TItolo o riginale: lcoll of Evil. Hitk,'s Mufti al1d the Ri5e of R,adicallslam Traduzione dall 'inglese di Federica Gia...
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TItolo o riginale: lcoll of Evil. Hitk,'s Mufti al1d the Ri5e of R,adicallslam Traduzione dall 'inglese di Federica Giardini Copertina di Dada Effe · To rino Foto in ropertina: f::Iag 'Amm al·f::IusaynT e Adolf Hitle r, 28 novembre 1941 Cl Ullslein / Archivi Alinari Cl 2008 by David G. Dalin and John F. Ro thmann This transla ti on published by a rrangement wi th Random House, an imprint of the Random House Publis hing Group, a division of Random House, (nc. CI 2009 Lindau s.r.l. corso Re Umberto 37· 101 28 Torino l'rima edizione: gennaio 2009 ISBN 978-88-7180-784-3
David G. Dalin
John F. Rothmann
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA I segreti dell'alleanza
fra il nazismo e /'Islam radicale
A mia madre, Bella Dal;'l, a mio fratello e a mia cognata, Rnlph e Hedy Dalin, CO/l affetto e riconoscenza per il loro contilll/o sostegno e illcoraggiamento. David G. Oalin A Ellen TI/cli/llan Rotllmanll, la mia meravi-
gliosa moglie, COli tl/tta la mia gratitl/dine e il mio amore, e ;'1 segno di apprezzamento per il SI/O impegno ql/otidiano ilei rendere complete le /lostre vite. 10hn F. Rothmann
Ringraziamenti
Negli anni la genesi di questo libro è sta ta sostenuta dai consigli, dall'incoraggiamento e dalla collaborazione di svariate persone. Siamo particolarmente debitori al compianto Eliahu Elath, ex ambasciatore israeliano negli Stati Uniti e presidente dell'Università ebraica di Gerusa lemme, che per primo ci ha incoraggiati a scrivere un'opera sulla vita e l'eredità del muftr, sul suo ruolo nell'Olocausto e nell'ascesa dell'lsla.m radicale. Nel 1937, in un momento critico della storia mediorientale, mentre la vorava come funzi onario presso il dipartimento politico dell' Agenzia Ebraica a Gerusalemme, Elath aveva preparato un manoscritto a uso interno sul muftr e sul suo ruolo nella lotta per la Palestina. Nel 1968 quel lavoro fu pubblica to in ebraico dall 'ufficio del Primo Ministro israeliano e, molti anni dopo, il dottor Elath ci ha autorizzati a farlo tradurre in inglese. In una lettera dell'8 agosto 1988 scriveva: «Mi congra tulo con voi per aver avuto l' idea di pubblicare un libro simile: mancava un lavoro di ricerca e approfondimento storico che investigasse appieno il ruolo del muftI nella Shoah. Purtroppo oggi numerosi suoi seguaci sono ancora in circolazione». In comunicazioni successive, Elath ha continuato a incoraggiarci a documentare l'eredità scellerata del muftr come padre fondatore del terro-
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LA M fZZA.LUNA f LA SVA S1'/CA
rismo e dell'antisemitismo islamico, un lascito che si avver· te tragicamente ancora oggi. Abbiamo quindi tentato di raccontare la storia di questa eredità duratura e malvagia, che
Eliahu Elath riteneva dovesse essere compresa meglio e divulgata in maniera diffusa. li nostro unico rimpianto è che sia morto prima di leggere il libro, di cui è stato uno degli ispiratori.
Desideriamo esprimere la nostra profonda riconoscenza a sir Martin Gi lbert per il suo straordinario sostegno e i consigli durante la fase di completamento del libro. Biografo ufficiale di Winston Churchill, egli ci ha offerto numerosi suggerimenti costruttivi e messo a nostra disposizione le fonti del suo archivio e dei s uoi fascicoli privati.
Anche se spesso ne abbiamo adottato i suggerimenti, sappiamo che le nostre conclusioni e interpretazioni potrebbero non essere in completo accordo con il suo punto di vista. Egli non va ritenuto responsabile di eventuali errori di fatto o di interpretazione storica: tutte le conclusioni e le interpretazioni contenute nel presente libro sono esclusivamente frutto della nostra riflessione. Il nostro apprezzamento va anche a tre cari amici, il professor Jonathan D. Sama, il dottor Joseph R. Goldyne e David Apfelbaum, che nonostante gli impegni hanno trovato il tempo di leggere e commentare parti del libro. Siamo particolarmente riconoscenti per i loro preziosi commenti sui capitoli che hanno letto. David Dalin desidera ringraziare anche l'amico e collega dell'Hoover lnstitution, Douglas J. Feith, per l'incoraggiamento e i frequenti consigli su questo progetto. La pubb licazione del libro ci offre la gradita opportunità di ringraziare numerosi altri amici e colleghi che hanno discusso con noi gli argomenti trattati. Vorremmo esprimere il
RINGRAZIAM ENrI
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nostro profondo riconoscimento a ciascuna delle seguenti persone, che hanno contribuito a migliorare il testo condividendo con noi i loro pensieri e, in generale, incoraggiandoci: il professor Robert P. George, Sarah e Wi1liam Stern, il professor Bernard Lewis, William Kristol, Dov Zakheim, Michael Novak, Tevi Troy, Andrew e Deborah Leeds, Brian e Rosalind Henning, Irvin Ungar, Joseph Bottum, William Doino Jr., David Wormser, Luis Fleischman, Reed Rubinstein, Dick Seeley, Charles Liebling, Leslie Kane, Michael Jankelowitz, Zvi Jankelowitz, Oded Yinon e il rabbino Leonid Feldrnan. Trent'anni fa Trish Bransten incoraggiò gli autori a scrivere quest'opera. Siamo lieti di ringraziarla e riconoscerIa come fonte di ispirazione. Un grazie anche al professor David Engel, che molti anni fa tradusse per noi il manoscritto di Eliahu Elath sul mufti e un libro tedesco, poco conosciuto e da lungo tempo fuori catalogo, scritto da Kurt Fischer-Weth a proposito del mufti e pubblicato in Germania nel 1943. Antonia Clark e Monika Hunt sono sta te di grande aiuto con le loro traduzioni. Per l'assistenza tecnica, ci siamo rivolti a Robyn Lipsky, 10hn Moses Lewandowski, Diane Spagnoli e Richard Lerner. Durante la preparazione del manoscritto per la pubblicazione, Frances Stark, produttrice del 101m Rotl!mann Program su KG0-81 OAM, è stata sempre una straordinaria fonte di aiuto e incoraggiamento. Desideriamo estendere la nostra gratitudine a Judith Cohen e Caroline Waddell dell'Archivio fotografico presso lo United States Holocaust Memorial Museum: con grande gentilezza ci hanno aiutato a individuare e procurarci le fotografie riprodotte nel volume. Vorremmo inoltre esprimere il nostro ringraziamento e apprezzamento al nostro agente, Alexander Hoyt, che sin
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LA MEZZA LUNA E LA SVASTICA
dall'inizio ha avuto fede nel progetto e ci ha continuamente incoraggiati durante il lavoro di ricerca e la fase di scrittura. Siamo specialmente debito ri a WiU Murphy, il nostro editor alla Random House, per l'attenta lettura ed elaborazione redazionale del manoscritto e i tanti eccellenti suggerimenti per migliorarlo. I suoi buoni consigli e l'incoraggiamento continuo sono stati preziosi. Siam o profondamente riconoscenti aLea Beresford, assistente editoriale di Will Murphy, per l'inesa uribBe pazienza e buon umore con cui ha risposto alle nostre molte domande durante il lavoro di edititlg. Dennis Ambrosc, associate copy-cllic! alla Random House, si è sempre dimostrato disponibile e competente durante la lettura delle bozze e l'editing. Grazie anche a l nostro redattore editoriale Sona Vogel, al nostro addetto stampa London King, alla sua assistente Maria Braeckel, e a Courtney Turco. Questo libro è in pa rte un'elaborazione dell'articolo Hitler's Mllfti di Da vid Dalin, pubblicato sulla rivista «First ThingS». Dalin desidera ringraziare Joseph Bo tturn e Richard John Neuhaus, l'editore e il direttore di «First Things», per aver pubblica to quel suo vecchio articolo e per l' incoraggiamento costante. In quanto autori e genitori, abbiamo un immenso debito di gratitudine con i nostri fi gli. David Dalin desidera esprimere il suo profond o ringraziamento e apprezzamento alla figli a, Simona Dalin, e al figlio, Barry Dalin, il cui affetto e sostegno continuano a essere· una fonte di incoraggiamento e ispirazione per ogni sua impresa. John Rothmann ringrazia di cuore il figlio Joel, che gli ha permesso di usare (ma non prendere in prestito) il suo laptop. Nei momenti critici, Samuel Rothmann si è sempre dimostrato disponibile ad aiuta re il padre tecnologicamente disabile. L'a ffetto e il sostegno continuo dei nostri figli sono una benedizione per entrambi.
Prefazione
È da quarant'anni che pensiamo d i scrivere questo libro.
La genesi del volume risale a un'esperienza che abbiamo condiviso in Israele: la visita a Yad Vashem, il museo e me· moriale dell'Olocausto di Gerusalemme, il 14 agosto 1968. Eravamo ancora studenti e quell'estate partecipammo a un programma di shtd i presso l'Università ebra ica di Gerusalemme diretto dal professor Yonah Alexander. Attraversando le austere sale di Yad Vashem, ci imbattemmo nell 'in· grandimento di due uomini: Adolf Hitler e I:-Iag 'AmIn all:IusaynI, il gran muftI di Gerusalemme. Fummo immediatamente colpiti dalla stessa domanda: quale storia si nascondeva dietro quella fotografia? Da quel giorno di agosto a Gerusalemme, quarant'anni fa, abbiamo inseguito la storia del muftr con inesorabile determinazione, dedicando innumerevoli ore alle ricerche sulla sua vita. Su un piano strettamente personale, siamo lieti di poter affermare che il libro è stato completato senza un istante di dissenso o discordia. Lavorare insieme a questo progetto ha reso più profonda la nostra qua rantennale amicizia.
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
Ca pitolo l Appuntamento con il destino ·
Il 28 novembre 1941, appena nove giorni prima dell'attacco giapponese contro Pearl Harbor, il gran muftI di Gerusalemme I:fag 'Amln al-J:lusaynI lasciò la sua lussuosa dimora nella KlopstockstraBe di Berlino poco dopo mezzogiorno e fu condotto nella WilhelmstraBe, la storica via che ospitava gran parte dei ministeri del governo tedesco. Il muftr e il Fiihrer dovevano incontrarsi nell 'ufficio privato di Adolf Hitler presso la Cancelleria del Reich. L'incontro era in programma nel pomeriggio, in modo da conciliarsi con la ben nota p ropensione di Hitler a lavorare d i notte e dormire fin o a mattina inoltrata. Dopo un breve tragitto lungo l'elegante WilhelmstraBe, vecchio centro di potere l della Berlino imperiale, la grossa Mercedes governativa arrivò aH'angolo con la VoB Stra Be, davanti alla Cancelleria del Reich, la sede sfarzosa del governo d i Hitler. Mentre girava verso sud dal viale Unter den Linden, una delle zone di Berlino in cui si erano maggiormente concentrati i negozi di proprieta ri ebrei, l'autista informò forse alJ:lusaynI, giunto d i recente in visita nella capitale tedesca, che prima dell'ascesa al potere di Hitler, nel 1933, il terreno su cui sorgeva la nuova Cancelleria del Reich era appartenuto a Georg Wertheim, il magnate ebreo dei grandi magaz-
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LA MEZZALUNA f LA SVASTICA.
zini, il quale era stato costretto a donare la sua proprietà al nuovo regime nazista. Mentre lo scortavano attraverso un lungo corridoio con pavimento di marmo, al-f:lu saynI rimase colpito dalla grandiosità monumentale di una d elle meraviglie architettoniche del Terzo Reich, forse l'impresa maggiore dell'architetto preferito di Hitler, Albert Speer. Nel commissionargli la progettazione e la costruzione d ella nuova Can celleria d el Reich nel 1938, il FUhrer aveva commentato che il vecchio edificio, risalente al mandato di Bismarck (1871-1890), poteva «andar bene per una fabbrica di sapone» 2 ma non si addiceva come quartier generale del Reich tedesco. Speer doveva creare un edificio di «imperiale grandiosità» l , una costruzione imponente con ampi saloni e corridoi. AI-J:lusaynI attraversò in auto il cortile d 'onore, l'ingresso principale dell'edificio, salì uno sca lone esterno e si diresse verso ~a stanza ricca di decorazioni elabora te dove erano ricevuti i visitatori, accanto all 'ufficio personale di Hitler. Per raggiungerla dovette prima attraversare una sala circolare con soffitto a cupola e una galleria lunga 146 metri, ricoperta di specchi e magnificamente arredata, che Hitler aveva lodato dicendo che superava la famosa Galleria degli Specchi della reggia di Versailles. La sala degli ospiti, invece, era lunga quasi 365 metri, aveva pavimento e pareti rivestiti di marmo rosso scuro ed era adiacente· allo studio e ufficio privato di Hitler, un locale immensamente spazioso di quasi 418 metri quadrati. Giunto a Berlino tre settimane prima, il muftI era sta to accolto da folle enrusiastiche che lo avevano sa lutato come il fijl/rer del mondo arabo. La settimana prima dell' incontro con Hitler, in suo ono re si era celebrato un ricevimento organizzato dall' lslamische Zen tralinstitut 5, un istituto islami-
APPUNTAMENTO CON IL DESTINO
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tedesco appena fondato a Berlino. Mentre al-J:lusaynrpercorreva la WilhelmstraBe, una folla di espa triati a rabi palestinesi si radunava in adorazione, ai lati delle strade, per applaudire e rendere omaggio a l suo riverito leader, il GrosCO
smllfti von jerusalem. Hitler considerava il mufH con deferenza e rispetto. Escludendo forse re 'Ibn Sa'Od dell' Arabia Saudita, alJ:lusaynr era il leader islamico più illustre e influente del Medio Oriente ma, a differenza del monarca saudita, era un sostenitore fidato della Germania di Hitler, un uomo sul quale i nazisti potevano sempre contare. li muftr esordì ringraziando il Fiilirer del grande onore che gli aveva concesso nel riceverlo. Nel tentativo di lusingarlo e ottenere protezione e sostegno, disse che desiderava cogliere l'opportunità di trasmettere al FUhrer del Reich della Grande Germania, ammirato dall 'intero mondo arabo, il suo ringraziamento per la simpatia che aveva sempre dimostrato per la causa araba e in particolare per quella palestinese. I... ]1 paesi arabi erano fermamente convinti che la Germania avrebbe vinto la guerra e che la causa araba avrebbe quindi prosperato.
Assicurò quindi al suo ospite che gli arabi erano gli amici naturali della Germania poiché avevano gli stessi suoi nemici, e cioè gli inglesi, gli ebrei e i comunisti. Pertanto, erano disposti a collaborare pienamente con il Reich tedesco ed erano pronti a partecipare alla guerra, non solo indirettamente a ttraverso atti di sabotaggio e !'istigazione di rivolte ma anche direttamente attraverso la formazione di una legione araba. Come alleati gli arabi potevano essere più utili alla Germa-
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LA. M EZZALUNA f LA SVASTICA
nia di quanto non apparisse a p rima vista, sia per ragioni geografiche che per le sofferenze a loro inflitte da inglesi ed ebrei. 6
Gli obiettivi d el muftI erano di vasta po rtata. Egli voleva mettere fine all'immig razione ebra ica in Pa lestina, ma sperava anche di promuovere una guerra santa dell' Islam in collaborazione con la Germania, una giJII1d che avrebbe po rtato allo sterminio d egli ebrei 7 . A questo proposito al-tIusaynr scrisse nelle sue memorie: Il requisito fondamentale della nostra collaborazione con la Germania era avere mano libera per poter sradicare fino all'ultim o ebreo d alla Palestin a e dal mondo arabo. Chiesi a Hitler la promessa esplicita d i autorizzarci a risolvere il problema ebrai-
co in modo consono alle nostre aspirazioni di nazione e di razza e in accordo con i nuovi metodi scientifici introdotti dalla Germania nella gestione dei suoi ebrei. La risposta che ottenni fu: "Gli ebrei sono vostri». I Con grande soddisfazione d el muftr, il Fiihrer replicò riafferm ando in modo forte e inequ ivocabile la sua posizione antiebraica e il suo sostegno della causa araba radicale: gli assicurÒ infatti che era assolutamente d eciso a condurre una guerra di s terminio contro gli ebrei e a contrastare attivamente la creazione di un focolare nazionale ebraico in Palestina. Come rife rì in seguito al-J:fusaynr d opo il loro incontro, Hitler aveva garantito che «la Germania intendeva chied ere g radualmente a ciascuna nazione europea di risolvere il proprio problema ebraico e, al momento gius to, avrebbe rivolto un simile appello an che alle nazioni non eu ropee. A quel punto la Germania si sarebbe concentrata unicamente sulla distruzione della comunità ebraica residente nella sfera araba
AI'PUNTAM E.NTOCON IL D ESTINO
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sotto la protezione della Gran Bretagna [in Palestina]n 9. A partire da quel giorno, lo rassicurò il Fuhrer, il muftf sarebbe diventato il leader più potente del mondo a rabo. Per l'allora quarantaseienne muftf, l'incontro con il Filhrer fu il suo appuntamento con il destino. Gran parte della sua vita adulta I:-Iag 'Amln al-I:-Iusaynl l'aveva consacrata a prepararsi per quel momento. Si era reca to nella Cancelleria del Reich per convincere Adolf Hitler della sua totale devozione all'obiettivo nazista di sterminare gli ebrei. Il Fi.ihrer lo aveva subito abbracciato, vedendo in lui un alleato e un collaboratore. Al termine dei novantacinque minuti di colloquio, il muftI poté ripensare con grande soddisfa zione a quanto aveva ottenuto: appena tre settimane dopo il suo arrivo a Berlino, il7 novembre, il suo sogno di un'alleanza ufficiale tra 1'1sla.m radicale e la Germania di Hitler era divenuto realtà. Al momento del congedo, il muftI e il Fuhrer si abbracciarono e si diedero la mano. Nella convinzione di entrambi quella stretta di mano avrebbe cambiato il mondo.
\ 1..0 studio definitivo su lla d iplomazia e la politica estera nazis ta nella WilhelmstraBe, dove avevano sede il Minislero deg li Esleri e la Cancelleria del Reich di H itler, si tro va in Paul Seabury, The Willwlmst,a.fle: A Stlldy D J GeminI! Diplomats U7Ider tlre Nazi Regime, University of California Press, Berkeley 1954. ' Alberi Speer, Inside the Third Reich, Macmillan, New York 1970, p. 102 (ed. il. Memorie dal Terzo Reiclr, Mondadori, Milano 1995).
l lvi. Joachim Fesi, Speer: Tlle Fil/al Ve,dicI, Harcourt, O rlando (FL) 1999, p . 103. ' Chuck Morse, The Nazi COIII/octiolr /0 Islamic Terrorism: AdolJ Hitler a7ld Haj Amill al-Hu sseil/i, iUniverse, Lincoln (NE) 2003, p. 57. ' «Verbale della conversazione Ira il Fuhrer e il gran muftT di GerusalemI
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LA MEZZALUNA. E LA. S VASTICA.
me, avvenuta a Berlino il 28 novembre 1941, alla presenza del Ministro degli Esteri del Reich e del ministro Grobba». Docllmen/s DII Germall FOTeign Policy, 1918-1945, serie D, voL xm, Londan 1964; citalo in Kenneth R. limmerman, Preac/lers 01 Hale: Is/a m alld tlle War 011 America, Three Rivers Press, New York 2003, p. 108. ' Bernard Lewis, Semites (md Anti-Semites, W. W. Norton & Co., New York 1999, p. 147 (ed. il. Semiti e antisemiti, Rizzali, Milano 2003). ' Citato in Alan M. Dershowitz, The CnseJor lsrael, JoOO Wiley & Sons, Hoboke n (Nn 2003, p. 55. ' Citato in ivi, pp. 55-56.
Capitolo 2 La genesi della gihifd moderna : l:iag 'AmIn al-t(usaynr,
il nazionalismo palestinese e la nascita dell' IsIam radicale
,AmIn al-l:iusaynI nacque nell'ultimo decennio del XIX secolo. Fonti diverse indicano l'anno della sua nascita come il 1893, il 1895 e il 1897, ma generalmente si concorda che sia nato nel 1895. Studiò prima a Gerusalemm e, dove frequentò una scuola pubblica turca, e poi al Cairo, presso la scuola di Sayb Ra~rd Riga. Qui il giovane al-t(usaynr ricevette un'istruzione intrisa di un rabbioso antisemitismo. Durante l'adolescenza apprese per la prima volta della storica antipatia di Maometto verso gli ebrei di Medina, che avevano osteggiato attivamente il Profeta e respinto il suo messaggio. In quanto discendenti di coloro che avevano rifiutato di accettare l'Islam, gli ebrei - così fu insegnato ad al-l:iusaynI - sarebbero sempre stati condannati dai musulmani come infedeli che negano la verità del messaggio di Maometto. Durante gli studi al Cairo l'influenzabile al-t(usaynr impa rò bene questa lezione, senza mai dimenticarla e lasciando che condizionasse per tutta la vita il suo atteggiamento nei confronti degli ebrei. Nel 1913, dopo aver brevemente frequ entato l'Universi tà al-' Azhar in Egitto, assolse l'obbligo religioso islamico di recarsi in pellegrinaggio alla Mecca e poté quindi aggiungere il titolo «t(ag)' al suo nome. Da allora fu conosciuto come t(ag ,AmIn al-t(usaynr.
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LA MEZZALUNA E lA SVASTICA
AI-l:IusaynJ nOn completò gli studi presso l'Università al'Azhar, un fatto che negli anni rimase fonte di polemiche tra i suoi critici musulmani. Poiché si era ritirato senza conseguire la laurea n é completare il corso di studi necessario per l'investitura come funzionario religioso ed esperto di legge musulmano, i s uoi avversari all'interno deU'Isla.m potevano sminuirne le credenziali accademiche e sostenere che non avesse titoli sufficienti per detenere la posizione di muftI e guida spirituale nell a comunità religiosa islamica. Nel corso di tutta la sua carriera pubblica al-f:fusaynI ebbe la tendenza a reinventare la propria autobiografia, dichiarando di avere le credenziali e un esperienza professionale che in realtà non possedeva. Così, ad esempio, lasciò intendere da subito che, durante la permanenza ad al-' Azhar, aveva completato gli studi di sarr'a (la legge religiosa musulmana) necessari per la qualifica di funzionario d ell 'Islam . Se lo avesse fatto davvero, sarebbe stato conosciuto come Sayl:t Amlo al-I:fusaynr, e cioè con il tito lo di sceicco a cui hanno diritto i ministri ufficiali del culto 1. Allo scoppio della prima guerra mondiale al-l:fusaynI si arruolò nell 'esercito turco e divenne ufficiale. L'Impero ottomano, nel cui esercito egli combatteva, si era alleato con la Germania, unend osi agli Imperi Centrali nel conflitto perso in partenza contro Gran Bretagna, Francia e Stati Uniti. La storia ha dimostrato che questa fu una decisione tragicamente fatale e sciocca: come osservò all'epoca il primo ministro inglese Herbert Asquith, l' Impero ottornano, un tempo temi bile, «con questa decisione di fatto si s uicidava e d ecretava la propria rov ina ~) 2 . Nel 1918, d opo la sconfitta di Germania e Turchia, a l-I:fusaynr tornò a Gerusa lemme, la sua città natale, dove lavorò prima come impiega to presso l'ufficio del consig liere arabo del governatore militare britannico I
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e poi come insegnante. Quando iniziò a emergere tra i lead er della vita pubblica arabo-palestinese dopo la prima g uerra mondiale, egli diede prova, nonostante la sua età, di una notevole abilità p olitica. In poco tempo attirò l'a ttenzione dei giovani nazionalisti arabo-palestinesi di Gerusalemme, i quali cominciarono a rivolgersi a lui come guida e consigliere. Il giovan e al-l:Iusaynr fu ben felice di accontentarli, sperando così di intraprendere una carriera politica. A Gerusalemme egli died e vi ta a un 'organizzazione politica popolare, mobilitando una congrega di seguaci e sostenitori che condivid evano il suo od io velenoso per gli inglesi e gli ebrei. Ora tore carismatico e affascinante, incantava la gente ammassa ta ag li angoli delle s trade e fu ori dalle moschee della sua città na tale, e presto ottenne un signi fica tivo segu ito, esp andendo e consolidando una leale base politica ch e lo avrebbe sostenuto negli anni s uccessivi. A partire dal 1918 divenne un assiduo collabo ratore dei gio rnali nazionalisti arabi, scrivendo violenti articoli antiebraici l , in cui non faceva mis tero di un od io feroce contro ing lesi ed ebrei o d ella sua opposizione fanatica alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina. Alcuni nazionalis ti arabi più moderati erano disposti a consid erare la possibilità di collabo rare con gli ebrei di Palestina e di accettare l'idea di uno Stato ebraico, mentre l:Iag ,AmIn al-l:Iusaynf fu inflessibile nel rifiutare questo approccio misurato e conciliante. Per lui qualsiasi collaborazione con gli ebrei era fu ori questione. Le radici d ell'odio di al-l:Iusaynf contro gli ebrei erano chi are e inequivocabili. Gli eb rei erano il nemico. Non erano mus ulmani e questo il giovane 'A mfn lo sapeva fin dall 'età della ragione. Sapeva che g li ebrei erano d ecisi a impossessarsi della sua patria e li credeva complici di una grande cos pirazione che alla fine av rebbe distrutto la civiltà islamica.
LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
Leggere I protocolli dei savi di Sioll per la prima volta fu una rivelazione per il muftr: questo libro spiegava il su o mondo e d escriveva proprio g li eventi che si sta van o verificando nel1a s ua am ata Pa lestina sotto l'occupazione britannica. Secondo al-I:fusaynr, del complotto facevano chiaramente parte anche g li inglesi che, appena arrivati a Gerusalemme dall'Europa, leggevano e si scambiavan o i Protocolli, e li distribuivan o anche alla popolazione araba. Se si voleva impedire agli ebrei di realizzare la nefanda cospirazione d escritta n el d ocumento, qualcuno d oveva innalza re il vessillo dell'lslam e ingaggiare la giJurd contro questo nemico mortale. AI-I:fusaynr si considerava destinato a quel ruolo eroico. Era nato da una d elle famiglie più nobili d ella Palestina araba, una famiglia che poteva far risalire il proprio lignaggio direttamente al profeta Maometto. Negli ultimi d ecenni del XIX secolo, g li Husaynr avevano fatto parte dell'élite politica d el1a Palestina . Tra i membri della famiglia vi erano stati deputati del Parlamento turco, governatori regionali, sindaci e guide religiose. Cresciuto nella Gerusalemme a cavallo tra XIX e XX secolo, allora ancora sotto il dominio turco-ottornano, il giovan e al-HusaynI era l'erede di una dinastia politica che aveva governato la Gerusalemme araba dal 18BO. Suo padre, ~ay1:t Ti'!.hir al-Husaynf, e prima di lui il n onno, MU$tafa al-l:fusaynI, erano stati muftr di Gerusalemme. Alla morte del padre nel 190B, gli s u ccesse~ il fratello maggiore di 'Amrn, Carnai al-Husaynr, continuando la tradizione di famiglia ch e lo stesso al-l:fusaynI avrebbe in seguito proseguito. Nel 191B, s ubito dopo la prima guerra mondiale, suo cugino MQsi'!. Qasim BMa al-Husaynf divenne sindaco di Gerusalemm e. Uomo poli tico accorto e di s uccesso, Masa Qasim Ba~a amminis trò la Ci ttà Santa come un fe udo privato della sua famiglia e inizialmente operò con il pieno sostegno d el
lJ\ GENESI DELlA é /H AD MODERNA
governo mandatario britannico, che dopo la prima guerra mondiale aveva sostituito il dominio turco-ottomano in Pa· lestina. In qualità di ca po di una delle più importanti fami· glie musulmane della ci ttà, egli si distinse come il principale oppositore islamico radica le del Mandato britannico e del· l'impegno assunto dalla Gran Bretagna, nella Dichiarazione Balfour del 2 novembre 1917, di creare un focolare naziona· le ebraico in Palestina. L'idea di un mandato britannico in Palestina inizialmente era nata dall'accordo Sykes-Picot, un negoziato segreto del 1916 tra Gran Bretagna e Francia per la spartizione dell'Impero ottomano che comprendeva l'attuale Turchia, il Libano, la Siria, Israele, l'Arabia Saudita, lo Yemen, il Kuwait, la Giordania, l'Iraq, il Bahrain e gli Emirati Arabi Uniti. I turchi ottomani avevano governa to su gran parte di questi territori per secoli. Nella spartizione decisa con l'accordo Sykes·Picot, l'Inghilterra rafforzò la sua presa sull'Egitto (già sotto il dominio britannico) e inoltre assunse il controllo di Palestina, Iraq, diversi stati del Golfo e Transgiordania (l'odierno Regno hascemita di Giordania). Alla Conferenza di pace di Parigi al termine della prima guerra mondiale, gli Alleati vittoriosi ratificarono le disposizioni dell'accordo Sykes·Picot, stabilendo che la Palestina sarebbe stata governata dagli inglesi con un sistema mand atario. in base al mandato, la Gran Bretagna era responsabile di tutte le funzioni governative e amministrative e anche della sicurezza nel territorio della Palestina. Queste disposizioni non mantenevano le promes· se di indipendenza postbellica che erano state fatte a diversi leader arabi dall'audace e brillante rappresentante britanni· co nella regione, Thomas Edward alias La wrence d 'Arabia. Spartendosi le spoglie dell' Impero turco-ottomano e sta bi·
LA. M EZZA LUNII f LA. SVASTICA
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tendo un'amministrazione coloniale ing lese in Palestina e nel Medio Oriente arabo, gli Alleati avevano scosso le fondamenta di quello che era s tato l'ordine politico costituito
del mondo arabo. La Dichiarazione Balfour, in origine una lettera del ministro degli esteri inglese Arthur James Balfour a lorcl Walter
Rothschild, capo del ramo londinese della famosa famiglia di banchieri ebrei, fu resa pubblica poco prima d el ritorno di al-f:lusaynr a Gerusalemme. Per gli arabi palestinesi fu un
evento disastroso che scosse ulteriormente le fondamenta d el lo ro ordine politico. Agli occhi d el giovane islamista radicale al-l:iusaynf fu un a tto di tradimento politico che non
avrebbe mai accettato né perdonato. La Dichiarazione Ba lfour fu anche il catalizza tore che lo fece emergere come leader dell'opposizione musulmana radicale al Mandato britannico in Palestina e che acuì il suo odio, già micidiale, nei confronti degli inglesi e degli ebrei. I termini della Dichiarazione sono inequivocabili: Il governo di sua Maestà vede con favore la creazione in Palestina di un focolare nazionale per il popolo ebra ico, e si adopererà al meglio delle proprie possibilità per facilitare il raggiungimento di questo obiettivo, con la chiara intesa che nuUa sarà fatto che possa pregiudicare i diritti civili e religiosi delle comunità non-ebraiche già esistenti in Pa lestina, né i diritti o lo statll s politico di cui godono gli ebrei in qualunque altro paese.
Per gli arabi palestinesi fu una notizia esplosiva. Dopo tutto - essi si chiedevano - con quale diritto gli inglesi, che non hanno una posizione giuridica in Palestina, concedono ciò che no n possiedono a un popolo che rappresenta una minoranza della popolazione locale? E poi, poco più di cinque
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settimane dopo, avvenne l'impensabile. Le fo rze dell'esercito britannico sotto il comando del generale sir Ed mund AIlenby entrarono in Gerusalemme 1'11 dicembre 1917, assicurandosi una rapida vittoria sulle forze turco-ottomane che difendevano la città. La resa di Gerusalemme agli inglesi mise la Città Santa sotto il controllo di autorità non musulmane per la prima volta dai tempi delle Crocia te. Questo evento esaltò gli Alleati. I cattolici, in particolare, videro tornare sotto il dominio occidentale e cristiano i luoghi sacri che erano stati persi più di ottocento anni prima con la conquista di Gerusalemme da parte di Saladino. li generale AlIenby era esultante per la vittoria, così come gli ebrei della città. Di lì a due anni. la politica emergente del Mandato britannico in Palestina avrebbe radicalizzato il mondo arabo-palestinese di cui al-l:Iusaynf aspirava a essere il leader. L'8 gennaio 1918 il presidente degli Stati Uniti Woodrow Wilson si rivolse al Congresso in seduta congi unta, illustrando i suoi famosi <,Quattordici punti», e cioè i principi sui quali, secondo lui, anda va costruito il mondo del dopoguerra. Due di questi punti avevano un significato particolare per gli arabi di Palestina. L'articolo 5 invitava a un regolamento liberamente dibattuto con spirito largo e assolutamente imparziale d i tutte le rivendicazioni coloniali, fo ndato sulla stretta osservanza del principio che, nel risolvere il problema della sovranità, gli interessi delle popolazioni in causa abbiano lo stesso peso delle ragionevoli richieste dei governi, i cui titoli debbono essere stabiliti.
L'articolo 12 dichiara in parte che «a lle regioni turche dell'attuale Impero ottomano dovrà essere assicurata una 50-
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vranità non contestata, ma alle altre nazionalità, che ora sono sotto il d ominio turco, si dovranno garantire un'assoluta sicurezza d 'esistenza e la piena possibilità di uno sviluppo autonomo e senza ostacolh) 5. AI pari di altri giovan i leader e attivisti arabi radicali, al-l:Iusaynr considerò questi due punti come un invito a mettere fine al colonialis mo britannico in Medio O riente rinnegand o l'accordo Sykes-Picot e, contemporaneamente, come un appello all'autodeterminazione delle popolazioni arabe governate in preced enza dall'Impero ottomano. l:Iag 'AmIn al-l:Iusayni e altri g iovani leader del mondo arabo erano più determinati che mai a combattere attivamente gli inglesi. E così fecero. li 4 e il 5 aprile 1920, durante le celebrazioni annuali di Nabr Musa. per l'anniversario della nasci ta di Mosè, Gerusalemme fu tea tro della prima 'ùIlifMall (ribellione) contro il colonialismo britannico. In occasione di questa festività, che quell 'anno coincideva con il periodo della Pasqua ebraica e cristiana, al-tlusaynJ infiammò gli arabi d i Gerusalemme con l'intento di scatenare violenze antiebraiche in città. Nel quartiere musulmano fu rono affissi manifesti con le parole: «Uccidete gli ebrei. Non sono previste punizioni per l'uccisione degli ebrei ~~ 6. Nel qua rtiere ebraico gli arabi insorti saccheggiarono la scuola religiosa Torat Haim e attaccarono uomini, donne e bambini. uccidendone alcuni e ferendone molti altri. Nelle due giornate d i disordini, i morti e i feriti furono rispettivam ente 5 e 211 tra gli ebrei e 4 e 21 tra gli arabi. A questi va aggiunto lo stupro di due donne ebree. «Rife risco con ramm arico )~, disse aUa fine del mese il ministro della guerra inglese Winston Churchill alla Camera dei Comuni, «che [a Gerusalemme] vi sono stati circa 250 tra feriti e morti, nove decimi dei q uali erano ebrei» 7.
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Gli eb rei definirono pogrom la sommossa dell'aprile 1920. Gli arabi la considerarono un'azione legi ttima contro nemici con interessi politici diversi dai loro. Per gli inglesi fu un incidente non grave che avrebbe dovuto essere evitato in futuro. Quei disordini segnarono l'inizio degli episodi di violenza che negli ottant'anni successivi e oltre, per tutto il XX secolo e fino al XXI, l'Isla.m rad icale avrebbe continuato a perpetrare contro gli ebrei di Palestina. Istigando personalmente la violenta ' il1tifMall del 1920, al-l:IusaynI stabilì un precedente in relazione all'uso della violenza e del terrore che le future generazioni di islamisti radicali avrebbero emulato nelle continue guerre contro gli ebrei e l'Occidente. Gli inglesi ritennero al-l:Iusaynr personalmente responsabile dei disordini dell'aprile 1920 e decisero di arrestarlo. U mese successivo, in maggio, due ufficiali di Sua Maestà britannica si presentarono alla po rta de ll a resid enza l:Iusaynr in cerca di l:Iag 'AmIn. Furono accolti da un giovane che disse di essere il fratello e che Hag 'Amrn al momento non si trovava in casa. Quando gli ufficiali inglesi lo info rma rono che avevano un manda to d'arresto per Hag 'AmIn, il giovane li invitò a tornare più tardi. Na turalmente questi era lo stesso al-l:Iusaynr, il quale fuggì prontamente da Gerusalemme e si rifugiò oltre il fium e Giordano ' . Non molto tempo dopo fu processa to in contumacia e condannato a dieci anni di prigione.
lA 1I0milla di aJ-Jjllsayl1f a grafi muftr
Il 24 aprile 1920 alla Conferenza di San Remo della Società delle Nazioni, il primo ministro inglese David Lloyd George
LA MEZZIILUNA t: LA S VASTICiI
accettò ufficialmente l'instaurazione di un mandato britanni· co sulJa Palestina. Meno di tre mesi dopo, il 1o luglio 1920, in PaJestina fu predisposta una amministrazione civile britannica con sede centrale a Gerusalemme. Nominato dal capo del governo L10yd George, sir Herbert Samuel fu il primo Alto Commissario della Palestina britannica. Lloyd George conferì voluta mente questo incarico a uno degli ebrei più in vista di Inghilterra, un uomo che aveva appoggiato attivamente il sogno sionista di creare uno Sta· to ebraico in Palestina. Membro dell'élite anglo-ebraica e imparentato con i Montagu e altre illustri famiglie is raelite ~, Samuel era generalmente riconosciuto come uno dei diplo· matici e degli statisti più brillanti d'Inghilterra . Rampollo di una fa coltosa famiglia di banchieri di Liverpool che aveva avuto un ruolo attivo nella comunità ebraica e nell a politica inglese, Herbert Samuel si era unito a l Partito liberale di Da vid Lloyd George poco dopo aver completato gli studi universitari a Oxford. Eletto in Parlamento per la prima vol ta nel 1902, fu il primo ebreo di na zionalità britannica a essere nominato ne l gabinetto del premier, inizialmente come Ministro delle Poste e in seguito come Ministro degli Interni. Nel periodo in cui fu responsabile degli Interni, Samuel divenne un grande sostenitore dei diritti delle donne, compreso quello di candid arsi per il Parlamento. In quegli anni contribuì inoltre a contenere i disordini politici in Irla nd a IO. Lo scrittore George Bernard Shaw, che era suo amico, disse che un giorno Sa muel sa rebbe diventato primo ministro 11 . Nel 1920 Sa muel aveva ricev uto l' inve· stitura a cavaliere da re Giorgio V poco prima di essere no· minato Alto Commissa rio dell a Palestina, dove fu sa lutato come cci! primo ebreo che governa la terra di Israele dopo 2000 anni » 12 .
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Per molti osservatori dell'epoca, la scelta di Herbert Samuel fu un colpo di genio politico da parte di Lloyd George u, La nomina generò grande entusiasmo tra gli ebrei d 'Inghilterra e tra i leader del movimento sionista, Samuel divenne un eroe per gli israeliti di tutto il mondo: in suo onore fu rono composti «inni di redenzione» in ebraico, la sua immagine fu riprodotta sui tessuti dei tappeti e il suo ritratto appeso ai muri di molte case ebraiche, spesso accanto a quello di Theodor He rzl l~, il fondatore del sionismo politico. n coinvolgimento di Herbert Samuel nel sionismo risa liva allo scoppio della prima guerra mondiale nel 1914. Quando, nel novembre di quell 'anno, l'Impero ottomano si alleò con gli Impe ri Centrali, Samuel suggerì ufficialmente al Ministro degli Esteri inglese la creazione di uno Stato ebraico in Pa lestina. Nel marzo 1915, quand'era Ministro delle Poste nel governo del Partito libe rale presieduto da Herbert Asquith, egli scrisse un memorandum in cui proponeva in via ufficiale d i isti tuire un protettorato britannico sulla Palestina 1~ che avrebbe in seguito portato alla creazione di uno Stato ebraico. Nell'a rgomentare la sua proposta, Sa muel sostenne con passione, da va nti ai colleghi pa rlamentari, che la Palestina sarebbe stata un nuovo e squisito gioiello nella corona dell' Impero britannico 16. Inoltre, in qua lità di primo ebreo osservante nominato in un gabinetto inglese, egli disse che riteneva giusto e opportuno appoggiare la creazione di uno Sta to ebraico in Palestina, un progetto per il quale chiese l'a ppoggio dei colleghi di gabinetto allo scoppio della prima guerra mond ia le 17 , Questa proposta, la prima del suo genere mai avanza ta da un funzionario del governo britannico, fu appoggia ta con entusiasmo d a Dav id Lloyd George e, d ue anni dopo, ispirò la Dichia razione Balfour.
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All'epoca, e nel decennio successivo, non tutti gli ebrei britannici condividevano l'entusiasmo di Herbert Samuel per il sionismo e l'eventuale creazione di un focolare nazionale ebraico in Palestina . Al contrario: molti leader ebrei, soprattutto all'interno della facoltosa élite anglo-ebraica a cui apparteneva la famiglia di Samuel, si opposero vivamente alla Dichiarazione Balfour sostenendo che gli obiettivi sionisti erano <
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Le grandi speranze e aspettative che avevano accolto l' insediamento di Sa muel cedettero rapidamente il passo alla rabbia e a l risentimento degli ebrei. In particolare, per molti leader sionisti, la sua decisione di nominare al-l:Iusaynf fu un atto di imperdonabile ingenuità politica se non un vero e proprio tradimento. Se appena gi unto a Gerusa lemme Herbert Samuel aveva goduto di grande considerazione e rispetto all'interno del movimento sionista , già nel 1921 David Ben-Curion, il futuro primo ministro israeliano, pronunciò queste parole al Congresso Sionista Mondiale: «Ma che cosa ci ha dato in definitiva? l:Ia ~ 'Amin al-l:IusaynJ come mufti di Gerusalemme» 23. Inizialmente Samuel non era sicuramente bendisposto nei confronti di al-l:Iusaynr. Tutta via, al momento di assumere l'incarico di Alto Commissario, il 1° luglio 1920, egli ritenne importante dimostrare la sua correttezza e imparzialità verso gli arabi di Palestina. In quanto ebreo, senti va che quella doveva essere una delle priorità assolute della sua nuova amministrazione. Pertanto, il 7 luglio concesse piena amnistia a tutti gli a rab i palestinesi che in precedenza erano stati condannati dai tribunali militari britannici, senza però accordarla ad al-l:Iusaynr. Messo sotto pressione dagli elementi filoarabi del Ministero degli Esteri britannico, sir Herbert lasciò passare altre sette settiman e prima di concedere un 'amnistia speciale ad al-l:Iusaynr, il quale tornò quindi a Gerusalemme in settembre e, di lì a poco, rivestì un ruolo religioso e politico nella vita pubblica dell' lslam rad icale, con conseguenze di vasta portata. Quando, cinque mesi dopo, la ca rica di muftT di Gerusalemme rimase vacante in seguito aIla morte d i Carnai all:IusaynT, il fratello maggiore di l:Iag 'Amln, questi annunciò la sua candid atura per la successione. Si erano però fatti
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avanti altri tre conte ndenti con buone possibilità di ottenere la nomina, dunque la sua vi ttoria non e ra scontata . All'interno de lla comunità a raba palestinese di Gerusale mme c'era
anche chi non vedeva di buon occhio la nomina di Hag 'Amln a l-J:lusaynT. La famigl ia NaMsIbr, ad esempio, che era l'avversaria principale degli l:iusayni nella lotta p er la lea-
dership della comunità araba di Gerusalemme e della Palestina , osteggiò ferma m ente la candidatura di aJ-HusaynJ. La rivalità tra le due famiglie risaliva a molti anni prima e sa-
rebbe continuata per parecchi anni a venire. I contrasti e le gelosie reciproche avrebbero contagiato l'a mminis trazione cOffitu1ale di Gerusa le mme, in precedenza guidata da un
membro del clan tIusaynI ma, dagli aruli '20 fino aLla metà degli anni '30, controllata da uno dei principali rivali politici del muftl, Ragib Bay al-NasasTbr 2• . Appena pochi mesi prima, in seguito ai disordini che avevano sconvolto la città nell'aprile 1920, Ragib Bay aJ-NaMsIbi era stato eletto sindaco di Gerusalemme in sostituzione del cugino di I:fag 'Amln all:fusaynI, Masa Qasim Basa aJ-l:fusaynr, che gli inglesi avevano improvvisamente rimosso dal suo incarico. I NasMIbI erano così contra ri alla candid atura di lm a ltro I:fusayni per la carica di muftr che il neoeletto Ragib Bay al-NasasibI fece campagna attiva contro la nomina di Ijag 'Amln 25. Nelle votazioni musulmane che seguirono, il 12 aprile 1921, a l-l:fusaynI arrivò appena quarto, il che lo metteva fuori gioco. Secondo la normativa elettora le, infatti, il nuovo muftI doveva essere scelto dall' Alto Commissa ri o fra i tre candida ti più vota ti . I risultati infiammarono gli l:fusaynI che orga nizzarono una campagna di protesta animati dalloro violento antisemitismo, inviando petizioni e telegrammi all'ufficio dell' Alto Commissario, in cui si sosteneva che gli ebrei avevano esercita to la loro sirùstra influenza contro la
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candidatura di I-:Iag 'Amln al-l-:IusaynI lfi • I loro sforzi per indurre i funzionari britannici a invalidare i risultati delle elezioni ebbero successo: uno dei tre candidati che avevano ottenuto più voti, guarda caso proprio quello della famiglia NasMibI, fu con vin to a farsi da parte permettendo così ad alI-:Iusaynf di rientrare in corsa. Gli altri due contendenti musulmani erano più moderati e nutrivano un odio molto meno violento contro g li inglesi e gli ebrei rispetto ad alI-:Iusaynf, che era di gran lunga il più estremista dei tre. Con la sua elezione, l'Islam radicale avrebbe avuto il sopra vvento sulle voci islamiche più moderate della comunità arabopalestinese. Sir Herbert Samuel scelse I-:I ag 'Amln come nuovo muftI di Gerusa lemme, assicurando così la continuità del potere religioso e istituzionale della fami g lia I-:Iusaynr. Con la nomina ufficial e dell'8 maggio 1921, I-:Iag 'Amln al-I-:Iusayni assunse la leadership religiosa della terza città santa dell'Islam. In questo modo gli inglesi speravano di calmare la rabbia e le preoccupazioni degli arabi palestinesi più radicali che si opponevano al d ominio britannico in Palestina. E se Samuel avesse scelto un candidato diverso da alt:Iusayni per la carica di mufU di Gerusa lemme? Quello che aveva ottenuto più voti era un membro della famiglia NasMIbI, Sayl:ll-:lusayn al-Din Ga rallah, il quale però era stato costretto a ritirarsi da lla corsa in seguito alle pressioni d eg li I-:Iusayni. Se non lo avesse fatto e fosse stato nominato mufU, i seguaci di I-:Iag 'Amin al-I-:Iusaynf lo avrebbero sicuramente ucciso. In tutti g li anni di lotta per garantirsi la leadership degli arabi di Pa lestina, g li I-:Iusayni perseguitarono e uccisero chiunque si opponesse alle loro mire. In verità qualsiasi persona sir Herbe rt avesse scelto come muftT sarebbe sta ta s pinta dagli elem enti radicali, sotto la gu ida di
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MEZZALUNA E ~ SVASTICA
l:iag ' Amfn al-l:iusaynI, a osteggiare sia gli inglesi sia gli ebrei. Tragicamente non fu al-l:iusayru a imporre la via radicale bensì gli stessi arabi di Palestina, i quali pretesero una linea d'azione che avrebbe porta to le generazioni successive a vivere anni di amari e dolorosi conflitti.
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piccolo demagogo
Nonostante le polemiche di cui fu oggetto durante tutta la sua lunga e controversa vita pubblica, l:iag 'AmIn all:iusaynI appari va sempre mite e affabile. Ventiseienne all'epoca della sua nomina a mufU, fu descritto dai contemporanei come un uomo basso e tarchiato che vestiva in modo semplice ma elegante. Indossava sempre le stesse scarpe di pelle nera e il copricapo tradizionale dei mufU, un ampio panno bianco arrotolato a mo' di turbante intorno a una specie di fez rosso (farbas), che però lo imponeva aH'a ttenzione. Inoltre, portava sempre una lunga veste nera, fine e di taglio impeccabile, che lo copriva completamente fino alle caviglie. Chi lo incontrava per la prima volta era sorpreso dal suo fare gentile, addirittura mite. Ma forse la cosa più sorprendente era il suo aspetto prettamente occidentale, a tipico per un musulmano: si distingueva soprattutto per la pelle chiara e una barba marronerossiccia, i capelli biondi e gli occhi espressivi di colore azzurro. Da giovane non porta va la barba; decise di farla crescere solo alla vigilia della sua nomina a mufU su consiglio di sir Herbert Samuel, il quale suggerì che essa avrebbe conferito ad al-l:iusaynI, all'apparenza molto più giovane dei suoi anni, la gravità che si addice a una posizione di così grande responsabilità e potere politico.
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Diversamente dalle figure religiose di altre fedi, il muftr non fece mai voto di povertà e non disdegnò i segni esteriori del potere. Ad esempio, aveva le mani sempre perfe ttamente curate ed era nota la sua predilezione per i tagli d i capelli costosi; inoltre, apprezzava il buon cibo e gli alloggi di lusso, che si concesse sempre più spesso, con il passare degli anni, durante i lunghi viaggi e soggiorni al di fu ori della Palestina araba. Sebbene di bassa statura, al-f::IusaynI era una figura che si imponeva in modo straordinario, in grado di dominare qualsiasi palcoscenico politico. Ora tore carismatico e seducente, ogni volta che parlava incantava il suo pubblico, sia che si trattasse di piccoli gruppi o di una grande folla. Sostenitori e oppositori, amici e nemici rimanevano tutti stregati in egual misura dalle sue capacità d ialettiche e dalle sue argomentazioni appassionate. Sin dalla giovinezza si dimostrò un politico na to, che sapeva istintivamente come manipolare la massa e che aveva il dono di ricord are nomi e volti. L'aspetto sereno ed elegante di al-f::Iusaynf, unito ai modi cortesi di una persona che non sembrava mai alzare la voce nelle conversazioni priva te, lo faceva apparire più come un filosofo o un teologo riserva to e distacca to dalle questioni terrene. Tuttavia, era conosciuto e temuto ovunque per il suo temperamento violento; quando i colleghi o i rivali politici lo contrastavano, era soggetto a scoppi d'ira spesso al limite del patologico. Più volte ordinò l'esecuzione di rivali e oppositori politici all'interno della Pa lestina a raba, tra cui i membri della famiglia Na~Mibf, e per questo motivo fu minaccia to di morte in diverse occasioni. Temendo sempre d i essere assassinato, adottava eccezionali misure di sicurezza: ad esempio, non usciva mai senza giubbotto antiproiettile e un contingente di fede li guardie del corpo.
