LA STORIA a Vergine di Ferro (in Itali a sto ri ca m ente co nosciuta come Vergine di Norimberg a) è un macabro strumen...
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LA STORIA a Vergine di Ferro (in Itali a sto ri ca m ente co nosciuta come Vergine di Norimberg a) è un macabro strumento di tortura e supplizio diffuso nell'Europa Central e e che si trova spesso legato alle cronache delle atro cità dei tribunali dell'inquisizione e delle orrend e sentenze da essi emesse e fatte eseg uire. Non è uno strumento di morte medievale, come molti credono. Viene infatti utiliz-
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zato per la prima volta solo nel 1515 a Norimberg a e la sua diffusione è contemporanea alla grande caccia alle streghe e agli eretici del XVI e XVII secolo, in un periodo che vede l'Europa sconvolta dal conflitto politico-religioso tra cattolici e protestanti. 11 condannato veniva legato in uno stretto sarcofago metallico dalle sembianze di una rag azza; il coperchio del sa rcofago, armato di chiodi appuntiti rivolti verso l'intern o veniva chiu so di botto, infliggendog li ferite mortali su tutto il corpo che, però, spesso lo lasciavano sopravvivere per diverse ore - se non giorni - in una straziante agonia. Se un gruppo rock del XX secolo decide di darsi co me nome lron Maiden (ovvero l'espressione inglese per definire tale strum ento) è un chiaro seg no che non ha intenzione di passare inosservato . E se il nome definisce bene anche la mu sica del gruppo (micidiale,
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oltraggiosa, solenne e durissima), è segno che si è su un ben altro livell o da quello che poteva essere rappresentato dalle «Pietre rotolanti», dag li «Sca rafaggi del beat» o dai «Profondo porpora» (Roll ing Stones, Beatles e Deep Purple). Gli lron Maiden sono, sin dal loro esordio del '980, la band simbolo dell'heavy metal, la musica dura e violenta per eccellenza che attraversa la storia del rock come una specie di ombra satan ica, di Caino nascosto (ma nemmeno tanto, considerando i dischi che vende) che insegue l'Abele sognante della musica pop e del cosid-
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che l' incredibil e storia di questo gruppo è il frutto di una evoluzione logica non solo dei personaggi coinvolti e della loro personalità artistica, ma anche dei tempi e della società in cui la band (e tutto il meta l in generale) ag isce e di cui ne rappresenta uno specch io fedele e sovente mostruoso, per quanto ricoperto con g li abiti del g rottesco e del teatrale. La storia del gruppo inizia tra le sq uallide periferie della Londra degli an ni Settanta (ai tempi, una delle città più peri co lose d'Europa), dove povertà, cri minalità, scontri razzia li e politici, alco-
detto ro ck «normale» (ma può esistere un ro ck «no rmale»?). l'heavy meta l è il tredicesimo alla tavola dell'industria discografica, l'ospite non invitato e non gradito che impone la sua presenza solamente su lla base dell' immenso seguito di cui gode e del fanatismo dei propri fan, spesso vena to di un setta ri smo para-religioso. Gli lron Maiden (chiamati anche in maniera più semplice Irons o so lo Maiden) sono il gruppo cu lto di tutto questo, la band che più di ogni altra ha ria ssunto in sé ed elaborato in maniera originale tutto ciò che può co nsiderarsi heavy meta l neg li ultimi venticinque/
lismo e disoccupazione sono il quotidiano di migliaia di persone, tra cui troviamo un giovane aspirante calciatore che ri sponde al nome di Steve Harri s. Harris (Leyton stone, 12 marzo 1956) inizia la sua carriera musicale nel 1973. Figlio di una famiglia con poche ri sorse economiche, si dedica sin da giovanissimo al ca lcio, sua passione primaria, coltiva ndo il sog no di diventare un giorno una stella del West Ham United, sua sq uadra del cuore, nelle cui formazioni giovanili milita per qualche tempo. Nell'Inghilterra degli anni Settanta, il calcio e la
trent'anni, con tutte le sue amb iguità, contraddizioni, mescolanze di influ ssi più svariati e compromessi a cui ha abituato amanti e detrattori nel corso della sua lunga storia. Analizzare cosa sia vera mente l'heavy metal è un compito estremamente comp lesso e spesso chi è «dentro» non sa nemmeno definire cosa lo lega alla
musica costitui scono i mondi in cui sono ambientati i sog ni d i ri scatto della stragrande maggioranza della gioventù. Un sistema scolastico e universitario arcaico e ultra-conservatore impedisce di fatto l'accesso alle professioni «nobili» e redditizie, appannaggio ancora delle élite eco nomiche e cultura li . Il giovane Steve non proviene certo da una di queste famig lie e sceg lie le strade maestre di tanti suoi coetanei. Troppi, a dire il vero. Le strade del calcio professionistico so no intasate e anche l'amb iente musica le presenta preoccupanti segni di sovraftollam ento. Steve Harris inizia quasi
comunità di fan. Spesso, anche gli stessi gusti musicali divergono in maniera clamorosa, tranne che per pochissimi gruppi su cui tutti si dichiarano d'accordo per quello che appare quasi come un atto di fede. Uno di questi gruppi, anzi, IL gruppo per eccellenza, sono proprio gli Iron Maiden. Ria ssume re la loro storia e trattare dell'influenza che hanno avuto sulla musica contemporanea (per cui si rimanda al capitolo sugli eredi per maggiori approfondimenti) richiede molta pazienza e una grande rigorosità formale, partendo sempre dal presupposto
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subito a suonare il basso, influenzato principa lmente da Roger Glover dei Deep Purple e da Phil Lynott dei Thin Lizzy. Il suo primo gruppo lo forma insieme a un compagno di scuola, Dave Smith, che suona la chitarra . In questa prima formazione, i Gypsy's Kiss, militano anche Pau l Sears alla batteria, Bob Verschoyle alla voce e
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Tim Wotsit alla seconda chitarra. Nessuno di loro , a parte Harris, avrà alcuna ca rriera musica le. Questa formazione, dedita ad un rock boogie in stile Humble Pie, non dura molto. Esordisce, come indicato da ll'albero genea logico della band incluso nell'a lbu m A Real Dead One, con un concerto a Pop lar, nell'atrio di una chiesa (!) a cui ne fanno seg uito altri cinqu e, quindi si scioglie. AI giovane Steve, però, l'esperi enza è piaciuta parecchio e la mu sica lo coinvo lge se mpre più. Si aggrega, quindi agli Smi ler (a lt ra band sco lastica) nei p rimi mesi del ' 974. Della formazione fanno parte Doug Sampson (batteria), i fratelli Mick e Tony Clee (chitarre) e Dennis Wilcox alla voce, ma anche questa formazione dura ben poco. Harris, allora, decide di mettere insieme egli stesso un a band e, nel dicem bre de l 1975 nascono g li Iran Maiden . All' inizio, il nome prescelto è Influence, ma cambia idea dopo aver visto il film The Man And The Iran Mask in cui c'è la celebre scena della Vergin e di Norimberga, l'agghiacciante strum ento di supplizio che esercita un fascino morbosamente horror sul giova ne bassista . Della prima fo rmazione fanno parte una seri e di amici e compag ni di scuola reclutati quasi per caso: Paul Day alla voce, Dave Sullivan e Terry Rance alle chitarre e Ron Matthews alla batteria . Il primo concerto deg li lron Maiden è in un pub di Stratford, il Cart And Horses, il 5 maggio 1976 ma Paul Day si mostra completamente di sinteressato al destino de lla band e se ne va, sostituito da Dennis Wilcox. Anche Su llivan e Rance non sono molto a loro agio nel gruppo e così, dopo nea nche sei mesi, Harris si trova a dover rim ettere in piedi daccapo la band. La prima persona a cui chiede di agg regarsi alla line-up è un amico di Wilcox un po' disadattato, che vive a pochi passi da casa sua. Il suo nome è Dave Murray. Murray è nato il 23 dicembre 1956 ed è cresciuto in uno sq uallido e poverissimo sobborgo di Londra, Edmunton, e la sua storia personale sembra, fino all'incontro co n Harri s e ai primi successi degli
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Iran Maiden, uscita da lla penna di un Dickens o di un McCourt. Un' infanzia veramente difficile a causa della sua origine mista irlandese e scozzese (e si sa quanto queste due ca ratteristiche etniche iano apprezzate dalle parti della capitale inglese), non certo migliorata dalle condizioni economiche della famig lia: il padre è un invalido e la madre lavora come donna delle pu lizie a ore. Murray, così lascia la scuola a soli 15 anni (dopo averne cambiate una dozzina) ma non riesce a trovare che lavori mal pagati e umiliazioni quotidiane. Da adolescente è già carico d'odio verso la società e verso chi individua come la causa delle sue disgrazie: immigrati, neri, donne e omosessuali. A 15 anni è un skinh ead fatto e finito, pronto per rendere i suoi servigi nella bassa manovalanza dell'estrema destra delinquenzia le o come hooligan allo stadio (anche lui è un fanatico del calcio) ma, fortunatamente, arriva la musica a fa rgli cambiare idea. Ascolta alla radio Voodoo Chile di Jimi Hendrix e l'effetto è talmente dirompente che decide, all ' improvviso, di cambiare vita e di voler impa rare a suonare la chitarra. Spesso ha dichiarato: " Per me è stata molto dura uscire fuori dalla condizione in cui ero, ma solo ora, dopo tanti anni passati, g uardandomi indietro, mi rendo conto di QUANTO sia stata dura...». La prima band che fo rma sono g li Evil Ways, insieme all'amico e «discepolo» Adrian Smith (Hackney, 27 febbraio 1957). Smith è l'u ltimo di tre fig li di una fam iglia della picco la borghesia. Conosce Murraya scuola e quando quest'ultimo inizia a suonare la chitarra, mostrando un innato ta lento per lo strumento, decide di seguirl o a tutti i costi, pagandogli le lezioni e lasciando eg li stesso la scuola per tentare di diventare una rock sta r. Gli Evi l Ways, però, si sciolgono alla fine del 1974. Mu rray entra neg li Iran Maiden ma, all'inizio, ci resta pochi ss imo perché li tiga imm ediata m ente co n Dennis Wilcox, i cui atteggiamenti snob irritano non poco il timido e complessato chitarrista. Harri s, comunque, si rende subito conto delle incredibili potenzialità musicali di Murray e fa di tutto pur di con-
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vincerlo a ritornare nella band. Ma Murray, su invito di Smith, si è già unito agli Urchin e ci resta fino ai primi mesi del ' 977, sostenendo una discreta attività live nel circuito dei club di East London. Gli Urchin firm ano anche un contratto discografico con l' indipendente Djm, ma non ri escono mai a pubblicare un disco. Nel frattempo, g li lron Maiden, dopo aver cambiato una mezza dozzina di elementi so no nuova mente al palo. Harris, rim asto solo, richiama Murray che accetta di suonare con lui senza la presenza odiosa di Wilcox. Viene reclutato anche Doug Sampson (già neg li Smiler) alla batteri a e Paul Cairn s alla chitarra (sostituito poi da Paul Todd, a sua volta rimpiazzato da Tony Parsons). M a la vera svolta nella ca rri era del g ruppo awiene quando si aggrega a loro il cantante di un g ru p po loca le d enominato Bird Of Prey, tale Paul Di'Anno. Di 'Anno è il classico teppista della stermin ata suburbia londinese; di chiare ori gini italiane, è un volga re e arrogante adolescente (è nato il1 7 maggio 1959 a Chingford, altro lurido sobborgo di Londra) già mezzo alcolizzato che canta con una voce al vetriolo ed è capace di scatenare ri sse tra il pubblico con la foga epilettica delle sue esibizioni. Di mestiere fa il garzone di un macellaio (curioso co mun d enom in ato re co n Ozzy Osbo urn e) e, in un prim o tempo, rifiuta l' invito di Harri s. Poi, dopo aver visto la band da l vivo e aver giudica to Dennis Wi lcox «uno stron zetto da appendere a un gancio», decide di poter fare molto meg lio e si unisce agli lrons. Le prime esibizioni del gruppo awengo no nell'ampio circuito dei club e dei pub di Lond ra ma non destano g rand e impressione. È l'epoca del punk, a cui la band è frettolosamente assimilata, e molto spesso i concerti vengono interrotti per le intemperanze del pubblico, intemperanze che Di'Anno sa come scatenare a dovere. Paul Di'Ann o esordisce dal vivo co n il g ruppo il 31 dicembre 1977 al Ru skin Arm s Pu b, ma la fo rtun a degli lron Maiden, in q uesto peri odo, si chiam a Nea l Key. Key è il deejay e gestore di un loca le, il Soundhouse, dove gli Iron Maiden si esibisco no all'inizio del 1978.
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Rimane talmente impressionato dalla potenza di fu oco del gruppo che si fa dare un loro demo e inizia a trasmetterl o incessantemente nel suo spazio radiofonico dedicato alle band emergenti e senza contratto chiamato Bandwagon. Il So undhouse, in oltre, forni sce regolarm ente la sua classifica delle migliori band underground alla rivista Sounds che g li dedica uno spazio apposito og ni mese. In questa speciale cl assifica, gli Iron Maiden schizzano subito ai primi posti, generando un interesse enorme tra i rock fa n londinesi. L'Inghilterra è nel mezzo di una vera e propria ri voluzione della cultu ra e del costume. Il punk dilaga e con esso tu tte le form e d'arte e di mus ica che dichia rano la rottura e il rifiuto del passato . Sebbene la musica dei Maiden affondi le sue radici nell'hard rock dei Deep Purple e dei Free, il metal viene ora scoperto come un fenomeno «nuovo» da parte dei media inglesi che si inventano presto la definizione di New Wave Of British Heavy Metal (NWOBHM) per da re un 'etichetta al fe nomeno. Tu tto ciò che fa novità, che è estremo, shock e violento è bene accetto è la fa ma del gruppo cresce rapidamente senza inco ntrare ostacoli. È del 1978 l' invenzione di Eddie che sa rà destinata a diventare la più im portante icona dell' heavy metal di t utti i tempi . Harri s dichiara di aver preso spunto da una testa di pl astica (<
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momento del quinto compleanno del bambino, il padre entra nella sua stanza e gli dice: «Eddie, figlio mio. Oggi è un giorno molto importante per te e per questo ti ho portato un regalo ••. E Eddie risponde: «Oh no! Non mi dire che è un altro cappello!>•. Sicuramente Harris conosce bene questa barzelletta, ma altrettanto sicuramente non è la fonte di ispirazione primaria per la creazione del personaggio. Eddie è una specie di mostro-zombie, dal volto semi-scarnificato, dagli occhi infuocati «
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damentale importanza perché traduce in sé tutto o quasi l'immaginario della cultura metal da quando il fenomeno è nato. Gli stessi lron Maiden si compiacciono a tal punto dell'evoluzione della loro creatura, da dargli scientemente un'evoluzione estetica e ambientale coerente e che assorbe in se tutte le suggestioni e le inquietudini che la band traduce nella propria rovente musica. Nel 1978 l'Inghilterra pullula di riviste underground e radio indipendenti che contribuiscono in maniera decisiva al ricambio generazionale che avviene nel rock britannico. I mass media inseguono affannosamente i nuovi fenomeni musicali e il metal è uno di questi, anche se negli anni a seguire subirà un vero e proprio boicottaggio mediatico in Europa per tutta una serie di motivi e nonostante un successo al di fuori di ogni misura. In ogni caso, la fine deg li anni Settanta è un periodo in cui le case discografiche inglesi sono alla ricerca spasmodica di band giovani da mettere sotto contratto, fiutando l'affare imminente. Il seguito di fan che i Maiden riescono a costruirsi soltanto suonando dal vivo (principalmente nella zona di Londra) è tale che, quando incidono un mini-album, Soundhouse Tapes (1979), di sole quattro canzoni che viene venduto esclusivamente per corrispondenza o ai concerti, riescono ad esaurire tutta la tiratura iniziale di 5mila copie. La Emi contatta il gruppo e gli propone di ristampare altre 20mila copie del disco per distribuirle sul mercato nazionale, ma la band rifiuta, consigliata anche dal manager Rod Smallwood che proprio nel 1979 inizia a prendersi cura della band. Nel frattempo, dopo altri cambi di formazione di relativa importanza, entrano in pianta stabile nella band il chitarrista Dannis Stratton (Londra, 9 novembre 1954) e il batterista Clive Burr (Londra, 8 marzo 1957), proveniente dai Samso n, gruppo in cui ha preso il suo posto tale Thunder Stick, per qualche tempo batterista dei Maiden. Harris e soci rispondono alla label che quel mini-a lbum è un regalo per i fan più fedeli e che loro sono disposti solo a firmare un 13
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contratto discografico vero. La tattica ha successo e la Emi scrittura il gruppo, non sapendo ancora di aver fatto uno degli affari più grossi della sua vita. Include prima due canzoni nella compilation Metal For Muthas (che diventa una specie di vangelo per la scena metal inglese del periodo) e poi spedisce la band nei Kingsway Studios di Londra a registrare il suo primo album. Ma il produttore che viene loro affidato, Will Malone, non crede minimamente nel gruppo, considerandoli «un branco di punk incapaci» e lavora svogliatamente al prodotto. Nonostante una resa sono ra non ecceziona le, Iron Maiden, uscito nell'aprile del 1980 (preceduto di qualche mese dal singolo Running Free), diventa un clamoroso successo, arrivando al numero 4 delle classifiche inglesi. La band viene invitata alla trasmissione televisiva Top Of The Pops, ma Steve Harris e compagnia pretendono di suonare rigorosamente dal vivo e non in playback, come era abitudine del programma. L'unica altra band che aveva ottenuto una cosa del genere erano stati gli Who otto anni prima. L'esibizione manda in delirio i giovani fan assembratisi negli studi della Bbc e scanda lizza il pubblico da casa per la sua agg ressività e volgarità, ma proprio questo crea intorno ai Maiden l'alone di band selvaggia e irriverente che in quel preciso momento storico il pubblico inglese gratifica con il massimo dei consensi . Di'Anno su l palco è esattamente come nella vita di tutti i giorni: un rozzo bullo di periferia, alcolizzato, arrogante ed erotomane, senza trucchi e fronzoli, che si veste e si comporta in maniera identica ai suoi fan. Questo crea un rapidissimo processo d'identificazione, in anni in cu i tutto ciò che riguarda le sofisticatezze estetiche e le complessità strumentali dei primi anni Settanta (Genesis, Jethro lull, Wishbone Ash, ecc.) appare come un insopportabile retaggio del passato. Ma il grande successo degli lron Maiden in questo periodo deriva anche dal saper interpretare in maniera quasi casuale ma estremamente sincera e l
veritiera, il profondissimo disagio morale e intellettuale della loro 14
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generazione su cu i vale la pena spendere qualche parola. Sin dalla prima uscita discografica, si capisce immediatamente chi è il vero protagonista della loro storia. Eddie campeggia su lla copertin a del disco, fissando l'acquirente attraverso i suoi occhi diabolici e il suo vo lto scarnificato ma da cu i traspare un a palese perplessità. È un'immagine estremamente semplice ma oltremodo rappresentativa . Nella maschera orrid a e stupita allo stesso tempo d i Eddie ci sono tutti i dubbi di una generazione entrata in crisi ancor prima di affacciarsi al proscenio della vita sociale, civile ed economica. Come i fatti dimostreranno drammaticamente negli an ni Ottanta e Novanta, gli adolescenti e i giovanissimi che vivono a cava llo tra gli anni Settanta e g li anni Ottanta assistono inermi al disgregarsi di ogni ideologia e va lore morale, al progressivo azzeram ento dei precedenti concetti di identità e ne cercano alla svelta di nuovi per non trovarsi privi di un volto e di un qualcosa da dire. La musica interpreta alla perfezione lo smarrimento di questa gioventù che viene letteralmente schiacciata dai fratelli maggiori, persi nell'utopia della contestazione e la spaventosa reazione conservatri ce dei padri, a cui fa appello la lhatcher per propugnare il suo nuovo credo iperliberi sta che somig lia tanto alla legge della giung la . Sin dai suoi primi vagiti, infatti, questa generazione ha già capito che sa rà lei a pagare il conto per tutti e che dovrà combattere un mondo di privilegi e caste legate all'ideologia, proprio lei, che di ideologie non ne ha nessuna. È una generazione che apprende subito la legge del più forte e del più furbo e che si trova tra due fuochi: da un lato il bigottismo conservatore e clericale, fondamentalmente oscurantista e moralista delle destre conservatrici e cri stiane; e dall'altro una sinistra massimalista e barri cadera che non degna d'attenzione chi non partecipa al suo progetto politico e socia le. Eddie è proprio questo: l'adolescente che non sa da che parte andare e a cu i tutti ri cordano la sua condizione di «mostruosità»
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perché non ha una maschera da mettersi, né se la vuole mettere. Questo adolescente si trova davanti un mondo fatto di slogan e di apparenze, in cui è obbligatorio dirsi «di destra» o «di sinistra» e tutto è piegato ai dogmi del pensiero dominante. Nello stesso momento, però, è un mondo che vive una spaventosa evoluzione consum istica di cui tutti vogliono senti rsi parte. Nelle periferie degradate inglesi si respira un'aria di rivolta imminente. La violenza teppisti ca è all'ordine del giorno, così come g li scontri razziali e tra gang rivali. Il traffico d'eroina e cocaina diventa, per la prima volta nella storia occidentale, una delle industrie a maggior fatturato e non più un paradiso artificiale per ricchi. La società occidentale promette benessere e felicità per tutti (soprattutto in funzione di propaganda anti-sovietica), senza curarsi del fatto che non potrà mantenere tutti gli impegni . Il welfare state sembra garantito per tutti e il mito socia le e civi le di quegli anni è la Svezia dove lo Stato accompagna il cittadino «da lla culla alla tomba». Ma questo non è un paradiso accessibile a tutti e quando le nuove generazioni passano all' incasso della ca mbiale firmata dalla propaganda capitalista, si trovano un pugno di mosche in mano. La realtà quotidiana dell'Inghilterra deg li anni Settanta, infatti, è fatta di disoccupazione e alcolismo, degrado sociale, droga, lavoro minorile e quant'altro a disegnare un quadro a tinte fosche che la musica commenta con insolita durezza . In realtà, non sa rebbe niente di diverso dall'eterno vissuto dei poveri e degli emarginati che in Gran Bretagna può vantare una copiosa letteratura d'impegno sociale sin dagli albori della rivoluzione industriale. Negli anni Settanta, però, ci sono due fattori che si presentano per la prima volta nella storia inglese e che cambiano le carte in tavola. Il primo fattore è la mancanza dello sfogo coloniale, vera e propria porta aperta per tutti gli sbandati e gli avventurieri che l'Inghilterra ha partorito negli ultimi tre secoli. In secondo luogo, il radicale cambiamento politico ed economico avvenuto
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in seguito alla guerra fredda con l'Urss. La sensazione general e di «promessa non mantenuta» e che mai sa r~ ma~tenuta, ~ro:oca nelle nuove generazioni una sensazione di rapIda estraniaZione
dalla cultura maggioritaria e dalle sue form e più canoniche per cercare nuovi spazi in cui trovare la propria iden~ità avulsa dal conte~ sto genera le e spesso in conflitto con esso . E in questo brodo di coltura (lo stesso del punk) che nasce l'heavy metal, musica di rottura che interpreta le angosce più epidermiche di quest~ generazione e le tra sforma non solo in un suono ma anche In un etICa e In un'estetica, perfettamente complementare ma anche opposta a quella occidentale e cristiana. È l'epoca delle sottocu lt~re metropolitane, ovvero, con termini più pertinenti, delle Identlta soclo-musl~ cali e del tribalismo urbano che si aggrega intorno ai fenomeni musicali. Gli Iran Maiden sono portavoce incon sa pevoli di tutto questo, ma la loro icona finirà per rappresentare un mondo musIcale e socia le _ quello dell'heavy metal - che ancor oggi costitUisce una delle più grandi rivolu zioni che si siano mai verificate nella storia della musica rock. Iran Maiden è proprio il manifesto di questa realtà culturale e sociale. Un disco brutale ed epidermico, una vera e propria raccolta di inni di ribellione come Running Free, Prowler e la sguaiatissima Charlotte The Harlot, sparati a tutto volume sulla base di un sound ossessivo e diretto. Pur vantando una discendenza dai padri StOriCi dell'hard rock inglese come Deep Purple, Uriah Heep e Led Zeppelin, il nuova metal (di cui i Maiden so no i principali interpreti), condivide con il punk la stessa frenesia ritmica e la stessa Immediatezza espressiva. Le chitarre sono più distorte e Violente, " cantato rifugge dai gorgheggi di un Robert Plant o di un David Byron e non c'è la minima attenzione per i barocchismi e la musica claSSica di cui l'hard rock «storico» era pieno. So ltanto un feroce ro ck metallico alla sua massima esp ressione che genera non poche preoccupazioni alla criti ca e alla «moral majority» benpensante. 17
