati alla liberazione del suo popo lo dalla schiavitù egiziana, dove Yahvé appare sotto l ' a spetto tipicamente satanico del tentatore. L' autore del Libro dell ' Esodo presenta infatti un comportamento contraddittorio da parte di Dio, che indurisce il cuore del faraone per impedirgli di lasciar partire il popolo e così poterlo castigare 6 • E il faraone non ha alcuna possibilità di scampo. Se non libera gli ebrei dalla schiavitù, il Signore lo ca stigherà, ma è lo stesso Yahvé a impedire al faraone di liberare il popolo : « Yahvé disse a Mosè: Mentre tu parti •
per tornare in Egitto, sappi che tu compirai alla pre senza del faraone tutti i prodigi che ti ho messo in ma no; ma io indurirò il suo cuore ed egli non lascerà par tire il mio popolo. A llora tu dirai al fa raone: Dice Yahvé: Israele è il mio figlio primogenito. Io ti avevo detto: lascia partire il mio figlio perché mi serva! Ma tu hai rifiutato di [asciarlo partire. Ecco io faccio mori re il tuo figlio primogenito!» (Es 4,2 1 -23). Lo spirito cattivo di Dio Quegli esseri che nei popoli attorno a Israele venivano rappresentati come dei rivali della divinità, nella Bibbia vengono reclutati da Dio stesso e diventano un suo stru mento . Per questo Dio viene ritenuto anche l ' autore della discordia dei popoli, contro i quali scaglia lo spi rito cattivo che ha le stesse funzioni del demònio7:
«Abimèlech dominò su Israele tre anni. Poi Dio mandò uno spirito cattivo fra Abimèlech e i signori di Sichem e 6 Yahvé indurisce anche il cuore del suo popolo: <
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i signori di Sichem si ribellarono ad Abimèlech» (Gdc 9,22-23). Dello spirito cattivo Dio si serve per destituire il re Saul che non gli era più di gradimento, e il re «veniva atterrito da uno spirito cattivo mandato da Yahvé»8• I servi di S aul riconoscono in questo essere «uno spirito cattivo di Dio» (l S am 1 6,15). Questo spirito non è mai autonomo e ha bisogno del l' autorizzazione di Dio, anche quando si propone lui stesso di seminàre la divisione e la disfatta ingannando il re Acab, secondo le parole di Michea9:
«Io ho visto Yahvé seduto sul trono; tutto l 'esercito del cielo gli stava intorno, a destra e a sinistra. Yahvé ha domandato: Chi ingannerà Acab perché muova contro Ramot di Gàlaad e vi perisca ? Chi ha risposto in un modo e chi in un altro. Si è fatto avanti uno spirito che - postosi davanti a Yahvé - ha detto: Lo ingannerò io. Yahvé gli ha domandato: Come ? Ha risposto: Andrò e diventerò spirito di menzogna sulla bocca di tutti i suoi profeti. Yahvé disse: Lo ingannerai senz 'altro; ci riusci rai; va ' e fa ' così. Ecco dunque, Yahvé ha messo uno spirito di menzogna sulla bocca di tu iti questi tuoi pro feti; perché Yahvé ha decretato la tua rovina » (l Re 22, 1 9-23). Nel Libro dell ' Esodo si legge un episodio tanto miste rioso quanto inquietante. Yahvé stesso cerca di uccidere Mosè perché questi non è circonciso :
«Mentre si trovava in viaggio, nel luogo dove pernotta va, Yahvé gli venne incontro e cercò di farlo morire» (Es 4,24). Mosè viene salvato dall ' intervento di Zippo ra, sua moglie, che prontamente circoncide il figlio e con il prepuzio di questi, toccando i genitali del marito, ne simula così la circoncisione (Es 4,25-26). 8 l Sam 16,14-23; 18,10; 19,9. Profeta del IX sec . da non confondere con Michea autore del libro che reca il suo nome e vissuto un secolo e mezzo dopo. 9
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Satana
Nella tradizione successiva, la sconcertante azione com piuta da Yahvé verrà attribuita a Mastema, uno dei sata ni10 alle dipendenze di Dio:
«
Angelo (o demònio) sterminato re ? Una delle figure più ambigue (angelo o demònio?) del la Bibbia è indubbiamente quella dello Sterminatore 12, misterioso essere dal nome eloquente, la cui origine va ricercata nel mondo dei pastori beduini. Essi credevano che l' alta mortalità delle greggi durante la transumanza estiva fosse dovuta all' azione funesta di un essere demoniaco chiamato Sterminatore, e ogni plenilu nio di primavera, per placarlo, gli immolavano un agnel lo: con il sangue della vittima tingevano le loro tende e lo Sterminatore avrebbe così evitato di colpire le loro di more, preservando le greggi dalla sua azione mortale. Gli autori della Bibbia esorcizzeranno lo Sterminatore 10 Nei Libri Apocrifi non esiste un satana, ma numerosi satani: «E la quarta voce (Fanuele) la udii scacciare i satani e non /asciarli entrare presso il Signore degli spiriti per accusare quelli che stan no sulla terra» Enoc, LP., XL,7. Satana è solo uno dei tanti diavoli che vengono conosciuti con diversi nomi. Tra questi, uno dei capi (Principe) è Mastema (Giub., IX,B; X/,5; XVII, 16; XLVIII, 2). Il suo nome significa «Ostilità» (cf Os 9,7-8) 11 Giub., XLVIII, 2-3. 12 Ebr. Mashkft.
È Dio o il Diavolo?
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rendendolo strumento di Yahvé, che si serve di questo distruttore non solo per punire i nemici di Israele, ma per sfogare la sua tremenda ira contro il suo stesso popolo. Si legge nel Libro dei Numeri che, mentre
munità degli Israeliti»
«tutta la co
sta mormorando contro i metodi
dittatoriali di Mosè e Aronne, colpevoli di aver
morire il popolo di Yahvé»,
«fatto
si scatena contro il popolo il
flagello di Dio. Lo Sterminatore aveva già ucciso quat tordicimilasettecento persone quando venne finalmente fermato da Aronne, che «mise l 'incenso nel braciere e fece il rito espiatorio per il popolo. Si fermò tra i morti e i vivi e il flagello fu arrestato» (Nm 1 7 , 1 2- 1 3 ), per ché, commenterà poi l'autore del Libro della Sapienza:
«di fronte a questo lo Sterminatore indietreggiò, ebbe paura» (Sap 1 8,25)13• Dio incarica questo micidiale angelo 14 anche per deci mare i nemici del suo popolo, come fece con l'esercito Assiro, quando nel
70 l a.C. aveva ormai circondato
« Tu, Signore, inviasti il tuo angelo al tempo di Ezechia re della Giudea ed egli fece perire nel campo di Sennàcherib centottantacinquemila uomini»
Gerusalemme:
(2 Mac 1 5 ,22) 1 5 • Questo pericoloso essere viene chiaramente nominato
«angelo sterminatore » una sola volta, quando Yahvé «tre giorni di peste» al suo popolo: « Yahvé mandò la peste in Israele, morirono settantami la Israeliti. Dio mandò un angelo in Gerusalemme per distruggerla. Ma come questi stava distruggendola, Yahvé volse lo sguardo e si astenne dal male minaccia to. Egli disse all 'angelo sterminatore: Ora basta! Ritira la mano!» (l Cr 2 1 , 1 4- 1 5; 2 Sam 24, 1 5- 1 6).
decise di inviare
1 3 Nel N T s i trova u n riferimento a questo episodio: <
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Satana
È probabile che sia da identificare con questo angelo anche il giustiziere che eseguì le sentenze emesse da Dio contro i tentatori di Susanna squartandoli in due16, così come r «angelo spietato» che viene inviato contro i malvagi : «
La mattanza Una delle pagine più orribili e imbarazzanti della storia di Israele è la strage di tutti i primogeniti maschi d'E gitto, bestiame compreso, ad opera di Dio:
«Dice Yahvé: verso la metà della notte io uscirò attra verso l 'Egitto: morirà ogni primogenito nel paese d 'E gitto, dal primogenito del faraone che siede sul trono fino al primogenito della schiava che sta dietro la mo la, e ogni primogenito del bestiame» (Es 1 1 ,4-5). Mentre in Es 1 2,29 si legge che l ' uccisione dei primo geniti è effettivamente opera del solo Yahvé 1 7, qualche versetto prima la responsabilità di Dio è stata attenuata e divisa equamente tra Yahvé e lo «Sterminatore»:
« Yahvé passerà per colpire l 'Egitto, vedrà il sangue sull 'architrave e sugli stipiti: allora Yahvé passerà oltre la porta e non permetterà allo Sterminatore di entrare nella vostra casa per colpire» (Es 1 2,23). Nella rilettura della strage dei primogeniti d ' Egitto,
16 <
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l' autore del Salmo 78 attribuisce la morte degli egiziani agli «angeli malvagi» 1 8 :
«Scatenò contro di essi la sua ira ardente. . . e inviò an geli malvagi» (Sal 78 ,49) .
Nel Libro della Sapienza19 , la strage diventa opera della «Parola» di Dio:
«Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose, e la notte era a metà del suo corso, la tua parola onnipotente dal cielo, dal tuo trono regale, guerriero implacabile, si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio, portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabi le. Fermatasi, riempì tutto di morte» (Sap 1 8, 1 4- 1 5) . I n un' epoca successiva, nella quale sembrava insosteni bile che Dio si fosse macchiato di un crimine così or rendo, la responsabilità della mattanza ricade su Maste ma, come si legge nel Libro dei Giubilei :
« Tutti gli eserciti di Mastema furono mandati in Egitto per uccidere tutti i primogeniti in territorio egiziano, dal primogenito del faraone a quello della serva pri gioniera che è alla macina, e quello degli animali»20• La sistematica attribuzione a satana dei lati negativi di Yahvé culminò nel Libro della Sapienza dove la morte non viene più causata da Dio ma dal diavolo:
«La morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo» (Sap 2,24)21 • 18 Per Filone «anime, dèmoni, angeli, sono nomi differenti della stessa realtà» (De Gigantibus, II, 16). 19Questo libro scritto in greco non è stato accolto nel canone ebrai co né in quello delle Chiese della Riforma in quanto è un testo tar divo risalente all' epoca di Ottaviano Augusto (30 a.C. - 14 d.C . ). 20 Giub., XVIX, 2. 21 Su questo versetto si fondava l'opinione dei Padri della Chiesa di una caduta di satana a causa dell'invidia. Questa affermazione vie ne però corretta nel NT da Paolo per il quale il colpevole della mor te non è il diavolo ma il peccato: <
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S atana
Il satana spodestato Mentre nei testi dell' AT le caratteristiche negative di Yahvé vennero gradualmente scaricate sugli angeli e i demòni, nel Libro dell'Apocalisse le prerogative degli angeli e del satana verranno esorcizzate attribuendole a Gesù, definito « il Principe dei re della terra» (Ap
l ,5),
titolo che nel Libro di Daniele viene attribuito all'arcan gelo Michele «il gran Principe che vigila sui figli del tuo popolo» (Dn
12,1; 10,13.21). Inoltre Gesù afferma di se 1,18), titolo col quale
stesso di essere « il Vivente» (Ap
viene indicato un angelo nella letteratura apocalittica, di essere la «stella del mattino» (Ap
22,16; 2,28), e affeqna
pure che nelle sue mani sono «le chiavi della Morte e dell 'Ade » (Ap
1,18), togliendo così una prerogativa
esclusiva del satana che ne deteneva il possesso. Infine Gesù darà da «mangiare dell 'albero della vita che è nel paradiso di Dio» (Ap
2,7), lo stesso che fece il serpente 3,1-4)22•
tentatore con Eva e Adamo (Gen
Satana Il tenebroso aspetto di Yahvé non si dirige solo verso i nemici di Israele, ma anche contro il suo stesso popolo, come si legge nelle tentazioni poste al re Davide con l' unico scopo di poterlo poi castigare :
«La collera di Yahvé si accese di nuovo contro Israele e incitò Davide contro il popolo in questo modo: "Su, fa ' il censimento d 'Israele e di Giuda "» (2 Sam 24, 1 ) . Ma quest' immagine di un Dio che senza alcun motivo, se non quello di una collera assolutamente immotivata e irragionevole, spingeva Davide al «grande peccato e
gli uomini è entrata anche la morte, perché tutti hanno peccato» (Rm 5,12. 1 7). 22Tavard G., Satan (Paris: Desclée/Novalis, 1 9 88) 47.
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alla grande follia» (2 Sam 24, 1 0) di fare qualche cosa che Yahvé stesso aveva proibito in quanto ledeva i suoi diritti divini (Nm 1 , 1 ), venne censurata nei tempi suc cessivi, poiché questa rozza teologia urtava una sensibi lità religiosa già più raffinata. L'autore del Primo Libro delle Cronache, in un ' epoca più evoluta teologicamente (sec . IV a.C.), disinvolta mente trasforma la narrazione e sostituisce Yahvé con Satana23, che per la prima e unica volta appare come nome proprio nella bibbia ebraica24: 2 Samuele 24, l : La collera di Yahvé si ac
c e s e di n u o v o c o n t ro Israele e inc itò Dav ide contro il popolo in questo modo : « Su fa il c e n s i mento d 'Israele e di Giu da».
l Cronache 2 1 , 1 : Satana insorse contro Israele. Egli spinse Davide a cen sire gli lsraeliti.
La reputazione di Yahvé e l ' immagine di Davide erano salve: non Dio si era scagliato contro il re e il suo popo lo, bensì Satana, al quale vengono attribuite le azioni in precedenza compiute da Yahvé e ne personifica il suo lato tenebroso. Eccetto che nel Primo Libro delle Cronache dove Sata na è un nome proprio (l Cr 2 1 , l), nell ' AT satana appa re sempre con l ' articolo («il satana»), per indicare una funzione esercitata e non una persona. Nel linguaggio giuridico con il satana si indica la fun zione dell 'accusatore (pubblico ministero). Costui, in tribunale, si pone alla destra dell ' accusato per denun-
Dalla radice ebraica stn «accusare, opporsi ostilmente». Secondo Cerbelaud in questo testo si assiste «in diretta» alla na scita di Satana nel testo biblico. Cerbel aud D., Le Diable (Paris: Ed. de l'Atelier, 1997) 20. 23
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Satana
ciare e far risaltare tutte le sue colpe25• Oltre al signifi cato di accusatore, nella lingua ebraica il termine sata na assume il significato più generale sia di avversario, sia di ostacolo26. I vari nomi con i quali il satana è conosciuto sono tutti nomi comuni e non nomi propri, e indicano sempre una funzione. Non esiste alcun nome che sia realmente pro prio di colui che Gesù ha definito come «menzognero e padre della menzogna» (Gv 8 ,44 ) , per questo molti teo logi affermano che il satana non è una persona27• Nella Bibbia greca i traduttori rendono satana28 con dia volo29, termine che significa colui che divide/separa30• A differenza dei demòni che sono maschi e femmine, satana è sempre maschile. Nell' AT il satana non viene considerato come un nemi co di Dio, ma sempre degli uomini, e viene impiegato per indicare un ostacolo, l ' avversario, o un' azione del l' avversario. Mai il satana/diavolo compare come il ca lunniatore. Per gli autori del Nuovo Testamento , sia il termine ebraico satana sia il suo equivalente greco diavolo con serveranno sempre il significato di avversario e separa
tore. Nell' AT, nella letteratura giudaica e nel NT non esiste al cun caso di persona posseduta dal satana o dal diavolo.
25 << Un accusatore [satan] stia alla sua destra» (Sal 1 09,6; Zc 3 , 1 ). 26 l Sam 29,4; 2 Sam 1 9,23 ; l Re 5,18. 27 <
=
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Ostacolo Nel Libro dei Numeri il termine satana descrive l ' azio ne dell ' «angelo di Yahvé»31, tesa a ostacolare Balaam, l' indovino inviato da Balak, re di Moab, a maledire i conquistatori israeliti 32:
«Ma l 'ira di Dio si accese perché egli era andato; l 'ange lo di Yahvé si pose sulla strada come satana [ostacoloP3• L 'angelo di Yahvé gli disse: Perché hai percosso la tua asina già tre volte ? Ecco io sono uscito come satana [a ostacolartiP4» (Nm 22,22.32).
Persone (a) reali Con il termine satana nell ' AT si indica anche l' avversa rio o il nemico. Di Davide i Filistei dicono : «Non venga con noi in guerra, perché non diventi un nostro satana35 [avversario] durante il combattimento» (l Sam 29,4) . A sua volta Davide chiama satana i figli di Zeruià che gli chiedono di uccidere Simeì, colpevole di aver offeso il re: « Che ho io in comune con voi, o figli di Zeruià, che vi mostriate oggi miei satana [avversari] » (2 Sam 1 9,23) . Quando i l re Salomone gode di u n periodo d i tranquil lità, così ringrazia il Signore : «Ora Yahvé mi ha dato
31 Ebr. mal'iìk JHWH. Espressione con la quale nella Bibbia si indi ca l'azione di Dio stesso (Gen 1 6, 1 0- 1 3 ; 22, 1 0- 1 8 ; Es 3 , 2 ; Gdc 1 3 , 1 3 .22; Is 63,9; Os 1 2,4). 32 N m 22,4-6. 33 Ebr. l'Siìtiìn. Gr. en diaballein. 34 Ebr. l"siìtiìn. Gr. eis diabolen. 35 Ebr. l"siìtiìn.
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pace da ogni parte e non ho né satana [avversari] né particolari difficoltà» ( l Re 5, 1 8). Ma S alomone non sa che Dio gli ha suscitato contro l ' i dumeo Hadad e Razon, re di Damasco, suoi accusatori , per rinfacciargli la colpa di essersi abbandonato all'ido latria ( l Re 1 1 , 1 -6): « Yahvé suscitò contro Salomone un satana [avversario], l 'idumeo Hadad che era della stir pe regale di Edom» (l Re 1 1 , 1 4) ; «Dio suscitò contro Salomone un altro satana [avversario] Razòn . . . fu sata na [avversario] di Israele per tutta la vita di Salomone» (l Re 1 1 ,23-25). Nella Bibbia greca, Amàn, l ' implacabile avversario del popolo ebraico, viene definito «diavolo», cioè nemico dei GiudeP6: «In quello stesso giorno il re Assuero die de alla regina Ester la casa di Amàn, diavolo [nemico] dei Giudei» (Est 8, 1 ). La figura del diavolo, intesa come avversario, serve an che per attribuire al satana la colpa dei cattivi pensieri e dei nocivi comportamenti dell ' uomo. Nel II sec . a.C. tuttavia l ' autore del Libro del Siracide ammoniva che era inutile scaricare sul diavolo quelle che sono le pro prie responsabilità: «Quando un empio maledice il sa tana, maledice se stesso» (Sir 2 1 ,27)37• Secoli più tardi anche i Padri della Chiesa metteranno in guardia i cristiani dalla tendenza di scaricare sul dia volo le azioni malvagie da loro commesse:
«Non si dica dunque che colui che commette ingiustizie e pecca, lo fa dietro impulso dei demòni, perché sareb be senza colpa; ma l 'uomo che compie le stesse scelte dei demòni e che è instabile, leggero, volubile nei desi-
3 6 «Il nostro avversario [gr. diabolos]» (Est 7,4). 37 «Per il Siracide, dunque, il diavolo non esiste: Satana è solo una metafora per indicare i nostri istinti peggiori» Sacchi P. , Storia del Secondo Tempio. Israele tra VI secolo a.C. e l secolo d. C. (Torino: SEI, 1994) 325 .
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deri, diviene egli stesso demònio, posseduto dai demò ni»38; «l più semplici fra i fedeli di Cristo credono che tutti i peccati commessi dagli uomini siano stati commessi per influsso esercitato sulle menti da queste potenze av verse, che si rivelano più forti in questo invisibile com battimento. Sì che se non ci fosse il diavolo nessun uo mo peccherebbe!»39• Nel linguaggio di ogni tempo è possibile riscontrare la tendenza alla demonizzazione dell' avversario, indican do il nemico come un diavolo o un satana da incolpare per i guasti che la stessa società provoca: il diavolo so no sempre gli altri. Se nella Bibbia nulla viene detto circa l ' origine e la na tura del diavolo40, negli scritti successivi emerge la componente misogina che abbina la donna al satana. Riguardo alla creazione della donna41 , ecco la singolare spiegazione del Commento al Libro della Genesi: «Dal principio del libro [Genesi] fin qui non è scritta la lettera samek [s]; dal momento che è stata creata la
donna è stato creato anche il satan con lei»42• (b) simboliche Il satana compare per la prima volta come personaggio nella Bibbia verso la fine del VI secolo a.C. nel libro del profeta Zaccaria, in cui il diavolo svolge la funzione del pubblico ministero. 38 Clemente Alessandrino, Strom. , VI, 98, l. 39 Origene, I Princìpi, a cura di Simonetti M., (Torino: UTET, 1 989) III, 2, 1 . 40 In nessun libro della Sacra Scrittura appare come un angelo ribel le e decaduto. 41 <
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Nel testo di Zaccaria, « il satana» non è il nome proprio di un essere, ma un' attività che viene esercitata, quella dell' accusatore. Non è una figura malvagia, ma un so lerte funzionario di Dio, che compie puntigliosamente il suo dovere di accusare il colpevole e far risaltare il suo crimine:
«Poi mi fece vedere il sommo sacerdote Giosué, ritto davanti ali ' angelo di Yahvé, e il satana era alla sua de stra per accusarlo» (Zc 3 , l). Mentre l 'angelo di Yahvé rappresenta la misericordia e la grazia di Dio, il satana è colui che rappresenta il di ritto e la giustizia, ed è per la punizione del colpevole43 • Ma l ' angelo, riuscendo a impedire al satana di accusare il sommo sacerdote («che Yahvé ti reprima, o satana»), fa sì che Dio perdoni il colpevole: «ecco, io ti tolgo di dosso il peccato» (Zc 3,2.4 ) .
Quando il satana era figlio di Dio « Un giorno i figli di Dio44 andarono a presentarsi da vanti a Yahvé e anche il satana andò in mezzo a loro» (Gb 1 ,6). Anche nel Libro di Giobbe45 «il satana» è una figura letteraria che serve ali' autore per esprimere la propria contestazione a una dottrina semplicistica della retribu zione, dove il bene e il male vengono premiati o casti gati già in questa esistenza.
Nel Libro delle Parabole (Enoc) satana è l'angelo della punizio ne: << Vidi gli angeli del castigo andare a preparare tutti gli stru menti per Satana» (LP., LIII,3). 44 La LXX ha <
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I n questo libro «il satana» non è u n essere demoniaco, ma uno dei «figli di Dio», con accesso legittimo e abi tuale alla corte celeste46, modellata sull ' etichetta della corte reale persiana, ed è un angelo che esercita la fun zione di pubblico ministero. Questa figura del satana viene dal mondo persiano, del quale Israele fece parte per due secoli. Un funzionario, il cui titolo era «occhio del re», aveva il compito di so vrintendere e ispezionare tutto il regno per poi riferime al re che, grazie al suo «occhio»41, veniva a conoscenza del comportamento di tutti i suoi sottomessi, dai più alti funzionari agli infimi impiegati dell ' amministrazione reale. Il satana non viene visto come un nemico di Dio, ma come un efficace collaboratore al quale Yahvé si rivolge con grande affabilità:
« Yahvé chiese al satana: Da dove vieni ? Il satana ri spose a Yahvé e disse: da un giro sulla terra che ho per corsa48. Yahvé disse al satana: hai posto attenzione al mio servo Giobbe ? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, teme Dio ed è alieno dal male» (Gb 1 ,7-8). Collaboratore divino che tutela gli interessi del suo Dio, il satana insinua a Yahvé il sospetto che forse Giobbe si comporta bene perché tutto gli va a gonfie vele:
«Forse Giobbe teme Dio per nulla. . . Stendi un poco la mano e tocca quanto ha e vedrai come ti benedirà!» (Gb 1 ,9).
Al capitolo 2 «il satana>> torna a ripresentarsi a Yahvé unitamente ai «figli di Dio>> (Gb 2, 1 ) . 47 <> (Zc 4, IO ) ; <> (Pr 1 5,3). 4 8 Il satana proviene dalla terra (Gb 2,2) e non dall ' inferno, che di venterà l'habitat del diavolo solo molti secoli più tardi. 46
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Satana
In tutta la narrazione il satana non si rivolge mai a Dio con ostilità, ma al contrario dimostrando una grande familiarità che gli permette anche di contestarlo viva cemente. E quando Yahvé gli elogia il comportamento di Giobbe, nonostante le prove inflitte, il satana gli ri sponde:
«Pelle per pelle; tutto quanto ha, l 'uomo è pronto a darlo per la sua vita. Ma stendi un poco la mano e toccato ne !l 'osso e nella carne e vedrai come ti male dirà in faccia!» (Gb 2,4-5) . Per mettere alla prova Giobbe, al satana occorre l' au torizzazione divina (Gb l, 1 2; 2,6); non può far nulla senza il permesso di Dio e a «stendere la mano» su Giobbe non s arà il satana ma Dio stes so (Gb l, 1 1 ; 2,5), che verrà considerato l ' unico responsabile delle calamità precipitate su Giobbe :
«Tutti i suoi fratelli, le sue sorelle e i suoi conoscenti di prima vennero a trovarlo e mangiarono pane in ca sa sua e lo commiserarono e lo consolarono di tutto il male che Yahvé aveva mandato su di lui e gli regala rono ognuno una p ias tra e un anello d 'o ro » (Gb 42, 1 1 ) . All ' azione del satana di provare la fede di Giobbe cor risponde, nel vangelo di Luca, il tentativo del diavolo di provare la fede dei discepoli di Gesù : «Simone, Si
mone, ecco: il satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano». Lo scopo del satana di far risaltare le defi cienze dei discepoli per poterli poi accusare, viene contrastato da Gesù : «Ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno» (Le 22,3 1 -32). La richiesta avanzata dal satana a Yahvé riguardo a Giobbe corrisponde nei libri apocrifi a quella fatta da Mastema nei confronti di Abramo:
«E venne il principe Mastema e disse al Signore: Ecco Abramo ama suo figlio !sacco e se ne compiace più di tutto. Digli che lo offra in sacrificio sull 'altare e ve-
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drai se esegue questo ordine e saprai se egli è fedele in tutto in quello in cui lo provi»49 •
49 Giub., XVII, 1 6.
2.
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Il diavolo crocifisso Nel giudaismo, la naturale evoluzione teologica dovuta alla progressiva crescita nella conoscenza di Dio ha portato alla graduale eliminazione di ogni aspetto di struttore o luttuoso dall' immagine del Signore. In un' epoca nella quale la fede in Yahvé quale unico Dio si era ormai definitivamente consolidata e le divi nità pagane venivano considerate demòni, occorreva tuttavia trovare una spiegazione all ' inquietante proble ma del male. S ot t o l a g r a n d e i n fl u e n z a d e l l e d ottri n e d i Zarathusthra 1 , che a u n Dio buono oppone uno spirito malvagio, anche nel mondo ebraico si fa strada il con cetto del satana come personificazione e principio del male. E con il giudaismo il ruolo di satana si allontana e si diversifica dalla sobrietà della B ibbia. L' attività del satana, ormai considerato come il responsabile di tutti i mali , si centra particolarmente nell' ostacolare i rapporti tra Dio e il suo popolo. Ma quando Israele si purifi cherà dei suoi peccati, il satana sparirà definitivamente. Nell' ambito della gematria2, i rabbini erano giunti alla conclusione che «le lettere che costituiscono il nome di 1 Profeta iraniano vissuto tra il VII e il VI secolo prima di Cristo. 2 Scienza che attribuisce un valore numerico a ogni lettera dell'alfa beto.
La buona notizia: Satana è annientato
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Ha-satan [il satana] valgono numericamente 364, il che significa che per 364 giorni si oppone alle preghiere di Israele, ma il giorno del! ' espiazione non ha questo po tere in quanto lo strepito del como d 'ariete nel capo danno confonde il satana»3• Secondo il Talmud tre sono le funzioni del satana: se durre gli uomini, accusarli dinanzi a Dio e infliggere così la pena di morte4• E sono tre le circostanze perico lose nelle quali il satana compare come accusatore : quando una persona sta in una casa malsicura, quando cammina in una strada solitaria e quando intraprende un viaggio di mare5• Divenuto sinonimo di ogni situazione negativa, il termine satana veniva impiegato anche per indicare l ' angoscia. Nel Commento al Libro della Genesi, per affermare che la serenità di Giacobbe fu scossa quando venne a cono scenza dell' atroce fine fatta dal figlio Giuseppe (Gen 37,32-34), è scritto che Giacobbe <<.fu attaccato dal sata na di Giuseppe»6• A volte satana era usato semplicemen te per indicare un grave pericolo, tanto che il Talmud con siglia di «non fermarsi davanti a un bave che torna dal
l 'abbeveratoio, perché il satana danza tra le sue coma»7• La residenza abituale del satana è il cielo, da dove fa la spola continuamente verso la terra per spiare il comporta mento degli uomini e poi poterli accusare di fronte a Dio. Nel NT si dichiarerà apertamente che questo suo ruolo è definitivamente terminato. Quando i settantadue discepoli tornano dalla loro riuscita missione8, Gesù dice loro: «lo vedevo il satana cadere dal cielo come la folgore» (Le
3 Yoma, 20A, 1 68 . 4 Baba B. , 1 6A . 5 Ecc/es. r. , 11,2. 6 Ber. R., LXXXIV,3. 7 Pes. B. , 1 128 . 8 <
Satana
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l O, 1 8). La liberazione degli uomini operata dai discepoli segno della sconfitta del satana che, non avendo più ac cesso a Dio (cielo), non può più esercitare la sua funzione di accusatore degli uomini davanti al tribunale divino. Nel Libro dell' Apocalisse il satana, precipitato dal cielo sulla terra, è definitivamente vinto:
è
« Colui che è chiamato diavolo e il satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran vo ce nel cielo che diceva: Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l 'accusatore dei no stri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte» (Ap 1 2,9- 1 0)9• Una volta sconfitto, « il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli» (Ap 20, 1 0) . Giovanni nel suo vangelo esprime l a stessa realtà: «Ora il Principe di questo mondo viene gettato fuori; il Prin cipe di questo mondo è già condannato» (Gv 1 2, 3 1 ; 1 6, 1 1 ) L' allusione dell' evangelista è al satana « Sam mael» 10, protettore di Esaù, il patriarca di Edom1 1 che .
veniva identificata con l ' odiata Roma, e per questo ve niva chiamato «il Principe di questo mondo». La vittoria di Gesù sul satana viene confermata nella Prima Lettera di Giovanni :
«Ho scritto a voi, giovani, che siete forti, e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il maligno» ( l Gv 2, 1 4 ) . 9 Nella Lettera a i Romani è evidente il riferimento alla sconfitta del satana accusatore: « Chi accuserà coloro che Dio ha scelti ? Dio è colui che li giustifica» (Rm 8 , 3 3 ) . 10 Sammael viene chiamato il «dio dei ciechi», perché il suo nome deriva da «same>> (cieco) e «el>> (dio) . (Natura degli Arconti, 86,30; Ascensione Isaia, VII,9). 11 Popolo sempre ostile a Israele (Nm 20, 1 8-2 1 ; l Re 1 1 , 1 4 ; Sal 1 37,7 ; Is 34).
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«Il Pastore d 'Erma», una delle prime opere delle comu nità cristiane della prima metà del secolo Il, prende le distanze e relativizza la temuta pericolosità dell' azione del diavolo: «
ra
più di quanto non si debba temere un morto, perché il diavolo «è inerte come i nervi di un morto » 1 3 • Tra i Padri della Chiesa, Origene descrive in maniera originale la sconfitta del satana accusatore, affermando che «il diavolo è stato vinto e crocifisso» , perché men tre « il Figlio di Dio è stato crocifisso nella carne in mo
do visibile, in modo invisibile il diavolo è stato inchio dato alla croce con i suoi principati e le sue potenze» 14•
Beliar Il termine satana, pur essendo nome comune, ha finito per assumere il significato di nome proprio del diavolo. In realtà esistono decine di nomi dei satani nella lettera tura giudaica e cristiana, i più famosi dei quali sono Mastema e Semeyaza 15• Tra i tanti nomi con i quali i sa tani sono conosciuti, l ' unico presente nel NT è «Be liar» : «Quale intesa tra Cristo e Beliar?» (2 Cor 6, 1 5). Divinità degli inferi 1 6, di Beliar si trovano alcune tracce nell' AT con una grafia leggermente differente (Belial):
1 2 /l Pastore, X II Prec. XLVII (4),7. 1 3 Jbid. , XII Prec. XLIX (6),2. 14 Origene, Horn. Ios., VI I I,3 4 (Col 2, 1 4) . 1 5 Nel Libro dei Vìgilanti (VI,2) Semeyaza è il capo dei duecento angeli che si innamorarono delle donne. Altri nomi di angeli/diavo li sono: Urakibaramel, Akibeel, Tamiel, Ramuel, Dane!, Ezeqeel, Suraquyal, Asael, Armers, Batraal, Anani, Zaqebe, Samsaweel, Sartael, Turel, Yomyael, Arazeyal (Giub., Vl,7). 1 6 La radice del nome Beliar!Belial significa <> . .
.