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LA M EZZALUNA E LA SVASTICA
Il "'lIfn e Emest Rich mo1ld: 1111 rapporto speciale cile cambiò la storia
La nomina d i al· Musaynr a muftI incontrò sostegno e opposizione. Tra quanti la favorirono atti vamente vi fu Em est Richmond, vicesegreta rio particolare e consulente per gli affari arabi '17 dell'Alto Comm issa rio a Gerusalemme. II sostegno di Richmond, che era un fervente antisemita e un nemico dichiarato del sionismo, ebbe un ruolo determinante nella decisione di Samuel 28• Poco dopo essere a rriva to a Gerusalemme per assumere il suo inca rico, Richmond era di ventato am ico d i al-l:Iusaynr, con il q uale condivideva un'ostilità fanatica aUa Dichia razione BaIfo ur e alla politica del governo britannico in favore dell a creazione d i un 'entità statale ebraica in Palestina 29. n movim ento sionista, compresi i suo i sostenito ri all 'interno del governo mandatario britannico - scrisse Richmond -, «è dominato e guidato da uno spirito che posso solo definire d iabolico)) .);), un sentimento condiviso con passione dal suo amico al-l:IusaynI. Negli ambienti dell'amministrazione britannica a Gerusalemme correva voce che il rapporto tra al-l:Iusaynr e Richmond fosse più di un'am icizia effim era . Si d iceva che i d ue fossero coinvolti in un'intensa relazione o mosessuale. Per via di questo rapporto, Richmond usò la sua influenza politica per convincere sir Herbert 5.:1.muel a scegliere al-l:IusaynI come muftI. In precedenza Richmond aveva ricoperto un ruolo mino re come funzionario del governo britannico al Cairo, e dall'Egitto era stato porta to in Palestina dal suo mentore e amante d i lunga data, sir Rona ld Storrs, il governatore di Gerusa lemme. Prima di abitare nella stessa casa nella C ittà Santa, Richmond e Sto rrs avevano condiviso un appartamento al Cairo J ' • Nelle sue memorie Storrs parla di
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Richmond come dell' «amico e compagno più piacevole e cordiale», che «mi ha insegnato molte cose per le quali non gli sarò ma i abbastanza riconoscente" ll. Nel 1921 Richmond convinse Storrs a sfruttare la sua posizione di consigliere e confidente politico d i sir Herbert Sam uel per fa r nomina re al-f:{ usaynT gran m uftI. L'a micizia intima tra Richmond e Storrs 13, che era ben nota e largamente riconosciuta nella Gerusalemme dei primi anni '20, fu quind i determinante nel persuadere Samuet il quale cedette a lle argomentazioni di Richmond 30 e si risolse a nominare gran muftI a l-f:{usaynI ~ seguendo ingenuamente il consiglio del vicesegretario e di Storrs. Questa singola decisione politica av rebbe avuto conseguenze d i ampia portata, i cui effetti si avvertono ancora oggI. Ciò nond imeno, altri responsabili della politica britannica in Medio Oriente si opposero con fo rza alla decisione di Samuel, che consideravano un tentativo avventato di rabbonire e calmare l'o pposizione a raba radicale contro il sionismo e contro la dichiarata politica filo-sionista della Gra n Bretagna in Palestina. Il colonnello Richard Meinertzhagen, ad esempio, che era uno dei due principali consulenti di Winston Churchill per gli affari arabi durante il biennio in cui questi fu ministro delle Colonie e quindi responsabile della politica coloniale britannica nella Pa lestina del Mandato, annotò nel suo diario che al-f:{usaynTodiava sia gli inglesi sia gli ebrei, e concludeva che la sua nomina era <'pura follia»J6. f:{ ag 'AmTn al-f:{usaynTnon si accontentò di ered itare il titolo di muftr di Gerusa lemme appartenuto a suo fratello. Il suo obiettivo era di venta re l'autori tà religiosa islamica più im portante di tutta la regione sotto il Manda to britan nico. Tuttavia, nemmeno un potere religioso così ampio era sufficiente a sodd isfa re le sue crescenti ambiz ioni politiche.
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U!. M EZZA LUNA E lJI SVASTICA
Al-l:IusaynJ sapeva bene ch e l'autorità relig iosa da sola non gli avrebbe conferito il ruolo di lea dership a cui riteneva di essere d estinato all ' interno d ella comunità arabo-p alestinese. Di pari impo rtanza, se non superio re, erano il potere politico e la leva fin anziaria per esercitarlo. Presto gli si presentò un'opportunità in tal senso. Nel dicembre 1920, il governo del Mandato britannico istituì il Supremo Consiglio lslamico, un nuovo organo che aveva la funzi one d i amministrare i tribunali religiosi islamici, finanziare il mantenimento di tutte le moschee, dei santuari islamiei e d elle scu ole, nonché d i d esign are o rimuovere i fun zionari di questi is tituti. Composto d a cinque membri sotto la supervisione di un presidente, il Consiglio gestiva un budget annuale di centomila sterline inglesi, provenienti dai fondi del Waqf *, con cui doveva fin anz iare tutti i servizi sociali musulmani. Con il sostegno attivo di sir Herbert Sa muel e di altri funzionari inglesi, il 10 maggio 1922 al-tlusaynt fu eIetto presidente del Supremo Consiglio Isla mico che, a lla riunione inaugurale, lo confermò leader politico e religioso della comunità araba d i Palestina. Con una classica dimostrazione di nepo tismo, al-tlusaynT riservò ai suoi parenti almeno ventuno dei redd itizi incarichi consiliari. Inoltre, durante gli anni '20, rafforzò e accrebbe eno rmemente la sua autorità in quanto presidente del Supremo Consiglio Islam ico. AI momen to d i assumerne la presidenza, al-l:Iusaynt dichiarò che avrebbe occupa to quell' inca rico a vita o almeno finché fosse rimasto muftr. Quell 'affermazione inasprì le tensioni già esistenti tra gli tlusaynt e i Na~asIbr.
• Beni che i costituenti offrono, a titolo benevolo e definitivo, e il cui usu-
frutto è devoluto a opere di beneficenza o di d iffusione della religione [N.d.T. I.
LA GENESI DEllA CIH!.D M ODERNA
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Una politica di «appeasemellt» Negli anni '20, durante il primo decennio del Mandato, l'amministrazione britannica della Palestina ad ottò una politica di appeasemell t. Subito dopo la prima guerra mondiale, vista l'opposizione araba locale alla creazione di uno Stato ebraico, Ernest Richmond e altri ftulZ ionari britannici antisionisti esortarono il governo di Sua Maestà affin ché sconfessasse la Dichiarazione Balfour :11. Più tardi, falliti questi tentativi di persuasione, Richmond e alcuni suoi colleghi antisionisti al Ministero degli Esteri britannico sostennero che la comunità araba poteva essere pacificata concedendo importanti incarichi politici a leader palestinesi arabi radicali come al-l:fusaynI:J/I. Sir Herbert Samuel approvò tali misure poiché credeva nell'appeasemell t )IJ. Senza dubbio avrà pensato che avesse più senso andare incontro alle preoccupazioni della maggioranza araba in Pa lestina; dopo tutto, man man o che arrivavano altri ebrei e che la demografia cambiava, la politica britannica poteva essere ancora una volta modificata e ridefinita. Questo avrebbe dato agli inglesi il tempo e la flessibilità necessari per raggiungere il loro fin e ultimo: sebbene il Mandato sulla Palestina fosse in teoria temporaneo, in definiti va essi volevano un'amministrazione in grado di sostenere l'Impero britannico. Anche se cortese e civile fino all'eccesso, Samuel ebbe sempre fa ma di essere distacca to e fo rma le, due ca ratteristiche che molti colleghi ed elettori percepivano come manifestazioni di una personalità gelida, a volte distante. Durante tutta la sua ca rriera politica, dagli esordi in Parlamento alla nomina ad Alto Commissario, egli fece di tutto per accomodare le preoccupazioni politiche e i punti di vista dei suoi cri-
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M EZZA LUNA IO lJ1 SVASTICA
tici e d ei suoi avversari politici, nel tentativo di compensare la sua evid ente mancanza di ca lore e di espansività 4(1, Tuttavia, la benevolenza e il sostegno popola re ottenuti in questo modo avevano un prezzo. Sin d all 'inizio, Samuel non fu del tutto popolare come Alto Commissa rio tra i funzionari fil o-sionisti del governo britannico, come ad esempio Richa rd Meinertzhagen, i quali erano fermamente con vinti che si dovesse mantener fede all'impegno della Dichiarazione Balfour (ovvero creare un'entità statale ebra ica in Palestina) . Le preoccupazioni sul conto di Samuel erano condivise da Chaim Weizmann e d a al tri leader del movimento sionista, nonostante essi riconoscessero che, quando divenne il primo Alto Commissario della Palestina britannica nel luglio 1920, Samuel dovette affrontare l'opposizione crescente dei burocrati antisionisti del suo ufficio, che spesso tentarono di minare o sabotare le decisioni che lui e il governo di L10yd George adotta vano~ l . Come molti incaricati politici prima e dopo di lui, Samu el scoprì presto che il suo ruolo nella fo rmulazione e nell'attuazione della linea politica era offu sca to da quello dei suoi subordinati, civili e militari di professione schierati su posizioni violentemente an ti sioni ste~2 . Samuel aveva sempre appoggiato gli obi etti vi del movimento sionista e si era adoperato per faci litarne le strategie~l . In parti colare, ne l 1918 e nel 1919, co me ri ferisce nelle sue memo rie, la vorò (
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Samuel rimase sempre favorevole a una politica di appeasemelll della Gran Bretagna nei confronti delle richieste e delle preoccupazioni is lamich e, an che quelle più intransigenti. In questo modo, fece involontariamente ma inequivocabilmente il g ioco di al-l:Iusaynl Nel maggio 1921, poco dopo che Samuel aveva scelto all:IusaynI come mufu, scoppiò una nuova ondata di violenti disordini antiebraici fomentati dalla p ropaganda dello s tesso l:I"ag 'Amin, che tra l'a ltro aveva fatto tradurre in arabopalestinese un libro notoriamen te antisemita come I protocolli dei sav; di S;OI1 ~ . li muftI e i suoi segu aci erano indignati per il fatto che, dal 1918, la p opolazione ebraica della Palestina fosse quasi radd opp ia ta in seguito all'immigrazione, con Tel Aviv che era passata da duemila a trenta mila abita nti ~1 . In segno di protesta si riversarono in s trada, incolpando gli inglesi della situazione. I nuovi disordini ebbero inizio a Giaffa, l'antica città portuale araba accanto alla nuova città ebraica di Tel Aviv, e in breve tempo raggiunsero Gerusalemme. Nel giro di una settimana, quello che era cominciato come un conflitto locale si trasformò in una diffusa protesta araba contro la presenza sempre maggiore degli ebrei in Palestina e contro il Mandato britannico 48. La risp osta di Sa muel a questi tumulti, in cui morirono 47 ebrei e altri 146 rimasero fe riti, convinse aI-l:I"usaynr che la violenza dava buoni risultati. L'Alto Commissario aveva infatti deciso di sospendere temporaneamente l'immigrazione ebra ica d opo aver approvato la relazione di una commissione britannica, in cui la responsabilità degli a ttacchi era attribuita alla rabbia e a l risentimento che ta le immigrazione generava tra gli arabi -l9. Questo fu il primo di numerosi divieti e restrizioni d el genere che il governo britannico avrebbe imposto durante g li anni '20 e '30. La notizia della decisione di Sa muel, che tradiva
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un cambiamento nella politica britannica in Palestina, fu salutata come una vittoria dal muftI e dai suoi sostenitori. Gli
ebrei invece reagirono con profonda indignazione a quelle che consideravano la debolezza e la remissività di Samuel davanti alla violenza araba ~. L'intimidazione araba sembrò
aver trovato una ricompensa tangibile. In un discorso successivo del 3 giugno 1921, attaccato dai leader ebrei come un'ulteriore concessione alla violenza, Samuel tentò di rassi-
curare gli arabi, che erano la maggioranza della popolazione palestinese, dicendo che i loro interessi politici sa rebbero stati sempre tutelati e salvaguardati SI . Molto prima che scadesse il suo incarico di Alto Com-
missario, diversi leader ebrei - tanto in Europa quanto in Palestina - finirono per considerare Herbert Samuel il portavoce di una politica di eccessive concessioni della Gran Bretagna al muftl e all'lslam radicale in Medio Oriente. E se oggi Neville Chamberlain è considerato il simbolo incancellabile dell'appeasement britannico, in realtà questa disastrosa politica di acquiescenza, che avrebbe guidato il governo britannico fino a llo scoppio della seconda guerra mondiale, fu messa in atto da sir Herbert Samuel oltre quindici anni prima che Chamberlain tentasse di pacificare Hi tler a Monaco. La politica di appeasemeut della Gran Bretagna proseguì a lungo anche dopo l'abbandono da parte di Samuel del suo incarico di Alto Commissa rio nel 1925. Essa fu particolarmente eviden te nella reazione inglese all a «(seconda 'illtif(f(j.alm, come sono stati chiamati in seguito i sanguinaTi disordini del 1929, ovvero la peggiore esplosione di violenza antiebraica dall'inizio del Mandato britannico.
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limI/fU, il Muro del Pian to e i disordini del 1928-1929: la «seconda 'intifttcjah» Man man o che il suo potere cresceva, aI-l:-Iusaynr prese la decisione strategica di concentrare le proprie energie nel promuovere l'assoluto d ominio del Waqf sulle questioni riguardanti il controllo d ei luoghi sacri, s ia ebraici sia musulmani, a Gerusa lemme. Nel sette mbre 1928 una disputa sulle pratiche e i diritti religiosi degli ebrei presso il Muro d el Pianto portò a un'esplos ione di violenza e di tumulti antiebraici, pianificati e istigati dal muftI, senza preced enti nella storia d ella Gerusalemme moderna . Nel corso d ei secoli Gerusalemme è s tata regolarmente teatro di controversie relig iose, spesso esplose davanti al Muro d el Pianto (in ebraico HaKotel HaMa 'aravi, il muro occidentale). Tra i luoghi più sacri d ell 'ebrais mo, è l'unico resto del tempio eretto da Erode, sul s ito orig inale del Te mpio di Salom one, distrutto d a i Romani nel 70 d .C. Da allora gli ebrei accorrono a questo luogo sacro per pregare e per piangere la distruzione del Primo e del Secondo Tempio, così come la gloria perduta dell 'antico Israele. 11 Muro coincide con il muro di sostegno occidentale di alHaram al-Sarrf (il Nobile Santuario), il terzo luogo sacro dell'Islam - un 'area rettan golare che racchiude la Moschea di al-' Aq$a e la Cupola d ella Roccia. Al-' Aq$a è la moschea principale della Palestina . Secondo la tradizione, la Cup ola d ella Roccia è il luogo da cui il profeta Maometto è asceso in cielo. In arabo il Muro del Pianto è chiama to al-Buraq, come il cavallo che il Profeta vi avrebbe lega to prima di compiere il «viaggio no tturno» d escritto nella sura 17 del Corano. Fino alla prima gu erra mondiale, nelle dispute s ul Muro d el Pianto i governanti turco-ottomani s pesso d ecidevano a
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fa vore d ei correligionari musulma ni 502 , Queste dispute nascevan o frequ ente me nte d alle richieste d egli eb rei che volevano l'autorizzazione a p orta re, s ul selcia to da vanti al M uro, sedie e panche per gli anziani, un'arca in cui riporre i rotoli del Pe nta te uco che e ran o le tti durante i servizi relig ios i, e un p ara vento per separare gli uo mini d alle d onne d urante la preghiera . Immancabilmente i turchi erano contrari a queste in-
novazioni e limita vano le pratiche religiose degli ebrei. Simili restrizioni, che erano l'esito di secoli di leggi e costumi antiebraici, durarono fino aUa fine della Grande Guerra quando, sotto la nuova amministrazione del Mandato britannico e il s uo Alto Commissario ebreo, la comunità ebraica di Gerusa lemme aumentò numerica mente e acquisì po tere politico. Durante gli anni '20 la situazione al Muro del Pianto, che fin o ad allora era sempre sta ta favorevole a lla po polazione musulmana, fu messa in discussione d ai leader ebrei. Tuttav ia, gli a rabi palestinesi respingevano ape rtam ente le loro richieste, ispira ti dalla demagogia di tl ag 'Amln a ltlusaynf e di altri islamisti rad ica li. Alla lunga lo scontro fu inevitabile. Questo avvenne il 23 settembre 1928, alla vigilia di Yom Kippur, la festività più solenne del calend ario ebraico dedicata all'espia zione, quando aJcuni religiosi israeliti sistemarono un paravento per separare gli uomini e le donne che erano venuti insieme per pregare al Muro del Pianto. Fu un gesto in accordo con le pratiche di culto tradizionali poiché la separazione fisica tra i sessi era richiesta dalla legge religiosa ebra ica. Ciò nondimeno, guidati da al-tlusaynf, i funzionari religiosi musulmani protestarono d icendo che quell'innovazione alterava lo status quo del Muro, tanto che la polizia britannica ricevette l'ordine di rimuovere il paravento con la forza.
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L'ordine fu eseguito il giorno success ivo, duran te le cerimoni e d i Yom Kippur, fes ti vi tà in cui nessun agente ebreo prestava servizio. Arri va ti al Mu ro, i poliz iotti inglesi ingiun sero a i fede li di rimu overe il pannell o ma essi rifiutarono. Secondo la legge dell a tradiz ione ebraica, che vieta di lavorare il sabato e ne i giorni festi vi, farl o sa rebbe stato una forma d i lavoro e, com prensibi lmente, gli ebrei raduna ti in preghiera d avanti al Muro rifiutarono d i lavorare nel giorno più sacro per l'ebraismo. A metà delle preghiere concl usive d i Yom Kippur, un poliziotto britannico interruppe la cerimonia e iniz iò a rimuovere il paravento con la forza, incontrand o la resistenza dei fe deli, sia uomini che donne. Ne seguì un tafferuglio durante il qu ale un 'anz iana ebrea colpì un agen te con un o mb re ll o ~ e numerosi israeliti rimase ro feriti. Il pa ravento fu strappato e quind i portato via, un'azione che sca tenò le proteste degli ebrei di tutto il mond o. Il muftr sfruttò l'incidente al Muro del Pianto, trasformando in violenta lotta politica tma d isputa minore e istigando una guerra islamica locale contro gli ebrei della città. Sprona ti dalla sua oratoria incendiaria, i musulmani di Gerusalemme esultarono per la rimozione del paravento. Inoltre, il muftTfece circolare voci secondo cui gli ebrei non miravano solo al possesso del Muro del Pianto ma anche dell'intero Monte de l Tempio, con l'obiettivo di demolire la Cupola della Roccia e la Moschea d i al-' Aq$a per ricostruire il Tempio d i Gerusa lemme. Dopo l'incidente egli d ichiarò in nome del Supremo Consiglio Islamico: ((L'obietti vo degli ebrei è impadronirsi gradualmente della Moschea di al'Aq$a~). Su sua richiesta, il Consiglio app rovò in seguito una risoluzione contraria «alla concessione di qua lsiasi diritto agli ebrei nell 'area sacra del Bura q »~ .
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SVASTICA
La sommossa antiebraica d el 1929 era stata prep arata dal muftr p er quasi u n anno . Il 28 o ttobre 1928, in un memorandum presentato al Supremo Consiglio Islamico, al-l:Iusayru aveva d ichia rato il falso sostenendo che gli ebrei stavano progettand o di impossessarsi di al-Haram al-~a rTf, un'area sacra ai mus ulman i che si trova a breve d istan za dal Muro del Pianto e che coincide con il si to origina le dell'antico Tempio ebraico 55. Istiga ti d al m u fU, i musulmani d ella città resero transitabile il vicolo cieco davanti al Muro, abbattendo una vecchia parete in corrispondenza di una delle due estremità dell 'a rea. Inoltre, d a un tetto vicino, iniziarono a invitare rumorosa mente i fedeli dell '!slam alla preghiera nei momenti che sapevano avrebbero d isturbato le cerimonie re li ~ giose degli ebrei davanti al Muro. Né queste furono le uni ~ che provocazioni antieb raiche. Una trovata ancora più esplo~ siva fu quella di distribuire fo tografie fa lse ai musulmani di Gerusa lemme, nelle quali la bandiera bianca e blu degli ebrei, con la stella di Davide al centro, sventolava in cima a l ~ la Cupo la della Roccia 51>. Altre immagini contraffatte ritraevano la Cupola della Roccia in rov ina, do po che - come spiegava la did ascali a sottostante - era sta ta distrutta dagli infedeli ebrei, impegna ti ora a ricostruire il loro antico Tempio proprio su quel sit0 5? Le discussioni sullo status del Muro del Pianto erano continuate per tu tto il 1928 e fino a11929, un periodo in cui Gem sa lemme fu spesso teatro di scontri. La si tuazione era tesa, potenzialmente esplosiva. Il 15 agosto 1929 un gru ppo d i giovani ebrei sfilò attraverso il quartiere musuJmano della Città Vecchja fino a l Muro del Pian to, portando con sé la ban d iera sionista 511 e intonando HaTikvall, l'inno nazionale ebraico. Essi chiedevano il ri pristino dei diritti d egli ebrei sul Muro del pjanto. Q uella stessa sera un gru ppo costituito da-
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gli islamisti più radicali della città, che si era dato il nome di Associazione per la tutela della Moschea di al·'Aqsa, di· chiarò quanto segue sulla stampa araba: «Oggi alle 15.30, da· vanti al Muro del Pianto, gli ebrei hanno manifestato violen· temente con tro i musulmani. Il risentimento è grande e generale. Fate ciò che va fatto per esprimere la vostra p rotesta e condanna n 59 • Per rappresaglia, il giorno successivo il muftr ordinò una contro·dimostrazione davanti allo stesso Muro del Pianto. Nelle moschee di tutta Gerusalemme i religiosi pronunciarono sermoni incendiari, in cui invitarono la folla araba a marciare fino al Muro e a continuare la guerra santa del mufU contro gli infedeli ebrei. I predicatori di al· f:{usaynr arrivarono a dire che «colui che uccide un ebreo ha il posto assicurato nell 'aldilà}} 60 . I pochi ebrei presenti furo· no costretti a fuggire per mettersi in salvo, mentre i loro simboli religiosi furono profanati e i libri di preghiera strap· pati e bruciati 61 • Il giorno dopo, il 17 agosto, un ragazzo ebreo di nome Abraham Mizrachi fece involontariamente vola re un pallo· ne nel cortile di un arabo e, nel tentativo di recuperarlo, fu assa lito e accoltella to. Morì in ospedale tre giorni dopo. Nei giorni successivi all'omicidio, la tensione sa lì in tutta Geru· salemme. Si verificarono numerosi incidenti, culminati negli scontri che iniziarono venerdì 23 agosto e si conclusero giovedì 29 agosto. La reazione ebraica all 'aggressione fu subito stronca ta . La polizia ing lese, in fatti, im pedì agli ebrei di entrare nella Città Vecchia, e 24 giovani manifestanti israeliti rimasero feriti. Quello stesso giorno, a l termine delle ceri· monie nelle moschee della Ci ttà Vecchia, centi naia di islamisti radica li a rmati attaccarono il quartiere ebra ico istigati da al·tIusaynf. Il bilancio per gli ebrei fu di 133 morti e 339 feriti.
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L'esplosione di una nuova 'illtiftrq.all a Gerusa lemme, la seconda in meno di dieci anni, segnava !'inasprirsi della violenza contro gli ebrei. L'intera comunità ebraica di Hebron fu costretta a fu ggire dopo che 67 dei suoi membri erano rimasti uccisi e altri 60 feriti, mentre le perdite arabe (in gran parte dovute ai tentativi inglesi di contenere la violenza) ammontarono a 116 morti . Oltre cinquant'anni dopo Chaim Herzog, il futuro presidente di Israele, non era ancora riuscito a cancellare l'orribile ricordo dei disordini a cui aveva assistito da bambino. Con grande commozione egli ricordò la spieta ta aggressione degli arabi contro la nonna ottantenne, che fu «uccisa con un pugnale>,62 a Hebron mentre assisteva inerme aUa carneficina voluta dal muItr. Nel corso della stessa settimana la tragedia di Hebron si ripeté a Safed, dove 45 ebrei 63 furon o uccisi su ordine di al-f:lusaynI. I disordini del 1929 fecero scalpore in tutto il mond o 6-l. Il governo di Londra volle appurare le ca use del malcontento arabo che aveva innescato la violenza ~ e, a tal fine, nominò la Commissione Shaw. Nonostante le conclusioni politiche di quest' ultima, è impossibile negare la responsabilità del muftr in ordine alle uccisioni e agli altri crimini che erano stati commessi contro gli ebrei. Solo lui era colpevole di aver fatto precipitare la disputa sul Muro del Pianto. Testimoniando davanti alla Commissione Sha w, il muftf dichiarò che, con il suo appoggio, le traduzioni arabe dei Protocolli dei savi di Sio" - il famigerato fa lso zarista - erano state distribuite in tutta la Palestina. Disse anche che i Protocolli dimostravano l'esistenza di una cospirazione ebraica per «impadronirsi del [Muro del] Buraq') e di a ltri luoghi sacri musulmani e «quindi ricostruire il Tempio,) 66 . La Commissione Shaw respinse la teoria del complotto; nondimeno, esonerò il muftr da qualsiasi responsabilità per i massacri del 1929,
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attribuendola invece a una generica opposizione araba all'aumento dell'immigrazione e dell'acquisto di terre da parte dei sionisti 67. La fonte immedia ta dei disordini, cioè l'incendiaria dialettica antiebraica del muftr e la violenza di gruppo perpetrata dai suoi seguaci compiacenti, non fu menzionata nel rapporto fin ale della Commissione, che sembrò accettare senza critiche la spiegazione parziale di all:fusaynI. Per fa vorire gli interessi degli a rabi radicali e, in futuro, mitigare l'opposizione araba all'immigrazione ebraica in Palestina, la Commissione Shaw raccomandò una maggiore regolamentazione e limitazione di tale immigrazione e anche della vendita di terra agli ebrei 68, una politica subito adottata dal Ministero degli Esteri britannico. Di lì a poco il governo di Sua Maestà adottò anche il Libro Bianco Passfield, che sollecitava la sospensione i1l toto dell 'immigrazione e della colonizzazione ebraiche in Palestina; ciò allo scopo di calmare i crescenti timori arabi sull 'argomento come pure sulla promessa di un focolare nazionale ebraico contenuta nella Dichiarazione BaIfour.
Il nwftr, la Grallde Rivolta Araba del 1936-1939 e gli ebrei di Palestina Nel 1936 1::1ag 'Amln aI-l:IusaynI incitò gli arabi a un altro massacro di coloni ebrei in Palestina, passato poi agli annali come la «Grande Rivolta Araba" o «terza 'illt ifMa}/». Tra il 1933 e il 1936 la popolazione ebraica della Palestina era passa ta da 234.967 a 384.078 abitanti, ovvero da poco più del 20% a poco meno del 30% della popolazione complessiva lo9• li 15 aprile 1936, in segno di protesta contro ogni u!te-
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riore immigrazione ebraica, i leader arabi palestinesi, istigati dai discorsi del mufU, esortarono le imprese e i lavoratori arabi a non pagare le tasse e ad aderire a uno sciopero nazionale. Secondo quanto dichiarato dallo stesso mufU, lo sciopero sarebbe continua to fino alla totale cessazione dell'immigrazione ebraica in Palestina. Alcuni giorni dopo egli persuase i leader islamici locali a creare il Supremo Comitato Arabo, destinato a diventare la voce politica degli arabi di Palestina e ad avere al-l:Iusaynr come presidente 7\) fino a lla sua morte nel 1974. L'invito del muftI a uno sciopero generale scatenò la violenza. Quello stesso giorno alcuni rivoltosi arabi assalirono un autobus, uccidendo due passeggeri ebrei. La notte successiva a morire furono due arabi, uccisi in un atto di rappresaglia. Nel giro di quarantott'ore Giaffa e Tel Aviv furono percorse, in lungo e in largo, da bande arabe che attaccavano gli israeliti e ne incendiavano i negozi. Nei giorni successivi vi fu un'escalation della violenza che si trasformò in furia omicida. A metà dell'estate 1936 i combattimenti si inasprirono quando rivottosi e terroristi arabi iniziarono ad attaccare case, fattorie e villaggi ebraici in tutta la Palestina. La maggioranza dei terroristi arabi erano palestinesi del luogo, assoldati dal muftr e dai suoi agenti. In breve tempo, tuttavia, cominciarono ad arrivare volontari siriani e iracheni in gruppi di duecento o trecento a l mese 11 . II loro leader, FawzI alKawukgr, che sarebbe diventato amico e alleato politico del muftr, ebbe un ruolo importante nella Grande Rivolta Araba. Come al-F:lusaynf, al-Kawukgf aveva servito nell 'esercito turco-ottomano durante la prima guerra mondiale; al termine del conflitto aveva accettato la nomina a ufficia le nell'esercito iracheno e, nel 1936, rinunciò al suo comando in Iraq
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per aiutare al-l:iusaynI a organizzare e realizzare l' insurrezione arabo-palestinese. II primo anno della Grande Rivolta Araba rappresentò un vero e proprio regno del terrore per gli ebrei di Palestina , vittime di omicidi, lanci di bombe, saccheggi, torture, attacchi notturni a case e fattorie, nonché distruzione di raccolti e bestiame. Durante l'esta te 1936, con atti di vandalismo premeditato, gli arabi distrussero migliaia di acri coltiva ti e abbatterono gli a lberi dei frutteti. Il governo del Mandato britannico cercava inutilmente di ripristinare la pace ma, nonostante la sua condanna della violenza, gli ebrei continuarono a essere uccisi, tanto che il bilancio dei morli in ottobre salì a 80. Negli scontri armati fra truppe britanniche e bande arabe morirono rispettivamente 33 soldati e 140 rivoltosi n. Urgeva una soluzione. Il 18 maggio 1936 la Camera dei Comuni britannica annunciò che avrebbe formato una commissione per indagare sulle cause della sommossa, presieduta da lord Robert Pee!, che era stato ministro per l'India, e dal suo vice sir Horace Rumbold , ex ambasciatore a Berlino. Quando giunse in Pa lestina 1' 11 novembre 1936, esattamente diciotto anni dopo la fine della prima guerra mondiale, la Commissione Peel trovò il paese in uno stato di grave disordine. Convocato come testimone principale della comunità araba palestinese, il 12 gennaio 1937, l:iag 'Amln aI-l:iusayni reiterò da vanti alla Commissione Peella sua antica richiesta di una sospensione totale dell'immigrazione ebraica in Palestina, e chiese l'espulsione deU'80% degli ebrei già presenti nel paese (400.000), in modo da riportare il loro numero complessivo a i livelli anteriori alla prima g uerra mondiale (80.000) 73. Egli pretese inoltre il di vieto immediato e assoluto di vendere terreni d i proprietà araba agli ebrei. La Commissione scrisse quindi un rapporto in cui raccomandava di
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dividere la Palestina in due Stati indipendenti, uno arabo e uno ebraico, proposta che il muftr e il suo Supremo Comitato Arabo respinsero ca tegoricam ente, invocando invece la fine del Mandato britannico e, al suo posto, la creazione di un unico Stato arabo indipendente. Durante l'estate 1937, dopo che il Supremo Comitato Arabo aveva rifiutato il rapporto della Commissione Peel, la Palestina sperimentò un'esplosione di violenza su vasta scala a opera di bande di terroristi arabi, i quali uccisero anche Lewis Andrews, il commissa rio distrettuale britannico per la Ga lilea. In seguito a questo episodio gli inglesi si decisero finalmente a intervenire con mano fe rma . Il 30 settembre misero fuori legge il Supremo Comitato Arabo, dichiarando che i suoi ob ietti vi erano in contrapposizione con quelli del Mandato britannico. Il muftI e numerosi altri leader del Comitato furono così banditi dalla Palestina. Tra vestito da donna, il15 ottobre 1937 al-J:lusaynr fuggì in barca verso il Libano, raggiungendo Beirut. Dopo essersi fatto la barba, indossò l'abito semplice, nero e non aderente, delle musulmane osservanti: un abbigliamento femminile dimesso e adatto alla situazione che avvolgeva il suo corpo dalla testa ai piedi . Coprì quindi il volto con il lliql1b (il velo che lascia scoperta solo una sottile fessura per gli occhi), imposto alle donne dalla tradiz ione religiosa islamica. Mentre in piena no tte fuggiva in ba rca verso Beirut, nessuno sospettò la sua rea le identità. Il governo mandatario proibì al muftr di tornare in Pa lestina. Dopo un breve soggiorno a Beirut, questi si spostò in Siria, a Da masco. Nei successiv i due anni del suo esili o politico siriano, al-J:lusaynr coordinò la violenza e l'attività terroristica della Grande Rivolta Araba in Palestina, che continuò fino al maggio 1939. Tra le altre cose, ordinò anche l'eli-
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mmazione della maggior parte dei leader arabi palestinesi più moderati che si erano opposti a lla sua politica. ln seguito lo strumento dell'assassinio politico impiegato dal mufti sarebbe diventato una piaga nella vita comunitaria del Medio Oriente islamico.
1/ muftT, la fondazione dei Fratelli mllsillmalli e l'avven to
dell'Isltfm radicale Gli eventi del 1929 avevano accresci uto la fama di J:lag 'Amln al-J:lusaynI in tutto il mondo islamico. Ormai non era più solo il leader dei musulmani di Palestina ; era anche il difensore di Gerusalemme, la terza città santa dell'lslam. AIl:iusaynI era diventato il campione più venerato dell 'onore musulmano nel mondo. II suo appello a creare un nuovo ordine mondiale basa to sull' lslam e a ingaggiare una campagna di gilu1d contro gli inglesi, gli ebrei e l'Occidente otteneva consensi sempre maggiori. [J 7 dicembre 1931 al-Husaynr aveva riunito a Gerusa lemme il Congresso lslamico Mondiale, a cui parteciparono 122 delegati provenienti da tutti i paesi del mondo musulmano tranne la Turchia, riunitisi per formulare le rimostranze comuni di un lslam unito contro l'Occidente. Il Congresso espresse una cond anna particolarmente violenta del sionismo e dell'amministrazione coloniale britannica in tutto il mondo musulmano, dall'Egitto a ll 'lndia e a lla Palestina. Per la prima volta , con voce unita, il mondo musulmano dichiara va all'unisono la sua opposizione radica le all a civiltà occidentale, tanto a lla cultura che alla politica di ciò che l'lslam considerava l'Occidente laico. I suoi nemici erano l'imperialismo e il colonialismo occi dentali, così come si manifestava-
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no neU'amministrazione coloniale britannica dell'India rnusulmana e di tutto il Medio Oriente islamico. Convoca to re e presid ente del Congresso Islamico Mondiale, l:Iag 'Amlo all:fusaynr era ormai riconosciuto, in misura sempre maggiore, come la voce principale dell'Islam radicale e come una forza nuova e potente sulla scena politica mondiale. La levatura di al-t1usaynI aumentò ulteriormente grazie alla sua leadership emergente nei Fratelli musulmani, un'organizzazione religiosa islam ica rad ica le fondata in Egitto nel 1928. L'obiettivo dei Fratelli era promuovere un nuovo ordine mondiale basato sull'Isla.m, una finalità che perseguono ancora oggi. Molti futuri leader dell'l slam radicale, come i presidenti egiziani Gamal 'Abdel al-Nasir e 'Anwar al-Sadat, all'inizio della loro carriera politica, durante gli anni '30, erano stati giovani attivisti dei Fratelli musulmani . Yasif Nada, presiden te di al-Taqwah Bank, entrò nei Fratelli musulmani durante la seconda guerra mondiale quando, sotto la supervisione del mufU, fu reclutato insieme ad altri da agenti dell' intelligence militare tedesca affinché svolgesse attività di spionaggio contro l'a mministrazione colonia le britannica in Egitto 74 . Yasir 'Arafa t, invece, intra prese la sua attività nei Fratelli musulmani all' inizio degli anni '50. I Fratelli musulmani erano stati fondati al Cairo da l:Iasan al-Bannah, un giovane insegnante e organizzatore politico egiziano che condivideva l'odio acerrim o di aJ-l:Iusaynf per gli inglesi e per gli ebrei, e che rappresentava la sua anima gemella sul piano ideologico. Nato nel 1906 da una famiglia egiziana impoverita, ancora tredicenne al-Bannah aveva già partecipato a una dimostrazione di protesta contro gli inglesi. Durante gli studi universitari al Cairo, fu profond amente turbato dagli effetti dell 'occidenta lizzazio ne di cui era testimone, soprattutto l'avanzare dellaidsmo e la disgregazione
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dei valori morali tradi ziona li , che egli finì per attribuire al dominio coloniale britann ico nella sua patria. A ventidue anni fond ò i Fratelli musulmani, il prim o movimento di massa apertamente politico che si opponeva all' influenza di idee e valori laici e occidentali, nonché al dominio coloniale britannico in Medio Oriente. Alla fine degli anni '30 l'organizzazione aveva filiali in ogni provincia egiziana. Dieci anni dopo contava 500.000 membri attivi nel solo Egitto e un'ampia e fedele rete di sostenitori politici in Palestina e in tutto il Medio Oriente arabo. Precursori di l:Iamas, t;lizbollah e al-Qa' idah, i Fratelli musulmani nacquero come movimento panislamico che propugnava il valore di un' utopia islam ica mondiale e l'uso del terrorismo, ove necessario, per raggiungere il proprio obiettivo. Sin dai suoi esordi, la gO//ld (guerra santa) fu tra i suoi dogmi principali. I membri dei Fra telli esaltavano l'onore e la riverenza riservati a coloro che sacrifica no la vita come martiri della gil//Id in nome dell' Islam, e proclamavano: «Allah è il nostro fi ne. [J Profeta è la nostra gu ida. Il Corano è la nostra legge. La gilllrd è la nostra via. Morire nel nome di Allah è la nostra più grande speranza »7S. L' insigne giurista egiziano ed ex primo gi udice dell'Alta corte penale d 'Egitto, Mul),amm ad Sa'rd al-'Asmawr, ha fo rnito una descrizione perfetta dei Fratelli musulmani quand o ha defin ito la loro ideologia una «perversione deIl'Islam ». Egli ha inoltre sottolinea to )' «ideologia fascista» che pervade la loro visione del mondo, «il loro stile di vita totale (se non tota litario) ... [e] la loro lettura irrea le del Corano» 76. Questa descrizione defini sce in modo approp riato anche l'ideologia del mu ftf. La filosofia dei Fratelli m usulmani si fo ndava sulla dottrina second o cui un risveglio islam ico universale avrebbe portato alla creazione di uno Stato islamico tmificato in tut-
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to il mondo musulmano. Questo risveglio mirava a ripristinare un'au torità e un potere di carattere politico a livello panislam ico, rappresentati dal governo di un califfo - il tito l? conferito ai successori del profeta Maometto 77 • AI-I:-IusaynIe
al-Bannah auspicavano entrambi il ripristino del califfato, che era stato abolito dal governo turco nel 1924. Na turalmente ciascun leader islamico radicale riteneva di dover essere il nuovo ca liffo. «Vogliamo gli Sta ti Uniti d' Arabia, capeggiati d a un Califfo e in cui ogni Stato arabo sottoscriva senza riserve le leggi d el Corano », dichiarò al-Bannah. «Dobbiamo tornare al Corano. [ ... ] Le [sue] leggi [ ... ] vanno bene per tutti gli uomini, in ogni epoca, fin o all a fine del mondo» 711.
Le teorie di aI-Bannah furono espresse in modo inequivocabile sul giornale dei Fra telli musulmani, «al-'Lbwan al-Muslimon »: Non vi sarà giustizia né pace in terra fino a quando non saranno istituiti il dominio del Corano e il blocco dell'Islam. Occorre costruire l'unità musulmana. Indonesia, Pakistan, Afghanistan, Iran, Iraq, Turchia, Siria, Libano, Transgiordania, Palestina, Arabia Saudita, Yemen, Egitto, Sudan, Tripoli, Tunisia, Algeria e Marocco formano tutti un unico blocco, il blocco musulmano, a cui Dio ha promesso la vittoria dicendo: "Concederemo la vittoria ai fedeli». Ma questa è impossibile da raggiungere se non attraverso la via dell'lslam. 10
Aderendo alla dottrina secondo cui solo i credenti musulmani possono governare le terre islamiche, aI-Bannah e i suoi Fratelli musulmani rifiutavano ca tegorica mente l'influ enza dell'Occidente democratico e laico e la legittimità dei regim i la ici in tutto il Med io Oriente.
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L'avvento dell'lslam radicale, e l'evoluzione della sua visione politica e religiosa del mondo, trasse ulteriore ispirazione dagli scritti del teorico più influente dei Fratelli musulmani, Sayyid Qutb, un contemporaneo d i al-Bannah e all:iusaynf. Nato in un villa ggio dell ' Alto Egitto nel 1906, Qutb studiò al Cairo e lavorò alcuni anni come insegnante e poi come fun zionario presso il Ministero della Pubblica Istruzione egiziano 110. In seguito intraprese la carriera di scrittore e critico. Gli scritti di Qutb ebbero un profond o impatto ideologico sull'allora emergente movimento islamico radicale, compresi i suoi principali leader (da al-l:iusaynf e al-Bannah, negli anni '30, all'ayatollah Khomeini, Yasir 'Arafat e 'Usamah Bin Ladin negli ultimi decenni), nonché sulle sue principali organizzazioni terroristiche - l:iamas, J:i.izbollah, Gihad lslamica e al-Qa' idah 81. Insieme, al-J:i.usaynr, al-Bannah e Qutb furono i padri fondatori dell'lslam radicale cosi come lo conosciam o oggi. Nel suo saggio forse più importante e più citato, LA nostra lotta cOlltro gli ebrei, Qutb sostiene che (da malvagità, i complotti e gli inganni» degli ebrei sono ciò che mantiene il mondo musulmano in uno stato di ignoranza circa gli insegnamenti coranici, pri vandolo delle vere fo nti di forza e conoscenza. li loro obietti vo primario è distruggere l' lslam. Non esiste altro g ruppo umano la cui sto ria ri veH una simile spietatezza, ingratitudine e lassismo (morale) rispetto alla Guida Divina. (... ] Gli ebrei hanno perpetra to la peggiore fo rma di disobbedienza (nei confronti di Allah], comportandosi nella maniera pi ù d isgustosamente agg ressiva, peccando nel modo peggio re. Ovunque siano stati, hanno commesso abomini mai visti. Da creature simili, che uccidono, massacrano e diffamano i profeti, ci si può aspettare so-
LA MEZZALUNA [ LA SVASTICA
lo che versino sangue umano o escogitino altri luridi mezzi per compiere le loro nefandezze e macchinazioni. &I
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r
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sere pacificata se la Gran Bretagna avesse contenuto ['a tti vità sionis ta, ad esempio limitando l'immigrazione e gli insediamenti ebra ici in Palestina, e se avesse is tituzionalizzato il potere politico arabo .. attraverso la nomina di leader arabo-pa leslinesi radicali come al-l:IusaynT a posizioni di autorità politica, ivi, p. 245. lO Ivi, p. 235. " Wasserstein, Herrerl $a ml/el: A Political Life dI., p. 249. " Come ha evid enziato il biografo di S.lffiuel, Bemard Wasserstein, quando il governo di Sua Maestà sostituì il governo militare in Palestina con un'amministrazione civile guidata da Samuel, «anche se il capo era cambialo, la forma melltis collettiva d ell'amministrazione - la sua sostanziale mancanza di sintonia con la Dichiarazione Balfour e la politica filo-sionista del governo Lloyd George - rimase intatta », ;u;. .;, Come ha scritto Douglas Feith nella sua brillante descrizione del rapporto tra Samuel e i suoi subalterni antisionisti, civili e militari, come ad esempio Ernest Richmond, d i cui Samuel subiva l' infl uenza: «[Samuel[ supervisionava, ma a guidare erano loro». Feith, "Churchill, Palestine and Zionism, 19Q4.1 922» cit., p. 235.
lui .
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LA GENESI DELLA C/HAD MODERNA
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LA M EZZALUNA E LA SVA STICA
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Capitolo 3 Complici di genocidio
Negli anni '30 tIag 'AmIn al· l:"lusaynI continuò a sobillare la violenza contro gli ebrei di Palestina, fin o a quando non lasciò il paese nel 1937. Allo stesso periodo risalgono le sue prime aperture verso il nuovo regime nazista in Germania. Alla fine del marzo 1933, poco dopo l'ascesa al potere di Hitler, all:Iusayru aveva infatti avvicinato il console generale tedesco a Gerusalemme, il dottor Heinrich Wolff, offrend o i suoi servi· gi 1, un'offerta che avrebbe ripetuto più e più volte agli ufficiali nazisti negli anni successivi. Nel gennaio 1937 il «New York Ttrnes)) riportò una d ichiarazione del muftr che spiegava la sua propensione ad allearsi con Hitler, riconducendola al nemico comune che lslam radicale e Germania nazista condividevano: «Combattiamo il sionismo in Palestina, che è appoggiato dagli inglesi)), furono le sue parole. (Che cosa conta chi ci spalleggia o con chi ci alleiamo se questo ci aiuta a raggiungere i nostri obiettivi. [... ] Non ci importa con chi dobbiamo schierarci)). Noi, arabi e tedeschi, «abbiamo un ne-mico comune, gli inglesi e gli ebre i » ~ . Nel 1938, dopo la ver· gognosa capitolazione a Monaco del premier britannico Ne· ville Chamberlain davanti a Hitler, le aperture di al-l:"IusaynI alla Germania furono ricambiate ufficialmente e fo rmarono la base di una nascente alleanza islamico-nazista.
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LA MEZZA LUNA E. LA SVASTICA
Durante gli anni '30 la simpatia per le idee nazionalsocialiste e il sostegno per la Germania si erano diffusi in tutto il Medio Oriente. I nuovi partiti politici arabi fondati in quel decennio evidenziavano in buona parte sfumature del modello nazista. Nel 1935, quando furono promulgate le leggi antisemite di Norimberga, il Fiihrer ricevette telegrammi di congratulazioni da tutto il mondo islamico, in particolare dal Marocco e dalla Palestina dove la propaganda tedesca era stata più attiva. Tra il 1933 e il 1938 partiti politici come) ' Associazione del Giovane Egitto e il Partito Popolare Siriano, che erano organizzati in tutto il Medio Oriente arabo, avevano un 'ideologia e programmi esp licitamente antisemiti. Il leader del secondo, ' Antiin Sa'adah, si faceva chiamare il fiihrer della nazione siriana, e la bandiera del partito aveva addirittura la svastica. Allo stesso modo anche il programma antisemita dell' Associazione del Giovane Egitto, sotto la leadership emergente di Garnal 'Abdel al-Nasir e 'Anwar alsadat, prevedeva il sostegno esplicito dell'ideologia nazista, la pubblicazione e la distribuzione di propaganda antigiudaica, e l'organizzazione di boicottaggi contro la comunità ebraica d 'Egitto l . Le affinità filonaziste di al-tfusayru e dei nuovi leader arabi fu descritta nel memoriale autobiografico di un leader del partito Ba'at siriano, anch'esso pro Germania: Eravamo razzisti, ammiratori del nazismo, leggevamo i suoi testi e le fonti della sua dottrina, specialmente Nietzsche, (... ) Fichte e Jfondali/enti del secolo X/X di H. S. Chamberlain, tutto incentrato sulla razza. Fummo i primi a pensare di tradurre U Mein KnmpI Chiunque fosse vissuto in quegli anni a Damasco si sarebbe reso conto della propensione del popolo arabo verso U nazismo, perché il nazismo era la potenza che poteva essere presa a modello, e chi è sconfitto amerà naturalmente il vincitore.·
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Tra il 1938 e il 1941 al-l:Iusayru sfruttò effi cacemente questa predisposizione già emergente del popolo arabo verso il nazismo per formare la nuova alleanza tra i monarchi e i partiti radicali islamici del Medio Oriente da un lato, e, dall'altro, il regime nazista di Hitler. Re FarOq d 'Egitto, che sarebbe diventato amico e allea to del mufu, evidenziò un particolare interesse in tal senso. n 15 aprile 1941 egli informò Hitler che avrebbe visto di buon occhio l'occupazione tedesca del suo paese e, al contempo, offrì il suo sostegno al Terzo Reich. li messaggio fu trasmesso segretamente dal suocero di FarOq, Qo. aJ-Fiqar BMa, ambasciatore egiziano a Teheran e fanatico ammiratore del nazismo, il quale in tempo di guerra avrebbe fatto da intermediario in numerose comunicazioni seg rete tra Hitler, il mufti e il re egiz iano. 11 30 aprile Ba~ ricevette una risposta dallo stesso Hitler e subito la consegnò di persona a re Fa:rOq ' . Iniziate nel 1941 con l'incoraggiamento e il fa vore del mufU, le comunicazioni segrete di re Fa:rOq e la sua successiva collaborazione con la Germania hitleriana sono un capitolo poco no to della storia dell'aUeanza arabo-nazista durante la seconda guerra mondiale. Nel marzo 1943, su consiglio del mufU e con l'approvazione del Fiihrer, furono presi accordi per garantire la fuga di Faroq dal Cairo verso l'Europa sotto occupazione nazista: questo nell'eventualjtà, ritenuta probabile dal governo d i Berlino, che gli inglesi attentassero alla sua vita. In una lettera il muftI assicurò a Fa:rO q ((che sa rebbe stato ricevuto con tutti gli onori dov uti a un regnante amico» e che i nazisti gli avrebbero fornito tutti i mezzi possibili per proseguire l'attività de l governo egiziano in esili0 6• Faroq rispose d ichiarand o la sua riconoscenza pe r l'offerta di asilo politico, aggiunse che ((sperava ancora in una vitto ria dell ' Asse» e trasmise ((i suoi migliori auguri a l mufU di Gerusalemme e a tutti
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quanti collaborano con lui per il successo e l'affermazione dell'Asse» 7,
Naturalmente il muftr aveva azzardato una scommessa strategica: che gli eserciti di Hitler si sarebbero dimostrati imbattibili e che la Germania, allora all'apice della sua po-
tenza militare, sarebbe riuscita a vincere la guerra. Al-l:IusaynI non era il solo a pensare che Hitler avrebbe trionfato. Per quasi tutto il 1941 molti, soprattutto tra gli amici e gli alleati del Fuhrer, ebbero l'impressione che una vittoria nazista fosse all 'orizzonte. Avendo già annesso l'Au-
stria, occupato Boemia e Moravia, e conquistato Francia, Cecoslovacchia, Polonia, Norvegia, Paesi Bassi, Danimarca, Belgio, Lussemburgo, Iugoslavia e Grecia, Hitler e gli alleati dell' Asse apparivano invincibili agli occhi di molti 8. Il lO giugno 1940 Benito Mussolini aveva dichiarato guerra all'Inghilterra 9, mantenendo la promessa fatta a Hitler nel marzo precedente, mentre si trovavano a bordo di un treno all'altezza del Passo del Brennero. All'inizio del 1941 le forze navali e militari italiane nel Mediterraneo contribuivano attivamente allo sforzo bellico dell' Asse. Il 22 giugno 1941 la Germania avrebbe lanciato la sua Operazione Barbarossa contro l'Unione Sovietica, fino ad allora sua alleata. Mentre infuriava la Battaglia d 'Inghilterra e l'aviazione tedesca attaccava Londra senza tregua, il feldmaresciallo Erwin Rommel, sop rannomina to la Volpe del Deserto, avanzava verso il cuore dell'Egitto. Era solo una questione di tempo, pensavano al-l:Iusaynf e altri sostenitori di Hitle r, prima che le forze di Rommel dal Cairo raggiungessero Baghdad, Damasco e Ge rusalemme, stabil endo l'egemonia nazista su tutto il Medio Oriente. Con gli Stati Uniti non ancora in guerra, la Gran Bre tagna, guidata dal primo ministro Winston Churchill, si ritrovò
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praticamente sola a fronteggiare il violento assalto dell'Asse. La guerra della Germania contro l' Inghilterra ebbe un'ampia risonanza in gran parte del mondo islamico, dove la popolazione riteneva che fosse una battaglia meri toria contro l'imperialismo britannico lO . A eccezione del saudita 'lbn Sa'od e del giordano' Abdullah, nessun leader del Medio Oriente islamico si oppose a Hitler o appoggiò la causa alleata. Anzi, il sostegno assai diffuso per l'Asse portò il giornalista americano John Gunther a osservare: ( Il più grande eroe contemporaneo per gli arabi è probabilmente Hitlep) Il . Nell'ottobre 1939, un mese dopo che Hitler aveva attaccato la Polonia e che la Gran Bretagna aveva dichiarato guerra alla Germania, il muftr spostò la sua base operativa da Gerusalemme a Baghdad, dove avrebbe continuato la sua attività di propaganda filonazista. Così facendo egli assunse il ruolo di fedele allea to dell'Asse. Nel gennaio 1941 alI:fusaynr aveva deciso di schierarsi apertamente con la Germania. Nel giurare la sua fedeltà al regime nazista in una lettera che indirizzò a Hitler alla fine del mese, egli non rifuggì dall'adulazione pura: «Sono ansioso di rinnovare i nùei ringraziamenti a sua Eccellenza e di rassicurarla sui sentimenti di anùcizia, simpatia e ammirazione che il popolo arabo promette a sua Eccellenza, il grande Fiihrer, e al coraggioso popolo tedesco)) 12. Inoltre, dichiarò che ovunque gli arabi erano «pronti ad agire come si conviene contro il nemico comune, a schierarsi con entusiasmo al fianco dell' Asse e a fare la propria parte per garantire la meritata sconfitta della coalizione anglo-ebraica)) 13.