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L'ascesa del gruppo è irresistibile. Prima ancora che l'album sia ufficialmente nei negozi, gli lron Maiden iniziano un tour inglese di oltre cinquanta date a supporto d ei Jud as Priest che, in quel momento stanno vivendo l' incredibile trionfo in patria d i British Steel (ad oggi, oltre due milioni di copie vendute solo nel Regno Unito). L'eco di questo tour in Inghilterra è clamoroso e anche le polem iche da esso suscitate non sono da meno. I Judas sono visti come una band pervertita e fascistoide per via del suo look sadomaso e gli Iron Maiden come una dell e band a più alto ta sso di incitamento crimin ale presente sul mercato. La guida di Smallwood fa sì, però, che le polemiche serva no solo ad ingrossa re l'attenzione verso la band (nel pieno rispetto della lezione impartita da Malcom McLaren con i Sex Pistols) e il 23 agosto dello stesso anno i Maiden, dopo soli quattro mesi dal loro esordio discografico ufficiale, si esibiscono al prestigioso Festiva l di Read ing davanti ad oltre 30mila persone, secondi nel ca rtellone solo agli head liner Ufo. Smallwood è uno che ha i contatti giusti e così manda la band in tour perenne. Riesce a trova rl e un ingaggio co me supporto ai Kiss per la loro tourneé europea e mai mossa si rivelò più felice. I Kiss stanno promuovendo l'alb um Unmasked, sens ibilm ente m eno duro e più «pop oriented •• dei precedenti e il pubblico europeo, scosso dalla tremenda forza d'impatto degli Irons, co ntesta violentemente la band americana, insultando Gene Simmons, Paul Stanley, Peter Criss e Ace Frehley come dei buffoni e rendendo problematico, a volte, lo svolgimento dello spettacolo. L'iconografia radica lmente opposta delle due band fa apparire i Kis s come un logoro fenomeno da baracco ne in confronto alla straripante energia vitale deg li lron Maiden. E la spiegazione è ovvia : gli lron Maiden interpretano lo spirito dei loro tempi; i Kiss non più . Rod Smallwood ca pisce subito le in credibili potenzialità del g ruppo e decide di trovargli una produzione migliore. Prima di questo, però, mette alla porta Dannis Stratton che non si trova a I 8
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suo agio nel furioso heavy rock della band e preferi sce sonorità più bluesye sou!. I primi contrasti sulla direzione musicale da prendere so no un motivo sufficiente per sba ra zza rsi di lui e reclutare alla
seco nda chitarra Adrian Smith, voluto fortemente da Dave Murray. È una fase in cui, com unque, tutti i pezzi del gruppo sono scritti da Steve Harri s e il talento della band ri schia di disperdersi tra abitudini alcoliche e una totale in co ntro llabilità ca ratteri ale. Smallwood porta il gruppo dall'esperto Martin Birch (Deep Purple e Rainbow, tra gli altri) che accetta di produrre il nuovo album. Killers esce nei primi mesi del 1981 ed è un disco che ca mbia la storia della musica rock e meta!. La ca ri ca esplosiva dell'esordio è ora resa ancora più micidiale da una produzione perfetta e un so ngw riting di prim'ordine. L'heavy metal ha la sua bandiera ufficiale in brani come l' insinuante Killers, l'anthemica Wrathchild e la rabbiosa Purga tory. Il logo del gruppo (sempre con lo stesso stile) comincia a fare bella mostra di sé sulle magliette e sulle toppe di migliaia di fan in tutta Europa. Il disegnatore Derek Riggs si occupa di creare uno stile grafico (al g ruppo e ad Eddie) visibile e ri conoscibile, che costituisce una parte fond amenta le del loro successo mo ndiale. Eddie vive, nelle uscite ufficiali e nei riadattamenti elaborati dai fan, tutta una se ri e di avventure che riflettono genuinamente lo sp irito della generazione di metal fan dell'epoca, vogliosa di trova re un idolo tetro e ributtante da adorare e da sentire come propriO e che sia detestato da tutti g li altri. Su lla copertina di Killers, Eddie non ha più lo sguardo interrogativo del primo album. È questo il passo che gli dà una sua propria personalità e ne attesta gli umori crimin ali e m aca bri . Tri onfante, brandisce un 'ascia in sa nguinata mentre viene tirato per la maglietta da due mani la cui proprietaria è la destinataria dei mortali colpi appena inferti . Chi sia, lo si capisce immediatamente: i pol sini della camicia sono g li stessi che Margaret Thatcher indossa nella copertina del si ngo lo Women In Uniform , mentre 19
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tende un agguato ad Eddie che si accompagna co n due disponibili donzelle. Gli assassini sono in azione e dichiarano la propria furia
omIcIda co me estremo sfreg io all'Inghilterra conservatrice della «lady di ferro » (sulla somig lianza di questa definizione con le parole lr.on Maiden, il gruppo ci ha marciato per anni). Il '98"
InfattI, e un anno pesantissimo per la gioventù inglese. la Thatcher dIchIara guerra allo stato sociale e ai sindacati scatenando conflitti con moltissime categorie di lavoratori e pr~vvedendo al sIstematIco smante llam ento di tutta la rete di protezioni econom:che di cu i godono gli strati più poveri della popolazione. Non c'epersonaggio più detestato dalle giovani generazioni del Regno UnIto dI leI, capace di dividere in maniera netta e priva di sfumature l'elettorato ingl ese: o la si ama o la si odia. Il metal non nasce con precise connotazioni ideologiche, ma l'autoritarismo e il morallsmo della Thatcher gli va lgono gli in sulti anche della scena heavy inglese. In seguito, gli stessi lron Maiden diranno che la loro era una specie di parodia senza particolari significati, ma è interessante considerare l'humus cultura le in cui nascono le espressio ni s~no re e Iconog rafiche del periodo, anche a livell o parodistico. L Eddle che compie il suo delittuoso rituale (nella copertina del singolo Sanctuary, la Thatcher v iene addirittura decapitata e le parole. della canzone lron Maiden vengono spesso legge rm ente modIfIcate dal vivo per riferire le minacce più spontanee a «Maggle») è v ivo e vita le, sprezza nte e pieno di una rabbia al di fuo" dI ogni misura che, però, non si traduce in una visione ideolog Izzata del mondo (come avviene, invece, per il punk e per . moltI esponentI della new wave), ma nel nascente culto del supe. romlsmo a tinte sataniche che il metal abbraccia senza remore. . la band diventa un oggetto di culto fanatico in tutta Europa e si Imbarca In un massacra nte tour mondiale di oltre cento date ma Paul Di'Anno esagera con l'alco l e si rende spesso incapace di cantare dal vivo. Nonostante le remore della Emi, Steve Harris è deciso 20
LA STORIA
a non la sciars i sfugg ire la grande occasione della sua vita per costruire un successo duraturo. Senza troppi complimenti, Di'Anno viene scaricato, nonostante siano già pronte le canzoni del nuovo album che lui avrebbe dovuto registrare da lì a poco. la scelta del sostituto cade su Bruce Dickinson (vero nome Paul, nato a Worksop Notts, il 7 agosto 1958). Dickinson ha all e spalle una storia personale che è all'esatto opposto di quella degli altri membri del gruppo. Figlio della buona borghesia (il padre era ingegnere meccanico nell'aviazione e la madre lavo rava in una boutique), è laureato in Storia, pratica la scherma, ha un'ottima cultu ra personale, un brevetto di vo lo e un background musicale che affonda nel progressive di Jethro Tull, Van Der Graaf Generator, Emerson lake & Palmer e Arthur Bown. In parole povere, tutto il contra rio di Di'Anno, ma all' inizio se ne accorgono in pochi. Quando Dickinson esordisce dal vivo, in Italia il 15 ottobre '98" sono in molti a scambiarlo per Paul Di'Anno; la notizia non era ancora stata data ufficialmente e la foga che il nuovo cantante mette nell'esibizione live è pari a quella del suo predecessore. l'arrivo di Dickinson, com unque, porta una lenta rivoluzione nel gruppo che abbra ccia uno sti le compositivo sempre più ri cercato e pieno di riferimenti letterari. la «cerebrali zzazione» degli lron Maiden comincia proprio in questo periodo e molti fan accuseranno il gruppo di aver perso lo spirito ribelle e anticonformi sta originario per rifugiarsi in uno steri le manierismo metallaro. Tesi giusta, ma che spesso dimentica che la maggior parte dei «man ierismi» e il «cliché» dell'heavy metalli hanno inventati proprio gli Iron Maiden . Nel '982, però, la foga iconoclasta del gruppo è ancora ben presente e il nuovo cantante esordisce discograficamente con quello che è unanimemente considerato il capolavoro dei Maiden. Nel 1981 era stato pubblicato un mini-album dal vivo, Maiden japan, con Paul Di'Anno, ma l'atte nzione dei fan è tutta sul nuovo disco in studio. The Number or The Beast arriva subito al primo posto delle
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classifiche inglesi e, dopo breve tempo, vende discretamente anche negli Stati Uniti, nonostante non sia regolarm ente distribuito su tutto il territorio. La rabbia metallica dei primi due album ora è filtrata attraverso un approccio più macabro e maniacale, pregno di suggestioni sataniche e fantapolitiche. Con questo disco, gli lron Maiden crean o un museo degli orrori mu sica li che va dall'iniziale Invaders sino alla conclusiva Hal/owed Be Thy Name senza soluzione di contin uità nel rituale dell'orrido e dello spaventoso. La title-track ripete in maniera ossessionante il ritornello «666 il Numero della Bestia», ma la Bestia non è il Diavolo bensì lo stes~o Eddie che, nella copertina del disco, regge addirittura i fili di un Satana-burattino ai suoi comandi. Satana, a sua volta, regge quelli di un raga zzo senza espressione che viene manovrato poco al di sopra di un Inferno rovente, in cui i corpi e le anime bruciano senza tregua. Eddie stesso tiene nella mano sinistra una fiamma come un moderno Prometeo e la stessa cosa fa Bruce Dickinson nel retrocopertina, reggendo in mano una torcia nell'atto di alimentare il fuoco della dannazione. La saldatura tra la cultura metal degli esordi e quella gotico-satanista è oramai avvenuta ai massimi livelli (è arriva ta, cioè, ai primi posti delle classifiche) e tutto il meta l ne porterà in futuro le stimmate. L'Eddie di The Number Of The Beast fa apparire improvvisamente ridicoli e sorpassati tutti i discorsi sui messaggi satanici subliminali che sa rebbero stati registrati al contrario negli album dei Led Zeppelin e dei Beatles. Qui, Satana si fa leggere nel verso giusto, a caratteri cubitali e in maniera inequivocabile e fiera. Eddie impera. Gli lron Maiden sono oramai un gruppo di prima grandezza e quasi tutti i grandi festival metal in Europa li vedono protagonisti. Un altro tour di 180 date in giro per il mondo porta Clive Burr all'esa urimento nervoso e, nonostante sia risultato «miglior batterista hard rock» nell'annuale referendum dei lettori della rivi sta inglese Kerrang!, decide di abbandonare la band, anche per sopraggiunti 22
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contrasti con Steve Harri s, sempre più padre-padrone del gruppo . Il sostituto è Nicko McBrain (vero nome Michael Henry McBrain, nato a Hackney, 5 giugno '952), batterista figlio d'arte, appassionato di jazz, blues e progressive che, prima di agg regarsi ai Maiden, ha girovagato in una dozzina di band differenti (tra cu i gli Streetwalkers di Roger Chapman) fino ad incrociare gli Irons durante un concerto in cui suonava nei francesi Trust, autori del brano Antisociol che sa rà uno dei maggiori successi nel metal europeo dei primi anni Ottanta. Già nel 1979 ha avuto occasione di conoscere Steve Harri s durante un festival in Belgio, quando militava nei McKitty e McBrain è la prima e unica persona a cui pensa il bassista per il ruol o vacante di batterista nei Maiden . McBrain accetta entusiasta, già stanco dell'esperienza nei Trust, ma alla prima prova si presenta completamente ubriaco, al punto che gli altri membri del gruppo (con l'eccezione di Harri s) votano per trovarne un altro. Harri s, a cui spetta sempre l'ultima parola, insiste per avere lui e tanta ostinazione viene ricompensata . Più quadrato e meno esplosivo di Burr, McBrain ha sviluppato nei Maiden uno stile batteristico potentissimo e originale che gli ha fatto guadagnare la palma di uno dei migliori drummer rock di tutti i tempi. Il suo ingresso nel gruppo è la chiave della scelta sti listica di Pie ce Of Mind (1983, titolo inizialmente prescelto: Food Far Thought) , disco articolato e complesso, privo dell'immediatezza criminale dei primi album ma ricco di arrangiamenti sofi sticati e «colto» nelle liriche e nelle atmosfere. I brani sono costruiti con maggiore enfasi e iniziano a fioccare le citazioni letterarie e cinematografiche come To Tame A Land (ispirato al romanzo Dune di Frank Herbert) e Quest Far Fire, ispirata all'omonimo film . Negli Stati Uniti la band viene accusata di satan ismo, ma questo gli consente lo stesso di arrivare al loro primo disco di platino (oltre un milione di copie vendute) di imbarcarsi in un lungo tour americano che vede i loro concerti sold-out dappertutto. Eddie si afferma sempre più 23
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come l'icona principe dell'heavy metal mondiale. Nella storia creatagli dai Maiden, ha avuto quello che si meritava . La reazione del sistema è stata vio lenta e ora si agita nella copertina di Piece or Mind incatenato, all'interno di una cella imbottita e legato da una camicia di forza. Il potere ha mostrato la sua faccia più bestiale e i suoi metodi più crudeli per portare alla ragione la variabi le impazzita della cultura giovanile. Il personaggio Eddie cresce e si riversa completamente in una dimensione orrorifica in cui apprende la violenza del mondo a sue spese.
È interessante notare come in Piece or Mind, Eddie compare rapato a zero. La rasatura è un atavico gesto di stupro simbolico, di umiliazione e di ratificazione dell'obbedienza a cui si è costretti quando ci si sottomette all'autorità, come avviene in collegio o nell'esercito. Eddie è prigioniero e viene liberato solo per andare a combattere al fronte, nella copertina di The Trooper, ora bravo soldato hooligan impegnato ad apprendere la nobile arte del massacro. Una lezione che impara alla svelta. La band si lancia in un tour americano che molti sconsigliano, tem endo che gli Irons non abbiano ancora abbastanza seguito oltreoceano, ma i concerti si rivelano lo stesso un trionfo. Gli lron Maiden non sono solo una metal band, ma un emblema del movimento stesso, un simbolo culturale e ideologico che è circondato da un pubblico fanatico e devoto. Pur non raggiungendo i risultati di vendita di altri gruppi hard rock e heavy metal del periodo come i Def Leppard o i Quiet Riot, il successo dei Maiden si dimostra più solido e duraturo perché basato su ll'adorazione dei fan per il concetto da essi rappresentato e, in assenza di costose campagne promozionali, sul semplice passaparola tra seguaci. La frenesia della band porta g li Iron Maiden a programmare per l'estate del 1984 l'uscita del nuovo album che viene accolto dal pubblico con un successo a dir poco strepitoso . Powerslave entra subito al numero l della classifica inglese e nella Top lO di un'altra
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ventina di Paesi nel mondo. L'ambientazione e l'iconografia del di sco sono sorprendenti. Negli anni Ottanta, infatti, tornano di gran moda i dibattiti sull'Antico Egitto e la sua storia che sarebbe stata, più o meno, falsificata o mal interpretata dalla cosiddetta ortodossia scientifica per occultare le prove di civiltà pregresse più sviluppate tecnologicamente esistenti in Medio Oriente in tempi remoti. La band, con il contributo determinante di Dickin so n, inventa un heavy metal dalle forti influenze letterarie e ricco di citazioni colte, il tutto sviluppato sulla base di un sound feroce e sfavillante. Brani come lo sco nqua ssa nte riff metal di 2 Minutes To Midnight, la sibilante Flash or The Biade e le opere macabre di Powerslave e Rime or The Ancient Mariner assurgono subito allo status di classici immortali del metal in virtù di una qualità compositiva sconosciuta alla strag rande maggioranza dei gruppi del periodo. Il modo di cantare di Bruce Dickin son, alto e aggressivo, diventa uno standard per i cantanti metal e gli incroci chitarristici tra Murray e Smith mettono in mostra una perizia tecnica e un ' intesa invidiabili . Murray suona come un Ritchie Blackmore appena più distorto, ben coadiuvato da Smith in cui si rifl ettono umori più hard blues e psichedelici in stile Blue byster Cult. Il basso di Harris è un martello da guerra, vero motore termonucleare della band, capace di dettare le cadenze e i ritmi del sabba indiavolato, insieme al drumming furente (ma estremamente dosato, a differenza dell'incontrollabile Clive Burr) di Nicko McBrain. Il tour che segue è il più lungo e sontuoso che mai sia stato messo in piedi da una rock band. Il World Siavery Tour vede la band impegnata in oltre trecento concerti in poco più di un anno . La scenografia è faraonica (è il caso di dirlo) e prevede la presenza sul palco di una gigantesca piramide e diversi templi egizi di cartapesta . È un tipo di spettacolo che, tra l'altro, genera una polemica notevole con Ronnie lames Dio, il quale, nello stesso periodo, pubblica l'album Las t In Une che riflette la medesima vena ispi rativa e la
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stessa ambientazione antico-egizia. Anche Dio porta in giro uno show con la stessa scenografia e i due tipi di palco sono pressoché identici, al punto che sembrano disegnati dalla stessa persona. Fioccano, naturalmente, da una parte e dall'altra, le accuse di plagio, ma non si riuscirà mai a stabilire quale delle due band sia realmente arrivata prima dell'altra. Probabilmente, entrambe hanno subito le stesse influenze dell'ambiente culturale del tempo, particolarmente favorevole alle suggestioni archeologiche scatenate dal successo dei film di Indiana Jones. Non si tratta di suggestioni di serie B, perché spesso il cinema e la cultura «popolare» hanno il merito di riportare all'attenzione generale argomenti e questioni che si vuole dimenticare. L'heavy metal ha sempre avuto il grande merito di aver interpretato alla perfezione i caratteri più grotteschi e meno accettabili della cultura popolare e gli lrons, da perfetti interpreti dell'immaginario dei loro fan, si identificano in un mondo occulto-fantascientifico che riporta nella civiltà occidentale, a livelli molto più ampi e con diverse motivazioni che travalicano il discorso musicale, punte di irrazionalismo esoterico che non si registravano dagli anni Venti. la nuova evoluzione di Eddie è sorprendente e apparentemente non contigua alle precedenti. In realtà, l'Eddie proiettato nell'Antico Egitto ed eretto a monumento nella copertina di Powerslave è la logica conseguenza delle sue vicissitudini antecedenti. Eddie è chiaramente morto e viene venerato in un gigantesco edificio sepolcrale da cui il suo volto scruta il piccolo mondo di devoti che ne portano a spalla il feretro. Le guerre di The Trooper, Aces High e 2 Minutes To Midnight (tutte immagini in cui Eddie viene raffigurato nel ruolo di soldato) hanno avuto il loro tragico epilogo e Eddie ha pagato carissimo il suo tentativo di ribellione. La cosa più interessante, nonché la chiave di comprensione dell'iconografia di Powerslave, è il retrocopertina. AI capezzale del sarcofago dove giace il cadavere mummificato di Eddie, c'è Thoth, il dio egizio del 26
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sapere e colui che, dopo la morte, pesa le colpe e i meriti dei defunti per deciderne il destino. Eddie attende e riposa nel suo scrigno di orrori visti e vissuti. L'apice della band è l'esibizione al gigantesco festival Rock In Rio nel gennaio del 1985. Davanti a 250mila spettatori, vengono ufficialmente incoronati re del metallo con un'esibizione ad altissimo
voltaggio. Il tour finisce solo nel settembre dello stesso anno e vede la band esausta e sull'orlo dello sfinimento ma il vuoto viene subito riempito con un album live che fa epoca. Uve After Death è un capitolo importantissimo della carriera dei Maiden. Primo live metal degli anni Ottanta, è anche l'archetipo dei dischi rock dal vivo per gli anni a venire. Nelle intenzioni di Martin Birch, Uve After Death deve essere il Made In Japan della decade e, col senno di poi, si può tranquillamente giudicare che l'obiettivo è stato raggiunto. È impressionante come i fan del gruppo assimilino a memoria ogni passaggio del disco e ne conoscano ogni minuto suonato e interpretato. Oggetto di culto per eccellenza nel mondo dei collezionisti metal, questo disco mostra una iconografia e una simbologia assolutamente perfetta e riassuntiva di tutti i primi cinque, straordinari anni del gruppo. Per Eddie, il giudizio è stato emesso e ne viene decretata la resurrezione dall'oblio della sepoltura. Emerge in maniera violenta dalla sua tomba e scatena tutta la sua rabbia nel mezzo di un devastante tempesta che abbatte i palazzi e squarcia i cieli. la copertina di Uve After Death è un trionfo di citazioni (a cominciare dal titolo), la cui più importante è sicuramente quella che fa bella mostra di sé sulla lapide della tomba. È una frase di Howard P. Lovecraft, tratta dal suo romanzo /I richiamo di Cthulhu: «Non è morto ciò che può eternamente attendere, e con il passare di strani eoni, anche la morte può morire».
la citazione non è casuale. lovecraft aveva come leit motiv della sua produzione letteraria, la convinzione che una razza di esseri 27
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cosmici dai poteri e dalle conoscenze tecnologiche straordinarie abbia abitato la terra prima dell'umanità e che, in seguito ad avvenimenti catastrofici, si sia ecli ssata in qualche posto inaccessibile del mondo (probabi lmente sotto i ghiacciai dell'Antartide) in stato di ibernazione e in attesa di condizioni più favorevoli per ritornare alla vita e riprendere possesso del mondo. In questa teoria, confluisce spesso il mito di Atlantide che ha una diretta connessione con l'Antico Egitto di Powerslave, in cui la piramide posta dietro il trono di Eddie-faraone è un immenso generatore di energia e le costruzioni ciclopiche appaiono di fabbricazione non umana. La Morte oscura con il suo profilo la città sconvolta dalla tempesta, ma è una Morte che ridà la vita a Eddie con un fulmine, consentendogli di spezzare le catene e ritornare alla luce assetato di vendetta . Tra le tombe si intravedono quella di Fau st e di Derek Riggs, che firma in questo modo la sua co pertina capolavoro. La simbologia è rappresentativa del definitivo passaggio del gruppo a un'altra dimensione co ncettuale: è una «resurrezione» e l'affrancarsi definitivo dalle ristrette maglie della realtà - per quanto macabra e funesta - per avventurarsi nei lidi del fanta stico e del futuribile letterario. La pubblicazione del disco dal vivo Uve After Death e il suo successo mondiale servono a dare un po' di riposo ai componenti della band, ma molti contrasti emergono proprio in questo periodo, figli anche dello stress e della stanchezza. Dickinson dichiara di voler fare qualcosa di diverso e di voler cambiare formula sonora e anche Smith pensa a dedicarsi ad alcuni progetti solisti. Alcuni anni dopo, Steve Harris dichiarerà che «Bruce non era in sé, in quel periodo. Stava addirittura pensando di dare agli Iran Maiden una svolta acustica». In realtà, Dickinson non gradisce 1'01tranzismo sonoro della band che lui giudica come ottusità mentale e chiusura fanati ca nel ghetto dell'heavy metal. Il nuovo album, nasce così da un compromesso tra le due anime più importanti della band . Somewhere In Time (1986) vede l'introduzione nel
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sound della band di tastiere e chitarre sintetizzate (in misura molto inferiore a quanto annunciato, comunque) che fanno storce~e il naso a molti fan della prima ora . Contemporaneamente, pero, Il tour che ne segue è ancora più gigantesco e spettacolare di quello relativo a Powerslave . La scenografia è assolutamente imponente, raffigurante una città del futuro dichiaratamente ispirata alla Los Angeles del 2019 descritta nel film Biade Runner. Sono propriO le note di Biade Runner Theme (di Vangelis) a introdurre gli spettacoli del gruppo, che non manca di raccogli ere la solita messe di successi. Nel '9 87, gli lron Maiden vengono certificati dalla riVista americana Circus come «la band con più fan club al mondo» (questo In un'epoca in cui Intern et alla portata di tutti era solo un' utopia e l'utili zzo dei personal computer un lusso per pochi) e Somewhere In Time diventa il loro primo album a ricevere un doppio disco di platino negli Stati Uniti (oltre due milioni di copie vendute) con ragguardevoli risultati raggiunti anche dai si ngoli Wasted Years e Stranger In A Strange Land.