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«Mi circondavano i flutti della morte, mi travolgevano i torrenti di Belial» 17 (2 Sam 22,5 ; Sal l 8,5). Il nome Belial ha assunto poi il significato di iniquo, malvagio, per cui l ' espressione «uomini figli di Belial» significa « uomini iniqui» (Dt 1 3 , 1 4 ; Gdc 1 9,22). Nel Libro dei Proverbi «uomo di Belial» viene tradotto con «uomo perverso» (Pr 1 6,27) . L' espressione era ritenuta un grave insulto ( l Sam l, 1 6) e quando Simeì maledice il re Davide gli dice « Vattene, vattene, sanguinario, uomo di Belial» (2 Sam 1 6,7) . Negli Apocrifi Beliar spinge gli uomini a compiere azioni nefaste. Nel Testamento di Giuseppe (7,3) è lo spirito di Beliar che induce la moglie di Potifar a tenta re Giuseppe (Gen 39,7) . Era credenza che anche Beliar, in quanto satana, sareb be stato sottomesso al tempo del Messia, quando «Be liar sarà legato da lui [Dio] che darà ai suoi figli il po tere di calpestare gli spiriti maligni» 18, e «sarà gettato
nel fuoco per sempre» 19• Nel Vangelo di Bartolomeo20, Beliar viene descritto con immagini terrificanti:
«Salì Beliar tenuto da 560 angeli e incatenato con ca tene di fuoco. La lunghezza del drago era di millesei cento cubiti e 40 cubiti di larghezza21 ; e il suo aspetto era come uno splendore di fuoco, mentre i suoi occhi erano pieni di oscurità. Dalle sue narici si sprigionava un male odorante fumo e la sua bocca era come il vorti17
La traduzione CEI ha «torrenti esiziali». Test. Levi, 1 8, 12. 19 Test. Giuda, 25,3. 20 A pocrifo del III sec . 21 Il cubito era una misura di lunghezza di circa 45 cm. L'altezza di Beliar era pertanto di circa 720 metri e la larghezza di m. 18. In un' altra versione di questo vangelo (cod. C Casanatense 3 , 18) le misure ingigantiscono: gli angeli diventano ben seimila e sessanta, la lunghezza di Beliar è di 1900 cubiti (855 m.), la larghezza di 700 (3 15 m.) e viene aggiunta la lunghezza dell' ala di 80 cubiti (36 m.). 18
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ce di un precipizio. Al vederlo, gli apostoli caddero bocconi e divennero come morti»22. L' autore di questo vangelo unisce in una stessa figura personaggi distinti della letteratura giudaica, sicché Be liar è allo stesso tempo Satana e Satanael, il primo an gelo creato da Dio, come lui stesso confessa:
«Prima mi chiamavo Satanael che significa angelo di Dio. Quando mi rifiutai di conoscere l 'immagine di Dio, fui chiamato Satana che significa angelo del Tar taro»23. Il suo programm a è formulato in termini agghiaccianti :
«La mia vita è la vostra morte, la mia beatitudine è la vostra tribolazione e la mia gioia è la vostra tribolazione»24.
Nel Nuovo Testamento Perduto il ruolo di accusatore25, la funzione del sata na/diavolo nei vangeli e nel resto del NT è ristretta a pochissimi brani [Tav. I e II] . In particolare i riferimenti riguardanti il diavolo nel NT sono scarsi [Tav. III] . Nelle Lettere attribuite a Paolo non si raggiungono dieci citazioni, delle quali tre ri guardano atteggiamenti negativi sia all' interno che al-
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Vangelo di Bartolomeo (Cod. M di Gerusalemme), 4,13. Vang. Bartolomeo (Cod. M di Gerusalemme), 4,25. Secondo la mitologia greca il Tartaro era il luogo più profondo dell'Ade (la ca verna sotterranea dimora dei morti), circondato dal Piriflegetonte, il fiume di fuoco. 24 Vang. Bartolomeo (Cod. C Casanatense), 5 , 1 3 . 25 Nel NT i l verbo accusare (gr. diaballein) s i trova solo i n Le 1 6, 1 : « Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato di nanzi a lui». Solo l ' autore della Prima Lettera di Pietro vede il dia volo ancora attivo nel suo ruolo di accusatore [gr. antidikos] : «
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l ' esterno della comunità, dove i calunniatori vengono chiamati diavolz"26 • Oltre che come satana, il diavolo nel NT viene indicato anche con il nome di «nemico»27, «tentatore»28, «mali gno»29, «accusatore»30, «Principe di questo mondo»31 e
«Principe del potere dell 'aria»32. La pompa del diavolo
È
stato Tertulliano il primo a usare l' espressione «pompa
del diavolo»33, che confluì nel rito del battesimo come formula con la quale si chiedeva al battezzando di rinun ciare a satana e «a tutte le sue pompe»34• Con il termine «pompa» , che indica il corteo del circo, venivano indicati in particolare gli spettacoli nei teatri o nell' anfiteatro, de finito da Tertulliano la «chiesa del diavolo»35 per il culto agli dèi che accompagnava ogni evento nella vita quoti diana della città pagana36• Per Tertulliano questi spettaco li, capaci di suscitare passioni e sensualità, erano «stati istituiti dal diavolo e sono la pompa del diavolo» . Me diante la rinuncia alle pompe di satana, il battezzando ac cettava di rompere radicalmente con la cultura pagana e rifiutava il prestigio degli onori pubblici che, conforman dosi alla mentalità corrente, gliene poteva derivare.
26
l Tm 3, 1 1 ; 2 Tm 3,3; Tt 2,3. Mt 1 3,25-39; Le 1 0, 1 9 . 28 Mt 4,3 ; l Ts 3,5. 2 9 Mt 6, 1 3 ; l Gv 5 , 1 8 . 30 Ap 1 2 , 1 0. 31 Gv 1 2,3 1 ; 1 4,30; 1 6, 1 1 . In 2 Cor 4,4 si trova l ' espressione «il dio di questo mondo» che viene erroneamente identificato con satana. Ma in Paolo satana compare esclusivamente come nemico dei cre denti. Per «dio di questo mondo» s ' intendono quelle convenzioni sociali (mondo) delle quali i credenti sono divenuti schiavi. 32 Ef 2,2. 33 Lat. pompa diaboli. Tertulliano, De spectaculis, 24,2, PL 1 ,73 1 ; CCL l , 248 . 34 Lat. omnibus pompis. 35 <
PARTE SECOND A
DEMÒNI
3 . DÈMONI E DEMÒNI
Il dèmone non è un demònio Per entrare nel mondo dei demòni e per l' esatta com prensione dei termini demònio e diavolo occorre pren dere le distanze da quello che nella cultura occidentale viene raffigurato come un essere orribile e malefico, la cui vivace rappresentazione si ha nell infe rno di Dante o in certi affreschi medioevali del Giudizio universale, così come è necessario distinguere nettamente la termi nologia e separare il diavolo (o il satana) dal demònio. Nel linguaggio popolare si può parlare indifferentemen te di diavolo e di demònio, confondendo e unendo due realtà che nella Bibbia sono sempre mantenute diverse e distinte. Nella lingua greca inoltre si distingue tra dèmone 1, ter mine che ricorre nei testi classici con il significato di «divino» , per indicare un essere intermedio fra dio e l ' uomo2, e demònio3 che è la forza che promana dal dè mone, ma meno potente e più limitata nel tempo4• '
1 Gr. daimon. Dalla radice greca dai del verbo daiomai: «dividere le carni» (<
44
Demòni
Con il termine dèmone in origine si indica ogni essere divino e nei testi più antichi non esiste alcuna differen za tra dèmone e dio. Omero non fa ancora distinzione tra dèi e dèmoni. Secondo Plutarco «fu Esiodo5 il primo a distinguere in
modo chiaro e preciso quattro generi di esseri raziona li: dèi, dèmoni, eroi, e infine uomini. Tra questi sembra che molti uomini virtuosi dell 'età d 'oro si mutassero in dèmoni, così come alcuni semidèi discesero al rango di eroi»6• Condividendo la possibilità di un passaggio da una ca tegoria all ' altra, Plutarco scrive che «lside e Osiride
erano all 'inizio solo dei dèmoni buoni, e furono poi tra sfonnati in dèi per la loro virtù»7• Nella distinzione tra dio e dèmone, dio veniva usato per gli esseri divini superiori, dèmone era riservato per entità minori che non erano considerate immortali. Infatti a dif ferenza degli dèi si riteneva che i dèmoni invecchiassero e poi, dopo molti secoli, morissero. Esiodo arrivò a cal colare la durata della loro vita, che stabilì in 9720 anni8 • Secondo la concezione dell' epoca, mentre agli dèi era stato assegnato lo spazio dal cielo alla luna, dove l' aria era più pura (l' etere), ai dèmoni erano riservati gli spazi dalla luna alla terra, dove l' aria9, a causa dei vapori e delle foschie, era considerata impura. La bontà o mal vagità del dèmone dipendeva dalla sua provenienza: più
c ati è « avere il dèmone del g i o c o » e « e s s ere più furbo del demònio». 5 Poeta greco dell' VIII-VII sec. a.C. 6 Il tramonto degli oracoli, 9- 1 1 . 7 Iside e Osiride, 26-7, 3 1 6-e. 8 Plutarco, Il tramonto, 4 1 4e-4 1 5d. 9 Gr. aer. Eusebio, Preparazione evangelica, IV 5 , 1 -3 . Per S. Ago stino i dèmoni <
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bassa era la posizione del dèmone nella sfera celeste e più maligno e dannoso esso era e veniva degradato da dèmone a demònio.
Santi dèmoni Nel mondo greco il «buon dèmone» era l ' equivalente dell' angelo custode, mentre uno spirito cattivo era defi nito un «cattivo dèmone» . I dèmoni buoni e utili all ' uo mo vengono da Esiodo chiamati «santi dèmoni» 1 0• La funzione del dèmone greco nella Bibbia è svolta dal l' angelo1 1, termine col quale si indica un messaggero di Dio. La differenza tra il dèmone del mondo mitologico e l ' angelo del mondo ebraico sta nel fatto che i dèmoni sono autonomi, mentre gli angeli dipendono da Dio e in nessun caso nella B ibbia un angelo è diventato un dè mone o tantomeno un demònio.
I padri dei demòni L' origine della credenza negli esseri demoniaci va ri cercata in Mesopotamia, in un mondo che si credeva popolato dagli spettri. Si riteneva che questi fossero gli spiriti di coloro che erano deceduti di morte violenta o privati della sepoltura, e che rimanessero in qualche modo vaganti e inquieti sulla terra. Dal grande influsso della demonologia mesopotamica nacquero nel mondo giudaico le idee sui demòni, che verranno ereditate e amplificate in ambito cristiano. Ma la credenza nei demòni, tanto comune e fiorente nel
10 Esiodo, Opera, 1 23 . La parola daimon indica ogni spirito la cui influenza si fa sentire nell'ispirazione : è la musa per il poeta e il genio del filosofo. Tavard, 42. 11 Ebr. mal 'ak.
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mondo orientale, nella Bibbia ebraica viene rigettata, sal vo rarissime eccezioni, e non si trovano in essa neanche le formule esorcistiche necessarie per liberarsene. Nel l' AT è completamente assente l' idea di persone possedute dai demòni, e non si trova un solo caso di indemoniato12• I rari demòni che appaiono nella Bibbia sono per lo più residui della mitologia babilonese, appresi dagli ebrei nei due secoli nei quali Israele fece parte dell' impero persiano1 3 o s ono divinità pagane che vengono esorciz ' zate e degradate a spiriti maligni. Alla sobrietà dell' AT si contrapporrà poi l ' epoca rabbini ca con una fantasiosa fioritura del demoniaco, che però non lascerà alcuna traccia negli scritti della Bibbia14• Tra il III e il II sec. a.C. la B ibbia venne tradotta per la prima volta dal i ' originale ebraico nella lingua greca. Questa Bibbia venne detta dei Settanta (LXX) dal leg gendario numero dei sapienti che lavorarono alla tradu zione del testo sacro: sei per ogni tribù di Israele, per un totale di settantadue persone 15• In una società e cultura più evolute, dove non «si rite nevano dèi i più abietti e i più ripugnanti animali» (Sap 1 2,24) 16, i traduttori della Bibbia si imbatterono in alcu ni esseri intermedi tra l ' uomo e la divinità, propri del mondo mitologico, quali gli onocentauri, mostri con la testa e il busto umano e il corpo dell' asino, le sirene, metà donna e metà uccello 17 e i sàtiri. Questi rarissimi casi, solo 1 9, furono tradotti tutti con il
12 Nella lingua ebraica non esiste il termine che indica la possessio ne demoniaca. 13 Dal 5 3 8 al 3 3 3 a.C. La Palestina sotto Dario I (52 1 -486 a.C.) for màva la quinta satrapia dell' impero persiano. 14 Nell ' ebraismo contemporaneo la credenza nei demòni non ha alcun rilievo. 15 Lettera di A ristea, 4 1 -47. 16 Cf Sap 1 1 , 1 5 ; Rm 1 ,22-23. 17 I s 1 3 ,2 1 ; 34, 1 3 ; 43,20; Ger 50,39; Mi 1 ,8 ; Gb 30,29. Le sirene ·
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termine greco demònio; fu dato così diritto di cittadi nanza, nella Bibbia greca, ai demòni, esseri che nel testo originale ebraico erano completamente estranei o sco nosciuti 1 8• Oltre ai personaggi del mondo mitologico, i Settanta qualificarono come demòni anche le divinità straniere. Nel testo ebraico del Salmo 96,5 si legge: « Tutti gli dèi delle nazioni sono un nulla»19• Nella traduzione greca e latina gli dèi, da nullità inesistenti, vennero trasformati in attivi demòni: «Tutti gli dèi delle nazioni sono demòni». La scelta dei traduttori era in linea con la concezione che si era andata formando nel giudaismo, che vedeva le religioni pagane non solo come venerazione degli idoli ma come culto ai demòni. Idea questa che verrà eredita ta e sviluppata successivamente nel cristianesimo. La traduzione greca dei Settanta fu quella che la primiti va Chiesa cristiana scelse e privilegiò come propria Bib bia e che influì poi moltissimo nella traduzione della Sa cra Scrittura in lingua latina ( Vulgata) nel quarto secolo. Nel NT il termine dèmone2°, che evoca l ' idea di un es sere intermedio tra Dio e l' uomo, viene evitato, e viene sempre usato demònio21 , vocabolo nel quale veniva in globato tutto quel che era fuori dall' esperienza sensibi le e che poteva influire sulla vita degli uomini .
sono a servizio di Persefone, divinità degli Inferi. Il loro canto ser viva a addolcire il passaggio dei defunti nel regno della morte. Dal primo Medioevo vengono raffigurate anche con metà del corpo a coda di pesce (forse per una confusione tra i termini «penne» e «pinne», lat. pennis-pinnis). 18 Nella lingua ebraica, come nelle altre lingue mediorientali, non esiste la parola <<demònio>>. 19 Le divinità pagane vengono definite 'elflfm («nulla») in contrap posizione a 'elohfm («Dio»). 20 Gr. daimon. Solo in Mt 8 ,3 1 : «E i dèmoni [gr. daimones] lo scon giura vano dicendo: Se ci scacci, mandaci ne lla mandria dei porci>> . Il termine indica che l ' azione si svolge nel mondo pagano. 21 Gr. daimonion.
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Quando Paolo annuncia il vangelo in Atene, Gesù viene ritenuto un demònio dagli ascoltatori:
«Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni dicevano: Che cosa vorrà mai insegnare questo ciarlatano ? E altri: Sembra essere un annuncia tore di demòni stranieri, perché annunziava Gesù e la resurrezione» (At 1 7, 1 8) . I demòni stanno in cielo . . . I l mondo giudaico era permeato d a una cultura nella quale tutto il cosmo era animato, e gli astri o le forze del la natura erano considerati esseri angelici che costituiva no inizialmente la «milizia celeste», agli ordini di « Yahvé degli Eserciti»22• Questa milizia divenne poi oggetto di un culto idolatrico da parte degli ebrei, tanto che inutil mente sacerdoti e profeti tentarono di proibirlo:
«Perché alzando gli occhi al cielo e vedendo il sole, la lu na, le stelle, tutto l 'esercito del cielo, tu non sia trascinato a prostrarti davanti a quelle cose e a servirle» (Dt 4, 1 9) ; «Abbandonarono tutti i comandi di Yahvé loro Dio; s i prostrarono davanti a tutta la milizia celeste e venera rono Baal» (2 Re 1 7, 1 6)23; «Le case di Gerusalemme e le case dei re di Giuda saran no impure come il luogo di Tofet24; cioè tutte le case, sui tetti delle quali essi bruciavano incenso a tutta la milizia del cielo e facevano libazioni ad altri dèi» (Ger 1 9, 1 3)25• Tra l ' inaccessibile Dio26, collocato «nel più alto dei cie li» (Le 2, 1 4), e l' uomo, si erano ormai frapposte poten22
Ebr. Yahvé Sabaot ( << Yahvé Sabaot è con noi», S al 46, 8 . 1 2). 2 Re 2 1 , 3 . 5 ; 23,4-5 . 24 Luoghi di culto al dio Moloch in onore del quale venivano bru ciati bambini (2 Re 23, 1 0 ; Ger 7 , 3 1 -32; 1 9,6- 1 4) . 2s Cf Ger 8,2; Sap 1 3 , 1 -9. 26 «Il solo che possiede l 'immortalità e abita una luce inaccessibile: nessuno fra gli uomini lo ha mai visto né può vederlo» ( l Tm 6, 1 6).
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ze angeliche e demoniache ben divise gerarchicamente, ognuna con i suoi particolari compiti e poteri. Si crede va che, essendo associati ai pianeti (zodiaco), queste creature angeliche e i demòni potessero influire sul de stino degli uomini (oroscopo) 27• Nelle Lettere di Paolo vengono qualificate come poten ze demoniache gli «elementi del mondo»28, espressione c o n c u i si i n d i c av a n o g l i a s t ri , le s t e l l e e l e costellazioni29 che esercitavano i l loro potere determi nando e condizionando la vita degli esseri umani, e as sumevano il significato di «destino» :
«Quando eravamo fanciulli, eravamo schiavi degli ele menti del mondo . . . come potete rivolgervi di nuovo a quei deboli e miserabili elementi, ai quali di nuovo co me un tempo volete servire ? Voi infatti osservate scru polosamente giorni, mesi, stagioni e anni» (Gal 4,3.9); «Fate attenzione che nessuno faccia di voi sua preda con la filosofia e con vuoti raggiri ispirati dalla tradi zione umana, secondo gli elementi del mondo e non se condo Cristo. . . Se siete morti con Cristo agli elementi del mondo . » (Col 2,8.20)30• .
.
Le potenze demoniache vengono da Paolo identificate con cinque termini tutti in relazione con il Potere (Prin cipati, TronP1, Forze, Dominazioni e Potestà32) e collo27
«Essi hanno sacrificato ai demòni»: al sole, alla luna, alle stelle e ai pianeti . . . essi hanno adorato degli esseri che non possono far loro del bene, dei demòni che fanno loro il male» (Sifr. Dt 1 5 , § 3 1 8, 1 36b). 28 Gr. stoicheia tou kosmou. Sono le materie fondamentali del co smo (acqua, mare, terra, fuoco) che venivano divinizzate. 29 Nel Libro dei Segreti (Enoc) si legge che vi sono «duecento ange li che dominano sulle stelle e sulle combinazioni celesti» (l, IV, l ). 3° Cf 2 Pt 3 , 1 0. 31 Per Ireneo i « troni» sono potenze angeliche decadute : <<E nemici tutti quelli, che sono stati trovati in ribellione; gli angeli e gli ar cangeli e i principati e i troni, i quali hanno disprezzato la verità» (Demonstratio, 85). 32 Col 1 , 1 6 ; Ef 1 ,2 1 ; 3 , 1 0 .
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cati nelle sfere celesti dove impera il «Principe delle Potenze dell 'aria» (Ef 2,2): «La nostra battaglia infatti non è contro esseri umani, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6, 1 2) . Questi elementi cosmici Paolo li ritiene nemici dell' u manità, come la morte33, e i veri responsabili della cro cifissione di Gesù:
«Nessuno dei Principi di questo mondo l 'ha conosciuta [Gesù, Sapienza di Dio] ; se l 'avessero conosciuta, non avrebbero crocifisso il Signore della gloria» ( l Cor 2,8). Ma i «Principi di questo mondo vengono ridotti al nul la» (l Cor 2,6), sconfitti definitivamente da Gesù che
« ridurrà al nulla ogni Principato e ogni Potestà e ogni Potenza», e che regnerà quando avrà «posto tutti i ne mici sotto i suoi piedi» ( l Cor 1 5 ,24-25) 34• L' annientamento delle potenze celesti profetizzato da Isaia («
non darà la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte » (Mc 1 3 ,24-25).
33 «lo sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né Prin cipati, né presente né avvenire, né Potenze, né altezza né profon dità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dali ' amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore» (Rm 8,38-39; l Cor 1 5 ,26). Origene, Princ. , III, V, 5 -6. 34 Paolo afferma che Dio è con Gesù, in quanto <
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. . . e prevedono il tempo I primi cristiani ereditarono dal giudaismo anche la cre denza che, per il fatto di essere «Vicini agli astri e abi tare presso le nuvole», i demòni conoscessero in antici po i fenomeni meteorologici, e per questo potessero «promettere l 'arrivo delle piogge che già percepisco no»35. I demòni conoscevano i fenomeni atmosferici in quanto erano essi stessi a provocarli, come afferma Ori gene:
«Le opere dei demòni sono le carestie, la sterilità della vigna e degli alberi, la siccità, la corruzione dell 'aria che danneggia i frutti e che è causa talvolta di morte per gli animali e di peste per gli uomini. Artefici di tut te queste cose sono i demòni»36. La diffusa convinzione che «il diavolo stesso faccia con propria autorità tuoni, fulmini, tempeste e siccità» ven ne condannata come eresia dalla Chiesa solo nel 56 1 nel Sin odo di B raga in Portogallo37 • Ma nonostante questo, ancora nel sec. XIII, S. Tommaso nella sua po stilla al Libro di Giobbe afferma: « È necessario ammet
tere che, con il permesso di Dio, i diavoli possano cau sare perturbazioni atmosferiche, stimolare e convoglia re i venti e far cadere fuoco dal cielo»38, e nel Rituale Romano, rimasto in vigore fino al Concilio Vaticano Il, nella benedizione delle campane si chiedeva che fosse allontanata per mezzo della campana «ogni perturba
zione dello spirito maligno»39•
35 Tertulliano, Apologeticum, 22, 1 0,409 ; CSEL, 63. 36 Origene, Contro Celso, VIII, 3 1 . 37 VIII0 anatema. Denz. , 458. 38 Tommaso d ' Aquino, Expositio in Jobem, I, 3 . 3 9 Rituale Romanum, Tit. I X , cap. I X , n . 1 2, 566 (Ed. Juxta Typi cam 1 952).
4.
IL NOME DEI DEMÒNI
Abaddon Secondo Tertulliano «i demòni non hanno nomi propri, ma trovano il nome là dove vi è anche il pegno» 1 , cioè portano il nome della loro funzione. Così lo Sheol, che nell ' AT è indicato come la dimora dei morti (inferi), luogo di distruzione per eccellenza, era personificato in
Abaddon2, divinità infernale sottomessa a Dio: «Davanti a lui lo Sheol è nudo e senza velo Abaddon» (Gb 26,6)3; « Sheol e Abaddon sono davanti a Yahvé» (Pr 1 5 , 1 1 )4; «Lo Sheol e Abaddon non si saziano mai» (Pr 27 ,20) . Di questo misterioso personaggio si trovano tracce an che nel NT dove Abaddon è il nome dell' «angelo del l 'abisso» che capitana un esercito di mostruose terrifi canti cavallette che «avevano l 'aspetto di cavalli pronti
per la guerra. Sulla testa avevano corone che sembra vano d 'oro e il loro aspetto era come quello degli uomi ni. Avevano capelli come capelli di donne e i loro denti erano come quelli dei leoni. Avevano il torace simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali come rombo di
1 Tertulliano, De idolatria, 1 5 ,6. 2 Dalla radice ebraica 'bd che significa andare in rovina, perire. 3 Cf Gb 28,22; 3 1 , 1 2. 4 Cf Sal 88, 1 2.
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carri trainati da molti cavalli lanciati all 'assalto. Ave vano code come gli scorpioni, e aculei. Nelle loro code, il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. Il lo ro re era l 'angelo dell 'Abisso, che in ebraico si chiama Abaddon5, in greco Sterminatore»6 (Ap 9,7- 1 1 ).
Asmodeo, il demònio innamorato Per trovare il tennine demònio, sconosciuto nella lin gua ebraica, occorre cercare nella Bibbia greca, dove esso è utilizzato una sola volta per Asmodeo, sinistro personaggio marginalmente nominato nel Libro di To bia7. Il demònio Asmodeo8, che si è innamorato della bellis sima Sara elimina chiunque tenti di avvicinarla9 e le ha ucciso ben sette mariti nella notte delle loro nozze «pri
ma che potessero unirsi con lei come si fa con le mo gli» (Tb 3 , 8 ) . I l «cattivo demònio» venne cacciato d a Tobia, l ' ottavo pretendente di Sara, timoroso di fare la stessa fine degli altri mariti. Tobia, forte di una ricetta che gli era stata insegnata personalmente dall' angelo Raffaele 10, «prese
5 Gr. Abadd6n. 6 Gr. Apolly6n. 7 Il popolare racconto, scritto in greco nel 200 circa a.C. , non è stato accolto nella B ibbia ebraica né in quella delle Chiese della Riforma, così come il Libro di Baruc, dove appare il termine demòni: <>, è lo spirito nemico dell 'unione coniugale. 9 <> (Tb 6, 1 5). 10 «Quanto al cuore e al fegato, ne puoi fare sujfumigi in presenza di una persona, uomo o donna, invasata dal demònio o da uno spi rito cattivo e cesserà in essa ogni vessazione e non ne resterà più traccia alcuna» (Tb 6,8).
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dal suo sacco il fegato e il cuore del pesce e li pose sul la brace dell 'incenso» (Tb 8,2) . Il fetore nauseabondo del cuore e del fegato di pesce è insopportabile per que sto demònio dallo stomaco delicato, che fugge: «l 'odo
re del pesce respinse il demònio, che fuggì nelle regioni dell 'alto Egitto» . Qui viene catturato dall' angelo Raf faele, che «lo incatenò e lo mise in ceppi» (Tb 8,3) . In tutto il resto del libro non si trova più traccia del demònio, neanche quando Tobia ricorda la guarigione della moglie che viene attribuita all ' angelo Raffaele, il cui nome significa «Dio guarisce» (Tb 1 2,3) . Nel Talmud, Asmodeo diviene « il re dei demòni, inca ricato di tutto ciò che riguarda i numeri pari» 1 1 e nel Testamento di Salomone12 Asmodeo si descrive così :
«lo sono il famoso Asmodeo: io causo la cattiveria del! 'uomo per diffonderla nel mondo. Io sono sempre intento a fare complotti contro i giovani sposi; io distruggo la bellezza delle vergini e infondo nei loro cuori un grande freddo. Io diffondo la pazzia nelle donne per mezzo delle stelle e ho commesso un vulcano di omicidi» 1 3 •
Azazel e il capro espiatorio Nel Libro del Levitico si parla di Azazel, il cui nome si gnifica «Forte di El [Dio] », una personificazione di Azi zo, divinità pagana che proteggeva le carovane arabe nel deserto. Annualmente, il 1 0 di Tishri (settembre-ottobre) nel «giorno dell 'espiazione» 1 4, gli veniva inviato il capro 1 1 Pes., l l Oa. 12
Apoc rifo del I-III sec . d.C. 13 Test. Salomone, V, 7,8. 1 4 Ebr. Yom Kippur:
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sul quale il sommo sacerdote aveva caricato tutte le col pe del popolo:
«Il capro che è toccato in sorte ad Azazel sarà posto vi vo davanti a Yahvé, perché si compia il rito espiatorio su di lui e sia mandato poi ad Azazel nel deserto . . . Quel capro portandosi addosso tutte le loro iniquità in una regione solitaria, sarà lasciato andare nel deserto» (Lv 1 6, 1 0.22) . Il capro non viene né offerto né immolato, ma «manda to» ad Azazel15, che non appare come un essere quanto come un luogo dove il capro viene «lasciato andare»16 per scomparire definitivamente, lui e tutti i peccati. Negli Apocrifi, Azazel è il nome di uno degli angeli ri belli a Dio, in particolare è colui che «insegnò agli uo
mini a far spade, coltello, scudo, corazza da petto . . . tin gere e abbellir le ciglia». La conseguenza è che «vi fu grande scelleratezza e molto fomicare»17• Con un procedimento che sarà spesso usato dagli imba razzati traduttori in epoche più evolute, nella traduzione greca della Bibbia il nome Azazel viene completamente eliminato, mentre in quella latina viene sostituito con «capro emissario» (capro espiatorio).
1 5 «Non è il capro che viene donato a Azazel ma sono i peccati che gli vengono mandati; il capro porta e trasferisce il peccato con tut ti i mali che ne potrebbero derivare» Lattes D., Nuovo commento alla Torah (Roma: Carucci, 1 986) 39 1 . 16 All' espressione ebraica <<mandare ad Azazel» corrisponde l' ita liano «mandare al diavolo». Con questo significato si deve inter pretare l ' invettiva con la quale Paolo manda al diavolo due falsi maestri : <
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Draghi e mostri Solo in alcuni casi draghi e mostri presenti nella B ibbia ebraica, non sono stati resi con demònio, ma sono rima sti tali anche nelle successive traduzioni greche e latine, in quanto venivano presentati come esseri creati o co munque dominati da Dio: il Leviathan , Behémot, i l Drago e Rahab.
Leviathan Primordiale mostro marino dalle sette teste (Ap 1 2,3) della mitologia cananea, il Leviathan viene demitizzato e sottomesso al Signore, integrato nella creazione volu ta da Dio18, poi dominato, ucciso e eliminato definitiva mente da Yahvé:
«Hai schiacciato la testa dei draghi sulle acque. Al Le viathan hai spezzato la testa, lo hai dato in pasto ai mostri marini» (Sal 74, 1 4) ; «In quel giorno Yahvé punirà con la spada dura, gran de e forte, il Leviathan serpente guizzante, il Leviathan serpente tortuoso e ucciderà il drago che sta nel mare» (ls 27, 1 ). Nella traduzione greca e latina «Leviathan» viene spes so reso con «drago», termine adoperato anche per i ter ribili «mostri marini>> 1 9 dalle sette teste20 . I Padri della Chiesa non ebbero alcuna esitazione a ve dere nel «Leviathanldrago» il diavolo: «è certo infatti
che per dragone s 'intende il diavolo»21•
18 « Il Leviathan che hai plasmato perché i n esso [mare] si diverta» (Sal 1 04,26; Gb 3,8 ; 40,25 ). 19 Ebr. Tanninim. 20 Gb 7, 1 2; 26, 1 3 ; Sal 74, 1 3 ; 9 1 , 1 3 ; 148,7; Is 27, 1 ; 5 1 ,9; A m 9,3. 21 Origene, Princ. , I,V, 5 .
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Behémot22 Il Behémot viene considerato nella B ibbia come « la prima delle opere di Dio» (Gb 40, 1 9) che nessun uomo, se non il Signore, può domare:
«Ecco Behémot, che io ho creato al pari di te, mangia l 'erba come il bue. Guarda, la sua forza è nei fianchi e il suo vigore nei muscoli del ventre. Rizza ' la coda come un cedro, i nervi delle sue cosce s 'intrecciano saldi, le sue vertebre, tubi di bronzo, le sue ossa come spranghe di ferro . . . Chi potrà afferrarlo per gli occhi, prenderlo con lacci e forargli le narici ?» (Gb 40, 1 5 - 1 8 .24) . Behémot viene tradotto con bestia nella traduzione gre ca e conserva il suo nome nella latina, mentre diventa un . . ippopotamo (sic!) nella traduzione CEI. Padri della Chiesa e teologi non ebbero alcun dubbio nell ' identificare il diavolo anche con il Behémot23: «be .
stia perché rende gli uomini bestiali»24•
Drago Nel Libro di Daniele si legge che a B abilonia «vi era un gran drago» , che i babilonesi veneravano come «un dio vivente». Il drago verrà ucciso da Daniele: «Daniele prese allora pece, grasso e peli e li fece cuo cere insieme, poi ne preparò focacce e le gettò in bocca al drago che le inghiottì e scoppiò; quindi soggiunse: Ecco che cosa adoravate» (Dn 1 4,23-30) .
22
Dal plurale di behemah (bestia) è un superlativo che indica la be stia per eccellenza. 23 Agostino, La Città di Dio, XI,5. 24 Kramer H., Sprenger J., Quest. IV, 68.
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Rahab Tra le altre misteriose figure del male contenute nel l' AT, c ' è Rahab25, feroce mostro mitologico del mondo babilonese, sempre presentato come sconfitto dal Si gnore che «con forza agita il mare e con intelligenza doma Rahab» (Gb 26, 1 2) ; «Non hai tu forse fatto a pezzi Rahab, non hai trafitto il drago ?» (ls 5 1 ,9; 30,7) ; « Tu hai calpestato Rahab come un vinto» (Sal 89, 1 1 ) .
25 Dal significato incerto, forse feroce/arrogante.
5 . DÈI E DEMÒNI
Sàtiri Nel libro del Levitico si trova scritto che, contrariamen te ai pagani, gli israeliti «non offriranno sacrifici ai sà tiril » (Lv 1 7,7). Questi sàtiri erano divinità dei boschi dal corpo umano ma con orecchie, piedi e coda da capra, simili al dio
Pan. Nonostante la severa proibizione della religione ufficia le, tendente a imporre l ' idea di Yahvé quale unico Dio (Dt 6,4) , questi esseri , considerati divinità di rango in feriore, erano oggetto di culto2, come si trova scritto nel Secondo Libro delle Cronache, dove si legge che Gero boamo, primo re d' Israele dopo lo scisma (93 1 -9 1 0) ,
«aveva stabilito i suoi sacerdoti per le alture, per i sàti ri e per i vitelli che aveva eretti» (2 Cr 1 1 , 1 5) . L e rappresentazioni iconografiche del diavolo come or rido essere con il corpo per metà capra e per metà uomo, con coma, orecchie appuntite, barba, naso schiacciato, coda, si rifanno a questi sàtiri e in particolare al dio Pan.
