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Gabriele Belletti
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Indi ~ltUl'i
c osc illulul"i IlCl" illl"lldin~ d i IU'j'cisilllw O 2002 Gabriele Be lll'lIi
Copyrig ht C 2002 per l'edizione italiana: Trading Library S rl 20092 Cinisello Ba lsamo (Mi) - Via Monte Nevoso, 27 telc rono 02-6129,8654 - rax 02-6 129,5406 Internet: www.tra dinglibra.ry. it e-mail:
[email protected] Redazione: Maurizio Mazziero Diritti d i traduzione, di lIlemorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamenw, totale o parziale con quala iasi mezzo sono risevati. Gli cvenlunli erro ri o imprecisioni presenti nell'ope ra non comportano responsabilità dell'Editore o dell'Autore, che hanno 1>0810 comunque la massima cura nell'elaborazione dei lesti e dei grafici. Le tabelle e i gra fi ci presenti nell'opera sono stati realizzati dall'Autore e sono anch'cssi luwleti dalle Leggi s ul Diriu.o d'Autore: ne è pertanto vietata la riprod uzione senza il consenso scritto dell'Editore.
Indicatori e oscillatori per il trad.ing di p reci!don e ISBN: 88-88253-08-4
Strunpato in Italia
La pr-.tIUt ""bbliao_ ha O!IICh••,.. IUIIef1"" finaJj ta cliobuidw. Noo .... lIo'oUQUI _ r. m~ jQ a k:ull '1lOd
AnnltoglunentG ",.. I modt!lU " """'w~re ~nll 8U eviln~upU I UIl1M'I1.; .UL'IIntlll1oppy o CD. lWml. le furm u ll! ~ 1 1Il8lemi pr~lM!"tali "anno cull1!id"ralJ """1""i,,"",,,nlJ' ""'"0 ' ''ppllI'W dld~ttlC<j ~ non .. l ~ nlo\l tln K~rand~ ..,Ift t ;vpm~"t.o 41 "'ru ~vnntulll" "t,U .." '''ill ',.lfe !!1.,.n "l· tl ..11A di 'nodi"l!. t:.ttiviLt. ~""""Ial iu .... ""PI'rtoo ""1.0,,,,.11 n ...h, ~n,kl, cl"'''''I'''' h, ".. "I ~.I" r.... ,Il'l l" propriol od """1""1,,,, _ 1"",,,,,bi!.UI. 1''''.",-"10 r. . . "wn·" l' ....dil,,... n"n •• M.... n....,..' "",",,,,, ..... Ipon..hohtJI .. n:. _nl ...11 d.nnl d'f'J'III " Ind.r.>It' ... l''!lun.... 'h. I 01«'"0<>111 dI ,,,",,"hm"nlu 1" - dal k-tUM'l:
"II segreto degli affari è sapere qualcosa che nessun oltro sa'"
Aristotclis Sokrati s Onoss ia
Dedicato a: S te{ì, per auerci sempre credulo. La mia (amiglia, per a,uermi (atto crescere in Wl ambiente merauiglioso. Emi, un amico uero. Pranco Meglioli, UII amico e il maestro.
RINGRAZIAMENTI Un ringraziamento speciale Q.: M ichele Maggi e a Tra,d ing Library, per la fiducia . Daniele Coppola e agli amici di S t,lldiobarsa.com. Paolo Morchia, perle collaborazioni. Paolo F , Ma,uri, Fa.bbri e a tutti gli amici emiliatù. Andrea P. , Ugo T. , Gabriele Lu ca N., Danilo C., Ma rco P. , J o, A ntonio 8., Mike e Corrado c.. per il continuo rapporto di collaborazione. Gli. amici del NO l eb e lebTol. Mirko N., per l'assistenz a jnformatica. Paola Fabbri e a Traderlink. Alberto Giusti e al sito FondUt. (Last but lIol/cast) gli amici di sempre: Paolo, Chicco, Luca, Cabri, gli A ndrea e le ragazze.
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S ommario Ring.·azi am en ti Pre fazion e Introduzion e
7 11 13
Capitolo 1 Pre messe e principi d egli indicatori Livelli di ipercomprato e ipervenduto Linea de llo zero Divergenze Analisi grafica
15 21 24 26 28
Capitolo 2 Indicatori e oscillatori Accumulazione/Distribuzione AIO hne Accumulative Swing lndex Aroon Average True Range Buste Bande di Bollinger Bande di BoUinger: %B Bande di BoUinge r: Width Commodity Channe l lndex Chaikin Oscill ator Chaikin Volatility Index Chande Mome ntum Oseillator Chande Tre ndscore Coppock Jndex Commodity Seleetion lndex Demand Index Demarker lnd.icator Directional Move ment e ADX Dynamie Mome ntum lndex Ense of Movcl1lc nt Eldcr Rny Bull & l3e llr Powcr Forco Index
33 33 37 41 42 45 46 48 53 56 58 61 62 63 68 70 73 74 76 79 83 85
86
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Sommul'iu I,'una rd utivn He rrit.:k Pflyu fl' l ndcx Intrmlny Momc ntulll Indi cator Kc ltn er Chllnn e l
I<ST Macd Media mobile Mome ntum Money Flow Index Negative Volume Index 0 11 Balance Volume Parabolic SAR Pist.a ciclica Price Oscillat.o!' Pos itive Volum e lndex QStick
ROe RS I Stocastico ' 'tocastico-RS I 1'rix Trade Volume lnd ex Ultimate Oscill ator Ve locità c acce leraz ione Volume Osci ll ator Vol ume ROe Williams AccumulationlDis tribution WiIliams %R WillS pread Zig Zag
90 93 94 96 98 101 106 118 123 126 127 130 133 138 142 143 145 149 154 161 163 164 165 167 169 170 171 173 174 175
t;npitolo 3 Limiti, errori e opcrutività
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GloHlilurio BlbUogrufln
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IL LIBRO CONTINUA ONLlNE! All'i.n dirizzo www.bellelli.bizllibro troverete un'area riservata ai lettori con formule e approfondimenti sugli osciJlatori e indicatori descritti nel libro. Login : bellelli Password: libro
PREFAZIONE C::lbrie le e io ci s iamo conosciuti via in te rnet nonostante Ilbi tiamo "ad un t iro di sch ioppon l'uno dall'a lt ro. La passione per i mel"ca ti fin a nziari ci ha portato a scam bi a re opinioIli. t.ru cchi e indicazion i ope ra ti ve. Hicordo cb e, essendo un convinto "sma nettone" della pi/'I W ciclica, ill ustra i e insegnai a Gabr iele t utti i vantaggi di t.' ui avevo benefi ciat.o dal s uo uti lizzo e che non a vevo r iscontr:lt.O in nessun a lt ro st rumento tra indicatori e oscillator i. Ebbene, legge ndo le bozze d i qu esto li bro, vedo che l'interL'~SC per gli oscillatori ha portato buoni frutti. Qui trovate t utto s ugl i indicatori; tutti gli oscillatori possibili e inlD13girlnbili ... praticamente l'introvabile. Qualcuno alle prime a r mi s i chiede rà se gli strwnenti illu:jLra li nell'opera s iano da util izzare tutti . Di re i di no, ma in ques ta marea di infonnazioni troverete s icu ra mente l'indicatore idoneo, q ue llo che fa al caso vaI"I tro e d i cui non s os pettavate neanche l'esistenza. Farete t red ici senza compilare la schedina ! Ga brie le. ha s udato sette cam icie tra pagin e Word, immagi ni "gir' ed e lucubraz ioni men ta li, per presenta r vi qu a lco"; 11 1..'11(' non t roverete da nessu n'a lt ra parte. A vo i il pi l\(::ore di legge rlo tutto d'un fì ato. E io non 1>08,..0 che nug ura rgli il miglior s uccesso.
Franco Mcg/ioli lIu..'f.!1ioli . ileO
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INTRODUZIONE Un difetto comune a molti manuali d'analisi tecnica è lo predominan za del nazion is mo a discapito dell'operatività pra t ica e concreta. E ~se re veramente padrone di una tecnica operativa s iKo ifi ca conoscerne i principi , la filosofi a, la ratia e le mille Hfnccettatu re. ma anche la sua applicazione pratica. Questo li bro nasce con lo scopo di i1lustrare l'utilizzo cont reto e pratico di uno strumento ormai indispensabile nell'a nalizzare le tendenze e i movimenti dei prezzi. La mia speranza è di esser riuscito nell'intento di scriven: lUl li bro che da un lato s ia semplice e completo e dall'altro ahbin un tagli o estrema mente operativo. Bllona Lettura Gabriele
Capitolo 1
PREMESSE E FILOSOFIA DEGLI INDICATORI Ii'i n dai tempi in cui l'analisi tecnica muoveva i primi pas· l'Ii , gli operatori specializzati hanno intuito la necessità d'intt'}!rn. rla, coadiuvandola, con strume nti creati appositamente (11''- aumentarne l'affidabilità dei segnali . Ini zialmente gli indicatori e g-li osci lla tori furono vis ti ronu"' la bacchetta magica, come la eoncretizzazione del sogno di 1111 ti i trade r: un'operatività infallibile ed estTcm a m en te redditizia che permettesse di acquistare sui minimi e di vendere IHli massi mi. Piano piano sono svanite le illus ioni ed è rimasta la dura r'('}tl tà dei fatti: gli oscilla tori erano sopravvaluta tL Uno stmrlll'llto util e e prez ioso ma non esente da fals i segnali . Al giorno d'oggi, l'opinione è d ecisamente mutata e questi preziosi strume nti sono inquadmti nella loro gi usta dimen"iunc: quella di mezzi comple mentari . Non sono strume nti IIldipendenti, sostitu tivi e in grado di generare segnali autn noma mente, ma semplici ausiliari dell'analis i grafica dei prezzi che rimane quindi l'un ico e il principa le strume nto opertllivo. Alla lu ~e di questo, quindi, gli oscil latori assumono una fUl1 zi one di sostcb'110 c integrazione dell'analisi tecnica con lo IoCCOpO di confe rma m c o fòm ent irne i sebrna li operativi gen er a ti . ( ;Ii indlcutori HOIlO il ris ult.ulo di procediment.i e calcoli matemnt.ici applicati n Ull tl sc ri c nume rica che rappresenta i valori (h·ll e quot.azioni di tlnn dctcrminnUt attiv ità fin a nzia ri a.
Sono il frutto di lormuJe a volto semplici t:..od elementari e a volte elaborate e complesse. È curioso come le formule più immediate e semplici spesso si rivelino essere le più affidabili a differenza di quelle avanzate. Ho visto molti colleghi impazzire alla vana ricerca di un indicatore evoluto e complesso quando era sufficiente l'analisi di un indicatore calcolato tramite una semplice sottrazione algebrica lra due valori per ottenere, in una manciata di secondi, un segna le tempes tivo c affida bile. AUo stesso modo, gli indicatori più diffusi non sono necessariamente s inonimo d'affidabilità e di profitto: di medie mobili , stocastico e RSI sentiamo parlare in ogni luogo. Non c'è pagina econom ica che non ne riporti i dati, amico, collega o vicino d·ombrellone al mare che non ne vanti una conosce nza approfondita e una padronanza pratica da far im pallidire il Uleggendario" W. D. Gann. Stupisce oltremodo l'assordante silenzio s ulla forza relativa, il WiUSpread o la pista ciclica ... indicatori elementari ma di un affidabilità estrema. Possiamo quindi affermare che a lla popolarità di uno strumento consegua un calo d'aflidabilità e cbe alla difficoltà e complessità di calcolo non consegua una maggiore affidabilità. Lo scopo che ha indotto a sviluppare e utilizzare questi strunìenti complementari è quello d'analizzare e, in certi casi, d'anticipare l'andamento e le inversioni di tendenza dci prezzi, di confermare i segnali operativi dettati dall'analisi grafica, di mis urare la forza, la cons istenza e la direzione di un movimento. Nello svolgere questa fun zione quindi s i richiede all'indicatore affidabilità, tempestività e sensibilità nel generare segnali operativi. Prima di procedere alla classificazione degli indicatori , è doveroso cbia rire la differenza tra il termine "indicatore" e "oscillatore". Entrambi sono indicatori; l'unica differenza è che gli oscillatori sono caratterizzati dal fluttuare aU'interno di uno spazio prefissato o intorno a una linea, detta d'equilibrio. Esemplifi cando: la media mobile è un indicatore mentre il ROe è un osciUntore. La principa le classi fi cazione diati n ~uc t ra leud ing illdiculurH c InIJ/(ing ;lIdicalrmJ. 16
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Lugging indi cators (:Ii indicatori definiti lagging hanno la caratteristica d'ilIm,;lrHI"C e seguir e la tendenza in atto senza avere la capaciIlt l' 1;1 pretesa d'anticipare le inversioni e i futuri movimenti (1"llt> quotazioni . Questo tipo d'indicatore è affidabile solo du1'lI n te le fasi caratterizzate da tendenza definita (trending tIltlrket.s ), al rialzo o al ribasso, mentre nelle fasi laterali di cungc:'Itione genera numerosi falsi segnali. Il difetto principale è costituilo dal fatto cbe i segnali apel'uliv i sono in costante ritardo e quindi poco tempestivi; pertltnlo questi indicatori risultano idonei solo come stnunento d i conferma. fl vantaggio dello s trumento quindi s i riduce al pflrlllQU,e re d'essc,·e sempre in sinlonia con la tendenza di IlwrcuLo. Questo consenlc di sCf,'Uire la regola base dell'analiti ; lècnjCi1 cho comliglia di non "'andare mai contro iJ mercato, ÌlII-C!'lO CUIlIO lu tcndcnzo dominante" e d i operare con le prohtlbilità Il no~tl'O fh vore. L'esc mpio c!oltsico ò quello doliti media mobile, come riporIltl.O noll'imnmgirlc A. I.
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r Lcading indi cator s Gli indicatori definiti leading hanJ10 la caratteristica d'anticipare le inversioni di tendenza e gli sviluppi futuri delle quotazioni. Sono quindi strume nti molto tempestivi tanto che il loro utilizzo principale avviene durante le fa si laterali di congestione (trading markets) dove ris ultano fornire un bUOll livello d'affidabilità. Possiamo quasi affermare che essi "conducono e guidano" i movime nti di prezzo. Occorre tuttavia tenere conto de l fatto che 3 causa dell'elevato livello di reato tività talvolta, prende ndo posizione s ul me rcato con t roppo anticipo, s i corre il rischio di porsi contro la tendenza domi . nante. Q uesti strumenti si muovono all 'interno di un indice fisso, compreso tra livelli estremi di mercato (ipcrvenduto e ipercomprato), oscill a ndo intorno a lla linea d'equilibrio. DelJa categoria fanno parte gli indicatori di momentwn che esamineremo approfonditamente a breve. Un esempio classico è la pista ciclica, riporta to neU'immagine A.2. Poss ia mo notare come l'indicatore abbia, tramite una divergenza ria lzista, anticipato l'inversione di tendenza dei prezzi del t itolo Banca Fideuram,
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Figura A.2 - Mome nLu m
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Hic.:u pil.ul undu , ubbiullll) ollCl'IlIaLo che gli indicat(1 ri /(1#1-! /I/M sono idone i IHI un opcrt1tività in merca ti "tre nd ing" '"i Kia con un a ten de nza ben defin ita , nOI1 importa se a l rialzo o al r ibasso. AI co nt ra ri o, gli osciJl at.ori leo,d ing souo maggiorme nte nffidabili du rante le rasi di " trading raoge'" in cui le quotaI.ioni osc ill ano late r a lm e nte senza alcuna direzione chiara t.. definita. In Questo contesto quindi risu lta evidente come " In necessario, per l'oper atore specializzato, saper individuare e definire l'esalta lendenza de l me rcato. Dalla scelta dipenderà infatti il tipo d'indicatore da utilizza re nell 'analisi , Durante una tende nza de finita utilizzI'remo un indicatore lagging me ntre in una fase laterale opteremo pe r un leadillg.
Mercati direzio nali e non direzionali Pc r individ uare se il me rcato è direzionale e stabilirne rl'satLa tendenza, ve ngono in aiuto de ll'anali sta tecnico all' lini indicator i s pecifici , quali il Directional Move ment e Il Trcndscore (che esamineremo nel pros ieguo della tratta:.', ione ), oltre alla 'T'eori a di Dow. La Teori a dj Dow afferma che il mercato si muove in tre d irez ioni , ossia a l rialzo, a l r ibasso o in late ra le. I n particola re, un trcnd a l rialzo è composto da massimi l' minimi cresce nti; una tendenza ribassista sarà formata da massi mi e minimi decrescenti; e una fase late ra le da lIIa !;si mi e minimi a llineati s ui medes imi livelli di prezzo, Ogni trend è poi classificabile in tre ulteriori categorie: I>ri mario: è il t re nd principale e dura da uno a tre an111; secondario: lo co rrez ion e del trend principa le e ha la dUl'otn di un pni o di mesi; minore: so no te lI uLLuazioni bl'cvi che compongo no il Lrc nd scco ndnrio u hunno una du ra ta brev iss ima inferiore ullc dllo- tre ~et tim[ln c .
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Entra nd o nei dettagJj : il trend principale è composto a s ua volta da tre fasi : la prima detta di accum ulazione, durante la quaJc le "mani forti " (ossia i bene informati) acquistano piano pia no senza da re nell'occhio, avendo cura di mantenere bassi i prezzi e i volumi; segue poi la seconda fase che vede il r ialzo prendere forza e vigore progressivamente, sosten uta dagli acquisti degli a nalisti tecnici e dei signori della borsa, che continuano a incrementare. Infine, durante l'ultima fase, abbiamo la distr ibu zione che vede l'ingresso s ul mercato dei piccoli investitori, attratti da lle sirene dei facili guadagni ventilati dai mezzi d'informazione e la contestuale uscita degli operatori specializzati, coloro che avevano acquistato per primi quando ancora nessuno voleva azioni in portafoglio. Dow sot to lineò co me un trend in atto tenda a continuare il proprio movimento, nella medesima direzione, fi no a quan do non emergerà un segnale di inversione di tendenza costituito da una configur azione grafica d'inversione (es. un doppio massimo ) o da lla rottu ra di un livello fondame ntale di supporto o resistenza . lnfine, portò l'attenzione sul dettaglio che un trend, per essere affidabile. deve trovare conferma nei volumi. ossia nel numero di azioni scambiate. Per l'esattezza, i volumi devono essere sostenuti ed elevati, nonché in progressivo a uDlento nell a di rezione del trend. Quindi, nel caso di un trend al rialzo. i volumi dovranno aumentare man mano che i prezzi salgono e calare sulle correzioni Analogamente, in un trend al ribasso, i volumi dovranno aumentare man mano che i prezzi scendono e calare sui rimbalzi tecnici. Durante le fasi laterali i volumi saranno bassi e, spesso, in progressiva diminuzione a conferma deU'incertezza che aleggia s ul futuro del ~ le quotazioni. Indicat o ri di mome ntum Tra i leading indicators la pr incipale importan za lo rivestono gli indicatori di momentum. Gli indicatori che mis urano il momen tum di un titolo sono numerosi (oltre al classico
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fllmncn tuOl, su nn /lnnovcrnti i n q ll esta Clltegoria il ROe, )a
pis ta cicl icu, l'HS I, lo slocastico e molti altr i): divers i da l punLo di vista grafico ma simili sia per qu anto concerne la !t)gica alla base dell o strumenlo sia per la loro interpretaz ione operativa. La fun zione comune di questi indic.:'ltori è quella di misurare la velocità, )a forza e la consistenza dei movimenti, nonché di anticipare (tramite le divergenze) le inversioni di tendenza o. semplicemente, d'indicare la direzione dei prezzi. Gli oscillato ri di momentum si prestano a numerose analisi: livelli estremi di ipercomprato e ipervenduto; incrocio della linea dello zero; divergenze; analisi grafica .
Live lli di ipercomp r a to e ipe r venduto Genera lmente gli indicatori di momentum oscillano aJ !'interno di un indice che può essere 6sso (ad esempio l'RSI oscilla tra O e 100) oppure senza limiti predefini ti di fluttual\ ione (ad esempio il Macd). Le zone estreme di questo indice rappresentano i valori di ipervenduto e ipercomprato, zone che identificano situa7. itJ ll i di eccesso che posso no r a ppresenta re livelli d ' in ve r~ :;ione. In a ltre parole, se il titolo si trova in iper comprato snrà probabile una correzione e una conseguente di scesa dei prezzi: al contr a rio, se il t itolo versa in uno st ato d'ipervenduto, sa rà proba bile un rimbalzo tecnico. Pre ndiamo ad esem pio l'RSI che oscilla all'interno di un indice fi sso compreso tra O e 100. I li ve ll i s uperiori a 70 so no definiti di ipercomprato menl rC quelli infe riori a i 30 suno detti di ipervenduto. Nella fi gunl A.3 pot.ctc osscrvn rc la fluttu azione dell 'in rlicntoro a ll 'i nt.orn o dell'ind ice c const.atore come ad ogni ae-
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IndU'ulllrl l' 11~llJlIll!rl I~' r III rndulJ.: di rrl'CI,~ IOIi C
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Figura A3 - RSI cesso ne lle zone estreme si sia delineato un minimo o un massimo delle quotazioni , L'ipercomprato, in inglese overbought, è la zona estrema s uperiore e rappresenta l'ar ea dove, probabilmente, l'atti vità finanziaria in esam e disegner à un ma:3simo pl;ma di correggere o di consolida re in latera le. li segna le di ve ndita scatta quando i valori dell'indicatore, dopo essere saliti in zona di ipercomprato (RSI > 70 ), scendono e rientra no deUa zona ne utra di fluttuazi oni mSI compreso tra 30 e 70). L'ipervenduto, in inglese oversoLd, è la fa scia inferiore dell'indjce e individua l'a rea dove proba bilmente le quotazioni troveranno la forza pe r rimbal zare o invertire la tendenza. Il segnaJe d'acqu.i sto scatta quando i valori dell'indicatore, dopo essere scesi ne l livello di ipervenduto mSl < 30), risalgono ed e ntrano nel norm a le territori o di fluttua zioni dell'indice (RSI compreso tra 30 e 70). Un limite è costituito dal fatto che non t utti gli indicatori banno indici rigi di, fiss i e q uindi sta ndardizzat i.
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Il ri ~ l:hil) è q ue llo di mancnl'C d i oggettività con riferimento agli indi cato ri provvis ti d'indi ce fisso. Teoricamente, infatti, ogni ope ratOl'e può i.ndj vi dua re un personale livello estremo e per ovviare alla man canza di livelli fi ssi di ipe rve nduto e ipercom prato s u questi strumenti occorre rice rcarel analizzando le serie passate delle quotazioni , i valori de ll'indicatore che stDl;camente hanno costituito livelli estremi a ffid a bili . Per ovviare a questo djfetto, gli indi catori sen za indice fi sso utili zzano la linea de ll'equilibri o (che descriveremo in Rcguito) come punto di rife rimento . Occorre sottolineare come l'accesso ne lle zone estre me non sia un segnale oper .... tivo concreto ma solo un campane llo d'a llarme che avverte che "probabilmente il me rcato sta di segnando un minimo o un massimo e quindi è in proci nto d'invertire la tendenza. Acquistare appena un t itolo scende in ipervenduto s ignifì ca rischiare di e ntrare s ul mercato con largo a nticipo e inco rre re in uno stop loss, lt
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Allo SLesso modo, vendere in zona di ipercomprato spesso significa uscire da lle pos izioni con troppo antici po e quindi andare incontro a un mancato guadagno. Non è raro infatti che una situazione dj eccesso duri a lungo, soprattutto durante un forte trend direzionale, come il raJly di fin e 1999 e inizio 2000. Per l'ope rat ività occorre attendere che i valori dell 'indi · catore, dopo aver avuto accesso neUe zone estreme, rient ri · no nella tradizionale fa scia d'oscillazione. n grafico AA illustra perfettamen te come durante i forti movimenti direzionali i titoli tendano ad accedere ai livellj estremi in modo molto ce lere e di come poi vi possano ri · manere per un lungo periodo di tempo prima d'in vertire la te ndenza. In questa immagine potete notare come Tim, una volta ,·otta la res istenza dei 6 e uro, ha messo a segno un far· te l'ally che ha portato le quotazioni fino ai 15 euro. L'indicato re, quando il titolo quotava "solo" 7 euro, era in forte ipercomprato: coloro che s u tale indicazione avessero venduto per attendere una correzione c rientrare s ul titolo, si sarebbero pers i a bbondanti guadagni. Potete inoltre osservare come il segnale di vendita s ia giunto non a ppena l'indicatore, dopo aver soggiorn ato a lun· go in ipercomprato, sia rientrato neUa fas cia tradizionale d'oscillazione compresa tra 30 e 70.
Linea dello zero (linea di equilibrio) La maggioranza degli indicatori di momentum ha la ca· ratteris tica comune di oscillare intorno alla linea dello zero, detta an che d'equilibrio, che rappresenta il punto in cui i valori ch e compongono l'indicatore sono coincidenti. Esemplificando, la lin ea dello zero del Macd rappresenta il punto in cui le due medie mobili che compongono l'oscill a· tOl·e hanno uguale valore.