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In genere, molti tendono a considerare che la co pertina di Somewhere In Time proietti Eddie nel futuro per un parallelismo co n qu ella di Powerslave che l'aveva proiettato nel passato .. In rea ltà, è più pertin ente l'interpretazione dell'evoluz:one logica della concettualità maideniana. Eddle non SI trova ali ImprovvIso in una città del futuro. C'era già al momento della sua emersione dalle tenebre della morte di Uve After Death. La città è la stessa e lo si intuisce notando la presenza delle due piramidi tra i palazzi (presenti anche nel retrocopertina di Uve After Death). Eddie, quindi, dopo la morte e il giudizio di Thoth, è ri sorto direttamente nel futuro con un nuovO corpo che ora sembra scolpito come quello di un; vera macchina da guerra. La copertina è un trionfo di citazioni riguardanti tutta la carriera del gruppo e molti fan si sono sbizza rriti a ril eva rle tutte, dall'orologio che segna le 23 :5 8 (due minuti a mezza notte) al bar Aces High, sino al tabellone luminoso
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che indica il ri sultato di una partita di calcio in cui il West Ham di Steve Harris batte il più quotato Arsenal per 7-3. Dal punto di vista simbologico, però, la cosa più interessante da notare è che Eddie ha appena compiu to un ennesimo delitto, sparando contro quello che sembra un suo sim ile (è visibile solo una mano agonizzante). Alle sue spalle, è seguito da una specie di apparecchio volante che sembra controllarne o, addirittu ra, suggerirne le mosse (citazione questa, delle macchine assassine descritte da Philip K. Dick in La penultima verità). Ciò induce a due considerazioni: la prima è che in questo nuovo mondo futuro, Eddie non è più unico e fors e è stato clonato. La seconda e che, se i nuovi Eddie sono pericolosamente ribelli come quello originale, l'unico motivo per cui ,
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epic metal evoluto e celebrale come la title-track e la sontuosa Th e C1airvoyant, anche se spesso si intravedono vaste sacche di manierismo e di auto-celebrazione come nella veloce Moonchild e nella scontata Only The Good Vie Young . Sulla copertina di Seventh Son Of A Seventh Son Eddie appare sca rnificato e fatto a pezzi, installato al centro d i un mondo congelato dove non esiste il concetto di sopra e sotto e dove gli iceberg assumono le sembianze di tanti Eddie deformi. Quello che resta del corpo è retto da parti mecca niche e questo fa pensa re a un tremendo castigo inflittog li dopo aver fornito i suoi servigi omicid i. Con una mano estrae dal proprio corpo la gabbia cardi aca e la es pone a tutti. AI centro della cassa toracica c'è una mela, simbolo del peccato origina le e di un Eddie che riflette su l proprio destino e su lle miserie dell'esistenza, metafora d i un metal che va verso una sempre maggiore complessità dell'ispirazione e un accentuato barocchismo dei simboli. Privo dell'abbondanza di citazioni del disco precedente, Seventh Son Of A Seventh Son è sobrio quanto inquietante nella copertina e decreta una nuova morte di Eddie co n conseg uente discesa ag li inferi. Il disco viene accolto come l'ennesima riprova di una maturazione intellettuale del meta l che molti fan auspicano per dimostrare la superiorità della musica da loro amata, anche sotto il profilo concettua le, ri spetto al rock e al pop «mainstream » (odiatissimi dai meta Ilari). Il problema è che, forse, in questa fa se, gli Iron Maiden sono anche troppo concettuali e rischiano di perdere per strada il feeling epidermico che li ha generati e che ha dato loro il successo. A dimostrazione della dista nza che orama i sepa ra il g rupp o inglese dalla proprie radici più rozze e stradaiole, arrivano una serie di episodi che vedono la band litigare furiosam ente con i membri dei Guns n' Roses . Su lle prime, Dickin son e soci accusano la band di Axl Rose di prendersi gioco dei fan, simulando una tossicodipendenza e un alcolismo posticci (Dickinson dichiara: «Slash aveva del
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tè freddo nella bottiglia di Jack Daniels che ogni sera tracannava su l palco»), ma si arriva ai ferri corti nell'agosto del ' 988, in seguito a una tragedia capitata al Monsters Of Rock di Donington. In quel giorno, sullo stesso palco sono previste, oltre a quella degli headliner lron Maiden, le esibizioni di Kiss, David Lee Roth, Megadeth, Helloween e, per l'appu nto dei Guns n' Roses. La band americana è sulla cresta dell'onda spinta da l successo del suo debutto Appetite For Destruction e Axl Rose rappresenta il nuovo messia selvaggio che inca rna lo spiri to più amora le e ribelle del rock. La polizia ha autorizzato la vendita di non più di 90mila biglietti per l'evento ma, in realtà, fino al giorn o prima ne sono stati staccati più di '30m ila e la vendita continua ai cancelli anche il giorno dello spettaco lo. Quando i Guns sa lgono sul palco, si scatena una bolgia infernale che Axl Rose sobilla compiaciu to. Nella calca, due raga zzi muoiono schiacciati e decine di persone restano ferite. Lo scandalo in Gran Bretag na è enorme; il metal viene accusato in toto di essere una musica per adunate sediziose e orge sataniche di violenza e brutalità. I Maiden, dimenticandosi completamente dei propri esordi e di quando erano protagonisti di episodi simili (nella dimensione più piccola ma non meno violenta dei pub di Londra), si uniscono al coro di quelli che censurano il comportamento della band americana, lasciando trasparire anche una inedita vena di moralismo. Il tour di Seventh Son or A Seventh Son, ca ratterizzato dalle scenografia più gigantesche che il g ruppo si sia mai portato dietro, finisce per corrodere i già fragili rapporti tra i membri del gruppo. Adrian Smith lascia a sorpresa la band e si imbarca in un suo progetto so li sta e se mbra che anche Dickinson sia in procinto di seg uirl o. Nella primavera del '990, infatti, il cantante pubblica il suo primo album solista, Tattoed Millionaire, che sembra l'annuncio dell'addio alla band. Non se ne va solo perché il rimpia zzo d i Sm ith è Janick Gers (Hartl epool, 27 gennaio 1957), chita rrista innamorato dei Rush e dei Led Zeppelin e vecchio amico di Bruce che ha passa32
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to gli ultimi dieci anni girovagando tra una band e l'altra, tra cu i White Spiri t, lan Gi llan Band e Gog magog prima di collaborare con il cantante per Tattoed M illionaire. L'ingresso di Gers in formazione non ne modifica molto le coordinate sonore, ma gli Iron sentono il bisogno di ritorn are ad una dimensione più «umana» e abbando nare momentaneamente la grandeur scenog rafica degli ultimi anni. No Proyer For The Dying (1990) nasce proprio da questa esigenza e si propo ne di essere un ritorn o ad un approccio più g rezzo e diretto. Le canzoni del disco appaiono però stanche e prive di reale ispirazione. Nessuna viene ricordata come un classico e soltanto Bring Your Daughter... To The S/aughter (scritta in precedenza da Dickinson per la colonna sonora del film Nightmare V) resta a lun go nella sca letta dei co ncerti. Tailgunner e Ho/y Smoke vengono semplicemente snobbate dai fan e anche i concerti del tour, in compag nia del th rasher americani Anthrax, in versione sobria e priva di grandi costruzioni scenografiche, lasciano al pubblico l'amaro in bocca, come il senso di uno show a metà, essendo stati abituati per ann i all'esagerazione ad ogni costo. In No Proyer For The Dying c'è una nuova resurrezione di Eddie. Come nella copertina di Uve After Death, emerge fu rente da una bara ma stavolta afferra alla gola uno sprovveduto guardiano del cimitero (ancora un a vo lta, citazioni lovecraftiane mescolate al George Romero de La notte dei morti viventi). La resurrezione di Eddie è molto particolare: uno strano ritorno al passato in cui ritorna a vestire i panni del teppista di strada con chiodo e jea ns. Anche dal vivo si presenta sul palco in questo modo Alla mano destra, però, ha deg li artig li che ri cordano quelli del Freddy Krueger di Nightmare e con tali arti gli massacra un ragazzo che sembra un fan dei Maiden. Laddove la violenza dei primi album si riverberava contro il sistema, rappresentato dalla Thatcher, ora la furia omicida di Eddie è indirizzata allo stesso mondo metal che, nel 1990 è lacerato
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da insanabili divisioni e faziosità. Tra «g lamsters», «thrashers» e «defenders of the faith», il movimento rischia di disgregarsi vittima del suo stesso successo (come in parte avverrà negli anni immediatamente successivi) e l'Eddie di No Proyer Far The Dying rappresenta questa inquietudine. È per tale motivo che si ripropone nella versione «originale», la più antica, la più volutamente genuina. La dimensione «umana» di Eddie, comunque, volge definitivamente al termine e questo è l'ultimo capitolo in cui è ancora possibile ritrovario tra le strade di una ci ttà sempre buia e sempre in tempesta. Nella copertin a, tra l'altro, è ben visibile un epitaffio sibillino firmato da Derek Riggs che ne indica, in maniera misteriosa anche la data della sua morte (il 1998): «Dopo il tramonto I La notte del dolore I Ciò che non è morto I Può risorgere ancora». Nel 1991 Nevermind dei Nirvana vende milioni di copie e sembra decretare la morte di un certo tipo di heavy metal violento ed esibizionista in favore di un rock più sobrio e intimista (spesso sconfinante nella depressione vera e propria). Gli lron Maiden, nelle parole dei critici musicali non specia lizzati, rischiano di fa re la stessa fine dei dinosauri degli anni Setta nta che essi stessi avevano seppellito negli anni Ottanta. Il futuro della band non sembra roseo anche in considerazione del fatto che Dickinson an nun cia un giorno si e l'altro no di pensare sempre più spesso a lasciare la band. Proprio negli stessi giorni, però, arriva l'ingaggio della formazione per il Monsters Of Rock Tour dell'anno success ivo e il cantall.te ci ripensa. C'è, comunque bisogno di un nuovo album e la band dà alle stampe nel 1992 Fear Of The Dark che, contra riamente alle previsioni della critica (tutta concentrata sull'esplosione commerciale dei Nirvana e del grunge) diventa, clamorosamente, il disco più venduto di tutta la carriera degli Iron Maiden. È difficile spiegare il perché di questo successo . L'album è abbasta nza anonimo nel complesso, ma dai suoi solchi emergono alcuni brani che sono autentiche pietre miliari dell'heavy metal. Su tutti, la
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title-track , incredibile conce ntrato di drammaticità gotica e di straordinaria potenza emotiva. Nel momento stesso in cui il metal degli anni Ottanta è costretto a mutare pelle, dà alla luce uno dei suoi massimi capo lavori, partorito dalla band che meglio lo ha rappresentato. Il forsennato speed iniziale di Be Quick Or Be Dead restituisce ai fan i Maiden nella lo ro forma più rabbiosa e questo basta a riparare le piccole crepe manifestatesi nel mito con l'album precedente. In Fear Of The Dark, Eddie si tramuta in una specie di spirito della Natura. Le vicissitudini e la carriera degli Iron Maiden l'hanno trasfigurato, portandolo a una conoscenza superiore che è possibile acquisire solo se si supera la dimensione dell'umano e si entra in quella del divirio. Per fare ciò, bisogna rinun ciare ad ogni barlume di carnalità. Eddie condivide le sue membra con il tronco di un albero privo di foglie e da esso ne esce minaccioso. L'albero, nella cu ltura pagana (soprattutto nordica), è il simbolo della creazione e del destino (il frassino Yggdrasill delle tradizioni scandinave riportate nell'Edda 5turluson) e, dal vivo, Eddie emerge alle spa lle del g ruppo proprio come un'antichissima figura cerimoniale scavata nel tronco e unita ad esso. Il cammino verso la divinità inizia proprio dalla madre terra. Eddie è ora creatura e non più mostro umano. Nei manifesti del Monsters Of Rock viene raffigurato come un gigantesco pipistrello (l'ani male simbolo della notte) ed è da notare che le foto interne del booklet di Fear Of The Dark ritraggono i membri del gruppo tra le rovine di un'antica abbazia medievale; com'è noto, in Gran Bretagna le catted rali e le abbazie medievali sorgono spesso su i siti di antichi templi pagani e druidici e l'ambientazione del disco può essere interpretata come un salto nel buio della conoscenza, alla ri cerca di un mondo spirituale dimenticato e che costituisce la base nel nuovo corso della band. Il tour del 1992 (principalmente incentrato sui grandi festival) è quanto di meglio la band abbia fatto dal 1985 in poi. La data di 35
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Donington viene immortalata nel monumentale video (e album dal vivo) Uve At Donington, ma neanche questo basta a far desistere l'amletico Bruce Dickinson dai suoi propositi solisti. Deciso a
tentare nuove strade e insoddisfatto dal conservatorismo a oltranza dei Maiden, Dickinson dà un taglio ed esce ufficialmente dal gruppo, non prima di una tour d'addio nel '993 che viene criticato per la poca convinzione del cantante, ma da cui vengono comunque tratti due album live singoli, A Real Uve One e AReai Dead One ('993) che non reggono il confronto con i dischi dal vivo precedenti. Steve Harris, owiamente, non ci pensa nemmeno a mettere la sua creatura a riposo e inizia subito a cercare un nuovo cantante. I candidati più autorevoli alla sostituzione di Dickinson sono il tedesco Michael Kiske (ex ugola prodigio degli Helloween) e l'americano Joey Belladonna degli Anthrax, ma entrambi vengono esclusi perché Harris vuole assolutamente un cantante di origine inglese. Questo pregiudizio nazionalista fa sì che la rosa dei papabili si riduca a soli due candidati: Steve Grimmet e Blaze Bailey. Steve Grimmet è l'ex vocalist di una formazione di Birmingham di discreto successo, nata anch'essa ai tempi della NWOBHM, i Grim Reaper. Dopo aver militato brevemente negli Onslaught, ha fondato i Lionsheart, prodotti peraltro dallo stesso Steve Harris. Grimmet è dotato di una voce potente e di un timbro alto e molti lo indicano come il miglior sostituto possibile di Dickinson, dal punto di vista strettamente vocale, ma il suo look «sovrappeso» e la sua staticità sul palco fanno subito cambiare idea al bassista e leader. Resta Blaze Bailey (Birmingham, 29 maggio 1963), cantante dei mediocri hard rocker Wolfsbane che, nei loro momenti migliori, sembrano un'imitazione dei peggiori lron Maiden. Nonostante le perplessità di molti, Bailey viene assunto in formazione. L'esordio non è dei migliori. Nel febbraio del '994, Blaze ha un grave incidente di moto che lo costringe per diversi mesi ad un 36
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riposo assoluto, con conseguente slittamento della pubblicazione del nuovo album all'anno seguente. La voce bassa e sporca di Blaze suggerisce a molti fan un ritorno alle sonorità taglienti e rozze dei primi album; ma la band ha un suo preciso cammino evolutivo e non si adegua minimamente alla vocalità del cantante. The X Factor ('995) suona chiaramente come un album scritto e concepito per Bruce Dickinson e Blaze si ritrova in grande difficoltà a cantare pezzi non adatti alle sue limitate possibilità canore. La produzione di Harris non è brillante come quella di Birch e i suoni sono cupi e privi di mordente. Nella sciattezza generale, si salvano solo la nevrotica Man On The Edge e la catacombale Sign Of The Cross che, però, fa rimpiangere a tutti l'interpretazione che Dickinson avrebbe saputo dare a un simile brano. Sebbene la qualità musicale dell'album non sia ai massimi livelli, prosegue la ricerca filosofica e concettuale del gruppo che si esprime attraverso una nuova mutazione di Eddie (che da qualche tempo non è più disegnato da Derek Riggs). In The X Factor Eddie viene smembrato e vivisezionato da una moderna macchina di tortura (una Vergine di Ferro tecnologica?). Ridisceso a un primordiale stato scimmiesco, perde ogni attributo carnale e inizia la sua ascesa verso il divino con la distruzione del corpo. Le macchine, a ben vedere, sono due e sono entrambe un compendio di orrori moderni e futuribili. Sul retro, Eddie è legato. saldamente a una sorta di sedia elettrica che ne uccide la residua fisicità e lo trancia a metà. Il tronco di corpo viene poi straziato dalla macchina posta in copertina, dotata di un artiglio che ne solleva la scatola cranica ed altre protuberanze acuminate che sembra ne prelevino brandelli e campioni. Il senso è quello di un futuro dove tutto l'orrore del passato viene riproposto in maniera amplificata e tremenda dall'evoluzione tecnica. Le riflessioni del gruppo si fanno più ampie, più drammatiche e ora sono senza risposta. Per questo Eddie lascia definitivamente la sua «gabbia» umana e si
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invola verso un livello ignoto ed esoterico . Nel tour seguente, Blaze, soprattutto a causa dei postumi dell'incidente, mostra una notevole staticità sul palco e viene aspramente criticato da molti fan. l e critiche, però, non sembrano scalfire a livello quantitativo il successo del gruppo che rimane un 'istituzione della musica rock anche dopo prove discografiche poco convincenti come, per l'appunto, The X Factor, tornando ad essere headliner del prestigioso Monsters Of Rock in Sud America. A metà deg li anni Novanta, sembra che la principale attività del gruppo sia quella di pubblicare antologie, raccolte, edizioni rima sterizzate dei vecchi album e tutto quanto fa memorabilia, tipica mossa, questa, dei gruppi agli sgoccioli della carriera. Non è così, comunque, per i Maiden. Un nuovo album viene programmato per il '998, ma Steve Harris sembra abbia in mente tutt'altro che la musica. Per soddisfare la sua ingenua e insopprimibile passione per il calcio e dare concretezza al suo sogno giovanile di diventare un grande giocatore, decide di mettere insieme un vero e proprio team di football insieme agli altri componenti del gruppo, ai roadie e ad alcune vecchie glorie del calcio britannico (tra cui spiccano lan Wright e Paul Gascoigne). la squadra si impegna in tutta una serie di incontri calcistici nel periodo dei mondiali di calcio del 1998 contro altre formazioni similari (giornalisti, attori, cantanti, ex giocatori, ecc) tra un concerto e l'altro del tour a supporto del nuovo album Virtual XI (nome prescelto anche per la squadra di calcio). In contemporanea alla pubblicazione del disco, viene immesso sul mercato anche il videogioco Ed Hunter, uno sparatutto il cui protagonista è la storica icona dei Maiden. In tutto questo, sembra che la musica sia un fattore di secondaria importanza. In effetti, Virtual XI non è annoverato tra le migliori prove del gruppo inglese e sembra uno sta ntio sequel di The X Factor, anche se prodotto un po' meglio. Brani co me When Two Words Collide, The C1ansman e Futureal hanno un appeal discreto,
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ma non semb rano all'altezza del passato della band, anche se Harri s e soci si sforza no di mantenerli nella scaletta dei loro show per dare attualità alla propria proposta. Da Virtual XI in poi Eddie non è un più un corpo ma uno spirito, una presenza che aleggia sull'umanità e sui singoli individui come portatore d'incubi e lugubri presagi. Sulla copertina c'è un ragazzino co mpletamente immerso in quello che sembra un videogame di realtà virtuale, mentre sullo sfondo si vedono dei giocatori impegnati in una partita di calcio. Su questa scena di «normalità» aleggia la figura spaventosa di Eddie che protende una mano per afferrare il ragazzino. Eddie è chiaramente in un'altra dimensione distorta e parall ela - rispetto a quella della sua vittima e dietro di lui c'è una città che muore divorata dalle fiamme, mentre i corpi straziati dei dannati di un inferno dantesco si fondono con il suo. la mostruo sità interpretata da Eddie è quella della modernità senza controllo, delle armi di distruzione di massa e di un'umanità «disumanizzata» che ha elevato la realtà virtuale a totem assoluto dell'esistente. Ancora una volta, tornano nel linguagg io figurativo dei Maiden alcuni temi cari a Philip K. Dick come l'angoscia nel rilevare la volontà dell'umanità di sostituire progressivamente l'esperienza rea le con quella virtuale, al punto che diventa impossi bile riconoscere il vero dal falso. Nel videogioco Ed Hunter, Eddie è il protagonista di una terrificante lotta senza quartiere contro le ombre malefiche del mondo lron Maiden. Paradossalmente, la modernità gioca un brutto scherzo al gruppo e il videogame ha uno scarso successo a causa della grafica antiquata, a dimostrazione che è impossibile venerare il «n uovo» senza esserne stritolati se non si è pronti a seguirne incessantemente le sue fren etiche mutazioni. E probabilmente, non lo è nessuno. Le esibizioni dal vivo, comunque, convincono Harris a non insi-
stere ulteriorm ente su Bailey e, complici le ri chieste pressanti da parte dei fan e della Emi, il cantante viene messo alla porta nel gen39
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naia del '999· Con molta riluttan za da parte dello stesso Harris, viene ricontattato Bruce Dickinson . Egli, dal canto suo, non attraversa un momento brillantissimo: la sua ca rriera solista non è mai rius cita a decollare e accetta l'invito a riunirsi al suo ex gruppo come un 'occasione di rilan cio personale. Non prima, però, di aver imposto il rientro anche di Adrian Smith, che da qualche tempo lo ha affiancato nelle sue produzioni solistiche. Non solo, Bru ce impone anche di mantenere Gers nella band, passa ndo così ad una formazio ne a tre chitarre, mai più vista nella storia del rock dai tempi dei Lyny rd Skynyrd. Harris e Murray sono abbastanza perplessi, ma i sontuosi ingaggi del reunion tour fanno loro rapidamente cambiare idea. I concerti del 1999 sono un trionfo assoluto e la band si prepa ra a incidere un nuovo disco in studio con questa line-up inedita. L'atmosfera, però, è quella dei separati in casa: dal vivo Harris e Dickinson quasi non si degnano di uno sguardo e spesso i membri del gruppo arrivano nel luogo del co ncerto separatamente e soli pochi minuti prima dell'esibizione. Nella primavera del 2000 esce Brave New World, album che suggella la svolta stilistica già ampiamente anticipata dal gruppo neg li album precedenti. I toni sono quasi progressive, le strutture melodiche estremamente ragionate ed elaborate e su tutto il disco regn a un'atmosfera di so lennità e magniloquenza. Il singolo The Wicker Man sembra riportare il gruppo agli assalti all'arma bianca della prima metà degli anni Ottanta, ma il vero cuore del disco è composto da brani di ricercata enfas i sonora e concettuale come Ghost Of The Navigator e Brave New World. La proposta maideniana si è fatta ora di un'estrema sofisticatezza lirica e musicale, ma riesce lo stesso a farsi interprete delle nuove inquietudini d' inizio millennio. Sulla Londra futuristica della co pertina di Brave New World Eddie appare sotto forma di sg uardo minaccioso disegnato dalle nuvole incombenti. La sua trasmutazione in divinità è oramai com-
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pleta e la sua essenza è quella degli elementi della natura. Dall'alto della sua anni presenza percepisce e giudica l'abiezione umana che distrugge lentamente il pianeta. Brave New World, in senso riduttiva, lo si potrebbe definire un album «ecologista» in quanto l'orrore non ha più bisogno di visioni gotiche e fanta stiche per esprimersi. La realtà ha abbondantemente e ufficialmente superato la fa ntasia per cui il «mostro» Eddie appare come un guardiano ancestrale di un mondo in pericolo, che dispensa i suoi macabri avvertimenti, alludendo con la sua sola presenza a ciò che potrebbe accadere se questo mondo ancestrale dovesse ribellarsi per riportare le cose al suo ventre più oscu ro. Nel booklet interno, i membri della band sono ritratti con delle grosse sfere bianche allineate sullo sfondo. In questo caso, i riferimenti (mai casuali nei dischi degli lron Maiden) possono essere due: il primo è quello delle Uova fatali di Mikhail Bulgakov, dove lo scrittore ru sso ipotizzava che l'ottusità del potere e la follia della burocrazia consentissero la generazione di una stirpe di rettili giganteschi che si tramutano in un vero e proprio castigo divino per l'uman ità istupidita dalla brama di potere. La seconda interpretazione, forse più pertinente, è quello che le sfere siano le mi cidiali «boll e bianche» che nel telefilm /I prigioniero (dai Maiden messo in musica nel brano The Prisoner) avevano il compito di liquidare coloro che provavano a fuggire dal «mondo perfetto» creato dai d ete nto ri del potere. Per l'appunto, que sto nostro mondo che noi consideriamo perfetto e che, tramite lo sguardo inquisitorio di Eddie, sta per presentarci il conto. Dal vivo, Eddie appare come un gigantesco totem al cui interno danzano delle vestali. La ritualità pagana è ostentata e non più vissuta come un'escrescenza malata del mondo moderno e della cultura giudaico-cristiana, ma come una vera e propria filosofia di vita, precedente al monoteismo, che reclama il suo diritto a spiegare l'esistente. Anche nel live Rock In Rio (registrato durante la monumentale 41
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esibizione del gruppo al festival brasiliano nel gennaio del 2001), Eddie si ripropone nella stessa visione cosmica, di sguardo formato da nubi quasi solide e portatrici di tempesta, come l'annuncio di un'apocalisse imminente o, addirittura, in corso. Oramai, i Maiden hanno raggiunto un livello di popolarità e una statura artistica che può ben sostenere l'opinione di alcuni cri-
tici i quali li considerano il più grande gruppo rock inglese di tutti i tempi, insieme a Beatles, Rolling Stones, Deep Purple e Led Zeppelin. Veri e proprio maitre-à-penser dell'heavy metal mondiale, godono dello status di band «non criticabile» perché trascende dalla produzione discografica attuale e si fa casta sacerdota le di un sound e di canzoni che vivono oramai di vita propria e che sono entrate di diritto nell'enciclopedia delle più grandi creazioni rock di tutti i tempi. A questo punto, non stupisce più nessuno che il nuovo album Dance Of Death (2003) esordisca direttamente al primo posto delle classifiche di vendita di quasi tutto il mondo. L'album è la più compieta e comp lessa creazione discografica della band nel corso della sua più che ventennale carriera; partendo dal suono d uro e spigoloso di Wifdest Dreams, gli Irons approdano alla conclusiva Journeyman che lascia sbigottiti chiunque li consideri ancora «solo» una metal-band: brano interamente acustico, con solenne arrangiamento d'archi e toccanti melodie operistiche. L'approdo concettuale della band si rivela anche nella nuova trasformazione di Eddie; la sua assunzione a divinità rivela particolari sconcertanti nella copertin a di Dance Of Death. Laddove, nel corso della sua vita «umana» i suoi passi eran o stati osservati e condotti dalla figura in nero con la falce della Morte (come nella copertina di Uve After Death), ora il gioco è diventato scoperto: Eddie è la Morte. È lui che ha preso il posto della Signora Nera e ha fuso la sua essenza con la sua, in un abbraccio blasfemo e demoniaco che rappresenta la logica evoluzione della sua tormentata esistenza.
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Nella copertina è al centro di una specie di girandola, circondato da baccanti mascherati (che nel booklet interno sono fantasmi che passano accanto ai componenti della band) che ricordano i personaggi dei quadri di Hieronymus Bosch mentre alle loro spall e avanzano, nei loro lugubri sai, tre lebbrosi incappucciati che, con la loro presenza, ricordano il film La maschera della Morte Rossa (rosso è anche il colore di fondo della copertina). Eddie non è più un protagonista della vita reale ma l'entità che governa i destini del mondo e si fa beffa della sua vanità: la Morte, appunto. E il futuro? Beh, Eddie, nel suo cammino potrebbe già aver messo g li occhi sul trono di qualcuno molto in alto. Il Paradiso può iniziare a tremare.
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UN AUTORITRATTO «l'unico elemento che permette a un gruppo rock di soprawivere con brillantezza negli anni non è né l'immagine né la moda, bensì le grandi canzoni. Semplice ... ». (Janick Gers, Psycho!, aprile 2002) «Purtroppo quando fui chiamato negli Iron Maiden a sostituirlo, Clive Burr non me lo perdonò mai, anche se io non avevo alcuna co lpa. Non mi hai mai perdonato». (Nicko McBrain, Rock Hard, dicembre 2002) «II punto più basso? Uhm, forse quando Bruce ci ha lasciati, dieci anni fa: all'inizio eravamo disorientati, ma poi abbiamo trovato un nuovo cantante e rilanciato la sfida . Grazie a Dio abbiamo passato pochi momenti bui nella nostra carriera». (Steve Harris, Psycho!, settemb re 2003) «lo e Bruce Dickinson coltiviamo soprattutto un rapporto di tipo professionale, ma ciò non ci impedisce di compo rtarci in maniera gentile e amichevole l'un o nei confronti dell'altro, anche
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se è diverso dall'essere am ici per la pelle ... ». (Steve Harris, Rock Hard, settembre 2003) «Cii lron Maiden non hanno mai voluto semplicemente uscire fuori e suona re, sa rebbe fottutamente noioso ! Alcune delle scenog rafie sono costosissime, non potreste nemmeno immaginare, ma questo è sempre stato lo stile degli lron .. .». (Rod Smallwood, M etal Hammer inglese, maggio 2003) «Charlotte The Harlot è vera mente la ca nzo ne di Dave Murray.
Sarei stato org og lioso di poter dire di averl a scritta io . Mi piace suona rla dal vivo perché è una ca nzone diversa che avrei voluto scrivere», (Steve Harris)
UN AUTORITRATTO
stati fori eri di miglioramenti, ma forse non sono nella posizione più obiettiva per dirlo ... ». (Steve Harri s, Night Rock News, 1982) «Alla fin e del World Siavery Tou r del ' 98S, in effetti ho contemplato l'idea di lasciare la musica : non ne potevo più dei tour infini-
ti. .. ». (Sruce Dickinson, www.ha rdradio.com.