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Sulla strada verso Berlino, apri/e-novembre 1941 Al-J:lusaynJ cercò quindi di caccia re g li inglesi dall'Iraq e di sostituire il regime fil o-b ritannico d el paese con un governo fi lotedesco. A tal fine si alleò con un gruppo di ufficiali dell'esercito, guidati dall 'avvocato e politico iracheno Ra~rd 'Alr al-Caylanr. 111° aprile 1941 al-Caylan r divenne primo ministro al posto del filo-britannico N uri a l-Said 8Ma, costretto alle dimissioni dopo il colpo di Stato che al-J:lusaynI contribuì a organizzare. L'obiettivo del golpe fil oted esco era fornire a Hitler il petrolio di cui aveva bisogno per conquistare il Medio Oriente. Il 9 maggio 1941 il muftI emise una fa twall che defini va il golpe iracheno una giJurd contTo gli inglesi e gli ebrei, «i più grandi nemici dell 'Islam » I~. Tuttavia, nonostante l'aiuto della Siria, che era ancora sotto il controllo del governo francese di Vichy schierato con l'Asse, il regime fil onazista di Ra~rd 'Alr al-Caylan! e Hag 'AmIn al-Husaynr non durò a lungo. Gli inglesi si mossero in fretta, inviando aerei e truppe a Baghdad . La rivolta fu soffocata e il nuovo governo filoted esco rovesciato dopo un solo mese di scontri . Fallito il golpe, il muftr istigò un pogrom che esplose a Bagdhad nei giorni 1-2 luglio 1941 e portò all'uccisione di 11 0 ebrei iracheni 15 e al ferimento di diverse altre centinaia. Migliaia di ebrei rimasero senza tetto e le loro proprietà furono saccheggiate. Uno degli idea to ri filonazisti del golpe iracheno del 1941, nonché amico fidato e confidente di al-f:lusaynr durante i suoi anni in Iraq, fu lo zio di Saddam Husayn, il generale I:fayrallah Talfah, che sarebbe diventato tutore, guida e suocero del futuro Rais. Talfah avrebbe intra ttenu to piacevolmente il giovane nipo te, di cui aveva ricevuto l'affidamento, con racconti avvincenti sulle gesta eroiche del muftr e dei
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suoi collaboratori nazisti, che considerava eroi 16. Ancora bambino Saddam l:iusayn apprese così del golpe filonazista organizzato in Iraq nel 1941 e dei successivi sforzi del muftr per conto del Terzo Reich durante la guerra, e dunque cre.bbe con un timore reverenziale nei confronti di questo personaggio, la cui devozione alla causa dell' lslam radica le egli cercò di emulare. La visione del muftI fu un 'ispirazione 11 per il giovane Sadd am l:iusayn, e come lui altri finirono per considerarlo un eroe e un maestro. Dopo il fallimento del golpe, al-l:iusaynr cercò riparo nel vicino Iran . Giunse a Teheran ilI o gi ugno, e lì fu accolto dallo scià filonazista Reza PahIavi. Dal suo rifugio presso l'ambasciata giapponese della capitale, egli iniziò a istiga re a U'odio e alla violenza contro gli ebrei come aveva fatto durante quasi tutto il suo soggiorno a Baghdad, ma la sua fama di provocatore antiebraico lo aveva preceduto. In risposta alla propaganda e alle dichia raz ioni antigiudaiche del muftr, molti ebrei iraniani fu ggirono da Teheran verso Istanbul, temendo il genere di rappresaglie che avevano subito i loro correligionari di Baghdad. U rifug io del muftl non rimase sicuro a lungo. Appena quattro mesi dopo il suo arrivo, lo scià fu costretto ad abdicare. Truppe britanniche e sovietiche sbarca rono in Iran, arrestarono i ministri filonazisti del governo e sostihtirono lo scià con il giovane figlio, il quale interruppe immediata mente i rapporti diplomatici con le potenze dell' Asse. Il muftI trovò riparo presso l'ambasciata italiana a Teheran, dove rimase nascosto diversi giorni. Sapendo che al- l:iusaynr si trovava ancora nella capita le iran.i ana, il primo ministro britannico Winston Churchill cercò di ca thtrarlo prima che fu ggisse. 11 3 settembre 1941 Churchil1 mandò il seguente telegramma a sir Reader Bullard, diploma tico presso l'amba-
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sciata britannica di Teheran: «Il fatto che il muftr abbia eluso la sorveglianza persiana è causa di grande disappunto. La sua cattura, vivo o morto, è un obiettivo fondamentale, delia cui importanza bisogna persuadere il governo persiano» 18. In una s uccessiva lettera al ministro degli esteri Anthony
Eden, Churchill scrisse: ( Presumo che siano state adottate tutte le misure per impedire la sua fuga [riferito al rnuftJ]. La prego di fare tutto il possibile» 19. Incalzato d agli inglesi, al~usaynr dovette fuggire di nuovo, stavolta dall'Iran verso la Turchia e d a lì fino in Italia . L'n ottobre 1941, viaggiando nottetempo in incognito, senza barba, con i capelli tinti e un passaporto italiano falso zo, il muftr raggiunse l'Italia a bordo di un aereo militare inviato da Benito Mussolini. AI suo arrivo a Roma le autorità italiane lo accolsero con tutti gli onori. li governo fascista di Mussolini gli riservò un'ospitalità generosa, mettendo a disposizione del suo nuovo allea to una villa enorme e lussuosa nella capitale, servitori e guardie del corpo, e una macchina ufficiale con tanto di scorta in motocicletta . Su ordine di Mussolini, il governo si fece carico di tutte le spese di mantenimento di al-Ijusaynf così come dell'entourage che lo aveva seguito a Roma Il . n momento culminante del soggiorno romano del muftI fu l'udienza privata con Mussolini, che ebbe luogo il 27 ottobre 1941 nell'ufficio del Duce al primo piano di Palazzo Venezia, l'ed ificio rinascimentale riccamente o rnato voluto da papa Pa olo Il nel XV secolo, e sede del governo fascista dal 1928. Nello stesso ufficio Mussolini si era incontrato con Hitler durante la celeb rata visita del Filhrer a Roma nel 1938. Mentre l'auto guidata dallo chauffeur passava davanti al Colosseo e al Pantheon lungo il percorso verso la sua destinazione finale, il muftI sarà stato sicuramente colpito dall'aspetto grandioso della città. I racconti su Palazzo Venezia, in
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cui i funzionari del governo di Na poleone Bonaparte avevano tenuto corte all'inizio d el XIX secolo, erano già diventati leggenda . Dopo l'avvento del fascism o, le luci del palazzo venivano lascia te accese tutta la notte p er d are l'impressione ch e il Duce e i suoi collaboratori lavorassero senza sosta . Dal balcone di Palazzo Venezia, che si trovava appen a sopra il suo ufficio privato e d ava sulla piazza pubblica sottostante, Mussolini attirava folle immense durante i celebri discorsi alla p op olazione romana, che immancabilmente rimaneva affascinata dalla su a oratoria ammaliante. Il Duce accolse a l-l:Iusaynr con ca lore, app oggiando subito la sua richiesta di un governo arabo indipendente in Palestina e offrendogli aiuto militare p er combattere gli inglesi n. Al-l:Iusaynr e Mussolini erano accomunati dalla fedeltà al fascism o e d a un odio violento per gli inglesi e gli ebrei. Nel ricevere l'ospite arabo, di cui condivideva la feroce opposizione al s ionis mo, Mussolini concordò con lui che, storicamente, gli israeliti non avevano alcun diritto a uno Stato in Palestina 21. «Se g li ebrei vogliono un loro Stato», disse il Duce all'ospite contentissimo, «dovranno stabilire Tel Aviv in America» 2~. Inoltre, sp era va come il muftr che alla fine li avrebbero sterminati: «Qui in Italia abbiamo 45.000 ebrei ma non ne rimarrà nessuno. [... ] Sono nostri nemici e non ci sarà posto in Europa per 10ro»25. Il muftr si conged ò dal Duce raggiante. Quella notte scrisse nel suo diario: «Sono m olto sodd isfatto dell'incontro con Mussolini e delle sue dichia razioni sug li ebrei e sul sionism o»26. Quando lasciò Roma il6 novembre 1941, al-l:Iusaynl aveva il solido sostegno di una figura chiave nella leadership d ell ' Asse. A quel p unto era deciso a passare a lla fase successiva d el suo grandioso progetto.
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Hitler e il
mI/In
AI suo arrivo a Berlino i16 novembre 1941, il muftI fu ricevuto calorosamente dai leader del Terzo Reich. Come già era successo in Italia, lo salutarono come un capo di Stato in esilio e nei suoi confronti fu usata la deferenza riservata a un importante alleato e sostenitore politico. La fama di gran vivellr del muftI, in grado di apprezza re il buon cibo e gli appartamenti di lusso, lo aveva preceduto. IJ governo nazista non badò a spese nel prodigare la sua ospitali tà, mettendo a disposizione di al-f:"IusaynT una lussuosa residenza neU'elegante KlopstockstraBe berlinese, uno s tuolo di servitori, una Mercedes con autista e uno stipendio mensile di oltre 10.000
dollari , in aggiunta ad altre quattro tra residenze e suite presso due degli alberghi più lussuosi di Berlino 21. Il mufH ricevette anche un generoso appannaggio mensile per i rifornimenti alimentari, che gli permise di offrire grand i ricevimenti a i molti leader dell' lslam radica le, in visita o residenti in Germania, di cui avrebbe potuto servirsi per mobilitare ulteriore sostegno arabo a favore della causa nazista . Ovunque si recasse a Berlino, al-J:fusaynr era sa lutato da foll e adoranti di espatriati arabi palestinesi. Nella sua fuga da Baghdad , si era portato dietro un seguito di collaboratori, tra cui Rasrd 'Alr al-Gaylanr e altri leader del golpe pro Germania recentemente fallito in Iraq 28 . Stabilendosi in terra tedesca, egli spianò la strada ad altri leader arabi filonazisti, che avrebbero trova to a Berlino un porto sicuro dove rimanere per tutta la durata della seconda g uerra mondia le. La capitale tedesca divenne presto il rifugio del g ruppo più numeroso di no tabili arabi al di fuori del Medio Oriente. Quando al-Husaynr incontrò il ministro degli esteri Joachim von Ribbentrop il 28 novembre, l'ordine del giorno pre-
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vedeva che discutessero anche il suo imminente colloquio con Hitler, in programma più tardi nel corso di quella stessa giornata . A quell 'incontro il muftr si era preparato per quasi tutta la sua vita adulta. Uno degli aspetti intriganti della faccenda è capire perché Hitler accettò in primo luogo d i incontra rsi, e poi d i stringere un'alleanza, con il muftI. Nel Meill Kampf egli aveva sostenuto l' inferiorità razzia le dei musulmani, e inoltre provava un disprezzo genera lizzato per tutti i non ariani, compresi gli a rabi 29. AI-t{usaynr, con i suoi capelli biondi , la ba rba rossa e gli occhi azzurri, sembra essere stato un 'eccezione, tanto che il FUhrer arri vò persino ad accettarlo come ariano onorario XI. In seguito osservò anche: «III mufUI dà !'impressione di essere I... ] un uomo con pi ù di un ariano tra i suoi antenati, forse discendente dalla miglior stirpe romana» 31. Nonostante i commenti nel Meill Kampf, Hitler sembrò poi maturare un nuovo rispetto per l'lslam 32 . In a lcune conversazioni priva te documentate con il suo Stato Maggiore, egli espresse ammirazione per la solidarietà del popolo musulmano e la convinzione che potesse essere un alleato potenzialmente valido nella guerra contro il nemico comune rappresentato da inglesi ed ebrei JJ . Il muftI, in particolare, poteva fa vorire il piano del Terzo Reich di conquistare e finalmente governare il Med io Oriente. Il diritto esclusivo degli a riani di dominare il mond o era un principio che Hitler prendeva molto sul serio 14 • Tuttavia, supera to il pregiudizio razziale nei confronti di al-t{usaynr, di cui comunque ammirava l'astuzia e l'acume politico, il Fuhrer poté immaginarselo come fed ele alleato politico e fu turo governa tore ariano d i un Med io Oriente sotto il controllo nazista. Nella guerra comune contro inglesi ed ebrei, per Hitler come per al-I:-Iusaynr, va leva il princi pio in base al q ua le il
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nemico d el mio nemico diventa un alleato e un amico. L'al ~ leanza tanto a lungo ricercata con i nazisti mise il mufti nella condizione di poter lo tta re per l'indipendenza araba pales tinese d alla Gran Bretagna e contro un'ulterio re immigrazione ebraica in Palestina, aiutando contemporan eamente il suo nuovo alleato a raggiungere l'obiettivo, che entrambi condividevano, di sterminare tutti gli ebrei. A unirli fu l'odio viscerale contro i comuni nemici, con gravissimi danni per l'umanità l5 , Dopo tanta attesa l'incontro di al-l:iusaynI con Hitler andò benissimo. I due avevano molto in comune e il mufti, che aveva trovato la propria anima gemella nel Filhrer, non smetteva di ringraziarlo per il su o impegno risoluto a favore della causa islamica radicale. Lasciando la Cancelleria del Reich, al-J:lusaynJ era euforico e come ispirato, sicuro che il suo destino fosse ormai deciso. In caso di successo, quell'intesa avrebbe dato nuova forma al Medio Oriente. U muftr era consapevole della sua buona stella: sapeva che, come alleato fid ato e consigliere del Fiihrer, avrebbe potuto fare molto per plasmare e promuovere l'alleanza emergente tra Islam radicale e nazismo e per mobilitare sostegno alla guerra di Hitler contro gli ebrei. Nei mesi successivi le sue speranze e i suoi sogni si realizzarono.
I rapporti del /1/Uf tT con i gerarchi tedeschi Durante i suoi anni di permanenza in Germania, alJ:lusaynf lavorò in stretta collaborazione con diversi gerarchi nazisti, compresi 10achim von Ribbentrop, Heinrich Himmler e Adolf Eichmann. In qualità di ministro degli esteri, Ribbentrop sarebbe diventato uno stretto alleato di
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al-l:Iusaynf. Sotto la sua direzione la Referat Deutschland, il dipartimento per gli «affa ri ebraici», «difese strenuamente l'antisemitismo nazista all 'estero e denunciò i tentativi es terni di "interferire" con la ludellpolitik tedesca in patria ».l6. Il2 novembre 1943, in coincidenza con il ventiseiesimo anniversario della Dichiarazione Balfour, il Ministro degli Esteri di Hitler spedì un telegramma al muftI che chiariva oltre ogni dubbio la posizione del governo tedesco sul Medio Oriente. <'Porgo i miei saluti a Sua Eminenza e a quanti si trovano oggi nella capitale del Reich al raduno da Lei presieduto», scrisse Ribbentrop. La Germa nia è unita alla nazione araba da vecchi legami di
amicizia e oggi più che mai siamo alleati. L'eliminazione del cosiddetto focolare nazionale ebraico e la liberazione di tutte le terre arabe dall'oppressione e dallo sfruttamento delle potenze occidentali sono parte inalterabile della politica del Reich della Grande Germania . Possa la nazione araba costruire presto il suo futuro e raggiungere l'unità e la piena indipendenza. :rJ
In successivi scambi con il Ministro degli Esteri tedesco, al-l:Iusayru chiese il suo aiuto per garantire che nessun ebreo fosse autorizzato a lascia re l'Europa per la Palestina :l!l. Animato dallo stesso odio feroce di al-l:Iusaynr contro gli ebrei, Ribbentrop fu particolarmente lieto di promettere questo genere di aiuto. Le sue speranze e aspirazioni erano in perfetta sintonia con quelle del muftI. Il 28 aprile 1944 Ribbentrop istituÌ un al tro dipartimento nel Ministero degli Esteri, l'Antijudische Auslandsaktion (azione antiebraica all'estero), che doveva collabora re all' <'eliminazione fisica degli ebrei» per «privare la razza delle sue riserve biologiche». Tra i consulenti nominati in questa iniziativa c'erano anche l:Iag 'AmIn
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al-l:IusaynT e RasTd 'Ali al-Caylanr l'l. Joachim von Ribbentrop fu in seguito condannato a morte d al Tribunale di Norimberga e impicca to per crimin i di guerra . Tra i gerarchi nazisti Heinrich Him mler fu quello con cui al-l:Iusaynf collabo rò più attivamente e regolarmente 40 , II primo incontro ufficiale con il comandante d elle SS e d ella Gestapo avvenne nel marzo 1943. I due diventarono presto confidenti politici e am ici. Nel luglio 1943 i loro rapporti si rafforzarono a tal punto che Himmler scrisse la seguente d edica su una fo to che li ri traeva insieme: (,A Sua Eminenza il gran muftr, in ri co rdo» ~' . Q uesto d ono di Himm!er divenne uno d egli oggetti personali più cari di l:fag 'AmIn all:Iusaynr. L'importanza del lo ro primo colloquio si può d edurre dal biglietto d i ringraziam ento che il muftI inviò a Himmler: «Questo ricordo d el nostro primo incontro, che ha creato le basi d ella reciproca fidu cia, ha per me un valore speciale»4:', Nei suoi rapporti con i lead er nazisti, al-l:Iusaynr sa peva sempre chi ad ula re, Nello stesso biglietto dichia rò che la fotografia gli avrebbe sempre ricord ato Himmler «come un uomo comprensivo, nobile ed energico», Nell'ottob re 1943 il muftI scrisse a Himmler in occasione d el suo compleanno e ne approfittò per esprimere il seguente d esiderio: «Possa l'anno in arri vo intensificare la nostra collaborazione e avvicinare ulteriormente i nostri obiettivi comuni»'l, Uno di questi obiettivi comuni era lo sterm inio degli ebrei. Himmler, che fu l'architetto e l'amministratore d ella «Sol uzione Finale» nazista -1-1, ne chiarì l'essenza nel telegramma che inviò al mufu, il 2 novembre 1943, e che fu letto nel ventiseiesimo anniversa rio della Dichiarazione BaHour: Sin dai suoi esordi il movimento nazionalsocialista della Grande Germania ha iscritto sulla sua bandiera la ba ttaglia contro
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l'ebraismo mond iale. Pertanto, ha sempre seguito con simpatia la lotta d egli arabi con tro gli intrusi ebrei per amore d ella libertà. Il riconoscimen to d i q uesto nem ico e la battaglia comune contro d i esso costituiscono la solida base d ei legami naturali tra la Grande Germania nazionalsocialista e i m usulmani di tutto il mondo che aspirano alla libertà. Nell'anniversario d ella scellerata Dichiarazione Balfour, con questo pensiero le trasmetto i miei saluti e i miei più sinceri auguri per la vittoria finale d ella sua battag lia . .os
Come nel caso di Heinrich Himmler, lo stretto rapporto di lavoro e amicizia tra il mufti e Adolf Eichmann è ben documentato e indiscutibile. Dopo la ca ttura di Eichmann nel maggio del 1960, la speculazione sul loro rappo rto divenne oggetto di una vivace d iscussione pubblica. In una conferenza stampa a ll'epoca del processo Eichmann, il 4 maggio 1961, al-H"usaynf negò di avere avuto legami con lui durante la seconda guerra mondiale. In quell 'occasione dichia rò anzi che aveva appreso chi fosse solo leggendo della sua cattura sui giornali ""'. In realtà il muftr ed Eichmann non solo si conoscevano, ma avevano collaborato attivamente al servizio del Terzo Reich. AI processo di Norimberga, Dieter Wisliceny, un collaboratore del gerarca naz ista, testimoniò che il muftr «era uno dei migliori amici d i Eichmann e lo aveva costantemente istiga to ad accelerare le misure di sterminio. Gli sentii dire che, accompagnato da Eichmann, egli aveva visitato in incognito le camere a gas di Auschw itz»·7. Durante quella visita al-H"usaynf av rebbe esorta to le guardie che sorvegliavano le cam ere a gas a lavorare con maggiore efficienza e diligenza -l8. Poss iamo solo immagin are l'esultanza del mu ftr mentre visitava il complesso di Auschwi tz e i suoi ca mpi di ster-
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minio. Ai suoi occhi ciò di cui fu testimone rappresentava davvero la soluzio ne fin ale del problema ebraico. Con un 'a udacia assoluta e quasi inconcepibile, Hitler aveva semplicemente deciso d i eliminare coloro che percepiva come nemici. Esaminando le fa si del processo di sterminio, al-l:Iusaynr si rese conto che non avrebbe dov uto trasportare altrove i su oi ebrei. In Palestina essi erano con centrati nella regione di Tel Aviv / Gia ffa . Non ci sarebbe sta to bisogno di ferrovie pe r il trasporto né di effettuare alcuna «selezione», Il suo Stato arabo di Palestina non avrebbe richiesto alcun tipo di manodopera ebraica. Tutto ciò che occorreva a l muftr era l'assistenza tecnica dei suoi buoni amici Heinrich Himmler e Adolf Eichmann per costruire fabbriche della morte dove eliminare gli ebrei di Palestina una volta per tutte. Durante il viaggio di ritorno da Auschwitz a Berlino, il muftr non poté che ammirare l'inesorabile effici enza della Germania nel risolvere il suo problema ebraico. Con un certo compiacimento egli rifletteva sulla sua buona sorte, che gli aveva donato nella persona di Adolf Hitler un alleato e amico di tale valore. Eichmann e al-l:IusaynI nutrivano una grandissima ammirazione reciproca . Eichmann, come ricordò Dieter Wisliceny nella sua testimonianza a Norimberga, «rimase molto colpito dal muftI» 49, il quale a sua volta ricambia va la stima del tedesco. Scrivendo di Eichmann nella presunta privacy del suo diario, al-l:Iusaynf lo definì un «diamante rarissimo, il vero salvatore degli arabi •• 50 .
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Le trasmissioni radiofolliche naziste in Medio Oriente: Hitler par-
la agli arabi CDII la voce del muftr Sin dall'inizio del suo soggiorno berlinese, fu subito chiaro che i nazisti intendevano usare al-l:Iusaynr come loro principale portavoce in Medio Oriente. In stretta collaborazione con Joseph Goebbels, il ministro della propaganda del Terzo Reich, il muftr organizzò e pianificò programmi radiofonici filonazisti destinati a tutto il mondo arabo. Per l'intera durata della guerra, al-l:IusaynI intervenne regolarmente nelle trasmissioni radio tedesche per il Medio Oriente. Già nel dicembre 1941 aveva iniziato a mandare in onda messaggi pro Asse da Berlino si . Nel febbraio 1942 chiese ai giapponesi di trasmettere i suoi discorsi nelle regioni musulmane del Pacifico del Sud e in India ~ . Dal suo ufficio presso il dipartimento arabo di Berlino il muftr poté coordinare e trasmettere messaggi radio giornalieri, in lingua araba, verso tutti i paesi con una popolazione musulmana 53, avendo a disposizione le emittenti tedesche e dell' Asse. Quelle trasmissioni furono fondamentali perché gli consentirono di mantenere una presenza viva, dinamica e concreta in tutto il mondo musulmano mentre risiedeva in Germania. Anche se non era fisicamente presente in Medio Oriente, attraverso la radio riuscì ad affermare la sua leadership e a raggiungere un vasto gruppo di sostenitori arabi per sviluppare ed espandere ulteriormente la sua rete di contatti personali e politici a sostegno dello sforzo bellico tedesco. In generale le trasmissioni di propaganda filotedesca per il Medio Oriente erano dirette soprattutto contro gli inglesi. Gli arabi di Siria, Libano, Palestina, Iraq ed Egitto erano chiamati, ((in nome del Corano e per l'onore dell' Islam, a sa-
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botare o leodotti, far saltare ponti e strade lungo le linee di comunicazione britanniche, uccidere le truppe inglesi, distruggere i loro deposi ti e rifo rnimenti, depistarli con informazioni false le) negargli il proprio sostegno)}. In questi appelli, il muftI ripeteva spesso agli ascoltatori musulmani che potevano avere la salvezza eterna insorgendo e uccidendo gli infedeli ebrei che vivevano nei loro paesi Sol . Egli rivolse un messaggio simile ma specifico ai musulmani d ' lndia, invitandoli a ribellarsi contro il d ominio dell 'Impero britannico nelle Indie. Inoltre, spesso esortava gli arabi mediorientali a prepararsi in vista del giorno in cui le forze d 'invasione tedesche sarebbero venute a liberarli, e prometteva di informarli quando fosse gi unto il momento 55. Molte volte il mufti condivideva il microfono con Ra~rd 'A lr aJ·Caylanf, che lo aveva seguito a Berlino dopo il fallimento del golpe fil otedesco in Iraq e che, come lui, invocava la gi1u1d contro gli inglesi e i loro allea ti occiden tali. Il lO maggio 1942, in una di queste trasmissioni a due per l'anni· versario del cita to golpe, a l-Caylanr concluse così il suo discorso: «Arabi, io vi esorto a unirvi, a organizzarvi e a combattere per la vostra indipendenza e per i vostri diritti . Unitevi, arabi, e insorgete contro il nostro comune nemico, l' infida Inghilterra ».s6. Ma per al·CaylanI, così come per il muftr, il nemico co· mune non era solo la Gran Bretagna bensì l'intera ca usa alleata. Di qui i frequenti invi ti ai musulmani di tutto il mondo affinché aiutassero la Germania nella guerra santa che conduceva contro gli inglesi e i loro alleati occidentali, so· prattutto gli Stati Uniti. Alcuni interventi radio del muftI condanna vano specificamente la politica am ericana in Medio Oriente. Nel marzo 1944, ad esempio, egli denunciò la posizione degli USA circa la creazione di una patria ebraica
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in Palestina: «Nessuno [avrebbe] mai pensato che 140 milioni di americani sarebbero diventati uno strumento nelJe mani degli ebrei. [ ... ] Come hanno osato gli americani giudeizzare la Palestina?»57. Le sue più appassionate dichiarazioni radiofoniche rivelavano in molti casi un antisemitismo classico, ed erano pensate per incitare all 'odio e alla violenza contro il più grande nemico deU'Islam radicale, gli ebrei. li 2 novembre 1943, alla manifestazione pubblica di protesta contro la Dichiarazione Balfour, al-tIusaynJ usò la radio tedesca per trasmettere uno dei suoi più violenti messaggi antisemiti: «L'opprimente egoismo insito nel carattere degli ebrei, la loro turpe convinzione di essere la nazione eletta di Dio e il loro affermare che tutto è stato creato per loro e che gli altri popoli sono animali.), dichiarò ai-tIusaynJ, «li rende indegni di fiducia». In questa tirata incendiaria contro gli ebrei e gli inglesi, disseminata qua e là di citazioni coraniche antigiudaiche 58, il muftr aggiunse a proposito degli israeliti: «Non possono mescolarsi a nessun'a ltra nazione, ma vivono come parassiti tra le genti, ne succhiano il sangue, si appropriano indebitamente dei loro beni, ne corrompono la morale. [... ] L'ira e la maledizione divina che il Sacro Corano cita in riferimento agli ebrei sono dovute a questo loro carattere peculiare» ~ . In un altro discorso radiofonico del l ° marzo 1944, il muftJ esortò i fratelli arabi a uccidere i loro vièini ebrei: «Uccidete gli ebrei ovunque li troviate. Questo è gradito a Dio, alla storia e alla religione»60. AI-tIusaynJ chiarì in modo inequivocabile il suo pieno sostegno all'obiettivo di Hitler, ovvero lo sterminio degli ebrei. «Se, Dio non voglia, l'Inghilterra dovesse essere vittoriosa, gli ebrei dominerebbero il mondo», dichiarò alla radio l'Il novembre 1942. «Ma se invece l'lnghilterra e i suoi alleati so-
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no sconfitti, la questione ebraica, che per noi continua a costituire il pericolo maggiore, sarà definitivamente risolta» 61. Un anno dopo, sempre attraverso la radio berlinese, elogiò Hitler per i suoi risultati: «I tedeschi non hanno mai danneggiato i musulmani, e ora combattono il nostro nemico comune. Ma soprattutto hanno definiti vamente risolto il problema ebraico» .;:!.
Il 19 marzo 1943, l'anniversario della nascita del profeta Maometto e il programma che realizzò per l'occasione furono il pretesto per fomentare ancora una volta la rabbia e la violenza musulmane contro i nemici del Profeta, gli ebrei: In occasione dell'anniversario della nascita del Profeta, che in passato soffocò le ambizioni degli ebrei e li eliminò completamente dai paesi musulmani, dandoci così l'esempio, in questo giorno musulmani e arabi dovrebbero giurare solennemente davanti a Dio di fare altrettanto e dimostrare che la fede in Dio è più grande dell'imperialismo e molto più forte della malvagità che avvolge l'ebraismo internazionale. 6J
Queste trasmissioni sono la prova irrefutabile che egli era a conoscenza dello sterminio degli ebrei. In un programma trasmesso da Berlino il21 settembre 1944, al-l:Iusaynt fece riferimento agli «undici milioni di ebrei nel mondo)), pur sapendo che nel 1939 erano diciassette milioni "'. Lo storico israeliano Moshe Perlman, un contemporaneo del muftr che viveva a Gerusalemme, concluse che le cifre usa te in quell'occasione tradivano le reali conoscenze del muftr: Perché «undici milionh)? All'epoca nessuno fuori dalla Germania conosceva le proporzioni dello sterminio ebraico. Si sapeva che prima della guerra la popolazione ebraica ammontava a quasi
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diciassette milioni. La cifra pronunciata dall'ex muftrall'epoca fu considerata un lapsus UngI/ne, o un errore nel testo. Ma ora i fatti sono noti. Non fu un errore di aritmetica. l:fag ' ArnIn era a conoscenza allora di ciò che solo Hitler, Himmler e Eichmann sapevano: che oltre cinque milioni di ebrei erano stati liquidati. "
Hag 'An/m al-Hllsaynr, Heinrich Himmler e le Waffell-SS nwsulmane Nel 1943 Heinrich Himmler incaricò J:Iag ,AmIn alJ:IusaynI di reclutare sold ati musulmani per le forze speciali destinate ai Balcani sotto l'occupazione nazista, al Nord Africa e al Medio Oriente. In Europa furono così arruolati quasi centomila musulmani che combatterono per la Germania nelle divisioni delle Waffen-SS durante la seconda guerra mondiale, un fatto storico incredibile ma spesso dimenticato 66• Raggiunti i Balcani nell'aprile 1943 per partecipare a lle operazioni di reclutamento - in particolare di una divisione interamente composta da volontari musulmani bosniaci 61 - il mufti organizzò le due divisioni musulmanonaziste più tristemente note delle Waffen-SS 68 in Bosnia e in Croazia (diventata uno Stato separato dopo che i tedeschi avevano conquistato la Iugoslavia 69). AI-J:IusaynT aveva accolto con entusiasmo la proposta di aiutare Himmler e i suoi vice nelle SS a organizzare la divisione Handschar delle Waffen-SS bosniache, la quale avrebbe contribuito in maniera significativa a llo sforzo bellico tedesco e avrebbe avuto un ruolo fondamentale nello sterminio pianificato degli ebrei di Bosnia. Ecco come si espresse in un discorso del marzo 1943, appena poche settimane prima di partire per Sarajevo:
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Il cuore di tutti i mus ulmani oggi deve essere vicino ai nostri fratelli di Bosnia, costretti a subire un tragico destino. Essi sono perseguitati dai banditi serbi e comunisti, appoggiati dall'loghilterra e dall'Unione Sovietica. {... I Vengono uccisi, i loro averi rubati e i loro villaggi bruciati. L' Inghilterra e i suoi alleati hanno una enorme responsabilità davanti aUa storia per il maltrattamento e l'uccisione dei rnusulmani europei, esattamente come hanno fatto nelle terre arabe e in India. 1II
Al suo arrivo a Sarajevo, il muftf fu accolto da foUe acclamanti e incontrò i leader musulmani bosniaci, con i quali esortò i musulmani ad arruolarsi nelle Waffen-SS. l leader reli-
giosi fecero pressioni sui membri delle rispettive comunità, sollecitando i fedeli che venivano a pregare nelle moschee della città a offrirsi volontari per l'arruolamento nella progettata divisione musulmana delle Waffen-SS 71 • Al-l:Iusaynr in persona visitò tutte le moschee di Sarajevo e passò in rassegna le truppe delle Waffen-SS musulmane che egli contribuì ad arruolare in Bosnia nel 1943 e nel 1944. Numerose fotografie che lo ritraggono intento a ispezionare le truppe apparvero nel «Berliner lliustrierte Zeitung», così come in altre pubblicazioni e nei cinegiomali tedeschi Il 12 gennaio 1944 12 una di queste fu pubblicata sulla copertina della popolare rivista nazista «Wiener lliustrierte» e successivamente ristampata in diverse occasioni come prova del1a sua collaborazione con l'Asse 73. Nel giugno 1948 Kermit Roosevelt, il nipote del presidente Theodore Roosevelt, avrebbe intervistato il mufti al Cairo e scritto riguardo i programmi radiofonici trasmessi da Berlino durante la guerra: «Questa fotografia e la registrazione delle trasmissioni sono la prova effettiva di una collaborazione>'74. Carismatico e appassionato come sempre, il mufti ebbe un successo innegabile nelle iniziative di reclutamento. Nel
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sermone che pronunciò nella moschea più grande di Sarajevo, commosse il pubblico fino alle lacrime. Inoltre, per promuovere l'arruolamento e incoraggiare l'uccisione degli ebrei bosniaci, scrisse un libro intitolato L'Is/l1m e gl i ebrei, che durante la guerra fu distribuito alle SS musulmane di Bosnia ~. Con grande soddisfazion e di Himmler, al-t:lusaynr ottenne risultati molto positivi: incoraggia ta e istigata da lui, la famigerata divisione Handschar, che egli stesso aveva arruolato, massacrò il 90% degli ebrei di Bosnia (12.600 su 14.000) 16. In seguito egli arruolò altre unità militari musulmane bosniache destinandole all'Ungheria, dove pure parteciparono al massacro degli ebrei n . Il lavoro del muftf in Bosnia fu elogiato e sostenuto dal suo amico Himmler, il quale a Dresda 'fondò una scuola militare per mullah in cui si addestravano le redute musulmane bosniache 78 . Nel gennaio 1944, durante una visita di tre giorni presso la divisione musulmana Handschar delle Waffen-SS, alt:lusaynf pronunciò un discorso in cui chiariva la base dell'alleanza musulmana con la Germania nazista per forgiare e modellare la quale egli si era tanto adoperato: La divisione dei musulmani bosniaci creata con l'aiuto della Grande Germania è un esempio per i musulmani di tutte le nazioni. Per loro non esiste altra liberazione dall'oppressione imperialistica che la dura lotta per preservare le loro case e la loro fede . Il mondo islamico e la Grande Germania hanno molti interessi comuni, e questi rendono naturale una cooperazione. Il Reich combatte contro gli stessi nemici che hanno derubato i musulmani dei loro paesi e soffocato la loro fede in Asia, Africa ed Europa. ( ... 1 L'amicizia e la collaborazione tra i due popoli devono essere edificate su solid e basi. Gli ingredienti necessari in tal senso so-
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no interessi spirituali e materiali comuni nonché lo stesso ideale. Il rapporto tra rnusulmani e tedeschi si fonda su questo. Mai nella sua storia la Germania ha attaccato una nazione musulmana . Essa combatte l'ebraismo mondiale, il nemico principale dell' lslam, e combatte anche contro l'lnghilterra e i suoi alleati,
che hanno perseguitato milioni di musulmani, così come contro il bolscevismo, sotto il cui giogo si trovano quaranta milioni di musulmani e che minaccia la fede islamica in altri paesi. Uno
qualsiasi di questi argomenti sarebbe una base sufficiente per un rapporto amichevole tra i due popoli. (... 11I nemico del mio nemico è mio amico. 7'1
Reclutando le Waffen-SS bosniache, al-I:fusaynr ebbe un ruolo importante nello sterminio hitleriano degli ebrei d 'Europa . Tuttavia, non fu il suo unico contributo diretto aUa S0luzione Finale. Egli trovò altri modi per sostenere attivamente l'Olocausto. Uno di questi fu impedire il riscatto di prigionieri che avrebbe potuto facilitare l'ulteriore immigrazione di ebrei europei in Palestina. All'inizio del 1946 il giornalista americano Edgar Ansel Mowrer, scrivendo per il «New York PoSh), avrebbe documentato una proposta che il governo britannico aveva fatto nella primavera del 1943 per consentire l'ingresso in Palestina di quattromila rifugiati ebrei (bambini provenienti da Ungheria, Romania, Bulgaria e Siovacchia, accompagnati da cinquecento adulti), in cambio del rilascio di ventimila prigionieri di guerra tedeschi. lnizialmente Himmler, Eichmann e altri leader tedeschi furono interessati alla proposta e avviarono le tra ttative con gli inglesi, ma in seguito alle proteste di al-l:Iusaynr si ritirarono lKl• l bambini ebrei furono quindi condotti nei campi di sterminio polacchi. Dopo la guerra il vice di Eichmann, Dieter Wisliceny, testi-
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moniò nella sua dichiarazione giurata al processo di Norim· berga che l'opposiz ione del muftI aveva determinato il falli· mento dei negoziati 81 . Esaminando la corrispondenza uffi· dale tedesca sull'argomento, anche l'insigne studioso del· l'Oloca usto Raul Hilberg concluse che esistevano prove in· controvertibili di un legame tra le proteste del muftr e l'in· terruzione dei negoziati 82 . In numerose altre occasioni il muftr si attivò presso le au· torità del Terzo Reich per impedire agli ebrei di lasciare l'Eu· ropa e dirigersi in Palestina. Arrivò persino a fare pressioni su Hitler in persona per bloccare un piano che consentiva agli ebrei di lasciare l'Ungheria, affermando ancora una vol· ta che si sarebbero stabiliti in Palestina rafforzando un nucr vo centro del potere ebraico mondiale. Nel maggio e nel giugno 1943 inviò lettere ai governi dell ' Asse di Ungheria, Rcr mania, Bulgaria e Italia, in cui chiedeva che revocassero l'au· torizzazione all'emigrazione ebraica e li esortava invece a in· viare i loro ebrei in Polonia 33, dove sa rebbero finiti ad Au· schwitz e in altri campi di sterminio nazisti. In particolare, in quella inviata al Ministro degli Esteri bulgaro il 6 maggio 1943 scrisse: «Sarebbe assai utile impedire agli ebrei di la· sciare il loro paese. (.. .] Tenendolo presente, si eviterebbe il pericolo che si portano dietro. E sarebbe un gesto molto gra· dito al popolo arabo» 84. La lettera all'Italia, invece, in cui la invitava a esercitare la sua influenza su Ungheria, Romania e Bulgaria affinché impedissero l'emigrazione ebraica in Pa· lestina, interferì con i colloqui in atto per il risca tto di alcuni ebrei nella Croazia sotto occupazione italiana 85 . Infine, su ri· chiesta del muftr, Heinrich Himmler vietò l'emigrazione in Palestina agli ebrei provenienti dai territo ri occupati dalla Germania 86.
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Il progetto per lo sterminio degli ebrei di Palestina
AI-I:IusaynI partecipò anche a discussioni di alto livello, con i vertici nazisti, sullo sforzo bellico tedesco in Medio Oriente, e collaborò aUa pianificazione dello sterminio ebraico in Palestina. La Germania nazis ta aveva infatti elabo rato un piano per esportare la Soluzione Finale oltre i confini europei, fin o alla Palestina del Mandato britannico. Formulato nel 1942, quand o la conquista ted esca d el Medio Oriente sembrava perfettamente plausibile, questo piano avrebbe consentito l'uccisione in massa degli ebrei pa lestinesi Q . In accordo con il mufU, i vertici nazisti avevano crea to l'Einsatzgruppe Agypten, una speciale squadra mobile delle 55 che, sotto la supervisione di Adolf Eichrnann, doveva sterminare la comunità ebraica d i Pa lestina. Nell 'estate 1942, prevedendo una vittoria militare tedesca in Medio Oriente, l'Einsatzgruppe Àgypten era rimasta ad Atene in attesa di ordini, pronta a sbarcare in Palestina per liquidare, con l'aiuto dell' Afrika Korps del generale tedesco Erwin Rommet i quasi cinquecentomila ebrei in Terra Santa. Alla guida di questo squadrone della morte c'era l'55 Obersturmbannfuhrer Walther Rauff, uno dei vice più fidati di Eichmann e consigliere di al-f:lusaynr. Secondo la documentazione rinvenuta dagli eserciti alleati alloro ingresso in Germania, alla fine della seconda guerra mondiale, il muftr sollecitò con insistenza Himmler e altri leader nazisti a prendere in considerazione l'eventualità di bombardare Gerusalemme e Tel Aviv, dove si concentrava la stragrande maggioranza degli ebrei di Palestina . Uno di questi documenti, un rapporto segreto del comando dell'aeronautica tedesca da tato 29 ottobre 1943, ri vela va che nei sei mesi precedenti al-f:lusaynr aveva proposto un'offensiva ae-
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rea contro Gerusalemme, con l'obiettivo di distruggere l'Agenzia Ebraica, il governo provv isorio d egli ebrei di Palestina, e contro Tel Aviv, la città con la maggio r d ensità di p opolazione ebraica. In entrambi i casi egli aveva chiesto che g li attacchi fossero sferrati il 2 novembre, anniversario d ella Dichiarazione Balfour l!!l. Contemporaneamente, e ancora una volta per le p ressioni esercitate d a aI-l:iusaynI, il comando d elle fo rze aeree ted esche s tava valutando l'opportunità di attaccare gli obiettivi militari lungo la costa palestinese 89 • L'a ttacco contro Tel Aviv di cui p arla il rapporto avrebbe richiesto la mobilitazione di un maggior numero di truppe ted esche in Med io O riente 'lO . Alla fine il comandante d ella Luftwaffe Hermann Goring respinse la richiesta d el muftl per motiv i pratici, e cioè che non erano disponibili sufficienti fo rze militari aggiuntive che p otessero essere trasferite d all 'Europ a in Palestina per ga rantire il s uccesso d ell 'a ttacc0 9 ' . A quanto sem b ra il m u ftr non aveva smesso di sperare in un'offensiva aerea ted esca contro la Palestina, poiché il 30 marzo 1944 esortò ancora una volta la Luftwa ffe a bombard are g li edifici ebraici d i Gerusalemme e Tel Aviv 92 • Di nuovo Goring rifiutò di accogliere la sua richiesta . Falliti i tentati d i coinvolgere l'aviazione ted esca, alla fine d el 1944 al-l:iusayni organizzò l'invio in Palestina di cinque p aracadutis ti con dieci recipienti contenenti una tossina velenosa d a riversare nella rete id rica di Tel Aviv. Fortunatamente i pa racadutisti furono ca tturati v icino a Gerico prima che p ortassero a termine la lo ro missione. Secondo un rapp orto della po lizia, i d ieci recipienti contenevano abbastanza veleno da uccidere 250.000 persone 9.J.
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Il malleato processo a Norimberga Se fosse stato catturato e imprigionato dagli Alleati alla fine della seconda guerra mondiale, l:fag 'AmIn al-f:lusaynr sarebbe stato certamente processato e condannato per crimini di guerra a Norimberga, come avvenne a molti altri leader del regime nazista di Hitler. Esistono, infatti, abbondanti prove a sostegno dell'accusa secondo cui al-J:iusaynI si macchiò di tali crimini, consigliando e assistendo attivamente il regime nazista nella distruzione sistematica degli ebrei d 'Europa. Nel giugno 1944 il vice di Adolf Eichmann, Dieter Wisliceny, disse al leader ebreo-ungherese Rudolf Kastner di essere convinto che il muftI avesse «avuto un ruolo nella decisione di sterminare gli ebrei d'Europa» " . L'importanza di questo ruolo, sosteneva Wisliceny, «non va trascurata. [ ... ]11 muftr aveva suggerito ripetutamente lo sterminio degli ebrei d'Europa alle varie autorità con cui era in contatto, in particolare Hitler, Ribbentrop e Himmler}} ~. Al processo di Norimberga, Wisliceny, in seguito giustiziato per crimini di guerra, fu ancora più esplicito: «II mufU fu tra gli inizia tori dello sterminio sistematico degli ebrei d'Europa ed è stato collaboratore e consigliere di Eichmann e Himmler nell'esecuzione di questo piano}) 96. La testi.m onianza di Wisliceny fornì prove inconfutabili della colpevolezza del muftL Al-I:fusaynr non tentò mai di nascondere le sue convinzioni naziste o il suo ruolo di sostenitore del genocidio hitleriano nel mondo arabo durante la guerra. n suo coinvolgimento nello sterminio degli ebrei bosniaci, e il desiderio da lui spesso proclamato di sopprimere tutti gli ebrei d'Europa e di Palestina, non possono essere liquidati come semplice
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antisionismo 97• Sarà forse una coincidenza ma la decisione di procedere con l'eliminazione fisica degli ebrei d'Europa seguì di poco il suo arrivo in Germania 91! e fu per lui provvidenziale. In ogni caso, l'infame conferenza di Wannsee, in cui gli alti gerarchi nazisti misero a punto la Soluzione Finale, ebbe luogo appena due mesi dopo il primo incontro tra il muftr e Hitler, i128 novembre 1941 w. Bartley Crum, un osservatore della Commissione d'inchiesta anglo-americana sulla Palestina presente al processo di Norimberga, scrisse nel suo memoriale autobiografico di aver «trascorso qualche tempo a parlare con gli investigatori americani che stavano ricostruendo la cospirazione nazista per conto dell'accusa, basandosi sugli smisurati archivi trovati dagli Alleati» 100 . Il resoconto di Crum prosegue in questo modo: Un ufficiale dell'intelligence dell'esercito, un pomeriggio alle tre, mi fece entrare in una stanza e sedere a un tavolo su cui era appoggiato uno spesso fascicolo di d ocumenti. Aprii il fascicolo e cominciai a leggere. Lo stato di servizio dell'ex muftr era stupefacente. Il fascicolo dimostrava chiaramente che egli aveva raggiunto vette assolute di fa scismo, intrighi antibritannici e antisemitismo, contribuendo ad avviare lo sterminio degli ebrei d'Europa. 101
Le prove che inchiodavano al-l:Iusaynr come criminale di
guerra erano chiare e convincenti, tanto che Gran Bretagna, Francia e Iugoslavia valutarono di chiedere che fosse incriminato davanti al Tribunale di Norimberga. Per motivi diversi ciascun paese, alla fine, avrebbe deciso di non muovere accuse contro il muftl. Da parte sua, il nuovo governo britannico di Clement Attlee temeva di aumentare ulteriormen-
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te l'ostilità araba nei confronti d ella Gran Bretagna alle prese con i postumi della seconda guerra mond iale. L'ultima cosa d i cui aveva bisogno era un'a ltra sommossa tra gli arabi
di Palestina, che continuavano a venerare il muftr, o altrove nel Medio Oriente islamico dove il governo britannico man-
teneva ancora una presenza coloniale. Inoltre, gli inglesi non avevano alcun d esiderio d i p rovoca re l' ira musulman a in India, allora sul punto di ottenere l'indipendenza, e così non fecero nulla per assicurarsi l'estradizione d el muftI e portarlo a Norimherga. Molti parlamentari britannici, indignati di fronte alle prove che dimostravano il ruolo di al-l:fusaynI nell' istiga re e incoraggiare il piano nazista di sterminare gli
ebrei d 'Europa, chiesero comunque che il governo si adoperasse per farlo estradare e processare per crimini di guerra UI! . Tutta via, il governo britannico adottò la posizione secondo cui il muftr «non era un criminale di guerra in senso stretto», poiché non aveva prestato servizio nelle forze armate né aveva la nazionalità di un paese nemico all'epoca della sua collaborazione con la Germania l
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cesi del Nord Afri ca e del Medio Oriente. Come l'Inghilterra, la Francia concluse quindi che il mufU non aveva commesso crimini che potessero dar luogo a estradizione in base a quanto disposto d al citato tra ttato anglo-francese. Allo stesso modo neanche il governo del maresciallo Tito, nella Iugoslavia del dopoguerra, chiese che al-f:lusaynI fosse estradato e processa to per crimini d i guerra a Norimberga, nonostante le prove schiaccianti della sua collaborazione con i nazisti, del suo ruolo nell 'assassinio di migliaia di croa ti e serbi bosniaci, e della sua attività di reclutamento e addestramento della divisione musulmano-bosniaca delle Waffen-SS, che aveva contribuito fattivamente allo stermiruo del 90% degli ebrei di Bosnia. Tito comprese che, se voleva creare una nazione iugoslava unita, i musulmani d i Bosnia molti dei quali, durante la guerra, avevano comba ttuto sotto il muftr nella d ivisione Handschar delle Waffen-SS bosniache, e costituivano una porzione non trascurabile dei sostenitori del MaresciaUo - non dovevano avere alcun pretesto per opporre resistenza ai suoi piani. Egli sapeva che la comunità musulmano-bosniaca aveva conservato una fedeltà assoluta nei confronti del mufu, anche dopo la sconfitta della Germarua nazista . Perciò, sebbene per l'opinione generale l:fag' Amln al-f:lusaynI fosse responsabile d i crimini di guerra, la convergenza di queste realtà politiche nel periodo postbellico impedì di assicurarlo alla giustizia. Il muftI rispondeva a rutti e qua ttro i criteri necessari per l'imputazione e la condanna al processo d i Norimberga contro i criminali di guerra, vale a d ire complotto ord ito per sostenere una guerra d 'aggressione, crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini contro l'umanità. Possiamo solo deplorare che egli sia sfu ggito al giudizio del Tribunale. Come abbiamo documentato, vi sono prove storiche convincenti e
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irrefutabili a sostegno della conclusione avanzata da «The Nation», un importante giornale d'opinione americano dell'epoca, che in un editoriale del 1947 scrisse che il muftr «era un criminale di guerra secondo tutti i criteri stabiliti a No-
rimberga» 105 . Dopo aver esaminato tutte le prove disponibili, questa è anche la nostra conclusione.
