P. Girolamo Maria Moretti dei Frati Minori Conventuali
Trattato di Grafologia Intelligenza - Sentimento
Decima Edizione
EDIZIONI MESSAGGERO - PADOVA
P. GIROLAMO M. MORETTI
Ecco un uomo del quale si potrebbe dire che se non fosse esistito, sarebbe assai difficile inventarlo. Non certamente nell'ordine storico ma nell'ordine psicologico. Arriverà il tempo, come ebbe ad affermare qualche amico, che la personalità di P. Moretti sarà tra le più discusse di tutti i tempi. Si parla dell'audacia e detta potenza ciclopica di vari artisti, della visione oceanica di altri, ma di non minore audace realtà fu la penetrazione di P. Moretti nella psiche e in tutta la natura umana. Passò all'altra vita nel mattino del 24 luglio 1963, dopo alcuni giorni di malattia. Il 18 aprile 1879 e quinto di diciotto fratelli, nacque nell'elegante cittadina di Recanati. Ebbe un'infanzia spesso infastidita da difficoltà economiche e, tra una monelleria e l'altra, la fame battè più volte alle porte della sua casa. Vispo e sincero in ogni circostanza, sentiva in sé una vitalità che ancora non sapeva individuare ma che lo portava ad una insoddisfazione generale. Dotato di una eccezionale sensibilità per ogni novità, lo scorgevano spesso cambiare colore, atteggiamento, umore, piccole tendenze che di lì a non molti anni dovranno trasformarsi in molteplici esperienze, e che fin da allora lasciavano intravvedere un temperamento singolare e meditativo. A 13 anni il padre, che era canapino, lo impiegò in una filanda della sua città. Non vi imparò nulla di buono eccetto che a filare la seta. Ma forse quelle esperienze, con le insoddisfazioni conseguenti, determinarono la prima luce della Grazia della vocazione religiosa che fu improvvisa e duratura. Se ne accorse il I gennaio 1894. Fu accolto tra i frati minori conventuali a Montottone (A. P.) il 19 novembre 1894 e nell'ambiente francescano trovò la migliore situazione ed anche la più prossima alla libertà di coltivare più tardi le sue intuizioni grafólogiche. Sotto la guida del P. Alessandro Cesanelli, già discepolo del Ven. P. Eenv&nuto Bambozzi, compì il noviziato a Montalto nel convento che qualche secolo prima ospitò quale novizio il futuro Sisto V. Quel suo primo anno di vita religiosa non fu esente da battaglie interiori e da interrogativi che si presentavano a mordere quel suo temperamento esuberante. Fu ammesso alla professione dei voti
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religiosi che emise l'8 dicembre 1895. Continuò poi gli studi a Montottone (1895-1899) terminando il ginnasio superiore e la filosofia. Di questo periodo P. Moretti ricordava con devota ammirazione e venerazione un suo maestro., P. Pacifico Rabuini, di profonda dottrina filosofiea, morto in concetto di santità il 19 agosto 1902. Passò poi a Montelupone (Macerata) per la teologia (1899-1901). Alla fine di ottobre 1901 fu inviato a Roma quale alunno del Collegio Internazionale dell'Ordine (1901-1903) frequentando l'Università Gregoriana. Sacerdote dal 25 luglio 1902, ritornò nella sua provincia nel 1903 e fu incaricato dell'insegnamento della matematica e storia a Montelupone. Fu in questa cittadina montana delle Marche che P. Cimiamo nell'agosto del 1905 'si accorse delle sue intuizioni e abilità grafologiche. Passò poi in vari conventi della sua provincia, coprendo anche qualche incarico di superiore. Per trent'anni disimpegnò il ministero della predicazione percorrendo tutta l'Italia. Ma il nome di P. Moretti è legato alla sua grafologia per la quale rimarrà giustamente famoso. Da quella data, in cui s'accorse delle sue straordinarie facoltà che precedentemente egli credeva comuni a tutti, andò evolvendo sempre più il suo miràbile sistema con metodo del tutto originale, alieno completamente da influenze esotìche, con una terminologia tutta propria, senza alcun riferimento a psicologie e inquadrature precedenti, ma fondandolo con un'intuizione che sfuggì a lui stesso, sul valore "costante" e universale dei segni grafologici scoperti. Gli fu opportuna quella libertà radicata nel francescanesimo, e in forza della libertà francescana c'è sempre stata fedeltà tra la sua vita di scienziato e quella di religioso. "Se dovessi rinascere, mi farei ancora frate... e frate francescano" usava ripetere. La realtà dell'uomo lo colpiva nelle sue tendenze e nelle sue cause. Gli fu fecondo specialmente il periodo di Bologna (1919-1924). Qui strinse amicizia con varie personalità della cultura, e qui, dove gettò le basi della sua scienza, fu fatto segno a lodi e biasimi. L'invidia, la gelosia e l'ignoranza anche di persone qualificate lo colpirono nella sua forza più intima e vitale, fino a determinare in Lui quella famosa "crisi" congegnata più da un atto di volontà che di sentimento: non volle più saperne di grafologia, e per tre anni (1923-1926) l'abbandonò. Ma quell'assenza risultò una incubazione salutare. Ne divenne poi un cultore scientificamente spassionato. Vi si dedicò con inalterabile fiducia nella verità, con l'unico scopo di fare del bene e per tutta la vita ne fece un mirabile strumento di apostolato. Chi scrive, che gli fu per molti anni assiduo collaboratore, •molte volte lo vide rovesciare addirittura situazioni di spirito create da psichiatri e psicologi patentati. Davanti a. simili costruzioni in lui balzava una ressa tale di precisazioni fino a portare alla evidenza della tranquillità. E per conoscerne tutta la suggestiva potenza converrebbe scrutare ed esaminare, anziché le maggiori realizzazioni come il suo sistema grafologico, i suoi risultati di piccola mole, abituali e sfuggevoli al suo proprio controllo, e che in realtà sono veri monumenti psicologici: voglio intendere le sue analisi grafologiche. In questi giudizi, nuclei davvero trasfigurati, si riscontrano i "momenti" di maggiore potenza e tutto il calibro dell'uomo. Una superiorità psicologica fruttifica una superiorità morale. Anche viceversa ma ci piace dare la preferenza ai valori psicologici, perché in ordine di tempo
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la morale ha bisogno di molta •psicologia. Tutto in P. Cimiamo, ma soprattutto questa penetrazione •psicologica si rinsaldava in una coerenza senza infingimenti •per la comprensione altrui, avvalorata da una lunga esperienza religiosa, venendo cosi a moltiplicare le risorse del suo animo. La sua stessa abilità e penetrazione acuivano contemporaneamente la compassione per le debolezze e lo sdegno repulsivo per ogni forma di voluto orgoglio e saccenterìa. Per molte anime P. Moretti fu e costituì una vera esperienza oltre che autentica scuola di psicologia. Se messa a confronto tutta la sua psicologia con quella classica delle catalogazioni, ammantata con cura e nel tempo stesso incenerita da grandi parole, si potrà rivelare quanto la semplicità della verità, penetrata nella sua violenta realizzazione umana possa portare qualche cosa di autentico e di vitale nella conoscenza umana. Tante psicologie si industrializzano di parole, di tentativi, di apparati con la pretesa di affermarsi netta verità, e invece queste costruzioni nascondono spesso l'ambizione dell'uomo di far parlare di sé. La psicologia è una, ed è tutta nella conoscenza dell'uomo, nella sua individualizzazione. Così fu per P. Moretti la cui scienza era contemporanea alla sua stessa vita, al suo stesso pensare ed agire. Anche se la sua psicologia non fosse stata formulata attraverso la grafologia, l'uomo Moretti sarebbe stato completo lo stesso nella sua conoscenza scientifica degli uomini. Non pretese di insegnare, ma fu naturalmente maestro, non volle pubblicità ma venne conosciuto suo malgrado; non pensò di scrivere libri, di formulare in regole la sua grafologia; vi si dovette adattare con sua stessa sorpresa per l'incalzare aggressivo dei suoi discepoli che non gli davano sosta. Libero da programmi prestabiliti ed anche da altrettanti propositi scientifici, la sua attitudine per la verità psicologica nuda e cruda va particolarmente presa in considerazione, perché essa, la sua stessa intuizione, rispondeva ad una necessità d'ordine e di metodo scientifico. Va presa in considerazione soprattutto in questo tempo dove si rischia di confondere la bellezza delle nuove intuizioni con la pedanterìa delle formule scolastiche e quindi di sperderne i risultati. Non ebbe maestri in psicologìa e tanto •meno in grafologia e ài questa gli sfuggì l'importanza finché non ebbe cognizione della fisiologia. Il vincolo che lo legava alla sua scienza non lo sentì mai come un peso, ma come un mezzo abituale di manifestazione, tanto in lui la coerenza della spontaneità superava l'acquisito. Aveva un linguaggio specifico senza esserselo imposto che gli usciva spontaneo da una visione sintetica delle qualità che andava scoprendo; non imposto dalla volontà ma vorrei dire sollecitato dalle circostanze intellettuali. Trattava dell'uomo, della sua psiche, dei suoi atteggiamenti, della sua natura come se ne avesse la conoscenza attraverso il senso del tatto. E gli riusciva sgradevole il fatto di non essere spesso compreso, come se gli sfuggisse di mano una gioia di cui voleva fare partecipi gli altri. Un bisogno insopprimibìle della sua intelligenza era appunto una assiduita di pensiero costante sulla psicologia, tanto che destava in lui l'attenzione il minimo discorso che ne sfiorasse l'argomento. In tutto il resto poteva anche sembrare ingenuo. Ed era ancora questa assiduita che lo impegnava in una continua precisazione di concetti nell'espressione.
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Intendo fare del bene, ripeteva spesso. Sapeva presentare i difetti come occasione di elevazione o di crìtica costruttiva. P. Moretti con la sua grafologia propose agli scienziati l'involucro formale di una sana psicologia. La sua grafologia non va considerata come reazione al passato, ma come una idea che premendo fortemente sulla verità dell'uomo, si erge sopra tutte le proprie risorse irrobustendosi nello scoprire la verità e consolidando il proprio sistema. Stimolando la curiosità •avvince nella conoscenza. P. Moretti sapeva cogliere un fatto, che per altri passava per oltremodo insignificante, e portarlo a motivo centrale di una sequela di riflessi e di intenzioni rilevatili per un dono di formidabile intuizione. La sua grafologia diventerà con vera prepotenza elemento essenziale per un rinnovamento integrale o per lo meno per una revisione profonda dei metodi di indagine della psicologia. In questo quadro di verità psicologica che scardina con calma e lealtà ma con altrettanta violenza certe posizioni di pseudo-psicologi, si deve trovare anche la ragione di quella acredine di cui alle volte la grafologia di P. Moretti è stata fatta segno. Non è certo in problema storico che va discussa la sua abilità ,semmai in sede psicologica, ma soprattutto va discussa alla prova dei fatti e per di più di quelli constatati dalla evidenza. Che la sua grafologia non sia stata capita, compresa, stimata, anzi accreditata fin dall'inizio, è un fatto innegabile. Ma quale scoperta non ha incontrato scetticismo al suo primo apparire? Dobbiamo constatare però che già alla mone di P. Moretti, per il concorso indiscusso di vari elementi amici e di varie provvidenze attuate dai suoi immediati superiori, la sua grafologia era già accolta con varia sensibilità nel suo senso e nella sua importanza certamente non contingente, richiamando attorno al suo sommo interesse l'attenzione degli scienziati. E' oltre a tutto il continuo dilatarsi delle dimensioni della psicologia che indurrà a sviluppare questo efficace tentativo tendente a ridimensionare i valori della psicologia stessa e a tradurre in espressione reale e concreta i suoi dati di fatto nella conoscenza dell'uomo. Resta comunque assai positiva la vigorosa affermazione della grafologia di P. Moretti nel campo scientifico, e come fattore di progresso il fatto di essere stata accettata senza paragone. Fenomeno veramente nuovo e saturo di novità per chi la studia senza prevenzioni. Egli riuscì realmente a conciliare un metodo matematico con la malleabilità della psicologia. P'. Moretti ha creato anche la documentazione di tutte le sue regole. Ci sfugge naturalmente il numero delle scritture grafologate, salente con certezza a varie centinaia di migliaia: grafologia spicciola, disimpegnata a tu per tu, impegnata a due nella scoperta di un'anima nascosta nel suo sacro pudore, dove P. Girolamo dimenticando se stesso come conferenziere, diventava geniale conversatore; trascurando la sua tecnica discorsiva diventava elastico entrando nei limiti détta persona con cui istituiva il colloquio. Riusciva realmente a creare nei suoi discepoli una mentalità nuova con un godimento morale che si trasformava in essi in costante ammirazione e devozione. P. Moretti non voleva annullare la "psicologia della massa" quantunque la sua grafologia si prestasse scientificamente a constatarne i grandi quadri, ma mirava essenzialmente a creare e costruire, educare la personalità dell'individuo nel cui patrimonio si costruisce anche la società. Egli non ha lottato per il trionfo della sua scoperta, ma quantunque avesse l'intima persuasione
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del valore di essa, si rifiutò, da buon francescano che prende con semplicità i doni di Dio, a qualunque posa e non sfruttò neppure i più indiscussi successi tanto gli sembrava naturale il riconoscimento della verità. Altri scienziati contratti da implicanze tradizionali, certamente vogliono il "nuovo" dalla cui attrattiva non sanno e non possono liberarsi, ma lo osservano inviluppati ancora nei tradizionali schemi delle inquadrature, esulando quindi dalla individualità. Costoro hanno accolto la grafologia di P. Moretti cadendo nella contraddizione di cercare in essa la conferma dei propri schemi e paventandone le conseguenze. L'alternativa contradditoria trova sempre la propria sorgente in forme di limitata originalità intellettiva o in fattori morali di ambiziosa affermazione. Può essere considerata, la sua scienza, la migliore e più alta manifestazione e mezzo di psicologia sperimentale. Sarà destinata a rivoluzionare, come le scoperte di Galileo per il mondo fisico, tutta la struttura della psicologia contemporanea evòlvendola ed esulandola dalle catàlogazioni e tipologie per imbrigliarla, quindi allargandone l'orizzonte, nel solco della individualizzazione. Parlando di P. Girolama non si può prescindere dalla sua grafologia e se da un lato l'uomo balza in tutta la sua integrità morale, dall'altra non meno vivificante appare la responsabilità del suo pensiero e delle sue intuizioni. Lo si direbbe veramente nato nella maturità psicologica. Senza averne l'apparato e la pretesa, P. Moretti fece delle sue intuizioni grafologiche un elemento, quasi una legge morale per se stesso, per orientare il suo ministero sacerdotale nell'interesse delle anime e di chi ama le anime. Ci si trova quasi a disagio nel dover'parlare di una vita e Ai un'opera come quella di questo francescano, perché nulla può sostituire l'emozione del ricordo e la dimestichezza sgorgata dalla assiduita dell'interesse scientifico per la sua scienza. P. Moretti è stato un maestro in tutto il valore del termine e nella sua pienezza; ed è tanto più suggestivo poterlo constatare proprio in questi tempi in cui facilmente si abusa di quel termine. Così si espresse, ricordando con me il comune maestro, un illustre medico amico: "fra trent'anni si parlerà più della grafologia di P. Moretti che di qualunque altro mezzo di indagine psicologica". Con la consapevolezza della semplicità che dona la certezza della verità, così affermava P. Moretti: "sono convinto che la grafologia sia la mia grafologia". P. Moretti rimarrà tra i maggiori psicologi di tutti i tempi. GIOVANNI LUISETTO
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ALCUNE PREMESSE
§ I. • DEFINIZIONE
Binet, scortato da Crépieux Jamin, definisce la grafologia un'arte. Oggi la grafologia ha il diritto di essere chiamata scienza, ed io la definisco : Scienza sperimentale che dal solo gesto grafico d'uno scritto umano rileva le tendenze sortite da natura o innate. Ho detto « scienza sperimentale », perché i principi o regole grafologiche sono fissate dagli esperimenti eseguiti. Tali principi potrebbero fallire in qualche caso sporadico, ma non in se stessi. Su più di duecentocinquantamila casi, non hanno mai fallito riguardo all'intelligenza e al sentimento. Qualche fallacia si deve ammettere riguardo alla parte somatica. Ho detto « dal solo gesto grafico », perché il grafologo deve poggiarsi esclusivamente sulla materialità grafica di una scrittura distesa da mano umana azionata dal cervello, per cui la scrittura medesima deve considerarsi come un vero gesto. Ho detto « scritto umano », perché c'è anche lo scritto ergografico, pletismografico, fatti dall'uomo ma che non sono umani in quanto non sono coscienti; c'è anche lo scritto sismografia) ecc. che non è né umano né fatto dall'uomo. Ho detto, finalmente, « tendenze sortite da natura o innate », perché le tendenze modificate non sono rilevate dalla grafologia. Posso dire, con competenza lungamente sperimentale, che la base innata rimane sempre; e ciò, dopo duecentocinquantamila casi di esperienza. E' vero che la grafologia intravede anche il contrasto nato dall'educazione, ma scorge che tale contrasto emerge dalla predisposizione dell'individuo. Queste verità si faranno più chiare in appresso.
§ II. • IL CARATTERE SCIENTIFICO DELLA GRAFOLOGIA IN GENERALE
Sono sempre gli eccessi che guidano gli uomini nel giudicare le cose per le quali hanno facoltà speciali alcuni esseri privilegiati. Anche in grafologia si manifestano tali eccessi. Quelli che si occupano di essa possono dividersi in tre classi: 1) gli scettici; 2) i faciloni; 3) i difficoltosi. Tra i primi vi sono anche scienziati di fisio-psicologia (pochissimi, invero oggi), i quali non si vogliono piegare nemmeno davanti alle evì— 13
denze. Preghiamo costoro, riverenti verso di essi, ad essere giusti circa i nostri studi e a non contrariarci contro ragione. Tra i faciloni si devono ascrivere coloro che credono di apprendere la grafologia dopo averne letto un trattato più o meno scientifico. Tra i difficoltosi si devono ascrivere tutti coloro che studiano realmente e seriamente la Grafologia e che si incontrano, nel corso dello studio, in serie difficoltà. Non tutti hanno la costanza di affrontare gli ostacoli che si elevano contro l'esito e il conseguimento di una cosa. Il primo ostacolo in cui si imbattono i difficoltosi è questo: non sanno concludere se la Grafologia sia affare d'intuito e quindi sia pretta arte, oppure se possa entrare tra le file delle scienze. La Grafologia è scienza. La Grafologia tratta di uno dei linguaggi umani, del linguaggio scritto. Ciò clie richiede la grafologia Non indugiamo a trattare del linguaggio parlato o scritto, esistendo in materia studi interessantissimi facilmente rintracciabili, ma entriamo subito nel nostro argomento. E' necessario per la nostra Grafologia che l'uomo sia pervenuto a scrivere correntemente. E' necessario che la sua scrittura si associ alla spontaneità, in quanto che la spontaneità indica che (parlando fisiologicamente) nel lobo frontale sinistro e nel margine di questo che attornia la zona rolandica, precisamente nel piede della seconda frontale, si è compiutamente specializzato di già un punto pei movimenti della scrittura. Ecco perché la Grafologia non può occuparsi che della scrittura corrente; l'altra scrittura, cioè non corrente, non può esser personale, perché non indica niente di specializzazione in quella parte del cervello azionante per la scrittura. Certo non importa se colui abbia o no imparato a scrivere bene; se abbia appreso a scrivere in questa lingua o in quella; se faccia, per modo di dire, segni convenzionali capiti solo da lui e da qualche altro. Basta che la sua scrittura sia spontanea, cioè senza sforzo e in un dato ordine stabilito di grafia, altrimenti sarebbe senza ordine. La Grafologia giudica qualunque scrittura distesa in qualunque lingua, purché il grafologo non ignori quali siano le modalità differenziali di quella data lingua. E su questo mi piace riportare qualche fatto successomi nel corso dei miei studi. Io ignoro completamente la lingua araba e la lingua turca, le quali lingue, come ognuno sa, hanno una grafia molto diversa 14 —
dalla nostra. Ebbene, io sono riuscito a grafologare felicemente, non una sola volta, scritture arabe e turche. La scrittura è sempre la stessa personalmente con qualunque membro del corpo si scriva Dobbiamo, qui, fare osservare che l'uomo può scrivere con qualunque membro del corpo, senza che la sua scrittura si modifichi affatto, purché sempre la scrittura sia spontanea. Ci sono di quelli che scrivono con la mancina, perché hanno perduto l'uso della mano destra, o perché non l'hanno mai avuto. Ci sono di quelli che scrivono con le dita dei piedi, di quelli che scrivono con la bocca. Ho visto una donna che aveva gli arti amputati, la quale scriveva benissimo e con scrittura corrente e calligrafica, per mezzo della bocca, con la quale infilava l'ago e ricamava egregiamente. La scrittura distesa con qualunque arto del corpo è sempre la stessa personalmente, cioè è propria di quella persona. Ci sono stati e ci sono di quelli, come ho detto, che amputati della destra o ammalati in essa, hanno imparato a scrivere con la sinistra. La scrittura della loro sinistra era la stessa della loro mano destra. Io direi, in questo punto, e consiglierei gli insegnanti a non costringere il bimbo mancino a scrivere con la destra, ma a lasciarlo libero di scrivere con la sinistra. Così la scrittura sarebbe più spontanea secondo la natura del mancino, perché è vero che possiamo scrivere con qualunque membro del corpo, ma è anche vero che la spontaneità della scrittura emerge maggiormente, quando è distesa dalla mano destra per il destro, dalla sinistra per il mancino. Il centro del linguaggio scritto e parlato Bisogna ora studiare attentamente e svolgere questa tesi, poiché da qui dipende quasi tutta la scienza della nostra Grafologia. Trattiamo di sfuggita della storia del contrasto dottrinale circa il linguaggio, contrasto che data dal 1818, perché si può dire che esso sia stato aperto dal Gali appunto nel 1818. Bouillard, nel 1825, localizza la facoltà del linguaggio nei lobi prefrontali. E' terribilmente contraddetto alla Società di Biologia di Parigi, dopo il 1825. Venne Marco Dax e poi suo figlio che localizzarono la facoltà del linguaggio nell'emisfero sinistro. I contrari acutizzano la lotta, i contrari che negavano ogni tentativo di localizzazione, come tentano negarlo alcuni tra i moderni. Il celebre Broca, inizialmente, era con — 15
i contrari. Solo per caso mutò, poi, tutto l'ordine dei suoi pensieri, ed accennò alla grande scoperta, mai contraddetta fino ad oggi, e che tuttavia anche oggi reca l'onore del suo nome. Egli pone il centro delle immagini motrici dell'articolazione vertebrale nel piede della terza circonvoluzione frontale sinistra. Nello stesso tempo venne Parrot a confermare la dottrina di Broca. Il linguaggio intcriore La facoltà del linguaggio è triplice: vi è il linguaggio dei gesti, il linguaggio parlato e quello scritto. Broca, è chiaro, tratta solo del parlato. E non ha avuto modo, all'inizio, di fare questa distinzione di linguaggi. E' del linguaggio scritto che a noi preme soprattutto trattare. Dov'è il suo centro? Gli scienziati sono d'accordo nel localizzarlo al piede della seconda frontale sinistra. Lasciamo tale questione che non può interessare direttamente la nostra scienza. Si può dire, solamente, che tanto il linguaggio parlato quanto quello scritto hanno la stessa fonte, benché si servano di mezzi diversi per ottenere lo scopo. Per vedere addentro in questa verità, dobbiamo noi cercare se mai il linguaggio parlato e il linguaggio scritto si uniscano insieme in un linguaggio che li colleghi tutti e due e che, prescindendo dai mezzi che questo linguaggio unico adopera, si elevi e formi da se stesso una cosa unica. La localizzazione del linguaggio parlato e scritto non si potrà dire che formi il linguaggio medesimo. La casa ch'io abito, dalla quale esco, nella quale entro, non si potrà dire che sia la mia personalità; i piedi che mi servono per portarmi da un luogo ad un altro, fanno parte di me, sono un mezzo per cui faccio un'azione personale, ma non sono me. La questione nostra, dunque, consiste nel cercare (prescindendo dalla loro localizzazione la quale ci ha servito solo come veicolo per portarci fin qua) quel punto in cui convergono e si fondano, per non distinguersi più, il linguaggio parlato e il linguaggio scritto. Il celebre Charles Richet, nel suo volume «L'intelligence et l'homme» (Felix Alcan, Paris), punto 6, -pag. 40, trattando della afasia, dice che in questo caso resta il linguaggio intcriore : « L'afasia è motrice, cioè, il mezzo per esprimere vocalmente le idee è turbato dalla paralisi, ma 16 —
grazie al linguaggio intcriore, l'idea persiste, perché il segno verbale intcriore non è abolito». Richet conclude: « Né gli afoni, né i sordomuti, poiché essi hanno il linguaggio intcriore, sono totalmente privi del potere di sintetizzare le idee delle parole. Che se noi possiamo supporre un'umanità priva di questo potere, questa non sarebbe più umanità. L'uomo non sarebbe più intelligente della scimmia, del cane, dell'elefante ».
Conclusioni Qualunque linguaggio esterno si collega con l'interno; meglio, qualunque linguaggio esterno scaturisce dall'interno, come l'acqua dalla fonte. Ora l'acqua che scaturisce da una fonte, deve avere gli elementi che quella fonte contiene. Di conseguenza se la fonte ha strati di zolfo, l'acqua sarà solfurea; se di ferro, sarà ferruginosa; se purgativi, sarà purgativa e via dicendo. Così se la parola interna è formata da una forte intelligenza, anche il linguaggio esterno scritto o parlato sarà tale; se il linguaggio interno è informato da una intelligenza debole, anche l'esterno sarà tale. La natura, lo si consideri bene, tende ad avere tutto ordinato, La personalità individuale sorge non da una sola cosa, non dalla sola dote principale, ma da tutto il corteggio di quella dote principale. Altrimenti ne verrebbe il contrasto, ne verrebbe la guerra, e l'uomo non sarebbe più uno e non avrebbe più la tanto vantata bellezza, la quale non è altro, secondo il vero concetto filosofico, che unità nella varietà. Ciò è tanto chiaro che è inutile trattarne. Non vedete voi che ciascun uomo ama la sua scrittura più di qualunque altra? E perché? Perché è sua. E che significa « è sua »? Significa che quella scrittura corrisponde, più di qualunque altra, alle tendenze che quell'uomo ha sortite da natura. Egli è tratto alla sua scrittura e la sua scrittura a lui, come la calamità al ferro e viceversa. Questo ragionamento ha un valore più forte di qualsiasi esperimento si possa fare al mondo. Si replicherà: dunque una intelligenza bella avrà pure una forma bella somatica, in quanto che il corpo concorre tutto al linguaggio esterno? Senza dubbio una intelligenza bella deve avere anche una bella forma somatica. Ma in che cosa consiste la bellezza? Tutto sta qui, per potersi intendere. Che? forse la bellezza della grafia grafologicamente consiste nella uguaglianza delle aste, insomma nella bellezza calligrafica? La Grafologia ci insegna che la calligrafia bella calligraficamente è brutta grafologicamente. Così l'uomo che mi presenta una perfezione di linea-
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menti, come cristallizzata, senza quel guizzo, quello scatto dello sguardo, senza quel che di passionale, nella espressione ecc., mi darà la perfezione di un simulacro, ma non di una persona viva umana. L'occhio è il principale traduttore del linguaggio interno, l'occhio che può dirsi il principale concomitante della parola viva, che parla spesso senza parola, anzi meglio della parola, l'occhio senza l'espressione del quale, la parola è presso che nulla. Ora ad una intelligenza profonda, per forza dovete dare un occhio profondo, penetrante; a una intelligenza superficiale date pure un occhio frivolo e non vi si chiederà di più, perché la idea interna non potrà pretendere altro. Così è della scrittura: un'intelligenza artistica non può non avere una scrittura che scatta, si eleva, si abbassa, si volta indietro, precipita in avanti, si insinua, si scaglia, ecc. secondo le esigenze di quella intelligenza. Un'intelligenza invece che ha solo forza per uscire appena dal suo involucro interno, ha pure una scrittura che sembra essere stata vergata in un secolo, che sembra abbia invocato l'attenzione di tutti gli equilibrii, prima di fermare un punto, una virgola, che sembra si sia contorta nel tracciare un punto interrogativo. Di più : il linguaggio interno è l'espressione dell'idea e contiene in sé l'idea. Ora se questo linguaggio interno spirituale, se questo linguaggio interno che i filosofi chiamano « verbum » potesse avere una corteccia, un guscio nel quale chiudersi e nel quale presentarsi, anche questo guscio, questa corteccia, dovrebbe tenere tutte quelle pieghe, quelle sinuosità, quelle sfumature che ha, per sé stesso, il linguaggio interno. E il linguaggio esterno non è forse il guscio dell'interno? Il linguaggio interno ha in sé l'idea che esprime. E l'idea che cosa è? E' la elaborazione dell'animo, è l'opera che l'anima foggia con la sua forza, è ciò in cui l'anima mette il suo lume, la potenza del suo lume, in cui l'anima può scendere col suo calore; è ciò che l'anima può sciogliere da sé, o legare per mezzo della facoltà volitiva, comunicandola al linguaggio interno, o proibendo, a volte, ma invano, di farne comunicazione al linguaggio esterno. Ho detto invano, perché il linguaggio esterno è anche il colore della faccia, l'atteggiamento degli occhi, il tremito nel menar la penna, cose inevitabili nella pluralità dei casi. Ebbene? Se il linguaggio esterno scritto, se la materialità del linguaggio scritto mi manifesta la natura del linguaggio interno, mi deve manifestare anche la natura dell'idea, mi deve manifestare la natura 18 —
del seno che partorisce l'idea, poiché l'idea è la figlia genuina di chi la partorisce; mi deve manifestare anche tutte le modalità sortite dalla natura dell'idea. Andando alle conseguenze dirette, che discendono da quanto abbiamo esposto in questo capitolo, abbiamo che, scientificamente considerata, la scrittura contiene il linguaggio interno e perciò contiene tutte le modalità dell'idea; e di conseguenza indica la forza dell'intelligenza, della volontà e dell'espressione dell'intelligenza e della volontà di colui che ha distesa la grafia. E siccome il linguaggio parlato va di pari passo con quello scritto, sono figli genuini di una sola madre colle stesse qualità, e sono quasi sempre inseparabili, destinati ambedue al medesimo scopo, l'uno allo scopo potrei dire immediato, l'altro allo scopo che si dilunga nello spazio e nei secoli, ne viene che il linguaggio parlato è indice di quello scritto, e il linguaggio scritto è indice di quello parlato, donde sorge e si impone la Grafologia somatica. La Grafologia psichica, sarei per dire, è un controsenso, se non si ammettesse la somatica, perché verrebbe a far del composto umano due parti che non avrebbero tra loro, da natura, necessità di ordine. Ciascuno vede chiaro che ciò è un assurdo.
§ III. - SCRUTANDO LA SCIENZA PSICOLOGICA E I SUOI RISULTATI Ho letto e, in qualche modo, studiato, per quanto lo permettono le mie forze, un libro profondo quanto mai del Professore Mariano Patrizi, ordinario di fisiologia e di psicologia sperimentale, prima nella Università di Modena, poi di Bologna. Il libro in parola ha il titolo: « Dopo Lombroso. - Nuove correnti nello studio della genialità e del delitto ». Dall'argomentazione del Prof. Patrizi si deve concludere che tutto l'uomo viene manifestato anche da un suo semplice movimento spontaneo che venga dal suo interno, e che non entri nel campo dei movimenti indifferenti, sull'esistenza dei quali disputano i filosofi. Ora, la scrittura è un movimento spontaneo della mano azionata dal cervello. Ma non basta: la scienza ha trovato un'intima relazione e dipendenza "tra la rnecc3.mca_ dei muscoli e la meccanica del cervello e si è proposta nientemeno Tesarne dei movimenti volontari per mezzo di istrumenti materiali. Dapprima fu adoperato il dinamometro di Regnier. Tale — 19
dinamometro poi fu sostituito dall'ergografo/molto più esatto del dinaH •• ^_ ± i , !-•••^ j_ mometroTTer mézzo di questo ultimo strumento grafico, si riesce a certificare con la autografia il fenomeno di inibizione e di dinamogenia tra due centri cerebrali funzionanti ritmicamente e simultaneamente. Qui si tratta certo di grafia tracciata dai muscoli del braccio e della mano, sia pure per mezzo di uno strumento apposito. Perciò siamo proprio nel caso nostro. U~cervello_manifesta.,_cjer_ mezzo del braccio e della_ mano, con i segni grafici, il fenomeno drlnibiziòne e di dinamogerila come-è-tleTtg^praTDungueJia grana distesa darl^accio_£jiaila mancTe atta a rappresentare le fùnzioni^r^co-motor^gpsìcóTntellettuali del cervello. ITunica difficoltà diesi potrebbe levare contro è cherielFergografia la grafia è distesa dall'ergografo, mentre in Grafologia è distesa dalla penna con lettere che debbono esprimere il pensiero particolareggiato. Ma facciamo osservare che l'ergografo, come la penna, sono diretti dal braccio e dalla mano. E, se l'ergografo diretto dal braccio e dalla mano riesce a manifestare le funzioni del cervello, ne viene che anche la penna, diretta parimente dal braccio e dalla mano, deve riuscire a ciò, perché se l'ergografo non impedisce tale funzione, possiamo dire che anche la penna non abbia la potenza di impedirla. Infatti, nella forma corrente della scrittura, il braccio e la mano vanno secondo il loro moto naturale, trattandosi di tracciare semplicemente la grafia. Anzi, a maggiore ragione, questo si deve ottenere più colla penna che coli'ergografia, perché l'ergografo esige una fatica muscolare di una certa entità. E per questo il Prof. Patrizi sullodato ha escogitato felicemente l'ergografia bilaterale,, mentre in Grafologia la fatica muscolare è minima, delicata e, quasi direi, assorbita dal lavoro cerebrale, sì da potere ricevere e trasmettere tutte le differenze dei fenomeni cerebrali. Vi è anche il guanto volumetrico che non è altro che una variante pletismografica. E con il guanto volumetrico si riuscì a constatare l'esistenza dei tipi vaso motori. Non solo dunque con la grafia del guanto volumetrico si coglie la qualità, ma anche la quantità del sistema vasale. Se tutto ciò è ragionevole per la grafia del guanto volumetrico, perché non sarà ragionevole per la grafia distesa con la penna? Se la grafia del guanto volumetrico ha il diritto di dirigere la scienza nella determinazione dei tipi vaso motori, tale diritto spetta anche alla grafia stesa con la penna ordinaria. Per mezzo della penna pletismografica inoltre è permesso distinguere individui destro-vasomotori e levo-vasomotori. Poiché è sempre di grafia che si parla, ciò si deve ottenere anche dalla scrittura distesa con la penna. 20 —
§ IV. • LE PROVE ALLA PORTATA DI TUTTI
Tutto è personale nell'uomo Ciascuno vede chiaramente che se ciò che è in un individuo non fosse personale, cioè non valesse ad essere un segno individualizzante, non apparterrebbe alla sua persona, non sarebbe suo. I miei capelli, la mia pelle col suo pigmento particolareggiato, i miei occhi, il colore di essi, il loro atteggiamento hanno tali proprietà individuali che, per esse sole, sono miei e non possono essere di un altro individuo. Altrimenti non potrebbero reclamare il loro diritto di relazione personale a me, ciò che verrebbe a sconvolgere l'idea dell'ordine di natura. Dell'opera del Creatore bisogna avere tale concetto e non si cadrà in errore. Egli non ha avuto bisogno di ripetersi, perché il ripetersi sarebbe una limitazione della sua sapienza e della sua forza infinita di invenzione. Bisogna ammettere che Egli nelle sue creature ha posto tali segni di individualizzazione da far sì che questi segni abbiano seco tutto ciò che è strettamente necessario perché siano tali. Ma lasciamo queste dispute ai filosofi. Noi riferiamoci al fatto e cerchiamo di interpretarlo a modo.
La -personalità del passo E che cosa ci dice il fatto? Ci dice che nell'individuo ci sono delle proprietà che vengono ad individualizzarlo davanti agli occhi di tutti, e che perciò vengono a designarlo nella sua personalità, poiché se lo individualizzano, naturalmente indicano quei requisiti per cui il designato è lui e non è un altro. Meglio: non danno a lui la personalità, ma la indicano, la designano, la fanno conoscere. Ci sono delle proprietà umane che riescono a designarci un individuo, a farcelo conoscere e distinguere da qualunque altro individuo. Noi ne abbiamo esaminata principalmente una: la forma grafica della scrittura. Per sostenere, poi, e dilucidare la nostra tesi, allarghiamo i nostri studi su altre proprietà umane, cioè sul gesto, sul passo, sulla voce umana, proprietà atte ad individualizzare un individuo. Iniziarne da queste proprietà per andare poi alla forma grafica della scrittura. Il tipo uditivo (si badi che parlo del tipo uditivo e ciò mi basta per concludere, perché se ciò avviene, è segno che la cosa appresa dal tipo uditivo è nella realtà) in modo meraviglioso ode il passo
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di una data persona della quale abbia udito il passo altre volte, e, prima ancora di vedere questa persona, la designerà in modo sorprendente, •senza timore di errare. Noi parliamo del passo spontaneo. Ciascuno conserva sempre il proprio passo, allorché questo è spontaneo e può essere individualizzato o dal battito speciale del tallone o dalla pianta, o dalla pesantezza, o dalla leggerezza, o dalla irregolarità, cose tutte che sa bene distinguere il tipo uditivo. Questo tipo uditivo ha diversi gradi nella forza della sua specialità. 10 non so se, andando in senso inverso, possa trovarsi alcuno che sia diametralmente opposto al tipo uditivo, cioè se si possa dare alcuno che, pure avendo l'udito funzionante, non abbia affatto la facoltà della distinzione dei suoni. Ma ci sia o non ci sia, dalle nostre esperienze emerge che alcuni debbono udire il passo di un individuo parecchie volte, prima di arrivare ad individualizzarlo; alcuni poi riescono ad individualizzare 11 passo d'una data persona, anche dopo averlo udito una sola volta.
Personalità del gesto Parliamo del gesto. Qui si tratta dei tipi visivi. Senza portarla tanto per le lunghe, noi constatiamo che, vedendo il gesto di un individuo, anche da lontano, cioè vedendolo camminare, muoversi, gesticolare, noi arriviamo a non errare nel designarlo. Dunque il gesto è un mezzo per designare un individuo.
Personalità della voce Più sicure e più meravigliose sono le esperienze fatte sulla voce. La voce, presso tutti, riesce ad indicare perfettamente la persona che la emette. Si dimenticherà il passo, il gesto, ma è molto difficile dimenticare la voce. Nella nostra questione ha il diritto di entrare questo concetto: La voce è personale? E' certamente personale, perché per mezzo di essa si riesce a conoscere un individuo.
Personalità della grafia umana Prendiamo in considerazione questi interrogativi: 1) E' vero che non vi sono due scritture perfettamente uguali, anche (e ciò dalle con22 —
clusioni dei filosofi) se si dovessero riesumare le scritture degli antichi? 2) E' vero che si distingue, magari solo dagli specializzati in questa materia, la scrittura del tale dalla scrittura di qualunque altro? 3) Non è vero, come per concatenare le due domande antecedenti, che i periti calligrafi riescono meravigliosamente a conoscere che quella grafia, ad esempio, addebitata a Pietro, non è di Pietro, ma di Giovanni, dato che abbiamo il termine di confronto per dichiararla di Giovanni? Dunque nella scrittura ci debbono essere tutte quelle proprietà che valgano ad individualizzarla e, di conseguenza, ad individualizzare la mano di colui che l'ha stesa. Ora, individualizzare una mano significa individualizzare colui o colei di cui è la mano. Ed individualizzare una persona significa designarla in tutte le sue particolarità personalmente sostanziali e accidentali, perché l'individualizzazione spesso dipende da certe sfumature percettibili, le quali sfumature non sono che accidentalità di un dato individuo. Infatti, non è spesso il colore della faccia, la modulazione della voce, il modo di camminare, un tic nervoso che serve ad individualizzare o a riconoscere per il tale quel dato individuo? Ora, nessuno potrà negare che queste siano accidentalità della personalità umana. Ecco la ragione del fatto, constatato da noi, della potenza della grafia a designare anche le proprietà somatiche umane.
§ V. - LE DIFFICOLTA' Che cosa si conosce con la Grafologia? Si conosce solo la personalità innata. Perciò non si conosce l'atto psichico d'una persona, non si conosce l'interno regolato dalla libertà personale umana, ciò che Dio solo vale a penetrare. Non si conosce neanche lo stato della personalità acquisita individualizzata... ma si conosce solo lo stato della personalità innata. Si conosce, per modo di dire, solo il punto di partenza della psiche e della parte somatica di un individuo, non penetrando ciò che ha potuto fare l'educazione, ciò che ha potuto fare una malattia fisica o psichica che abbia colpito l'individuo nel corso della sua vita. Da ciò si deve concludere che la grafologia non è scienza che manifesta la personalità attuale nelle sue doti e nei suoi difetti, ma solo quello che uno ha sortito da natura. La grafologia si erge a giudice della natura grezza, di cui nessuno ha il diritto di offendersi, perché questa natura può e deve essere modificata dall'educazione attiva e passiva.
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Della utilità La psicologia, la criminologia, la psichiatria, la pedagogia, la psicotecnica, la direzione delle anime, ecc., hanno il loro sviluppo completo per mezzo della grafologia. Consideriamo questi diversi rami da soli, elevantisi dall'unico tronco : « Grafologia ». La psicologia, da sola, lo confessano gli stessi psicologi, non è valida a distinguere la personalità innata dalla acquisita e non ha mezzo alcuno, in se stessa e fuori di essa, per poter formare chiaramente questa distinzione. Per mezzo della grafologia essa va sicura. Poiché viene a sapere che tutto quello che emerge dalla grafologia è innato, conclude con sicurezza che tutto quello che trova in una personalità, oltre quello che è esposto dalla grafologia, è acquisito. Così sorge netta la distinzione tra l'innato e l'acquisito. Riguardo alla criminologia. Per poter dare un giudizio, almeno approssimativamente giusto, sulla responsabilità individuale di una azione umana, è d'uopo tener conto di tutti i coefficienti di questa responsabilità. Ora i coefficienti che hanno il massimo peso su questa responsabilità, sono le tendenze che un individuo ha sortito da natura. Sicché giustizia non sarebbe condannare a un massimo di pena un individuo che, a quel dato misfatto commesso da lui, abbia un'impellenza personale spiccata; parimenti giustizia non sarebbe condannare ad un minimo di pena colui che, al peccato da lui commesso, non abbia che una spinta minima da natura. E come portare a termine il giudizio? Si adoperi l'ergografo, il pletismografo, il guanto volumetrico. Questi mezzi segnano la scorza della preponderanza, ma non riescono a mettere in aperto l'azione nel suo peso specifico. La sola grafologia prende la personalità con le sue tendenze innate e la pone nuda dinanzi agli occhi del giudice. E la psichiatria? Essa con la grafologia scopre la predisposizione, più o meno accentuata, delle malattie mentali, che gli psichiatri chiamano costituzionali, quantunque non riesca ancora a dare una classificazione sicura. Circa la pedagogia la cosa è chiara, benché la grafologia non possa dirigere la pedagogia, se non quando il fanciullo sia riuscito a far correre la penna sulla carta in modo naturale. Circa la direzione delle anime, mi pare che la grafologia sia l'unico mezzo umano per conoscere la passione predominante di un'anima, ciò che è di capitale importanza; poiché mette a nudo la personalità innata, ciò che vuoi dire che mette a nudo le tendenze sortite da natura, le quali formano la passione predominante. Parlando, infine, della psicotecnica, per tacere di tante altre utilità della grafologia, io ho l'esperienza che tutti i giovani, indirizzati nello 24 —
stato professionale intellettivo, fisico, morale, dalla grafologia, si son trovati soddisfatti e contenti per il loro incremento personale in continuo progresso La grafologia scruta solo la natura innata Crépieux Jamin afferma che gli esperimenti di Bridier, senza distruggere quelli del Ferrari, Héricourt e Richet, vengono a provare che l'« io « non viene totalmente soppiantato dall'ipnotismo. (Cfr. La Presse medicale del 28-XIM932). Ed io aggiungo che non viene soppiantato perché rimane sempre la natura innata, sotto qualunque trasformazione, anche col cambiamento, per mezzo dell'acquisita, al massimo grado. Onde la scrittura spontanea, cioè quella del gesto e non quella dell'atto voluto, non può non esprimere che la sola natura innata. Questa conclusione, oltre essere conclusione degli esperimenti scientifici del Bridier, è, ciò che sta sopra qualunque prova, conclusione dei nostri esperimenti su centinaia di migliaia di casi.