2002)
«La cosa più importante per m e è l'onestà. È g iu sto che la gente abbia preteso sempre il 100% dagli Iron Maiden e tanto più da l loro nuovo singer, cioè io. Se per qualcuno non è stato così, ha avuto tutto il diritto di es primere le sue rimo stranze. lo so di aver fatto del mio meg lio e, in fin dei conti, non posso lamentarmi; ho ri cevuto tantissimi incoraggiamenti e innumerevoli attestati
«Se qualcuno dei membri della band desidera prendersi una pau sa dagli Iron Maiden, non ha che da dirlo: siamo adulti e maturi abbasta nza per accettarlo». (Sruce Dickinson, www. hardradio.com. 2002) «Ero fru strato per diverse ragioni, soprattutto stanco e stressato per dieci anni filati di registrazioni e tournée. Penso che avevo solo bisogno di ferm armi. Ora sono tornato con un 'energia tu tta speciale. Certo, al Monsters Of Rock di Donnington del 1992 non fu facile vedere la band suonare le mie canzoni senza di me ... quei bastardi mi avevano rimpi azzato in cinque minuti!». (Adrian Smith, Kerrang!, 1999) «I ca mbi di forma zio ne sono sem pre un tormento, ma non c'è modo di contin uare d iversamente in certe circostanze. Quando si effettuano qu esti ca mbi, devi essere sicuro che po rtin o un miglioramento. Credo che i cambi che abbiamo affrontato finora siano
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di stima da parte dei fan più lea li». (Slaze Sayley, Psycho!, luglio 2000) «Le personalità del music business che avevo attorno allora credevano in me, vero, ma solo perché ero il ca ntante deg li lron! Ciò era un po' frust rante, perché io av rei preferito esse re messo in discussione e stimolato in maniera diversa. Fu anche per questo che mi separai dai Maiden». (S ru ce Dickinson, Psycho!, ottobre 2001) «Noi siamo una rock ba nd inte ressata escl usiva mente all a musica e i nostri fan pure, questo è quanto. Se cercate dell 'istigazione alla violenza, basta che accendiate la televisione». (Dave Mu rray, www.theharbinger.com. 1999) «Dopo il tour coi Kiss, Rod Sma llwood mi disse: non sei più nella band. E io: cosa intend i dire? Lui : non posso rimproverarti
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per come suo ni o per come canti, ma sei fuori dalla band. Allora dissi: oh~ vaffanculo!, e me andai dal suo ufficio ... Comu nque gli Iron Malden, fin da principio, so no sempre stati la creatu ra di Steve Harr;s». (Dennis Stratton, www.praying-mantis.com. 1999)
UN AUTORITRATTO
«II songwriting di Bruce è davvero buono. Scrive testi aperti a diversi tipi di interpretazione». (Steve Harris, HM, maggio 1992) «Side project? Guarda, quando mi siedo a tavolino per scrivere della musica, non ri esco a concentrarmi su qualcosa che non
«Ag li esordi, quando suonavamo a East London, nessun rappresentante delle case discografiche veniva a vederci: troppo pericoloso avventu rarsi là... Si facevano vedere solo in centro e a West London». (Steve Harri s, www. hardrad io. com. 1998) «Fu duro anda re in tou r nel 1993 sapendo che Bruce aveva deciso di lasciare la band, nessuno di noi voleva farlo. Ma le vendite dei biglietti stava no andando alla grande e non volevano deludere i fan. Ci siamo detti: cazzo, non importa, per quanto dura sa rà, proviamo lo stesso a divertirci e a far divertire il pubblico». (Steve Harris, '998) «Steve Harris adora le composizioni epiche, sono la sua specialità!». (Nicko McBrain, Rock Hard Italia, dicembre 2002) «Gli Iran Maiden non hanno mai accettato compromessi con nessuno! Abbiamo combattuto fino in fondo per difendere e proporre la nostra musica, non abbiamo mai permesso a niente e nessuno di influenzarch). (Nicko McBrain, Rack Hard Italia, dicembre 2002) . <~Mi ricordo che una volta fui scambiato per un hooligan da dei tifosI olandes I a ca usa dei miei tatuaggi. Me la vidi proprio brutta». (Steve Harris, HM, maggio 1992)
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riguardi i Maiden». (Steve Harris, HM, maggio 1992) «Noi abbiamo semp re cu rato di persona i nostri lavori sotto tutti g li aspetti : i testi, la musica, le copertin e, ecc. In questo modo la casa discografica non ha mai avuto né l'opportunità né il tempo di interven ire nel nostro lavoro». (Steve Harris, HM, maggio 1992) «Sono eccitato . Giuro! Su l palco ce l'ho duro, ogni sera di più. L'idea delle tre chita rre è molto innovativa. Vi spettineremo le orecchie». (Steve Harris, Hard!, settembre 1999) «lanick, Dave e Adrian non hanno problemi ad essere tre ch itarristi: si completano a vicenda». (Bruce Dickinson, Hard!, settembre 1999) "Sono in cinque sul palco davanti a me, sono pazzi. Prima o poi si fa ranno davvero male (ride, nda), dovrebbero assicu rarsi. È davvero pericoloso lo show da acrobati che offrono su l palco e gli anni non pesano loro su lle spalle, perché quello che fanno è davvero una figata da vedere. A vo lte mi sembra di suo nare la batteria per una squadra di hockey su ghiaccio! ». (Nicko McBrain, Hard!, settembre 1999)
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«Raggiungeremo sicuramente una dimensione più spessa, più grande e più heavy. Il nostro sound grasso porterà gli Iron Maiden un gigantesco passo oltre... oltre il muro del suono». (Dave Murray, Hard!, settembre 1999) «È ovvio che c'è differenza, perché Blaze non solo ca nta, ma ha anche scritto molta della musica, tuttavia il marchio di fabbrica è sempre lo stesso. È un album degli lron Maiden e non si tratta di un caso alla Miitley Crue, che con Corabi hanno cambiato tantissimo. Siamo noi stessi come sempre. Blaze ci ha chiesto se c'era un modo particolare in cui dovesse scrivere e noi gli abbiamo detto di no. Ci siamo seduti in una stanza e abbiamo lavorato assieme in modo naturale, senza ordini di scuderia». (Steve Harris, Thunder, settembre 1995) «Steve aveva idee per certe canzoni che raggiung eva no direttamente quel lato oscuro e non sfruttato delle mie ca pacità vocali. È stato lui a tirare fuori il meglio dalla mia voce». (Blaze Baley, Thunder, ottobre 1995)
LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE IRON MAIDEN (EMI,1980)
Prodotto da Will Malone. Tecnico del suono: Martin Levan . Registrato ai Kingsway Studios di Londra (Inghilterra). Mixato ai Morgan Studios di Londra (Inghilterra). Mu.sicisti: Steve Harris (basso); Paul Di'Anno (voce); Dave Murray, Dennis Stratton (chitarra); Clive Burr (batteria). Prowler / Sanctuary / Rememb er Tomorrow / Running Free / Phantom Of Th e Opera / Transylvania / Strange World / Charlotte The Harlot / lron Maiden
L'eso rdio su album del gruppo è una bomba sonora che scuote la scena rock inglese sin dalle fondamenta. Nel ca ldero ne ribollente del metal inglese, gli lron Maiden si ergono subito a protagonisti, accanto ai Saxon, ai Motorhead, ai Samson, agli Angel Witch, ai Venom, ai Tyge rs Of Pan Tang, ai Tank e alle Girl school. Iron Maiden, però, non è soltanto un disco di successo ma un vero e proprio m anifesto sociale ed esistenzia le della Britannia di fine 50
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LA MUSICA : DISCOGRAFIA UFFICIALE
IRON MAIDEN
anni Settanta, dove la vio lenza giovanile, la crisi economica, la disoccupazione e il degrado morale portano un'intera generazione allo sbando. I conservatori di Margaret Thatcher vincono le eIezioni del 1979 proprio con un programma il cu i primo punto è la lotta alla crimina lità delle gang e all'alcolismo dilagante. Questi Iron Maiden sono un tassello anonimo ma rumoroso di tale quadro di devastante realismo.
REMEMBER TOMORROW
PROWLER
RUNN ING FREE
Il biglietto da visita degli lron Maiden è questo furioso speed rock che ne definisce alla perfezione le coordinate stradaiole e crimin ali. Paul Di'Anno si presenta come un esibizionista da parco pubblico (<< ..• Puoi vede rmi stri sciare dietro i cespugli / Con la patta aperta / Cosa vedi, ragazzina? / Questo è l'originale!») e non si lascia intimorire da una morale che non può imbrigliarne la spinta vitale. SANCTUARY
Originariamente non incluso nell'album e pubblicato 5010 come singolo, 5anctuary viene aggiunta al disco solo nelle ristampe degli anni Novanta, quando è già diventata da molto tempo uno dei su per-classici del g ruppo . Non c'è spazio per nessuna redenzione nel mondo teppistico e violento degli lron Maiden. Un riff ferocissimo e tagliente come una lama di rasoio si snoda selvaggio mentre Di'Anno ci catechizza di omicidio e fuga dalla polizia, senza cerca re compassione e senza struggersi nei complessi di colpa. La normalità del delitto nei bassifondi londinesi genera visioni compiaciute, in cui l'unica preoccupazione è quella di cercarsi un rifugi o (il «sanctuary», appunto) dalla legge. Di tutto il resto, chi se ne frega. Spettacolarmente sang uino lenta, 5anctuary fa scuola a tutto il metal degli an ni Ottanta.
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Le movenze psichedeliche dell'inizio vengo no rapid amente sommerse da una brutalità chitarristica che rappresenta le convu lsioni di chi è in preda alla disperazione e al furore. È Di'Anno il sommo sacerd ote della perdizione che ne narra candidamente l'oscena bellezza anche se, diverso tempo dopo, dirà che, in realtà, è una canzone dedicata al padre scomparso .
L'inno del gruppo e la più g rande bandiera alla vita libera e selvaggia che sia mai stata scritta nella storia del meta!. Su di un tempo shuffle ossessivo fino alle convu lsioni, s' innesta il riffing pazzesco e squadrato con l'accetta di Murray e Stratton, mentre il basso di Harris si rivela un efficacissimo tritacarne sonoro. Di'Anno urla slogan d'urgenza libertaria (alcol, sesso mercenario, strafotten za e irresponsabi lità, beffe della legge e della morale) che diventano l'inn o naziona le della generazione metal degli anni Ottanta. Chi volesse capirla, piuttosto che perdere tempo in inutili studi sociologici e politici, fa rebbe prima a leggersi attentamente il testo di questo brano, lasciandosi trasportare dalla sua rozzezza sonora che sta all'irrequietezza esistenziale della gioventù occidentale come i ta mburi dell'Africa ancestra le stanno ai ritu ali del vudù . OF THE OPERA Primo tentativo del gruppo (e di Steve Harri s in particolare) di ritag liarsi spazi più progressive e variegati dall'assalto all'a rm a bianca che ca ratte ri zza la band nel primo periodo. Le parti strumentali prevalgono su quelle cantate, cominciando a far sentire per la prima volta gli incroci melodici tra chita rre che
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faranno la fo rtun a del gruppo.
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TRANSYLVANIA
Strumenta le di rara efficacia . Rozzo, «a nthemico», melodico e privo di svisate incomprensibili, Transylvania è una bruta le cavalcata che può fungere da introduzione e da atto conclusivo dei concerti, proposta con la voglia di scatena re il pubblico e non di stupi rl o con effetti speciali.
LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIAL E
di cui ne vengono cantati con gioia liberatoria lo stupro e l'assassinio. Eddie, maschera del gruppo, ingaggia sulle copertin dei dischi una guerra personale contro di lei, facendola prima a pezzi con un'ascia e poi cadendo vittima di un 'imboscata. Nonostante l'enorme successo di questo brano, nessuno al di fuori della Gran Bretagna ne ha mai compreso in pieno la tremenda carica eversiva.
STRANGE WORLD
le prime note di questo pezzo (poi quasi plagiate dai Metallica in Welcome Home), suonate sugli armonici artificiali, disegnano l'oscena e avvolgente visione di un Di 'Anno fatto di eroina che narra al mondo la sua sconvolgente esperi enza con il sorriso su lle labbra. l'intensità spaventosa di Strange World è uno dei più pertinenti e impietosi commenti sonori che l'epoca a cava llo tra gli anni Settanta e gli Ottanta abbia mai avuto. CHARLOTIE THE HARLOT
«Ca rl otta la Mignotta » è il tuffo entus iasmante della band nella v ita di strada . Quadro di folle realismo metallaro Charlotte The Harlot è il vissuto vero della band, fatto di tugu;; oscuri, in cui la marchetta è la regola d'esistenza. Tra le cosce maledette e, allo stesso tempo, agognate della protagonista si consumano i desideri e i sogni di migliaia di persone passate prima e dopo g li Iran Maiden. Forse il vero amore è proprio questo. Ferocia hard, deriva morale, mercificazione dei corpi, malattie veneree e lussuria da taverna : l'Inghilterra del 1980 ci mostra la sua faccia più autentica. IRaN MAIDEN
la canzone bandiera del gruppo è un martellante sfregio sonoro alla Margaret Thatcher (la «Dama di Ferro» della politica inglese, arrivata al potere l'anno prima) al ritmo di fast metal, 54
KILLERS (EMI, 1981)
Prodotto da Martin Birch . Musicisti: Steve Harris (basso); Paul Di 'Anno (voce); Dave Murray, Adrian Sm ith (chitarra); Clive Burr (batteria). Th e Ides Of March / Wrath child / Murders In The Rue Morgue / Another Life / Gengis Khan / Innocent Exile / Killers / Prodigai Son / Purgatory / Drifter / Wom en In Uniform
Il secondo capitolo della saga Iran Maiden arriva in un momento in cui il gruppo ha già raggiunto di fatto lo status di superstar. Durante il tour a supporto dei Kiss del '98" i fan contestano la band ame ri cana, preferendogli la bestiale carica selvaggia dei Maiden. Entra in formazione il chitarrista Adrian Smith ma è Pau l Di'Anno l'emblema assoluto di quest'industria della ferocia sonora e attitudina le che rispecchia in pieno il ribellismo nichilista della generazione a cui si ri volge. Killers, dal punto di vista musicale, non si discosta molto dal primo album e ne accentua, anzi, i ca ratteri più duri e malefici, diventando uno dei più significativi esempi di capovolgimento delle consolidate convinzioni discografiche dell'epoca, secondo le quali il successo di massa lo si ottiene soltanto
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con un ammorbidimento dei suoni. Gli lrons, invece, s'induriscono,
raccogliendo più consensi di quanto sia lecito aspettarsi. THE IOEs OF MARCH Strumentale solenne ed incisivo. Le idi di marzo sono il simbolo eterno del delitto e del tradimento. Questo è il mondo in cui i Maiden attingono a piene mani .
LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
GENGIS KHAN In questo strumentale corazzato e lancinante non c'è traccia delle elucubrazioni a carattere storico che saranno leit-motiv della carriera del gruppo dopo l'avvento di Bruce Dickinson . Il condottiero mongolo è solo un pretestuoso simbolo di morte e distruzione ma va ricordato assolutamente l'entusiasmante assolo final e di doppia chitarra, brevissimo ma d'una intensità sconosciuta a tantissimi «guitar heroes» degli anni Ottanta.
WRATHCHllO Il giro di basso più famoso nella storia dell'heavy metal si ripete ossessivo e schizofrenico per tutta la durata del pezzo, vero inno di rivolta epocale. Di'Anno definisce bene i suoi natali (<
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INNocENT ExILE Steve Harris suona la carica con il basso e il pezzo si snoda in un trascinante hard in stile Aerosmith, ma con una buona dose di volgarità e lirismo da strada in più. Di'Anno non riesce a scostarsi dalle sue abituali vette di perdizione e di sporco interiore, ben assecondato dal gruppo che gli costruisce discese agli inferi degne di lui . KllLERS
Incitazione gratuita alla violenza, con un altro giro di basso che fa scuola nel mondo dell'heavy metal. Killers inizia in maniera minacciosa e insinuante; il terrore incombe, in un crescendo di tensione che, prima di diventare insopportabile, deflagra in un furioso metal rock devastato dagli stacchi di Clive Burr e dal fiotto omicida della voce di Di'Anno. Nulla è pericoloso come i vicoli più dimenticati della Londra dei primi anni Ottanta e non c'è affresco che ne rappresenti il pozzo nero esistenziale meglio di questa canzone. Gli assoli di chitarra sono veloci e carichi d'adrenalina, vera droga rituale per i sabba acidi e infernali della gioventù inglese, tra l'incoscienza alcolica, la deriva materiale e l'attitudine sinceramente asociale della società figlia della «Lady di Ferro» Thatcher.
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
IRON MAIDEN
PRODIGAl SON
Una ballata nel più vero senso della parola, dalle cadenze che ricordano un folk anglo-irlandese aggiornato alle chita rre elettriche. Il «figliol prodigo» cantato in maniera esemp lare da Di'Anno non è accolto a braccia aperte dal padre né dai familiari; la costru zione di un~ vita blasfema inizia proprio dallo smascheramento della menzogna biblica nella realtà di tutti i giorni.
cafonaggine inguinale che gli Iron Maiden sanno dare a questo pezzo, però, è qualcosa di assolutamente irripetibile. Pura pornografia sonora al ritmo di un metal rap ante-litteram, Women In Uniform esplode in un ritorn ello epilettico dalla presa maniacale. Incredibile a dirsi: il relativo video (praticamente un'elegia delle marchette da strada) fa, nel nostro paese, per diverso tempo da sigla finale della trasmissione Discoring di Gianni Boncompagni nel 1981. Altri tempi ...
PURGATORY
E sempre in tema di peccato (molto) e redenzione (poca, quasi niente), arriva questo allucinante speed metal che sprizza sa ngue da ogni nota. Capolavoro della New Wave Of British Heavy Metal (NWOBHM), Purgotory si avva le di una strepitosa performance di Burr che costituisce un esempio per tutti i maestri della doppia cassa metal degli anni Ottanta , da Dave Lombardo allo stesso Nicko McBrain che gli succederà sul trono percussionistico dei Maiden.
MAIDEN JAPAN (EMI,1981)
Registrato a Nagoya il 23 maggio 1981 . Mixato ai Nimbus 9 di Taranto (Canada). Musicisti: Steve Harris (basso); Paul Di'Anno (voce); Dave Murray, Adrian Smith (chitarra); Clive Burr (batteria). Running Free / Remember Tomorrow / Killers / Innocent Exile
DRIFTER
Brano fatto di schizofrenici stop-a nd-go. I break melodici sono al servi zio della rissa e sembra quasi che il gruppo sia portavoce di una lucida pazzia musicale che resta, di fatto, il motivo di maggior successo dell'heavy metal nei primi anni Ottanta. WOMEN IN UNIFORM
Singolo non incluso nell'a lbum e allegato so lo alle ri stampe degli anni successivi, merita una menzione speciale poiché è stato uno dei primi e più grandi successi del gruppo inglese. Si tratta, in realtà, della cover di un brano dei glam rocker australiani Skyhooks, pubblicato nel 1978 nell'album Guilty Until Proven Insone. La ca rica di selvaggio erotismo e d'epidermica
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Per far fronte alle numerosissime ri chieste di nuovo materiale discografico, la Emi immette su l mercato questo mini album di soli quattro pezzi che fotografano, però, alla perfezione lo stato di grazia di quella che è, al momento, la migliore rock band europea. La volga rità selvaggia e spontanea di Di'Anno stende il pubblico giapponeseà . Per qualcuno, lui è IL cantante heavy metal per eccellenza e Moiden lopon sembra confermarlo. Running Free è un ballo di San Vito di metallo puro e non c'è un attimo di respiro neanche tra le note morbide di Remember Tomorrow. La discesa nell'incubo criminale di Killers e tra le fiamme infernali di Innocent Exile completano un'opera che in sol i quattro brani va le più di interi live doppi e tripli, con dvd annesso.
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
IRON MAIDEN
THE NUMBER OF THE BEAST (EMI, 1982)
Prodotto da Martin Birch . Musicisti : Steve Harris (basso); Bruce Dickinson (voce); Dave Murray, Adrian Smith (chitarra); Clive Burr (batteria).
demonica passa attraverso la porta di quest'inquietante semiballad che vede Dickinson urlare a squarciagola un mefistofelico ritornello centrale, ritornello che ha una vera e propria presa ipnotica sul pubblico durante i concerti dal vivo. l'arpeggio iniziale è uno dei più classici nella storia dell'heavy metal e costituisce uno dei pilastri sonori di tutta la produzione degli lron Maiden.
Invaders / Children Of The Damned / The Prisoner / 22 Acacia Avenue / The Number Of The Beasl/ Run To The Hil/s / Gangland / Hallowed Be ThyName
l'uscita dalla band di Paul Di'Anno lascia interdetti moltissimi fan e sono in tanti ad attendere al varco il nuovo singer Bruce Dickinson . Per sua fortuna, debutta con questo autentico capolavoro del metal più brutale e scintillante, in cui la precedente ispirazione stradaiola e delinquenziale si fonde alla perfezione con un satanismo da film horror e un 'attitudine manifestamente diabolica. Il primo singolo estratto dal disco è proprio la mostruosa titletrack, dal video realizza to con un collage d'immagini tratte da vecchie pellicole del terrore. Il successo del disco è annunciato: una settimana dopo l'u scita (10 aprile '982), irrompe direttamente al primo posto delle classifiche di vendita inglesi. INVADERS
l'apripista dell'album stabilisce le coordinate dell'assalto, mantenendo il feeling criminale e stradaiolo dei primi due album. Riff feroce, ritmica alla baionetta e la voce di Bruce Dickinson che vuole replicare gli abissi da fogna di Paul Di'Anno. CHILDREN
O, THE
THE PRISONER
Ispirata a una celebre serie di telefilm di fantascienza degli anni Sessanta, The Prisoner è introdotta da un'agghiacciante risata e da un riff quasi «sa bbathiano», che si evolve subito in un uptempo nevrotico, frustato dal basso imperioso di Steve Harris. A metà, il brano si apre in uno stupendo intreccio neo-classico delle due chitarre soli ste che danno un'inaspettata dimensione melodica al pezzo e che risulterà tra i motivi più imitati dal power metal degli anni Novanta (Helloween in testa). 22 ACACIA AVENuE
Le maciullanti chitarre di Dave Murray e Adrian Smith suonano un riff ossessivo mentre Dickinson invita l'ascoltatore a seguirlo in una casa d'appuntamenti dove poter dimenticare tutti i propri problemi (<<Se ti se nti abbattuto, depresso e solo I Conosco un posto dove andare ... »). Una delle più celebri apoteosi del vizio, 22 Acacia Avenue è un brano che, in realtà, vive soltanto dello sconvolgente inizio, aggrovigliandosi su se stesso (e su un inutile cambio di tempo) nel proseguimento. Ma anche solo i primi trenta secondi bastano e avanzano per tramutarla in un inno del popolo dei Maiden.
DAMNED
Si entra nel pieno dell'incubo satanico dei «nuovi» Iron Maiden. Il viaggio iniziatico nella compiaciuta soggezione
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IRON MAIDEN
THE NUMBER Of THE BEAST
Ecco il sabba diabolico degli lron Maiden. Una voce filtrata e oscura recita i versi dell'Apocalisse di Giovanni, chiamando a raccolta le forze del male evocate nel testo del brano. La confessione di un apprendista stregone (pare originata da un sogno orrorifico di Harris, nella migliore tradizione lovecraftiana), cantata da Dickinson, si snoda in un crescendo spaventoso di tensione. L'inizio è affidato - secondo uno schema collaudato - solo alla voce e alle chitarre e quando entra la ritmica, la musica si trasforma in frenesia ritualistica, inarrestabile danza voodoo dei tempi moderni in cui Dickinson trascina le folle e le conduce all'orgasmatica invocazione: «5ix ... six ... six .. . the number of the beast»,
LA MUSICA : DISCOGRAFIA UFFICIALE
HAlLOWED BE THY NAME
Uno dei brani più celebri del reperto rio maideniano, Ha/lowed Be Thy Name è una macabra marcia funebre in cui un condan-
nato a morte ripercorre le tappe esistenziali che lo hanno portato al patibolo. I suoni sono scarn i e macabri, anche se la band si rifugia presto nella tradizionale cavalcata in terzi ne ma ciò non toglie nulla all'incredibile capacità della band di rendere nell'angusto spazio di una canzone storie e visioni che registi cin ematografici e scrittori non sono riusciti a spiegare in tutta una ca rriera .
PIECE OF MINO RUN To THE HlllS
Da molti conside rato un brano di «impegno socia le» o di . denuncia», Run To The Hills parla del massacro dei nativi americani da pa rte degli eu ropei, utilizza ndo la visuale narrativa degli sconfitti e il ritmo della cavalcata che riecheggia quelle delle guerre indiane del Settecento e dell'Ottocento in Nord America. Gli lrons, però, non hanno mai svi luppato nella propria musica una specifi ca sensibilità ideologica o socia le ma hann o utilizzato spesso e volentieri la realtà e la storia per costruire le proprie visioni d'abominio e distru zion e, ben sapendo che nelle vicende dell'umanità c'è sempre materiale sufficiente per alimentare qualsiasi torbida fantasia. Run To The Hi/ls è uno di questi casi. GANGlAND
Cilve Burr spinge sul pedale dell'acceleratore, mentre Murray e Smith acca rezzano le loro chitarre disegnando macabri arpeggi. Il b rano scorre via veloce e scarnificante co me un maglio metallico nel buio.