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POLremm o definire la li nCtllli;lIn zc,·o come lo s partiacque Ln\ il !.errOno I>os it.ivo e negativo, ossia tra la t endenza al ,0il1 lzo e quella a l ribasso. In a ltre parole, la s ua fun zione è quell a d'individuare la tendenza in atto e la sua inversione. L'utilizzo concreto è sia quello di genarare segnali operativi attraverso il taglio della linea dello zero, sia quello di s trumento dì conrerm a di un indi cazione precedentemente fornita. La figura A.5 mostra come ogni volta che l'indicatore ha In gliato con decis ione la linea d'equilibrio (linea orizzonta· le) la tendenza dei prezzi è sempre cambiata. Si acquista quando il Macd taglia la linea dello zero dal hasso verso l'alto e si vende nel momento in cui la tagl ia dall'alto verso il basso. Nella medesima figura poss ia mo individuare il limite dello strumento in esame: non è affidabil e in ogni fase di mercato. Durante le fa si di tend enza definita, a l rialzo o al ribasso, risul ta essere un ottimo strumento operativo. AI contrario,
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Figuro A,Il · Uneo di equilibrio e direzione dei prezzi
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nei movim e nti laterali di congestione aumentano i fals i segnali, come è riscontrabile sul grafico dura nLc il periodo t ra fe bbraio e luglio,
Divergenze Quando i valori dell'indicatore e i prezzi del titolo procedono nell a medes ima direzione (ent rambi al rialzo o a l ribasso) s i configura la "convergenza" oss ia un segna le di conferma della solidità e della consistenza del movi mento in atto, Al contrari o, quando l'a ndamento dei prezzi e dell'ind icatOl'e non sono in s intoni8 e non marciano nell a medesi ma direzione s i ve rifica una divergenza, La caratteri stica e la funzione principale della divergenza è la sua capacità d'anticipare l'inversione di tendenza dell e quotazioni , Ma atte nzione: le divergenze anticipano e non implicano necessariamente un'invers ione, Occorre precisare infatti come le divergenze non siano segna li operativi concreti ma solo e soltanto u n campanello d'a ll a rme che avverte di una possibile inversione di tendenza, Il segnale oper ativo deve sempre esser e gener ato solo da ll'analis i tecnica dei prezzi. La condizione ottimale per l'operatività si verifi ca quando la divergenza s i deHnea in un'area estrema d'ipe rvenduto o d'ipercomprato; in questi casi infatti l'affid a bi lità dell 'indicazione a umenta notevolmente, Da cons iderare inoltre co me una divergenza che s i sviluppa s u un ciclo di medio-lungo periodo a bbia un a maggiore valenza e risu lti maggiormente affidabile rispetto ad una di breve period o, Infine, da sottolin ea re come maggiore sia il periodo temporale durante il quale si sviluppa la di vergenza e più forte sar à il fu turo movimento d'inversione,
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EHisLo no due diflc l'c nli tiJloloJ.! il' d i di vergenza : ria lzisul
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La divergenza rin lzista antici pa un movimento a l ria lw ed è ca rat.te riz;o,ato dall'andamento ribassista dei prezzi dell'attività fin a nzi ar ia che disegna no nuovi minimi e mass imi decrescenti mentre l'ind.icatol'e è al ri alzo e delinC'a minimi cresce nt i, L'immagine A,6 illustr a una divergenza ri alzista : men t re il Mjb30 era a l r ibasso, la pis ta ciclica e ra al ri alzo e nntici pava con ottimo tempi s mo l'invers ione di tendenza, All'anali sta tecnico, una volta individuat.a la djvergenl. fl , non restava a lt ro che monitorarc il li vello della reIi iste nza ed en trare in acqui sto con posizioni "long" al momento della ,'ottura a l ri a lzo dell a linea di tendenza rik l!;!;ista , AJ contrario, una divergenza r iba ssista an tici pa un movi mento a l ribasso ed è caratteri zzata dall'andamento l'ia lzista dei pr ezzi del titolo che fanno r egis trare nuovi massimi e minimi cresce nti mentre l'indicatore è a l ribast40 con massimi dec rescp.nti,
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Figur" A.O - Di vergenza l'i nlzista
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Figura A. 7 - Divergenza ribassista La figura A.7 illustra una chiara divergenza rihassista: mentre l'indice Mib30 er a al rialzo e disegnava nuovi massimi, la pista ciclica era al ribasso. Anche in questo caso l'inversione era dietro l'angolo, anticipata con ottimo tempismo dall'indicatore.
Analisi grafica Molti degli indicatori di momentum hanno un andamen to grafico assimilabile a quello dei prezzi di un attività finanziaria. ln questi casi è possibile applicare le regole dell'analisi tecnica direttamente al grafico dell'indicatore. La metodologia d'interpretazione e le implicazion i sono quindi le medesime dell'analisi grafica dei prezzi di un'a ttività finan ziaria. Ri s ulta pertanto possibil e tracciare le linee di tendenza une ndo i minimi e i massimi, individuare le resistenze e i supporti nonché ricercare le figure grafi ch e d'invers ione.
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GÙl\er:llm entl! i segna li emers i s ul grafico de ll 'ind icatore Mi del in ea no contempOraneame nte, l) in legge ro ritardo, anche s ui prezz i del t itolo. Anche in questo caso dunque gli i.ndicatori di momentum confermano la loro peculiare caratteristica d'anticipare i segna li sui grafici dei prezzi. L'utilizzo dell'indicatore assume inoltre la fun zione di I4trumento di confenna nel momento in cui le impl icazioni delle figure grafiche e i breakout dei prezzi e dei valori del momentum coincidono t ra loro, come illustrato nelle imma....;ni A.8 e A.9. La figura A.8 mostra una figu ra grafica d'inversione, te~ t.a e spalle ribassista, formatasi s ull'indicatore Roe durante i massimi storici. Il taglio della neekli ne a-b ha coinciso esattamente con i massimi dei prezzi e ha delineato l'inversione della tenden'1.1\ rialzista, confermando quanto pr ima affermato. Le figure grafiche s ull'indicatore hanno le medes ime modnlìtà dj lettura e di interpretazione, nonché le medesime implicazioni, di quell e individuate sui grafici dei prezzi.
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Figuru A.8 - Testa e s pall e ri buss ista sul ROe
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Anche in questo caso la lettura e le implicazioni delle redell'ana lisi tecnica applicate a i prezzi e all'indicatore
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S pesso all 'indicat.ore di momentum viene affiancata, o 50t-;lituita , una propria media mobile con lo scopo di rornire ulte riori indicazioni , generare segnali ope rat ivi e facili tare III lettura de ll'oscillatore che a ltrime nti ris ul terebbe diffi\:oltosa a causa dell'eccessivo "nervos ismo" de lle quotazioni, L'immagine A.10 mostr a l' indicatore Price Osci Ll ator a \'ui è stata affiancata la propria media mobil e con lo scopo di ricer care segnali oper ativi mediante l'incrocio tra le due li nce.
3\
Capitolo 2
INDICATORI E OSCILLATORI AccumulazioneIDistribuzione L.:AccumulazioneIDistribuzione è un indicatore di Illomen· I Uill che associa e re iaziona le variazioni prezzo e volume. La funz ione dello strume nto è quella d'indicare se il movimento 111 atto è una fase d'accumulo o di distribuzione. La logica alla base dell'indicatore è che tanto maggiori sono i volumi che accompagnano i movimenti dei prezzi, quan\.0 più la tendenza sarà sol ida e affidabile. 1 volumi quindi Hone utilizzati come criterio per determinare l'affidabilità del Iil''''' llaJe grafico s ui prezzi .
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(chiusura - minimo) - (massimo -chiusura) (massimo - minimo)
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volume
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Si parte da una base cumulativa e ogni giorno si modifica il (;o nteggio aggiungendo o sottraendo il valore de ll'ultimo indicat.ore AccumulazioneIDistribuzione calcolato. Quando il prezzo di chiusur a si trova sui massimi di giornutn, i volumi vengono sommati a lla base cumulativa. Quando invece la chiusu ra s i trova sui minimi della sedut,lI, i volumi sono sottratti alla base cumulativa. Nel caso in cui il prezzo di chiusura l:Iia equidistante dai livelli di massimo e minimo u livùllo inl..rmloy. non s i somma o sottrae a lcun valo-
re. L:indicalon:l così calcolato, vie ne utilizza to per richiedere conferme ai segnali operativi emersi a livello grafico sui prezzi dell'attività finanziaria. Se )'AccumulazioneIDislribuzionc si muove in s inlonia (nella medesima direzione) con i prezzi abbiamo una conferma alla solidità del movimento in atto. Nella fig.!.1 possiamo notare come l'indice S&P500 e l'AccumulazioneIDistribuzione abbiano un andamento in perfetta sintonia. L'indicazione che ne ricava l'analista è di una tendenza rialzista solida e affidabile. Un'operatività rialzis ta sarebbe qui ndi stata perfettamente confermata dall'impostazione dell 'indicatore. Al contrario, se l'indicatore marcia in direzione opposta rispetto all'andamento dei prezzi, parleremo di di vergenza e ricaveremo un segnale anticipatore di una possibile inversione di tendenza. Prezzi al rialzo e indicatore a l ribasso sono sinonimo di divergenza ribassista; mentre quotazioni a l ribasso e AccumulazioneIDistribuzione al rialzo sono un segnale "toro". Nella fi gura 1.2 possiamo individuare una divergenza ri alzista. Nell'autunno 1999 l'indice Fib disegnava un doppio minimo (caratterizzalo da due minimi allineati s ul mede-
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Figura 1.1 - Sintonia fra l'indicatore e l'S&.P500
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Figura 1.2 - Segnale ria lzista proveniente dall'in dicatore AccumuIazionelDistribuzione
Figura 1.8 - Divergenza ribassista 35
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Figura 1.4 -Trendline sull'indicatore sUno live llo di prezzo) mentre l'indicatore Accumulazione! Distribuzione era impostato al rialzo con due minimi crescenti. Individuando la divergenza era possibile ipotizzare, in anticipo, l'evolversi al ria lzo dei mercati e impostare un piano operativo per cogliere l'eventuale movimento rialzista. Sul grafico del titolo Meruaset, tig. l.3, invece possiamo individuare una chiara divergenza ribassista che anticipava in modo impeccabile l'inversione di tendenza del titolo e l'inizio del lungo trend ribassista. Me ntre il titolo era al rialzo con minimi crescenti, J'Accumulazione/Distribuzione era al ribasso con massimi decrescenti e invitava alla prudenza nell'assumere posizioni "long". Osservando l'andamento dell'indicatore in esame possiamo nota re come il suo andamento sia simile a quello di un grafico lineare di un qualsiasi titolo. Ris ulta fa cile comprendere, quindi, come sia possibile adottare le medesime tecniche e regole dell'analisi tecnica direttamente sul grafico dell'Accumulazione/Distribuzione. Sarà quindi possibile tracciare linee di tendenza, s upporti , resistenze e ricercare figure grafiche di continuazione o inversione. Nell'immagine 1.4 è riportato un esempio grafico di una linea di tendenza ribassi-
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che uni~(;(! i rnuss im i dt.'Crcscc ll t i. AlJn rottura della trendlillc ha CtlrriRpORLO un invers ione dell'andamento dei prezzi del Litolo,
NDline Nla borsa di Mila no sono quotati oltre 300 titoli ma sono lòolamente una minoranza que lli che h anno livelli di capitalizzazione elevata c degna di nota. Questo comporta che nel calcolo degli indici di borsa, utilizzati per delineare l'impostazione del mercato azionario ne ll a sua globalità, il peso de lla maggioranza dei s ingoli t itoli sia quasi ininflu ente. In pratica, uno sparuto manipolo d i s ingoli titoli ad elevata capitalizzazione influenza l'andamento ge ne ra le dell'intero mercato. Esemplifica ndo, Erri incide per il 9%, Telecom per il 7% ment re Bulgari solo pe r lo 0,6%, Saipem lo 0,5% e Ratti per li, 0,01 %. Questo è il motivo per cui s pesso osserviamo una r hius ura positiva dell'indice be nché il nostro monitor sia tl' mpest ato da una stragrande maggioranza di segni rosso l'uoco. O viceversa. Detto questo, risulta facile comprendere ('ome l'a ndamento de ll'indice generale non sia rappresentaLivo dell 'intero m e rcato. Per ovviare a questo difetto è stato Introdotto l'indicatore AID line, sviluppa to con lo scopo di mif:; urare l'ampiezza del mercato. Per "ampiezza" s'inte nde il grado di pa rtecipazione della jJluralità di titoli al movimento in atto. La logica è che un mercato accompagnato ne l movimento d t t pochi titoli è destin ato ad avere vita breve in quanto un l'il'ò trtltto manipolo di azioni non può sorreggere a lungo le ,"orti dell 'intero listino. Un po' come nel ciclismo: è arduo, pc r Ull gruppo composto da 4-5 corridori , res istere al forte l'i torno del g ruppo in vista de l traguardo. Ri,,; pc tto ngli ind ici ttadiziona li (es. Mibtel), l'AIO line 11 11 In caru tteristico di n~Hegna re I() stesso peso e la stessa
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IndlClIllIT\ l' (1,"l'IlIlItoTI
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importanza, indipe nd entemente dall a ca pitali zzazione, ad ogni s ingolo t itolo. Ln questo compu to, quindi , Bulgari, Ratti ed Eni ba nno pari importanza e medesimo peso e valore. L'AIO li ne è ut.ili zzabile solo in r iferimento all'ind ice in generale e non a i si ngoli titoli, data la logica alla base dell'indicatore. Formula: (Ad - Dc) + Cm
dove: Ad : titoli che hanno chiuso la seduta in rialzo; Dc: titoli che hanno chiuso la seduta in r ibasso; Cm: valore cumulativo totale. Il calcolo è sempli cissimo e consis te nel misura re la differenza tra t itoli a l rialzo e al ribasso. I! valore ricavato sarà quindi sommato o sottratto al dato cumul ativo. Se il risultato dell'operazione è positivo (maggioranza di titoH al rialzo), il valore viene aggiunto al cumulo; altrimenti viene sottratto. U dato inizia le del cumulo non ha importanza. Potrebbe, indifferentemente, esser e O, com e 100 oppure 1000. In genere si consiglia di ut.ilizzare un valore ini ziale molto elevato e positivo onde evitare che l'indice passi in negativo durante una fase ribassista; ma questa è solo una comodità di lettura e di r a ppresentazione grafica e non una necessità ai fini interpretativi. ln pratica, l'unico dato che occorre analizzare per inter pret.are l'indicatore è osservarne l'impostazione, la tendenza e le sue evoluzioni grafiche. Non ha importanza il valore assoluto dell'AIO poiché ne si anali zzano solo la tendenza e la direzione alla ricerca di conferme o divergenze.
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Quand o In Illl.lggiornnzn dei W.o li chiude a l ria lzo, l'N D IUIL' è al rialzo; a l contrario, quando a prevalere sono i segni IIlt>no, l'indicatore segna ribasso. Operativame nte parlando. quindi , l'analista deve confro nta re l'andamento dei prezzi con quello dell'indicatore. Quando i prezzi e i valori dell'in dice sono in sintonia tra rlL loro e hanno la medesi ma tenden za. al ri alzo o al ribasso, l'indicazione è di un mercato inq uad rato in una tendenza ,.:olidn , ben definita e destinata a durare, fino a prova conLrnr ia . In questo caso la maggiora nza di titoli si muove nella tll.essa direzione. Qua ndo invece l'andamento dei prezzi e dell'indicatore d ivergono, ossia hanno tendenze 1r.1 contr asto tra 101'0, emel'j.: l' un segnale che ant.ici pa un'inve rs ione o un'in terruzione dl'i la tendenza in atto. In questo caso pochi titoli inJIUI:mzano l'intero mer cato e Hi delinea una situazione gener ale difficiJe da sostenere a lungo.
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Rivolgia mo ora la nostra attenzione a l grafi co 2.1. Ne ll a prima parte, dal 1985 al 1986, poss iamo notare come gli ano damen ti dell 'ind ice e dei prezzi fossero coincide nti , e ntrambi a l ri a lzo. ln questo caso avevamo un segnale di conferma circa la solidità dell a tendenza in atto poiché il dato che emergeva e ra di un movimento che coinvolgeva la maggioranza dei titoli . Nell a seconda parte del grafico, dal 1987 al 1988, individuia mo invece la divergenza ribassis ta che pe rmise, a co loro che l'individuarono tempestivamente, di evitare il crollo che s i verificò in quell 'anno. Me ntre l'indice era al rialzo e di segnava nuovi mass imi , l'indicatore prima si muoveva in lateral e e poi virava a [ ribasso deli neando una serie di massimi decrescen ti. n co ntrasto tra i due andamenti era un forte segnale d'allerta che avvertiva di come il tre nd fosse s upporta to da pochi titoli Da sottolineare come l'indicatore in esame sia maggi or· me nte a ffidabile nell'individuare i massimi di me rcato, so· pratt utto di medio e lungo periodo, piuttosto che i minimi . Ge nera lme nte, infatti, le inversioni sui minimi sono guidate da pochi titoli che trainano, man mano, la gene ralità del mer cato. In seguito a questo, i titoli a bassa capitalizzazione, che nume r icamente sono la predominante maggioranza a Piazza Affari, seguono in ritardo le inver sioni di te nd enza delle "blue chips": ques to è il motivo pe r cui l'NO Hne non forni sce segnali degni di nota in prossimità dei minimi di mercato . Infin e, non resta che rilevare come s iano simili la rappresentaz ione grafica dei prezzi e dell 'andamento dell'indice. Questa caratteristica permette l'applicazione dell e regole dell'analis i tecnica, tre ndline, res istenze, s upporti, figure, direttamente al grafico dell'indicatore.
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l/ldm"lIn " '1Ii! ,lIflI,,/,
Accumulative Swinglndex L'indicatore Accumulative Swing Index è stato creato e da Welles Wildc r nel s uo libro capolavoro "New ('ullcepts in Technical1'rading Syste ms". L'indicatore è la somma cumulativa dello Swing lndex, llll indicatore creato con lo scopo di tentare di isolare il re111(' prezzo di un attività finanziar ia tramite la comparazioIl(' del prezzo attua le con quello del pe riodo precedente (ad "!'I e mpio il prezzo odierno c il prezzo di ier i). Scopo dell 'indicatore è mostrare il mercato nella sua for1ll1L reale e concr eta. L'a ndamento dell'indicatore sarà quind i molto simile a quello dei prezzi e a ndranno di pa ri passo I1f,lla medesima direzione. L'a nalis ta tecnico utili zzerà quindi ['i ndicatore in esame all a rice rca di conferme ai segnali upcnltivi generati dall'analis i tecnica. Ogniqu alvolta i due andamenti non saranno i s intonia emergerà una divergenza I,ht, s uone rà come un campanello d'a llarme avvertendo l'a vvici narsi di un'invers ione di tendenza. ~ v i lupp ato
Figuru il,l - Fib c S wing Index
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Ltl ligurn 3 . 1 llIust.ra \'andllll1c nt..o dci Fib c dell'indi catore in esame. Poss iamo notare come, generalm ente, l'l.Indamento !,'T'afico sia s imile: le tendenze AB e EF mostrano una conferma ai segnali deU'analisi tecnica. In entrambi i casi il trend dei prezzi è al r ibasso e l'indicatore va nella medesima direzione. AJ contrario, la tendenza CD mostra un doppio massi mo s ull'indicatore che diverge dall'andamento dei prezzi, ancora al rialzo. e anticipa una correzione. Mentre i prezzi disegnavano nuovi massimi, l'andamento dell'indicatore non li confermava ed evidenziava il formarsi di due massimi a llineati s ugli stessi valori. Possiamo notare infine come ad ogni rottura delle linee di tende nza dell'indicatore, i prezzi invertano la loro tendenza. Anche su questo indicatore, quindi, possiamo appli care direttam ente le regole dell'analisi tecnica e quindi tracciare linee di tendenza e ricercare figure grafiche.
Aroon L'indicatore Aroon è stato creato da Tusbar Chande, ideatore di numerosi altri oscillatori e sis temi di trading che incontreremo nel prosieguo deUa trattazione. Lo strumento in esame è stato sviluppato con l'intento di correggere un grande difetto nel panorama degli indicatori: la mancanza di uno s trumento in grado di definire se la fase in atto sia direzionale (al rialzo o al ribasso) oppure lateraJe e quindj di congestione. L'analista tecnico deve infatti conoscere l'impostazione del mercato allo scopo di utilizzare l'indicatore idoneo a lla fa se in atto al momento dell'analisi. Un conto infatti è operare in un mercato direzionale, un altro in una fase laterale. Gli strumenti da utilizzare sono differenti.
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Non ('Jo\ i!fl n nH indicatori af1ìdn.hiti e d a utili zzare in "lul t.e le s tagiuni ", l)ss in in ogni fa se di mercato. Alcuni, com e quelli basati s ui s istemi trend follower, sollO affidabili solo durante le fas i con ten denza ben definita (un esempio sono le medie mobili); altri, al contrario, generano numeros i falsi segnali durante i trend be n definiti (ad esempio Rsi) e risultano utili solo nelle fas i latera li. La fun zione dell 'indicatore risulta quindi quella d'indi viduare il passaggio da una fase di trend definilo ad una laterale. L'indicatore è composto da due elementi: l'Arooo up e l'Aroon down . L'Aroon oscilla all'interno di un indice fisso compreso tra O e 100. Quando l'Aroon up è compreso tra 70 e 100, ossia all'in tern o dell a fascia estrema s uperiore. s ignifica che l'a ttività finanziaria è al rialzo. Allo stesso modo, quando l'ArOOIl down è compreso nella fascia s uperiore tra 70 e 100, l'attività finanziaria ri sulta essere all 'interno di una tendenza al r ibasso. A sancire i segnali d'inversione è !'incrocio tra l'Aroon up e l'Aroon down . Quando la up taglia, dal basso verso l'a lto. la linea down , il segnale è da interpretars i come un mercato al rialzo in arrivo. AJ contrario, quando la up taglia, dall 'alto verso il basso, la linea down il segnale è ribass is ta e indica l'avvicinars i di una fase orso. Nella fasi di congestione latera le le due linee, la up e la down , si muoveranno in modo confuso e in parallelo tra loro. Nella figura 4.1 possiamo osservare l'andam en to dcll'indice Mib30 su base settimanale. Con riferimento a ll'osc ill atore, la linea continua rappres ent.a lo Aroon up mentre quella tratteggiata rappresenta lu Al'oon down . Dal qUAdro cmergc che nella prima parte j
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Figura 4.1 - Aaron e Mib 30 prezzi sono a l ri alzo e la up line si ma ntiene com presa tra 70 e 100, in zona estrema s upe riore, confe rmando come il titolo sia al1'interno di un a tendenza definita rialzista. All'incrocio t ra la u p e la down s i assiste ad una fase confu sa in cui le linee sono in parte parallele. In questo caso l'indi catore individua, esattamente. la fa se di congestione. Al s uccessivo taglio al ria lzo e a pprodo in a rea su periore della up li n e gi unge il nuovo segnale ria lzista. Segue un nuovo incrocio e una nuova fa se dove le linee si mu ovono in para llelo: l'indice infatti è later ale. Infine la down Une taglia verso l'a lto la up line e si posiziona s tabilmente oltre il li vello dei 70, individuando correttamente la nascita del lungo trend ribassi sta.
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Average True Range L'Average 'Pru e Range non è altr'o che la media mobile del "True Range", un rutro indicatore ideato da W. Wilder e illustrato nel s uo libro capolavoro (di c ui consiglio vivamente la lettura) "New Concepts in Technical Trading Systems". Concent ria mo quindi l'attenzione s ul true range. Il calcolo dei true r ange consiste nel calcolare la distanza tr a: il prezzo massimo e il minimo di oggi; il prezzo di chius ura di ieri e il massimo odierno; il prezzo di chiusura di ieri e il minimo odie rno. T ra le risulta nti poi si sceglie il valor e maggiore. La funzione del true ra nge è mi surare la vola tilità, ossia l'ampiezza delle variazioni subite da l prezzo di un attività fin a nzi aria. In a ltre parole, il concetto di volatilità esprime il grado d'oscillazione delle quotazioni . Un mercato molto volat ile presenta una larga ba nda d'oscillazione t ra i mini-
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Figura 5.1 - In vers ioni in corris pondenza dei minimi c dci massimi dell'ATR
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m i c i massimi , Al cont ra rio, un merca to poco volatile prese nta Wla forbice molto ristretta. Un Truc Range a l ri a lzo in dividuer à una vo lati lità in a umento. Al cont rario, un l ' rue Range al ribasso indi cherà una vola tilità in diminuzione. Ritorna ndo a ll'Average 'l'rue Range, esso non è a lt ro che la media m obile dello strum ento a ppena descritto. Anche questo nuovo indi,c atore ha come scopo que Uo d i misurar e il livello de ll a vola tilità del mercato. La logica a lla base dell'ATR è che le inversioni di tende nza si sviluppa no ne i mome nt i in cui la vola til ità è a li velli estre mi . D molto a lta o molto bassa. In pratica, i grandi minimi e i grandi massi mi si sviluppa no in coincide nza di picchi , minimi o mass imi, de ll a volatilità. L'oper a t ività sarà q uind i concentrata alla ricerca dei picchi dell'ATR. U na volta individuale un estr emo, si seguono le quota zioni in attesa di un segnale d'inversione (ad esempio: la rottura di un massi mo o di un minimo precedente) s ul grafico dei pre zzi. Osservando il grafi co 5. 1 possiamo cons ta tare co me effettivame nte ad ogni min i.mo o massimo de ll'Average True Range corri spond a un punto d'inversione de l mercato.
Buste Le buste, meglio note come envelopes, sono un da tato sistema compos to di due medie mobili s postate in verticaJe, una verso l'alto e una verso i.l basso. L'inte nzione è que lla di definire i limiti s upel'iori e in fer iori, che ra ppresenta no i li velli di l'es is te nza e supporto del norm a le a nda men to dei prezzi dell'att ività fin a nziari a in esame. Si vuole quindi cercare d'i ngabbiare il ti tolo a ll 'interno della s ua ba nd a d'oscillaz ione.