1 Ebr. s e'irim, da sair, pelosi. Qualificati come demòni nel Talmud («Il sàtiro è un demònio», Sifr. Dt., 2 §306, 1 3 l b), nella traduzione gre ca i sàtiri divengono gli «dèi falsi» e in quella latina i «demòni» («Et nequaquam ultra immolabunt hostias suas daemonibus» ). 2 «Un tempo, per la vostra ignoranza di Dio, voi eravate sottomessi a divinità che in realtà non lo sono» (Gal 4, 8).
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Il dio della fortuna Nel processo di eliminazione di ogni divinità in com petizione con Yahvé, la traduzione greca ha degradato a demònio anche Gad, il dio della fortuna degli Ara mei , e il testo di Isaia 65 , 1 1 «preparate una tavola per Gad» , si trasforma in «preparate una tavola per il demònio» . Nella traduzione latina Gad prende il nome di Fortuna3 •
I demòni buoni Altri personaggi appartenenti alla mitologia orientale, il cui nome è tradotto abitualmente con demòni, sia nella traduzione greca sia in quella latina, sono gli shedim4, demòni buoni, gèni tutelari delle persone e delle case', o spiriti protettori delle aree sacre, raffigurati , simil mente ai cherubini6, come tori dalla testa umana.
3 << Qui ponitis Fortunae mensam».
4 Nella traduzione CEI gli shedim diventano <<demòni» nel Libro del Deuteronomio ( << hanno sacrificato ai demòni » , Dt 3 2, 1 7), e <
Dèi e demòni
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Demònio meridiano A volte un demònio può nascere per un errore di tradu zione. È il caso del Salmo 9 1 ,6 dove «Lo sterminio che devasta a mezzogiorno»1 è stato reso con l ' immagine poi diventata proverbiale, del «demònio meridiano» . Questa espressione l a s i deve a u n errore di traduzione dei Settanta. Infatti, anziché leggere il verbo «devasta re » (ebr. jashud) , lessero «demònio» (ebr. jeshed, da shedim), per cui si ebbe la traduzione greca «demònio», e «demònio meridiano» nella latina8•
7 Allusione agli spiriti maligni che causano torpore e sonnolenza. 8
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Demòni
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Nella babele delle traduzioni Il lavoro di traduzione dalla Bibbia ebraica è stato com piuto da numerosi sapienti che operavano spesso con cri teri differenti l ' uno dall ' altro, come si può notare dalla di versa traduzione di uno stesso termine da un libro all ' al tro. Inoltre in alcuni passaggi essi non si limitarono a tra durre, ma interpretarono, aggiungendo o correggendo il testo ebraico, come appare in Isaia
65 ,3 (LXX), dove il
rimprovero di Dio a quanti «offrivano incenso sui matto ni», diviene nel testo greco: «offrivano incenso ai demò ni». Nel libro di Isaia, il profeta descrive una B abilonia completamente devastata nella quale « Vi danzeranno i sà tiri» (Is
13,21). In questo caso sàtiri è stato tradotto con
«demòni» nella traduzione greca e «pelosi» nella latina. In Is
34,14 («Le fiere del deserto s 'incontreranno con scia
calli, i sàtiri si chiameranno l 'un l 'altro; vi faranno sosta anche le Lilith») le fiere del deserto vengono trasformate in «demòni» sia nella traduzione greca sia in quella latina Gli sciacalli diventano gli «onocentauri», mentre i sàtiri vengono tradotti in greco con «onocentauri» e in latino con <
9 Dal gr. Lamia («divoratrice» ). Divinità crudelissima, il suo volto era una maschera da incubo, in quanto poteva cavarsi gli occhi dal le orbite e rimetterseli poi dove voleva. Ritenuta divoratrice di fan ciulli, era uno spauracchio per i bambini .
6. LA NASCITA DEI DEMÒNI
Angeli lussuriosi Se nella B ibbia ebraica sono scarsi e scarni i riferimenti a personaggi del mondo mitologico, un grande cambia mento culturale avvenne negli ultimi secoli prima di Cristo sotto l ' influenza della cultura babilonese. E con il giudaismo, l ' epoca nella quale visse Gesù, la demo nologia palestinese ebbe una esuberante fioritura. Quel che però distinse la demonologia palestinese da quella dei circostanti paesi pagani fu l ' esclusione di ogni rapporto tra i demòni e le anime dei defunti 1 , do vuto in parte alla severa proibizione contenuta nella Bibbia della negromanzia, l ' arte di predire il futuro at traverso la comunicazione con gli spiriti dei mortF. An che se nonostante le severe proibizioni, la negromanzia era praticata, come dimostra l ' episodio in cui lo stesso re Saul, che «aveva bandito dal paese i negromanti e gli indovini», va a consultare lo spirito del profeta Sa muele attraverso una negromante3.
1 Giustino (autore cristiano del sec. Il) scriveva di «coloro che sono invasati dalle anime dei morti e da questi sbattuti, che sono chia mati da tutti indemoniati o furiosi» (l Apologia, 1 8) . 2 «Non v i rivolgete ai negromanti né agli indovini; non l i consultate per non contaminarvi per mezzo loro » (Lv 1 9 , 3 1 ; 20,6 .27 ; Dt 1 8, 1 1 ). 3 l Sam 28,3-25 ; 2 Re 2 1 ,6; Is 8 , 1 9.
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Demòni
Il totale silenzio della Bibbia sull' origine degli spiriti malvagi portò a s<;>stenere le più fantasiose interpretazio ni sulla nascita dei demòni . Tra le più conosciute c ' è quella che l i ritiene anime delle quali Dio non fece in tempo a creare i corpi per osservare il riposo del Sabato:
«Sono questi i demòni, di cui il Santo che benedetto sia, creò le anime; quando venne però a creare i corpi, os servò il Sabato e non li creò»4• Questi demòni vengono chiamati «nocivi»5 : «Fra i dieci oggetti creati alla vigilia del primo sabato figuravano anche i nocivi o spiriti malefici»6• Un ' origine abbastanza complicata dell a nascita dei demòni è quella che si legge nel Talmud secondo il quale «La iena dopo sette anni diventa un pipistrello,
il pipistrello dopo sette anni diventa un vampiro, il vampiro dopo sette anni diventa un 'ortica, l 'ortica dopo sette anni diventa un pruno, il pruno dopo sette anni diventa un demònio»7• Assente nella Bibbia, l ' origine dei demòni (e del diavo lo) veniva ricercata in miti e leggende popolari o attra verso la speculazione su alcuni passaggi particolarmen. te oscuri della S acra Scrittura, quali il cap. 6 cieì Libro della Genesi che si apre con questa immagine:
«Quando gli uomini cominciarono a moltiplicarsi sulla terra e nacquero loro figlie, i figli di Dio8 videro che le figlie degli uomini erano belle e ne presero per mogli quante ne vollero. Ber. R., VIII,5. Ebr. mazziquin, lett. «quelli che colpiscono/danneggiatori». P. Ab., 5,6. Baba Q., 1 6A. 8 Ebr. bene 'Elohìm. La tradizione ebraica vide nei «figli di Dio» gli angeli : «Molti angeli di Dio si unirono a donne e generarono fi gli orgogliosi, disprezzanti di ogni virtù, pieni di fiducia nella pro pria potenza; le stesse cose che i Greci attribuiscono ai giganti so no tramandate a proposito di costoro» (G. Flavio, Antichità Giu daiche, I, III, l ). 4 5 6 7
La nascita dei demòni
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Allora Yahvé disse: il mio spirito non resterà sempre nell 'uomo perché egli è carne e la sua vita sarà di cen toventi anni. C 'erano sulla terra i giganti9 a quei tempi - anche do po - quando (figli di Dio si univano alle figlie degli uo mini e queste partorivano loro dei figli: sono questi gli eroi dell 'antichità, uomini famosi» (Gen 6, 1 -4) 1 0 • Di questo riferimento mitologico ai giganti (i Titani nel mondo greco) 1 1 , gli scritti apocrifi tra il III e il II sec. a. C. si servirono per giustificare la nascita dei demòni, considerati figli degli angeli che non furono in grado di mantenere l ' alta dignità celeste per la quale erano stati creati :
«Ed ora i giganti che sono nati dal corpo e dalla carne sono chiamati, sulla terra, spiriti malvagi e la loro sede è in terra e dalla loro carne sono usciti spiriti malvagi, perché erano stati creati dali 'alto, il loro principio e il loro primo fondamento era dai santi angeli vigilanti (e) sono invece diventati sulla terra, spirito cattivo e son chiamati "spirito dei malvagi " » 1 2 • Nel Libro dei Vigilanti, viene specificato che questi an geli lussuriosi «erano in tutto duecento » , guidati da «Semeyaza che era il loro capo» . Costoro, imbattutisi nelle «ragazze di beli ' aspetto le videro e se ne innamo rarono, e disse ro fra loro : Venite, scegliamoci delle donne fra i figli degli uomini e generiamoci dei figli. . . esse rimasero incinte e generarono giganti la cui statu ra, per ognuno, era di tremila cubiti» 13• 9 Ebr. Nephilim. 1° Cf Sal 82,6-7 . 11 I primi esploratori della terra promessa assicurano di aver incon trato questi «giganti, i.figli di Anak, della razza dei giganti; di fron te ai quali ci sembrava di essere come locuste e così dovevamo sembrare a loro» (Nm 1 3 , 3 3 ; Dt 9,2). 12 Enoc, LV, XV, 8- 1 1 . 13 Enoc, LV, VI, l . 2; VII,2. La statura dei giganti era di circa 1 574 metri.
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Alcune residue tracce di queste leggende si trovano an che in due libri che ebbero molta difficoltà (fino al IV secolo) ad essere accolti nel NT proprio per il loro stretto legame con gli apocrifi: la Lettera di Giuda (te sto che cita liberamente apocrifi come l 'Assunzione di Mosé14, il Libro di Enoch e il Testamento dei Dodici Patriarchi) e la Seconda Lettera di Pietro :
«Il Signore, dopo aver liberato il popolo dalla terra d 'Egitto, fece poi morire quelli che non vollero credere, e tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del grande giorno gli angeli, i quali non conservarono il loro grado ma abbandonarono la propria dimora » (Gd 5-6);
«Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano pec cato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi del Tartaro tenendoli prigionieri per il giudizio» (2 Pt 2,4) . L' autore della Seconda Lettera di Pietro confina gli an geli ribelli nel Tartaro, dove Zeus aveva relegato i Tita ni ed erano finiti anche i Ciclopi, e venivano gettati gli uomini colpevoli per subire le torture più spaventose.
Demòni pedofili Nei primi secoli del cristianesimo, quando non era an cora chiara la distinzione tra testi ispirati e no, si ritene vano libri profetici appartenenti alla Sacra Scrittura an che gli apocrifi che contenevano le storie degli angeli decaduti, quali il Libro dei Vigilanti15 • Per questo anche i primi autori cristiani credettero nella leggenda degli
14 << Quando l 'arcangelo Michele, in contrasto con il diavolo, discu teva per avere il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole of fensive, ma disse: Ti condanni il Signore» (Gd 9). 15 Il Libro di Enoch sorto in ambiente farisaico attorno al II sec. a. C., venne considerato canonico nei primi tempi della Chiesa fino al III sec .
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angeli peccaminosi l6, come si legge nelle Apologie di Giustino, scritte nel II sec . :
«Affidò agli angeli, con u n suo ordine, la cura degli uo mini e delle cose poste sotto i cieli. Ma gli angeli tra sgredirono l 'ordine divino e scesero ad accoppiamenti con donne, da cui ebbero figli: e questi sono chiamati demòni» 17• Per Giustino, che non si pone neanche il problema di come abbiano potuto degli esseri incorporei come gli angeli unirsi sessualmente con le donne, questi demòni non solo continuarono come i loro padri a stuprare le donne, ma manifestarono anche tendenze pedofile:
«In tempi remoti gli spiriti malvagi assumendo sem bianze visibili stuprarono donne e corruppero fanciul li» 1 8. Questi spiriti malvagi, responsabili dei mali che afflig gono il genere umano, «seminarono tra gli uomini ecci di, guerre, adulteri, dissolutezze e ogni genere di mal vagità» 19. Comunque Giustino assicura che tutti i demòni saranno completamente annientati e distrutti da Gesù20• Anche Agostino, nella sua opera «La Città di Dio», cre de al peccato dei «figli di Dio» innamorati delle «figlie degli uomini», e sospira malignamente che «ancora
una volta troviamo la donna all 'origine di questo ma le»21 , sottolineando un aspetto che all ' autore del Libro 1 6 Atenagora difende l ' ispirazione del Libro dei Vigilanti assicuran do: <
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Demòni
della Genesi doveva essere sfuggito, che i figli di Dio
«presero ad amare quelle donne che erano di cattivi co stumi»22. L' ipotesi di un peccato sessuale compiuto dagli angeli fu abbandonata presto da molti Padri della Chiesa gre ca, che rifiutarono il contenuto del Libro di Enoc, ormai considerato non canonico. Essi finalmente obiettarono che non era possibile parlare di peccato carnale com piuto da esseri spirituali come erano gli angeli, e così si fece strada l ' ipotesi di un peccato di orgoglio o di ribel lione degli angeli contro Dio23• Tertulliano, che pur vede nella prescrizione di imporre alle donne il velo in testa24 una precauzione contro le voglie degli angeli concupiscenti25, ritiene che il pecca to degli angeli decaduti non fosse tanto quello della concupiscenza, quanto quello della loro invidia e gelo sia per la creazione di Adamo, che per questo inganna rono e fecero cadere26 • Nel Medioevo tali ipotesi trovarono definitivamente la lo ro sistemazione nella teologia di S . Tommaso27, che la Chiesa fece propria, perpetuando così nei secoli la cre denza dei demòni formatasi su leggende popolari e miti cresciuti al di fuori della Sacra Scrittura e del buon senso.
spetto di una piacente donna» (Ruffino, Historia monachorum, l). Nelle vite dei Santi Padri si legge che quando S . Antonio si metteva a dormire, il demònio gli faceva comparire una donna nuda (Anto nio, 5 , 848b). A S. Pacomio «mentre si apprestava a mangiare il suo pane, [i demòni] venivano sotto forma di donne nude, che si se devano a mangiare con lui» (Pacomio, Bo 2 1 , 93). 22 Città di Dio, XV, 22. 23 Crisostomo, In Joan. , horn. X V I , 4 ; A mbrogio, De Pa radiso 1 2,54. 24 «La donna deve portare sul capo un segno dell 'autorità a motivo degli angeli» ( l Cor 1 1 , I O). 25 Tertulliano, De virginibus velandis, 7,37. De Oratione, 22. 26 Tertulliano, De Patientia, 5 . 27 Tommaso d' Aquino, Sum. Theol. , I, q.2 1 .63.
La nascita dei demòni
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Lilith Nel Libro della Genesi fu ricercata anche l ' origine di Lilith (ls 34, 1 4 ), personaggio importante della mitolo gia babilonese e della demonologia giudaica. Il nome Lilith deriva da parola ebraica che significa notte28• Es sendo le tenebre il regno dei demòni, la notte venne personificata in un demònio. Questo demònio, zitella dalla lussuria insaziabile, con lunghi seducenti capelli29, appartiene alla categoria dei demòni succubi, che assalgono nel sonno l ' uomo quan do dorme solo, facendosi fecondare dal suo sperma, dal quale poi nasceranno altri demòni3°. Avverte il Talmud:
«Nessun uomo può dormire solo in una casa; chiunque dorme solo in una casa sarà preso da Lilith»3 1 • La leggenda di Lilith prende lo spunto dal Libro della Genesi, dove esistono ben due racconti della creazione della donna. Per questo i rabbini argomentavano che, di conseguenza, si doveva trattare anche di due distinte donne. Mentre nel primo racconto, frutto di una linea progres sista, si legge che «Dio creò l 'uomo a sua immagine; a
immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1 ,27), e quindi con pari dignità tra l ' uomo e la donna, nella seconda versione, nata in circoli più con servatori, la donna viene creata dalla costola tolta al l ' uomo : « Yahvé Dio plasmò con la costola, che aveva tolta all 'uomo, una donna» (Gen 2,22). Inoltre, poiché nella Genesi si legge che «Adamo aveva
28 Ebr. Lajelah. 29 Erub., l OOb; Nid. , 24b.
30 Detti lilim. Uno dei figli più celebri di Lilith è il demònio Hor min, le cui gesta vengono narrate nel Talmud (Baba B. , 73a). Era diffusa la credenza che molti aborti erano indubbiamente figli di Lilith, in quanto i bambini erano «provvisti di ali» (Nidda, 24b). 3 1 Shab., 1 5 l b.
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Demòni
centotrenta anni quando generò a sua immagine, a sua somiglianza, un figlio e lo chiamò Set» (Gen 5,3), nella speculazione rabbinica Lilith sarebbe stata la prima moglie di Adamo, quella con la quale visse questi 1 30 anni, ed Eva la seconda32. Sempre secondo questa teoria, prima di generare «Set, a sua immagine», Adamo generò altri figli, non a sua somiglianza, nel periodo in cui visse con Lilith e nac quero tanti demonietti : «Durante gli anni che fu sotto il bando, Adamo generò spiriti e demòni della notte » 33 Dio però li uccise e per questo Lilith, da allora, si ven dica strangolando i neonati prima dell ' ottavo giorno, quello previsto per la circoncisione34• I tratti lussuriosi e omicidi di Lilith contribuiranno nel medioevo a creare la figura della strega •
32 Eva nel frattempo non è stata inattiva: «Nei 130 anni che Eva vis se separata da Adamo, degli spiriti maschili entravano in caldo per lei ed essa generava da loro» (Ber. R., XX, I l ) . 3 3 Erub., 1 8b; «Degli spiriti femminili entravano in caldo per Ada mo e generavano da lui» (Ber. R., XX, I l ). 34 Gen 1 7 , 1 2. Un segno chiaro che Lilith si avvicina al neonato è che questi sta ridendo nel sonno : è il demònio, che in un sussulto di tenerezza, prima di strozzare il bambino, lo accarezza. Il mistero dell' alta mortalità dei neonati durante i primi giorni di vita aveva così una spiegazione.
7.
A
DEMONOLOGIA PALESTINESE
ognuno
il
suo
Nel Talmud così vengono descritti i demòni:
«Si dicono sei cose dei demòni: in tre essi sono come gli angeli del servizio ed in tre come gli uomini: come i primi hanno le ali e volano d 'una estremità all 'altra del mondo, conoscono l 'avvenire, conoscono i misteri ma dietro il velo; come gli uomini mangiano, bevono, fruttificano e si moltiplicano e muoiono» 1 • Ogni demònio ha un suo nome, la sua specializzazione e il suo campo d' azione. Esistono i demòni dei campP, que l l i dei c i m i teri , qu e l l i del l e ro v i n e . M e n tre i notturnP vengono dal deserto e i gèni o spiriti4 vengono dalle foreste, altri assalgono l ' uomo nel torpore meri diano5. Tutto quel che aveva cause inspiegabili per la cultura
1 Chag. , B 1 6a. Questa credenza era stata fatta propria pure dai cri stiani. Per Tertulliano i demòni hanno le ali, per questo «in un atti mo sono dappertutto. Il mondo intero è per loro un so/ luogo; è per loro altrettanto facile conoscere quanto annunciare ciò che avviene ovunque» (Apologeticum, XXII, 8 ) . 2 « C 'è chi dice che gli spiriti dei campi sono buoni perché non co noscono la sua indole [dell ' uomo] ; e c 'è chi dice che sono cattivi, perché non crescono con lui» (Ber. R. , XX, I I ) . 3 Ebr. Lilin. 4 Ebr. Shedin. 5 I pinaré.
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Demònì
dell ' epoca ed era sconosciuto all ' uomo veniva attribui to ali ' azione dei demòni che erano ritenuti responsabili di ogni comportamento strano dell' individuo. Così dal la licantropia6 al delirio causato dalla febbre alta7, dal l ' epilessia al sonnambulismo, tutto era ricondotto a un' azione demoniaca. Il mistero dell' ubriachezza veniva così attribuito all ' a zione del demònio Shimadon8, Dever è il demònio che causa la pestilenza, e Pahad la paura. La cecità viene causata da Shabriri9• L' insolazione viene personalizzata in Keteb Meriri10, orrendo demònio che « è pieno di oc
chi, di scaglie e di peli e ha sul cuore un occhio che è fatale per chi lo guarda » 1 1 ; va in giro dalle 1 0 alle 1 5 , nelle ore più calde della giornata, nel periodo delle tre settimane più torride dell ' anno 1 2 • L a credenza dell' influsso degli esseri demoniaci sulle malattie, dal giudaismo fu trasmessa anche ai cristiani . Nonostante la conoscenza medica negasse già da tempo con Ippocrate (IV sec . a. C . ) la dipendenza delle malat tie dai demòni, nel III secolo Origene, trattando della misteriosa ciclica ripetizione degli attacchi di epilessia, ancora ribadiva che questa doveva venire attribuita al demònio: « Il demònio infatti per far sorgere dicerie circa la luna, attaccava o lasciava tranquilli gli ossessi a seconda delle fasi lunari 1 3• È chiaro che non era la luna ad ave-
6 Dal greco lykos (lupo) e anthropos (uomo). 7 Plinio, massimo scienziato del suo tempo, parla dì un «demònio della febbre>>. Fìlostrato, Vita Apollonia, 4, 1 0 . s Ber. R., XXXVI, 3 . 9Pes., 1 1 2a; A . Z. , b. , 1 2b. 10 «Peste dolorosa>> (Dt 32,24; Sal 9 1 ,6). 11 L ament. R., a. l , 3 . 1 2 Tra il 1 7 tammuz (giugno/luglio) e il 9 dì a b (luglio/agosto). 13 Nel vangelo dì Matteo l ' epilettico viene chiamato «lunatico>> (Mt 1 7, 1 5 ), secondo la credenza che gli attacchi dì epilessia coincides sero con le fasi lunari .
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re influenza su di loro, in quanto ripeto, si trattava sol tanto di un effetto della malizia del demònio, che vole va attribuire alla luna il male che egli stesso compiva. Di qui era sorta quell 'erronea opinione tra persone senza senno, le quali pertanto chiamavano "lunatici " tali ossessi: ma ciò non è vero»14• La teoria della natura demoniaca dell ' epilessia veniva confermata ancora nel V secolo da Giovanni Crisosto mo :
«l medici possono tuttavia tentare una spiegazione natu rale [dell' epilessia] , poiché secondo la loro convinzione non agisce qui alcuno spirito impuro, bensì abbiamo un fenomeno di malattia del corpo. Nel loro modo naturale di spiegare le cose essi possono sostenere che l 'umidità si muove nella testa secondo una certa simpatia con la luce della luna, che ha parimenti una natura umida. Noi però crediamo al vangelo anche in ciò, che questa ma lattia è evidentemente provocata in chi ne sia affetto da uno spirito immondo, muto e cieco» 1 5 • Secondo il Talmud i demòni s i accaniscono s u alcune categorie di persone: « Tre p e rs o n e h a n n o b i s o g n o di p ro t e z i o n e [ d ai demòni] : l 'invalido, lo sposo e la sposa novelli. Secon
do altri la puerpera. Altri dicono: anche chi è in lutto, i discepoli dei saggi durante la notte» 1 6• Da questi pericoli nasce l ' uso dei parenti degli sposi di fare baccano per tenere lontani i demòni al momento delle nozze, e di cambiarsi d' abito per coloro che sono in lutto, per non farsi riconoscere dai demòni colpevoli della morte. Essendo la notte il regno dei demòni esiste esplicito il divieto di uscire di notte :
14 Origene, Com. Mat. , 1 3 ,6. 15
16
Crisostomo, Com. Mat. , 57,3 ( 1 7,20). Ber. , 54B .
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«I maestri insegnano: non uscire la notte a causa della moltitudine di demòni malfattori che hanno il potere di nuocere»17• E per maggiore prudenza «di notte è vietato salutare chicchessia per timore che possa essere un demònio» 18• Sempre d i notte è pericoloso bere:
«Nessuno deve bere acqua la notte di mercoledì o del sa bato; se la beve il suo sangue ricadrà sulla sua testa per il pericolo. Quale pericolo ? Uno spirito maligno» 1 9• In particolare sono due le notti della settimana estrema mente pericolose : « [Non uscire] né il mercoledì né il sabato notte, perché
Agrath, figlia di Mahlath, e diciotto miriadi di angeli devastatori vagano, e ognuno di essi è autorizzato a colpire»20.
Luoghi pericolosi L' azione di questi esseri nocivi si manifestava non solo la notte o in posti misteriosi e paurosi quali i cimiteri e i luoghi disabitatF 1 , ma tra gli ambienti a rischio il Tal mud aggiunge pure la latrina: «chi è modesto alla latri
na è libero da tre cose: serpenti, scorpioni, spiriti mali gni»22. In particolare si credeva che «a Tiberiade c 'era una latrina in cui, anche se vi andavano in due e anche di giorno venivano assaliti [dai demòni] »23 • A causa del pericolo di attacco demoniaco proprio du17
Pes. B., 1 1 2B . Sanh. , 44a. 1 9 Pes. , 1 1 2a. 20 Pes. B. , 1 1 2b. 21 I primi monaci cristiani nell ' intento di sfidare e combattere gli spiriti maligni fisseranno la loro dimora proprio nei luoghi dove credono di trovare molti demòni. 22 Ber. , 62A . 23 Ber. , 62A. 18
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rante la sosta nella latrina. nel Talmud vengono descrit te le precauzioni che prendeva un noto rabbino quando vi si doveva recare:
«Prima che Raba divenisse capo dell 'Accademia, sua moglie usava agitare dinanzi a lui una noce in una bot tiglia; ma in seguito quando fu presidente dell 'Accade mia, sua moglie, fattagli fare una finestra nel muro, gli poneva la mano sulla testa»24• Era inoltre convinzione diffusa che le ombre di certi al beri fossero un rifugio di demòni : «un sorbo situato presso una città non possiede meno di 60 demòni». Più rami ha un albero più pericolosa è la sua ombra. Ad ec cezione del corniolo perché spinoso:
« Un demònio femmina disse al figlio: Vola via dal corniolo, perché uccise tuo padre e ucciderà anche te »25.
Ricette & Esorcismi Secondo il Talmud i demòni sono numerosissimi :
«
24 Ber. , 62A.
Pes. , 3 B . 2,5 litri . 27 Tanch. Mishp . , 1 9. 25
26 1 qab
=
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logorano perché quelli vi si strusciano contro; i piedi vengono pestati da loro»28• Per difendersi da questo sovraffollamento di demòni29, nel Talmud sono prescritti alcuni infallibili esorcismi tanto complessi quanto impraticabili, di modo che la lo ro inefficacia non era da imputare all ' esorcismo, ma al la sua imperfetta o incompleta pratica:
«Se uno viene morso da un cane sospetto di essere in demoniato deve prendere una pelle di iena maschio e scriverei sopra: "Io x, figlio di y, scrivo su una pelle di iena maschio, riguardo a te: 'kanti kanti kleros jah }ah. Signore degli eserciti, Amen amen Selah ' ". Si spogli delle sue vesti, le seppellisca in una tomba per 12 mesi, le tolga, le bruci in un forno e disperda le ceneri sulla via maestra. Durante questi 12 mesi, quando beve ac qua, la beva soltanto in un tubo di rame, per timore di vedere [nell' acqua] l 'immagine di un demònio, espo nendosi ad un pericolo»30• Per chi si accontentasse soltanto di vedere i demòni , il Talmud prescrive:
«Chi desidera vederli, deve prendere la placenta di una gatta nera, figlia di una gatta nera, primogenita di una primogenita, la arrostisca al fuoco, la polverizzi, se ne riempia gli occhi e li vedrà»3 1 • L' effetto è assicurato. Per chi desiderasse soltanto conoscere se è stato visitato da qualche demònio, la ricetta è meno complicata: «Chi
desidera vedere le loro orme, prenda della cenere sfac ciata e la sparga intorno al proprio letto. Al mattino ve drà qualcosa simile alle orme di un gallo»32• 28
Ber. , 6A. 29 Rabbi Jochanna assicura che solo in Sichnin, città della Galilea, vi sono trecento specie di demòni maschi (Git. , 68a). 30 Yoma, 38B. 3 1 Ker., 6A. 32 Ber. , 6A. Il gallo era considerato un demònio poiché cantava di
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Il cristianesimo ereditò la credenza che «ogni specie di demòni ha una particolare affinità con ogni specie di animali. Per questo entrano nei più rapaci e feroci ani mali e anche tra i più astuti»33• In particolare erano considerati demoniaci quegli animali che nella Bibbia venivano dichiarati impuri (Lv 1 1 )34• Questa credenza nei demòni era talmente diffusa anche nelle classi colte, che lo storico Giuseppe Flavio, con temporaneo ali' epoca del NT, descrivendo la reggia di Erode a Macheronte, afferma che nei pressi vi cresceva una radice «color rosso fiamma che non si lascia affer
rare: sfugge e non si ferma se non dopo che le si versa sopra urina di donna o sangue mestruale». Lo storico afferma che pur con tutti i pericoli che questa radice comporta («chi la tocca muore senza scampo») «essa è
assai ricercata per un 'unica sua proprietà: infatti basta solo avvicinarla a chi ne è afflitto per liberar/o imme diatamente dai cosiddetti demòni, i quali sono spiriti di uomini malvagi che penetrano nei corpi dei viventi e li uccidono se non li si soccorre»3 5 •
notte, ed è questo il motivo per il quale canterà al momento in cui Pietro tradirà Gesù : « Gli disse Gesù: In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte » (Mt 26,34.74). 33 Origene, Contro Celso, IV, 92.93. 34 Nella lista è presente pure « la lepre, perché rumina» ! (Lv 1 1 ,6). Prima della riforma della Liturgia voluta dal Concilio Vaticano Il, nella benedizione dei campi nel Rituale Romano si chiedeva al Si gnore di proteggere i campi dall ' infestazione dei demòni : «Te roga mus. . . ut hos campos. . . benedicere, conservare et ab omni daemo num infestatione custodire digneris» (Rituale Romanum, tit. IX, cap. VI, n . 1 9, 502) . 35 Guerra Giudaica, VII, 6,3.
8 . IL DEMÒNIO
NEL NUO VO TESTAMENTO
La vittoria di Gesù La certezza di avere per Padre un Dio che si prende cu ra degli uomini e li difende1 , e l ' assicurazione fatta da Gesù della sua completa vittoria su ogni forza maligna2, fanno sì che nell' annuncio della buona notizia sia del tutto assente la paura dei demòni, che nel NT ricoprono un ruolo molto marginale. I demòni si trovano citati complessivamente 23 volte nel vangelo di Luca, 1 1 in Matteo e Marco e 7 in Gio vanni [Tav. IV] , vangelo nel quale il tema degli inde moniati è completamente assente, come nel resto del NT3. Nei vangeli satana, diavolo, demòni e spiriti immondi non sono mai impegnati a far cadere in peccato gli uo mini (a questo ci pensano loro stessi senza bisogno di alcuna sollecitazione) , ma si dedicano a impedire l' ac coglienza di Gesù e del suo messaggio di liberazione. Con l ' espressione «avere un demònio» non si indica nei vangeli una possessione diabolica, ma la pazzia: « Ven-
1 «Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non a b biate dunque paura: voi valete ben più di molti passeri!» (Mt l 0,30-3 1 ). 2 <
Il demònio nel Nuovo Testamento
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ne Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono ha un demònio» (Mt 1 1 , 1 8 ; Le 7,33). Le poche volte che nel vangelo di Giovanni compaiono le parole demònio e indemoniato è per attribuirle alla follia di Gesù :
« Gli risposero i Giudei: Non diciamo con ragione noi che sei un samaritano e hai un demònio ? Rispose Ge sù: Io non ho un demònio, ma onoro il Padre mio e voi mi disonorate. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca e giudica. In verità, in verità vi dico: se uno os serva la mia parola, non vedrà mai la morte. Gli rispo sero i Giudei: Ora sappiamo che hai un demòn io. Abramo è morto» (Gv 8,48-52) ; «Molti di essi dicevano: Ha un demònio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare ? Altri invece dicevano: Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demònio aprire gli occhi dei ciechi ?» (Gv 1 0,20.2 1 ) . Nel resto del NT il termine demònio appare solamente 1 0 volte [Tav. V] , mentre una sola volta compare il ter mine «demoniaco» :
«Non è questa la sapienza che viene dall 'alto: è terre stre, materiale, demoniaca» (Gc 3 , 1 5 ). Al di fuori del NT, nei primi scritti cristiani, con il ter mine demònio vengono indicate le passioni negative degli uomini :
«La maldicenza è un demònio inquieto che non sta mai in pace e attecchisce sempre tra le discordie»4; « Un gran demònio è l 'arroganza e la vana presunzio ne! »5• Più tardi Evagrio Pontico identificherà i demòni con i pensieri malvagi6, cioè i vizi capitali, catalogando gli
4 Il Pastore, II Prec. XXVII , 3 . 5 I l Pastore, Sim. XCIX (22) , 3 . 6 Gr. logismoi. «Immagini» ovvero fantasmi c h e si creano nella mente dell ' uomo.