LA fuga del muftr dalla Germania dopo la seconda guerra mondiale All'inizio del 1945 il muftr si rese conto che la vittoria alleata sulla Germania di Hitler era solo una questione di tempo: era nell'aria e ormai minacciosamente vicina. Per evitare di essere catturato dagli eserciti alleati che avanzavano, stavolta era deciso ad abbandonare la nave prima che affondasse. Hag 'Amln al-l:Iusaynr fu uno dei grandi artisti della fuga del XX secolo. In passato, le autorità erano state sul punto di arrestarlo più di una volta, ma egli si era mantenu~ to sempre un passo avanti. Mentre la Germania nazista crol~ lava, si preparò alla sua fuga più ardita quasi fosse stato l'Houdini di Hitler 106 • Grazie all'intervento di alcuni amici nelle 55, un aereo commerciale tedesco ricevette l'ordine di rimanere in attesa, a Berlino, pronto per il decollo. Molti pen~ sarono che il mufti avrebbe cercato rifugio alla Mecca, la città santa dei musulmani, dove sarebbe stato al sicuro contro l'e~ stradizione e l'imputazione a Norimberga, sebbene )' Arabia 5audita fosse ufficialmente in guerra contro le potenze del~ l'Asse. Infatti, secondo la legge del Corano, una volta alla Mecca non sa rebbe stato più possibile rifiutargli l'asilo. Tut~ tavia, Hag 'Amln al~HusaynI si rifugiò altrove. Al momento dell 'imbarco, 1'8 maggio 1945, il giorno do~ po la resa della Germania agli Alleati, la destinazione fomi~
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ta al pilota fu la vicina e neutrale Svizzera. A Berna, però, il muftI non fu accolto a braccia aperte come si era aspettato. Prevedendo che sa rebbe sta to accusa to di crimini di guerra, le autorità elvetiche gli negarono l'asilo politico e così all:IusaynI proseguì presto per la Francia, dove avrebbe trascorso l'anno successivo comodamente alloggiato in una grande villa a Rambouillet, nei sobborghi di Parigi. L'esecutivo del nuovo premier francese Georges Bidault, i cui membri erano in gran parte ancora legati al governo filonazista di Vichy, non aveva alcuna fretta di accordare la sua estradizione. Nemmeno il generale Charles de Gaulle, che aveva guidato la Francia Libera contro la Germania, voleva l'imprigionamento o l'estradizione del muftr 107• Anziché in prigione, al-l:Iusaynr e il suo entourage furono autorizzati a soggiornare nella villa sotto la discreta sorveglianza della polizia, vivendo nel lusso. Solo alla fin e della primavera 1946, quando la sua attività durante la guerra fu oggetto di nuova attenzione dopo le ri velazioni nel processo di Norimberga e una serie di articoli di approfondimento pubblicati dal giornalista Edgar A. Mowrer sul «New York Posh> 108, al-l:IusaynI fu informato dal governo francese che era ora di lasciare il paese. A quel punto fuggì da Parigi raggiungendo in aereo Il Cairo, dove ricevette asilo politico e fu accolto come un eroe dal suo amico e alleato, re Fanlq d ' Egitto.
Bernard Lewis, TI/e Crisis ollslam: Holy War alld Unho/y Terror, Random House, New Yo rk 2004, pp. 59-60 (ed. it. La crisi dell'fs/am. t...c radici dell'odio verso l'Occidente, Mondadori, Milano 20(4). ' ...The Ne\\' York lìmes», 30 gennaio 1937; la citazione è riportata anche in Joseph B. Schechtman, T//C MI/fti alld II/e FIII/rer: Thc Rise alld Full 01 HajAmi" eI- HlIsseini, Thomas Yoseloff, Ne\\' York 1965, pp. 76-77. l
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tato anche in ·Schechtman, The MI/fii mIri the FW"er ciI., p. 84. Lukasz Hi rszowicz, Tlre Third Reicl/ a/ld the Arab East, University of Taron to Press, To ronto 1966, p . 109. 1) Ivi. " C huck Morse, The Nazi COlIIlCctioll to Islamic Terrorism: Adolf Hitler a/ld Haj Amin al-HI/sseilli, iUniverse, Uncoln (NE) 2003, p. sI. " Saul S. Friedman, A History o/ /he Holocal/st, Valentine Mitchell, London 2004, p. 337. '" Kenneth R. Timmerma n, The Dea/h w bby: How tlle West Armed Iraq, Houghto n Mifflin , Boston 1991 , p. 1. " Morse, Tlle Nazi CDllllectioll lo Is/all1ic Terrorism cit., p. 54. II Martin Gilber!, T/le CllI/rel,ill War Papers, voI. III (1941: Tlre Ever-Widellil/g War), William Heinemann, London 2000, p. 11 53. 11
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Ivi. " II ruolo di Himmler quale principale architetto della soluzione fin ale è Il
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impossibile ca lcolare la vastità delle conseguenze degli sforzi di f:iag 'Arnrn per prevenire l' uscita degli ebrei dai paesi sotto l'occupazione nazista, né il numero di coloro il cui sa lvataggio fu impedito e che conseguen temente perirono nell'Olocausto», Elpeleg, T/w Grmrd Mufii cit., p. 72. "" Bartley C. Crum, Belrilld lire Sillrell CI/rtain, Simon & Schus ter, New York 1947, p. 109. ,o' /vi, pp. 109-110. ~ Schech tman, Tlre Mr/fti mrd tlre Fullrer ciI., pp. 170-172; Cooper, Forgotten Palestùriall cit., p. 30. ,'" Dichiarazione di Hector McNeil, viceministro degli esteri nel governo Attlee, citato in Schechtman, Tlle Mufii alld flre Fulrrer cit., p. 172 e in Cooper, Forgottell Paleslilliall ciI. ,(No Schechtman, Tlle Mufii mrd lire Fulrrer ciI.; Cooper, Forgotte,r Pa/estilliall ciI. ,(e Palestine (editoriale), «The Na tion», n. 16, 18 ottobre 1947, p. 399. '(No Il termine «Houdini di Hitler» è stato coniato da sir Martin Gilbert duran te una conversazione con gli autori, a Was hington, D.C., il 22 marzo 2007. ,<'l' Larry Collins, Dominique Lapierre, O Jerusa/em, Simon & Schus ter, New York 1972, p. 54 (ed. il. Gerusa/emme, Ceri/sa/emme!, Mondadori, Milano 1989). 'OII Cooper, Forgotlell Palestill;all cit., p. 30.
Capitolo 4 li muftr sogna a occhi aperti: e se le Germania avesse conquistato la Palestina e la Gran Bretagna?
Tra il suo arrivo a Parigi, nel maggio 1945, e la fu ga notturna al Cairo, nel maggio dell 'anno successivo, f:{ag 'Amm al-f:lusaynI ebbe tempo e modo di riflettere, libero da impegni, sul suo destino e il suo futuro: durante i pasti luculliani nella sua villa o le numerose passeggia te nel pa rco o in occasione delle frequ enti visite a Parigi, egli non poteva fare a meno di immaginare un diverso sviluppo degli avvenimenti storici. E se l'esercito tedesco avesse trionfa to nella decisiva battaglia di al-' Alamayn in Egitto e avesse poi conquistato la Palestina e il resto del Medio Oriente? E se la Germania avesse vinto la Battaglia d 'Inghilterra e conquistato le Isole Britanniche? E se il governo di Churchill fosse successivamente caduto e, al suo posto, Londra avesse avuto un regime fantoccio filonazista? E se Hitler avesse vinto la guerra? Mentre si preparava a lascia re l'Europa per tornare a casa nel Medio Oriente arabo, il muftr immaginò uno scenario controfattuale che avrebbe potuto benissimo realizzarsi 1. Nella primavera 1941, mentre Hitler pianificava l'invasione dell 'Unione Sovietica, la Germania nazista sembrava veramente sul punto di dominare il mondo. Gli eserci ti di Hitler avevano accumulato ((uno stupefacente trionfo dopo l'altro))2. La Danimarca era stata sconfitta in tre ore, il Lus-
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semburgo in un giorno, la Norvegia in due mesi, e i Paesi Bassi, il Belgio e la Francia in sei settimane ). Tutta l' Europa, eccetto Svezia e Svizzera che erano neutrali, era nelle mani di amici e a lleati di Hitler: dittatori o monarchi che governavano ,'Italia fascista, la Francia di Vichy, la Spagna di Franco, il Portogallo, i Paesi balcanici, la Finlandia e l'Unione Sovietica ~. Alla fin e d el giugno 1940, «Hitler era padrone d ell' intero continente eu ropeo a eccezione d ella Russia)) 5, Nondimeno, gli storici militari concordano sul fatto che l'invasione e la distruzione dell'Unione Sovietica, per quanto inverosimili, erano diventate «un 'ossessione strategica»), «il progetto ideologico e strategico più vicino al cuore di Hitler,, 6. Al-l:fusayni" provò a immaginare cosa sarebbe potuto succedere se, tra la primavera e l'estate del 1941, Hitler avesse rimandato di un anno l'invasione dell 'Uni one Sovietica e, invece, avesse affidato il grosso del suo esercito e della forza aerea al comando del generale Erwin Rommel, che avrebbe quindi po tuto lanciare una campagna di conquista vittoriosa in tutto il Medio Oriente. Hitler, come Napoleone Bonaparte, «pensava sul serio a una campagna attraverso il Vicino Oriente, seguend o le tracce di un altro conquistatore, Alessandro M agno~~ 7. Avendo a disposizione quelle forze, Rommel avrebbe potuto fare quello che era riuscito ad Alessandro ma non a Napoleone: conquistare il Medio Oriente e condurre il suo esercito vittorioso fino in lndia B• Lì si sarebbe unito ai giapponesi. Europa, Asia, Afri ca e Medio Oriente avrebbero po tuto benissimo finire in mano alle vittoriose potenze dell'Asse. I futuri storici - rifletteva il muftI - avrebbero p robabilmente concordato che l'unico motivo per cui questo scenario non si rea lizzò fu un madornale errore di Hitler, ovvero la decisione d i tradire e invadere l'Unione Sovietica, fino a quel momento sua alleata 9.
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Se Hitler avesse rimanda to l'Operaz ione Barbarossa e inviato le sue trup pe in Egitto anziché in Russia, la guerra avrebbe po tuto prendere una direzione completamente diversa . E se ... ? Sed uto in poltrona, nel portico d ella sua villa alla perife ria di Parigi, il m uftI immaginava a occhi chiusi cosa sarebbe po tuto accadere. Sin d all'inizio d ella seconda guerra mondiale, Hitler aveva avuto in programm a d i conquistare il Nord Africa e il Medio O riente. Q uando l'Italia alleata d ella Germania dichiarò guerra alla G ran Bretagna, il 10 giugno 1940, il suo obiettivo era cacciare g li ing lesi d all 'Egitto. Tuttavia, nonostante la loro superiorità numerica, gli ita liani furono rapidamente sconfitti dagli inglesi e costretti a ritirarsi in Libia, allora sotto il loro d ominio d i Roma. Temendo una disfatta totale d a parte italiana, Hitler inviò truppe corazza te sotto il comando di Rommel perché riprendessero l'iniziativa in Nord Africa. Rommel, che si era già conquista to la gloria per il suo genio tattico nelle battaglie per la conquista d i Polonia e Francia e che in seguito sarebbe diventato celebre per la sua campagna militare nel d eserto, arrivò in Nord Afri ca nel febb raio d el 1941. Nel giro d i un mese, il suo Afrika Korps aveva messo in fuga gli inglesi. All' inizio d el 1942, l'esercito di Rommel entrava in Egitto fermandosi a breve distanza dal Cairo e dal Canale di Suez !O. Per tutta l'estate d el 1942, l'Afrika Korps tedesco e l'VITI Armata britannica si fronteggiarono in attacchi e contrattacchi su diversi fronti di ba ttaglia egiziani. Il 21 giugno l'esercito di Ro mmel conquistò l'importante porto d i Tobruk, fino a quel momento in mano agli ing lesi, catturando trentacinquemila prigionieri. Q uella sconfitta ((per la G ran Bretagna fu il più grande disastro della guerra, secondo solo alla ca ttu ra d i Singapore d a parte dei giapponesi». Hitler rimase così colpi-
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to ch e p rom osse Rommel al grad o di feldm aresciallo 11 . In settembre, nella speranza di rip rendere l'iniziativa, il primo minis tro Wins ton Churchill assegnò il comando dell'VIn Armata a uno dei migliori generali inglesi, Bemard L. Montgom eTy. Tuttavia, in breve tem po s i disilluse. Infatti, anche se Montgomery riuscì a m otivare i suoi soldati e a ricostruire
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sercito indebolito e demoralizzato Il, né lui né le sue truppe furono in grado di competere con la superiorità dell 'esercito tedesco sotto il com ando di Rommet la b rillante «volpe d el d eserto», La decisione fortuita di Hitler d i posticipare l'imiasione d ell 'URSS e trasferire il grosso delle sue fo rze armate a sostegno di Rommet in Egitto, si rivelò fondamentale per la vitto ria ted esca ad al·' Alamayn e, in seguito, in tutto il Medio O riente. Grazie ai m assicci rinforzi, nell'ottob re 1942 l'Afrika Korps di Rommel contava oltre quattrocentomila uomini e duemila carri armati - il d oppio rispetto agli uomini e ai mez· zi di cui d isponeva Montgom ery. Alle 9.30 d el 23 ottobre 1942, l'VIll Arma ta britannica sferrò il su o attacco contro le d ifese tedesche a s ud di al-' Alamayn 13 . Due giorni dopo scattò una im portate controffensiva. Nel giro di d ue settimane la vittoria ted esca ad aI-'Alam ayn fu com p leta : le p erdi te inglesi am montavano a p iù di ventimila m orti e trentamila prigionieri, mentre quasi tutti i carri armati e l'artiglieria furono distrutti o catturati 14 . Con il s uo trion fo ad al·' Alam ayn, uno degli scontri milita ri decisiv i della second a gu erra m on d iale, il celebre com a ndante ted esco Erw in Romm el aveva ribaltato l'andam ento della guerra nord africana, spianando la strada all'egemonia m ilitare ted esca in tutto il Nord Africa e il Medio O riente. Vinta quella battag lia, la via d el Ca iro era ap erta. La Germania o rmai occu pava l' Egitto, con trolland o il Canale di Suez a d u e p assi dai giacim enti petroliferi m ediorientah . Co-
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me osservò un ufficiale tedesco dopo il trionfo nazista: (( Immaginate, se non avessimo avuto quel petrolio, avremmo perso il Medio Oriente e, con esso, la guerra!}}. Hitler esultò alla notiz ia della vittoria di Rommel, e si affrettò a condividerla con il comand ante della Luftwaffe Hermann Goring e con il ministro degli esteri Ribbentrop. Insieme brindarono al successo di Ro mmel e a l futuro nazista . Era dai tempi della resa fran cese, nel giugno 1940, che il Fiihrer e i suoi Reicllmillisters non assaporavano un simile trionfo. Come lamentò in seguito Winston Churchill: (( Prima di al-' Alamayn non avevamo ma i avuto una sconfitta. Poi non abbiamo mai avuto una vittoria}}1'. Gli inglesi abbandonarono in fretta l'Egitto. Quando le forze tedesche occuparono il Canale di Suez, la più importante linea di comunicazione e rifornimento dell'Impero britannico finì nelle mani di Hitler. Nelle settimane successive, l'Afrika Korps di Rommel attraversò il deserto del Sinai ed entrò in Palestina, dove in rapid a successione si assicurò una vittoria dopo l'altra contro gli inglesi. Nonostante l'aiuto dell 'Hagan ah, la briga ta di difesa ebraica in Palestina recentemente armata, l'esercito britannico in fuga non fu in g rado di riprendere l' iniziativa contro l'assalto furi oso di Rommel. L'B novembre 1942 Rommel marciò lungo la costa palestinese e conquistò le città gemelle di Tei Aviv e Giaffa 16. Ispirati dai programmi radiofonici che il muftr trasmetteva da Berlino, gli a rabi di Giaffa accolsero i tedeschi con gioia, danzando per le strade. Una volta assicurata la conquista di Gia ffa e Tel Aviv, Ro mmel marciò verso Gerusalemme, entrand o nella Città Santa il 20 novembre 17. Durante questi fatti di grande rilievo, il muftr aveva viaggiato da Berlino a Gerusalemme, raggiungendo la sua città natale lo stesso giorno dell'esercito di Rommel. A ciascuna
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tappa - Giaffa, Hebron, Haifa, Tel Aviv e Gerusalemme - egli invocò la gilu7d, istigò e mobilitò i suoi compatrioti arabi a in· sorgere contro gli ebrei e ad aiutare l'esercito di invasione tedesco a sconfiggere gli inglesi e liberare la Palestina. Citando I protocolli dei sau; di Sioll e il Corano, il muftr ricordò al suo popolo che uccidere gli ebrei e liberare Gerusalemme dai sionisti equivaleva a compiere l'opera di Allah. Dalla Moschea di al-' Aq~a, egli invocò lo sterminio della comunità ebraica di Palestina. «Uccidete gli ebrei ovunque li troviate}), proclamò esortando i fedeli, «questo è gradito a Dio, alla storia e alla religione» 18. Insorti ovunque, gli arabi di Gerusalemme seguirono il consiglio appassionato del muftr, uccidendo migliaia di ebrei e distruggendo gran parte delle abitazioni e dei negozi nella Gerusalemme ebraica. Come alf:lusaynr avrebbe in seguito confidato a Rommel, ((con il suo aiuto e quello di Allah, la Palestina come la Germania sarà presto flldenrein (senza ebrei),). La ritirata inglese dalla Palestina finì sulle prime pagine dei giornali. Le fotografie delle truppe britanniche che si imbarcavano nel porto di Haifa ricordavano le immagini e i cinegiornali di Dunkerque, dove la Germania aveva ottenuto una vittoria clamorosa. Ma stavolta non seguì un'altra battaglia. Nel giro di poche settimane, il Medio Oriente arabo era caduto in mano ali' Asse mentre le forze di Rommel avanzavano dal Cairo a Damasco, Baghdad e Gerusalemme, stabilendo ovunque l'egemonia nazista . Dopo la vittoria di al-' Alamayn, l'Afrika Korps di Rommel, spalleggiato da unità d ella XX Armata tedesca, aveva sconfitto in più battaglie i resti dell'VUI Armata britannica in ritirata, prima di invadere la Palestina. Dopo aver rapidamente sconfitto gli inglesi ad Aleppo, nel Nord della Siria, catturò Damasco con facilità. Una dopo l'altra, le più importanti città siriane
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della Francia Libera si arresero all'esercito d 'invasione tedesco. Conquistata la Siria, le forze di Rommel entrarono in Iraq inseguendo gli inglesi prima fin o a Mosul e poi verso Baghd ad 19. Quando l'Afrika Korps di Ro mmel raggiunse la Palestina, Egitto, Siria e Iraq erano già sa ldamente sotto il controllo tedesco. Poco dopo la vittoria di Rommel ad al-' Alamayn, l'Alto Commissario britannico della Palestina, resosi contro che l'avanzata tedesca era inarrestabile e che l'esercito del Reich avrebbe presto occupato Gerusalemme, elaborò un piano per fuggire prima che a rrivasse il nemico. 11 26 ottobre riuscì a lasciare la Città Santa, ritenendosi forhmato per esserne uscito vivo. Imba rcatosi su un piccolo aereo pilotato da un ufficiale della Royal Air Force sotto il suo comando, raggiunse quindi il porto di Haifa e di lì, a mezzanotte, intraprese il pericoloso viaggio di rito rno in Gran Bretagna a bordo di una nave da guerra. Nei giorni successivi, il resto dei funzi onari inglesi del Mandato e del quartier generale dell'esercito lasciarono le loro abitazioni e gli uffici presso l'Hòtel King David, e abbandonarono la città. Mentre il loro convoglio si allontanava, la bandiera britannica che sventolava sull'albergo fu ammainata w. Il 2 novembre 1942 gli ultimi soldati e funzi onari del governo britannico si imbarca rono nel porto di Haifa. Esa ttamente venticinque anni d opo la Dichiarazione Balfo ur, il Mand ato britannico e la sua promessa di una patria ebraica cessarono d i esistere. Il destino degli ebrei d i Palestina si decise quando le truppe tedesche entrarono in Gerusalemme, alla fin e del novembre 1942, e la bandiera con la croce uncina ta fu issata sulla colonia tedesca della ci ttà. Nonosta nte la resistenza opposta daU'Haganah, il braccio m ilitare dell' Agenzia Ebraica, tutto
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finì nel giro di poche settimane. Quel che rimaneva dei combattenti is raeliti si ritirò sulla vetta di Masada, deciso a replicare l'eroica resistenza ebraica del 70 d.C. contro l'Impero Romano. Per un amaro scherzo della storia, nel dicembre 1942, l'ultimo tentativo degli ebrei palestinesi di respingere i soldati tedeschi si risolse con ,'avanzata di questi ultimi lungo la stessa rampa che i Romani avevano utilizzato per di-
struggere la roccaforte ebraica di Masada diciannove secoli prima. Questo episodio segnò la fine di qualsiasi resistenza ebraica contro l'occupazione tedesca della Palestina. La Germania di Hitler aveva programmato a lungo di esportare lo s terminio degli ebrei oltre i confini dell'Europa, nella Palestina sotto il controllo britannico. Nel 1942 i vertici nazisti avevano creato l'Einsatzgruppe Àgypten, una speciale squadra della morte delle 55, sotto la supervisione di Adolf Eichmann, che doveva uccidere in massa gli ebrei di Palestina con metodi simili a quelli usati per la Soluzione Finale nei campi di sterminio nazisti dell'Europa orientale. L'anno successivo l'Einsa tzgruppe era pronto a partire per la Palestina e ad avviare il massacro di quasi mezzo milione di ebrei palestinesi, di cui oltre cinquantamila erano fuggiti dall'Europa per scampare ad Auschwitz, Birkenau e altri lager 21 • Ancor prima di al-'Alamayn, nell'estate 1942, l'Einsa tzgruppe Àgypten era rimasto in attesa di ordini ad Atene, pronto a sbarcare in Palestina aggregato all' Afrika Korps del generale Rommel. 5imile agli squadroni della morte che operarono in tutta l'Europa orientale durante la seconda guerra mondiale, questo Einsatzgruppe era guidato daU'5S Obersturmbannfiihrer Walther Rauff 22, uno degli assistenti più fidati di Eichmann. Il 16 novembre Rauff ordinò di radunare gli ebrei per rinchiuderli in una zona sigillata di Tel Aviv, operazione che fu
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conclusa in tempi rapidi. (Gli storici avrebbero in seguito riferito che quell 'ordine fu messo in atto esattamente undici mesi prima della retata ai danni degli ebrei di Roma, 1007 dei qua li furono mandati a morire ad Auschwitz.) li rastrellamento fu a ffidato al fedele amico del mufti, Adolf Eichmann, che lo esegtù con g rande effi cienza, essendo ben preparato per un simile incarico. I primi ca mpi di sterminio di Tel Aviv, modellati su quelli di Auschwitz e Birkenau, divennero operativi poco dopo l'a rrivo di Eichmann. Sotto la direzione di quest'ultimo e di Rauff, e con il prezioso aiuto del mufU, le SS dell 'Einsatzgruppe assoldarono centinaia di collaboratori arabi palestinesi a ffinché «l'eccidio continuasse senza interruzioni sotto la leadership tedesca »D. Come testimoniò in seguito Eichmann, il suo amico al-l:IusaynI fu un valido aiuto nel reclutare i collaboratori arabi palestinesi, i quali erano lieti di facilitare il lavoro dello squadrone della morte nazista e, in questo modo, permettere l'attuazione della giJII1d contro gli ebrei palestinesi a lungo promessa dal mufu. In tre mesi hltti i 450.000 ebrei palestinesi furono sterminati . In Palestina, come in g ran parte dell'Europa, la Soluzione Finale era stata attuata con grande effi cienza e successo. All'inizio del marzo 1944, parlando nella Moschea di al'Aq$a, il mufti annunciò con gioia che la Palestina era «] Ildeflrein, adesso e per sempre». Alcuni giorni dopo, d urante una cena al King David, l'albergo di Gerusalemme appartenuto in precedenza agli ebrei e sca mpato alla distruzione, Adolf Eichmann e l:I ag 'Am ln al-l:IusaynI si rallegrarono di aver attuato insieme la Soluzione Finale del prob lema ebra ico, prima in Europa e o ra in Palestina. «Questo è solo !'inizio», Eichmann pro mise all'am ico al-l:Iusayni. «Nel nostro Reich millenario presto non ci sa ralUlO ebrei in alcun luogo».
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LI mese successivo Hitler volò di persona a Gerusalemme e nominò presidente d el neo-protettorato ted esco d i Palestina p roprio il muftr, suo amico, alleato e collaboratore nella Soluzione Finale. «Come avevo promesso in occasione del nostro storico incontro nel novembre 194h>, disse Hitler ad al-I:fusaynr, «Gerusa lemme e tutta la Pa lestina sono ora vostre». Il muftr esultò: ad esso era lui il fiihrer designa to d a Hitler per la Palestina e per tutto il Medio Oriente arabo. Il Supremo Comitato Arabo fu subito sciolto e sostituito con il nuovo Governo arabo per l'intera Palestina. Il muftr fu proclamato presidente di uno Stato palestinese libero e indipendente, che doveva rendere conto solo al Fiihrer. Nella cerimonia di insediamento a Gerusalemme, presenziata dai suoi amici intimi Heinrich Himmler e Adolf Eichmann, all:IusaynI espresse pubblicamente la sua profonda riconoscenza e lea ltà nei confronti del Terzo Reich e promise solennemente il suo pieno appoggio a Hitler fino al raggiungimento di una completa vittoria. Dopo i successi militari di Rommel e il trionfo di Hitler in Medio Oriente, l'antico califfato islamico abolito vent'anni prima dalla Turchia fu ripristinato con l:Iag ,Amin all:Iusaynr al suo vertice. Il venerdì dopo il suo insediamento, il primo presidente del nuovo Stato palestinese al-l:IusaynI presenziò aUe preghiere nella Moschea di al-' Aq~a, dove fu annuncia ta ufficialmente la restaurazione del califfato islamico. Quella sera Eichmann e Himmler parteciparono al ricevimento in cui al-l:Iusaynr fu pubblica mente designato e acclama to califfo del Medio Oriente musulmano, il sovrano ind iscusso e assoluto di un nuovo impero panislamico che comprendeva tutte le più importanti città dell' lslam, tra cui II Cairo, Teheran, Beirut, Damasco, Baghdad e Gerusalemme. La cena si tenne al King David, fino a poco tempo prima
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quartier generale dell' Alto Commissario britannico e del suo odiato governo, un'ambientazione che forse non aveva solo un significato simbolico. Il Mandato britannico non esisteva più. Come Eichmann e HimmJer commentarono orgogliosamente quella sera, il loro devoto amico e alleato, e fedele assistente di Hitler, I:lag 'Amln al-t(usaynf, che si era tanto adoperato per rendere la Palestina fudellreitl ed esportare la Soluzione Finale oltre i confini dell'Europa, era ora il vero fìihrer del mondo arabo. A distanza di pochi mesi dalla sua nomina a califfo e dal definitivo allontanamento degli inglesi dalla Palestina, alt(usaynJ ebbe altre buone notizie da festeggiare. Negli anni il suo odio per gli inglesi non aveva conosciuto limiti. L'umiliante sconfitta che Rommel aveva inflitto alla Gran Bretagna in tutto il Med io Oriente e la fine del detestato Mandato britannico erano state per lui una grandissima soddisfazione; tuttavia, il muftr attendeva con ansia la fine del governo Churchill e la sconfitta definitiva di Albione per mano della Germania e degli alleati dell 'Asse. A metà aprile del 1944, alI:lusaynf apprese con entusiasmo che la vittoria militare tedesca sulla Gran Bretagna era finalmente completa. La Battaglia d'Inghilterra era stata vinta. Re Giorgio VI era stato costretto ad abdicare in favore del fratello maggiore, il filonazista Duca di Windsor che aveva regnato prima di lui con il nome di Edoardo VIII e che Hitler aveva spesso ospitato a Berchtesgaden. Sir Oswald Mosley, leader carismatico dell'antisemita British Union of Fascists e amico e ammiratore di lunga data del regime hitleriano, fu rilasciato dalla prigione dove Churchill lo aveva rinchiuso nel maggio 1940 e sostituì quest'ultimo in qualità di primo ministro. Ex conservatore che in seguito aveva ottenuto un seggio in Parlamento come laburista e che molti avevano pensato sarebbe di-
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ventate il futuro premier, negli anni '30 Mosley si era gua· dagnato una particolare notorietà con il soprannome di (1iihrer del fascismo britannico}) 2~ . In quel periodo i fascisti suoi seguaci marciarono nell 'East End, il qua rtiere ebraico di Londra, dove attaccarono sinagoghe e abitazioni ebraiche ed esorta rono a sterminare gli ebrei. Il m uftr accolse con altrettanto entusiasmo la notizia che l'uomo scelto da sir Oswald come vice-primo ministro fosse lord Charles Stewart Henry Vane-Tempest-Stewart, settimo marchese di Londonclerry oltre che fid atissimo amico e confidente d el Duca di WindSOf, sia prima sia dopo la sua abdicazione. Cugino d i Win5ton Churchill, ram pollo di una delle più fa coltose famiglie inglesi e pilastro dell 'aristocrazia britannica, lord Londonderry si era anch'egli guadagnato una meritata fama come unico membro del gabinetto britannico che avesse appoggiato apertamente i nazisti e come il «primo apologeta di Hitler in Gran Bretagna ~~ 25. Con la restaurazione del Duca di Windsor sul trono e sir Oswald Mosley e lord Londonderry che governavano la nazione dal numero l Odi Downing Street, la conq uista e la vittoria nazista sulla Gran Bretagna di Churchill erano compiete. Per molto tempo Hitler aveva segretam ente pianificato di invaderla. Uno dei piani previsti in tal senso, e subito messo in atto, era l' «Elenco degli arresti da effettuare in Gran Bretagna», stilato dalla Gestapo, in cui fig urava il nome di Churchill 26• Puntualmente Winston Churchill e i membri del suo governo erano stati arrestati dalla Gestapo il giorno dopo l'ingresso delle truppe tedesche a Lond ra 'll. Insieme a molti suoi ministri, Churchill fu subito messo agli arresti domiciliari in attesa della deportazione ad Auschw itz, dove sarebbero stati giustiziati come criminali di guerra. Nei giorni successivi furono radunate altre fig ure di primo piano del-
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l'establishment britannico - deputati parlamentari, professori,
scienziati, banchieri, ca pitani d'industria e uomini di chiesa, compreso l'arcivescovo di Canterbury - per un totale di oltre duemila persone. Come il premier, in breve tempo furono tutti spediti ad Auschwitz. Dopo la prima settimana di occupazione nazista, le truppe della Gestapo erano presenti ovunque, dal Castello di Windsor all 'Abbazia di Westminster, e avevano crea to basi operative nelle ci ttà di tutta l' Inghilterra. Come quartier generale della polizia politica, i nazisti avevano scelto Blenheim Palace, appena fu ori Oxford, ovvero il luogo di nascita di Churchill costruito all'inizio del '700 dal suo antenato, il primo Duca di Marlborough . Su preciso ordine di Hitler, la Gran Bretagna occupata dai nazisti era stata resa fu detr reilt . Sebbene l'esa tto numero di ebrei britannici che morirono nelle camere a gas dei campi di sterminio costruiti a Manchester, Leeds e Londra non sia mai stato pubblicato, Eichmann - che aveva diretto le esecuzioni con la solita micidiale effi cienza - in seguito si vantò di averne elimina ti oltre centom ila. In ogni caso, molti tra i leader più in vista della comunità ebra ica britannica furono subito mandati ad Auschw itz. Uno dei primi a essere giustiziato in quella città fu il settantaquattrenne sir Herbert Samuel, il politico e statista britannico che, in qualità di primo Alto Commissario della Pa lestina, aveva nomina to nel 1921 alI:fusaynr gran m uftr. L'appello dello stesso S.,muel alla clemenza di al-I:fusaynr risultò vano. Egli morì ad Auschwitz con il figlio Edwin. Nella prima retata degli ebrei d i Londra erano finiti tre importanti membri dei Rothschild, la famosa famiglia di banchieri: James Armand de Rothschild, il noto filantropo e sionista che dal 1929 era stato parlamentare del Partito liberale, e i suoi cugini Anthony Gustav de Rothschild, ca po del1a banca omonima a Londra, e il barone
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Nathaniel Mayee Vietor Rothschild, celebre biologo dell 'Università di Cambridge. In quell 'occasione furono arrestati almeno altri cento membri d ell 'estesa famiglia Rothschild, tutti d estinati alla d eportazione ad Auschwitz o nei nuovi campi di sterminio nazisti di Leeds. Lo stesso vale per Joseph Hertz, l'insigne rabbino-capo d el British Commonwealth, e per Chaim Weizmann, brillante chimico d ell 'Universi tà di Manchester e leader sionista che aveva svolto un ruolo decisivo nel convincere il ministro degli esteri Arthur James BaHour a rilasciare la dichiarazione d el 1917. Se mai fosse esistito uno Stato d 'Israele, come promesso nella Dichiarazione Balfour, si era sempre pensato che Chaim Weizmann sarebbe stato il suo primo presidente. il sabato successivo all'inizio del rastrellamento, anche l'intera congregazione della storica sinagoga Bevis Marks fu arrestata e portata via dalla Gestapo durante il servizio di Shabbat, in attesa di essere spedita alle camere a gas di Leeds o Auschwitz. In quel periodo si trovavano a Londra due importanti ebrei americani, Bemard Baruch, il potente finanziere di Wall Street e fidato consigliere della presidenza USA, indicato da Hitler come «l'ebreo n. }» d'America 23, e il giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti Felix Frankfurter. Entrambi erano stati mandati in missione umanitaria dal presidente Franklin Delano Roosevelt, dietro consiglio della moglie Eleanor, affinché cercassero di salvare la leadership ebraica d 'Inghilterra prima della prevista occupazione tedesca. Tuttavia, nel primo giorno di occupazione il rapido precipitare degli eventi sorprese Baruch e Frankfurter ancora nella capitale inglese, intrappolati nel caos dell 'invasione nazista: sfortunatamente non riuscirono più a fu ggire. Entrambi furono arrestati da agenti della Gestapo mentre cercavano di fermare un taxi vicino al Ministero degli Esteri britannico a Whi-
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tehall, dopo che la sera prima avevano cenato con James Armand de Rothschild, al quale avevano consegnato un messaggio urgente in cui Franklin ed Eleano r Roosevelt lo esortavano a lasciare Londra immediatamente. Quel pomeriggio Baruch e Frankfurter avevano programmato di incontrarsi con il loro vecchio amico Winston Churchill al numero lO di Downing Street, ma naturalmente quell 'incontro non ebbe mai luogo. La settimana successiva tutti e tre si sarebbero ritrovati insieme in circostanze tragiche, brevemente e per l'ultima volta, mentre attendevano di a ffrontare il loro comune destino a ll'esterno di una delle camere a gas di Auschwitz. l:ia~ 'AmIn al-l:fusaynI accolse con entusiasmo la notizia della vittoria e dell 'occupazione nazista dell' Inghilterra . Adolf Eichmann scrisse al muftr una frase che gli avevano sentito pronunciare a Berlino davanti ad alcuni amici: (dI Fiihrer, nella sua prossima d ichiarazione per il nuovo anno, annuncerà con orgoglio che tutta l'Europa, compresa la Gran Bretagna, è stata ripulita dagli ebrei». Era questa la notizia che al-l:fusaynJ aveva pregustato con ansia per molti mesi. «Sono felice di apprendere», scrisse all 'amico Eichmann, «che la Gran Bretagna come la Palestina, e il resto d 'Europa, è ora completamente ll/denrd" . Sia loda to Allah!». Egli profetizzò anche che, nell'Inghilterra di Mosley, l'Islam radicale avrebbe avuto modo di crescere e prosperare: «Le moschee faranno sembrare piccole la Cattedrale d i Saint Paul e l'Abbazia di Westminster». In poco tempo gli arabi avrebbero sostituito gli ebrei a Londra, Oxfo rd, Leed s, Cam bridge e Manchester. Presto le moschee sa rebbero state più numerose delle chiese nelle strade della capita le inglese, che i giornalisti e gli esperti avrebbero in seguito ribattezza to Londonistan 29. «Londra vanterà un migliaio di moschee e sa rà la capitale non ufficiale dell 'lslam in Eu ropa» X1, almeno secondo le pee-
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visioni del mufu per il XXI secolo. La democrazia liberale britannica non sarebbe più esistita. «Il Reich di Hitler e \'1sla.m radicale», scrisse al-l:Iusaynr a Eichmann, «ora regneranno sovrani nelle Isole Britanniche», Naturalmente il muftr sapeva che niente di tutto ciò sarebbe mai accaduto ...
Sebbene lo scenario immaginato dal muftr sia effetti vamente controfattuale, le note di questo capitolo sono autentiche e costituiscono la base storica di tutti gli eventi controfattuali narrati. , William L. Shirer, if Hitler Had WOII World War Il, «Look», 19 dicembre 1961, p. 30. ] Ivi. I
• David Fromkin, Trilll/tp"
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tlte Dietators, in Robert Cowley (a cura dO, Wllat Ij? Tlle Worid's Foremost Militar!! Historimls Imagille What Mighl Have &en, Berkley Books, New Yor k 2000, p. 308 (ed. it. La storia fatta COli i se, Rizzoli, Milano 2001). ' Shirer, lf Hitler Had WOI/ World War 11 eit., p. 30.
+Jo hn Keegan, How Hitler Could Have Wot/ tlle War, in Cowley (a cura di), Wllat lj? ciI., p. 297 e 301. ' fvi, p. 295 . • Fromkin, Triumpll of tlle Dictators cit., p. 308.
"Questa osservazione viene fatta dallo storico militare David Fromkin in Triumpll of tlle Dictators ciI. IO Martin Gilbert, ferusalem
iII
tlle Twelltieth Century, John Wìley & Sons,
New York 1996, p. 162. " Bevin Alexander, How Hitler COI/Id Have Won World War ff: Tlle Fatai Errors TIIOI Led lo Nazi Defeal , Three Rivers Press, New York 2000, p. 141 (ed. il. Hitler poteva vincere: errori e retrasccna delle grandi battaglie della seconda guerra mOl/dia/e, Piemme, Casale Monferrato 2002). 11Michael Lee La nning, "El Alamein», in Tlle Battle 100; Tlle Stories Belli/Id History's Mosl ll/fluel/liol Bailles, Sourcebooks, Naperville (IL) 2003, p. 243 (ed. it. Le 100 gralldi battaglie, Hobby & Work, Bresso 2(05).
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Na tura lmente questo è lo scenario eontrofaltuale immaginato da al-
IL MUfTl SOGN...... OCCHI ... PERTI
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l;fusaynI. In realtà, ad al·' Alamayn fu l' Asse che s ubì perdite nell'o rdine di oltre ventimila morti e trenta mila prigionieri, mentre tutti i suoi carri aro mati e l'artiglieria furono distrutti o catturati. Lanning, T/le &tlle 100 dI. ,. Anche questo è un resoconto controfattuale, immaginato da al'l;fusaynI, su quanto disse Winston Chu rchill, che in realtà commentò la battaglia con le seguenti parole: «Prima d i al·' Alamayn non aveva mo mai avu to una vittoria. Poi non abb iamo mai avuto una sconfitta », Lanning, T/le &t· tic 100 cit., p. 242. Come scrisse Wendell L. Wilkie nel s uo Glie World: "Se gli inglesi avessero perso [la battaglia di al·' Alamayn j, Rommel avrebbe raggiu nto Il Cairo in pochi giorni », We ndell Wilkie, Glie World, Simon & Schus ter, New York 1943, p. S. E così fu, nel resoconto controfattuale. " Peter G. Tsouras, Operatioll ORIENT loillt Axis Strategy, in Kenneth Macksey (a cura di), TI/e Hitler OptiOI1S: Alternate Decisiolls 01 World War Il, Wren's Park Publishing, London 2000, p . 98.
" lvi. muftT pronunciò realmente queste s tesse parole in un inte rvento trasmesso alla radio di Berlino il 10 marzo 1944. Zvi Elpeleg, The Grand Multi: Haj Amin al-Hussaini, FOImder 01 tlle Palestinian National M(1/}fmel1t, Frank Cass & Co., London 1993, p. 179. 11 11
" lvi. lOGilbert, feTl/salem in tlle Twentieth Celltllry ciI., p. 210. " Thomas Krumenacker, Naz is Pla/med Holocallslfor Palestine, «Was hington Post», 7 aprile 2006; l'articolo di Krumenacker riferisce di nuove prove sui piani nazis ti per lo s terminio d egli e brei di Palestina basate s u un recen te studio degli s torici tedesch i Klaus-Michael Mallmann e Martin Cue ppers dell'Uni versità di Stoccarda. ~ lvi.
II /vi. u Ne1 1922 Bea trice Webb, moglie del leader del Labour Party britannico lord Passfield, riferendosi a Mosley, allora deputato laburis ta in Parlamento, lo defi nì «il politico perfetto» e " l'uomo più brillante nella Camera dei Comuni», Colin Cross, Tlle Fascists ;'1B,itaùJ, St. Martin's Press, New Yo rk 1%3, p . 17. Per tutti gli anni '20, lady Webb e molti altri in Inghilterra dettero per scontato che MosIey sarebbe un giorno di venta to p rimo minis tro. Alcuni continuarono a pensarlo a nche dopo che Mosley ebbe fon dato la s ua Britis h Union of Fascists e raggiu nto la notorie tà come il "liUJrer del fa scis mo britannico». ln effe tti, l'ex leader laburis ta Hugh Dallon ricorda nelle s ue memorie che, nel 1940, l'allora premie r Wins ton Churchill disse alla sua prima riu nione minis teriale: «Se i tedeschi vincono la guer-
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ra, farann o della Gran Bretagna uno Stato schiavo sotto la direzione di Mosley», C ross, TI/t! Fascisls iII Brilaill cit., pp. 13-14. :l> lan Kershaw, Makill8 Fricllds witli Hitler: Lord Lcmdollderry, fhe Nazis {md Ille Road fa War, Penguin 8ooks, New York 2005, p. XVII (ed. il. Gli amici di Hitler. Lord Lolldonderry, lo Grall Bre/agllo e lo via della gl/erra, Bompiani, Milano 2005). " Shirer, if Hitler Had WOII World War li ciI., p. 29. " Questa conside raz ione viene fatta da William L. Shirer nel suo artico lo If Hitler Had WOI' World War Il ciI., p. 28. li /vi. ,. Si veda, ad esempio, il recente libro della giornalista inglese Melanie Phillips, u mdollistml , Encou nter Books, Ne w York 2006. ~ In effetti, la previsione del muftT si è avvera la. Come ha recentemente 0sservato i l direttore editoriale e rubricis ta Daniel Jo hnson: «Con o ltre 1000 moschee Londra» era "g ià la capitale mU$ulmana non ufficiale d ' Europa .. nel 2006 (Da niel Johnson, Allah's England? , «Commenlary», n. 4, novembre 2006, p. 46).
Capitolo 5 Il ritorno del muftr in Medio Oriente
LA fl/ga del muft! Il 28 maggio 1946, poco prima di mezzanotte, l:fag 'AmIn al·l:fusaynr si imbarcò sull 'aereo dell'americana TWA in par· tenza dall'aeroporto di Orly per Il Cairo, sotto travestimento e con il nome falso e il passaporto di Ma'mf aI·DawaIIbr, un dipendente dell'ambasciata siriana di Parigi 1. Dopo un volo tranquillo, con scalo a Roma e Atene, il giorno successivo ar· rivò al Cairo. Durante l'avvicinamento all'aeroporto cairota, a lI:Iusaynr non poté fare a meno di riflettere sulla sua buona stella: certo qualcuno O qualcosa aveva vegliato su di lui. Né il governo della Gran Bretagna, prima con Churchill e poi con Attlee, né quello del maresciallo 'TIto in Iugoslavia erano riusciti a ottenere la sua estradizione dalla Francia per pro· cessarlo per crimini di guerra. Come lo stesso al·l:fusayru avrebbe in seguito osservato nelle sue memorie, a partire dal suo arrivo a Parigi il 19 maggio 1945, il governo francese aveva fatto di tutto per proteggerlo, respingendo le ripetute richieste di estradizione dei comandi britannico e aUea to 2• Sfuggito miracolosamente all'imputazione, ora rientrava a casa nel suo amato Medio Oriente, dove avrebbe assunto il
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posto che gli competeva tra i lead er d ell'Islarn e ripreso la missione d ella sua vita, la gillnd contro i su oi odiati nemici: gli inglesi e gli ebrei. La sua buona sorte era ancora più strao rdinaria, rifletteva al-l:fusaynr, considerando il destino di mo lti suoi amici ed ex compagni della Germania nazista. La maggio r parte di questi - tra cui Himmler, Goebbels e Goring - era g ià morta o in a ttesa di essere g iustizia ta d agli Allea ti. Albert Speer, il bril-
lante architetto di Hitler e ministro degli Armamenti, languiva nella prigione di Spandau, d ove sarebbe rimasto p er vent'anni. Di rutti i gerarchi nazisti con cui aveva lavorato in stretta collaborazione durante gli anni della guerra, solo il su o amico Ado lf Eichmann era riusci to a fu ggire. All:Iusaynr sep pe che aveva trovato un rifugio temporaneo in Argentina, paese destinato a diventare presto un approdo sicuro per altri nazisti in fu ga d alla Germania d el d opoguerra, e che lì viveva in incognito. Un g iorno, pensò il muftI, si sarebbero incontrati di nuovo, al Cairo o forse a Buenos Aires. La fu ga ben pianifica ta di al-l:fusaynr d a Parigi era perfettamente riuscita. A Londra, Winston Churchill chiese in Parlamento che fosse ar restato in Egitto. li primo ministro Clement Attlee rispose che avrebbe valutato attentam ente la questione e che si sarebbe consultato con il console britannico in Egitto per facilitare l'estradizione d el muftI. Abbandonando Parigi in piena notte, questi aveva sorpreso tutti 3. Re Fariiq d 'Egitto gli aveva promesso un rifugio sicuro e mantenne la parola. Al Cairo, d ove ricevette asilo politico e poté usufruire d ella protezione e d ell 'ospitalità di un governo egiziano rabbiosamente antibritannico, al-l:fusaynr era fu ori pericolo e al sicuro. Mentre Hitler si era suicidato nel bunker di Berlino, il muftI continuò a vivere per realizzare i suoi sogni e quelli d el Fi.ihrer. Eg li sperava ardentemente che l'arri-
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vo al Cairo avrebbe inaugura to un nuovo capitolo della sua vita e d ella sto ria d ell'lslam. Nei successivi ventotto anni, queste speranze si sarebbero realizzate al d i là di ogni sua aspettativa. Al Cairo aI-J:iusaynr ricevette l'accoglienza di un eroe. Aveva cinquantun anni. Era visibilmente invecchiato d a quando dirigeva attivamente il Movimento Nazionale Palestinese negli anni '20 e '30. La sua barba, in origine di un colore marrone-rossiccio, stava lentamente ingrigendo ed era diventata bianca in punta ·. Il volto, tuttavia, rimaneva giovanile e senza rughe. Ancora bello, di aspetto sereno ed elegante, sembrava più g iovane d ei s uoi anni. Come il buon vino che amava bere, sentiva di essere mig liorato con l'età. Era in pace con se stesso, di nuovo a casa fin almente. Dopo anni di esilio, volontario o imposto, era tornato nel suo am ato Medio O riente. AI-J:iusaynI fu accolto con grande calore d a re FarOq, suo amico e alleato in tempo di guerra. Q uest' ultimo, ricambiand o forse l'offerta di un sicuro rifugio politico nella Berlino di Hitler che al-J:iusaynr g li aveva fatto in passato, mantenne s ubito la sua promessa di ospitarlo. II muftr soggiornò brevemente al Metropolitan Hotel nel centro del Cairo. Partì poi per Eliopoli, d ove incontrò vecchi amici e membri d ella famiglia reale. Il 19 giugno, d opo essere sta to ricevuto cordialmente a palazzo Abdin dal responsabile di corte, al-J:iusaynr ottenne un'udienza p riva ta con Fanl q, il quale fu lieto di ritrovare il suo vecchio am ico. AI termine d ell'incontro, alJ:iusaynr fu invitato ad alloggiare nel palazzo d i Insas 5• Dopo aver trascorso q uasi tre settimane ospite del re, fu trasferito nella residenza estiva della famig lia reale ad al-Ma'amurah, d ove la settimana s uccessiva ricevette la visita d i Fa.rOq. In questo second o incontro, essi discussero il futu ro della Pa-
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lestina e l'esigenza di proteggere la Moschea di al-' Aq$é'1 e la Cupola della Roccia dagli ebrei. Stabilirono che l'unità araba e musulmana era fond amentale 6, e Faroq concluse la conversazione con queste parole: «Sono lieto che tu sia qui e spe ro di trarre vantaggio dalla tua espe rienza » ' . Nei successivi sei anni di regno, prima del golpe militare che lo avrebbe deposto nel 1952, re Faraq rimase amico e protettore del muft'f, e spesso lo ospitò nel palazzo estivo di al-Ma'amurah o nell'ancor più lussuoso Koubbeh Palace al Cairo, dove insieme avrebbero trascorso molte ore tranquille impegnati in passeggiate e conversazioni negli splendidi giardini del palazzo.
Il muftr e i sI/ai protetti Poche settimane dopo il suo arrivo in Egitto, al-l:fusaynJ incontrò a lcuni vecchi amici e a lleati politici, tra cui l:Iasan al-Bannah, il fondatore dei Fratelli musulmani, e il teorico sempre più influente di q uesti ultimi, Sayyid Qutb. Nel contempo egli allacciò nuove conoscenze e alleanze politiche, sia a Eliopoli che al Ca iro. Una di queste fu Yasir 'Arafat, uno studente diciassettenne e agitatore politico assai ambizioso che era nato e cresciuto al Cairo. ln realtà, i due erano lontani parenti essendo la madre di 'Arafat figlia di un primo cugino del muftI. Due anni prima della sua nasci ta, il 24 agosto 1929, i genito ri di 'Arafat si erano trasferiti al Cairo, nel quartiere borghese di al-Sakakrnr 8, dove egli trascorse l'adolescenza e dove al-l:IusaynI lo incontrò per la prima volta, in una riunione di famiglia, durante l'estate del 1946. Presto il muftr assunse il ruolo di g uida del cugino, nel quale instillò il desiderio ardente di condurre una guerra terroristica contro gli ebrei. Durante le loro lunghe passeggiate nel centro
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del Cairo e le innumerevoli discussioni politiche che spesso duravano fino a tarda notte, al-t(usaynr intratteneva il giovane e influenzabile ' Arafat con racconti sulla Germania nazista e sul Fiihrer, e cond ivideva con lui i suoi piani per sconfiggere il sionismo e islamizzare Gerusalemme, la sua visione di una Palestina Judcllreil1 e le speranze di impedire la creazione di un nuovo Stato d'Israele. In compagnia del cugino adolescente, il muftr vedeva un futuro carico di promesse e pensava con soddisfazione che 'Arafat imparava bene le lezioni che egli cercava di impartire alla nuova generazione. Resosi conto che la sua credibilità era stata compromessa da anni di intrighi politici e affrontata la crudele realtà della vecchia ia incombente, al-t(usaynr ritenne di poter realizzare i suoi sogni tramite il giovane cugino. Dando la sua approvazione ad Arafat, avrebbe garantito il futuro della sua visione. Con' Arafat il muftI condivideva anche i piani per riavere la presidenza del Supremo Comitato Arabo per la Palestina, e quindi il suo ruolo di capo indiscusso degli arabi palestinesi, oltre al sogno di diventare il leader riconosciuto dell'Islam radicale in tutto il Medio Oriente. Fondato nel 1936, il Supremo Comitato Arabo era stato sciolto dal governo del Mandato britannico che aveva ritenuto il muftI e altri suoi membri responsabili delle sommosse arabe avvenute quello stesso anno e costate la vita a centinaia di inglesi ed ebrei di Palestina 9. l piani del muftI per ristabilire la sua leadership furono facil itati dal cugino e stretto collaboratore Carnai alt(usaynf, il quale poco dopo la guerra era stato autorizzato a rientrare in Palestina dagli inglesi l O. Poche settimane dopo l'arrivo di t(ag 'Amin al-HusaynI al Cairo, il cugino Carnai aveva annuncia to la ricostituzione del Supremo Comitato Arabo come organo rappresentativo ufficiale degli arabi di J
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Palestina e, insieme a I:fasan al-Bannah, aveva sollecitato pubblicamente la reintegrazione di tl a~ 'ArnIn alla sua presidenza. Non c'era alcun dubbio su chi sarebbe stato il lead er d el comitato. Testimoniando davanti alla speciale commissione d ' inchiesta istituita da USA e G ran Bretagna con l'incarico di formulare raccomandazioni politiche sul futuro governo e sulla leadership politica della Palestina, Garnal alI:fusaynr ripeté più volte che solo il muftr poteva parlare in nome d egli arabi pa lestinesi: essi, dichiarò con enfasi, «si ritrovano privati del loro principale leader, il gran muftr, per il quale non possono accettare sostituti» 11 , Durante quelle udienze emerse anche la questione d ella collabo razione di l:fag Amln al-i:lusaynr con la Germania nazista; tuttavia, nonostante le prove schiaccianti contro di lui, prevalse la realpolitik e la Commissione d'inchiesta anglo-americana approvò la sua reintegrazione alla presidenza del Supremo Comitato Arabo. J
Il «Governo per /'intera Palestina» del ml/ftr Dopo la creazione dello Stato d 'Israele, nel maggio 1948, il tempo e le energie del muftr furono dedicate in gran parte alla fondazione di un nuovo Governo arabo per l'intera Palestina (I:fukumat 'Umam Fala:?tIn). Il 15 maggio 1948, il giorno dopo la dichiarazione d'indipendenza israeliana, il Supremo Comitato Arabo annunciò che intendeva creare un governo provvisorio sotto la presidenza di aI-l:fusaynr con Gerusalemme capitale (o in alterna tiva Nablus) Il. Dopo dodici anni di esilio, al-I:fusaynr desiderava ardentemente tornare nella città di cui era muftr, almeno nominalmente, e assumere la presidenza di uno Stato palestinese.