§ VI. • CHE SPECIE DI SCIENZA SIA LA GRAFOLOGIA Ma che scienza è mai la grafologia? Per rispondere esattamente bisogna essere chiari e netti. La grafologia non è, non può essere una scienza come la matematica per cui due e due fanno quattro e le sue conclusioni non ammettono repliche. La grafologia non può essere una scienza come l'anatomia con la quale si dividono le parti di un corpo animale per dare a ciascuna il proprio luogo e la propria classe. Potranno, circa queste scienze positive, sorgere discussioni, ma non contraddizioni dirette e cozzanti nella loro intrinsichezza. La grafologia, invece, può essere una scienza come è una scienza la medicina, la psichiatria, la psicologia e via dicendo. Io ho potuto constatare che i miei discepoli, dopo dieci lezioni date loro da me, riuscivano a fare esami grafologici che coglievano nel segno. Ciò basterebbe per dimostrare che le regole grafologiche, escogitate da me, sopra più di centinaia di migliaia di esperienze, sono esatte, e per rimuovere l'accusa degli scienziati sofisti che la Grafologia sia soltanto affare di intuito. Tuttavia l'intuito non si può escludere completamente, per quanto
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io penso; come non si può escludere dalla medicine, dalla psicologia, dalla psichiatria. Ci potrebbe essere un medico che sia profondo nella conoscenza della materia che spetta alla medicina, e non riuscire ad applicarla con oculatezza nella pratica, perché non possiede appunto la facoltà dell'intuito per cogliere esattamente i sintomi del male. Altro è conoscere la materia di una cosa, e altro applicare la conoscenza della realtà. Un ingegnere meccanico o elettrotecnico può essere insuperabile nella profondità della sua materia, avere pronte le formule delle composizioni, e tuttavia non essere capace di esplicare nella applicazione quelle formule. Per questo egli deve avere il suo assistente tecnico, che sa e conosce solo la materialità del lavoro. La ragione di tale individuale, intuitiva facoltà o facoltà clinica in medicina, in psicologia, in psichiatria, ecc. e anche in grafologia e non in matematica, sta in questo, almeno in parte. In matematica i sensi non entrano quasi per nulla nella esplicazione di essa. La matematica è una scienza fredda che si accontenta di luce ed esclude il calore, nel farsi oggetto della mente umana. Nelle scienze nominate sopra, invece, i sensi hanno la massima parte, in quanto che essi apprendono e dispongono la materia o l'oggetto che dovrà poi passare all'intelligenza. Ora i sensi sono più o meno perfezionati, più o meno sensibili negli stessi individui. Non è questa un'osservazone buttata là a caso, perché l'abbiamo appresa dopo gli esperimenti della scienza psicologica di William James. Egli prova che l'immaginazione è differente nei diversi individui; differente non solo nella intensità, ma anche nella specie. Fechner, nel secolo scorso, psicologo di valore, era dotato di uno straordinario talento per l'osservazione oggettiva, ed espone i risultati di un accuratissimo confronto stabilito tra le sue immagini ottiche mnemoniche con le immagini ottiche mnemoniche di altri individui. Come risultato trovò che esistevano diversità personali notevolissime. Fechner accennò al grande interesse che avrebbe presentato l'esame del problema fatto con metodo statistico. 11^ desiderio di Fechner fu posto in atto dal Galton che coi suoi diversi risultati, ha segnato un'era nella storia della psicologia descrittiva. Ciò viene riportato bene dal Tarozzi. Ve il così detto tipo uditivo, sebbene sembri, come dice Binet, l'accurato raccoglitore dei diversi metodi di grafologia, meno frequente di quello visivo. Ve il tipo tattile, cui principalmente appartengono i ciechi. Questi, dall'aria che sentono scherzare sulle loro gote, vi sanno descrivere un ampio panorama, un luogo chiuso e via dicendo. 26 —
Ve il tipo olfattivo; ricordo che un mio collega di studio sentiva l'odore della pioggia che doveva venire, e il suo senso specializzato non errava. Ora tali tipi sono più atti ad apprendere le cose che si riferiscono al loro senso acutizzato dalla natura stessa. Non si potrà dire che la chimica sia, ad esempio, questione di intuito, perché un chimico di valore riesce meravigliosamente nella composizione e decomposizione degli elementi. Non si potrà dire che la medicina sia questione di intuito, perché vi è qualche clinico di sommo valore, atto a fare e a condurre a termine la diagnosi più complicata senza errore. Così dobbiamo parlare in riguardo alla grafologia. Dobbiamo però confessare che, per essere grafologi veri, bisogna avere tendenza e cultura specialmente di psicologia, ed essere per natura portati ad essa, ed avere un senso spiccato di osservazione di tutti i più minuti fenomeni. Perché la grafologia non consiste nell'applicare una o più regole grafologiche (ciò appartiene alla materialità della grafologia) ma nel mettere insieme molti criteri grafologici, per sommarli, moltiplicarli, dividerli, eliminarli, secondo il complesso intellettuale, morale e somatico, che l'esaminando ci presenta con la sua scrittura. Da tutto il detto non si può negare che la grafologia sia scienza, scienza sperimentale come la medicina, la psicologia, la psichiatria. Osiamo, anzi, asserire che è più sicura dei suoi risultati di tutte le altre scienze nominate. Ma che cosa mai pretende conoscere nell'uomo la grafologia? Pretende di conoscere tutto ciò che appartiene alla intelligenza e al sentimento, cioè tutto ciò che si riferisce al suo spirito ed ai suoi sensi. Ma la grafologia riesce anche ad esaminare tutto ciò che si riferisce alla parte somatica dell'uomo. Di questo ho trattato nel mio volume « II Corpo umano dalla scrittura « (Ancona 1961).
§ VII. - L'INDIPENDENZA DELLA GRAFOLOGIA La grafologia è sorella della psicologia. Sarebbe incompleta e troppo materiale se non fosse accompagnata dalla psicologia. Tuttavia, anche la psicologia non arriva alle conclusioni che anela rendere chiare se non si serve della grafologia. La psicologia, secondo il pensiero di Seignobos, è indipendente perché essa prende di mira la personalità innata, cioè considera nel97 LJ I
l'uomo tre quarti scaturiente dalla personalità innata e un quarto dalla personalità acquisita. La grafologia non scruta che la personalità innata e lascia scrutare alla storia la personalità acquisita. Perciò è più indipendente della psicologia, in quanto non viene stornata nel suo esame da fattori sociali, che spesso occultano e ammantano di orpelli il carattere e le abitudini innate. E' vero che la psicologia coglie tutta la psicostatica, che sarebbe lo studio di tutta intera la personalità umana composta dalla personalità innata e dall'acquisita, ma è anche vero che la psicostatica spesso è ingannevole e non ci permette di distinguere l'innato dall'acquisito. Ciò viene mostrato molto bene in tutta l'opera profonda e facile di F. Achille Delmas e di Marcelle Bole dal titolo: « La personalità untanti », opera edita nel 1922. Che cosa è mai la personalità innata e la personalità acquisita? Serviamoci, per vederlo, dell'opera citata. « La personalità innata (of. cit., cap. 8, par. 41, 42, 43, 44, 45) comprende il temperamento formato dall'insieme delle cinque disposizioni affettive-attive : avidità, bontà, sociabilità, attività, emotività e comprende l'intelligenza che risulta dalla sintesi delle tre attitudini intellettuali: memoria, immaginazione, giudizio. La personalità innata è originale, fondamentale e permanente». Originale, perché rappresenta tutto ciò che riceviamo di nostra eredità anche etnica, familiare e individuale. Fondamentale perché da essa dipende principalmente quello che noi saremo nella vita. Permanente, perché tale rimane sempre nei suoi elementi. La natura si modifica, ma non si cambia. Nella personalità innata le cinque disposizioni affettive-attive sono ora determinanti, ora adiuvanti e le tre attitudini intellettuali non sono mai altro che adiutorie. Questo viene a confermare l'antica fisolofia di Scoto che pone la volontà quale radice dell'azione umana. Disposizioni affettive-attive e attitudini intellettuali della personalità innata sono le grandi conduttrici della personalità nella sua evoluzione, in mezzo all'ambiente sociale. Nella parte biologica, l'appetito e la sessualità, istinti propriamente detti, hanno un ufficio determinante. La spontaneità, la reattività, la percettività sono funzioni adiutorie. Queste funzioni biologiche sono le bestie che tirano il carro trionfale su cui troneggiano le cinque disposizioni affettive-attive e le attitudini. A volte, quelle tolgono la mano alle direttrici e ne rompono il freno, ma sono parimenti innate e appartengono alla personalità innata. La grafologia scruta gli elementi psico-fisiologici determinanti (appetito, sessualità) ora determinanti ora adiuvanti (spontaneità) e solo adiuvanti (reattività, percettività). La grafologia scruta gli elementi psi-
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cologici ora adiuvanti ora determinanti (avidità, bontà, sociabilità, attività, emotività) e i semplici adiuvanti (memoria, immaginazione, giudizio). Non abbiamo spiegato che cosa voglia dire: personalità acquisita, perché l'aggettivo stesso « acquisita » lo dice. « La vita psichica comincia e si complica man mano che funziona. Da questa stessa complicazione risulta una evoluzione dell'individuo, che lo conduce dall'infanzia alla maturità psichica, quale si conosce nell'uomo adulto medio. Questa evoluzione ci sforziamo di precisarla, spiegando come le disposizioni e le attitudini divengano successivamente efficaci, poi predominanti nel portamento. Le osservazioni di psicontogenia ci permettono di dimostrare che il dinamismo stesso, per la traccia che segna in noi, modificata la personalità primitiva (o personalità innata), vi sovrappone una seconda personalità, meno importante della prima senza dubbio, ma di cui gli effetti sono tutt'altro che trascurabili e che costituisce ciò che per abitudine si chiama impronta o esperienza. Questa seconda personalità è acquisita dall'individuo e si sovrappone alla personalità innata, ereditata dalla specie. Benché acquisita, nel corso del dinamismo e grazie a lui, essa si integra con la personalità innata e diventa, in tal modo, statica. Perciò il suo studio appartiene alla psico-statica e deve precedere la psicodinamica « (Op. di., cap. 9, par. 46). Lo studio dell'ordine nel quale si sviluppano le funzioni e gli organi dell'individuo, il quale studio si chiama « Psicontogenia », ha molta parte ipotetica ed arbitraria. Nel capitolo decimo (par. 49 op. cit.) si dimostrano le difficoltà che vi sono per conoscere la personalità innata, specialmente perché alla personalità innata si sovrappone l'acquisita. E' un lavoro delicato e, a volte, impossibile per la psicologia condurre a termine la divisione della personalità innata dalla acquisita. Ma con la grafologia la psicologia può riuscirvi. La grafologia fa vedere ciò che è in noi originale, fondamentale e permanente. Tutto il resto che la grafologia non vede è acquisito. Gli psicologi, con la grafologia, supereranno le difficoltà che lamentano per la netta distinzione della personalità innata dalla acquisita. Ma quale metodo, ci domandano gli psicologi, tenete voi, o grafo1 logi ? Il metodo nostro è totalmente oggettivo. Vi entra la introspezione che la psicologia odierna, a ragione, tiene come insufficiente. L'introspezione entra in grafologia come spinta all'esperienza e al metodo comparativo. Il trinomio è perfetto in grafologia. L'introspezione da la spinta, l'introspezione poi viene sostituita dall'esperienza, finalmente viene richiamata dalla comparazione. E non vi possono essere inganni di sorta : la personalità acquisita tenta di stornare il grafologo dalla personalità in— 29
nata? Ed egli, per non essere stornato, vuole esaminare lo scritto senza conoscere l'esaminando, senza entrare in sospetto. E' questa l'unica difficoltà per un grafologo impressionabile. Ma egli la elimina, col dichiarare innanzi tutto che la persona non gli si palesi prima dell'esame. La personalità innata così non gli può sfuggire, in quanto che è fissa nella scrittura, la quale può mutarsi soltanto per una trasformazione dell'individuo, diventando seconda natura. Questa seconda natura, tuttavia, rispetterà sempre il carattere fondamentale e innato. Abbiamo nominato il grafologo impressionabile. Questi, per la sua impressionabilità, non sarà capace di esaminare la sua scrittura. Credo che nessuno sia atto ad esaminare la propria, perché nessuno conosce se stesso con le proprie forze, perché l'amore che portiamo a noi stessi ci nasconde ai nostri occhi intellettivi. Del resto questo deve essere ammesso anche dalla scienza, perché ha un motivo tutto scientifico. Si badi bene che io qui parlo d'el controllo con la realtà.. Il fatto ci dimostra che, appena noi pensiamo ad una nostra qualità psichica, essa sfugge al nostro esame. Provatevi a considerare la vostra fisionomia in uno specchio. Voi riuscirete a mirare la vostra fisionomia in uno stato di quiete. Ma allora la vostra fisionomia nulla dice. I lineamenti sono a posto, come sono a posto e quieti i lineamenti d'un cadavere. Quasi soltanto l'occhio è indice della vostra vita. Anche l'occhio, però, che allora sta in uno stato di osservazione, ci può dare solo i lineamenti dell'occhio osservatore, che non si spoglia della soggettività, in quanto che considera il proprio io. Però il vostro, anche in questo caso, sarà un esame intralciato dalla soggettività. Se poi voi siete nella inquietezza, nella passione, nell'ira, che vengono a manifestare il modo di essere della vostra natura innata, non riuscirete mai a vedere nello specchio la vostra situazione fisionomica, perché, tosto che vi ponete nell'osservazione, le passioni cessano, magari per un istante; cioè, cessano nel tempo dell'osservazione, e perciò non potrete cogliere l'attimo che vorreste esaminare. Per chiarire meglio il nostro processo, dobbiamo qui mettere in aperto rilievo l'ultimo metodo adottato dalla psicologia sperimentale. Esso consiste nell'utilizzare i risultati della psichiatria che sarebbe la scienza delle malattie mentali. Augusto Comte fu l'escogitatore di questo metode, Teodulo Ribot ne ha aperta la via. Ma i risultati raggiunti da Ribot sono limitati. Ed i successori dovranno ampliare e rendere oggettivo e positivo ciò che finora è rimasto soggettivo. Questo mezzo di aiuto pei la psicologia si chiama « Psicopatologia ». Dobbiamo aggiungere che la psicopatologia è un potente metodo di investigazione perché fa parte, come dice. Ribot, dell'osservazione pura e dell'esperimento. Le malattie mentali però si dividono in due classi : le malattie men-
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tali che emergono dalle lesioni dei centri nervosi e che sono sempre acquisite dopo la concezione, appartengono alla prima classe. Le malattie mentali costituzionali, trasmesse ereditariamente dai germi della concezione, appartengono alla seconda classe. La psicologia contemporanea dimostra che quelle appartenenti alla prima classe sono di nessun aiuto alla psicologia. Quelle che l'aiutano nella investigazione, sono le malattie mentali della seconda classe cioè, le psicosi costituzionali, le modalità delle quali, oggi bene individualizzate, definite e classificate, hanno il nome di costituzioni psicopatiche. Tali modalità sono: 1 - La paranoia che si manifesta con una tendenza esagerata all'orgoglio; 2 - la follìa morale ch'è propria dei recidivi in atti antisociali; 3 - la mitomania ch'è il bisogno di creare artificiosamente e falsamente; 4 - la ciclotimia che sarebbe anormalità del consumo di attività; 5 - la iperemotività ch'è caratterizzata dalla prontezza, intensità e durata delle variazioni. Chi vuole apprendere bene e scientificamente tali cose, studi il volume di Delmas e di Bole al cap. 4, par. 15, 16, 17, 18, 19. Queste costituzioni psicopatiche sono innate e permanenti. Per spiegare che cosa significhi costituzione psicopatica mi si permetta di riportare le parole di Delmas-Bole al cap. 4, par. 14: « Per costituzione psicopatica si intende l'esistenza in un soggetto d'un insieme speciale e definito di tendenze, che, facendo parte integrante dell'individuo, permettono di precisare la sua personalità e di prevedere verso quale psicosi progressiva o regressiva, intermittente o continua, si potrà evolvere. In termini più espliciti, queste costituzioni hanno per caratteri comuni, di essere trasmesse per ereditarietà, di manifestarsi precocemente, di persistere durante tutto il corso della vita; di rappresentare, per conseguenza, un comportamento originale e permanente della personalità; di essere così un'infermità cronica e non una malattia a evoluzione determinata; di creare un terreno specifico proprio dello sviluppo di psicosi transitorie o durevoli, di cui i sintomi non sono che l'esagerazione e l'ingrandimento delle tendenze costituzionali ». Nel confronto poi che gli psicologi fanno tra le costituzioni psicopatiche e gli stati normali, fanno vedere che 1) la costituzione psicopatica paranoica corrisponde alla avidità, 2) la perversa alla bontà, 3) la mitomaniaca alla sociabilità, 4) la ciclotimica all'attività e 5) la iperemotiva alla emotività. La psicopatologia però ci può far conoscere solo le qualità affettive attive dell'uomo, ma non ci può informare direttamente sulle attitudini intellettuali, perché le psicosi costituzionali rappresentano delle ipertrofie e delle atrofie della vita affettiva-attiva, non rappresentano però alcu-
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na relazione diretta col funzionamento intellettuale propriamente detto, e quando lo alterano, lo alterano solo indirettamente. Per questo la psicologia, per quanto riguarda la vita intellettuale, si serve della psicologia che sarebbe lo studio dell'ordine secondo il quale si sviluppano le funzioni e gli organi nella specie, ma che conduce la psicologia a considerare le attitudini intellettuali come un'elaborazione della recettività e della percettività. « La percettività è la proprietà che possiede ogni essere vivente d'avere delle sensazioni. La percettività gli permette di farsi una rappresentazione rudimentale degli oggetti esterni e di se stesso » (Delmas ecc., op. cit., par. 38). Il nostro processo in grafologia sarà come quello della psicologia, dalla quale prendiamo l'ordine, la classificazione e la terminologia.
§ Vili. - TENDENZA E ABILITA' Tendenza, nel suo concetto genuino vuoi dire inclinazione. Ciò che nel senso è istinto, nelle facoltà psichiche è tendenza. Per questo tendenza importa tutto quel complesso di qualità accompagnatorie che la rendono piena di entusiasmo in se stessa. Questo entusiasmo però si deve intendere secondo la natura della tendenza specifica. Ci sono tendenze positive e tendenze negative. Delle tendenze positive è comprensibile l'entusiasmo, ma non così delle tendenze negative. Eppure anche di queste l'entusiasmo è necessario perché la 'endenza sia veramente tale. Se la tendenza è per esempio al pessimismo, l'entusiasmo deve avere la natura del pessimismo, e sarebbe un entusiasmo in deterius. Chi ha tendenza al pessimismo ha il gusto del pessimismo e perciò ha anche l'entusiasmo per il pessimismo. Se le tendenze negative si potessero sciogliere dall'entusiasmo, si scioglierebbero anche dai fattori della vera tendenza e perciò non sarebbero più tendenze. La tendenza, perché possa esser efficace in atto, deve avere tutte quelle qualità che sono necessarie per ridurre la tendenza nella vera azione. Per esempio un cane che vede correre il treno e lo insegue ha certamente la tendenza ad inseguirlo, ma non è tendenza completa in quanto non può avere la velocità del treno. Lo insegue invece una rondine e lo sorpassa persino. Questa è tendenza nel senso completo, cioè ha tutti i requisiti per riuscire nella tendenza. Andando nella pratica, uno ha la tendenza alla musica (gusto-entusiasmo) ma o non ha lo studio sufficiente, oppure da natura non ha quel29 ~) L-I
le qualità per poter fare sfociare la sua tendenza con vera riuscita. Costui ha la tendenza alla musica non completa. Sotto questo punto di vista è molto difficile clic una creatura umana abbia la tendenza perfetta e piena dei diversi rami dello scibile umano. Però è certo che colui il quale ha a sua disposizione la maggior copia dei fattori della vera tendenza riesce maggiormente nell'intento. Insomma perché la tendenza possa esser coronata da successo nel perseguire il suo scopo deve esser munita di abilità. L'abilità quindi non è altro che la tendenza nella sua pienezza. La tendenza per lo più è associata all'abilità, ma non è necessario che lo sia. Non si da abilità nel vero senso della parola, senza tendenza, perché l'abilità non si da senza attenzione, e l'attenzione viene imposta dalla tendenza. Quanto più la tendenza è grande, tanto più grande è la via per la quale procede l'abilità. Abilità, per se stessa, dice disposizione alla riuscita dal grado minimo sino al successo pieno e clamoroso.
§ IX. - QUALITÀ' E QUANTITÀ' INTELLETTUALE Quantità è lo stesso che forza in genere. Qualità invece forza specifica. La forza specifica per avere il suo valore basta che abbia la quantità tanta quanta è necessaria perché la forza specifica possa evolversi a libertà. Per questo non è il quanto quello che da valore all'intelligenza, ma è principalmente la qualità. Prendi per esempio due lottatori: uno ha 10 gradi di forza (quantità) un altro ne ha cinque (qualità). Quello che ne ha dieci non ha l'abilità di esercitarla, mentre quello che ne ha cinque ha a sua disposizione la snellezza, la destrezza, l'avvedutezza per penetrare la vulnerabilità dell'avversario. Chi dei due resta vincitore;5 Solo per un caso può restare vincitore colui che ha dieci gradi di forza, cioè nel caso in cui colui che ne ha cinque smarrisca per un'momento se stesso. Ordinariamente parlando però colui che ne ha cinque deve vincere. Trattando dell'intelligenza siamo perfettamente in un caso analogo. L'intelligenza che ha solo la quantità superiore, ma non ha specificazione in particolare è superata da tutte le altre intelligenze sia pure di quantità minore che si distinguono per la specificazione particolare. E' facile che una intelligenza entri in una quantità superiore ma non è questo quello che forma la sua preponderanza. Chi ha la quantità superiore sia pure al massimo, ma non ha la qualità specifica è come un cor-
— 33 3 - Trattalo di Grafologia
pò esuberantissimo di vita ma senza braccia e senza gambe, senza quelle altre qualità che servono per esplicare la sua forza. Da ciò si conclude che la quantità intellettiva è da prendersi in considerazione soltanto quando è accompagnata da qualche qualità specifica. Migliore quindi l'intelligenza qualitativamente superiore che quella che lo è soltanto quantitativamente.
§ X. - SCRITTURA MASCHILE E FEMMINILE I grafologi si sono intrattenuti abbastanza sull'età e sul sesso della scrittura. E' un tentativo, in molti casi, impossibile quello di volere scoprire il sesso e l'età dalla scrittura. Circa l'età, la cosa è chiara: vi sono scritture di giovani che sembrano di vecchi e viceversa. Circa il sesso molti fanno le meraviglie come la grafologia che mette a nudo tutto l'essere umano, non riesca, in molti casi, a dire il sesso di colui che ha scritto. La meraviglia però scompare se si vada ad interrogare la scienza. Essa vede l'ermafroditismo: l'ermafroditismo porta questo, che gli organi sessuali esterni rimangono talvolta nello stato iniziale indeciso, vi è, cioè, un arresto di sviluppo che non permette di distinguere il sesso. Questo nella parte fisica, cosa che si riscontra di rado. Ma la scienza ha constatato l'ermafroditismo psichico che non è tanto raro come si potrebbe credere; questo ermafroditismo psichico si manifesta nella scrittura. Onde la grafologia non riesce, in molti casi, a determinare il sesso della scrittura, e credo non ci riuscirà giammai, per quanti studi si faranno. Poiché spesso dunque non si conosce il sesso dalla scrittura per la semplice ragione che ci sono molti ermafroditi psichici, è necessario sempre dichiarare il sesso della scrittura. Pur avendo gli stessi segni e gli stessi gradi dei segni di due scritture, una maschile e l'altra femminile, il giudizio grafologico è ben diverso, in quanto che l'uomo si trova in condizioni ben diverse fisiche e psichiche della donna. L'uomo è a base di pensiero, la donna a base di sentimento. Perciò tutti i segni che si riferiscono all'intelligenza, se per l'uomo hanno un dato valore, per la donna, nelle stesse misure, hanno un valore maggiore. Per esempio due scritture, una maschile e l'altra femminile, hanno 6/10 di disuguale metodicamente; per l'uomo vai tanto quanto dice il grado, per la donna si deve fare un computo maggiore di almeno 2/10, perché appunto la genialità intellettiva non è propria della donna ma dell'uomo, quin-
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di se si trova nella donna è cosa veramente rara. Così si deve dire di tutti gli altri segni intellettivi. Circa il sentimento invece, siccome è specialità della donna, abbiamo che se un uomo presenta grafologicamente lo stesso grado, questo sentimento nell'uomo è molto più elevato che nella donna (sempre di almeno 2/10, sia pur col pericolo quando è in grado maggiore, di considerare quell'uomo più femmina che uomo). Cosicché se per esempio di due scritture, una maschile e l'altra femminile, abbiamo 7/10 di filiforme, il sentimento di quel dato uomo sarà molto più delicato del sentimento di quella data donna. Se di due scritture, una maschile e l'altra femminile abbiamo 9/10 di pendente, nella donna significherà quell'affezione languida che viene presentata dai 9/10, nell'uomo invece sconfinerà persine dal grado massimo. La misura/ione è sempre la stessa ma il valore è diverso. Per esempio noi ammiriamo nella Chiesa di S. Lorenzo Martire e S. Agnese. Ma chi dei due desta più ammirazione;5 S. Lorenzo certo desta ammirazione per la crudeltà dei tormenti subiti; davanti a Lui però non trema il carnefice, che tuttavia trema davanti alla intrepidezza e sublimità incredibile della piccola martire.
§ XI. - ATTO E GESTO GRAFICO
Gesto grafico, come ripetutamente spiegheremo, da la scrittura di chi sa tener la penna in mano e scrive correntemente in modo spontaneo senza studio. Atto grafico ci da la scrittura che è più disegno che grafia. Quindi la calligrafia vergata con tutte quelle meticolosità, chiaroscuri, flessioni che sono voluti e insegnati dai professori di calligrafia costituisce l'atto grafico. Il gesto grafico è l'oggetto della grafologia; dell'atto grafico la grafologia non si occupa. La grafia di coloro che non sanno scrivere si può considerare atto e non gesto grafico, perché il gesto è spontaneo, mentre la grafia di quelli che non sanno scrivere non è affatto spontanea. Per questo la grafologia sopra coloro che non sanno scrivere non può dare un giudizio definitivo, ma soltanto a modo di congettura. La scrittura di coloro che non sanno scrivere si conosce da tutti a prima vista. Essa per lo più è sciatta, non mantiene il rigo, ha delle sproporzioni che sarebbero, in una grafia spontanea, considerate irragionevoli. Tuttavia sulla scrittura di coloro che non sanno scrivere, qualche cosa si può dire, come si può
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dire qualche cosa sulla scrittura dei bambini, ed ho intenzione di trattarne in un volume a parte. Il bambino di terza, quarta elementare e qualche volta anche di prima e seconda elementare, fa vedere la larghezza di lettere, tra lettere e specialmente tra parole; fa vedere la disposizione o no alla contorta, fa vedere la disposizione al disuguale metodicamente, o al disordinata, ta vedere anche qualche cosa dell'Intozzata 1° e 2° modo. Non tutti manifestano esternamente quello che hanno nell'interno. Ci sono di quelli che vengono detti di sangue freddo. Questi in un eccitamento possono andare a fuoco internamente ma hanno tale padronanza da non manifestare esternamente il loro interno. Ci sono di quelli che manifestano esternamente nella stessa maniera quello che hanno nell'interno. Ci son di quelli che esternamente manifestano di più di quello che hanno nell'interno. Questi hanno un che di patologico perché perdono il controllo di sé stessi. Dei primi la scrittura manifesta il loro interno e il loro esterno. Così i secondi. I terzi manifestano di più ed hanno la scrittura con note patologiche. La scrittura normalmente manifesta lo stato abituale di tutti i momenti e di tutte le età. Sotto la pressione della eccitazione di qualche passione, i primi nella scrittura non hanno accentua/ione dei segni grafologici. I secondi manifestano l'accentuazione che non va però direttamente fuori della normalità. I terzi invece manifestano una accentuazione spiccata dei segni grafologici rilevanti quella passione. Perciò per avere un esame giusto grafologico è bene presentare dell'esaminando la scrittura nello stato normale e nell'eccitazione. Tra i tanti esperimenti ricordo che un tribunale mi mandò poche righe di uno che le aveva vergate immediatamente prima di uccidere la moglie dalla quale era stato tradito per confessione della moglie stessa. Lui l'aveva perdonata, ma quella notte era stato preso da una eccitazione violenta di indignazione. Il tribunale mi chiedeva in quale stato la scrittura era stata distesa. La scrittura appariva chiaramente vergata da un forsennato.
§ XII. • DETERMINISMO La psico-grafologia dei Santi ci offre la possibilità di accennare almeno all'esistenza, nell'uomo, del libero arbitrio. Come è noto, alcuni filosofi (materialisti, positivisti, idealisti, panteisti, evoluzionisti) negano all'uomo qualsiasi vera libertà -psicologica
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(da distinguersi dalla libertà morale), ossia negano all'uomo qualunque potere di determinarsi da sé a volere una cosa piuttosto che un'altra. Sostengono invece che l'uomo è sempre determinato ad operare assolutamente come opera, perché la sua volontà è sempre dominata da altre cause, fìsiche o psichiche, individuali o sociali, che lo traggono invincibilmente a volere quel che vuole. Sicché, se un individuo ha innata tendenza ad essere ladro o assassino, necessariamente dovrà essere ladro o assassino. Se un altro ha innata tendenza a comandare, ad imporsi, a schiacciare gli altri e servirsene come di sgabello per salire in alto, dovrà essere necessariamente un ambizioso, un despota, un tiranno. La condotta dei Santi è in contrasto stridente con questa teoria, che può dirsi canone fondamentale del determinismo. E' vero che l'uomo, nell'esercizio della sua volontà, subisce l'influsso di molte cause interne (istinti, passioni, abitudini) ed esterne (ambiente, educazione, promesse, minacce); ma, finché in lui perdura l'uso della ragione, rimane sempre padrone, più o meno, di sé e delle sue azioni. Questo insegna l'esperienza individuale e sociale, questo dimostra l'esempio di tutti i Santi di alcuni dei quali ci siamo occupati dal lato grafologico. (Vedi P. G. M. MORETTI, I Santi dalla Scrittura. Padova). Evidentemente, i deterministi in genere non si preoccuparono di studiare la psicologia elei Santi. Eppure anche i Santi sono uomini, anzi rappresentano la classe più eletta dell'umanità: sono gli aristocratici dello spirito. D'altra parte i deterministi esagerano nello studiare la psiche dei delinquenti della società, degli esseri anormali, degenerati, perché generalizzano troppo e moltiplicano fino all'infinito casi particolari che non costituiscono che un'eccezione combinante la regola. Ognuno comprende quanto sia dannoso alla scienza e alla conoscenza della realtà questo metodo da essi usato. Perché talvolta ci incontriamo con qualche cane idrofobo, dobbiamo forse concludere che tutti i cani sono idrofobi? Non è nostro compito né nostro intendimento dimostrare di proposito, in sede grafologica, la volontà libera dell'uomo. Ci basti avvertire i competenti quale aiuto la grafologia possa arrecare alla scienza filosofica nel settore così importante del libero arbitrio.
§ XIII. • TRASMISSIBILITÀ' DELLA MIA GRAFOLOGIA Molti negano alla mia Grafologia la qualità eli scienza, perché dicono che non e trasmissibile. Asseriscono questo senza sapere quello che dicono. Negano ciò che non conoscono non essendosi mai applicati
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allo studio della mia Grafologia. Sta invece il fatto che chi l'ha studiata in questo mio trattato anche nelle precedenti edizioni e senza il mio personale intervento, l'ha imparata e la sa applicare, e contro il fatto non c'è nulla de replicare.
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PARTE PRIMA
CARATTERE SCIENTIFICO DEI SEGNI GRAFICI
1. SEGNI GRAFICI IN GENERALE
Significato e valore. Per la parte didascalica della grafologia, innanzitutto, la cosa necessaria è quella di conoscere il significato e il valore grafologico di un segno grafico. I segni grafici si dividono in segni grafici in generale e in segni grafici in particolare. Seguiamo qui un ordine logico e non alfabetico perché, così, potremo meglio far vedere il nesso tra la parte didascalica e quella scientifica. Sotto il nome di segni grafici, loro significato e valore, noi vogliamo esporre quelle date qualità individuali della grafia umana, che sono affettivo-attive e somatiche. Qui ne diamo il significato e il valore; la loro combinazione verrà dopo: allora dovremo scomporli, associarli, metterli in contrasto, sminuzzarli, per modo di dire, affinchè la loro congiunzione sia ragionevole in una data scrittura. Dobbiamo far osservare, sin dall'inizio, che un segno grafico o grafologico non può, per se stesso, significare due tendenze disparate, come vogliono sostenere altri grafologi. Questo risulta dalla nostra lunga esperienza, dallo studio di discriminazione accurata e dalla ragionevolezza della cosa in se stessa. Un segno potrà significare tendenze disparate solo tirato e congiunto con altri segni o, meglio, il segno può essere affievolito, assorbito, accentuato dalla congiunzione con altri segni. Dobbiamo anche notare che i segni si distinguono in sostanziali, in modificanti e in accidentali, secondo che riguardano la sostanzialità della personalità umana o le accidentalità. I segni sostanziali hanno un valore di fondamento, di impostazione della personalità umana. I modificanti per se stessi hanno un valore accidentale, ma sono muniti di tanta forza e di tali qualità da modificare e in qualche caso far cambiare rotta ai sostanziali, e in certo modo attirarli alle inclinazioni significate dai modificanti. Gli accidentali sono quelli 31
che non riguardano la sostanza dell'Io, ma solo i contorni e cose accessorie, che tante volte però possono dare la distinzione individuale ai segni sostanziali e modificanti. Infine, siccome i segni possono essere più o meno accentuati, siamo costretti a dare gli esempi con ordine progressivo o regressivo. Per l'accentuazione massima prenderemo il n. 10; sicché questa avrà il grado di 10/10. U n . 10 andrà diminuendo a misura della minore accentuazione o intensità del segno. I segni dati appartengono al sentimento (volontà, disposizioni affettivo-attive) e alle facoltà intellettuali. Tutti i segni vanno in certo modo a modificare la parte del sentimento come pure dell'intelletto, perché nell'uomo tutto è unito. Direttamente però non tutti i segni che riguardano le attitudini intellettuali riguardano anche le disposizioni affettivoattive e viceversa. I segni comuni all'intelletto e alla volontà hanno per tutte e due le facoltà la stessa forza in quanto tali, perché l'intelletto quando è entrato in possesso del suo oggetto comunica tutta la sua forza alla volontà e la volontà si piega positivamente o negativamente secondo la forza e il lume che ha ricevuto dall'intelletto. Quando invece il segno riguarda solo o direttamente la parte intellettuale, allora la volontà resta padrona perché nell'uomo è sempre essa che comanda, ma in questo caso il compito del comando in particolare e l'esecuzione di quello che viene comandato spettano all'intelletto, perché la volontà non sarebbe neppure capace di supporlo nell'intelletto e nel suo oggetto, essendo queste manifestazioni prettamente intellettuali, cioè non escono dalla cerchia dell'intelletto. Prendi l'esempio del fiume. La volontà vuole che l'acqua corra dentro al letto. Le modalità e le particolarità della corsa sono proprie dell'intelletto. Venendo nel campo nostro. Il segno Disuguale metodicamente è indice dell'arte inventiva. Quest'arte sta esclusivamente nell'intelletto. La volontà individuale può conoscere e non conoscere l'esistenza di questa disposizione. Quindi se la volontà comanda all'intelletto di fare un'opera d'arte, l'intelletto senza concorso della volontà tira fuori le sue disposizioni. Se queste disposizioni esistono ne usufruirà in quel grado e in quella maniera che esistono raccomandandosi alla volontà di imporsi alle facoltà necessarie per l'assiduita, docilità nell'apprendere, ecc. Quindi per tutto ciò che appartiene a quello che significa lume, precisione, concezione, invenzione, chiarezza e anche sentimento in quanto può essere fattore di concezione, di chiarezza, di calore dell'opera, ecc., appartiene all'intelletto. Invece assiduita, comando, inferiorità, resistenza, ascolto, attesa secondo che richiedano le circostanze sono compito della volontà. Per spiegare meglio e dare un concetto completo psicologico per quanto 32
è possibile, se nel campo ristretto all'intelletto entra qualche cosa che appartiene alla volontà, vi entra sempre per concessione della volontà, però suscitato dall'intelletto. Cosicché l'intelletto, per modo di dire, può invadere il campo della volontà, e in realtà lo invade dando la forma intellettiva alle qualità o prerogative della volontà. Bisogna considerare che l'intelletto è portato a piegarsi alle disposizioni della volontà; per esempio, l'ambizione appartiene alla volontà; ora l'ambizioso chiama l'intelletto perché serva alla sua ambizione e l'intelletto si accomoda ad architettare, comporre ogni sorta di errori, vizi, storture morali per assecondare le petizioni della volontà. Diamo subito qui di seguito lo specchio di tutti i segni grafologici, affinchè lo studioso li possa fissare in mente sin dal principio.
SEGNI DELLA VOLONTÀ (sentimento - carattere - disposizioni affettivo-attive)
Segni sostanziali Curva Angoli A Angoli B Angoli C Intozzata 1° modo Intozzata 2° modo Larga tra lettere Lettere addossate . Mantiene il rigo . Ascendente . Discendente . Sciatta Contorta Sinuosa . Scattante Secca Stentata . Flessuosa Tentennante . Titubante Ponderata Acuta Irta . . . .
Bontà Risentimento, permalosità Tenacia, testardaggine Saper fare Comando, ambizione, indipendenza Impressionabilità Generosità Apprensione Fermezza Entusiasmo, spirito di perfezionamento, presunzione Debolezza, tendenza a scoraggiarsi, a cedere Tendenza a noncuranza Controllo Dolcezza insinuativa Impulsività Avarizia Stentatezza Menzogna Indecisione Timidezza Ponderazione Contraddizione Mania di contraddizione
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Parallela Piantata sul rigo Artritica
Unilateralità Serietà cosciente Agitazione per fissazione
Segni modificanti Apertura a capo delle o e a Aste rette . . . . Aste piegate in avanti . Aste piegate indietro . Ardita Calma Slanciata . . . . Pendente . . . . Rovesciata . . . . Dritta Filiforme . . . . Fine Grossa Grossolana . . . . Aggrovigliata Dinamica . . . . Profusa Recisa Austera Ricci della sobrietà Ricci della spavalderia Ricci della flemma Ricci della mitomania Ricci della confusione Ricci del nascondimento . Ricci dell'ammanieramento Ricci del soggettivismo Accartocciata
Intenerimento sessuale, beniaminismo Inflessibilità Remissività Repulsione Arditezza Calma Slancio Affettività di abbandono Stranezza Sostenutezza Delicatezza, sensibilità. Raffinatezza Rudezza Materialità Arruffamento Inesaurimento di azione Espansione Recisione Austerità Sobrietà Spavalderia Flemma Mitomania Confusione Nascondimento Ipocrisia 'ettività lenza
Segni accidentali Fluida . Impaziente . Solenne Spavalda Vezzosa Accurata
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Scorrevolezza, naturalezza Impazienza Solennità Spavalderia Grazia, civetteria Affievolimento
SEGNI DELL'INTELLETTO (memoria - ragionamento - intuizione - attitudini intellettuali)
Segni sostanziali Larga di lettere Larga tra lettere Larga tra parole Legata . . . . Disuguale metodicamente Sinuosa . . . . Contorta Minuta . Minuziosa Disordinata Elegante Chiara . Oscura . Nitida . Confusa . Acuta . Uguale . Pendente
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Profondità intellettiva Generosità di giudizio e comprensione Ragionamento, critica Logica Originalità di concezione Penetrazione psicologica Attitudine alla meccanica, intelligenza di ingranaggio, controllo Finezza di giudizio, di penetrazione Minuziosità Disordine di idee Arte della prospettiva Chiarezza di apprendimento e di comunicativa Nebulosità Nitidezza, distinzione Confusione Acutezza Copiatura Assimilazione
Segni modificanti Pedanterìa Precisione Sobrietà, laconicità Prontezza intellettiva Lentezza Azione continua Diffidenza
Pedante . Accurata. Parca Veloce . Lenta Dinamica Accartocciata
Segni accidentali Alta . . Attaccata Staccata . Levigata . Spadiforme .