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Demòni
stessi in otto demòni, incaricati rispettivamente della gola, fornicazione, avarizia, tristezza, collera, accidia, vanagloria, superbia7•
Spirito impuro Marco è l ' evangelista che più degli altri rende il concet to di demònio con l ' espressione «spirito impuro»8, che nell' AT compare unicamente in un passo del profeta Zaccaria9• Essere impuro o immondo è la condizione che ostacola la comunicazione con Dio, il tutto puro. Tutti i fenome ni relativi alla nascita10, alla morte 1 1 , alla vita sessuale rendono l ' uomo impuro12• Lo spirito è una forza esterna all ' uomo. Se questi lo ac cetta, il suo influsso agisce nella sua interiorità. Quando questa forza procede da Dio viene definita santa (Spiri to santo), quando proviene da elementi contrari a Dio è ritenuta una forza impura 1 3• Mentre l ' accoglienza dello Spirito santo trasporta l ' uo mo nella sfera del divino (vita), lo spirito impuro rende incapace l ' uomo di entrare nella sfera divina e lo in chioda in quella della morte. La differenza tra l ' uomo posseduto da uno spirito im-
7 Evagrio, Sugli otto spiriti di malizia, PG 26,848b; 23, col. 877a. Praktik6s 6. 8 Gr. pneuma akatharton. 14 volte in Mc contro le 2 di Mt e le 6 di Le (Tav. VI). 9 «
Il demònio nel Nuovo Testamento
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puro e l' indemoniato sta nel fatto che, mentre i l primo manifesta questa sua condizione solo in particolari cir costanze'\ lo stato dell' indemoniato è evidente, conti nuo e conosciuto dalla gente15• Nei vangeli si parla inoltre dei «sette spiriti peggiori» :
« Quando lo spirito impuro esce dall 'uomo, s i aggira per luoghi deserti cercando sollievo, ma non ne trova. Allora dice: Ritornerò nella mia casa, da cui sono usci to. E, tornato, la trova vuota, spazzata e adorna. Allora va, prende con sé altri sette spiriti peggiori di lui ed en trano ad abitarvi; e l 'ultima condizione di quell 'uomo diventa peggiore della prima» 16• Questi «sette spiriti peggiori » 1 7, associati allo spirito impuro, rappresentano nel Testamento di Ruben 1 8 i sette vizi, chiamati gli «spiriti dell 'errore » : «Il primo è l o spirito dell 'impudicizia. Il secondo è lo spirito di ingordigia. Il terzo è lo spirito di contesa. Il quarto è lo spirito di compiacenza. Il quinto è lo spirito di superbia. Il sesto è lo spirito di menzogna. Il settimo è lo spirito di ingiustizia. A tutti questi è legato lo spirito del sonno, che è spirito di inganno e di immaginazione»19• Infine nel N T viene nominato cinque volte l o «spirito cattivo»20 (Tav. VII).
1 4 Mc 1 ,23-24. 1 5 Mc 5 , 1 - 1 8 . 1 6 Mt 1 2,43 -45 ; Le 1 1 ,24-26. 1 7 Sette sono anche i demòni usciti da <<Maria detta la Maddalena» (Le 8,2). 18 Apocrifo del I sec . a.C. 1 9 Test. Ruben, 3 ,2-7 . 20 Gr. pneuma to poneron.
Demòni
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Mamòn Senza essere qualificato come demònio, nella B ibbia si parla di «mamon» , termine ebraico che designa la ric chezza: «Beato il ricco, che si trova senza macchia e che non corre dietro a mamon» (Sir 3 1 , 8 ) . Gli evangelisti si approprieranno di questa immagine per indicare l' assolu ta opposizione tra la fiducia posta in Dio e quella posta nell'accumulo dei beni: «Non potete servire Dio e mam mona» (Mt
6,24)21 •
Nell'apocrifo Atti di Giovanni, mam
mona è chiaramente identificato in un demònio: « Chi ama il denaro è servo di mammona. Mammona è infatti il nome di un demònio patrono dei guadagni materiali e domina coloro che amano il mondo» (3,5).
Esorcismi ? L' estrema sobrietà dei testi del NT riguardo ai demòni poco o nulla ha potuto contro la superstizione e le cre denze nel mondo degli spiriti . Se nel sec . II per Massimo di Tiro i demòni esistenti nel mondo erano 30.000, nei secoli successivi raggiunsero un numero spropositato. Nel sec. XV, basandosi sull' affermazione dell' Apoca lisse che «il drago rosso, con sette teste e dieci corna» con « la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra» (Ap 1 2,3-4), i demòni venivano calcolati in 7 .405 . 926 per infine arrivare a ben 1 3 3 .306.66822• In un mondo che si riteneva completamente infestato dai demòni, la Chiesa, in assenza di conoscenze medi21 22
Le 1 6,9. 1 1 . 1 3 .
Il complicato calcolo è opera del francescano Alfonso de Spina ( 1 430- 1 49 1 ) nel suo libro Fortalicium Fidei. Secondo questo autore il numero degli angeli era di quattrocentomilioni.
Il demònio nel Nuovo Testamento
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che, accolse la credenza dei demòni, sviluppando attra verso la pratica degli esorcismi una sorta di psicotera pia, da essa controllata. L' ordine dell ' esorci stato , ri masto in vigore fin o al 1 972, venne abolito da Paolo VP3 • Secondo il docu mento vaticano Fede cristiana e demonologia, questo provvedimento «obbliga a constata re che la Chiesa,
non facendo più di questo ministero una funzione speci fica, non riconosce più agli esorcismi l 'importanza che avevano nei primi secoli»24• Attualmente il potere di esorcistato non viene conferito più a tutti i preti ordinati , come avveniva prima del Concilio Vaticano Il, ma è un servizio, senza alcun rito particolare che lo conferisca, del quale i vescovi incari cano un prete della propria diocesi per discernere i casi di persone che si ritengono possedute dal demònio e normalmente dirottarle da un bravo psicologo25. La riforma liturgica del 1 970 ha abolito nel messale ro mano ogni riferimento al diavolo nella preghiera che veniva recitata all' offertorio nella messa per i defuntF6• Il battesimo è l' unico sacramento a prevedere un rito di esorcismo, molto ridimensionato rispetto ai vecchi esor cismi27, e nel rito è stato eliminato ogni accenno a una possessione diabolica dalla quale liberare il battezzato.
23
Ma nella Chiesa anglicana era stato soppresso già dal 1 550. FCeD: EV 5/ l 3 84. 25 « Quando si parla di un possibile intervento diabolico, la Chiesa fa sempre posto, come per il miracolo, alla esigenza critica. In tale materia essa esige riserva e prudenza. È facile infatti cader vittime dell 'immaginazione, lasciarsi sviare da racconti inesatti, malde stramente trasmessi o abusivamente interpretati. In questi come in altri casi, è necessario esercitare il discernimento e lasciare spazio alla ricerca e ai suoi risultati» (FCeD: EV 5/ l 39 1 ). 26 «Libera animas omnium fidelium defunctorum de poenis inferni, et de profundo lacu: libera eas de ore leonis, ne absorbeat eas tar tarus, ne cadant in obscurum» (Messale di S. Pio V). 27 /. 0. 11,62.63. 24
EXCURSUS
E LUCIFERO ?
Nella Bibbia è assente la leggenda di Lucifero, il bellis simo angelo caduto a causa del suo orgoglio e della sua superbia e degradato per sempre a orrendo diavolo. È in un testo apocrifo dei primi secoli del cristianesi mo, il Libro dei segreti di Enoc, che affiora l ' idea di un peccato di orgoglio 1 da parte di un arcangelo (ancora anonimo) il terzo giorno della creazione:
«Ma uno dell 'ordine degli a rcangeli, allontanandosi con la schiera ai suoi ordini, concepì un pensiero im possibile: collocare il suo trono al di sopra delle nubi che stanno sopra la terra per poter così eguagliarsi con la mia forza. Io allora lo scagliai dall 'alto insieme ai suoi angeli e lui rimase volando nell 'aria sopra l 'abis so»2. Nella Vita latina di Adamo e Eva3 questo arcangelo prende il nome Satana. Lui stesso narra la sua caduta che però non precede, ma segue la creazione di Adamo:
«
1 Un' allusione al peccato d' orgoglio è contenuta nel NT nelle istru zioni ai candidati all' episcopato: «Inoltre non sia un convertito da poco tempo perché accecato dall 'orgoglio, non cada nella stessa condanna del diavolo>> ( l Tm 3 ,6). 2 Libro dei segreti (Enoc slavo), 1 1 ,3 8-40. 3 Apocrifo del I sec.
E Lucifero?
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splendore che avevo in mezzo agli angeli; per tua colpa fui gettato a terra. . . Il giorno in cui tu fosti creato m i portarono alla presen za di Dio . . . quando Michele4 ti trasse e volle che ti ado rassimo davanti a Dio e Dio disse: Ecco che ho fatto Adamo a nostra immagine e somiglianza. Allora uscì Michele convocò a tutti gli angeli e disse: Adorate l 'im magine del Signore Dio. Io risposi: No, non vedo per ché devo adorare Adamo. E siccome Michele mi forza va ad adorarti gli risposi: Perché mi obbliga ? Non vo glio adorare a uno inferiore a me perché io sono la pri ma di ogni creatura e prima che lui fosse fatto io già ero stato creato. Lui deve adorare a me e non il contra rio. All 'udire questo il resto degli angeli che stavano con me si rifiutarono di adorarti. Michele insistette: Adora l 'immagine di Dio. Io replicai: Se ti infuri con me io porrò il mio trono al di sopra degli astri del cielo e sarò somigliante all 'Altissimo. Il Signore Dio si indi gnò contro di me e ordinò che mi cacciassero dal cielo e dalla mia gloria con i miei angeli. Di questa maniera fummo espulsi per tua colpa dalle nostre dimore e get tati in terra»5• L' origine della leggenda di Lucifero nasce nei primi tempi del cristianesimo dalla fusione di due testi distin ti dell' AT: la satira contro Nabucodònosor (o Naboni de) re di Babilonia, da parte del profeta Isaia, e quella contro Et-B aal II re di Tiro, da parte di Ezechiele. In questi testi le satire sono rivolte a uomini reali e non a creature angeliche:
« Come mai sei caduto dal cielo stella del mattino, fi4 Michele (ebr. mika 'el, « Chi è come Dio») è l ' angelo protettore di
Israele. Neli ' AT è menzionato solo nel Libro di Daniele dove è de finito «uno dei primi prìncipi», contrapposto al «Principe del regno di Persia» (Dn 1 0, 1 3 . 20-2 1 ; 1 2, 1 ), titolo dell' angelo protettore di quel regno. Per il NT cf Gd 9 ; Ap 1 2,7. 5 Vita latina di Adamo e Eva, 1 2- 1 6.
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Excursus
glio dell 'aurora come mai sei stato steso a terra, signo re dei popoli ? Eppure tu pensavi: salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il mio trono, dimorerò sul monte dell 'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi, mi farò uguale ali 'Altissimo. E invece sei stato precipitato nello sheol, nella profondità dell 'abisso» (ls 1 4, 1 2- 1 5). «Mi fu rivolta questa parola da Yahvé: Figlio dell 'uomo parla al principe di Tiro: Dice Yahvé Dio: Poiché il tuo cuore si è insuperbito e hai detto: Io sono un dio, siedo su un seggio divino in mezzo ai mari, mentre tu sei un uomo e non un dio, hai uguagliato la tua mente a quella di Dio, ecco, tu sei più saggio di Daniele!, nessun segreto ti è nascosto. Con la tua sag gezza e il tuo accorgimento hai creato la tua potenza e ammassato oro e argento nei tuoi scrigni; con la tua grande accortezza e i tuoi traffici hai accresciuto le tue ricchezze e per le tue ricchezze si è inorgoglito il tuo cuore. Tu eri un modello di peifezione, pieno di sapienza, per fetto in bellezza; in Eden, giardino di Dio, tu eri coper to d 'ogni pietra preziosa: rubini, topazi, diamanti, cri sòliti, ònici e diaspri, zaffiri, carbonchi e smeraldi; e d 'oro era il lavoro dei tuoi castoni e delle tue legature, preparato nel giorno in cui fosti creato. Eri come un cherubino ad ali spiegate a difesa; io ti posi sul monte santo di Dio e camminavi in mezzo a pietre di fuoco. Peifetto tu eri nella tua condotta, da quando sei stato creato, finché fu trovata in te l 'iniquità. Crescendo i tuoi commerci ti sei riempito di violenza e di peccati; io ti ho scacciato dal monte di Dio e ti ho fatto perire, cherubino protettore, in mezzo alle pietre di fuoco. Il tuo cuore si era inorgoglito per la tua bellezza, la tua saggezza si era corrotta a causa del tuo splendore: ti ho gettato a terra e ti ho posto davanti ai re che ti ve dano. Con la gravità dei tuoi delitti, con la disonestà
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del tuo commercio hai profanato i tuoi santuari; perciò in mezzo a te ho fatto sprigionare un fuoco per divorar ti. Ti ho ridotto in cenere sulla terra sotto gli occhi di quanti ti guardano. Quanti fra i popoli ti hanno cono sciuto sono rimasti attoniti per te, sei divenuto oggetto di terrore finito per sempre» (Ez 28, 1 -5 . 1 2- 1 9). Questi due testi vennero fusi e interpretati alla luce del l' affermazione di Gesù che si legge nel vangelo di Lu ca: « Vedevo il satana cadere dal cielo come una folgo re» (Le 1 0, 1 8)6 • La caduta dal cielo del satana, che l ' e vangelista pone in relazione all ' esito favorevole della missione dei discepoli, venne retrodatata da molti Padri della Chiesa agli inizi della creazione. Il nome «Lucifero » , applicato al diavolo, fu assunto dalla satira di Isaia. Mentre la Bibbia greca (LXX) rese il testo ebraico di Isaia 1 4, 1 2 «astro figlio dell 'alba»7 con «stella del mattino»8, la traduzione latina ( Vulgata) lo indicò con «Lucifer»9, che significa «portatore di lu ce» (Gb 3 8,32) 1 0 • Lucifero (o Fosforo) è l ' attribuzione data alla prima stella della sera, il pianeta Venere, che secondo la mito logia greco-romana era Espero, il figlio di Zeus che Afrodite, colpita dalla sua bellezza, rapì e trasformò nella stella più brillante, quella che si illumina per pri ma la sera e per ultima scompare al mattino. In un mondo dove anche le stelle erano animate 1 1 e 6 Non cade un <
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Excursus
considerate creature angeliche, la «stella del mattino» e l ' «aurora» sono figure divine, la cui origine si ispira ad antichi miti di poemi religiosi dei Fenici e dei Cananei. Il primo autore cristiano al quale si deve l ' identificazio ne chiara del diavolo con Lucifero nella Chiesa di lin gua greca è Origene. Nei suoi scritti egli unisce la satira di Isaia contro il re di Babilonia (ls 1 4, 1 2- 1 3) con quel la di Ezechiele contro il principe di Tiro, (Ez 28, 1 - 1 9) e fa dei due personaggi uno solo: Lucifero, l ' angelo deca duto 1 2 :
«R_iteniamo perciò che tali parole siano dette di un an gelo cui era toccato l 'ufficio di provvedere alla gente di Tiro e di prendersi cura anche delle loro anime» 1 3 ; «Si vede chiaramente anche in questo passo che è caduto dal cielo colui che prima era Lucifero e sorgeva al mat tino. Se infatti, come alcuni credono, egli era natura di tenebre, come avrebbe potuto esser detto Lucifero . . . Così anche questo una volta e ra luce, prima che preva ricasse e cadesse in questo luogo e la sua gloria si tra mutasse in polvere, ciò che è proprio degli empi - come dice anche il profeta - per cui fu chiamato anche prin cipe di questo mondo, cioè di questa dimora terrena. Infatti egli esercita il dominio su quanti hanno seguito la sua malvagità, poiché tutto questo mondo (per mon do qui indico la terra) è in potere del maligno, cioè di questo apostata. Che costui sia apostata dice anche il Signore in Giobbe: "Prenderai con l 'amo il dragone apostata " 14: è certo che per dragone s 'intende il diavo lo» I s .
sobbedito a l loro creatore e quindi sono punite e imprigionate per diecimila anni : «questa è la prigione delle stelle del cielo» (L. V., XVIII, 1 2- 1 4 ). 1 2 Ori gene, Exhort. ad mart., 1 8 ; Princ., V, 4-5 ; Horn. in Ez. , XIII, 1 -2. 1 3 Origene, Princ. , I,V,4. 1 4 Il testo di Gb 40,25 è: <
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Questa fusione di testi differenti, operata da Origene, fu la base per la leggenda, che ben presto si trasformò in in discussa tradizione, di Lucifero, angelo superbo che Dio punì trasformandolo nel diavolo per eccellenza. Per giu stificare questa trasformazione di un angelo in un diavo lo, in un testo attribuito a Origene, si trova scritto che:
«Prima dei secoli tutti gli spiriti puri, demòni, anime e angeli, servivano Dio e compivano i suoi comandamen ti. Il diavolo, che era uno di essi, volle opporsi a Dio e Dio lo rigettò. Tutte le altre potenze caddero con lui. Quelle che avevano molto peccato divennero dei demò ni; quelle che avevano meno peccato furono gli angeli. Rimasero le anime, che non avevano peccato abbastan za per divenire dei demòni e non erano abbastanza leg gere per essere degli angeli» 16. Per Girolamo (sec. IV), « Origene fa una confusione di stati: un arcangelo può diventare un diavolo e, vicever sa un dia volo può diventare un angelo . . . Pe rsino i demòni e prìncipi delle tenebre in un qualche mondo o in alcuni dei mondi potrebbero diventare uomini se vo lessero convertirsi a una vita migliore; ritornerebbero così al loro antico Principio» 1 1• Girolamo demolì le tesi espresse da Origene come «idee da detestare» e « ragionamenti blasfemi» 1 8, e la Chiesa rigettò la teoria di Origene della « restaurazio ne» 19 di tutte le cose, con la possibile redenzione anche di Lucifero che, secondo Origene «sarà dunque distrut-
16 Origene, Princ. , I, 8, 1 , [ed. Koetschau] . La paternità del passo è discussa e sembra debba attribuirsi al De sectis dello Pseudo Leon zio (PG LXXXVI, 1 265 ). 1 7 Girolamo, Lettera CXXIV ad Avito. 1 8 /bid. 19 Gr. apocatastasi. << Gesù deve essere accolto in cielo fino ai tempi della restaurazione [apokatastaseòs] di tutte le cose, come ha detto Dio fin dall 'antichità, per bocca dei suoi santi profeti» (A t 3,2 1 ).
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Excursus
to, non per non esistere più, ma per non esistere più in quanto nemico e morte»20• Pur contestando le argomentazioni di Origene, fu pro prio Girolamo, nella Chiesa di lingua latina, il primo a rendere possibile l ' identificazione di Lucifero con il diavolo. Commentando il testo di Isaia 14, 1 2, Girolamo cadde in un errore di traduzione. Infatti anziché leggere il verbo ebraico helellsplendere, lesse jalallurlare. Gra zie a questa errata interpretazione, Girolamo fece di Lucifero l ' angelo decaduto che urla la sua disperazione per la perdita del suo splendore originario2 1 • Da quel momento sia nella Chiesa di lingua greca sia nella latina «Lucifero» divenne il nome indiscusso del diavolo. Nella tradizione popolare il gran successo della leggen da dell' angelo caduto ebbe come conseguenza la fine della chiara distinzione presente nella Bibbia tra il sata na/diavolo e il demònio, e i tre termini vennero unifica ti in uno solo, quello di Lucifero, il demònio che diven ne il Satana, il diavolo per eccellenza. Nel sec . VI papa Gregorio Magno rielaborò tutti questi dati riguardanti il diavolo e nelle sue opere principali22 pose le basi per una concezione della demonologia che incise profondamente nel pensiero dei secoli successivi. Per Gregorio era ormai chiaro che il diavolo era un an gelo creato da Dio e poi decaduto: Dio «creò dapprima l 'angelo che fece superiore agli altri angeli», e que st' angelo «si rivoltò contro la gloria del suo creatore e
precipitò giù»23 •
20 Origene, Princ. , III,6. Com. !oh., VI, 295-296; Com. Mat. , XIII, 1 7 . L' idea di una salvezza del diavolo si trova pure i n Clemente Alessandrino (Stromata, I, 1 7,83). 2 1 Girolamo, Comm. in fs., V, 1 4 : PL 24, 1 6 1 . 22 Moralia e Dialoghi. 23 Gregorio, Moralia, 32.23; 34,2 1 .
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Per Gregorio non creava alcun problema neanche l ' e nigmatica figura del Leviathan o quella di Behémot, che vede come immagini del diavolo24• L' unico imbarazzo papa Gregorio lo ebbe riguardo all ' uso del nome del diavolo, Lucifero, che adoperò poche volte in quanto nell' Apocalisse è anche il nome di Cristo (Ap 22, 1 6)25 • Una sola incertezza rimane nelle opere di Gregorio Ma gno e dei successivi teologi : se i demòni gironzolino sulla terra o se siano confinati sottoterra, il luogo rite nuto più lontano dal cielo26• Se vagano sulla terra non possono essere puniti da Dio; se sono sottoterra, non si capisce come possano tentare gli uomini . . .
Anche Gesù è Lucifero Nell ' AT la «stella del mattino», che una tradizione rite neva essere stata la prima creazione di Dio (Sal 1 1 0,3), è un titolo adoperato per simboleggiare lo splendore morale di «Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote», paragonato alla «stella del mattino in mezzo alle nubi» (Sir 50, 1 -6). Il nome Lucifero quale «portatore di luce», fu nei primi secoli cristiani un titolo di Gesù, e nel NT la «stella del mattino» è una delle immagini del Signore27, che nel li bro dell ' Apocalisse Gesù applica a se stesso: «lo, Gesù
sono la radice e la stirpe di Davide, la stella radiosa del mattino» (Ap 22, 1 6; 2,28). Nell' Exultet, il gioioso canto della notte pasquale, la li turgia latina celebra Cristo quale «Lucifer matutinus. . .
24 lbid. , 4,9; 32,23 ; 34,6. 25 lbid. , 29,3 2 . 26 fbid. , 2 20.47 ; 26, 1 7 . 27 «Finché non spunti i l giorno e la stella del mattino sorga nei vo stri cuori» (2 Pt 1 , 1 9) . Anche Maria è chiamata «Stella del matti no» nelle Litanie Lauretane. ,
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Excursus
Lucifer qui nescit occasum» (Lo trovi acceso la stella del mattino, quella stella che non conosce tramonto: Cristo, tuo Figlio). Ma il successo dell' identificazione del diavolo con Lu cifero portò presto al declino nel cristianesimo del no me Lucifero e Lucifera. Nomi che nei primi secoli furo no portati da molti cristiani, tanto che nella Chiesa si venera San Lucifero, vescovo di Cagliari del sec . IV.
PARTE TERZA
SATANA - SPIRITO IMPURO DEMÒNIO NEL VANGELO DI MARCO
9 . SATANA
Marco è l ' unico autore a non utilizzare mai il termine greco diavolo, ma sempre la designazione ebraica sata na, che peraltro in tutto il suo vangelo appare solo cin que volte [Tav. I] . L' evangelista, pur adoperando il linguaggio e le conce zioni dell ' ambiente culturale giudaico a lui contempo raneo mostra una grande sobrietà nel trattare le temati che riguardanti il satana e i demòni, in contrapposizio ne con l ' esuberante produzione demoniaca nella lettera tura dell ' epoca. Il satana fa la sua apparizione nel primo capitolo del vangelo, dove Marco in un solo versetto presenta la ten tazione di Gesù nel deserto 1 •
La seduzione nel deserto (Mc 1 , 1 2- 1 3)
Mc 1,12
E immediatamente lo Spirito lo spinse2 nel de
serto, 1 A differenza di Matteo e Luca, Marco non elenca le tentazioni e neanche parla di un digiuno di Gesù che, al contrario, viene servito dagli angeli . 2 Gr. ekballei, lett. cacciò (Vulg. espulit). Mentre Matteo e Luca
96
Satana - Spirito impuro - demònio nel Vangelo di Marco
13 e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato dal sa tana, e stava con le bestie e gli angeli lo servivano.
L' impegno assunto da Gesù attraverso il battesimo nel Giordano ha avuto, come risposta da parte di Dio, la piena comunicazione del suo Spirito, cioè di tutta la sua forza d' amore (Mc 1 ,9- 1 0) . Dopo questo avvenimento l ' evangelista presenta le immediate conseguenze del battesimo, situando Gesù nel deserto. I personaggi presenti in questa narrazione sono gli stes si elencati nel Testamento di NeftalP, dove ai giusti vie ne assicurato che
«Il diavolo fuggirà da voi, le bestie selvagge vi temeranno, il Signore vi amerà e gli angeli vi staranno vicini»4• Nella breve narrazione di Marco, Gesù non compie nes suna azione, il suo atteggiamento è passivo: viene spin to dallo Spirito, tentato dal satana e servito dagli angeli . L'episodio è notevole perché è l ' unica volta che, nel van gelo di Marco, Gesù viene descritto spinto dallo Spirito. La narrazione del l ' evangelista vuole essere teologica più che geografica; trasmette una verità più che la de scrizione di un fatto storico, richiamando attraverso la figura del deserto l ' esodo del popolo di Israele. Nell' esodo Dio aveva condotto il popolo d' Israele nel deserto dopo il passaggio del mar Rosso (Es 1 5 , 1 9-22) . Nel vangelo di Marco, appena G�sì'! è uscito dalle ac que del fiume Giordano, è lo Spirito a spingere il figlio di Dio nel deserto, il luogo della prova alla quale Yahvé aveva sottomesso il suo popolo. impiegano il verbo condurre (M t 4, l ; Le 4, 1 ), Marco adopera il verbo <<scacciare/espellere>> [gr. ekballo] che usa per l ' espulsione dei demòni ( 1 ,34.3 9 ; 3, 1 5 .22.23 ; 6, 1 3 ; 7,26; 9,38) e per la cacciata dell' erede fuori della vigna ( 1 2,8). L' uso di questo verbo vuole sot tolineare l' urgenza della missione di Gesù. 3 Apocrifo giudaico del I-II sec . a.C. 4 Test. Neftali, VIII,4.
Satana
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Luogo classico in cui si riunivano quanti volevano im padronirsi del potere (At 2 1 ,38), il deserto è lo spazio dove si nascose Davide prima di impadronirsi del trono del re Saul e inaugurare così il grande regno d' Israele5 . La seduzione6 che Gesù patisce durante la sua vita è quella di essere un Messia che assomigli al re Davide7, e che come questo re adoperi la forza e la violenza per inaugurare il regno di Dio. La permanenza di Gesù nel deserto viene indicata dalla cifra quaranta, che nella B ibbia rappresenta una gene razione8. Mentre nel vangelo di Matteo Gesù viene ten tato solo alla fine dei quaranta giorni9, in Marco e in Luca la tentazione viene posta all ' inizio e continua per tutti i quaranta giorni 1 0 • L' evangelista non intende presentare al lettore un perio do limitato della vita di Gesù, ma riassumere tutta l ' esi stenza del Messia, la cui attività sarà in un deserto, co me il cammino di liberazione compiuto dal popolo di Israele dali' Egitto alla terra promessa 1 1 • Di fatto tutte le
5 l Sam 23,24; 26, 3 ; l Cr 1 2,9. 6 Il termine seduzione rende meglio il contenuto della tentazione del satana, <> (Mc 1 5, 29-32). 8 l Re 2, 1 1 ; 1 1 ,42; At 1 3 ,2 1 . 9 <> (Le 4, l ) . 1 1 «l vostri figli saranno nomadi nel deserto p e r quarant 'anni» (N m 1 4, 3 3 . 34 ; 33,38; Dt l ,3; 2,7).
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Satana - Spirito impuro - demònio nel Vangelo di Marco
narrazioni di liberazione di demòni e di spiriti impuri in Marco vengono localizzate in luoghi di frontiera o di confine, per sottolineare la dimensione universali sta dell ' esodo di Gesù, venuto a liberare non solo il popolo di Israele ma tutte le nazioni 12• Nella tradizione biblica la cifra quaranta assume anche il valore di prova:
«Ricordati di tutto il cammino che Yahvé tuo Dio ti ha fatto percorrere in questi quarant 'anni per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuo re e se tu avresti osservato o no i suoi comandi» (Dt 8,2). A differenza del vangelo di Matteo, dove si legge che il diavolo, sconfitto, lascia Gesù 1 3 e di quello di Luca, do ve il diavolo «dopo aver esaurito ogni specie di tenta zione» rinuncia momentaneamente a tentare Gesù 1 4, Marco non riferisce la fine delle tentazioni con la vitto ria di Gesù sul satana, ma sottolinea la continuità della seduzione. La vittoria di Gesù verrà fatta conoscere so lo lungo il vangelo (Mc 8,33). Il satana, che non apparirà più come tale in tutto il van gelo, è per l' evangelista figura di coloro che tenteranno Gesù per distoglierlo dal proposito espresso nel battesi mo di fedeltà al progetto di Dio. In particolare saranno i farisei i veri agenti del satana che continueranno l ' azio ne del tentatore 1 5 :
1 2 La prima volta che Gesù libererà un individuo da uno spirito im puro sarà in Israele a Cafarnao, città-frontiera (Mc 1 2 1 28). Suc cessivamente l ' attività liberatrice si eserciterà in terra pagana: nella regione dei Gerasèni (Mc 5 , 1 ), in quella di Tiro e di Sidone (Mc 7,24) e dalle parti di Cesarea di Filippo (Mc 8,27 ; 9 , 1 4-29). 1 3 «Allora il diavolo lo lasciò» (Mt 4, 1 1 ) . 1 4 «Il diavolo s i allontanò da lui fino al momento fissato» (Le 4, 1 3). 1 5 Delle quattro volte che il verbo tentare (gr. peirazo) è presente in Mc, in una il protagonista è il satana (Mc l , 1 3) e le altre volte sem pre i farisei (Mc 8, I l ; l 0,2; 1 2, 1 5 ). ,
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« Vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chie dendogli un segno dal cielo, per tenta riO>> (Mc 8, 1 1 ); «Alcuni farisei, avvicinatisi, per tentarlo» (Mc 1 0,2) ; «Perché mi tentate ?» (Mc 1 2, 1 5). Solo Marco riferisce la presenza delle bestie nel deserto della tentazione, rimandando ali ' immagine del paradiso e del primo uomo 16• Per l ' evangelista Gesù è il vero Adamo che non soccombe alla tentazione del serpente (Gen 3) e vive in armonia con il creato non più ostile, ma sottomesso (le bestie, Os 2,20), e con gli angeli1 7 : gli esseri ritenuti inferiori all ' uomo (bestie) gli sono sottomessi e quelli superiori (angeli) sono a suo servi zio. Nel NT con il termine angelo non si indicano solo gli esseri appartenenti alla sfera celeste, ma anche indivi dui concreti nella loro attività di messaggeri, come i di scepoli che Giovanni ha inviato a Gesù1 8, o quelli che Gesù invia a Gerusalemme 1 9• Paolo ringrazia i Galati che lo hanno «accolto come un angelo di Dio» (Gal 4, 1 4), e nella Lettera di Giacomo gli esploratori inviati da Giosué a Gèrico sono definiti angeli (Gc 2,25). I l primo angelo comparso nel vangelo d i Marco viene identificato con Giovanni Battista: «Ecco, io mando il mio angelo [messaggero ] »20 (Mc l ,2) . Questi angeli che, come il satana, non verranno presentati più come personaggi in questo vangelo2 1 , sono figura di quanti 16
Gen 1 ,26-29 ; 2, 1 9-20.
17 «Egli darà ordine ai suoi angeli di custodirti in tutti i tuoi passi. Sulle loro mani ti porteranno perché non inciampi nella pietra il tuo piede. Camminerai su aspidi e vipere, schiaccerai leoni e dra ghi» (Sal 9 1 , 1 1 - 1 3 ) . 18 << Quando gli inviati [gr. anghelon] d i Giovanni furono partiti» (Le 7,24). Con angelo non si indica tanto un essere quanto una fun zione, quella di messaggero. 1 9 «Mandò messaggeri [gr. anghelous] dinanzi a sé» (Le 9,52). 20 Gr. anghelon. 21 M c 8 , 3 8 ; 1 2,25 ; 1 3 ,27.32.
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aiuteranno Gesù nel suo progetto di «servire e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc 1 0,45 ) . I l tema del servizio è per l ' evangelista talmente impor tante, che Marco lo propone all ' inizio e alla fine del suo vangelo. Di fatto, la stessa attività di servizio che nell' episodio della tentazione viene svolta dagli angeli (Mc l , 1 3 ) , alla fine del vangelo verrà attribuita alle donne che accompagnano Gesù : « C 'erano anche alcu
ne donne. . . che lo seguivano e servivano22 quando era ancora in Galilea» (Mc 1 5 ,40-4 1 ).
Chi è il satana? (Mc 8,27-33)
Nella struttura della sua opera, attraverso una tecnica letteraria nota23, Marco collega la prima menzione del satana (Mc 1 , 1 3) con l ' ultima (Mc 8,33), mettendo in stretta relazione tematica i due episodi. In questo modo, per conoscere l ' identità del satana che tenta Gesù nel deserto , occorre seguire le indicazioni che lo stesso evangelista offre per scoprire l ' identità di Gesù. Presentato all ' inizio del vangelo come «il Messia, Fi glio di Dio» (Mc l , l ), Gesù resta ancora sconosciuto proprio alle persone che gli sono più intime e vicine, i discepoli, che continuano a chiedersi «Chi è costui ?» (Mc 4,4 1 ).
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Anche la suocera di Pietro una volta guarita si mette a servizio (diekonei, Mc l ,3 1 ). 23 Detta Inclusione, figura retorica che consiste nell ' iniziare una frase o un brano con la stessa parola.
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Chi è i l Messia ? Al fine di far comprendere la sua vera identità ai disce poli, Gesù li porta in terra pagana, lontano dall' influsso nazionalista del giudaismo imperniato sull ' attesa del Messia <<.figlio di Davide». L' episodio, collocato da Marco a metà del suo vange lo24, è ambientato nella regione di Cesarèa di Filippo, località che prende il nome dalla città che Filippo, uno dei figli di Erode, aveva dedicato all ' imperatore Augu sto nel luogo dell ' antica Paneas25. Durante i l cammino Gesù chiede ai discepoli chi l a gente crede che egli sia. Nelle risposte dei suoi seguaci Gesù viene identificato con tutti personaggi del passato o comunque in linea con la tradizione: Giovanni Batti sta, in quanto si credeva che i martiri sarebbero subito risorti26; il profeta Elia, la cui venuta era attesa per pre parare la strada al Mes sia27 ; oppure uno dei profeti, continuatori dell ' opera di Mosè, promessi per i tempi messianici28• Nelle risposte dei discepoli non c ' è alcuna novità ri spetto alle dicerie su Gesù che giungevano alle orecchie di Erode Antipa e che identificavano Gesù con Giovan ni Battista, con Elia e con un profeta (Mc 6, 1 4- 1 5). 8, 29 Ma egli replicò «Ma voi chi dite che io sia ?». Pie
tro gli rispose dicendo: «Tu sei il Messia29».