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Al Cairo, il5 gennaio 1948, per la prima volta il Supremo Comitato aveva annunciato pubblicamente l'intenzione di creare un nuovo governo arabo-palestinese subito dopo la partenza degli inglesi dalla Palestina e la prevista dichiarazione della nascita di uno Stato ebraico. Riconoscendo che gli eventi evolvevano in fretta - la cessazione del Mandato britannico doveva decorrere dal 15 maggio - al-l:iusaynI agì con risolutezza . li 30 marzo 1948 presentò a lle Nazioni Unite una carta costituzionale araba per la Palestina: sebbene non fosse in alcun modo vincolante, questa rivendicava il diritto degli arabi, rappresentati dal Supremo Comitato Arabo del mufu, alla sovranità su tutta la Palestina . Riunitosi a Gaza il 27 settembre 1948, il Supremo Comitato Arabo annunciò la formazione di un governo per l'intera Palestina e, il giorno dopo, fu raggiunto da al-l:iusaynL Fu un momento di grande rilievo oltre che di gioia: infatti, per la prima volta dalla sua partenza nel 1937, il mufti tornava a calpestare il suolo palestinese. La decisione di creare l:iukumat 'Umam Fala ~,trn fu il primo passo di un processo che, nel suo pensiero, avrebbe portato alla liberazione di tutta la Palestina. Con grande ostentazione, il 30 settembre i delegati lo elessero presidente all' unanimità. Riuniti intorno ad all:iusaynI c'erano numerosi suoi compagni d 'armi dei tempi dell 'illlift1tfah nel 1936. Seguì un servizio fotografico, in cui il muftI e i suoi sostenitori proclamarono con gioia la creazione di uno Stato arabo libero e democratico in tutta la Palestina . L'annuncio fu accompagnato da una dichiarazione ufficiale d'indipendenza da parte del nuovo governo: Poiché il popolo pa lestinese arabo ha il diritto naturale e inviolabile alla libertà e all'indipendenza così a lungo represso dal
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colonialismo britannico e dal sionismo, noi membri dell'assemblea nazionale riunita a Gaza, in data} Oottobre 1948, dichiariamo la piena indipendenza di tutta la Palestina e la creazione di
uno Stato libero e democratico in cui libertà e uguaglianza dei diritti sono garantiti a tutti i cittadini; e in linea con gli Stati fratelli arabi, dichiariamo di proseguire l'opera per garantire la gloria e la cultura arabe. 1)
In qualità di presidente del nuovo governo, al-l:IusaynJ scelse come primo ministro il suo amico e alleato' Al;unad l:Iilml 'Abd al-Baql. n 12 ottobre Egitto, Siria e Libano riconobbero il Governo per l'intera Palestina. La Giordania, tuttavia, non acconsentì
a dare il proprio riconoscimento. Re 'Abdullah, che nutriva una diffidenza patologica (anzi un vero e proprio odio) nei confronti di al-l:Iusaynf, chiarì subito alle altre nazioni della Lega Araba la sua intenzione di opporsi con forza alla creazione di un governo palestinese indipendente presieduto dal muftr 14, che avrebbe ostacolato l'egemonia giordana in Palestina. Agendo rapidamente, 'Abdullah riunì il Congresso Arabo-Palestinese ad Amman, denunciò il nuovo governo del muftf e auspicò un ruolo attivo della Giordania nel futuro della regione. Nel frattempo gli Stati Uniti chiarirono la loro posizione. Il 14 ottobre il Segretario di Stato ad interim Robert A. Lovett annunciò che gli USA non avrebbero concesso il riconoscimento, adducendo quattro motivi: 1) gli Stati Uniti avevano concesso il riconoscimento de facto a Israele, il 14 maggio, e non avrebbero ammesso un governo che rivendicava la terra già sotto l'autorità di un governo costituito e riconosciuto, 2) a giudizio degli Stati Uniti il Governo per l'intera Palestina non presentava le normali caratteristiche di un esecutivo
Hag 'AII/TII al-HusaY/lT iII attesa del suo primo il/col/tro COl I Adol! Hiller I/dla Cal/celleria dci Reich, Berli/IO, 28 novembre 1941 (© Bayerische $taatsbi/!/iothek M iillchell).
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IL RITORNO DEL M UfTl IN MEDIO ORIENTE
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poiché non poteva esercitare le più elementari funzioni governative o amministrative, 3) non aveva indetto elezioni, 4) non controlla va l'area su cui rivendicava la sovranità. Gli Stati Uniti fecero notare che l'Egitto controllava Gaza, la Giordania quel che presto avrebbe preso il nome di West Bank del Regno hascemita di Giordania, e Israele esercitava la sovranità sul resto di quella che era stata la Palestina del Mandato britannico. li l Odicembre il Secondo Congresso Arabo-Palestinese si riunì a Gerico, all'epoca controllata dalla Giordania, e prevedibilmente invitò re 'AbduUah a unifica re l'esistente Regno di Giordania con la regione palestinese sotto il suo controllo. Il 13 d icembre il Parlamento della Giordania approvò la richiesta . Nonostante le vigorose proteste di aI-l:IusaynTe del suo governo, l'annessione de facto ebbe luogo il 17 maggio 1949, quando un'amministrazione civile sostituì il governo militare giordano nella regione. L'11 aprile 1950 il Regno di Giordania tenne le elezioni per rinnovare il Parlamento, sia in quella che aU'epoca era chiamata la East Bank sia nella West Bank di recente annessione. Il 24 aprile il nuovo Parlamento eletto ratificò l'annessione. La furia di l:iag 'AmTn al-l:IusaynI non conobbe limiti. Era stato tradito. Il suo governo era una finzione. Non controllava nessuna terra. Aggiungendo la beffa al danno, l'Egitto ordinò che l'esecutivo del Governo per l'intera Pa lestina fosse espulso da Gaza, nonostante la calorosa accoglienza al Cairo che re Faroq aveva riservato al muftI solo due anni prima. Il governo egiziano o rma i consid erava il suo ljukumat 'Umam Fala~tTn un handicap politico e diplomatico, oltre che un motivo di imbarazzo. Contro la sua volontà, all:iusaynI fu trasferito in Egitto, dove visse con scarsa libertà di movimento 15.
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LI! All::ZZALUNA E 1..11 SVASl'lCA
La rielezione di al-l:fusaynr alla presidenza del Supremo
Comitato Arabo fu la conferma pubblica, simbolica e reale che il mufu era torna to a detenere il potere e la lead ership politica nella sua nativa Palestina . In quanto presidente del Supremo Comitato Arabo, egli spianò la strada alla carriera politica di Yasir 'Arafa t e ne impose l'autorità . Per convenienza d el muftT che le presiedeva, negli anni s uccessivi le riunioni di quest'organo spesso si tennero al Cairo con "assidua partecipazione di 'Arafa t, il quale in futuro avrebbe ricoperto un ruolo sempre più importante nel Supremo Comitato Arabo come luogotenente e fidato consigliere di all:Iusaynr. Un altro protégé del muftI, e per molti anni uno dei suoi più fedeli alleati e sostenitori politici, fu il futuro presidente dell'Egitto 'Anwar al-Sad at. Come l'amico e compagno CarnaI Abdel al-Ni'l.sir, di cui fu il successore alla presidenza dell'Egitto, al-sadat aveva iniziato la sua carriera politica a metà degli anni '30 quando, ancora adolescente, era diventato un attiv ista d ei Fratelli mus ulmani . Come al-Nasir, con cui condivise una lunga storia di simpatie filonaziste e discorsi antisemiti 1~, al-Sadat aveva conosciuto al-l:fusaynr proprio durante questa militanza giovanile. Nella sua autobiografia In cerca di lilla iden tità, egli ammise candidamente di essersi ispirato alla Germania di Hitler 17 . Sia lui che al-Nasir furono reclutati dal muftI come spie del Terzo Reich, attività per la quale al-sadat scontò un periodo di carcere nell'Egitto sotto occupazione britannica 18. Tuttavia, il suo atteggiamento non cambiò d opo la seconda guerra mondiale. Nel 1953, all'epoca della collaborazione e del sodalizio politico con al-l:fusaynr, pubblicò una lettera indirizza ta al d efunto Hitler sul settimanale egiziano «alMll.$
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mania') 19. In un discorso del 25 aprile 1972 per commemorare la nascita del profeta Maometto, al-Sa.d:l.t dichiarò: «Nessuno potrà mai decidere il destino di Gerusalemme. Con l'aiuto di Dio torneremo a strapparla dalle mani di coloro di cui il Corano ha detto: "È stato scritto di loro [gli ebrei] che sa ranno avviliti e resi infelici [... ] condannati all'umiliazione e alla miseria ... [Gli ebrei] sono una nazione di bugiardi e traditori, di cospiratori, un popolo nato per atti di tradimento" ), ~. Negli anni precedenti al trattato di pace che concluse con Israele, alSa.dat citò spesso versetti antisemiti del Corano per illustrare il genere di trattamento che i musulmani avrebbero riservato agli ebrei una volta che l' Egitto avesse sconfitto Israele. In un discorso al Na tional Press Club di Washlngton nel 1975, durante una visita di Stato presso l'amministrazione Gerald Ford, al-Sa.dat difese la risoluzione dell' Assemblea generale dell'ONU del lO novembre 1975 che equipara il siornsmo al razzismo, e dichiarò che l'economia egiziana in passato era stata contro llata dagli ebrei lI . All'inizio degli anni '70 diversi protetti del muftr, collaboratori o parenti della sua cerchia avevano raggiunto posizioni di rilevanza politica e di leadership nell'ambito dell 'Islam radicale. Yasir ' Arafat era di ventato ca po dell'Organizzazione per la liberazione delJa Palestina (OlP). 'Anwa r alSadat era subentrato alla presidenza dell 'Egitto nel 1970. Saddam t{usayn - il nipote e fi glio adottivo di I:fayrallah Talfah, altro vecchio sostenitore e protégé di al-t{usaynJ - svolgeva un ruolo importante nella politica dell 'Iraq come dirigente del partito Ba'aL salito al potere per la prima volta nel 1963. Nel corso del decennio egli avrebbe consolidato il suo potere sul partito ba 'athista e sul governo islamico radicale del paese, fino ad assumere ufficialmente la presidenza dell' Iraq nel 1979 dopo un golpe militare.
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Lo zio e il ml/f n
L'a miciz ia tra Ijayrallah Talfah (lo zio di Sadd i'l. m l:fusayn) e il muftr rappresenta un capitolo significativo, sebbene dimentica to, d ella straordinaria ca rriera pubblica e d el lascito di l:Iag 'AmIn al-I:fusaynr, come anche della storia politica dell' Islam radica le nella seconda metà del XX secolo. Uffi ciale dell 'esercito iracheno e fervente sostenito re del nazionalismo arabo, ljayrallah Talfah era stato tra i più fidati luogotenenti di a l-I:fusaynr nel fu gace golpe fil onazista dell'aprile 1941 , con cui Rai;:rd 'AlI al-Caylanr era brevemente tornato al potere in Iraq. Talfah era profondamente contrario al fatto che l'appa rato politico e milita re dell'Iraq fosse sotto il controllo della Gran Bretagna. Grandissimo ammiratore di Hitler, era notoriamente schierato a favore della vittoria della Germania nazista. Dopo il fallimento del golpe in seguito all'intervento militare britannico, al-t:lusayni, al-Gaylanr e molti loro sostenitori fu ggirono dal paese e trovarono presto un rifugio politico a Berlino, dove trascorsero il resto della guerra ossequiati ospiti del regime nazista. Tuttavia, Talfa h e altri ufficiali suoi compagni che avevano partecipato alla sollevazione filonazista non furono così fortunati. Molti vennero imprigionati e alcuni giustiziati. l:fayrallah Talfah fu destituito dall'esercito e rinchiuso in carcere per cinque anni 2;' . Come avrebbe appreso più tardi il muftr, gli eventi del golpe al-Gaylanr e i loro strascichi ebbero Wl profondo effetto sulla vita del giovane e suscettibile nipote di Talfah, Saddam t:lusayn, il quale aveva solo nove anni quando alt:lusaynT rientrò in Medio Oriente. Negli anni successivi il giovane Saddam chiese spesso dello zio, solo per sentirsi rispondere che era in prigione 23. Egli stesso in seguito av rebbe ammesso che il fo rte legame con Talfah fu vitale nella sua
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forma zione politica 2', o ltre ad aver alimentato in lui un'ideologia antibritannica e profondam ente antiebraica, e la convinzione che l'entità sionista, ovvero lo Stato d 'Israele, andasse sradica ta . Come il muftr, J::Iayrallah Talfah era un violento antisemita animato da un odio hitleriano contro gli ebrei che, per decenni dopo l'Olocausto, lo portò a suggerire che questi erano insetti e perciò anda vano sterminati al pari degli altri parassiti che infestano il corpo dello Stato, Nel 1981 pubblicò Tre cose che Dio 110 11 avrebbe dovuto creare: i persiani, gli ebrei e le lIlosclte 15, un pamphlet antisemita e diffamatorio diffuso dal partito Ba'a t iracheno, in cui tra l'altro sosteneva che gli ebrei sono un «miscuglio d'immondizia e avanzi d i genti diverse)' '1», crea ture insignificanti come le mosche, «di cui non si capisce la funzione nel disegno della creazione d ivina», Ed ecco la sua soluzione al problema ebraico: «Esiste un insetticida per ogni tipo di insetto» 11. Per Sadda.m l:iusayn, come per lo zio e il muftr suo maestro, era particolarmente ev idente che Israele, l'odiata entità siorusta, doveva essere eliminato. Agli occhi di Sadda.m e dei suoi sostenitori ba'athisti, fu sempre un innesto artificiale in Medio Oriente, «una piovra m ulti-tentacolare», «un cancro mortale» o un «v irus dell ' AIDS» che andava bruciato come minacciò di fare il rais alla vigilia della prima g uerra del Golfo :28, Non più tard i del 2002, Sadd:l.m l:Iusayn dichiarò alla televisione irachena: «La Palestina è araba e dev'essere liberata dal fiume al mare e tutti i sionisti che sono immigrati in quella terra devono andarsene>. 19, Nella sua visione del mondo, come in quella di J::Iayrallah Talfah e di l:iag 'Amfn al-l:i usaynf, gli ebrei erano per definiz ione «estranei», «a lieni.) e nem ici della nazione araba . A partire dal 1947, Sadda.m l:iusayn visse a Tikrit, una cittadina a circa 160 chilometri da Baghdad, nella casa dello zio
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Khairallah appena u scito di prigione, e lì iniziò a frequentare la scuola. Ijayrallah Talfah, come l'amico al-l:Iusaynr, rimase fedele all'idea di un lsl:l rn radicale, una fede politica che instillò nel nipote. Il giovane Saddam, possiamo immag inare, sed eva ipnotizza to mentre l'am ato zio lo intratteneva con i racconti del golpe al-Gayla.ni e di come lui, il muftr e i lo ro vecchi compagni sognavano di liberare l'Iraq e la Palestina d agli infedeli sionis ti, e di condurre una gilll'1d contro gli inglesi nemici dell 'Isla.m, i loro aUeati ebrei e l'intero Occidente corrotto e filo-sionista . Soprattutto Talfah inoculò nel nipote il d esiderio ardente di a ffranca re la su a terra dal controllo britannico e occidentale, e di guidare un altro golpe militare che desse ai nazionalisti arabi iracheni come loro la libertà e il potere che il fallito golpe al-Cayla.ni non aveva ottenuto. Senza dubbio, sotto la tutela di ljayraUah Talfah, il giovane Sadda.m l:iusayn fini per condi videre la violenta ideologia antisemita e antioccidenta le del mufti. Sadda.m frequentò una scuola superiore nazionalista a Baghdad e in seguito studiò legge per tre anni prima di ritirarsi. Nel 1957, all 'età di vent'anni, aderì al neonato partito Ba'aL il cui obiettivo era libera re l'Iraq dal controllo britannico. Nel 1964 Sadda.m fu messo a capo dell 'organizzazione militare del partito .JO. Nel 1968 ottenne la nomina alla seconda carica più importante del governo ba'athista, diventando il braccio destro del presidente iracheno 'Abmad l:iasan alBakr J 1• Fu un inca rico di po tere che avrebbe conservato per un decennio, fino ad assumere in prima persona la presidenza dell'Iraq. Durante la sua sca lata ai vertici del Ba'aL lo zio Khaira llah rimase il suo più stretto consigliere e confidente politico. Dopo il ritorno in Medio Oriente nel 1946, al-l:iusayru andò spesso a Baghdad. Nel 1959 trasferì la sua residenza e
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la sede del Supremo ComHato Arabo a Beirut, in Libano, da dove spesso si recava in visita nella capitale irachena Jl • Nel maggio 1962 si tra ttenne in questa città diverse settimane per partecipare a un Congresso lslamico Mond ia le, nella cui convocazione aveva gioca to un ruolo fondamentaIe lJ • Possiamo ipotizzare che in una o pi ù d i queste visite a Baghdad il muftr abbia incontrato e parlato con Saddam t;l usayn e con suo zio Khairallah (rimasto uno dei sostenitori e degli amici più fedeli d i al-t;lusaynI nella capita le irachena).
Hag 'A mfll al-Hll sayIlT, la creaziolle dello Stato d'Israele e il Mov ime"to Naziona le Palestiflese
Una costante della dedizione che al-Husaynr consacrò per tutta la vita all'lslam radicale fu un odio di vorante nei confronti degli ebrei e, soprattutto, degli infedeli sionisti che avevano colonizzato la sua ama ta Palestina e usurpato la sua città natale, Gerusalemme, i cui luoghi santi erano venerati da tutto il mondo islamico. Gran parte della sua attivi tà politica e terroristica come capo del Supremo Comitato Arabo fu diretta a cercare di prevenire o bloccare la creazione di uno Sta to ebraico in quella regione. Il 29 novembre 1947, qualche mese prima dell'effettiva nascita di Israele e della fine del dominio britannico nel maggio seguente, l'Assemblea Generale della Nazioni Unite aveva approva to la creazione di due Stati in Palestina, uno a rabo e l'altro ebraico. Nella maggior parte del mondo arabo l'opposizione al piano di partizione ONU sfociò presto nella violenza. li Supremo Comita to Arabo d i al-HusaynT condannò immediatamente la risoluzione delle Nazioni Uni te e proclamò uno sciopero generale di tre giorni in segno di protesta }l, mentre band e d i
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arabi iniziarono a insorgere a Gerusalemme e altrove in tutta la Palestina. In Egitto, sotto la guida di a l-l:IusaynI, al-Na.sir, Qutb, 'Ara fat e al-Sadat. i politici e gli intellettuali arabi rad icali si op posero con vio lenza alla di visione così come, sei mesi d opo, si sarebbero opposti all 'effettiva nascita d i uno Stato ebraico in Palestina. Quando, il 14 maggio 1948, David Ben-Gurion proclamò l'indipendenza di uno Stato ebraico sovran o a cui fu d ato il nome di Israele, la loro risposta fu immediata ed energica. Mentre gli eserciti arabi marciavano verso quella che pensavano sarebbe stata una vittoria rapida e d ecisiva contro gli ebrei, al-l:IusaynI attendeva con ansia la distruzione di Israele. L'Egitto aveva infatti accolto la ridtiesta d ell 'estnblisllmefl t islamico-radicale di avv iare immedia tamente una guerra di aggressione, insieme con i suoi allea ti arabi, contro il nuovo Stato ebraico: nel giro di poche ore dalla dichiarazione d 'indipendenza israeliana, la Lega Araba, che era stata fondata nel marzo 1945 dagli Stati arabi sovrani del Medio OrienteEgitto, Iraq, Siria, Libano, Arabia Saudita, Yemen, Libia e Transgiordania (in seguito Regno hascemita di Giordania) dichiararono guerra a l neonato Stato d' Israele. U giorno successivo l'Egitto aveva già mobilitato un esercito d i circa duecentomila uomini. Il primo assalto venne dall'aria, q uando un aereo egiziano bomba rdò la città più grande di Israele, Tel Aviv lS, dove attaccò e distrusse numerose abitazioni civili Man mano che continuavano le incursioni degli aerei egiziani, molti israeliani rimasero uccisi. Bersaglio d i questi attacchi crim inali fu anche la stazione centrale degli autobus di Tel Aviv. Nel corso del primo gio rno di ostilità, il 15 maggio 1948, il Ministro degli Esteri egiziano info rmò ufficialmente il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite che, con la fine
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del Mandato britannico e la d ichiarazione d 'ind ipendenza israeliana, (
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lavoro iniziato da Hitler: «Questa sarà una guerra totale di sterminio» 0(1 fu la lo ro promessa. Al· f:fusaynT mandò subito un telegra mma a re Faroq, suo amico e benefa ttore, per congratularsi della dichiarazione di g uerra egiziana contro Is raele 41 • La sodd isfazione di entrambi era condivisa dalla stragrande maggioranza dell'Egitto musulmano e del Medio Oriente islam ico, uniti nell'invocare la distruzione del nuovo Stato. Il 15 maggio, al Cairo, furono proclamati ovunque appelli alla gihtfd contro la neonata nazione ebraica. Lo stesso muftl fu tra i primi a invocare una guerra santa, ordinando ai «fratelli musulmani di u ccidere gli ebrei. Uccideteli tutth. il . Lo stesso appello fu rivolto dal suo amico, lo sceicco di al-' Azhar. «L'ora della g uerra santa è suonata», fu la sua d ichiarazione. «Tutti i combattenti arabi devono considerare un dovere religioso la lotta per la Palestina. ».aJ Come osservò candidamente il segretario generale della Lega Araba, 'Abdul Rai)man l:Iasa n 'Azzam Basa: «Questa sarà lU1a guerra di sterminio e lU1 massacro memorabile, che sa rà paragonato a quelli della Mongolia e delle Crociate)'.j.l. 'Ai)mad ~uqayrf, portavoce di al-l:Iusaynf e in seguito primo presidente dell'OL?, annunciò che l'obiettivo della nuova guerra araba contro Israele era «l'eliminazione dello Stato ebraico» (5. Il muftr disse ai suoi sostenitori e amici che Gerusalemme sarebbe presto divenuta Jllde1lrein. Nella tarda prima vera e nell 'estate del 1948, l' indignazione del muftr fu diretta in g ran pa rte contro gli Sta ti Uniti e il governo fil o-sionista del presidente Ha rry Truman, che per primo aveva concesso il riconoscimento dc fac to al nuovo Stato ebraico dopo la d ichiarazione d 'ind ipendenza pronlU1ciata da Ben-Gurion. Ai suoi occhi gli Stati Uni ti avevano sostituito la Gran Bretagna come sim bolo della decadenza e del laicismo occidentali , nonché del sionismo che i nuovi leader
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dell'Islam erano tenuti a contrastare e distruggere. A partire dal 1948 al-tIusaynf, Qutb, 'Arafat e in seguito i loro nuovi compagni e discepoli ai vertici dell'lslam radicale presero di mira, sempre più spesso, gli Sta ti Uniti anziché la Gran Bretagna nei loro appelli alla giJllld contro l'Occidente. Le speranze di al-tIusaynf di sconfiggere e distruggere Israele aumentarono con il golpe che in Egitto rovesciò re Faroq. Anche se gli aveva concesso asilo politico e ospitalità dopo il suo arrivo in Egitto nel 1946, per i gusti del muftr il governo corrotto e inefficiente del bonario Faroq era diventa to decisamente troppo filo-occidentale e fautore di un antisionismo assai poco militante. La destituzione di Fa.rOq, il 23 luglio 1952, a opera di alcuni ufficiali dell'eserci to, tra cui l'amico e protégé del muftI, il colonnello Gamal ' Abdel al-Nasir, fu per lui motivo di grande soddisfazione. AI-Nasir, che citava spesso J protocolli dei SIlvi di 5ioll tra i suoi libri preferiti, era consumato come al-tIusaynr da un odio divorante per il popolo ebraico. Tra gli autori del golpe egiziano vi fu anche 'Anwar al-5adat 46, altro protégé del muftI e sua anima gemella sul piano ideologico. Le ostilità contro Israele orchestrate dal nuovo regime di al-Nasir portarono inevitabilmente alla crisi di Suez e alla campagna del Sinai del 1956. lnoltre, furono al-Na.sir e il suo vice al-Sadat che in seguito avrebbero ordito e scatenato la guerra dei Sei Giorni nel 1967, con cui gli eserciti arabi guidati dal presidente egiz iano speravano di sconfiggere e distruggere definitivamente lo Stato ebraico. Fino alla sua morte nel 1970 al-Na.sir rimase forse il leader più importante del Medio Oriente islamico, un ruolo poi passato ad al-Sa.dat, che gli succedette alla presidenza dell'Egitto, e a Yasir 'Ara fat.
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Al-l;fllsayllr e l'assassillio di re 'Abdullal!
La rabbia di al-l:Iusaynr fu diretta soprattutto contro re 'Abdullah di Giordania, colpevole di aver usurpato quella che, secondo lui, doveva essere una parte sovrana della Palestina araba e, dunque, di averne tradito il popolo. Con quell'annessione 'Abdullah aveva condannato al fallimento il sogno del rnufu di dare vita a uno Stato arabo-palestinese indipendente.
Sin dal loro primo incontro a Gerusalemme nel 1921. tra 'Abdullah e il muftrera sorta un'ostilità crescente. «Mio padre», ricordava spesso il sovrano hascemita ai suoi, «mi ha sempre messo in guardia contro i predicatori di crociate»4? Questa inimicizia non fece che peggiorare dopo il ritorno del
muftI in Medio Oriente nel 1946, quando ciascuno dei due arrivò a considerare l'altro un infido nemico e un rivale politico. Unico esempio tra i capi arabi della sua generazione, 'Abdullah era un moderato con una visione generalmente filo-occidentale, pronto ad accettare l'esistenza di un nuovo Stato d'Israele e a prendere in considerazione la firma di un accordo di pace separato con il nuovo Stato ebraico. «Sono rimasto meravigliato da quel che ho visto degli insediamenti ebraici », scrisse nelle sue memorie pubblicate nel 1946. «Hanno colonizzato le dune di sabbia, ne hanno estratto l'acqua e le hanno trasformate in un paradiso. » oIIJ Dichiarando che «gli ebrei avevano diritto ai loro luoghi santi nella Città Vecchia» -1\1 di Gerusalemme, egli aveva ulteriormente inasprito la collera di al-J:lusaynr e dei suoi seguaci. Per il muftr un comportamento del genere da parte di un sovrano arabo era imperdonabile. I leader moderati come lui erano diventati strumenti nelle mani degli infedeli sionisti, disertori della causa islamica radicale che tradivano Al-
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Ia.h e i loro confratelli m usulmani Un sim ile tradimento, p redicava al-I:-Iusaynf, non poteva e non doveva essere tollerato. I suoi au tori meritavano un castigo violento da parte del popolo islamico che avevano ingannato. L'opposizione di 'Abd ullah al sogno del muftr d i uno Stato arabo in Palestina, governato dal suo Supremo Comitato Arabo e presieduto dallo stesso al-I:-Iusaynf, fu la goccia che fece traboccare il vaso. Fu il tradimento definitivo d i 'Abdullah, quello che il muftI e i suoi non potevano né volevano perdonare o dimenticare. li 15 luglio 1951, Rìyaçl Bay al-Suli) - il moderato premier libanese condannato anch'egli da al-I:-Iusaynr e altri islamici radicali per la sua evidente volontà d i ottenere un cessate il fu oco nella guerra arabo-israeliana - fu assassinato ad Amman, dove si era reca to per convincere 'Abdullah a concludere un trattato d i pace con Israele. Il 20 luglio, mentre partecipava a una cerimonia in commemorazione di al-Suli) nella Moschea d i al-' Aq~a a Gerusalemme, lo stesso re 'Abdullah d i Giord ania morì falcia to dai proiettili di un ventitreenne palestinese, Mu~tafa ~ukrr' Àsu 50 . In quell'occasione era presente anche il futuro re di Giordania l:Iusay, all 'epoca quindicenne, che assistette con orrore all 'assassinio dell'amato nonno. Oltre quarant'anni dopo re J:lusay avrebbe ricordato quel momento con parole commoventi, q uando tornò a Gerusa lemme per il funerale di yitzhak Rabin, illeader israeliano assassinato SI. AI-J:lusaynr negò sempre q ualsiasi legame con l'assassinio di 'Abd ullah senza peraltro risultare convincente. Resta il fatto che alcuni suoi familiari e sostenitori furono arrestati nelle successive indagini e che uno dei sei assassini giud icati colpevoli e condannati a morte nel processo che seguì fu il dottor Mosa 'Abdullah al-l:fusaynI 52, un cugino del muftI.
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Come concordano gli studiosi, non vi è dubbio che il muftI abbia istigato l'assassinio di re ' AbduUah . Questi episodi fanno parte di un'ondata di delitti politici ai d anni di leader a rabi modera ti che, per volontà del muftr, percorse il Medio Oriente dopo la creazione dello Stato d'Israele. Suscitando la rabbia e l' indign azione di al-l:Iusaynr e d ei suoi alleati nei Fratelli musulmani no ti per la loro mili-
tanza anti-israeliana, il primo ministro moderato egiziano Mal:tmiid an-Nukrasr Basa rese noto che non intendeva inviare l'esercito del suo paese nella guerra contro Israele. Per al-l:Iusaynr e i leader dei Fratelli musulmani fu un peccato imperdonabile, un crimine per il quale, il 28 dicembre 1948, Basa fu ucciso dal proiettile di un membro dei Fratelli mentre lasciava il suo ufficio al Cairo. Al-HusaynI e i Fratelli musulmani avevano tramato in segreto il suo assassinio, come avrebbero ordito insieme quello di re 'Abdullah.
L'ideologia violellta di Sayyid QlItb l:Iag 'AmIn al-Husaynf non era il solo a disapprovare e mettere sotto accusa i leader moderati arabi come' Abdullah. Sayyid Qutb, il celebre scrittore e teorico dei Fratelli musulmani, cond ivideva le sue opinioni. Nel 1981, poco dopo aver firmato il tratta to di pace con Israele, il presidente egiziano 'Anwa r al-Sadat fu assassinato da membri del gruppo terrorista egiziano Gih ad Islamica, nato dai Fratelli musulmani a lo ro volta ammiratori e discepoli di Qutb e alHusaynr. Per questi ultimi così come per i loro seguaci, un leader arabo moderato era un traditore dell 'Islam radicale e non si po teva consentirgli di vivere e governare nel mondo islamico.
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La violenta ideologia antioccidentale di Qutb fu il risulta-
to della sua visita negli Sta ti Uniti, dove era sta to inviato in speciale missione di studio, nel novembre 1948, dal Ministero della Pubblica Istruzione egiziano. ln seguito Qutb na rrò il suo orrore davanti a ciò di cui fu testimone. In America, scrive, persino la religione è misurata ovunque in termini materiali, e le chiese operano come imprese commerciali che si contendono i clienti e la pubblicità. Usano inoltre g li stessi metodi dei grandi magazzini e dei cinema per attra rre i compratori e gli spettatori. [... 1Per invogliare la clientela , le ch iese pro muovono senza pudore e offrono ciò che gli americani cercano più di ogni altra cosa: «svago» o «divertimen to». Il risultato è che le sale di ricreazione della chiesa, con la benedizione dei sacerdoti, ospitano baJJi in cui persone di ambo i sessi s'incontrano, si mescolano, si toccano. ""
lnoltre, osserva con evidente disgusto che (
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Qutb, come per Khomeini, il male dell 'influenza occidentale è personificato d agli Stati Uniti - o «il Grande Satana » come li d efinì Khomeini. Quindi Israele, in quanto agente d egli Stati Uniti in Medio Oriente, è chia mato «il Piccolo Satana »56. Le d enunce di Quth generarono qualche controversia in Egitto, dove alcuni lead er modera ti del governo, prima con Fa roq e poi con a l-Nasir, speravan o ancora di mantenere lega mi con g li Stati Uniti e d i ricevem e aiuti finanziari. ln verità, la censura di Quth nei confronti dell ' America e d el suo stile di vita fu così aspra che nel 1952 egli lasciò ,' incarico presso il Ministero della Pubblica Istruzione per dedicare tempo ed energie esclusivamente a i Fratelli musulmani . in breve tempo divenne il principale ideologo e teorico dei al-Muslimon», Fratelli e fu nominato d irettore di «al-'Ihwan • il giornale ufficiale dell'organizzazione Sl.. Qutb, come l'amico al-l:iusaynI, inizialmente era sta to in rappo rti stretti con il regime di a l-Nasir, che aveva rovesciato re Fa roq. A differenza di al-l:iusaynI, tutta via, Qutb si allontanò presto da alNasir, di cui osteggiava attivamente la politica laica. Di conseguenza, dal 1954 egli trascorse diversi anni in prigione e, nel 1966, fu giustiziato su o rdine del governo di al-Nasir per la sua attività sovversiva. Ma il lascito di Qutb sarebbe stato duraturo: il suo Segnali sul cammino, una polemica antioccidentale in chiave musulmana che il muftf e altri leader islamici radicali citavano spesso, sarebbe diventato una lettura fondamenta le per tutto il movimento gihadista. L' impa tto di Sayyid Qutb sugli a utori deg li a ttacchi terroristici dell' Il settembre 2001 contro il Wo rld Trade Center e il Pentagono è ben documentato. La sua ideologia gihadista ha av uto un' influenza particolarmente signi fica tiva su 'Usa mah Bin Ladin, che studiò presso la King Abdula ziz Uni ve rsity di Gedd a con il fra te ll o d i Sayy id Qutb,
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Mul:tammad S7, il principale interprete della sua opera scritta nonché uno dei più importanti docenti di islamistica dell'università 58. Nello stesso periodo, alla fine degli anni '70, Bin Lad in ebbe i primi conta tti con i Fratelli musulmani. Anche l'invettiva antiebraica ispirata dalle frequenti citazioni degli scritti di Qutb ha avuto un ruolo centrale nello sviluppo ideologico di due generazioni di leader terroristi dell'Islam radicale, dai mullah di I;iamas e dell'Iran di Khomeini e 'Al:tmadinegad ai capi di I;iizbollah e al-Qa'idah. Ecco, ad esempio, cosa disse l'ayatollah Khomeini nel suo «Programma per la creazione di un governo islamico)) del 1970: Dobbiamo elevare la nostra protesta e far capire aDa gente che gli ebrei e i loro sostenitori stranieri sono contrari ai fondamenti stessi dell'lslam e desiderano stabilire il dominio ebraico in tutto il mondo. Poiché sono un popolo scaltro e pieno di risorse, temo - Dio non voglia! - che essi possano un giorno raggiungere questo obiettivo e che l'apatia dimostrata da alcuni di noi possa un giorno consentire a un ebreo di dominarci. Voglia Dio che non debba mai venire quel giorno. "
Gli ultimi anni del muftT: gli mmi '50 e '60 al Cairo e a Beirut In retrospettiva il 1951 fu un anno spartiacque per I;iag 'Amln al-f:iusaynr. L'assassinio di re 'Abdullah di Giordania aveva tolto di scena una voce importante della politica mQ-o derata. L'ovvio coinvolgimento del muftr in quell'episodio era stato applaudito dai Fratelli musulmani, s uoi alleati e complici dell'omicidio, e aveva accresciuto il suo potere nel mondo islamico radicale nonos tante le proteste e le critiche
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che aveva suscitato, anche tra alcuni suoi amici. Subito d opo la morte di 'Abdullah, a l-I:fusaynr presiedette una riunione del Congresso (slamico Mondiale a Karachi e, in qualità di presidente del Supremo Comitato Arabo e del nuovo Governo per l'intera Palestina, con tinuò a viaggiare e a incontrare i lead er di tutto il mondo, da cui era ricevuto come un capo di Stato arabo ufficia le. Le sue basi operative rimasero in Siria e in Egitto. Nel 1955 partecipò alla Conferenza afro-asiatica di Bandung, in Indonesia, con i rappresentanti di altri paesi non allineati come l'egiziano al-Nasir, l'indiano Nehru, lo iugoslavo Tito, il ghaneano Nkrumah e il cinese Chou En-lai . f:lag AmIn al-f:lusaynT era deciso a mantenere la presenza d egli arabi palestinesi in tutte tribune internazionali dove sapeva che sarebbe stata bene accetta. La delegazione arabo-palestinese alle Nazioni Unite era guidata dal suo am ico e collaboratore 'Isa NalJleh, che era anche rappresentante permanente del Supremo Comitato Arabo per la Palestina presso 1'0 NU. Ai vari comitati ONU venivano regola rmente inviati memorandum, e le parole di al-l:Iusaynf continuarono a risuonare nei corridoi d el potere internaz ionale. Nell'agosto 1959 egli decise di spostare il quartier generale del Supremo Comitato Arabo dal Cairo a Beirut to, dove prese la sua residenza permanente. Per il resto della vita Beirut sarebbe rimasta la sua casa e la sua base politica. L'n ma ggio 1960, in un'azione a sorpresa, alcuni agenti israeliani prelevarono il criminale di guerra nazista Adolf EichInann dalle strade di Buenos Aires, mettendo fine alla sua fuga. Nel processo che seguì, il p ubblico ministero israeliano invitò Eichmann a fornire particolari sul suo rapporto con il muftr. Il gerarca nazista dichiarò sempre di aver incontrato il muftTuna sola volta, durante un ricevimento a Berlino. QueI
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sta dichiarazione, naturalmente, era un'immensa distorsione della verità ed è smentita da prove storiche incontrovertibili che documentano lo stretto rapporto di lavoro tra Eichmann e il muftr ai tempi del Terzo Reich. AI termine del processo, i seguaci di aI-l:iusaynf scrissero di Eichmann con toni di caloroso apprezzamento sui giornali di Damasco, Beirut, 11 Cairo e Amman. Quanto al muftr, nelle sue memorie ringraziò Eichmann della discrezione e lo elogiò defin endolo «valoroso e nobile}) per aver negato, mentre era sotto la custodia israeliana, «che vi fosse stato qualche legame tra loro due» 61. La fin e degli anni '60 fu un'epoca di declino per all:Iusaynl Quando nel 1963 fu rovesciato il primo ministro iracheno 'Abd al-Karfm Qa.sim, uno dei suoi allea ti, il nuovo esecutivo ritirò il proprio sostegno ad al-l:Iusaynr e al suo Governo per l'intera Pa lestina. Stessa cosa fece la Lega Araba dopo la morte del primo ministro del muftr 'AI:unad l:Iilmr ' Abd al-Baqr, avvenuta il 29 giugno 1963, dichiarando che il seggio del rappresentante pa lestinese era vacante. In settembre, ignorando le obiezioni di al-l:fusaynr, al-Nasir nominò 'A\:tmad Suqayrf quale rappresentante palestinese presso la Lega Araba. Nel 1964 fu creata una nuova organizzazione per sostituire il Supremo Comitato Arabo e il Governo per l'intera Pa lestina: in maggio, 422 delegati si erano riuniti a Gerusalemme per dar vita all'Organizzazione per la liberazione della Palestina, di cui al-l:Iusaynf pensava di assumere la guid a. Ancora una volta perse contro ' Al:lmad Suqayrf, che era emerso come il suo principale rivale e che fu eletto ufficia lmente presidente dell 'OLP. AI-l:Iusaynf era furioso. «L'opposizione nei confronti del signor Suqayrf» , scrisse il «New York Times», «si raccoglie intorno al gran muftr di Gerusalemme l:I ag 'Amfn al-Hu5<'ynJ, il quale asserisce di essere il rappresentante giusto e lega le del popolo
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palestinese» 6.2 , Oltraggiato, il Supremo Comitato Arabo di al-
tIusaynI d ichiarò che la nuova organizzazione era «una cospirazione sionista e colonialista finalizzata aUa liquidazione d ella causa p alestinese» 63. Ulteriormente emarginato d alla
Lega Araba, che aveva riconosciuto l'O LP come rappresentante del popolo arabo-palestinese, al-l:IusaynI ricevette un altro colpo quando, nel 1966, la Siria revocò il proprio sostegno al Governo per l'intera Palestina. Il suo ruolo d i importante attore politico sembrava finito. La crisi mediorientale del 1967 riportò al-tIusaynI b revemente al centro del palcoscenico. L'anno si era aperto con re l:Iusay di Giordania e il presidente egiziano al-Nasir impegnati in una guerra di parole e d i nervi. AI-Nasir sosteneva l'OlP e Suqayrr, il q uale aveva ad otta to la posizione secondo cui la Giordania non costituiva uno Stato arabo indipend ente bensì faceva parte d ella Pa lestina. Sebbene sto ricamente Suqayrr fosse nel giusto - erano stati gli ing lesi che negli anni '20 avevano separato la Gio rdania dalla Palestina originale pre-Mandato -, re I:fusay non era disposto a rinunciare al suo regno o alla sua vita. Inoltre, molti arabi palestinesi consideravano ancora I:Iag 'Amrn al-I:fusaynr il loro capo nonostante la l ~ tta di potere in cui era invischiato contro la nuova lead ership d ell 'OLP. Il P marzo 1967, re I:fusay, in una calcolata mossa politica per neutralizza re la minaccia rappresentata d a al-Nasir e Suqayrr, invitò al-l:fusaynI a tornare a Gerusalemme. Anche se sapeva che al-l:fusaynI aveva avuto una responsabilità diretta nella mo rte d i suo nonno re 'Abdullah, I:fusay ricordò il vecchio ad agio «il nemico d el mio nemico è mio amico» e si alleò tempo raneamente con il muftr nella sua lo tta contro al-Nasir e l'O LP. Il b reve ritorno di al-l:fusaynJ a Gerusalemme fu un grand e trionfo personale e gli diede immensa soddisfazione. No-
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nostante tutte le insidie, i passi falsi, i piani falliti, le alleanze sbagliate e i tradimenti tragici, per la prima volta in trent'anni egli tornò nella s ua ama ta Gerusalemme e, orma i vecchio, si immerse nella ca lorosa ad ulazione d egli arabi di Palestina . Durante il soggio rno nella Città Santa, il muftr alloggiò presso la residenza personale di re l:iusay a Beit Hanina. Tutti i leader della Gerusalemme araba, religiosi, laici e nazionalisti, lo accolsero con riverenza ed entusiasmo. In seguito aI-l:iusaynr avrebbe ricordato quella sua visita con parole toccanti: «Sorvolando l'aeroporto di Gerusalemme, vidi la Cupola d ella Roccia che mi sorrideva. Lasciai una parte di me in ogni angolo della città e su ciascuna delle sue col1ine» 64. Mentre pregava nel1a Moschea di al-' Aq$a, egli sentì di nuovo sorgere una speranza di riscossa. Finalmente era a casa. Quella sera, quando cenò con re l:iusay nel suo palazzo di Amman, i due sol1evarono i calici per brindare a un'alleanza che all:iusaynI sperava sarebbe stata duratura. Erano stati i loro nemici comuni a unirli . Nel g iro di pochi mesi, tuttavia, tutto ciò fu dimenticato quando al-Na.sir e l:iusay accantonarono le ostilità e si riallinearono contro Israele in preparazione alla g uerra d ei Sei Giorni. All'alba dell 'H giugno 1967 il trionfo militare israeliano era completo. n sogno di una vittoria araba si era trasformato in una terribile sconfitta. Tutte le speranze d el muftr di vedere la Palestina libera andarono in frantumi. A quel punto capì che non sarebbe vissuto abbastanza per assistere alla liberazione della sua terra. Se solo g li arabi avessero colpito Israele per primi. Se solo fossero riusciti a distruggere l'aviazione israeliana mentre si trovava a terra. Se solo Egi tto, Giordania e Siria avessero coordinato meglio i lo ro piani di guerra. AI-l:iusaynr ripeté mentalmente tutti questi «se» mentre realizzava che le spe-
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ranze di un 'intera vita di veder libera ta la Palestina non si sarebbero realizzate.
Dopo la stupefacente vittoria israeliana nella guerra dei Sei G iorni, al-l:fusaynr soggiornò brevemente in Arabia Saud ita. I rea li saud iti erano in collera con al-Na.sir, che attaccava costantemente la loro dinastia e illaro regno. An cora una volta il princip io (.i1 nemico del mio nemico è mio amico» produsse il suo effetto magico sul muftI e i sui suoi nuovi p rotettori. La famig lia reale saud ita accolse l:fag 'AmIn al-
Husaynf a braccia aperte. Re Fay~ l , un violento antisemita che venerava l protocolli dei savi di 5io/1 come il mufU, lo abbracciò e finÌ per apprezzare il suo parere e i su oi consigli. In pubblico e in p riva to, il ruolo del muftf era bene accetto e riconosciuto. Ecco che cosa riportò un g iornale saud ita: «I giornalisti sorrid ono e fanno lievi cenni d 'approvazione col capo. Il re cita il terzo capitolo d ei Protocolli dei savi di 5;011 per avvalo rare il su o ragionamento. Si dice che il suo pensiero sia influenza to da quello di f:l ag Amrn al-f:lusaynI, l'ex mufti di Gerusalemme. Re Fay:;;al usa addirittura le sue stesse parole»6.5. Nel settembre 1967 l' influenza ideologica di all:iusaynr si fece nuovam ente sentire quando il summit arabo d i Khartou m adottò come politica ufficiale i suoi vecchi ((tre no»: ((No alla p ace e no ai negoziati con lo Stato sionista, no alla cessione di qualsiasi pa rte dei territori arabi occupati ». Qu ando il s uo rivale Ah mad ~uqayrf fu costretto a d imettersi dalla presidenza dell'OLP, il 24 dicembre 1967, d opo la débàcle d ella gu erra arabo-israelian a nello stesso anno, f:l ag 'AmIn al-f:l usaynr p rovò un senso di trionfo e rivalsa. n 4 febbra io 1969 il cug ino e pi ù devoto protégé di aI-f:lusaynI, Yasir Arafat, fu eletto nuovo p residente dell'OLP. Con questa elezione al-f:lusaynI accettò il ruolo dell'OLP come organizzazione rapp resentativa d el popo lo a rabo-palestinese e I
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cedette volontariamente al cugino più giovane lo scettro della leadership araba radicale in Palestina . Come ricordò in seguito il genero del multr, Mubyeddrn al-f:iusaynr: ((f:iag ,Amrn sentiva che, dopo di lui, 'Arafat sarebbe stato la guida giusta per la nazione palestinese. Pensava che avrebbe potuto sostenere la responsabilità » 66 della leadership e raccogliere l'ered ità del suo maestro, e cioè un'opposizione senza compromessi a1l0 Sta to d'Israele. Sì, pensò f:iag 'AmIn al-f:iusaynr, c'era speranza. Yasir 'Arafat era deciso a continua re la battaglia ed era pronto a organizza re una guerra di liberazione nazionale. n muftr capì che, anche se era solo !'inizio di una lunga lotta, con fede e forza d 'animo la ba ttaglia poteva ancora essere vinta. Fu 'Arafat a conia re lo slogan (( Ri volu zione fino alla vittoria», parole che risultarono particolarmente evocative per al-t1usaynr. Man mano che ciascuno dei suoi previsti trionfi si trasformava in sconfitta e disperazione, egli voltava semplicemente pagina e si gettava nella sfid a successiva. Ormai prossimo al tramonto della vita, il vecchio guerriero poteva ritenersi soddisfa tto di aver passato il testimone a un membro più giovane della sua famiglia e altrettanto determinato. Sì, pensava, 'Arafat avrebbe incontra to degli ostacoli, ma la vita e la leggenda del muftr sarebbero state per lui una grande lezione. Qualunque cosa fosse successa, sapeva che la ca usa arabo-palestinese era in buone mani . Con l'elezione di 'A rafat a presidente dell 'OLP, altlusaynr si ritirò nella sua casa di Beirut, da dove continuò a svolgere un ruolo non ufficiale ma determinante nel Movimento Nazionale Palestinese, dan do consigli ad 'Arafat per la sua incipiente guerra del terrore contro lo Stato d' Israele e il popolo ebraico.