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Prosopopea-descrizione Continuità di pensiero Analisi Proprietà affettata Affievolimento
LEGGI FONDAMENTALI DELLA GRAFOLOGIA 1. Il segno grafologico, qualunque segno grafologico, quando si avvera in una data scrittura, ha la manifestazione nell'intelletto, nella parte affettivo-attiva e nella parte somatica (corpo umano). I segni, che principalmente e direttamente sono dell'intelletto, toccano anche la volontà e la parte somatica; così i segni che direttamente e principalmente si riferiscono alle disposizioni affettivo-attive toccano anche l'intelletto e la parte somatica. Così i segni che principalmente e direttamente riguardano la parte somatica (per esempio, pressione sfumata, finali a coda di topo, ecc.) toccano anche la parte intellettiva e le disposizioni affettivo-attive. 2. Il grado o il valore dei segni grafologici si misura in decimi. Ma nel calcolo reale non bisogna allontanarsi dalla malleabilità della psicologia; quindi non bisogna misurare in modo decisamente matematico, perché il metodo è matematico per la precisione, ma nell'applicazione si deve adattare alla psicologia che non è matematica. La misurazione parte dal grado 10, difficilmente raggiungibile in una scrittura, come è difficilmente raggiungibile l'unità. Soprattutto importa sapere se il grado è sotto la mediocrità, o nella mediocrità, o sopra la mediocrità. 3. Il valore dei segni vale tanto per l'uomo che per la donna. Mentre le manifestazioni pratiche variano secondo la natura del sesso: nella donna prevale il sentimento, nell'uomo l'intelligenza. 4. Nell'applicare i segni per trame la personalità è necessario tener conto dei segni accompagnatori che possono essere favorevoli, contrari o indifferenti. 5. Il segno in se stesso ha un significato, ma nella combinazione con gli altri segni può assumere significati vari secondo le richieste della combinazione psicologica. 6. La personalità viene indicata dai segni sostanziali; in mancanza di questi dai segni modificanti; in mancanza di questi e di quelli, dai segni accidentali. Dato che i sostanziali siano meno forti di qualche modificante, è il modificante allora che impronta la personalità; e dato che un accidentale sia più forte dei sostanziali e dei modificanti, è lui in questo caso che impronta la personalità. 7. È necessario che la scrittura, per poter essere esaminabile, sia spontanea. Quanto più è spontanea tanto più è esaminabile. Spontanea significa che uno scriva senza posa, ma naturalmente come se la scrittura dovesse leggerla solo il soggetto. La scrittura si forma con la personalità ed è indice grafologico quando la mano ha la facoltà di correre sulla carta. Si matura e invecchia con il maturarsi e invecchiarsi dell'uomo senza mai perdere la propria fisionomia come non la perde l'uomo con il maturarsi e invecchiarsi. 8. La grafologia scopre solo le tendenze naturali. 36
CLASSIFICAZIONE GRAFOLOGICA DELL'INTELLIGENZA L'intelligenza, psicologicamente considerata, può essere divisa in intelligenza intuitiva e intelligenza assimilatrìce. L'una e l'altra possono essere positive o negative. Q L'intelligenza intuitiva positiva è l'intelligenza che inventa, cioè quella che produce quasi come sorgente. A questa appartiene il genio. Questa intelligenza considera ciò che è degli altri, ma non se ne cura perché non ne ha bisogno trovando migliore quello che scaturisce da sé. In ciò consiste il genio positivo. Tale intelligenza è il parallelo intellettuale del temperamento dell'assalto. Il genio non crede mai di essere tale. Se crede di esser tale non lo è. E prudente ma è convinto di quello che trova e rimane nella sua convinzione anche a costo di perdere tutto. Pensa che tutti arrivino a conoscere ciò cui lui crede o scopre. Tiene per certo come evidente quello che trova. Non parla tanto e sente fastidio quando è stuzzicato sulle sue abilità. Di solito non è abile a spiegare le sue intuizioni per l'evidenza delle sue vedute. Precorre i tempi ed è piuttosto contemporaneo della posterità. È molto semplice e non va a impalcature e cose complicate. Il genio se ne impippa altamente del metodo scientifico, però quello che depone è prettamente scientifico e non viene capito scientificamente dai miopi intellettivi. Il genio di solito non tende all'analisi, ma supera chiunque nell'analisi se ci viene chiamato. O L'intelligenza assimilatrice o di ragionamento, positiva, è l'intelligenza che non inventa, ma assimila ed esamina i dati già trovati da altri, se ne impossessa e li riproduce mettendo qualche cosa deH'Io tanto da fare apparire il risultato come una produzione originale, mentre esaminandolo profondamente non è altro che una riproduzione che esecutivamente è più metodica e quindi sembra più originale. A questa appartiene l'ingegno. Questa intelligenza è il parallelo intellettuale del temperamento dell'attesa. L'ingegno è tutto il contrario del genio. Tende a spiegare troppo e a pretendere troppe spiegazioni. Pone tutto sotto la luce del problema e non dell'evidenza della risoluzione. Con le troppe spiegazioni facilmente degenera intellettivamente. L'ingegno può andare a finire nell'imbecillità quando l'individuo pretende di arrivare dove il suo ragionamento non può arrivare. Il genio tende a essere sincero con se stesso, mentre l'ingegno è difficile che non nasconda sé a se stesso, come si nasconde agli altri. L'ingegno va di pari passo con i suoi tempi; è aggiornato e può com37
prendere i suoi tempi superficialmente perché per comprendere bene i propri tempi è necessario precorrere i tempi che verranno. L'ingegno tende a definire in modo sentenzioso gli altri e le opere altrui. L'ingegno va soggetto all'autostima e al pessimismo nelle cose altrui. Guarda più alla forma scientifica del metodo senza curarsi direttamente della sostanza scientifica della cosa. Di solito si impadronisce talmente della materia da farla comparire come originalità propria. L'ingegno ha la tendenza alla logica discorsiva. Q L'intelligenza assimilatrice negativa è quella che sta fondata sulla contraddizione o resistenza intellettuale a tutto. E il parallelo del temperamento della resistenza. Costoro hanno sempre da ridire su tutto quello che appartiene agli altri per fare valere il proprio. A questa intelligenza appartiene il talento. Questa intelligenza assimilatrice negativa può essere un'intelligenza che non ha nulla di proprio come una macchina che produce per serie. Il talento contraddice sempre e si crede di valere e manifestare il suo valore contraddicendo. Per contraddire però ha bisogno di elementi dati. Non è capace però di risolvere le sue contraddizioni. È arguente ma non difendente. Prova il gusto delle contraddizioni e del dispetto. Ha tendenza alle difficoltà. Di solito il talento è petulante. Resiste e accerchia di difficoltà quello che viene proposto dagli altri. Q L'intelligenza intuitiva negativa è l'intelligenza dell'inventore, ma che non riesce a portare a termine l'opera o per mancanza del necessario criterio pratico o per influenzabilità totale passiva. A questa categoria appartengono i disordinati, i neghittosi, gli sciatti, i mancanti di spina dorsale intellettiva. Tale intelligenza è il parallelo della cessione. Dobbiamo notare che anche il genio intuitivo positivo, semplicemente tale, tende a mancare di criterio pratico; però vi sostituisce l'intuizione per quello che è necessario. L'intelligenza influenzabile è un'intelligenza di paura, di non sicurezza. Tende a lasciarsi stornare xdalle proprie convinzioni da qualunque piccola difficoltà od occasione. E la negazione dei requisiti del comando e dell'imposizione della propria idea. Tra gli uomini esistono pure gli imbecilli od ottusi intellettivamente, ma costoro escono dal campo dell'intelligenza. Segni appartenenti per se stessi all'intelligenza intuitiva 1. Curva 2. Angoli A 3. Angoli B fino a 5
Intuizione diretta per altruismo Intuizione diretta per risentimento legittimo Intuizione diretta per tenacia
4. Angoli C. 5. Intozzata 1° modo 6. Larga di lettere 7. Disuguale metodicamente 8 . Minuta . . . . 9 . Parca . . . . 10. C o n t o r t a . . . . 11. Sinuosa . . . . 12. Vezzosa grazia 13. Apertura delle o e a 14. Ricci sobrietà . 15. Calma . . . . 16. Ponderata 17. Dinamica 18. Scattante . . . . 19. Fluida . . . . 20. F i l i f o r m e . . . . 21. Fine 22. A t t a c c a t a . . . . 23. Elegante . . . . 24. Legata . . . . 25. F l e s s u o s a . . . . 26. Piantata sul rigo 27. Impaziente
Intuizione per saper fare Intuizione per imposizione Intuizione per profondità intellettivaTendenza all'intuizione Intuizione per osservazione raffinata Intuizione per scultoreità di pensiero Intuizione per meccanica, controllo, sovversivismo Intuizione per penetrazione dei sentimenti umani Intuizione per l'efficacia della preghiera Intuizione romantica Intuizione laconica Intuizione per pacatezza e per lirismo Intuizione per riflessione Intuizione per dinamismo Intuizione per musica e per armonia Intuizione per naturalezza Intuizione per delicatezza di pensiero Intuizione per diligenza e compitezza Intuizione per sintesi Intuizione per l'arte di prospettiva Intuizione per logica Intuizione per dolcezza di complicazione intellettiva o dell'arte del ripiegamento Intuizione della irremovibilità Intuizione dell'eccessività della spontaneità
Segni appartenenti per se stessi all'intelligenza assimilatrice 1. Angoli A sopra i 5 . 2. Mantiene il rigo 3. Ascendente 4. Larga tra lettere 5. Larga tra parole 6 . Chiara . . . . 7. Nitida . . . . 8. Aste rette 9. Ricci nascondimento . 10. Ricci ammanieramento 11. Pendente 12. Dritta . . . . 13. Recisa . . . . 14. Austera . . . . 15. Lettere addossate .
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no 1per risentimento illegittimo • Ingegno per fermezza Ingegno per presunzione di non ascoltare consigli Ingegno per generosità Inverno per crìtica o o i Ingegno per pensiero e comunicativa chiara Ingegno per nitidezza di pensiero e comunicativa Ingegno per inflessibilità di pensiero Ingegno per occultare il pensiero Ingegno per ipocrisia intellettiva Inverno per assimilazione Ingegno per sostenutezza Ingegno per decisione Ingegno per austerità t>er stringatezza O
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Segni appartenenti per se stessi all'intelligenza di contraddizione 1. Angoli B sopra i 5 2. Acuta 3. Profusa . 4. Stentata . 5. Minuziosa 6. Staccata . 7. Oscura . 8. Vezzosa civetteria. 9. Secca 10. Pedante . 11. Aste a sinistra 12. Ricci spavalderia . 13. Ricci soggettivismo 14. Ricci mitomania . 15. Slanciata 16. Grossa e Grossolana 17. Accurata 18. Levigata . 19. Ardita . 20. Alta 21. Solenne . 22. Lenta 23. Veloce . 24. Aggrovigliata 25. Irta . . . . 26. Rovesciata
Talento per testardaggine Talento per unilateralità Talento per espansione Talento per collera Talento per strettezza di vedute Talento per analisi Talento per mancanza di chiarezza Talento per l'inganno Talento per avarizia Talento per pedanteria Talento per repulsione Talento per millanteria Talento per attaccamento all'Io Talento per fissità di idee Talento per impulsività o per intraprendenza Talento per rudezza Talento per precisione e arte diplomatica Talento per precisione raffinata Talento per mancanza di adattamento Talento per solennità Talento per solennità Talento per noncuranza Talento per non dar tempo all'adattamento di pensiero Talento per illogicità Talento per autopessimismo Talento per contraddizione strana
Segni appartenenti per se stessi all'intelligenza influenzabile 1. Intozzata 2° modo 2. Discendente . 3. Disordinata . 4. Titubante 5. Confusa . 6. Uguale e Parallela 7. Aste a destra . 8. Ricci flemma 9. Spadiforme . 10. Sciatta . 11. Artritica . 12. Accartocciata 40
Influenzabilità per emotività Influenzabilità per debolezza Influenzabilità per disordine Influenzabilità per timidezza intellettiva o per dubbio Influenzabilità per sentimento di simpatia o antipatia Influenzabilità per attaccamento alla tecnica Influenzabilità per remissività Influenzabilità per neghittosità Influenzabilità per affievolimento Influenzabilità per trascuratezza Influenzabilità per la ricerca del vero Influenzabilità per involuzione
2. SEGNI GRAFICI IN PARTICOLARE
Dato il concetto generale psicologico dei segni, ed esposti gli stessi segni casellandoli secondo la loro tendenza affettivo-attiva, o semplicemente intellettuale, scendiamo ora all'esposizione, impostazione, significato e grado di ciascun segno in particolare.
^ SEGNO 1° - SCRITTURA CURVA Psicologicamente considerato, l'egoismo - secondo l'etimologia della parola - non è affatto contro la moralità, anzi la favorisce. Se è vero che abbiamo la nostra personalità distinta da qualunque altra personalità, abbiamo l'obbligo di mantenerla distinta, nella parte materiale, intellettiva e morale. Ora questo — mantenerla distinta — non è altro che un'esigenza della nostra individualità, in altri termini dell'egoismo rettamente considerato. L'angolo nella scrittura, sotto qualunque forma si presenti, è il segno grafologico dell'egoismo. Ora la negazione dell'egoismo non è altro che altruismo. E la scrittura Curva è il segno grafologico dell'altruismo. Questo segno non si può, in grafologia, ottenere in forma perfetta, in quanto noi abbiamo delle esigenze inalienabili, le quali vengono espresse dagli angoli che vanno a menomare il segno Curva. Definizione. — II segno Curva dice opposizione al segno Angolosa. Le lettere che sopra tutte cercano di liberarsi degli angoli sono le o e le a e tutte le loro derivate. Quindi la scrittura Curva è quella che nelle a, nelle o e derivate procede senza inciampi, senza arresti, cioè senza angoli. Quanto più questo segno ha di rotondila tanto più è forte di grado. 41
E un segno grafologico sostanziale riguardante solo la volontà e non l'intelletto, perché il Larga di lettere di cui parleremo potrebbe anche essere non Curva sebbene in un grado superiore. Il segno totalmente curvo si ha dal circolo che è una figura piana contenuta in una linea curva detta circonferenza e i cui punti sono egualmente distanti dal centro. Di modo che se uno, due, tre punti sono non ugualmente distanti dal centro non si ha più il circolo e quindi non si ha più il segno totalmente curvo. Perché la linea curva del circolo non sia affatto menomata, non basta che i punti interni della circonferenza siano ugualmente distanti dal centro, ma che anche esternamente siano tangenti ai lati di un quadrato circoscritto entro il quale il circolo possa ruotare liberamente. Osserva il circolo di fìg. I eia a nella stessa figura. La a non è stata circoscritta da un quadrato perché a causa della zampina finale non può roteare.
Per misurare il grado di Curva bisogna guardare alla presenza degli angoli. Gli Angoli A e B, che in una scrittura si possono avverare insieme o separatamente, sono direttamente contro Curva. Di modo che se ambedue si avverano in una scrittura in un grado sopra i 5/10 il segno Curva non si considera più perché incompatibile. Se di questi due angoli ce n'è uno solo sopra i 5/10, allora Curva viene molto menomata e anche esclusa se il detto angolo è molto superiore ai 5/10. Per esempio se l'angolo A o l'angolo B separatamente fosse presente in una scrittura con 8 o 9/10 è impossibile che vi sia il segno Curva. Se con 7/10 allora il segno Curva potrebbe avere intorno a 2/10 o al più 3/10. Osserva la fìg. 2. L'angolo C invece è molto compatibile con il segno Curva, tanto che le inalienabilità dell'Io, che nell'uomo sono per lo meno di 2/10 e nella donna di 4/10, vengono principalmente significate dagli Angoli C. Sicché l'angolo C toglie a Curva soltanto quello a cui Curva non ha diritto, e a cui la personalità umana non può e non deve rinunziare. 42
Semmai Curva avesse più di 8/10 nell'uomo e più di 6/10 nella donna, sarebbe indice di debosciatezza e di cessione che tende a snaturare l'Io. Eccetto il caso di sublimazione. Ma in questo caso l'individuo non si sublimerebbe da sé, ma per un concorso diretto di Dio, come è avvenuto nel santo Poverello di Assisi.
Fig. 2 Scrittura mancante del segno Curva per la presenza degli Angoli A e B in grado superiore.
Ma bisogna tenere conto delle intozzature che si possono avverare nelle o e a, e nelle derivate. Se l'intozzatura è un chiaroscuro naturale, allora toglie a Curva un decimo di grado. Se l'intozzatura non è naturale ma prodotta dalla pressione repentina della mano, di modo che viene a produrre l'intozzatura 2° modo (ciò che si renderà chiaro quando tratteremo di Intozzata 1° modo) allora questa intozzatura, come tale, toglie a Curva 2/10, per cui Curva soltanto per questo motivo scende a 8/10 di grado.
Osserva bene la fìg. 3. La a n. 1 presenta l'intozzatura in modo naturale che si riduce a un semplice chiaroscuro. La seconda a eia o presentano l'intozzatura data dalla pressione repentina della mano. 43
Per scendere meglio alla pratica, a fìg. 4 ti faccio vedere come il grado di Curva, emerga dalla presenza degli angoli e delle intozzature. Gli uni e le altre sono indicati da frecce che hanno la /' per significare le intozzature e la a per significare gli angoli. La n. 1 e la ^ n. 2 hanno un grado di intozzatura e 1/10 di angolo C per cui Curva si può considerare sugli 8/10. La a n. 3 ha 2/10 di angolo C e due gradi di intozzatura repentina, per cui Curva si presenta con 6/10. La o n. 4 ha quasi due intozzature repentine e 3/10 di angolo, per cui Curva si presenta con non più di 4/10, in quanto le due intozzature messe insieme, e non essendo troppo spiccate, hanno tre gradi. La o n. 5 ha quasi 5/10 di angolo e ha due gradi di intozzatura in quanto l'intozzatura è marcata e partecipa della pressione repentina all'estremità inferiore per cui Curva ha intorno a 3/10 di grado. La a n. 6 ha 5/10 di angolo e ha un grado abbondante di intozzatura per cui Curva ha 3/ 10. La a n. 7 ha 7/10 di angoli e due gradi di intozzatura, per cui Curva non potrà avere che 1/10.
Veniamo all'esempio pratico. Osserva la prima scrittura di fig. 5. Essa è quasi perfettamente Curva, cioè ha il massimo della Curva femminile la quale non può andare sopra i 6/10. Ho indicato con la freccia seguita dalla lettera a gli Angoli C che si trovano nella prima riga di questa scrittura e con la freccia seguita dalla lettera /' le intozzature che sono semplici chiaroscuri, i quali non tolgono a Curva più di 1/10. Quindi, considerato che l'angolo C in questa scrittura non presenta se non 3/10 di grado, ne viene che questa scrittura ha intorno a 6/10 di Curva. Considera che tutto ciò che serve di ornamento alla grafìa si può ascrivere all'angolo C e il chiaroscuro è certamente un ornamento. La veste serve a coprire la nudità, ma anche ad adornare la persona. 44
Osserva la seconda scrittura di fìg. 5. Essa è quasi totalmente curva, certo più curva della prima scrittura. C'è appena qua e là un po' di intozzatura, per cui a questa scrittura dobbiamo dare intorno a 7/10 di Curva tenendo conto che questa è scrittura maschile e non può superare il massimo grado di 8/10.
Le derivate delle a. e delle o sono l'occhiello al vertice inferiore della b e della d, l'occhiello al vertice superiore della g, della q, la zampina della p, la e e altre lettere che siano vergate con le proprietà della a e della o. A fìg. 6 indico con una freccia le derivate delle a e delle o al 45
punto in cui fanno vedere la loro derivazione. Altri esempi di scrittura Curva alla fìg. 7. Il segno Curva significa dunque bontà, altruismo, effondersi a bene degli altri in modo che se si presentano i segni contrari a Curva (come, per esempio, il segno Secca, Angoli B e A) in un grado superiore non è più possibile la presenza di Curva. Le manifestazioni del segno Curva nell'uomo: escogita le azioni altruistiche e le mette in atto più con l'organizzazione che con l'azione spicciola. Nella donna invece la manifestazione della bontà è più di manifestazione spicciola, quindi si da da fare.
Fig. 7
La prima scrittura non ha più di 4/10 di Curvaper la presenza di Intozzata 1" e 2° modo e Angoli A. - La seconda scrittura ha appena 2/10 di Curvaper la presenza marcata di Intozzata 1" e 2° modo e degli Angoli A e E.
Osservazioni. — Non si confonda la tendenza con l'atto: non è detto che chi ha tendenza nativa all'altruismo sia in pratica altruista; ci sono di mezzo la libertà umana, la volontà, l'educazione ricevuta, l'ambiente, la maggiore o minore perspicacia nel giudicare se un caso richieda o no l'altruismo, le circostanze, lo stato d'animo del momento, ecc. 46
Per le stesse ragioni non si può dire che è egoista in atto chi ha tendenza all'egoismo, perché si possono contrariare le proprie tendenze, anche se con sforzo, per un fine superiore, tanto che un egoista nato può affermarsi più altruista di uno che sia altruista per natura. La natura umana è composta di istinto, intelletto e volontà, e può scegliere ed eleggere e modellarsi secondo che lo chiarisce l'intelletto e lo determina la volontà. L'uomo può arrivare a 8/10 di Curva, la donna a 6/10. Questi dati sono frutto di esperienza e ci sono stati imposti dalla grafologia. Può meravigliare che la donna sia per natura meno altruista dell'uomo e che non si possa arrivare al massimo grado del segno dell'altruismo. Ma la psicologia, accuratamente studiata, conferma i dati grafologici. Bisogna qui stare bene attenti per non fare confusione. L'altruismo per nessun motivo può e deve arrivare al massimo grado: sarebbe un andare contro natura. Mi spiego: dove c'è l'Io individuale, non ci può essere l'altrui. Il nostro Io, considerato isolato, è duplice: l'Io materiale e l'Io spirituale. L'Io materiale riguarda il corpo e le esigenze indispensabili di esso; l'Io spirituale riguarda lo spirito e le esigenze indispensabili dello spirito. Noi però non siamo esseri isolati, ma per natura tendiamo a formare una società; ed ecco scaturire l'Io sociale. Questo terzo Io è quello da cui prende principio e forza l'altruismo. Esso non può non tener conto dell'Io materiale e dell'Io spirituale. In altri termini, l'altruismo che nasce da questo terzo Io non può sollevarsi al massimo grado, perché così verrebbe a snaturare le esigenze indispensabili dell'Io materiale e di quello spirituale. L'altruismo mi porta a nutrire colui che ha fame, lasciando per me un minimo di quello che è necessario alla mia vita, ma non può togliermi tutto, anche il mio necessario. Tale altruismo sarebbe eccessivo (parlo sempre di tendenza e non di alcuni casi di virtù dei quali non son costretto a trattare qui), perché verrebbe a distruggere il mio Io materiale, ciò che sarebbe in me contro la mia natura. C'è poi il mio Io spirituale, molto più esigente in se stesso dell'Io materiale. Dovrei forse essere disonesto per soddisfare l'altruismo? No. In questo caso deve essere schiacciato l'altruismo, perché l'Io spirituale deve stare nella sua interezza, che nessuna cosa al mondo ha il diritto di menomare. Per queste considerazioni, non può esserci un altruismo completo, ma una parte dovrà essere ceduta alle esigenze indispensabili dell'Io materiale e dell'Io spirituale. 47
Quanto all'altruismo femminile, si noti che la donna ha molte più esigenze per il suo Io materiale e spirituale; ha più bisogno di chiudersi in se stessa, di preservarsi, essendo in possesso di doni più delicati e più fragili di quelli che possiede l'uomo. L'Io spirituale e materiale muliebre non può cedere di più all'Io sociale, senza, direi quasi, snaturarsi. Dico «snaturarsi» perché anche l'educazione non può pretendere di più, per le ragioni dette sopra. Non confondiamo l'altruismo con il sentimento affettivo. Le manifestazioni del sentimento muliebre sono molto più sensibili e accentuate di quelle dell'uomo, ma non così il sentimento dell'altruismo. La donna è pronta, forse più dell'uomo, a sacrificarsi per il proprio figlio, ma perché? C'è una sola risposta: è suo. Per tendenza naturale non troverete o diffìcilmente troverete una donna che si sacrifichi per il figlio di un'altra donna, mentre tra gli uomini ne troverete parecchi. Non è di oggi o di ieri ma è secolare la cattiva fama, sparsa dovunque, della matrigna. Si tenga presente che parlo di tendenza innata e non di tendenza educata dalla società e dall'ambiente. È nota a tutti l'invidia femminile del benessere di un'amica. Si citano nella storia casi di amicizia maschile, ma io non ne so uno di amicizia femminile. Bella e piena di psicologia la macchietta di una donna che diceva male di un'altra donna. Le fu domandato come mai la conoscesse; rispose: «E una delle mie migliori amiche». E l'eterna incompatibilità tra suocera e nuora? La donna nella sua casa vuole essere regina, vuole comandare. Il voler comandare mostra la tendenza muliebre a dare la prevalenza sempre al suo Io materiale, mettendo, per lo meno, in non cale il suo Io sociale da cui prende principio e forza l'altruismo. E la vanità fìsica, cui è votata ogni natura di donna per tendenza naturale, non è una prova che nella donna impera principalmente l'Io materiale, il quale sa così bene manipolare fatti e cose da incantare, sviare e sconvolgere l'Io spirituale e l'Io sociale, non solo proprio, ma anche di intere masse? Mi si dirà che l'uomo più poderosamente e con fatti più gravi da la prevalenza all'Io materiale a danno dell'Io spirituale e dell'Io sociale. Ciò è vero, ma la cosa non è universale in ogni natura maschile, mentre quanto abbiamo detto della donna è quasi universale, come tendenza, in ogni natura femminile. Ci si intenda bene: noi parliamo di tendenza, poiché l'educazione attiva e passiva può tirare fuori dall'anima della donna tesori così ricchi e così smaglianti, quali non è dato trovare nella natura maschile. 48
Ul Ragione scientifica del segno Curva. — II sentimento è o egoistico o altruistico. Questi sono i due princìpi che improntano il carattere: princìpi quindi sostanziali. L'egoismo è indicato dall'angolosità, l'altruismo dalla Curva. Quindi Curva e Angolosa sono segni sostanziali perché indicano sentimenti sostanziali. Curva non ha sottospecie, se si allontana dall'altruismo, entra nell'egoismo. Perché il bene sia bene nel pieno senso, bisogna che lo sia in tutte le sue parti, senza alcuna deficienza; una piccola deficienza lo fa subito scadere dal grado di bene perfetto. Perciò è solo l'egoismo che ha delle sottospecie. Il vero Curva, psicologicamente considerato, non esiste e si potrebbe grafologicamente trascurare, perché quando appare va sempre congiunto con Angoli A, B, C (dei quali tratteremo qui appresso). Noi diamo il segno Curva e lo consideriamo grafologicamente per facilitare l'evoluzione o l'applicazione pratica della grafologia, in quanto noi, ponendo i contrari, benché uno di essi non abbia in realtà luogo, veniamo a conoscere meglio le cose. E ciò appunto perché, così, le consideriamo nella loro parte dinamica e non nella semplice loro posizione statica. Infatti quando noi mettiamo il grado agli Angoli A, B, C, implicitamente diamo i gradi anche a Curva, perché gli angoli indicano la parte negativa (negativa in quanto all'altruismo) e noi vogliamo considerare anche la parte positiva. Messo a posto l'altruismo nei suoi gradi legittimi, vediamo che cosa esso comprenda. Altruismo significa agire a bene degli altri, mettere innanzi al bene proprio quello altrui. Il massimo dell'altruismo, facendo sempre restare intatte le esigenze indispensabili dell'Io materiale e spirituale, riguarda due termini: il motivo e l'interesse che hanno per punto di arrivo il beneficio a favore altrui. Il motivo non deve venire dal merito del beneficato, ma solo dal suo bisogno; l'interesse non deve procedere dall'Io materiale del benefattore, ma dal suo Io spirituale che non può fare a meno di arridere all'Io sociale, quello che veramente muove l'Io spirituale, in questo caso, facendo zittire l'Io materiale. L'Io materiale ha il sorriso per tutte le cose che lo favoriscono e aguzza le labbra a protesta o a collera per tutte le cose che lo contrariano. L'Io sociale, invece, ha il sorriso per tutte le cose che favoriscono la società, e ha la protesta o la collera contro l'Io materiale, che tenta di dissolvere i fautori della società. Il sorriso, dunque, che accompagna l'opera a bene altrui, è una delle più belle modalità dell'altruismo. Dalla fisiologia sappiamo che i muscoli che accompagnano il sentimento della benevolenza sono, specialmente, quelli facciali; ora il sorriso tende a impegnare tutti i muscoli facciali. Si osservi bene il sorriso, perché è importante per la grafologia dell'altruismo: esso solleva mollemente i lati delle labbra, senza produrre angoli, oppure producendo angoli appena percettibili. Il sorriso, a volte, si manifesta in una maggiore luce nello sguardo, facendovi tuttavia partecipare tutti i muscoli della faccia, che si spianano, per modo di dire, quasi per farvi spaziare l'affetto benevolo. Alle volte si diffonde tutto per il viso come, per l'orizzonte, il crepuscolo della sera. Il riso non è dell'altruismo, anzi l'altruismo si offende con il riso; e il riso è quello che conduce gli angoli anche acuti, dalla contrazione dei muscoli facciali. Il sorriso, invece, è quel manto caldo, vellutato, con cui viene coperto l'assiderato dalle traversie della vita. Si osservi qui che l'altruismo si curva sul beneficato, mentre l'egoismo se ne 49
va via impettito. I muscoli dorsali dell'altruista si curvano, le gambe si piegano, le braccia e le mani si dispongono ad avvicinarsi per eseguire gli ordini dell'altruismo. Tutto il corpo, tutte le singole parti del corpo si piegano una sull'altra per aiutarsi a vicenda, simili a uomini che accerchino una cosa pesante per sollevarla. L'egoismo contrae i muscoli nella repulsione, e le contrazioni che si succedono, sia pure di breve durata, sono veloci nella successione e perciò formano angoli acuti; mentre i muscoli dell'altruismo, per modo di dire, si rilassano nella mestizia per la sorte del malcapitato, e danno luogo a una contrazione muscolare che si perde in questa rilassatezza, per cui l'onda è lenta e procede curva senza angoli o con angoli curvilinei. Dell'altruismo è la compassione. L'egoista, davanti a un fatto pietoso, si può forzare a dire una parola di convenienza, che sarebbe meglio non pronunciasse. In ogni modo egli, tra lo spingere il suo cuore in avanti e il ritirarlo subito, forma un angolo acuto, che si aguzza sull'occhio convesso dell'egoista, che si appunta sulle sue gote tuberose, che si acuisce sulla freddezza della sua parola. L'altruista, invece, si sofferma ad ascoltare il caso pietoso, fa spuntare una lacrima furtiva nella sua palpebra molle, formula la consolazione con la parola tremante di commozione, spinge tutte le sue azioni con modo circospetto e delicato, e poi si ritira pian piano, dopo avere adagiato il sofferente nella pace, sicché la sua azione, tra l'avanzarsi e il ritirarsi, non fa un angolo acuto nel punto di arrivo e di partenza, perché tra l'arrivo e la partenza vi è l'indugio e in quell'indugio ha luogo la curva della benevolenza e della beneficenza. Sono osservazioni posate sui fatti e che perciò hanno tutto il valore che può avere un fatto. Il sacrificio è la forma, insomma, più genuina dell'altruismo; è, per usare la frase del Mantegazza, come il termometro. A zero sta l'egoismo. Un po' sopra lo zero troviamo tutte le beneficenze che si dicono sociali, alle quali bisogna obbedire, per non andare incontro alle critiche più disparate. Più in alto l'egoismo quasi scompare. Su, verso la sommità del termometro, si trova l'altruismo puro che si sacrifica senza alcun interesse, per il solo motivo dell'Io sociale che soffoca l'Io materiale. Per considerare le difficoltà che incontra colui che si sacrifica, prendiamo l'esempio della salita. Soltanto l'incauto può tentare una salita diretta, che prevede di non poter vincere. Il ponderato, invece, si da a serpeggiare per quella salita, sicuro in tal modo di poter toccare la cima. E questo è il metodo sapiente usato dall'altruismo per vincere l'Io individuale e per vincere l'altrui, alle volte più scabroso dell'Io individuale. L'altruismo, per sintetizzare, se lo si considera in se stesso, nei suoi movimenti interni ed esterni, nelle contrazioni dei muscoli, nelle sue profusioni e accoglienze, ha un processo curvilineo. E così si presenta nella scrittura, che non forma angoli acuti e quasi si affanna per non averne. Per far vedere, poi, quanto sia ragionevole quello che abbiamo detto sopra sui gradi dell'altruismo umano, invitiamo gli studiosi a osservare qualunque scrittura, di qualunque luogo, di qualunque secolo, e non ne troveranno una che sia perfettamente curva, perché appunto altruismo umano al massimo grado assoluto è impossibile e sarebbe una mostruosità. Anzi facciamo osservare che le scritture le quali, in certo qual modo, tentano di superare il segno dell'altruismo umano ragionevole hanno, nello stesso tempo, i segni della noncuranza, della mancanza di dignità umana, ecc.
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Abbiamo bisogno, infine, di far notare che il segno Curva significa solo tendenza all'altruismo. Che poi tale altruismo abbia tendenza a usare tutti i mezzi per entrare nell'atto, per ottenere lo scopo, per essere assennato, ecc., ciò dipende da altri segni grafologici. Devo dire che tra le centinaia di migliaia di scritture da me esaminate posso contare sulle dita coloro che, nel sesso maschile, mi abbiano offerto 8/10 di scrittura Curva, e nel sesso femminile 6/10. Chi ha la tendenza all'altruismo può incappare in malattie morali, che disonorano la nostra natura umana. Siccome questi ha quella specie di tenerezza naturale, per cui si piega sulle necessità altrui, ha tendenza di applicarla anche là dove la tenerezza non dovrebbe avere luogo. Onde potrebbe sdrucciolare in una specie di neghittosità fìsica e morale, e abbandonarsi a un'affettività di relazione che potrebbe essere causa di disastri morali anche raccapriccianti. Si noti che il sacrificio è la forma genuina dell'altruismo, ma a comporre tale forma sono necessari diversi elementi, per mettere insieme i quali è necessario vincere le riottosità proprie e le troppo facili cessioni della nostra natura.
SCRITTURA ANGOLOSA II segno contrario di scrittura Curva è il segno scrittura Angolosa. Ed è il segno contrario di Curva anche nel significato grafologico, poiché indica egoismo. L'Io, assalito, si risente e non può fare a meno di risentirsi anche se l'assalto è legittimo. Nel risentimento reagisce. Questa è la prima forma dell'egoismo. Definizione. - Scrittura angolosa è lo stesso che scrittura con angoli dove dovrebbero essere le curve. Le lettere curve sono specialmente le a, le o e le loro derivate. Gli angoli possono essere di tre specie, che corrispondono alle tre forme di egoismo dette sopra: 1) Angoli A o angoli del risentimento; 2) Angoli B o angoli della tenacia; 3) Angoli C o angoli del saper fare. Questi possono avverarsi tutti e tre in una scrittura o anche isolatamente. Certo però che dove vi è l'angolo A o B sopra i 5/10 ognuno di questi si reclama vicendevolmente. Q Ragione scientifica della scrittura Angolosa. - La parola «egoismo» etimologicamente deriva dalla parola latina «ego» che in italiano significa Io. Questo Io preso astrattamente, viene significato dalla parola «egoismo». Egoismo illecito. — Ordinariamente parlando, per egoismo s'intende l'amore disordinato che portiamo a noi stessi. L'egoismo, così inteso, porta la lesione dei diritti altrui e la soppressione dei propri doveri. L'egoismo è un «sentimento morboso, nato dall'ipertrofia di affetto fisiologico», dice il Mantegazza nella sua Fisiologia del piacere (parte prima/Il, cap. 3, p. 189). 51
Lo stesso Mantegazza (Le.) ne fa una descrizione che mette il fremito nelle vene: «Esso veste infinite forme, ma, unico nell'essenza, traspare all'occhio dell'osservatore, sotto il manto più pomposo e sotto la buccia dell'ipocrisia più opaca [...]. La turba degli egoisti è una massa di uomini volgari, che arrivano, con uno sforzo infinito, a sacrifici di una meschinità ridicola, credono di compensare a usura la larga concessione che fanno a se stessi a ogni momento della vita; sono uomini che, perché non hanno mai assassinato o rubato, si credono onesti [...]. L'egoista adora l'egoismo in sé, ma lo detesta negli altri e più di una volta egli coltiva con un'amorosa sollecitudine, negli altri, i sentimenti più generosi, perché essi formano l'albero rigoglioso a cui si arrampica e da cui trae, come un parassita, il nutrimento e la vita [...]. Nella fanciullezza l'egoismo comincia a germogliare, ma il suo stelo meschino e sottile rimane inavvertito nel campo del cuore. Nella giovinezza è ancor più difficile scorgerlo, una vegetazione lussuriosa, di alberi e di fiori, lo nasconde». Egoismo considerato come cura dell'Io. — Noi trattiamo dell'egoismo, non in un senso illecito, ma sotto l'aspetto della cura dell'Io. Che questa cura dell'Io passi o non passi i limiti del giusto, ciò riguarderà la misura dell'egoismo, misura che viene stabilita anche dalla grafologia, ma non riguarderà la cosa in se stessa. Ho voluto riportare dei brani della descrizione mantegazziana sull'egoismo illecito per potere spaziare a volontà nel nostro ragionamento fino a chiarezza completa, per quanto è nelle nostre forze, circa la materia di cui trattiamo. Nel senso nostro l'egoismo si può definire con Schopenhauer: «La tendenza all'essere e al benessere». Certo che, sotto questo aspetto, ogni sentimento è egoista e questa definizione è ingiustificata, come si esprime Hoeffding (Saggio di una psicologia fondata sull'esperienza, § 78), il quale considera l'egoismo come un'irriflessione in cui, in conseguenza dell'esclusiva dominazione dell'istinto di conservazione, non si scorge, né si tiene conto del bene e del male altrui (Le.). Ma Hoeffding non considera i due termini posti da Schopenhauer «all'essere e al benessere». Il primo è indispensabile e non è lecito e sarebbe snaturarsi se ci si rinunciasse. Ma io posso diminuire, per lo meno, la mia tendenza al benessere affinchè sia versato al bene altrui, dalla qual cosa sorge l'altruismo, quale noi l'abbiamo spiegato nell'altro articolo. La definizione di Schopenhauer va a coincidere con quella data da Vauvenargues e da Rousseau. Mi pare che proceda bene William James (Prìncipi di psicologia, cap. 12). Egli così si esprime: «E molto difficile tracciare una linea retta tra quel che si chiama Io e quel che si chiama "mio". Nulladimeno, nel senso più largo, la parola Io avvolge in sé tutto ciò che un uomo può chiamare "mio". Poi dice che questo Io ha i suoi elementi integranti, che sono l'Io materiale, l'Io spirituale e l'Io sociale, che noi abbiamo già spiegato nell'articolo precedente sull'altruismo. Io credo di poter porre il centro di gravita egoistica nell'istinto di conservazione che ha ciascun individuo, preso questo istinto, come bene dice Hoeffding (Le.) tendente al mantenimento non solo della nostra esistenza fisica, ma anche della facoltà di avere la mente chiara e libera e di affermarsi di fronte agli altri. Questo istinto, così preso, abbraccia principalmente l'Io materiale e l'Io spirituale. Mira anche all'Io sociale, ma in quanto governato dall'egoismo, preso solo come mezzo per far trionfare (sia pure nei limiti della legittimità) l'Io materiale e l'Io spirituale. Non so se m'inganno, ma mi sembra di non dover aggiungere altro per far intendere ciò che noi vogliamo dire con la parola egoismo. Questo aspetto dell'e52
goismo è giustificato, perché noi con la grafologia miriamo solo alle tendenze e non alla liceità o meno di una cosa. Ora, per comprendere bene le singole esigenze ed espressioni dell'egoismo, procediamo lentamente e per le diverse età delPuomo. Il bambino, per se stesso, è il maggiore egoista, in quanto impegna tutta la società familiare per le sue esigenze, tutto pretendendo e nulla dando, benché il suo egoismo sia incosciente e nelle esigenze della natura, e per questo legittimo. Nel bambino l'egoismo si manifesta nel pianto che non è espressione di compassione, ma di protesta e di accoramento, il quale pianto sgorga dai nervi eccitati come da indignazione, da irritazione, sì che tali nervi contraggono i muscoli con spesse oscillazioni, in modo che debbano, queste, produrre a forza angoli acuti tra l'una e l'altra. I suoi muscoli, insomma, si disporranno in modo che ai vertici di partenza e di arrivo delle contrazioni vengano a formare tutti angoli acuti, e i muscoli stessi siano disposti all'acutezza poiché la mano che batte il rivale si chiude e forma tanta acutezza, quante sono le articolazioni della dita; la mano che respinge il rivale fa le sue dita tese e aguzze, le gote si rendono convesse, gli occhi convessi, i capelli par che si rizzino, le labbra si protendono contratte, e persine le grida che escono fuori nella lotta si dicono acute. Più tardi, nella scuola, il fanciullo si impegnerà in una lotta morale per prevalere sui compagni. Anche questa è rivelazione di alterazione psichica con conseguenti riflessi nei muscoli e nei nervi. Così in tutte le altre fasi della sua evoluzione fisica avrà sempre la tendenza a porsi in atteggiamento di difesa. L'egoismo nell'azione dei nervi, nella contrazione dei muscoli, in tutte le sue espressioni, non produce e non presenta altro che angoli più o meno acuti a misura della sua intensità. Ora la grafologia ci fa vedere che l'angolo è per l'appunto il segno grafico dell'egoismo. La psicologia, quindi, e la fisiologia vanno perfettamente d'accordo con la grafologia. Gli angoli si debbono manifestare in quelle lettere (perché possano denotare egoismo) che, per natura, dovrebbero essere curve e non angolose, come sarebbero le o, le a, le e, gli occhielli delle g, ecc. Dovremmo poi scendere a trattare dell'egoismo, prima nelle sue tre forme fondamentali, poi nelle sue forme particolari. Per questo qui mi accontento di riportare solo un esempio e far intendere la nota grafica generale dell'egoismo.
Fig, 8
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Si osservino bene nella scrittura, proposta come esempio, particolarmente le a che presentano angoli acutissimi specie al vertice inferiore. Gli angoli sono spiccati anche nei risvolti delle /, delle t, delle e, ecc. Non mi riferisco, qui, alla liceità o illiceità dell'egoismo, ma ho voluto far vedere l'egoismo nelle sue diverse forme, per mostrare la tendenza dei suoi movimenti.
> SEGNO 2° - ANGOLI A L'angolo A è il segno grafologico del risentimento o della permalosità. Viene psicologicamente a indicare il mezzo per difendere il nostro Io dalle aggressività spingendolo alla reazione. Quanto più l'angolo è acuto tanto più si accosta al massimo grado. Gli Angoli A si trovano principalmente a pie della a minuscola (o della maiuscola fatta a mo' della minuscola) a sinistra di chi legge. Il risentimento può trasmodare e munire l'Io di falsa difesa e di illegittima reazione, quando vorrebbe sottrarlo a giuste aggressività. Allora trascende alla permalosità che sarebbe, appunto, un risentimento ingiusto e irragionevole. Dalla lunga esperienza grafologica, io so che il risentimento grafologico ha tendenza a mantenersi nell'equità quando l'angolo A non oltrepassa i 5/10. Oltre i 5/10 si da alla permalosità, la quale è tanto più forte quanto più l'angolo A si avvicina al suo massimo grado. Si ricordi sempre che si debbono guardare tutte le a minuscole di una scrittura per vedere quali sono quelle che prevalgono: queste infatti sono quelle che danno l'impronta personale a una data scrittura. Per la gradazione dell'angolo A è necessario anzitutto osservare se l'angolo sia appuntito o smussato. Se è smussato sta certamente sotto i 5/10 e indica semplicemente risentimento legittimo non accentuato. Però in questo caso, cioè sotto i 5/10, cade nel concetto di Angoli C. Se l'angolo è smussato ma si presenta in modo che tende più all'appuntito che allo smussato, allora il grado sta sui 5/10 e indica risentimento legittimo con pericolo di sconfinare. Osserva la fìg. 9. — Se l'angolo è appuntito e sta sui 60 gradi, allora l'angolo A entra nella illegittimità del risentimento e avrà intorno a 6/10, sia pure scarsi, di Angoli A. — Se l'angolo è appuntito ed è intorno ai 45 gradi, allora l'angolo avrà intorno ai 7/10 di Angoli A. 54
Fig. 9
La prima scrittura ha l'angolo A smussato, quindi sotto i 5/10. La seconda scrittura ha gli Angoli A smussati, ma tendenti all'appuntito, quindi sui 5/10.