24 I primi otto capitoli del vangelo di Marco sono indirizzati alla co noscenza dell' identità di Gesù, gli altri otto sono tesi alla compren sione della sua morte. 25 Località che prende il nome dal santuario al dio Pan. 26 «Si diceva: Giovanni il Battista è risorto dai morti>> (Mc 6, 1 4). 27 «lo invierò il profeta Elia prima che giunga il giorno di Yahvé» (Mal 3,23 ; Mc 9, 1 1 - 1 3). 28 « Yahvé tuo Dio susciterà per te, in mezzo a te, fra i tuoi fratelli, un profeta pari a me; a lui darete ascolto>> (Dt 1 8, 1 5) . 29 Gr. Christos.
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E ordinò loro severamente30 di non parlare di lui ad alcuno.
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La risposta di Pietro quale portavoce del gruppo di disce poli non soddisfa Gesù, il quale vieta loro di divulgarla. Per esprimere la proibizione, l' evangeli sta adopera lo stesso verbo usato da Gesù per cacciare i demòni e gli elementi ostili all ' uomo3 1 • Ciò significa che quanto ri sposto da Pietro non solo non corrisponde al piano di Dio sul Messia ma gli è contrario. Pietro e i discepoli seguitano a vedere in Gesù « il Mes sia » , quello atteso e sperato dalla tradizione giudaica, cioè il «figlio di Davide», che sarà «il re d 'Israele» (Mc 1 5 ,32), e non, come l' evangelista lo ha presentato all ' i nizio e alla fine del suo vangelo, il «Messia Figlio di Dio» (Mc 1 , 1 ; 1 5 ,39). 31 E cominciò a insegnare loro che il Figlio dell 'uomo doveva soffrire molto, ed essere rifiutato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, do po tre giorni, risuscitare.
Gesù avverte i discepoli che il suo cammino non con duce al trionfo e alla vittoria, ma che il destino del Messia è quello di essere messo a morte dal Sinedrio, massimo organo giuridico di Israele, composto dagli anziani, i sommi sacerdoti e gli scribi. L' espressione usata da Gesù (doveva)32 è un termine tecnico usato dagli evangelisti per indicare il disegno di Dio che Gesù attua.
E diceva questa parola apertamente. Pietro lo prese in disparte e cominciò a sgridarlo33•
32
30 Gr. 3 1 Gr. 32 Gr. 33 Gr.
epitimésen. epitimaò (Mc 1 ,25 ; 4,39; 9,25). dei (Mc 9 , 1 2 ; 1 4,2 1 .49). epitiman.
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In aperto contrasto con Gesù, che cominciò a istruire i suoi discepoli sul destino del Messia, Pietro comincia a ostacolarlo, con un ' opposizione a Gesù che culminerà nel tradimento, quando «cominciò a maledire e a giura
re: "Non conosco quest 'uomo "» ( 1 4,7 1 ) . I l discepolo non comprende e non accetta che i l Messia vada incontro alla morte. Pietro si scaglia contro Gesù perché non accoglie la «Parola» a lui rivolta, e, come aveva insegnato Gesù nella parabola dei quattro terreni,
«subito viene il satana e porta via la Parola seminata» ·
(Mc 4, 1 5 ) . Per descrivere l ' azione del discepolo che sgrida il suo maestro, l ' evangelista adopera lo stesso verbo34 usato poco prima da Gesù per proibirgli di divulgare l ' imma gine del Messia. La ripetizione dello stesso verbo in bocca a Pietro indica che per lui è Gesù che si oppone al piano di Dio. Per Pietro l ' itinerario di Gesù non è quello di Dio e per questo lo ferma, lo afferra e lo trascina verso di sé, im pedendogli così di continuare il suo cammino.
La morte del diavolo 33 Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli,
sgridò Pietro e gli disse: «va ' dietro di me35, satana! Perché tu non pensi le cose di Dio, ma le cose degli uo mini». Nel tentativo di Pietro si attualizza la seduzione del sa tana nel deserto: il discepolo dimostra così di essere in realtà l ' avversario, contrario al piano di Dio (v. 3 1 ) e di essere di ostacolo a Gesù . Pietro viene definito satana perché vuole impedire la
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Gr. epitimao. Gr. hypage opiso mou.
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passione e la morte di Gesù. Il satana non desidera la sconfitta e la morte del Messia, ma al contrario si mette a suo servizio al fine di assicurargli il successo36 : solo se Gesù avesse trionfato e regnato assumendo il potere, il satana avrebbe regnato e trionfato con lui . Nella morte di Gesù trionfa l ' amore e viene sconfitto il potere, per questo la morte del Messia è in realtà la morte del satana, definitivamente annientato. Con la sua morte Gesù ha spodestato «colui che della
morte ha il potere31, cioè il diavolo, e liberare così quel li che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita» (Eb 2, 1 4- 1 5 )38• Spetta ai credenti ren dere evidente ed efficace tale sconfitta del satana, com piendo nella loro esistenza le stesse scelte di Gesù. Il comportamento di Pietro è dovuto al fatto che pensa secondo gli uomini e non secondo Dio. Secondo gli uo mini il Messia crocifisso è inaccettabile, è uno «scan dalo per i Giudei e stoltezza per i pagani» (l Cor 1 ,23). Pensa come gli uomini chi vuole salvare la propria vita ed è invece destinato a perderla. Pensa come Dio chi perde la propria vita per causa del vangelo ed è così capace di realizzarsi pienamente (Mc 8,35). Il progetto di Pietro conduce alla morte, quello di Gesù alla vita indistruttibile. Gesù reagisce contro Pietro smascherando il suo com portamento da satana, offrendogli però la possibilità di un cambiamento di comportamento. Per questo non al-
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lontana da sé il discepolo, ma lo invita a occupare il po sto che gli spetta: è lui che deve seguire Gesù e non il contrario, e gli rinnova l ' invito che gli fece quando as sieme al fratello Andrea l ' invitò a seguirlo: «venite die tro me» (Mc 1 , 1 7)39. Da questo momento in poi il satana scompare e nel vangelo di Marco non se ne parlerà più. Nei vangeli il nome di satana e di diavolo viene affib biato oltre che a Pietro anche a Giuda, il traditore di Gesù: «Non sono forse io che ho scelto voi, i Dodici ?
Eppure uno di voi è un diavolo! Egli parlava di Giuda, figlio di Simone /scariota: quello infatti stava per tra dirlo, ed era uno dei dodici» (Gv 6,70-7 1 ; 1 3,2.27).
Gesù e Beelzebùl (Mc 3 ,22-30)
La
pazzia di Gesù
A l primo incontro con gli scribi, Gesù era stato ritenuto
da costoro un bestemmiatore40 e pertanto meritevole della pena di morte41 • Gesù inoltre aveva aggravato la sua situazione trasgreden-
39 Gr. deute opiso mou. «Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: Perché costui parla così ? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati se non Dio solo ?» (Mc 2,6) . L' ultima volta che Gesù rivolgerà la parola al sommo sacerdote, costui giudicherà Gesù un bestemmiatore: « Che bisogno abbiamo ancora di testimoni ? Avete udito la bestemmia; che ve ne pare ? Tutti sentenziarono che era reo di morte» (Mc 1 4,63-64) . 4 1 « Chi bestemmia il nome di Yahvé dovrà essere messo a morte» (Lv 24, 1 6 ; Nm 1 5,30-3 1 ). 40
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do pubblicamente in una sinagoga il comandamento più importante, quello del riposo in giorno di Sabato; ora sia i pii farisei, sia i dissoluti erodiani, decidono di ammazzar lo («i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire», Mc 3,6) quindi Gesù deve fuggire dalla Giudea e salire in Galilea. Di fronte al completo rifiuto delle autorità religiose (scribi), spirituali (farisei) e civili (erodiani), Gesù de cide di rompere con l ' istituzione religiosa d' Israele e di costituire un nuovo popolo capace di essere fedele alle promesse di Dio. Come il vecchio Israele era composto dalle dodici tribù42, così il nuovo costituito da Gesù vie ne rappresentato ideal mente dai dodici, che Gesù chiamò a sé: «Ne costituì dodici che stessero con lui e
anche per mandarli a predicare e perché avessero il potere di scacciare i demòni» (Mc 3 , 1 3- 1 5 )43 • La rottura con l ' istituzione religiosa viene considerata una follia da parte del clan familiare di Gesù, che deci de di andare a catturare il loro parente ritenuto ormai completamente fuori di testa: «Entrò in una casa e si
radunò di nuovo una folla, così che non potevano nep pure mangiare il pane. A llora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a catturarlo; poiché dicevano: "È fuori di sé44 " » (Mc 3 ,20-2 1 ).
42 Gen 49, 1 -28. È la forza contenuta nel messaggio di Gesù che permette di libe rare le persone: « [Gesù] chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. . . ed essi, partiti predicarono che la gente si convertisse e scacciavano molti demò ni>> (Mc 6,7. 1 2- 1 3). 44 Il greco exestè ha il significato di essere <> (2 Cor 5 , 1 3), come ha ben compreso la Vulgata che traduce <> (è diventato pazzo) . L' espres sione, presente solo nel vangelo di Marco è stata attenuata dagli stessi copisti che la ritene vano troppo forte, sicché in varie versioni si legge <> (gr. exertèntai autou) (W 28) o che <
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Per descrivere l ' azione dei parenti di Gesù, l ' evangelista adopera il verbo catturare45, lo stesso usato per l ' impri gionamento di Giovanni Battista da parte di Erode46 e per la cattura di Gesù da parte delle autorità religiose47• Marco descrive i familiari di Gesù come coloro che si tengono fuori:
«Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta la fol la, e gli dissero: "Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano " » (Mc 3 , 3 1 -32). I parenti si escludono dalla cerchia del Messia e per questo arrivano a pensare che Gesù sia fuori di senno. Quanti stanno fuori non possono percepire la realtà di Gesù, riservata a quelli che stanno assieme a lui :
«A voi è stato dato il mistero del regno di Dio, a quelli che sono fuori invece tutto viene detto con parabole, af finché guardino, sì, ma non vedano, ascoltino, sì, ma non comprendano» (Mc 4, 1 1 - 1 2). L' atteggiamento della famiglia che ritiene Gesù fuori di testa trova conferma nello scetticismo degli abitanti di Nazaret, per i quali Gesù «era motivo di scandalo» (Mc 6 , 3 ) , e nel vangelo di Giovanni, dove si afferma che «neppure i suoi fratelli credevano in lui» (Gv 7,5 )48• L' incomprensione e l ' ostilità dei familiari, nonché lo scetticismo dei propri compaesani, causano a Gesù l ' a mara constatazione che «un profeta non è disprezzato
se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua» (Mc 6,4). Il tentativo da parte della madre e dei fratelli di Gesù di catturarlo, terminerà con la rottura di Gesù con la sua
45 Gr. krateo. 46 «Erode, infatti aveva fatto catturare [ekratésen] Giovanni e lo
aveva messo in prigione» (Mc 6, 1 7). «E cercavano di catturarlo [kratesai], ma ebbero paura della fol la» (Mc 1 2, 1 2; 1 4, 1 .44 .46.49). 48 « Venne fra i suoi ma i suoi non lo hanno accolto» (Gv 1 , 1 1 ) .
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famiglia: «chi è mia madre ? chi sono i miei fratelli ?» (Mc 3 ,33). Ma ciò che da parte dei familiari viene ritenuto una pazzia verrà giudicato una possessione demoniaca da parte degli scribi . 3,22 E gli scribi, quelli ·che erano scesi da Gerusalem me49, dicevano: «Ha Beelzebùl, e per mezzo del capo dei demòni scaccia i demòni».
Il distacco di Gesù dall' istituzione religiosa provoca al larme a Gerusalemme, sede del tempio. Il caso di Gesù non è quello di un profeta isolato che facilmente può essere tenuto sotto controllo, ma di un pericoloso fenomeno di massa che attira folle conside revoli (Mc 3, 7-8, l ) . Contro Gesù scende in campo direttamente il S inedrio, inviando una delegazione ufficiale composta dai suoi membri più autorevoli, gli scribi di Gerusalemme. Costoro scendono da Gerusalemme non per accertare dei fatti e verificare le accuse, ma per emettere una sen tenza tesa a screditare definitivamente Gesù, che de nunciano come stregone e quindi passibile della pena di morte (Dt 1 8, 1 0- 1 4)50•
49 Gr. kai oi grammateis oi apo Ierosolymon. Mediante la ripetizio
ne dell' articolo determinativo oi [gli/quelli] l' evangelista sottolinea che tutti gli scribi di Gerusalemme partecipano alla missione contro Gesù. Per Lagrange si tratta di un vero servizio di spionaggio orga nizzato. Lagrange J.M., Évangile selon Saint Mare (Paris: Gabalda, 1 942) 7 1 . 50 Nel Talmud si legge che <> durerà a lungo nel mondo giudaico (Giustino, Dialogo con Trifone, 69,7). Ancora nel IV sec. Girolamo scrive in una lettera che <<mago è un altro nome dato dai Giudei al mio Signore>> (Lettera XLV, 6, Ad Asella).
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Infatti gli scribi, non potendo negare la straordinarietà dei segni compiuti da Gesù, decidono di disconoscere l' opera di Dio nelle sue azioni. Non potendo miscono scere l ' attività liberatoria di Gesù, che tutti ormai tocca no con mano5 1 , non resta loro che infamare la sua per sona e così squalificare il suo operato.
Il Signore del letame La diffamazione contro Gesù è stata curata nei minimi particolari . Tra le centinaia di demòni nei quali il popo lo credeva, gli scribi scelgono il più popolare e nello stesso tempo il più temuto dalla gente : Beelzebùl52, no me che nella letteratura giudaica non viene mai attribui to al satana. Beelzebùl è una forma di spregiativa di Baal Zebub. Questo nome, composto da Baal [Signore] , e Zebub [mosche] («Signore delle mosche»), è quello di una di vinità filistea protettrice delle malattie, delle quali le mosche erano veicolo. Le mosche, che s ' affollavano sia sulle carogne, sia sugli animali sacrificati a Dio nel tempio di Gerusalemme, erano infatti considerate dei demòni. Poiché a questa divinità pagana si rivolgevano anche gli israeliti per ottenere la guarigione53, i farisei deformaro no il suo nome in Zebul, che significa letame («Signore del letame»54). Mentre Baal-Zebub proteggeva dalle 51
Mc 1 ,45 ; 2, 1 2 ; 3 , 1 0. La maggior parte dei manoscritti ha Beelzebul. I codici Vaticano e Sinaitico hanno Beezebul mentre le versioni siriache e la Vulgata riportano Beelzebub. 5 3 A «Baal-Zebub, dio di Ekròn» si era rivolto persino il re Acazia per sapere se sarebbe guarito dalla sua infermità (2 Re 1 ,2.6. 1 6). 5 4 Nella lingua aramaica ziìbal (concimare/letamare) ha un suono simile a ziìbah (sacrificare/offrire). I rabbini indicavano con la pa rola letame l ' offerta agli idoli. Beelzebul, il Signore del letame, è 52
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mosche, Baal-Zebul, il «Signore del letame», le attira va, essendo il letamaio luogo impuro per eccellenza, di mora delle mosche. La scelta del nome del demònio da parte degli scribi è intenzionale. Essi invitano il popolo a stare alla larga da Gesù perché, anche se apparentemente libera e guarisce le persone, in realtà lui opera in virtù di un demònio che, quale «Signore de/ letame», è causa prima delle in fezioni e delle malattie. Pertanto non è vero che Gesù libera le persone, anzi le rende ancora più vittime del demònio, in quanto i suoi poteri gli vengono dal «capo
dei demòni» . L' argomentazione degli scribi poggia sulla credenza popolare, ancora diffusa nei primi tempi del cristianesi mo, che le infermità fossero causate dai demòni, i quali provocano le malattie per poi guarire l ' individuo e farsi da questo adorare come suoi salvatori, «mettendo fine
alla malattia della quale essi stessi sono la causa»55 • 23 Ma egli, convocatili, diceva loro con parabole: «Co me può [un] satana scacciare [un] satana ? 24 Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può restare in piedi; 25 se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può restare in piedi.
passato a significare la divinità di ogni culto idolatrico. Un altro possibile significato di Beel-zebul è «Signore delle [celesti] dimo re» , cioè padrone dell ' aria, lo spazio abitato dai demòni . L' espres sione sarebbe l ' equivalente di <
Satana
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26 Se il satana insorge contro se stesso ed è diviso, non può sussistere, ma è finito.
Mentre gli scribi che diffamano Gesù non hanno osato affrontarlo apertamente, Gesù li convoca, dimostrando la propria superiorità nei loro confronti e l ' assurdità della loro denuncia: se i satani si mettono in guerra tra di loro, vuoi dire che il potere del satana è finito. È questa la prima volta che nel vangelo di Marco il ter mine satana appare in bocca a Gesù assieme al riferi mento a un regno che è la sfera di dominio del satana. In analogia e in contrapposizione con quanto Gesù ha insegnato sul regno di Dio, possono essere comprese le caratteristiche del regno del satana56• Se condizione di ammissione al regno di Dio sono la conversione57, la scelta degli ultimi58, e la rinuncia ali ' accumulo delle ricchezze59, al regno del satana appartengono coloro che nella società, civile e religiosa, dominano gli altri e spadroneggiano attraverso le leve del potere e il fascino del denaro.
56 «Se il satana scaccia il satana, egli è diviso in se stesso; come dunque il suo regno potrà restare in piedi ?» (Mt 1 2,26; Le 1 1 , 1 8) . 57 «> (Mc 1 0, 1 4- 1 5). 5 9 << Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio . . . È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio>> (Mc 1 0,23 .25).
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L 'invidia del diavolo 27 Ma nessuno può entrare nella casa del forte e de
predare i suoi beni, se prima non lega60 il forte. Soltan to allora potrà saccheggiargli la casa. Gesù afferma che il potere del satana, il forte, è finito, ma non per una lotta intestina al suo interno, bensì per ché è giunto chi è più forte di lui . E più forte del satana e dei demòni .c ' è solo il Dio che si manifesta in Gesù61 , annunciato da Giovanni Battista come «colui che è più forte» (Mc 1 ,7). Gesù e il suo messaggio di liberazione hanno la forza di legare il satana e così saccheggiargli la casa, liberan do le persone sotto il suo dominio. A questo punto il sa tana è ormai in rovina perché non è più padrone della sua casa. Ma proprio le autorità religiose, anziché collaborare con Gesù per legare il satana, legheranno Gesù per im pedirgli la liberazione del popolo:
«l sommi sacerdoti, con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, dopo aver tenuto consiglio legarono62 Gesù, lo po rtarono via e lo consegna rono a Pilato » (Mc 15, 1 ). Per l ' evangelista le autorità religiose sono la personifi cazione del satana. Per questo, nella narrazione del pro cesso a Gesù, Marco afferma che Pilato «sapeva che i
sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invi-
Gr. désé. <<Si può forse strappare la preda al forte ? Oppure può un prigio niero sfuggire al tiranno ? Eppure dice Yahvé: Anche il prigioniero sarà strappato al forte, la preda sfuggirà al tiranno. lo avverserò i tuoi avversari; io salverò i tuoi figli. . . Allora ogni uomo saprà che io sono Yahvé, tuo salvatore, io il tuo redento re e il forte di Giacob be» (Is 49,24-26). 62 Gr. désantes. L' evangelista usa lo stesso verbo <
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dia63» (Mc 1 5 , 1 0) . Espressione rara nella B ibbia64, il termine « invidia» viene usato in senso teologico solo nel libro della Sapienza (2,24), dove si afferma che «la morte entrò nel mondo per invidia del diavolo». Per l ' evangelista i sommi sacerdoti sono agenti del diavolo e come lui portatori di morte65 • Gli zelanti custodi della Legge divina sono in realtà i nemici mortali di quel Dio che pretendono di rappre sentare . Il compito del satana, quello di accusatore, è svolto dagli scribi che incolpano Gesù di provocare l ' infelicità degli uomini . In realtà, sono gli scribi la causa di tale infelicità in quanto, pur di conservare il proprio potere, indemoniano la gente e la mantengono in una condizione di impurità66• 28 «In verità vi dico che tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e tutte le bestemmie che bestem mieranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito, quello santo, non sarà perdonato in eterno: è reo di peccato eterno». 30 Poiché dicevano: «Ha uno spirito impuro».
Poiché l ' insegnamento di Gesù gettava il discredito sul63 Gr. dia phthonon. Il termine greco phthonon (invidia) viene ado perato dali' evangelista in assonanza con phonon (omicidio) di Mc 1 5 ,7 : « Un tale, chiamato Barabba, si trovava in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio [ g r. phonon]». I due termini si trovano assieme nella Lettera di Paolo ai Romani: «pieni d 'invidia [phthonou], di omicidio [phonou] » (Rm 1 ,29) . 64 Sap 2,24; 6,23 ; l Mac 8, 1 6 ; Mc 1 5 , 1 0; Mt 27, 1 8 . 65 « Voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli fin da principio è stato omicida . . . Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della men zogna» (Gv 8,44). 66 «Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano en trare voi l 'avete impedito» (Le 1 1 ,5 2 ; Mt 23, 1 3 ).
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la loro dottrina, le autorità religiose si difendono calun niando l ' uomo sul quale è disceso lo Spirito di Dio (Mc 1 , 1 0) , dichiarandolo posseduto da uno spirito immon do. Gli scribi, quali massime autorità religiose di Israele ed esperti della Sacra Scrittura, sanno che l ' azione libera trice di Gesù può venire solo da Dio67• Ma poiché am metterlo significa rinunciare ai propri privilegi e al po tere, affermano il contrario e «chiamano bene il male e male il bene» (ls 5,20) . In forma solenne68, Gesù dichiara che quel che è frutto dell ' ignoranza o della fragilità delle persone (le bestem mie degli uomini) verrà tutto perdonato. Al contrario, insegnare agli uomini che è impuro l ' agire dello Spirito di Dio, questa è la bestemmia contro lo Spirito, colpa imperdonabile perché frutto di una malafede che mai si ravvederà. L' evangelista dimostra che in realtà i veri bestemmiato ri sono proprio gli scribi . I rappresentanti del l ' istitu zione religiosa sono i veri posseduti dallo spirito impu ro, che li tiene prigionieri della bestemmia allo Spirito santo. Colpa questa che mai otterrà perdono: gli scribi, sentenziando che Gesù «ha uno spirito impuro» e che il perdono dei peccati da lui concesso è una bestemmia69, si escludono dalla possibilità di chiedere e riceverne il perdono. All' e strema indulgenza di Gesù verso coloro che sono nell' errore (gli uomini), si contrappone la massima se-
67
Come riconosce Nicodemo, uno dei capi dei Giudei : «Rabbì, sappiamo che sei venuto da Dio come maestro; nessuno infatti può compiere questi segni che tu compi, se Dio non è con lui» (Gv 3,2). 68 Per la prima volta nel vangelo di Marco appare la formula solen ne amen lego ymin (Amen dico a voi) con la quale si dichiara con sicurezza qualcosa. 69 <
Satana
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verità nei confronti di coloro che volontariamente fanno cadere gli uomini in errore (gli scribi)70•
Il ladro della parola (Mc 4,4. 1 5)
Il satana appare marginalmente nella parabola dei quat tro terreni (Mc 4, 1 -20), dove vengono descritti i vari ti pi di risposta da parte degli uomini di fronte alla procla mazione del messaggio di Gesù7 1 • Il seme «cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e lo divorarono» (Mc 4,4). Gesù si rifà all ' immagine tra dizionale del ruolo distruttore di uno dei satani, Maste ma, contro gli agricoltori:
«E il principe Mastema mandò corvi e uccelli a man giare, per la devastazione della terra, le sementi che si seminavano nella terra e a rapinare i figli degli uomini dei frutti del loro lavoro (e li mandò) affinché, prima che arassero, i corvi raccogliessero i semi dalla faccia della terra» 1 2• Nella parabola l ' azione devastante del satana consiste nel rapinare immediatamente il messaggio di Gesù ap pena questo viene annunciato: 4,15 [/ semi caduti] lungo la strada sono coloro nei qua li viene seminata la Parola73 e quando l 'ascoltano, subito
viene il satana e porta via la Parola seminata in loro.
70 Légasse S., L 'Évangile de Mare, 2 vol . (Paris: Cerf, 1 997) 245 . 71 «Il seminatore semina la Parola» (Mc 4, 1 4). n Giub. , XI, 1 1 . 73 Gr. ho l6gos, termine adoperato per indicare il messaggio di Ge sù nella Chiesa primitiva (At 6,4; 8,4; 1 0,36).
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Nel caso dei semi caduti lungo la strada, la proclama zione del messaggio di Gesù è stata inutile, perché gli individui sono completamente refrattari e ostili alla Pa rola che in essi viene seminata: è come se l' annuncio non fosse stato ascoltato. Il messaggio è stato diretto a persone che ascoltano la Parola senza però intenderla (Mc 4, 1 2), e per questo non l ' accolgono. Nel vangelo costoro vengono indivi duate in quelle categorie che esercitano il potere reli gioso (scribi), spirituale (farisei) e civile (erodiani)74• Quanti aderiscono o aspirano al potere sono refrattari a un messaggio che vedono come una minaccia ai propri interessi e al proprio prestigio. Mentre tutto il messaggio di Gesù è orientato a un Dio a servizio degli uomini75, il satana che impedisce l' ac coglienza del messaggio è, al contrario, lo spirito impu ro del potere e del dominio esercitato da scribi, farisei ed erodiani . Se la liberazione dagli spiriti impuri e la cacciata dei demòni avvengono per la forza del messaggio di Gesù, coloro che sono c ompletamente refrattari a que sto messaggio rimangono definitivamente nella loro condi zione di impurità. Non solo quanti esercitano il potere sono indifferenti e ostili al messaggio di Gesù, ma pure i discepoli che aspirano al potere sono incapaci di intendere la sua pa rola, come sottolinea più volte Marco nel suo vangelo:
«Essi però non comprendevano la Parola e avevano ti more di chiedergli spiegazioni. . . per la via avevano di scusso tra loro chi fosse il più grande» (Mc 9,32.34; 4, 1 3).
7 4 Mc 2,6-7 . 1 6 ; 3,6; 1 0,42. 75 «l/figlio dell 'uomo non è venuto per essere servito, ma per servi re e dare la propria vita in riscatto per molti» (Mc l 0,45) .
1 0 . CHI INDEMONIA CHI
La rovina dei teologi (Mc 1 ,2 1 -28)
Marco rappresenta in questo episodio la sfida tra Gesù, l ' uomo che possiede lo Spirito di Dio, e l ' uomo posse duto da uno spirito impuro. Mentre lo Spirito di Dio dà vita 1 , quello impuro allontana da questa. 1 ,21 Giunsero a Cafarnao e [Gesù], entrato di sabato nella sinagoga, si mise immediatamente a insegnare.
Tre volte Gesù entrerà in una sinagoga2, e ogni volta sarà occasione di conflitto. La prima volta qui a Cafarnao, quando a causa del suo insegnamento viene drammaticamente interrotto. La se conda volta, sempre a Cafamao, trasgredirà pubblica mente il divieto di compiere attività in giorno di Sabato e da parte dei farisei ed erodiani verrà presa la decisio ne di <
2 Mc 3 , 1 ; 6,2.
3 <
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Gesù, entrato nella sinagoga, non partecipa al culto . L' evangelista sottolinea che, appena entrato, immedia tamente si mette a insegnare. 22 Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti
insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. La prima volta che Gesù insegna, provoca stupore tra la gente che lo ascolta e che riconosce nel suo insegna mento quel mandato divino, l 'autorità, che ritenevano essere di esclusiva prerogativa degli scribi. Il significato del termine scriba4 è quello di «Predicato re della Torah5». Gli scribi venivano ordinati tali all ' età di 40 anni dopo un intenso periodo di studio, ricevendo con l ' ordinazione la trasmissione dello spirito di Mosè (Nm 1 1 , 1 6- 1 7), dopo di che diventavano i teologi uffi ciali del Sinedrio. Considerati i diretti successori dei profeti, la loro auto rità, più grande di quella del sommo sacerdote, era illi mitata in quanto la loro dottrina, considerata superiore persino a quella contenuta nella B ibbia, era infallibile, come si trova scritto nel Talmud: «Le decisioni e le pa
role degli scribi sono superiori alla Torah»6• Il loro insegnamento, che pretendeva di essere avvallato da un mandato divino e equiparato alla stessa Parola di Dio7, viene ora smascherato da quello di Gesù, che ri vela la dottrina degli scribi per quella che è: «precetti di uomini» tesi a tramandare e fare «osservare la tradizio-
4 Ebr. sofer.
5 Il termine Torah, dalla radice ebraica yrh (insegnare), significa in segnamento o istruzione, e viene normalmente tradotto con Legge, dal greco nomos (Dt 4,44 ; 29,20; 30, 1 0). Per Torah s ' intendono i primi cinque libri della B ibbia (Pentateuco). 6 Ber. , M., 1 ,3 . 7 « Una voce celeste aveva dichiarato: tutte l e parole degli scribi sono parole del Dio vivente» (Ber. , M . , 1 ,3).
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ne degli uomini» a discapito del comandamento di Dio (Mc 7,8- 1 3). La gente riconosce che l ' autorità di Gesù è come quella dei profeti, e ha la sua origine in Dio stesso, mentre quella degli scribi si richiamava alla tradizione, consoli datasi con Esdra, lo «scriba abile nella Legge di Mosè» (Esd 7 ,6), e a Mosè stesso. Nella sinagoga, l ' entusiasmo dei presenti per l ' insegna mento di Gesù, e la conseguente critica nei confronti degli scribi hanno gravi conseguenze, in quanto costoro erano ritenuti gli unici autorizzati all ' interpretazione del testo sacro.
Nella loro sinagoga vi era un uomo con uno spirito impuro8 che immediatamente gridò:
23
La presentazione della sinagoga è volutamente polemi ca. La sinagoga è di «loro». Marco prende le distanze dalla sinagoga, in quanto immagine dell ' istituzione re ligiosa giudaica. Gesù entra per la prima volta in un luogo di culto e subito si scontra con le autorità religiose e con lo spirito impuro. Questo accostamento è intenzionale. L' evangelista in tende denunciare l ' istituzione religiosa che con il suo insegnamento allontana il popolo da Dio anziché avvi cinarlo9. Gli scribi, che maniacalmente cercano di indi viduare e imporre leggi sempre più rigorose sulla pu rezza10, non si accorgono che l ' impurità risiede proprio all ' interno della loro sinagoga 1 1 • 8 Gr. pneumati akatharto. 9 «Perisce il mio popolo per mancanza di conoscenza» (Os 4,6). 10 « Tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati le mani fino al gomito, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stovi glie e di oggetti di rame» (Mc 7,3-4). 11 Nel vangelo di Matteo Gesù denuncerà gli scribi come coloro che <<.filtrano il moscerino e ingoiano il cammello» (Mt 23,24).
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L' evangelista sottolinea che come Gesù si mette imme diatamente a insegnare (v.2 1 ), immediatamente c ' è la reazione negativa di uno dei presenti. È la prima delle quattro volte che Gesù, sul quale è di sceso lo Spirito di Dio (Mc l , l 0), nella sua missione di «battezzare nello Spirito santo» (Mc 1 ,8), si imbatte in qualcuno posseduto da uno «spirito impuro»12, termine usato indifferentemente e alternativamente dall ' evange lista con demònio (Mc 7 ,25 -26) per indicare una condi zione di non libertà da parte degli uomini. L' «uomo con uno spirito impuro» è un individuo che ha aderito vo lontariamente a un sistema di valori che lo rende ostile all' insegnamento di Gesù. In mezzo all ' entusiasmo generale provocato dalle paro le di Gesù, solo questo individuo esprime violentemen te il suo disaccordo, interrompendo il nuovo insegna mento che provoca adesione a Gesù e scetticismo nei confronti degli scribi.
24 « Che vuoi da noi, Gesù Nazareno ? Sei venuto a ro vinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». Per comprendere la natura di questo spirito impuro, oc corre esaminare la descrizione della reazione dell' uo mo. Costui, pur essendo un soggetto singolo, parla al plurale. Mediante questo artifizio letterario, l ' evangeli sta raffigura nell ' individuo un gruppo che si sente mi nacciato dall ' insegnamento di Gesù. Ora gli unici che nella sinagoga possono sentirsi minac ciati dalle parole di Gesù sono gli scribi, che vedono rovinare con la loro autorità anche il loro prestigio sul popolo. Lo spirito impuro che separa l ' uomo da Dio viene indi viduato dall' evangelista nell' insegnamento degli scribi che « insegnano dottrine che sono precetti di uomini an12
Mc 5,2; 7 ,25 ; 9,25 .
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nullando così la Parola di Dio» i n nome della tradizio ne che essi stessi tramandano (Mc 7,7. 1 3) . Questi scribi sono gli stessi che poi riterranno Gesù un bestemmiato re 1 3 «posseduto da uno spirito impuro» (Mc 3 ,30). L' uomo che reagisce negativamente all ' insegnamento di Gesù è posseduto dallo spirito impuro perché ha dato ade sione i ncondizionata alla dottrin a degli scribi . Quando vede screditato l ' insegnamento sul quale basa la sua fede, sente minacciata la sua stessa esistenza. L' uomo si rivolge a Gesù perché rientri nei ranghi della tradizione di «il Santo di Dio», cioè del Messia atteso che avrebbe dovuto spiegare e far osservare la Legge insegnata dagli scribi.