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(EMI, 1983)
Prodotto da Martin Birch. Tecnici del suono: Danis Haliburton e Frank Gibson. Registrato ai Compass Point Studios di Nassau (Bahamas). Mixato agli Electric Ladyland Studios di New York (Usa). Musicisti : Steve Harris (basso); Bruce Dickinson (voce); Dave Murray, Adrian Sm ith (chitarra); Nicko McBrain (batteria). Where Eagles Dare / Revelations / Flight
or lcarus
/ Die With Your
Boots On / The Trooper / Stili Lite / Quest For Fire / Sun And Steel / To TameA Land Piece or Mind è un gioco di parole con l'espressione inglese . peace of mind», che si potrebbe tradurre co me . la pace dei sensi» o . il luogo dell'anima». È un titolo significativo perché, pur giocando sull'ambiguità del tema, dandogli una co nnotazione apparentemente horror (un cervello servito a tavola e divorato dai componenti del gruppo), rappresenta lo spostamento dell'attitu-
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IRON MAIDEN
dine lirica del g ruppo verso un mondo lirico che non è più quello malvag io e agg ressivo degli esordi. Con l'ingresso d i Nicko McBrain alla batteria, Bru ce Dickinson trova una spalla adeguata e cultura lmente preparata per le proprie «sofisticherie» intellettuali, costruendo da subito la nuova struttura ideologica che reggerà il gruppo sino ai giorn i nostri. WHERE EAGlES DARE
Il nuovo corso della band si delinea subito: i temi delle canzoni abbandonano il sabba demon iaco e crimina le dei primi an ni e acquistano una dimensione più in tellettua le (ma anche più sterile) importata da Bruce Dickinson. In questo brano tumultuoso e possente c'è una grande dicotomia tra la musica, ancora ancorata agli standard d i ferocia «ri ffes ca- degli esordi e il testo, banale e quasi «istituzionalizzato».
LA MUSICA : DISCOGRAFIA UFFICIALE
D IE WITH VOUR BOOTS ON
È una canzone vagamente ispirata alle profezie di Nostradamus che non trova una sua co llocazione definitiva e che semb ra fatta solo per ri empire lo spazio del disco. Il g rande mestiere e il talento della band impediscono, in questa fase, di cadere oltre un certo livello di creatività ma Die With Your Boots On va molto vicino al limite, costituendo l'a rchetipo di molti braniriempitivi degli lron Maiden. THE TROOPER
Uno dei brani più famosi in assoluto della band inglese e anche uno dei pochi ad essere sempre stato presente nella scaletta live dei Maiden. Il suo grande successo è dovuto all'irresistibile riff «solista» iniziale e al trascinante crescendo in terzine della strofa. Senza un ritornello anthemico, gli lrons lasciano che siano le chitarre a tracciare la melodia portante da far cantare al pubblico.
R EVElATION S
All'i nizio del brano, Bruce Dickinson cita alcuni versi di Gordon Keith Chesterton, l'autore dei romanzi di Padre Brown . La guerra - vero concept dell'album - diventa, nella musica del gruppo, lonta na e impersonale, dando al brano una sensazione di sterilità che non è mitigata dalla forza esp ressiva del testo . Le sincopi marziali del tessuto sonoro, squa rciate da macabri arpeggi elettrici, sono fredde quanto professiona li. FUGHT OF ICARUS
Il 1983 è un periodo in cui qua lsias i cosa facc iano gli Iron Maiden viene accolta come un capolavoro. Flight Of Icarus è un normale heavy in 4/4 cavalcato, para llelo a molta produzione dei Rainbow o di Ronnie James Dio, che si trascina senza mordente per tutta la sua durata. Se fosse stato pubblicato dieci anni dopo, sarebbe stato pressoché igno rato.
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S TlllllFE
Ispirato ad un racconto di H.P. Lovecraft (II colore venuto dallo spazio), Sii/I Lile è un ottimo e inquielanle metal rock, innervato di trame ch itarri stiche serrate e inquietanti. McBrain non ha la furia om icida di Burr alla batteria, ma sa costruire con i tamburi veri e propri affreschi armonici che riempiono il brano meglio di qualsiasi trucco di produzione. QUEST FOR FIRE
La voce di Dickinson rischia seriamente di anestetizzare l' irruen za de l gruppo, nonostante alcune impennate ac ute di tutto rilievo. La ripetitività della vena creativa harrisiana fa sì che questa normale, ennesima, cavalcata elettrica del g ruppo inglese non sia nulla da rico rd are per molto tempo. Anche Murraye Smith appaiono sotto tono.
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IRON MAIDEN
LA MUSICA : DISCOGRAFIA UFFICIALE
SUN ANO STEEL Nella spinta iniziale, il gruppo sembra ri trovare la verve dei primi due album, la grinta e le melodie aggressive che hanno fatto la fortuna del british metal (o NWOHBHM, come si usa chiamarlo). Le line di chitarra sono robuste, il basso violento e l'impatto vocale di Dickinson di sicura efficacia. To TAME ALANO Steve Harris scrive da solo un altro pezzo che presenta in nuce tutte le caratteristiche dei brani totalmente generati dal suo basso: inizio soffuso, arpeggi melodici pronti a trasformarsi presto (e senza crescendo) in una lunga marcia hard, cadenzata e venata di prog. Questa vo lta è il libro Dune di Frank Herbert (nello stesso anno trasposto al cinema da David Lynch) a fornire la materia letteraria per la trama della canzone, a dimostrazione che gli lron Maiden sono sempre più una materializzazione fantastica dell'immaginario collettivo piuttosto che un'entità sincera e autonoma nell'ispirazione.
POWERSLAVE (EMI, ' 984) Prodotto e mixato da Martin Birch. Tecnico del suono: Frank Gibson. Registrato ai Compass Point Studios di Nassau (Bahamas). Mixato agli Electric Ladyland Studios di New York (Usa). Musicisti: Steve Harris (basso); Bruce Dickinson (voce); Dave Murray, Adrian Smith (chitarra); Nicko McBrain (batteria). Aces High
/ 2 Minutes
Ta Midnight / Lasfer Wards (Big 'arra) / Flash
Of The BIade / The Dueffists / Back In The Vii/age / Pawerslave / Rime
Gli Irons piazzano nel'984 un vero e proprio colpo vincente. Il nuovo corso si presenta nella veste migliore, con un album che è una perfetta sintesi tra l'approccio furioso degli inizi e la voglia di una più complessa struttura zione sonora da parte dei componenti della band . L'ambientazione antico-egizia del disco crea una grossa diatriba con Ronnie james Dio che, nello stesso periodo, pubblica Last In Line con i medesimi motivi iconografici . Il tour successivo, il World Siavery Tour, passa alla storia come uno dei più giganteschi e massacranti mai sostenuti da una rock band. ACES HIGH Steve Harris frusta il suo basso in questo memorabile uptempo dove Dickinson inserisce la sua narrazione di raid aerei, bombardamenti e visioni da Seconda Guerra Mondiale. Il ritornello è aperto, ari oso ed evocativo, lanciato verso delle armonizzazioni da applausi a scena aperta. 2
MINUTES To MIONIGHT Uno dei riff più famosi degli Iron Maiden e della storia del metal in genera le. In rea ltà, è rubato quasi per intero da Flash Rockin' Man degli Accept (1982), ma pochi se ne accorgono e quei pochi vengono tacitati dallo strepitoso successo del brano, classico tra i classici del gruppo inglese. Nelle sue spi re d'acciaio, il cantato luciferino di Dickinson e la batteria maciullante di McBrain s' insinuano con inquietante violenza. Il testo criptico e l'atmosfera da pericolo imminente (<
Of The Ancient Mariner
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LosFER WORDS (BIG ' ORRA) Strumentale energico e cavalcato dal basso imperioso di Harris. Le chitarre di Smith e Murray disegnano pochi arabeschi di fuoco, ma tutti di rara efficacia. flAsH OF THE BlADE Il rill iniziale di chitarra, suonato su di una sola corda, è uno dei più malefici e taglienti che siano mai stati scritti nella storia del rock duro. La forza di penetrazione di quest'apoteosi del male è, nello stesso anno, ben sfruttata da Dario Argento che la usa come colonna sonora del suo film Phenomena. Il testo gronda sangue da ogn i parola, ma i riferimenti sono meno satanici di quello che appaiono e probabilmente si riferiscono solo alle passate esperienze di schermitore di Dickinson. THE DUElllSTS Il rapporto tra g li Iron Maiden e il cinema è sempre stato ben evidente e i ruoli si sono spesso invertiti. In questo caso, è il
g ruppo inglese che mette in musica una trama cinematografica come quella de I duellanti di Ridley Scott. Lo svolgersi sonoro del brano richiama quello di Losfer Words, nelle cadenze ri tmiche e nei passaggi degli accordi ma rim ane sicu ramente uno dei brani meno intensi e ispirati dell'album. BAcK IN THE VlllAGE Fast rock al tritolo, Back In The Village emerge da un riff di straordinaria potenza espressiva (che i Megadeth hanno, evidentemente, studiato a fondo), in cui Smith suona un pattern solistico come fosse la più massiccia delle ritmiche. Ancora una storia di bombardamenti, uccisioni, devastazioni e di acre odore di morte su tutto. Il metal rock dei Maiden è sempre più l'impietosa e più credibile colonna sonora della nostra epoca malata.
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
POWERSlAVE Powerslave è uno dei brani cardine del «monumentalismo» sonoro dei Maiden in cu i, però, le ambizion i epiche e velatamente progressive trovano anco ra un giusto compromesso con la vena più epidermi ca e diretta. Canzone-opera che s'immerge senza remore nell'Antico Egitto per narrare le ultime ore di un faraone morente, gode di architetture sonore poderose quanto enfatiche, melodie ricercate che mostrano a chiare lettere l'intento del g ruppo di estraniarsi sempre più dal mondo rea le per tuffarsi in una dimensione onirico-storica che appare più confacente al carattere goticheggiante e intellettuale che va maturando in questo periodo. RIME OF THE ANCIENT MARINER Forse il vero atto di passaggio da un'epoca all'altra del gruppo, Rime Of The Ancient Mariner è il dichiarato tentativo di mettere in musica il poema La ballata del vecchio marinaio di Samuel Taylor Co leridge (1797). Il brano, lungo e comp lesso, viene dapprima criticato per la sua inutile prolissità, al punto che la nuova dimensione agognata da Harris sembra troppo lontana dalle possibilità artistiche del gruppo. Nella sognante parte centra le, però, il gruppo ri esce ad allontana rsi dai suoi standard più canonici e a dare un senso diverso all a narrazione tramite l'utilizzo «ambienb, di un ipnotico giro di basso che sfocia in un riff finale che i Maiden non si stancheranno mai d'autocitare. Il brano, in effetti, è composto dall'assemblaggio non perfetto di almeno quattro canzoni diverse; ta le operazione, lungi dal rappresentare l'eccezione nella produzione maideniana, diventa, da questo momento in poi, la regola .
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
UVE AFTER DEATH
Ancient Mariner e Hallo wed Be Thy Name ipnotizzano il pubblico
(EMI, '985)
della Long Beach Arena mentre Running Free viene proposta con una lunghissima coda final e in cu i Dickinson scatena il pubblico in un coro ossessivo ed eterno a cui i Maiden non hanno mai rinun-
Prodotto da Martin Birch . Registrato a Las Angeles il '4, '5 e ,6 marzo '985 e a Londra 1'8, 9, 10 e ' 2 ottobre '984. Mu sicisti: Steve Harris (bas so); Bruce Dickin so n (voce); Dave Murray, Adrian Smith (chitarra); Nicko McBrain (batteri a) .
ciato, se non neg li ultimissimi anni.
SOMEWHERE IN TIME (EMI, ' 986)
Intro: Churchill's 5peech / Aces High
/2 Minutes To Midnight / The
Trooper / Revelotions / Flight or Icarus / Rime or The Ancient Mariner / Powerslave / The Number or The Beast / Hallowed Be Thy Name / lron Maiden / Run To The Hills / Running Free / Wrath child Acacia Avenue / Children Phantom or The Opera
or The Damned /
/ 22
Die With Your Boots On /
Per mol to tempo e per molti fan ancora, qu esto U ve After Death è sta to co nsiderato il miglior live heavy m etal di tutti i tempi . Sicuramente, è stato il primo live dell'era meta l degli anni Ottanta ad esse re realizzato in maniera così ri cca e so ntuosa. Pubblicato in edizione doppia (in epoca di vi nile), Uve After Death viene accolto dai fan come le tavole della legge e come ta le viene co nsiderato per moltissimo tempo. Martin Birch lavora al disco co n l' intento dichiarata di farne il Made In japan degli anni Ottanta e lo fa in maniera così perfetta che i più pignoli sto rcono il naso di fronte alla quantità notevole di overdub . In ogni caso, la forza d'impatto di quest'album è così forte da costituire un cardine imprescindibile per tutto il movimento heavy metal. Le sue versioni strepitose di 2 Minutes To Midnight, Revelations (che dimostra dal vivo una potenza suggestiva decisamente superiore al disco), Aces High e Children or The Damned diventano dei ca pisaldi nella discografia d i qualunque appassionato di rock duro. Rime or The
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Prodotto e mixato da Martin Birch . Tecni co del suono: Sea n Burrows. Regist rato ai Compass Stud ios di Nassau (Bah a ma s) e ai Wi sseloo rd Studios di Hilversum (Olanda) . Mixa to agli El ectric Ladyland Studios di New York (Usa). Mus icisti: Steve Harri s (ba sso); Bru ce Dickin so n (voce); Dave Murray, Adri an Smith (chitarra, tastiere); Nicko McB rain (batteria). Caugh t 50mewhere In Tim e / Wasted Yea rs / 5ea Heaven Can Wait / Th e Loneliness
or Th e
or Madness
/
Long Distance Runner /
5tranger In A 5trange Land / Deja Vu / Alexander The Great
Co n 50 mewhere In Time, gli Iran Maiden si lasciano definitivamente alle spalle il loro passato più strada iolo ed epidermico e diventano una band di sofistica to metal rack, epico e complesso neg li arrangiamenti. L'ispirazione fantascientifica non corri sponde a una ve ra passione di qualcuno d ei m embri del gruppo; ma seg ue l'esigenza di costruire una scenog rafia credibile alla propria magniloquenza so nora e all e divagazio ni liriche di Dickinso n in cu i c'è di tutto, dal cinema, alla letteratura alla storia. L'unica cosa che non c'è sono i vecchi Iran Maiden.
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
IRON MAIDEN
CAUGHT SOMEWHERE IN TIME
Il viaggio nel tempo dei Maiden inizia co n un fraseggio che si pone tra le cose migliori mai fatte dalla band ingl ese. Il brano è d'impatto forte, una posse nte cava lcata di frago roso meta I rock che non conosce soste e si pone come uno dei grandi classici da concerto del gruppo, sebbene un po' abbandonato negli anni Novanta. WASTED YEARS
Il primo singolo estratto dall'album si apre con un celeberrim o botta-e-ri sposta tra le chitarre e la cassa della batteria che fa da spettacolare apripista per un hard rock dalle ritmiche sq uarcianti. Il tema del viaggio verso il nulla è ben prese nte anche in questa canzone che più di altre seg na il definitivo passaggio dalle forme orrorifich e del passato a una dimensione più rifl essiva e letteraria, avva lendosi di un breve assolo di chitarra centra le asso lutamente da antologia. SEA
OF
MADNESS
Il riff iniziale sembra una ca ricatura grassa e grezza di quello di Back In The ViI/age. Il basso è in clamorosa evidenza, ben sopra gli altri strum enti, definito e deciso nel costruire armonie leggermente spag noleggia nti e frigie. Il tutto, ovviamente, immerso in un sound di fu oco che fa del volum e la sua principale ri sorsa, mentre Dickinson mostra i limiti della sua interpretazione nella parte centrale rallentata, in cui non ri esce mai a scendere dal tono alto e urlato che gli è proprio. HEAvEN CAN WAIT
Steve Harris incide con il basso una schizofrenica linea melodica che viene presto raggiunta dalle mitragliate batteristiche di McBrain . Il resto della band si adegua affann osamente alla
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furia della sezio ne ritmica . Erroneamente giudicato un brano co mmerciale, Heaven Can Wait è un simbolo dell'irrequietezza fonica del gruppo neg li anni Ottanta. THE LONElINESS OF THE LONG DISTANCE RUNNER
Il brano è incentrato sui sa lti di quarta nota, che Harris usa allo sfinimento e che hanno sempre una presa melod ica immediata nella costruzione di una canzone. Il drumming di McBrain si fa forsennato e nel ritorn ello The Loneliness Of The Long Distan ce Runner diventa il brano più ve loce mai sc ritto dal gruppo. Ricchissimo nell'arrangiamento, ma anche pieno di spunti già abbonda ntemente facenti parte del dna degli lrom. STRANGER IN A STRANGE LAND
Il ritm o è a qu ell o di un mas siccio hard ro ck alla Deep Purple/Bad Compa ny e Dickinson mostra, dopo ta nto tempo, una versatilità che si iniziava a sospettare non gli appartenesse. Nel pezzo appaiono qua e là delle tastiere che danno un sapore discretamente Seventies, pienamente in linea con il gu sto di Adrian Smith, autore del brano. DEIA Vu
Il titolo già sembra un perico losissimo boome rang per una band che inizia troppo spesso a rip etersi. In effetti, gli incroci melodici tra le chitarre (di cui gli Helloween e t utto il power metal eu ropeo saran no infinitam ente debito ri) so no in formato sta ndard . La grande ene rgia metallica del pezzo ri sulta co munqu e particolarmente apprezzabile. Anche in questo brano ricorre il tema del tempo, in una trama che sa rebbe piaciuta m olto a Philip K. Dick (quello che fa cciamo è cas uale o previsto? E se vivessimo ogni giorno le stesse cose senza accorgercene?).
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IRON MAIDEN
AlEXANDER THE GREAT
Il viaggio nel tempo di Somewhere In Time si conclude con un capitolo dedicato ad Alessandro Magno, in un trionfo dell'epico e del magniloquente che fa impallidire i Manowar, a comincia re dal recitato iniziale con le parole di Filippo di Macedonia, padre di Alessandro. Canzone-saga pretenziosa e ridondante, sembra più una lezione di Storia di Dickinson che un brano degli Iron Maiden.
SEVENTH SON OF A SEVENTH SON (EMI,
'988)
Prodotto da Martin Birch. Musicisti: Steve Harris (basso); Bruce Dickinson (voce); Dave Murray, Adrian Smith (chitarra); Nicko McBrain (batteria). Moonchild / Infinite Oreams / Can I Play With Madness / The Evil That Men Do / Seventh Son Of A Seventh Son / The Prophecy / The Cfarvoyant / Ollly The Good Die Young
LA MUSICA : DISCOGRAFIA UFFICIALE
MOONCH ILD
L'obbligatorio speed iniziale non è di quelli che sono passati all a storia del gruppo. Ben costruito, forte e grintoso, Moonchild sconta un'eccessiva standardizzazione della struttura compositiva. Funzionale alla storia narrata nel disco ma ordinaria amm ini strazione. INFINITE DREAMS
Quasi a vo ler creare un parallelismo con The Number 01 Th e Beast, il secondo brano è una ballata macabra che arriva presto ad un ritornello forte e drammatico. Dickin so n si esibisce in una delle sue migliori e più intense performance voca li, contribuendo in maniera determinante al successo di quest'album. CAN I PlAY WITH MADNESS
Primo singolo estratto dall'album, Can I Play With Madness, suscita al principio diverse perplessità tra i fan per la sua smaccata commercialità e per le melodie pop (sebbene maciullate da lla voce rabbiosa di Dickinson), ma rivela, quasi subito, un enorme potenziale Iive che ne fa uno dei ritornelli più indovinati nella carriera del gruppo inglese.
Seventh Son 01 A Seventh Son esord isce direttamente al numero
della classifica ingl ese. L'id ea di un disco concept conquista senza riserve il pubblico del gruppo innamorato della magnifica g randeur della band, delle sue scenografie spettaco lari (che, con il tou r di questo disco, raggiungono l'apice delle dimensioni) e della sua inquietudine esistenziale e ideologica. Lo storia del concept (che ruota intorno alla vicenda di un raga zzo che può prevedere il futuro) è scritta da Dickinson, le cui ambizioni letterari e sono sempre state palesi e, a volte, in contrasto con la
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carriera dei Maiden. Questo resta l'unico caso in cu i si sono sposa-
te perfettamente.
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Do La formula della cavalcata è una delle più amate da Steve Harris, ma The Evil That Men Do è uno dei brani dove il compito è stato svolto in maniera esemplare. Dickinson alza progressivamente il tiro, prima recitando e poi arrivando sulle tonalità alte e urlate che gli sono più congeniali. È da rilevare che questa canzone rappresenta un valido esempio di come il «modus suonandi" degli Irons si sia modificato nel tempo, facendo regolarmente iniziare i pezzi con degli arpeggi o dei fra seggi melodici di chitarra, piuttosto che con i riff distorti e brutali del passato.
THE EVll THAT MEN
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
IRON MAIDEN
SEVENTH SON OF
A SEVENTH
SON
Parte centra le e dominante de ll a storia, Seventh Son Of A Seventh Son è solenne e declamatoria, con un Dickinson che si erge a litanioso cerimoniante di riti ancestra li. Con questo pezzo, i Maiden scrivono un capolavoro del meta l epico, avvalendosi di un grandioso arrangiamento che incrocia le ritmiche in una poderosa trama sonora che getta ombra persino sugli altri brani dell'album. THE PROPHECY
Delicatamente introdotta da un arp eggio da ballata, The Prophecy si apre presto in un hard rock ondeggiante e apocalittico che, forse, avrebbe meritato più attenzione in fase di arrangiamento. Le melodie drammatiche e quasi folkeggianti vengono spesso interrotte da cambi di tempo di cui si perde la logica strada facendo. Rimane, comunque, un capolavoro assoluto il profondo e tragico giro acustico finale che nasce dalle ultime note delle chita rre elettriche. THE ClAIRVOYANT
Il chiaroveggente (una delle figure di Eddie) riesce finalmente a vedere chiaro nel destino del protagonista della storia e la musica si fa rimbombante coro quasi biblico. Dickinson canta «C'è un tempo per vivere / E uno per morire / Quando devi incontrare il creatore / C'è un tempo per vivere / Ma non è strano, dopotutto? / Come velocemente nasci / Così velocemente muori", sa ltando tra spezzoni di brano e parti separate che vanno a formare un corpo coerente votato alla massima presa live. Gooo OIE YOUNG Il riff iniziale è penalizzato dal fatto di essere suonato da due
ONlY THE
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chitarre uguali, senza la ritmi ca che viaggia al di sotto per disegnare il tappeto ritmi co. Brano nella media dei Maiden, senza infamia né lode, che serve soltanto a concludere la storia ma non a essere ricordato a lungo dai fan.
NO PRAYER FOR THE DYING (EMI,1990)
Prodotto e mixato da Martin Birch . Tecnici del suono: Mike McKenna e Les Kingham. Registrato con il Rolling Stone Mobil e in Inghilterra. Mixato ai Battery Studios di Londra (Inghilterra). Musicisti: Steve Harris (basso); Bruce Dickinson (voce); Dave Murray, Janick Gers (chitarra); Nicko McBrain (batteria); Michael Kenney (tastiere). Taifgunner / Hofy Smoke / No Prayer For The Dying / Public Enema n. 1/ Fates Warning / The Assassin / Run Sifent Run Deep / Hooks In You / Bring Your Daughter.. . To The Sfaughter / Mother Russia Dopo la grandiosità concettuale e scenografica di Seventh Son Of A Seventh So n, gli Iron Maiden decidono di ri tornare a una dimensione più «umana" rinunciando alla spettacolarità esagerata dei procedenti tou r. Ma il presupposto ritorno alle origini si rivela non fe lice, a causa della vena poco ispirata che avvolge i brani di No Proyer For The Dying. Adrian Sm ith è uscito dalla band, sostituito dall'ex White Spirit e lan Gi llan Band Janick Gers e si evidenzia subito quanto importante fosse il contributo di Smith nella fase compositiva, con il suo riffing tagliente e le sue tendenze «van halen iane •• a fare da contraltare al l'approccio troppo ripetitivo degli altri componenti del gruppo.
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TAILGUNNER l'album si apre con questo up-tempo di mestiere. l e melodie sono sfo rate e poco co invo lgenti e tutto il tono generale è quello di uno scarto di precedenti lavori . Il pezzo parla del bombardamento di Dresda del 1945 da parte degli alleati (secondo alcune fonti : 200mi la morti) ma si tratta solo di un macabro espediente che non ne ri solleva le so rti.
FATEs WARNING
HOLY SMOKE Unanimemente ricon osciuto dai fan degli Iron Maiden come il peggior brano mai scritto dal gruppo britannico nella sua pur lunga carriera, Holy Smoke è anche il primo singolo estratto dal disco. Giudicato una specie di auto-parodia pop del sound del gruppo, prese nte invece una interessa ntissima parte cen tral e costruita intorno ad uno dei migliori assoli di Murray.
THE ASSASSIN
Brano costruito solo co n la forza della professionalità, introdotto da un arpeggio sco ntato e sviluppato su una altrettanto scontata cavalcata in terzi ne che si annoda in un bridge quasi pop. la sensazione preva lente è che gli Iron Maiden abbiano già suo nato e in ciso questa canzo ne almeno una decina di volte in precedenza.
Pezzo se nza capo né coda, privo d'energia e d'architetture sonore degne d'interesse. È salvato solo dagli splendidi assoli della coppia Murray-Gers, che si scam biano ritmiche e parti soliste con eccezionale equilibrio. RUN SILENT RUN
OEEP
Run Silent Run Deep sta alla produzione degli Iron Maiden
No PRAYER FOR THE DVING Il manierismo e la stanchezza fanno sì che la band incida quella che è soltanto una pallida imitazione di brani come Children Of The Damned e Infinite Dreams. Brano che li ricord a in tutto tranne che nella drammaticità esecutiva e nella freschezza compositiva, sembra fatto ril ega ndo pezzi d'altre ca nzoni. PUBLIC ENEMA NUMBER ONE Caratterizzata da una buona ritmi ca chitarristica, serrata e urticante, Public Enema Number One riporta i Maiden ai tempi di Powersla ve o di Piece Of Mind. È sig nificativo il fatto che sia stata scritta da Dave Murray e Bruce Dickinson, senza la partecipazione di Harri s e, quindi, priva di ambizioni prog che il leader sem bra voler seg uire in maniera massiccia per la «sua» band.
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come la timbratura obbligatoria del cartellino. Stanca e priva di convinzione, si gioca la carta del rabbioso mid-tempo, ma il tutto è senza convinzione, originalità e penalizzato da una produzione approssimativa. HOOKS IN You Brano aggressivo e forte ma anch'esso soffre della malattia che attanaglia tutto l'album, ovvero la mancanza d'ispirazione e il manierismo.