Fig. 10
Se l'angolo è appuntito ed è intorno ai 30 gradi, allora l'angolo sarà intorno agli 8/10. Se l'angolo è appuntito ed è intorno a 15 gradi allora l'angolo A sarà sui 9/10.
- Se l'angolo è appuntito ed è a O gradi, allora si avrà 10/10 di Angoli A. Osserva a proposito la fìg. 10. La prima a con 60 gradi non ha affatto l'angolo appuntito, ma ha un angolo smussato appena constatabile. A questa a si potrà dare 1/10 di grado di Angoli A. La seconda a con 45 gradi ha parimenti l'angolo smussato, ma siccome le due linee che formano l'angolo hanno una lontananza soltanto di 45 gradi, perciò questa a ha intorno a 3/10 di Angoli A e fin qui l'angolo A cade nel concetto di Angoli C. Per il resto la figura è chiara. Nel determinare il grado degli Angoli A bisogna ancora tener conto della pendenza della scrittura. Se la pendenza è a destra di chi scrive o legge, allora il grado di questi angoli è quello che viene constatato secondo le regole che ho dato, cioè l'angolo A in questi casi non subisce alcuna trasformazione. Se la pendenza è a sinistra che da la scrittura Rovesciata, allora l'angolo si mostra meno accentuato che se la scrittura fosse con pendenza a destra, ma vale in realtà 15 gradi di più di quelli che mostra, di modo che se mostra 30 gradi di angolo in realtà ne ha 15.
Osserva a proposito la scrittura di fig. 11. Questa scrittura è Rovesciata sebbene non in modo accentuato. Ho segnato gli Angoli A con una piccola freccia. Questi angoli, se la scrittura avesse la pendenza naturale, sarebbero certo molto più spiccati. Così come si presentano, alcuni hanno 4/10 e altri 5/10 di Angoli A, per cui, secondo il criterio dato, essi contano per lo meno 6/10 di Angoli A. Inoltre per la graduazione bisogna tener presente la frequenza dell'angolo A. Per esempio, in una scrittura hai cento a, delle quali trenta hanno 9/10, trentacinque hanno 8/10 e venticinque hanno 6/10. Fatte le debite proporzioni avrai 6,95/10, cioè intorno ai 7/10 di Angoli A. Osserva le fìgg. 12, 13, 14, 15, 16. 56
Fig. 15 Scrittura con 7/10 di Angoli A.
Fig. 16 Scrittura con 6/10 di Angoli A.
Cose da notare. — Può succedere che, quantunque il segno Angoli A sia intenso, il risentimento o la permalosità si manifesti poco, perché le modalità con le quali si manifestano il risentimento e la permalosità dipendono da altri segni grafologici. Chi ha, per esempio, animo delicato manifesta il suo risentimento o la sua permalosità, per lo più, con il tingere di rossore la tempia e le gote alla sommità; quel rossore sembra un colore roseo sfumato, e appare e poco dopo si estingue. Così il timido non manifesta la sua permalosità apertamente, ma (specialmente se la sua permalosità è stata suscitata da persona a lui superiore) si mostra come impacciato, come chi è preso da un che di timore.
Ci sono dei risentimenti trascendenti anche a permalosità che si aprono prendendo per manto l'esigenza del ragionamento e del voler chiarire un'idea che, per altro, è lampante anche dinanzi allo sguardo della loro mente, per potersi nascondere sotto tale manto. Ce ne sono di quelli che si nascondono sotto il manto dell'autorità offesa; questa è la forma del risentimento di coloro che sono al comando. Insomma, il risentimento e la permalosità sono una cosa, e un'altra il loro modo di manifestarsi. Nell'uomo la permalosità si manifesta nello scalzare il terreno su cui posa la situazione dell'avversario, non direttamente ma per mezzo di reticenze, di «ma», di «se», che per se stessi non hanno ragioni di imporsi. Presenta ragioni speciose per impedire il vantaggio della persona che ha suscitato la sua permalosità. Accoglie l'avversario con sorriso di benevolenza, mentre lo frega dietro le spalle e tende al sadismo. Le modalità di queste manifestazioni dipendono da altri segni accompagnatori. Nella donna, invece, la permalosità tende a manifestarsi principalmente con il pettegolezzo, con il manifestare alle proprie amiche la sua situazione di inferiorità e con il raccomandarsi di essere aiutata, compatita. Pensa al modo di danneggiare prima di addormentarsi e facilmente nei sogni pensa al modo di trovare i mezzi più efficaci per raggiungere tale intento. Accoglie con sgarbo la rivale e arriva persine a non respirare con libertà. In genere ha la tendenza a cercare di vendicarsi con la raffinata malizia di stile pratico. Scrive lettere anonime con frasi volgari. O Ragione scientifica degli Angoli A « Psicologia del risentimento. - Per la conservazione del nostro Io, dalle esperienze eseguite, possiamo asserire che vi sono tre modi necessari: 1. Azione positiva che abbraccia l'attrazione e la repulsione e che si evolve nell'abilità del saper fare, il quale saper fare ha le sue sottospecie: scegliere, brigare, manipolare, macchinare, cogliere il destro, ecc. 2. Difesa dell'Io, che ha tutto il carattere della repulsione e che si manifesta per mezzo del risentimento. 3. Attaccamento al nostro Io e alle sue pertinenze, il quale attaccamento si evolve per mezzo della tenacia. Ripetiamo che questa divisione, così fatta, ci è stata dettata dai nostri studi grafologici e corrisponde perfettamente alle esigenze psico-fisiologiche. Forse, a spiegare la natura di questi tre differenti modi, ci saranno delle ragioni prettamente fisiologiche, che tireranno fuori i fisiologi esperimentati e consumati. Io, come ho già fatto negli articoli precedenti e come farò nei seguenti, mi fermo sulla psicologia e fisiologia di ridondanza, cioè in quello che appare dalle nostre azioni, imposteci dall'egoismo. Sintetizzando quello che ho detto nell'articolo sull'egoismo in generale, constato che l'egoismo, grafologicamente, viene espresso da una specie di arresto in 59
una linea curva. Che questo arresto venga a formare un angolo acuto od ottuso o appena percettibile, poco importa; questo ci apparirà chiaro in appresso, poiché emerge dal differente modo con cui l'egoismo agisce. Non dobbiamo, poi, prendere l'angolo nella stretta concezione geometrica, perché non si tratta qui di matematica nel pretto valore di questa parola. Noi constatiamo che, anche nel modo di evolversi dell'egoismo con azione positiva, in cui l'arresto della curva è meno brusco che negli altri modi, abbiamo come tanti piccoli arresti (che sarebbe meglio chiamare deviazioni). Nell'agire, l'Io egoistico vede che per il suo corpo è costretto a deviare, evitare incontri, rivolgersi a destra e a sinistra, resistere, affrontare, ecc. per portare a termine l'azione. Ora tutti questi arresti o deviazioni vengono a formare degli angoli per modo di dire. Ecco che cosa io voglio intendere con questa parola risentimento. C'è il sentimento di sé che comprende due stati: 1) l'esser paghi della propria situazione, delle proprie opere, ecc.; 2) il non essere paghi della propria situazione, delle proprie opere. Gli stimolanti normali del sentimento di sé sono i successi e gli insuccessi effettivi e la posizione buona o cattiva del proprio Io davanti agli altri, davanti a se stessi. Il sentimento di sé non è che risentimento. Il risentimento dice, per se stesso, azione attiva di colui che si risente e di colui che suscita il risentimento e dice perciò distinzione personale dell'uno e dell'altro. La predisposizione al risentimento sorge in noi dalla tendenza innata di ricerca e preservazione di sé. Questa predisposizione al risentimento entra nell'atto quando viene fatta desta dalla rivalità e dal conflitto fra le diverse personalità. Non c'è essere umano che non abbia qualche affezione speciale per qualche cosa; e gettare la censura e lo scredito su quella cosa speciale è lo stesso che spingerlo al risentimento. Così si parli della parte morale. Tutti, purché si sia nella normalità, abbiamo una tendenza spiccata a essere stimati onesti. Se qualcuno tenta di istituire una critica sulla nostra onestà, fa scattare la molla del nostro risentimento, richiesto dalla cura legittima dell'Io e dalle sue esigenze inalienabili. Il risentimento di cui vogliamo parlare è quel sentimento di offesa passiva che ognuno prova in se stesso per un'osservazione, una critica, una censura che si faccia sul suo operato. La critica, la censura, tocca principalmente il soggetto e non l'oggetto. Tale sentimento di offesa passiva ha diverse modalità nel manifestarsi. Alle volte si apre nello sguardo che non ha più la sicurezza della direzione; alle volte in un che di intrecciamento o di confusione nella manifestazione orale; alle volte in un subitaneo rossore, sparso specialmente alla tempia; alle volte in un tremolio di tutta la persona; alle volte in un che d'impaccio; alle volte in una difesa prolungata dell'azione critica; alle volte in un'aperta repulsione; alle volte in un'indignazione che si vorrebbe quasi nascondere; alle volte in una rottura brusca della disputa con l'animo pieno di livore e di vendetta; alle volte in un sorriso che sembra benevolo, mentre è contorto dall'indignazione. Ecco che cosa importa il risentimento quale noi lo vogliamo considerare. Si noti che il risentimento è comune a tutti, quale offesa per l'aggressione che
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si fa al nostro Io, specialmente ingiusta. Non è uomo che abbia cura della sua dignità umana colui che l'abbandona, per tendenza innata, alle aggressioni altrui. Ma si badi bene che ci sono certi che riescono a rintuzzare in se stessi la loro protesta e ciò per tendenza naturale, e ce ne sono altri che non ci riescono. Qui sta appunto la posizione grafologica. Coloro che provano risentimento in un assalto al loro Io, e per tendenza naturale (ordinariamente parlando, cioè, eccettuati i casi in cui l'esigenza umana imperiosamente e ineluttabilmente lo richieda) non danno alcun segno del loro risentimento interno, non entrano grafologicamente nella cerchia di coloro che noi ascriviamo al risentimento. Viceversa, coloro che manifestano, in qualche modo, il loro risentimento, secondo quanto abbiamo descritto sopra, entrano nella detta cerchia. Facciamo notare che qualcuno, dall'educazione attiva e passiva, può riuscire a far svanire qualunque manifestazione somatica del risentimento, ma la tendenza innata alla manifestazione esterna rimane e perciò il segno grafologico parimenti rimane. Sappiamo già che il risentimento non è altro che una irritabilità che avviene nell'animo, la quale ha la forma di un piccolo arresto nel corso di un'azione, per esempio di una disputa; è come un piccolo colpo che riceve colui che ragiona, per la qua! cosa è costretto come a puntellarsi per non perdere l'equilibrio delle sue idee. Naturalmente ricevendo il colpo, più o meno inaspettato, egli ha come una sosta in quell'appuntellarsi. La sosta è l'effetto della passività del colpo ricevuto e, nello stesso tempo, del sollevamento per la difesa. Certo, anche del sollevamento per la difesa; figuratevi un corpo che corra per una direzione e che nella corsa vada a cozzare contro un masso. Non può fare a meno, nell'incontro, d'impennarsi. Ecco perché l'angolo si forma a pie della curva e non alla sommità della curva; non è la sommità che si solleva, o meglio la sommità si solleva perché si solleva la base. Se avvenisse un arresto con il rispettivo sollevamento principalmente alla sommità, cioè se il sollevamento della sommità fosse causa del sollevamento di tutta la lettera, allora ne seguirebbe uno slabbramento nella lettera che serve a segnare il risentimento. E lo slabbramento è un segno che indica una certa violenza, come sarebbe nella paura, ciò che psicologicamente è contrario alla natura del risentimento che è una cosa molto delicata e non comporta violenza alcuna. Si aggiunga a questo che lo slabbramento sarebbe nell'anormalità grafica e quindi nell'anormalità psichica e somatica. Per tutte queste cose la psicologia ci insegna che il segno non può avvenire se non a pie della lettera che è affetta dal segno grafico del risentimento. Questo segno, inoltre, deve avvenire a sinistra di chi legge, perché la scrittura nostra occidentale procede da sinistra a destra, ed è chiaro che l'angolo non può avvenire a destra, in quanto a destra c'è la linea che ha l'ufficio solo d'elevarsi. Deve avvenire nel punto in cui finisce di discendere e si risvolta; e finisce di discendere e si risvolta appunto a pie della lettera curva a sinistra di chi legge: tutto è richiesto anche dalla natura della stessa scrittura. L'arresto avviene quando uno è costretto a mutare direzione. Così avviene a pie della a e non alla sommità perché alla sommità finisce il tragitto e si arresta, ma si arresta perché si congiunge al punto di partenza. Il risvolto può essere brusco e può comportare un che di mitezza nell'elevarsi. Quanto più l'arresto e il sollevamento saranno repentini, tanto più l'angolo sarà acuto, cioè tanto più il risvolto sarà brusco, l'arresto e il sollevamento saranno
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tanto più repentini, quanto più l'irritabilità sarà forte. Ecco la ragione psicologica anche del grado. Perché si manifesti tale segno nella a a preferenza delle altre lettere, lo vedremo nella ragione fisiologica. • Ragione fisiologica. - Coloro che tendono in modo speciale al risentimento, tendono a irritarsi: tant'è vero che l'irritazione si manifesta in loro e si deve manifestare o in un repentino e fuggitivo tremolio delle membra o in un arrossamento della tempia, ecc., secondo quanto abbiamo spiegato sopra. Ora, l'irritabilità va specialmente per i muscoli i quali, perciò, si contraggono: «L'irritabilità muscolare trova la sua espressione più genuina nella contrattilità che è la funzione specifica del tessuto muscolare» (Pugliese, Fisiologia - Parte II; Irritabilità dei muscoli). E che cosa è mai l'irritabilità dei muscoli se non un raccorciamento dei medesimi? Ora ciascuno vede che il raccorciamento fa sollevare la linea della condotta ordinaria degli stessi muscoli. Il sollevamento è simultaneo al raccorciamento. Tale tendenza, negli eccitabili per risentimento, è come abituale e deve sollevare gli arti che per natura tendono a essere sollevati; non si può certo manifestare in quegli atti in cui gli arti, per compiere l'azione, debbono abbassarsi, perché, come abbiamo visto, la contrattilità dei muscoli porta un sollevamento dei medesimi. L'abitudine della contrattilità deve manifestarsi nei movimenti che tendono all'alto, con un angolo nel movimento, più o meno acuto secondo la tendenza più o meno forte all'irritabilità. Questa tendenza, grafologicamente, non può riscontrarsi se non in quelle lettere che possono soffrire l'angolo nello svolto, pur essendo, per natura, curve. Tra le lettere che, per natura, sono curve, voi trovate le a, le o e le derivate di esse, ma la o non ha, per se stessa, la tendenza a soffrire alcun arresto nel compiere la linea di salita, mentre la a deve formare la zampetta finale e deve come prepararsi a essa. Onde se c'è la tendenza che lo favorisca, si appunta o appoggia al vertice inferiore prima di salire. Ora, se quell'appoggiati forma una specie di angolo (e non può fare a meno di formarlo allorché si appoggia o si appunta), voi avrete il segno grafologico della tendenza al risentimento, il quale è come un manto delicato di cui l'anima si copra per non essere offesa dalla temperatura morale che la circonda e la pressa. Mi pare che, con questo, la psicologia e la fisiologia servano bene alla grafologia e che anche i sofisti non possano desiderare di più per la spiegazione scientifica del segno grafologico che è indice del risentimento. Il risentimento può certamente condurre a malattie morali di una certa entità. Per se stesso indica delicatezza dell'anima, che viene resa sensibile sulle proprie defettibilità per le osservazioni altrui. L'essere sensibile è una cosa provvidenziale e indica l'interesse per la propria dignità umana.
SEGNO 3° - ANGOLI B L'Io violentato, per non essere derubato di ciò che tiene e a cui è attaccato, vi si attacca con maggiore forza. Questa è la seconda forma del62
l'egoismo preso nel suo significato nativo, non guardando, cioè, alla legittimità o alla sua illegittimità. Se tenete un oggetto in mano e qualcuno tenta di togliervelo, voi stringete istintivamente la mano e lo tenete più forte, e tanto più forte lo tenete quanta più forza esercita colui che tenta di rapirvelo. La belva che mangia, sia pure chiusa nel serraglio e separata dalle altre belve, abbraccia con le zampe anteriori la coscia o la spalla dell'asino, allungando gli artigli per non farsela rapire, e fiotta quasi per avvisare che nessuno si accosti. Esempio che calza a cappello per rappresentare colui il quale si ripara dagli assalti possibili che tentino di privarlo della cosa cui è attaccato. La resistenza nell'attaccamento viene chiamata tenacia o testardaggine, secondo la ragionevolezza o irragionevolezza di essa. Due leoni che abbiano ucciso un asino per ciascuno e uno dei quali assalga l'altro per privarlo della legittima sua preda o che tenga sotto le zampe unghiate gli asini morti: ecco il tipo della tenacia illegittima o testardaggine. Il Icone che si avvinghia alla sua preda, necessaria per pascersi, è il tipo della tenacia legittima. Nell'uomo la testardaggine si manifesta più nell'organizzazione, nella concezione del pensiero, nell'escogitazione della direzione, nella discussione logica, ecc. Nella donna nell'esecuzione e conclusione definitiva. L'uomo testardo non sente ragioni che lo obblighino a cambiare rotta per eliminare i difetti in un'organizzazione quando questa si presenti come correzione del suo operato; mentre lo ammette se si presenta come evoluzione e come roba sua. Il testardo ha sempre da osservare qualche cosa sull'opera altrui e, se uomo di autorità, bisogna attribuire a lui il vanto dell'iniziativa. Bisogna notare che testardaggine indica non troppa larghezza di intelligenza e il testardo pretende di averne; quindi si rende ridicolo nel volere parlare, fare un indirizzo, allocuzione, ecc. e non se ne accorge; è beato quando viene adulato, perché gli viene attribuito ciò che non ha, ma avrebbe gusto di avere. Nella donna testarda basta una contraddizione per farla attaccare di più alla sua aspirazione, proposito, ecc. Tende a cercare tutte le ragioni plausibili e non plausibili per non staccarsi dalla sua idea e quando queste sono tutte smantellate allora si da al pianto in modo che ogni logica viene disfatta. Di conseguenza si può dare a manifestazioni di isterismo commediante, può ricorrere ad accuse incoscienti e le manifesta in modo da farle credere, ecc. 63
Questa tenacia viene espressa grafologicamente dagli Angoli B, i quali per questo si chiamano gli angoli della tenacia. Gli Angoli B si devono manifestare specialmente nelle o. Possono manifestarsi e si manifestano come per concomitanza anche negli occhielli delle e, delle g e delle p. Può essere presente un solo angolo che si avvera sempre alla base delle o e derivate, perciò quando è uno solo partecipa dell'angolo A; come l'angolo A partecipa dell'angolo B. Poi possono essere due o tre; se due, si avverano ai vertici delle o e derivate. Si guardino specialmente le o perché è la lettera spoglia di qualunque aggiunta che può arricchire l'angolo B. La ragione di tale esigenza viene spiegata nella parte specifica. L'angolo B, lo ripetiamo, è indice di tenacia; e la tenacia, psicologicamente, viene, per se stessa, a essere il mezzo per rendere l'Io forte nella propria idea e nella risoluzione presa. Ma tale tenacia, come il risentimento, può trasmodare con l'attaccarsi a una cosa che non ha ragione di essere irremovibile o a una cosa che avrebbe la ragione di piegarsi o di cedere il campo. L'angolo B tanto più cresce nel grado quanto più è acuto. Il trasmodare della tenacia, come abbiamo detto, ci da la testardaggine, che è, psicologicamente considerata, una tenacia irremovibile. Questo, nella massima acutezza, ci da 10/10 di tenacia, la quale sarebbe una testardaggine al massimo grado. Onde l'angolo B sino a 5/10 ci da la tenacia ragionevole; tosto che passa i 5/10 si da in braccio alla testardaggine. Da ciò ne deriva che il massimo della tenacia ragionevole viene espresso dagli Angoli B con il grado di 5/10. Per la gradazione dell'angolo B è necessario innanzitutto tener presente che l'angolo B può essere appuntito e può essere smussato. Se è appuntito è sempre sopra i 5/10, se è smussato non è superiore mai ai 5/10. Tanto l'angolo appuntito come lo smussato crescono di grado a misura dell'acutezza maggiore dell'angolo, come da spiegazione data a fi
g-10' L'angolo B per lo più si avvera ai due vertici delle o e delle derivate. Se oltre a questi due angoli ce n'è un terzo, allora è maggiore l'intensità del grado. Per le o con i due angoli ai due vertici, osserva la fig. 17; per le o con un terzo angolo, vedi la fig. 18. Se in una data scrittura la o ha un angolo appuntito e uno smussato, entra nel concetto di angolo sui 5/10. 64
Le derivate delle o sono tutte quelle che abbiamo già fatte vedere a fig. 6. Per la misura ordinaria degli Angoli B osserva la fìg. 17, attenendoti a questo criterio: se l'Angolo è smussato e ha 60 di grado, avrai intorno a 1/10 di Angoli B; se con 45 di grado, avrai intorno a 3/10 di Angolo B; se con 30 oppure con 15 di grado, avrai intorno a 5/10. Debbo far notare che se i due angoli appuntiti (ai vertici inferiori e superiori delle o e delle derivate) sono di 60°, necessariamente nella stessa o o derivate ci dovrà essere un terzo angolo il quale potrà essere appuntito o smussato. Se i due angoli appuntiti sono di 45°, anche in questo caso si dovrà ammettere un terzo angolo che facilmente sarà smussato. Se i due angoli appuntiti sono di 30°, non ci sarà il terzo angolo. Impossibile, poi, trovare questo terzo angolo quando gli angoli appuntiti sono di 15°. — Per il primo caso con i due angoli ai vertici di 60° e in più il terzo angolo appuntito, il segno Angoli B arriverà a 9/10. Se il terzo angolo è smussato arriverà intorno a 6-7/10, perché l'angolo smussato non può dare più di 1/10, di modo che il concetto di 60° di angoli appuntiti serve in senso inverso ad accrescere l'intensità del segno Angoli B. — Nel secondo caso (cioè di 45°), se il terzo angolo è smussato, avremo intorno a 6-7/10 di Angoli B, perché l'angolo smussato sarà appena 65
percettibile, ma in compenso gli altri due angoli saranno più acuti di quelli del primo caso. Se invece il terzo angolo è appuntito, allora questa acutezza dev'essere minore di quella del terzo angolo appuntito nel primo caso: ci darà intorno a 8/10 di Angoli B. — Nel terzo caso (cioè dei due angoli appuntiti di 30°), il terzo angolo non esiste e si devono considerare soltanto i due angoli al vertice inferiore e superiore. Gli Angoli B in questo caso avranno circa 6-7/10. - Nel quarto caso (cioè dei due angoli appuntiti di 15°) restano come indici di Angoli B soltanto i due angoli ai vertici che daranno intorno a 8-9/10 di Angoli B. Per la graduazione pratica del segno Angoli B, oltre la misura degli angoli come sopra, devi tener conto della frequenza degli Angoli B nella loro specifica intensità per tirarne fuori la media proporzionale. Per esempio, in una scrittura tu hai venti Angoli B con 7/10; venti Angoli B con 6/10; quindici Angoli B con 4/10 e cinque Angoli B con 3/10. Fatte le debite proporzioni avrai circa 6/10 scarsi di Angoli B. Quando l'angolo B è a O gradi tu avrai 10/10 di Angoli B. Per tutto osserva la fig. 19.
Tieni sempre presente che tanto l'angolo A come l'angolo B crescono almeno di un grado se oltre agli angoli detti c'è ancora nel corso della lettera qualche intozzatura o chiaroscuro. Per agevolartene il ricordo te ne presento un caso a fig. 20. Per il grado dell'intozzatura vedi sopra a fig. 4. Osserva le fìgg. 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27. OC? 66
Fig. 21 Scrittura con 1/10 di Angoli B, perché gli angoli sono smussati sui 60°.
Fig. 22 Scrittura con 3/10 di Angoli B, perché gli angoli sono smussati sui 45".
Fig. 23 Scrittura con 5/10 di Angoli B, perché gli angoli sono smussati sui 30° e 15".
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Fig. 24
La prima scrittura ha circa 6-7/10 di Angoli B, perché ha due angoli appuntiti e il terzo smussato. - La seconda scrittura ha 9/10 di Angoli B, perché ha tre angoli appuntiti.
Fig. 25
Scrittura con 6-7/10 di Angoli B, perché con due angoli appuntiti di 30".
Fig. 26 Scrittura con 8-9/10 di Angoli B, perché con due angoli appuntiti di 15".
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Fig. 27
Scrittura con 7/10 di Angoli B, perché ha 6/10 di acutezza di angolo e 1110 dall'intozzatura.
Cose da notare. — Nota bene che l'angolo B partecipa dell'angolo A e viceversa. Facendo una divisione fìnissima tra l'angolo A e l'angolo B, psicologicamente considerati, si deve dire che nell'angolo A c'è abbastanza di angolo B; nell'angolo B ci deve essere qualche cosina di angolo A. È la natura stessa, è la psicologia che lo porta. Uno che abbia del risentimento, ma non sopra i 5/10, ha per ciò stesso, cioè per lo stesso risentimento, prescindendo dagli Angoli B, qualche cosa di tenacia (non di testardaggine), non però più di 1-2/10. E naturale che oltre questi 2/10 il soggetto possa avere altra tenacia e arrivare anche alla testardaggine per la presenza dei veri Angoli B. Se poi il risentimento è sopra i 5/10 in modo che sia permalosità, allora esso stesso porta di natura sua uno o due decimi di testardaggine, cioè 6-7110 di Angoli B (sempre oltre quello che è indicato agli stessi Angoli B). Invece non è la stessa cosa per l'angolo B rispetto all'angolo A. Infatti chi abbia l'angolo B non sopra i 5/10, cioè chi abbia la tenacia, potrà avere, per causa di questa stessa tenacia, un mezzo decimo di risentimento (prescindendo dal risentimento significato dagli Angoli A). E chi ha l'angolo B sopra i 5/10, cioè testardaggine, potrà magari arrivare al massimo del risentimento, ma non toccherà la permalosità (a causa degli Angoli B; vi potranno poi essere a parte gli Angoli A). O Ragione scientifica degli Angoli B » Psicologia della tenacia. — La tenacia è preceduta dalla decisione. Nella decisione c'è il tipo ragionatore e c'è il tipo che si decide senza portare altra ragione che la sua propria volontà. Il tipo ragionatore fa passare davanti alla sua mente tutti gli argomenti che militano a favore o a disfavore di un pensiero che si deve eseguire. Gli argomenti possono essere oggettivi e soggettivi. Se il ragionatore osserva e ammette soltanto gli oggettivi escludendo i soggettivi, allora sarà un ragionatore ponderatamente oggettivo e può passare per qualunque controllo senza timore d'essere criticato. Se agli argomenti oggettivi aggiunge i soggettivi e agisce dietro
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la spinta degli uni e degli altri, non sarà più un ragionatore sereno e può esser fatto segno di critiche giuste e anche acerbe. Ma c'è il tipo che si decide all'azione, senza un perché vero. C'è il tipo che si decide all'azione, non spintovi da una ragione reale, ma solo per determinazione della sua volontà, cioè semplicemente perché vuole. Si noti che la tenacia è preceduta dalla decisione, perché non è e non può essere la stessa decisione. Non si confonda, inoltre, la tenacia con la fortezza e con la fermezza, perché tra la fortezza, la fermezza e la tenacia c'è quella distinzione che passa tra il mezzo principale a ottenere una cosa e il mezzo del mezzo. La fortezza, poi, e la fermezza si presentano psicologicamente impettite contro gli ostacoli; la tenacia invece si attacca a qualche cosa di irremovibile per non essere rimossa. Onde la fortezza invoca, per modo di dire, la tenacia, quando ne senta il bisogno, per mantenersi. La tenacia è quella forza che resiste a tutti gli assalti con l'attaccarsi in modo inseparabile a quella cosa dalla quale la si vorrebbe separare. E si tenga mente a questo concetto, perché così, grafologicamente, si presenta la tenacia. Anche la tenacia, come il risentimento, può stare nella legittimità o nella illegittimità. Questa legittimità o illegittimità non vengono imposte o regolate dall'ordine morale, in quanto riguardate dalla grafologia, ma dall'ordine psichico, che potremmo chiamare logico o dialettico. Per spiegarci meglio: due disputano su di una cosa. Uno dei due ha tal copia di argomenti da riuscire a schiacciare l'avversario. L'avversario, esaurito l'ultimo argomento, resiste e non si dichiara vinto. Perché? Per la forza della sua ragione? No, perché la ragione è esaurita. Dunque, perché? Per il semplice perché di non volersi dichiarare vinto. La sua argomentazione versa sangue da tutte le parti, la sua ragione è morta; ma il suo Io rimane, il suo Io che grida: «Ebbene, non cedo, perché non voglio cedere». Ecco la tenacia illegittima o irragionevole. La tenacia legittima o ragionevole è detta semplicemente tenacia. La tenacia illegittima o irragionevole prende la forma di testardaggine ed è veramente tale. Siccome tanto la tenacia legittima quanto la testardaggine hanno la stessa natura, siamo costretti a porle insieme nel dare loro il grado. Il grado mediocre della tenacia nella sua natura mi darà il sommo della tenacia semplice o legittima. Oltre il mediocre comincerà ad affacciarsi la testardaggine, sì che al sommo grado della tenacia avrò anche il sommo grado della testardaggine. Certo, la legittima e l'illegittima appartengono alla stessa natura e si differenziano solo nel limite. Mi pare, con tutte queste spiegazioni, di avere data netta la natura della tenacia e della testardaggine. Prendendo, perciò, il 10 come grado massimo della tenacia in se stessa, avremo fino ai 5/10 la tenacia legittima, oltre 15/10 avremo la testardaggine, e a 10/10 avremo la testardaggine al sommo grado. Si abbia davanti agli occhi colui che tiene seco una cosa della quale non voglia privarsi a qualunque costo. Se mai qualcuno tenta di privamelo, questi stringe fortemente il pugno e atteggia il suo essere nella stretta per ottenere l'intento. Il pugno, nello stringersi, forma tanti angoli che sono attorno al pugno medesimo. Psicologicamente considerato, il tenace si munisce di tutte le sue facoltà e le mette tutte in opera. Il tenace, per tendenza innata, ha la tenacia o la testardaggine come un istinto. Ora l'istinto del tenace e del testardo è appunto quello di tenere i propri giudizi e le proprie idee muniti di ripari, di ragioni (tenacia), di cavilli (testardaggine) perché restino nell'anima sua e vincano. 70
Andiamo più profondamente, prendendo di mira la testardaggine. Non è la ragione che eccita il sentimento a non darsi alla cessione delle proprie idee e giudizi e che quindi induce la testardaggine a resistere nella negazione, ma è il sentimento che pone se stesso come ostacolo alla cessione. Ponendosi come ostacolo e determinandosi a respingere qualunque cosa contraria, deve prendere l'aiuto da tutte le forze dell'anima a far sì che la volontà si accerchi di tutte le facoltà, perché la logica non possa procedere nel suo cammino. La logica del testardo è ben diversa dalla logica oggettiva. Non si può dire che egli non abbia una logica, ma la sua è una logica prettamente soggettiva. Essendo soggettiva, il testardo ha bisogno di rendere il suo oggetto angoloso da tutte le parti, perché gli assalitori abbiano a cozzare contro gli angoli e abbiano a non seguitare la lotta. Se non vi fossero gli angoli, gli assalitori potrebbero facilmente stringere da presso il soggetto testardo e annientare la sua testardaggine. « Ragione fisiologica. — La disposizione del tenace o del testardo rende i muscoli tesi abitualmente, per cui sono disposti a entrare nell'irritabilità e contrazione di scatto, come nel risentimento che è un moto repentino e fuggitivo. Per questo l'angolo formato dalla contrazione non può essere uno solo, ma più di uno. Questo angolo non può apparire in una linea retta, in quanto le azioni dei nostri muscoli, essendo nel nostro corpo, debbono rivolgersi su se stesse, girare come intorno a un disco. Ecco, perciò, che la rottura o angolo deve manifestarsi nel giro che fa l'azione. Si aggiunga che la contrazione è abituale e delicatissima e per questo non può avverarsi nella linea retta, perché la rottura della linea retta sarebbe troppo brusca e non secondo la natura dell'azione spontanea. Ora, riferendosi subito alla grafologia, la lettera che maggiormente gira nella scrittura è la o. La o, dunque, è quella lettera che deve tenere in sé l'effetto della tenacia e della testardaggine. Anche la a e le derivate delle o e delle a possono avere e hanno gli angoli della tenacia e della testardaggine; ma la o è la lettera più sicura. Ripetiamo che il tenace e il testardo hanno l'abitudine della tenacia, ecc., anche quando sono fuori di disputa, fuori di discussione, perché la tengono in se stessi come istinto. Che poi la testardaggine abbia degli arresti più ad angolo acuto la cosa è chiara: la testardaggine è più debole per se stessa della tenacia, in quanto non ha ragioni valide per sostenersi. Per questo ha bisogno di più resistenza, ha bisogno di addentarsi maggiormente, di acutizzarsi per non cedere. Il testardo è sempre ingiusto. Siccome il concomitante principale della testardaggine è quello di imporsi e di non avere dipendenza di sorta, ne viene che il testardo, per lo più, tende al comando e a servirsi quindi di stratagemmi e di arti, più o meno subdole, per salirvi e mantenervisi.
H»> SEGNO 4° - ANGOLI C o DEL SAPER FARE È questo un angolo molto difficile a essere compreso, perché vario nei suoi molteplici aspetti. 71
Gli Angoli C sono: 1. Gli Angoli A e B smussati, cioè quando sono sotto i 5/10. 2. Scrittura con risvolti curvi ai vertici almeno inferiori. Questi risvolti si cercano in tutte le lettere. 3. Flessioni e intrecci artistici sparsi qua e là, compresi i ricci purché non siano esagerati, cioè tutto quello che costituisce ornamento.
4. Angoli appuntiti o quasi appuntiti (in mezzo agli angoli detti 1, 2, 3) sparsi qua e là in ogni lettera. 5. Fluidità della scrittura sia pure in una forma accurata, ma è necessario che tale accuratezza sia naturale e sobria. Porto due esempi, a fìg. 28 e a fig. 29, che rendono molto bene quanto ho esposto sopra. Essi hanno delle piccole frecce con i numeri 1, 2, 3, 4 che, indicano i primi quattro numeri dati sopra. Per la graduazione di questo segno devi adoperare questo criterio. Se si avverano tutti e cinque i numeri completamente in tutte le lettere (cosa impossibile), puoi ritenere l'angolo C con 10/10. Se si avverano i semplici Angoli A e B smussati, considera che l'angolo C ha allora un grado sotto i 5/10. Se si avverano oltre gli Angoli A e B smussati anche i risvolti curvi, puoi considerare l'angolo C con 5/10 di grado. Se si avverano le flessioni e gli intrecci artistici, ritieni pure l'angolo C munito di almeno 7/10, molto più se questi intrecci e flessioni vanno insieme con una scrittura Fluida. Se si avvera soltanto la scrittura Fluida senza le altre particolarità dette sopra, allora gli Angoli C possono essere sui 5/10. Osserva le figg. 30, 31, 32, 33. Non ho posto il numero 5 perché esso è in tutto il complesso della scrittura. Il numero 4 sembrerebbe quasi una stonatura con gli Angoli C, poiché gli Angoli C non hanno per se stessi e non debbono avere niente di appuntito, ma pure il saper fare importa che, qualche volta, chi ne è munito da natura sappia risentirsi anche oltre la giusta misura per fare colpo e ottenere lo scopo prefisso. Questi appuntimenti però debbono essere sparsi qua e là, perché, colui che sa fare, dopo il risentimento deve saper prendere il modo ordinario di fare. Osserva bene le figure 28 e 29 per questo caso.
Fig. 30 Scrittura con 4/10 di Angoli C, perché ha, gli Angoli A e B smussati.
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Gli Angoli C sono il segno grafologico del saper fare, della scaltrezza. Indica discriminazione, smistamento per tirar fuori quello che è necessario secondo la necessità e l'opportunità. Abusando va a finire nell'opportunismo, nell'ipocrisia, nel giocare sull'ingenuità altrui, nella menzogna accomodata. Il saper fare, come vedremo nella parte scientifica, richiede l'uso opportuno della tenacia e del risentimento. Perciò la tenacia e il risentimento devono essere come nascosti e chiamati dall'opportunità. In questo modo compongono psicologicamente la scaltrezza che è il requisito principale del saper fare. In generale coloro che hanno gli angoli C facilmente sdrucciolano nell'abuso della scaltrezza arrivando all'ipocrisia. E molto diffìcile che non ne abusino coloro che sono sugli 8-9/ 10 di Angoli C. Quelli che hanno 5/10 di Angoli C possono cadere nell'ipocrisia officiosa e solo indirettamente dannosa. Possono ancora cadere nell'ipocrisia giocosa in modo lene, cioè da provare dispiacere e avere la spinta di domandar scusa se colui che è preso di mira si offende della giocosità di cui egli è l'oggetto. Il saper fare ha varie manifestazioni. L'uomo è disposto al rispetto fattivo, alla venerazione fattiva (sebbene possano essere solo apparenti) verso le persone rispettabili, verso le donne, con riverenze, con il mettersi da una parte per dare loro la precedenza con un sorriso gioviale, con risposte riservate alle domande che hanno forma di indagine. Se le domande sono imbarazzanti, allora manifesta aspetto serio di meraviglia, di ignoranza di quanto viene chiesto, oppure da risposte evasive. Se le domande vengono da un'autorità e le risposte possono essere compromettenti, allora comunica segreti se l'uomo d'autorità è favorevole a lui, facendo vedere che la comunicazione è preziosa. Nel vestire è piuttosto accomodato sia pure con l'abito vecchio. Ordinariamente non parla forte, ma quando vuole fare impressione e farsi ascoltare, allora parla a voce alta e cerca di fare parlare a voce alta anche l'interlocutore. Insomma, sebbene non componga menzogne, tuttavia le modalità sono proprie delle menzogne architettate con grazia e con arte. Fare il diplomatico in tutto. Se è donna ha un fare accogliente con tutti e potrebbe avere anche dei requisiti di provocante, sicché qualcuno potrebbe azzardare di fare delle proposte di ordine cattivo; ma guai a chi si azzarda a questo. Cerca e applica tutte le modalità per aggraziarsi superiori e sudditi che possono favorirla. Se non ha impedimenti fisici, ha un incesso eretto, improntato a serietà. Ha una parola pacata, insinuante e con apparente pienezza di comprensione. Promette facilmente con l'intenzione di fare il contrario. Coltiva simpatie e antipatie a base di valore fisico. Può spingersi anche ad attività in cui l'illiceità sale al massimo grado, ma sempre in modo 75
da salvaguardare il proprio Io e da poterlo all'occasione scagionare scaricando la responsabilità sugli altri. Fa faccia buona al favorito, e se domani il favorito perde è capace di ridergli in faccia. Gioca di opportunismo. Le donne con gli Angoli C in grado spiccato, per lo più valgono molto poco moralmente. Gli Angoli C sotto i 5/10 sono comuni quasi a tutti. L'autore della scrittura di fìg. 26 è privo totalmente di Angoli C. La scrittura Pendente a destra per se stessa accede ad Angoli C e da sola va quasi sui 5/10 purché sia fluida e con gli angoli smussati. Osserva la fig. 32. Nella graduazione di Angoli C è inutile considerare la frequenza perché, come vedi dai cinque punti, tutto il complesso della scrittura viene considerato. Se si desse un individuo con tutti i cinque numeri, ne verrebbe fuori una personalità che non potrebbe fare a meno di abusare dell'inganno attivo a cui tende. Se si avverano quattro di questi numeri, puoi considerare 8-9/10 di Angoli C. Se si avverano il n. 5, il n. 3 e il n. 4, avrai 8/10 di Angoli C. Se il n. 5 e il n. 3, avrai 7/10 di Angoli C. G Ragione scientifica degli Angoli C • Psicologia del saper fare. — II saper fare indica genio, quel genio che i filosofi chiamerebbero «in agibilibus». Questo non è il genio che canta e crea una forma concreta e individuale, senza curarsi se ve ne siano di simili nella realtà. Questo non è il genio che con libertà di spirito si astrae dall'esperienza e ci rappresenta le combinazioni possibili nella natura con tutte le loro conseguenze, per scoprire una verità nuova che non si presta in via diretta alla nostra esperienza. E invece il genio che sa penetrare nello stato abituale e attuale di un'anima e di una collettività d'anime, per portarne il trionfo della sua idea, la quale riguarda il suo Io sociale. Ma sarà dunque, questo genio, un genio in psicologia? No, non confondiamo. Il genio circa la psicologia è quello che sa penetrare nell'anima altrui individuale e della collettività, in modo da concludere sulla situazione di quell'anima individuale e collettiva; mentre il genio del quale parliamo è quello che sa penetrare nell'anima altrui e collettiva per poterla, in certo qual modo, sfruttare a benefìcio del suo intendimento, «hic et nunc», propostogli dall'Io sociale integro o corrotto per mezzo dell'Io individuale. Onde questo genio deve, naturalmente, aver le doti dello psicologo pratico, ma non è necessario che penetri la psicologia, se non fino a quel punto che gli faccia raggiungere lo scopo già detto. Si noti, qui, che è ben diversa l'anima collettiva dall'anima individuale, non soltanto presa materialmente, ma anche nelle sue cause e nei suoi effetti. E forse è più difficile portar trionfo dell'anima collettiva che dell'anima individuale. Gustavo Le Bon ha scritto un libro mirabile sull'anima collettiva intitolato Psycologie des foules. La folla può essere composta dagli uomini più disparati per temperamento, per carattere, per intelligenza. Il solo fatto che questi uomini siano trasformati in folla fa sì che essi non possano fare a meno di avere una certa anima collettiva. E la folla è un essere che dura finché dura la folla, e l'individuo che vi appartiene
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differisce dall'individuo isolato nelle pretenzioni, nelle stravaganze, nella collera, nel bollore, nella ferocia: in tutto. Quindi il genio del saper fare deve avere anche l'abilità di saper trionfare sull'anima collettiva di una folla, di un comizio, di un congresso e simili. Genio di tale specie lo si potrebbe chiamare genio di diplomazia, ma questa parola non mi rende giusto il concetto. Lo si potrebbe chiamare cosi, ma non in quanto la diplomazia significhi il saper trattare con persone poste in alto sulla scala sociale, perché il saper fare implica il dover trattare e saper trattare anche con persone poste basse, isolate e messe insieme in una folla. Questo saper fare noi qui lo consideriamo come quella tendenza naturale a sapersi accomodare alle diverse situazioni altrui, sia pure l'altrui isolato o collettivo, per portare il trionfo della propria volontà. Che colui che ha tale tendenza riesca o no nell'intendimento non è cosa che riguardi la questione presente, perché, per riuscire nell'intento, sono necessari tanti requisiti da complicare tutta una questione complessa psicologica e grafologica. Noi, dunque, qui non prendiamo di mira che la tendenza al saper fare, a quel modo diplomatico che scende all'altrui individuale e collettivo per incantarlo, manipolarlo, girarlo secondo l'abilità di tale tendenza innata. Colui che ha l'abilità, per natura, del saper fare riesce a trarre dalla parte sua l'individuo e la folla. Trattiamo dell'individuo: lo psicologo, come ho detto sopra, conosce l'individuo, ma non basta conoscerlo per attirarlo; son due cose ben distinte. Chi ha l'abilità del saper fare, invece, forse non conoscerà l'individuo nella sua natura, nelle sue particolarità, ma riesce a trarlo a sé. Se tutti gli individui fossero di una sola specie, di un solo temperamento, di una medesima forza intellettiva, volitiva, forse sarebbe cosa facile vincerli. Ma ciascun individuo ha il proprio temperamento, la propria forza intellettiva e volitiva, che variano sino all'infinito. Ora colui che ha l'abilità naturale del saper fare, deve, come per istinto, saper pesare il valore di tutte queste cose nell'individuo. Dovrà dunque conoscerle? No, lo ripetiamo, non è necessario. Abbiamo che molti di quelli che sanno fare non hanno la potenza di scrutare un'anima psicologicamente. Essi, però, hanno il fiuto, per modo di dire, raffinato. Sono guidati, quasi direi, dal loro istinto come il cane da caccia che scopre la selvaggina, l'insegue e la fa sua. Qui sta tutto. Colui che sa fare si presenta con un portamento umile o imperioso, secondo il bisogno, e conquide anche le riluttanze più robuste e invincibili. Trattiamo ora delle collettività, per poter conoscere, poi, quali debbano essere le disposizioni innate a vincere l'individuo e la folla. «La folla (dice Freud nel suo libro Psycologie collettive et analyse du mai, L'àme collective) è impulsiva, mobile e irritabile. Essa si lascia guidare quasi inconsciamente. Gli impulsi ai quali obbedisce, possono, secondo le circostanze, essere nobili e crudeli, pieni di eroismo e di debolezza, ma^essi sono sempre molto imperiosi. Niente di premeditato esiste per la folla». «E come la piena che precipita per un burrone. La folla è straordinariamente influenzarle, è credula, è priva di senso critico. Va, dice Le Bon (Le.), in un tratto agli estremi». «Le soupfon énoncé se transforme tout de suite en évidence indiscutable. Un commencement d'antipathie devient aussitòt une haine feroce». 77
La folla è una belva anche più feroce, a volte, delle belve della foresta. Chi sa fare riesce a domare questa belva, a rattenerla o a spingerla alle cose più crudeli. Dunque la prima ragione per cui un individuo non porta il trionfo sopra un altro individuo è semplicemente perché è un altro. E che cosa significa «è un altro»? Significa che ha con sé tutti i requisiti e i diritti dell'individualità, significa che è un Io materiale e spirituale e sociale che tende a preservarsi da qualunque elemento intruso. Se colui che pretende, dunque, la vittoria sugli altri potesse spogliarsi del suo Io, specialmente materiale, che è quello che ingaggia i maggiori contrasti, allora la vittoria sarebbe sicura, in quanto numericamente resterebbe distinto, ma non, direi quasi, formalmente. Ed è possibile spogliarsi del proprio Io materiale? Realmente no, artificialmente sì. L'Io è munito del risentimento e della tenacia e il risentimento e la tenacia sono sempre a guardia dell'Io individuale. Ora, dunque, chi riuscisse a spogliarsi, con arte o con artificio, del risentimento e della tenacia potrebbe cantare vittoria. E colui che ha l'abilità del saper fare si spoglia appunto del risentimento e della tenacia a oltranza, sì che la benevolenza gli si dipinga sul viso; e la benevolenza è quella che attira e soggioga. Ora si vede chiaro che il segno grafologico del saper fare consiste nel segno stesso del risentimento e della tenacia regolati da mano maestra, perché diano quel rendimento che scaturisce da una norma voluta. Gli Angoli, perciò, A e B smussati sono il segno del saper fare, secondo le esigenze psico-grafologiche. Così si parli della folla. Se chi la vuole conquistare non sa tenere a freno il suo Io, non riuscirà che a esacerbarla e rendersela ostile. Le doti per vincere l'individuo sono molto più necessarie per vincere la folla. Non c'è bisogno che scendiamo ai particolari per le nostre conclusioni, perché ciascuno facilmente le intende. Secondo me, questa specie di persone che hanno l'abilità del saper fare non trovano mai riposo. Non trovano mai riposo con i sensi per toccare, vedere, gustare, odorare; non trovano mai riposo con la mente per trovare i mezzi per condurre ai propri fini quanto è stato constatato con i sensi. Mi pare che la questione psicologica si impegni veramente sotto questo punto di vista, e ciò per scrutare meglio la disposizione della quale trattiamo. Questi individui si affaticano continuamente con i sensi esterni, con i sensi interni e con la mente: il loro lavoro è continuo pur quando mangiano, pur quando si ricreano, pur quando dormono. Nel parlare sono sempre guardinghi e pronunciano le parole con doppio senso. Interrogano per confondere, per compromettere, per carpire un segreto. Combattono girando, mai di fronte. Dunque la situazione psicologica di costoro consiste in un continuo lavoro dei sensi esterni e interni e in un continuo lavoro della mente. Ma questo lavoro può manifestarsi esternamente solo nelle circostanze necessarie per il proprio interesse. • Ragione fisiologica. — Dalle esigenze psicologiche si scende subito alla ragione fisiologica. Siccome non sono propriamente e principalmente i muscoli che lavorano in questi individui, perciò non avviene in questi muscoli una contrazione 78
accentuata, la quale fa perdere al muscolo quel che di elasticità e gli fa acquistare più consistenza. Tuttavia i muscoli di costoro sono sempre in una continua attesa di entrare in lavoro. In questa attesa non si può dire che siano nel perfetto riposo, perché chi attende non riposa. Non essendo nel riposo, hanno delle oscillazioni appena percettibili, che si debbono registrare in tutti gli individui di tale specie. Queste oscillazioni producono, nelle loro azioni, come dei piccoli angoli e come delle lievi correzioni nella linea curva delle azioni medesime. Dico nella linea curva e non nella retta, anche perché la retta è come il colpo che si da a un corpo oscillante per farlo oscillare; nella retta il muscolo raccoglie la sua consistenza e in quel punto non oscilla, oppure ha una sola oscillazione che si può trovare in tutta la retta. Ora gli Angoli C sono appunto gli angoli formati dai muscoli che sono in uno stato di leggerissima oscillazione. Questa oscillazione produce gli angoli appena percettibili, ma continui nel corso o giro di un'azione. E naturale che tali angoli si producano principalmente dove la mano deve girare maggiormente per mantenere la curva, ciò che avviene più accentuatamente ai vertici inferiore e superiore delle lettere che per loro natura sono curve.