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i:fag 'Amln al-l:fusaynr trascorse gli ultimi anni di vita a Beirut, dove morì il 4 luglio 1974. Tra q uanti lo piansero al funerale, quello che si fece no tare di più fu 'Ara fat, il qualesecondo le cronache dei giornali - arrivò «con le lacrime agli occhh ~1. Il presidente libanese Sulayman Frangiyyeh e re I:fusay.di Giordania mandarono dei rappresentanti, così come altri capi di Sta to arabi. Possiamo immagina re che tra i presenti ci fosse an che Ijayrallah Talfah, amico devoto d el muftr per o ltre quarant'anni. Ai fun erali partecipò persino una grande folla 68, composta da migliaia di persone. Quando l:Iag 'AmIn al-l:iusaynI morÌ, il Supremo Consiglio Islamico, di cui era stato presidente, chiese al govem o israeliano di poter traslare le sue spoglie a Gerusalemme perché fosse sepolto ad al-Ha ram al-~arrf. L'au torizzazione fu negata e tre giorni dopo, con una cerimonia solenne, alHusaynI fu interrato nel cimitero dei caduti della rivoluzione palestinese a Beirut. A quanti erano accorsi per rendergli l'ultimo omaggio fu chiaro che una volta raggiunto l'obiettivo di tutta la sua vita - cioè d opo la liberazione di Gerusalemme dai sionisti e la distruzione dell'illegittimo Stato ebraico in Palestina - le spoglie mortali di tlag 'AmIn altlusaynr sa rebbero state riporta te a Gerusalemme per la sepoltura. Allora, e solo allora, Uloro amato muftr avrebbe riposato in pace per l'eternità in una ci ttà santa islamica realmente ll/dellrd ll, la capitale di un nuovo e durevole Sta to arabo-palestinese che, come il Terzo Reich immaginato da Hitler e al-l:fusaynr, sarebbe stato millenario. Oggi, sessant'anni dopo l'Olocausto, la carriera in tempo di guerra e l'importanza storica del «muftr di Hitlep>vanno ricordate e comprese meglio. Lo storico incontro tra altlusaynI e il Ftihrer, avvenuto il 28 novembre 1941, e la successiva alleanza tra Islam radicale e nazismo d urante la
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guerra hanno avuto effetti duraturi nel mondo arabo. Anzi, l'alleanza musulmano-nazista è sopravvissuta concretamente fino a oggi. La morte d el mufu non ha messo fine al dibattito sulla sua vita e s ulla sua eredità. Per i suoi sostenito ri, i:fag 'Amm ali:fusayru fu un eroe di proporzioni epiche, il George Washington del mondo islamico radicale. Come Ataturk in Turchia e Nehru in lndia, il muftI aveva riscosso grandi consensi negli anni giovanili quando era apparso un leader nazionale carismatico che molti capi di governo stranieri ritenevano avrebbe potuto condurre il suo popolo alla fondazione di uno Stato proprio . Il suo amico e sostenito re 'Isa Nableh, che per oltre trent'armi fu rappresentante d el Supremo Comitato Arabo presso le Nazioni Unite, lo ha definito un g rande patriota, «il più grand e capo dei palestinesi; colui che dedicò l' intera vita a difendere i loro diritti» e ad adoperarsi per l'indipendenza arabo-palestinese ..... Y:i.sir 'A raf~it, che nel 1969 prese il suo posto quando fu eletto p residente dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina, riferì sempre con g rande orgoglio di essere s ta to un allievo e un protégé del mufu, definendolo «il nostro eroe al-i:fusaynI», un eroico «simbolo di resistenza alle pressioni mondiali, rimas to tra i leader arabi n onostante le richieste di sostituirlo per v ia dei s uoi legami con il nazismo)) m. Per i capi dell' Islam radicale nella seconda metà del XX secolo, il muftI è stato un eroe e una guida. Una visione molto di versa e più accura ta di al-i:fusaynr fu o fferta da Edgar Ansel Mowrer, corrispondente all'estero ed editorialis ta vincitore del premio Pulitzer. «Come omicida », scrisse Mowrer, «ques t'uomo è tra i più grand i assassini della storia. Come nemico delle Naz ioni Unite, fu su perato solo da Hitler. Nella malvagità delle sue intenzioni, tlag 'Amln lo
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uguagliòn 71 , Per i suoi detrattori, adesso come allora, l:Iag ,Amln al·l:Iusaynf è una vera icona del male - un assassino e un terrorista che giustificava l'uso del terrore per raggiungere i suoi fini politici. La sua eredità sopravvive ancora oggi.
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Capitolo 6 Un mandato per l'odio: l:iag 'Amln al-l:lusaynf e l'islamizzazione dell'antisemitismo
«Sono ebreo»: queste furono le ultime parole di Daniel Pearl, reporter del «Wall Street Joumah>, prima di essere decapitato in Pakistan da alcunj terroristi islamici nel 2004. La sua uccisione fu l'acme e la realizzazione della violenta ideologia antisemita di l:iag 'Arnfn al-l:iusayni, un'ideologia che ha ispirato decenni di odio contro gli ebrei in tutto il mondo islamico. Lo sconvolgente omicidio di Pearl esemplifica crudelmente la minaccia mortale che questa ideologia oggi rappresenta. Come per Hitler e l:iag ,AmIn al-l:iusayni in passato, oggi per molti islamisti radicali basta nascere ebrei per diventare oggetto di od io. L'lslam radicale è la principale fonte di antisemitismo nel mondo moderno. Negli ultimi decenni, l'odio contro gli ebrei e la circolazione e distribuzione su vasta scala di letteratura antisemita, come I protocolli dei savi di SiOll, sono aumentati in misura drammatica ed esponenziale in tutto il Medio Oriente islamico. «Uccidete gli ebrei. (... ] Questo piace a Dio, alla storia e alla religione»: la fa twah proclamata dal muftr alla radio tedesca nel 1943 è diventata uno slogan che ha ispirato generazioni di terroristi islamici radicali, da Yasir 'Arafat e 'Usamah Bin Ladin a 'Al:tmad 'Ornar Sa'd Sayl].la mente che ha idea to il brutale rapimen to e il barbaro omici-
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dio di Daniel Pearl in Pakis tan . Come padre fondatore d ell'antisemitismo islamico radicale nel XX secolo, al-l:Iusaynr riman e l'indissolubile e duraturo anello di congiunzione tra il vecchio antisemitismo dell'Europa pre-Olocausto da un lato, e, dall'al tro, la giudeofobia e la negazione dell'Olocausto che permeano in questi anni il mondo musulmano. Oggi più che mai l'antisemitis mo è avallato pubblicamente dai governi e d iffuso dai media a rabi, insegnato nelle scuo le e nelle università musulmane, e predicato nelle moschee. Anzi, possiamo afferma re senza timore di esagerare che l'antisemitismo classico costituisce una parte essenziale e inestricabile della vita intellettuale araba dei nostri tempi, p roprio come avvenne per la vita culturale e intellettuale della Germania nazista durante gli anni '30 e '40 1 • Le rad ici dell'antisemitismo islamico sono profonde. Du· rante la seconda guerra mondiale furono rinvigorite dalla collaborazione tra nazisti e islamici radicali, ispirata e pro-mossa dal muftr. Negli anni '50 e '60 al· l:Iusaynr fece molto per adattare e promuovere la durevole eredità antiebraica del nazisrno, che ha trova to un'a udience in grado d i apprezzarla nel mondo islamico contemporaneo, dove un ceppo partico-larmente virulento di giudeofobia, come non se ne vedevano dai tempi dell 'Oloca usto, trova una d iffusa espressione su li· bri, riviste, giornali, radio, televisione e Internet. L'antisemitismo musulmano contem poraneo è anche profondamente radica to negli insegnamenti religiosi e nella tradizione politica islamica. A partire dalla nascita dell' l· sla.m, gli ebrei hanno d ovuto fare i conti con il lascito della storica avversione di Maometto per i loro correligiona ri d i Medina. Documenta ta nel Corano, l'ira del Profeta contro gli ebrei che non avevano accettato il suo insegnamento fu se· guita dal loro spietato asservimento, a Med ina come in mol·
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te altre città, quando Maometto intraprese le guerre di conquista insieme ai suoi seguaci . Questa ostilità determinò il successivo atteggiamento dell' Islam verso gli ebrei, e, nel corso dei secoli, un accanimento verso l'ebraismo che è diventato più violento dopo la fine della seconda guerra mondiale. In quanto discendenti di coloro che avevano rifiutato la nuova fede islamica e si erano opposti al suo fondatore, gli ebrei sarebbero sempre stati condannati come infedeli da molti musuImani 2. Le voci e gli scritti antisemiti islamici oggi invocano l'insegnamento coranico di Maometto, secondo cui gli ebrei sono i più grandi nemici dell 'umanità. Negli ultimi anni questo e altri versetti del Corano, che riservano agli ebrei una speciale condanna, sono diventati sempre più popolari tra i funzionari religiosi di tutto l'Islam l . li Corano è disseminato di giudizi al vetriolo, che attaccano malevolmente gli ebrei con maggiore o minore intensità, accusandoli di volta in volta di vigliaccheria, avidità e imbrogli, denigrandoli come scimmie e maiali ~, e denunciandoli come «corruttori della Scrittura»5. Queste accuse, articolate per la prima volta da Maometto nella sua reazione rabbiosa contro gli ebrei che lo avevano respinto, da allora sono state considera te parola di Dio da molti musu lmani. Negli ultimi decenni i leader dell' Islam radicale hanno continuato a invocare l'ira di ispirazione divina che Maometto provava nei confronti degl i israeliti, e a citare i suoi insegnamenti nel Corano per giustificare gli appelli a lla giJu1d che ogni buon musulmano deve combattere contro gli ebrei. Oggi per gli islamisti radicali, come per il gran mufti prima di loro, l'odio di Maometto è il pretesto crucia le per continuare la guerra del terrore contro il popolo e lo Stato ebraico.
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Dai tempi di Maometto gli ebrei sono stati bollati come dllimmi (cittadini di seconda classe) nelle società islamiche, dove hanno sempre ricevuto il tra ttamento riserva to alle minoranze tollerate, infer iori e servili rispetto ai musulmani 6. Durante il suo regn o il califfo di Baghd ad , Han]n a l - Ra ~rd (786-809), stabilì per legge che gli ebrei d ovevano indossare una cintura gialla e un alto copricapo a fo rma d i cono. Questo d ecreto musulman o fu d 'ispirazione per l'umiliante di· stintivo giallo che gli ebrei dovettero portare nell'Europa med ievale e, più tardi, nei paesi europei sotto l'occupazione nazista 7. Anch e nell' lmpero ottomano islamico, relativamente tollerante, dove molti ebrei cercarono rifugio dopo l'espulsione dalla Spagna nel 1492, h lrono emanate leggi che introducevano restrizioni sul numero e l'ubicazione delle sinagoghe e che vietavano di costruirle vicino alle moschee 8• Nei secoli successivi al decreto del ca liffo, gli ebrei sperimentarono una crescente ondata di ostilità e violenza in tutto il mondo musulmano. Nel corso del XIX secolo, in particolare, furono massacrati in più occasioni e in numerose città di tutto il Medio Oriente. Ad esempio, i musulmani attaccarono e uccisero gli ebrei di Aleppo nel 1853, di Damasco nel 1848 e nel 1890, del Cairo nel 1844 e nel 1901 -1902, di Alessandria nel 1870 e nel 1 88 1 ~, e dell' isola tunisina di Djerba nel 1864 !O. A Tunisi, nel 1869, furono assassinati diciannove ebrei nell 'a rco di pochi mesi e, in Ma rocco, ne morirono oltre cinquecento tra il 1864 e il 1880, spesso uccisi in pieno giorno 11. All 'inizio del XX secolo la fur ia musulmana contro gli ebrei si scatenò anche nelle città marocchine di Casablanca e Fez Il. In quest'ultima, addirittura, i tumulti del 1912 portarono all'uccisione di sessanta israeliti e al saccheggio del quartiere ebraico 13. La tragedia dell 'antisemitismo musulmano ha dunque una tradizione molto antica.
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«/ protocolli dei savi di 5iol1 », il «Meitl Kampf» e la letteratllra al1-
tisemita is/amica Nei decenni successivi aUa second a guerra mondiale, l'odio contro gli ebrei è stato attizzato in tutto il mondo islamico dalla circolazione massiccia di pubblicazioni notoriamente antisemite, tra cui I protocolli dei savi di 5iotl e il Meill Kampf, la violenta autobiografia di Hitler; uno sviluppo, questo, incoraggiato e promosso da I:lag 'AmIn al-Husaynr. I protocolli dei savi di 5iotl sono un od ioso falso risalente alla Russia za rista che ha la pretesa di documentare l'esistenza di una segreta cospirazione ebraica per dominare il mondo. Screditati già prima degli anni '20, continuano tuttavia a essere considerati opera di notevole autorevolezza ed erudizione in gran parte del mondo islamico. Anche Hag 'AmIn al-HusaynI condivideva tale opinione, essendo cresciuto in una famiglia che accettava l'autenticità dei Protocolli. Nel 1918 suo cugino MOsa Qasim Basa al-HusaynI, il sindaco di Gerusalemme, disse al leader sionista Chaim Weizmann di aver ricevuto una copia dei Protocolli da un funzionario dell'amministrazione milita re britannica in Palestina, e gli chiese se anche i leader sionisti fossero tra «i savi di Sion» e se facessero parte dello stesso complotto 1 ~. Trascorsi appena tre anni, nel 1921, poco dopo la nomina di Hag 'AmIn all:lusaynI a muftI di Gerusa lemme, fu pubblicata la prima di mol te traduzioni arabe dei Protocolli dei savi di 5io1l 15, con il sostegno e l'approvazione entusiastica di al-l:iusaynr. Durante gli armi '20, la teoria di una cospirazione internazionale ebra ica per governare il mondo attraverso il tradimento e la violenza segreta conquistò gli a rabi di Palestina. Appena due mesi dopo la no mina di al-l:iusaynr, a Gerusalemme scoppiarono nuovi disordini antiebraici istigati dalla propa-
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ganda del mufu, responsabile tra l'altro di aver fatto pubblicare sulla stampa araba una nuova traduzione dei Protocolli. Nel 1929, testimoniando davanti alla Commissione Shaw nominata dal Ministero delle Colonie britannico per indagare sul massacro degli ebrei di Hebron e Gerusalemme, alI:fusaynr ammise di aver dis tribuito i Protocolli in arabo e asserì con fermezza che erano autentici. Inoltre, dichiarò che il complotto ebraico-sionista descritto in quel libro era responsabile dell'aumento dell'immigrazione ebraica in Palestina a partire dagli anni '20, così come degli sforzi illegittimi degli immigrati ebrei per sottrarre la Palestina agli arabi e impadronirsi dei luoghi santi dell'lsla.m a Hebron e Gerusalemme. I:fag 'Amln al-I:fusaynr e Adolf Hjt]er erano entrambi grandi ammiratori dei Protocolli. La sconfitta e il suicidio di Hitler nel 1945 non scoraggiarono il muftT dal proseguime la missione ripubblicando e diffondendo i Protocolli in tutto il Medio Oriente. Nei decenni successivi, grazie agli incessanti sforzi del muftr, l Protocolli dei savi di Sioll furono pubblicati in arabo più volte e in traduzioni diverse 16, e divennero best seller nelle capitali islamiche, dal Cairo a Teheran e Damasco. A oggi ne esistono almeno nove diverse traduzioni in arabo e innumerevoli edizioni, più che in qualsiasi altra lingua, e rimangono una lettura obbliga toria in parecchie università a rabe 17. Un'edizione del 1968 fu tradotta da Sawqr 'Abd al-Nasir, fratell o del presidente egiz iano 18 nonché fedele protégé e sostenitore del muftf. I Protocolli sono sta ti pubblicamente lodati e consigliati da vari monarchi, presidenti, primi ministri e altri leader politici e intellettuali dell'Islam radicale. In diverse occasioni, ad esempio, il presidente egiz iano Gama:l 'Abdel al-Nasir elogiò il libro e raccomandò che tutti lo leggessero. AI-Nasir disse all' intervistatore di un giornale indiano: «Le darò una copia
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in inglese. Dimostra chiaramente, per citare dai Protocolli, che "trecento sionisti, ciascuno dei quali conosce tutti gli altri, reggono il destino del continente europeo ed eleggono i loro successori all'interno del proprio elltou rage",) 19, Il sovrano dell'Arabia Saudita Fay~al o rdinò che tutti gli a lberghi sauditi avessero a disposizione i Protocolli come lettura da comodino :lO e spesso ne donava copie agli ospiti del suo regno, Il Segretario di Stato americano Henry Kissinger fu tra i molti diplomatici a ricevere un simile regalo 21 , Quando re Fay~a l donò i Protocolli, insieme con un'antologia di scritti antisemiti, ai gio rnalisti che accompagnavano il ministro degli esteri francese Michel Jobert in visita in Arabia Saudita nel gennaio 1974, alcuni funzionari osservarono che era tra i libri preferiti del sovrano 22 , l:Iama.s, che si è sv iluppata dai Fratelli musulmani e che il muftI aveva promosso con entusiasmo sin dal suo inizio, fa riferimento ai Protocolli nell 'a rticolo 32 del suo statuto, dove dichiara che la costante condotta cospiratoria del sionismo mondia le, di Israele e del popolo ebraico «costituisce la migliore dimostrazione di quanto era stato affermato [nei Protocollil) n. I portavoce del governo iraniano, dall 'epoca dell'ayatollah Khomeini sino a oggi, hanno sposa to la teoria dei Protocolli e spesso li hanno fatti pubblicare a puntate sui quotidiani 2~ , In tempi più recenti l'opera era disponibile, in versione inglese, presso lo stand iraniano all'edizione 2005 della Fiera internazionale del libro di Francoforte 25 • Centinaia di periodici arabi citano o riassumono regolarmente i Protocolli, parlandone come di una testimonianza autorevole sulla cospirazione gi udeo-sionista mondiale, n giornale libanese «al-'Anwa.n) ha riferito che una recente edizione del libro è arrivata in cima alla sua classifica dei best seller di saggistica 26 , 11 6 novembre 2000, il primo gio rno di Rama<;la.n, il me-
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se sacro d ei musulmani, ventidue reti televisive d el m ondo a rabo hanno trasmesso la prima parte di una serie egiziana in quaranta puntate, Kllights Witltollt a Horse, che illustrava il
complotto ebraico per dominare il mondo così come lo descrivono i Protocolli. Per il muftr, come per le due successive generazioni di islamisti radicali, la malvagità, l'odio, la perfidia e la violenza del mondo erano in gran parte attribuibili ai complotti e aHe cospirazioni ebraiche ordite dai «savi di Sion» e d escri tte nei Protocolli. Analogamente il Meitl Kampf di Hitler, tra le pubblicazioni antisemite preferite del muftr e dei suoi protégé, negli ultimi decenni è stato ampiamente letto e apprezzato dagli islamiei radicali. Infa tti, se i Protocolli sono l'opuscolo antisemita più popolare nel mondo arabo, il Mei" Kampf li segue a ruota ll. L'autobiografia di Hitler, così piena d'odio e violentemente antiebraica, è disponibile in arabo dal 1963 e continua a rimanere un best seller in diversi paesi islamici :!ll. Dopo la guerra dei Sei Giorni del 1967, i soldati israeliani scoprirono che molti prigionieri egiziani avevano con sé una piccola edizione tascabile del Mei" Kampf, tradotta in arabo da un funzionario del Centro Arabo d ' lnformazione del Cairo. Il trad uttore, noto con lo pseudonimo di al-I:Iag, in realtà si chiamava Louis Heiden ed era stato un dirigente del Ministero della Propaganda nazista :l9. Heid en si era rifugiato in Egitto dopo la guerra e aveva assunto il nuovo nome dopo la conversione all' Islam. Quando il Meitl Kampf fu ripubblicato dall ' Autorità Nazionale Palestinese di Y:l.sir 'Arafa.t nel 2001, poco dopo gli attacchi terroristici dell'H settembre contro il World Trade Center e il Pentagono, divenne un best seller in tutto il mondo arabo. Nuove edizioni del Meill Kampf sono recentemente apparse in Turchia, Libano e Arabia Sa udita, e la sua traduzio-
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ne araba è sempre disponibile nelle lib rerie di Londra :lO, Mentre il Meill Knmpf continua a trovare un vasto ed entus iasta pubblico islamico, Scllilldler's List, un film ch e d escrive la sofferenza degli ebrei sotto il regime n azis ta, è vietato nella maggio ran za dei paesi arab i 31 .
L'aecllsa del sangue nel Medio Orien te fslamico A pa rtire d ai p rimi anni '60, incoraggiati da al-l:IusaynI, i media arabi hanno riesumato la calunnia d el sangue accusando sistematicamente gli eb rei di aver commesso omicidi ritua li. Secondo questa accusa, gli ebrei userebbero il san gue di bambini cristiani e musulmani per impas tare il p ane azzimo mangiato durante la settimana della Pasqua ebraica. lo Siria, Palestina ed Egitto i leader mus ulmani avevan o accusato gli ebrei di omicidio rituale per tutto 1'800 :12. L'accusa d el sangue p er al-l:Iusaynr era un fatto storico, non una diceria maligna o una calunnia, e s in d alla g iovinezza egli aveva cred uto nella sua a ttend ibilità. In Egi tto simili accuse ricevettero un nuovo impulso e tornarono a diffo ndersi dop o l'arrivo di al-l:Iusaynr alla fin e degli anni '40. Durante gli anni '50 e '60, il governo del presidente egiziano Gama:l 'Abdel aI-Nasir fece pubb licare e d ivulgare mo lti lib ri in cui gli ebrei erano accu sati d i om icidio rituale e che, s uccessivamente, con qu istarono un vasto pubblico attraverso la stam pa, le trasmissioni rad io e i testi scolastici arab i JJ • Nel 1962, su s uggerimento di al-l:Iusaynr, il Minis tero della Pubb lica istruzione egiziano ripubblicò Tlle Talmlldic Hl/ mali Sacrifices di l:Iabrb Faris, ap parso per la prima volta nel 1890 a l Cairo. Nell 'introduzione il cura to re osserva che il libro costituisce «una documentazione esplicita d ell'accusa, basata su prove evi-
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denti, che il popolo ebraico ha permesso lo spa rgimento di sangue come dovere religioso imposto dal Talmud »14. Nel suo libro del 1964, TI/e Dfmger oJ World Jewry fa Islam fl l1d CIIristiallity, l'egiziano Abda llah sosteneva che ((il Dio degli ebrei non si accon tenta del sacrificio di animali,> ma «deve essere placato con sacrifici umanh). Di qui, scrisse l'au tore, «l'usanza ebraica di uccidere i bambini e usam e il san gue per mescolarlo con le matzòt durante la Pasqua» lO. Nel suo Illllmillatiolis 011 Zi01l;5111, pubblicato al Cairo nel 1969, Mu ~ tafa: al-Sa'danI, uno degli autori preferiti del muftr, dedica oltre trenta pagine alla calunnia del sangue 36, accettando come un fatto storico le accuse di omicidio rituale. Analogamente, nel suo Tlle Euemies oJ Mallkilld pubblicato al Cairo nel 1968, l'egiziana 'AyM 'Abd al-RaQman definisce come «un rito ebraico riconosciuton il dissanguam ento d i bambini nel periodo pasquale, e usa epiteti come «male», «piaga» e «germi dannosi»J:7 per riferirsi agli ebrei. In decenni più recenti, l'accusa del sangue ha continuato ad apparire sui med ia arabi. l giorna li di Qatar, Egitto, Arabia Saudita, Kuwait, Bahrain e Giordania hanno ristampato affermazioni simili sugli ebrei e gli israeliani J8 • «Al-' Ahram », uno dei principali gio rnali egiziani finanziati dal governo, ha descritto dettagliatamente in una speciale serie di articoli come gli ebrei userebbero il sangue dei gentili per cuocere le loro azzime pasquali. Nel marzo 2001 un intellettuale egiziano allo stesso modo ha spiegato su «al-' Abbar» che il Talmud (da lui definito il testo più sacro degli ebrei) prescrive l' uso del sangue di non eb rei nella preparazione delle tradizionali azzime che si mangiano d urante la Pasqua ebraica J9. ln riferimento all'accusa del sang ue, ilI Ogennaio 2001 un settimanale arabo di Damasco ha dichiarato che le azzime di Israele «sono imbevute del sangue degli iracheni, discenJ
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denti dei babilonesi, in quello dei libanesi, discendenti dei sidoniani, e in quello dei palestinesi, discendenti dei cananei. Queste azzime sono impastate con le armi americane e con i missili dell'od io puntati contro i musulmani e gli arabi cris tiani »~. Nel marzo 2002 il dottor 'Umaymah 'AJ:unad alGa lahma dichiarò sul quotidiano del governo saudita «alRiy:i<,h: «È un fa tto comprova to, storica mente e giuridicamente, che in ogni epoca gli ebrei harulo versa to sang ue umano per prepa rare i dolci delle loro fes tività, Questo è uno dei motivi principali che hanno provoca to la loro persecuzione e il loro esilio in Europa e in Asia» ' 1, Anche Yasir 'Arafat e altri leader politici arabi vicini al muftf hanno contribuito a diffondere la calunnia del sangue e le accuse di omicid io ritua le contro gli ebrei. Il 24 aprile 1970 la radio d i al-Fa tl:t, l'organ izzazione d i Yasir ' Arafat, an nunciò la seguente notizia: «Rapporti dalla patria prigioniera dicono che il nem ico sionista ha iniz iato a rapire i bambini dalle strade, In un secondo momento le forze di occupazione prelevano il sang ue dei bambini e buttano via i loro co rpi d issanguati. Gli abitanti di Gaza hanno visto questo con i loro occhi» ·2. Nell'agosto 1972, re Fay~a l dell 'Arabia Sa ud ita riferì al settimanale egiziano «al-M u!?awwaJ» che, mentre si trovava a Pa rigi, (da polizia aveva trova to cinque ba mbini assassinati e dissanguati. Si era poi scoperto che alcun i ebrei li avevano uccisi per prend erne il sangue e mescolarlo al pane che mangiano quel giorno [di Pasqua]» ' l , L'ann o successivo, nel novembre 1973, Fay!?a l dichiarò che «era necessario aver ben presente l'obbligo religioso ebraico d i ottenere sangue non eb reo per comprendere i crimini del sion ismo»'", Nel 1984 il ministro della d ifesa siriano M u ~!afa Tl a~ pubblicò un libro intitolato T/le Matzah oJ ZiOIl, nel quale d iscu-
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teva l'infame «affare di Dam asco» d el 1840 in cui alcuni ebrei della città erano s ta ti ing iustame nte accusa ti di omicidio rituale d opo che un frate cappuccino e il suo servitore musulmano erano misteriosamente scomparsi 0. Tla,s sosteneva che gli ebrei d amasceni avevano d avvero ucciso il frate e il suo servitore pe r impasta rne il san gue nelle matzòt (azzime) di Pasqua e, nella prefazione d el libro, ammoni va minacciosamente: «L'ebreo può uccidervi [ .. .] e prendervi il sangue per fare il su o p ane 5ionista. [... ] Spero di aver fatto il mio dovere illustrando le pratiche del nem ico della nostra storica nazione. Che Allah assista questo progetto » .... Nel 2001 un produttore egiziano usò le seguenti parole per annunciare che stava realizzando un ad attamento cinematografico d el libro di Tl a~: «Sarà la risposta araba a Sclli"dler's Lish)47. La d iceria d ella calunnia del sangue si basava, in parte, sulla d emonizzazione d egli ebrei e sulla convinzione che es~ si fossero per natura malvagi, d eprava ti e infidi. Nel 1968 questa convinzione fu pubblicizzata e accreditata in tutto il mondo islamico g~a z i e a una conferenza che si tenne presso l'Università al-' Azhar d el Cairo, la più im po rtante università islamica del Medio Oriente -l8, a cui parteciparo no i d elegati di ventiquattro paesi islamici. Nei lavori p resentati alla conferenza, in seguito raccolti nel volume Arab Tlleologians on Jell.ls al1d Israel t9 , i partecipanti d enigrarono g li ebrei d efinend oli «nemici di Dio», «nemici dell'umanità» e «cani dell 'umanità,), e d escrissero la loro malvagità come «immutabile e permanente') 50 . Lo Stato d 'Israele fu d efinito un culmine «di d epravazione storica e culturale»}), la Bibbia ebraica qualificata con termini dispregiativi come «opera fa lsa » 52, e gli ebrei accusati di «tradimento,) in ogni tempo e luogo. Ecco, ad esempio, la dichiarazione di l:Iasan Ijalid, uno d ei teologi intervenuti alla conferenza amico di al-l:Iusaynr e muftr
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del Libano: «In tutte le epoche e le età gli ebrei non hanno fatto a ltro che tradire. Il loro istinto, infatti, li ha portati a spezzare l'a lleanza con gli altri e a ricorrere al tradimento non appena se ne presenta va l'occasione)} Sl.
Mabmad 'Abbns, l'Autorità Nazionale Palestinese e la negazione dell'Olocausto in Medio Oriente In aggiunta a forme di antisemitismo come la calunnia del sa ngue e le accuse di omicidio rituale, negli ultimi anni il mondo islamico ha visto diffondersi in misura sempre maggiore anche la negazione dell'Oloca usto, che è diventata una nuova arma nella campagna islamica rad icale per demonizzare e denigrare gli ebrei S' . Sin dall'inizio, la negazione dell'Olocausto ha ottenuto un diffuso sostegno nel Medio Oriente islam ico. Il governo dell'Arabia Saudita, ad esem pio, ha fin anziato numerose pubblicazioni che accusano gli ebrei di aver fabbricato la leggenda dell'Olocausto per ottenere sostegno per Israele 55 • «AI-'Istiqlah, il periodico con sede a Cipro fondato dal presidente dell'OLP Yasir 'A rafat, ha divulgato una tesi che nega l'Olocausto con il titolo Ebrei inceneriti nelle camere della morte naziste, la menzogna del XX secolo ~. L'edizione del luglio 1990 di «Ba lsam,), pubblicato dalla Mezzaluna Rossa palestinese - ovvero l'omologa della Croce Rossa controllata dall'OLP e diretta da Fatl:tr' Ara fat, il fra tello medico di Yasir 'A rafat - conteneva un articolo in cui si sosteneva ch e «la menzogna delle ca mere a gas ha permesso agli ebrei di crea re lo Stato d'lsraele» 57. Le camere a gas naziste «sono state una montatura ebraica per defraudare la Germania di fondi per Israele », asseriva l'autore dichiarando
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che «senza i soldi tedeschi, Israele non sarebbe in grado di sopravvivere» 5/1. Anche l'Arabia Sa udita ha contribuito a finanziare clandestinamente in Occidente la letteratura antisemita che nega l'Olocaus to, tra cui AI/ti-Ziol' (il cui titolo originale era Th~ Jews 0 /1 Trial) e The Six Millioll RecolIsidered, opera del neonazista americano William Grimstad che nel 1977 era stato riconosciuto come agente saudita dal Ministero della Giustizia USA. Nel 1981 e nel 1982 queste pubblicazioni furono spedite a tutti i membri del Senato degli Stati Uniti e del Parlamento britannico dal Congresso Islamico MondiaIe 59, l'organizzazione fondata nel 1931 da l:iag 'AmIn al-l:iusaynI, il
quale ne conservò la presidenza fino alla morte nel 1974. Con sede in Pakistan e stretti legami con l'OLP, il Congresso lslamico Mondiale sin dalla sua creazione è stato una roccaforte dell'antisemitismo islamico radicale e dell'attività terroristica contro Israele e l'Occidente. I tentativi arabi di minimizzare o negare l'Olocausto risa lgono a oltre quarant'anni fa. Il primo di molti capi di Stato arabi ad avanzare un' idea simile fu il presidente egiziano Gamal ' Abdel aI-Nasir, il quale dichiarò a un giornale americano che «nessuno, nemmeno la persona più semplice, prende sul serio la menzogna secondo cui furono assassinati sei milioni di ebrei»6G. Dall'inizio degli anni '80, tuttavia, la negazione dell 'Olocausto ricorre in misura sempre maggiore, in tutto il Medio Oriente islamico, negli scritti e nelle dichiarazioni di politici e capi di Sta to arabi, in articoli ed editoriali di giornalisti, e nelle pubblicazioni e nelle risoluzioni di organizzazioni terroriste islamiche quali rOLP e l:famas. Tra i leader politici dell'Islam radicale, uno dei principali negatori dell'Olocausto è senza dubbio Mahmod 'Abbas, cofondatore - insieme a Vasir Arafat - del gruppo terrorista I
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arabo-palestinese al-Fat):l e suo successore alla presidenza dell'Autorità Nazionale Palestinese e deU'OLP. MaJ:unad 'Abbas, alias 'Aba Mazin, è l'autore di un libro dal titolo The Olller Side: Tlle Seeret Relatiollsllip betweell Nazism a/ld tlle 2ioIlist Movemellt, in origine la tesi di dottorato che completò nel
1982 presso il Collegio Orientale di Mosca 61 , In esso, 'Abbas sostiene che i nazisti non uccisero sei milioni di ebrei bensì solo poche centinaia di migliaia, e che il movimento sionista du complice nel massacro degli ebrei » durante il Terzo Reich 62 . Egli nega che le camere a gas naziste siano state usate per uccidere gli ebrei e, a conferma di quanto sostiene, cita uno studio di presunta autorevolezza del famigerato negazionista francese Robert Faurisson 63, L'argomento centrale nel libro di Abbas è la tesi secondo cui, nel dopoguerra, i sionisti esagerarono enormemente il numero degli ebrei morti nell'Olocausto per i loro fini politici 64 . Per citare le parole di 'Abb.s: Durante la seconda guerra mondiale morirono quaranta milioni di persone, appartenenti a nazioni diverse: dieci mi)joni di tedeschi e venti milioni di sovietici. Quanto al resto delle vittime, esse provenivano da Iugoslavia, Polonia e altri paesi. Tuttavia, dopo il conflitto fu annunciato che le vittime comprendevano sei milioni di ebrei e che la guerra di annientamento era stata diretta in un primo momento contro tutti gli ebrei e solo in seguito contro gli altri popoli d'Europa. La verità è che nessuno può verificare questa cifra o negarla del tutto. II!I
Dopo neanche due anni dal suo completamento in Russia, la tesi di dottorato di 'Abbas fu tradotta in arabo e ripubblicata in Giordania, con una nuova introduzione dell'autore. Oggi è considerata un autorevole «classico» sulla
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negazione dell'Olocausto ed è citata diffusamente da studiosi, politici e propagandisti arabi 66 . 'Abbas ha ripe tutamente rifiutato di ritrattare le gra vissime affermazioni contenute
nel suo libro e, anzi, poco dopo essere stato nominato da 'Arafat primo ministro dell' Autorità Palestinese ha riconfermato la su a posizione sull'Oloca usto in un'intervis ta del 28 maggio 2003 rilasciata al quotidiano israeliano «Yediot Aha ronoh 67• Altri leade r, politici e diplom atici palestinesi hanno se-
guito l'esempio di 'Abbas e adottato la sua linea. Nel 1978, ad esempio, durante ('attività politica intorno a110 storico summit diploma tico di Camp David a cui parteciparono Jimmy Carter, Menachem Begin e 'Anwar al-Sadat, la negazione dell'Olocausto trovò espressione pubblica in un memorandum presentato dal diploma tico arabo-palestinese 'Isa Nal)leh ai presidenti Carter e al-Sadat. Nal)leh, un noto negazionista tra i consiglieri e i collaboratori politici più vicini a l mufty 6II, era stato per anni il rapp resentante permanente del Supremo Comitato Arabo per la Palestina presso le Nazioni Unite. «La notizia falsa dei sei milioni di ebrei che sa rebbero morti in Europa», dichiarò NalJleh con enfasi, «è stata usa ta dai sionisti per assicurare sostegno all'occupazione ebraica della patria pal estinese » ~. La negazione dell 'Olocausto oggi è una tesi ampiamente condi visa, ava lla ta e promossa da molti politici, dip lomatici e opinionisti arabi in tutto il Medio Oriente islamico. Ormai è tra le calunnie abituali dell 'Islam radica le contro gli ebrei 70. A partire dagli alU1i '90, la negazione dell'Olocausto è diventata ancora più popolare nei media arabi. Questo vale persino per Egitto e Giordani a, gli unici due paesi ad avere rapporti diplomatici con lo Stato d 'Israele. Tra i q uotidiani che hanno regolarmente pubblicato articoli negazionisti fi-
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gurano il giordano «al-' Arab al-Yawffi}', il siriano «TisrIn }}, l'i ra niano «Tehran 11mes}' (in lingua inglese) e «al-l:fayat alGadTdah)} dell ' Autorità Nazionale Palestinese 71, Un articolo del 31 gennaio 2000 apparso su «11srln», giornale ufficiale del partito Ba'a t siriano, sosteneva che Israele usa «la leggenda dell 'Oloca usto come una spada sospesa sul collo di quanti si oppongono al sionismo'} e cerca di «soffocare qualsiasi voce che sveli la verità» n. Analogamente il «Tehran TImes» ha pubblicato alcune dichiarazioni secondo cui i suoi giornalisti avrebbero dimostrato che le affermazioni degli ebrei sull'Olocausto sono fraudolente e inverificab ili, invenzioni del complotto sionista 73 , Nel luglio 1998, «al-l:fayat al-Gadldah» pubblicò un saggio particolarmente velenoso intitolato Jewisll Control oJ The World Media, in cui si cercava di spiegare come gli ebrei erano riusciti a falsificare la storia della seconda guerra mondiale. L'autore, 5ayf 'AlI aI-Garwan, sosteneva che l'opinione pubblica internazionale, controllata e manipolata dai sionisti, avesse esagerato in maniera sproposita ta le persecuzioni tedesche e inventato storie orribili sull 'eccidio della comunità ebra ica europea e sull 'uso delle camere a gas. AIGa rwan, che scriveva per un giornale ufficialmente pubblicato sotto gli auspici e la direzione di Yasir 'Arafat, prosegui va asserendo che l'Olocausto è un'invenzione della cospirazione ebraica mondiale: La verità è che quella persecuzione fu un' invenzione malevola degli ebrei , È una leggenda che hanno chia mato «Olocausto» per suscitare compassione, Storici degni di fede la contestano, chiedendo che venga no presentate p rove {piùl convincenti. La •• Historical Society di Los Angeles ha dichia ra to che avrebbe dato SO.OOO dolla ri a chiunq ue avesse dimostrato che g li ebrei era-
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no sta ti uccisi nelle camere a gas. Gli ebrei hanno esercitato enormi pression i e rivolto accuse di antisemitismo contro chiunque sollevasse questa obiezione con l'intento di ridurlo al silenzio. Anche se l'aggressione violenta di Hitler facilitò in una
certa misura la persecuzione degli ebrei, questi alla lunga ne hanno certamente benefici ato. 7. La rete televisiva dell' Autorità Nazionale Palestinese, an-
ch'essa autorizzata e diretta da Yasir 'Arafat, ha spesso negato fatti essenziali dell'Olocausto nelle proprie trasmissioni. Ad esempio, in un programma culturale del 25 agosto 1997 sulla commemorazione dell 'Olocausto che si celebra tutti gli anni in Israele, il modera tore informò il pubblico di quanto segue: «È risa puto che ogni almo gli eb rei esagerano quanto hanno subito dai nazisti. Sostengono che i morti sono stati sei milioni, ma un'accurata ricerca scientifica dimostra che non furono più di qua ttrocen tom ila » ~. In un'altra trasmissione culturale dell ' Autorità Naziona le Palestinese andata in onda nel 1997, l:Iasan al-' Aga, professore presso l'Università lslamica di Gaza e consigliere politico di Yasir 'Arafat, dichiarò: «G li ebrei lo (l'Olocausto] considerano un affare redditizio, perciò gonfiano sempre il numero delle vittime. Tra dieci anni non so che cifra raggiungeranno. (... ] Come sapete, quando si tratta di fin anza e investimenti, gli ebrei hanno una notevole esperienza alle spalle, sin dai tempi del Mercante di Venezia>, 7/;. Anche diversi importanti capi religiosi del Medio Oriente islamico hanno contestato la rea ltà dell'Oloca usto. ~ayi:l ' Ikrim SabrT, uno dei negazioni5ti più noti ed espl iciti all 'interno dell ' Au torità Naziona le Palestinese oltre che gran mufU di Gerusa lemme per volontà di 'Arafa t, nel marzo 2000 dichiarò al «New York Times»: «Riteniamo che sei mi-
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honi siano una cifra esagerata. Gli ebrei sfruttano questa fa ccenda in modi diversi, anche per rica ttare finanziariamente i tedeschi. [ ... ] L'Olocausto protegge Israele» " . In questa intervista, rilasciata all'epoca in cui rifiutò pubblicamente l'invito a incontrare papa Giovanni Paolo II durante la sua storica visita in Israele nl, ~ayi::l 'Ikrlm Sabri aggiunse: «Non è certo colpa nostra se Hitler odiava gli ebrei. Non erano forse odiati quasi ovunque?» 79 . Simili sentimenti sarebbero certamente stati condivisi dal suo predecessore f:lag 'Amln alf:lusaynI. In altre interviste con giornalisti e reporter, ~ayi::l 'Ikrlm SabrI, la massima carica religiosa dell' Autorità Nazionale Palestinese, ha ribad ito che sei milioni di morti sono una esagerazione. «Circolano molte storie, non sappiam o quali siano vere e quali fa lse,), dichiarò a uno scrittore americano nel suo ufficio di Gerusalemme. «È successo, su questo non ci sono dubbi. Ma molti nutrono sospetti sulle cifre. Ora, [l 'ex primo ministro] Sharon tenta di realizzare un nuovo Olocausto ai danni del popolo palestineseb, tIO. SabrI non fu in grado di indica re i lager israeliani e, messo alle strette, disse che prendersi la terra equivale a uccidere. «E poi Hitler non ha sterminato gli ebrei», fu il suo commento. «Per questo motivo oggi ve ne sono ancora.» 81 Nella maggior parte dei paesi occidentali, negazionisti spudorati come Mai::lmad 'Abbas e ~ayi:l ' Ikrlm Sabrr sono stati pubblicamente banditi e considerati alla stregua di paria. In Nuova Zelanda la Canterbury University si è scusata per avere accettato una tesi di laurea che negava l'Olocausto, mentre il Ministro della Pubblica Istruzione francese ha revoca to il dottorato che era stato confe rito a un negazionista presso l'Uni versità di Nantes. Allo stesso modo un docente universitario polacco che negava l'Oloca usto è stato rimosso dal suo incarico n. In Canada e in d iversi paesi europei, tra
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cui Aus tria, Francia e Svizzera, la negazione d ell'Olocaus to è oggi un reato penale. Non così nel Medio Oriente islamico, dove alcuni fami ge~ rati negazionisti hanno trovato rifugio dopo l'incrimmazione per il rea to di negazione dell'Oloca us to nei paesi europei di origine. Alcuni hanno chiesto aiuto al mondo islamico, e negli ultimi anni sopratutto all'Iran, quan do in patria sono s tati sottoposti a procedimento g iudiziario per le loro atti vità illecite. Wolfgang FrohIich, ad esempio, l'ingegnere neonazista austriaco autore del libro Die Gaskammer Liige [La menzogna delle camere a gas], chiese e o ttenne rifugio in Iran nel maggio 2000 piuttosto che affrontare il processo e !'incarcerazione per aver d iffuso in Austria la negazione del1'Olocau5t 08.1. A tutt'oggi si dice che risieda in Iran, ospite gradito del regime di 'Al,1madinegad. La popolarità della negazione dell 'Olocausto nel Medio Oriente islamico in generale, e in Iran in particola re, si è manifestata nella reazione al processo di Roger Garaud y tenutosi in Francia nel] 998. Ga raudy, uno dei più noti negazionisti euro pei, era sta to accusato di aver violato una legge fran cese del ]990 che vietava la negaz ione di eventi storici designati come crimini contro l' umanità, oltre che di aver incita to all'odio razziale . Queste accuse, per le quali fu condannato nel 1998, avevano origine nel suo libro del 1995 I miti fondatori della polit ica israeliana, in cui dichiara: «Non c'è stato alcun pogrom nazista o genocidio durante la second a guerra mondiale, e gli ebrei hanno sostanzialmente inventato l'Olocausto per il lo ro tornaconto politico ed econ o mico))~ .
Durante il processo Garaud y fu saluta to come un eroe in tutto il Medio Oriente isla mico. Nonostante la sua conversione dal cattolicesimo all 'Islam nel 1982 e il matrimonio
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con una palestinese di Gerusalemme, è stata soprattutto la sua negazione esplicita e spudora ta dell'Olocausto a va lergli l'acclamazione pubblica e la celebrità in tutto il mondo musuimano lll!. Evidentemen te i lettori musulmani erano in sintonia con il messaggio revisionista di Garaud y, tanto che in molti paesi mediorientali la traduzione araba del suo libro si posizionò subito in cima alla classifica dei best seller. In un sermone trasmesso a Radio Teheran, l'ex presidente iraniano 'Alr 'A kbar HMimr Rafsanganr dichiarò che le argomentazioni di Garaudy lo avevano persuaso che «Hi tler avesse ucciso solo ventimila ebrei e non sei milioni,), e poi aggiunse che l'unico crimine del francese era stato di aver messo in dubbio le falsità storiche e le invenzioni della propagand a sionista 86 . Questo sermone di Rafsanganr illustra in modo evidente il diffuso sostegno di cui la negazione dell'Olocausto e i suoi fautori e promotori godono nell'Iran contemporaneo. All'iniz io degli anni '80, con l'avvento dell'ayatollah Khomeini, la negazione dell 'Olocausto si è affiancata ad altre forme violente di giudeofobia e di antisemitismo, compresa l'ossessiva promozione dei Protocolli dei savi di 5i01l attuata dallo Stato. Nel 2000, un editoriale del «Tehran TImesn, il principale giornale iraniano, sostenne fermamente che l'Olocausto è «una delle più grandi menzogne del XX secolo,) 87. L'anno successivo, nell 'aprile 2001, l'ayatollah Khomeini proclamò pubblicamente: Esistono prove sul fatto che i sionisti erano in stretti rapporti con i nazisti tedeschi e che hanno gonfiato le cifre sugli ebrei uccisi. Esistono addirittura prove che un numero consistente di furfanti e criminali non ebrei dell'Europa orientale sia stato costretto a emigrare in Pa lestina spacciandosi per ebreo, (... 1così
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da infiltrare nel cuore del mondo islamico uno Stato anti-islamico con il pretesto di aiutare le vittime del razzismo. te
Sviluppi deI /Jegaziollismo islamico L'evento forse più conosciuto e pubblicizzato in materia di negazione d ell 'Olocausto nel Medio Oriente islamico risale a12006, quando il presidente iraniano Mal:lmOd ' AJ:tmadinegad, con grande clamore, ha indetto una conferenza internazionale invitando la maggior parte dei revisionisti più famosi e conosciuti del mondo. Ma quello non è stato il primo simposio sull 'Olocausto organizzato in Medio Oriente. Nell'agosto 2002, ad esempio, lo Zayd Center for Coordination and Follow Up, un centro studi della Lega Araba il cui presidente, Zayd Bin Sulta.n al-Nahayan, è stato vice-primo ministro degli Emirati Arabi Uniti, aveva promosso un convegno negazionista ad Abu Dhabi 89 • Tuttavia, la conferenza voluta da ' Al.lmadinegad è stato il raduno più celebrato e pubblicizzato del suo genere. Negli ultimi anni J'Iran è diventato il centro della negazione dell'Olocausto nel Medio Oriente islamico, e ' Al.lmadinegad è il suo campione più rabbioso ed esplicito. Appena eletto presid ente, nel settembre 2005 egli annunciò l' intenzione di «cancellare Isra ele dalle carte geografiche», affermando di non accettare la rivendicazione secondo cui «Hitler uccise milioni di ebrei innocenti nei forni crematori» 'iO, e che l'Olocausto è una «favola » per proteggere Israele. A suo dire, «[gli ebrei] hanno inventato una leggenda chiamandola "il massacro degli ebrei", e ne hanno una considerazione maggiore di quella che hanno per Dio, la religione o i profeti » 91 . Queste osservazioni di 'Al;unadinegad hanno toccato la corda giusta in gran parte
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del Medio Oriente islamico, dove sono state largamente ap~ plaudite e 10date.ljaIid Ma~'al , il leader politico del gruppo terrorista l:Iamas, ha definito «coraggiosi » i commenti di 'AI:tmadinegad e ha affermato che
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no David Duke, ex «Imperial Wizard» (capo supremo) del Ku Klux KJan, e Bradley R. Smith, uno dei principali propagandisti americani del movimento che nega " Olocausto. A questi si aggiungevano Wolfgang Fròhlich, il neonazista austriaco autore del già ci tato Die CaSkall/l1IeT Uige, e Mul:lammad I:-ligazf, un difensore del terrorismo palestinese proveniente dall'Australia secondo il quale gli attentati suicidi ccntro Israele sono «la forma più nobile di sacrificio» e l'Australia è controllata dai <'sostenitori della supremazia ebraica a New York». Un'altra fi gura di spicco tra i relatoci era Robert Faurisson, il noto negazionista francese sospeso dal suo incarico accademico presso l'Università di Lione e multato da un tribunale parigino per il crimine di negazione della Shoah, il quale nel proprio intervento ha sostenuto che «l'Olocausto è un mito crea to per giustificare l'occupazione della Palestina, in altre parole la creazione di Israele)) \15, Quanto agli argomenti dibattuti, David Duke, ad esempio, nelle osservazioni che aveva preparato e fatto distribuire dal Ministero degli Esteri iraniano, ha afferma to che le camere a gas costate la vi ta a milioni di persone «in realtà non sono mai esistite), e che «le invenzioni su quanto è accaduto agli ebrei europei facevano parte di un complotto. Dipingere gli ebrei come le grandi vittime dell'Olocausto aveva dato agli Alleati una posizione di superiorità morale in quanto vincitori della guerra e permesso agli ebrei di fondare uno Stato nella Palestina sotto occupazione»), Veronica Clark, un'altra negazionista american a, ha sostenuto in modo inequivocabile che «gli ebrei ad Auschwitz avevano fatto i soldi»'/6, un'affermazione ridicola persino se giudicata con i vergognosi parametri del negazionismo contemporaneo. La conferenza di Teheran è stato un evento orribile e senza precedenti sotto diversi aspetti. Mai prima di allora un radu-
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no di negazionisti aveva goduto della rispettabilità che deriva da una sponsorizzazione di Stato, nella fattispecie quella del governo' AI:unadinegad che aveva messo a disposizione la sede in cui si è svolta la conferenza e incaricato il Ministero degli Esteri di spedire gli inviti ai partecipanti. Oltre ad accollarsi le spese di viaggio e alloggio dei conferenzieri, il governo iraniano ha dato prova di un'ospitalità generosa - addirittura esagerata - pubblicizzata con grande risalto. Accolto con una standing ovat iOIl, 'Al)madinegad in persona ha inaugurato il simposio con un discorso di benvenuto riaffermando ancora una volta che l'Olocausto è una leggenda inventata dagli ebrei e auspicando la distruzione di Israele in un nuova Shoah del XXI secolo in Medio Oriente, invito seguito dall'applauso assordante dei negazionisti intervenuti. Alla conferenza non era presente un solo esperto del mondo accademico ufficiale, né era stata autorizzata la partecipazione di studiosi israeliani "'. L'Iran ha anche nega to il visto a Halid Kasab Muhammad, un avvocato musulmano . di Nazaret che aveva sperato di intervenire ai lavori come fondatore dell ' Arab lnstitute for Holocaust Research and Educanon 98: il primo museo dell'Olocausto destinato a un pubblico arabo. li patrocinio statale concesso dal governo iraniano alla conferenza negazionista del 2006 ha rappresentato una novità assoluta negli annali del moderno antisemitismo, un evento che I:fag 'Amln al-l:fusaynI sarebbe stato il primo ad applaudire e approvare se fosse stato ancora in vita. L'invito appassionato di 'Al)madinegad alla distruzione di Israele e a un nuovo Olocausto per completare lo sterminio degli ebrei che Hitler e il muftI avevano iniziato è stata la conferma storica dell'opera che quest'ultimo aveva perseguito per tutta la vita. L'infame esortazione di al-l:fusaynI a rinnovare il geno-
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cidio - «Uccidete gli ebrei . [... ] Questo piace a Dio, alla storia e alla religione') - per ' Ai:).madine~ad e i suoi soci resta un messaggio rilevante e duraturo, che essi non possono ignorare e che sono decisi a trasmettere alla nuova generazione.
Bemard Lewis, Semites and Anti-Semi/es, W. W. NOflon & Co., New York 1999, p. 256 (ed. il. Semiti e antisemiti, Rizzoli. Milano 2003); citalo a nche in Gabriel Schoenfeld, T/w Retum oj Allti-Semi/ism, Encounter Books, San Francisco 2004, p. 24 (ed. il. /I ritorno dell'alltisemitismo, Lindau, Torino I
2005).