BRING YOUR DAUGHTER ... To THE SLAUGHTER Nato co me colonna sonora di Nightmare V e originariamente prodotto da Dickinson come solista, è l'unico brano di quest'album ad aver avuto l'onore di resistere per molti anni nella sca letta co ncertistica dei Maiden. Hard rock in stile anni Settanta con qualche spruzzata di AC/ DC, il tutto confluente
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IRON MAIDEN
verso un anthem faci le ma efficace come un horror di serie B. M OTHER RUSSIA
L'idea melodica di questo pezzo sarà sfru ttata da Harris dopo solo un paio d'anni per creare Fear Of The Dark, uno dei brani più famosi deg li lrons. Qu i se mbra che l' intuizio ne sia solo abbozzata e la canzone fini sce per perdersi nel ma re dell'inconc lu denza, non ri sultando né abbastanza suggestiva (sul modello di Ru ss ians d i Stin g), n é adeg uatamente dura . Quando gli lron Maiden hanno sperimentato abbozzi di prog, non ne è mai venuto fuori niente che accontentasse i fan in maniera duratura.
FEAR OF THE DARK (EMI, 1992)
Prodotto da Martin Birch e Steve Harris. Registrato e mixa to ai Barnya rd Studio s, Essex (Inghi lterra). Mus icisti: Steve Harris (basso); Bruce Dickinson (voce); Dave Murray, )anick Gers (ch itarra); Nicko McBrain (batteria); Michael Kenney (tastiere). Be Quick Or Be Dead / From Here To Eternity / Afraid To Shoot Strangers / Childhood's End / Wasting Love / The Fugitive / Chains Of Misery / Th e Apparition / Judas Be My Guide / Weekend Warrior / Fear Of The Dark
Il nuovo album degli lron Maiden è accolto con spasmod ica attesa dai metal fan che vedono nel gruppo inglese gli alfieri della fede, i «defenders of the faith» più credibili in grado di fronteggiare la minaccia del g run ge. Il disco arriva al primo posto delle clas-
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sifiche ing lesi e, secondo alcune fonti, resta oggi il più vendu to della carri era del gruppo. Sicuramente è l'ultimo da cui vengono tratti dei classici da concerto duratu ri (Fear Of The Dark) e il cui primo singolo estratto sia uno speed metal (Be Quick Or Be Dead). BE QUI CK OR BE DEAO
Inizio da terremoto, a base di un fast meta l al tri tolo, condotto per mano dal drumming forsennato di Nicko McBrain e portato all'epilessia dalle chitarre mitraglianti d i Gers e Murray e dal basso di Harris, Dickinson infarcisce la violenza sonora con citazioni shakespea riane (<
FROM H ERE
To SHOOT STRANGERS Brano che inizia in maniera soffice, regolato dal basso che gira su di una linea ondeggiante, spezzata dall'arrivo delle chitarre che ri ca mano un avvo lgente riff degno d i Haffowed Be Thy Name e deg li lrons più apocalittici, acca rezzato da lle tastiere di
AfRAID
Michael Kenney.
FEAR Is THE KEY Ritmi cadenzati e vagamente orientaleggianti arricchiscono le clas-
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siche trame cavalcate dei Maiden con spunti presi in prestito dai Led Zeppelin di Kashmir, ma senza lasciare tracce degne di nota. CHILDHOOO' S END
La chita rra intreccia una melodia che, a ben vedere, costituisce il tema portante di tutto il disco e che si reali zzerà in maniera compiuta solo nel brano finale. A tratti, sembra che i suoni delle chita rre ri chiamino melodie ce lti che e irlandesi, ma è un'impressione che non si mantiene costante, sovrastata dalle ritmiche acuminate che si evolvono regolarmente in up-tempo anche abbastanza prevedibili. WASTING LOVE
Ballata romantica e drammatica che la band inglese ha sempre amato molto , proponendola volentieri dal vivo. Bruce Dickinson si esprime come un Coverdale più sg raziato e rude, ma ugualmente passiona le (e sono diverse le affinità tra questa ca nzone e Is This Love? dei Whitesnake), centrando in pieno il cuore dei fan. THE FUGITIVE
Un riff povero e potente introduce questo brano che risulta lettera lmente dominato dal basso. Ispirato dal film Il fuggitivo con Harri son Ford, è un altro di quei brani fatti con grande perizia ma pochissima ispirazione, per riempire lo spazio di un album. OF MISERV Robusto metal shuffle che non può non ricordare i Whitesnake di '987, è uno dei pochi brani del disco nella cui fase compositiva Harris non è intervenuto. Lo stile, infatti, si discosta abbastanza dai classici sti lemi maideniani, ma ciò non basta a renderlo un brano memorabile.
CHAIN
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THE ApPAR ITION
Pezzo lungo e prolisso, dalla stru ttura scheletrica e privo di una logica coe rente. Gli Iron Maiden g iocano a fare i Jeth ro Tull senza averne la rigorosità formale. La capacità di coinvolgimento della canzone è minima, così come lo sforzo compositivo profuso da Harris e Gers nel realizzarla. JUDAS BE Mv GUIDE
Ritorna il tema melodico ca ratteri stico di tutto l'album e Judas Be My Guide risulta uno dei pezzi migliori del disco, con uno sca rnifi ca nte e co rpo so arran giamento in accord i ape rti che ri porta ai tempi migliori della NWOBHM, a metà strada t ra Saxon e Tygers Of Pan Tang. I Maiden, quando ricalcano i sentieri che hanno lo ro stessi percorso per primi, sono ai verti ci assoluti dell'hard'n'heavy. WEEKEND WARRIOR
Brutto tentativo di hard americaneggiante, fatto di break acustici (con cassa in sottofondo) a spezzare il tessuto armon ico, costruito su di un riffi ng elementare e grezzo. Il brano pa rl a degli hooligan e del calcio (argomenti ca ri al grande tifoso Steve Harris), ma senza convinzione e credibilità, e affoga presto nella mediocrità. OF THE DARK L'inten sità, il pathos e l'in credibile profondità concettuale fanno d i questo brano un capolavoro che resiste nel tempo alla pa ri dei grandissimi cla ssici del gruppo e di tutto il genere metal. Fear Of Th e Dark è un viaggio breve ma intensissimo nell'abisso nero dell'anima, nella paura dell'horror vacu i e dello smarrimento esistenziale . La «paura de l buio » cantata da Dickin son è quella di un vuoto d'emozioni che attanag lia l'u-
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manità, a cui è impossibile dare forma finita. In maniera riduttiva, sembra quasi che questo brano sia l'epitaffio e la pietra tombale del metal «classico» di fronte all'avanzata imperiosa e disgregante del grunge ma, in realtà, è molto di più. È la maturazione definitiva della cultura metal che è giunta a guardare nel precipizio dell'età adulta, scoprendo che i propri demoni non sono affatto scomparsi ma, al contrario si sono moltiplicati. Dal vivo, il pubblico canta a squarciagola la propria «paura del buio», nel chiaro tentativo di esorcizzarne i fantasmi, sapendo bene che sono sempre presenti, pronti ad aggredire e divorare chi si fa trovare con l'anima riempita solo di vuoto cosmico. la solennità dell'introduzione e del ritornello (inframmezzato da violente strofe cariche di una sarcastica abrasività) hanno le cadenze della marcia funebre e descrivono meglio d'interi discorsi il senso di spaventosa solitudine a cui si è destinati, perfettamente riassunti nel disperato verso finale: «E quando cammino in una strada oscura scopro di essere colui che cammina da solo».
UVE AT DONINGTON (EMI, 1993)
Registrato a Casti e Donington (Inghilterra) il 22 agosto 1992 durante il festival Monsters Of Rock. Tecnico del suono: Mick McKenna. Musicisti: Steve Harris (basso); Bruce Dickinson (voce); Dave Murray, Janick Gers (chitarra); Nicko McBrain (batteria). Be Quick Or Be Dead / The Number Of The Beast / Wrathchild / From Here To Eternity / Can I Play With Madness / Wasting Love / Tailgunner / The Evil That Men Do / Afraid To Shoot Strangers / Fear
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Of The Dark / Bring Your Daughter... To The Slaughter / The Ciairvoyant / Heaven Can Wait / Run To The Hiffs / 2 Minutes To Midnight / lron Maiden / Haffowed Be Thy Name / The Trooper / Sanctuary / Running Free
Uscito quasi in sordina e stranamente non promosso a dovere (a differenza dei quasi contemporanei A Real Uve One e AReai Dead One), Live At Donington è il miglior live pubblicato dalla band inglese e uno dei più grandi dischi dal vivo nella storia del rock, che offusca il mito anche del precedente Uve After Death. È stato considerato per molto tempo un semi-bootleg poiché si tratta della trasposizione discografica dell'omonimo video ma è proprio ciò che ne costituisce l'incredibile forza esplosiva. Registrato in una sola data e senza sovraincisioni, Live At Donington ci restituisce dei Maiden al top della forma e nella tonante espressività che gli è propria dal vivo e che, troppo spesso, in studio, viene soffocata dagli artifici della produzione e dalla preoccupazione dell'arrangiamento. Gli errori esecutivi e il suono non perfettamente bilanciato sono elementi che, invece di andare a detrimento dell'opera, ne accentuano la ferocia sonora, mandando in visibilio l'oceanica folla del Monsters Of Rock di Donington (oltre 70mila spettatori; sul palco si erano esibiti, nella stessa giornata, Skid Row, Slayer, Wasp e Thunder) e trasportano il concerto «in casa», come ogni live rock dovrebbe fare. Senza farsi pregare, i Maiden sparano in sequenza un trionfo di violenza come la triade Be Quick Or Be Dead I The Number Of The Beast I Wrathchild da antologia, bilanciando perfettamente vecchio e nuovo. Il pubblico è sempre ben presente nell'audio, sottolineando con il suo entusiasmo e i suoi cori i momenti salienti del concerto. Da brividi sono i cori all'unisono di Fear Of The Dark e Wrathchifd, con un Dickinson esaltato e compiaciuto del trionfo in patria. Nicko McBrain appare all'apice della sua evoluzione batteristica, vera
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piovra a molte braccia capace di far parlare la propria batteria e di condurla su lidi di furia ritmica sconosciuti anche a molti drummer di meta l estremo, nonostante degli errori clamorosi dovuti, evidentemente, alla troppa foga. Il pubblico canta spesso anche per accompagnare i giri di ch itarra più famosi (The Evil That Men Do) creando sensazioni di completa estasi e abbandonandosi a questa celebrazio ne solenne dell'heavy metal che giunge proprio quando l'avvento del grunge ne dichiara ufficialmente chiusa la fase glorio sa e pionieristica. AI culmine della sca lata, quando si guarda tutti dall'alto e si può solo iniziare a scendere, si respira un'aria ca rica di energia metallica che viene da versioni poderose di 2 Minutes To Midnight (autentiche bolgie infernali di pogo t ra le migliaia di persone presenti allo show), lron Maiden, Sanctuary e dal bestiale inno finale di Running Free.
A REAL UVE ONE / A REAL DEAD ONE (EMI, ' 993)
Prodotto e mixato da Steve Harris. Registrato durante il tour europeo del'993. Musicisti: Steve Harris (basso); Bruce Dickinson (voce); Dave Murray, Janick Gers (chitarra); Nicko McBrain (batteria). A REAL LrvE ONE
LA MUSICA:
DISCOGRAFIA UFFICIAL e
Remember Tomorrow / Where Eagles Dare / Sanctuary / Runnlng Free / Run To The Hllls Hallowed Be Thy Name
/ 2 Minutes
To Midnight / Iron Maiden /
Progettato per essere il «vero» live ufficiale della seconda parte della ca rri era del gruppo e annunciato con una grande campagna promozionale, AReaI Live/ Dead One fallisce clamorosamente il bersaglio. l'assemblaggio di diverse date e la produzione di Steve Harri s in luogo dell'esperto Martin Birch penalizzano notevolmente la resa sonora complessiva e privano di ca ri ca anche i grandi classici del gruppo, soprattutto se paragonati alle folgoranti versioni contenute nel più spontaneo e micidiale ~ive At Donington. I due Real, tra l'a ltro, sono registrati durante il tour d'addio di Bruce Dickinson che appare, infatti, spesso svogl iato e fuori forma. A Real Uve One è il resoconto dei Maiden più «recenti», mentre A Real Dead One avrebbe dovuto essere un vero e proprio regalo ai fan t ramite l'in serimento di alcuni vecchi brani dimenticati dal repertorio live standard (spesso abbastanza prevedibile) della band. In realtà, le «ch icche» sono solo quattro (Prowler, Remember Tomorrow, Where Eagles Dare e lo strumenta le Transylvania) di cui una (Remember Tomorrow) già presente nel primo mini-album live Maiden japan. La sca letta di AReaI Live, invece, è una sta nca proposizione degli ultimi successi (da Heaven Can Wait a Fear Of The Dark) in cu i le sovraincisioni e il lavoro di taglia-e-incolla hanno danneggiato l'impatto heavy che tali canzoni possono vantare.
Be Quick Or Be Dead / From Here To Eternity / Can I Play With Madness / Wasting Love / Tailgunner / The Evi! That Men Do / Afraid To 5hoot 5trangers / Bring Your Daughter.. . To The 51aughter /
THEX FACTOR
Heaven Can Wait / The C1airvoyant / Fear Of The Dark
(EMI, '995)
A REAL DEAD ONE
Prpdotto e mixato da Steve Harris e Nigel Green. Registrato ai Barnyard Studios, Essex (Inghilterra).
The Number Of The Beast / The Trooper / Prowler / Transylvania /
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Musicisti: Steve Harris (basso); Blaze Bailey (voce); Dave Murray, Janick Gers (chitarra); Nicko McBrain (batteria). Sign Of The Cross / Lord Of The Flies / Man On The Edge / Fortunes
Of War / Look For The Truth / The Aftermath / Judgement Of Heaven / Blood On The World's Hands / The Edge Of Darkness / 2 A.M. / The Unbeliever
Quando la band annuncia il nome del nuovo cantante, sono in molti a sperare in un ritorno alle sonorità aggressive dei primi tempi. Blaze Bailey non ha la vocalità epicheggiante di Dickinson ma, nonostante questo, i brani sembrano scritti tutti proprio per la voce di Dickinson, lasciando l'ex Wolfsbane alla mercé dei suoi critici. La voce, infatti, si rivela l'anello più debole di un album con molte carenze compositive che non soddisfa nessuno e che fa pensare ad un declino graduale del gruppo nelle preferenze dei fan. SIGN O, THE CROSS I cori gregoriani del The Xpression Choir (composto da autentici monaci spagnoli) introducono il brano, sancendo una stimolante alleanza tra canto sacro e suono profano, se non addirittura blasfemo del gruppo inglese. L'atmosfera lugubre sale lentamente ma poi il crescendo viene interrotto bruscamente dall'esplodere del ritmo . Blaze Bailey è chiaramente in difficoltà poiché questo brano, un mid-tempo cadenzato ed evocativo che assume i connotati della litania inquisitoria, sempre essere stato scritto apposta per la vocalità di Dickinson. Quando quest'ultimo ritornerà nella band, sarà uno dei primi brani che riprenderà e riadatterà al suo stile vocale.
LA MUSICA:
DISCOGRAFIA UFFICIALE
tra sonorità tardo Seventies e l'auto-citazione (l'inizio è quasi identico a From Here To Eternity). Qualche arrangiamento sopra la media dà spessore ad un brano che, altrimenti, non ne avrebbe se non in minima parte. MAN ON THE EOGE Agile e trascinante speed metal, ispirato al film di Joel Shumacher con Michael Douglas Un giorno di ordinaria follia. Blaze dà il meglio di se stesso in questo pezzo nevrotico e diretto come un tracciante missilistico. Le note iniziali ricordano qu elle di The Evi! That Men Do, ma quando parte la batteria di Nicko McBrain, la furia devastante del suono riporta immediatamente i Maiden ai primi, gloriosi anni della loro carriera. FORTUNES O, WAR Brano scritto interamente da Harris, riflette gli umori riflessivi e onirici che ne ca ratterizzano la vena compositiva da Seventh Son in poi. Il basso ricama arpeggi funerei e suggestivi, sebbene abbastanza ripetitivi e anche le chitarre entrano in maniera quasi timida, senza il sacro furore del passato ma con circospezione e cautela. An cora una volta, Blaze si trova a cantare un brano nato palesemente per l'enfasi canora di Dickinson e non riesce a dare la giusta forza al ritornello. LooK FaR THE TRUTH È difficile capire come gli Iran Maiden abbiano potuto partorire una canzone così priva di mordente e di senso come Look For The Truth. Si tratta, chiaramente di un riempitivo scritto in fretta e furia in cui tutti i componenti del gruppo danno il peggio di se stessi per cinque, lunghissimi minuti .
LORO O, THE FlIES Primo singolo tratto dall'album, Lord or The F1ies viaggia a metà
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THE AFTERMATH
Ancora un arpeggio iniziale e una chitarra che ricorda il Michael Schenker degli MSG. Tempo corazzato e macilento al la Ronnie )ames Dio ultima maniera (cioè, la peggiore) che conserva almeno un buon impatto generale, anche se si attende sempre un'impennata che non arriva mai. )UOGEMENT OF HEAVEN
La linea voca le di Bailey, a tratti, sembra presa in prestito da quella di Paint It Black dei Rolling Stones se non fosse per il fatto di trovarsi spesso fuori tonalità. Anche in questo caso, sembra non ci sia stato il minimo sforzo compositivo se non
quello di assemblare riff e giri armonici attaccati tra loro con uno spago sotti le. La chitarra di Murray è priva di una compagna efficace a tenerg li la ritmica. Il testo para-religioso e il ritornello dichiaratamente pop affossano definitivamente questo pezzo . BLOOO ON THE WORLD'S HANOS
I preziosismi di Harri s al basso costituiscono il motivo di maggiore interesse del brano. Semp re poco incline agli esibizionismi, in Blood On The World's Hands, il bassista e leader della formazione si lascia andare a brevi momenti di auto-celebrazione strumentistica che rimangono la traccia migliore di un pezzo che, invece, stenta sempre a decollare e si aggrovig lia su se stesso in cerca di uno sbocco melodico che non arriva mai.
Con rad, Cuore di tenebra) e la musica esplode forte e lenta come commentario di visioni ca ldo-um ide da giungla indocinese. La parte centra le è la so lita celebrazione onanistica del passato co n la riproposizione di un giro di chitarra che è stato ripetuto fino alla nausea. Per loro sfortuna, nello stesso anno, i tedeschi Grave Digger pubblica no Heart Of Darkness, ispirato anch'esso al film di Coppola ma di ben altro spessore sonoro e potenza suggestiva . I cambi di tempo servono solo a mettere in maggiore evidenza i limiti di Blaze. 2A.M. Triste ballata «p roletaria» che narra delle quotidiane sconfitte esistenziali di una working class senza futuro e speranza (<
Tentativo di inserirsi in trame prog, The Unbeliever invade territori di competenza di gruppi come Dream Theater e Magellan e si rivela una sorpresa di notevole caratura, pur lasciando i fan «storici » con molte perple ss ità per il corso intrapreso dalla band . Diversi ca mbi di tempo e battuta, sommati a una struttura «irregol are» fanno di questo pezzo uno degli esperimenti più audaci del combo inglese, noto per il suo conservatorismo ad oltranza.
THE EOGE OF DARKNESS
Come Man On The Edge anche The Edge Of Darkness è una canzone-fi lm, incentrata cioè su una pa rti colare pellicola cinematografica. Questa vo lta si tratta d i Apocalypse Now di Francis Ford Coppola (tratta, a sua vo lta, dal romanzo di )oseph
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VIRTUALXI (EMI, ' 998)
Prodotto e m ixato da Steve Harris e Nigel Green . Registrato ai Barnyard Studios, Essex (Inghilterra). Musicisti: Steve Harris (basso, tastiere in The Clansman, The Angel And The Cambler e Don't Look To The Eyes 01 A Stranger); Blaze Bailey (voce); Dave Murray, Janick Gers (chitarra); Nicko McBrain (batteria); Michael Kenney (tastiere). Futureal / The Angel And The Cambler / Ughtning Strikes Twice / The Clansman / When Two Worlds Collide / The Educated Faol / Don 't Look To The Eyes 01 A Stranger / Como estais amigos The X Factor fa storcere il naso a più d'un fan di vecchia data,
ma gli Iran Maiden va nno avanti imperterriti per la loro strada, rilanciando. Oltre al nuovo album, più rifinito e curato del precedente, annunciano co ntemporaneamente l'uscita di un videogame basato sulle avventure di Eddie. Pochi capiscono dove finisca il g ruppo e inizi il videogioco. Tutto ciò che ruota intorno alla band sembra assu mere il ca rattere di un ' immensa fabbrica del merchandising in cu i la mu sica assume un va lore secondario. L'album è, ancora una vo lta, prodotto da Steve Harri s ma, dal punto di vista musicale, si rivela una mezza delusione, anche se viene difeso a spada tratta dai membri del gruppo che, però, si affrettano a dare una buonuscita a Blaze per rich iamare in fretta e furia Bru ce Dickinson, prima che il danno diventi irreparabile. FUTUREAl
Il riff in iziale è un classico giro maideniano, ma le ch itarre mancano di forza e di personalità, colpa anche della produzione non all'altezza di Steve Harris. I temi fantascientifici e ciberneti92
LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
ci risultano affrontati in maniera più credibil e di quanto fosse stato fatto su Somewhere In Time, grazie anche all'apporto lirico di Bailey, che nei suoi album solisti insiste rà molto su queste atmosfere. THE AN GEl ANO THE GAMBLER
Dopo From Here To Eternity e Lord 01 The Flies, anche in quest'a lbum il seco ndo brano è un pezzo dalle sonorità decisamente anni Setta nta. Le tastiere sono molto in evidenza e si vorrebbe un g rande appeal radiofonico per tale canzone, ma i Maiden non sono gruppo da programmazione radio pop e il pezzo finisce pe r sco ntenta re tutti, anche per la sua sca rsa capacità di coinvolgimento. LIGHTNIN G STRIKES TWICE
La canzone inizia come una sofferta ballad, ma il morbido tessuto sono ro è presto squa rciato da vio lente sch itarrate che, però, non danno drammaticità al tutto. I ca mbi di tempo appa iono casuali e installati senza un processo coerente. Se da questo brano fossero state generate tre ca nzon i diverse, il risultato sarebbe stato migliore e meno confu sionario. THE ClANSMAN
Uno strano destino porta gli Iran Maiden degli anni Novanta a inseguire l'ispirazione dei tedeschi Grave Digger (già questa di seconda mano). Dopo The Edge 01 Darkness che fa il verso a Heart 01 Darkness del combo teutonico, arriva The Clansmon e la sua ambientazione non è casuale. L'anno precedente, i Grave Digger hanno ottenuto il loro maggior successo con l'album Tunes 01 War, tutto ispirato alla storia della Scozia, di William «Braveheart» Wallace e dei suoi antenati e pronipoti va ri. Un polpettone pseudo-storico discutibile da punto di vista dei con-
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tenuti (se ppur fo rmalm ente in eccepib ili), m a dall'enorme impatto sonoro che fa registrare per il g ruppo tedesco veri e propri record di vendite. Gli lron Maiden seguono a ruota, travestendo Eddie da fiero ribelle scozzese e partorendo una canzone di oltre nove minuti che finirà per piacere - paradossalmente - solo a Bruce Dickinson. WHEN Two WORLDS COLLIDE Insieme a Futureal, è il brano a cui Blaze ri sulterà più affezionato, suonandolo spesso nelle sue to urneé so liste. Il tema futuristico e ca tastrofico dell'impatto tra un meteorite gigante e la terra solletica la fantas ia del cantan te e il pezzo gode di una delle sue m igliori interpretazioni . Niente di trascendentale, ma un 'ottima successione armonica che rico rda a tratti Fear or The Dark. Murray giganteggia co n un assolo di chitarra blackmoriano eseguito con grandissima disinvoltura. THE EDUCATED FoOL Un inco nfondibile arpegg io iniziale suonato al basso fa capire che il brano è stato scritto per intero da Harris, con tu tto ciò che ne consegue in termini di fantasia compositiva. Arriva inevitabilmente il mid-tempo straziato e cadenzato (e la parte centrale veloce co n annessi assoli di chitarra a profusio ne) che sfocia in un coro in cu i gli Iron Maiden abbracciano senza ambiguità la ca usa dell'epic metal. DON'T LOOK To THE EVESOF A STRANGER Le chitarre st oppa te iniziali conferiscono al p ezzo un tono macabro e parodistico, da teatro g rand guig nol che immediatamente si va a rifugiare nell'abbraccio sicuro dei tempi e del riffin g più t radi ziona lm ente maideniano . Senza dubbio, comunque, il miglior brano dell'album.
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COMO ESTAIS AMIGOS Ballata dolente e intensa, ben ca ntata da Blaze che sui ton i medi e bassi si trova molto più a suo agio. Uno dei pezzi più part ico lari dell'a lbum che avrebbe meritato miglior fortuna nelle preferenze del gruppo.
BRAVE NEW WORlD (EMI,2000) Prodotto da Kevin Shirley. Co-prodotto da Steve Harris. Tecnici del suono: Denis Caribaux, Nickolas Meyer e Rory Romano. Regi strato ai Guaillaume Tell Studios di Parigi (Francia). Musicisti: Steve Harri s (basso e tastiere); Bru ce Dickinson (voce); Adrian Smith, Janick Gers, Dave Murray (chitarra); Nicko McBrain (batteri a).
The Wicker Man / Ghost or The Navigator / Brave New World / Blood Brothers / The Mercenary / Dream or Mirrors / The Fallen Angel / The Nomad / Out or The 5i1ent Planet / The Thin Line Between Love And Hate Il rito rno nella line-up di Bruce Dickinson e di Adrian Smith rinfocola l'entusias mo dei fan e fa registrare numeri da capogiro per il tour del 1999. Brave New World viene atteso in maniera spasmod ica e seguito da un tour sontuoso, in cu i pochi si accorgono dei profondi ca mbiamenti che la band sta operando sul proprio so und . Le melod ie si fanno più ampie e i temi trattati sembrano influ enzati dal power metal eco logista e new age nordeuropeo (Stratovarius, Nightwish), anche se gli lron Maiden non lo ammetterebbero mai pur di difendere il proprio ruolo di ultimi rappresentanti britannici di un genere il cui testimone è già da molto tempo passato in altre mani.