25 E Gesù lo sgridò dicendo: « Taci! 14 Esci da lui». 26 E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Gesù interrompe la protesta del l ' uomo impedendogli, con un ordine perentorio, ogni forma di dialogo. Nello scontro tra l ' uomo posseduto dallo spirito impuro e l ' uomo che possiede lo Spirito di Dio, è quest' ultimo il vincitore che libera l ' individuo. Liberazione che non avviene senza sofferenza. Dover riconoscere che l ' insegnamento religioso al qua le si è data adesione incondizionata non solo non pro viene da Dio, ma allontana dal Signore, è causa di una profonda lacerazione nell' individuo.
27 Tutti furono meravigliati, tanto che si chiedevano a vicenda: « Che è mai questo ? Un insegnamento nuovo 1 5, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti immon di e gli obbediscono!». 1 3 «Perché costui parla così ? Bestemmia!» (Mc 2,7). 1 4 Gr. phimòtheti. Lett. <<metti la museruola» ( l Tm 5 , 1 8). 1 5 Gr. didache kaine. Nella lingua greca il termine nuovo si può dire in due maniere: neos che indica successione nel tempo e kainos che indica una qualità infinitamente superiore che elimina il preceden-
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28 La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la
regione della Galilea. La gente comprende che Dio non si manifesta nelle for mule catechetiche imposte loro dagli scribi, ma nell ' at tività liberatrice di Gesù. Per questo l ' insegnamento di Gesù non è una nuova dottrina che va ad aggiungersi a quella degli scribi, ma è un insegnamento che viene de finito nuovo per la qualità procedente da Dio, l 'autorità che eclissa tutto quello dato in precedenza. Effetto di questo insegnamento è la liberazione della gente dallo spirito impuro, cioè dalla dottrina insegnata dagli scribi che impediva di conoscere il vero volto di Dio. I presenti nella sinagoga individuano in questo insegna mento nuovo una capacità di liberare che va al di là del caso presente. Dove c ' era un uomo con uno spirito im puro (singolare), essi scorgono una possibilità che può essere estesa a tutti gli altri casi : « Comanda persino agli spiriti immondi» (plurale) , come verrà esplicitato al v. 39: «E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni». L' evangelista associa ancora una volta la sinagoga ai demòni, metten do in relazione il luogo dove viene insegnata la dottrina degli scribi e gli spiriti immondi . Allo stesso tempo l ' evangelista collega la predicazione di Gesù all' espulsione dei demòni, sottolineando come il messaggio di Gesù contenga in sé una forza capace di liberare dalle più alienanti ideologie e dal fanatismo re ligioso. Nel vangelo di Marco, il primo segno prodigioso com piuto da Gesù è un' azione di liberazione che diventa
te : «Dicendo alleanza nuova [gr. kainen], Dio ha dichiarato anti quata la prima: ora ciò che diventa antico e invecchia, è superato» (Eb 8 , 1 3 ; 2 C or 3 ,6).
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programmatica di tutta la sua attività e che negli Atti degli Apostoli verrà riassunta in questa frase: «Dio consacrò in Spirito santo e potenza Gesù di Naza ret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui» (At l 0,38).
Gesù non è il Figlio di Dio (Mc 1 ,32-34; 3 , 1 1 - 1 2)
1, 32 Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli por
tavano tutti i malati e gli indemoniati. 33 Tutta la città era radunata davanti alla porta.
L' entusiasmo della gente che ha ascoltato l ' insegna mento nuovo di Gesù nella sinagoga (Mc l ,27) non è sufficiente a liberarla dalla sottomissione alla dottrina degli scribi. Per questo aspetta che tramonti il sole, e quindi termini il Sabato, giorno nel quale è proibita qua lunque attività1 6, per andare da Gesù e portargli amma lati e indemoniati. Per osservare un tempo considerato «santo» 17, ritardano ad avvicinarsi all ' unico «santo» 18• Gli « indemoniati» sono individui posseduti dallo «spi rito impuro», come l ' uomo della sinagoga. Mentre in costui la condizione si è manifestata solo in occasione dell' incidente con Gesù, la condizione degli indemo niati è evidente e conosciuta.
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Ger 1 7, 2 1 .27. « Osserverete dunque il Sabato, perché lo riterrete santo» (Es 3 1 , 1 4 ; Ne 9, 1 4). 18 <<Si compiano guarigioni, segni e prodigi nel nome del tuo santo servo GesÙ>> (At 4,30).
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34 Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Come ha fatto con l ' uomo nella sinagoga (Mc 1 ,25) , Gesù impedisce agli indemoniati d i parlare. Costoro tentano fino all ' ultimo di trascinare Gesù dalla loro par te, di spingerlo ad essere il Messia atteso dalla tradizio ne ( lo conoscevano) . Gli indemoniati conoscono i l M e s s i a «figlio di Davide » , ma n o n Gesù « Figlio di
Dio». I l loro tentativo d i seduzione continuerà ancora lungo tutta l ' attività di Gesù, come viene narrato dall ' evange lista al capitolo 3 , 1 1 - 1 2. 3,1 1 Gli spiriti immondi quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: Tu sei il Figlio di Dio!
L' episodio dello scontro nella sinagoga di Cafarnao tra Gesù e l' uomo posseduto da uno spirito impuro termi nava con lo stupore dei presenti, perché Gesù «coman da persino agli spiriti immondi» ( 1 ,27). Ora viene presentata la reazione degli «spiriti immon di» di fronte all 'insegnamento di Gesù che si diffonde ormai ovunque, tra le folle che giungono a lui da ogni dove. L' evangelista descrive la risposta della gente elencando sette territori, giudei e pagani, per significare che è la totalità dell' umanità quella che accorre a Gesù: «dalla
Galilea, dalla Giudea e da Gerusalemme e dall 'ldumea e dalla Transgiordania e dalle parti di Tiro e Sidone una g rande moltitudine, sentendo ciò che faceva, si recò da lui» (Mc 3,8). Gli spiriti immondi si rivolgono a Gesù come a «il Fi glio di Dio» ed è l ' unica volta che nel vangelo appare questa formulazione con l' articolo determinativo. Mentre l' uso dell' articolo determinativo serve per indi care il personaggio conosciuto e atteso dalla tradizio-
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ne 19, l' evangelista, per esprimere la nuova realtà che in Gesù «Figlio di Dio» si manifesta, non adopera mai l ' articolo determinativo, come appare all ' inizio e alla fine del suo vangelo: «
Gesù non accetta di essere riconosciuto come il Figlio di Dio quale la tradizione lo concepiva. La sua figlio lanza divina non si manifesterà attraverso segni di pote re strepitosi , come si compete a un essere divino2 1 , e neppure togliendo la vita agli avversari, ma attraverso il dono della sua vita sulla croce. Solo sul patibolo, spogliato di ogni attributo di potere, Gesù verrà riconosciuto «Figlio di Dio» da un pagano che, vedendolo morire «in quel modo, disse : Davvero quest 'uomo era Figlio di Dio!» (Mc 1 5 ,39).
19 Il Salmo 1 1 0 è espressione della figliolanza divina del Messia, il cui compito viene così macabramente descritto : « Giudicherà i po poli: ammucchierà cadaveri e sfracellerà le teste sull 'immensità della terra» (Sal 1 1 0,6). 20 Nella sua risposta Gesù rivendica la piena condizione divina («lo sono» , Es 3 , 1 4) non come «il Messia », ma come «il Figlio dell 'uo mo» (Mc 1 4,62) . 21 «Allora vennero i farisei e si misero a discutere con lui, chieden dogli un segno dal cielo» ( Mc 8, 1 1 ) .
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La legione immonda (Mc 5 , 1 -20)
La liberazione dell' indemoniato di Gerasa è senza dub bio l ' episodio più pittoresco di tutto il vangelo di Mar co. L' evangelista non intende semplicemente raccontare un fatto, quanto trasmettere una verità mediante una narrazione arricchita di numerosi elementi teologici che ne rendono difficile una qualsiasi ricostruzione storica22• Verità teologica quindi, e di fondamentale importanza, quella che Marco presenta ai lettori in forma narrativa: la liberazione dalla schiavitù operata da Yahvé verso il popolo d' Israele23 viene continuata da Gesù ed estesa anche ai popoli pagani. 5,1 E giunsero all 'altra riva del mare, nella regione dei
Gerasèni. Le indicazioni geografiche che l ' evangelista offre non sono topografiche ma teologiche: infatti il mare non è un mare ma è il lago di Tiberiade, e la regione dei Ge rasèni24 è troppo lontana dal lago (circa 55 km) per per mettere a una mandria di porci, per quanto indemonia ta, di correre verso il mare per annegarcisi25 • L' espressione «altra riva» è un termine tecnico con il
22
Nel vangelo di Matteo i protagonisti sono due indemoniati (Mt 8,28-34) . 23 E s 6,6; D t 24, 18. 2 4 La regione dei Gerasèni indica il territorio di Gerasa, città paga na della Decapoli (dal gr. dekapolis «dieci città»), confederazione di città greche tutte a est del lago di Galilea eccetto Scitopoli (Bet Shean). Nel l ' elenco redatto da Plinio sono: Damasco, Filadelfia, Rafana, Scitopoli, Gadara, Hippos, Dione, Pella, Gerasa, Cimata (Plinio, Storia Naturale, 5, 1 8) . 2 5 Matteo ambienta l ' episodio «nel paese dei Gadarèni» (Mt 8,28), località più vicina al lago di Tiberiade.
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quale gli evangelisti indicano la terra pagana posta nel l' altra sponda del lago di Tiberiade.
2 Mentre scendeva dalla barca, subito gli venne incon tro dai sepolcri un uomo con uno spirito impuro. Nell' episodio precedente Gesù ha compiuto la traversata del lago in barca assieme ai discepoli (Mc 4,35-4 1 ). Ora, anche se tutti sono arrivati nella regione (giunsero), solo Gesù scende dalla barca e i discepoli non compaiono per tutto l'episodio. L'evangelista ritiene che i discepoli non siano ancora in grado di affrontare il mondo pagano e at traverso un espediente narrativo li elimina dalla scena. La prima volta che in Israele Gesù ha messo piede in una sinagoga si è scontrato con un uomo posseduto da uno spirito impuro (Mc 1 ,2 1 -28). Ugualmente, la prima volta che Gesù mette piede in terra pagana, s ' imbatte in un uomo con uno spirito impuro che dimora nei sepol cri. Per l ' evangelista la sinagoga e i sepolcri sono en trambi i luoghi dell ' impurità. L' espressione « uomo con spirito impuro» ricorre nel NT solo nel vangelo di Marco in questi due brani . Ciò indica che l ' evangelista intende unire tematicamente questi due testi, come emerge anche da altri punti di contatto tra i due episodi : Mc
1,23-24
Nella loro sinagoga vi era un uomo con uno spirito impuro che immediatamente gridò: Che vuoi da noi, Gesù Nazareno ? Sei venuto a rovinarci! lo so chi tu sei: il santo di Dio.
5,2.7 Gli venne incontro dai sepolcri un uomo con uno spirito impuro e gridando a gran voce disse: Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio l 'Altissimo ? Ti scongiuro, per Dio, non mi tormentare! Mc
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La situazione dell' uomo che va incontro a Gesù è tale da far considerare l ' individuo tre volte impuro (comple tamente) in quanto pagano, indemoniato, e abitante nei sepolcri, luoghi ritenuti della massima impurità per la religione ebraica (N m 1 9, 1 6)26• 3 Costui aveva la sua dimora nei sepolcri e nessuno più
riusciva a tener/o legato neanche con catene, 4 perché più volte era stato legato con ceppi e catene, ma aveva sempre spezzato le catene e spaccato i ceppi, e nessuno più riusciva a domarlo. 5 Continuamente, notte e giorno, tra i sepolcri e sui monti, gridava e si percuoteva con pietre. La descrizione del posseduto e dell' ambiente nel quale vive è un chiaro riferimento al mondo pagano, così come viene descritto nel Libro del profeta Isaia: «abitavano nei
sepolcri, passavano la notte in nascondigli, mangiavano carne suina. . . Essi dicono: Sta ' lontano!» (ls 65,4-5) . L' evangelista presenta u n uomo che è stato tenuto « le gato con ceppi e catene», e che ora non è più possibile «domare». Un individuo che si sta distruggendo, eserci tando violenza su se stesso, «si percuoteva con pietre», ma che allo stesso tempo cerca una salvezza nella pro tezione delle divinità che, secondo la cultura dell' epo ca, risiedevano nei montF7• Per la comprensione del l ' identità di questo posseduto sono preziosi l ' indicazione posta dall' evangelista « le gato con ceppi e catene», termine tecnico per indicare gli schiavi o i prigionieri di guerra28, e il verbo «doma re» , utilizzato per gli animali (Gc 3 ,7). Si tratta di un individuo che non viene ritenuto un esse-
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Gesù accusa i farisei di essere <<sepolcri imbiancati» (Mt 23,27). E s 3 , 1 2 ; Dt 1 2,2; Ger 2,20; 3,6; Ez 6, 1 3 . 28 Gdc 1 6,2 1 ; 2 Sam 3,34; 2 Re 25 ,7; 2 Cr 33 , 1 1 ; Sal 1 05 , 1 8 ; Ger 52, 1 1 . 27
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re umano e per questo è trattato come una bestia e ri dotto in forzata prigionia. Gli emarginati e i violenti nel mondo pagano, all' epoca di Gesù, erano gli schiavi . Essi tentavano di ribellarsi con la violenza all ' oppressione di chi li manteneva in schiavitù. Ma il ricorso alla violenza li conduceva a una situazione di autodistruzione, situandoli sempre più in un ambiente di morte (sepolcri) . Quando l ' evangelista scrive, n eli' impero romano non si erano spenti gli echi della rivolta degli schiavi av venuta nel 7 3 a.C. ad opera del gladiatore Spartaco, schiavo d' origine tracia. Contro Spartaco si mossero ben dieci legioni agli ordini di M. Licinio Crasso uni tamente a Pompeo. La rivolta fu domata due anni do po (7 1 a . C . ) con l ' uccisione di Spartaco e di cinque mila schiavi in battaglia e la successiva crocifissione di 6000 schiavi29•
Visto Gesù da lontano, accorse e gli si prostrò, 7 e gridando a gran voce disse: «Che vuoi da me, Ge sù, Figlio del Dio l 'Altissimo ? Ti scongiuro, per Dio, non mi tormentare!». 8 Gli diceva infatti: «Esci, spirito impuro, dall 'uomo!». 6
L' evangelista presenta due azioni distinte: in un primo momento il posseduto corre verso Gesù, attratto da co lui che ha riconosciuto quale «Figlio del Dio, l 'Altissi mo» , espressione usata dai pagani per indicare il Dio di 29 Riguardo al problema della sottomissione degli schiavi, negli An nali di Tacito si legge: << Oggi che tra i nostri schiavi si mescolano genti d 'ogni paese, diverse nei costumi, straniere nel culto o prive di ogni religione, solo con la paura potremo dominare codesta ac cozzaglia» (Annali, XIV, 44). In concomitanza con le prime perse cuzioni contro i cristiani da parte di Nerone, si ebbero nuovi tenta tivi di evasione da parte degli schiavi: <
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Israele30• Ma in un secondo tempo lo respinge, perché si oppone all ' ordine che Gesù ha dato allo spirito im mondo di uscire dall ' uomo. Costui teme che Gesù lo voglia ricacciare nella condizione di schiavitù e non vuole rinunciare allo «spirito impuro», grazie al quale è riuscito a liberarsi da «ceppi e catene», anche se questa liberazione attraverso la violenza lo sta ormai distrug gendo. 9 E l 'interrogò: «Qual è il tuo nome». Gli rispose: «
mio nome è Legione, perché siamo in molti». 10 E lo supplicava con insistenza perché non li inviasse fuori da quella regione. Per aiutare il lettore nell' interpretazione di questo com plesso episodio, l ' evangelista colloca come chiave di lettura il nome dello spirito impuro: «Legione». Con questo termine, sconosciuto come nome di demòni3 1 , s ' indicava sia un' unità militare composta da circa 6000 soldati, sia lo stesso esercito romano che occupava la regione. «Legione» richiama la brutale violenza delle truppe di occupazione. Il fatto che l ' anonimo posseduto indichi come spirito impuro la legione, vuole dire che la sua violenza non è che una risposta a quella che gli viene esercitata dagli occupanti romani. Il termine legione viene riferito allo «spirito impuro»32; l ' inciso «siamo in molti» nella lingua greca si riferisce a uomini33 e non a spiriti: l' uomo rappresenta una mol-
30 Gen 1 4 , 1 8-20; Nm 24, 1 6 ; Is 1 4, 1 4 . Il Dio A ltissimo (ebr. EL 'Eljon) era in origine il titolo di una divinità fenicia. 31 Lo spirito immondo non ha un nome proprio, ma il nome di una moltitudine, e si identifica con un sistema totalitario simbolizzato dai soldati dell' esercito romano. Cerbelaud, 92. 32 In greco neutro. 33 In greco maschile.
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titudine di altri uomini sottomessi dallo stesso violento
«spirito impuro»34• Alla fine il posseduto cede e accetta la liberazione con tenuta nel messaggio di Gesù. 11 C 'era là, sul monte, una numerosa mandria di porci al pascolo. 12 E [gli spiriti] lo supplicarono: «Mandaci da quei porci, perché entriamo in essi».
Altro termine chiave utile per la comprensione del l ' episodio è «porco» , l ' animale ritenuto impuro per ec cellenza, che era proibito non solo mangiare ma anche allevare in terra di Israele3 5• Al tempo di Gesù con la figura del porco si indicavano i romani, in quanto occupanti la terra di Israele, rappre sentata nei Salmi come una «vigna devastata dal cin ghiale del bosco» (Sal 80, 1 4). Per di più, come affronto ai Giudei, il vessillo della X Legione Fretensis era pro prio un maiale. Il termine mandria indica la grande ricchezza degli oc cupanti , ottenuta mediante la violenta sottomissione dei popoli al loro potere. A loro volta i dominati reagivano attraverso la violenza (spirito impuro). Il fatto che gli spiriti impuri desiderino entrare nei porci pone in rela zione i due termini. 13 Glielo permise. E gli spiriti impuri uscirono ed en
trarono nei porci e la mandria si precipitò giù dalla rupe nel mare; erano circa duemila e affogarono nel mare. Lo spirito immondo che costringeva l ' uomo a dimorare
Mateos J . , «Términos relacionados con "Legi6n" en Mc 5,2-20», in FgNt 2 ( 1 988) 2 1 1 -2 1 5 . 35 Lv 1 1 ,7 ; Dt 1 4, 8 . «> (Baba Q. M . , 7,7). 34
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nel luogo dei morti (sepolcri) ritorna nel mondo della morte (il mare)36. «Affogare nel mare» indica la distruzione totale e de finitiva (Mc 9,42), ed è espressione con la quale Israele ricordava la sua liberazione dalla schiavitù dell' Egitto e l ' a n n i e n tamento n e l mar R o s s o d e l l ' e s e r c i t o d e l faraone37• La liberazione dell' uomo implica però la rovina del si stema oppressore che basava la sua fortuna (mandria) sul suo sfruttamento. Il numero dei porci affogati, « circa duemila», appare nell' AT per indicare i nemici d' Israele sconfitti dai Giu deP8. 14 I mandriani allora fuggirono, e l 'annunciarono in città e nelle campagne, e vennero a vedere che cosa fosse accaduto. 15 Giunti da Gesù, videro l 'indemoniato seduto, ve stito39 e sano di mente, lui che aveva avuto la Legione, ed ebbero paura. 16 Quelli che avevano visto tutto, spiegarono loro cosa era accaduto all 'indemoniato e il fatto dei porci. 17 Ed essi cominciarono a supplicarlo di andarsene dai loro confini.
L' allarme generale denota che l ' interesse (mandria) era di tutta la regione (città/campagne) . Nessun segnale di allegria da parte della gente che trova sano di mente co-
36 «Morì ogni essere vivente che si trovava nel mare. . . Il mare resti tuì i morti che custodiva, la Morte e l 'Ade resero i morti da loro custoditi>> (Ap 1 6, 3 ; 20, 1 3). Nella nuova creazione il mare, simbolo di morte, scomparirà: «il mare non c 'è più » (Ap 2 1 , 1 ). 37 <
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lui che era stato posseduto dalla Legione, ma solo pau ra, che nasce dal veder minacciato il proprio capitale dagli effetti del messaggio di Gesù. La liberazione e la restituzione della dignità all' individuo nuoce agli inte ressi di tutta la comunità. Ironia dell' evangelista: se prima era lo spirito impuro a supplicare Gesù perché non lo cacciasse fuori da quella regione ma lo mandasse nei porci, ora sono gli abitanti del luogo, proprietari dei maiali, che supplicano Gesù di allontanarsi. Questa loro richiesta li smaschera e mani festa che è da costoro che procedeva lo spirito impuro. Dovendo scegliere tra il bene dell ' uomo e il proprio ca pitale, senza esitazione scelgono quest' ultimo. Tra il Dio che libera l ' uomo e il dio denaro che lo schiavizza preferiscono adorare quest' ultimo. 1 8 Mentre risa liva nella barca, colu i che era stato indemoniato lo supplicava di poter restare con lui. 19 Non glielo permise, ma gli disse: « Va ' nella tua ca sa, dai tuoi e annunzia loro ciò che il Signore ti ha fatto e la misericordia che ha avuto per te». 20 Egli se ne andò e si mise a proclamare per la Decà poli quello che Gesù gli aveva fatto, e tutti ne erano me ravig fiati.
A Gesù , il liberatore dell ' uomo, viene impedito di re stare in terra pagana, ma il liberato, «colui che era stato indemoniato» , sarà inviato da Gesù ad annunziare «ciò
che il Signore ti ha fatto» . L a missione dell ' uomo riguarda quanti sono ancora sot to il dominio dello spirito impuro e non la gente delle città e campagne, già al corrente dell ' accaduto, e che ha reagi to negativamente ( v. 1 4). L' invio dell ' uomo, il primo annunciatore pagano del van gelo, prepara, la strada al riconoscimento di Gesù quale Signore in terra pagana (Mc 7 ,28). Infatti mentre Gesù invia colui che aveva avuto lo spirito impuro ad «annun-
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ziare ciò che il Signore ti ha fatto» costui va «a procla mare per la Decàpoli quello che Gesù gli aveva fatto», riconoscendo nell' azione di Gesù quella del Signore. L' indemoniato ha saputo riconoscere nell ' azione e nel messaggio di Gesù ciò che gli scribi mai vorranno rico noscere, separando l ' azione di Gesù da quella di Dio:
«Perché costui parla così ? Bestemmia! Chi può rimet tere i peccati se non Dio solo ?» (Mc 2,7). Mentre l ' in demoniato è stato liberato dallo spirito impuro che lo dominava, gli scribi ne rimarranno vittime e complici.
Il demònio d eli 'ingiustizia (Mc 7 ,24-30)
Q u e s t o e p i s o d i o è s tato p o s t o s trateg i c a m e n t e dal l ' evangelista tra l a prima condivisione dei pani i n terra d' Israele (Mc 6,30-44) e la seconda, i n terra paga na « in pieno territorio della Decàpoli» (Mc 7,3 1 ). Per poter annunciare il messaggio di Gesù anche ai po poli pagani, la primitiva comunità cristiana dovette af frontare l ' ostacolo posto dalle barriere religioso-nazio naliste che venivano alimentate dal giudaismo. Nel disegno del Signore non esiste un popolo privile giato rispetto agli altri, perché il suo amore si estende a tutta l ' umanità: «Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il "Dio con loro "» (Ap 2 1 ,3). Ma non fu facile ai primi cristiani provenienti dal mon do ebraico arrivare a comprendere che «Dio non fa pre
ferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga» (A t l 0,3435), come dimostra la tenace resistenza di Pietro ad ac cogliere l ' invito da parte di Dio di recarsi in casa di un centurione pagano (At l 0).
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Tra Giudei e pagani c ' era un muro insormontabile, fatto di pregiudizi basati su differenze sociali, economiche e religiose, che dall ' una e dall' altra parte sfociavano nel disprezzo. Ci volle la liberazione portata da Gesù per ché di Giudei e pagani si riuscisse a fare «una cosa so
la, abbattendo il muro di separazione che li divideva, cioè l 'inimicizia» (Ef 2, 1 4). Per Gesù i pagani non solo non vengono esclusi dal l' annuncio del regno di Dio, ma sono coloro che per primi lo recepiscono e lo accolgono40• Mentre a Nazaret i compaesani di Gesù non vedono in lui altro che « il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo di Ioses, di Giuda e di Simone» (Mc 6,3), la donna pagana, protagonista di questo episodio, sarà l ' unico personaggio del vangelo che si rivolgerà a Gesù col titolo di Signore. 7,24 Partito di là, andò nella regione di Tiro e di Sido ne. Ed entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Indicando ai suoi discepoli la missione da svolgere, Ge sù li aveva invitati a superare le prescrizioni religioso alimentari per le quali a un ebreo era proibito non solo sedere a mensa con un pagano, ma anche entrare nella sua casa: «non è lecito per un Giudeo entrare in casa di
stranieri»41 • Nel discorso che precede questo episodio Gesù «di chiarava puri tutti gli alimenti» (Mc 7 , 1 9), annullando quanto prescritto nel capitolo 1 1 del Libro del Levitico, dove vengono distinti gli animali e gli alimenti puri da quelli impuri42, perché quel «che Dio ha purificato» l ' uomo non può «chiamarlo profano» (At 1 0, 1 5). 40 M t 8 , 1 0- 1 2. 4 1 At 1 0,28; Mc 6, 1 0. 42 Nella l Tm 4, 1 -3 «l 'astensione da alcun i cibi che Dio ha creato per essere mangiati» viene bollata come «dottrina demoniaca».
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Eliminata questa barriera, viene rimosso l ' ostacolo che impediva ai Giudei di entrare in contatto con i pagani, perché «Dio ha mostrato che non si deve chiamare pro fano o impuro nessun uomo» (At 1 0,28), e Gesù si reca a Tiro e Sidone, regione pagana per eccellenza43, per in vitare anche gli incirconcisi44 alla tavola dei figli . La citazione del nome della regione serve per richiama re alla mente del lettore un notissimo episodio della vi ta di Elia, narrato nel Primo Libro dei Re, dove il profe ta in questa terra pagana risuscita il figlio di una vedova ( l Re 1 7,7-24) . Azione benefica di Dio verso i pagani, che però non venne né compresa né accettata in Israele a causa del pregiudizio fortemente nazionalista dei Giu dei 4 5 •
Ma subito una donna, che aveva udito parlare di lui e la cui figlioletta aveva uno spirito impuro, andò e si gettò ai suoi piedi. 26 Questa donna era ellenica, di origine siro-fenicia, e lo pregava di scacciare il demònio46 da sua figlia. 25
L' indicazione che la donna fosse ellenica non serve per sottolineare la sua appartenenza geografica, che in realtà era siro-fenicia, ma la condizione sociale privile giata di costei47 .
43 Ger 47,4; Mt 1 1 ,2 1 -22. La circoncisione era il segno distintivo dell' alleanza di Israele con Dio (Gen 1 7 ,9- 1 4) . 4 5 « C 'erano molte vedove i n Israele al tempo di Elia. . . m a a nessu na di esse fu mandato Elia, se non a una vedova in Sarepta di Sido ne. . . All 'udire queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni di sde gno>> (Le 4,25-28). 46 Nel vangelo di Marco il termine demònio solo in questo episodio appare al singolare. In tutti gli altri casi è sempre al plurale (Mc 1 ,34.39; 3 , 1 5 .22; 6, 1 3 ; 9,38; 1 6,9. 1 7) . 47 L a figlia giace s u u n letto [gr. kline] (Mc 7 ,30), segno d i u n am biente signorile, e non sul giaciglio [gr. krabatos] tipico delle case modeste. 44
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Gli ellenici rappresentavano la classe al potere. Ma allo stesso tempo, in quanto pagani , erano considerati infe riori ai Giudei, che si consideravano non solo «figli di Abramo» (Gv 8,39), ma persino <
Anche se non contenuto neli ' elenco degli animali con siderati immondi (Lv 1 1 ), il cane era considerato impu ro e, come per il maiale, ne era proibito l ' allevamento in terra d ' Israele5 1 • Per questo, «cane» era un termine fortemente dispregiativo52, col quale i Giudei si riferiva no ai pagani, ritenuti esseri inferiori . Può sconcertare la brutale reazione di Gesù a una ma dre in ansia per la condizione della figlia. Gesù non in tende rifiutare il pane ai pagani « venuti da lontano» (Mc 8,3), che anzi sono invitati anch ' essi a saziarsi co48 <
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me i figli d' Israele53, ma fa presente alla donna il privi legio che ritengono di avere i Giudei sui pagani di poter accedere al pane prima di costoro54• L' argomentazione di Gesù vuole essere pedagogica ed è mirata a far comprendere alla donna l ' ingiustizia che nasce quando alcuni ritengono di essere superiori al re sto della gente, accampando dei diritti che non vengono riconosciuti a tutti . La situazione privilegiata della donna ellenica all' inter no della società pagana è altrettanto ingiusta quanto la pretesa superiorità dei Giudei che si ritengono destinati a essere i padroni dei pagani : «ci saranno stranieri a
pascere i vostri greggi e figli di stranieri saranno vostri contadini e vignaioli. . Vi goderete i beni delle nazioni, trarrete vanto dalle loro ricchezze» (ls 6 1 ,5-6). .
La natura dello spirito impuro che affligge la figlia del l ' ellenica è la disuguaglianza all ' interno della società pagana qui raffigurata nel rapporto madre-figlia.
Ma essa replicò: «Signore, anche i cani sotto la ta vola mangiano le briciole dei bambini» 55 • 29 Allora le disse: «Per questa parola va ': il demònio è uscito da tua .figlia». 30 Tornata a casa, trovò la bambina coricata sul letto e il demònio era uscito. 28
La risposta di Gesù raggiunge l ' effetto sperato. La donna, denunciando l ' ingiustizia nel rapporto tra i Giudei e i pagani, dove i figli hanno diritto al pane
53 L' uso in questo versetto del termine pane (gr. artos) e del verbo saziare (gr. chortazò), che c o mpare unicamente nella narrazione della condivisione dei p ani sia in terra d ' Israele sia in terra pagana, mostra il legame tra questi episodi (Mc 6,42; 8,4.8). 54 Anche Paolo sosteneva che il vangelo fosse <<potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, prima del Giudeo, poi del Greco» (Rm 1 , 1 6). 55 Gr. paidiòn.
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mentre i cani ne sono esclusi, riconosce nel contempo quella esistente all ' interno della sua società, dove lei, in quanto ellenica, appartiene alla classe dominante che gode di quei privilegi dai quali il popolo (figlia) viene escluso. Mentre Gesù ha parlato di figli (v. 27) la donna rispon de usando il termine bambini. La sostituzione è signifi cativa: con il termine figli ci si appellava alla figliolan za di Abramo (Sal 1 05 ,6), ed era prerogativa di una raz za che si riteneva superiore alle altre, mentre il termine bambini indica una condizione alla quale tutti, Giudei o {' agani possono accedere56• E questa l ' unica guarigione presente nel vangelo di Marco che non richieda la presenza fi sica di Gesù. Il demònio non viene cacciato da Gesù, ma scompare una volta che la donna ellenica riconosce l ' ingiustizia esi stente all ' interno della società pagana: l ' accoglienza del messaggio di Gesù è fattore di liberazione e di guari gione. Il terreno è ormai pronto per una condivisione di pani anche in terra pagana (Mc 8, 1 - 1 0). Il pane rifiutato dai figli, i Giudei, diviene cibo per i cani, i pagani che han no accolto Gesù e sono già pronti a riconoscerlo come il Signore. I pagani non solo non si dovranno accontentare delle briciole dei figli, ma prenderanno il loro posto alla mensa del regno57• L' abbondanza del pane sarà tale che, dopo che tutti avranno mangiato e si saranno saziati, porteranno via «sette sporte di pezzi avanzati» (Mc 8,8). 5 6 <> (Mt 8, 1 1 - 1 2) .
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Fede e incredulità (Mc 9, 1 4-29)
La prima volta che nel vangelo di Marco era apparso un «uomo con uno spirito impuro», la causa della sua impu rità era stata individuata nell' adesione alla dottrina degli scribi (Mc 1 ,2 1 -28). L' ultima volta che nello stesso van gelo viene presentato un intervento di Gesù nei confronti di uno spirito impuro, di nuovo questo è in relazione con gli scribi, responsabili di indemoniare il popolo. 9,14 E arrivando presso i discepoli, videro attorno ad
essi molta folla e gli scribi che discutevano con loro. Gesù ha preso con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li ha condotti su «Un alto monte» dove «fu trasfigurato davanti a loro» (Mc 9,2), dimostrando ai discepoli che la morte non distrugge l ' uomo, ma permette alla vita di manifestarsi in una forma completamente nuova, in commensurabile58. Nel corso della trasfigurazione era no apparsi anche «Elia con Mosè che conversavano con Gesù» (Mc 9,5). Scendendo dal monte Gesù trova gli altri discepoli im pegnati in una discussione con gli scribi che appassiona la folla. L' oggetto della discussione riguarda proprio l ' obiezione, posta poco prima da Pietro, Giacomo e Giovanni a Gesù, riguardo la sua morte: «E lo interro
garono: Perché gli scribi dicono che prima deve venire Elia ?» (Mc 9, 1 1 ). L' attesa del profeta Elia quale battistrada del Messia veniva alimentata dall' insegnamento degli scribi in ba se ad alcuni scritti profetici (MI 3,23). Il fatto che i di58 <
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scepoli discutano con gli scribi significa che, pur con orientamenti e aspettative differenti, entrambi condivi dono la stessa ideologia di un Messia trionfatore e vio lento animato dallo stesso fanatico zelo di Elia, il profe ta atteso per «ristabilire ogni cosa» (Mc 9, 1 2) . 1 5 E subito tutta la folla, a l veder/o, fu presa da mera viglia e corse a salutar/o. 16 Ed egli li interrogò: «Di che cosa discutete con lo ro ?» 17 E dalla folla uno gli rispose: «Maestro, ho portato da te mio figlio, che ha uno spirito muto. 18 Dovunque lo afferri, lo getta a terra ed egli schiu ma, digrigna i denti e si irrigidisce. Ho detto ai tuoi di scepoli di scacciarlo, ma non ci sono riusciti»59•
Alla domanda di Gesù, i discepoli, tanto loquaci con gli scribi, rimangono muti 60 come lo spirito muto che non hanno avuto la capacità di scacciare. Nei versetti seguenti l'evangelista chiarirà che lo spirito è muto perché è pure sordo (v. 25). A differenza degli spiriti impuri presenti nella sinagoga (Mc l ,23-27) e nel la regione dei Geraseni (Mc 5 ,2-20), che hanno cercato il dialogo, seppure a livello di conflitto con Gesù, questo è uno spirito muto, cioè talmente radicato nell' individuo che non cerca lo scontro né tantomeno chiede aiuto. 19 Egli allora disse loro: «0 generazione miscreden
te!61 Fino a quando sarò con voi ? Fino a quando dovrò sopportarvi ? Portatelo qui da me». 59 Il demonio è il «forte» (ho ischyros, Mc 3 ,27) che i discepoli non riescono a cacciare perché meno forti (ouk ischysan). 60 Anche a Cafarnao i discepoli saranno incapaci di rispondere alla domanda di Gesù «Di che cosa discutevate per via ?». Il loro silenzio è dovuto al fatto che discutevano tra loro su chi fosse il più importan te (Mc 9,33-34), dimostrando di non aver capito l ' insegnamento di Gesù «Venuto per servire e non per essere servito» (Mc 1 0,45). 61 Gr. apistos. Lett. <<senza fede».