SEGNO 5° - SCRITTURA INTOZZATA 1° MODO
La scrittura Intozzata 1° modo è quella che ha i tratti discendenti (aste, lettere maggiori e minori) marcati in proporzione dei tratti ascendenti. Se non c'è questa proporzione, ma anche i tratti ascendenti sono marcati, allora si ha scrittura Grossa di cui tratteremo a suo luogo. A fig. 34 apprendi bene il concetto di quello che io voglio dire, cioè apprendi bene quali siano i tratti discendenti e quelli ascendenti.
Fig. 34
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Questo segno Intozzata 1 ° modo indica comando, ambizione di comandare, indipendenza. Quando l'intozzatura è da capo a piedi in un modo calmo e austero viene a indicare tendenza a imporsi. Soprattutto la scrittura deve essere Austera e Parca. Ci deve essere in tutta la scrittura una certa marcatura oltre ai segni sopra. Quando questo segno va congiunto con la Larghezza di lettere, Larghezza tra parole e con Disuguale metodicamente (tratteremo di questi segni a suo luogo), allora l'indipendenza di cui è indice può tendere alla semplice autoindipendenza senza aspirare al comando, perché il soggetto ha nella sua natura la possibilità di sfociare in altri campi dello scibile e dell'azione. Di conseguenza sono gli stupidi quelli che tendono al comando come tale. E un segno sostanziale. Appartiene alla volontà. Nell'uomo questo segno manifesta aspetto e fare autoritario, pretesa di riverenza dai sudditi, osservanza di tutte le regole di prammatica e ubriacatezza di soddisfazione quando vengono osservate. Gusto dell'adulazione passiva, ricompensa a coloro che lo hannoxcletto e vendetta verso i contrari. Mania di firmare decreti con il proprio nome, manifestazione di stanchezza per l'assoluzione dei propri compiti. Imperio schiacciante verso i sudditi obbedienti e osservanti oppure timidi, e concessioni vili a sudditi prepotenti e capaci di mettere in imbarazzo la stessa autorità. Facilità a prestare orecchio a donne e a raccogliere chiacchiere e pettegolezzi e anteporre tali pettegolezzi alle assennatezze dei suoi consiglieri e assistenti. Caduto dal comando, ricorso ai suoi disprezzati per avere una parola di conforto e ricorso ai favoriti per imbastire insidie al nuovo comandante. Nella donna come nell'uomo, ma in modo più ridicolmente accentuato. Soprattutto pretesa di penetrare oltre il dovere e il diritto nelle coscienze dei subalterni. La donna messa nell'occasione può arrivare al massimo della crudeltà con un gusto sadico inarrivabile. Per la graduazione di questo segno devi tenere sempre presenti le proporzioni che passano tra il marcato delle Discendenti con il Filiforme delle Ascendenti. Cosicché se una discendente è spiccatamente marcata quasi da non poterne desiderare di più e la sua Ascendente è minima, appena percettibile, allora avrai 10/10 di Intozzata 1° modo. Per determinare meglio il massimo del Filiforme puoi prendere l'esempio del filo del baco da seta. Il filo del baco da seta (che viene tirato fuori dal bozzolo per mezzo della filatrice) raddoppiato o anche triplicato può costituire il massimo del Filiforme. Questo massimo del Filiforme moltiplicato per dieci ti darà il grado massimo dell'intozzatura 1° modo, cioè 10/10. Il medesimo del Filiforme moltiplicato per 9 ti darà 9/10 di Intozzata 1° modo; moltiplicato per 8 ti darà 8/10 di Intozzata 1° modo, e così di seguito. 80
Questi concetti ti si renderanno più chiari studiando sugli esempi che ti pongo sott'occhio alle fìgg. 35 e 36. Nota bene che al massimo della marcatura e al massimo del Filiforme do il numero 1 e do parimenti il numero 1 all'ascendente che viene omessa là dove dovrebbe essere per la natura stessa della lettera alfabetica. Il grado della marcatura o del Filiforme decresce con i numeri progressivi 2, 3, 4, 5, ecc.
Fig. 35
Osserva attentamente la scrittura stesa in tedesco nella fìg. 35. In questa scrittura trovi tutte le ascendenti con il numero 2. Per cui non è difficile tirare le proporzioni con le discendenti che vanno da due a quattro. Perciò qui l'esame si riduce a fare la proporzione su due o tre parole di tale scrittura. Invece sulla scrittura di fìg. 36, la ricerca del grado di Intozzata 1° modo è più lunga e un po' più complicata per la molteplicità e la varietà singolare della marcatura nelle discendenti e del Filiforme nelle ascendenti; tant'è vero che alla terza riga trovi persino il massimo del Filiforme 10 nelle discendenti e alla prima riga trovi anche 5 di Intozzata nelle ascendenti. Perciò nella scrittura di fig. 36 l'esame è un po' più lungo e non ti puoi contentare di prendere a misurare soltanto due o tre parole. Fatte, tuttavia, le misure e tirate le proporzioni, alla fine avrai la soddisfazione di trovare che il soggetto ha tendenza al comando e all'indipendenza, ma che in lui occorrono dei casi in cui sa deflettere dal comando 81
medesimo, condotto dalla considerazione che in lui è forte per la potenza della sua intelligenza e per l'originalità con cui concepisce le cose, ciò che ti si renderà aperto quando studierai la Triplice larghezza e il Disuguale metodicamente. Per il grado osserva anche le fìgg. 37, 38, 39, 40, 41.
Fig. 36
Fig. 37
Scrittura con 8/10 di Intozzata 1° modo.
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Fig. 38
Scrittura con 6/10 di Intozzata 1° modo.
Fig. 39
Scrittura con 5/10 di Intozzata. 1" modo.
Fig. 40 Scrittura con 3/10 di Intozzata 1" modo.
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Fig. 41
Scrittura, con Intozzata 1° modo esagerata e innaturale.
O Ragione scientifica di Intozzata 1° modo. — E necessario preporre delle spiegazioni circa l'istinto. Non ci occupiamo della differenza che passa tra l'istinto e l'emozione. Lasciamo il compito agli psicologi teoretici. Non intendiamo di disputare con quelli che fanno susseguire le emozioni, almeno le più grossolane, all'espressione somatica. Ciò non entra nella nostra questione. Teniamo per certo che non esistono centri speciali per le emozioni, ma non ci perdiamo a difendere tale teoria, non necessariamente utile al nostro assunto. Passiamo oltre circa la genesi delle diverse emozioni, dettata non dalla scienza, ma dalla fantasia di Darwin, di Spencer, o dall'interpretazione del Mantegazza, di Wundt, di Hecker, ecc. Quello che ci interessa è l'affermare che nelle emozioni, anche minime, il senso vi ha la sua parte; nelle emozioni poi grossolane (tristezza, paura, collera, ecc.) non vi può esser dubbio. Circa le emozioni delicate (sentimenti morali, intellettuali ed estetici) basta darsi a un esame oggettivo e attento, prendendo per guida l'introspezione, per convincersi. Abbiamo compiuto un'opera buona? Ci sentiamo allora come un benessere anche per tutte le parti somatiche, cioè del corpo: il cervello limpido, la gioia scaturente dallo sguardo, dalla parola, dal gesto. Ora si ammetta qualunque differenza tra l'istinto e l'emozione; certo che l'istinto, nel suo atto, va sempre accompagnato da un'emozione e l'istinto è la conseguenza del sistema nervoso, meraviglioso come qualunque altro atto vitale. L'istinto è la facoltà di agire per uno scopo determinato della natura, senza previsione e senza previa educazione dell'individuo ad agire in quel modo. Anche l'uomo ha i suoi istinti. Si badi di ricordare che ogni istinto è un istinto cui tiene dietro un'emozione. Il gatto, con il tendere le nari tosto che sente l'odore del topo, obbedisce a un impulso. Così l'uomo, tosto che sente un odore gradevole di cucina.
Gli impulsi, secondo G.H. Schneider, nella sua opera Der Thierìsche Wille, si dividono in impulsi da sensazione, da percezione e da idea. Battere i denti facendo un bagno freddo è un impulso sensitivo; correre da un lato dove si vede correre molta gente è un impulso da percezione; cercare di ripararsi se comincia a piovere è un impulso da immaginazione. Si badi che ci sono certi istinti che richiedono dei sacrifici, ma il sacrifìcio diventa una cosa piacevole, direi, perché è comandato dal sistema nervoso. La gallina si sacrifica nel covare le uova, eppure vi è spinta dal suo istinto. Il baco si imprigiona dentro al bozzolo che fila e per filare lascia di brucare. L'uomo è molto più ricco degli animali inferiori circa l'istinto, e il suo istinto può non essere cieco e invariabile perché l'uomo è munito di riflessione. Il ragazzo tende a tingere di nero ciò che è bianco, ma, avuta la spiegazione dall'educatore che ciò non si deve fare, quando un'altra volta sarà tentato di farlo, si ricorderà dell'insegnamento dell'educatore e, lungi dal tingere in nero un muro bianco, si sentirà frenare nel suo istinto. Circa gli istinti possono entrare in gioco due princìpi: 1) l'inibizione degli istinti mediante le abitudini; 2) la transitorietà degli istinti. La prima legge è facile a intendersi. La seconda legge è questa: che diversi istinti si intensificano fino a una certa età, e poi impallidiscono a poco a poco. Parlo di certi istinti e non di tutti. Fra gli istinti umani, numerati dal Preyer nel suo libro Die Seele des Kindes, egli pone anche quello della pugnacità. Per molti riguardi l'uomo è il più feroce degli animali. Egli è certo sociale, ma anche pieno di gelosia e di antagonismo. La socialità e la gelosia hanno un mezzo di compatibilita per associarle tutte e due, e sarebbe quello di comandare su di esse. L'uomo ha istinto di non sottoporsi agli altri, di scivolare dal comando altrui, di comporre la ribellione, di rivoluzionare e di porsi alla testa degli altri: di tutti, se ne ha la forza e l'audacia, di pochi se le sue risorse non gli permettono di più. Ci sono differenze emozionali profonde tra i diversi individui. Ciò non solo per le emozioni di cose presenti, ma anche per le emozioni suscitate dalla memoria. Perché ci può essere una riviviscenza anche reale, rievocando un pensiero abbastanza vivace della causa eccitatrice. Al lume della psicologia e della fisiologia, noi vediamo che tra gli esseri umani ci sono di quelli che hanno una tendenza spiccata al comando, altri spiccatissima, altri nei quali tale tendenza viene stornata dall'inibizione. Per inibizione si deve intendere un complesso di forze native che formano, per se stesse, e tendono a formare una repulsione al comando. Chi, per esempio, ha tanta forza d'intelligenza da essere un inventore scientifico o artistico avrà la tendenza al comando, o meglio a essere indipendente, ma tale tendenza innata sarà assorbita dall'interesse suscitato in lui dalle sue forze intellettive, che strappano i segreti alla scienza o all'arte. E così si parli di tante altre cose. La tendenza al comando è legata a un'emozione o a una serie di emozioni. Per spiegare e rendere chiara questa nostra asserzione, dobbiamo entrare in questo ordine di idee: il nostro Io tende a farsi una posizione sicura nella vita; e la necessità fisica lo stringe a scegliersi uno fra i tanti beni che lo circondano. Da questo nasce la bellezza dell'ordine sociale, per cui c'è una distribuzione delle incombenze che sorgono dall'attitudine individuale e dalla lotta. Si ponga mente che chi ha la tendenza al comando non è necessario, per questo, che ottenga il comando, perché con tutta la sua tendenza potrebbe non arriva-
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re al comando. Ma dal perché non arriva a ottenere l'intendimento, non ne viene per questo che ne perda la tendenza, anzi potrebbe maggiormente acutizzarla. Perciò tanto chi ottiene il comando come chi non lo ottiene ha, purché ne sia trascinato a optarlo dalla sua tendenza spiccata, le stesse modalità di azione. Ci preme di fissare queste verità, per non dare adito ad alcuna confusione di conclusione. Le modalità di colui che tende al comando si manifestano nell'incedere, nel parlare, nel gesticolare, nel sentenziare. Sia pure una copia in caricatura di coloro che tengono e sanno tenere lo scettro, è sempre vero che ha le modalità dell'impero. Ora, colui che è sul seggio del comando, con tendenza naturalmente spiccata a questo comando, sta sempre trepidante per timore che gli venga tolto lo scettro. Onde le emozioni in lui si susseguono senza tregua. Per modo di dire, deve tenere sempre la mano sull'elsa della spada, pronto a sguainarla dato che ce ne sia la necessità; sta sempre in ascolto per apprendere se si elevino voci nemiche. Moltiplica i satelliti, sguinzaglia i birri, si fa circondare da soldati, reprime ogni piccolo moto di avversar! veri o immaginari. Si ponga mente che noi vogliamo parlare non di colui che sta sul trono, ma di colui che ha tendenza spiccata a starvi o a salirvi. Questi è quegli che sta in una continua pressione la quale, naturalmente, rende più pressanti, più tesi i suoi muscoli in tutte le azioni. Farà molte volte la parte del ridicolo, ma guai a chi accennasse al ridicolo in simili casi. Ora, se i muscoli di colui che tende al comando sono in continua pressione, ne viene che lo sono anche quando costui tiene in mano la penna. La scrittura caricata infatti, che noi chiamiamo Intozzata 1° modo, è la scrittura indice della tendenza al comando. Questo intozzamento è naturale che si manifesti nei tratti discendenti dalla penna e che si avveri o in tutto il tratto discendente della penna o in parte. È necessario che l'intozzamento non sia come repentino e lasciato repentinamente, cioè affinato nelle sue estremità: questo intozzamento sarebbe quello che noi chiamiamo Intozzamento 2° modo, ma deve essere fatto con posatezza e sicurezza. Il segno grafologico della tendenza al comando si esamini sotto la luce fisiologica e psicologica e si vedrà la sua esattezza scientifica. Il segno viene a indicare direttamente la tendenza a imporsi agli altri. Onde l'impero, il comando, sarebbe il mezzo necessario per avere quello che viene indicato da questo segno grafologico.
^ SEGNO 6° - SCRITTURA INTOZZATA 2° MODO II segno Intozzata 2° modo si ha allorché il chiaroscuro nelle aste e nelle lettere si affina repentinamente alle estremità dello stesso chiaroscuro. L'intozzatura si deve iniziare repentinamente e repentinamente deve finire, di modo che quanto più si avvicina alla goccia di inchiostro tanto più è forte. Si manifesta nei tratti discendenti, nei risvolti superiore delle m, n, s, nelle linee trasversali delle r, ecc. 86
Questo segno indica impressionabilità (emotività) sicuramente patologica quando il segno è in un grado superiore e con pericolo di divenire patologica anche quando è in un grado inferiore. E un segno sostanziale della volontà che si ripercuote nell'intelletto spingendo le facoltà intellettive a rivestirsi di sensitività (vedi Facoltà intellettive, attitudini professionali dalla grafologia}. Chi ha l'intozzatura 2° modo riceve come tanti piccoli colpi prodotti dalle impressioni, i quali si ripercuotono sulla grafia con quelle intozzature repentine, per cui, a causa della frequenza e della repentinità di tali colpi, non ha tempo sufficiente per esaminare e sceverare. Ecco perché questo segno, per se stesso, è patologico. L'impressionabilità può essere euforica o depressiva. Nell'uomo davanti a due casi, dei quali uno conduca all'euforia e un altro alla depressione, dato che questi due casi abbiano la stessa intensità, la depressione sarebbe sempre maggiore dell'euforia. Nella donna invece, davanti a due casi della stessa intensità, l'euforia sarebbe sempre maggiore della depressione. Perché l'uomo per la sua natura sente di più il peso della propria responsabilità, perciò i casi sinistri fanno maggiore impressione dei casi favorevoli; mentre nella donna, che tende a non misurare la sua responsabilità con la logica e con la ragione ma con il sentimento, l'euforia fa maggiormente breccia. L'emotivo tende a prendere deliberazioni repentine non solo con il pericolo ma con la certezza di errare. Tuttavia non può fare a meno di prendere deliberazioni repentine, e qui sta il suo stato patologico, perché se desse tempo al tempo vedrebbe le cose sotto giusta luce. Per la graduazione di questo segno bisogna tener presente: 1) la subitaneità dell'intozzatura e la cessazione di essa; 2) l'intensità dell'intozzatura. Per la subitaneità tieni questo criterio: se le estremità dell'intozzatura si iniziano in linea retta o quasi, allora abbiamo il massimo grado della subitaneità e in questo caso il pennino si arresta sulla carta e dilata subitamente l'intozzatura. Se le estremità dell'intozzatura si iniziano a forma quasi di triangolo, la subitaneità dell'intozzatura è meno intensa, In questo caso il pennino forma l'intozzatura non arrestandosi, ma procedendo nella scrittura. Quanto all'intensità dell'intozzatura attienti a questo criterio: se il Filiforme delle estremità è moltiplicato per 10, l'intozzatura che ne risulta è un'intozzatura di 10/10; se moltiplicato per 9, per 8, l'intozzatura che ne risulta di 9/10, di 8/10. In pratica ciò che conta principalmente in questo segno è la subitaneità dell'intozzatura, di modo che se la subitaneità è al massimo grado, secondo che abbiamo spiegato con una intozzatura al massimo 87
grado, avrai 10/10 di Intozzatura 2° modo. Se la subitaneità è al massimo grado e l'intozzatura è di 5/10, avrai intorno a 9/10 di Intozzata 2° modo. Se la subitaneità è al massimo grado e l'intozzatura è di 4/10 allora potrai dare a Intozzata 2° modo intorno a 8/10. Sicché è la subitaneità quella che maggiormente conta. Questa subitaneità quanto più è brusca tanto più è forte. Se le estremità dell'intozzatura non sono recisamente in linea retta, avrai intorno a 9/10 di subitaneità. Se le estremità dell'intozzatura hanno un accenno al triangolo, avrai 8/10 di subitaneità. Se il triangolo non è bene definito, ma chiaro, avrai 7/10 di subitaneità. Se è ben definito avrai 5/10. Sotto i 5/10 fino a 3/10 può conservare qualche cosa di patologico; dai 3/10 in giù significa emotività comune. Quanto all'intensità dell'intozzatura, da quel che abbiamo detto, serve soltanto per fare spiccare meglio il segno Intozzata 2° modo, sicché modifica di poco il grado del segno. Essa è necessaria, perché senza di essa la subitaneità non potrebbe aver luogo in quanto si tratta di subitaneità di intozzatura.
Fig. 42
Per l'esempio pratico, osserva la fìg. 42: le frecce seguite dal n. 1 indicano il massimo della subitaneità dell'intozzatura, il n. 2 indica un grado inferiore secondo quanto abbiamo spiegato sopra. Osserva la fìg. 43 per l'intensità dell'intozzatura. Le frecce indicano il grado. Tirando la media delle diverse intensità di intozzatura si viene a formare la media. 88
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Fig. 43
A fìg. 44 riporto un esempio di scrittura turca. La regola vale per scritture vergate in qualunque lingua. Anche in questo esempio Intozzata 2° modo si manifesta in modo spiccato.
Tanto nella fìg. 43 come nella fìg. 44 ogni intozzatura è indicata da una piccola freccia con il numero del grado dell'intozzatura, cosicché tu puoi addestrarti soltanto con questi due esempi per esaminare il grado dell'Intozzata 2° modo sui 5/10 e sopra i 5/10. A fig. 45 ti riporto un esempio di Intozzata 2° modo sui 5/10 e sotto i 5/10. Lo trovi indicato dalla piccola freccia avente all'estremità il numero del rispettivo grado. L'intozzatura, tieni presente, senza la subitaneità viene a cadere nel concetto Intozzata 1° modo. Ti prego di non farti schiavo delle misure geometriche, perché la grafologia deve essere, per quanto può, rigorosa nelle misure, ma non è schiava della matematica. 89
Fig. 45
Nota bene che Intozzata 1° modo e 2° modo possono avverarsi nella stessa scrittura. In questo caso sono indici della tendenza a un comando, a un'indipendenza patologica, se Intozzata 2° modo è sopra i 5/10. Se è sotto i 5/10, diventa indice di un comando sospettoso, che vede dovunque dei nemici dell'autorità di cui il soggetto è rivestito. Osserva gli esempi seguenti. Alcune sembrano scritture artificiose, mentre sono naturali.
. ^.Ul^iWiV^w* ^..7_ (^WMAtóui*' -SAu Fig. 46
Scrittura con 8/10 di Intozzata 2" modo dove spicca la subitaneità dell'intozzatura. Se questa fosse in tutte le lettere, tale scrittura avrebbe 10/10 di grado. Non solo tutte le lettere non sono munite di intozzatura, ma delle intozzate non tutte hanno l'intensità della subitaneità.
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Fig. 47
Scrittura, con 7/10 di Intozzata 2" modo, perché la subitaneità è varia e l'intozzatura non si avvera in tutte le lettere. Questa è una scrittura decisamente patologica, non solo per l'intozzatura ma anche per la confusione di cui tratteremo qui appresso. vetta è in manicomio.
Fig. 48
Scrittura con circa 6-7/10 di Intozzata 2° modo perché si avvera l'intozzatura brusca o fatta a triangolo. Più spesso la seconda che la prima.
Fig. 49
Intozzata 2° modo sui 5/10 perché l'intozzatura non e forte e perché quasi sempre triangolare.
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Fig. 50
Scrittura con circa 3-4/10 di Intozzata 2° modo perché l'intozzatura è non brusca ed è
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Fig. 51 Esempio di scrittura Intozzata 1° modo 9/10, 2° modo 8/10.
O Ragione scientifica di Intozzata 2° modo o di Scrittura dell'impressionabilità. — Per poter procedere con ordine ci è necessario fermare delle verità che si riferiscono alla psicologia. Nell'altro capitolo scientifico sul segno Intozzata 1° modo abbiamo trascurato la questione se le emozioni si susseguano o no all'espressione somatica. Qui, invece, dobbiamo prenderla di fronte. Senza il pericolo di essere presi per materialisti, poiché altra cosa è il materialismo, noi asseriamo che l'emozione scaturisce da una modificazione del nostro organismo. C'è una congiunzione tale tra anima e corpo che questo in tutto dipende dall'anima e quella non può fare da sé, o meglio non può non farsi accompagnare dal corpo nelle sue azioni. Non già che essa abbia bisogno del corpo nelle azioni spirituali, ma anche nel campo semplicemente spirituale non può il corpo non risentire l'azione dell'anima, nel senso che spiegheremo nel corso di questa questione. Nelle emozioni, certo, vi ha gran parte il corpo e, anche nelle emozioni spirituali, prima avviene la modificazione organica e poi viene l'emozione nel medesimo organismo. Cioè, l'emozione sia pure nell'anima ha per corrispondenza l'emozione corporale e questa è preceduta da una modificazione organica. Il nostro organismo è delicatissimo e sensibilissimo sì da percepire qualunque emozione venuta dal di fuori o dal di dentro, suscitata dalla memoria o elaborata semplicemente dall'anima che si astrae dalla materia somministratale dai sensi. 92
Sulle emozioni grossolane non può sorgere il dubbio che qualunque emozione sia preceduta da una modificazione organica. Non si può, per esempio, immaginare l'emozione della paura senza il pulsare affrettato del cuore, senza il respiro mozzato, senza il tremare delle labbra, senza l'infiacchimento delle gambe, senza il provare un freddo per tutta la persona, senza i sussulti viscerali, senza il grido di terrore o senza la fuga secondo la natura di colui che è assalito dalla paura. Non si può pensare allo stato di rabbia, senza il gonfiamento bollente del petto, senza il fuoco abbruciante delle tempie, senza il bruciore al viso, senza il dilatarsi delle nari, senza lo stringere dei denti. Non si può immaginare una vera gioia senza che l'occhio si dilati, la parola si incespichi o corra precipitosamente, senza quelle interiezioni che nulla dicono e dicono tutto, senza l'accelerazione del respiro. Non si può immaginare una vera tristezza senza lacrime, senza sospiri, senza mostrare un aspetto cupo, senza la compressione del cuore e l'oppressione della cassa toracica, per cui si è costretti ad alzare ogni tanto il capo e aprirsi a lunghi respiri che hanno la forma di un singhiozzo. Questo circa le emozioni più forti e più grossolane, e che possono variare nella loro manifestazione secondo le tendenze personali tra individuo, ma che suppongono certamente una modificazione organica. Ma questa modificazione organica è fisiologicamente certa anche per le emozioni più delicate, nelle quali davanti allo sguardo del superficiale sembra che il corpo non vi abbia parte alcuna. Ascoltate una musica sublime, una poesia veramente originale? Ed eccovi con l'occhio concentrato, attento e beato, con il labbro semiaperto, con il respiro a volte rattenuto, a volte repentinamente accelerato. Contemplate una verità nuova, sorprendente? Vi applicate soltanto la vostra mente, non fate nessun movimento, ma l'organismo non può fare a meno di risentirsene e, se durate a lungo nella contemplazione, vi sentirete poi fiaccate le vostre forze fisiche. Il sangue sale al cervello e guai se vi mettete a pensare e scrutare intensamente a quella verità dopo aver mangiato: la vostra digestione ne scapiterebbe. Se la verità si aprisse con bellezze novelle, dato che siate munito di spirito sensibile a quelle novità, voi sentite allora un fremito cutaneo simile a un'ondata improvvisa, e può essere benissimo che gli occhi vi si riempiano di lacrime. Nell'estasi stessa, in cui il corpo sembra non aver parte, in quanto l'estasi è l'astrazione dai sensi, pure, in quello stato beato in cui agisce solo l'anima, in quanto l'intelletto non si serve dei sensi, avviene una certa modificazione organica, poiché nell'estasi l'occhio prende un atteggiamento tutto speciale, che potrei chiamare atteggiamento di sublimità; nell'estasi si piange, si sorride, ciò che non si può avere senza emozione corporale e senza modificazione organica. L'estatico non ha coscienza delle sue emozioni, non per obnubilamento, ma per astrazione dell'anima da esse. Per questa ragione è cosa falsa quella che asserisce qualche psichiatra che le estasi di san Paolo fossero effetti di epilessia, perché l'epilessia va sempre accompagnata da obnubilamento di coscienza. San Paolo aveva nell'estasi la coscienza ben chiara, in quanto poi ricordava tutto quello che era avvenuto in lui. L'estatico, dunque, non ha coscienza delle sue emozioni, ma noi non parliamo della coscienza delle emozioni; parliamo, invece, solo della loro causa immediata, che sarebbe la modificazione organica. Non si dica che allora, ogniqualvolta si suscitano le manifestazioni di un'emozione a mente fredda e volontariamente, esse provocherebbero in noi l'emozione stessa, ciò che non corrisponderebbe al fatto. Questa difficoltà non infirma 93
affatto quanto noi abbiamo asserito, poiché la manifestazione fredda non ha seco l'emozione, non è manifestazione dell'individuo che la compie. Tant'è vero che, in questo caso, resta fredda e si scorge bene la sua freddezza. L'attore veramente artista è colui che si investe della parte e che prova quello che espone. Se non lo prova, se non ne sente l'emozione, è un attore che non va. Noi sappiamo per esperienza, anzi, che un'emozione, quando è secondata, si accresce, come in chi prova un'emozione di paura; se costui si mette a correre per fuggire la causa della paura, il panico cresce. Così si ragioni della collera, della tristezza, ecc. Sappiamo anche che nell'educazione morale, se vogliamo essere vincitori di tendenze emozionali non buone, dobbiamo assiduamente e costantemente fare anche i movimenti esterni di quella disposizione che desideriamo di coltivare in noi. E non si dica che il manifestare un'emozione è lo stesso che farla cessare; non si dica questo per contraddire la nostra tesi, poiché in realtà ciò non la contraddice. Circa la manifestazione spontanea e genuina, la cosa è naturale che debba cessare, perché per le vie di scarico spontaneo si esauriscono i centri nervosi. Finché non si esauriscono i centri nervosi, l'emozione resta, poi cessa perché cessa la manifestazione. È vero che versando lacrime si prova sollievo, ma intanto si versano e poi si ritorna al normale, solo quando la manifestazione è bastante, per sua natura, in quella data emozione. Il Bain dice che, se ci è possibile frenare l'emozione, è il caso di farlo. Una particolarità imposta in un'emozione è capace di estinguere un'emozione di cui sarebbe estinta anche la manifestazione. Ricordo d'aver letto quel libro turgido di psicologia profonda e nello stesso tempo semplice, intitolato La storia di un 'anima, scritto da uno spirito semplice quanto può essere semplice un bambino, com'era quello di santa Teresa del Bambin Gesù. La santa, a una novizia che piangeva sempre, consigliò di procurarsi un piccolo vaso nel quale versare tutte le lacrime e raccoglierle, stando attenta che nessuna andasse perduta fuori del vaso. La novizia, eseguendo il consiglio, quando si accingeva a prendere il piccolo vaso cessava di piangere. Così guarì e si liberò dall'abitudine di piangere per qualunque piccola sciocchezza. In generale è cosa certa psicologicamente che frenare o sviare la manifestazione delle emozioni significa frenare e sviare le emozioni medesime. C'è dunque modificazione organica, quando c'è emozione, sia pure nel campo delle emozioni delicatissime e nella scala più elevata. In queste ultime non avvertiamo noi la modificazione organica, ma ci deve essere, perché altrimenti tra l'anima e il corpo non si potrebbe ammettere quell'unione di natura così forte, quale è veramente di fatto. Non già che il corpo entri, lo ripetiamo ancora, nelle azioni dello spirito, quando questo si è astratto dalla materia, ma il corpo deve sentire il lavoro dello spirito, anche quando questo è nel suo laboratorio intrinseco. Se non altro deve sentirlo, perché faccia tacere e tenere in silenzio i sensi. Quindi trasformazione organica e conseguente emozione della costrizione al silenzio. Abbiamo trattato di tutto questo per aprirci la via psicologica e fisiologica dei tipi impressionabili, di cui è indice la scrittura Intozzata 2° modo. Si tratta qui di scrutare la natura dei caratteri impressionabili, per poterci rendere conto della ragione fisico-psicologica circa il segno grafologico corrispondente.
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L'impressionabilità è certo un'emozione. Tutti siamo soggetti a questa specie di emozione in casi in cui l'impressionabilità sia ragionevole con un fatto. Qui invece si tratta di coloro che si impressionano per qualunque piccola cosa e sono tratti ad accentuare la portata del fatto che produce in essi l'impressionabilità, mentre per se stesso il fatto potrebbe essere una cosa da nulla o trascurabile per uno che non ha la tendenza a impressionarsi in modo speciale. Noi possiamo considerare i tipi impressionabili come soggetti a una serie indefinita di timori che si succedono senza interruzione. Ogni emozione proveniente dal timore o dalla paura, secondo il celebre Mosso, modifica il respiro e il battito del cuore: modificazione che si può registrare con strumenti speciali inventati dalla scienza. Si consideri bene però quando sia il momento della paura. Lo psicologo Souriau (L'entrainement au couragè) ne tratta molto bene. Andando voi per una strada, sentite repentinamente avanzare precipitosa un'automobile dietro le vostre spalle, impaurilo saltate da un lato. Badate che voi fate il salto per difendervi; questo è il primo moto. Ma il sentimento della paura non è ancora venuto. Comincia allora quando voi avete saltato. Ora, per i tipi impressionabili, dobbiamo dire che essi si trovano sempre nello stato di coloro che sentono un pericolo e hanno il movimento come di difesa, benché tale difesa, nella loro costituzione psichica, non sia efficace. Hanno quindi una repentina e accentuata inspirazione che gonfia loro la cassa toracica e hanno una sistole violenta al cuore. Siccome, poi, tale è il loro stato, hanno l'abitudine dell'inspirazione e della sistole accentuata. Tale inspirazione e azione sistolica si ripercuote su tutti i loro muscoli e deve perciò lasciare il segno nelle azioni di detti muscoli. Ora un semplice esame dei muscoli. Nello stornare un pericolo, così ne fa la descrizione il Souriau (Le.): l'occhio diviene fisso, le braccia si stendono in avanti irrigidite. E tutto questo è un'azione riflessa, un movimento brusco di energie, che ci mette sulla difensiva anche prima di renderci conto della natura del pericolo. Ciò non è altro che tendere i muscoli più poderosi e più marcati. Nei tipi impressionabili è viva la frequenza delle impressioni, per cui i muscoli hanno continui tratti di irritazione. Nella scrittura questi tratti di irritazione muscolare si possono avverare nei tratti discendenti della penna, perché nei tratti ascendenti il muscolo non ha modo di segnare la sua irritabilità, in quanto sale, mandando innanzi la punta della penna, la quale, al più, nella forma accentuata dell'impressionabilità, potrà appuntarsi sulla carta, di che si difende facilmente l'impressionabilità con l'attenzione, perché, se non si difendesse, non potrebbe stendere la sua scrittura. Onde il segno genuino dell'impressionabilità si trova nei tratti discendenti della penna tracciati a foggia delle zampe di api. L'ingrossamento repentino viene formato dal colpo dell'impressionabilità. Ha il Filiforme prima e dopo l'ingrossamento, perché il muscolo dell'impressionabilità da come un colpo fuggitivo, cioè carica repentinamente e fuggitivamente l'asta nella discesa della penna. L'impressionabilità è patologica quando i colpi di questa impressionabilità sono così intensi e così spessi da togliere del tutto il soggetto dalla libertà di controllo. Tieni per esempio colui che in una lotta di pugilato venga tempestato dall'avversario di pugni così forti e così spessi da non aver tempo di ripararli, sicché deve per forza esser vittima della sua impotenza. 95
Si stia bene attenti a non confondere l'impressionabilità con la sensibilità, perché, psicologicamente considerate, non sono la stessa cosa. L'impressionabilità porta in sé un sentimento che si offende e perciò, in certo qual modo, si obnubila davanti a qualunque cosa che faccia un po' colpo, come si dice comunemente parlando; mentre la sensibilità è quella specie di delicatezza del sentimento, per cui si percepiscono anche le minime sfumature dell'estetica e le minime pieghe della bruttezza senza obnubilamento di sorta. Non si differenziano solo perché l'impressionabilità stende o è pronta a stendere la mano allo stato patologico, ma anche per l'oggetto diverso dell'impressionabilità e della sensibilità. L'impressionabilità ha per oggetto tutto quello che può colpire i sensi, la sensibilità ha per oggetto tutto quello che può colpire i sensi ma che può entrare nelle sfumature dell'estetica o nelle pieghe o nei disgusti anche minimi della bruttezza. La sensibilità è contraria alla rudezza, l'impressionabilità alla forza della sceverazione.
> SEGNO 7° - SCRITTURA CHE MANTIENE IL RIGO La scrittura che mantiene il rigo è quella che procede orizzontalmente in linea retta, senza salire né discendere sul rigo, che nella direzione delle lettere non ha disuguaglianza di sorta, per cui il segno Mantiene il rigo, per quanto indichi fermezza di carattere, nel suo massimo grado viene a indicare una fermezza che non risponde alle esigenze dell'oggettività. Onde per avere il massimo grado, non solo non deve né discendere né ascendere, ma deve avere anche la stessa piega in tutte le lettere. Quindi tutti quei segni che menomano l'uguaglianza della direzione delle lettere diminuiscono in quanto tali l'intensità di Mantiene il rigo. Tali segni sono Scattante (diminuisce il Mantiene il rigo di quasi 2/10), Contorta (lo diminuisce di 1/10 abbondante), Sinuosa (lo diminuisce di circa 1/10). Se la scrittura non ascende o discende, ma ha sbalzi di lettere o tentennamenti, può avere di Mantiene il rigo intorno a 8/10. Non c'è bisogno di portare altri esempi oltre fig. 52, poiché appena il segno si scosta dalla sua intensità del mantenere il rigo, scende subito dal massimo grado. Il grado in questo caso viene dato da Ascendente o Discendente o da tutti e due o dall'assenza di tutti e due. Mantiene il rigo senza Discendente e Ascendente avrà 10/10. Con 3/10 di Ascendente si avrà 7/10 di Mantiene il rigo. Con 2/10 di Ascendente e 3/10 di Discendente si avrà 5/10 di Mantiene il rigo. 96
Fig. 52
; scrittura ha 10/10 di Mantiene il rigo, perché è in linea orizzontale non Ascendente né Discendente ed è uguale nella direzione delle lettere.
Questo segno grafologico indica fermezza di carattere, indica disposizione a lottare per il trionfo della propria volontà. È un segno sostanziale della volontà. La forza della volontà ha un movimento orizzontale, perché è in linea orizzontale che si respingono gli ostacoli. Il lottatore si slancia orizzontalmente per resistere e per respingere l'avversario.
Fig. 53
Scrittura con 8/10 di Mantiene il rigo, perché scattante.