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THE WICKER MAN
Dopo molti anni, gli lron Maiden tornano ad un singolo dal rill di chitarra aggressivo e potente che sembra provenire dalle session di Powerslave. Il brano è anche il primo singolo estratto dall'album e risulta una scelta azzeccata anche se perde parte della propria energia in un ritornello fatalmente rallentato e poco ispirato. GHOST
OF TH E N AVIGATOR
I buoni propositi in fatto di crudeltà sonora vengono smentiti subito da Ghost Of The Navigator che ripropone le trame articolate e prog dell'ultimo periodo, tanto care a Harris. Il rilling di chitarra di Gers, Murray e Smith è, comunque, preciso e spietato, specialmente sulla strofa ma i cambi di tempo quasi casuali rendono la canzone una specie di collage dei più consolidati cliché del gruppo. BRAVE N EW W ORLD
Il brano ruota intorno al ritornello enfatico e solenne ripetuto fino all o sfinimento da Dickinson . L'epicità nasconde la maschera tragica di un mondo morente, cantata con mestizia e malinconia dal «singer». AI ritornello la band ci arriva faticosamente, senza troppa convinzione ma poi si lascia andare in un'entusiasmante (quanto prevedibile) parte centrale accelerata, impreziosita dagli assoli del trio chitarristico. BlOOO BROTHERS
Prolissa ed estenuate ca nzone-mammuth che tramuta l'originale ispirazione epica in oltre sette minuti di estenuante elefantiasi sonora . Il testo introspettivo e riflessivo (sembra dedicato da Steve Harris al padre morto da poco) è quanto di più lontano ci possa essere dall'attitudine sinceramente diabolica dei primi
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
ann i del gruppo e mostra una band più vicina ad un buonismo da pensionati di lusso che alla ferocia dei rocker di periferia degradata che erano un tempo. THE MERCENARY
Il so und della band esp lode all'unisono, vitale e corposo in questo pezzo dal rill a mitragliatrice che, però, rallenta spessissimo, non riuscendo a mantenere costante la tensione. Sembra quasi che McBrain sia sta nco e si sia dimenticato come puntellare il gioco al massacro reclamato dalle chitarre, dovendos i fermare a riposare a scadenze regolari. DREAM
OF MIRRORS
Il pezzo più lungo dell'album (oltre nove minuti) è una triste ballad in cui Dickinson tenta di vestire i panni impossibili (per lui) dello chansonnier rock. Dream Of Mirrors potrebbe essere un brano tranquillamente scritto da Bruce Springsteen o Tom Petty, se non fo sse per le chitarre elettriche che attendono pazienti nell'ombra, reclamando la loro dose di suoni distorti ed esplosivi. La solita e scontata accelerazione centrale conferma che ci sono almeno cinque minuti di troppo. THE FAllEN ANGEl
Con questa robusta cavalcata hard si ritorna, per un attimo, alle atmosfere luciferine di The Number Of The Beast, se non altro per la narrazione di Dickinson e per le linee serrate martellanti di basso che Harris costruisce con chirurgica precisione. THE NOMAO
The Nomad è uno di quei pezzi che in epoca di vinile non
sarebbero mai finiti sul disco per motivi di spazio. In epoca di cd trovano la loro collocazione perché bisogna arrivare a tutti i
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
IRON MAIDEN
costi a un certo minutaggio. Idee melodiche appena abbozzate e iper-riciclate (da se stessi e dag li altri) che vanno ad adagia rsi male su di un tempo spezzato che disgrega ogni attrattiva potenziale delle linee melodiche.
Intro / The Wicker Man / Ghost Of The Na vigator / Brave New Worfd / Wrathchild / 2 Minutes To Midnight / Blood Brothers / Sign Of The Cross / Th e M erce nary / The Troop er / Dream Of Mirrors / Th e C1ansman / The Evil That M en Do / Fear Of The Dark / lron Maiden / The Number Of The Beast / Hallowed Be Thy Name / Sanctuary / Run
OUT O, THE SILENT PLANET
Un passaggio di chitarra elettrica in stile folkeggiante (una citazione palese dei Jethro Tull) fa da intro alla ca nzone più «ambienta lista» dell'album. Anche in questo caso, ci si accorge di essere di fronte agli Iron Maiden e non a Son Jovi solo per la voce sgraziata (ma efficace) di Sruce Dickinson . THE THIN UNE BETWEEN LOVE ANO HATE
Il pezzo inizia con un riff macilento di chitarra stoppata sulla batteria impietosa e potente. La cattiveri a sembra aleggiare, ma il testo è una specie di predica moralistica che dà l'idea di quanto oramai gli lrons non cantino più il loro vissuto quotidiano, ma si limitino a co mmentare le mi seri e umane dall'esterno, con l'occhio blandam ente mi se ri cordio so dei ricchi padri di famiglia.
ROCK IN RIO (EMI, 2002) Prodotto da Arthu r Gorson. Registrato il19 gennaio 2001 al festival Rock In Rio di Rio de Janeiro (Brasile). Musicisti : Steve Harris (basso e ta stiere); Bruce Dickin so n (voce); Àdrian Smith, Janick Gers, Dave Murray (chitarra); Nicko McSrain (batteria); Michael Kenney (tastiere).
To The Hills
Il gigantesco festival Rock In Rio accoglie per la seconda volta (in so le t re edizioni: '985, 1991 e 2001) g li lron Maiden su l suo palco . La ri sposta del pubblico carioca è travolgente e senza paragoni. Oltre 250mila persone assistono allo show del gruppo inglese sottolinea ndo co n un delirio estasiato ogni passaggio e ogn i riff, sia che appartenga alla nuova era del gruppo, sia che affondi la sua o rigin e nel passato remoto . Il vero protagonista di questo live è, infatti, proprio lui: il pubblico brasiliano, la folla immensa (ed estremamente competente) che si ra ccog lie per tributare alla leggenda inglese del metallo il giusto o maggio. Bruce Dickinson dichiara alla stampa che il disco arriva con quindici ann i di ritardo perché era intenzione del gruppo utilizzare proprio il concerto del Rock In Rio del 1985 per Uve After Death ma poi, mi sterio sa mente, quei nastri andarono perduti e non se ne poté fare più nulla. In quindici anni, ovviamente, è cambiato il repertori o e metà dello show è occupato dai brani degli ultimi album, quasi si tratti di un concerto promozionale come g li altri . È questo l'unico limite di un live che, altrimenti, gode di un ' intensità micidiale e di una qualità sonora quasi perfetta . Sarebbe difficile immag inare, senza il supporto delle immagini del dvd, la reazione di fan sudamerica ni alle prime note di The Trooper, 2 Minutes To Midnight e Iran Maiden, mentre sono assolutamente da brividi lungo la schiena i co ri di migliaia di perso ne per Fear Of The Dark e Hallowed Be Thy Name.
Il miglior pubblico al mondo per la miglior metal band al mondo.
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IRON MAIDEN
DANCE OF DEATH (EMI, 200 3)
Prodotto da Kevin Shirley. Co-prodotto da Steve Harri s. Registrato ai Sa rm Studios di Londra (Inghilterra) . Musicisti: Steve Harri s (basso e tastiere); Bruce Dicki nson (voce); Adrian Smith, Janick Gers, Dave Murray (ch itarra); Nicko McBrain (batteria). Wildest Dreams / Rainmaker / No More Lies / Montségur / Dance Of Death / Gates Of Tomorrow / New Frontier / Paschendale / Face In The Sand / Age Of Innocence / Journeyman
Un a settim ana dopo la sua pubblicazione, Dan ce Of Death balza al prim o posto delle cla ssifiche mond iali (Ita lia compresa), lasciando di stucco tutta la critica specializza ta, sia quella tradizionalmente ostile al genere meta l, sia qu ella che ne aveva pronostica t o un rap ido decadimento nelle preferen ze del pubb lico. L'albu m, nel suo complesso, è più curato e ispira to di Brave New World e la band appa re più coesa, sebbene spesso le soluzioni sonore si traduco no nella fie ra dell'auto-cita zio ne. A puro titolo di cronaca, è il primo albu m in studio del gruppo in cui non appare il marchio della Emi . WILDEST DREAMS
Per ca pire quanto profondamente siano ca mbi ati g li lron Maiden, basta leggere il testo di questa ca nzone, più efficace di qua lsiasi commento: «Sto organ izza ndo dei ca mbia menti nella mia vita / Esorcizzando i demoni del passato / Prenderò la macchina e scenderò in strada / Sono pronto per partire / Sento che posso essere tutto ciò che ho desiderato di essere / E rendere i miei sogni rea ltà... / Quando ripenso a come andava-
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no le cose prima / Di quando ero avvolto in un sudario di dolore / Mi sentivo svanire in me stesso / E non riu scivo a trova re un modo per uscire dall'inferno ... / Ora quando mi sento triste e depresso / Giuro che non sarò mai più lo stesso / Basta ricordarmi chi so no / E quello che sa rò". Un vero e pro prio manifesto programmatico . RAINMAKER
Hard rock dinamico e diretto che non cade mai nella trappola dell 'a uto-celeb razione. Nicko McBrain accentua con i pi atti og ni battuta delle chitarre, utilizza ndo in mani era originale uno dei t ru cchi più vecchi del «Maiden sound". No M ORE lIES Gli arpeggi su due corde di basso di Harris fanno da leit motiv al nova nta per cento delle ballad o semi-ballad del gruppo e No M ore Lies non fa eccezione. Come da obbligo contrattuale, arriva l'accelerazione sui cui, però, Dickinson mantiene sempre
una linea vocale melodica e pacata. M ONTSEGUR
Seco li di crociate, eresie, massacri e inqui sizioni ri ass unte in pochi versi e in 5'50" di canzone. Gli Irons ripetono la formula dell'epic rock a sfondo stori co tanto cara a Harris e Dickinson. Il ritmo è buono ma resta, comunque, l' impressione di un compito facil e, svolto co n diligenza ma senza particolare trasporto. D ANCE OF DEATH
Lo stile narrativo campestre e fiabesco di Dance Of Death porta gli Iran Maiden sui lidi del progressive anni Settanta da sempre agog nati da Harris Uethro Tull, Mike Oldfield) ma il colpo da maestri viene proprio quando nessuno se l'aspetta più . La can101
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zone è un orrore in crescendo che si snoda su lla storia di possessione demoniaca e abbandono al sabba infern ale che Dickinso n racconta con compiaciuta cattiveria, con il tono spaventato ma affascinato di un moderno H.P. Lovecraft (fonte letteraria di primaria importanza per l' ispirazione più gotica del gruppo). Le chitarre diventano lentamente isteri che fino a lancia rsi poi in un vorticoso scontro d'assoli che si pone come il capo lavoro di tutto l'a lbum.
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delicato arpeggio di basso. Face In The Sand è una di queste ma la tensione è improvvisa mente innalzata da brucianti schitarrate in lontananza che, pian piano diventano l'appe llo di spe rato di chi attende impa ziente la fin e del mondo. Dickin son, però, urla laddove sa rebbe meglio sussurrare macabre litanie per fare cedere definitiva mente orecchie già troppo provate da tutti gli orrori moderni . O, INNOCENCE La strutturazione melodica di Age Of Innocence richiama visibi lmente i Metallica degli anni Ottanta. I suoni so no compressi ed è solo la voce di Dickinso n a dirigere il resto della band verso aperture melodiche che, però, appaiono prive di senso e dal discutibile gusto pop.
A GE
O, TOMORROW Gers gioca ancora con il riff di From Here To Etemity, con gli stessi inten ti di commercia lità all'insegna di un'hard rock oramai fuori dai gusti del grande pubblico radiofoni co.
GATES
NEW FRONTIER
Il riff di chitarra di New Frontier rammenta nea nche tanto vagamente quello di The Number Of The Beast, ma la presa co mpless iva del pezzo è deci samente inferiore, nonosta nte un ritmo tirato e una performan ce di alto livello di tutti i co mponenti del gruppo. Il vero problema degli Iran Maiden è la sensazione di déjà-vu, ri schio obbligato per chi ha all'attivo cos ì tanti cla ssici che vivono di vita propria . PASCHENDALE
Epic metal allo stato puro, introdotto da un delicato d iseg no di chita rra solista poi tra scinato potente e roboante dalle urla evocatrici di Dickinson . In questo caso, le parti che compongono il pezzo sono attaccate tra loro meglio che in altri casi, andando a formare un corpo unico di magniloquente espressività.
JOURNEYMAN
Forse, la più imprevista sorpresa che il gruppo inglese potesse dare ai propri fan vecchi e nuovi era un brano interam ente suonato con le chitarre acustiche (e come tale ripropo sto da l vivo, spesso co me ultimo pezzo dei co ncerti) e con un imponente arrangiamento d'archi. La tra smutazione è avvenuta ed è ora completa . Gli Iran Maiden ora non sono più «so ltanto» una band di heavy metal. Mentre molti erano impegnati a criti ca rli, hanno compiuto un salto quasi impossibile e sono entrati diritto nel cuore di tre diverse generazioni d 'ascoltatori . Qualcosa vo rrà pur dire.
FACE IN THE SAND
Non si contano più le canzoni degli lron s che iniziano con un
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LA MUSICA: APPENDICE uasi nessun componente degli Iron Maiden ha avuto una carriera solista di successo paragonabile a quello della band «madre" una vo lta uscito da l gruppo. L'impronta sti listica e culturale del gruppo, inoltre, è stata talmente forte da impedire ai propri ex membri qualsiasi evo lu zione musicale che dirottasse troppo dai binari stabiliti negli anni di militan za con la Vergine di Ferro, pagata con scarsissimi risultati commerciali e una credibilità calante. Senza il basso onnipresente e martellate di Steve Harris, i singoli musicisti hanno spesso manifestato un senso di smarrimento sonoro che si è riverberato inevitabilmente sulle proprie produzione soliste, raramente acclamate dai fan dei Maiden. Quando ciò è avvenuto (alcuni album di Bruce Dickinson e quelli di Blaze), è stato soprattutto perché le produzioni in questione hanno rappresentato una so rta di . Iron Maiden minori» e una riproposizione della formula-base con altri musicisti.
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LA MUSICA : APPENDICE
IRON MAI DE N
BRUCE DICKINSON
BALLS TO PICASSO (EMI, 1994)
La ca rri era solista di Dickinson, in realtà, in izia quando è ancora negli Iron Maiden. Il cantante manifesta l'intenzione d i cimentarsi in qualcosa di diverso dal metal standardizzato del gruppo sin da dopo la pubblicazione di Live After Death (1985). Le sue influenze musicali, oltre che nel rock duro, affondano anche nel progressive e nel g lam rock deg li anni Settanta ed è su questa strada che si incammina quando decide di produ rre il suo primo album .
TATTO ED MILLIONAIRE (EMI, '990) Son Of A Gun / Tattooed Mi/lionaire / Born In '58 / Hell On Wheels / Gypsy Road / Dive! Dive! Dive! / Ali The Young Dudes / Lickin' The Gun / Zulu Lulu / No Lies
Viene registrato nel 1989 ed esce nel '990, dopo l'estenuante tour di Sevenlh Son or A Sevenlh Son che ha visto il cantante scontrarsi a più riprese co n Steve Harris su lla direzione mu sica le da prend ere. Tattooed Millionaire ri sc uote un discreto successo, sopratt utto g razie ai singoli Tattooed Millionaire, alla cover di Ali The Young Dudes, vecchi o classico di David Bow ie, e all'intensa Born In 'S8 . Alla chitarra c'è Janick Cers (con Andy Ca rr al basso e l'italiano Fabio Del Rio all a batteria), che Dickin son imporrà negli Iron Maiden in sostituzione del defezionario Adrian Sm ith, mentre la produzione è ~ff.i.data all'esperto Chris Tsa ngarides, che nel 1990 si trova ad essere il produttore più corteggiato del metal g razie al lavoro effettuato con i Judas Priest di Painkiller.
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Cyclops / Hell No / Gods or War / 1000 Points The Hiding Bush / Change Sacred Cowboys / Tears
or Heart /
or Light /
Laughting In
Shoot Ali The Clowns / Fire /
or The Dragon
Il ritorno all'ovile di Dickinson, dopo che molti ne aveva no già data per scontata l'u scita dag li Iron Maiden, dura t re ann i. Nel ' 993, dopo aver abbandonato definitivamente la band madre, si dedica a tempo pieno alla sua carriera solista. Il primo passo è la pubblicazione nel 1994 di Balls To Picasso che viene accolto tiepidamente dalla criti ca e colleziona recensio ni tra il mediocre e il negativo. A dispetto di questi giudizi, però, ottiene un insperato successo co mmercia le g razie alla sem i-ball ad Tears or The Dragon, da molti co nsiderata uno degli episod i più sentiti e meg lio ca ntati dal singer inglese. La fo rmazione che Dickinson mette in piedi per anda re in tou r è composta da Roy Z alla chita rra, Eddie Casillas al basso e David In graham alla batteria e sa rà il nucleo, più o m eno sta bile che caratterizzerà l'avventu ra solista del ca ntane. I risultati co mmerciali di Balls To Picasso sti molano Dickinson in questa nuova avventura e, durante il tour, al reperto ri o degli Iron Maiden viene lasciato so lo uno spazio marginale, pur obbligatoriamente presente per non perdere contatto con i propri fa n i qua li continuano a vedere in lui «solo» l'ex ca ntante dei Maiden.
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IRON MAIDEN
ALiVE IN STUDIO A (RAW POWER, , 995)
Alive In Studio A: Cycfops / Shoot Ali The C10wns / San Of A Gun / Teors Of The Dragon / 1000 Points Of Light / Sacred Cowboys / Tottooed Millionoire / Born In '58 / Fire / Chonge Of Heart / Hell No / Laughing In The Hiding Bush Alive At The Marquee: Cycfops / 1000 Points Of Light / Born In '5 8 / Gods Of War / Change Of Heart / Laughing In The Hiding Bush / Hell No / Tears Of The Dragon / Shoot Ali The C10wns / Sacred Cowboys / San Of A Gun / Tattooed Millionaire Pubblicato per motivi meramente contrattuali, è un doppio album in parte registrato dal vivo al Marquee di Londra e in parte, co me suggerisce il titolo, in studio, senza sovraincisioni e con un mixaggio grezzo che aumenta la forza d'impatto di molti brani tra i quali Cycfops e San Of A Gun. Per l'occasione, Bruce si avvale della collaborazione di una forma zio ne comp leta mente nuova che vede l'abilissimo Alex Dickson alla chitarra, Chris Dale al basso e Alex Elena alla batteria. Questa line-up è la stessa con cui viene reg istrato il successivo album in studio, Skunkworks (1996) .
SKUNKWORKS (RAw POWER, 1996) Spaee Ra ee / Baek From The Edg e / Inertia / Faith / Salar Confinement / Dreamstate / I Will Not Aeeept The Truth / Inside The Maehine / Headswiteh / M eltdown / Oetavia / Innerspaee / Strange Death In Paradise
Un disco più complesso e raffinato, dove i toni prettamente e
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LA MUSICA: APPENDICE
ferocemente metal latitano in favore di atmosfere ri co nducibili al classico hard rock degli anni Settanta venato di psichedelia (Who, lethro Tull, eccetera). I temi fantascientifici e onirici sono proposti con assiduità dal canta nte in brano quadrati e caratterizzati da un songw riting per niente superficiale come Salar Confinement, Spaee Raee, Oetavia e Dreamstate, ma ciò non basta a dare visibilità al disco che viene aspramente criticato dai metal fan di stretta osserva nza e non ri esce a guadagnarsi cred ibilità presso un pubblico diverso a causa del fatto che è firmato da Bruce Dickinson, ovvero il cantante (o ex, ha poca importanza) della metal band per eccellenza.
ACCIDENT OF BIRTH (RAW POWER, '997) Freak / Tottee 7 Arrivai / Starehildren / Taking The Queen / Darkside Of Aquarius / Road To Hell / Man Of Sorrows / Aecident Of Birth / The Magician / Welcome To The Pit / Omega / Are Of Spaee
L'incapacità di superare il muro delle etichette e dei lu og hi co muni mu sica li, induce Dickinso n ad un rip ensamento totale. Visto che i suoi fan sono solo i metall ari duri e puri, perché deluderli? Nasce così, nel '997, Aecident Of Birth, il disco che segna la svolta nella sua avventura . Non solo è un ritorno ad un heavy metal diretto e «riffesq ue» ma, insieme a Casillas, Ingraham e Roy l, viene recuperato alla ch itarra anche Adrian Smith, ricreando così, un 'accoppiata che i fan degli Iran Maiden considerano garanzia di qualità. Aecident Of Birth è il disco più duro di Dickinson e anche quello di maggior successo con brani che sono autentici anthem degni degli Iron s degli anni Ottanta come Man Of So rrows, The Magieian e le prog ram matic he Road To Hell e Welcome To The Pit.
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Nel' 97 questa formazione va in tour a supporto dei Lyny rd Skynyrd e si rende protagonista di ottimi concerti che inducono molti fan a fare un impietoso paragone tra l'eccell ente stato di fo rma vocale di Dickinson e le prestazioni non sempre convincenti di Blaze Bailey nei Maiden.
LA MUSICA : APP E NDICE
SCREAM FOR ME BRAZll (SANCTUA'V, '999) Trumpets Of j erieho / King In Crimson / Chemicol Wedding / Gates Of Urizen / Kil/ing Floor / Book Of Thel / Tears Of The Dragon / Laughing In The Hiding Bush / Aceident Of Birth / The Tower / Darkside Of Aquarius / The Road To Hel/
THE CHEMICAl WEDDING (AI' RAID, '998)
King In Crimson / Chemicol Wedding / Th e Tower / Killing Floor / Book Of Tilel / Gates Of Urizen / j erusalem / Trumpets Of j erieho / Maehine Men / The Alchemist / Return Of The King
Quando la stampa specializzata dà già per scontato un rapido ritorno deg li Irons alla line-up classica, Dickinso n spiazza tutti e si prepara a reali zzare un lavoro che aveva già in mente si n da lla seconda metà deg li anni Ottanta . The Chemicol Wedding è, infatti, una so rta d i co ncept album dedicato alla vita e alle opere de l poeta e pittore inglese Wil liam Blake ('757-,827), un cu i dipinto ca mpeggia nell'immagine di co pertina. I bran i, ca ratterizza ti da un metal forte ed elabo rato, sono tutti ispi rati alle atmosfe re oscure e demoniache di Blake, nella sua esaltazione della li bertà e dell'istinto sull'opp ress ione del le leggi e de ll a mora le. Gates Of Urizen, The Alchemist e l'avvolgente Book Of Thel rappres entano i vertici di questo lavoro, con poderosi inni meta l quali M aehine M en e King In Crimson a completare un album che trova una grande accoglienza tra il pubblico, entrando anche nella Top '0 della classifica ing lese e brasi liana. Dickinson e Smith danno la nuova denominazione di Psycho Motel alla lo ro fo rmazione, ma le trattative per un rito rno di entrambi nei Maiden sono già in fase ava nza ta.
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Mentre si co ncretizza il ri torn o d i Dickinson neg li Iron Maiden, esce qu es to live, che risu lta esse re un ottimo epitaffio per il Dickin son degli anni Novanta che, non essendo riuscito ad anda re nella direzione da lu i preferita, si è rassegnato ad essere «solamente» uno dei più grandi cantanti heavy metal di tutti i tempi.
THE BEST OF BRUCE DICKINSON (METAl ls,
2001)
Broken / Tattooed Mil/ionaire / Laughing In The Hiding Bush / Tears Of The Dragon / The Tower / Born In '58 / Aecident Of Birth / Si/ver Wings / Darkside Of Aquarius / Chemicol Wedding / Ba ck From The Edge / The Road To Hel/ / Book Of Thel (Live)
Anto logia pubblicata i n edi zione limitata con all egato un bo nu s disc co ntenente: Bring Your Daughter.. . To Th e Slaughter (OriginaI Version) / Darkness Be My Friend / Wicker Man (OriginaI Bruce Traek) / Real World / Aeoustie San / No Way Out / Midnight jam / Man Of Sorrows / BaI/ad Of Muti / Re-Entry / l'm In A Band With An Italian Drummer / j erusalem ( Live) / Dracula.
Oltre a questa raccolta, sono da segnala re anche la sua partecipa zion e ad alcune co mp il ation. Oltre all a co lonna so nora di Nigrtmare V co n il brano Bring Your Daughter... To Th e Slaugher
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LA MUSICA: APPENDICE
IRON MAIDEN
(poi entrata nella discografia dei Maiden), vanno ricordati anche la partecipazione a due sing o li di beneficenza co m e Rock Aid Armenia (in cui una ali sta r band guidata da Tony lo mmi, lan Gi llan e Brian May suona Smoke On The Water dei Deep Purple) e Mr. Bean And Smear Campaign '992 Comic Relief, in cui Dickinson interpreta il classico di Alice Cooper Elected. Bruce, inoltre, ha partecipato anche ad alcuni dischi tributo, ca ntando Sabbath Bloody Sabba th in Nativity In Bla ck (1996, tributo ai Black Sa bbath), The Zoo degli Scorpions nell'album Extreme Music (1998) e Black Widow di Alice Cooper nel tributo Humanary Stew (1999). Dulcis in fundo, no n va dimenticata la carriera di scrittore di Dickinson, carri era a cui lui ha più volte dichiarato di tenere moltissimo ma di non aver mai tempo da dedicare ad essa . Due i libri pubblicati sino ad oggi, entrambi a carattere comico-erotico con qualche spunto velenoso di humour nero: The Adventures Of Lord Iffy Boatrace (1990) e The Missionay Position (1992), seg uito del primo a cui Dickinson ha lavorato, per qualche tempo, alla sua trad uzione cinema tograf ica (dal titolo provvisorio The Killing Wedding); progetto questo, però, ancora lontano dalla sua rea lizzazione.