' Come ha scritto Abraham H. Foxman: «ln quanto discendenti di coloro che aveva no distorto la verità di Dio e si erano opposti al suo Profeta , gli ebrei dovevano giustamente essere umiliati da vanti ai rnusulmani», Abraham Foxman, Net.Jer Agaill? Tlle Threat oj tlle New Allti-Semitism, HarperCollins Publishers, New York 2003, p. 197. J Kenneth R. Timmerman, Preac/rers oj Hl/te: Is/l/m I/IId tirI' War O li America, Three Rivers Press, New York 2003, p . 81. • lvi, pp. 78-79, 81. ' Jane S. Gerber, Allti-Semitism iII tirI' Mus/im World, in David Derger (a cura d i), History alld Hate: Dimensiolls oj AI/ti-Semitism, Jewish Pub!ication Society, Philadel phia 1986, p. 78. ' lvi, p. 99. Come ha osservato Abraham H. Foxman, anche se nei paesi mus ulmani potevano vivere come dhimmi e spesso praticare la loro religione, gli ebrei furono sempre «soggetti all'umiliazione di uno statl/5 di seconda classe», Foxman Net.Jer AgI/in? cit., p. 196. 1Dennis Prager, Joseph Telushkin, Wlry tlre lews? T/le Reasoll for Allti-Semiti5m, Simon & Schuster, New York 1983, pp. 11 7·11 8. ' Foxman, Net.Jer Agaill? ciI., p. 197. °1immerman, Preachers oj Hl/te ciI., p . 100. IO Robert S. Wistrich, The O/d-New Allti-$emitis/ll, in Ron Rosenbaum (a cura d i), TllOse WIIO Forget ti/e Past: TirI' QllestiOll oj Allti-SemitislII, Random House, New York 2004, p. 205. " /vi, pp. 205-206. " Timmerman, Preaclrers oj Hate ciI., p. 100. I) Robert S. Wis trich, Allti-$emitism: TirI' umgest Hatred, Schocken Books, New York 1991, p. 205.
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" TImmerma n, Preacllers oj Hllfe ciI., p . 101 .
" Ivi. I· Yehoshafat Harkabi, 011 Arab AI/tisemitism Ollce More, in Shmuel Almog (a cura di), Allti-$emitism TlzroZlg" ti/e Ages, Pergamon Press, New York 1988, p. 231. " Bemard Lewis, The }ews oj Islam, Princeton University Press, Princeton (NJ) 1984, p. 185 (ed. il. Gli ebrei ilei mOlldo islamico, Sansoni, Firenze 1991); Lewis, Semites alld Allti-Semites ciI., p. 208. .. Lewis, Semites alld Allti-Semites ciI., p. 208. " Citato in Prager, Telushkin, Wlry tirI' }ews ? ciI., p. 125. "' Gera ld Posner, $ecrets oj ti/e Killgdom: TI/e IlIside Story oj tlle Sa/ldi-U.5. Com/cetioll, Random House, New York 2005, p. 45. Come ha osservato Posner, ogni volta che i diplomatici stranieri o i titani dell'industria avevano ud ienza con il re, «erano ormai abituati a sorbirsi almeno trenta minuti di monologo sulla malvagità degli ebrei e su come i loro complotti sionisti fossero sul punto di distruggere il mondo». " lui; Wistrich, Allti-$emitism: T/le W lIgL'St Hatred cit., p. 233, "' Prager, Telushkin, Wlzy tlze }f!1.vs? ciI., p. 125, 1) Alan M. Dershowitz, Tlze Case far /srael, John Witey & Sons, Hoboken (Nn 2003, p. 106, in cui viene citato l'articolo 32 dello statuto di l;Iami!s reperibile in Khaled Haroub, Humus: Political T/lOugl/t alld Practice, lnstitute for Palestine Studies, Washing ton, D.C. 2000, p. 288. " David G. Dalin, Tlle Mytll oj Hitll'r 's Pope, Regnery Publishing, Washington, D.C. 2005, p . 142 (ed. il. LA leggellda lIera del papa di Hitler, Piemme, Casale Monferrato 2(07). ,. Alvin H. Rosenfeld, " Progressive» }f!1.visl/ TI/ouglrt alld lite New Allti-SemitiSI/J, American Jewish Committee, New York 2006, p. 2. "' Ivi, pp. 158-159. XI ForsteT, Epstein, Tlze Nf!1.V Allti-Semitism ciI., p. 159. :1$ Foxman, Neva Agaill? ciI., p. 198. ,. Forster, Epstein, T/w Nf!1.v A"ti-Semitism ciI., pp. 159-160. .., Ivi, p. 2. JI Bernard Lewis, MlIslim Allti-Semitism, in Ron Rosenbaum (a cura di), TllOse Wl/o Forget tlze Past ciI., p. 558. XI Norman A. Stillman, Allti-Semitism iII tirI.' Contemporary Arab World, in Michael Curtis (a cura di ), Allti-SemitislII iII tlle COlltemporary World, Westview Press, Boulder (CO) 1986, p. 74. ll Wistrich, Allti-Semitism: T/te wlIgest Hutred ciI., p. 235. " Prager, Telushki n, W//y tlre }f!1.vs? ciI., p. 124.
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l!I Foxman, Nevcr Agai,,? cit., p. 213. Come ha osservato lo studioso dell'ls lam Norman Stillman, "uno degli aspetti più allarmanti dell'antisemitismo presente oggi nel mondo arabo è l'ubiquità dell'accusa del sangue e delle di· scussio ni che presentano l'omicidio rituale da parte degli ebrei come un dato d i fatto, in alcuni casi parlandone lungamente e con dettagli morbosi, in opere spaccia te come lavori di ricerca di studiosi egiziani o di altri paesi rnu5u1mani», Stillman, Anti-$emitism ù, Ille COl/tl!/Ilporary Arab World cii., p. 79. lO lvi; Wis trich, Allti-$emitism: The Lol/gest Hatred cii., p. 235. "' Stillman, Allti-Semitism iII lite COll lemporary Arab World dt. '" Foxman, Never Agai,,? cit., p. 213. lO Robert S. Wis lrich, fs/amic Jlldeoplrobia: Ali Exist/m tilll Tlireat, in David Bukay (a cura di), Mlllmlllmad's MOlislers: A Comprehellsiuc CI/idI! to Radical /s/am for Western Alldiellces, Ba lfour Books, ereen Forest (AZ) 2004, p. 202. "' Wis trich, A llti-Semitism: Tlze umgest Halred cit., pp. 202·203. "Citato in Melanie Phillips, umdollislall, Encou nter Books, New York 2006, p. 111. " Prager, Telushkin, Why Ille fetvs? cit., pp. 124-125. <3 Foxman, Never Agaill? cit., p. 213. "Citato in Prager, Telus hkin, WI/y ti/I! fetvs? cit., p. 125. u Foxman, Never Agail/? cit., p. 213. "Citato in Timmerman, Preacllers of Hale cit., p. 71. «1 Foxman, Neva Agai,,? cit., p p. 213-214. - La conferenza è d iscussa in Paul Eidelberg, A War America Call 'l Will, «Jewish Press», 5 ottobre 2001. " D. F. ereen (a cura di), Arab TI/Cologialls 0/1 fetvs and Israe/, Éd.itions de l'Avenir, Genève 1976. ~ Eidelberg, A War America um'f Win ciI. " fvi. 5:
Ivi.
" l;Iasan tJ.'l. lid, li/md iII ti/e Cal/se of Allalr, in ereen (a cura d i), Arab Tllco/ogians 0 11 fews alld Israel cit., p. 68. " Timmerma n, Preachers of Hale cit., p. 88; Wistrich, Islamic fl/deophobia ciI., p. 207. " Deborah Li pstadt, Dellyil/g the Ho/veUl/st, Piume, New York 1993, p. 14; l'affermazione di Lipstadt è citata anche in Timme rma n, Prl!flchers of Hale cit., p. 88. "'Timmerman, Preacl/ers of Hate ciI. "' Lipstadt, Dellyillg the Ho/veal/sl cit., p. 14. Citalo in Timmennan, Preachers of Hale cit., pp. 88-89.
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" Ivi.
lu-
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'" Ivi .
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Capitolo 7 L'eredità del muftI: l'odio antiebraico, la gilllld e il terrore
L'an tisemitismo islamico iII una nl/ova era del terrore: incolpare gli ebrei dell'l1 settembre Gli attacchi terroristici dell'lsla.m radicale contro il World Trade Center e il Pentagono, 1'11 settembre 2001, hanno sconvolto l'America e il mondo intero. Per l'America e per l'Occidente è stata un'infamia paragona bile, se non superiore, a Pearl Harbor. Questa strage criminale di civili innocen· ti ha inaugurato un'era nuova e senza precedenti nella storia del terrorismo islamico radicale. Gli autori dell '11 settembre hanno molto in comune con i nazisti responsabili dell'Olocausto. Le teo rie antisemite sul· la cospirazione ebraica, che hanno origine nei Protocolli dei snvi di SiOfl , sono il fulcro dell 'ideologia e della visione isla· mica radicale che è servita come pretesto per 1'11 settembre. L' lslam radicale ha poi attribuito la colpa degli attacchi con· tro il World Trade Center ai «savi di Sion>} e agli ebrei L. Ap· pena due settimane dopo 1'11 settembre, un editorialista del giorna le egiziano «aI· Wafd » scrisse che i sionisti avevano sa· puto in anticipo che gli attacchi erano imminenti ma si erano rifiutati di condi videre queste informazioni con gli Stati Uniti «per seminare guai e disaccordo» in tutto il mondo.
''''
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«La prova di questo - aggiunse - si trova nei Protocolli dei savi di S iOI1>} 2.
In Medio Oriente molti hanno accolto con fa vore gli a ttacchi terroristici dell'H settembre contro gli Sta ti Uniti. Il gran muftr di Gerusalemme, ~ay.l:t 'Ikrlrn SabrI, durante il sermone del venerdì nella Moschea di al-' Aq$a ha invocato apertamente la distruzione di Israele, Gran Bretagna e Stati Uniti: «Allah, distruggi l'America poiché essa è dominata dagli ebrei sionisti. [ ... ] Allah dipingerà di nero la Casa Bianca!" J, Lo sceicco non era nuovo a simili «preghiere)), in cui auspicava una giJufd globale. Aveva esortato la distruzione dell' America ben prima della tragedia dell 'Il settembre, ad esempio l' Bluglio 1997, durante il suo sermone settimanale presso la Moschea di al-' Aq$a, quando - in qualità di massimo leader religioso dell ' Autorità Nazionale Palestinese aveva pronunciato queste parole: «Allah, distruggi l'America poiché essa è controllata dagli ebrei sionisti», E, di nuovo, due mesi dopo: «Getta [gli americani] nelle loro stesse trappole e ricopri di nero la Casa Bianca! », Questa stessa preghiera l'avrebbe ripetuta appena due settimane prima degli attentati dell'H settembre 4, Il giornale dei Fratelli musulmani, che ha sede in Egitto e per il quale l:fag 'AmIn al-Husaynr aveva scritto alcune invettive antisemite e antioccidentali, sa lutò 'Usamah Bin Ladin «come un eroe nel pieno senso del termine» e pregò affinché i suoi seguaci un giorno riuscissero a «eliminare l'America»5, Secondo la criminale ideologia dei Fratelli, a cui alJ:lusaynr aveva aderito con fervore, gli attentati dell'11 settembre non sono stati altro che una «punizione divina », anche perché gli americani «preferivano le scimmie [cioè gli ebrei] agli esseri umani, trattando come inferiori i non americani, sostenendo gli o mosessua li e l'usura}) 6 , Forse la rea-
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zione più clamorosa ed esplicita è venuta dal settimanale "al-Risalah», pubblicato da Hamas a Gaza, nel numero del 13 settembre 2001: «Allah ha accolto le nostre preghiere» ~ , Quasi subito dopo 1'11 settembre 2001. in tutto il mondo islamico la colpa degli attacchi terroristici è sta ta attribuita ai sionisti, a Israele e agli ebrei. L'ambascia tore siriano a Teheran ha dichiarato che «gli israeliani erano coinvolti e [che] quel giorno nessun dipendente ebreo era presente nell'edificio della World Trade Organization». li giornale giordano «al-DustOr» del 13 settembre 2001 ha pubblica to un articolo in cui, in linea con la tradizione della congiura descritta nei Protocolli dei savi di Sia", sosteneva che il massacro delle Torri Gemelle era in realtà «opera della grande mente sionista che controlla l'economia, i media e la politica mondiali», e che il diabolico complotto sionista «stava rapidamente conducendo il mondo verso il disastro globale»8, Anche lo sceicco egiziano Mul:tammad al-Gameia, ex imam del Centro Culturale lslamico e della moschea di New York, che aveva onorato tlag 'Amin al-Husayni come un eroe e una guida spirituale, non aveva dubbi che dietro gli attentati dell 'n settembre ci fossero gli eb rei. (, La componente ebraica è come l'ha descritta Allah», ha dichiarato. "Sappiamo che hanno sempre violato gli accordi, ucciso ingiustamente i profeti e tradito la fede» 9. Spiegando che «solo gli ebrei» erano in grado di distruggere il World Trade Center, lo sceicco ha poi aggiunto: «Se mai il popolo americano se ne renderà conto, si comporterà con gli eb rei come fece Hitler» l0 , In Kuwait circolava no voci secondo cui i rabbini di New York «avevano invitato i loro fedeli a ritirare i propri soldi dal merca to azionario prima dell 'n settembre» H . In Egitto e in altri paesi musul mani, la responsabilità dell'attacco è stata a ttribuita al Mossad, il servizio di intelligence israeliano,
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Questa teoria cospiratoria ha trovato ampio credi to in tutto il mondo islamico e soprattutto in Pakistan, dove il «Gihad TImes» e altri med ia hanno riportato come un dato di fatto che quattromila persone di origine ebraica o israelian a, impiegate al World Trade Center, avevano ricevu to dal Mossad l'ordine di non presentarsi al lavoro )' 11 settembre. Gli attentati, si diceva, erano sta ti ordinati dai «savi di Sien» in risposta alle critiche mosse a Israele e al sionismo durante la terza Conferenza mondiale d ell'ONU contro il razzismo svoltasi a Durban, in Sud Africa, nelle settimane precedenti 12 ,
Fatwal, e guerra salita: l'eredità di al-f:lusuynT come pioniere della
gilu1d moderna Negli anni '20 e'3D, al-l:Iusaynr fu tra i primi leader dell'Islam radicale a emettere responsi religiosi lfahuah) in cui invocava la guerra santa (giht1d) contro la Gran Bretagna, gli Stati Uniti, gli ebrei e l'Occidente. Dopo la prima guerra mondiale, in cui al-J:lusaynr aveva prestato servizio come ufficiale nell'esercito turco-ottomano, la fatlOall è diventata uno strumento importante attraverso il quale i capi religiosi islamici incitano i loro fedeli a intraprendere azioni di giJu'fd, che regolarmente comportano atti di violenza e terrorismo. Nel XX secolo il primo a pronunciare una fatlOall, per dichiarare una guerra santa islamica contro gli inglesi e i loro alleati occidentali, è stato il sultano ottomano Sayl:t al-'lslam, che in questo modo aveva voluto sostenere lo sforzo bellico di Turchia e Germania, sotto la guida del Kaiser Guglielmo II, durante la prima guerra mondiale. Probabilmente alJ:lusaynr condivideva con ardore l'idea del sultano turco che
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la Grande Guerra fosse una guerra santa contro gli inglesi, e la immaginava anche come una gil/tld contro i sostenitori ebrei di lord Balfour e del suo governo fi lo-sioni sta. Subito tradotta in arabo, persiano, urdu e tartaro, la fatwah di ~a y b al -' Islam fu un in vito globa le alla gihtld, rivolto ai circa 120 milioni di musulmani che all 'epoca vivevano sotto il dominio inglese, fran cese o russo lJ . Essa fu la prima di tante proclam az ioni simili destinate a susseguirsi, durante il XX e il XX I secolo, nella nascente lotta tra Islam radicale e Occidente. Poco dopo la nomina a gran muftr nel 1921, al-l:IusaynJ proclamò in una fa twa// la gi//M contro gli inglesi e gli ebrei in risposta alla decisione della Gran Bretagna di confermare il suo sostegno aUa creazione di una patria ebraica in Palestina. In seguito allo scoppio della Grande Rivolta Araba, nell'a prile del 1936, e alla dichiarazione dello stato di emergenza da pa rte dell'amministrazione britannica, il neonato Supremo Comitato Arabo per la Palestina, presieduto da alMusayni, proclamò uno sciopero generale contro gli inglesi, sollecitando altri leader arabi a unirsi in una gi/IIM watani (lotta patriottica) e ad «adoperarsi per libera re il paese dall'imperialismo rbritannico) e dalla colonizzazione ebraica )) 14. Dopo la sua espulsione dalla Palestina per ordine degli inglesi, nel settembre 1937, a l-l:Iusayni contribuì alla nascita del Comita to centrale della Gihad (chiamato anche Comando generale della rivolta ara ba), che sotto la sua direzione emise la seguente fatwall contro la Gran Bretagna: [ combattenti [... ] si sono offerti ad Allah e sono partiti in (ossequio] a Lui, solo per lottare al fine di raggiungere il Suo obiettivo, per condurre la giluTd secondo la Sua via. I... ] Cercano di precedersi l'un l'altro [mentre si affrettano] verso il campo di
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battaglia della gOl/Id e del martirio, per sostenere ciò che è giu* sto, per s tabilire la gius tizia e difendere la nobile comunità e il loro santo paese. [ .. . ) Esortiamo ogni mus ulmano lo ) arabo a intraprendere la g ilufd secondo la via di Allah e ad aiutare i
combattenti a d ifendere la terra santa . I)
Nel maggio 1941, in Iraq, subito d opo il fallito golpe filo-
tedesco in cui aveva avuto un ruolo significa tivo, il muftr proclamò la sua fatwah forse più nota, invocando la guerra santa contro la Gran Bretagna e invitando i fratelli rnusulmani di tutto il mondo a partecipare alla guerra santa per Dio, per la difesa dell'lsl3m e delle sue terre contro il nemico (gli inglesi). [ ... ) In Pa lestina g li inglesi hanno commesso barbarie inaudite. [ ... 1lo vi esorto, fratelli, a lUlirvi alla guerra di Dio per preservare l'lslam, la vostra indipendenza e le vostre terre dal1'aggressione inglese. I.
Nei quattro anni successivi, durante i quali i suoi interventi radiofonici da Berlino furon o trasmessi in tutto il mondo islamico, il muftr ripeté più volte l'invito alla gj}urd contro gli inglesi, i loro alleati occidentali e gli ebrei, citando spesso il Corano 17. ln quelle occasioni egli aggiungeva particolari alla denigrazione degli ebrei contenuta nel Corano e oggi così familiare, e in questo sarebbe sta to imitato dalle successive generazioni di leader del terrorismo islamico radicale. Il 2 novembre 1943, ad esempio, invitando i fratelli arabi a «insorgere e comba ttere» una guerra santa contro gli inglesi e gli ebrei, dichiarò che questi ultimi «non possono mescolarsi a nessun 'a ltra nazione, ma vivono come parassiti tra le nazioni, ne succhiano il sangue, si appropriano indebitamente dei loro beni, ne corrompono la mora le» e aggiunse che << l'i-
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ra e la maledizione divina che il Sacro Corano cita in riferimento agli ebrei sono dovute a questo loro carattere peculiare» \8. In questo, come in altri ambiti, egli fornì un contributo duraturo all'oratoria della fattualE islamica moderna e alla sua pra tica, che gettò le fondamenta per la nascita del terrorismo isla mico contemporaneo. Dopo il rientro in Medio Oriente nel 1946, al-Husaynr ricorse nuovamente alla fatwalJ per mobilitare gli arabi, stavolta allo scopo di impedire la creazione di uno Stato ebraico in Palestina. Nel maggio 1948, all'inizio della Guerra d' indipendenza israeliana, il muftI chiamò gli arabi di tutto il Medio Oriente islamico a combattere una gilurd contro il neonato Stato ebraico, con l'obiettivo dichiarato di sterminare gli ebrei e distruggere il loro Stato. Sempre più spesso i suoi inviti alla g uerra santa erano rivol ti contro l'America, oltre che contro gli inglesi e gli ebrei. In un famoso intervento trasmesso da Berlino nel marzo 1944, egli denunciò la politica americana favorev ole alla creazione di uno Stato ebraico in Palestina: «Nessuno [avrebbe] mai pensa to che 140 milioni di americani sarebbero diventati uno strumento nelle mani degli ebrei ». Come osava l'America «giudeizzare la Palestina?». Le intenzioni americane ormai erano «chiare», dichiarò, e riflettevano lo sforzo demoniaco dell ' America di creare un «impero ebraico nel mondo arabo» 19, uno sforzo contro il quale invita va i suoi fratelli musulmani a combattere e opporsi. Farlo era semplicemente un obbligo religioso. Forse fu l'esempio di ~ayi:l aI-'lslam, durante la prima guerra mondiale, ad aver iniz ia lmente suggerito ad all:iusaynf l'uso della fatwnlt, in cui fu un vero pioniere. Come per i suoi successori negli anni '90, per il muftrnegli anni '20 queste decisioni religiose «costitui va no la dispensa morale e
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legale per compiere atti di terrorismo considerati necessari per assolvere l'obbligo della gi/IOd»2D, Con i suoi inviti a una gilufd globale, t'ag 'Amlo al-tIusaynr creò un precedente: per la fatwal/ dell 'aya tollah Khomeini nel 1989, in cui si chiedeva l'uccisione di Salman Rushdie, auto re di l versi satun ici; per quelle d ello sceicco egiziano 'Ornar Abd al-Ral:lm:l.n, che fornirono la g iustificazione religiosa a ll'assassinio di Anwa r al-Sad 3t nel 1981 e a l primo attentato terroristico contro il World Trad e Center nel 1993 21 ; per l' infamefatwal/ con cui I
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ne l 1996 Bin L..:.,din invitò tutti i mus ulmani a comba ttere la g j}u1d contro gli Stati Uniti e Israele, e che fornì la giustifica-
zione religiosa agli attacchi terroristici islamici dell' Il settembre: (
Queste fa twah sono nuovi «manda ti d i genocidio» nella g uerra ancora in corso del mufti e dei suoi seguaci per completare post mortem la battaglia iniz iata da Hitler contro gli ebrei.
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/llI/llftI e 'Arafm: i padri del terrorismo islamico moderno Du ra nte gli anni '50, con !'incoraggiamento di a lHusaynf, Yasir ' Arafat iniziò a reclutare seguaci per al- Fatl:t, il gru ppo paramilitare pa lestinese così chiama to da l term ine coranico «conquista» lJ. Nel 1965 i terrori sti d i al-Fatl:t iniziarono ad attaccare gli israeliani, poco dopo la nascita dell'Organizzazione per la liberazione della Pa lestina (OLP) vo luta dal presidente egiziano Gamal 'Abdel al-Nasir 2' . Nel 1969 'Arafat fuse al-Fatl:t con l'OlP e prese il posto del suo maestro al-H usaynr alla guida del Mov imento Nazionale Palestinese. ' Arafat raccolse l'eredità del muftr assoldando nazisti e neonazisti per al-Fa tJ::t e per l'OlP. Nel 1969 l'OlP reclutò due ex istruttori nazisti, Erich Altern, responsabile della Sezione affari ebraici della Gestapo, e WilIy Berner, ufficiale delle 55 nel campo d i sterminio di Mauthausen 25 . Un altro ex naz ista, johann 5chuller, fu scoperto mentre fo rniva armi ad al-Fa tl:t. Anche il belga Jean Tireault, segretario dell 'organizzazione neonazista la Na tion Eu ropéenne, finì sul libro paga di al-Fatl:t. Un altro belga, il neonazista Ka rl van der Put, recl utò volontari per l'OlP 26. Negli anni '70 il neonazista tedesco Otto Albrecht fu arrestato in Germania occidentale con documenti dell'OlP, dopo che questa gli aveva consegna to 1,2 milioni di dollari per l'acquisto di armP7. Come al-Husaynf, 'Ara fat è stato un assassino feroce che ha fondato la propria carriera su l terrorismo e la violenza. Fedele a questa tradizione, nell'ottobre del 1972 'Arafa t presentò il suo vecchio compagno dell'OlP Hanf al-Hasan al presidente rumeno Nicolae Ceausescu, dicendo: (,Questo è m io fra tello. I.. .) È lu i che, appena qualche mese fa, ha prepa rato la nostra risposta a lla decisione del Comitato olimpi-
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co di escl udere gli atleti palestinesi dai giochi di Monaco. Grazie a lui, il nome d ella nostra organizzazione è finito s ulle prime pagine di tutti i giornali» 28, 'A rafat si riferi va al m assacro di undici atleti israeliani, compiuto il 5 settembre 1972, da un g ruppo di terroristi d ell 'OLP durante le O limpiadi di Monaco, un 'azione brutale che sconvolse il mondo esattamente come, l'anno dopo, l'uccisione criminale di Cleo A. Noel, l'a mbascia tore america no in Sudan, e del s uo incaricato d'affari George Curtis Mocre 29 . 'A rafat era anche direttamente coinvolto nel sequestro della nave da crociera ita liana Achille Lauro, in cui un gruppo di terroris ti palestinesi scelse di uccidere un passeggero ebreo disabile, Leon Klinghoffer: un'azione terroristica che papa Giovanni Paolo Il condannò pubblicamente definendola «un g rave atto di violenza contro una persona innocente e indifesa~) Xl . Nei suoi quasi quarant'anni di carriera come leader dell'Ol? 'ArafAt è stato implicato in numerosi attentati terroristici contro israeliani e altri civili ebrei, d ai dirottamenti aerei al reclutamento e all'addestramento d i terroristi dinamitardi. Come al-l:Iusaynr, egli ha preso di mira gli ebrei per il semplice fatto che erano tali: ebrei in preghiera nelle sinagoghe in tutto Israele e in tutta Europa, e persino bambini indifesi negli asili o sugli autobus della scuo la. Con la sua regia e sponsorizzazione, gli attacchi terroristici contro civili israeliani , ma anche contro studenti e turisti ebrei in Israele, erano diventa ti eventi quasi quotidi ani durante l'illtifMali tra il 2000 e il 2002. Oltre 640 civ ili israeliani sono stati uccisi nel solo biennio 2001-2002. Sempre in quel periodo, 'ArafAt e la sua Au torità Nazionale Palestinese sono sta ti implica ti in attentati dinamitardi contro le sinagoghe francesi e in altri atti di violenza e terrorismo antisemita contro i leader delle co-
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munità ebraiche e contro le loro istituzioni in Francia, Solamente negli ultimi tre mesi del 2000, istigati dall'illtift'lt,1ah di 'Arafa t (la quinta in otto anni), tra gli episodi di violenza arabo-musulmana contro gli ebrei francesi ci sono stati quarantacinque attacchi con bombe incendiarie, quarantatré attentati contro le sinagoghe e trentanove aggressioni a ebrei che uscivano dai luoghi di culto ll , Quando ha orchestrato la prima 'j"tift'lt,1ah del XXI secolo, 'Arafat ha seguito le orme di alt1usaynf continuando le strategie e l'eredità del terrore introdotte dal muftI. La risposta araba alla guerra israeliana d 'indipendenza era stata istigata e promossa dagli gihadisti islamici g uid ati da al-t1usaynI, dall'allora giovane 'Arafat e dai loro alleati nei Fratelli musulmani, i quali avevano come obiettivo esplicito il genocidio e avevano invoca to una guerra santa contro gli ebrei di Palestina . Come a ffermò candidamente e più volte il muftT durante tutta la sua carriera politica, il traguardo a cui mira vano era «uccidere gli ebrei», «ucciderli tutti », Dopo la guerra d 'Indipendenza israeliana, il muftI e 'Arafat continuarono a mobilitare terroristi arabi palestinesi, che per tutti gli anni '50 e i primi anni '60 attaccarono la popolazione civile ebrea di Israele con l'intento di sterminarla , l:Iag 'Amfn a l-l:Iusaynf aveva costruito la sua reputazione di terrorista organizzando e portando a termine attacchi contro bersagli civili durante gli anni '20 e '3D. La sua influenza e la Sua eredità duratura in quanto padre fondatore del terrorismo islamico moderno si sono avvertite in maniera diffusa per tutta la second a metà del XX secolo e in questi primi anni del XXI: ad esempio, la scelta di colpire civili innocenti, che egli era stato fra i primi a effettuare, è diventata una caratteristica di tutta l'atti vità terroristica dell'lslam radica le contro Israele dagli anni '50 a oggi. La sua politica, che con-
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sisteva nel rivolgere le armi contro gli eb rei solo perché era· no ebrei, ispirò e fornì un preced ente a una nuova generazione di lead er del terrorismo rad icale islamico, ognuno dei quali ha d ifeso g li attentati suicidi nella guerra santa an cora in corso contro Israele e gli ebrei, asserend o che sono prescritti e g iustifica ti d alla religione. Anche Mal:tmod 'Abbas, il s uccessore d i 'Arafat alla guida d ell'Autorità N azionale Palestinese, ha s pesso g iustificato e glorificato gli attacch i kamikaze nel nome d ella gi1u1d contro Israele e i suo i alleati in Occidente. Nel gennaio 2005, •Abbas ha elogiato pubblicamente i ka mikaze palestinesi dicendo che «Allah ama il martire)),n e, nel maggio 2006, ha reso omaggio ai terroristi palestinesi che avevano compiuto attenta ti suicidi contro Israele, defin endoli (d nostri eroh) lJ , L'n genna io 2007, rivolgendosi a un raduno di 250.000 arabi palestinesi a Ram allah, in occasione del qu arantaduesimo anniversario della fondazione di al-Fath, e commemorando il primo attacco terrorista di ai-Fati) contro Israele avvenuto il 10 gennaio 1965, 'Abbas ha invitato i palestinesi a rivolgere fucili e pistole contro gli ebrei israeliani, dicendo: «Abbiamo il diritto legittimo di puntare i fu cili contro l'occupazione israeliana . (... ] I nostri fucili, tutti i nostri fu cili, sono puntati contro l'occupazione» 14 , In quanto gihadisti che avevano invoca to una guerra santa contro gli ebrei d i Palestina e i loro allea ti in Occidente, l:Iag 'AmTn al-l:IusaynTe Yasir 'A ra f~a avevano un obiettivo comune che nessuno dei due riuscì a raggiungere: distruggere Israele e crea re uno Stato arabo-palestinese al suo posto. In verità, il lascito d uraturo d i 'Ara fat è soltanto una continuazione dell 'eredità incompiuta di al-l:Iusaynr. Entrambi erano decisi a liberare la Palestina dai sionistì. Ma rifiutando il compromesso politico e la moderazione, nessuno dei due
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è riuscito a realizzare il sogno di uno Sta to arabo-palestinese, Entrambi avevano scelto di schierare il Movimento di Li-
berazione Palestinese con una superpotenza: il muftr scelse la Germania na zista, 'A rafat l'Unione Sovietica, L'uno e l'altro sono vissuti abbastanza per assistere al1a scomparsa del protettore che avevano scelto, Sia al-f:lusaynI che' Arafat hanno utilizzato il terrore come mezzo per raggiungere i loro obiettivi politici, giustificando ed esaltando le azioni terroristiche nel nome di uno Sta to a rabo-palestinese e della gill/rd, Inoltre, hanno intemazionalizzato il terrorismo e lo hanno usato come efficace strategia politica per ottenere un diffuso riconoscimento e sostegno a favore della causa arabo-pa l es tinese ~ , Solo nell'abbigliamen to si distinguevano profondamente. Mentre al-f:lusaynI ind ossò sempre gli abiti lunghi tradiziona li e il copricapo rosso tipici della sua funzione religiosa, 'Arafat ha incarna to l'immagine pubblica del terrorista islamico sanguinario, quasi l'avesse studiata a tavolino, vestito sempre in tenuta militare con una pistola ben visibile nella fond ina a simboleggiare la rivoluzione fin o alla vittoria e in testa, forse anche per nascondere la calvizie, la tradizionale
kifìyyah. A partire dalla prima feroce 'intif(((fnll da lui condotta contro gli ebrei di Palestina negli anni '20 fino alla sua morte nel 1974, f:lag 'AmIn al-f:lusaynI è rimasto un terrorista impenitente. Lo stesso va le per Yasir ' Arafat, morto nel 2004, che spesso ha reso omaggio al muftr come suo eroe e guida. Insieme ad al-f:lusaynI, , Arafat è giustamente riconosciuto tra i padri del terrorismo islamico moderno per il suo coin volgimento nell 'assassinio di migliaia di cristiani, ebrei, israeliani, europei e americani.
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tlag 'Amfll al-l:fllsay"Te i terroristi di lfaml1s ~ag' AmIn
al-l:Iusaynf è ricordato soprattutto come riverito maestro di Yas ir 'Arafat, ma non va dime nticato ch e ha ispirato anche i leader di l:"Iamas, i quali continuano la loro incessante ca mpagna di terrore e violenza contro lo Stato d ' Israele. Sulla scia dell'OLP, f:l amas ha inaugura to una nuova era del terrorismo islamico lanciando a ttacchi suicidi entro i confini d i Israele, una tattica nuova e ancora più violenta che al-tIusaynI avrebbe certamente appla udito. L'ideologia di I:lamas, che riflette l'eredità di al-l:Iusayni con chiarezza inequivocabile, emerge nelle parole del suo statuto, adottato il 18 agosto 1988: I nemici [gli ebrei] hanno complottato per lungo tempo [... 1 e hanno accumulato un'enorme ricchezza materiale. Con questo denaro hanno preso il controllo dei mezzi di comunicazione del mondo. I... ] Con il loro denaro hanno fatto scoppiare rivoluzioni in diverse parti del mondo. I... ) Hanno ispirato la Rivoluzione francese e la Rivoluzione comunista e molte delle rivoluzioni di cui sentiamo parlare. (... J Con il loro denaro hanno formato organizzazioni segrete - come i massoni, i Rotary Club e i Lions Club - che si diffondono in tutto il mondo per distruggere la società e promuovere gli interessi sionisti. I... ] Hanno organizzato la prima guerra mondiale I... ] e hanno fonda to la Società delle Nazioni come strumento per dominare il mondo. Hanno organizzato la seconda guerra mondiale, grazie alla quale hanno ottenuto eno rmi g uadagni finanziari. I... ) Non esiste guerra, da nessuna parte, in cui essi non siano implicati. (... J li giorno del Giud izio non verrà finché i musulmani non combatteranno contro gli ebrei e non li ucciderarmo. Allora gli ebrei si nasconderanno dietro una pietra o un albero, e la pietra o l'al-
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bero dirà: "O mus ulmano, c'è un ebreo nascosto dietro di me, vieni e uccidilo ». J6
I volantini di t{ama.s, ampiamente diffusi negli ultimi anni, promuovono ulteriormente questo punto di vista, denig rando gli ebrei come «fra telli delle scimmi e, uccisori dei profeti, succhiato ri di sangue e guerrafondai », «nemici di Dio e dell 'um anità », "discend enti del tradimento e dell'inganno», "colpevoli sionisti che in passato hanno avvelenato l'acqua, ucciso bambini, donne e vecchi» 37, e dichiarando ape rtamente che ,da guerra continuerà fino a quando Israele non cesserà di esistere e fino a quando l'ultimo ebreo al mondo non sarà eliminato}>)8. Nel creare t{ama.s, il suo fondatore e leader spirituale ~ay ~ ' Al;lmad YasIn, un devoto ammiratore di al-t1usaynr, ha formulato il concetto second o cui la Palestina deve «diventare il campo di battaglia principale» della gilll1d islamica radicale contro Israele, l'America e l'Occidente filo-israeliano. La partecipazione all' jlltijt1cjnh - sosteneva Y:l sfn - ovvero il primo passo di questa guerra santa, avrebbe presto o ta rdi portato alla distruzione di Israele e a lla creazione di uno Sta to panislamico nazionalista in Palestina (proprio come lo aveva immaginato al-t1usaynI), che a sua volta av rebbe spianato la strada a una guerra santa globa le di t{am:ls e dei leader dell'lsla.m radicale contro gli alleati di Israele in America e in Occiden teJ\l. Trentadue anni dopo la sua mo rte, la visione di a l-t1usaynr ha trovato conferma quando t1ama.s ha assunto la leadership del popolo palestinese vincendo le elezioni del 25 gennaio 2006. Nel discorso p ronunciato a Damasco per l'occasione, il leader di t1ama.s Ija.lid Mas' al ha dichi arato: " Porto buone notizie a l nostro a mato profeta Maometto: la promessa di Alla.h e la profezia del Profeta di una
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nostra vittoria in Palestina contro gli ebrei e i sionisti oppressori iniziano ad avverarsi ». I vertici di J:lamas continuano a cercare di minare e annullare il lavoro dei nazionalisti palestinesi più moderati, alcuni dei quali - seppur con riluttanza - hanno accettato il diritto di Is raele a esistere. Oggi questo diritto incontra un'opposizione mo lto meno intransigente tra i palestinesi laici che tra i seguaci di l;Iamas, di cui il muftr avrebbe senz'a ltro condiviso l'inflessibilità. I risultati delle elezioni 2006 hanno po rta to allo scoppio di una guerra civile tra J:lam as e )' Autorità Nazionale Palestinese di Ma]:tmud 'Abbas, conclusasi nel giugno 2007 con la vi ttoria di l:famas. Proprio come il muftT aveva consid erato il suo l:Iukumat 'U mam Fala~tIn un semplice preludio alla conquista di tutta la Palestina, il trionfo di l:Iam:l.s a Gaza oggi è visto dall' Islam radica le solo come il primo passo nella creazione di uno Stato islamico in tutta la Palestina . Sia il mufti che l:Iam:l.s hanno alimentato i loro sogni e le loro speranze con la convinzione che la vitto ria dell 'Islam radicale sugli ebrei e sull'Occidente sia inevitabile. Uccidere i fratelli palestinesi che li avessero ostacolati rientrava nel programma di entrambi . l bruta li omicidi avvenuti a Gaza, nel 2007, e ripresi senza censura dai media ricordano in tutto e per tutto l'eliminazione dei rivali del muftr negli anni '20 e '3D. Nella g uerra contro gli ebrei, il muftT e l:Iamas hanno citato entrambi J protocolli dei savi di Sioll. La loro disponibilità ad accettare come vere e a promulgare le più terribili formule di retorica antiebraica è di ventata il marchio della lo ro lotta per la vitto ria. Entrambi hanno deciso in modo chiaro e altrettanto pericoloso di schierarsi con po tenze mondiali (la Germania di Hitler nel caso del mufti e l'Iran in quello di l:I am:l.s) che avevano o hanno una visione antitetica alla pace e ai buoni rapporti internazionali . Inoltre,
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entrambi hanno dichiarato di avere come obiettivo (.Ia cancellazione di Israele dalle carte geografiche)•. È chiaro che gli obi ettivi e le finalità d ell' Is lam radicale sono rimas ti costanti neg li anni, dal Governo per l'intera Pales tina del muftJ nella Gaza di ieri a quello di t'amas nella Gaza di oggi.
Hitler, al-lfllsaynT e i terroristi dell'11 settembre li 18 novembre 1947, l'intimo confidente di Adolf Hitler, Albert Speer, scrisse nel suo diario nella prigione di Spand au: Ricordo che ordinava di mostrare nella Cancelleria i filmati degli incendi di Londra, del mare di fiamm e su Varsavia, dei convogli che esplodevano, e ricordo la sua estasi nel guardarli. Non lo avevo mai visto così eccitato come verso la fin e della guerra, quando in una specie di delirio immaginava, per sé e per noi, la distruzione di New York in un uragano di fu oco. Descriveva i grattacieli trasformati in gigantesche torce fumanti, che crollavano uno addosso all'altro, mentre il bagliore delle esplosioni che devastavano la città illuminava il cielo scuro. <00 L')) settembre 2001 questa visione raccapricciante è diventata una terribile realtà. Essa ha confermato che esiste una continuità e una catena di terrore ininterrotta che va da Adolf Hitler, t'ag 'Amfn alMusaynf, Sayyid Qutb e Yas ir 'Arafat fino a Say}:l 'Al:tmad Yasln (il fond atore e la guida spirituale di tlamas), Sayl:t 'Ornar 'Abd al-Ral:tman e RamzT Yas if (la m ente dietro l'atte ntato del 1993 al World Trade Center), 'Usa mah Bin Ladin e Mul:tammad 'Ata, 'Al:tmad 'Ornar Sa'd Say!J (il terrorista
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islamico pachistano che ha pianificato il rapimento e l'uccisione del giornalis ta americano Daniel Pearl), e il presidente iraniano MaJ:lmod Al:tmadinegad. Gl i g ihad isti dell'Islam radicale, come i nazis ti prima di loro, sono contro l'America, l'Occidente e g li eb rei. I solidi legami del muftr con Hitler e con la sua cerchia, il suo ruolo di consig liere fid ato di Himmler e Eichmann, e la sua fanatica ad esione alla Soluzione Finale di Hitler sono il filo comune che lega passato e presente. Proprio come il muftT era e rimane il legame tra il vecchio e il nuovo fascismo, allo stesso modo egli è il legame inestricabile tra il vecchio antisemitismo e la sua nuova versione di matrice islamico-rad icale che si è diffusa e metastatizza ta in tutto il mondo arabo nei decenni successivi alla seconda guerra mondiale . Le radici dell'attuale terrorismo islamico radicale possono, in diversi modi, essere attribuite a l muft!. Hag 'Amln alHusaynI ha ispirato e continua a ispirare i leader dell'OlP, di Hamas, di Hizbollah, della Gihad Islamica, di al-Qa'idah e di altri gruppi islamici radicali a proseguire la campagna di vio len za e terrore contro Israele, gli Stati Uniti e i loro alleati. Il terrorismo, il fanatis mo e la ferocia del Movimento Nazionale Pa]es tinese riflettono l'eredità e l'influenza durature d el muftI. Oggi, a più di trent'anni dalla sua morte, Hag 'AmIn al-HusaynI va riconosciuto come l'icona del ma le che era : il padre dell'antisemitis mo e del terrorismo islamico radicale così come li conosciamo oggi. Come i responsi religiosi di Sayh 'Ornar ' Abd al-Rahm:l.n, ' Usamah Bin Ladin e altri terroris ti che lo hanno seguito, le infami fa twal/ di alHusaynI, in cui invocava la sconfitta e la distruzione di Israele, Gran Bretagna e Stati Uniti, sono diventate nuovi mandati di genocidio nello scontro di civiltà tra Islam radicale e Occidente, e nella guerra tutto ra in corso con la quale il muftr e I
CE REDlTÀ DEL MurrT
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i suoi seguaci hanno cercato di concludere, post-l1Iorfel1l, la
battaglia di Hitler contro gli ebrei. L'Islam radicale che il muftr e i suoi sostenitori hanno incoraggiato e abbracciato negli anni '30 e '40 oggi ha assunto una posizione dominante in gran parte del mondo islamico e continua a essere la fonte ideologica e l' ispirazione dietro l'antisemitismo, la giJufd e il terrorismo globali nella seconda metà del XX secolo e nel XXI. La minaccia terroristica rappresentata dall' Islam radicale è la grande questione del nostro tempo. Pertanto, oggi dobbiamo sconfiggere completamente le nuove icone del male, come già è avvenuto in passato con Adolf Hitler e l:Iag 'Arnln aI-l:IusaynL
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LA. MEZZIILUNA E 1..11 SVASTICA
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L'EREDITA D EL MtJm
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Cronologia della vita del muftJ
1895 Nasce a Gerusalemme. 1912 Frequenta l'Università al-' Azhar del Cairo dove studia filosofia islamica. 1913 Va in pellegrinaggio alla Mecca, guadagnandosi così il diritto a servirsi del titolo "l;Iag:». 1914 Ritorna a Gerusalemme e si arruola nell'esercito turco. 1918 È impiegato cinque mesi nell 'ufficio di Gabriel Ba~ l;Iaddad, il consulente arabo del governatore militare di Gerusalemme. Alle dipendenze del Reuters Press Servite, per cinque mesi traduce in arabo i comunicati stampa . 1920 Viene arrestato per responsabilità dirette nelle sommosse antiebraiche di Gerusa lemme d el 4 e 5 aprile. Rilasciato su cauzione,
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LA MEZZALUNA E LA SVA.STICA
non si presenta in giudizio e viene condannalo in contumacia a dieci ann i di prigione. 1° II/glio: Si r Herbert Samuel è nominalo Alto Commissario della Palestina. 7 luglio: Samuel concede piena amnistia a tutti i prigionieri condannati dai tribunali militari ma non ad al-M usaynr. Sette settimane dopo Samuel gU concede uno speciale indulto.
1921 8 maggio: Viene scelto come successore del fratellastro SayJ:a Carnai al-l:iusaynf per la carica di muftr di Gerusalemme.
1922 1° maggio: Viene nominato presidente del Supremo Consiglio 151amlco.
1929 Agosto: Sommosse antiebraiche in Palestina. Il coinvolgimento diretto del rnuftT viene accertato dal1a comm issione reale che indaga sui disordini.
1931 7 dicembre: Il mufu istituisce il Congresso Islamico Mondiale du· rante una riunione a Gerusalemme. Al·l:fusaynr viene eletto presi· dente. 1934 Guida una delegazione del Congresso Islamico Mondiale alla Mec· ca per un intervento di mediazione tra Arabia Saudita e Yemen nel· la guerra di confine tra i due Stati.
C RONOLOGIA
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1936 19 aprile: Due ebrei vengono uccisi a G iaffa. 21 aprile: Sciopero generale procla mato a Nablus. 25 aprile: Durante una riunione a Nablus viene organizza to il Supremo Com itato Arabo con al-Husaynr come presidente.
1937 12 gennaio: Il mufu testimon ia davanti alla commissione reale, che s tabilisce la diretta responsabilità sua e del Supremo Comitato Arabo nell'alime ntare la violenza . Il muftr viene rimosso dalla pres idenza del Supremo Consiglio (slamico. 17 luglio: Tentativo inglese di arrestare il muftr, che s i nasconde nell'area della Moschea di al-' Aq~a .
15 ottobre: li muftr fugge da lla Palestina riparando prima a Beirut, poi a Damasco e in fine in Iraq. 1939-1941 Il muftr rimane in Iraq. Tenta di o rganizza re un golpe filotedesca . 1941
29 maggio: Fugge da ll' Iraq. 1° giugno: Arriva a Teheran. Settembre: Fugge da ll'Iran e raggiunge la Turchia, dove trascorre un mese presso l'a mbasciata italiana . 11 ottobre: A rriva in Italia.
27 ottobre: Il mufu incontra Benito Mussolini a Roma. 6 novembre: Raggiunge Berlino. 28 novembre: Incontra il minis tro degli esteri tedesco Joachim von Ri bbentrop e Adoli Hitler.
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MEZZALUNA E [J\ S VA STICA
1941-1945 Rimane in Germania. Organizza e partecipa a raduni e trasmissioni radio fon ìche contro gli ebrei, incoraggia l'a ttività antiebraica
della Germania e organizza la Legione Araba che combatterà al fi anco d ei tedeschi.
1945 7 maggio: Lascia Berlino e raggiunge Bema, in Svizzera . 19 maggio: Arriva in Francia, viene arrestato e alloggiato in una vil-
la a Rambouillet, nei p ressi di Parigi. Luglio: Viene ufficialmente inserito nell 'elenco dei criminali di guerra delle Nazioni Unite.
1946 29 maggio: Raggiunge Il Cairo. 20 giugno: L'Egitto annuncia che re F:'I riiq ha concesso asilo al muftL
1948 30 marzo: In qualità d i p residente del Supremo Comitato Arabo, il muftr consegna la .. Carta costituzionale araba per la Palestina » alle Nazioni Unite.
14 maggio: Nascita d ello Stato d ' Is raele. 28 settembre: Il muftJ arriva a Gaza, rientrando in Palestina per la prima volta d op o und ici anni. 30 settembre: Il mufti viene eletto all'unanimità p residente del Governo per l'intera Palestina dall'Assemblea nazionale per la Palestina. 20 dicembre: Re ' Abdullah nomina un nuovo mufu al posto di all;IusaynI.
1951 20 luglio: Re ' Abdullah viene ucciso per ordine d el muftJ.
CRONOLOGIA
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II muftT presiede il Congresso Islamico Mondiale di Karachi, nel l'akistan occidentale.
1955 U muftT partecipa alla conferenza afro-asiatica di Bandung, in Indonesia. 1959 Si stabilisce a Beirut. 1967 P marw: Visita Gerusalemme per la prima volta dopo trent'anni. Visita Riad, ospite di re Fay~L 1974 4 luglio: Il muftI muore a Beirut. 5 luglio: Il Supremo Consiglio Islamico chiede di riportare le spog lie del muftr a Gerusalemme per la sepoltura. La richiesta viene negata dal governo israeliano.