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Figura 6.1 - Bu ste (envelopes) Lo shift, ossia lo spostam ento, dipe nde da Ua volatilità del t itolo. Maggiore è la volatilità e maggiore sarà i.1 va lore dello shift.. Al contrario, una bassa vola tilità impone un basso valore dell o sposta mento. L'utilizzo t rad iziona le dell'indicatore sarebbe qu ello di generare segn a li ope rativi. Si acqui sta qua ndo i prezzi raggi ungono la linea infe riore e s i vende ne l momento in cui giungono su quella s uper io re. Nella realtà concre ta e pratica questo approccio necessita di a lcuni accorgime nti aUo scopo di limitare il nume ro di fals i segnali . L'acquisto e la vendit a non sono da e ffettua rsi ogniqua lvolta i prezzi r aggi ungono una delle due linee ma solo le volte in cui, su t a li li vell i, disegna ndo configurazioni d'invers ione, qua li, a d esempio, engu Uìng bullish o bearish , Dopa di Willi a ms, ) 23 hig h-low, doppi minimi/ massimi . Un u lte l'iore acco rgim ento consiste nell'oper ar e solo durante le falO i in cui l'ntti vità fin a nziaria che si sta analizu mdo ò ull'inte rno di lIna tendenza ria lzista oppure di un
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mov imento latc.n.llo di c()ngciit,iolll' ~ so la tlwnLo noi l1l u l1l~nLj in cui lo vo latilità è elevata aninché la di!! tnnza tra la linen superiore e la linea inferiore s ia tale da permettere un d iscreto profitto. Nel grafico 6. 1 è r iportato l'andamento del t itolo BnI. Possiamo notare come nella fase later a le le buste. opportunamente tarate in base a lla volati)jtà, abbiamo svolto egregiamente il loro compito. Ogn i volta che toccavano le linee, s uperiol'e e in feriore, invertivano la loro tendenza di breve periodo e s i dirigevano verso la banda opposta. Personalmente consiglio di non adottare questo strumento e di r ivolgere l'attenzione direttamen te alle bande di Bollinge r che sono l'evoluzione, molto più affidabile, del metodo delle buste appena esaminato.
Bande di Bollinger Le bande di Bollinger sono un indicatore sviluppato da John Bollinger che elaborò e perfezionò uno strumento già es istente, le bus te. Le Bollinger Bands sono un indicatore formato da una media mobil e semplice a 20 giorni, al di sopra e al di sotto della qua le sono inserite a lt re due med ie mobili rapportate alla s ua deviazione standar d a due punti . Per "-deviazione standard si intende la misura dell a valatilità che ha lo scopo di legare l'andamen to delle medie alle mutate condizioni del mercato. n risultato è un canale formato da tre linee - la middle band, la upper band e la lower band - all'interno del Qua le scorrono le quotazioni dell'attività finanziaria . La differenza t ra le bande di Bollinger e le buste consiste nel dettaglio che le "envelopes" hanno un coefficiente di spostamento fisso e rigido, fissabile a discr ezione dell'analista tecnico, con il ri schio di mancare d'oggetti vità . lt
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Di vcnlU uwnlp Ic' Bol1inl-:cI' Bllnd s sono legale alla misu ra de lla ~ c1 l.!vimr.ill l1 c }i land nrd" c sono in grado di modificare la 101'0 am piezza uutomuticamente, senza necess ità dell 'inte rvento dell 'utente, in base a lla volatilità presente su l mercato. Questo comporta che la distanza tra le due bande s i modifi chi in base aUa volati lità. Durante le fasi ad elevata volatilità le bande di Bollinger av ra nno una gra nde ampiezza (la distanza tra la upper e la lower sarà elevata); a l contrario, Qu ando la volatHità è bassa le bande avranno un a distanza t ra loro molto bassa c formeranno una configu razione denominata "strozzatura" che anticipa un forte movimento direzionale. Poicbé la tendenza generale dei prezzi è Quella di flu ttuare a ll'interno delle bande, esattamente t ra la upper e la lower, in molti tes ti si trova l'indicazione d'acquis tare sulla banda inferiore (Iower band) e vender e s ulla upper band. Anche in questo caso, come con le bu ste, occorl'e fissa re dei paletti all o scopo d'aume ntare l'affidabilità dei segnali. Innanzi tutto occorre rilevare che le bande di Bollinger banno un a bu ona affidabiJj tà solo nelle fasi Laterali di congestione. Duran te le fasi di tendenza definita , al rialzo o a l ribasso, invece le Bollinger Bands sono meno affidabili e generano un numero maggiore dj falsi segnali. Concent randosi quindi sui titoli in congest ione, si aCQui s ta quando ad una chiusura inferiore alla lower band segue a distanza di pochi giorn i (2 - 3 giorni, non oltre) una chiusura di nuovo a ll 'interno della banda inferiore. ln pratica prima si ass iste a un a rottura ribass ista della linea inferiore poi si assiste a un pronto recupero da interpretare come un'inversione. Lo stop 1085 in caso di falso segnale va fissato sotto il minimo registrato nel giorno della chius ura inferiore alla lower band. n segn ale di vendita scatta quando a una chiusura s uperiore a lla uppcr bnnd segue, a dis tanza di un paio di giorni , una chius ura Iluovamont.e a ll'interno del canale.
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Di fondHlllL'ntu h.. importanza, inultre. il concetto di "strozzatura". Si t,l'llttll di una configurazione che si verifica quando la volatilitb è molto bassa e, a ca usa di questo, le due linee tendono a convergere tra loro (la distanza tra la upper e la lower diminuisce sempre più) e i prezzi tendono a di segnare una congestione strettissi ma . Questa particolare configurazione, facilmente individuabile, ha l'importante caratteristica d'a nticipare un forte movimento direzionale. Non è possibile prevedere in anticipo la di rezione del movim ento in procinto di sv iluppars i ma abbiamo una "ragionevo le certezza" che sarà un tl'e nd direzionale, molto forte e sostenuto. Una volta individuata la strozzatura, l'anali sta tecnico dovrà tracciare il supporto e la l'esistenza (ossia le linee che uniscono tra loro rispettivamente i minimi e i massimi) della congestione stretta. Quando i prezzi romperanno uno dei du e livelli chiave scatterà il segnale.
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Figura 7.3 · Testa e spa lle con dive rge nza sulla pista ciclica
lo caso di rottura rial zista dell a resistenza , si ope ra
"long", mentre in caso di rottura ribassista del supporto, si procede con lo "short", Nel caso in cui s i voglia ricercare un indizio circa lo futura tendenza, s i possono utilizzare altri indicatori, ad esempio queUi di velocità come il momentum, la pista ciclica o il Roe, che ilJustre're mo in seguito. La Figura 7.2 mostra un evidente strozzatu ra sul titolo Mediobanca che ha anticipato in modo impeccabile un forle movimento ribassista , che ha portato le quotazioni dai 13 agli 8 euro in un mese circa! In questo caso specifico era possibile ipotizzare, con buone probabilità d'indovinare, l'a rrivo di una correzione e non di un nuovo impulso rialzists . Infa tti il titolo stava disegnando un testa e spalle ribassista con necklin e a 12 euro. [noit re, come s i vede nella figura 7.3, la pi sta ciclica e ra in evide nte divergenza ribassista e invitava a ll a prudenza indicando l'arrivo di un a prossima inversione di tendenza, prevedi bile an che dal testa e spalle.
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Figura 7.4 - "Strozzatura" su T iscali In questo caso, l'ope ra tor e, a ppostato in attesa di una rottura , attendeva la discesa sotto il m inimo relativo precedente (i n anticipo ri s petto alla linea della neckline) e procedeva con lo "sbort" sui derivati. La fi gur a 7 .4, al contra rio, mostra l'esempio di una recente strozzatura s u Tiscali. In quest o caso il titolo una volta rotta a l rialzo con volumi in forte a umento a confe rm a del segnale operativo la congestione strettissima, compresa tra i 4,5 e i 5,5 euro, h a messo a segno un consistente r ialzo in pochi giorni .
Bande di Bollinger: %B Le %8 sono un indicatore da utilizzare congi untamente alle ba nde di Bollinger di cui sono un indispensabile comple me nto e perfezion a me nto. Scopo dell'indi ca tore in esam e è illustr a re all'analista tecnico "dove" si trovano le quotazioni aU'inte rno della bande di Bollinge r.
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F igura 8. 1 - Bollinge r Bands e %8
Spesso infatti le quotazioni raggiungono la banda inferiore, o superiore, e la costeggiano per un lungo periodo di tempo prima di completare l'oscill azione tradiziona le verso la banda parallela. In qu esti casi acquistare s ulla lower o vendere s ulla upper s ignifi ca operare con t roppo a nticipo e incorrere in mancati guadagni , o perdite a seguito di stop loss. 11 calcolo deU'indicatore consiste nel rapporto tra la differenza del valore di chiusura e il valore dell a ba nda inferiore e tra la diffe renza dei va lor i delle bande uppe r e lower. Opera tiva me nte par lan do, l'utilizzo princi pa le è la ricerca delle dive rgenze quando i prez zi sono a contatto con le linee upper e !ower. n grafico 8. 1 mostra qu anto lo strume nto sia affidabile ed efficace per completare i segnali dettati daU'anaJisi de lle bande di Bollinge r. Ad inizio settembre me ntre le bande d i Boll inger deli· neavano una strozzatura e i prezzi erano n conta tto con le linee, !"indicatore %8 era in di ve rgenza ribassis tn : il movi· me nto s uccessivo è stato un brusco ca lo delle quota zioni.
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AI (:o ll t"'lI" i~,. a fine sette mbre le bande de lincavano un SCb'Tlu lc d'ueq uis lo {roll,ura e imm cdia to recu pe ro de ll a ban da infe r iore) c !'indica tore %8 e ra in dive rge nza !"i a lzi sta: in ques to caso, iltilolo ha messo a sebTJlo un buon rialzo. Un'altra modalità d'utilizzo dd l'indicatore è que llo di s fruttare le s ue fluttuazioni che generalm ente sono comprese tra O e 100; a nche se sono freque nti oscillazioni supe riori (t ra - 20 e 130). In questa veste q u indi si uti lizzano le zone estre me come li velli d'ipercompra t o e ipervenduto. Quando i valori dell'indicatore s uperano il livello dei 100 punti e ridisccndono ncUa tradizionale banda d'oscillazione genera no il segnale di vendita. A1Jo stesso modo, quando i va lori scendono sotto O pun t i e s ubito r is algono, scatta il segnale d'acquisto. li punto di partenza rimane l'analisi delle bande di 8 01tinger che forniscono il segna le ope rati vo concreto tramite st.rozzatura o rottura e immediato recupero de lle linee lower o UppeT (come visto ne l paragrafo precedente).
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F igura 8.2 · Scgnnli operativi p rovenie nti dall e Bollinge r Bnnda f.l confe rma ti dall'indicatore %B
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Il pasHuggio s uccess ivo, os.s ia l'a na li s i da ll'indi cat.OI·(, IXB, è solo uno s t.rum ent.o di con rerma delle indicazioni generate da lle ba nde di Boll inger. Nel grafi co 8. 2 possiamo notare come ogni volta che le bande di Bollinger disegnano segnali operativi, in presenza di configur azioni d'inversione nei livelli estremi dell'indica· tore %B, l'affidabilità deU'operatività s ia elevata.
Bande di Bollinger: Width L'indicatore Width delle Bande di Bollinger è uno stru· mento da utilizzare congiuntamente alle s tesse quando queste presentan o un a strozzatura. L'indicatore misura l'ampiezza delle due bande t r amite il rapporto tra la ditTe· renza dei va lori della upper e della lower con il valore della media mobile a 20 giorni ti risultato è quindi un indi cato· re di volatilità. L'indicalore Width ha quindi la funzione di confermar e l'avvicinarsi di un movimento direzion ale.
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Figura 9.2· ATR e Bollingcr Bands Width Ogni volta che l'indicatore di segn a un minimo e vira al rialzo, segnala la partenza del movimento d.irezionale dei prezzI. Operativamente non sono da t rascurare i massimi disegnati dall'indicatore in quanto segnalano altrettanti punti d'inversione dei prezzi. La figu ra 9.1 mostra come ad ogni minimo de U'indicatore corris ponda una st rozzatura a livello grafico a lla quale fa n· no seguito forti movimenti dei prezzi. La figura 9.2 mostra come l'ind icatore Bollinger Bands Wid t.h, essendo uno strumento di misurazione dell a volati· Iità, abbia un andamento molto s imile, in parte coincidente, con l'Average 1'rue Range. Analoghi sono la lettura c l'interpretazione dei due stru· ment i.
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Commodity Channel l n dex li CCI è un indjcatore creato e sv iluppa t o da Donaid Lambe rt s pe cificatamente pe r l'analis i delle commodity, ma be n pres to fu adottato anche per l'anali s i del me rcato az ionario. La funzione del CCI è quella di mis urare la variazi one dei prezzi rispetto alla loro med ia s torico-statistica all o scopo d'individu a r e i massi mi e i minimi dei cicli di mercato.ll principio a ll a base è semplice e logico: individua re ed ev idenziare le anomalie e gli eccessi e ufori co-depressivi che storica me nte si regis tra no s ui me rcati fin anziari. Ritorniamo con la me nte ai primi mesi de l 2000 e agli eccessi delle valutazioni che veniv"ano redatte , talvolta in malafede, s ulle società dell a new I~ c o nomy. Ad a lti valori de l CCI corris ponde Wl a ndamento troppo e levato ri s petto a lla s ua medi a stori ca . Allo stesso modo, valori eccess ivamente bassi de ll 'indi cator e indicano prezzi insoli tam e nte depressi. La logica , quindi , è que ll a d'individuare un eccesso s ulle quotazioni e attendere il seRna le grafico ch e avverta ch e il mercat o vi s ta ponendo rimedio a llineando i valori di me r cato a que lti re ali . Generalmente l'ambito di oscillazione dell'indicatore varia tra i valori - 150 e +150. Le zone estreme sono considerate livelli d'iper comprato (CCI > 100) e d'iperve nduto (CC I < - 100). Ope rativa mente parland o; il segnale di vendita scatta quando il CCI accede all a zona estr ema s upe riore, maggiore di 100, e s uccess ivame nte ridisce nrle nella zona tradizionale d 'osci llazi on e, COmpresa tra - 100 e + 100. Allo stesso modo, il segnale d'acqui sto si genera quando i valori dell'indicatore scendono a livelli i_nfe riori a -100 e, in seguito, risalgono ne lla tradizionale fa scia di flu ttuazion e. NeUa fi g ura 10.1 poss ia mo l'i sco nlra l'e come s ia poss ibile acq ui st fJre o ven d e re qua nd o il CC I, do-
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Figura 10. 1 - CCI e livelli di ipe rcomprato/ipervenrl uto po ave r avuto accesso a lle zone estr eme, disegna un picco e inverte la su a tende nza uscendo da ll 'ipervenduto o dall'ipe rcomprato. (N dr: il grafico è stato costruito sostitue ndo a l CCI la su a media mobil e a llo scopo di rende re la lettura più agevole). Alcuni autori s'interrogano se s ia sufficie nte, a i fini de l segnal e operativo concreto, vendere o acquistare non a ppena l'indicatore disegna un picco e vira, dopo l'ingresso in zona estrema; oppure se s ia indis pe nsabile, o qua nto me no consigliato, attender e un rientro neHa t ra diziona le banda d'oscillazione. In quest'ultimo caso, il segnale operativo sarebbe il picco e la seguente virata, mentr e il rientro nella zona neutra sarebbe da intendersi come una confe rma e quindi un'occasione pe r incr eme nta re le pos izioni in essere. Poiché i segnali operativi gener ati dall'indicatore non se mpre sono a ffidabili (figura 10.1), è consigliabile utilizza re lo strume nto co ngiuntam ente a ll 'analis i grafica tradizi onal e (rcsi litcnze, 8upporti e volumi).
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Inoltre. gli studiO!; i de ll a materi a hunno fOl'mulato olt re str ategie d'utili zzo dello strume nto: Utili zzo congi unto con a ltri indi catori qua li l'ADX: se l'ADX è al ria lzo a ll ora si opera "long" quando il CCI s uper a i 100 punti. Se l'Adx è al ribasso a llora si opera "short" non appen a l'indicatore scende sotto i - 100 punti , In quest'ottica, l'indicatore ADX è utili zza to come strumento per indicare se l'attività fin anziaria si trova in una fase laterale o di tendenza defini ta, al rialzo o al ribasso. Linea dello zero come strumento gene ratore di segna li operativi: s i acquista quando taglia dal basso verso l'alto il punto d'equilibrio e si vende quando il CC I scende sotto la linea dello zero. Opera r e qua ndo il CCI è in una zona estrema e il titolo, contemporaneame nte, disegna nuov i massimi e nuovi mi· nimi : così facendo è possibile operare sempre nella direzione de l mercato.
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Figura 10,2 - CCI e divergenze
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In fi ne. lili diffe re nte apPl"Occ io co n lo str umento è la ri ce rca de ll e dive rge nze, meglio se delin eate ne lle zon e estre me, a llo scopo d'anticipa re le inver sion i di tende nza. Un CC I a l r ia lzo con minimi crescenti e i prezzi al ribasso con mass imi decrescent i de lineano una divergenza ribassista. Al cont r a ri o, pre zzi a l r ialzo che disegn a no nuovi massim i e indicatore al ribasso, disegnan do nuovi minimi , annu ncia no un a divergenza ribassist a. Nella fi gura 10.2 poss ia mo ind ividu a re due distinte dive rgenze, la prim a ria lzista e la seconda r ibassi sta. Me ntre la fa se AB dei prezzi era a l ribasso con nuovi mi nimi, l'indicatore er a a l rialzo con due minimi cr escent i. Discorso inverso pe r la fase CD. Ri s ul ta qu.indi evidente quan to lo strum ento de ll a diver genza sia st a to utile per anticipa r e importanti inver sioni di tende nza .
Chaikin Oscillator L'indi cator e fu creato da Ma re Chaikin eh e com plet ò e perfeìlon ò il lavoro precede nte me nte svolto da Gra nville e William s. È un ind icat ore volumetrico ed è la r isultante della differenza t ra le medie mobili esponen ziali a dieci e a tre periodi dell'Accumulazione/Di stribu zione. L'ut ili zzo è cons iglia to per un'oper ativit à di medi o periodo. Il segn a le ria lzista è generato qu a nd o l'indi catore, dopo a ver di segnato un minimo, vira e inverte la s ua tende nza. AI con trario l'ope r a ti vità "short" è innescata nel momento in cui , dopo ave r de lineato un massimo, l'indicatore invert e la propr ia te ndenza. Ne lla fi gura 11.1 possia mo con stata re Quanto sopra affe rmato: a d ogni virata de ll'indicatore cor r isponde u n'inve rs ione dei prezz i.
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Figura 11.1 - Chaikin Oscillator e segnali operativi Un metodo a lternativo consiste neUa ricerca delle divergenze, tra l'andamento dei prezzi e dell'indicatore, con lo scopo d'individuare in anticipo un'eventuale futura inversione di tendenza. Indicatore al ribasso e prezzi che delineano nuovi massimi cr escenti, individuano una divergenza ribassista. Allo stesso modo, prezzi al ribasso e indicatore al rialzo identificano un segnale di una possibile inversione rialzi· sta.
Chaikin Volatility Index Indicatore creato dal medesimo a utore per analizzare l'andamento della vo!atilità dei prezzi di un'attività finanziaria e individuare i punti di svolta del mercato. Non esiste una regola fissa per affermare che i picchi massimi della volatilità corrispondano ai top (massimi ) del mercato e i picchi minimi dell'indicatore corrispondano a un bottom (minimo) dei prezzi,
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Figura 12.1 - Volati lity Inclex: picchi e inversioni sul titolo E non è nemmeno possibile affermare che un aumento del1a volatilità, protratto per un breve periodo di tempo, segnali sempre un minimo o che un basso livello dell'indicatore, individui un massimo, L'interpretazione più affidabile dell'indicatore in esame consiste nel fatto che ai picchi massimi e minimi dell'indicatore corrispondono i punti d'inversione del mercato, come illust.rato nell'immagine 12,1.
Chande Momentum Oscillator Il Chande Momentum Oscillator (CMO) è Wl indicatore creato e illustrato da Tushar Chand e e Stanley Kroll nellib I'O capolavoro "'The New Technical Trader", Gli autori partono dalla premessa che gli oscillatori del t.empo non erano completi e avevano numerosi difetti: da un lato non erano indicatori "puri", poiché non misuravano diretta mento il mom entum e dall'a lto lato non raggiungevano cd evidenziavano in modo chiaro i li velli estremi d'ipercom-
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pnlto e ipc rvcnd uto n call sa dci IlI cccn ni 8mi d i Mu rmonizzuziono" con cui erano costrui ti. Formula: 100' (Su-Sd / Su+Sd)
dove: S u è la somm a delle variazioni assolute dei prezzi nel giorni di rialzo. Sd è la somma dell e var iazioni assolute dei prezzi nei giorni d i ribasso.
il risultato è un indicatore molto simile a ll 'RS l, sviluppato da Wilder, dal quale differi sce per a lcuni se mpli ci ma det.ennina nti aspett i. Da un lato il CMO è un indicatore "puro" e non "smoothed" come l'RSI e, dall 'alt ro, consider a nel calcolo sia i giorni al ri alzo s ia quelli al ribasso, al contrario dell'RSI che considera solo i giorni al rialzo. Infine. cambia la scala del· l'indice: mentre ,'RS I oscilla tra zero e 100, il CMO flu t tua tra - 100 e +100. TI Ch an de Moment um Osci llator avrà qu indi la ca ratter istica di raggiu ngere i livelli est ;remi in modo pi ù diretto e legbribile, nonché con una freque.nza maggiore rispetto all'RS!. Lo scopo dell'ind icatore è quindi aiu tare l'operatore a in· divid ua re gli estremi del moment um e i punt i d'inversione del me rcato. TI suo ut ilizzo principale è l'individuazione dei livelli estremi d'ipervenduto e ipercom prato che ident ificano poss ibili punt i d'inversione della tendenza in atto. Poich é l'indi ce osci lla tra - 100 e +100, sono cons iderati estremi i livelli inferiori a-50 (iperve ndu to) e s uperiori a +50 (i percomprato). Nulla vieta, in ogni caso, a l trade r di modificare i valori dei IivelH estremi ada blunduli a l proprio metodo e a lla propria operatività.
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Figura 13.1 - CMO e segnali ope rativi 11 segnale d'acquisto è gener ato quando l'i ndicatore, dopo essere sceso sotto il valore d i -50, sale nuovamente a livelli s uper iori rispetto a lla zona d'ipervend uto. n segn ale di vendita, al contrario, scatta quando, dopo essere s alito oltre il valore di +50, il CMO scend e e ri entra nella fascia t ipi ca di fluttu azione. Vedere a tal proposito la figura 13.1. È possibile a bbinare all'indicatore anche la propria media mobile. ln questo caso i segnali operativi verranno generati dall'incrocio t ra i valor i dell'indicatore e della media mobile. Si acquista quando l'indicatore taglia a l r ialzo (dal basso verso l'alto) la propr ia media mobile e si vend e quando quest'ultima viene tagliata al r ibasso (dall'alto verso il basso). Il successivo passaggio dell a linea dello zero è da considera re come semplice segnale di conferma che può essere sfr ut ta to, ope ra ti vamenLe pa rl ando, per incrementa re le pofl izioni in essere. Nell a figura 13.2 poss iamo individ ua re la recen te invers iune di tende nza del 24 settembre 200 1: l'incrocio dell'ind icato re con la sua "signal li ne", ossia la sua
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Figura 13.2 . Incrocio rinlzista fra il CMO la s ua media mobile
media mobile, ha coinci so perfettamente con il punto d'in · versione dei prezzi. Da non trascurare, inoltre, l'analis i delle divergenze che si delineano sovente sul grafico dell'indicatore e ch e, con buona affidabilità, anticipano inversioni di tendenza. Un'altra modalità d'utilizzo del CMO è la ricerca delle di· vergenze con lo scopo di trovare ind.izi circa un a possibile e prossima invers ione di tendenza. Nella figura 13.3 è ra ppresentato il tito lo Mediaset ocHe battute finali del forle trend rialzista di fin e 1999 e inizio 2000. Possiamo indi viduare agevol mente la divergenza ribassisla che ha a nticipato, con perfetto tempis mo, l'invers ione di tendenza: mentre i prezzi erano a l rialzo e le quotazioni disegnavano nuovi mass imi , l'indicatore era a l ribasso car atterizzato da massim i decrescenti. lnfi ne, merita una citazione anche la co ns ueta possibilità d'applicazione delle regole dell'ana li si tecn ica direttamente al grafi co dell'indicatore. L'operatol'e pu ò Qu ind i individuare mass imi e minimi nonché congiungerli tra loro indi viduand u linee di tcnd cn-
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Figura 13,3 - CMO e divergen za ribassist a su Mediaset
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za , resis Lenze e s upport.i, olt re a fi gure grafiche qual i doppi minimi/massimi o test a e s pa lle. Le moda lità d'interpretazione e le implicaz ioni sono le medesime de U'analisi a pplicata ai grafici delle quotazioni. La figura 13.4 ri porta la tende nza ribassist a del titolo Pirel· li a cui corris ponde un analogo movimento direzionale da parte dell'indicatore. In questo caso l'analis ta tecni co ricava una conferma cir· ca la forza e la cons iste nza della tende nza in atto. Nel punto 8 possiamo notare come la rottura dell a tren· dline dell'indicatore a bbia conciso con il momento esatto dell'invers ione dei prezzi del titolo.
Ch and e Trendscore Il Trendscore, un altro strumento ideato da Chand e, è un oscillatore sviluppato con lo scopo d'indicare se un attività finan zia ri a si trova in una fase later ale di congestione (de· finita t ecn ica mente "trading market") oppure in una fa se carat terizzata da una tendenza ben definita (definita "tren· ding ma rket"), al ri alzo o a l ribasso. L'idea alla base è quel· la d'individuare sul nascere un'inversione di tendenza senza però avere la pretesa d'anticiparla. All'indicatore è quindi richiesto di fotografare la reale impostazione gra fi ca in atto. L'utilizzo princi pa le del Tre ndscore è quello di bussola del mercato e di strumento di conferma dei segnali operati· vi, rotture di supporti o resistenze, che emergono, di volta in volta, s ul gra fico dei prezzi dell'attività finan zia ri a. A onor del verol esiste inoltre la possibilità di utili zza re l'indi catore in esame anche come strumento per gen era re segnali operativi concreti. In base al principale utilizzo del Tre ndi;core, i segna li operativi sono generati dall'incrocio trn l'oscillutol'c e In li· nea dell o ze ro.