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L' evangelista modella il rimprovero di Gesù su quello che si trova nel Libro dei Proverbi, attribuito alla Sa pienza di Dio: «La sapienza grida. . . fino a quando� o
inesperti, amerete l 'inesperienza»62• Gesù aveva costituito il gruppo dei discepoli per «man
darli a predicare e a vessero il potere di scacciare i demòni» (Mc 3 , 1 4 ; 6,7) . La capacità data da Gesù ai di scepoli dipendeva dalla predicazione : è la forza del messaggio a liberare le persone. L' accusa di Gesù investe tutti i presenti (folla, scribi, discepoli, padre del posseduto), ma si rivolge principal mente ai discepoli, già destinatari di precedenti rimpro veri63 e oggetto dell ' esortazione ad aver fede: «Abbiate
fede in Dio! . . . Per questo vi dico: tutto quello che do mandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenu to e vi sarà accordato» (Mc 1 1 ,22.24 ) . 20 E glielo portarono. Alla vista di Gesù, subito lo spi
rito scosse con convulsioni il ragazzo ed egli, caduto a terra, si rotolava schiumando. 21 Gesù interrogò il padre: «Da quanto tempo gli ac cade questo ?». Egli rispose: «Dall 'infanzia; 22 anzi, spesso lo ha buttato anche nel fuoco e nell ' ac qua per ucciderlo. Ma se tu puoi qualcosa, abbi com passione di noi e aiutaci». Lo spirito dimostra a Gesù il potere che da sempre ha sul ragazzo. Dal punto di vista medico i sintomi descritti possono essere individuati in quelli dell ' epilessia64, ma non è il quadro clinico del ragazzo quello che interessa ali ' e vangelista, bensì l' aspetto teologico dell ' episodio. 62 Pr 1 ,20-22; Dt 32,5. 63 «Perché avete paura ? Non avete ancora fede ?» (Mc 4,40) ; «Ave te il cuore indurito ? Avete occhi e non vedete, avete orecchi e non udite ?» (Mc 8, 1 7 - 1 8). 64 Convulsioni, caduta a terra, rotolarsi, schiumare.
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I termini-chiave che possono aiutare la comprensione del brano sono due: il fuoco e l 'acqua, simboli con i quali venivano raffigurati rispettivamente Elia e Mosè, i personaggi apparsi con Gesù sul monte della trasfigura zione (Mc 9,4 ). Elia è il profeta che, animato da zelo violento, tenta di attuare la purificazione religiosa attraverso la soppres sione degli avversari65 : «Elia profeta, simile a/fuoco; la
sua parola bruciava come fiaccola. Egli fece venire su di loro la carestia e con zelo li ridusse a pochi. Per co mando del Signore chiuse il cielo, fece scendere così tre volte il fuoco»66• L' immagine dell acq ua viene applicata dalla tradizione '
a Mosè. Quando venne portato alla figlia del faraone, che lo aveva trovato in un cesto tra i giunchi sulla riva del fiume, «ella lo chiamò Mosè, dicendo: lo l 'ho sal vato dalle acque» (Es 2, 1 0) . E Mosè sarà colui che sal verà il suo popolo con il prodigio delle acque del mar Rosso quando «le acque si divisero» (Es 1 4,2 1 ) . Nella situazione del ragazzo l ' evangelista raffigura la condizione disperata del popolo d' Israele, nel quale la dottrina degli scribi alimentava continuamente la speran za del «giorno di vendetta per il nostro Dio» (ls 6 1 ,2), una liberazione dai nemici attraverso la violenza, come quella attuata da Elia e da Mosè, ricordato nella Bibbia per «il terrore grande con cui aveva operato» (Dt 34, 1 2). Allo stesso modo nella figura del padre si rappresenta
65 Elia è l ' autore del massacro dei 450 profeti di Baal che scannò personalmente: <<Elia disse loro: "Afferrate i profeti di Baal; non ne scappi uno! ". Li afferrarono. Elia li fece scendere nel torrente Kison, ove li scannò» ( l Re 1 8,40). Altri cento uomini li fece arro stire direttamente da Dio cinquanta alla volta: «Se sono un uomo di Dio, scenda il fuoco dal cielo e divori te e i tuoi cinquanta. Scese un fuoco dal cielo e divorò quello con i suoi cinquanta » (2 Re 1 , 1 0- 1 2) . 66 Sir 48, 1 -3 ; l R e 1 9, 1 0. 1 4.
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la speranza suscitata nel popolo dali' alternativa di libe razione proposta da Gesù. 23 Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi
crede». 24 Il padre del fanciullo gridando rispose: « Credo, aiuta la mia incredulità». Alla mancanza di fede dei discepoli (generazione mi scredente, v. 1 9) si contrappone il desiderio di uscire dall' incredulità da parte del padre del ragazzo (credo). 25 Allora Gesù, vedendo accorrere la folla, sgridò lo
spirito impuro dicendogli: «Spirito muto e sordo, io ti ordino, esci da lui e non vi rientrare più». 26 Gridando, e scuotendolo fortemente, uscì. E il fan ciullo diventò come morto, sicché molti dicevano: « È morto». 27 Ma Gesù, presolo per mano, lo fece alzare ed egli stette in piedi. Lo spirito impuro, che era stato presentato inizialmente dal padre del ragazzo come muto (v. 1 7), ora nel co mando di Gesù viene denunciato anche come sordo, per indicare la c ausa della sua totale incomunicabilità e chiusura: non può parlare perché non può ascoltare. La liberazione di Gesù è completa e definitiva perché ac compagnata dall' ordine di «non rientrare più». L' azione d i Gesù causa grande delusione tra i presenti che ritengono morto il ragazzo. A livello teologico l ' evangelista vuoi indicare che, se viene uccisa la speranza di liberazione attraverso la for za, come fecero in passato Mosè e Elia, il popolo crede di non avere più alcuna speranza di vita. Al contrario, per Gesù era proprio questa speranza in una liberazione violenta quella che teneva il popolo in una condizione di morte dalla quale egli lo risuscita. Questa resurrezione di un popolo morto viene sottoli-
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neata dall' evangelista, richiamando nell' azione di Gesù l ' unica risurrezione presente nel suo vangelo, quella della figlia di Giairo, «uno dei capi della sinagoga» : Mc 5,4 1-42
Mc 9,27
[Gesù]
Ma Gesù, preso/o per mano,
Presa La mano della ragazza, Le disse: Tali ta kum, che significa: Fanciulla, io ti dico, alzati! [egheire] Subito La fanciulla si alzò [aneste]
Lo fece alzare [egheiren] ed egli si alzò [aneste]
In entrambi i casi Gesù prende per mano la persona e l' evangelista adopera il verbo alzare67, lo stesso usato per indicare la resurrezione di Gesù : « È risorto68 non è qui» (Mc 1 6,6) . 28 Entrato in casa, i discepoli gli domandavano in di sparte: «Perché noi non siamo riusciti a scacciar/o ?». 29 Ed egli disse Loro: «Questo genere69 non si può scacciare in alcun modo, se non con La preghiera » . 70
67 Gr. egheiro. 68 Gr. egherte. 69 Gr. ghenos. 70 Alla «preghiera» un copista aggiunse <<e con il digiuno» (gr. ne steia) e questa fu la forma con la quale la frase di Gesù venne tra dotta nella Vulgata : <
1 46
Satana - Spirito impuro - demònio nel Vangelo di Marco
Nel vangelo, l ' espressione « in disparte» si trova sem pre in un contesto negativo di incomprensione o di osti lità a Gesù e al suo insegnamento7 1 • Adoperando due termini simili nella lingua greca, «ge nerazione» e «genere72» , l ' evangelista unisce tematica mente la mancanza di fede dei discepoli e la razza di spiriti muti e sordi da scacciare. Pur affermando che questa specie di spiriti si può cac ciare solo con la preghiera, Gesù ha liberato il ragazzo senza pregare. L' evangelista vuole indicare che i disce poli devono attingere da Gesù la forza per liberare i posseduti. Se i discepoli non riescono a scacciare questi spiriti è perché ne condividono l ' ideologia, identifican do in Gesù il Messia <<.figlio di Davide», il re che con la violenza aveva inaugurato il regno di Israele. Quando i discepoli arriveranno a riconoscere, come il padre del bambino, la loro mancanza di fede e chiede ranno l ' aiuto di Gesù, anch' essi saranno liberati e libe ratori.
Il dèmone dell'intolleranza (Mc 9,38-40)
In questa narrazione viene di nuovo presentata l ' incom prensione dei discepoli nei confronti del messaggio di Gesù. Per la seconda volta Gesù ha annunciato che la sua sali ta a Geru s alemme non si concl uderà con un gran trionfo, ma avverrà «per essere consegnato nelle mani degli uomini che lo uccideranno» (Mc 9,3 1 ) .
7 1 Mc 4,34; 6,3 1 . 32; 7,33; 9,2; 1 3,3. 7 2 Gr. ghenea e ghenos.
Chi indemonia chi
1 47
Il messaggio cozza contro l ' ottusità dei discepoli, che
«non comprendevano queste parole e avevano timore di chiedergli spiegazioni» (Mc 9,32). Il motivo della loro incomprensione si deve al fatto che stanno discutendo «tra loro su chi fosse il più grande» (Mc 9,34). E Gesù, per l ' ennesima volta, pazientemente, cerca di far comprendere che nella comunità dei suoi discepoli non esistono gerarchie basate sull ' importanza, ma solo sul servizio reso volontariamente agli altri : «Se uno vuoi
essere il primo, sia l 'ultimo di tutti e il servo di tutti» (Mc 9 , 3 5 ) . Mentre sta ancora parlando viene brusca mente interrotto da un discepolo, che con il suo inter vento mostra ancora una volta non solo l' incomprensio ne di quel che il suo maestro sta insegnando, ma anche il disaccordo su quanto Gesù sta esponendo . 9,38 Giovanni gli disse: «Maestro, abbiamo visto uno che nel tuo nome scacciava demòni e glielo abbiamo impedito73 perché non seguiva noi». Gesù viene interrotto da Giovanni, il discepolo che as sieme al fratello Giacomo chiederà al Signore di poter occupare i posti d' onore nel regno (Mc 1 0,35-37), no nostante Gesù avesse insegnato loro per la terza e ulti ma volta che a Geru salemme avrebbe incontrato la morte (Mc 1 0,32-34) . Nel vangelo di Marco, Giovanni è sempre nominato con il fratello Giacomo74, tranne in questa occasione · nella quale compare da solo . Mediante questo artifizio letterario, l ' evangelista vuole creare un parallelismo con l ' altro famoso precedente di intolleranza presente nella B ibbia, quello dello zelo inopportuno di Giosué. Si legge nel Libro dei Numeri che Yahvé prese lo spiri to che era su Mosè e lo infuse sui settanta anziani e co-
73 74
Gr. ekoluomen. Mc 1 , 1 9.29; 3, 1 7 ; 5,37; 9,2; 1 0,35.4 1 ; 1 3 , 3 ; 1 4,33.
1 48
Satana - Spirito impuro - demònio nel Vangelo di Marco
storo profetizzarono. Ma lo spirito si posò anche su El dad e Medad che non avevano partecipato alla cerimo nia di investitura per ricevere lo spirito. Prontamente lo zelante Giosué «che dalla sua giovinezza era al servi
zio di Mosè, disse: "Mosè, signor mio, impediscili ". Ma Mosè gli rispose: "Sei tu geloso per me ? Fossero tutti profeti nel popolo di Yahvé e volesse Yahvé dare lo ro il suo spirito! " » (Nm 1 1 ,28-29) 75• Giovanni, assieme al fratello, è stato qualificato da Gesù come <<.figlio del tuono» (Mc 3, 1 7) cioè fulmine. Sopran nome che allude al carattere fortemente dispotico e vio lento di questo discepolo76• Il suo intervento autoritario e intollerante è motivato dal fatto che l' individuo che scac cia i demòni nel nome di Gesù non li segue77• Per questo glielo ha impedito e ora chiede l' approvazione di Gesù. Nella denuncia di Giovanni non si afferma che quel tale non segua Gesù, ma si asserisce che non segue loro («non seguiva noi») . Per Giovanni è inconcepibile che qualcuno, al di fuori del gruppo dei dodici, compia azioni di liberazione. Con raffinata ironia l ' evangelista presenta una situazio ne paradossale: l ' anonimo individuo riesce a liberare le persone dai demòni, mentre i discepoli, ai quali Gesù aveva conferito questa capacità (Mc 3 , 1 4- 1 5 ), si dimo strano incapaci di farlo78•
75 Marco evidenzia l ' affinità tra i due episodi adoperando lo stesso verbo impedire (gr. koluo) : <<Mosè, signore mio, impediscili [gr. ko luson] » (Nm 1 1 ,28); <
Chi indemonia chi
1 49
39 Ma Gesù disse: «Non glielo proibite, perché non c 'è
nessuno che agisce con potenza nel mio nome e subito possa parlare male di me. 40 Chi non è contro di noi è per noi». Il fatto che l ' individuo non segua i dodici o i discepoli non significa che non segua Gesù. Ci può essere una sequela di Gesù che non si configuri necessariamente in quella dei dodici. Di fatto l ' indivi duo agisce nel nome di Gesù, cioè pienamente identifi cato con il Signore (Mc 9,37). L' evangeli sta stigmatizza severamente la tendenza espressa da Giovanni di far parte di un' élite di persone privilegiate per il loro particolare rapporto con Gesù. Il Signore riconosce come suoi chiunque è per il bene de gli uomini e lavora per liberarli da tutto quel che impe disce loro di recepire la pienezza di vita alla quale sono chiamati.
L'ultimo diavolo Mentre il satana era scomparso dal vangelo di Marco al capitolo capitolo
8,33, l ' ultima menzione di demònio si trova nel 9,38 . Il vangelo di Marco termina al capitolo 16
con l ' annuncio della risurrezione di Gesù alle donne che però «non dissero niente a nessuno perché erano impau rite» (Mc
16,8)19• Le prime comunità cristiane trovarono
inammissibile che il vangelo di Marco terminasse con il solo annuncio della resurrezione di Gesù, senza le prove delle apparizioni. Per questo furono aggiunte ben tre di verse finali, con vocabolario, stile e teologia completa mente differenti da quelli dell' evangelista. In due di que ste aggiunte si fa nuovamente menzione dei demòni e del satana. Nella versione aggiunta normalmente al testo
evangelico (vv. 9-20) 80, Gesù dà questo mandato agli un
dic i : « Questi saranno i segn i che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demòni, parleranno lingue nuove» (Mc
16, 1 7). Nell' altra versio
ne compare di nuovo il satana sul quale i discepoli tenta no di scaricare la responsabilità del loro fallimento nel l ' evangelizzazione: «E qu elli si scusavano dicendo : " Questo secolo di iniquità e di incredulità è sotto la po testà del satana, il quale non permette che la verità e la potenza di Dio siano ricevute dagli spiriti impuri " . Dice vano questo a Cristo e Cristo rispose loro: "Il termine degli anni della potenza del satana è compiuto; ma altre cose terribili si avvicinano. Anche per coloro che hanno peccato, sono stato consegnato alla morte, affinché essi si convertano alla verità e non pecchino più, perché pos sano ereditare in cielo la gloria spirituale e incorruttibi le della giustizia " » 8 1 •
79 Questa fine del vangelo di Marco è testimoniata dai codici Vati canus e Sinaiticus del IV secolo. 80 Detta .finale lunga. Nella versione breve si legge: «Raccontarono in breve a quelli che erano con Pietro tutto ciò che era stato loro annunziato. Poi Gesù stesso fece portare per mezzo loro, dall 'o riente fino all 'occidente, la santa e incorruttibile proclamazione dell 'eterna salvezza » . 81 Codice W.
EPILOGO
E LE STREGHE? AL ROGO
Gli effetti negativi della credenza nei demòni e nei dia voli superarono abbondantemente quelli positivi. Basta pensare alla convinzione, suffragata da prove ricercate nella B ibbia, dell ' esi stenza delle streghe, ovvero di donne malefiche che avevano commercio carnale con il demònio:
« Una donna cattiva per natura, che è più pronta a du bitare della fede ', è altrettanto pronta a rinnegar/a, ed è questa la caratteristica fondamentale delle streghe»2• Persino un grande teologo come Tommaso d' Aquino credeva alla possibilità del patto col diavolo e ai rappor ti sessuali tra i demòni e le donne3• La posizione della Chiesa riguardo alle streghe fu con traddittoria. Se con la bolla Ad extirpanda, del 1 5 mag gio 1 252, Papa Innocenzo IV autorizzò l' uso della tor tura nel processo ecclesiastico alle streghe\ il suo suc cessore Alessandro IV, nel 1 257, invitava gli inquisitori ad occuparsi d' altro che di streghe. Ma le basi per la tragica mattanza di donne ad opera 1 Per la poca fede delle donne veniva scomodata una maccheronica etimologia: «Femmina viene da ''fede " e "meno ", perché ha sem pre minor fede e la serba di meno» (Kramer H., Sprenger J., Quest VI, 90). 2 Kramer H., Sprenger J . , 9 1 . 3 Tommaso d ' Aquinò, Sum. Theol. , Ila. Ilae. 96.2. 4 Solo se la strega resisteva a tutti i tormenti era da considerarsi in nocente.
1 52
Epilogo
della Chiesa erano ormai date, e sotto Papa Gregorio X, nel 1 275, a Tolosa, l' inquisitore Ugo de Banyol fa bru ciare la prima strega al rogo, in ottemperanza a quanto comandato dalla Bibbia, che nel Libro dell ' Esodo affer ma perentoriamente : «Non lascerai in vita la strega» (Es 22, 1 7 ; Lv 20,6.27) . La morte attraverso il rogo venne applicata interpretan do letteralmente l ' espressione di Gesù: « Chi non rima
ne in me viene gettato via come il tralcio e secca; poi lo raccolgono, lo gettano nel fuoco e lo bruciano» (Gv
. 1 5 ,6). Con la bolla «Summis desiderantes affectibus» emanata da Papa Innocenza VIIP il 5 dicembre 1 484, si ebbe il momento di massima propagazione della caccia alle streghe, torturate, massacrate e bruciate con tanto di be nedizione papale6• Se non fosse stato fonte di un' immane tragedia, la let tura del delirante documento papale, col quale si auto rizza il massacro delle streghe, sarebbe esilarante:
«Molti individui di entrambi i sessi hanno malvagie re lazioni con i demòni incubi e succubi. Con i loro incan tesimi, le loro seduzioni, scongiuri e altre superstizioni sacrileghe, con eccessi, crimini e delitti di sortilegi, fanno deperire e morire fanciulli, piccoli animali, rac colti, uva, frutta, uomini, donne, greggi, bestiami e altri animali, vigne, verzure, prati, pascolo, grano, frumento ed altri prodotti della terra. Con indicibili sofferenze
5 Giovanni Battista Cibo, uomo mediocre e di scarsa intelligenza (<
E le streghe? Al rogo
153
sia interne che esterne esercitano il loro malefico in flusso e tormentano uomini e donne, bestie da soma, greggi, bestiami, e altri animali. Impediscono la pro creazione deifigli»7• All' origine del tragico documento papale vi erano due inquisitori domenicani8, che tre anni dopo pubblicarono il «Malleus maleficarum» («Martello delle streghe»), u n micidiale concentrato d i mi soginia9, sessuofobia10 e superstizioni 1 1 , contrabbandato per trattato teologico. Questo manuale ad opera degli inquisitori, che autore volmente insegnava come, quanto e dove torturare le donne sospette di stregoneria, fu l ' orrendo best-seller nella Chiesa per ben due secoli, con trentaquattro edizio ni fino al 1 669, per un totale di trentacinquemila copie. Per gli inquisitori era palese che la stregoneria fosse un fatto di donne, e non di uomini «e, di conseguenza, bi
sogna chiamare questa eresia non degli stregoni ma delle streghe, perché la denominazione risulti ancor più giustificata. E sia benedetto l 'Altissimo che finora ha preservato il sesso maschile da un così grande flagello. Egli ha infatti voluto nascere e soffrire per noi in que sto sesso, e perciò lo ha privilegiato»12• Solo
a
Como, il primo anno dopo la pubblicazione del-
Cit. in Aubenas, R., Ricard, R., La Chiesa e il rinascimento, in Storia della Chiesa XV (Torino: S .A.I.E., 1 963), 506. 8 Heinrich Kriimer (Institor) e Jakob Sprenger. 9 Nella loro opera risalta il disprezzo col quale i due inquisitori par lano delle loro vittime, definite laconicamente «quelle donnette che sono state bruciate» Krli.mer H . , Sprenger J., Quest 11,48. 10 « È con la lussuria della carne che essi (i demòni) dominano for temente gli uomini: infatti la sede della lussuria negli uomini è nei reni, da cui scende il seme, come nelle donne è ne/l ' ombelico» Krii mer H., Sprenger J , Quest III, 5 8 . 11 « Come s i ricava dall 'esperienza, u n olivo piantato da una mere trice non dà frutti; ne dà invece, se piantato da una donna casta» Kriimer H., Sprenger J . , Quest. II, 5 1 . V,75. 12 Kriimer H . , Sprenger J., Quest VI, 95. Circa 1 ' 80% delle vittime della caccia alle streghe sono state donne. 7
.
1 54
Epilogo
la Bolla di Innocenza VIII, l ' inquisitore «mandò al ro
l!o quarantuno streghe» 13•
E difficile calcolare il numero di vittime di questa fune sta superstizione, ma i calcoli su quante donne siano state uccise perché ritenute streghe, rogo più rogo me no, vanno da un minimo di centomila a un massimo di due milioni 14• Innestatasi nel cuore stesso della Chiesa, la devastante credenza nelle streghe e nei loro malefici fu causa di purghe interne. Giovanni XXII1S, papa talmente super stizioso da portare sempre con sé un pane in cui era conficcato un coltello d ' argento, ritenuto amuleto infal libile contro le stregonerie, fece condannare al rogo nel 1 3 1 8 persino il vescovo della sua città natale 16, con l ' accusa di aver attentato alla sua vita attraverso incan tesimi su figurine di cera. S oltanto nel 1 6 8 2 , in Francia, re Luigi XIV emise un' ordinanza, grazie alla quale si prescriveva la fine della persecuzione alle streghe nel suo regno . Da quel momento, la caccia alle streghe segnò una netta fles sione. Una delle ultime stragi di donne accusate di stregone ria avvenne negli Stati Uniti nella cittadina di Salem
13
Kramer H., Sprenger J., Quest. XI, 1 27. È con vero rammarico che i due autori del Martello delle streghe parlano di una vecchia scampata al loro furore: « Confesso che sic come a noi non si è presentata la facoltà di fare vendetta e inquisi re contro di lei, è ancora viva » Kramer H . , Sprenger J., Quest. VII, l 02. Per costoro le streghe dovevano essere eliminate senza pietà: «Per quanto facciano penitenza e tornino alla fede, non deb bano essere sottoposte al carcere perpetuo come gli altri eretici, bensì essere punite con l 'estremo supplizio» Quest XIV, 1 46. 1 5 Il papa, che condannò come eretica la dottrina della povertà per fetta di Cristo (bolla Cum inter nonnullos, del 1 2 novembre 1 323), ridusse in miseria le chiese a vantaggio della sua corte tanto da me ritare il titolo di «Mida di Avignone» . 16 U go Géraud, vescovo di Cahors (Francia) . 14
E le streghe? Al rogo
1 55
(Massachusetts), dove nel 1 69 2 venti donne furono uccise: essendo il rogo considerato troppo cattolico, in questa cittadina protestante le donne vennero im piccate e lapidate. Ancora nel 1 78 1 venne arsa al rogo una donna a Sivi glia e l ' anno dopo a Glarona (Svizzera). L' ultima ese. cuzione ufficialmente conosciuta avvenne nel 1 793 in Posnania (Polonia).
Tavola I
1 56
TAVO LA l Diavolo e Satana nei Vangeli DIAVOLO
SATANA
Matteo
Matteo 4, l 0: Tentazioni
4, 1 .5 . 8 . 1 1 : Tentazioni 1 3 ,3 9 : Parab. zizzania 25 ,4 1 : Parab. giudizio
1 2,26: Disputa farisei 1 6,23 : Pietro Marco
l , 1 3 : Tentazioni 3 ,23 .26: Disputa scribi 4, 1 5 : Parab. seminatore 8,3 3 : Pietro Luca
Luca
4,2.3 .6. 1 3 : Tentazioni 8, 1 2: Parab. seminatore
1 0, 1 8 : Cade dal cielo 1 1 , 1 8: Disputa (Beelzebùl) 1 3 , 1 6 : Donna curva 22, 3 : Giuda 22,3 1 : Tenta i discepoli
Giovanni
Giovanni
6,70: Giuda 8,44: Giudei 1 3 ,2: Giuda
1 3 ,27 : Giuda
Tavola II
1 57
TAVOLA I l SATANA nel Nuovo Testamento
Atti
5,3 Ma Pietro gli disse: Anania, perché mai satana si è
così impossessato del tuo cuore che tu hai mentito allo Spirito Santo e ti sei trattenuto parte del prezzo del ter reno ? 26, 1 8 Ad aprir loro gli occhi, perché passino dalle te nebre alla luce e dal potere di satana a Dio. Lettera ai Romani
1 6,20 Il Dio della pace stritolerà ben presto satana sot to i vostri piedi. l Lettera ai Corinti
5,5 Questo individuo sia dato in balìa di satana per la
rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ot tenere la salvezza nel giorno del Signore. 7,5 Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione. 2 Lettera ai Corinti 2, 1 1 Per non cadere in balìa di satana, di cui non igno
riamo le macchinazioni. 1 1 , 1 4 Ciò non fa meraviglia, perché anche satana si maschera da angelo di luce. 1 2,7 Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella car ne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia.
158
Tavola II
l Lettera ai Tessalonicesi
2, 1 8 Perciò abbiamo desiderato una volta, anzi due
volte, proprio io Paolo, di venire da voi, ma satana ce lo ha impedito. 2 Lettera ai Tessalonicesi 2,9 La cui venuta avverrà nella potenza di satana, con
ogni specie di portenti, di segni e prodigi menzogneri. l Lettera a Timoteo
l ,20 Tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a imparino a non più bestemmiare. 5 , 1 5 Già alcune purtroppo si sono sviate dietro a sata
satana perché na. Apocalisse
2,9 Conosco la tua tribolazione, la tua povertà - tutta via sei ricco - e la calunnia da parte di quelli che si proclamano Giudei e non lo sono, ma appartengono al la sinagoga di satana. 2, 1 3 So che abiti dove satana ha il suo trono; tuttavia tu tieni saldo il mio nome e non hai rinnegato la mia fe de neppure al tempo in cui Antìpa, il mio fedele testi mone, fu messo a morte nella vostra città, dimora di sa tana.
2,24 A voi di Tiàtira invece che non seguite questa dot
trina, che non avete conosciuto le profondità di satana - come le chiamano - non imporrò altri pesi. 3,9 Ebbene, ti faccio dono di alcuni della sinagoga di satana - di quelli che si dicono Giudei, ma mentiscono perché non lo sono. 1 2,9 Il grande drago, il serpente antico 1, colui che chia-
1 Nei vangeli non appare alcuna relazione tra il diavolo e il serpen te, animale che Gesù invita a prendere come esempio di prudenza («Siate prudenti come i serpenti», Mt 1 0, 1 6) nonostante sia consi derato portatore di morte. Fu con il primo cristianesimo che il ser pente, protagonista nel Libro della Genesi come animale tentatore
Tavola II
1 59
miamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. 20,2 Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il dia volo, satana - e lo incatenò per mille anni. 20,7 Quando i mille anni saranno compiuti, satana verrà liberato dal suo carcere.
(Gen 3), venne identificato con il satana, basandosi anche sull' er rata etimologia di Giustino secondo il quale << "sata " nella lingua dei giudei e dei siri significa "apostata ", mentre "nas " è il termine da cui si ricava la traduzione "serpente ": dalle due parole si for ma l 'unico nome di "satana " » . Dialogo, 1 03 , 5 .
Tavola III
1 60
TAVOLA 1 1 1 Diavolo nel NT
Atti
l 0,38 Cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e po tenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e ri sanando tutti coloro che stavano sotto il potere del dia volo, perché Dio era con lui. 1 3, l O O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, fi glio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando ces serai di sconvolgere le vie diritte del Signore ? Lettera agli Efesini
4,27 E non date occasione al diavolo. 6, 1 1 Rivestitevi dell 'armatura di Dio, per poter resiste re alle insidie del diavolo. l Lettera a Timoteo
3 ,6-7 Inoltre non sia un neofita, perché non gli accada
di montare in superbia e di cadere nella stessa condan na del diavolo . È necessario che egli goda buona reputazione presso quelli di fuori, per non cadere in discrPdito e in qualche laccio del diavolo. 3 , 1 1 A llo stesso modo le donne siano dignitose, non diavole 1, sobrie, fedeli in tutto. 2 Lettera a Timoteo 2,26 E ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo,
1 Gr. diabolous [calunniatrici].
Tavola III
161
che l i h a presi nella rete perché facessero la sua vo lontà. 3,3 Senza amore, sleali, diavoli2, intemperanti, intratta bili, nemici del bene. Lettera a Tito
2,3 Ugualmente le donne anziane si comportino in ma niera degna dei credenti; non siano diavole3 né schiave di molto vino. Lettera agli Ebrei
2, 1 4 Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e
la carne, anch 'egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all 'impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo. Lettera di Giacomo
4,7 Sottomettetevi dunque a Dio; resistete al diavolo,
ed egli fuggirà da voi. I Lettera di Pietro
5 , 8 Siate temperanti, vigilate. Il vostro accusatore, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi
divorare. I Lettera di Giovanni
3,8 Chi commette il peccato viene dal diavolo, perché il diavolo è peccatore fin dal principio. Ora il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo. 3 , 1 0 Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo
è chi non ama il suo fratello. Lettera di Giuda
9 L 'arcangelo Michele quando, in contesa con il diavo-
2 Gr. diaboloi [calunniatori]. 3 Gr diabolous [calunniatrici ] . .
1 62
Tavola III
disputava per il corpo di Mosè, non osò accusarlo con parole offensive, ma disse: Ti condanni il Signore!
lo,
Apocalisse
2, 1 0 Non temere ciò che stai per soffrire: ecco, il diavo
sta per gettare alcuni di voi in carcere, per mettervi alla prova e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita. 1 2,9 Il grande drago, il serpente antico, colui che chia miamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. 1 2, 1 2 Esultate, dunque, o cieli, e voi che abitate in essi. Ma guai a voi, terra e mare, perché il diavolo è precipi tato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo. 20,2 Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il dia volo, satana - e lo incatenò per mille anni. 20, l O E il diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno di fuoco e zolfo, dove sono anche la bestia e il falso profeta: saranno tormentati giorno e notte per i secoli dei secoli. lo
Tavola IV
1 63
TAVOLA IV Demònio e Indemon iato nei Vangel i
I NDEMON IATO
DEMÒN IO Matteo
7,22: Falsi discepoli 9,33 . 34 : Principe dei demòni l 0,8: Scacciare demòni 1 1 , 1 8 : Giovanni Battista 1 2,24.27.28: Beelzebùl 1 7, 1 8 : Epilettico
4,24: Guarigioni 8, 1 6: Guarigioni 8,28 . 3 3 : Gadareni 9,32: Muto 1 2,22: Cieco e muto 1 5 ,22: Figlia Cananea
Marco
1 ,34.39 : Guarigioni 3 , 1 5 .22: Potere di scacciare 6, 1 3 : Guarigioni 7 ,26.29.30: Figlia Ellenica 9,38: Esorcista [ 1 6,9. 1 7]
1 ,32: Guarigioni 5 , 1 5 . 1 6. 1 8 : Gerasèni
1 64
Tavola IV
Luca
4,33 .35: Uomo sinagoga 4,4 1 : Guarigioni 7,33 : Giovanni Battista 8,2: Maria Maddalena 8,27.29 .30.33 .35 .38: Gerasèni 9, 1 : Potere su demòni 9,42: Epilettico 9,49: Esorcista 1 0, 1 7 : Si sottomettono 1 1 , 14: Muto 1 1 , 1 5 . 1 8. 1 9.20: Beelzebùl 1 3 ,32: Gesù li scaccia
8,36: Gerasèni
Giovanni
7,20: Gesù 8,48.49.52: Gesù 1 0,20.2 1 : Gesù
1 0,2 1 : Gesù
Tavola V
1 65
TAVOLA V Demòni nel NT
Atti
1 7, 1 8 Anche certi filosofi epicurei e stoici discutevano con lui e alcuni dicevano: Che cosa vorrà mai insegna re questo ciarlatano ? E altri: Sembra essere un annun ciatore di demòni stranieri, perché annunziava Gesù e la resurrezione. l Lettera ai Corinti 1 0,20-2 1 l sacrifici dei
pagani sono offerti ai demòni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comu nione con i demòni; non potete bere il calice del Signo re e il calice dei demòni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demòni. l Lettera a Timoteo
4, 1 Negli ultimi tempi alcuni si allontaneranno dalla fe
de, dando retta a spiriti ingannatori e a dottrine di demòni.