PAUl DI'ANNO Più complessa dal punto di vista artistico e umano è la ca rriera di Paul Di'Anno. Dopo esse re stato estromesso dai M aiden nel 1981 (e dopo che la ri vista inglese Kerrang ! lo aveva nom inato «ca ntante rock dell'a nno»), Di'Anno passa un periodo d i inattività completamente coinvol to in un mondo di drog he e alcol. Forma prima i Lone Wolf, band che non ha alcu n ri scontro commercia le e poi pubblica du e album a nome Dianno nel '984, Dianna e Flaming Heart, praticamente ignorati dal mondo metal, anche per
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insuperabil i problem i di distribu zione. Dopo aver partecipato ai Gog magog co n Denn is Stratton e Clive Burr, a metà degli anni Ottanta mette in piedi i Battl ezo ne insieme all'ex chitarri sta dei Tokyo Biade )ohn Wiggins, che esordi scono discografica mente nel 1986 con l'album Fighting Back. I ri sultati so no discreti, ma il pubblico considera Di'Anno sempre e soltanto per ciò che ha fatto nei primi tempi di militanza nei Maiden. Nonostante i suoi tentativi di cos truirsi un ' id entità artistica au to no ma, infatti, Paul Di 'Anno resterà sempre incatenato al mito dei primi due dischi degli Iran Maiden, da molti considerati dei veri e propri «moloch» del meta l. Spesso esaltato come il miglior ca ntante metal di tutti i tempi dai più estremisti fan dei Maiden, Di'Anno ha cercato di conciliare le aspettative di questo tipo di pubblico con le sue influ enze e le sue origi ni più punk e hardcore, senza peraltro mai riuscirei in maniera convincente. I Battlezone rappresentano la parte più metal della sua carriera, spesso interrotta da continui problemi con la giustizia e con la droga. A ta l proposito, è bene ri co rd are che lo stesso Di'Anno è auto re di una toccante autobiog rafi a dal t ito lo Th e Beast, uscita nel 2001 e continuamente aggiorn ata sul suo sito ufficiale www. pauldianno .com. I Battlezone pubblicano, successivamente, Children Of Madness (1987) e la raccolta Warchild (1988) e si sc iolgon o nel 1989 per il totale disinteresse dei fan e dei media, nonosta nte alcuni sp unti più che pregevo li co me gli assalti furenti di Rip It Up eNuclear Breakdown. Dopo essers i unito per qualche tempo ai rifo rm ati Pray ing Mantis per un tour giapponese (che viene immortalato nell'energico Live At Last del '990, occupato per metà da vecchi brani degli Iron Maiden), si t rasferi sce a Los Angeles e forma i Killers. Nella formazione milita anche l'ex Tank Cliff Evans alla ch itarra, Nick Burr alla seconda chitarra, Steve Hapgood alla batteria e Gavin Cooper al basso. L'esordio è Murder One (1992) un album dalle sonorità nettamente più dure dei lavori precedenti del ca ntante. Le influen-
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ze hardcore si sposa no con so norità mutuate dai Pantera e dai Suicida i Tendencies e anche Di'Anno sembra un'altra persona rispetto al metal-punk adolescente degli Iron Maiden, immerso nella cultura e nell'estetica delle gang e del thrash ca liforniano. L'album riscuote un discreto successo, ma i tour che riesce ad organizzare sono sempre e soltanto all' insegna del suo repertorio maideniano. Forse anche per ta le motivo, cade in una profonda crisi depressiva a va incontro a nuovi guai con la droga e la legge. Durante una rissa a Las Angel es viene ferito a una gamba da un colpo d'arma da fuoco e in Argentina viene arrestato per possesso di sostanze stupefacenti. Per rivedere i Killers in azione con un nuovo album in studio, bisog na aspettare il 1997 con Manace To Societye il disco da l vivo Live, dello stesso anno, che mette fine all'avventura del gruppo, vissuta sempre all'insegna della mediocrità compositiva e commerciale. Nel 1998 Di'Anno riforma i Battlezone e pubblica Fee/ My Pain, disco più «intimi sta » e rifl essivo dei p recedenti, quasi un'aperta confessione della sua turbolenta e, tutto sommato, malinconica vicenda esistenziale. Nel 2000 ritorna con Nomad, album solista, e nel 2001 i Battlezone pubblicano una raccolta dal titolo programmatico di Cessation Of Hostilities che lascia presumere una ritrovata serenità. Nel frattempo, Di'Ann o si è trasferito in Brasile (dove vive tuttora) e ha partecipato a decine di compilation e ra ccolte sui suoi tempi d'oro (e meno), ri co rdando sempre al mondo che g li lron Maiden, senza la sua furia rabbiosa e il suo carisma selvaggio non sarebbero mai arrivati dove sono ora. La storia del metal gli deve molto, ma di questo Harris non sembra esserg liene molto riconoscente, dato che, nel '997, lo ha fatto cacciare dal suo pub in Portogallo. Negli ultimi tempi, Di'Anno ha collaborato ad alcune produzioni cinematog rafiche indiane, nella Mecca del cinema asiatico Bollywood.
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LA MUSICA : APPENDICE
ADRIAN SMITH Adrian Smith ha combinato ben poco al di fuori deg li Iron Maiden. Uscitone nel '989, l'anno successivo pubb lica con la denominazione A.S .A.P. Si/ver And Go/d, disco mediocre di hard rock poco ispirato che passa quasi sotto si lenzio. Successivamente, forma gli Untouchables con il bassista Gary Liederman, il batterista Bob Richards e l'altro chitarri sta Huey Lucas ma il gruppo non arr iva a nessun approdo di scog rafico. Nel 1997 si unisce a Dickinson e qui finisce la sua avventu ra solista.
DENNIS STRATTON Stratton lascia g li lron Maiden nel 1981 perché in disaccordo con la lin ea mu sicale troppo dura adottata da l g ruppo . Innamorato del soul e del blues, forma i Lionheart, che danno alle stampe nel 1984 Hot Tonight e il mini-album Die For Lave. Negli anni successivi sparisce dalla circolazione sino a quando, nel ' 989, si unisce ai Praying Mantis d~ cui è da poco uscito Clive Burr. Con loro pubblica negli ann i Novanta una seri e d'album caratterizzati da un grintoso heavy rock old style che, a dispetto della sca rsissima visibilità promoziona le datagli dai media (anche specializzati) ottiene un buon successo in Giappone, dove attualmente la band risiede. Dopo l' interlocuto ri o Predator /n Disguise (1991), i Praying Mantis si impongono nuovamente all'attenzio ne genera le con perle di hard melodico quale A Cry For The New Wor/d e To The Power Of Ten (entrambi del 1993) e co ntinuando a mantenere ottimi livel li di popolarità con illive Captured Alive In Tokyo City (199 6 ) e gli ottimi Forever In rime (1998) e Nowhere To Hide (2000).
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BlAZE BAllEY Dopo aver lasciato il gruppo, Bailey non si scoraggia e forma i Blaze con l'ausilio dei due chitarristi John Siater e Steve Wray, del bassista Rob Nylor e del batterista Jeff Singer. In questa formazione porta e sviluppa compiutam ente i discorsi di horror tecnologico che nei Maiden è rius cito appena ad abbozzare. L'album d'esordio, il concept Silicon Messiah (2000) e molto più compatto e vibrante di inquieta nti strutture metal degli album registrati con gli lrons, su cui spicca la title-track, grande esempio di ricercata dannazione sonora. Il vero masterpiece, però, arri va nel 2002 con Tenth Dimension, un altro album-racconto che fonde lirismo cyber,
trame di William Gibson e un metal oscuro e penetrante come nelle abissali Forgotten Future e The Truth Revealed. Nonostante non perda occas io ne per ringraziare i Maiden di averlo lanciato, nei tour dimostra un dinamismo e un'energia che g li fanno guadagna re, poco a poco, la stima di moltissimi fan, anche di coloro che l'avevano stroncato all'epoca lron. Il live As Live As It Gets (2003) è il fedele resoconto di questa sua nuova vita.
CUVE BURR Uscito dal gruppo nel'982 per motivi di stress, Burr lavora per diverso tempo a progetti senza fini (e speranze) commerciali come gli Elixir, i Tru e Brits e i Desperados. Si aggrega nel'984 ai Praying Mantis con cui incide l'a lbum Throwing Shapes (uscito nello stesso anno), prima di eclissa rsi definitivamente dal mondo musicale.
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GLI EREDI Tutto il mondo metal, dagli ann i Ottanta in poi, deve qualcosa agli Iron Maiden . La loro valenza sonora e simbolica è tale che possono essere considerati la band più importante del genere inSieme a Black Sabbath, Metallica e Judas Priest. La loro influenza è così generale che non sa rebbe nemmeno corretto parlare di «eredi» ed «ere-
dità", in quanto non c'è un testimone da raccogliere o qualcosa da continuare, non c'è da cercare chi lo abbia fatto meglio o peggio o chi abbia imitato in maniera più o meno fede le il modello original e. Gli lron Maiden hanno semplicemente costruito (o contribuito a costruire) il mondo entro cui si muove e agisce tutto il movimento meta!. Non c'è ered ità perché tutto è già donato ai discepoli nel momento stesso in cui è stato creato e andare a cercare le singole tracce sarebbe inutile e dispersivo. Va analizzata piuttosto la stru ttura simbolica, musicale e ideologica generata dai Maiden e la sua importanza nelle sorti e nell'evoluzione del genere heavy meta!. I Maiden sono l'archetipo della metal band e l'architrave del mondo metal per cui analiuarne l'eredità significa, in realtà, capi rn e i motivi del successo e il suo impatto generazionale. 1 17
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l'EREDITÀ CULTURALE Possiamo dire che l'eredità degli lron Maiden si sviluppa in tre direzioni diverse: culturale, estetica e mu sicale. Dal punto di vista culturale, hanno rappresentato l'elevazione dell'heavy metal a filosofia d i vita, ponendosi come simbolo principale della comunità di fan e dandole dei va lori di cui andare fie ri e su cui costru ire il proprio vissuto esistenziale senza complessi di inferiorità e di colpa. Figli anch'essi di una generazione schiacciata da dogmatismi in cui non si è mai ri conosciuta, ne ha inventati di nuovi portandosi al di fuori del g hetto dell'ema rgin azione culturale. Gli Iron Maid en non hanno certo inve ntato il satan ismo in musica, né sono stati i primi a creare una carriera sulle suggestioni macabre e/o orrorifiche, ma sono sicu ramen te stati i primi a ca povo lgere l' immagi ne dell'adepto di riti diabolici emargin ato dalla società e gravato dal senso d i colpa nei confronti di una morale a loro sconosciuta. Con loro, il metal si evolve verso un superomismo individu alista, autosufficiente e settario che compl eta tutte le proprie fo rm e di pensiero in un mondo apparentemente capovolto, dove il «bello» (secondo il g iudizio co mune) diventa «brutto» e viceversa e tutto ciò vissuto in man iera assolutamente normale. Così, mentre Alice Cooper o Ozzy Osbourne interpretano (o, sa rebbe meglio dire, vivono) il personaggio dello psicopatico cri minale, esclu so dalla società e braccato dalla propria coscienza per le proprie perversioni sess uali che sconfinano nell'horror e nella necrofilia, gli lron Maiden si liberan o da og ni gravame ideologico e proclamano una nuova etica dell'estremo che, a ben vedere, ha molto da spa rtire con i dettami filo sofici della Chiesa di Sata na di Anton LaVey. Quell o che gli lrons interpretano, infatti, altro non è che il disimpegno degli anni Ottanta, visto però in una visone di estremo «individu alismo co llettivo» che fa della tribù e del clan metallaro l'unico punto di riferim ento delle relazion i sociali. I I 8
Attraverso la saga di Eddie e l'esaspe rata simbolizzazio ne di ogni cosa che g li riguarda sse (Iogo, magliette, copertine, disegni, scenog rafi e) costrui sco no i pilastri del mondo meta I e se ne dichiarano totalmente al suo servizio, paghi di essere nient'al tro che una heavy meta l band (la più grande, ma questo loro non l'hanno mai detto). Senza ri chiamare alla mente nient'altro che l' heavy meta I, gli Iron Maiden diventano i sacerdoti di una nuova religione di cui loro stess i co ntribui scono attiva mente a edifica rn e i templi e a definirne le divinità . L'heavy metal deg li anni Ottanta differisce proprio in questo da ll'hard rock della decade precedente: no n più storpiatura con le chitarre distorte di altri generi e altre fil osofie, sebbene resa in maniera prossima all a perfezione come nel caso dei Led Zeppelin o dei Deep Purple, ma cultura autonoma, autoreferenziale, boicotta ta dall'estern o ma anche auto-ghetti zzante perché, tutto sommato, sprezzante di un mondo che ritien e «inferiore » e di cui non c'è da avere pietà. Nei testi degli lron Maiden fa capolino un cinismo e un'indifferenza alle tragedie umane che resta nel dna di tutto il metal. Gli orrori moderni e antichi, le guerre, i bombardamenti, i delitti più efferati e le più devastanti perversioni sono solo un buon argomento per scriverei una ca nzone sopra, senza la minima parteci-
pazione mo ral e personale. Metallica, Slayer, Megadeth ma anche Motley Crli e, Guns n' Roses fino ad arrivare ai nuovi eroi del metal Ramm stein e Marilyn Manso n, nascono, crescono e vivono in que-
sto substrato culturale che fa della violenza umana uno spettacolo come tutti g li altri, sterilizzato dai telegiornali e accompag nato dal suono apocalittico delle chitarre elettriche. Il metal fan è fondamentalm ente mi sa ntropo e si co mpi ace dell a decaden za del mondo, decadenza a cu i è sicuro di sopravvivere in virtù della propria superiorità esisten ziale. Nella tribù metallica trova ora la confe rma al fatto di essere il detentore della verità e che non so no le sue visioni fanta-horror ad essere malate; malato è tutto il resto del
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mondo che non le comprende. C'è da specificare che gli Iron Maiden non hanno mai dichiarato in maniera esplicita la loro adesione a questo modello esistenziale, ma lo hanno semplicemente
creato e propagandato come la propria vera essenza. È questo che ne ha continuato ad alimentare il mito: non semplici interpreti che domani potrebbero cambiare idea ma parte integrante del tutto, divinità del metallo che, proprio perché so no divinità e dettano le leggi del clan, non han no mai bisogno di specificarlo. In questa costruzione cu lturale passa uno dei più feroci e blasfemi attacchi al cri stia nesim o e al monoteismo in generale che si siano mai verificato nella cultura occidenta l e dai tempi dell'Illuminismo settecentesco o dei deliri irrazionalisti dei primi del Novecento. Il metal diventa una religione prop ri o perché sa costruire un mondo di simboli e di reliqu ie in torno a cui fa r ruotare le esperienze e le spera nze dei propri adepti. Il neo-paganesimo metallaro si esprime in ritu ali concertistici che hanno molto in comune con i riti dionisiaci del passato ancestrale e il fanatismo discografico dei meta Ilari - non più collezionismo ma spesso assolu to feticismo - assume il valore di sacrificio e tributo ag li dei. I dischi sono il vangelo alternativo a cui si abbevera il popolo metal e i Maiden scrivono i capitoli più importanti di questo vangelo.
l'EREDITÀ ESTETICA In questo contesto s'inserisce, importantissimo, il disco rso estetico. I Maiden da un lato riprendono le intuizioni dei Judas Priest, dando al metal la sua iconografia più reliquiaria e caratterizzante: borchie, catene, spille e medaglioni con teschi, draghi e simbo li violenti in genere. Dall'altro lato ne attestano la normalità. Una delle ch iavi del successo del gruppo ai suoi esordi è «l'essere come i propri fan», ovvero in jeans e maglietta, scalcinati
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e senza le maschere sofisticate che il rock più glam degli anni Settanta cuciva su l volto dei suoi protagonisti. Il presupposto è identico a quello del contemporaneo punk con cu i il metal cond ivide più d'una radice sociale e ideologica, sebbene in un'ottica di perenne conflitto. In realtà, più che alla negazione di un'estetica, gli lrons partecipano all a costruz ion e di una nuova. Il metal fan indossa la maglietta dei propri gruppi co me un a divisa e i Maiden sono i migliori fornitori di divise di quest'esercito che trova nell'immagine di Eddie il commentatore più adeguato alla propria «mostruosità» interiore. t. una mostruosità che, però, non è più vissuta con deplorazione e come una drammatica eccezione alla regola ma, anzi, esibita e propugnata come un credo per cui è obbligatorio battersi e fare proseliti, anche a costo dello scontro fisico con il mondo esterno. Il logo del gruppo, stilizzato, agg ressivo e sempre identico con il passare degli anni, diventa qualcosa più di un semplice nome; d iventa il simbolo dell'appartenenza alla tribù, quasi l'attestato di reclutamento in un corpo speciale di quest'esercitopopolo che si marchia con il segno delle proprie divinità per prepararsi alla battag lia. Ness un gruppo metal posteriore ai Maiden è sfuggito all a retorica del marchio impresso a fuoco come una seconda pelle in ogni manifestazione del gruppo, né lo ha mai voluto fare. Il pubblico metal compensa la coerenza e la continuità dei simboli e della musica con una fede ltà senza pari ma non tollera deviazioni alla linea e, soprattutto, il «chiamarsi fuori. dal movimento, l'afferm are di non essere una band metal. Nell'edificazione di questa complessa struttura ideologica, i Maiden hanno contribuito anche con un altro aspetto essenzia le: il citazionismo lettera rio. La disinvoltura con cui il gruppo ha inserito nelle proprie canzoni tutta una seri e di pertinenti e sofisticati riferimenti «colti. ha ancor di più accentuato il complesso di superiorità della comu nità metal nei confronti di tutto il resto della mu sica
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e ha pesantemente influenzato l'evolu zione del genere negli anni a venire. I contenuti delle canzo ni di tutti gli altri generi musicali, appaiono ai fan degli Iron Maiden banali e superficiali. Persino un Bru ce Spring steen, un Peter Gabriel o gli U2 fanno la figura dei parolieri sa nremesi al co nfronto delle possenti architetture liriche della band inglese. Il gusto del gotico, dell'orrido e dello sconvolgente porta il metal a ri cercare le fonti più diverse per farl e proprie. Gli Iron Maiden esercitano nei co nfronti del testo lo stesso processo che i Deep Purple hanno esercitato nei confronti del suono. Così, come i Deep Purple hanno piegato la musica cla ssica alle esigenze del proprio hard rock, decretand one la superiorità (dell'hard rock) e relegando la musica classica a mero accessorio utile allo scopo final e, gli lron M aiden utilizzano a man bassa la letteratura e il cin ema per farn e solo dei mattoni con cui costruire il pro prio m ondo metalli co, se nza rim anere prig ioni eri d ell e influenze da loro disinvoltamente utilizza te. La devozione dei fan porta il popolo metal ad approfondire ogni riferim ento incluso nei brani del loro vangelo metallico e si crea così un pubblico morbosa mente attratto dai libri di H.P. Lovecraft, P.K. Dick, Stephen King, eccetera, autori che, si ritrovano ad esse re letti soprattutto da metallari senza sapere bene il perché. L'influ enza di questo approccio sull a scena metal è imponente. Sono ben pochi i gruppi che hanno resistito alla tentazione di tradurre in mu sica il loro immaginario letterari o, specie se a tinte horro r, fantasy o fantascientifico. Negli anni Settanta, il massimo del citazionismo letterario è rappresentato dai Blue Oyster Cult che si fanno scri ve re alcuni brani d al noto au t ore fantasy M icha el Moorcock, ma negli anni Ottanta e Novanta si assiste ad un vero e proprio saccheggio delle fonti che spesso travalica nel fum etto . I g ruppi metal europei fann o di qu esta caratteri stica un motivo di vanto e un'ul teriore dimostra zione della propria superiorità intellettuale. I tedeschi Blind Guardian tradu cono in mu sica le opere di
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Tolkien e gli americani Iced Earth rea lizza no una lunga suite dedica ta all'Infern o dantesco nell'album Burnt Offerings . Gli Ira n Maiden, inoltre, so no in siem e ai Qu ee nsryche, gl i
autori del più impo rtante concept album nella stori a del metal. Seventh Son Of A Seventh Son è un disco che fa scuola e che genera, negli anni Novanta, una miriad e di epi go ni. Se negli anni Settanta, il concept album era visto in un 'ottica prettamente teatrale, con gli lron Maiden dive nta la monumentale normalità di og ni produzione metal (per citare qualche ese mpio: Grave Digger, Avantasia, Gamma Ray, Rhapsody), carattere distintivo della supposta superiorità del genere attribuitagli dai suoi fan. Questo è uno degli argomenti per cui gli Iron Maiden - con l'immenso successo di cui godono da venticinque anni a qu esta parte, senza soluzione di continuità - genera dei p rofondi imbara zzi nella critica musicale e nei massmedia. Perché, in buona parte, i metal fan hanno rag ione a rive ndica re la superi orità del genere e dei loro beniamini. E qui s' inseri sce il discorso dell'eredità musicale.
l'EREDITÀ MUSICALE Sebbene non abbiano inventato nulla di eccezionale, gli lron Maiden, e con loro tutto il metal degli anni Ottanta in generale, hann o letteralmente sbriciolato gli altri generi musicali dal punto di vista strumentale. Un gruppo di rozzi proletari di East London, che no n ha mai frequentato scuo le di mu sica in vita sua e che risulta completamente incolto dal punto di vista teori co, si permette di «sbattere la tecnica in faccia. a tutti i propri denigratori. Per mo lti criti ci è questo l'aspetto più in quietante dell'heavy metal di cui gli lron Maiden sono i portabandiera: la nonchalance con cu i si mette in m ostra una superiorità strum entale senza pari, laddove in altri generi mu sicali, una perizia simile o, addirittura, infe-
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riore è viss uta come un t raguardo sofferto e da musicisti maturi, che può essere raggiunto solo do po anni di evoluzione musica le. Gli Ira n M aiden, senza che nessuno gli dicesse come fa re, in poco tempo registrano album pieni di spettacolari incroci di chitarre so liste, una batteri a che tiene ritmi indiavolati senza perdere un colpo, un basso a dir poco tonante che può reggere da solo le fo ndamenta dell'edificio metallico e una voce in perenne sfida con se stessa, che arri va alta e squassa nte a dire, tutto sommato, che i cantanti di altri generi non sono se mplicemente ness uno. Tutto questo, senza mai stare fermi per un solo istante sul palco, agitando di continuo ogni musco lo del co rpo e o ndegg iando la testa in un frenetico headbang in ' che m anderebbe al pro nto soccorso mo lti mu sicisti di diversa estrazio ne. E sempre con la stessa, immutabile sensazione di «norm alità», come se fo sse normale suonare in quel modo per chi appartiene alla tribù del meta I, una tri bù che esa lta i guerrieri dello strumento e non si accontenta di «norm ali» perfo rm er. Nea nche i più celebrati gruppi rock e pop degli ultimi vent'anni possono reggere minimamente il confronto con la delirante orgia strumentale del metal e dei suoi protagoni sti. Architrave di tutto quest'approccio strum entale sono gli intrecci tra le due chitarre soliste, già ideati dai Judas Priest e dai Lynyrd Sky ny rd ma stili zza ti in veri e propri canoni esecutivi dalla fo rmazione ca pitanata da Steve Harris. Non solo centinaia di altri gruppi heavy m et al si impossessa no di qu esto can o ne (Hell owee n in testa, autori della più convincente e spettacolare evoluzione del «m aid eni sm o» so noro) m a an che la gen erazion e dei «g uitar heroes» (Yngwie Malmsteen, Joe Satriani, Steve Vai, Paul Gilbert) non pu ò farn e a m eno, sebbene, a parol e, tenti di attribuirsi tutt'altre fon ti di ispirazio ne. Il ca ntato di Sruce Dickin son è una versione aggiornata ad un livello più alto di aggressività de l lan Gillan dei tempi d'oro . Il suo carattere di interprete fa da ponte tra le «power voices» degli anni Settanta e gli allucinanti «screamers»
degli anni Nova nta, riuscendo ad essere in perfetto equilibrio tra melodia e urlo bestiale, tra dovere di brutalità ca no ra e somma sa pienza interpretati va. Questo è un o dei fatt~ ri più impo rtanti che ha fatto sì che i Maiden fossero la band plU «ecumenica» del rock duro, che piace a tutti e che nessuno osa criticare perché suonerebbe quasi come una bestemmia. Sebbene non siano pochi a ri conoscere a Pual Di'Ann o un o spesso re arti stico e un ca ri sma superi ori a quelli di Sruce Dickin so n, bisog na ri co noscere che l'avve nto di Sru ce ha portato il g ruppo a un li vello che nessun o avrebbe mai immaginato ag li esord i. Sebbene il gru ppo abbia ru ot ato st abilm ente intorn o all a fi g ura del lea der padro ne Steve Harris è con Dickin son che il successo assume dimensioni «esoteri che': ed è co n lui che inizia la fase mitol ogi ca d ei Maiden . Il bastone del comando saldamente nelle mani di Harri s ha garantito ai fan qu ella coerenza e continuità che non è mai venuta meno, nea nche nei m o menti più bu i della m usica metal (i primi anni Nova nta e l'avvento del g run ge), alim entando l'entu siasmo dei «dife nsori della fede» che hanno ri compensato i g ruppi non caduti nella trappola del ca mbiamento a tutti i costi co n una lealtà incondizionata . Un ultimo aspetto da ril eva re del mondo lron M aiden, fo ndamentale per tutto il metal euro peo, è la sessualità pratica mente assente. L'attenzione dedicata a q uest'argom ento è irrileva nte e SI ri solve in un a compiaciuta etica da bordello (22 Acacia Avenue e Charlotte The Har/ot), blandamente mitigata da qualche ballata della maturità ( Wosting Lave). È il rifl esso di un mondo dominato dalla presenza maschile e dove le donne si contano sulle dita di una m ano ma non solo. M entre l'amore e il sesso costituIScono la base liric;del 90% delle canzoni di ogni altro genere mu sica le, il metal li considera come dei meri accessori, inquadrabili nel normale merci mania che l'umanità fa da sempre di ogni cosa. Si comprano e si vendono con fa cilità, allegria e senza pensarci troppo
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anche perché ci sono cose più importanti a cui pensare per i fan degli Iron Maiden e del metal: un massacro in tv, un racconto del terrore, un videogioco di violenza estrema, uno scontro di tifoserie allo stad io, le pagi ne di cronaca nera di un giorna le, un nuovo album dei propri idoli; insomma, la «norma le» apocalisse che ogni giorno si sg rana sotto i nostri occhi e che so lo l'heavy metal ha capito in tutta la sua portata e ha interiori zzato nel suo blasfemo vangelo. In calce a quel va ngelo, c' è un a firm a: è quella degli Iron Maiden.
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INDICE
LA STORIA
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UN AUTORITRATTO
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LA MUSICA: DISCOGRAFIA UFFICIALE
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LA MUSICA: APPENDICE
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