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Figura 14.1 - Trendscore e fas i di trend Quand o il Trendscore taglia dal basso ve rso l'alto la li· nea dello zero scatta il segna le d'acqui sto. Si prende profitto qua nd o l'indi catore sce nd e nuova· mente sotto la linea d'equilibri o. L'immagine 14 .1 ilJustra il sorgere e il t ra monta r e del· la tendenza rial zista di fin e 1999 e inizi o 2000 . Potete osserva re la semplicità inte rpretativa dell'indi· cat ore e la s ua buona affid abilità nel ge nerare i segnaJi a novembre 1999 e a ma rzo 2000, con un uni co fals o segnale generato nel genna io 2000. Infine, un'altra tecnica oper ativa con siste nell 'abbinar e a ll'indicatore la propria medi a mobi le. j segnali opera tivi verra nno generati da ll'i.ncrocio tTa il Trendscore e la medi a mobil e. S i acquis ta quando l'indicator e t agl.ia dal basso verso l'alto la medi a mobi le e, a l con t r ario, s i vende quando sce nde sotto di essa. L'immagi.ne 14 .2 illu stra come il segnale derivante dal · l'incr ocio tra l 'indicatore e la medi a s ia maggiormente tempesti vo ri s petto all a stra tegia descrit t a precedente· me nte.
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Figura 14.2· Trendscore e media mobile Attenzione, tuttavia , a non trascur are il dettaglio che ad una maggiore reattività dell'indicatore corrisponde un in. cremento del nunle.ro di segnali, compresi quelli fals i o d'incerta inter pretazione come ill ustrato nel grafico sottostante durante la fase laterale del periodo settembre - ottobre. Durante le fas i lateraJi infatti l'affidabili tà dell'indicatore è minore rispetto aUe fasi di "'treding ma rket".
Coppock Index Il Coppock lndex è un indicatore ideato da Edwin Cop. poclt.. Esso nasce per un operatività improntata al medio e lungo periodo e ha la funzione d'individuare la tendenza primaria del mercato e le sue inversioni. [n teoria è uno strumento ut ilizzabile s u ogni attività finanziaria ma in realtà l'affidabilità maggiore la si riscont ra sugli indici di mercato piuttosto che s ui singoli titoli. Da sottolineare inoltre come l'affid a bil ità dell 'indicatore sia maggiore nell'i.ndividuaz ione dei minimi di mercato piuttosto che s ui massimi .
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L'inte r pretazio ne è sempli ci ss ima: i segna li ope ra t ivi s i delineano qu a ndo l'indicatore inverte la prop ria tendenza, S i acqu ista quando il Coppock lndex disegna un minimo e inverte la t e nden za e s i vende quando vira al ribasso dopo aver di segnaLo un massimo . In quest'ottica , il s uccessivo attraversa ment o della linea dello zero rappresenta una conferma al segnal e a pe· r a tivo precedentemente generato e può essere utili zzato per incrementar e le pos izioni già in esse re. La figura 15.1 illus tra co me ad ogni vira ta dell'indicat ore co rrisponda un'inversione di te nde nza . Contrariamente a quanto a ppena affe r mato, una parte dell a letteratura dell 'ana lis i tecnica cons iglia d'utiliz zare l'inversione dell 'ind icator e come Seb'llale anticipator e e il s uccess ivo taglio dell a linea dello zero come segnale opel'8tivo concreto, In qu esto caso aume nta l'affidabilità del segna le, ma di minu.isce la te mpest ività nel prendere pos izione s ul mercato.
Fig ura 16.1 - Coppock lndcx
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Un'u ltl'll l(.'cni ca cons iste neJ1 'offianca re al Co ppock Index la propria medi a mobi le. In qu esto caso i segnali verran no generati dall 'incrocio tra l'i ndicatore e la media mobile come illustrato nella figura 15.2. Infine, da non trascurare, la ricerca e lo studio delle divergenze che periodicamente si delineano sul grafico deLl'indicatore e anticipa no una poss ibile inversione di tendenza . L'immagine 15.3 illu stra ben t re divergenze che hanno a nticipato con ottimo tempis mo le principali inver sioni di medio periooo dei prezzi.
Commodity Selection Index Il CSI è un altro indicatore creato da Welles Wild er e illus trato- nel libro "New Concepts in Technical Trading Syste ms". li nome "commooity selection" tradisce lo scopo dello strumento: seleziona re, di volta in volta , le attività fina nziarie idonee ad essere sfruttate in operazioni di breve e brevissimo periodo. L'indicatore selez iona Quei titoli che presentano un forte trenddireziona le caratterizzato da un'elevata volati lità. Picchi dell'indicatore segnalano spesso punti d'inversione di tendenza, tuttavia il CSJ è Wl indicatore di selezione dei titoli s u cui concentrare l'an alisi e non uno strumento per generare i segnal i operativi concreti . Questi ultimi saranno generati dall'analisi grafica classica con l'aiuto di ulteriori indicatori , come ad esempio il momentum . Nel grafico 16. 1 possiamo constatare come i picchi mass imi dell'indicatore abbiano s pesso coinciso con i minimi delle Quotazioni a cui sono conseguiti consistenti rimbalzi tecn ici . Allo stesso modo, a nche se in modo meno evidente e meno affidabil e, i picchi minimi deU'ind.icatore hanno contrad di stinto i mRsH imi delle quotazioni dell'attività fin anzia ria .
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Figuro 16.1 - Commodity Selection Ind ex Infine , un u lteriore approccio operativo consigli a d'affia ncar e all'indicatore la propria media mobile con lo scopo di generare i segnali d'acquisto e vendita t ra mi te l'incrocio.
Demand Index li De mand Lndex è un indicatore creato e sviluppato da Jim Sibbet. Si t ratta di uno strumento che lega insieme i prezzi e i volumi con lo scopo d'anticipare le invers ioni di -tende nza de lle quotazioni. La premessa a lla base dell'indicator e è che i volumi anticipano il movimento futuro de i prezzi. L'utilizzo pratico cons iste nella ricerca delle divergenze tra l'a ndamento dell'indicatore e dei prezzi dell'attività fi na nziaria di riferimento. Nell'immagin e 17.1 possiamo individu a re la diverge nza che ha a nticipato l'invers ione di tendenza de ll 'autunn o 1998.
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Figura 17.2 - Pi cchi sui massim i e s ui minimi de l Demand Index Sp(J!:IlfO ind iv idunn o i punti di inversione dei prezzi
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Preziose le indi cazioni che ci furn isce In linea dello zero. II tagl io della lin ea d'equilibrio infatti sa ncisce l'invers ione della tende nza in atto e può essere sfruttato per incrementare le posizioni già in esser e. Da non trascurare inoltre l'ana lisi dei picchi, massimi e minimi, dei valori dell'indicatore che s pesso individuano i punti d'inversione dei prezzi dell'attività fi nanziaria come r a ppresentato nel grafico 17.2 Infine, occorre sotto lineare come sia possibile applicare le r egole dell'analisi tecnica diretta mente sul grafico dell 'indicatore. Ris ulta quindi corretto tracciare linee di tendenza, individuare s upporti , r esisten ze e fi gure grafiche: le implicaz ioni sar ann o le medesime previste per l'analisi tecnica classica applicata al grafico dei prezzi.
DeMarker Indicator n DeMarker è u no degli indicatori di "nuova generazione" ideati da Tom DeMark, genia le sviluppatore di sistemi oggettivi di trading, e illu str ato nel libro "The New Science ofTechnical Analysis" e nel s uccess ivo "New Market Timing Techni ques". n DeMarker nasce dalla convi nzione dell'autore che quasi t u tti gli indicatori CI'ipervenduto e ipercomprato abbiano numer osi difetti che n e alterano l'affidabilità. Segnali tardivi e spesso poco chiari sono t r a i principali inconvenienti. - DeMark per ovviare a questi difetti, introdusse una serie di nuovi indicatori. - Per la costruzione dell 'indicatore si rimanda ai li bri citati. II risu1tato del procedi mento di calcolo è un indicatore che- oscilla, come di consueto, a ll 'interno di un indice com p reso tra O e 100. 76
Va lOri s lIpè r iori ~l 75 punti in d ividu ano un li vell o d'ipel'com prala e un'area di possibil e massimo. Valori infe r iori a 25 punti indi vidu ano un livell o d'ipervenduto e un'area di possibile minimo. - H-periodo temporale per configurare il ca lcolo dell 'indicator e è lasciato alla libera scelta del trader, che deciderà s ull a base del proprio met odo operativo, anch e se gen eralmente, come d ea fult, si utilizzano i 13 periodi consigliati dallo stesso a utore. Scopo dell'indicatore è individuare i punti d'inver sion e di tendenza, caratterizzati da un basso rapporto di ri schjo, dopo averne in precedenza delin eato i li velli estre,
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L'utilizzo pratico dell'indicatore si risolve quindi nel genera re segna li operativi concreti nonch é nell 'individuar e diver genze rialziste e ribassiste. Il segnale d'acq uisto scatta quando il DeMarker. dopo essere sceso in ipervenduto. taglia al rial zo la linea dei 25 punti. Al contrario, iJ segnale di vendita scatta quando, dopo esser salito in ipercomprato, scende sotto il livello dei 75 punti . 11 grafico 18,1 illustra l'indi ce S&P 500 e i r elativi segnali emersi dall'ana lisi del DeMarker. L'unico segnale imperfetto, corretto ma leggermente in anticipo, si verificava n el marzo 200 1. Allo scopo di ovviare al difetto dei falsi segna li, l'autore ha ela borato a lcune condi zioni e configu razioni grafiche (illustrate nel libro "N uovi modeUi in analis i t ecnica" di Rick Be.nsignor) da richieder e dopo che i valori dell'indicator e -sono gi unti all'interno delle zone estreme. Si acq ui sta solo se sono confermate, contemporaneamente, t utte le seguent i condizioni : il prezzo di cbiu sura della barra dev'essere inferiore sia al prezzo minimo registrat o nelle due barre pr ecedenti sia a l prezzo di chiusur a della bill' ro del giorn o precedente, s ia a ll 'apertura del giorno io COfSO. 77
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Figura 18,1 - DcMarker ed S&P500 Inoltre. il prezzo d'apertura della barra s uccessiva dev'essere minore o ugua le a l prezzo di chiu s ura de lle due barre precede nt.i. Se ta li condi zioni sono rispettate, s i acquista quando il prezzo di chiu sura della contrattaz ione in corso è superiore al valore d'ape rt ura. S i ch iude la posizione o intra pre nde una posizioni al ribasso (short), quando: il prezzo di chius ura è maggiore sia del prezzo massimo delle due barre precede nti , sia de lla chius ura del giorno precedente sia deJl'ape rtura de lla giornata in corso. Inoltre, i.I prezzo d'apertura della barra s uccessiva deve essere maggiore de l prezzo di chius ura delle due bar re precedenti . Se tali condizioni sono ris pettate, si vende qu a ndo il prezzo di chius ura de ll a seduta in corso è inferiore a l valore d'aper t ura. Infine, l'operatore potrà concentra re la propria attenzione nell a ri ce rca e ne.ll 'anali s i de ll e divorgen ze. L'imm agi ne 18.2 ìIIustra l'i nd ice S&P 500 s ul qu a le 80n o de li neate du e
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Figura 18.2 - DeMarke r e diver genze dive rgenze rialzi ste caratterizzate dai prezzi che delineano massimi decrescenti e valori dell'indi catore che mettono a segno minimi crescenti.
Directional Move m e n t e ADX II Directi onal Moveme nt, illustrato ne l libro "New Concepts in Technical Tra ding Systems", si può definire "il capolavoro" di Welles Wilder. Alla base dello sviluppo de ll'indicatore c'era l'insoddisfazion e dell'a utore circa gli oscillatori tradiziona li , troppo limi tati ne lle funzioni e inadeguati a l trading. li difetto principa le era l'incapa cità d i dete t'mina re se un ti tolo si trova va in una fa se caratterizzata da tendenza definita, a l ria lzo o a l ribasso, oppure in un a fase di congestione la terale. Conoscere se il me rcato è in u.na fase "trading" o "treuding" è indi spensa bile per pote r imbastire un a strategia opera tiva e per st.nbili re quali strume nti operativi utili zzare.
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In llfl merca to riul zis ta inrat.Li s i utili zze rann o !S tru menti tipi ca me nte tre nd rollowc r mentre, a l cont.rHri o, du rante una rase la te ra le sara nno da preferire indi ca tori di mome ntum . n Directi onal Movement nasce quindi COn l'i.ntento di colmare questa lacuna nonché con lo scopo d'indi vidu a re la tend enza dominante. Nell a r ealtà l'ind icatore è uno s trumento composto da due elementi che pre ndono il nome di +DI e - DI, entrambi a 14 giorni . Per le precise modalità di ca lcolo s i rima nda allibro di Wilder. Qui basti ri corda re :che se la giornata è sta ta rialzis ta (prezzo di chius ura> prezzo d'apertura ): il +Dm è calcolato tra mite la differenza tra i mas--;imo odierno e il mass imo d el giorno precedente; se la giornata è s tata ri bassista (prezzo di chiu sura < prezzo d'apertura): il - Dm è calcola to t r amite la differenza tra il minimo odierno e il minimo de l giorno precedente~ 1 segnali opera tivi sono generati dalle in te rsez ioni tra +DJ e - Dr. Si acqui st a quando +D I taglia al ria lzo - DI e, viceversa, s i vende qua ndo tagli a s uccessivamente a l ribasso. L'affidabilità dello s trumento, è ben e sottolinea rlo, non è assoluta poiché, durante le fas i laterali di congesti one, il Dm gener a numeros i fal s i segna li. Al fine di limita rn e il numero, è cons iglia bil e attendere, dopo l'incrocio, che i prezzi s uperino un "extreme point" prima di seguire il segnal e operativo. Per "extreme point" s'intendono ris pettivamente: prezzo mass imo regis trato il giorno dell 'incrocio rialzi sta tra +DJ e - DI ; prezzo minimo r egistra to il giorno dell'incrocio ribassista tra +01 e - DJ. L'immagine 19.1 illustra l'anda mento, s u bn!:\e settim anale, del titolo Eoi .
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Figura 19.1 - Eni e Directional Movement S ul gra fi co sono indicati i segnali opera ti vi generati da ll'incrocio tra +Dm e - Dm. Sono evidenti s ia la buona affidabilità dello s tTumento sia le di fficoltà che quest'ultimo incontra durante le fa si laterali come nel periodo compreso tra gennaio e a prile 2000 dove l'indicatore non è stato in grado di generar e segnali univoci. Al fin e d'elimina re i falsi segnali che lo strumento ge nera, soprattutto durante le fasi laterali, si è soli ti ricorrere a ll'ADX oss ia all'Average Directional Movement [ndex. In a ltre parole, si utilizza la media mobile del Direction al Movement. Scopo deU'ADX è misurare la forza della tendenza in atto. La logica sottostante, infa tti , consiste nella necessità per il trader di opera re solo in presenza e in d irezione di un forte trend . L'interpretazione quindi prevede che: maggiori e crescenti sono i valori dell'indicatore e maggiore è la forza della tende nza; minore e decrescente è il valore dell'ADX e minore è la forza dol movimonto in a tto.
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Occo rre sottolinea re, per evitm'c du bbi in t.erprct tl Li vi, che l'impo rta nte è l'impostazione e la direzione dell'ind ica tore e non il s uo va lore num er ico. Operati vamen le pa rl ando, ADX e Dm I;ono complement ari e s i utilizzano in modo congi unto. Si acqui st a qu ando, in presenza di valori creo sce nti de U'AOX, il +Om taglia al rialzo il - Dm. Al contrario, s i vende (o s i opera short) in cas o di virata al ribasso dell'ADX o d'incrocio ribassist a tra +Dm e - Dm. Facendo riferimento all 'immagine 19.2, nel giugno 1997 possiamo individu a re un ottimo segn ale d'acquisto: in pre· senza di un ADX al ria lzo (minimi crescenti), il + Dm in crociava al ri a lzo il - Dm e il ti tolo Eni ins ta urava un peri odo "toro". Nel s uccess ivo mese d'agosto, in presenza di un ADX cedente, i Dm incrociavano al ribasso forn endo lo s punto per liquidare le posizioni in essere (eventu a lmente s i poteva anda re "s hort" co n i derivati ) quasi s ui mass imi di periodo. Infine, nel ma r zo 1998 possia mo osserva re la cooperazione tra gli s trumenti dell 'a na li si tecnica : figure gra fi che e indicatori.
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Dynamic Momentum lndex Anche l'ind icatore DMI è stato creato e illu strato, dalla coppia Chande - Kroll , nell'orma i celebre "The New Technical Trader". n DMl fa parte deHa fa miglia degli indi catori adattivi che si adatt ano automaticamente alle mutate condi zioni del mercat o. L'idea all a base è quell a di sviluppa re uno s trumento particolarm ente rcattivo e tempestivo nel segnalare le in versioni di tendenza . Nel caso specifico, l'indicatore modifica il numero dei giorni, nel compu to della formul a , in base a lla volatilità del mercato. n numero dei giorni a umenta quando la volatilità s i abbassa e, al cont ra rio, diminuisce qua ndo la volat ilità aumenta . Per le modalità di calcolo si rimanda all a lettura del già citato libro, poiché in questa sede preme maggiormen te concentrars i s ull'aspetto operativo. Oa sottoli neare, inolt re, la somiglia nza tra l'andamento gra fico dell'indicatore DMl e dell'RS I creato da Wilder (che ver rà illustrato più avanti) nonost a nte il DMl non a bbia un numero di giorni fissi nel calcolo e s ia legato aUa volatili tà. L'immagine 20.1 mostra l'a nda mento del titolo Sipop con affiancati gli indicatori RS I e DMI. Ri sulta evid ente la sintonia e !'identit à di movime nto tra i due indicatori di momentum co n un leggero vantaggio, in t ermini di ","gj.,ri Cl rc tempestività nel fornire le indicazioni , del Dynllm ic MOnlcnum Indell: .
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Fi gura 20.1 . RSI e DMI a confronto L'indicatore oscilla all'interno di un indi ce fi sso compreso tra O e 100. La zona estrema s uperiore (DMI :> 70) rappresenta l'ipercomprato mentre la zona estrema inferiore (DMl < 30) rappresenta una s itu azione d'ipervenduto. Operativamente parlan do, il segnale d'acquisto scatta Quando l'indicator e, dopo essere sceso in ipervenduto, taglia al rialzo il valore dei 30 punti. U segna le di ve ndita scatta invece Quando !'indicatore, dopo esser e salito in ipercomprato. scende nu ovam ente s otto il valore dei 70 punti. In entra mbi i casi occorre un segnale di conferma a li · vello gr a fico , ossia la contemperane.a rottura di un livello di resistenza o di s upporto. Altrettanto importante, sotto l'as petto operativo, ò la ricerca delle divergenze rialziste () ribassis te, come evidenzia to nell'i mmagine 20. 1, ad 8[lticipare eve ntua li inve rsioni di tende nza delle quotazioni .
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Nel l'ottobre 1998 mentre le quotazioni di segnavano mass imi decrescenti , !"indicatore delineava minimi crescenti e avvertiva che un invers ione ria lzista era prossima . AI contrario, nei primi mesi del 2000, mentre le quotazioni mettevano a segno nuovi massi mi crescenti, l'indicatore invertiva e vir ava al ribasso. In entrambi i cas i il Orni sarebbe stato un ottimo campanello d'allarme.
E ase of Movement L'Ease of Mevement è un indicatore crealo da Rich ard Arms con lo scopo d'illus tra re il rapporto t ra i volumi e la variazione dei prezzi. Formula: (max.. oggi t min. oggi) 12 - (max ieri - min. Ieri) / 2 VGlume / ( massimo - minimo)
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Spcsso il grafico ri s u lt.ante è mo lto nc rvoso e qui nd i di difficile lettu ra. Per ovvinre a questo difetto è consigliu bile sos tituire l'Ease of Movement con la propria media mobile. L'operatività è molto se mp li ce e cons iste nell'acqui st are quando l'indi catore taglia al ria lzo la linea dello zero e nel vendere quando scende nuovamente sotto il va lore della Jj-;nea d'equili brio.
Elder Buii & Bear Powe r Il Sull & Bear Power è un indicatore creato da Alexander Elder e illustrato ne l libro "'l'r ading for a Living". Scopo dell'indjcatore è individuare l'inversione di tendenza dei prezzi tramite un'operazione di ra pporto fra mass imi e minimi con il valore medio che il mercato riconosce all'attività finanziar ia. L'indicatore è distinguibile in due componenti: il Sull Power e il Bear Power, che agiscono contemporaneamente-e in modo complementare tra loro. TI Sull Power è la ris ultante della differenza t ra il prezzo massimo del giorno e la sua media mobile esponenzia le a 13giorn i. n Bear Power è la risultante della djfferenza tra il prezzo minimo del giorno e la s ua media mobile esponenziale a 13 giorni. La funzione principale dell'i ndicatore in esame è quella di conferma dei segnali emers i a livello grafie:>. Generalmente, s i è soliti utilizzare il Bul! & Bear Power fongiuntamente a una media mobi le dei prezzi. Nel rispetto di una delle regole base dell'analisi tecnica ("The lrend is your friend") si opera solo nella direzione del mercato che è ra ppresentata dalla media mobile delle quotazioni . L'ordine d'acquisto scatta quando i prezzi in crociano la media mobile da l basso ve rso l'alto e iJ Bear Power gi ra in positivo superando la linea dello zero.
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Figura 22.1 - Bull & Bear Power e segnali operativi Al contrario, l'ord ine di vendita scatta nel momento in cuì i prezzi scendono sotto la media mobile e l'indicatore Bull Power vira al ribasso e taglia la linea dello zero. Il grafico 22.1 illu stra come il BuLi & Bear Power sia un ottim o indicato re di conferma dei segnali gen erali dall'incrocio tra la media mobi le e i prezzi de ll 'attiv ità finanziari a. Non è di poco conto il dettaglio che ogni incrocio non con· fermato daJ taglio dell a linea dello zero da parte dell'indicato re si è rivelato essere un fa lso segnale. Al contrario, ogni incrocio confermato dall'indicatore si è rivelato un ottimo segnale operativo. L'indicatore assolve quindi un'ottima funzion e di filtro contro i falsi segnali e le inefficienze dei sistemi basati sull'incrocio delle medje mobili.
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Force lnde x Il Force lndex è un altro indicatore creato e illustrato da Elder ne l già citato libro. Nei miei corsi di analisi tecnica, nel discorso introdut· tivo, sono soli to illustrare come i mercati finan ziari siano un'eterna "gue rra" tra ria lzisti e ribassisti. Ogni giorno s i combatte una nuova battaglia. L'indicatore in esame è stato creato appositamente per Illis urare la forza e la consistenza dei rialzisti e dei ribassi· sli nelle fa si. rispettivam ente, di rialzo e di ribasso. Una giornata a l ria lzo, ide ntificata tramite un livello di chius ura s upe ri ore a quello d'apertura, segna un a vitto· ria per i rialzisti; mentre una chiusura inferiore a l pl·ezzo d'ape rtura ide ntifica una battaglia vinta da i ribass isti. I segnali operativi sono generati dall'attrave rsame nto dell a linea dello zero, come illustrato nell'immagi ne 23 .l. Si acquista quando l'indicatore scende sotto la linea d'equilibrio. Si vende nel mome nto in cui il Force index sale oltre la linea d'equilibri o.
Figura 23. t • Force Ind ex
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Pokh l'indi cuwre ris ulta spesso illeggi bi le, ti cau!;<\ de l s uo anda me nto molto nervoso, si è soliti sos t it uirl o con una media mobiJe. n metodo appe na illustrato può essere ulteriormente per· fezionato calcoland o d ue medie mobili del Force index di dir· fere nte periodo temporale. Affianchiamo tra loro una media mobile di breve periodo, reattiva ai movi me nti delle quotazioni, che generer à in con· creto i segnali operativi c un a dj lunghezza maggiore con il compito d'indicare la direz ione della tendenza in atto. U segnale d'acqui sto scatta quando la media mobile di medio pe riodo è a l ri alzo e la media di bre ve scende sotto la linea dello zer o. L'idea a ll a base della strategia in esame è quell a d'acqu istare nelle fa si di debolezza de i t rend rialzi sti. il segnale di vendita scatta quando la media mobile di medio periodo inverte la sua tendenza. Nella realtà, è consigliabile utilizzare l'i ndicatore solo co· me strumento di conferma de Ua tendenza in atto e non co· me generatore di segnali operativi poiché durante le fasi later a li (espressione grafica dell'incertezza neUo scontro tra r ialzisti e ribassisti) SOIlO numerosi i falsi segnali e l'affida· bilità è sca rsa. lo base al nuovo punto di vista quindi : un Force l ndex a l di sopra della linea dello zero ide ntifica un predominio della forza dei ria lzisti e quindi un mer· cato in salute e al rialzo. In queste cond izioni è possibil e aprire posizioni ria lziste. Al contrario, un Force lndex con valor i in ferio r i alla linea dello zero evide nzia uno strapote re dei ribassisti e quin· di un mercato debole e a l ribasso. A queste condizioni s i liquidano le pos izioni in essere e si opera a l ribasso. Sebben e non s iano freque nti , non sono da t rascurare le dive rgenze trn l'{lnd ulll ento dci prezzi dell'attività finanziaria e l'and (lIfl ont.o de ll'indicato re.
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Figura 23.2 - Force lnd ex e divergenze Un indicatore che disegna minimi crescenti in presenza di prezzi caratte rizzati da massimi decrescenti identilica una divergen za rialzi st a che anticipa una possibile inversione di te ndenza e una svolta "toro". AJ contrario, massimi decrescenti sull'indicatore e nuovi massimi s ui prezzi individuano una divergenza ribass ista e anticipano una correzione tecnica o un interruzione della tendenza in atto. TI grafico 23.2 mostra la divergenza rialzist a che nell'ottobre 1998 anticipava la svolta rialzista delle quotazioni a seguito dei ribass i generati dalla crisi asiatica.
Forza relativa La forza relativa è un indicatore ideato con il preciso scopo di selezionare quei titoli che s i comportan o meglio o peggio del me rcato. La forza relativa misura il rapporto tra due attività Ananziarie. ad esempio tra il titolo Ii'iul e l'indice Mib30.