Prendi l'esempio della lotta materiale: se uno dei lottatori è più alto di statura, si abbassa per mettersi al livello orizzontale del più basso. Se non si mette al livello orizzontale del più basso non ha modo di osservare la destrezza della manovra del più basso e si pone in serio e certo pericolo di essere sconfitto. Non confondere la fermezza con la tenacia, questa significa attaccarsi a qualche cosa per non essere rimosso, quella invece indica padronanza delle proprie forze per essere superiore a ogni ostacolo. Grafologicamente la fermezza è indicata da Mantiene il rigo e la tenacia da Angoli B fino a 5/10. 97
Fig. 54
Scrittura con 7110 di Mantiene il rigo, perché ha qualche oscillazione scattante.
Con il segno Mantiene il rigo (almeno sugli 8/10) l'uomo diffìcilmente ride, la donna non ride mai. L'occhio è pensoso. L'uomo si piega solo davanti alla logica, oppure alle insistenze si può piegare «prò bono pacis», ma mettendo avanti tutte le sue riserve e se non viene tradita la natura della cosa. La sua fermezza può essere anche irragionevole, ma è sempre logica. Ecco la differenza dalla testardaggine. Tende a non avere preferenze. Davanti alle difficoltà si può applicare a lui: «Frangar, non flectar». Nella donna può essere che non ci sia la logica reale, ma c'è nella sua mente. Le altre manifestazioni sono le stesse.
Fig. 55 Scrittura con 8/10, Mantiene il rigo perché Contorta e Sinuosa.
> SEGNO 8° - SCRITTURA ASCENDENTE La scrittura Ascendente è quella che non mantiene il rigo, ma sale su di esso. L'occhio sperimentato in grafologia lo conosce con non troppa difficoltà, anche nella scrittura distesa su carta rigata. Perché difficilmente la tendenza all'ascesa sa mantenersi sul rigo, benché vi sia costretta da un tracciato.
Fig. 56
Fig. 57
Fig. 58
Fig. 59
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Questo segno ha la sua intensità o no, come gli altri segni. Esso viene a significare la tendenza a perfezionarsi nella propria sfera. Quando sorpassa i 5/10 di ascendenza, allora diventa il segno della tendenza alla presunzione. Un presuntuoso presume di sé. Può avere sicurezza di sé e non averla. Ciò dipende da altri segni, come si vedrà appresso. Ascendente nell'uomo ha manifestazioni di eccessività nel concetto e nella parola. Gesti di imperiosità e di minaccia che rimangono nelle parole, mentre nell'animo possono non esistere. Facile promessa al tempo dell'euforia senza darsi troppa preoccupazione se può o no mantenere; però non contro la sincerità. Presunzione di sapere, di fare, di ottenere. Mancanza facile di riflessione. Fare invadente e tendenze a far sentire a tutti le cose proprie. Apparenza di coraggio. E coraggio nei casi facili. Nella donne le stesse manifestazioni sono più accentuate e assumono una libertà che va fino a un certo libertinaggio. Per misurare l'ascendenza si distenda prima una linea retta che formi un angolo retto con il vertice superiore della pagina. A 5/10 di ascendenza è necessario che l'ultima lettera della riga si trovi a metà spazio tra una riga e l'altra. Si tenga presente che, quando tutta la riga ascende leggermente fin verso la metà e dalla metà in poi discende leggermente fino a tornare al livello di partenza, indica disposizione del soggetto a infervorarsi, ma a entrare poi nella considerazione, la quale lo fa ritornare alla calma di prima. Vedi la fig. 60.
Fig. 60
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Nell'atto può indicare che il soggetto, mentre scriveva quella riga, sentiva nell'animo l'entusiasmo o il fervore per ciò che esprimeva, e poi tornava ben presto alla calma. Al contrario quando tutta la riga discende leggermente fin verso la metà e dalla metà in poi ascende leggermente fino a tornare al livello di partenza, indica disposizione del soggetto ad affievolirsi, ma a entrare poi nella considerazione, la quale lo fa tornare alla forza di prima. Osserva la fìg. 61.
Fig. 61
La scrittura che discende fino a metà della riga e poi ascende indica quei caratteri che hanno un che di timore nell'intraprendere un'azione che esca fuori dell'ordinario, ma poi la intraprendono e riescono bene. Questi sono più stimabili di quelli indicati dalla scrittura che prima ascende e poi discende, perché hanno difficoltà a impegnare la loro parola, ma impegnata fanno di più di quello che hanno promesso, mentre quelli che prima ascendono e poi discendono hanno facilità di promettere e poi fanno fatica a mantenere la parola data e qualche volta hanno la spinta a non mantenerla. La scrittura che dopo una o due parole discende e poi seguita senza risalire è indice di entusiasmo iniziale e che si affievolisce quasi subito e procede poi in un modo naturale. Quanto al grado, se l'ascendenza o la discendenza va a invadere la riga superiore o inferiore, allora si avrà 10/10 di grado; se l'ascesa o la discesa arriva a metà dello spazio tra una riga e l'altra, si avrà 5/10 di grado. Così si computino tutti i gradi intermedi. E molto difficile che arrivi a 10/10. Quanto più il grado è forte, tanto più il soggetto viene condotto verso l'entusiasmo o l'aftievolimento. 101
^ SEGNO 9° - SCRITTURA DISCENDENTE La scrittura Discendente è quella che casca, che non mantiene il rigo, ma discende in basso, sotto il rigo. Questo segno grafologico è indice di debolezza morale, sebbene tale debolezza possa essere riparata da altri segni grafologici. È come una disposizione alla amoralità. La sensualità, in coloro che hanno tale scrittura, vince facilmente la regola della loro vita, quando le occasioni presentano delle trame molto semplici, così che non si possono dire seduzioni nel vero senso della parola. Discendente nell'uomo porta facile influenzabilità. Diffìcile resistenza davanti alla prepotenza e all'invasione. Facile accondiscendenza nelle proposte immorali sia di ordine sensuale che di ordine finanziario. Facile sdrucciolamento nella viltà di vario genere. Negli intrighi spinta alla preghiera tanto sacra come umana. Assume stati di smarrimento. Nella donna le stesse manifestazioni sono più accentuate e possono raggiungere stati ^di isterismo, di svenimenti, di assenze. E un segno grafologico sostanziale della volontà. Si noti che per essere segno determinativo della amoralità deve avere per compagno il disordine della discendenza nei diversi righi. Una riga, per esempio, discende e un'altra no. Oppure nella stessa riga la scrittura va su e giù. Vedi le figg. 62 e 63.
Fig. 62
Si badi bene che ci possono essere delle scritture discendenti non per se stesse, ma per falsa posizione della carta su cui si scrive. Questa falsa posizione della carta si conosce quando la scrittura manifesta molta regolarità in tutti gli altri requisiti di essa. Tuttavia anche questa specie di discendenza partecipa, sebbene in modo affievolito, della significazione di cui è indice la scrittura Discendente. 102
Fig. 63
Fig. 64 Scrittura che discende per falsa posizione della carta.
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Devi badare bene ancora al modo della discendenza. Se la scrittura discende solo in fine di riga ed è rimpicciolita di calibro, tieni per certo che la discendenza non è grafologicamente genuina perché la discesa è dovuta alla mancanza di spazio, oppure dal voler contenere nel breve spazio dato più di quello che lo spazio stesso possa contenere. Perché nel primo caso significa tendenza ad adattarsi alle circostanze, e nel secondo caso significa tirchieria fisica e morale. La vera discendenza grafologica deve cominciare dal principio della riea o ouasi.
Fig. 65 Scrittura Discendente per mancanza di spazio.
Per la scrittura che discende sul rigo vedi la fig. 66. Essa ha questa tendenza, sebbene non sia troppo spiccata.
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Per il grado massimo di Discendente vedi la fig. 67. Per misurare il grado di Discendente bisogna attenersi a questo a terio: se la fine della riga antecedente sta allo stesso livello del princip della riga seguente, allora avremo 10/10 di Discendente. La fig. 67 è i
esempio che calza a cappello; anzi in essa trovi che la fine della riga antecedente sta a un livello molto più basso dell'inizio della riga seguente. Se la fine della riga antecedente si trova a un livello che risponde alla metà dello spazio che intercorre tra l'inizio della riga antecedente e seguente, allora si avranno 5/10 di Discendente. Così via di seguito.
Fìg. 67
Scrittura, con 10/10 di Discendente.
Riguardo al grado delle scritture che indicano amoralità, cioè di quelle scritture che ora discendono ora ascendono sul rigo, devi attenerti a questo criterio. Se la scrittura mostra una certa accuratezza, come la seconda di fig. 63 scritta in tedesco, allora il grado è minimo e l'amoralità dipende più che altro da indecisione. Se invece la scrittura presenta, oltre alla capricciosità della discendenza e dell'ascendenza come nella prima fig. 63, anche del disordine, allora avrai il vero segno della amoralità, cioè del soggetto che non ha il sentimento della vera moralità. Quanto più la scrittura sarà disordinata e il discendente e l'ascendente saranno più accentuati, tanto più sarà intensa la tendenza alla amoralità. Per amorale voglio intendere colui che non sente la spinta della moralità. Quindi non è antimorale (immorale), ma resta in certo modo indifferente alla moralità o all'immoralità. Non sa dare l'importanza conveniente a un fatto morale o antimorale. I segni finalmente che riparano il significato del segno Discendente, sono - fra gli altri - la regolarità della scrittura, la stentatezza, l'arditezza e lo slancio, di cui tratteremo a suo luogo. La regolarità ripara in quanto chi è regolare tende alla considerazione, e perciò scende in certo modo all'esame. La stentatezza ripara perché, per se stessa, pone un indugio o parecchi indugi alla determinazione dell'atto. 105
L'arditezza ripara in quanto tende a tagliare e a rimuovere con una certa facilità la tentazione, la seduzione, ecc. Lo slancio ripara perché tende a togliere la densità del senso in quella data cessione o tentazione di cedere.
> SEGNO 10° - SCRITTURA SCIATTA La scrittura Sciatta è la scrittura sostanzialmente non curata. Ha gli assi e le lettere come cascanti ed è più forte il grado quando c'è una discendenza sul rigo più accentuata verso il termine della riga, e cresce anche di grado se nello stesso tempo è anche dilatata. Sembra che la mano non abbia la forza di tenere la penna come si deve. E una scrittura trascurata, trasandata. Si può rassomigliare all'incesso di un individuo che cammina da parecchie ore e che non abbia più la forza di comandare ai suoi piedi, i quali possono rassomigliare a due tronchi indipendenti dalle gambe. Vedi le fìgg. 68a e 68b. Sciatta si accentua quando spicca la debolezza delle aste e delle lettere in modo che sembra che non possano sostenersi da sole, il che da il segno flaccida.
Fig. 68a
Scrittura con 9/10 di Sciatta.
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Per il grado: se la scrittura oltre a essere trascurata è anche discendente, ciò che verrebbe ad accrescere la sciattaggine, allora si ha un grado superiore. Se invece mantiene il rigo allora sta in un grado medio. E un segno modificante dell'intelletto e della volontà. Indica sciatteria di pensiero cioè il pensiero e l'espressione di esso tendono a essere diluiti, fraseoleggiati senza necessità e in un modo cascante. Indica tendenza a fralezza di costumi, a cessione davanti alle richieste e insinuazioni disoneste e immorali altrui e alle tentazioni proprie. Su tutto questo il soggetto entra come in una specie di abbandono delle proprie facoltà. Costoro sono tipi petulanti. Questo per l'uomo. La donna con questo segno facilmente cade nel pianto e si serve di esso come di un'arma per vincere l'uomo. L'uomo con Sciatta ha manifestazioni amorali secondo la natura dell'ambiente. Può avere compiti di causidico spacciandosi per competente legale. Mezzano, sensale, in accaparramento di prestiti. Mandatario di cose losche. Da l'impressione di essere iettatore. Guarda principalmente al suo emolumento materiale, senza guardare i mezzi. È sordo a tutte le cose spirituali e vi ride sopra con leggerezza. Manifestazioni trasandate tanto nel morale quanto nel fisico. La donna quando è giovane va soggetta a cessioni sensuali. Ride sguaiatamente. Per lo più attira per la sua leggerezza. Quando è vecchia può diventare bigotta mescolando Dio con il diavolo, facendo da mezzano in imbrogli di matrimoni. Secondo l'opportunismo fa da moralista e da immorale. Si tenga presente di non confondere Sciatta con Disordinata perché la Disordinata esclude la Disuguaglianza metodica, mentre Sciatta può andare d'accordo. Q Ragione scientifica. - Mantiene il rigo: volontà ferma - Discende sul rigo: debolezza di volontà - Ascende sul rigo: volontà che cresce nel decorso - «Sale e scende»: amoralità. Dobbiamo, innanzitutto, dare delle nozioni sulla volontà. La volontà è quella facoltà con la quale noi ci determiniamo a piegarci verso una cosa o a rifuggire da essa. Questa facoltà non può non spingersi verso il bene universale. Da tale sua tendenza viene che la volontà si può spingere verso il male fisico o morale, ma sempre sotto l'aspetto di bene. In alcuni atti della volontà l'appetito sensitivo non ha parte alcuna circa l'oggetto. Infatti la volontà può determinarsi all'amore della giustizia, della verità: cose che non possono, così astratte, essere certamente oggetto del senso. Tutti gli psicologi materialisti non guardano che gli atti della volontà nei quali concorre il corpo, quasi non esistano che questi, ma ciò è falso. Ci basti ciò lasciando il resto ai filosofi.
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Qualunque teoria si adotti tra anima e corpo, esiste certo un legame strettissimo tra la vita psichica e l'attività cerebrale e nervosa. Fra le tante cose che non si sanno, c'è ancora questa: «Non si è ancora chiarita la questione se l'istinto sia legato al cervello». Flourens aveva già mostrato che l'ablazione di questi sopprime l'istinto della nutrizione e quello sessuale... Ma, d'altra parte, gli istinti si manifestano anche molto nettamente in esseri nei quali gli emisferi del cervello non hanno alcuna importanza (istinto di nutrizione nei neonati). E dunque probabile che movimenti istintivi possano provenire dai centri inferiori dell'encefalo. Il volere, invece, negli atti imperati, cioè in quelli che riguardano il corpo e i suoi sensi, è legato al cervello, e circa l'oggetto e circa ciò che si chiama mezzo di esecuzione. I fenomeni volontari non possono non essere associati alla conoscenza e al sentimento, in quanto «nihil volitum quin praecognitum», cioè, niente nella volontà, se prima non è passato per la conoscenza; e la nostra conoscenza ha l'oggetto dai sensi, benché poi l'oggetto venga universalizzato per mezzo dell'intelletto; per mezzo dei sensi viene presentato all'intelligenza. Se il passaggio della volontà (o meglio dei processi fisiologici che le corrispondono) nelle vie motrici è interrotto per una ragione qualsiasi, allora cessa la facoltà di eseguire la volizione, benché nulla manchi alla volontà stessa. Nei casi meno gravi di afasia (o meglio agrafia) in cui non vi è cecità verbale, il malato ha la parola sotto gli occhi e tenta di riprodurla, ma la scrive erroneamente, e non è capace, malgrado tutti gli sforzi, di correggere gli errori (Hoeffding, Saggio dì una psicologia basata sull'esperienza - Psicologia della volontà). L'esperienza ci insegna che quanto più la sensazione è forte, cioè quanto più cresce la passione, tanto meno la volontà si trova libera. Sotto la pressione di una passione che tragga seco tutti i nostri sensi, l'uomo entra come in uno stato ipnotico. Fechner (riportato da Hòffding, Le.) ha notato che, nella percezione volontaria dei fenomeni esterni, la tensione si porta verso l'organo sensoriale che compie la parte principale, mentre nell'azione della memoria e dell'immaginazione si ritrae interamente dagli organi esterni e prende la forma di una contrazione della pelle del cranio, di una pressione che si eserciti dall'esterno su tutta la testa. Allorché l'attenzione (seguita Hòffding) è fortemente tesa — sia su oggetti esterni, sia su rappresentazioni — i muscoli del corpo sono anche più o meno interessati; il cammino si arresta, la respirazione è trattenuta, lo sguardo diventa fìsso e lo stato generale può, in seguito alla concentrazione, dare l'impressione di un'estasi (Le., p. 107). Che la volontà abbia bisogno dell'intelligenza, si vede bene nel paragone tra i bambini normali e i bambini idioti. Questi ultimi solo con un'educazione speciale e penosa possono arrivare ad apprendere l'uso dei loro organi sensoriali e motori. Anche nei più deboli gradi, dice Th. Escherich (riportato da Hoeffding), l'idiota è facilmente riconoscibile dalla mancanza di sguardo propriamente detto e di atteggiamento fìsso del corpo; la mancanza di sguardo si esprime in alcuni idioti con una fissità senza vita, in altri con un roteamento feroce degli occhi; la mancanza di atteggiamento prende in alcuni la forma di un'inerzia e di una pigrizia persistenti, con una tendenza a dare alle parti del corpo un movimento uniforme di oscillazione e di rotazione, in altri prende quello di una perpetua agitazione e di un lavoro senza scopo delle braccia e delle gambe.
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Th. Escherich fa vedere che l'educazione costante può riuscire a correggere questi idioti. Da questo si conclude che la correzione ha luogo nei movimenti psichici, ciò che vale quanto dire che l'uomo è perfettibile; e non lo potrebbe essere se non avesse la libertà, perché non può la perfezione aderire alla personalità se questa personalità non l'accoglie: accoglierla è un atto libero. Accenniamo soltanto a questa problema, perché non appartiene a noi, ma ai filosofi. Di più: non tutte le volontà sono della stessa forza. Ci sono di quelle — sempre restando nello stato della natura innata - che hanno la tendenza a ottenere lo scopo a qualunque costo. Ci sono di quelle che talmente si accalorano nell'azione che traggono cento, mentre si erano prefisse di ottenere uno. In questa trasgressione di limiti può entrare in gioco la perfezione personale e la pretenzione, o la spinta di soverchiare gli altri, ecc. Ce ne sono di quelle deboli, e ce ne sono di quelle che vogliono e disvogliono, avendo, per conseguenza, nelle loro azioni l'impronta della amoralità. Da che cosa dipende mai questa quadruplice forma o modalità di volontà? Dipende forse dalla diversa conoscenza dell'oggetto, su cui si porta la volontà? Certo che la conoscenza, più o meno adeguata, deve avere una preponderanza eccezionale sulle decisioni della volontà. Sappiamo inoltre, per esperienza, che ci sono uomini di forte intelligenza e di immaginazione viva che hanno, specialmente su certi oggetti, una volontà debolissima. È noto l'antico adagio: «Vedo le cose migliori, le approvo, eppure scelgo le peggiori». Sappiamo, sempre per esperienza, che la meditazione su una cosa, la meditazione semplicemente contemplativa, resta nelle regioni tranquille dell'ideale. Perché la cosa meditata ci muova ad agire deve entrare nella parte affettiva, deve accenderci d'entusiasmo, deve mandar fiamme. Ora l'affetto, l'entusiasmo, la fiamma è del senso affettivo e della volontà. La conoscenza, per se stessa, è lucente, ma è fredda. L'idiota non è solamente una luce intellettiva che appena vive, ma è anche una fiamma quasi spenta, un cervello che appena si muove, un complesso di muscoli quasi senza contrazione, per causa di una volontà che è priva di forza a far scattare i centri nervosi e per far circolare nel corpo gli umori della vita psichica. In un'azione dell'uomo vive tutto l'uomo e in quell'azione ci deve essere l'impronta di tutta la personalità. Se due forze che devono avanzare parallele non sono equilibrate fra loro, il loro avanzamento è ritardato, dato che debbano avanzare per un principio unico. Per un atto della volontà in cui è impegnato anche il corpo, se la conoscenza, le parti anatomiche, i fenomeni della vita non concorrono affinchè la volontà giunga all'intendimento, la volontà non può arrivare all'intendimento proposto, benché possa restare ferma nel volerlo, con un estremo sforzo, come ci insegna l'esperienza. C'è dunque la volontà che ottiene l'intendimento a qualunque costo. Questa volontà, naturalmente, ha al suo servizio un'intelligenza che non si offusca dal fumo dei sensi, cioè non si fiacca nel procedere per la sua via; e deve avere tale forza da non piegarsi agli umori che circolano per il corpo, cioè deve avere il corpo obbediente alle sue prescrizioni, usando, magari, degli ammennicoli per aiutare il corpo a obbedire. Ecco un bambino bello e pieno di vita. Egli ha l'uso spigliato dei suoi organi sensoriali e motori. Gioca alla palla, al calcio, alle boc110
ce, ecc. Ha la mira giusta, e salta e sguscia e si divincola in modo meraviglioso. E l'immagine della volontà che sa superare gli ostacoli. Quando la sua azione deve tenere una via retta, vi si lancia come un proiettile, avendo tesi, per questo, i muscoli ed esercitandoli secondo quanto richiede la natura dell'azione che sta compiendo. Quello che è importante osservare è che nel procedere su un piano per raggiungere un limite, sia correndo o semplicemente procedendo, i suoi muscoli sono tesi sino alla fine, per cui forma nel procedere una linea retta, spingendo il corpo innanzi, tenendo i pugni stretti, lo sguardo attento, serrati i denti. Se ha la tendenza a compiere in tal modo le azioni, sia lottando nel vero senso della parola o no (qualunque azione è sempre una lotta, in quanto si debbono vincere le resistenze che si oppongono), nel distendere la scrittura non può fare a meno di andare in linea retta e quindi di mantenere il rigo. Ecco perché la scrittura che mantiene il rigo indica tendenza a una volontà forte e costante. Non si dice che queste volontà non possano cedere alle resistenze opposte, altrimenti sarebbero determinate, ciò che è contrario all'esperienza, ma si dice solo che hanno la tendenza a essere forti e costanti, perché hanno tutto ciò che si richiede, e in modo equilibrato, per essere tali. C'è la volontà che cresce di forza nel decorso. Si prenda l'esempio di una ruota che giri, del motore dell'automobile, di un filo metallico che oscilli. Il suono di una ruota che gira lentamente, e così del motore dell'automobile che corra pian piano, è un suono cupo; quanto più cresce in velocità tanto più acuto diventa il suono. Il filo metallico quanto più è tirato, tanto più alto squilla. Così quanto più un muscolo è in contrazione, tanto più si sposta in alto, perché raccorciandosi con la contrazione, si eleva. Provatevi a stringere il pugno e vedrete l'avambraccio spingersi in su nell'atto dello stringimento, per quanto cerchiate di tenerlo teso in linea retta. Così deve essere la scrittura. L'avambraccio di colui che ha una volontà, la quale tende a rafforzarsi nel corso dell'opera, deve tendere a sollevarsi e quindi la scrittura distesa dalla mano di tale avambraccio deve tendere a salire sul rigo. Il salire deve essere progressivo e lento perché, se il salire è accentuato, allora indica una forza imponderata che non misura il valore della lotta. Se due si stringono la mano fortemente per misurare le loro forze, crescono in intensità nella stretta a poco a poco, perché altrimenti la misura non sarebbe forse possibile. Perciò la scrittura che sale sul rigo arditamente, quasi sfacciatamente, è indice di una volontà non ponderata, ma di una volontà che si chiamerebbe prepotente, la quale, non tenendo poi troppo conto degli ostacoli, potrebbe perdere tutta la sua forza. Il volo di Icaro a un fatto poetico, ma è anche un fatto scientifico. Abbiamo detto sopra che quanto più la sensazione è forte, tanto meno è forte la volontà. Ed ecco le volizioni del terzo tipo. Gli umori circolano in abbondanza per il corpo, l'attenzione è trasportata sopra l'oggetto della passione, i centri inibitoti si rilasciano, i muscoli si infiacchiscono e la volontà perde la sua forza. Questo è il processo dei caratteri deboli. Il muscolo del braccio e della mano, rilasciandosi, si abbassa tanto quanto si rilascia. Ecco il perché della scrittura discendente sul rigo, la quale è indice della debolezza innata della volontà. Si badi che il discendere sul rigo deve avverarsi naturalmente senza che la riga debba discendere per forza. Ili
Ci sono, finalmente, di quelle volontà volubili che vogliono e disvogliono e per questo ora son forti e ora sono deboli. Ciò che acquistano con la forza, lo perdono con la debolezza; e hanno la perdita ancor più grande della perdita di colui che è semplicemente debole, perché il debole sta già nella sua debolezza, mentre l'altro ci cade dalla fortezza. Se si considera bene, il debole sente la natura della moralità e piange quando non ha forza per tenervisi; l'altro avrebbe la forza di tenervisi, ma ne sdrucciola per una causa che non ha ragione di esistere, e perciò non sente la natura della moralità. Per questo è amorale. Quindi la scrittura che ora mantiene il rigo e ora ne discende (può essere che qualche volta salga anche sul rigo) è la scrittura della amoralità.
> SEGNO 11° - SCRITTURA LARGA DI LETTERE La scrittura Larga di lettere è quella che si estende orizzontalmente in proporzione della sua altezza. La figura più larga in proporzione della sua altezza è il circolo. Ora la scrittura che ha la larghezza del circolo avrà 10/10 di Larga di lettere. Per la gradazione la cosa per se stessa non è affatto difficile, poiché delle lettere (specialmente o e a) e delle loro derivate (occhielli delle g, q, ecc.) si misura l'altezza e questa sarà il denominatore, poi si misura la larghezza e questa sarà il numeratore. La a che presento a fìg. 69 è di dieci millimetri lunga e sei millimetri larga, sicché avrà 6/10 di Larghezza di lettere.
I principianti debbono misurare tutte le o e a di un brano di scrittura e misurare tutte le loro derivate e delle misure tirare fuori la media tanto del numeratore come del denominatore. La media del numero in rispetto al denominatore sarà il grado di Larghezza di lettere di quella data scrittura. Se il denominatore è più piccolo di mm 10 o più grande, si deve tirar fuori sempre la proporzione con il numeratore. 112
Per ovviare a qualunque inganno su questa misurazione — siccome le o, le a e derivate alle volte presentano una discrepanza spiccata e direi immisurabile — è bene, in questi casi, misurare le m e le n in questo modo: su due zampine di queste lettere al vertice superiore si fa con la penna un piccolo cappello curvilineo in modo che le due zampine diventino una a (vedi la fìg. 70). Si osservi il cappello delle m e delle n indicato da una freccia.
Fig. 70
Si misura così l'estensione verticale delle m e delle n e l'estensione orizzontale. La misura della larghezza orizzontale in proporzione di quella verticale darà la misura della Larghezza di lettere. Questa misurazione, tuttavia, non è possibile quando le m e le n sono sgraziate e sgraziatamente distese sul rigo. Così pure quando le o e le a hanno un'estensione orizzontale sproporzionata rispetto alla loro altezza, di modo che la larghezza è di molto superiore all'altezza, allora la larghezza farà l'ufficio dell'altezza, cioè da denominatore, e l'altezza farà l'ufficio della larghezza, cioè da numerato re. Vedi la fìg. 71.
Fig. 71
Un altro criterio necessario per la misurazione della Larghezza di lettere è il seguente: per il denominatore è necessario misurare le estremità esterne dell'altezza verticale (o, nell'ultimo caso, della larghezza orizzontale) delle lettere e per il numeratore è necessario misurare le estremità interne della larghezza delle lettere. Sicché se prendi due o (come nella fìg. 72) della medesima estensione verticale e orizzontale, ma una ha uno spessore più forte, questa sarà di grado minore circa la Larghezza di lettere. 113
Ancora bisogna notare che in alcune scritture le o e le &, specialmente in fine di parola, sono completamente chiuse e rassomigliano a un punto. Queste sono misurabili come tutte le altre. Osservandole si vede chiaramente l'altezza e la larghezza che corrispondono, guardate con una lente, alle misure delle altre. I principianti si muniscano di lente e osservino la larghezza e l'altezza ingrandite. Vedi la fìg. 73.
Adopera questo criterio anche per la scrittura minuta o minutissima. Si badi di non andare all'eccesso matematico nel constatare la Larghezza di lettere di una data scrittura. Bisogna guardare non una sola o, una sola <2, una sola e, ecc., ma bisogna guardarle in complesso in una scrittura e fare un computo sulla loro larghezza complessiva, cosicché è d'uopo tener conto di quella larghezza che prevale. In grafologia è necessario fuggire sempre dalla pedanteria, la quale è nemica di un retto esame psicologico e quindi di un retto esame grafologico. Usciamo, dunque, dalla matematica rigorosa e riferiamoci alle esigenze della psicologia, pur tenendoci alle misure date sopra. Si tenga conto della diversità del sesso, perché la donna ha, per sua natura, la scrittura meno Larga di lettere di quella dell'uomo. Quindi la donna intellettivamente vale meno dell'uomo e questo senza esser accusato di antifemminismo. 114
Dobbiamo avvisare anche che ci sono di quelli che, sapendo la nobiltà del significato di questo segno, cercano di storpiare la loro grafia, forzandola ad avere una Larghezza di lettere non naturale. Ciò si apprenderà a conoscere con l'esercizio. Questo segno grafologico indica direttamente larghezza e profondità di intelligenza, larghezza e profondità della parte affettivo-attiva e distinzione formale e spiccata delle forme somatiche, sì che l'individuo di cui la scrittura è Larga di lettere si riconosce subito a prima vista. Nell'uomo porta impronta di assennatezza, di superiorità, di allontanamento da tutto ciò che può avere sapore di frivolezza. Ma questo allontanamento può essere vero come fittizio, perché è un allontanamento prodotto dall'orgoglio. Infatti questo segno in un grado superiore, congiunto con un grado almeno medio di Intozzata 1° modo, è indice di orgoglio. Molto più se è congiunto con Mantiene il rigo e con Ponderata. Ha manifestazioni di comparsa intellettiva. Nella donna porta alle stesse manifestazioni, ma più accentuate. E un segno sostanziale dell'intelletto e indica la quantità intellettiva, non la qualità. La Larghezza di lettere significa, come abbiamo detto, profondità intellettiva come Curva significa profondità di sentimento. Ma come Curva oltre gli 8/10 significa debosciatezza morale, così Larga di lettere quando sorpassa qui 8-9/10 indica debosciatezza intellettiva. Quando la profondità intellettiva è troppo forte, si può dire che invade ogni campo intellettivo, sicché le qualità non hanno possibilità di manifestarsi. Sicché in molti casi vale più una qualità spiccata in un'intelligenza media, che un'intelligenza forte senza qualità spiccate. Quindi in ogni intelligenza bisogna osservare principalmente la qualità. Di solito chi ha una quantità intellettiva eccezionale (circa 9/10) manca di qualità spiccate e distinte. In un intelletto quantitativamente superiore avviene come in una vasca che ha vari cannelli di scarico. Ma l'acqua che si riversa dentro la vasca è tanta da non potersi contenere nella stessa vasca nonostante che i cannelli funzionino. In questo caso l'acqua esce dai cannelli, ma quella che straripa rende inutile e insignificante l'azione dei cannelli. Ci può essere però qualche caso straordinario di un'intelligenza quantitativamente e qualitativamente massima: allora lo sbocco avviene per mezzo delle qualità proporzionate. Non si confonda la profondità intellettiva e quella affettivo-attiva con l'acutezza di cui tratteremo in appresso. La profondità scopre la verità intellettuale e affettiva tutta quanta, mentre l'acutezza va alla verità come l'ago della siringa. Per spiegarci meglio: l'intelligenza profonda 115
scava la verità; l'intelligenza acuta non scava, ma tenta la verità nascosta, perché tale verità, per difendersi, abbia a manifestarsi. Perciò l'intelligenza acuta arguisce sempre e con l'arguire apprende la verità e, a volte, anche più raffinatamente dell'intelligenza profonda, in quanto ha lavorato di più e nulla ha appreso se non con un controllo, quasi direi, petulante. Questo è un segno coefficiente della sostanzialità personale. Essendo un coefficiente, non può da solo essere indice di una personalità umana nella sua sostanza. I grafologi, forse per questo motivo, non hanno veduto l'importanza di questo segno grafologico. E forse anche perché questo segno indica solo profondità d'intelligenza, ecc., la quale profondità, per altro, ha bisogno, per mettersi in opera e sentire l'eccitamento della ricerca della verità, di altre doti, delle quali sono indici altri segni, perché la disposizione alla profondità, lasciata da sola, non si sveglia facilmente e chi ne è munito facilmente si getta in una specie di poltroneria, per cui tale profondità resta inerte e nascosta. Questi altri segni sono: — Mantiene il rigo; - almeno 3, 4, 5/10 di Aste in linea retta; — scrittura non sciatta, ma un po' dinamica. Se non ci sono questi segni, viene il torpore. I grafologi principianti è bene si muniscano di decimetro millimetrato per misurare le proporzioni dell'altezza e della larghezza delle lettere; e di una lente per rendere tutte le scritture più ingrandite. Osserva gli esempi da fìg. 74 fino a fìg. 79.
Fig. 74
Scrittura con 3/10 di Larga di lettere.
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> SEGNO 12° - SCRITTURA ACUTA Per scrittura Acuta si deve intendere quella che manifesta angoli acuti ai vertici inferiore e superiore delle lettere, e sia poco estesa orizzontalmente. Scrittura Acuta dunque è necessario che abbia l'appuntimento ai vertici inferiore e superiore ma nello stesso tempo non sia più Larga di lettere di 4-5/10. Se fosse più larga entrerebbe nel concetto di Larga di lettere quantunque abbia degli appuntamenti. Questo segno grafologico indica acutezza d'intelligenza e sottigliezza in tutto, anche di sentimento. La sottigliezza forma il sentimento come munito di punte per preservare il proprio Io. L'acutezza d'intelligenza porta a sottilizzare in tutto, quindi ad arguire. E un segno sostanziale della volontà e dell'intelletto. 118
Chi ha il segno Acuta congiunto con il segno Disuguale metodicamente, di cui tratteremo appresso, è nella parte estetica più distinto, compito, elegante e, in scienza, ha più finezza di uno che ha i segni Larga di lettere e Disuguale metodicamente. Un che di trascuratezza può andare congiunto con l'intelligenza profonda (Larga di lettere), che non cura le esteriorità, ma non con l'intelligenza acuta, che è più studiata a causa del suo Io più sensibile e più accessibile al timore di vulnerabilità. Tuttavia l'acuto è facile che, in tale studio, cada nel ridicolo. L'estetica esteriore è sempre più studiata dall'acuto che dal profondo. Se si deve stare insieme, convivere, si sta meglio con il profondo che con l'acuto: ma per attirare simpatie, per piacere in conversazione, è più adatto l'acuto, specialmente se entra in campo il segno Sinuosa; però l'acuto piace di primo acchito, mentre, se la conversazione si protrae, piace di più il profondo. Perché il profondo diretto dall'introspezione conserva sempre il rispetto verso degli altri; mentre l'acuto, solleticato dall'acccttazione delle sue arguzie, sdrucciola nel disturbare le suscettibilità altrui. Per chiarire meglio il mio pensiero riporto un fatto, di cui lo studioso mi deve scusare per l'apparente banalità che presenta. Un grosso e quieto cane lupo del borgo della Repubblica di San Marino veniva pacatamente in città. Un piccolo cane signorile incominciò ad accanirsi contro quello con insistenza petulante. Il cane grosso in sulle prime non lo curò, ma poi, forse per liberarsi da quel fastidio, alzò una gamba e lo spruzzò proprio sugli occhi. Il piccolo cane cominciò a guaire come se colpito a morte. L'altro seguitò quieto sulla sua strada. Il cane grosso rappresenta l'intelligenza profonda, il cane piccolo l'intelligenza acuta. Il buffone appartiene agli acuti. Il buffone però che riproduce semplicemente gli altri nella voce, nei gesti, ecc. è sempre di intelligenza minore e minima, perché coglie dettagli materiali che colpiscono i sensi e non va al significato direttamente psicologico di tali dettagli. Le sue impressioni sono sensitive e non intellettive. Acuta ha altre manifestazioni. Nell'uomo porta alla contraddizione e al gusto della contraddizione. La contraddizione nell'acuto è come colui che ha preso l'abitudine dello stupefacente. Ha manifestazioni di somma esigenza con gli altri e lui vuole essere considerato, servito, assecondato. Vuole ragione anche se non l'ha, inducendo il motivo del rispetto per la maggiore età, la condizione, ecc. Ha manifestazioni di tecnica matematica senza sentimento. Ride sulle manifestazioni sentimentali e non le concepisce. Ha manifestazioni ciniche. E portato all'ironia, al sarcasmo, al ridicolo, a trovare la parte ridicola e vulnerabile dell'avversario e a rifuggire dalla consistenza dei vari argomenti in una discussione. Ha manifestazioni di vendetta sotto aspetto di giustizia, di regolamento, di 119
assestamento. Può avere delle gelosie di testa, arrivismi, adulazioni formate in modo tecnico. E diffidente, ma può cadere in ingenuità sbalorditive. Per difendersi può diventare viscido attaccandosi ad ammennicoli e cose inconsistenti. Nelle relazioni sessuali può avere delle frigidità relative. Può avere delle manifestazioni pederastiche più in senso attivo che passivo. La donna ha le manifestazioni come sopra; però è frigida e facilmente sterile. Critica, censura, compone adulazioni. Ha pretesa di essere acuta in osservazioni, capacità di conseguire lauree, esibizioni di esse, pur mostrandone un certo sprezzo. Tende a non avere i riguardi voluti dal suo sesso. Capisce tutto lei e ha capacità di far commedie e di imbastirle a spese altrui. Diffìcilmente tali donne sono religiose, perché vanno a cercare di essere rare e distinte. Se esistesse una materia da renderle uniche, si appliglierebbero a quella. Vogliono parità di diritti con gli uomini e ne pretendono di maggiori. Tanto l'uomo quanto la donna con questo segno appartengono a quei tipi che comunemente si dicono nevrastenici. Sono non facilmente trattabili. Per la graduazione di questo segno attienti al criterio seguente. Se gli angoli al vertice superiore e inferiore delle a, delle o e derivate sono appuntiti e formano l'angolo inferiore a 15 gradi, allora puoi dare 10/10 di Acuta. Osserva le lettere di fìg. 80.
Fig. 80
Non essere rigorosamente matematico, perché allora ti allontanerai dalla malleabilità della psicologia. Osserva a fìg. 81 le scritture che hanno intorno a 9/10 di Acuta. Se gli angoli sono sui 15 gradi, allora l'Acuta avrà 9/10; se sui 30 gradi avrà 7-8/10. Osserva le figg. 81 e 82. 120
Fig. 81
Fig. 82
A fìg. 82 l'angolo è di 15, di 30 e di 45 gradi, perciò l'Acuta può avere intorno a 7/10, facendo cioè la proporzione. Sotto i 30 gradi, e specialmente sotto i 45 gradi di angolo, cioè se ci avviciniamo ai 60 gradi, è molto difficile e quasi impossibile che si diano angoli appuntiti all'uno e all'altro vertice. Se mai si desse appuntimento ai due vertici a 45 gradi, allora l'Acuta non potrà avere più di 6/10. Ci sono delle scritture che presentano un solo angolo acuto al vertice, specialmente inferiore. In questo caso se l'angolo al vertice inferiore non è oltre i 30 gradi, allora la scrittura data avrà 5/10 di Acuta. Se è superiore o sui 45 gradi non entra più nel concetto di Acuta. Entra invece nel concetto di Larga di lettere. 121
Fig. 83
Scrittura con 5/10 di Acuta, perché con un solo angolo al vertice inferiore e non superiore.
Ci sono finalmente delle scritture che hanno intorno a 30 gradi di angolo, ma non sono appuntite. Queste si può dire che facciano capolino nel campo della scrittura Acuta, ma certamente sono riguardo ad Acuta sotto i 5/10. Vedi la fìg. 84.
Fig. 84
Come conseguenza di quello che abbiamo detto degli Angoli A e B, è chiaro che tali angoli quando sono sopra i 5/10 vengono a essere i coefficienti del segno Acuta, perché allora specialmente gli Angoli B devono essere appuntiti. Il segno Acuta, per essere segno di normalità, deve avere per compagno il segno Larga tra parole per lo meno sui 4/10, perché il segno Acuta 122
porta per se stesso al ragionamento del quale il segno è Larga tra parole, perché senza ragionamento Acuta sarebbe un controsenso e perciò segno di anormalità, in quanto sarebbe un ragionamento di contraddizione senza ragionamento, che vale quanto dire senza criterio. Porterebbe a quella anormalità psichica che si chiama schizofrenia, cioè dissociazione di pensiero.
^ SEGNO 13° - SCRITTURA IRTA La scrittura Irta è quella che in tutte le aste sia superiori che inferiori si estende come il capello non domabile. Questo segno è la stessa scrittura Acuta portata al massimo grado. Per il grado: se questo segno va congiunto con il segno Secca in modo accentuato, allora arriva ai 10/10 di Irta come nell'esempio di fig. 85a.
Fig. 85a
Rassomiglia a un fascio di capelli irsuti. Indica assalto intellettivo e morale, assalto di lotta intellettivo e morale tanto con se stesso che con gli altri. L'assalto da l'impressione di versamento di sangue procurato con arma tagliente e appuntita. Chi ha scrittura Irta non sta nella via di 123
mezzo, ma si caccia o nell'esaltazione o nella depressione e passa dall'una all'altra in modo repentino. Tale tipo vede tutto nero. Il pessimismo è il risultato diretto.
Fig. 85b Scrittura di Nietzsche.