Lettera di Giacomo
2, 1 9 Tu credi che c 'è un Dio solo ? Fai bene; anche i demòni
lo credono e tremano!
Apocalisse
9,20 Il resto dell 'umanità . . . non cessò di prestare culto
ai demòni. 1 6, 1 4 Sono infatti spiriti di demòni che operano prodi gi. 1 8,2 È caduta Babilonia la grande ed è diventata covo di demòni.
1 66
Tavola VI
TAVOLA VI Spirito I m p u ro
nei Vangel i
Matteo
Marco
Luca
1 0, 1 1 2,43
1 ,23.26.27 5,2.8. 1 3 6,7 7 ,25 8 , 1 1 . 30 9,25
4,3 3 . 36 6, 1 8 8,29 9,42 1 1 ,24
Giovanni
nel Nuovo Testamento Atti
5 , 1 6 Anche la folla delle città vicine a Gerusalemme
accorreva, portando malati e persone tormentate da e tutti venivano guariti. 8, 7 Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida.
spiriti impuri,
Apocalisse
1 6, 1 3 Poi dalla bocca del drago e dalla bocca della be stia e dalla bocca del falso profeta vidi uscire tre spiriti impuri.
1 8,2 È caduta Babilonia la grande ed è diventata covo di demòni, rifugio di ogni spirito impuro.
Tavola VII
1 67
TAVOLA V I I Spirito cattivo
nel Nuovo Testamento
Luca 7,2 1 In quello stesso momento Gesù guarì molti da ma lattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 8,2 C 'erano con lui i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità. Atti
1 9, 1 1 - 1 6 Dio intanto operava prodigi non comuni per opera di Paolo, al punto che mettevano sopra i malati fazzoletti o grembiuli che erano stati a contatto con lui e le malattie cessavano e gli spiriti cattivi fuggivano. Alcuni giudei, che erano esorcisti itineranti provarono anch 'essi a invocare il nome del Signore Gesù sopra quanti avevano spiriti cattivi, dicendo: « Vi scongiuro per quel Gesù che Paolo predica » . Facevano questo sette figli di un certo Sceva, un sommo sacerdote giu deo. Ma lo spirito cattivo rispose loro: « Conosco Gesù e so chi
è
Paolo, ma voi chi siete ?».
E
l 'uomo che ave
va lo spirito cattivo si lanciò su di loro, li vinse e li trattò con tale violenza che essi fuggirono sa nudi e coperti di ferite.
da
quella ca
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Indice delle citazioni bibliche
ANTICO TESTAMENTO Genesi
1 ,26-29: 99 1 ,27 : 69 2, 1 9-20: 99 2,2 1 : 29 2,22: 69 3 : 99 3 , 1 -4: 24 5,3: 70 6, 1 -4: 65 6,7 : 1 6 14, 1 8-20: 1 30 1 6, 1 0- 1 3 : 27 1 7 ,9- 1 4 : 1 36 1 7 , 1 2: 70 22, 1 0- 1 8 : 27 37 ,32-34 : 35 39,7: 38 49, 1 -28: 1 06 Esodo
2, 1 0: 1 43 3,2: 27 3 , 1 2: 1 28 3, 14: 1 25 4,2 1 : 1 8 4,24: 1 9 4,25-26: 1 9 6,6: 1 26 1 1 ,4: 22
1 1 ,4-5 : 22 1 2, 1 2.23 . 27 .29: 22 1 2,29: 22 1 2,23 : 22 1 4,2 1 : 1 43 1 5, 1 : 1 32 1 5 , 1 9-22: 96 22, 1 7 : 1 5 2 25, 1 0-2 1 : 60 3 1 , 1 4: 1 23 Levitico
1 1 : 77, 1 37 1 1 ,6: 77 1 1 ,7 : 1 3 1 1 2 : 80 1 5, 1 6- 1 8 : 80 1 6, 1 0.22: 55 1 7,7 : 59 1 9,3 1 : 63 20,6.27 : 63, 1 5 2 24, 1 6 : 1 05 27,29: 1 6 Numeri
1 , 1 : 25 1 1 , 1 6- 1 7: 1 1 8 1 1 ,28: 1 48 1 1 ,28-29: 148 1 3 ,33: 65
1 76
1 4,33.34 : 97 1 5 ,30-3 1 : 1 05 1 7, 1 2- 1 3 : 2 1 1 9, 1 1 : 80 1 9 , 1 6: 1 28 20, 1 8-2 1 : 36 22,4-6: 27 22,22.32: 27 24, 1 6: 1 30 3 3 , 3 8 : 97 Deuteronomio
1 ,3 : 97 2,7: 97 4, 1 9 : 48 4,44: 1 1 8 6,4: 59 8,2: 98 9,2: 65 1 2,2: 1 28 13, 14: 38 14,8: 1 3 1 1 8 , 1 0- 1 4 : 1 08 1 8 , 1 1 : 63 18,15: 101 20, 1 6- 1 8 : 1 6 24, 1 8 : 1 26 26, 1 4 : 80 28, 1 5-68 : 1 7 28,63 : 1 6 29,20: 1 1 8 30, 1 0: 1 1 8 32,5 : 1 42 32, 1 7 : 60 32,24: 72 32,42: 1 6 34, 1 2: 1 43
Indice delle citazioni bibliche
l Samuele 1 , 16: 38 1 6, 1 4-23 : 1 9 1 6, 1 5 : 1 9 1 7 ,43 : 1 37 1 8 , 1 0: 1 9 1 9,9: 1 9 2 1 ,5-6: 80 23 ,24: 97 26,3 : 97 28,3-25 : 63 29,4: 26,27 2 Samuele
3 ,34: 1 28 1 6,7: 3 8 1 9,23 : 26,27 22,5 : 3 8 22, 1 1 : 60 24, 1 : 25 ,25 24, 1 0 : 25 24, 1 5 : 1 37 24, 1 5- 1 6: 2 1
l Re 2, 1 1 : 97 5 , 1 8 : 26,28 1 1 , 1 -6: 28 1 1 , 1 4 : 28,36 1 1 ,23-25 : 28 1 1 ,42: 97 1 7,7-24: 1 36 1 8 ,40: 1 43 1 9, 1 0. 1 4 : 1 43 22, 1 9-23 : 1 9 2 Re l ,2.6. 1 6 :
Giudici
9,22-23 : 1 8 1 3 , 1 3 . 22 : 27 1 6,2 1 : 1 28 1 9,22: 3 8
1 09 1 43 1 7 , 1 6: 48 1 9, 1 5 : 60 1 9,35 : 2 1 2 1 ,3 . 5 : 48 l , 1 0- 1 2:
1 77
Indice delle citazioni bibliche
2 1 ,6: 63 23,4.5 : 48 23 , 1 0: 48 25 ,7: 1 28
l Cronache 1 2,9: 97 1 3 ,6: 60 2 1 , 1 : 25 2 1 , 1 4- 1 5 : 2 1 2 Cronache
1 1 ,15: 61 32,2 1 : 2 1 33 , 1 1 : 1 28 Esdra
7,6: 1 1 9 Neemia
9, 1 4 : 1 23 Tobia
3 , 8 : 53 6,8: 1 8 ,53 6 , 1 5 : 53 8,2: 54 8 , 3 : 54 1 2, 3 : 54 Ester
7,44: 28 8, 1 : 28
l Maccabei 7,4 1 : 2 1 8, 1 6 : 1 1 3 9,49 : 1 3 2 1 6, 1 0: 1 3 2 2 Maccabei
1 5 ,22: 2 1
Giobbe
1 ,6: 3 1 1 ,7-8: 3 1 1 ,9: 32 1 , 1 1 : 32 1 , 1 2: 32 2, 1 : 3 1 2,2: 3 1 2,4-5 : 32 2,5: 32 2,6: 3 2 3 , 8 : 56 7, 1 2 : 56 1 1 , 1 7 : 87 26,6: 52 26, 1 2: 5 8 26, 1 3 : 56 28,22: 52 30,29: 46 3 1 , 1 2 : 52 38,7: 87 3 8 ,32: 87 40, 1 5- 1 8 .24: 57 40, 1 9 : 57 40,25 : 56,88 42, 1 1 : 32 Salmi
1 8 ,5 : 3 8 1 8 , 1 1 : 60 35,5: 2 1 46,8 . 1 2: 48 68,22: 1 6 74, 1 3 : 56 74, 1 4 : 56 78,49 : 23 78,53: 1 32 80,2: 60 80, 1 4 : 1 3 1 82,6-7 : 65 88, 1 2: 52 89, 1 1 : 5 8 9 1 ,6: 6 1 ,72
1 78
9 1 , 1 1 - 1 3 : 99 9 1 , 1 3 : 56 96,5 : 47 1 04,26: 56 1 05,6: 1 39 1 05, 1 8 : 1 28 1 06,37 : 60 1 09,6: 26 1 1 0,3: 87,9 1 1 1 0,6: 1 25 1 37,7: 36 1 47,4: 87 1 48,7: 56 Proverbi
1 ,20-22: 1 42 1 5 ,3: 3 1 1 5, 1 1 : 52 1 6,27: 38 1 7 , 1 1 : 22 27,20: 52
Indice delle citazioni bibliche
1 4, 1 2- 1 3 : 88 1 4, 1 2- 1 5 : 86 1 4, 1 4 : 1 30 24,2 1 : 50 27 , 1 : 56 30,7 : 58 34: 36 34, 1 3 : 46 34, 1 4 : 62,69 43,20: 46 45,6-7 : 1 5 49,24-26: 1 1 2 5 1 ,9: 56,58 6 1 ,2: 1 43 6 1 ,5-6: 1 38 63,9: 27 63, 1 7 : 1 8 65 ,3: 62 65 ,4-5 : 1 28 65 , 1 1 : 60 Geremia
Sapienza
2,24: 23, 1 04, 1 1 3 6,23 : 1 1 3 1 1 , 1 5 : 46 1 2,24: 46 1 3 , 1 -9: 48 1 8, 14- 1 5 : 23 1 8,25: 2 1 Siracide
2 1 ,27: 28 3 1 ,8 : 82 48, 1 -3 : 1 43 48,2 1 : 2 1 50, 1 -6: 9 1
2,20: 1 28 3,6: 1 28 7,3 1 -32: 48 8,2: 48 1 6,5 : 80 1 7 ,2 1 .27: 1 23 1 9,6- 14: 48 1 9, 1 3: 48 47,4: 1 36 50,39: 46 52, 1 1 : 1 28 Baroc
4,7: 53 Ezechiele
Isaia
5,20: 1 14 8 , 1 9: 63 1 3 ,2 1 : 46,62 1 4, 1 2: 87,90
6, 1 3 : 1 28 1 0,5 : 60 28, 1 -5 . 1 2- 1 9: 87 28, 1 - 1 9 : 89
Indice delle citazioni bibliche
Daniele
1 0, 1 3 .2 1 : 24 1 0, 1 3 .20-2 1 : 85 1 2, 1 : 24, 85 1 3 ,55 .59 : 22 1 4,23-30: 5 7
1 79
9,3 : 56 Michea
1 ,8 : 46 Abacuc
3 , 1 5 : 1 32
Osea 2,20: 99 4,6: 1 1 9 9,7- 8 : 20 1 1 , 1 : 1 37 1 2,4: 27
3 , 1 : 26,30 3,2.4: 30 4, 1 0 : 3 1 1 3 ,2: 80
Amos
Malachia
3,6: 1 6
3 ,23 : 1 0 1 , 1 40
Zaccaria
NUOVO TESTAMENTO
Matteo
4, 1 : 96 4, 1 .5.8. 1 1 : 1 56 4,2-3 : 97 4,3 : 40 4 , 1 0 : 1 56 4, 1 1 : 98 4,24: 1 63 6, 1 3 : 40 6,24 : 82 7,22: 1 63 8 , 1 0- 1 2 : 1 35 8 , 1 1 - 1 2 : 1 39 8, 1 6: 1 63 8,28: 1 26 8,28 . 3 3 : 1 63 8 ,28-34: 1 26 8,3 1 : 47 9,32: 1 63 9,33.34: 1 63 1 0, 1 : 1 66 1 0, 8 : 1 63 1 0, 1 6 : 1 5 8
1 0,25 : 1 1 0 1 0,30-3 1 : 78 1 1 , 1 8 : 79, 1 63 1 1 ,2 1 -22: 1 36 1 2,22: 1 63 1 2 ,24.27.28: 1 63 1 2,26 : 1 1 1 , 1 5 6 1 2,43 : 1 66 1 2,43-45 : 8 1 1 3 ,25-39: 40 1 3 ,39: 1 56 1 5 ,22: 1 63 1 6,23 : 1 5 6 1 7, 1 5 : 7 2 1 7 , 1 8 : 1 63 1 7 ,20: 1 45 23, 1 3 : 1 1 3 23,24: 1 1 9 23,27: 1 28 25,4 1 : 1 56 26,34.74: 77 27, 1 8 : 1 1 3
1 80
Marco
1 , 1 : 1 00, 1 02, 1 25 1 ,2 : 99 1 ,7 : 1 1 2 1 ,8 : 1 20 1 ,9- 1 0 : 96 1 , 1 0: 1 1 4, 1 20 1 , 1 2 : 95 1 , 1 2- 1 3 : 95 1 , 1 3 : 95,98, 1 00, 1 56 1 ,15: 1 1 1 1 , 1 7 : 1 05 1 , 1 9.29: 1 47 1 ,2 1 : 1 1 7, 1 20 1 ,2 1 -2 8 : 98 , 1 1 7 , 1 27, 1 40 1 , 22: 1 1 8 1 ,23 : 1 1 9 1 ,23-24: 8 1 , 1 27 1 ,23-27 : 1 4 1 1 ,23 .26.27: 1 66 1 ,24 : 1 20 1 ,25 : 1 02, 1 2 1 , 1 24 1 ,26: 1 2 1 1 ,27: 1 2 1 , 1 23 , 1 24 1 ,28: 1 22 1 ,3 1 : 1 00 1 ,32: 1 23 , 1 63 1 ,32-34: 1 23 1 ,3 3 : 1 23 1 ,34: 1 24 1 ,34.39: 96, 1 36, 1 63 1 ,39: 1 23 1 ,45 : 1 09 2,6: 1 05 2,6-7 . 1 6: 1 1 6 2,7: 1 1 4, 1 2 1 , 1 34 2, 1 2: 1 09 3, 1 : 1 1 7 3 ,6 : 1 06, 1 1 6, 1 1 7 3 ,7-8, 1 : 1 08 3 , 8 : 1 24 3 , 1 0 : 1 09 3 , 1 1 - 1 2 : 1 23 , 1 24
Indice delle citazioni bibliche
3 , 1 2: 1 25 3 , 1 3- 1 5 : 1 06 3 , 1 4: 142 3 , 1 4- 1 5 : 1 48 3 , 1 5 .22: 1 36, 1 63 3 , 1 5 .22.23 : 96 3 , 1 7 : 1 47, 1 48 3,20-2 1 : 1 06 3 ,22: 1 08 3 ,22-30: 1 05 3 ,23 : 1 1 0 3 ,23 .26: 1 56 3 ,24 : 1 1 0 3 ,25 : 1 1 0 3 ,26: 1 1 1 3,27: 1 1 2, 1 4 1 3,28: 1 1 3 3 ,29 : 1 1 3 3 , 30: 1 1 3 , 1 2 1 3,3 1 -3 2 : 1 07 3 , 3 3 : 1 08 3 , 1 0: 1 09 4, 1 -20: 1 1 5 4,4: 1 1 5 4,4. 1 5 : 1 1 5 4, 1 1 - 1 2 : 1 07 4, 1 2 : 1 1 6 4, 1 3 : 1 1 6 4, 14: 1 1 5 4, 1 5 : 1 03 , 1 1 5 , 1 56 4,34: 1 46 4,35-4 1 : 1 27 4,39 : 1 02 4,40: 1 42 4,4 1 : 1 00 5 , 1 : 98, 1 26 5, 1 - 1 8: 8 1 5 , 1 -20: 1 26 5 ,2: 1 20, 1 27 5,2.7: 1 27 5 , 2 . 8 . 1 3 : 1 66 5 ,2-20: 1 4 1 5 , 3 : 1 28
Indice delle citazioni bibliche
5 ,4: 1 28 5 , 5 : 1 28 5,6: 1 29 5 ,7: 1 29 5 , 8 : 1 29 5 ,9: 1 30 5 , 1 0 : 1 30, 1 33 5,1 1 : 131 5 , 1 2: 1 3 1 5,13: 131 5 , 1 4 : 1 32, 1 33 5 , 1 5 : 1 32 5 , 1 5 . 1 6. 1 8 : 1 63 5 , 1 6 : 1 32 5 , 1 7 : 1 32 5 , 1 8 : 1 33 5 , 1 9 : 1 33 5 ,20: 1 33 5,37: 1 47 5 ,4 1 -42: 1 45 6,2: 1 1 7 6,2- 3 : 1 1 7 6,3: 1 35 6,4: 1 07 6,6: 1 1 7 6,7: 1 42, 1 66 6,7. 1 2- 1 3 : 1 06 6, 1 0: 1 3 5 6, 1 3 : 96, 1 36, 1 63 6, 1 4 : 1 0 1 6, 1 4- 1 5 : 1 0 1 6, 1 7 : 1 07 6,30-44: 1 34 6,3 1 .32: 1 46 6,42: 1 3 8 7,3-4: 1 1 9 7,7. 1 3 : 1 2 1 7,8- 1 3 : 1 1 9 7, 1 9: 1 35 7,24 : 98, 1 35 7,24-30: 1 34 7,25 : 1 20, 1 3 6, 1 66 7,25-26: 1 20
181
7,26: 96, 1 36 7,26.29 . 30: 1 63 7,27 : 1 37, 1 39 7,28 : 1 33 , 1 38 7,29: 1 38 7,30: 1 36, 1 38 7,3 1 : 1 34 7,33: 1 46 8, 1 - 1 0 : 1 39 8,3 : 1 37 8,4. 8 : 1 3 8 8,8: 1 39 8, 1 1 : 98,99, 1 25 8 , 1 1 .30: 1 66 8 , 1 7- 1 8 : 1 42 8,27: 98 8 ,27-33: 1 00 8,29: 1 0 1 8,30: 1 02 8,3 1 : 1 02, 1 03 8,32: 1 02 8,33 : 98, 1 00, 1 03 , 1 49, 1 5 6 8,35 : 1 04 8,38: 99 9,2: 1 40, 1 46, 1 47 9,2- 3 : 1 40 9,4: 1 43 9,5 : 1 40 9, 1 1 : 1 40 9, 1 1 - 1 3 : 1 0 1 9, 1 2 : 1 02, 1 4 1 9, 1 4 : 1 40 9, 1 4-29: 98, 1 40 9, 1 5 : 1 4 1 9, 1 6: 1 4 1 9, 1 7 : 1 41 , 1 44 9, 1 8 : 1 4 1 9, 1 9 : 1 4 1 , 1 44 9,20: 1 42 9,2 1 : 1 42 9,22: 1 42 9,23 : 1 44 9,24 : 1 44
1 82
9,25 : 102, 1 20, 1 4 1 , 1 44, 1 66 9,26: 144 9,27: 144, 1 45 9,28 : 145 , 1 48 9,29 : 1 45 9,3 1 : 1 46 9,32: 147 9,32.34: 1 1 6 9,33-34: 1 4 1 9,34: 1 47 9,35 : 147 9,37: 1 49 9,38 : 96, 1 36, 147, 1 48, 149, 1 63 9,38-40: 1 46 9,39: 1 49 9,40: 1 49 9,42: 1 3 2 1 0,2: 98,99 1 0, 1 4- 1 5 : 1 1 1 1 0, 1 5 : 1 39 1 0,23 .25 : 1 1 1 1 0,32-34: 1 47 1 0,35.4 1 : 1 47 1 0,35-37: 1 47 1 0,42: 1 1 6 1 0,45 : 1 00, 1 1 6, 1 4 1 1 1 ,22.24: 142 1 2,8: 96 1 2, 1 2: 1 07 1 2, 1 5 : 98,99 1 2,25 : 99 1 2,35-37: 97 1 3,3 : 1 46, 1 47 1 3,24-25 : 50 1 3 ,27 .32: 99 14, 1 .44.46.49: 1 07 1 4,2 1 .49 : 1 02 14,33: 1 47 14,6 1 : 1 25 1 4,62: 1 25 14,63-64: 1 05 1 4,7 1 : 1 03 15, 1 : 1 12
Indice delle citazioni bibliche
1 5 ,7 : 1 1 3 1 5, 1 0: 1 1 3 1 5 ,29-32: 97 1 5,32: 1 02 1 5 ,39: 1 02, 1 25 1 5,40-4 1 : 1 00 1 6,6: 1 45 1 6,8: 1 49 1 6,9. 1 7 : 1 36 1 6,9-20: 1 50 1 6, 1 7 : 1 50 Luca
2, 14: 48 4, 1 : 96,97 4,2.3.6. 1 3 : 1 5 6 4,5 : 1 04 4,6: 97 4, 1 3 : 98 4,25-28: 1 36 4,33 .35 : 1 64 4,33 .36: 1 66 4,4 1 : 1 64 6, 1 8 : 1 66 7,2 1 : 1 67 7,24: 99 7,33: 79, 1 64 8,2: 8 1 , 1 64 8,2.27 .29.30.33.35.38: 1 64 8 , 1 2: 1 5 6 8,29: 1 66 8,36: 1 64 9, 1 : 1 64 9,42 : 1 64, 1 66 9,49: 1 64 9,52: 99 9,54-55 : 1 48 1 0, 1 7 : 35, 1 64 1 0, 1 8 : 36,87 , 1 56 1 0, 1 9 : 40 1 1 , 1 4: 1 64 1 1 , 14. 1 5 . 1 8. 1 9.20: 1 64 1 1 , 1 8 : 1 1 1 , 1 56
1 83
Indice delle citazioni bibliche
1 1 ,24: 1 66 1 1 ,24-26: 8 1 1 1 ,52: 1 1 3 1 3 , 1 6: 1 56 1 3,32: 1 64 1 6, 1 : 39 1 6,9. 1 1 . 1 3 : 82 22,3 : 1 56 22,3 1 : 1 56 22,3 1 -32: 32
1 0,28: 1 35 , 1 36 1 0,34-3 5 : 1 34 1 0,36: 1 1 5 1 0,38: 1 23, 1 60 1 3 , 1 0: 1 60 1 3,2 1 : 97 1 7, 1 8 : 48, 1 65 1 9, 1 1 - 16: 1 67 1 9, 1 6: 78 2 1 ,38: 97 26, 1 8: 1 57
Giovanni
1 , 1 1 : 1 07 3,2: 1 14 6,70: 1 56 6,70-7 1 : 1 05 7,5: 1 07 7,20: 1 64 8,39: 1 37 8,44: 26, 1 1 3 , 1 56 8,48.49.52: 1 64 8,48-52: 79 1 0,20.2 1 : 79, 1 64 1 0,2 1 : 1 64 1 2,3 1 : 36,40, I l O 1 3,2: 1 56 1 3 ,2.27 : 1 05 1 3 ,27: 1 56 1 4,30: 40, 1 1 0 1 5 ,6: 1 52 1 6, 1 1 : 36,40, 1 1 0 1 6,33 : 78
Romani
1 , 1 6: 1 38 1 ,22-23 : 46 1 ,29: 1 1 3 5 , 1 2 . 1 7 : 24 8,2: 1 1 7 8,33 : 36,78 8,38-39: 50 1 6,20: 1 57
l Corinti 1 ,23 : 1 04 2,6: 50 2,8: 50 5,5: 55, 1 57 7,5 : 1 45 , 1 57 1 0, 1 0: 2 1 1 0,20-2 1 : 1 65 1 1 , 1 0: 68 1 5,24-25 : 50 1 5 ,26: 50, 1 04
Atti
3,2 1 : 89 4,30: 1 1 23 5,3: 1 57 5, 1 6: 1 66 6,4: 1 1 5 8,4: 1 1 5 8,7: 1 66 1 0 : 1 34 1 0, 1 5 : 1 35
2 Corinti
2, 1 1 : 1 57 3,6: 1 1 7, 1 22 4,4: 40 5 , 1 3 : 1 06 6, 1 5 : 3 7 1 1 , 1 4: 1 57 1 1 , 1 5 : 59 1 2,7: 1 5 7
1 84
Indice delle citazioni bibliche
Galati
3 , 3 : 40
4,3.9: 49 4,8: 59 4, 14: 99
Tito
Efesini
Ebrei
1 ,2 1 : 49 2,2: 40,50, 1 1 0 2, 1 4 : 1 35 3 , 1 0 : 49 4,27 : 1 60 6, 1 1 : 1 60 6, 1 2 : 50
2, 1 4 : 1 6 1 2, 1 4- 1 5 : 1 04 8, 1 3 : 1 22 9,5 : 60
Filippesi
3,2: 1 37
2,3: 40, 1 6 1
Giacomo
2, 1 9 : 1 65 2,25 : 99 3,7: 1 28 3 , 1 5 : 79 4,7: 1 6 1
Colossesi
1 , 1 6: 49 2,8 . 20: 49 2, 1 4 : 37 2, 1 5 : 50
l Tessalonicesi 2, 1 8 : 1 5 8 3,5: 40
l Pietro 5 , 8 : 39, 1 6 1 2 Pietro
1, 19: 91 2,4: 66 3 , 1 0: 49
l Giovanni 2 Tessalonicesi
2,9: 1 58
l Timoteo 1 ,20: 55, 1 5 8 3 ,6: 84 3 ,6-7 : 1 60 3 , 1 1 : 40, 1 60 4, 1 : 1 65 4, 1 - 3 : 1 35 5,15: 158 5,18: 121 6, 1 6 : 48
2, 14: 36 3,8: 1 6 1 3, 10: 161 4,4: 78 5 , 1 8 : 40 2 Giovanni
7 : 97 Giuda
5-6: 66 9: 66,85 , 1 6 1 Apocalisse
2 Timoteo
2,26: 1 60
1 ,5 : 24 1 , 1 8 : 24, 1 04
1 85
Indice delle citazioni bibliche
2,7: 24 2,9: 1 58 2, 1 0: 1 62 2, 1 3 : 1 5 8 2,24: 1 5 8 2,28 : 24,9 1 3 ,9: 1 58 9,7- 1 1 : 5 3 9,20: 1 65 1 2,3 : 56 1 2 ,3-4: 82 1 2,7: 85 1 2,9: 1 5 8 , 1 62 1 2 ,9- 1 0 : 36
1 2, 1 0: 40 1 2, 1 2: 1 62 1 6,3: 1 32 1 6, 1 3 : 1 66 1 6 , 1 4: 1 65 1 8,2: 1 65 , 1 66 20,2: 1 59, 1 62 20,7 : 1 59 20, 1 0 : 36, 1 62 20, 1 3 : 1 32 2 1 , 1 : 1 32 2 1 ,3 : 1 34 22, 1 6: 24,9 1
Indice generale
Abbreviazioni bibliche
Pag.
5
Sigle
»
6
Abbreviazioni dei trattati del Talmud
»
6
»
7
»
15 15 18 20 22 24 24 27 27 27 29 30
Introduzione
L'incubo del demònio parte prima
SATANA l.
È Dio o i l diavolo? - L' autore del male - Lo spirito cattivo di Dio - Angelo (o demònio) sterminatore? - La mattanza nota Il satana spodestato - Satana - Ostacolo - Persone (a) reali (b) simboliche - Quando il satana era figlio di Dio
2. La Buona Notizia: satana è annientato
- Il diavolo crocifisso
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» »
34 34
Indice generale
1 88
- Beliar - Nel Nuovo Testamento nota La pompa del diavolo
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37 39 40
parte seconda '
DEMONI 3 . Dèmoni e demòni - Il dèmone non è un demònio - S anti dèmoni - I padri dei demòni - I demòni stanno in cielo . . . - . . . e prevedono il tempo 4. Il nome dei demòni - Abaddon - Asmodeo, il demònio innamorato - Azazel e il capro espiatorio - Draghi e mostri - Leviathan - Behémot - Drago - Rahab 5. Dèi e demòni - Sàtiri - Il dio della fortuna - I demòni buoni - Demònio meridiano nota Nella babele delle traduzioni 6. La nascita dei demòni - Angeli lussuriosi - Demòni pedofili - Lilith
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43 43 45 45 48 51 52 52 53 54 56 56 57 57 58 59 59 60 60 61 62 63 63 66 69
Indice generale
1 89
7. Demonologia palestinese
- A ognuno il suo - Luoghi pericolosi - Ricette & Esorcismi 8. Il demònio nel Nuovo Testamento - La vittoria di Gesù - Spirito impuro nota Mamon - Esorcismi?
71 71 74 75
Pag. » » »
78 78 80 82 82
» » » » »
Excursus E Lucifero?
»
- Anche Gesù è Lucifero
»
84 91
parte te rza
SATANA - SPIRITO IMPURO - DEMÒNIO NEL VANGELO DI MARCO 9. Satana - La seduzione nel deserto (Mc l , 1 2- 1 3 ) - Chi è il satana? (Mc 8,27-33) - Chi è il Messia? - La morte del diavolo - Gesù e Beelzebùl (Mc 3,22-30) - La pazzia di Gesù - Il Signore del letame - L' invidia del diavolo - Il ladro della parola (Mc 4,4. 1 5 )
»
10. Chi indemonia chi
»
- La rovina dei teologi (Mc 1 ,2 1 -28) - Gesù non è il Figlio di Dio (Mc 1 ,32-34; 3 , 1 1 - 1 2) - La legione immonda (Mc 5 , 1 -20) - Il demònio dell' ingiustizia (Mc 7,24-30)
» » » » » » » » »
»
» » »
95 95 1 00 101 1 03 1 05 1 05 1 09 1 12 1 15 1 17 1 17 1 23 1 26 1 34
1 90
Indice generale
Pag. 140 - Fede e incredulità (Mc 9, 1 4-29) 1 46 - Il dèmone dell' intolleranza (Mc 9,38-40) » » 1 50 · nota L'ultimo diavolo
Epilogo »
151
»
»
156 1 57 1 60 1 63 1 65 1 66 1 67
Bibliografia
»
1 69
Indice delle citazioni bibliche
»
1 75
E le streghe? Al rogo
Tav. I Tav. II Tav. III Tav. IV Tav. V Tav. VI Tav. VII
» » » » »
OPERE DI ALBERTO MAGGI
PADRE DEl POVERI traduzione e commento delle Beatitudini e del Padre Nostro di Matteo vol. 1:
LE BEATITUDINI
2" ed. - pagg. 232
-
L. 25 .000
Un libro coraggioso e attuale. L' interpretazione delle beatitudini presentata non è invenzione dell' autore, altri l ' hanno proposta prima di lui. Ma egli è riuscito a darle un solido fondamento. Ogni parola del testo evangelico è pesata con cura, analizzata con tutte le risorse della semantica, confrontata con l ' utilizzazione che ne fa l ' Antico Testamento, ricollocato in altri contesti vicini, che si possono leggere nello stesso vangelo di Matteo o in altri scritti del Nuovo Testa mento. Questo studio è il l avoro di uno speciali sta, molto ben documentato, che ha utilizzato tutte le risorse della moderna critica, espresso con un l inguaggio accessibile a persone colte ma non esperte di studi biblici.
PADRE DEl POVERI traduzione e commento delle Beatitudini e del Padre Nostro di Matteo vol. l i :
IL PADRE NOSTRO
pagg. 208
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L. 20.000
Nel Padre Nostro Gesù non insegna una formula, per quanto nobile, di preghiera, ma invita i suoi discepoli ad un impegno esistenziale, ponendo l ' alternativa tra una preghiera egocentrica e la preghiera espressione di amore per l ' altro. Non un' orazione in più ma un modo diverso di essere e di vivere. Mentre la religione esige una preghiera che distingua dalle altre religioni e divida dai non credenti, la fede proposta da Gesù chiede uno stile di vita che elimini distinzioni e separazioni: formula di accettazione di questa fede è il Pater.
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GESÙ
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EBEIZEBU satana e demòni nel vangelo di marco
ISBN 88-308-0667-6
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9 788830 8066 72
Chi sòno i demòni? Chi li ha creati? Che differenza c'è tra dèmone e demònio? Satana è un dèmpne, un demònio o un diavolo? Come mai Gesù viene chiamato Belzebù? Anche Gesù è un Lucifero? Perché Gesù si rivolge a P ietro come a satana? Perché nell'AT non ci sono indemoniati? Perché nei Vangeli non esistono casi di persone possedute dal diavolo? A questi e qltri interrogativi si propone di rispondere questo libro, dove vengono esaminati tutti i brani dell'AT ebraico e della sua traduzione greca (LXX) nei quali sono presenti demòni e diavoli. Per il NT vengono analizzati tutti gli episodi del Vangelo di Marco, dove compaiono spiriti impuri, demòni e il satana. /.• I risultati della ricerca storico-esegetica, proposti con un linguaggio a tutti accessibile, non mancano di sorprendere e· sottolineano ancora una volta la vittoria e la liberazione portata da Gesù e dal suo �essaggio su quelle credenze che condizionavano la vita degli antichi.