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Figura 24.1 - Forza relativa L'utilizzo principale della forza relativa durante un trend rialzlsta è quello di selezionare i titoli che sovraperformano l'indice di riferimento. Lo scopo di ogni operatore di borsa è quello di sovraperformare il mercato. Ùl altre parole, guadagnare più del mercato neUe fasi rialziste e perdere meno durante i trend al ribasso. Al contrario, infatti , durante una tendenza al ribasso lo scopo sarà quello di ricercare i titoli che scendono maggiormente rispetto al mercato poiché saranno i migliori da shortare. Il grafico 24.1 illustra l'andamento del titolo Stmicroelectrorucs e la sua forza r elativa rispetto all'indice Mib30. Dall'ottobre 1998 al febbraio 2000 STM era un titolo "da acquistaren poiché era inquadrato all'interno di una solida tendenza rialzista e aveva una forza relativa in aumento, quindi sovraperformava il Mib30. Al contrario, dall 'estate del 2000 all'ottobre 2001 STM e ra un titolo da s hortare poiché performava peggio del Mib30 e la forza relativa era inquadrata all'interno di una tendenza ribaHsiata. È inoltro int(Jrog~(J nte rapporta re due attività finanziarie tra loro co n 'c lnto quali merca to az ionario e mercato ob-
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Figura 24.2 • Forza relativa e segnali operativi bligazionario. TI grafico 24.2 illustra l'andam ento s u base settimanale dell'indice S&P500,che rappresenta il mercato azionario, e la s ua forza relativa rispetto a l T-Bond , in ra ppresentanza del mercato obbligazionario. Sul grafico del1a forza re lativa è stata in serita la media mobi le. L'idea alla base è che i capitali si muovono da un mercato all'altro, passando dall'azionario a ll'obbligazionario a seconda delle fasi di mercato (nell a realtà il discorso sa· rebbe più complesso ma la premessa è la medesi ma ). Nell'immagine sopra riportata, potete osservare come ogni qual volta la for za relativa incroci la propria media mobile s'inverta il rapporto tra il mercato az iona rio e quel· lo obbligazionario; mos trando quindi all'operatore di borsa il movi mento dei capita li . Al grafico della forza relativa si possono applicare le medesime regole dell'analis i grafica: tracciare le linee di tendenza , individu are i li vell i di resistenza c supporto. applica re medie mobili (come illustrato in figura 24 .2) e altri indicatori.
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He rrick Payoff lndex L'indicatore HPl , svi luppato da J . Herrick, è s tato creato con lo scopo d'analizzare l'andamento del mercato future e delle commodity. L'idea aUa base è quella d'illustrare il movimento del flu sso di de naro in entrata e in uscita dal mercato attraverso l'elaborazione degli open inlerest, ossia il numero di contratti "aperti" s ul mercato dei futures. La lettura dell'indicator e è semplicissim a e s i concentra s ulla li nea dello zero. Quando l'indicatore assume valori maggiori di zero (e quinoi della linea dell'equilibrio) si ottiene un ri scontro rialzista in base al quale si deduce che il denaro stia entrando sul mercato. AJ contrario. quando l'indicatore ass ume valori inferiori alla linea dello zero constatiamo come il denaro stia uscendo dal mercato finanziario e come le implicazioni s iano ribassiste. Martin Pring, nel libro "'Martin Pring on Market Moment um", consiglia d.i affiancare aU'indicatore una propria media mobile.
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In qu es t'ot.tica , i segnal i opc,·ativi sono gc ncrut.i dall"incrocio tra le du e linee. L'utili zzo pratico s i risolve in uno strumento d i confel·ma circa la consis tenza della tendenza in atto oppure in una rice rca delle divergenze, preludio di un'inversione. Il grafico 25.1 illustra due divergenze, una rialzista e una ribassis ta, che hanno anticipato egregiamente important i movimenti d'invers ione del future s ull'indice americano Dow-Jones. Nel primo caso, mentre i prezzi segnavano massimi e m.inimi decrescenti, tipici di un mercato al ribasso, l'indicatore disegnava minimi crescenti. Nel secondo caso, me ntre i prezzi segnavano nuovi mass imi l'ind icatore invertiva la tendenza rialzista e delineava massi mi decrescenti. In entrambi i casi, all a divergen za seguiva puntuale l'inversione di tenden za.
Intraday Momentum Indicator L'Intraday Momentum è un indicatore creato e sviluppato da Ch ande e Kroll nel classico "The New Technical Trader". L'indicatore nasce con lo scopo d'integrare la lettura e l'interpretazione dei grafici vis uali zzati secondo la metodologia delJe candele giapponesi. L'autore riteneva infatti insoddis fa cente e incompleta la sola a na lis i grafica elaborata caule candele giapponesi. Formula: (ISO /lsu ~ Isd) , 100
dove: Is u è la somma del mome ntum intraday positivo; lsd è la somma del mome ntum intraday negativo.
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Ris ulta s ubito evidente come il punto di partenza di Chande sia l'RSI di Wilder dal quale l'IMI differisce in quanto coinvolge, nel calcolo, i prezzi di chiu sura e apertura int raday al contrario dell'indicatore di Wilder che contabilizza solo le chiusure di giornate s uccessive. L'tMl è, in fin dei cont i, un indicatore di momentum creato per individuare i livelli estremi d'ipercomprato e ipervend uto e, come di consueto, Ruttua all'interno di un indice fisso, compreso tra O e 100. Livelli s uperiori ai 70 punti sono da consider are ipercomprato e r ivelano la predominanza di candele bianche. Livelli inferiori ai 30 punti SODO da ritener e ipervenduto e rivelano una predom inanza di candele ner c. Le modalità d'interpretazione e a nalis i deU'intraday momcntum sono le medes ime dell'HS l : livell i d'ipercomp rato e ipervenduto, segnali operativi, divergenze e a nalisi tecnica a ppli cata direttamente al grafico dell 'indicatore. Operativa mente parlando, il segnale d'acquisto scatta quando, dopo elise r sceso in ipervc nduto, l'indi catore inverte la s uo te ndonzu (j tngli n 011'iu1zo il livello dei 30 punti. 9fi
Figura 26.2 - lntraday Mome nlum e segna li operativi AI contr ario, il segnale di vendita scatta qua ndo, dopo una sa lita in ipervenduto, l'IMI scende nuovamen te sotto il livello dei 70 punti e rie nt ra nell a zona neutra compresa tra 30 e 70 punti. L'immagine 26.1 illustra i segnali operativi s ul titolo Mediobanca. L'IMl s i presta inolt re s ia all a ricerca delle divergenze come strumento anticipatore d'invers ioni di te ndenza, s ia all'analis i tecnica applicata direttamente al grafico de ll'ind icatore. L'illus trazione 26.2 mostra un esempio s ul Fib30.
Ke ltne r Ch a nnel Il Keltner Cha nnel è un indicatore sviluppato e illustrato da C. Keltner nel libro "How to Make Money in Commod it ies". Essendo costituito da una media mobile e dalle sue ban de di oscillazione (s uperiore e inferiore), grafi camente ris ulta simile a lle Boll inger Bands dalle qua li s i differenzia nettamente dal punto di vista operativo.
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Sotto qu esto pun to di vist.a qui ndi l'indicat.ore è cl " uti li zzare come st.rum ento di conferma dei segna li generati dall'anali s i t.ecnica class ica e non com e strum ento per gener are in modo indipendente e autonomo segn a li operatiVL
L'utiHzzo di Questo indicator e è raccomandato solo in un'ottica s pecu lativa di brevissimo periodo. Il gr a fico 27.1 mostra il titolo Aem e il Keltner chan nel du rante lo stra ppo ri aIzista di fine 1998. I! segnale d'acqui sto scattava verso fine novembre, a lla r ottura ri aIzista della resistenza s ul grafico dei prezzi e dell a banda s uperiore dell'oscillatore. Le s uccess ive ch iusure a livelli superiori ris petto alla banda su periore confermavano la consistenza del rorte t ren d direz ion a le in a tto.
KST Il KST è l'indicatore di momentum creato e illustrato da Martin Pring nel libro "Martin Pring on Market Moment um". Punto di partenza dell'autore per la creazione del l'indi catore è il fatto che la borsa è ciclica e che i movimenti dei prezzi sono determinati da cicl i di differente dominio temporale che interagiscono tra loro. L'idea del KST nacque in seguito ad un'attenta osservazione de ll 'andamento grafi co del ROC (Rate of Change). Pre ndendo in esame alcuni indicatori ROe con differenti periodi tempora li è possibile verificare come ognuno di essi rappresenti un determinato ciclo di borsa. n grafico 28. 1 mos tra l'andamento del ROe a lO periodi, a rappresentare il ciclo inferiore, e del ROe a 40 periodi , ad illu stra re il ciclo su periore di medio termine. Nello speci fico, il ciclo di breve periodo è il più tempestivo e reattivo ai movimenti di tendenza, ma a llo stesso tempo
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Figura 28.1 - ROe a 10 e 40 periodi ha poca influenza s ul ciclo superiore di medi o-lungo periodo che è caratterizzato da una minore sens ibilità e da una maggiore lentezza ad invertire la propria tendenza. - Osservando attentamente il grafico è poss ibile inoltre notare come i moviment i direziona li maggiori, quali il rally rihassista del 1998 e il ria lzo di fine 1999, si veri.fichino Quando tutti i cicli hanno la medesima impostazione. Forte dei risultati ottenuti dall'osservazione di cui sopra, Pring creò un unico indicatore che al s uo interno combinasse tra loro Quattro differenti Roe, pesandoli in base al loro dominio-temporale al fine di equilibra rli. Per le procedure di calcolo deU'ind.icatore si rimanda al libro "Martin Pring on Market Momentum". il concetto alla base del KST può essere a pplicato sia in ottica giornaliera sia in ottica settimanale o mensile. lo altre parole, possiamo s frutta re 6-9· 12-24 mesi, come 6-9-12-24 settimane o giorni. La scelta dipende, ovviamente, dal metodo e dall'ottica oper ativa .
Pring indi vid ua tre dirrcrCllti live ll i di segnnli opera ti vi: qua ndo il Kst inverte la propria impost.azione e te nd enza; quando l'indicatore incrocia la propria media mobi le; quando anche la media inverte la propria tendenza. L'immagine 28.2 illustra l'andamento dell'indi ce future con l'indicatore KST e la propria medi a mob ile. È possibile riscontrare come la rottura dell a linea d i tendenza ribassista dei prezzi s ia stata confermata prima dalla virata del KST, poi dall'incrocio rialzista dell'indicatore con la propria media mobi le. Uaffidabilità de l segnale d'inversione aumenta se l'indicatore vi ra nel mome nto in cui si trova in una zona estrema d'ipervenduto o d'ipercomprato. La s uccessiva immagine 28.3 ill us tra come l'i nd icatore Kst sia anche un ottimo strumento a nticipatore dell e inve rs ioni di tende nza tram ite il delinears i dell e divergenze. Nell'esemp io sotto riportato possia mo individu are una divergenza r iaJzis ta ne l pe.ri odo settembre - ottobre 1998
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Figura 28.3 - KST e divergenze e una ribassist a nel per iodo gennaio - fe bbra io 2000. Da riJevare come le di verge nze s u l grafico de ll 'indi catore non s iano frequenti ma, a l contempo, s ia no altamente affida bili. Tutti i grand i mov imenti direzionali dell'ind ice sono infatti stati a nticipati tempestivamente da divergenze rialziste o ribassist e. L'ind icatore in esa me, infine, si presta ad eS!:iere interpretato secondo le regole dell'analisi tecnica tramite lo studjo delle linee di te ndenza e delle figure gra fiche che per iodicamente s i delinea no.
Macd Creato da Cera ld Appel, il Macd è un indicatore "trend rollower"', grafi camente rappresentato da du e linee che oscillano intorno a ll a li nea dello ze.·o. La prim a lin ea il calco lata tramite la d ifferenza di due medie mobi li a 12 c n 26 giorni.
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F igura 29.1 - Macd La seconda linea non è a ltro che la media mobile a 9 giorni dell a precedente ed è definita "signalline" o "trigger". Generalmente, nel ca lcolo s i utilizzano medie mobili esponenzia li allo scopo di re ndere più reattivo l'indicatore e di conseguenza i segn ali operativi . n grafi co 29. 1 mostra ('indice Mib30 e il relativo Ma cd . La linea continua rappresenta il Macd mentre quella tratteggiata la "signal line". l segn ali operat ivi sono generati dall'incr ocio delle due linee: quando la linea cont inua taglia dal basso verso l'a lto la s ua media mobi le (l inea tratteggiata ) scatta il segnale d'acquisto. Quando la linea continua taglia dall'alto verso il basso la sua med ia mobile a 9 giorni si gener a il segn ale di vendita. n s uccess ivo passaggio della linea dello zero ra ppresenta la conferma del segnale operativo e dell'avvenu ta inversione d i tenden za, come illustrato nell'immagine 29.2, e può essere sfruttato per in crementare le posizion i in essere. Alcuni autori consigliano d'utilizzare l'incrocio delle due linee solo come campa nello d'all arme e il successivo passag-
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gio dell a linclll!t' lI o zero como scgn ulc operat.ivo concretI). Persona lmente p referisco il metodo precl..>dente che cons idera il tagl io della linea d'equil ibrio solo come strum ento di conferma . in letteratura non mancano au tori che cons igliano un utilizzo del Macd neBe vesti d'indicatore d'ipercomprato c d'ipervenduto. Tutt avia l'affid a bili tà di quesl.O metodo è decisamente infer iore r ispet to ai metodi sopra descr itti. Infatti il Macd , non avendo un indice fisso e rigido (l'unico punto fermo è la linea dello ze ro), non permette di sta bi lire e d'individuare con criteri oggett ivi e standard i li velli estremi . Per identificare i livelli d'ipercomprato e d'ipervenduto sa rebbe necessario ricorrere all'analisi dell a serie storica dell'attività finan ziari a in esame. L'immagine 29 .3 illu str a i pun t i d'invers ione estremi del Macd sull'indice Mib30. Essendo form ato da medie mobili , il Macd presenta i medesimi difett i, quali il r itardo nel fornire i segnali operativi
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Figuru 29.2 · Mllcd c li vell i di iperco mpralo e ipervenduto
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Figura 29.3 - Macd e e inversioni di tendenza e l'inaffidabilità a causa di un numero elevato di falsi segnali durante le fasi laterali di congestione. Il Macd infatti , data la sua natura trend folJower, è affidabile nelle sole fasi caratterizzate da una tendenza ben definita, al rialzo o al ribasso. Al contrario, durante le fas i laterali genera numerosi falsi segnali. Questi difetti rendono consigliabile l'utilizzo del Macd ne lla sola veste di strumento di conferma e non come generatore di segnali operativi cOllcreti. L'analisi grafica rimane sempre il punto di parte nza a cui l'oscillatore non può mai sostituirsi. Sebbene non siano freque nt i, non sono da trascurare le divergenze tra l'andamento dell'indicatore e dei prezzi dell'attività finanziaria. Il massimo grado d'affidabilità è raggi unto quando la di vergenza s i delinea su un livello estremo toccato poche volte dal titolo nel corso de lla s ua stori a. Il grafico 29.4 illustra una divergenza ribass ista, avvenuta in zona estrema d'ipercomprato, che anti cipa in modo millimetrico un a forte d iscesa del tito lo.
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Da non trascurare inoltre l'op pli cazione delle regole dell'analisi grafica appli cate direttamente a ll'a ndamento dell'indicatore. Risulta quindi possibile tracciare cana li di tendenza e in di viduare figure d'inversione che avranno le medesim e im· plicazioni previste dell'analisi tecnica classica. Il grafico 29.5 illu stra una tendenza ribassista e una successiva congestione str etta delineatasi sull'indicatore Macd. Da sottolineare come la rottura della res istenza della congestione stretta dell'indicatore abbia coin ciso con la rot· tura della tendenza ribassista dei prezzi dell'ind ice Mib30. In questo caso, quindi, il Macd si rivelava un perfetto strumento di conferma del segnale operativo d'acquisto de· !ineatos i s ul grafi co dei prezzi dell'attività finanziaria.
Media mobile La med ia mobile è l'indicatore più diffuso e conosciuto, nonché più utilizzato, tra gli operatori fin anziari. Scopo della media è quello di rendere più regolare e armonioso l'andamento dei prezzi dell'attività finanziaria che altrimenti sare bbe di ditJicile lettura a causa del "rumore di fondo" che generalmente accompagna il movimento err atico delle quotazioni. In altre parole, la loro funzione è queUa di migliorare la leggibilità di un grafi co nell'individuare la tendenza delle quotazioni. Le medie mobili sono inoltre utilizzate come strumento di trading per generare, in concreto, segnali operativi. Per media mobile s'intende la media aritmetico-materna· tica dei prezzi di un'attività finanziari a di un detenninsto periodo di tempo. Si defini sce "mobile" poiché viene aggiornata ad ogni nuova rilevazione.
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Figura 30.1 · Media mobile semplice Un esempio chiarirà meglio di ogni ulteri ore spiegazione. La media mobile a quattro giorni viene calcolata sommando tra loro i prezzi degli ultimi quattro giorni e successiva men · te dividendo il ris ultato ottenuto per il numero dei giorni, ossia per quattro. Ogni giorno, nel compiere la nostra oper azione, eliminer emo dalla conta il primo prezzo e lo sostituij'emo con quello del giorno corrente. Quella a ppena descritta, si veda fi gura 30.1, è la media mobile "semplice". A fianco di quest'ultima esistono altri tipi di medie svi· luppate con lo scopo di creare indicatori maggiormente re· attivi e tempestivi alle variazioni delle quotazioni e della volatilità del mercato. Sono state così introdotte le medie mobili esponenziali, ponderate, triangolari e adattive. Da sottolineare come le medie mobili possano essere cal· colate non solo sui prezzi di un attività finanzi aria, ma anche s ui volumi (fi g. 30.2) o s u un altro indicatore (fig. 30.3) con lo scopo di renderne l'andamento più armonioso e pi ù leggibil e.
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Il gnl ficu 30.:1 illuHtl'u come s ia conven ie nt.o sos Lit.uirc un oscillat.ol'e ca rat.terizzat.o da un a nd mllento molto nervoso, nel nos t.ro caso l'acce lerazione. con la sua media mobi le. Operativa mente parlando i segnali operativi sono generati dall'incrocio tra i prezzi e la media mobiJe, oppure tra due o più medie tra loro. Il metodo operativo più semplice cons iglia d'acquistare quando il prezzo di un'attività finan ziaria taglia a l r ialzo, ossia dal basso verso l'alto, la propria media mobile, 11 segnale di vendita scatta Ile\ momento in cui i prezzi scendono di nuovo sotto la loro media mobile. Un s istema "avanzato" è costituito dall'utilizzo congiunto di due o più medie mobili di diverso periodo temporale dal cui incrocio sono generati i segnali d'acquisto o vendita . Si acquis ta su l "golden cross" ossia quando la media mobile di breve periodo (es. lO giorni) taglia al ria lzo la medi a mobil e di medio periodo (es. 20 giorni). Si vende sul" dead cross" ossia qua ndo la med ia mobile di breve periodo scende sotto al valore della media mobile di medio per iodo.
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Figura 30.7 - Media mobile come supporto L'imm agin e 30.5 mostra il golden e il dead cross s ull'indice Mib30. Nei gra fici 30.4 e 30.5 potete constatare come le medie mobili siano un ottimo strumento durante le fa si caratterizzate da una tendenza ben definita delle quotazioni , meno tre durante le fas i laterali di congestione generino numerosi fals i segnali . L'illustrazione 30.6 riporta il comportamento di una medi a mobile durante la fase later ale di congestione che ha caratterizzato l'andamento dell'indice Mib30 dal mar zo 2000 al febbraio 200 L Potete osservare l'elevato num ero di fal si segnali generati e il basso livello d'affidabilità che in queste fa si di mercato comporta l'operar e s ugli incroci tra quot azioni e medie mobili. A fian co del grande pregio quindi di re ndere leggibili gli and ament i grafi ci delle quotazioni e di permettere un'operatività sempre in sintonia e nella direzione della tendenza domina nte, le medi e mobili most/'ano anche un rovescio della medagli a oBs ia il loro non esser e uno strumento vaJido II I
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Figura 30.8 • Media mobile come res istenza pe r t utte le s tagioni: non sono idonee ad essere utili zzate in ogni fase di me rcato. Se da un lato l'utilizzo delle medie mobili, dura nte le fa si laterali, è fu orviante e genera numer osi falsi segnali , da l· l'altro, durante le te ndenze ben definite sia al ri alzo s ia al ribasso, s i rivela essere uno strumento affidabi le e indispensabi le per l'operatore. Sotto quest'ul t ima veste è un ottimo indicatore poiché durante le fasi rialzisLe risulta esse re un affidabile s upporto e nelle fasi ribassisLe s i riveJa un egregio indicatore di resistenza. Come ill ustralO rispettivamente nelle immagini 30.7 e 30.8. Nell'operatività concreta, un elevato grado d'importa nza è rivestito dalla scelta del periodo temporale utilizzato per calcolare la media mobil e. La domanda più frequente in ques to contesto è "qua l è la miglior media mobile? Quale dominio temporale devo utili z· zare?". Purtroppo non è poss ibile fornire una ri s posta univers ale.
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Non c~ i :; t~, iu litu.i un pc l'iodo tempurale affidahile IlC l' ogni tilolu, in ogni fa se di me rcato, che ris ulti remuncrativo pe r ogn i s tile e pe r ogni metodologia ope rativa . Ogni attività fi na nziaria , in base alla s in gola fa se di mercalo in cui è imme rsa , ha un a propria media mobi le ottimale che deve essere individuata tramite un a ricerca per tentativi. Oggi numeros i progra mmi di ana1jsi tecnica, qua li Metastock o Tradestation , forniscono in a utomatico studi e otti · nllzzazioni dell e medie mobili ma iJ ri sultato che forni scono non è da conside rare oro colaLo . lnfatti non è certo cbe se, in passato, una media mobile di un certo intervallo te mpora le (es. l O brio rni) è risultata essere un ottimo Slrumento di t rading continuer à ad esserlo a nche in futuro! A conti fatti . quindi. la rice rca della media mobile da utilizzare come strumento oper ativo s i ri solve in una seri e di tentativi, da effettuars i caso pe r caso. Nella ricer ca occorre quindi considerare a ffid a bili solo quelle medie mobili che, durante un tr e nd al ria lzo, sono risul tate essere un valido supporto e. durante una tende nza al ribasso, s i sono rive late essere una resistenza invalicabi+ le, come quell e illustrate nelle immagini 30.7 e 30.8. L'u lt imo difetto delle medie mobili r is ulta essere la loro scarsa reattività e il loro essere sempre in costa nte ritardo rispetto ai punt i d'invers ione della tendenza. In altre parole l'opcratività non è mai tempes tiva. Questo è un difetto impossibile da eliminare del tutto, poiché il calcolo delle medie si baser à sempre sui dati pas+ sati , ma è comunque possibil e limitarne gli effetti. A questo scopo si cons iglia di utilizzare medie mobili di breve periodo, cbe ris ulta no essere magglol'mente reattive oppure le medie mobili adattive o espone nziali che si modifi· caDO in base ulle mula te condizioni di mercato e che attribu+ iscuno un maggior peso ai valori più recenti delle quotazioni rispetto nlle rilcvnzioni pi il re mote.
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Me ntre Itl medie mobili sempli ci hanno la caratte ristica di att.ribu ire, nel calcolo, il medes imo peso a d ognj s ingolo dato, le medie mobili ponderate ed esponenziali garantisco· no un maggiore va lore a lle quotazioni cronologicamente più recenti. Il ca lcolo de lla media mobile ponderata (figura 30.9, li · nea 3) è semplicissimo e varrà un esempio pratico per il· lu stra rlo. Ne l calcola re la media pond erata a cinque giorni si pre n· de il primo valore e lo si moltiplica per il numero dei giornj del computo ossia , ne l nostro caso, per cinque; il secondo da· lo lo s i moltip li ca per quattro. Si procede con il medesimo metodo fino all 'ultimo da to. n risu ltato dell a somma dev'essere diviso per la somma dei fattori di ponderazione. Infine, ogni gi orno si elimina dalla conta il dato più vec· chio e si aggiunge que ll o più recenle. Esemplificando, ipotizziamo che un 'attività finanziaria faccia registrare i seguenti prezzi 5; 5,5; 6; 6,5; 7 durante il corso di una settimana. La media ponderata sarà la ri sul· tante de l seguente calcolo: (5' 5) ...(5,5' 4)t(6°3)t{6,5°2)...(7 °1 ) (~ ... 3+2... 11
La medi a mobile esponenziale (immagine 30.9, linea 1) ha un meccanis mo di calcolo simile, con la sola differenza che il fa ttore di calcolo non è lineare, come ne l caso della ponderazione, ma è in a umento esponenziale e progressivo. I valori vengono moltiplicati per un fattore che diminuisce progress ivamente nei confronti dei dati meno recenti. La media mobile triangolare (i mmagine 30.9, linea 2) in · vece assegna un maggiore peso ai va lori "di mezzo" deUa serie e non a quelli più recen ti come le medie mobili ponde rate ed esponenziali.
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A fì a ncu di qU èste' n ppcn tt descritLc. sono s tat.e introdotte le medi e mobili adatti ve che hanno la ca ra t teristica di a de· guars i automaticamente, senza l'i.ntervento dell'opera tore, in base all'andamento di dete rminati parametri . Le principali med ie mobiJi adattative 50110: Volume adjusted (figura 30.10): il calcolo a ssegna un peso maggiore ai giorni caratterizzati da una maggiore attività degli scambi. Il concetto base è la regola d ~ l · l'8:b.alisi tecnica che rich iede che i volumi confermino i movimenti de i prezzi, qua li i breakout di s upporti e res i· stenze. Vydia (figura 30.11 ): medi a CJ·ca ta da Chande e Kroll e illustrata nel libro "The Ne w Technical Trader". Varia il proprio dominio temporale al varia re de ll a volatilità del me rcato. Nello specifico, qua ndo la vol a tilità a umenta si riduce la lunghezza della med ia e quando, a l contrnrio, la volatilità diminuisce la lunghezza della media a umenta.