Se il segno Secca non è così forte allora può decrescere di qualche grado. Come la scrittura di Nietzsche della fìg. 85b. È un segno sostanziale tanto dell'intelligenza quanto della volontà, del sentimento. Indica per la parte intellettiva un'intelligenza che ha la mania della contraddizione, nella quale prova un gusto indicibile. Può su questo arrivare a essere un genio con la probabilità e quasi direi la certezza di coltivare l'errore tanto è il gusto che prova di contraddire. Poi prova i rimorsi di coscienza che tuttavia non riescono a farlo ritornare nella resipiscenza, ma ad accentuarlo maggiormente nella contraddizione. Tipi di tal genere sono inarrivabili per giurisprudenza civile e anche penale, per cogliere la parte vulnerabile dell'avversario, per imbarazzare, per giocare di furberia e per dilettarsi del successo ottenuto. Assieme a tutto questo hanno tutti i contorni e tutti i sollecitanti per lo scopo: quindi gelosie, invidie, suscettibilità, permalosità, testardaggini, ecc. Anche nelle manifestazioni è un'accentuazione di Acuta. Chi ne è affetto può sdrucciolare nella disperazione, perché con facilità gli altri si allontanano da lui essendo bisbetico. Digerisce male, soffre di insonnia, di emicrania. Può prendere il vizio di essere morfinomane o di essere cultore di stupefacenti, ecc. 124
O Ragione scientifica di scrittura Larga di lettere (intelligenza profonda), Acuta (intelligenza acuta). — Con tante esperienze fatte e con tante analisi grafologiche compiute, questi due aggettivi di «profonda» e di «acuta» dati al sostantivo «intelligenza» sono spesso usciti dal nostro labbro e dalla nostra penna. » Con l'aggettivo profonda abbiamo voluto designare quell'intelligenza che va sino alla radice della verità e se la pone nuda davanti allo sguardo. E abbiamo voluto significare anche il modo con il quale l'intelligenza profonda va alla radice della verità. Come colui che vuole sradicare una pianta per trapiantarla, scava la terra all'intorno, cerca di mantenere intatte tutte le barbe e non si contenta finché non ha tirato fuori nette fin le ultime radici; così l'intelligenza profonda va alla verità, ne mette a nudo tutte le radici, per trapiantarla tutt'intera nella mente. Quanto più riesce in quest'opera, tanto più profonda la si deve considerare e chiamare. Possono sorgere e scatenarsi i diversi venti delle contraddizioni per abbattere la verità così trapiantata: essi non riescono a muoverla dalle sue radici. L'intelligenza profonda grafologicamente ha per indice la scrittura Larga di lettere, cioè la lettera che per se stessa si estende orizzontalmente. La figura, in geometria, più larga è il circolo, che si estende tanto verticalmente quanto orizzontalmente. Così la scrittura che si estende orizzontalmente in ragione della sua altezza verticale, viene a significare l'intelligenza profonda. Quanto più si avvicina in larghezza alla sua altezza verticale tanto più indica profondità di intelligenza. Si ponga mente che non basta che un'intelligenza sia profonda per manifestare la sua profondità, ma ha bisogno di tante altre cose che sono come mezzi per i quali l'intelligenza profonda si manifesta tale. I mezzi, gli ammennicoli vengono espressi da altri segni grafici. L'intelligenza acuta viene a significare quella che prende la verità non tutta intera, ma che tormenta la verità, facendone come degli assaggi; e così le viene a strappare ora l'una ora l'altra parte. Si vede bene che l'intelligenza acuta perviene alla verità con l'arguire. Onde è come l'emula della profonda e tormenta questa, perché la verità è appunto nella profonda; o meglio, tormenta la logica della profonda, perché la logica della verità sta nella profonda come nella sua sede. L'acuta, inoltre, arrivando a possedere la verità e avendo molto lavorato per arrivarvi, la tiene assai stretta, quasi temendo le venga a scappare. Per cui l'intelligenza profonda, per se stessa è generosa; l'acuta non tende alla generosità, ma a una certa avarizia, considerata bene la nota psicologica della sua situazione. Onde colui che ha intelligenza acuta, nel vero senso della parola, come noi l'abbiamo spiegata, ha le modalità dell'avaro. In grafologia abbiamo che lo stesso segno vale a designare l'intelligenza acuta e l'atteggiamento dell'avarizia, in quanto l'intelligenza acuta arguisce e lotta per acquistare la verità. Si attenda che l'avarizia completa è complessa e ha bisogno della combinazione di più segni grafologici. Dobbiamo notare che ci sono diversi, indefiniti gradi tanto nella scala dell'intelligenza acuta, come nella scala dell'intelligenza profonda e che non è facile trovare un'intelligenza che sia semplicemente acuta. Questa osservazione è di massima importanza per potere scoprire la ragione 125
psico-fisiologica dei segni grafologici che sono indice dell'intelligenza profonda e dell'acuta. Per procedere con sicurezza e con chiarezza, dobbiamo metterci davanti agli occhi della mente l'intelligenza estremamente profonda e l'intelligenza estremamente acuta, cioè quella che non ha nota alcuna di profondità. Siccome la profonda è quella, come abbiamo già accennato, che va sicura alla verità, non subisce, naturalmente, nessuna scossa di avidità intellettiva, nessuna scossa di novità (eccetto solo quando la novità scatta fuori del tutto imprevista), nessuna scossa da nuovi possessi; o meglio, subisce quella scossa pacata e appena percettibile, che è propria della ponderazione. La verità resta come ammaliata da questa intelligenza cui, senza quasi andarsene, cede i propri segreti. Figuratevi che l'intelligenza profonda faccia dei gesti. Siccome non ha raccorciamenti di muscoli (che sono effetto di contrazione istonica, come viene chiamata in fisiologia) o, se ne ha, sono di minima entità (parlo della contrazione volontaria dei muscoli), ne viene che il muscolo non forma abitualmente, quando è mosso, un angolo acuto, ma una curva o un angolo molto smussato. Questo concetto si apprenderà meglio studiando la contrattilità del muscolo nella persona dell'intelligenza acuta. Di più: i lati dell'angolo tendono ad allontanarsi, sicché se una penna venisse applicata a questo muscolo in contrazione, si vedrebbe che la linea formata dalla contrattilità del muscolo si allarga orizzontalmente. Ora noi abbiamo dalla grafologia, come abbiamo fatto veder sopra, che l'intelligenza veramente profonda ha Larghezza di lettere, cioè le lettere, prese in se stesse, si estendono orizzontalmente con curve per le lettere che le comportano o con angoli appena percettibili. Ecco l'accordo perfetto tra la fisiologia e la grafologia. In un capitolo a parte, noi tratteremo della sicurezza intellettiva e allora spiegheremo meglio quello che si riferisce alla profondità dell'intelligenza. E si conoscerà quanto sia l'accordo tra la grafologia, la psicologia e la fisiologia. Dobbiamo qui, quasi a mettere sott'occhio l'armonia tra la parte intellettiva e morale, aggiungere che l'intelligenza profonda, veramente profonda, non può fare a meno di essere altruista nel retto senso della parola, perché l'egoismo è una deficienza dell'intelligenza che non vede la verità nella sua vera entità. E l'altruismo è molto meno affetto dalle contrattilità dello spirito e conscguentemente dei muscoli, per cui ancora una volta emerge l'accordo tra la psicologia, la fisiologia e la grafologia. Si tenga sempre presente che noi trattiamo dell'intelligenza nella sua tendenza nativa, cioè sortita da natura. • L'intelligenza acuta non essendo mai completamente (il completamento si deve prendere nell'ordine della defettibilità dell'intelligenza umana, ciò che si deve dire anche dell'intelligenza profonda) in possesso della verità, ma essendo di conseguenza in disposizioni tali da temere che la parte di verità appresa non le abbia a scappare o, meglio, a esserle contrastata o rapita, mette il sistema nervoso centrale in condizioni tali da inviare ai muscoli spessissimi impulsi, sicché la contrattilità produce scosse muscolari succedentisi senza tregua e mette il soggetto nell'abitudine degli impulsi e della contrattilità delle scosse muscolari. Da ciò vie126
ne, in prima, che l'intelligenza acuta eccita il muscolo a formare angoli acuti, perché quanto più frequenti sono le scosse, tanto più stretti sono gli angoli formati dalla contrazione isometrica. Gli angoli si vengono a manifestare ai vertici superiore e inferiore, come appare chiaro. Ora la grafologia ci insegna che l'intelligenza acuta, come abbiamo già visto, ha per segno grafologico la scrittura acuta, cioè con angoli acuti specialmente nelle a, nelle o e nelle lettere simili a queste, come negli occhielli delle g, e delle e, ecc. L'intelligenza acuta, per se stessa, è portata a un che di avarizia nel non cedere facilmente i frutti delle sue ricerche, in quanto essi le sono costati molto lavoro. Ora uno dei segni dell'avarizia è appunto la scrittura acuta. L'intelligenza acuta ha molte e spesse contrattilità, onde le contrattilità dei muscoli non solo formano l'angolo acuto ai vertici superiore e inferiore, ma di più una contrattilità è molto vicina alla sua antecedente: per cui si ha una strettezza accentuata fra l'una e l'altra contrattilità. E la grafologia ci insegna che dell'avarizia è indice la scrittura Acuta e Stretta tra lettere: ciò comporta che tra una lettera e l'altra ci sia pochissimo spazio (vedi scrittura Larga tra lettere). Si guardino le due scritture delle figg. 83 e 84 per vedere quale sia la scrittura con Larghezza tra lettere. Circa la parte somatica, siccome l'intelligenza profonda ha le contrattilità dei muscoli non spesse, ne viene che l'onda muscolare non si esplichi ad angolo acuto, ma curvo. Ora questo atteggiamento dei muscoli si deve manifestare in tutti i muscoli della persona d'intelligenza profonda, perché dalla fisiologia sappiamo che la modalità della contrattilità di un muscolo si ripercuote per tutti i muscoli. Onde ci deve dare nei muscoli non angoli acuti, ma curvi. Ne viene quindi che la modalità della contrattilità di un muscolo si ripercuote per tutti i muscoli. Ne viene quindi che la parte somatica dell'intelligenza profonda deve darci una palpebra non in abituale contrazione o in contrazione minima, e perciò lontananza tra la palpebra superiore e l'inferiore, ciò che da l'occhio calmo e aperto. Ci deve dare contrazione minima e posata nei muscoli della faccia, e perciò viso calmo e come spianato. Così si parli di tutti gli altri muscoli. Ci deve dare una parola che ugualmente emetta le sillabe, non a sbalzi, non come tenuta tra i denti, purché ciò non venga da altre cause per la contrazione dei muscoli facciali, ecc. L'intelligenza acuta, invece, per la continua contrazione, ci deve presentare come dei muscoli raccartocciati, perché il raccorciare porta seco un che di raccorciamento. Perciò ci deve dare spalle come arcuate, dita non flessibili, ossa nodose specialmente alle congiunture, viso come increspato, occhio non troppo aperto, parola contenuta tra i denti, voce con un che di aspro, mandibole alquanto pronunziate, ecc. Si ricordi sempre che è difficile che si dia un'intelligenza veramente acuta, come è difficile che se ne dia una veramente profonda. Noi ne abbiamo fatto unav separazione netta per fare meglio intendere la ragione fisiologica e psicologica. E da notare, infine, che l'acuta ha il suo valore in quanto, qualche volta, per la paziente analisi, ottiene qualche risultato in particolare, che può recare luce anche all'intelligenza profonda e può anche superarla. L'intelligenza profonda corre pericolo, per la grande simpatia che suscita, di abusarne con l'ingannare gli altri per allacciarli ai propri intendimenti. Tende a salire in superbia e a voler scrutare anche ciò a cui non arriva la mente umana; 127
l'intelligente profondo si guardi da tutte queste cose, perché, se non se ne guardasse, potrebbe diventare lo zimbello anche degli uomini poco intelligenti. L'intelligenza acuta corre pericolo di covare in cuore l'invidia, la gelosia, la vendetta e la calunnia, tendenze che non hanno bisogno di essere confutate, perché sono mostruose nella loro medesima natura.
> SEGNO 14° - SCRITTURA LARGA TRA LETTERE La scrittura Larga tra lettere è quella nella quale le lettere di una medesima parola sono distanti fra di loro. Per misurare la Larghezza tra lettere bisogna andare avanti con questo criterio: se fra una lettera e l'altra si possono scrivere due o, due a, due e della stessa altezza e larghezza di quelle della scrittura data, allora si avrà 10/10 di Larghezza tra lettere. Si badi che le due o, le due a, ecc. debbono occupare tutto lo spazio che si trova tra una lettera e l'altra. Si noti anche che si debbono prendere e interporre quelle o e quelle a che sono comuni nella scrittura data e non qualcuna che si scosti dal comune e dall'ordinario. Se tra una lettera e l'altra si potrà porre soltanto una lettera, nel modo come è detto sopra, allora si avranno 5/10 di scrittura Larga di lettere. I gradi intermedi si possono giudicare con il criterio dato. Osserva le fìgg. 87 e 88. Si badi di tener conto anche della Larghezza di lettere ordinaria e comune alla maggior parte delle parole. E questo per spiegare meglio quanto abbiamo detto sopra.
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La scrittura Larga tra lettere è indice di generosità intellettiva e affettivo-attiva se sta sopra i 5/10; se sta nei 5/10, allora indica giustezza intellettiva e affettivo-attiva; se sta sotto i 5/10, indica avarizia intellettiva e affettivo-attiva. Tanto più indica generosità, quanto più si eleva al grado massimo; tanto più indica avarizia, quanto più si abbassa al grado infimo. Quindi è un segno sostanziale dell'intelligenza e della volontà.
-Hf.
Fig. 88
Scrittura con circa 9/10 di Larghezza tra lettere.
La generosità intellettiva è diametralmente opposta alla sofisticheria e indirettamente all'ipercritica. La sofisticheria si può considerare come un'avarizia dell'intelligenza, perché si aggrappa a ragioni che in realtà non esistono. E deficienza intellettiva. L'ipercritica ha un ragionamento eccessivo, nuota nell'abbondanza dei ragionamenti che possono esser anche errati. È una mancanza intellettiva di discrezione. La generosità affettivo-attiva da l'espansione, l'affettività spontanea, l'entusiasmo, l'amore sotto le diverse forme: familiari, sociali e individuali. La generosità affettivo-attiva e intellettuale è cosa bellissima, ma per se stessa eccede, e in quanto eccede può cadere in una forma smodata. Per esempio, la passione sensuale scaturisce dalla larghezza accentuata tra lettere. L'ammissione di ragioni in una questione che dovrebbero per se stesse essere contraddette scaturisce parimenti dalla Larghezza tra lettere o, meglio, la Larghezza tra lettere ne è l'indice. Si badi di non confondere la generosità con la bontà, benché la generosità sia più confacente alla bontà che alla parte contraria, perché si può essere generosi anche con l'intenzione di esserne in qualche modo ricompensati, mentre la bontà, in se stessa, non tende ad altro che a effondersi a bene altrui. La bontà, infatti, non ha lo stesso segno della generosità. 129
Nel grado accentuato: nell'uomo porta alla prodigalità di mano, di giudizio, di ideazione, di concessione. Non per questo è altruista ma espansivo, perché l'altruista è necessariamente espansivo quando c'è bisogno di esserlo, altrimenti è economico in tutto se è vero altruista. Per sé l'altruismo è giudizioso, l'espansione è per se stessa senza giudizio. Nella donna porta facile chiacchiera e a credere che questioni intricate si possano sciogliere con facilità. Facilità ad accogliere una cosa nuova con tendenza a scacciare chi volesse esaminarla e a credere alle parole melate cadendo perciò facilmente in inganno. Questa non è certo donna di consiglio. In genere sono tipi ottimisti e si interessano di tutto per il buon andamento. Nel grado medio (5/10) si hanno tipi oggettivi senza entusiasmi esagerati e senza pessimismi esagerati, ma rispondenti all'oggettività e alle necessarie precauzioni. Quindi ottimi per consiglio, per soluzione di questioni intricate. Sono riservati se questo segno è accompagnato da Ponderata. Così nell'uomo e nella donna. La donna manifesta attitudini domestiche, benignità seria che ispira rispetto in tutti i familiari. Sotto i 5/10, tanto nell'uomo che nella donna, più ancora nella donna, si ha manifestazione di sentimento avaro in tutto. E il contrario della prima specie. Espongono scuse per non prestarsi a favori e aiuti in cui vengano a dare del proprio. E l'egoismo del baco che si rinchiude nel bozzolo.
Fig. 89 Scrittura con circa 5/10 di Larghezza tra lettere.
Questa Larghezza tra lettere è come un coefficiente della scrittura Curva, benché, lo ripeto, non sia la medesima cosa. La scrittura Stretta tra lettere è indice di avarizia intellettiva e affettivo-attiva, benché per avere l'avarizia genuina sia necessario che la scrit130
tura sia secca, come tratteremo appresso e della quale la strettezza tra lettere è un coefficiente. L'avarizia intellettiva, come abbiamo detto, porta seco direttamente la sofisticheria, indirettamente l'ipercritica. L'avarizia affettivo-attiva porta seco la grande cura dell'Io e di tutto ciò che appartiene alla proprietà personale. Debbo far notare che la Strettezza tra le lettere ha quasi sempre per compagna la Strettezza di lettere. E psicologicamente chiara la cosa: la sofisticheria e l'avarizia non possono albergare facilmente in un'intelligenza che sa sollevarsi sulle ali dello spirito. Osserva la fig. 90. Le diverse specie della generosità intellettiva e affettivo-attiva sono determinate da altri segni grafologici, come ho spiegato nel mio trattato Grafologia pedagogica. Osserva gli esempi delle figg. 88 e 89.
> SEGNO 15° - SCRITTURA CON LETTERE ADDOSSATE La scrittura con Lettere addossate consiste in un avvicinamento esagerato tra due lettere minori. Questo segno si avvera nelle scritture più frequentemente di calibro minuto, meno frequentemente di calibro medio. Se si avvera in quelle di calibro alto non entra più nel significato grafologico di Lettere addossate. Il grado dipende dalla frequenza. Questo addossamento si deve avverare qua e là. Se fossero tutte addossate entrerebbe nel segno Stretta tra lettere. Se qualcuna soltanto delle lettere minori è addossata, l'inten131
sita del segno sta sotto i 5/10. Se frequentemente si avvera, allora sta sopra ( 5/10. E un segno sostanziale dell'intelletto e della volontà. Oltre a significare strettezza di petto, per quanto si riferisce alla parte somatica, viene a significare psichicamente apprensione intellettiva e del sentimento. Sicché se il soggetto deve parlare al pubblico o deve concepire un concetto nuovo, ha un che di inceppamento ideologico e affettivo. Infatti questo segno indica difficoltà di respirazione fìsica, la quale, di conseguenza, si versa sulla «respirazione» intellettuale e affettiva. In conseguenza pratica, tipi di questa specie vanno soggetti a tristezze inspiegabili, a melanconie, stranezze di umori.
Con Lettere addossate, specialmente in grado superiore, tanto l'uomo che la donna sono facili alla suscettibilità. Parlano come quando uno ha freddo sulle articolazioni della bocca, specialmente la donna è portata a concetti pessimistici circa gli altri e a dare risposte pungenti. Tanto l'uomo che la donna non danno ascolto e poi tendono ad avvilirsi per le difficoltà che incontrano. Tutto questo fino all'età di 35 o 36 anni; dopo tale età formano un proprio ambiente nel quale si casellano con determinate abitudini, da cui non escono e alle quali si attengono sì da eseguirle inappuntabilmente, di modo che se non possono farlo in quella data ora le fanno in un'altra.
SEGNO 16° - SCRITTURA PROFUSA
La scrittura Profusa è quella che si estende verticalmente e orizzontalmente, ma più orizzontalmente che verticalmente. Onde è necessario, per avere scrittura Profusa, che qua e là tra una lettera e l'altra possano scriversi due o tre lettere della forma e del calibro della scrittura data e che si estenda verticalmente. E un segno modificante della volontà. 132
La scrittura Profusa è indice di grande espansione, è come un eccesso della Larghezza tra lettere. Questa espansività si manifesta con ogni sorta di estroversismo, con una generosità che non guarda al proprio sacrificio, con un entusiasmo che in un modo e in un altro, presto o tardi, supera tutti gli ostacoli per il raggiungimento di un fine prefisso. Con Profusa, tanto l'uomo che la donna tendono allo scialacquamento di pensiero, di affetto, e materiale. Lo scialacquamento, bisogna tenerlo presente, è la noncuranza e il disprezzo di tutte quelle cose che servono a cementare l'unione e l'assistenza reciproca. Lo scialacquatore consuma la roba propria e quella altrui alla rinfusa, senza badare al mio o al tuo, con faciloneria sfacciata. Non mette proporzione tra il fine e i mezzi per ottenerlo; per esempio, può ottenere una cosa che vale cinquanta lire, ma ne spende cento per ottenerla, ecc. Mangia e beve abbondantemente cibi che riempiono e bevande che inebriano. Poi nelle proprie necessità corporali non tiene conto delle convenienze. Sono tipi da orge. Inoltre tendono alla faciloneria nel dare giudizi di ordine intellettuale e di ordine morale. Sono facili alle parole banali, a discorsi lubrici, a fare proposte immorali all'altro sesso. Sono trasandati nel camminare, nel vestire. Tendono al floscio. E sono piuttosto sporchi. Hanno sudore puzzolente. Non hanno il senso della distinzione. Facili alle promesse e a non mantenerle. Sono capaci di essere mandatari di vigliaccherie e si prestano per opere di lenocinlo. Sono tipi antimorali e hanno quasi il gusto dell'antimoralità. Possono prestarsi a dirigere case malfamate. Si addormentano a gambe larghe. Non hanno rimorsi di coscienza. Chiacchieroni, pur di dire qualche cosa, inventano. Da bambini la fanno a letto almeno fino a cinque o sei anni come i pigri. Amano la vita beata e gustano il sonno. Da ragazzi sono intriganti, danno fastidio agli amici mettendo questioni, accusano i compagni anche per cose non vere, vanno a rubare frutta. Non amano lo studio. Il pessimismo è il contrario di quello di cui è indice Profusa. Per il grado tieni presente: quando la scrittura si estende verticalmente sopra il calibro medio e si possono incastrare quando due quando tre lettere della stessa forma e calibro, allora avrai 10/10 di Profusa. Se si possono incastrare soltanto due lettere, avrà intorno a 8/10 di Profusa. Se si può incastrare una sola lettera, avrà intorno a 6-7/10 di Profusa. Quando la scrittura è di calibro medio, e vi si possono incastrare quando due quando tre lettere, allora avrai 8/10 di Profusa. Quando vi si possono incastrare due lettere, avrai 6-7/10 di Profusa. Se una lettera e mezzo, avrai 5/10 di Profusa. 133
Il calibro medio si ha quando la scrittura si estende verticalmente intorno a due millimetri e mezzo o tre scarsi, cioè si estende più orizzontalmente che verticalmente. Ora osserva la prima scrittura di fig. 92. Essa ha i due requisiti spiccati con calibro sopra il medio e larghezza tra una lettera e l'altra (qua e là) da poterci incastrare due lettere abbondanti dello stesso calibro e della stessa estensione orizzontale. Perciò questa scrittura avrà 9/10 di Profusa.
Fig. 92 Scrittura con 9/10 di Profusa.
La scrittura di fig. 93 è di calibro superiore al medio e tra una lettera e l'altra potrai incastrare una lettera e mezzo, perciò essa avrà 7/10 di Profusa. La scrittura di fig. 94 è poco, anzi pochissimo, superiore al calibro medio e in media non vi potrai incastrare se non una lettera e mezzo, perciò essa non ti potrà dare se non 6/10 di Profusa.
- U*^' Fig. 93 Scrittura con 7/10 di Profusa.
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Fig. 94
Scrittura con 6/10 di Profusa
Fig. 95
Scrittura con 5/10 di Profusa, perché di Calibro medio e vi si può incastrare una lettera o una lettera e mezza.
La scrittura Dilatata è la stessa Profusa sopra i 10/10, cioè tra una lettera e l'altra si possono incastrare più di due lettere dello stesso calibro della scrittura data. La Dilatata può mantenere il rigo e non mantenerlo senza uscire dal concetto di Dilatata, ma assumendo il concetto o di fermezza se mantiene il rigo o di debolezza se scende sul rigo. Questo è un segno modificante della volontà e dell'intelletto. E indice di vaporosità di azione, di pensiero e di sentimento. E espansione accentuata e non troppo curante delle convenienze, delle finezze e simili. E un'esagerazione di Profusa. Nella donna viene a essere un segno che indica assenza o quasi assenza di moralità, come Ascendente, Discendente, ecc. La differenza delle due amoralità sta in questo: la Dilatata specialmente Discendente porta la amoralità senza contrasti; mentre l'altra amoralità ha una certa forma di contrasto, per cui il soggetto non ha limpida la forza di distinguere. In certo modo la Dilatata porta una amoralità attiva, l'altra passiva. 135
Q Ragione scientifica di Larga tra lettere e Profusa. - C'è un passaggio psicologico tra l'assoluta considerazione di sé e l'oblio assoluto di se stessi. Si tratta di una sostituzione di motivo. E, per aprirci la via a quanto vogliamo trattare, vediamo un poco di penetrare, sotto i suoi diversi aspetti, questo motivo. Noi non siamo soli, ma ci sono gli altri. Questi altri hanno dei diritti e dei doveri come li abbiamo noi. Gli altri hanno la potenza di aiutarci nei nostri scopi, come noi abbiamo la potenza di aiutare gli altri. Se diamo di più di quello che pretendiamo di ricevere, allora entriamo nel campo della generosità, la quale appunto consiste nel riconoscere e nel volere che il nostro dato ad altri sia più di valore di quello che riceviamo da altri. Se diamo di meno di quello che pretendiamo di ricevere, allora entriamo nel campo dell'egoismo illecito per difetto, il quale egoismo è tanto più forte quanto è minore quello che vogliamo dare e maggiore quello che pretendiamo di ricevere. Si tenga sempre davanti allo sguardo che io parlo di tendenza presa in sé. Noi constatiamo quattro specie generali di relazioni fra gli uomini. 1. Ci sono di quelli che cercano solo il proprio interesse e danno uno per ricevere cento. Essi formano la classe degli individui a cui appartengono gli usurai nel più stretto senso della parola. Ora l'usura è un coefficiente certo dell'avarizia. 2. Ci sono di quelli che hanno la tendenza (parliamo sempre di tendenza innata) a dare uno per ricevere uno. Questi sono i giusti per tendenza, i quali tuttavia possono ispirare un che di antipatia per la loro pedante impeccabilità. 3. Ci sono poi di quelli che tendono a dare cento e pretendere uno o nulla. 4. Ci sono finalmente di quelli che tendono a dare senza giudizio, senza considerare nulla, che tendono a dare a profusione, a sprecare senza motivo, che tendono a mettere cento dove si richiede uno. Sono differenti da quelli della terza classe (è bene ripeterlo) perché quelli, se danno e pretendono uno o nulla, è perché vedono che il cento è bene collocato, che è richiesto dalla necessità o dall'utilità di chi riceve; questi, invece, tendono a sprecare, a profondere senza necessità, senza utilità. Ora appigliamoci prima a ciò che immagina la fantasia circa queste classi; poi ne scruteremo la mimica secondo le esigenze della psicologia. Sono stato molto a contatto con i ciechi e ho avuto agio di studiare praticamente il loro stato psicologico. Dite a un cieco: come ti raffiguri un colore vivissimo che offende la vista? Egli vi risponderà che lo raffigura a un vento impetuoso che mozza il respiro. Dite a lui: come ti raffiguri il colore che sia il risultato di parecchi colori? Vi dirà che se lo raffigura come un'aura piena che gli riempie i polmoni e lo fa respirare appieno. Dite a lui: come ti raffiguri il colore nel quale la vista si posi a suo agio e non risenta delle scosse, ecc.? Vi risponderà che se lo raffigura come un venticello che non si fa sentire e che tuttavia ti fa star bene. Dite finalmente a lui: come ti raffiguri il colore che è quasi oscurità, come quando, cioè, la notte domina dall'alto? Egli vi dirà che se lo raffigura come lo zeffìro penoso nell'estate quando pare non possa prender posto nello spazio, per cui si respira a mala pena.
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Noi circa la rappresentazione materiale del sentimento ci troviamo simili al cieco nei confronti dei colori. Onde applicando il concetto del cieco al caso nostro, abbiamo che il colore vivissimo rappresenta l'esagerato, lo scialacquatore; il colore in cui la vista si posa a suo agio, ci rappresenta la giustizia del sentimento; e il colore che è quasi oscurità ci rappresenta l'avarizia. Ora noi sappiamo che quanto più la luce è forte, tanto più lontano effonde i suoi raggi. Cosi, naturalmente, quanto più il sentimento si espande, tanto più va lontano sino a oltrepassare i confini dovuti e questo sentimento così fatto non può fare a meno di obbedire al suo impulso. Se il sentimento, meglio, ha la tendenza ad andare oltre i confini dovuti, tale disposizione la comunicherà ai muscoli, perché il sentimento è quello che impera e darà la propria spontaneità a tutti i movimenti spontanei dell'individuo su cui posa. Se il sentimento avrà tendenza a correre sempre là dove sente un gemito, dove vede luccicare una lacrima, dove sente emettere un sospiro, dovrà espandersi non oltre, ma secondo il bisogno, secondo l'economia voluta dall'ordine. Avrà quindi disposti i muscoli secondo tale espansione. Se il sentimento avrà la spontaneità a dare secondo la misura dell'avere, si terrà in se stesso e adoprerà la misura non del bisogno, ma del merito nel termine «ad quem», cioè darà secondo la moneta che sborserà chi deve avere. Per cui procederà con un metodo uguale per tutti molto compassato. Se il sentimento, infine, sarà tanto ristretto da volere e ricevere molto, tutto, e nulla o poco dare, si chiuderà, si stringerà in se stesso e tirerà fuori appena la branca per rapinare e poi si stringerà di nuovo in se stesso per tenere forte ciò che ha rapinato. Perciò, volendo ora riferirci al movimento del braccio e della mano intenti a tracciare la propria scrittura, avremo che lo scialacquatore, siccome nei movimenti dei muscoli ha un'espansione oltre il bisogno, deve avere una scrittura che si espande. E come si espande? Due possono essere le espansioni della scrittura: in linea orizzontale e in linea verticale. Le lettere, dunque, e le parole scritte dallo scialacquatore debbono innalzarsi e debbono estendersi orizzontalmente. E come ciò se non facendo intercedere un grande spazio tra l'una e l'altra lettera, se non facendo delle lettere grandi, se non facendo in fine di parola dei ricci con slanci a mo' del gesto dello spavaldo? Ecco la ragione e il significato della scrittura Profusa. Nel generoso c'è la stessa espansione dello scialacquatore, ma è un'espansione non esagerata, perché il generoso non spreca, quantunque dia di più di quello che debba dare. Da di più; ma colui che riceve, riceve tutto, e nulla si versa fuori del recipiente. Onde i muscoli del generoso hanno movimenti lati in linea verticale e orizzontale. Sicché, nello scrivere, i suoi muscoli seguono lo slancio dello scialacquatore, ma in modo moderato e, sarei per dire, ragionato. Quindi non ha svolazzi di ricci, non ha esagerazioni di grandezza e di Larghezza tra lettere. Nel giusto i movimenti sono tutti ragionati, senza eccessi né difetti di sorta. Parola ponderata, sguardo (si ricordi sempre che parlo di tendenza naturale o innata) attento, né troppo mobile, né troppo lento, sorriso appena abbozzato, riservato. Gesto non lato, non accorciato, ma regolato secondo le esigenze e, direi, impeccabile. Tutto ciò il giusto osserva anche nella scrittura: media di altezza, Larga di
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lettere secondo le esigenze della grafia stessa. Ora la grafìa è regolare quando c'è tanto spazio tra una lettera e l'altra, sì che ci si possa collocare una lettera della stessa specie. L'egoista avaro, finalmente, per tendenza naturale deve avere movimenti ristretti, quasi per timore di farne spreco. E naturale che abbia tale anche la scrittura. Onde tra una lettera e l'altra ci sarà tanto spazio quanto basti appena per distinguere una dall'altra lettera. Ecco la ragione scientifica, del resto suffragata da centinaia di migliaia di casi.
>> SEGNO 17° - SCRITTURA LARGA TRA PAROLE La scrittura Larga tra parole è quella che presenta una distanza considerevole tra una parola e l'altra. Questa definizione è molto facile a comprendersi. Per avere il grado massimo è necessario che tra una parola e l'altra, cioè in ogni spazio, ci si possano mettere otto lettere (le o, le a e le derivate) della scrittura data, senza nessuna larghezza fra loro, cioè attaccate le une alle altre. Per avere 5/10 di Larghezza tra parole è necessario porre tra una parola e l'altra quattro lettere della data scrittura, strette tra loro in modo, come abbiamo detto sopra, da comporre 0/10 di larghezza tra loro. Osserva la fig. 96.
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Questo segno grafologico, segno sostanziale dell'intelletto, è indice di tendenza a critica, a ragionare su tutto. Debbo far osservare, perché si comprenda bene il significato di questo segno, che quando c'è sproporzione tra la Larghezza di lettere e la Larghezza tra parole, allora si ha una critica esagerata, si ha cioè l'ipercritica. Per esempio, se la scrittura da 5/10 di Larghezza di lettere e 10/10 di Larghezza tra parole, allora appunto si ha l'ipercritica. Scrittura con Larghezza tra parole, più forte spiccatamente della Larghezza di lettere, e piccola (che non sorpassi il calibro medio) è indice di tendenza all'ipercritica, facilità all'esaurimento nervoso in tutti i campi. Quanto più è piccola, tanto più cresce in intensità la tendenza sì da ridurre il soggetto in una casa di salute. Perché la tendenza a voler distinguere troppo un oggetto dall'altro apporta un lavoro che affatica enormemente le facoltà mentali, dalla quale fatica il soggetto, sentendone il gusto, prova difficoltà a separarsi, o meglio a moderarla, seguendo l'oggettività delle cose. Tutto questo avviene perché il lavoro dell'ipercritico, sebbene riguardi una cosa esterna a lui pure, non è estroversivo ma introversivo, e va perciò a conturbare le facoltà mentali volendole dilatare più di quello che possono essere dilatate. Scrittura Larga tra parole come sopra, ma alta, è indice non di ipercritica ma tendenza e abilità all'organizzazione, senza pericolo di esaurimento nervoso, in quanto il risultato non è introversivo ma estroversivo. Naturalmente per l'organizzazione sono necessari altri segni, specie il Disuguale metodico. In sintesi, chi ha scrittura piccola, ha la finezza dell'osservazione che può andare all'eccesso e ridursi alla minuziosità, quindi a gonfiare sempre più l'attività mentale fino a farla scoppiare. Invece chi ha scrittura Alta e ha la tendenza eccessiva al ragionamento, tende a sfogarla gettando lontane tutte le proprie attività, mentale e materiale. Questa ipercritica può riversarsi solo sulle cose altrui, oppure sulle altrui e sulle proprie. Ipercritica nelle cose altrui è propria di quegli individui che hanno sempre da ridire, da aggiungere, correggere, porre ostacoli a tutto quello che altri fanno. L'ipercritica sulle cose proprie riguarda quegli individui che sono incontentabili. Si versa solo sulle cose altrui quando c'è una Strettezza accentuata tra lettere, cioè non arriva a 5/10, e sulle altrui e sulle proprie quando, almeno, si danno 5/10 di Larghezza tra lettere e mancanza di fluidità. Osserva le figg. 97 e 98. Dobbiamo anche fare osservare che gli uomini sommi in politica hanno tutti Larghezza tra parole. Per essere sommi, però, debbono avere anche Larghezza di lettere. 139
Fig. 97
Scrittura con critica sulle cose altrui, perché c'è molta Larghezza tra parole e Strettezza di lettere.
Nella seguente scrittura (fìg. 98) c'è giustezza tra lettere, ma mancanza di fluidità.
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Fig. 98
Scrittura con critica sulle cose proprie e altrui, 'ié giusta tra lettere e mancante di fluidità.
Nella fìg. 99 c'è un che di stentatezza, ma appena visibile, e c'è qualche volta Strettezza tra lettere. Nella scrittura a fìg. 100 c'è Strettezza di lettere, ma non stentatezza. Per approfondire meglio questo segno, è necessario soffermarci sui requisiti dell'autocritica. L'autocritica può essere giusta, difettiva ed eccessiva. 140
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Fig. 99 Scrittura con stentatezza appena visibile e qualche volta con Strettezza tra lettere.
Fig. 100
Scrittura con Strettezza di lettere senza stentatezza.
- L'autocrìtica giusta richiede: 1) scrittura Larga tra parole, 2) scrittura Parca, cioè senza ricci (ne tratteremo in appresso) e un che di Austera (anche di questo segno tratteremo in appresso). Osserva a fìg. 101 la scrittura di Cavour. In essa ci sono i tre requisiti detti sopra.
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Fig. 101
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— ^autocritica che pecca per difetto deve avere: 1) Larghezza tra parole (se non c'è questa larghezza allora il soggetto non entra nell'autocritica); 2) Intozzata 1° modo. Questo segno Intozzata 1° modo, che è indice di comando, di ambizione, porta a cercare dei sotterfugi per difendere il proprio Io e per suscitare delle adulazioni. Vedi a fig. 102 la scrittura dell'ex ministro di Inghilterra George.
Devo far notare una cosa molto importante circa l'equilibrio nella Triplice larghezza di lettere, tra lettere e tra parole. L'eccessiva Larghezza di lettere in proporzione della Larghezza tra le lettere e tra parole può non turbare l'equilibrio dell'intelligenza. Per esempio, l'artista puro non ha bisogno della Larghezza tra parole, perché non è necessario che sia critico per essere artista. L'eccessiva Larghezza tra parole, rispetto alla Larghezza di lettere e tra lettere, turba in realtà l'equilibrio dell'intelligenza, in quanto la spinta al ragionamento e alla critica, in questo caso, non viene sorretta da proporzionata forza di intelligenza. Cosi anche l'eccessiva Larghezza tra lettere in proporzione della Larghezza di lettere e Larghezza tra parole viene parimenti, sebbene in modo diverso, a turbare l'equilibrio dell'intelligenza, in quanto sfocia in una generosità non sorretta e non regolata dalla forza dell'intelligenza e del ragionamento.
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Per l'equilibrio vero dell'intelligenza nel rispetto alla Larghezza tra lettere, il grado deve essere di 5/10, perché né eccede, né difetta di giustezza di giudizio. Per questo osserva la fìg. 104. Per l'eccessività di Larghezza tra parole in proporzione della Larghezza di lettere e Larghezza tra lettere, osserva le fìgg. 97 e 103.
Fig. 104 Scrittura con 5/10 di Larga tra lettere, giustezza di giudizio.
— ^autocritica eccessiva richiede: 1) Larghezza tra parole eccessiva (per la ragione detta sopra); 2) non Fluida, e molto più se c'è anche Austera. Ma il segno principale è non Fluida. Vedi la fìg. 49. Allo studioso tutto si renderà più chiaro quando avrà appreso bene il segno Fluida. Con Larga tra parole, tanto l'uomo che la donna nel vestito e nei movimenti hanno una distinzione che non corrisponde alla realtà. Parlano sentenziando e danno interpretazioni che in realtà sono personali, ma le fanno comparire come cose scientifiche di alto valore. Amano intrecciare le cose di difficoltà. Hanno spiccata l'autostima. Anche in famiglia sono singolari. Non schiamazzano, ma esortano in modo pesante, con una delicatezza studiata in modo che colui che riceve l'esortazione sente di rigettarla. Non lasciano libertà di azione e di giudizio. Per esempio, se sono professori o esaminatori, sono attaccati alle regole scolastiche formate da loro, sicché bocciano colui che legittimamente e bene se ne scosta. Pretendono rispetto nella loro persona, pensieri e sentimenti, e verso gli altri invece fanno da superiori; verso i superiori hanno rispetto teorico, perché in realtà mormorano e si danno alla detrazione specialmente se vengono toccati nella stima e nelle sostanze. Nei cibi non sono abbondanti, ma piuttosto ricercati. Criticano tutto e danno giudizi su quello che viene riferito sulle persone pubbliche (persone di 143
governo, il parroco, ecc.). Sono piuttosto rigidi verso i familiari. Amano la lode e sentirsi dire che sono incorruttibili, esatti nel dare e nell'avere, che sono inflessibili nell'educazione dei figli, ai quali non danno confidenza. Non si può dire che siano puliti e ordinati, però hanno l'apparenza della pulizia e dell'ordine. Tendono alla parsimonia in tutto. La donna può avere queste distinzioni: vuole comandare in famiglia, vuole che la figlia prenda quel marito che essa stessa propone. Vuole il marito sottomesso e gode un mondo se esso riscuote fiducia. È rigida nei costumi, nell'educazione, in tutto ciò che ha sentore di pedagogia. Nell'infanzia sono tipi molto ordinati e diligenti. Vanno ben preparati agli esami. Temono le brutte figure. O Ragione scientifica del segno Larga tra parole. — Non ci dilunghiamo sulla ragione scientifica per analogia della Larghezza tra lettere, perché la cosa è molto facile a essere concepita. Che il ragionamento sia per similarità o per contiguità poco importa. Certo però che chi ha la tendenza speciale al ragionamento ha anche la tendenza innata a dividere una cosa dall'altra, affinchè ogni cosa manifesti distinta la sua individualità. La mente del ragionatore stacca, astraendo, con una specie di gusto di dividere, ciò che è essenza da ciò che è accidentalità in una cosa, ciò che è permanente e immutabile da ciò che è fuggevole; e divide l'uno dall'altro con una divisione netta e ben decisa. Ecco la ragione per cui la Larghezza tra parole è il segno della tendenza al ragionamento su tutto, il segno della tendenza alla critica. Ma perché lo staccamento tra parole e non tra lettere è il segno della critica? Perché la lettera, per se stessa, non forma una unità, che chiamerei graficamente sussistente, ma la lettera è come una parte che richiede altre parti per formare l'unità. Ora il ragionatore mette insieme le parti di una cosa emerse dalle sue analisi, come appunto si mettono insieme le lettere a formare una parola. Il ragionatore non sarebbe tale se non congiungesse insieme tutti quei requisiti che sono necessari a formare una cosa. Ecco perché la larghezza deve esistere tra parole per il vero ragionatore o critico. Ci basti questo per far intendere allo studioso la ragione scientifica, per analogia o per similarità, della Larghezza tra lettere.
^ SEGNO 18° - SCRITTURA LEGATA Consiste nella linea orizzontale che parte dal termine della parola antecedente e si lancia in modo più o meno spaziato all'inizio della pa-
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rola seguente. Si distingue dal Riccio del soggettivismo in quanto il Riccio del soggettivismo deve avere la detta linea orizzontale alla base della lettera e in modo compassato, mentre la linea del segno Legata può stare alla base della lettera oppure alla sommità o a metà, e deve essere condotta come uno slancio. Vedi le figg. 105 e 106.
Questo segno indica tendenza e abilità per la logica intellettiva e morale. La logica, secondo questo segno, deve essere spiccata nel soggetto tanto che sempre e in tutto l'adopera. Se il soggetto che ha questo se145
gno non fosse logico nell'automorale, sarebbe tormentato in modo spasmodico dai rimorsi della coscienza, tanto che un giorno o l'altro si determinerebbe a mettersi nella retta via. Siccome questo segno si trova nello spazio destinato a essere il segno del ragionamento, per questo si avvera nel ragionamento tanto intellettuale che morale. Nell'uomo questo segno può avverarsi in grado sommo; nella donna può avere l'aspetto del grado sommo, ma non vi arriva, perché nella donna domina il sentimento e il sentimento tende spesso a essere illogico. Chi ha questo segno si presenta con l'occhio fìsso nel vuoto tanto da sembrare assente, oppure con l'occhio socchiuso come di chi è penetrato da un pensiero profondo. Il soggetto non parla mai veloce, sebbene possa avere degli scatti. Si veste e si spoglia senza pensare all'ordine degli indumenti. Il suo pensiero è così profondo da non accorgersi delle altre cose che non entrano nell'ordine della sua logica; anche lo stordito può cadere in queste forme, non per profondità di pensiero ma per storditaggine. Ascolta quanto viene opposto dagli altri. Se l'opposizione non è a proposito, si atteggia a un sorriso e a un'occhiata cinica che annienta. Non si scompone per le difficoltà serie, e se valgono le accetta; se non valgono le rigetta, sempre con la logica. Non da facilmente la parola, ma dandola la mantiene. Con i familiari rispetta il diritto di tutti, ma vuole che si osservino i doveri. Non spreca il suo affetto, ma l'affetto è così pieno che non si può desiderare di più a chi lo deve. In lui tutto è diretto dalla logica, tanto teoretica che pratica, e tende a non fare nulla fuori di questo campo. Per misurare il grado si tenga il criterio del Riccio del soggettivismo (v. segno corrispondente).