Appendice CORRISPONDENZA E DOCUMENTI
Lettera del muftI a Hitler, 20 gennaio 1941
Baghdad, 20 gennaio 1941 Eccellenza, l'Inghilterra, quell'implacabile e astuto nemico della vera libertà dei popoli, non si è mai stancata di forgiare catene per ridurre in schiavitù e soggiogare il popolo arabo, a volte nel nome di una perfida Lega delle Nazioni e, a volte, ostentando sentimenti di umanità falsi e ipocriti, ma sempre, in realtà, per progetti imperialisti camuffa ti con principi di democrazia e di un intemazionalismo mendace. Per una coincidenza geografica, il popolo arabo si trova al centro di un crocevia terrestre e marittimo che, a detta degli inglesi, forma il nodo p rincipale delle «comunicazioni dell'Impero britannico». in ragione di ciò, si è fatto di tutto per creare continui ostacoli che compromettono la libertà e lo sviluppo del popolo arabo. Si potrebbe addirittura affermare che la pace relativa in essere da oltre un secolo tra Francia e Inghilterra sia dovuta in buona misura a un tacito accordo tra le due potenze per tenere le popolazioni arabe sotto il loro giogo, osservando così la legge di un' ignobile d ivisione che in ogni caso ha stabilito un equilibrio di ambizioni senza toccare l'arteria sensibile delle «sacre» vie di comunicazione britanniche! Inoltre, la spartizione delle zone di influenza tra Francia
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lJ1 M EZZALUNA E LA SVA STICA
e Inghilterra è servita a fiaccare la resistenza e le reazioni degli arabi, che si ritrovano in balia dell'una o dell'altra potenza. Ma la p0litica inglese non poteva sfidare a lungo il risveglio del nazionalismo arabo, di qui la s ua incessa nte attività per creare nuovi ostacoli all ' ind ipendenza e aUa libertà degli arabi. La triste storia degli ultimi decenni offre dunque agli occhi del mondo lo spettacolo di una lotta continua e dispera ta. In ossequio al principio divide et impera, l' Ingh ilterra aveva pensa to di insediare in Iraq, fi anco a fianco con la popolazione araba locale, diversi milioni di indù trapiantandoli dall'India britanruca. Tuttavia, una rivoluzione sanguinosa ha sventato questo piano e !'Inghilterra si è dovuta rassegna re al fatto compiuto, e concentrarsi sullo sfruttamento immediato del petrolio iracheno. In una parola, re Fay~ll ha accettato un certo lIIodllS vivendi e, nonostante l'opposizione della maggioranza del popolo, ha firma to un trattato con !'Inghilterra comprando in questo modo la relativa indipendenza del paese in cambio delle concessioni petrolifere. Una simile politica si è imposta per l'atteggiamento della Turchia, intenzionata ad annettere Mosu!' Per quanto riguarda la Siria, è stata consegnata alla Francia, questo per spezzare la sua unità nazionale e impoverirla economicamente così da poter meglio soggiogare il suo spirito nazionalista. Dopo diciotto anni d i lotta, è riuscita a strappare alla Francia il deludente trattato del 1936, che riconosceva la sua indipendenza ma al prezzo di concessioni e restrizioni unila terali. A sbarrare la strada della Siria verso la libertà è poi emersa l' Inghilterra, che si era accordata con la Turchia per neutralizzare il tratta to franco-siriano; ciò è avven uto con il consenso degli ebrei, che temevano una Siria indipendente accanto a Ua sorella palestinese allora in sta to di rivolta. A quel periodo risa le anche il patto anglo-franco-turco contro le Potenze dell'Asse. Nel 1938 era questo il preludio alla questione di Alessandretta e Antiochia, che si sarebbe conclusa, da un
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lato, con la cessione della regione da parte della Francia alla Turchia e, dall'altro, con l'abrogazione come cOl/ditio siI/e qua ilOti del trattato del 1939 tra Francia e Siria, altra manovra «molto democratica» dell'Inghilterra ai danni della Siria, nonostante le commissioni e i rapporti delle indagini della Lega delle Nazioni, tutti favorevoli alla tesi siriana . Vengo ora all'Egitto. Nel 1882 l' Inghilterra si è stabilita qui «temporaneamente!», poiché il popolo in rivolta aveva chiesto al chedivè una costituzione nazionale che limitasse le stravaganze del principe e organizzasse il bilancio in funzi one d egli interessi e delle esigenze del paese. Con il pretesto di assicurare l'ordine ad Alessandria, la perfida Albione ha occupato il paese per salvare il trono del chedivè (e poi dicono che sia democratica!), intessendo intrighi e fomentando tumulti e disordini attraverso i suoi agenti provocatori. La verità è che la posta in gioco era il Canale di Suez e ... le vie di comunicazione dell'Impero. L'Egitto ha dovuto attendere fino .111936 prima di ottenere a sua volta un trattato insoddisfacente con le consuete limitazioni . Questo è accadu to non già per la generosità britannica, tutt'altro, bensì - molto semplicementeper la rottura dell'equilibrio di forze nel Mediterraneo, poiché l'Italia stava assumendo una posizione sempre più forte e minacciosa nei confronti degli «interessi» britannici. E adesso, d opo tanti altri paesi della penisola arabica, è giunto il momento della Palestina. 11 suo caso, Eccellenza, le è ben noto poiché anche la Palestina ha sofferto della perfidia inglese. Si tratta di creare un ostacolo all'unità e all'ind ipendenza dei paesi arabi contrapponendoli direttamente agli ebrei di tutto il mondo, nemici pericolosi le cui a rmi segrete sono il denaro, la corruzione e l'intrigo, oltre alle ba ionette britanniche. Da vent'anni ormai ci ritroviamo faccia a fa ccia con queste diverse fo rze. Armati di una fed e invincibile nella loro causa, g li arabi di Palestina hanno comba ttuto con i mezzi più mdimentali . La questione della Palestina, inol-
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tre, ha unito tutti i paesi arabi in un odio comune per gli inglesi e gli ebrei. Se l'esistenza di un nemico comune è il preludio alla fa r· mazione di un'unità nazionale, possiamo dire che il p roblema pa· lestinese ha accelerato questa unità. Dal punto di vista internazionale, gli ebrei di tutto il mondo hanno accordato la propria fede ltà all' Inghilterra nella speranza che, in caso di vittoria, essa riesca a realizzare i loro sogni in Palestina e anche nei vicini paesi arabi. Se g li arabi vengono aiutati a sconfiggere gli obiettivi sionisti, gli ebrei, soprattutto quelli americani, si demoralizzeranno vedendo svanire nel nulla l'oggetto dei loro sogni, tanto che non saranno più così entusiasti di aiutare la Gran Bretagna e si ritireranno prima della catastrofe. La prego di non irritarsi, Sua Eccellenza, per questa mia esposizione sommaria dell'antagonismo arabo verso l' Inghilterra, poiché ho ritenuto necessario evidenziarne le cause fondamentali. Mi premeva soprattutto chiarire che queste cause hanno radici profonde, che toccano interessi primordiali e problemi vitali, e non questioni futili con effetti superficiali e transitori. Adesso e in futuro, la grandissima simpatia dei p opoli arabi per la Germania e per l'Asse è una realtà indubitabile, che nessuna propaganda può cambiare. Liberati da certi impedimenti materiali, g li arabi sono ovunque pronti ad agire, come si conviene, contro il nemico comune e a schierarsi con entusiasmo dalla parte dell'Asse per contribuire alla meritata sconfitta della coa liz ione anglo-ebraica. Il nazionalismo arabo è debitore e riconoscente nei confronti di Sua Eccellenza per aver spesso ricordato, in vibranti discorsi, la questione palestinese. Desidero ancora una volta rinnovarle i miei ringraziamenti e assicurarla sui sentimenti di amicizia, simpatia e ammirazione del popolo a rabo per Sua Eccellenza, il grand e Fiihrer, e per il coraggioso popolo tedesco. Mando inoltre il mio segretario privato per avviare, in nome della più forte e grande organizzazione araba e in mio stesso no-
CORRISPONDENZA E DOCUMENTI
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me, le trattative per una collaborazione sincera e leale con il governo tedesco in ogni campo. Glj arabi, e questo posso affermarlo con risolutezza, sono pronti ad agire e a offrire il loro sangue nella sacra lotta per i loro diritti e le loro aspirazioni nazionali, purché vengano garantiti certi interessi di ordine morale e materiale. Si tratta di prendere le necessarie precauzioni contro il perfido e potente nemico; occorre tener conto dei mezzi e delle forze coinvolte per avviare la battaglia con le maggiori probabilità di successo. Questa prudenza è indispensabile, soprattutto poiché l'Inghilterra deve agire e reagire con tutta la sua potenza vista l'importanza strategica dei paesi arabi, che potrebbero mettere in pericolo le comunicazioni imperiali e paralizzare tutti i collegamenti tra l'India e il Mediterraneo e la Turchia attraverso il Golfo Persico, e contemporaneamente mettere fine allo sfruttamento e alla vendita del petrolio a vantaggio dell'Inghilterra . Concludo augurandole una vita lunga e felice, una brillante vittoria in un futuro molto prossimo e la prosperità per il grande popolo tedesco e per l'Asse. La prego, Sua Eccellenza, di voler credere ai miei sentimenti di profonda amicizia, gratitudine e ammirazione. Il gran mulli di Palestina MuI:tammad 'Amrn al-l:Iusaynf
Risposta di Hitler al muftI, 8 aprile 1941, da Freiherr von Weizsacker
Berlino, 8 aprile 1941 A Sua Eminenza Il gran muftl M. l:Iag ' Amln al-l:Iusaynl Baghdad Sua Eminenza, il Fl.ihrer ha ricevuto la lettera da Lei inviata il 20 gennaio con il Suo segretario privato. Egli ha rilevato con g rande interesse e simpatia le Sue dichiarazioni sulla lotta nazionale degli arabi e si è compiaciuto delle parole amichevoli che gli aveva rivolto a titolo personale e in nome dei nazionalisti arabi. Attraverso il ministro degli esteri Ribbentrop, egli trasmette i suoi ossequi e ringraziamenti e i migliori auguri per il successo della causa araba. Il Suo segretario privato ha avviato le trattative citate nella lettera di Sua Eminenza, in cui si chiedeva di chiarire la politica tedesca riguardo agli arabi. A questo p roposito sono autorizzato a informarLa di quanto segue: La Germania, che non ha mai posseduto terre arabe, non ambisce ad averne e ritiene che gli arabi, un popolo di antica civiltà che
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LA MEZZA LUNA E LA SVASTICA
si è distinto nell'amminis trazione e nelle virtù militari, sia perfettamente in grado di governare se stesso. Pertanto, riconosce la completa indipendenza degli Stati arabi 0, laddove non ve ne siano ancora, la pretesa di organizzarsi come Stati. La Germania e gli arabi sono uniti nella lotta contro il loro nemico comune, gli inglesi e gli ebrei. In accordo con la tradizionale amicizia tedesca per gli arabi e come Sua Eminenza aveva auspicato nella lettera trasmessa dal Suo segretario privato, la Germania è lieta di collaborare e, nella misura del possibile, concedere aiuti militari e finanziari qualora gli arabi fossero costretti a combattere l'Inghilterra per raggiungere i loro obiettivi nazionali. Al fin e di assisterli nei preparativi per questa possibile lotta, essa è pronta .a rifomirli immediatamente di materiali bellici purché si trovi una via per il loro trasporto. Per approfondire i d ettagli della collaborazione, suggerisco che rimandi qui il Suo segretario privato o un altro negoziatore. La prego di conservare questa lettera. Il governo italiano è informato del suo contenuto ed è d 'accordo. Senza dubbio il suo segretario privato confermerà, dalle impressioni che ha ricevuto in Gennania, che la vittoria delle Potenze dell' Asse è certa così come la sconfitta dell' Inghilterra. Con i migliori auguri per il Suo benessere personale e per il suc-
cesso della Sua coraggiosa difesa della causa araba. Suo ecc. Weizsacker
Memorandum di un funzionario presso il Segretariato del Ministro degli Esteri
Berlino, 30 novembre 1941 VERBALE DELLA CONVERSAZIONE TRA IL FOHRER E IL GRAN MUFTI DI GERUSAI...EMME AVVENUTA A BERUNO, IL 28 NOVEMBRE 1941, ALLA PRESENZA DEL MINISTRO DEGU ESTERJ DEL REICH E DEL MINISTRO CROBBA
Il gran muftr esordisce ringraziando il Fuhrer del grande onore che gli accorda ricevendolo. Desidera cogliere I'opportunità di trasmettere al Fiihrer del Reich della Grande Germania, ammirato dall'intero mondo arabo, i suoi ringraziamenti per il favore che sempre ha dimostrato alla causa araba e, in particolare, a quella palestinese, chiaramente espresso nei suoi discorsi pubblici. l paesi arabi sono fermam ente convinti che la Germania vincerà la guerra e che la causa araba di conseguenza prospererà. Gli a rabi sono gli alleati naturali della Germania poiché hanno gli stessi suoi nemici, e cioè gli inglesi, gli ebrei e i comunisti. Sono quindi disposti a collaborare con la Germania con il massimo zelo nonché a partecipare alla guerra, non solo indirettamente attraverso atti di sabotaggio e !'incitamento alla rivol uzione ma anche direttamente attraverso la formazione delJa Legione Araba. Come alleati gli arabi possono rivelarsi più utili di quanto non sembri a
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U. MEZZALUNA E LA SVASTICA
prima vista, sia per ragioni geogra fiche sia per le sofferenze subi· te per mano degli inglesi e degli ebrei. Inoltre, hanno stretti rapporti con tutte le nazioni musulmane, di cui possono servirsi in nome della causa comune. Radunare la Lega Araba sarà alquanto semplice. Un appello del muftI ai paesi arabi e ai prigionieri di nazionalità araba, tunisina e marocchina in Germania produrrà un gran numero di volontari pronti a combattere. Della vittoria tedesca il mondo arabo è fermamente convinto, non solo perché il Reieh possiede un grande esercito e capi militari di genio, ma anche perché l'Onnipotente non po trà mai concedere la vittoria a una causa ingius ta. In questa lotta, gli arabi si battono per l'indipendenza e l'unità di Palestina, Siria e Iraq. Nutrono la più grande fiducia nel Fiihrer e si rivolgono alla sua mano per riceveme il balsamo con cui curare le ferite che gli hanno procurato i nemici della Germania. Il mufu cita quindi la lettera che ha ricevuto dalla Germania, nella quale si dichiarava che la Germania non possiede territori arabi e capisce e riconosce le aspirazioni all'indipendenza e alla libertà degli arabi, proprio come allo stesso modo sostiene l'eliminazione del focolare nazionale ebraico. In questo momento una dichiarazione pubblica in tal senso avrebbe una grande utilità a livello di propaganda per i popoli arabi, li risveglierebbe da un momentaneo letargo e gli infonderebbe nuovo coraggio. Inoltre, faciliterebbe il lavoro del mufu nell'organizzarli segretamente in vista del momento in cui potranno colpire. Allo stesso tempo, egli può assicurare che g li arabi attenderanno il momento giusto con pazienza e con la massima d isciplina, e che attaccheranno solo su ordine di Berlino. Per quanto riguarda gli eventi in Iraq, il mufu osserva che gli arabi di quel paese non sono stati in alcun modo istigati dalla Germania ad attaccare l'Inghilterra, ma che invece hanno agito solo in risposta a un attacco diretto alloro onore da parte inglese.
CORRISPONDENZA E IXXUM ENTI
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A suo avviso i turchi accoglieranno favorevolmente l' insediamento di un governo arabo nei territori vicini poiché, in quei paesi, preferiscono un governo arabo debole a un governo europeo più forte e, visto che la loro è una nazione con 7 milioni di abitanti (leggi «17 milioni », N.d.A.I, non hanno nulla da temere dagli arabi (1.700.000) che abitano in Siria, Transgiordania, Iraq e Palestina. Analogamente la Francia non si opporrà ai pian i di unificazione dal momento che ha concesso l'indipendenza alla Siria già nel 1936 e ha approva to l'unificazione di Iraq e Siria, sotto re Fa y~ 1, già nel 1933. In queste circostanze egli rinnova la richiesta che il Fuhrer rilasci una dichiarazione pubblica affin ché g li arabi non perdano la speranza, che è una forza così potente nella vita delle nazioni. Con la speranza nel cuore, g li arabi - come riferisce lo stesso mufu - sano disposti ad aspettare. Non fanno p ressioni per veder subito realizza te le loro aspirazioni; possono fa cilmente attendere sei mesi o un anno intero. Ma senza la speranza che una d ichiarazione del genere susciterebbe, ad avvantaggiarsi d ella situazione saranno probabilmente gli inglesi. Il Fiihrer risponde che, come dichiarato in precedenza dallo stesso mufU, l'atteggiamento fondamentale della Germania riguardo a simili questioni è chiaro. Essa appoggia una guerra senza compromessi contro g li ebrei, in cui rientra naturalmente l'opposizione attiva al focol are nazionale ebraico in Palestina, che altro non è se non un centro, sotto forma di Stato, attraverso il quale esercitare g li interessi ebraici con conseguenze d evastanti . Ino ltre, la Germania riconosce la mendacità dell 'affermazione secondo cui g li ebrei hanno una funzione d i pionieri economici in Palestina, dove il lavoro, in realtà, è svolto solo dag li arabi, non dagli ebrei. Essa intende chiedere g radualmente a ciascuna nazione europea di risolvere il proprio problema ebraico e, al momento giusto, rivol· gerà un simile appello anche alle nazioni extraeuropee.
LA. M EZZA.WNA E LA SVASTICA
La Germania al momento è impegnata in una lotta all'ultimo sangue con due roccaforti del potere ebraico: la Gran Bretagna e la Russia sovietica. In teoria il capitalismo inglese è diverso dal comunismo sovietico; tuttavia, in entrambi i paesi gli ebrei perseguono un obiettivo comune. Questa è la lotta decisiva; sul piano politico, si presenta sostanzialmente come un conflitto tra Germania e Inghilterra, ma ideologicamente è una battaglia tra il nazionalsocialismo e gli ebrei. Naturalmente la Germania darà aiuto concreto e reale agli arabi coinvolti in questa lotta, poiché le sole promesse non bastano in una guerra per la sopravvivenza in cui gli ebrei sono in g rado di mobilitare tutta la potenza dell'Inghilterra a proprio vantaggio. L'aiuto agli arabi sarà di tipo materiale. La scarsa utilità delle simpatie senza appoggi concreti è emersa chiaramente dall'operazione in Iraq, dove le circostanze non hanno consentito di offrire un aiuto pratko, realmente efficace. Senza un intervento sufficiente da parte della Germania, l'Iraq infatti è stato sopraffatto dalla potenza della Gran Bretagna, protettrice degli ebrei. Tuttavia, il muftf non può ignorare che l'esito della lotta in corSO deciderà anche il destino del mondo arabo. Il Fiihrer deve parlare e pensare con freddezza e prudenza, da uomo razionale e s0prattutto da soldato, come leader dell'esercito tedesco e di quelli alleati. Sarà fatta qualsiasi cosa possa favorire la battaglia titanica per la causa comune, e dunque anche per gli arabi. D'altra parte, qualsiasi cosa che indebolisca la situazione militare va accantonata, per quanto una mossa del genere possa essere impopolare. Attualmente la Germania è impegnata in battag lie molto difficili per aprirsi un ingresso nella regione del Caucaso settentrionale. Le difficoltà sono lega te soprattutto al mantenimento degli approvvigionamenti, che risulta difficile in seguito alla distruzione di ferrovie e strade principali e anche per l'arrivo dell'inverno. Se in un momento simile il Fiihrer sollevasse il problema della Siria in
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una dichiarazione, gli elementi francesi sotto l'influenza di Dc Gaulle ne riceverebbero nuova forza: penserebbero che il FGhrer intende spezzare l' impero coloniale francese e si appellerebbero ai loro concittadini affinché facciano causa comune con gli inglesi per cercare di salvare il salvabile. Una dichiarazione tedesca sulla Siria sa rebbe interpretata in Francia come un riferimento aUe colonie in generale, e questo al momento creerebbe nuovi problemi nell'Europa occidentale, costringendo il Reich a sottrarre una parte dell'esercito alla campagna orientale per immobilizzarla sul fronte occidenta le. Il Fiiruer dichiara quindi le seguenti parole al mufu, pregandolo di custodirle nelle profondità più remote del suo cuore: 1. Egli (il Fiihrer) proseguirà la battaglia fino alla distruzione totale dell'impero giudeo-comunista in Europa. 2. In un momento non distante ma impossibile da precisare ora, nel corso di questa battaglia gli eserciti tedeschi raggiungeranno l'uscita meridionale del Caucaso. 3. Appena questo avverrà, il FGruer informerà il mondo arabo che l'ora della sua liberazione è giunta . L'obiettivo della Germania a quel punto sarà unicamente la distruzione della comunità ebraica che risiede nella sfera araba sotto la protezione del-
la potenza britannica . In qualità di portavoce più autorevole del mondo arabo, il muftI dovrà quindi avv iare le operazioni arabe che avrà predisposto in segreto. Arrivato quel g iorno, la Germania sarà indifferente alla reazione d ella Francia davanti a una simile dichiarazione. Una volta che la Germania si sarà aperta una strada verso l'Iran e l' Iraq attraverso Rostov, sarà l' inizio delle fine per l' Impero britannico. Il prossimo anno egli (il Flih.rer) spera di riuscire ad aprirsi la strada che dal Caucaso porta verso il Medio O riente. Per il be-
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ne della causa comune, è opportuno rimandare ancora di qualche mese la dichiarazione s ulla questione araba ed evitare che la Germania si crei difficoltà senza per questo poter aiutare gli arabi. Egli (il Fuhrer) comprende appieno !'impazienza con cui gli arabi attendono la dichiarazione pubblica richiesta dal gran muftI. Tuttavia, lo prega di riflettere sul fatto che (il Fuhrer) è stato Cancelliere del Reich tedesco per cinque lunghi anni prima di poter annunciare la liberazione della sua patria con l'AlIsclllllss. Per farlo ha dovuto attendere che si producessero le necessarie condizioni con la forza delle armi. Nel momento in cui le divisioni corazzate e gli squadroni aerei tedeschi raggiungeranno il Sud del Caucaso, si potrà rivolgere al mondo arabo l'appello pubblico richiesto dal gran muftI. Il gran muftI concorda sul fatto che tutto si svolgerà secondo le previsioni del Fiihrer ed è pienamente rassicurato e soddisfatto di quanto gli ha riferito il capo dello Stato tedesco. Tuttavia, chiede se non sia possibile, almeno segretamente, stipuJare un accordo con la Germania del tipo che egli ha delineato al Fiihrer. Il Fiihrer risponde di aver appena fornito al gran muftI proprio quella dichiarazione confidenziale. Il gran muitI lo ringrazia per questo e conclude dicendo che si congeda dal Fiihrer con fiducia assoluta e rinnovati ringraziamen-
ti per l'interesse dimostrato per la causa araba. Schmidt
fI diario del muftI sull'incontro con Hitler
Registrando di 5110 pugno /'i/lCOtltro CDII Hitler ilei 5110 diario, Hag 'AmTtI al-Hllsayllr dice: La parola del FGhrer il 6 del mese di QCl al-Q3'idah dell'anno 1360 delJ'Egira, venerdì (corrispondente al 21 novembre 1941) (nel suo djario il mufu indica la data sbagliata. In realtà intendeva il 28 novembre 1941, N.d.A. ), a Berlino, dalle 16.30 fino alle 18 e qualche minuto.
Gli obiettivi della mia lotta sono chiari. Innanzi tutto combatto senza tregua gli ebrei, e questa lotta comprende la battaglia contro il cosiddetto focolare nazionale ebraico in Palestina, poiché gli ebrei vogliono stabilirvi un governo centrale per i loro fini perniciosi e avviare una espansione devastante e rovinosa alle spese dei governi del mondo e d i altri popoli. È chiaro che gli ebrei non hanno rea lizzato nulla in Palestina e che le loro dichiarazioni sono menzogne: tutto quanto è stato fatto è opera degli arabi e non loro. Sono deciso a trovare una soluzione a l problema ebraico, procedendo in maniera progressiva ma incessante. A tal fine mi sto appellando prima di tutto a i paesi europei e poi a quelli al di fuo ri dell'Europa. È vero che i nostri nemici com uni sono la Gran Bretagna e i sovietici, i cui principi sono opposti ai nostri . Ma d ietro di essi si na-
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sconde l'ebraismo che guida entrambi e che, in questi due paesi, ha un solo obiettivo. Contro queste nazioni siamo attualmente impegnati in una battaglia per la vita o per la morte, che non determi· neTà solo l'esito della lotta tra nazionalsodalismo ed ebrais mo; infatti, l' intera condotta di questa guerra vittoriosa sarà di grande e concreto aiuto agli arabi impegnati nella stessa lotta. Questa non è solo una rassicurazione astratta, bensì basata su una forza di conquista e, dunque, "unica rassicurazione con un valore reale, mentre una mera promessa non ne avrebbe alcuno. Nella campagna irachena, ad esempio, le simpatie dell'intero popolo tedesco erano dalla parte dell'Iraq. Il nostro obiettivo era aiutare l' lraq, ma le circostanze ci hanno impedito di offrire un aiuto concreto. Avendo patito come loro, negli iracheni il popolo tedesco ha riconosciuto dei compagni di sofferenza. Tutto l'aiuto che abbiamo dato all'Iraq non è stato sufficiente a salvarlo dalle forze britanniche. Per questo motivo va sotto lineata una cosa: in questa lotta che deciderà il destino degli arabi, posso ora parlare da uomo votato a un ideale, da leader politico e da soldato. Chiunque si unisca a questa grande lotta e contribuisca a determinarne il successo, serve la causa comune e, quindi. la causa araba. Qualsiasi altro punto di vista indebolisce la situazione militare e, dunque, non aiuta in alcun modo la causa araba . Pertanto, è necessario che decidiamo quali passi possono aiutarci nella lotta contro l'ebraismo mondiale, contro la Russia comunista e l'Inghilterra, e quali passi possono risultare più utili insieme. Solo se vinciamo la guerra l'ora della liberazione sarà anche l'ora in cui le aspirazioni arabe saranno soddisfatte. La situazione è la seguente: stiamo conducendo la grande battaglia per aprirci una via verso il Nord del Ca ucaso. Non sono s0lo i trasporti a comportare difficoltà per la distruzione di strade e vie ferrate e per l'a rrivo dell'inverno. E se in queste circostanze mi azzardo a rilasciare una dichiarazione sulla Siria, i sostenitori di De
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Gaulle in Francia ne riceveranno forza e questo potrebbe sca tenare una rivolta in quel paese. Questi uomini (i francesi) si convinceranno allora che allearsi con la Gran Bretagna sia più vantaggioso e che la separazione della Siria sia un modello da seguire nel resto dell' Impero francese. Questo rafforzerà la posizione di De Gaulle nelle colonie. Se la dichiarazione viene rilasciata ora, sorgeranno difficoltà in Europa occidentale che provocheranno il dirottamento di alcune forze (tedesche) a scopo di difesa, impedendoci cosi di inviare tutte le nostre forze in Oriente. Ora le dirò qualcosa che vorrei tenesse segreto. In primo luogo, porterò avanti la mia battaglia fino alla distruzione completa del dominio giudeo-bolscevico. Secondo, durante la battaglia raggiungeremo il Caucaso meridionale (non sappiamo quando arriverà la vittoria ma probabilmente sarà in un futuro non lontano). Terzo, a quel punto vorrei rilasciare una dichiarazione, poiché allora sarà giunta l'ora della liberazione degli arabi. La Germania non ha ambizioni in quest'area ma ha solo interesse ad annientare la potenza che produce gli ebrei. Quarto, sono lieto che sia riuscito a fuggire e che ora si trovi con le Potenze dell'Asse. Un giomo sarà lei ad avere l'ultima parola e non sarà più solo il tramite delle nostre dichiarazioni. Dirigerà lei le forze arabe e, quel giomo, non posso immaginare cosa accadrà ai popoli occidentali. Quinto, questo progresso arabo a mio avviso provocherà lo smembramento del mondo britannico. La strada da Rostov fin o in Iran e Iraq è meno di quella tra Berlino e Rostov. Speriamo di distruggere questa barriera l'anno prossimo. È meglio rilascia re una dichiarazione allora e non adesso p oiché (in questo momento) non possiamo essere d'aiuto in alcun modo. Capisco il desiderio arabo di questa (dichiarazione), ma Sua Eccellenza il muftr d eve capire che solo cinque anni dopo essere di-
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ventata presidente del governo tedesco e Flihrer del popolo tedesco ho potuto rilasciare una dichiarazione simile [circa l'annessione austriaca l, e questo perché le forze militari mi impedivano di farl o. Ma quando i panzer e gli squadroni aerei tedeschi raggiungeranno il Caucaso meridionale, allora sarà il momento di rilasciare la dichiarazione. (In risposta alla richiesta di una dichiarazione o di un accordo segreto), ha detto che una dichiarazione no ta a una certo numero di persone non può rimanere segreta ma diventerà pubblica. lo (Hitler) ho fatto pochissime dichiarazioni pubbliche in vita mia, diversamente dai britannici che ne hanno fatte tante. Se rilascio una dichiarazione, la mantengo. Una volta promisi al maresciallo finlandese che avrei aiu tato il suo paese se il nemico avesse attaccato di nuovo. La mia parola suscitò un'impressione più forte di qual· siasi dichiarazione scritta. Ricapitolando, voglio dichiararle quanto segue: quando saremo arrivati nel Caucaso meridionale, allora sarà giunta l'ora della li· berazione degli arabi. E può fidarsi della mia parola . Eravamo in ansia per lei. Conosco la storia della sua vita. Ho se-guito con interesse il suo lungo e pericoloso viaggio. Ero molto preoccupato per lei. Sono lieto che ora si trovi con noi e nella con· dizione di mettere la sua forza al servizio della causa comune.
Ribbentrop promette al muftr di distruggere il focolare nazionale ebraico
Ministero degli Affari Esteri Berlino, 28 aprile 1942 Sua Eminenza, in risposta alla Sua lettera e alla comunicazione allegata di Sua Eccellenza il primo ministro Rasrd 'AlI al-Gaylanr, e confermando i tennini della nostra conversazione, ho l'onore di informarla che: Il governo tedesco apprezza pienamente la fiducia dei popoli arabi negli obiettivi deUe Potenze dell ' Asse e nella loro determinazione a proseguire la lotta contro il comune nemico fino al ragg iungimento della vittoria. Inoltre, comprende perfettamente le
aspirazioni nazionali dei paesi arabi così come sono state espresse da entrambi e dichiara la più grande solidarietà per le sofferenze dei vostri popoLi sotto l'oppressione britannica . Ho dunque l'onore di assicurarle, in completo accordo con il governo italiano, che l'indipendenza e la libertà dei paesi arabi, che attualmente soffrono sotto il giogo dell'oppressione britannica, rientra tra g li obiettivi del governo tedesco. Pertanto, la Germania è pronta a sostenere appieno la lotta dei paesi arabi oppressi contro la dominazione britannica, affinché
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possano realizzare il loro obiettivo di indipendenza e sovranità nazionale e distruggere il focolare nazionale ebraico in Palestina. Come concordato in precedenza, il contenuto d i questa lettera va tenuto assolutamente segreto fino a quando decideremo altrimenti. Prego Sua Eminenza di credere ai sentimenti della mia più alta stima e considerazione. (firmato) Ribbentrop A Sua Eminenza Il Grossmufti di Palestina 'AmIn al-l;IusaynI
Testo dei telegrammi inviati da Himmler e Ribbentrop al muftJ il 2 novembre 1943
Testo dei telegrammi inviati da Himmler e Ribbentrop al muftJ il 2 novembre 1943, giorno del ventiseiesimo anniversario della Dichiarazione Balfour. li discorso del muftr e questi telegrammi furono riportati in un pamphlet dal titolo «Discorso di Sua Eminenza il g ran mufu a lla manifestazione di protesta del 2 novembre 1943 contro la Dichiarazione Balfour». 11 pamphlet fu pubblicato dall'lslamische Zentralinstitut di Berlino legato al mufu. Segue il testo del telegramma di Himmler:
Sin dal/a sI/a lIascita il Movimetlto NaziOllalsocialista 1m iscritto sulla sua balldiera la lolla cOlllro l'ebraismo mondiale. Perlanto Ila sempre seguito COli simpatia la battaglia degli arabi, allimati dal loro amore per la libertà, COlltm gli illlrusi ebrei. Il riconoscimento di questo nemico e della battaglia comune contro di esS<J costituisce la S<Jlida base dei legami lIaturali tra la Grallde Germania Naziollalsocialista e i maomettani che in tutto il mondo ammlO la libertà. COli questo pensiero le trasmetto, nel/'mllliverSilrio dell'empia Dichiaraziol1e Balfour, i miei sinceri Silluti e 011 guri per lo vittoria filiale della vostra battaglia. Segue il testo del telegramma di Ribbentrop: Mando i miei sallai a Sila Eminel1za e a qual/ti si trovano oggi lIella ca,Jitale del Reicll al radu1lo da lei presieduto. lA Germania è legata alla /10 -
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z;alle araba da onticlli rapporti di amicizia e oggi pir) che mai siamo a/leati. L'eliminazione del cosiddetto focolare nazionale ebraico e la liberazione di tutte le terre arabe dall'oppressione e dallo sfrllltamcnto delle p0tenze occidentali è parte inalterabile della politica del Grande Reicl, tedesco. Possa arrivare presto ['ora ;n CI/; la nazione araba costruirà il proprio futuro e stabilirà l'unità iII pictJII indipcndellUl.
Il muftr chiede di vietare l'immigrazione ebraica come gesto di fa vore nei confronti degli arabi
Berlino, 27 luglio 1944 AI Reichsfuhrer 55 e Ministro d egli Interni H. Himmler
Berlino Reichsfuhrer, nella mia lettera del S g iugno 1944, facevo riferimento alla conversazione in cui le avevo riferito sull'inclusione degli ebrei nel piano per lo scambio di alcuni egiziani che vivono in Germama. In quell'occasione, Reichsfuhrer, le ho chiesto di adottare tutte le misu re necessarie per impedire il coinvolgimento degli ebrei. Queste misure sarebbero in accordo con la politica tedesca in generale e, in particolare, con la dich iarazione del governo tedesco per l'anniversa rio della Dichiarazione Balfour, il2 novembre 1943, e cioè che «l'eliminazione del cosiddetto focolare nazionale ebraico in Palestina è parte ina lterabile della politica del Grande Reich tedesco»; concord erebbero inoltre con quanto scritto nel teleg ramma che lei, Reichsflihrer, ha mandato iJl quella stessa occasione, e cioè che «sin d alla sua nascita il Mov imento Nazionalsocialis ta ha iscritto sulla sua band iera la lotta contro l'ebraismo mond iale».
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Nel frattempo ho appreso che, invece, gli ebrei sono partiti il 2 luglio 1944, e c'è da temere che altri gruppi di loro correligionari lascino la Germania e la Francia neU'ambito del piano per lo scambio di tedeschi palestinesi, un fatto che incoraggerebbe anche i paesi balcanici a inviare i loro ebrei in Palestina. Inoltre, dopo la dichiarazione del govemo tedesco, un simile passo risulterebbe incomprensibile per gli arabi e i musulmani, e susciterebbe in loro un sentimento di vivo disappunto. È per questo motivo che le chiedo, Reichsfiihrer, di fare tutto il necessario per impedire l'emigrazione degli ebrei in Palestina, offrendo così un nuovo esempio pratico della politica della Germania, che è nostra amica e allea ta naturale, nei confronti della nazione araba. Suo ecc.
Il muftl propone una legione araba a Himmler
Berlino, 3 ottobre 1944 Al Reichsftihrer e Reichsminister H. Himmler
Quartier generale del Fiihrer Reichsfiihrer! Mi permetto di attirare la sua attenzione sul rinnovo delle pericolose richieste degli ebrei, con il sostegno degli Alleati, per la creazione di uno Stato ebraico in Palestina, nonché sull'approvazione concessa dal governo britannico alla creazione di un'unità militare ebraica per combattere contro la Germania e guadagnarsi così il diritto a un tale Stato. Nell'ultimo discorso di Churchill del 28 settembre 1944 alla Camera dei Comuni, il governo britannico si è dichiarato pronto a creare questa unità militare e a provvedere al suo addestramento e a rmamento. La dichiarazione del governo britannico ha scatenato la peggior reazione possibile in tutti i paesi arabo-islamici. Pertanto, in risposta a questo atto propongo che venga annunciata la creazione di un esercito arabo-islamico in Germania, composto da volontari arabi e islamici e destinato a confluire nelle unità arabo-islamiche già esistenti. Dichiarando la sua disponibilità ad addestrarlo e armar-
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lo, la Germania assesterebbe un duro colpo al piano dei britannici e aumenterebbe il numero dei propri combattenti. Sono convinto che la creazione d i un simile esercito e l'annuncio del suo obiettivo avrebbero ripercussioni assa i favo revoli nei paesi arabo-islamici . La prego quindi di va lutare la possibilità di fare l'annuncio il 2 novembre 1944, in modo che coincida con \'anniversario dell'infame Dichiarazione 8alfour del 1917, in cui viene promessa la creazione del cosiddetto foco lare nazionale ebraico, e con la promessa del 1943 del Ministro degli Esteri del Reich di distruggere detto focolare. Accetti, Reichsfiihrer, l'espressione della mia più alta stima . Suo ecc.
Affidavit del dotto r Rudolf Kastner a Norimberga
Come p residen te del Comitato ebraico d i aiu to e soccorso di Budapest, chiesi alle autorità tedesche di autorizzare l'emigrazione in Palestina di un gruppo di ebrei ungheresi. Nel corso d i questi negoziati, che sono oggetto d ella mia testimonianza depositata nei verbali del processo di Norimberga, l'alto ufficiale d ella Gestapo Eichmann dichiarò la sua disponibilità a raccomandare l'emigrazione di un gruppo di 1681 ebrei ungheresi a condiz ione che non andassero in Palestina. «Possono andare ovunque tranne in Palestina», mi disse Eichmann, il quale, essendo a capo del dipartimento IV-B-4 del Reichssicherheitshauptamt (Uffi cio centra le per la sicurezza del Reich), era personalmente responsabile della deportazione e d ello stermin io degli ebrei europei . In un primo momento giustificò il rifiu to di autorizzare l'emigrazione in Palestina dicendo che non voleva inimicarsi g li arabi. Alla fine mi disse queste testuali parole: «Sono un personale amico del gran muftI. Gli abbiamo promesso che nessun ebreo europeo sa rebbe più entrato in Palestina. Adesso mi capisce?» . Qualche g iorno dopo l'55 Hauptsturmfiihrer Dieter Wisliceny, uno stretto collaboratore di Eichmann, mi confermò in via con fi denzia le le parole del suo superiore e aggiunse: «A mio avviso, il gran muftI, che si trova a Berlino dal 1941, ha in n uito sulla deci-
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sione del governo tedesco di sterminare gli ebrei d'Europa, e l'importanza di questo suo ruolo non va trascurata. Egli ritiene che sia una comoda soluzione al problema della Palestina. Nei messaggi che ha trasmesso via radio da Berlino, i s uoi attacchi antisemiti s0no stati più violenti dei nostri. È uno dei migliori amici di Eìchmann e lo istiga costantemente ad accelerare le misure di sterminio. Ho sentito dire che, accompagnato da Eichmann, ha visitato in incognito le camere a gas di Auschwitz».
Dossier sulla collaborazione di re Faroq d 'Egitto con i nazis ti e con il muftI loro allea to
IXJCUMENTI UFFICIAU NAZISTI SULL' ALLEANZA CON IL RE E SUI PIANI DEL MUFTT DI BOMBA RDARE GERUSA LEMME E TEL AVIV
MEMORANDUM PRESENTATO ALLE NAZION I UNITE NEL GIUGNO 1948
Il nuiftr sollecitò i lIazisfi a bombardare Gerusalemme e Tel Aviv Mentre gli ebrei aiutavano gli Alleati, il mufu progettava come distruggere la Palestina ebraica con l'aiuto dell'Asse. I motivi che lo animavano erano due: 1) Vendetta personale e odio nei confronti degli ebrei che lo avevano già spinto a p rendere parte attiva nella politica nazista di sterminio degli ebrei eu ropei. 2) Il secondo obiettivo era militare, ovvero distruggere un elemento milita re essenzia le che ebbe poi un ruolo nella successiva vittoria allea ta in Nord Africa. Il muftr chiedeva continuamente d i attaccare Gerusalemme, sede centrale d ell'Agenz ia Ebraica, e Tel Aviv, ci ttà popolata d a soli ebrei, come emerge da numerosi documenti segreti trova ti in Germania d a lle fo rze allea te a lloro ingresso nel paese. Uno di questi d ocumenti, un rappo rto segreto del comando d elle forze aeree tedesche d atato 29 ottobre 1943, rivela che nei sei
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mesi precedenti il rnufu aveva chiesto un attacco aereo contro Ce· rusalemme e la sede centrale del!' Agenzia Ebraica, e un attacco contro Tel Aviv. Secondo il rapporto, il mufu aveva proposto di «celebrare» con un simile attacco l'anniversario della Dichiarazione Balfour (2 novembre). Contemporaneamente, e d i nuovo per le pressioni del mufu, il comando delle forze aeree stava consid erand o un attacco contro obiettivi militari lungo la costa palestinese, di cui disse che «persino il gran muftr lo avrebbe considerato sufficiente, come avevano detto nel quartier gene rale del Reich", Nello stesso rapporto vengono descritti gli sforzi del muftr per promuovere l'attacco contro Tel Aviv; ,<Senza dubbio Tel Aviv deve essere considerala l'oggetto di contrattacchi in risposta agli at· tacchi terroristici di britannici e americani. Qualsiasi attacco va eseguito da una forza molto grande per garantire un effetto dura· turo» . Ma il feldmarescia llo G6ring fu costretto a rifiutare la ri· chiesta il 17 luglio, poiché non era d isponibile una task farce su ffi· cientemente grande. A quanto pare il muftr non aveva pace poiché, in un altro rap· porto del 30 marzo 1944, emerge che sollecitò ancora il bombarda· mento di Tel Aviv il 10 aprile 1944. Anche stavolta, pur controvÙ"" glia, il comando dell'aviazione dovette rifiutarsi di farl o.
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lndice dei nomi
' Abbas, Mal;tmad (' Aba Mazin), 171-174, 177,200, 204 ' Abdallah, l 68 ' Abdullah, re di G io rd ania, 69, 128129, 140-142, 145-146,148 ' Al:tmadinegad, Mal:tmad, 145, 178, 1 ~ 1 81 , 1 ~ 1 84,206
a l-' Aga, I;fasan, 176 al-' A~mawr, Mul;tammad Sa'rd , 57 a l-Bakr, 'Al.unad I;fasan, 134 al-Bannah, I;fasan, 56, 58-59, 124,
126 al-Baqr, 'Al;tmad f:l ilmr 'Abd, 128, 147 al-Dawallbr, Ma' mf, 121 a l-Drn Carallah, Sayl;t I;fusayn, 35 al-Fiqar, Qa, Basa, 67 a l-Calahma, 'Uma ymah 'Al;tmad, 169 al-Gameia, Mul;tammad, 191 al-Carwan, Sayf' Alr, 175 al-Gaylanr, Ra~Td ' AlT, 70, 74, 78, 82, 132, 134, 137 al-I;fag (Louis Heid en), 166 al- I;fasan, Hant 197 a l-I;fusaynr, Carnai, 24, 33, 125-126 a l-tlusaynr, M ul;t yeddrn, 151
al-I;fusa ynr, Masi'! 'Abdullah, 141 al-l;fusaynJ, Masi'! Qasirn, Basa, 24,
34, 163 al-I;fusaynr, Mu ~tafa, 24 al-I;fusaynr, Sayl:t Tahir, 24 al-' Islarn, Sayl:t, 192-193, 195 al-Karfm Qas im, 'Abd, 147 a l-Kawukgr, FawzT, 52, 137 Alessandro Magno, 104 Allenby, Edmund, 27 a l-Nahayan, Zayd Bin Sultan, 180 al-Nasa~lbr, ~gib Bay, 34 a l-Nasir, Carnai ' Abdel, 56, 66, 130, 136,139, 144, 146-150,164,167,172, 197 a l-Nasir, SawqJ ' Abd, 164 al-Ral;tma n, 'Ay~ ' Abd, 168 al-Ral;tman, 'Ornar ' Abd, 196,205-
206 al -Ra ~rd,
HarOn, 162 al-Sa'danT, Mu ~tafa, 168 a l-Sad:lt, 'Anwar, 56, 66, 130-131, 136, 139, 142, 174, 196 a l-5.1id, Nuri, S.,!}a, 70 a l-$ull;t, Ri yal;i Bay Altem, Erich, 197 Andrews, Lewis, 54
262
an-NukrMI, Ma~ad, Ba~, 142 'Arafat, Fatl;lI, 171 'Arafat, Yasir, 56, 59, 124-125, 130131, 136,139,150-153, 159,166,169, 171·1 72,174-176, 197·202,205 Asquith, Herbert, 22, 31 'Ara, Mul,lammad, 205 Ataturk, Mu ~tafa Kamal, 153 Attlee, Clement, 93, 121-122 ' AzzAm, 'Abdul RaJ:unlln I:fasan,
BMa, 138 Balfour, Arthur ]ames, 26, 116, 193 Baruch, Bernard, 11&11 7 Begin, Menachem, 174 Ben-Gurion, David, 33, 136, 138 Bemer, Willy, 197 Bidault, Georges, 97 Bin Udin, 'Usamah, 59, 144-145,
159,190, 196,20S.206 Bismarck, Otto von, 16 Bonaparte, Napoleone, 73, 104 Bullard, Reader, 71
Carter, Jimmy, 174 Ceausescu, N icolae, 197
Chamberlain, NeviUe, 44, 65 Choll En-Iai, 146 Churchill, Wmston, 28, 39, 68, 71·72, 103, 106-107, 113-115,117, 121-122 Clark, Veronica, 182
Crum, Bartley, 93 De Ga ulle, Charles, 97 Duca di Wmdsor, vedi Edoardo VIlI Duke, David, 182
Eden, Anthony, 72 Edoardo VIn, 113-114
U M EZZALUNA E U SVASTICA
Eichmann, Adolf, 76, 79-SO, 85, 88, 90, 92, 110-113, 11 5, 117-118, 122, 146-147, 206 Faris, f:labJb, 167 Faroq, re d 'Egitto, 67, 97, 122-124, 129, 138-139, 144 Faurisson, Robert, 173, 182 FaY$aI, re dell'Arabia Saudila, ISO, 165, 169 Ford, Gerald, 131 Frangiyyeh, Sulayrnan, 152 Frankfurter, Felix, 11 6-117 Frohlich, Wolfgang. 178, 182 Garaudy, Roger, 178-179 Giorgio V, re, 30 Giorgio VI, re, 113 Giovanni Paolo II. 177, 198 Goebbels, Joseph, 81, 122 Goring. Hermann, 91, 107, 122 Grirnstad, William, 172 Guglielmo Il, Kaiser, 192 Gunther, John, 69 lja.lid, l:fasan, 170 Hertz, Joseph, 116 Herzl. Theodor, 31 Herzog. Chaim, SO l:figazT, Mui)ammad, 182 Hilberg. Raul, 89 Himmler, Heinrich, 76, 78-80, 85, 87-90,92, 11 2-113,122,206 Hitler, AdolE. 15-19, 44, 65, 67-70, 72, 75-77, SO, 83-85, 89, 92-94, 96, 103-107,110, 112-116, 118, 122-1 23, 130, 132,137-138, 152-153, 159,163164, 166, 176-177, 179-1SO, 183, 191, 1%,204-207
INDICE DEI NOMI
I:lusay, re di Giordania, 141 , 148149, 152 I:lusayn, Saddam, 70-72, 131-135 'Ibn Sa'od, re, 17, 69, 137 Kastner, Rudol!, 92 Khomeini, Rul;loIlah, 59, 143-145, 165, 179, 196 Kissinger, Henry, 165 Klinghoffer, Leon, 198 Lawrence, Thomas Edward, 25 Uoyd Grorge, David, 29-32, 42 Lovett, Roberl A., 128 Maometto, profeta , 21 , 24, 45, 58, 84, 131, 160-162,203 Ma!!'a!, f::I3lid , 181, 203 Meinertzhagen, Richard, 39, 42 Mizrachi, Abraham, 49 Montagu, Edwin, 32 Montgomery, Bemard L., 106 Moore, George Curtis, 198 Mosley, Oswald, 113-114, 117 Mowrer, Edgar Ansel, 88, 97, 153 Mul;lammad, ljalid Kasab, 183 Mussolini, Benito, 68, 72-73 Nableh, 'Isa, 146, 153, 174 Nada, Yosif, 56 Nehru, Jawaharlal, 146, 153 Nkrumah, Kwame, 146 Noel, Cleo A., 198 Pahlavi, Reza, 71 Paolo 11, papa, 72 Pearl, Daniel, 159-160, 206 reel, Roberl, 53-54
263
Perlman, Moshe, 84 Qutb, Mul:.ammad, 145 Qutb, Sayyid, 59, 124, 136, 139, 142145 Rabin, Yìtzhak, 141 RafsanganT, 'AlT 'Akbar HMim', 179
Rauff, Walther, 90, 110-111 Ribbentrop, Joaerum von, 74, 76-78, 92,107 Richmond, Emest, 38-39, 41 Riçla, Sayl;l Ra!l:rd, 21 Rommel, Erwin, 68, 90, 104-110, 112-11 3 Roosevelt, Elea nor, 116-117 Roosevelt, Franklin Delano, 116117 Roosevelt, Kermit, 86 Roosevelt, Theodore, 86 Rothschild, Anthony Gustav de, 115 Rothschild, James Armand de, 11 5, 117 Rothschild, Nathaniel Mayer Vietor, 11 6 Rothschild, Walter, 26 Rumbold, Horace, 53 Rushdie, Salman, 1% Sa'adah, 'Anton, 66 Sabrf, Sayl;l 'lkrfm, 176-177, 190 Sa'd SaylJ. 'Al;Imad 'Ornar, 159, 205 $amuel, Herbert, 30-33, 35-36, 3843, 115 Schuller, Johann, 197 Sharon, Ariel, 177 Shaw, George Bemard, 30
264 Smith, Bradley R., 182 Speer, Alberi, 16, 122, 205 Storrs, Ronald, 38-39 Sukrf 'Àllo, Mu~laf3., 141 ~uqayrf, 'Ai:lmad, 138, 147-148, ISO
Talfah, ljayrallah. 70, 131-134, 152 lireault, Jean, 197 Tito, maresciallo, 95, 121 , 146 TI~, Mu~tafa , 169-170 Truman, Harry. 138
LA M EZZA LUNA E LA SVASTICA
Van der Put, Karl, 197
Vane-Tempest-Stewart, Charles Stewart Henry, 114
Weizmann, Chaim, 42,116,163 Wertheim; Georg. 15 Wilson, Woodrow, 27 Wis licen y, Die ter, 79-80, 88, 92 Wolff, He inrich, 65
YasTn, Sayl,l 'Al,lmad, 203, 205 YOsif, RamzT, 205
Indice
7 11
Ringraziamenti Prefazione LA MEZZALUNA E LA SVASTICA
15
1. Appuntamento con il destino
21
2. La genesi della gihnd moderna: l:fag 'Amrn al-l:fusaynr, il nazionalismo palestinese e la nascita dell'Islam radicale Ùlllomilia di a/-Hl/soynT a gran mufir, 29 Il nuovo lIIufir: 1m piccolo demagogo, 36 Il ml/fir e Emest Ric!mlOnd: 11/1 rapporto speciale che cambiò la storia, 38 Una politica di «appeasement», 41 Il muftr, il Muro del Pianto e i disordini del 1928-1929: la «seconda 'illtijn{jall», 45 limi/fil, la Gra11de Rivolta Araba del 1936-1939 e gli ebrei di Palestina, 51 Il //IufH, la fo ndazione dei Fratelli mI/su/mani e l'avvellto dell'fslnm radicale, 55
65
3. Complici di genocidio Sul/a strada verso Berlino, aprile-novembre 1941. 70 Hitler e il mllftr, 74 l rapporti del mufir con j gerarclli tedesclli, 76 Le trasmissioni radiofoniclle naziste il! Medio Orietlte: Hitler parla agli arabi con la voce del mufir, 81 l:lag 'Amr" al-l:lusaynr, Heinrich Himmler e le Waffen-SS ltIusl/lmmle, 85 Il progetto per lo sterminio degli ebrei di Palestina, 90 Il mancato processo a Norimberga, 92 LA fuga del mI/fil dal/a Germania dopo la seconda guerra mondiale, 96
103
4. Il muftf sogna a occhi aperti: e se le Germania avesse conquistato la Palestina e la Gran Bretagna?
121
5. II ritorno del muftf in Medio Oriente LA fuga del mI/fil, 121 Il mufil e i slloi protetti, 124 Il llGovemo per /'intera Palestina» del mufil, 126 Lo zio e il mufil, 132 l:lag 'Amln al-l:lusaynr, la creazione dello Stato d'Israele e il Movimento Nazionale Palestinese, 135 AI-l:lusaynl e l'assassi,,io di re 'Abdul/all, 140 L'ideologia vio/mta di Sayyid Qu/b, 142 Gli ultimi amli del /III/ftl: gli a,mi '50 e '60 al Cairo ea Beirut, 145
159
6. Un mandato per "odio: J:lag 'AmIn al-J:lusaynr e l'islamizzazione dell'antisemitismo III protocolli dei savi di Sioll», il IIMei" K.f1mpf» e /a letteratura antisemita islamica, 163
L'accusa del sallgue nel Medio Oriente islamico, 167 Ma~mlfld 'Abbifs, l'Autorità Nazionale Pa/estinese e la negazione dell'Olocausto iII Medio Oriente, 171 Sviluppi del negazionismo is/amico, 180 189
7. L'eredità del muftI: l'odio antiebraico, la gilli1d e il terrore L'antisemitismo islamico iII 11/111 nuova era del terrore: incolpare gli ebrei dell'l1 settembre, 189 Fatwall e guerra salIta: l'eredità di al-I:IusaynT come piolliere della gihi1d moderna, 192 Il mllftre 'Arafm: i padri del terrorismo isla",ico ",oderno, 197 l:Iag 'AmTn al-l:lllsaynT e i terroristi di l:Ia"'4s, 202 Hitler, al-I:IusayllT e j terroristi dell'11 settembre, 205
211
Cronologia della vita del muftJ ApPENDICE. CORRISPONDENZA E DOCUMENTI
219 22S 227 233 237 239 241 243
Lettera del muftr a Hitler, 20 gennaio 1941 Risposta di Hitler al mufU, 8 aprile 1941, da Freiherr von Weizsacker Memorandum di un funzionario presso il Segretariato del Ministro degli Esteri Il diario del muftI sull'incontro con Hitler Ribbentrop promette al muftI di distruggere il focolare nazionale ebraico Testo dei telegrammi inviati da Himmler e Ribbentrop al mufu i12 novembre 1943 Il muftI chiede di vietare l'immigrazione ebraica come gesto di favore nei confronti degli arabi Il muftI propone una legione araba a Himmler
245 247
Affidavit del dottor Rudolf Kastner a Norimberga Dossier sulla collaborazione di re Faraq d'Egitto con i nazisti e con il muftr loro alleato
249 261
Bibliografia Indice dei nomi