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Figuru 30.9 · Medie mobili a confronto
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Figura 30.10 - Media mobil e adattata ai volumi
Figura 30.11 - Vydia
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Figura 30.12 - Media mobile di Kaufman Operativamente parlando l'ut ili zzo della Vydia è il medesimo di una media mobile semplice. I segnali operativi sono generat i dall'incrocio tra i prezzi e la media oppure dall'incrocio tra due o tre medie con diverso periodo temporale. L'autore ne consiglia inoltre un utilizzo come t railing stop per la gestione dell e posizioni in essere. Me dia mobile adattiva di Kaufman (figura 30.12): adegua automaticamente il calcolo della media, in base all'aumento e alla diminuzione deUa volatilità del mercato. Aumentando la volatilità, e con essa il rischio di falsi segnali , aumenta anche il numero dei giorni utilizzati nel calcolo dei valori deUa media mobile. In modo analogo, diminuendo la volatilità diminuisce il numero dei giorni impiegati nel computo. Operativamente parlando si acquista quando la media vira al ri alzo e, al contrario, si "shorta" (specula al ribasso) quando la media inverte la sua impostazione e gira a l ribasso. Quando la media si appiattisce occorre ch iudere ogni posizioni in essere e rimanere in attesa che il mercato assuma un impostazione chiar a, al rialzo o al ri bosso,
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Momentum Il momentum è un indicatore che mi sura la ve locità dci movimenti delle quotazioni ed esprime la diffe re nza tra le quotazi oni attuali e quelle di un determinato periodo precede nte. Esemplificando, in concreto il momentum a 10 giorni è il risultato de lla differe nza tra il prezzo attuale e quello di 10 giorni fa. Personalmente ritengo che la velocità, non importa sotto quale form a venga calcolata (momentum, pista ciclica o ROe ), s ia l'unico in dicatore completo poiché è a l contempo affidabile e uti li zzabile in ogni fase di mercato. Sbi lancianrlomi, affermo che lo studio de lla velocità dei prezzi è il "ve ro segreto" de l trading! La velocità in borsa è come la benzina per le automobili ... senza di essa non s i va da nessuna parte. Come una macchina in riserva è destinata a percorrere pochi chilometri , aUo stesso modo una tendenza sen za m o~ me nturn è destinata ad esaurirsi entro breve termine.
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Figura 31.1 - Momentum e invers ioni di tend enza
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Figura 31.2 - Momentum e divergenza rialzista
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31. 1 illustra il concetto appena espresso. Nel febbraio 2000 l'indice future registrava , giorno dopo giorno, nuovi massimi storici e sembrava un treno in corsa. Al contrario la velocità, il carburante del movimento rialzista, mostrava i primi segnali di "riserva", invertiva la propria tendenza e girava al ribasso. Dopo un paio di settimane iniUÒ il luogo trend ribassista, ancora in atto a l momento d'andare in stampa. Un mome ntum in s intonia con l'andamento dei prezzi è un segnale di conferma e indica che la tendenza io atto è sotida e destinata a durare. Al contrario una divergenza tra l'andamento del momentum e quello dei prezzi dell'attività finanziaria anticipa una possibile inversione di tendenza, o quantomeno un'interruzione del trend in atto. Le immagini 31. 1 e 31.2 illus trano ris pettivamente una divergenza ribassista e una rialzi sta. In entrambi i casi il mome ntum segnalava tempestivamente l'avvicinnrsi dell'inve rsione di tendenza.
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Nell'immagine 31.2, dove è illustrata la divergenza ria i· zista, possia mo notare come ad un momentum caratteriz· zato da minimi crescenti s i cont rappone un andamento dei prezzi al ribasso con massimi decrescenti. AI contrario, nell'immagine 31.3 individuiamo una divergenza ribassistn caratter izzata dai prezzi dell'attività fin anzia ria che di segnano massimi crescenti, mentTe l'indicatore è a l ribasso con massimi decrescenti. In ent rambi i casi, le di vergenze anticipavano con un elevato grado d'affidabiJità i punti d'invers ione del mercato. La caratteri stica principaJ e del momentum , quindi , è la s ua capacità d'antici pa re le inversioni di te nden za tramite l'individuazione e l'anaHs i delle divergenze. L'uni ca accortezza è ricorda re che le divergenze non sono segna li operativi concreti ma semplici campanelli d'allarme. Quando un operatore individua una divergenza ri nlzista non deve entrare immediatamente in acquisto e, a ll o stesso modo, non occorre precipi tarsi a vendere non appena s i individu a una divergenza ribassista.
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In c lll l'llmbi i cas i occor ro che s i delinei i l spgnH lc o pe ra tivo s ul gra fi co dei prezzi dell'attivit.à fin a nziaria , ossia una rottura all'i alzo del li vello di resiste nza o una discesa, dell e quotazioni , sotto il supporto. In altre parole, la divergenza met.te in aUarme ma il segnale operat ivo concreto è compito dell'a nalisi t.ecnica eseguit.a sul grafico delle quotazioni dell'attività fin a nziaria. Operare non appena s ul gra fi co si delinea una divergenza, in anticipo rispett.o al segnale grafico, è un grave errore che comporta il rischio di stop los8 o dì un mancato guadagno. Da non trascurare in oltre l'analisi dell'attraversamento della linea dell o zero che sancisce l'inversione di t.endenza. Si acqu ista quando il moment um s upera, dal basso verso l'alto, la linea dell o zero e s i vend e quando il valore dell 'indi catore r idi scende nuovamente sotto la linea dell'equilibrio. Infine, non di rado, sul grafico st esso dell'indi catore s i delineano figure d'invers ione ti piche dell'analisi tecnica, quali doppi mass imi , doppi minimi, test.a e spall e rialzisti o ribass isti , triangoli.
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Figura 31.5 · Momentum e operatività Allo stesso modo è possibile t.racciare linee d i te nde nza (unendo i mass imi e i minimi del mome ntum) e individuare s upporti e resistenze. Risulta quindi possibile a pplicare le regole dell'analis i tecnica dire tta m e nte all'indi catore con le medes im e implicaz ioni tradi ziona li da te da ll'anal isi dei prezz i. L'immagine 3 1.4 illustra una fi gura grafica, ne ll o specifico un testa e s palle r ibassiata, s u l momentum . La rott ura ribassista dell a neckline è coincisa con la discesa de i prezzi a l di sotto de lla linea di s upporto che reggeva la te ndenza rialzista in atto. L'affid a bilità de l momen tum non vie ne meno durante l'oper atività intraday dove lo studio de lle divergenze tra prezz i e indicatore sono ottimi indi zi dida ttici. Nume rose sono le tecniche operative che sfru tta no il momentum a li ve llo intraday, l'immagine 31.5 ne illu stra una semplicissima. [1 primo passaggio cons iste ne l ri cerca re una di ve rgenza a li vello intra d ay t ra l'a ndam ento de i prezzi e l'a ndam ento de ll 'indicatore.
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11 ,w colld o p:tHHO i' il scgn31e ope ra ti vo che sca tt.a ne l mome nt.o in cui , dopo che la di ve rgenza è be n de linea ta, i prezzi ro mpo no il li vell o di resiste nza , o supporto, precedente ne lla direzione de lla l.enden za domin a nte. Nel caso in esame, forma tasi la divergenza ri a lzista, l'opera tore doveva a t l.endere la rottura a l rialzo (ne lla direzione del t rend D del Livello di resisten za costituito da l mass imo re la t ivo precede nte.
Money Flow Index n Money Fl ow Lndex è un indicatore di mome ntum sviluppato per mis urare la forza del flu sso di denaro in entra ta o in uscita da l mercato, o da un atti vità finan ziaria. Formula: 100 - (100 I (lt MR))
dove MR è il Money Ratio caJcola to come (Posit ive Money Fl ow I Negative Money Flow). La ris ultante è una linea che oscilla a U'interno di un in dice fisso compreso tra O e 100. L'indicatore è s imile quindi all 'RSI di Wilder da l quale differisce per l'oggetto de lla formula. Me ntre l'RSI concentra la sua a ttenzione s ui prezzi , il Money Flow lndcx cons ide ra ed e la bora i volumi . Opera tivamente pa rlando, i migliori segnali de rivano da lla ri cerca delle divergenze, t ra l'a nda mento dell'ind icatore e l'andame nto dei prezzi de ll'attività finanzi aria ana li zzata, che segnala no in a nticipo un eve ntua le inver sione di tend enza. Il gra fi co 32.1 illustra l'inve rs ione di tendenza de ll'ottobre 1998 che fu a nt icipa ta con precisione chirurgica da lla di verge nza ri nlzista sul MQney Flow Index.
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Figura 32.1 . MFI e divergenza ria lzi sta È infatti possibile notare come mentre i prezzi erano al ribasso c registravano, giorno dopo giorno, minimi decrescenti , l'indi catore delineava due minimi crescenti. Dive rsame nte l'immagine 32.2 ill us tra un a diverge nza ribassista. Mentre l'indice future registrava massimi e minimi crescenti , il Money Flow l ndex disegnava massimi decrescenti. Ancora una volta lo scontro prezzi - indicatore s i r isolveva a favore di quest'ultimo. Un'a ltra s t rategia consiste nell'individu are i mass imi e i minimi di me rcato in co rris pondenza di un MFI con valori, ri s pettivament e, s upe riori a 80 e inferiori a 20 pun ti. Ge neralme nte, infa tti, quando l'indicatore raggiunge le a ree estreme s i raggi ungono i punt i d'inversione del me rca· to, come rappresent.ato nel grafico 32.3. Va lori maggiori di 80 non sono un segnale di vendita ma un in dizio di un possibile massimo di periodo. Allo stesso modo, valori inferiori a 20 non sono un segnale d'acquis to ma un sempli ce cam pa ne llo che a vverte l'avvi cin ars i di un mi nimo di periodo.
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Figuru 32.3 - MF I e livelli estre mi
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In e ntrambi i cas i, una vo lta identifica la la po~ ~ i bi l itù di essere a d un livello d'inve rs ione , occorre attendere il segnale grafi co e qu indi una discesa sotto il livell o di s uppor to o una rottura rialzista della resistenza da parte dei prezzi de ll'atti vità fin a nzia ri a.
Negative Volume Index il concetto alla base dell'indicatore Negative Volume In dex è che gli investitori espe rti prendono pos izione sul merca to nei giorni con volumi in diminuzion e.
Formula: Se i volumi odierni Bono inferiori a quelli della rilevazione precedente il NVI si ca lcola nel modo seguente: NVI di ieri t (Chiusura odierna - Chlusum precedente) x NVI precedente Chiusura precedente
Se il volume odierno è uguale o maggiore ris petto a quello rilevato il giorno precede nte: allora il NVI assume il valore del giorno precedente. L'indicatore è s tato creato con la presunzione di smaschera r e il comportamento delle "mani forti ", ossia degli ope ra tori bene informati, che, secondo l'assunto di base, prenderebbero posizione sul mercato nei giorni cara tte ri zzati da volumi in diminuzione ris petto a lle rilevazioni pre cede nti . Conosce re l'operatività degli ope ratori esperti s ignifica qu indi colmare il pe renne dis livello esistente tra le "mani forti " e i piccoli investitori e ope rare con maggiore cogn izio-
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Figura 33.1 - NVI e indicazioni ope rative ne di causa nella direzione verso la qual e, con molt a probabilità , s i diriger à il me rca to. All'indicatore si è solit i a ffiancare la media mobile a 255 giorni ra ppresentativa del ciclo a un a nno. Da ll'incr ocio t ra l'indicatore e la su a media mobile si gener a il segna le operativo. Si acquist a quando !'indica tore t aglia a l rialzo, ossia dal basso verso l'alto, la s ua media mobile e s i vende qua ndo l'indicatore ridiscende sotto di essa, come illustrato nell'immagine 33.1.
On Balance Volume L'QBV è un indicatore di momentum sviluppa to da Joseph Gra nville e illustra to nel libro "New Strategy or Da ily Stock Market Timing fa r Maximum Pl'Ofi ts". L'indicatore mette in r elazione t ra loro i volumi e le variazioni di pre zzo de ll 'attività fin a nzia ria allo scopo di mj aura re !:I C il dllnnro sta en tra ndo o us cendo dal me rcato fìn unzin ri o,
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Ii'ol'llluln: Se la chiusura odierna è superiore a quell a preceden te: OBV = volume odierno + OBV precedente Se la chiusura odierna è uguale alla rilevazione precedente l'OBV asswne il valore della rilevazione precedente Se la chius ura odierna è inferiore alla precedente: OBV = volume odierno - OBV precedente Tramite l'analisi delle divergenze, l'OBV assume di volta in volta la funzion e di strumento di conferma del trend in atto oppure strumento anticipatore di possibili inversioni di tendenza. Quando l'an damento dell 'OBV è concorde e nella medesima direzione della tendenza dei prezzi , come illustra~
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Figura 34.2 ~ aBV e divergenza to nel grafico 34. 1, quindi entrambi al rialzo o al ribasso, l'operatore ne ricava un segnale di conferma della forza c della cons istenza del movimento in atto che presumibilmente è destinato a non esau rirsi a breve termine. Al contrario, quando si crea una divergenza tra l'an damento dell'indicatore e l'andamento dei prezzi, l'indicazione è di un t rend debole e destinato ad interrompersi e invertire entro breve, come illustrato nel grafico 34.2. Mentre i prezzi dell'attività finanziaria erano al ribasso, s u l grafico dell'indicatore si delineava un testa e spalle ri a lzista . Una seconda divergenza , in questo caso ribassista, è illustrata nell'immagine 34.3 dove ai prezzi crescenti del Mibtel corris pondono valori decrescenti dell 'indicatore
OBV. li maggiore limite dell'indicatore OBV è il non co nsiderare l'andamento intraday dell'attività finanziaria e di limita re la propria anali s i al !;olo dato di chiusura delle contrattazioni.
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Figura 34.3 . OBV e divergenza negativa Nella realtà , s ui mercati finanziari spesso capita d'nss istere, soprattu tto s uJ Nasdaq, a giornate vissute in perenne e costante ribasso a cui segue un repentino colpo di reni che conduce le contrattazioni n chiudere in leggero guadagno. Viceversa, non di rado, si r iscontrano giornate al rialzo che s i concludono con un ribasso. L'DBV quindi rischia di considerare come accumulo, o di· stribuzione, giornate che non lo sano, cadendo neU'e rrore di concentrare la propria analis i su un unico dato, il prezzo di chiusu ra, che spesso risulta fuorv iante e poco affidabile.
Parabolic SAR
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SAR non è soltanto un semplice indicatore tre nd follower ma lo si può considerare a tu tti gli effetti un tr adi ng system. La paternità dello s trumento è ancora di Wilder, che ne ha illustrato i principi nel libro "New Concepts in Technical Trnding Systems".
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Circo Il. nlUdahlÌl di cnlcolo s i rim a ndu a l lib.·o l)Oi ch s. ritie ne pi ll inte ressa nte concentrare l'attenzione s u alcuni s pecifi ci dettagli . Graficamente il Parabolic SAR si presenta s imile a una med ia mobile dall a quale s i differ enzia per il fattOl'e d'acce· lerazione. Ques t'ultimo è un pa rametro che aum enta man mano che l'attività fin an ziaria registra nuovi mass imi o minimi, in base alla tendenza in atto, ed è stato inse rito nella formul a per rendere l'ind icatore più reattivo e tempestivo rispetto ai movimenti dei prezzi. L'AF (Acceleration Facto..) parte da una base d i 0,02 e a umenta di 0,02 fino ad un valore massimo di O,2, livello oltre il quale non creSce più. Se non sono registrati nuovi valori , l'AF rimane costante. Un'altra differenza rispetto aUa media mobil e è la relazione tra l'andamento dei prezzi e quello dell'indicatore. Nel caso del SAR, è l'indicatore stesso a muovers i in relazione ai prezzi e non il contrario come nel caso delle medie mobili. L'unico punto in comune con la media mobile è il difetto di non essere un indicatore affidabil e durante le fasi latera li di congestione. AJlo scopo di filtrarne i falsi segnali è possibile abbinare il Para boli c SAR a l Directional Movement oppure a l Com· modity Selection lndex. Questi ultimi due strumenti indi · cher anno all'operatore se il mercato è inquadrato in una tenden za ben definita , a l rialzo o al ribasso, in modo tale da poter uti Hzzar c nell 'operatività un indicatore t re nd fo llower, quale il Parabolic SAR. La funzi one originale deU'indicatore era individuare i punti d'inversione del mercato e gener are .segnali operativi da gestire con il s istema "stop an d reverse", da qui il nome SAR.
La caratteristica principale dello strumento in esame è infatti quella di permettere a ll'operatore di essere sempre s u l mercato con una pos izione aperta, al rialzo o al ribasso.
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Quando s i chiude una pos izione, se ne apre imm edi3 ta ~ mente un'altra nella direzione opposta. Esemplificando, un trader chiude un'operazione "'long" (a l rialzo) e ne apre una "short" (al ribasso). E viceversa. 11 segnale d'acquisto è generato nel momento in cui i prezzi dell'attività finanziaria diventano superiori al valore dell'indicatore. Al contrario, il segnale di vendita è generato dalla discesa sotto il valore del SAR da parte dell e quotazioni dell'attività finanziaria. Ultimamente il parabolic SAR è utilizzato soprattutto come strumento per gesti re una posizione in essere tramite stop loss o trailing stop. L'immagine 35.1 riporta l'andamento a base settimanale del titolo Finmeccanica analizzato con il Parabolic SAR. Notevole la somiglianza grafica con la media mobile. Da sottolineare inoltre come i segnal i siano generalmente affidabili nelle fasi di tendenza ben definita, dove l'indicatore è in b'Tado d'identificare con buona precis ione i punti d'invers ione del mercato. Al contrario durante le fasi laterali sono numerosi i fal si segnali.
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Figura 35.1 - Paraboli c SAR e segnali operativ i
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Pista ciclica La pista ciclica è un indicatore di velocità calcolato tra· mite la differenza tra il valore del prezzo dell'attività finanziaria e la propria media mobile. La formula base prevede l'utilizzo di una media mobile sem plice, ma nulla vieta di adottare nel calcolo una media mobile esponenziale o ponderata aUo scopo di ricercare un segnale ancor più tempestivo. li risultato è un indicatore che oscilla intorno alla linea dello zcro, che corrisponde al punto d'equilibrio tra prezzo e media. Sebbene sia WlO degli oscillatori meno diffus i, ho riscontrato personalmcnte essere uno dei più utili , operativamente parlando, e dei più affidabiU grazie alla caratteristica d'anticipare le inversioni di tendenza e i picchi mass imi e minimi d el mercato. La funzione delJa pista ciclica, come tutti gli indicatori di velocità, è quella di fornire segnali di conferma, circa la solidi tà del movimento in atto, o di divergenza, anticipando poss ibili inversioni di tendenza.
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Figuru 36. 1 - Pista ciclica
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Pista ciclica e divergenza ri alzista
Salta immediatamen te agli occhi la somiglianza con l'i.odicalore di momentum da l quale si differenzia per il calcolo (il momentum è la differe nza t ra due prezzi mentre la pista è la differenza tra il prezzo e la propria media mobile) e per la min ore tempestività e reattività nel fornire le indicazioni sebbene sia sempre in anticipo rispetto all'invers ione di tendenza concreta. \ Il grafico 36. 1 illustra una pista ciclica al ribasso in sintonia con l'andamento del titolo Finmeccanica. In questo caso quindi l'indicatore conferma la solidità della tendenza ribassista in atto. AI contrario, i grafici 36.2 e 36.3 illustrano l'importan tissimo concetto di divergenza che permette d'anticipare le inversioni di tendenza del mercato. Per divergenza s'in tende, giova ricordarlo, un a ndamento dei prezzi dell'attività finan ziaria in disaccordo rispetto a quello dell'indicatore. Una divergen za rialziata (immagine 36.2 ) è individu ata quando l'indicatore è a l ria lzo e disegna minimi crescenti me ntre i prezzi sono a l ribasso cara tte ri zzati da massimi decr escenti . 134
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Fibrur8 36.3 • Pista ciclica e di vergenza ribassista Una divergenza r ibassista (immagine 36.3), a l contrario, è caratterizzata da massi mi crescenti s ul grafico dei prezzi e massimi decrescenti s ull'indicatore. Allo stesso modo, occorre ricordare come la divergenza sia solo un campanello d'allarme e non un segnale operativo concreto. Quest'ultimo deve essere gener ato dall'analisi tecnica a pplicata al grafico dci prezz i dell'attività finanziaria. Esemplificando, nel caso illus trato nel grafico 36.2, il segnale d'acquisto è s tato generato nel momento in cui i prezzi del titolo Mediobanca ha nno superato la resistenza ribass ista AB. Analogam ente, ne l grafico 36.3, il segnale "short" scattava nel momento in cui i prezzi scendevano sotto il supporto rialzista che un iva i minimi crescenti. Altra caratteri stica della pi sta ciclica è il presentarsi sotto rorma di grafico li nea re rendendo poss ibil e applicare le medesime regole dell'ana lisi tecnica direttamente s ul grafico dell'indicatore. L'operato re quind i potrà individuare minimi e massimi, unirli tra loro e individuare le linee d i tende nza, i s upporti , le res iste nze c le fi gure d'inversione di tende nza. 135
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Figura 36.4 - Doppio massimo su lla Pista ciclica L'immagine 36.4 riporta un doppio massimo, ossia una figura d'inversione, sul grafico dell 'indicatore. Da sottolineare come le implicazioni e le modalità interpretative delle figure grafiche siano le medesime sia che s i configurino sull'andamento dei prezzi sia su quello dell'indicatore. Un 'altra strategia consiste nell'utilizzare la linea dello zero come strumento per gener are segnali operativi concret i oppure per fornire indicazioni di conferma dell'avvenuta inversione di tendenza. Quando la pista sale oltre la linea dello zero scatta il segnale d'acquisto; a l contrario, s i vende non appena l'indi catore scende sotto il valore dell a linea d'equilibrio, come potete osservare nel grafico 36.5. Alcuni autori consigliano inoltre di utilizzare la pista ciclica anche come indicatore d'ipercomprato e ipervenduto tramite la ricerca e l'individ uazione, da effettuare t itolo per titolo, delle aree estreme che storicamente hanllo indi viduato affidabili Livelli d'invers ione . U segnale d'acquisto è generato quando l'indicatore dopo essere sceso in ipervend uto inverte la sua tendenza.
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Figura 36.5 - Pista ciclica e segnali operativi provenienti dall'incrocio con la linea dello zero
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Figura 36.6 - Pi sta cicl ica e l.i velli di iperco mprato e iperve ndulo
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Price Oscillator Il Price Oscillator è un indicatore di velocità calcolato tra mite la differe nza di due medie mobili con diverso periodo temporale. Ad un lettore attento non sarà s fuggita la somiglia nza con l'indicatore Macd dal quale il Price OsciJlator si differenza da un lato poiché non h a la "'trigger" e daU'altro poiché nel calcolo non utilizza medie mobili fisse (esempio 12 e 26 giorni come il Macd) ma lascia libertà operativa al trader.
Figura 37.1 - Price Osci ll ator
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Allo st,(.:sso llIodo d e~ l i altr'i indicat.0I'1 d i velocit.à descrit.t.i in precedenza (moment.um e pista ciclica), anche il l'l'ice oscillat.o .. è uno strumento idoneo a conferm are la solid ità della tendenza in atto e ad indi viduare, tramite le diverge nze, un 'eventua le inversione d i ten.denza. Il grafico 37.1 mostr a un andamento concorde tra indicatore e prezzi dell 'attività finanziaria in esame. In questo caso il Price Oscillator conferma ]a solidità della te nden za rialzista del titolo Aem. Diversamen te, il Pri ce Oscillator mostra un andam en to divergente, ris petto ai prezzi dell'attività finanz iaria, ~he svela la debolezza del movimento in atto, Nel primo caso, fi g, 37,2, siamo di fronte a una classica divergen za rialzi sta mentr e nel secondo caso, grafi co 37.3, incontriamo una diver genza ribassista. L'indicatore può, inoltre, essere utilizzato come strumento per generare segnali operativi concreti tramite le sue in· tersezioni con la linea deJlo zero. Quando l'indicatore sale oltre la linea d'equilibrio si ac· quist a per poi vendere qua ndo r icliscende sotto il medesimo livello, come illustrato nel grafico 37.4.
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Figura 37.2 · Pri co Oscillator' e di vergenza ria lzista
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Figura 37.3· Price Osci ll ator e divergenza ribassista
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Figura 37.4 - Price Oscillalor e segnali operativi provenienti dall'incrocio con la linea dello zero
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Figura 37.5 - Price Oscillator e livelli di ipercomprato e ipervenduto Persona lmente ri tengo poco tempestivo questo metodo operativo e cons iglio l'utilizzo dell'indicatore Price Oscillator so lo come strumento di confer ma del segnale precedentemente emerso, tramite l'anali s i dell a divergen za e del segnale operativo generato su i prezzi dell'attività finanziari a. Infin e, a lcuni autori co nsigliano di ricercare, titolo per titolo, i livelli estremi che storicamente hanno delineato affid a bili livelli d'ipervenduto e ipercomprato e in cui s i sono sviluppate inversioni di tendenza. [n base a questa metodologia, il segnale d'acq ui sto è generato quando l'indi catore dopo essere sceso sotto il li vello d'ipervend uto inverte la propria t endenza. AI contrario, il segna le di ven dita scatta quando il titolo, dopo esser sa lito oltre il Live ll o d'ipercomprato, vira e inverte la propria tendenza. Anc he in questo caso, il lim ite è rappresentato dal rt sch io d i p(!cca re di manca nza di oggettività.
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Personnl mente con s iglio di co mbin a r'C ques ta tccn icH all'ana lisi tecni ca pe r cui l'inversione dell 'indicat.or·c, dopo l'accesso in zona es trema , dev'esse re confermata da lla rottura a li ve llo grafi co di un s u ppo rto o di una resistenza .
Positive Volume Index L'indicatore PV1 nasce con lo scopo di svelare il comporta mento dei piccoli risparmiatori non profe ssionis ti , il cos iddetto "'p a rco buoi", che generalmente prenderebbero posizione s ul mercato nei giorni car atterizzati da un a umento dei vo lumi . [J PVI è quindi un indicatore complement are al Negative Volume Index, analizzato in pl'Cceden za. Mentre il NV1 parte dal presu pposto che gli operatori specializzati pre ndano posizione durante i giorni con bassi volumi , il PVI afferma che i piccoli investitori , che spesso operano in base alle se nsazioni del momento e a ll o scorrere degli eventi "'urlati" dai media, ent rano sul mercato nei giorni con a lti volumi. Formula : Se i volumi odierni sono maggiori a quelli deUa nlevazione precedente: PVI di ieri t (Chiusura odierna - Chiusura precedente) XPVI precedente Chiusuraplecedente
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Se i\ volume odierno è uguale maggiore ris petto a quello ril evato il giorno preceden te, il PV! assume il valore del giorno precedente.
n segna le d'acqui sto scatta quando l'indicatore taglia a l ri alzo,ossia da l basso verso l'alto, la propria media mobil e a 255 giorni ide ntificativa del ciclo ad un ann o. 142
Figura 38.1 - PVI e segnali operativi Il segnale di vendita scatta nel momento in cui l'indicatore taglia al r ibasso, ossia scende sotto, la sua media mobil e a 255 giorni.
QStick U Qstick è un indicatore di momentum in t raday illu stra-
to nel libro "The New Tcchnical Trader" scritto da Chande e Kroll . Scopo dell'indicatore è aiutare l'operatore nell'interpretazione delle candele giapponesi. Il Qstick è la med ia mobile della differe nza tra il prezzo di chiusura e il prezzo d'apertura. Differenza che l'autore ricorda esse re il cuore dell'analisi candlestick poich é misura e ra ppresenta la forza e la consistenza dei ribassisti dei ria lzisti. L'a utore consiglia di utilizzare una media mobile semplice con periodo temporale di otto giorni . L'indicatore in esame si presta a numerose strategie operative:
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Figura 39.2 - QStick e segnali operativi prove nie nt i da ll'attrave rsam ento della linea dello ze ro
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Roe n ROC (Rate of Ch a nge) è un indicatore di mome ntum che misura la velocità e la forza del movime nto dei prezzi in atto s u un attività fin anziari a. Il calcolo è molto sem plice ed esprime i l ra pporto t ra la quotazione odierna e quella di un certo intervallo di tempo fa. Formula : ROC .
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Dove: p è il prezzo dell a chiu sura odie rn a; Px è il prezzo rileva to "x" giorni fa (ad es. lO giorn i fa ). Come tut ti gli indicatori di momentum già an a lizzati , il ROC è uno strume nto idoneo s ia a gene ra re segnali operativi co ncreti , s ia a confermare il t re nd in atto, sia ad a nticipare un in vorl:lione di te ndenza .
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I segnali operativi concreti vengono gcnel'ati da ll'incrocio tra il ROe e la linea dello zero. Si acquista qu ando l'indicatore sale sopra la linea dello zero e s i vende qua ndo scende sotto tale livell o, come ra ppresentato nell'immagine 40.1. L'unico difetto del seguente metodo è la scars ità di temo pestività del segnale operativo. Quando il ROe taglia la linea dello zero, i prezzi hanno già percorso molta strada dal punto d'inversione. I segnali di conferma della forza e della solidità della te nde nza in atto sono generati in caso di a ndamento coinci· dente, nell a medesima direzione, dei prezzi dell'attività fi o nanzia ria e dell'indicatore. Possiamo nota re, nell'immagine 40.2 , il movimento ria i· zista comune sia all'i ndi catore sia ai prezzi a confermare la concretezza e solidità del trend in atto. Altra interessan te, operativamente parlando, ca ratteri· stica del ROe è la s ua capacità d'anticipare le inversioni di tende nza tramite il forma rsi di di vergenze tra l'anda mento dell'indicatore e quello dei prezzi.
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Figura 40.3- ROe e divergenza rialzista
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F igura 40.4 - ROe e divergenza negativa Nella realtà pratica , il ROe è maggiormente affidabile e re mun erativo se utilizzato come campanello d'allarme piut. tosto che come s trumento per generare segnali operativi t ra mite la linea dello zero. Quest 'ultimo metodo infatti, non sfrultando a ppi eno la rcattività e la tempestivi tà de llo stru mento, gene ra segnali operativi in leggero rita rdo rispetto alla se mpl ice a na lis i grafica a pplicata una volta individuata la resistenza. Concretizzando il discorso, un ROe a l rialzo con un attività finan ziaria al ribasso individu a una divergenza rialzista (imm agine 40.3), AI contrario, una divergenza ribass ista si delinea quando ai nuovi massimi delle quotaz ioni dell'a ttività fin a nziaria corrispondono mass imi decr escenti s ul grafi co dell 'indicatore (immagine 40.4). I nfine, da sottolineare come alcuni autori consiglia no, a nalogamente a lla pista ciclica, di utili zzare il ROe a nche come indicatore d'ipe rcomprato e ipervenduto tramite la ricerca, da effettua r si caso per caso, dei live lli estremi che storicamente hanno individuato aree d'invers ione di t endenza. II sebrnale d'acquisto è gene rato quando l'indicator'e dopo essere sceso in area estrema infe riore d'ipervenduto inverte In pro-
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pr'iil t.cmlfol1w c giru a l l·inlzl). AI cuntra rio, il scb'nale di vendita scnl.t.u 4utlndo il t.itulo, dopo esser salito in ipe rcomprato, vira e inverte a l r ibasso il proprio a ndamento. Purtroppo questo met.odo non è esente da difel.ti, il principale dei quali è ra ppresentato da lla mancanza d i oggettività nell'individuare i livelli estremi. Si consiglia quindi di combina re questa tecnica a ll'analisi tecnica: l'inversione d ell'indicatore, dopo l'accesso in zona estrema, dev'essere con fe rmata da lla rottura, sul grafico dei prezzi dell'attività finanziaria, di un livello di supporto o di una resistenza.
R SI li Rel ative Strength l nd ex, creato da Welles Wil de r e illustrato nel classico "New Concepts. in Technical Tra ding SyglenIs", è l'indi catore di mome lltum più fa moso e utili zzato nei me rcati fina nziar i, al pari dell.e medie mobili. L'au.tore riteneva in parte carente l'indicatore di momenturo a causa della ma ncanza di un indice fi sso, difettando quindi d'oggettività, e dell a necessità di una lunga serie di dati. La soluzione ai proble mi a ppena descritti fu creare un nuovo oscillatore in grado di e li minare i difetti gi à citati e che limitasse i movimenti ir regola ri tramite un procedimento di "mediazione" e armonizzazione dei valori . Graficamente parlando, l'ind icatore si muove a ll'interno di un indice 6sso compreso tra O I~ 100 pu nti . .La zona estre ma s uperiore, con l'RSI maggiore di 70 punti, è delta "ipercomprato" mentre q uella inferiore, con j'RSI minore di 30 punti , è detta "ipc rve nduto". La logica a ll a base de ll'individu8zione de lle zone estreme è che un titolo in ipervenduto, e quind i in una s ituazione di ecceBSO di depress ione dei va lori azionari, può mettere a segno un rimba lzo me nt re un attività finanzi a ria in ipe!'.comp rllto, e Quindi in un a s it uazione d'eccezionale e uforia. è desti nata nd UIlIl correzione tecnica.
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Formula: ASI,, 100-000 11 t(U I D))
dove (Um ) è il rapporto tra la media delle chiusure a l ria lzo e la media de ll e chius ure a l ribasso in un determina to periodo di tem po. Il dom inio tem pora le comuneme nte util izza to sono i 14 giorni a d esp rimere la metà del ciclo luna re di 28 giorni. Come per tutti gli oscillatori però non è possibile fissare a priori un per iodo te mpora le affidabile per t utte le a tti vità finanziar ie in ogni rase di mercato. Occorre quindi ottimizzare l'indicatore e ricercare, procedendo per ten tativi, il dominio tempora le che in passato ha gar a nt ito i segnali e le indicaz ioni più affidabili . L'indicatore in esame si presta a varie interpretazioni: dal l'individuazione dei livelli estremi d'ipervenduto e ipercom prato alle divergenze, passando per i segnali operativi concreti. Il segnale d'acquisto scatta nel momento in cui l'indicatore, dopo aver raggiunto la zona estrema d'ipervenduto (RSI minore 30 punti) inverte la propria tendenza e risale oltre il livello dei 30 punti , rientrando nella ba nda neutra
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Figura 41.2 - RSl e livelli di ipercomprato d'oscillazione. li segnale di vendita scatta quando l'indicatore, dopo essere salito in a rea d'ipe.rcomprato. scende nuovamente sotto il livello dei 70 punti e rientra ne lla zona neutra di Huttuazione. n segnale operativo si genera o a l taglio ribass ista dei 70 punti o a l taglio rialzista dei 30 punti e quindi non da l semplice accesso nelle zone estreme da parte dell'indicatore, come e rroneamente ritenuto d a molti piccoli investitori . ln pratica, Ilon si acq uista a ppena l'RSJ entra in ipervenduto e a llo stesso modo non si vende immediatamente quando l'indicatore entra in ipercomprato. L'ingresso nelle zone d'ipercomprato e ipe.rvenduto è un semplice campanello d'a llarme che segnala un eccesso a cui il mercato, prima o poi dovrà porre rimedio. n principale difetto dell'indicatore inra tti è il suo non essere uno strume nto a ffidabile in ogni fase di mercato. Inratti durante le ras i caratterizzate da una tendenza ben definita , al rialzo o al ribasso, l'RSI tende a raggi ungere le aree estreme in modo troppo veloce e tempes tivo. L'immagine 41.2 illustra l'istTuttivo caso di Tim dura nte il magnifico rally di fine 1999 e inizio 2000. Potete IlOtnro come ne l mese di novemh,-e il litolo rompa a l rialzo
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con volumi sos tenul.i la res is tenza dci 6 e uro c in un attimo s ia già a 7,5 euro in forte ipercomprato. Molt i operatori , ignorando che l'RSI è un pess imo indicatore dura nte le fa.,i caratterizzate da una forte tendenza definita , a lleggerivano le pos izioni giustificandosi con la fra se "l'ipercomprato è ormai insostenibile". n risultato fu un mancato gu adagno memorabile poiché le quotazioni non stazionarono prim a d'aver toccato gli 11 euro! Per limita re questo in conveni ente è consiglia to, dura nte le fasi a te nde nza ben defini ta, a llargare i live lli delle zone estreme e atte nd ere un ritorno dell'indicatore nella zOll a ne utra. Senza dimentica re, ovviamente, che la precedenza è se mpre riservata a ll'analis i gra fica dell'a nda mento dei prezzi. In questo modo si raggiunge l'ipervenduto a livelli inferiori ai 20 punti e l'ipercomprato a livelli superiori agli 80 punti. Da non trascurare inoltre l'analis i delle divergenze tra l'anda me nto dell'indicatore e l'andamento dci prezzi dell'attività fin anziaria. L'affidabilità delle divergenze aumenta quando esse si delin eano nei pressi delle zone estreme d'ipervenduto e ipercomprato. I grafici 41. 3 e 41.4
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j llll ~ tnt nu l';s pc ttivu nll'n ll' unti di vergenz:! ri a lziSl n c u na riunsaista . Come ull.ima a nn utaz ione non resta che sottoli+ ncare lo possibilit à; d'applica re le regole e la metodologia dell'a nalis i tecnica direttamente al grafi co dell'indicatore. Trendline, resistenze, s upport i e fi gure grafiche sono infatti piuttosto frequenti e han no un elevato grado d'affid abilità soprattu tto qu ando s i delinean o in pross imità delle zone estreme d'ipercomprat o e ipervendut o. Da non trascura re, per concludere, le poten zia lità dell'indicatore RSI a livello intraday dove l'an alisi delle divergenze nei pressi delle zone estreme gene ra lmente forni scono segnali affida bili. n grafico 41. 5 illus tra una semplice tecnica presenta dalla coppia Le Beau e Luca s nel loro libro "Day Trading Systems & Methods". Cii autori con s igli a no di concentra rs i s ul grafico del future settato a ba rre di 30 minuti e d'inserire l'indicatore RSI a 6 periodi. L'attenzione deve essere ri volta aUa ricerca delle di vergenze che s i delineano in un a rca estrema d'ipervendu to o ipercomprato. Una vol ta individu ata una d ivergen za, si prende posizione sul mercato se la successiva barra regi stra un prezzo
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Figura 41.5 . RS I e segnale operativo di ch ius ura nella direzione della di vergenza. Osservando il b'Tafico 41.5, possiamo individuare lo divergenza rialzista che si de linea sull'RSf. n segnale d'acqu is to, indicato con la freccetta , s i concretizza q uando la barra s uccess iva, rispetto alla formazione de lla divergenza, chiude al r ialzo ossia ne lla direzi one de ll a di vergenza .
Stocastico Lo stocastico è un indicatore dj momentum s vil uppato da George Lane negli a nni '50. La logica alla base dello strumento è che durante fasi a tendenza riaJzista , il prezzo d i chiusura tende ad essere sui massimi di giornata mentre, a l contrario, nella fasi a tendenza ri bass ista, il prezzo di chiusura tenderà ad assestarsi sui min imi di giornata. Graficamente, lo stocastico è formato da du e lin ee, dette ri spettivamente K line e D line che oscillano a ll'in terno di un indice fi sso compreso tra O e 100 punti. Le zone estreme dell'indice, ossia valori s upe riori a 80 e infe riori a 20 pun t i. so-
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dove: Chius ura è il pre zzo di ch ius ura del giorno; Minimo è il prezzo minimo registrato ne l periodo temporale considerato. Mass imo è il prezzo massimo registrato ne l periodo tempora le cons ideralo. La D line è la media mobile della precedente K h ne. 1 segnali operativi sono generati ne l momento in cui la K e la D line s'incrocia no tra 101'0 dopo essere transitate in un'area estrema d'ipervenduto o d'ipercompraw. Il semplice incrocio quindi è condizione necessaria ma non suffi ciente perché si generi il segnaJe operativo. È indispensabile che l'incrocio sia preceduto da un passaggio in un a zona estrema.
F il."lJ.ra 42 .1 . Stocastico
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Figura 42.2 - Stoacastico a due linee e Seb>"Jlali operativi Come iUustrato nell'imm agin e 42.2 . il segnaJe d'acquisto si genera quando la K lin e, dopo essere scesa sotto i 20 punti (livello d'ipervenduto), taglia a l rialzo (dal basso verso l'alto) la D line. Analogamente, il segnale di vendita scatta quando la K li.ne, dopo essere salita oltre gli 80 punti , taglia al ribasso (quindi dall'alto vel'SO il basso) la D line. Alcuni a utori utilizzano uno stocastico formato dal la sola K Hne ed escludono quindi )'utilizzo della "signalline" ossia de lla D line. [n questo caso la strategia operativa necess ita di una modifica. S i acqu ista quando la K line, dopo essere scesa in ipervenduto, taglia al rialzo i1liveUo dei 20 punt i e rientra nella zona ne utra di fluttuazione. Si vende quando la K line, dopo essere salita in ipercomprato, scende nuovamente sotto il valore degli 80 punti. In pratica si opera in modo analogo al RSI. L'immagine 42.3 illustra il metodo appena descritto e ri vela come i segnali siano maggiormente tempestivi se gencrati dall'incrocio tra la K line e la D line piuttosto che da un analisi della sola K line.
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Figura 42.3 - Stocastico singolo e segnali operat.ivi Giova ricordare come il solo accesso in una zona estrema non sia un seb1"Jlnle operativo. Nelle fasi caratterizzat.e da lIna forte tendenza, infatti , l'indicatore tende a rimanere a lungo alJ'interno del livello estremo. Nell'utilizza re questa seconda strategia quindi occorre non cadere nell'errore, molto frcQ.uente t ra i pi ccoli risparmiatori che muovono i primi passi sui mercati finanziari , d'acquistare o vendete non appena l'indicatore entra in un a zona estrema. In questi casi il rischio è queUo d'antici pare i segnali e in correre in stop 1055 (acquistando troppo presto) oppure in m:mcati guadagn i (vendendo in modo prematuro). Da non trascurare inoltre la ricerca del le divergenze quale strume nto a nticipatore d'inversioni di tendenza. Diverge nze (immagini 42.4 e 42.5) non frequenti ma altamente affida bili , sopr attutto quando si delineano nei pressi dci li velli estre mi . Inte ressante e d egno di nola il fenomeno dell'appiattimento dello stocnstico. Ogni voltu infatti che l'i ndicatore appiattisce il proprio IlnrlulIlcnLo. Hnticipa lino fort.e inv ers ione di tendenza.
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Figura 42.4 - Stocastico e di vergenza ralzista L'immagine 42.6 mostra il titolo Tiscali e l'appiattimento del relativo stocastico. Mentre i prezzi del titolo sono in forte ribasso, l'indicatore scende in ipervenduto e vi rimane circa due mesi. L'operatore specia lizzato, una volta individuato l'appiattimento, deve rivolgere la propria atten zione al grafico de ll'attività fina n ziaria e tracciare le linee di res istenza (unendo t ra loro i massimi ) e di supporto (unendo tra loro i minimi), Quando il mercato romperà uno dei livelli di prezzo individuati , scatter anno i segnali operativi: "long" in caso di breakout de lla resistenza e "short" in caso di discesa sotto il supporto. Ai più attenti non sarà sfuggito che l'a ppiattimento a ltro non è che una singolare e particolare forma di divergenza. Infine, occorre ricordare come sia possibile tracciare linee di tende nza e ricercare figure grafi che direttamente s ul grafico dell'indicatore come illustrato nell 'immagin e 42.7 dove su llo stocastico si era de lineato un testa e spalla ribassista. Discreta, per concludere, l'affida bilità dell 'indica tore a li ve ll o intraday.
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pane llo d'lIlIarme che annuncia una poss ibile invers ione dj tendenza. Il segnale ope rativo è generato in caso di breakaut in direz ion e dell'indicazione dello stocastico, come il ~ lus t.rat.o nella figura 42.8. L'indicatore incrocia al rialzo e fornisce uno spunto rialzista. n segnal e concreto d'acquisto, indicato con la freccetta, scatta a ll a rottura rialzista del livello di resistenza .
Stocastico-RSI L'indicatore Stocastico-RSI è sta to introdotto dal duo Chande - Kroll nel classico "Tbe New Technical Trader". Gli autori, non convinti de lla reale funzionalità dell o stocastico e dell'RS I utilizzati singolarmente, svilupparono un indicatore che e liminasse i difetti e al contempo esaltasse i pregi di entrambi. Secondo gli autori l'RSI difettava di sens ibilità e reattività. La riprova è la sua difficoltà a raggiungere i livelli estremi d'ipercomprato e d'ipervenduto.
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Figura 43.2 - Stocastico-RS I e segnali operativi Non di rado infatti l'RSI oscilla per lunghi periodi nella zona ne utra compresa t ra 30 e 70 senza fo rnire a lcun segnale e alcuna indicazione uti le al trading. L'idea fu quella d'applicare lo stocastico all 'RS I e ottenere così una vers ione più reattiva di quest'ultimo. Vo confronto tra l'and amento dell'RS I e dell o StocasticoRSl è illustrato nell 'immagin e 43.1 dove s i nota, senza ombra di dubbio, la maggiore sens ibili tà del nuovo indicatore. Le modalità di lettura , interpretazione e c 'u tilizzo operativo rim angono le medesi me dell 'RSI, come evidenziato nel gr afico 43.2. Si acquista quando l'indi catore, dopo essere sceso in ipervenduto, r isale oltre i 20 punti, r ientrando nell a fascia neutra . Al cont rario, il segnale di vendita s i genera qu ando l'ind ica tore, dopo essere sali to in ipercomprato, rientra in zona ne utra , perdendo il livell o degli 80 pun ti. Purtroppo l'indicatore non è esente da li miti c a fi anco del pr egio sopra descri tto co nser va il di fetto co mun e sia all o stocastico che all 'RS I: dura nto le fasi di tend enza be n
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defi nita , ;) 1 rilllzu u nl ribasso, l'osci ll ato re rima ne fl lu ngo in zo na estrema, con tutte le conseguen ze già es presse in precede nza.
Trix 11 Tri.'!: è un indicatore "trend follow er" che ra ppresenta il ROe di una tripla media mobile esponenzia le dei prezz i di ch iusura di un titolo. Vi ndicatore si presenta b'Tafi camente come una linea oscillante intorno allivello d'equi librio. I segnali oper ativi sono generati dall'attraversa mento dello zero. Si acquista qu ando l'indicatore sale in territori o positivo ~e s i vende quando scende nuovamente in terreno negativo, come illustrato nell'immagin e 44.1. Vn'altra opportunità operativa , me no affidabile dell a strategia precedente, consiste nell'acquistare qua ndo l'indicatore vira al ri alzo e vendere quando inverte a l ribasso la sua tendenza.
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F igu ra 44 .2 - Trix e relativa media mobile Si veda a tal proposito figura 44.1 lnfine è possibile abbinare a ll 'indicatore la propria medi a mobile che assume runzione di . . trigger" o "signa! line". In base a quest' ultima strategia i segnali operativi sono genera ti dall 'incrocio tra il Trix e la propria media mobile come illustrato ne ll 'im magine 44.2.
Trade Volume Inde x LI Trade Volume Index è un indicatore di brevissimo periodo molto utilizzato anche a livello intraday. Scopo dell 'i ndicatore è identificare se il movimento che s i va delinea ndo è una rase d'accumulo, che precede un imminente rialzo, o una distribuzione prima di uno st.orno. Operativamente parlando un TVT impostato a l ria lzo identifica una rase d'accumulo me ntr e un trend ribass ista individ ua una rase distributiva. L'immagine 45.1 ill ustra come le varie te ndenze dell'indice s iano state con rermate da ll'indi catore. L'indicatore in esame non genera quindi segnali
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F igur a 45.1 . TVI e te ndenze di mercato operativi concreti, ma il s uo utilizzo è li mitato a ricercare indizi circa le possibili evolu zioni del t rend di brevissimo. Nell'immagine 45 .1 poss iamo :inoltre individuare una divergenza ribassi sta, delineatasi tra l'aprile e il lugl io 1998, che ha a nticipato il massimo di me rcato e il successivo forte movi mento ribassista.
mtimate Os cillator L'Ultimate OsciUator è un indicatore s viluppato da Lar· ry Williams, il grande speculatore americano vincitor e del "Robbins World Cup Championship" s ul me rcato futures. L'indicatore è stato sviluppa to per sopperire ai limiti e ai difetti, i più gravi dei quali erano il "t iming" errato e l'elevato nu mero di ralsi segnali , che l'aut.ore riscontrava nell'utilizzo dei tradiz ionali oscill ator i. Williams svil uppò così un indicatore che nel suo interno incorporu tre dUfe'ronti cicli: 4 , 14 ,28 giorni, a rappresentazione de lle tendenze di breve. med io c lungo periodo.
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L"utili zzo principa le dello st.rumen to è la ricerca de lle di · vergenze t.ra l'andamento de ll'indicatore e quello dci prezzi -dell'attività fin a nziaria. Una volta identificata un a divergenza sull'indi catore, occo rre portare la propri a attenz ione s ul grafi co de i prezzi per individua r e il segnale d'entrata tramite le regole de ll'analisi tecnica, che ge neralmente consistono ne l breakout di un livello di r esistenza o di supporto. La divergenza quindi fu nge solo da campanelJo d'allarme mentre il segnale oper ativo concreto è compito dell'a na ljsi grafica sui prezzi deU'attività finanziaria. Nell'i mmagine 46. 1 è illustrata la recente divergenza ri a lzis ta delineatasi nel sette mbre 2001. Mentre i prezzi delle quotazioni precipitavano, l'indi catore iniziava a mostrare i primi segnali di lenta ripresa e metteva a segno minimi crescenti inviando a ll'analista tecni co un importate segnale: il ribasso er a ormai agli sgoccioli. AI taglio della linea di te ndenza ribassista era quindi possibile posizionarsi al ,·ia1zo.
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Figura 46.1 - U ltimate Oscillator e d ivergenze
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Velocità e accelerazione Dumnte la trattazione del libro a bbia mo am piamente descri tto e ill ustrato molti indicatori che sfru ttano il concetto d i ve locità (ad esem pio: pista ciclica, Price Oscilla tor, ROC e mornentum ) e ogni loro modalità interpretat iva e operativa. Avevamo definito la velocità come la diffe renza tra due valori success ivi ne l tempo. Ad ese mpio, la pista ciclica e ra la ri sulta nte dell a sottrazione prezzo - media mobile. Ritornand o con la me nte agli anni del liceo riaffiorano i ricordi in base ai qu ali il concetto di velocità è direttamente legato a JJ 'idea de ll 'accelerazione, espressa come la ris ultante della diffe renza tra due valori , s uccessivi nel tempo, dell a velocità. Esemp lifi cando quindi , l'acce lerazione a "' lO" giorni è la risultante de lla sottrazione tra velocità od ie rn a e velocità di 10 giorni fa. Come ne lla fisica, a nche in ana lisi tecn ica il binomio a ccelerazione - veloci tà è dete rminante s ul piano operativo e necessita di un approfond ime nto. Caratteri stica principale dell'accelerazione è la s ua capacità d'anticipare le inversioni di tendenza con maggiore reattività e te mpi s mo ri spetto a lla velocità dei prezzi . Avevamo affe rmato che la velocità anti cipa il movi mento dei prezzi; e bbe ne, l'accele ra zione, a sua vo lta, a nticipa la velocità . n grafi co 47 .1 mostra chiaramente co me la divergenza a nticipat rice de ll'inve rs ione a "".. dell'oltobre 1998 s i s ia delineata con maggior tempis mo sul grafico de ll'accele· razione rispetto a que llo dell a velocità. L'acceleraz ione r isu lta quindi essere un o strume nto indi· spensabi le nella r ice rca de lle divergenze e de lle invers ioni di te nde nza. I}unjco limi te è l'essere uno strume nto a ddi ri ttura troppo rCH I.tivo c tempesti vo. n risch io, quindi , è que llo d'anticipnro l'ùpcrutività con le conseguenze spesse volte ricordate noi cor80 dell a trnttuziOllC.
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Figura 47.2 - Accelerazione e divergenza rinlzista
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Figura 48.1 - Volume Oscillator Ci rca l'interpretazi one dello strumento rimando a quanto già illustrato a proposito di moment um , ROe e pista cicl ica. Ricerca delle di ve rge nze, incrocio della li nea dello zero e analisi t ecni ca (linee di tendenza e configurazioni grafiche) direttamente sull'indicatore sar a nno quindi i segnali d a in te rpretare e sfruttare operativa mente. L'immagi ne 47 .2 riporta la ne tta dive rgenza rialzista deli neatasi sul grafico dell 'accelerazione a settembre 200 1. Potete nota re co me all'anda mento ribassis ta dei prezzi corri spondesse un a nda mento contra pposto dei valori dell'indicatore che e ra no a l rial zo, caratterizza ti da minimi crescenti.
Volume Oscillator II Vo lume Osci llator esprime la differenza tra due medie mobi li dei volumi di scambio di differente periodo temporale. 1\ ri sul tu to è unn linea che osci lla intorno allo zero.
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Poiché normalmente i vol umi e i prezzi s i muovono nella medes ima direzi one, nel rispetto dell a Teoria di Dow illustrata in precedenza, l'utilizzo pratico dell 'oscillatore è cos tituito dall a ricerca di divergenze rialziste e r ibassis te.
Volume ROe n Volume ROe è ide ntico all'indicatore ROe illus tra to in precedenza: stessa formula di calcolo, stesse modalità di lettura e d'interpre tazione. L'unica differenza è l'oggetto su cui s i concentra l'an nUsi. li Price ROe a nalizzava i prezzi me ntre il Volume ROe s i concentra sui volumi di un 'attività finanziaria. n ris ult.ato è un indicatore sprovvisto dell 'indice fisso che oscilla intorno alla linea dello zero. Spesso l'indicatore ha un andamento pa r ticola rme nte nervoso e ris ulta quindi di difficile lettura. Pe r limitare il problema s i è soliti sostituire l'indicatore con una sua media mobiJe, ad esempio a lO giorni , che a rmonizza , rendendolo anali zzabile, l'andamento grafico.
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Figura 49.1 - Volume ROe
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L'illdicflturc in l'smnc è ulili zzalo come s t r umento di confe rm a dci segnali genera li da ll 'analisi tecnica applicata a l grafi co dei prezz i. Valori pos itivi dell 'indicatore indicano un a tendenza in sa lute, men tre va lori negativi indicano una mancanza di partecipaz ione a l movimento, che potrebbe esse re s ul punto d'invertire,come illustrato nell'immagine 49. 1 Da non t rascurare inoltre la ricerca e lo s t.udio delle dive rgenze t.ra l'andamento dei prezzi e de Ll 'indicat.ore, come illustrato nell'im magine 49.2
Williarns AccurnulationIDistribution L'indicatore in esame è stato introdotto da Larry Willi a ms con lo scopo d'individu a re i livelli d'accumulo e di distribuzione del mercato. Per accumulo s'intende una fase durante la qua le le "'mani forti" acquistano a piene mani. avendo cura di mantene re bassi i prezzi e i volum i, in previs ione di un movimento rialzista d.elle quotazioni.
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Figura 50.1 - Williarns AID e divergenza ribassista Al contrario, una fase di distribuzione precede un ribasso ed è caratterizzata dalle "mani forti" che vendono tutte le azioni in portafoglio senza dare deU'occhio e quindi mantenendo elevate le quotazioni. Uutilizzo concreto delle strumento si risolve, in definitiva, in una r icerca delle divergenze con lo scopo d'individuare, in anticipo, una fa se d'accumulo o di distribuzione e quindi smascherare l'operato delle mani forti. Quando i prezzi disegnano minimi crescenti e contemporaneamente l'indicatore disegna massimi decrescenti , come illustrato nel grafico 50. 1, si delinea una divergenza ribassista che rappresenta una fase di distribuzione. A1 contrario, quando i prezzi di un'attività finanziaria sono al ribasso mentre l'indicatore disegna minimi crescenti s i delinea una divergenza rialzista che smaschera una fase d'accumulo.
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Williarns %R Anche l'indicatore %R è stato sviluppato da La rry Wil !iams. Esso è costruito in modo analogo alla K Line che cos tituisce lo stocastico, già illustrato in precedenza. L'immagine 51.1 illustra come l'andamento dei due oscillatori sia ugua le con l'unica differenza d'esser e s peculari come rappresentazione grafica. L'indice fisso ri s ulta infatti invertito. Valori inferiori a 20 rappresentano l'area d'ipercomprato mentre valori s uperiori ad 80 descrivono l'ipervenduto . Il segna le d'acquisto scatta nel momento in cui i valori dell'indicator e, dopo essere saliti in ipervenduto, scendono nuovamente sotto gli 80 . Al contrario, il segna le di vendita s i genera nel momento in cui i valori, dopo essere scesi in ipercomprato, salgono oltre i 20 punti e rientrano nella zona neutra d'oscillazione. È possibil e afliancare all'osciJlatore una media mobile, come la D line per lo stocastico, con la funzione di "signal
Figuru 51.1 - WiIli a ms %R e slocastico a confronto
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linc". I segnali operativ i sono generati dall 'incrocio de lle due lin ee dopo che i valori de l %R sono transi tati in una de lle due aree estreme. Da non trascurare infine l'analisi delle divergenze ad anticipare un inversione di tendenza.
WillSpre ad
n WillSpread è un indi catore creato e illu strato da Larry WiIliarns nel libro "'Long Term Secrcts to S hort Te rm Trading"'. L'autore parte da l presu pposto che, spesso, i movim enti di breviss imo periodo sono indotti da cause e da fattori esterni Ad esempio i Bonds influenzano il me rcato azionario e a llo stesso modo l'oro influ e nza i Bonds. Poiché i mercati sono corre lati e si influenzano tra loro, occorre illustrare e rappresentare qu esta relazione allo scopo di poterla analizzare e s fruttarla operativamente. Per calcolare il WillSpread occorre divide re la prima at· tivìtà finanz iaria con la seconda e moltiplicare il r is ultato pe r 100. Ricavato lo s prea d tra i due mercati, ne si calcola un a mcdia mobile esponenziale a 5 giorni e la s i sottrae daUa media esponenziale a 20 giorni, ottenendo così una linea che oscilla intorno allo zero. Operativarnente, si acquista quando l'indicatore taglia a l ri alzo la linea dello zero e s i vende quando il WiIlSpread scende nuovamente sotto la linea d'equilibrio. L'immagine 52.1 illu stra l'andamento del WillSpread ca lcolato tra l'indice S&P500 e il T-Band. Potete osservare co me sa ogni passaggio de lla linea de llo zero s 'assista a un'inve rs ione di tendenza di breve pe riodo. 174
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Fi gur a 52.1 - WillSp read e segnali operativi A ouor del vel"O, il grafico sopra riportato è a base giornalie ra (daily) e non intraday come suggerito da Williams. In ogni caso, lo logica e il concetto alla base dell'indicato-. re sono i medesimi , quindi lo spirito de ll'indicatore è ri spettato. Poiché l'indicatOl·e in esame non è infallibile ma presenta un certo numero di falsi segnali , è consigli ato richiedere una ulteriore condizione prima di eseguire il segnale. Meglio attendere che, dopo il taglio dell a linea dello zero, i prezzi rompano i massimi o i minimi relativi precedenti. Solo in seguito a quella conferma di breakout è consigliabile prendere posizione s ul me rcato.
ZigZag Lo zig zag è un singolare indicatore sviluppato con lo scopo di sche mati zzare l'andamento delle quotaz ioni, talvolta troppo nervoso e di difficile interpretaz ione, di un'attività fintlnzia ria .
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Gra fi ca me nte r indica lOre si prese nta co me una ))C{lliCllza di linee rette, coll egate t ra loro, che Wliscono i punti d'invers ione del me rcato. La sem plicità e !'immed ia tezza rappresentativa e in terpretativa ne fanno uno strumento molto d iffuso soprattutto tr a gli ope ratori che utili zzano la Teoria delle Onde di EIliott per elaborare le proprie analisi. L'ind icatore rappresenta solo le variazioni percentuaH delle quotazioni d i un a certa entità (ad esempio 5 - 8%), a discrezione dell'opera tore, allo scopo d'elimin are il nervosismo delle q uotazioni o i movimenti ster ili e irrilevanti che rischierebbero di falsare l'in terpretazione dell'and a men to dei prezzi. ln altre pa role, l'indicatore elimina dalla ra ppresentaz ione tutti i movime nt i che r isultano essere infe r ior i a un determinato va lore percentu ale. Minore sarà il fi ltro pe rcentuale adottato e maggiore sarà l'infl uenza dei moviment i minori e secondari delle quotazioni. Da sottolineare come l'ultimo valore dell'ind icatore non sia fi sso ma come a ogni nuova rilevazione si adegui in
F igura 53.1 - Zig zag
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rapporto nll'a ndll lllunto dell e L"O ntrattazioni C a l va lore pe rcent ua le fissat.o come fil t.ro. Solo le linee rette precedent i sono determ inate in modo stabile e fisso. Oper ativamente pa rlando, è possibile applicare le regole dell'analis i tecnica direttamen te al grafi co dello zig zag. L'opera tore potra quindi t racciare linee di tendenza, individuare livelli di s upporto e resistenza , nonché ricercare figure grafiche.
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Capitolo 3
LIMITI, ERRORJ E OPERATIVITA Scrivendo un libro si corre il rischio di esporre i concetti con uno stile troppo entusiastico e di dare a l lettore, s pesso un neofita, l'impressione che guadagnare in borsa con gli in· d icatori sia la cosa più fac ile del mondo. Al riscontro dei fatti , purtroppo, si scopre l'amara verità ossia che gli indicatori llon sono sempre Quello strumento infallibile descritto nel libro. Sono certamente uno strumento determinante e indispensabi le nell'elaborare le analisi ma allo stesso tempo possono generare fal si segnali. Stando così le cose, oltre all'ana lisi grafica dei prezzi e dell'indicatore, occorre a dottare anche un'oculata strategia di gestione della posizione. La prima regola dell'analisi tecnica consiglia di "lasciar correre i profitti e tagliar e le perdite". Generalmente il piccolo investitore compie esattamente il contrario: vende il titolo che è salito rispetto al prezzo di carico e acquista un azione che era rimasta a l palo, o peggio ancora, che era scesa con forza . Nel momento in cu i si decide d'aprire una posizione occorTe sta bilirne l'eventua le livello d' uscita nel caso l'andamento dell'attività finanziaria sia contrario a quello ipoti zzato. In altre pa rol e, quando si acqu ista un titolo occorre fi ssare, a priori , il prezzo di stop 1085, sotto il quale si vende in
IKlrd ilfl, poiché l'analis i si è rivelata errata c ilmcrc3 to ci ha dato torto s ospin gend o l'azione nella direzione oppos ta. Applicare lo stop loss s ignifica quindi tagliare le perd ite non appena l'operazione si rivela errata. Scopo dello stop loss, ri sulta ora facil e intuire, è limitare le perdite ed evitare che una piccola perdita diventi ingente e onerosa con grave da nno patrimoniale. Meglio s ubire tante piccole perdite, facilmente recuperabili, piuttosto che s ubirne poche ma particola rmente onerose. Esempli6cando, ipotizziamo che il nostro metodo generi segnali operativi esatti nel 50% dei casi: se ogni volta che vi nciamo, r eali zziamo una plusvalenza di quattro punti , mentre ognj volta che perdia mo, registriamo wm miuusvalenza di tre punti , real izzia mo facilmente come alla fine di ogni mese i conti siano in attivo. Compresa l'importanza dello stop loss, rimangono da esporre i criteri per fissarlo. Occorre dis tinguere:
Se l'operazione è al r ial zo, è necessar io Bssare lo stop loss in caso di discesa sotto il Jj veUo di supporto o di minimo relativo precedente. Se l'operazione è al ribasso, è necessario fissa re lo stop loss in caso di rottura ri alzista del massimo relativo precedente che costituisce il Iive Uo di resistenza . Scattato ii segnale operativo e fissato lo stop loss, Ilon res ta che lasciar correre i profit ti ossia mantenere il titolo tino a l momento in cui s ul grafico dei prezzi s i delineano fi gure d'inversione o si verificano breakout dei livelli di supporto e resistenza. A quel punto scatterà lo stop profit e s i usci rà dalla posizione proteggendo il guadagno maturato. Stabilito che gli indi catori non sono strumenti in fallibili non rimane che illustrarne i principali limiti. 11 primo difet~ to è il non essere affidabili "in tutte le stagioni " oss ia in ogni fase di mercato. T '1eading indicator", affidabili durante le congestioni lateraJi , generano segnali imperfetti durante le 180
1,,'1111,,' ",,,,,' "I~ 'I(I,n/i. fUl'li cnrutt,·n zzal.c da una tendenza ben defi nit.a. AI cont.rario, i "ll.lgging indic8tor" sono inaflidabili duranle le fas i late rali c ottim i strumenti durante i moviment.i direzionali . La scelta dell 'indicatore da utilizzare sarà quindi da effettuars i in base aUa tendenza dominante. Un secondo difetto, non meno importante del precedente. è costituito da ll'incapacità dell'ind icatore di esser e ind ipendente rispetto all'analisi grafica dell'attività finanziaria . L'indicatore, quindi, non deve essere visto come un mezzo per generare segnali ope rativi, ma solo come s trumento di conferm a de lle indicazioni delineatesi sul grafico dei prezzi. Acquistare s u semplice indicazione dell'oscill atore, senza attendere un concorde segnale sui prezzi, è un 'operazione altamente rischiosa e scons iglia bil e. Infine occorre ricordare un concetto già a mpia mente descritto durante la trattazione: la mancanza d'oggettività. Il difetto riguarda la scelta del periodo temporale e dei livelH estremi d'ipercomprato e ipervend uw, nel caso degli indicatori che, s provvisti di indice fisso, sfrultano. come unico punto di rifer imento, la linea dello zero (come ad esempio il momentum ).
Dominio temporal e Purtroppo non è poss ibile individuare un intervallo di tempo affid abile per ogni titolo, in ogni fase di mercato. Ogni indicatore e Ob'lli titolo hanno un proprio personaJe dominio temporale. 1.1 titolo Eni potrebbe generare segna li affidabili se a bbinato a ll a media mobile a 200 giorni men tre una buona operatività s u Ti scali potrebbe essere indotta dalla media a l O giorni. La ricerca della durala temporale, che forni sce indicazi oni più tempestive e affidabili , è da effettuare caso per caso. AJlo stesso modo non è possibile individuare livelli estremi sta nda rd e riconosciuti oggettivamente in ogni oscillatore. Anche in questo caso è lasciato ampio margine a ll a discrezionalità del t.rader che dovrà ric~rcnre , dali storici alla mano, quei livell i estremi dove il 181
titolo. in passato. aveva invertito la propria Lendullzll . A fi a nco dei limiti strutturali di alcuni indi catori , non dobbiamo però dim en ticare quanto s ia no frequ enti gli errori interpretativi e a pplicativi commessi dall 'operatore s tesso. Molto diffu so tra i neotiti l'error e di sostituire, o antepo rre, l'ana lis i deJl\ nd icatore a quella deU'andamento dei prezzi. Giova nuovam ente r icordare come l'indicatore non deve mai sostituirsi all'anali s i tecnica a pplicata al grafico dei prezzi di un'attiv ità finanziaria. Ogn i oscillatore ba sola funzione compl ementare di strum ento di conferma. Frequentemente, inoltre, si ri scontra un 'app li cazione erraLa e impropri a dell 'indicat ore. La casistica è numc,·osa e varia: Manca to rispetto d e lla predisposizione naturale dell'ind icatore e suo utilizzo durante una fase di mercato incompatibi le. L'esempi o classico è l'utili zzo di una media mobile durante una congestione dei prezzi. Utilizzo congiunto di più indicatori. Da un lato è possibile che un trader utilizzi congiuntamente a lcuni indi ca tori con un dominio temporale incompatibile t ra loro. Ad ese mpio una pi s ta ciclica a 25 giorni e uno slocast ico 5-3-3: il primo indicatore genera segnali di breve-medi o periodo mentre il secondo è specifico per il breviss imo. Occorre invece settare gli indicatori s ulla medesima freq uenza temporale, altrimenti r isulteran. no essere espressione di cicli temporali differenti. Ragion per c ui le indi cazioni sa ranno discordanti tra loro. Dall 'altro lato si corre il rischio d'inserire un numero elevato d'oscillator i e mettere troppa carne a l fuoco. ]n entramb i i cas i il rischio è que Uo di confondere le id ee. Errato inte rpretazione dell'indicatore. Le diver genze e i li ve lLi estremi d'ipervenduto e ipercomprato non sono segna li operativi ma semplici campan elli d'a ll a rme che avvisa no di un anomalia che sta per es-
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se re r·iS:l nllln tini mcrc::. to. In altre pamlc, non s i acq u is ta a ppena s i de Hnea una divergenza ria lzista e allo st esso modo non s i vcnde a ppena l'indicatore sale in ipercomprato. Attenzione quindi a non confondere una mer a indicazione con un segna le oper ativo concreto. n rischio è quello di andare incontro a uno stop loss a causa di un'entr ata affrettata oppure a un mancato guadagno per un'uscita a nti cipata dalla posizione. Un corretto approccio cons iglia di procedere inizialmente con l'analisi tecnica grafica dell 'attività fin a nziaria oggetto di studio. In primo luogo occorre indi viduare i punti di minimo e massimo dei prezzi e unirli tra 101'0 in modo da individuare i livelli di supporto e resiste nza, come illus trato nell'imma· gine 54.1. Una volta individuata la te ndenza , saremo in grado di fare una prima selezione tra gli indicato ri. Se il mercato è laterale opteremo per un leading indicator, quale la pista ciclica.
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Figura 54.1 - Li velli d i supporto in un trend rialzista
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Altrimenti , in caso di tende nza definita , In scu lLfl ricmln) su un lagging indicator come un s istema di medie mobili . Nel caso in ana lis i, la lendenza. caratterizzata dai mini4 mi crescenti, è al rialzo per cui inseriamo la media mobi le esponenziale. lndividuata la categoria occorre chiarire qua 4 li informazioni richiedere aU'indicatore. Se sono necessarie informazioni s ull a velocità del movimento dci prezzi sele 4 zioneremo la solita pista ciclica; altrimenti potremo optare per il KST nel caso si desideri individuare il ciclo di mer4 cato. Ogn i ind icatore ha le proprie caratteris tiche speci6 4 che. Inserito l'indicatore s ul grafi co, come ultinlO passaggio, non resta che ottimi zzare iJ periodo temporale in base alla nostra ope rativ ità e procedere a ll a sua interpretaz ione seguendo le regole es presse nel libro. L'immagine 54.2 ill ustra come la media mobile esponenzia le li 15 periodi s ia un affida bile supporto della tendenza rialzista. Infatti quando, a metà marzo 2000, i prezzi dell'indi ce Fib scesero sotto la propria media mobi le, il segnale di vendita generato sì ri velò prez ioso per uscire daJ mercato in pross imi tà dci massimi storici .
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Figura 54.2 - Media mobile e livelli di s upporto
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GLOSSARIO Accumulazione: fase dura nte la quale, sul mercato, operano le "mani forti" (i bene informati) che fanno incetta di titoli , avendo cura di mantenere bassi i prezzi e i volumi, in previsione di un movimento r ialzista. Ampie zza: misura il grado di partecipazione della gene 4 raJità dei singoli titoli al movimento in atto. Breakout: rottura di un livello di resistenza, o supporto, che inverte la tendenza dei prezzi. Congestione: movime nto laterale dei prezzi cbe oscillano senza una chiara direzione (né al r ialzo né al ribasso) in una forbice di quotazioni comprese tra il su pporto Oinea che unisce tra loro i minimi) e la resistenza (linea che unisce t ra loro i massimi), Correzione : movime nto secondario contrano alla tendenza principale al rialzo. Distribuzione: fase durante la quale, sul mercato, operano le "mani fo rti" che vendono tutti i titoli in portafoglio, avendo cura di mantenere aostcnute le quotazioni, in previs ione di una discesa dei prezzi dell e attività finanziane.
Dive rge n zu: configurazione che s i sviluppa nel mOIllr'nto in cui l'a ndame nto dei prezzi di un'attività fi nanziaria e l'a ndamento dell'indicatore non sono concordi nella medes ima direzione. Esemplificando: prezzi del t itol o a l rialzo e valori dell'indicatore al ribasso, nel caso di di ve rgenza ribass ista. Stesso concetto ma in vertito nel caso di di vergenza ria lzista. lnd.icatore: strumento operativo sv iluppato a llo scopo d'integrare e completare l'anali si tecnica classica. Funge da strum ento di conferma, o divergenza , dei segna li ope· l'ativ i generati da ll'analis i grafica dei prezzi dell'attività finan ziari a. Indi catori adattivi: indicatori che, a utoma ticamente, modificano i propri parametri allo scopo d'adattarsi alle mutate condizioni di mercato, quali l'aumento o la diminuzione della volatili tà. Ipercom prato: zona estrema s uperi ore di un indicatore che segnala un eccesso di domanda. Individu a un possibile mass imo di periodo dell e quotazioni. Ipervenduto: zona estrema inferior e di un oscilJatore che segnala un eccesso d'offerta. lndi vidua un possibile minimo di periodo delle quotazioni. Linea d 'equilibrio (linea dello zero): linea orizzontale che rappresenta il Li vell o d'uguaglianza t ra i valori
utili zzati nel calcolo dell'oscillatore. Caratteristica fondame ntale è la capacità di generare segnali operativi e di cambiamento dell a tendenza in atto mediante il suo at· traversame nto da parte dei valori dell'indicatore. Linea di t e nd e nza (tre ndlin e): linea che unisce tr a loro i massimi o i minimi dei prezzi dell e quotazioni.
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Lagging indj ca tol': ind iC1ttore, non Lcmpe~livtJ. utili zzato per analizzare la tenden za dei prezzi. Leading indic a t or: indicatore, tempest ivo, che anticipa le invers ioni di tendenza dei prezzi delle attività finan ziari e. Long: ope razione speculativa al rialzo. Momentum: misura dell a velocità e della for za della tendenza in atto su un'attività fin a nzia ria . Ope n interest: numero di contratti "aperti" s ul merca· to d ei derivati (es. future) rileva to a ogn i chiusura di contrattazioni. Oscillatore: indicatore car atterizzato dal suo fluttuare attorno alla !.inea d'equilibrio e tra le zone estreme d'ipervenduto e ipercompralo di livello predefinito (es. zero e 100) Res iste nza: liveJ10 dei prezzi, individuato unendo tra lo· ro i massimi delle quotazioni di periodo, in cui il mercato arresta la s ua tendenza r inlzis ta a causa del ritorno di forza da parte dei ribassisti . Short: oper azione speculative al ribasso. Signal Hne: media mobi le calcolata sull'indicatore cui è affiancata. La s ua fun zione è quella di genera re segnali operativi t ramite l'incrocio con i valori dell'indicatore. Stop loss: livell o di prezzi sotto/sopra i quali si chiudono le posizioni aperte nel momento in cui si realizza di aver operato s ulla base di un falso segnale. Generalmen · te l'uscita dalle pos izioni scatta in caso di discesa sotto importanti livell i di prezzo quali su pport i e minimi rela-
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t.ivi precedenti , in caso d'operazioni "long"; oppure in caso d i salita olt.re resistenze e massimi relat.ivi, in operazioni "short". Supporto: livello dei prezzi, individuato unendo t.ra loro i minimi dell e quotazioni di periodo, in cui il mercato interrompe la sua t.endenza ribassista a ca usa di un ritorno d'interesse dei rialziati. Teoria di Dow: teoria elaborata da Charles H. Dow che class ifica e descrive le tendenze in primarie, secondarie e terzia ri e co ll egandole con l'andamento dei volumi , qua li ind icatori di conferma. Volatilità: misura delle oscill azioni dei prezzi. Volume : numero d'azioni scambiate ("passate di mano") nell'arco del periodo temporale consider ato (giornaliero, settimanale o mensile).
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Sehwager OD Futures: Techni cal Analysis, J. Schwagc1i Wiley Ncw Concepts in Technical Trading Systems,
W Wi/der, Trend Researeh Long-term Secrets to Short-Term Trading, L. Wi//iams, Wiley Winning on Wall Strect, M. ZlVeigh, Warner Books
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BA'I' rEnE LL MEnCATO CON I COVERED WARRANT Giovanni Borsi Trading Library - 180 pagine - € 43,90 Il più rompleto e atteso libro sui ct)vered warrant! Scritto da Giomnni Sorsi, (rader professionista primo cJassificat(l nell'Edizione 2000 del Campionato Top Trader di Borsa sezione Mini con una performance del 1000% ottenuta in soli 3 mesi! È un'opera organica e di facile lettura, un manuale pronto per l'uso, in cui trovare gran parte delle risposte ai quesiti che l'investitore quotidianamente si pone sui covered warrant. Nonostante la faciliti!. di negoziazione dei covered warrant ne faccia uno strumento molt(l simile a qualsiasi titolo, i meccanis.mi che ne regolano le variazioni di valore e i movimenti di prezzo impongono all'investitore una conoscenza dei mercati finanziari molto ampia. n primo passo è quindi quello di raggiungere la piena consapevolezza di tutti i rischi che uno strumento di questo tipo t'Omporta. Lo scopo di questo libro, pert.aDto, edare quanto più possibile questa consapevolezZH oon terminologia immediata e tanti esempi pratici perché le teeniche vincenti spesso sono le più semplici. Completa il libro il software realizzata da Andrea Unger, Analisyer 2001, foglio Excel per la corretta valutazione delle quotazioni dei cw.
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