> SEGNO 19° - SCRITTURA DISUGUALE METODICAMENTE La scrittura Disuguale metodicamente è quella che ha disuguaglianza di lettere nel calibro, cioè quella che ha alcune lettere più piccole, altre più grandi, ma sempre in modo metodico, cioè la disuguaglianza si deve ripetere omogeneamente. Entrano nel concetto di disuguaglianza metodica tutte le scritture che non sono uguali o disordinate. Anzi più direttamente le uguali sono contrarie al segno Disuguale metodicamente perché le disordinate hanno con il Disuguale metodicamente il genere e non la specie. 146
La disuguaglianza del calibro non è necessario che si ripeta nella stessa lettera, per esempio che la e del calibro di due millimetri debba ripetersi nelle altre e della stessa scrittura, ma che questo calibro sia ripetuto da altre lettere. Osserva la fìg. 107. La disuguaglianza n. 1 si trova nell'occhiello della prima d, poi si ripete nella e, nell'occhiello della seconda d, e nella a della parola «dedica». Poi si ripete nella a della preposizione articolata «al», poi sulla a di «canto», ecc. In questa figura ci sono quattro disuguaglianze metodiche che sono rappresentate dai numeri 1, 2, 3, 4. Tutte le lettere segnate con il n. 1 appartengono alla prima disuguaglianza in riguardo al n. 2, 3, 4. Quelle segnate con il n. 2 appartengono alla seconda disuguaglianza, ecc.
Questa disuguaglianza non deve urtare l'occhio, cioè non deve essere sproporzionata alla natura della scrittura data. In una scrittura piccola, la disuguaglianza deve essere più minuta di una scrittura grande. Si tenga presente che quanto più la disuguaglianza è piccola, tanto più indica l'intensità di questo segno. Il minimo della disuguaglianza in una scrittura di medio calibro può essere, tra una lettera e l'altra, di un terzo di millimetro. In una scrittura minuta può essere di un quarto di millimetro, ecc. In una scrittura che supera il calibro medio può essere di mezzo millimetro. Non disturba la disuguaglianza metodica se qua e là si trova qualche lettera di calibro molto più piccolo delle altre lettere, come sarebbe la /'nella fig. 107. In un calibro medio il massimo della disuguaglianza può essere costituito da una differenza ordinaria di un millimetro e mezzo. Attenti bene a quelle parole «differenza ordinaria», perché non contraddice la disuguaglianza metodica qualche differenza marcata di calibro che appare come uno scatto repentino. 147
In un calibro inferiore il massimo della differenza può essere di un millimetro. In un calibro superiore al medio la differenza può essere costituita da due millimetri. Oltre questi limiti usciamo fuori dal concetto di Disuguale metodicamente. Ti riporto degli esempi. A ciascuna lettera minore (poiché sono le lettere minori, cioè le m, n, a, o, e, u, ecc., quelle che maggiormente subiscono la natura della disuguaglianza metodica) ho sovrapposto dei numeri che indicano le diverse disuguaglianze per agevolarti la constatazione di questo segno. Nel primo esempio (fìg. 107) le disuguaglianze sono quattro come è indicato dai numeri sovrassegnati alle lettere. Le disuguaglianze, come puoi tu stesso constatare, sono appena percettibili e per questo il segno Disuguale metodicamente è intenso. Per la gradazione completa di questo segno vedremo in appresso. Il secondo esempio (fìg. 108) è la scrittura di Gaspare Gozzi, celebre letterato, la quale si presenta con quattro disuguaglianze metodiche.
Il terzo esempio, dato dalla scrittura del filosofo Vincenzo Gioberti, ci da sei disuguaglianze metodiche (fig. 109).
Il quarto esempio (fig. 110) ci da parimenti sei disuguaglianze metodiche. Sei disuguaglianze metodiche si possono considerare come il massimo del numero delle disuguaglianze. 148
Fig. 111 Scrittura con 3/10 di Disuguale metodicamente.
Fig. 112 Scrittura con 4/10 di Disuguale metodicamente.
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Fig. 116 Scrittura con 8/10 di Disuguale metodicamente.
Quando la disuguaglianza è minima, tanto che all'occhio del profano la scrittura appare quasi senza disuguaglianza, è più forte il grado. Questo vale per l'arte principalmente che riguarda la lirica raffinata, la satira, la pittura, la miniatura e anche la scultura. Si osservino le scritture di Raffaello e altri al termine di questo Trattato. Quando la disuguaglianza è accentuata e a sbalzi ma sempre metodica, allora indica tendenza originale e abilità per l'organizzazione e generi affini. Se la disuguaglianza e gli slanci sono laconici (buttati là) e con aste piuttosto in linea retta, allora indica organizzazione e volontà di arrivare fino alla fine. Se non ha queste due doti, indica organizzazione iniziale, ma che non guarda che l'affare sia compiuto. Se questi slanci, ecc., non hanno la metodicità, allora indica la tendenza all'organizzazione, ma che devia e non ritorna più alle esigenze dell'organizzazione medesima. Il disordinato può avere il concetto originale, ma non è capace di dargli un sistema; è come uno che esce dalla strada e non è capace di ritornarci. Perché il Disuguale metodicamente è indice di un lavoro sistematico. Il disordinato invece non è capace di sistema. Agisce a vanvera. Anche quelli che hanno la disuguaglianza metodica minima possono riuscire a organizzare, ma sono più discorsivi e calcolatori, mentre gli altri hanno il coraggio di affrontare difficoltà enormi. E non vanno passo passo, ma direi che volano alla conclusione. Gli slanci possono in qualche caso essere sostituiti dal segno Dinamica; e sono sostituiti quando il soggetto è sicuro di ottenere l'intento appoggiato a un principio superiore. Questo segno grafologico è del tutto sostanziale. Indica tendenze inventive nel campo dell'intelligenza. 151
Per potermi fare intendere, debbo spiegare che cosa io intendo con la parola «invenzione». L'invenzione può riferirsi alle cose che ci circondano, in quanto da esse l'inventore sa combinare delle leggi per forza di similarità, e dalla combinazione di tali leggi sa trovare cose nuove. L'invenzione può anche riferirsi a cose che l'inventore ha internamente in modo originale; e l'invenzione, allora, si versa appunto sopra l'originalità della sua personalità innata. Nel primo caso il lavoro principale spetta all'intelligenza; nel secondo caso spetta principalmente all'immaginazione. L'invenzione del 1° modo ci da la facoltà inventiva per la scienza, quella del 2° modo ci da la facoltà inventiva per l'arte. Oso asserire che anche lo scienziato inventore, in quanto inventore, è prima artista, poi diventa scienziato; cioè: prima dalla mente singolare viene portato, quasi senza perché, a una modalità speciale di constatazione; poi dal fatto e dai fenomeni forma le leggi. Formando delle leggi che trova nella realtà, la sua arte inventiva diventa scienza. Per questo si può asserire che l'arte, nel suo largo significato, è la vera espressione del genio. L'arte, poi, nel senso stretto della parola, come ognuno sa, ha quattro grandi categorie: 1) poesia, 2) musica, 3) pittura, 4) scultura e architettura. La poesia, nella sua arte concettuale, è la fonte e la radice di tutte le belle arti. Infatti le arti possono avere la loro espressione o per mezzo della parola, o per mezzo dei suoni, o per mezzo dei colori, o per mezzo delle linee. Ma, con qualunque mezzo vengano espresse, sono sempre un canto, un inno, un'esplosione della fantasia quasi fuori di sé. E il canto, l'inno, è proprio principalmente della poesia. Se si riguarda il mezzo con il quale l'arte si manifesta, abbiamo che la poesia è la maggiore di tutte le arti belle. Perché la poesia si serve della parola che è il più nobile e il primo mezzo dell'uomo per manifestare il suo pensiero, ed è il mezzo più particolareggiato e più preciso di tale pensiero. La parola è propria dell'uomo e non degli altri esseri che sono nel mondo. Dopo la poesia viene la musica in ordine di dignità, quantunque la musica possa attrarre più della poesia nei confronti della massa del genere umano, perché appunto si serve del suono che si apprende senza bisogno di studio. Viene la musica dopo della poesia, in quanto la musica si serve del suono che è comune agli uomini e agli altri animali. Agli altri esseri può appartenere per accidente, in quanto il suono lo tirano fuori non per virtù propria. Si consideri che gli animali possono dirsi tutti musicisti, ma non poeti. 152
Dopo la musica viene la pittura, perché si serve dei colori. I colori sono propri dell'uomo, degli altri animali e dei vegetali. Questi esseri hanno il colore che dipende dalla loro vita, mentre il colore che hanno gli esseri inanimati non dipende dalla loro vita, ma solo dalla vita esteriore dalla quale sono avvolti. Finalmente vengono la scultura e l'architettura che si servono delle linee che, per modo di esprimermi, sono come delle sporgenze le quali si possono constatare con il semplice tatto, senza luce. Il Disuguale metodicamente riguarda la personalità di ogni uomo in quanto è individuale, cioè in quanto si distingue da ogni altra personalità umana. L'uomo individuale, in quanto tale, è personale e tutte le sue azioni sono personali, per cui l'uomo in quanto tale ha in se stesso i princìpi e i mezzi per l'arte, sia pura, sia arte che si riversa sulla scienza, cioè arte senza logica esplicita oppure arte regolata apertamente nella logica. Quindi tutto quello che in modo originale, sia nel campo del sentimento come dell'intelletto, entra nel concetto di arte (le quattro arti belle, educazione - saper comandare, saper obbedire - saper adoperare le passioni - saper camminare - modulare la voce - atteggiare convenientemente secondo le circostanze lo sguardo - saper manifestare i propri affetti - saper dominare le proprie impellenze, ecc.; poi saper combinare le leggi fisiche - saper comporre e decomporre e trovare altre composizioni per mezzo di deduzioni, ecc.) appartiene al Disuguale metodicamente. In generale chi ha questo segno ispira molta simpatia se sta nell'uomo. Se sta nella donna può ispirare repulsione. Se ispira simpatia allora la donna è avvolgente. Ordinariamente parlando, il Disuguale metodicamente porta la concisione tanto del pensiero quanto del sentimento; c'è molta sostanza. Nell'uomo che voglia usare l'arte dell'attrazione, dell'incanto, dell'ammirazione, può concentrarsi tutta l'arte possibile richiesta allo scopo. Se questo avviene nella donna e dura per un certo periodo di tempo, può arrivare a stancare, quando specialmente l'uomo si accorge di quest'arte perché diventa artifizio; nel caso, la donna verrebbe a esercitare una facoltà intellettiva che, in quanto intellettiva, non le è propria (essendo la donna a base di sentimento). Nell'uomo invece questa qualità esercita attrazione duratura, essendo un frutto diretto della sua intelligenza. L'uomo tende a non voler essere sorpassato anche senza avere studiato. La donna tende a dirigere e a imporre la sua idea. Se moglie e marito hanno il Disuguale metodicamente sì da farli applicare alla stessa materia, in alcune cose vanno d'accordo, in altre entrano facilmente in litigio. Se di materia diversa, allora si comprendono e si aiutano a vicenda, ammesso che l'uomo non invada il campo dell'altra. Se 153
l'uomo ha il Disuguale metodicamente e non la donna, e la donna è incantata dall'ingegno del marito, allora questo diventa un matrimonio ideale. Se la donna ha il Disuguale metodicamente e non l'uomo, allora l'uomo diventa come lo schiavo della donna. Tanto l'uomo come la donna hanno facilissimamente l'ambizione di essere notati, di essere indipendenti nel giudizio, di arrivare al diritto di evasione da certe leggi che toccano il comune degli uomini. In una discussione vogliono avere il privilegio della vittoria anche se non ne hanno il diritto e se capiscono di non averne, e sono grati e favoriscono coloro che li hanno su questo favoriti. Non sono di facile contentatura circa la scelta del compagno o della compagna della vita. Per un rifiuto su questo campo gli uomini e le donne resterebbero fortemente mortificati e avviliti, e sentono in qualche modo la spinta a una specie di vendetta. Siccome hanno l'arte dell'attrazione, possono fare tanto bene come tanto male. Non riuscendo (l'uomo e la donna) a sbucare per riuscire a ottenere uno scopo prefisso, hanno facilmente la tentazione, a volte incoercibile, di adoperare e di darsi alla mistificazione, all'artifizio, a mezzi indegni dell'onorabilità umana. Tali tipi possono essere insinceri al massimo grado, mettendo in opera tutti i requisiti della sincerità. Facilmente mancano di sincerità con se stessi quando sono su falsa via, perché non possono non sentire i richiami della coscienza. Se vanno per una strada errata, è facilissimo e difficilissimo che si riducano alla rettitudine. È facilissimo, in quanto basta un nonnulla, essendo preparati per precipitare nella verità; è difficilissimo, perché contrappongono una resistenza attiva e ostinatissima. Qui ha molto potere il rispetto umano. Tendono a coprire con argomenti speciosi la propria ostinazione, specialmente con quello che viene espresso con queste parole: «Non posso andare contro le mie convinzioni acquistate con tanto studio e sacrifìcio». La donna con il Disuguale metodicamente che si da a studi di filosofìa è molto diffìcile che non cada in errori ed è molto difficile che si riduca a battere la via della verità. Circa la donna di questa specie, se la si vuole prendere dalla parte del pensiero, non si approda a nulla; se la si prende dalla parte del sentimento, si può riuscire a ridurla. Tali tipi hanno l'abilità di portare la loro vendetta a raggiungere perfettamente lo scopo, specialmente se hanno le doti della tempestiva taciturnità. Hanno l'abilità della satira raffinata, del sorriso mefistofelico (chi in un modo, chi in un altro) e sono capaci anche all'occasione di un sarcasmo aperto e demolitore. Bisogna notare che l'uomo e la donna, arrivati alla pubertà, manifestano già questo segno se lo hanno. Essi fin dall'infanzia devono essere trattati con molto rispetto e non devono essere mai educati con la violenza, ma con la persuasione. 154
Bisogna adoperare con questi la discrezione in tutto, per non farli affondare nell'esasperazione o nell'ipocrisia. Sono tipi che sviluppano l'intelligenza con la propria osservazione perché sono del tutto alieni dalla riproduzione. Essi producono. Da fanciulli sembrano quasi poco intelligenti, perché a poco a poco entrano nella vita e hanno manifestazioni proporzionate all'età. Il ragazzo che parla molto viene stimato intelligente, mentre non lo è. Costoro (con Disuguale metodicamente) sentono istintivamente gli argomenti che non sono della loro età, e non ne trattano. Tutte le asserzioni che vengono fatte dagli adulti, tendono a vagliarle nel proprio interno e a tenerle sotto il vaglio, finché non ne abbiano veduto il fondo; ma non hanno alcuna fretta di andare alla soluzione. A suo luogo tratteremo dei segni che indicano le diverse arti e le diverse scienze. Q Ecco il primo criterio per la gradazione di questo segno: quanto più la disuguaglianza è piccola, tanto più alto è il grado. 1. In questo primo criterio, in una scrittura di calibro sopra il medio (se la differenza di calibro è di due millimetri), si può avere intorno a 5/10 di Disuguale metodicamente. Se la differenza è di un millimetro e mezzo, allora il Disuguale metodicamente avrà circa 6/10. Se la differenza è di 1 millimetro, avrà intorno a 7-8/10. Se la differenza è di un mezzo millimetro, allora avrà circa 9/10. Se la differenza è di un terzo di millimetro, avrà 10/10. Sicché, se in una scrittura di calibro oltre il medio, la differenza di calibro è solo di un terzo di millimetro e le disuguaglianze sono sei o sette (il che è quasi impossibile che si avveri) avrà 10/10 di Disuguale metodicamente. 2. In una scrittura di calibro medio, se la differenza è di un millimetro e mezzo avrai in quanto alla differenza solo 5/10 di Disuguale metodicamente. Se la differenza è di 1 millimetro e un quarto, avrai il grado di 6/10. Se la differenza è di 1 millimetro, avrai 7/10 di Disuguale metodicamente. Se la differenza è di tre quarti di millimetro, avrai 8/10. Se di mezzo millimetro avrai 9/10. Se di un terzo di millimetro, avrai 10/10. Sicché, se in una scrittura di calibro medio trovi sei-sette disuguaglianze metodiche e la differenza ordinaria di queste disuguaglianze è solo di un terzo di millimetro, avrai 10/10 di Disuguale metodicamente. 3. In una scrittura di calibro minuto, se la differenza è di un millimetro, avrai 5/10 di Disuguale metodicamente. Se la differenza è di quattro quinti, avrai 6/10 di Disuguale metodicamente. Se di tre quarti di millimetro, avrai 7/10. Se di mezzo millimetro avrai 8/10 di Disugua155
le metodicamente. Se di un terzo di millimetro, avrai 9/10. Se di un quarto di millimetro, avrai 10/10. Sicché, se in una scrittura di calibro minuto la differenza è soltanto di un quarto di millimetro e le disuguaglianze sono sei o sette, avrai 10/10 di disuguaglianza metodica. Ripeto di non essere troppo esigenti nella misurazione matematica, perché noi qui più che altro intendiamo essere precisi nella regola. Nelle quattro scritture portate per esempio la disuguaglianza è forse più piccola nella scrittura del Gozzi. Le altre tre scritture nella piccolezza della disuguaglianza si equivalgono. Q II secondo criterio è questo: quanto più le disuguaglianze sono molteplici, tanto più forte ed elevato è il grado. Per questo tu hai che l'esempio terzo e quarto presentano, su questo criterio, un grado più elevato delle altre due scritture. Ripeto che è molto difficile che si possa dare una scrittura con più di sei disuguaglianze. Praticamente una scrittura con sette disuguaglianze e minime può avere 10/10 di Disuguale metodica; con sei, 8/10; con cinque, 7/10; con quattro, 6/10; con tre, 5/10. Sotto i 5/10 non è più calcolabile.
r Fig. 117 Scrittura con 7/10 di Disuguale metodicamente.
Quanto più è costante la metodicità tanto più forte è il segno (la metodicità consiste non solo nel calibro, ma anche nella costanza della forma propria della scrittura data). E ciò, oltre il numero delle disuguaglianze, concorre ad accrescere il grado del segno. Quando le disugua156
glianze sono parecchie, ma la metodicità non è costante (cioè quando qualche lettera esce fuori dalla metodicità: per esempio, ci sono sette disuguaglianze costanti e oltre a queste ce n'è una che non è compresa nelle sette costanti), allora il soggetto manca di attenzione, sicché può comparire di poca intelligenza; anzi, la stessa attenzione per essere attento è un fomite della sua disattenzione. L'accentuazione di pensiero distrae l'attenzione. Il Disuguale metodicamente porta originalità e attenzione di quelle cose sulle quali versa l'originalità. Ma ci sono delle nature tali che tendono a menomare la loro originalità nel concludere poco. Questo avviene quando il Disuguale metodicamente, oltre al detto sopra, ha per compagno il segno Sciatta, oppure Flemmatica (menefreghismo) in quanto questi soggetti tendono a non curarsi di forzare l'attenzione, di modo che la stessa attenzione per essere attenti è un motivo della loro disattenzione, come si è detto sopra. Perché il loro sforzo non è effettivo. Si osservi l'esempio di fig. 117 che ha 7/10 di Disuguale metodicamente, ma ha quasi lo stesso grado di scrittura Flemmatica, che sta in quelle slabbrature specie delle a e delle o. La scrittura sembra dinamica per i risvolti angolosi, ma questi stessi risvolti costituiscono l'indicazione di chi vuole sbrigarsi per finire il fastidio che prova. Intuizione e sensitività. — La sensitività viene dai metapsichici definita come una piccola trance. Di quello che conclude, colui che cade nella piccola trance non sa rendere ragione. Perciò la sensitività è una specie di facoltà cieca. L'intuizione invece è una facoltà propria dello spirito artistico in quanto tale, tanto se questo spirito si riferisce all'arte pura come se si riferisce alla scienza inventiva. In grafologia l'intuizione, essendo propria dell'artista in quanto tale, viene significata dal segno Disuguale metodicamente. L'intuitivo con un semplice sguardo abbraccia tutto un complesso di cose e vola alla parte conclusiva. Ma se lo si chiama ai minimi particolari, egli di tutto sa render conto. Il medico che ha l'occhio clinico, e che al colore cutaneo della faccia intuisce la vera malattia, vi saprà render conto delle sue conclusioni pratico-scientifiche. L'archeologo che ha il fiuto delle cose antiche vi saprà dire il perché è andato a cercare in quel dato punto e ha scoperto un monumento antico. E così di tante altre cose che si apprendono con l'intuito. Alcuni metapsichici hanno voluto definirmi, per le mie facoltà grafologiche, un sensitivo. Ma sono in errore, perché io rendo ragione di tutte le mie asserzioni grafologiche. Potrò esser chiamato un intuitivo, se si vuole anche specializzato, ma non posso esser chiamato un sensitivo, appunto perché, lo ripeto, io so rendere ragione di tutte le mie asserzioni o negazioni grafologiche. 157
SCIENZA INVENTIVA La scrittura della scienza inventiva è quella che ha Disuguaglianza metodica e Larghezza tra parole. La scienza inventiva si distingue, come abbiamo detto, dall'arte pura per questo: che lo scienziato inventore si lascia trasportare dal ragionamento originale, mentre l'artista, nel vero senso della parola, si fa trasportare dall'immaginazione originale. Perciò la distinzione grafologica tra la scienza inventiva e l'arte pura consiste in questo: che la scienza inventiva richiede la Larghezza tra parole, ciò che non viene richiesto dall'arte pura. Tuttavia può esistere scienza inventiva e arte pura nello stesso individuo, ma allora la scrittura deve avere il segno grafologico dell'una e dell'altra cosa. Ecco l'esempio di scienza inventiva. Questa scrittura è del celebre sismografo Bendandi: fìg. 118.
/"V" Fig. 118.
Q Scrittura della Poesia lirica. — La poesia può essere lirica, drammatica, epica, descrittiva. Della poesia semplicemente lirica il segno grafologico è la scrittura Disuguale metodicamente e molto calma. Vedi le scritture delle fìgg. 119 e 120. La prima è di Jules Supervielle (presa dalla rivista «Misura») la seconda è di Lucien Vicendon.
158
O Scrittura della Poesia, drammatica. - La scrittura della poesia drammatica deve essere Disuguale metodicamente e nello stesso tempo ampia, con un che di solennità. Se la drammatica, poi, si evolve in tragedia, allora la scrittura Disuguale metodicamente deve avere un che di contorto e di intozzato 2° modo. La scrittura di fìg. 121, che è di Lionello Fiumi, vale per l'una e l'altra cosa. Contorta, perché dominata da bollore; Intozzata 2° modo, perché il trageda è sempre molto impressionabile.
Fig. 121
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O Scrittura della Poesia epica. — Della poesia epica il segno grafologico deve essere come quello della drammatica, poiché hanno quasi le stesse esigenze.
O Scrittura della Poesia descrittiva. - Della poesia descrittiva il segno grafologico è Disuguale metodicamente e piuttosto con grandezza di lettere, cioè scrittura che si estende verticalmente. Ciò vale molto per la descrizione romantica. La scrittura seguente è del D'Annunzio.
Q Scrittura della Musica. — La scrittura della musica è la Disuguale metodicamente, ma Scattante, cioè con lettere e con parole che sembrano voler scattar via dal rigo, e così si trovano come slanciate in alto o in basso. Perché una scrittura possa avere il segno Scattante, lo scatto deve essere quasi sempre nelle lettere minori e deve avverarsi in linea longitudinale, cioè o in alto sopra il rigo o in basso sotto il rigo. Se lo scatto avvenisse orizzontalmente, allora si andrebbe nel segno Stentata o Tentennante. Riporto la scrittura di Giuseppe Verdi, che è uno dei più begli indici di tendenza alla composizione musicale. Questa scrittura manifesta la vena inesauribile, perché risulta sempre costante ed è uguale nella sua disuguaglianza. Gli interpreti e gli esecutori originali di musica, che pure entrano nella cerchia degli artisti, debbono, in qualche modo, avere le doti del musicista inventore, perché anche costoro, in certo senso, creano, in 160
quanto si internano nell'animo del vero creatore. Hanno la scrittura più regolare. Ecco un esempio, direi, tipico di un valente esecutore di musica: vedi la fig. 124.
161
Ecco un altro esempio di tendenza molto originale per esecuzione musicale, più complessa dell'esempio sovrapposto: fìg. 125.
Fig. 125
Per la critica musicale è necessaria la scrittura, almeno, un po' Scattante e Larga tra parole. Ecco un esempio di un critico musicale di valore: fìg. 126.
Fig. 126
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Q Scrittura della Pittura. - La scrittura del vero pittore originale è la scrittura Disuguale metodicamente ed Elegante. Debbo ribadire ancora che le arti belle sono tante, e collegate fra di loro, che spesso avviene che un pittore abbia la scrittura di un musicista, che un musicista abbia quella di un pittore, che un poeta abbia quella di un pittore, e via di questo passo. Ciò significa che, se quel dato genio si fosse applicato a quell'arte indicata dalla sua scrittura, sarebbe riuscito molto meglio a spiccare. Ci sono, per esempio, dei pittori che hanno la scrittura dei musicisti. Ora, è chiaro (e questo da esperienze fatte) che costoro debbono faticare non poco nell'esecuzione ed espressione pittorica del loro pensiero.
Fig. 128
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Riporto la scrittura del Veronese, sommo pittore (vedi la fig. 127), che ha anche le doti delle altre arti belle. Di questo pittore tratterò a parte. Vedi anche la fìg. 128. La scrittura di fig. 129 è speciale per dare i lineamenti grafici della facoltà pittorica riproduttrice, perché non è Disuguale metodicamente, ma tutta uguale ed esatta. Perciò il soggetto nella sua arte riproduttrice è rifinito, molto curante dell'estetica in tutti i particolari. Per la scrittura della decorazione pittorica, di contorno, è necessario che ci siano, oltre il segno Elegante, i Ricci delPammanieramento in una scrittura Accurata (vedi l'esempio di fig. 135).
Fig. 129
O Scrittura della Scultura. - La scrittura della pittura, ma con un che di solennità, indica scultura. La scultura ha bisogno di più solennità e di più forza della pittura, considerato psicologicamente lo spirito dell'uomo. Vedi la fìg. 130.
Fiq. 130 164
> SEGNO 20° - SCRITTURA DISUGUALE SENZA METODO o DISORDINATA Questo segno consiste in disuguaglianze che non si ripetono, come scatti improvvisi senza connessione con il prima o il poi. Per esempio, una lettera in un punto ha una forma che non si ritrova più in altri luoghi. Vedi la fig. 131. — Si può dire che tutte le lettere in questa scrittura stiano per conto loro. - Oppure, se la scrittura è piuttosto Filiforme in certi punti, è improvvisamente marcata senza ragione. Vedi la fig. 132. Ognuno vede facilmente quelle marcature irragionevoli e che non rispondono alla natura della scrittura, che è piuttosto Filiforme. - Oppure, se la scrittura è piuttosto marcata in certe lettere qua e là e in certe parole, diviene tutto a un tratto Filiforme. Questo è facile a comprendersi e perciò non c'è bisogno di esempio. - Oppure qualche lettera qua e là è improvvisamente più grande o più piccola delle altre. Vedi la fig. 133. - Oppure tutta la scrittura è un groviglio di lettere, una aggroppata sull'altra. Vedi la fig. 134. La scrittura Disordinata indica disordine, arruffamento di idee, nebulosità di pensiero e di sentimento. Bisogna distinguere il disordine interno dal disordine esterno. L'uomo ordinato esternamente è per lo più tendente alla pedanteria che indica poca intelligenza. La donna invece deve essere ordinata esternamente. Perché l'uomo tende alla vanità intellettuale, la donna alla vanità fisica. Quello richiede l'ordine interno, questa l'ordine esterno. L'uomo di studi e con intelligenza originale concettuale tende a non essere ordinato esternamente; ma questo non è disordine. Appartiene al Disuguale metodicamente. Infatti disordine dice arruffamento di idee, di azioni, di assestamento; mentre chi ha il Disuguale metodicamente, in tutto il suo disordine, non perde non solo l'ordine interno ma neppure quello esterno nella sua mente: infatti sa trovare una data carta, ecc. Il disordinato, cioè disuguale senza metodo, se uomo, non ha alcun ordine nel pensiero, non ha una regola di vita, non ha un orario nella giornata, non ha sistema di lavoro, non ha sistema nella presa del cibo; tende ad amare eccessivamente l'alcol, a gettarsi nelle gozzoviglie, a non avere una regola circa il lavoro e riposo. Tali uomini sono sregolati nell'affettività sì da non distinguere il tempo e il compito dovuto a ciascuna età. Hanno propensione alla volubilità nei mezzi e nello scopo. Non tendono a pentirsi di aver fatto male perché non hanno coscienza del male fatto. Sono spesso di tendenze deterministiche quando si tratta di difendere le cose 165
proprie o quelle alle quali sono attaccati. Parlano a vanvera. La donna invece cura la pulizia delle vesti esterne lasciando sporche quelle interne. Tende a bere e a mangiare disordinatamente e gustando il cibo. In tutto il resto è come l'uomo.
Fig. 131 Scrittura con 4/10 di Disordinata.
Fig. 132
Scrittura con 7/10 di Disordinata.
Fig. 133 Scrittura con 9/10 abbondanti di Disordinata.
166
La donna si accomoda a parlare di cose grasse. Tanto l'uomo che la donna tendono alla amoralità. Possono avere qualche cosa di patologico. Si addormentano o supini o a gambe larghe. Non badano troppo, se vengono pagati, a testimoniare il falso, a prestarsi per lenocini, per recapitare lettere amorose e anonime. Non badano all'educazione, anzi incitano i figli all'immoralità.
Fig. 134 Scrittura con 10/10 di Disordinata.
Quando il disordine è accentuato, come nella scrittura delle figg. 133 e 134, può dar luogo a una specie di mania o di paranoia; ma delle malattie mentali tratteremo in un volume a parte. Chi ha disuguaglianza senza metodo, ha l'estro dell'arte, ma solo a sprazzi. Ci si intenda bene: il disuguale, per se stesso, indica tendenza all'arte. E un genere che comprende due specie: Disuguale metodico e Disuguale senza metodo. Il primo indica arte continua e ordinata; il secondo arte a scatti (come sono gli scatti della mano che improvvisamente forma una lettera diversa da tutte le altre), arte senza alcun ordine e quindi senza alcuna consistenza pratica, e che anzi reca fastidio e urto per i suoi scatti scombinati e inconcludenti, così come urta l'occhio la sua scrittura. Gli sprazzi dell'arte senza metodo sono come quei raggi di sole che, penetrando per le fessure che trovano, vanno a formare delle fastidiose 167
rose di luce in uno spazio all'ombra; o, meglio, come quei raggi di sole che si affacciano improvvisamente da piccole fessure di nubi nere nere, con contrasto sgraziato e disordinato. Faccio notare che la scrittura Disordinata in un modo ordinario, come quella di fìg. 131, da individui che non escono dalla normalità in un modo eccessivo. Gli altri, come quelli delle fìgg. 133 e 134, entrano nella anormalità, di cui spero trattare a parte. E inutile considerare il grado di questo segno perché, quando uno entra nel disordine, più nessuno si cura di lui perché fuori dell'ordine.
>- SEGNO 21° - SCRITTURA ELEGANTE La scrittura Elegante è quella che consiste in quel procedimento in cui il Disuguale metodicamente si svolge in modo flessuoso senza esagerazione, senza accentuazione di calibro e senza disuguaglianza di calibro spiccatamente visibile. In sintesi, deve avere queste qualità: 1) spigliatezza; 2) flessuosità lievemente accennata; 3) un po' di accuratezza, meglio se vi è in certo qual modo il segno Levigata. Non deve avere nulla di Pedante, perciò i chiaroscuri non devono essere marcati. Deve avere molta spontaneità per cui il segno Fluida deve stare sopra il grado medio. Non deve essere Contorta. Può essere Sinuosa anche in grado elevato. Accurata e Levigata non devono essere sopra i 5/10. Accurata sopra i 5/10 è contro Elegante. Elegante importa quella estetica grafica che va congiunta alla fluidità, alla nettezza delle lettere e alla massima naturalezza; congiunta con Disuguale metodicamente è il segno indice di quell'arte che ha per fondamento la prospettiva e la statica. Per la statica, però, è necessario che sia presente il segno Solenne, sebbene non in grado elevato. Per la decorazione (qualunque decorazione) è necessario pure il segno Elegante con Accurata (che abbia un po' di studiosità) e Ricci ammanieramento. Ecco l'esempio, in proposito, nella fìg. 135. Il grado di questo segno dipende dal grado di Disuguale metodicamente. E un segno modificante principalmente dell'intelletto e indirettamente anche della volontà. Notiamo che l'eleganza non si addice a una persona deforme. Porterebbe al ridicolo. Ordinariamente parlando, perciò, la persona deforme non cerca l'eleganza, ma cerca piuttosto i mezzi per nascondere le sue deformità. L'uomo e la donna di statura per lo meno media, di tratto sciolto e conforme alle esigenze delle convenienze sociali, di incesso spi168
Fig. 135
gliato non impettito, non curvo in avanti, di parola pastosa, di atteggiamento accogliente nello sguardo, sentono la spinta all'eleganza. L'uomo elegante ha più intense le proprietà dell'eleganza; più della donna. La donna facilmente pecca sempre di qualche ricercatezza che rende l'eleganza non totalmente accettabile. L'eleganza nell'uomo consiste in una compitezza disinvolta che porta in tutte le sue azioni sia fisiche che intellettuali. L'eleganza rivela la disposizione dell'interno, però è una manifestazione esterna che potrebbe non avere profondità interna. È la veste 169
del pensiero e del sentimento. Il concetto è un'altra cosa e può essere che nell'elegante ci sia o meno. L'uomo elegante è portato all'arte della prospettiva, ma perché sia vera arte è necessario il segno Disuguale metodicamente, altrimenti è un'arte senza concetto artistico. Quanto al sentimento, il segno Elegante nell'uomo importa trattare gli altri con quella delicatezza che è voluta dalle convenienze dell'alta società, cioè rispetto delle opinioni altrui, discussione pacata e cortese, senza escandescenze. Ha prontezza a un sorriso accogliente. Contraddizione quando è 170
strettamente necessaria con tutte le scusanti e le riserve che mirano a togliere aspetto di offesa. Può avere la vanità di essere considerato tale quale è nella sua naturalezza. Nella donna come nell'uomo; però tende a imporre la sua eleganza agli altri come esemplare. La donna elegante pensa a riscuotere approvazione dagli altri e da se stessa. Se non ha il Disuguale metodicamente, l'uomo cade nella ricercatezza rendendosi ridicolo; la donna cade nella leggerezza e civetteria, mettendo da parte gli affetti familiari, le obbligazioni che ha. La donna se ha il Disuguale metodicamente trascura pure gli affetti familiari, ma compensa questo con il darsi all'arte. Il segno Elegante porta a velare le cose non piacevoli con eccessiva discrezione, sicché in realtà non è menzogna in se stessa, ma lo è per coloro che non arrivano a comprendere. Sono portati ad adoperare largamente restrizioni mentali. Cercano tutti i mezzi per non urtare.
> SEGNO 22° - SCRITTURA STENTATA La scrittura Stentata è quella che ha: 1) dei distacchi nel corso delle lettere e della parola; 2) degli inceppamenti repentini; 3) delle intozzature che dipendono da difficoltà nel procedere; 4) delle contorsioni nell'avanzarsi sul rigo. Le contorsioni devono avverarsi nella lettera stessa, non rispetto alle altre lettere, perché la contorsione rispetto alle altre lettere ci da la scrittura Contorta di cui in appresso. I numeri suddetti 1, 2, 3 e 4 sono indicati negli esempi all'estremità della piccola freccia. Vedi la fig. 139 nella quale si avverano i numeri 1, 2, 3.
Fig. 139 Scrittura di Tommaso Campanella.
171
Fig. 140
La scrittura di fìg. 140 ha specialmente i numeri 1, 3, 4. Questo segno grafologico è diametralmente opposto a scrittura Recisa e Fluida delle quali tratteremo a suo luogo. Questo segno viene a indicare stentatezza di determinazione, di risoluzione non dal dettame della coscienza, ma principalmente per non rinunziare alle pretese dell'Io e quindi questo segno è anche indice della tendenza all'ira. Il segno Stentata è segno sostanziale della volontà, indirettamente dell'intelletto. La stentatezza è una rabbia contenuta non per motivo morale, ma per un motivo egoistico. Se uno contenesse la rabbia per motivo morale, non cercherebbe certo di manifestarsi, arrossirebbe quasi vergognandosi del sentimento di rabbia che prova. Colui invece che contiene la rabbia per motivi egoistici vorrebbe farla esplodere ma non lo fa, perché si troverebbe maggiormente impacciato, e ciò serve ad aumentare la sua ira anziché affievolirla. Con Stentata, tanto l'uomo come la donna non sono mai quieti. Siccome hanno la tendenza a inciampare su tutto, per ogni piccola cosa accendono l'ira. Quel certo spirito di contraddizione in ogni cosa può essere non dettato dall'oggettività, ma dal loro stato di scontrosità. La loro «forma mentis» è principalmente non di accomodamento secondo la mentalità altrui, ma in una forma di recriminazione anche quando avrebbero ogni ragione di accettare le cose senza difficoltà. Il loro sentimento si potrebbe rassomigliare alla natura esterna del riccio, in modo che nessuno si accosta a loro. Non hanno remora di riflessione o altro, e sono portati a lanciare quello che hanno in mano contro coloro che sono causa delle loro escandescenze. Stentata è il segno della collera. Costoro hanno il concetto e la veste del concetto formati di diffidenza, di 172
contraddizione, di asprezza, di acidità, di ruggine. Mantengono tutte queste cose nelle premesse, nella formazione del sillogismo e nelle conclusioni. Sono tipi per lo meno asociali, ma anche antisociali. Specialmente la donna, pur vedendo la verità, se questa non le è favorevole, la rigetta non importandole se capitano disastri. La donna, se è suocera, è tremenda contro la nuora e gelosa del figlio, della figlia. Tende a imbastire calunnie e a godere del loro effetto. Sadica. Dispettosa. Tali tipi sono sinceri crudemente in quello che può menomare la fama dell'avversario, ma si possono appigliare anche secondo l'opportunità all'insincerità. Nei riguardi dei familiari si arrogano tutti i diritti di vocazione, di educazione, di direzione, di correzione, ecc., e possono, per così dire, distruggerli; ma guai se tutto questo viene azzardato da un estraneo o da un altro familiare, nel qual caso i familiari vengono difesi fino all'esaltazione. Quanto al grado attienti al seguente criterio: — se si avverano tutti i quattro numeri, allora avrai 10/10 di stentatezza; — se se ne avverano tre, come nella fig. 139 in un modo così accentuato, allora avrai 8/10 e forse anche 9/10 di stentatezza; — se se ne avverano tre, ma sparsi qua e là con una media del 40 per cento come nella fig. 140, allora avrai 8/10 di stentatezza; — se se ne avverano due, come nella fig. 141, allora avrai 6/10 di stentatezza; — se se ne avvera uno, allora avrai 5/10 di stentatezza (vedi la fig. 142). Sotto i 5/10 Stentata cede il posto a Tentennante, sicché non e più Stentata, ma Tentennante.
Fig. 141 Scrittura Stentata con 6/10. Si avverano i numeri 3 e 4.
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Fig. 142 Scrittura Stentata con 5/10. Si avvera solo il numero 4.
Dalla Stentata grafologica si deve distinguere la Stentata del vecchio e dell'ammalato e la Stentata del bambino. La Stentata del vecchio e del malato (anche la vecchiaia è una malattia), più che Stentata, è tremolante e perciò questo tremolio si avvera in tutte le lettere. La Stentata del bambino va accompagnata da una scrittura infantile. La Stentata del vecchio è già menomata. La stentatezza, proveniente dalla vecchiaia o da malattia, manifesta il suo grado dal maggiore o minore tremolio della mano. In questo caso però bisogna considerare come fattore anche l'ora in cui la scrittura è stata vergata. Ordinariamente di mattina la mano è tremolante più che di sera. Questo criterio può valere anche per la Stentata che proviene non da vecchiaia o da malattia, ma da natura. Della Stentata per vecchiaia o malattia vedi la fig. 143.
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^ SEGNO 23° - SCRITTURA FLESSUOSA Flessuosa è quella che tende a piegare, a dare pieghe aggraziate agli assi e alle lettere, partecipando così della scrittura Vezzosa civetteria, non in quanto ai ricci ma in quanto al corpo delle lettere. Gli assi e le lettere si presentano come le membra umane in una danza, come i movimenti di due cani da caccia intenti a rincorrersi e ad assaltarsi per gioco. Per questo esclude tutti gli angoli a forma acuta e ammette solo gli angoli smussati, spiccatamente smussati, e ha una certa eleganza. Quindi Flessuosa partecipa delle qualità degli Angoli C. Se tutte le lettere e gli assi hanno queste qualità allora la Flessuosa avrà 10/10; se la maggior parte, avrà 7-8/10, e così via. Indica espressione di altruismo che pare rinunzi a tutte le esigenze dell'Io, ma che in realtà è un altruismo di convenienza, un altruismo che può fermarsi sulle sole modalità di esso e quindi non procedente dall'interno del cuore; un altruismo che è artificiale e perciò più o meno ingannevole secondo l'accentuazione del segno. Direi che è indice di un altruismo che, siccome dice troppo, non può essere vero. Indica un sorriso accomodato da cui traspira o può traspirare una tinta di satira che all'animo sensibile ispira diffidenza. È una menzogna artistica. I segni che indicano rigidezza, come Intozzata 1° modo e altri, fanno scendere di grado il segno Flessuosa. Flessuosa è un segno sostanziale della volontà. In quanto all'intelligenza è un segno accompagnatorie della volontà. Flessuosa è un segno che si avvera maggiormente nella donna che non ha nulla di mascolino, e in quell'uomo che ha per lo meno due
Fig. 144
Scrittura con 5/10 di Flessuosa.
175
Fig. 146 Scrittura con 8/10 di Flessuosa.
quarti di femminilità. Porta nell'uomo un che di sdolcinatura nella parola, nel gesto, nell'incesso e nelle movenze. E nell'uomo facilmente indice di pederastia. Il suo concetto tende molto a curare la forma esterna. Va a cercare nella letteratura e nelle scienze tutto ciò che ha sentore di sentimento raffinato e melato. Queste persone gustano le opere d'arte che spicchino per finezza. Gustano la musica da camera. Hanno difficoltà a mescolarsi tra la folla, perché tendono ad avere un po' di fobia di 176
contatto. Non possono vedere sangue o ferite. Non possono sentire racconti di apparizioni spaventose, ecc. Le stesse particolarità sono anche nella donna, ma si confanno di più alla sua natura. La donna flessuosa è capace di tentare le altre per cose lubriche. Nell'uomo e nella donna, Flessuosa rivela tutto un complesso di insincerità, per presentare se stessi sotto una luce soddisfacente. Pensano che tutti abbiano le loro stesse debolezze e sono portati a maliziare sulle azioni altrui. Verso i familiari hanno tenerezze sdolcinate che danno fastidio. Hanno sensibilità tutta esteriore. Hanno facile sensualità, chiudono gli occhi e si lasciano andare in preda alla fantasia. Riescono bene per uffici di cameriere, di valletto, di buffoni di corte.
> SEGNO 24° - SCRITTURA TENTENNANTE La scrittura Tentennante è quella in cui un gruppo di due o tre lettere piega a sinistra, un gruppo di due o tre lettere a destra e un gruppo dritte. Questo però non è necessario che sia di seguito, ciò che darebbe 10/10 di Tentennante, ma qua e là. Quindi si differenzia da Contorta perché il Contorta non è Contorta a gruppi, ma singolarmente nelle lettere.
Fig. 147 Scrittura con 7/10 di Tentennante.
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E Tentennante anche la scrittura in cui una parola è divisa in due o tre gruppi. È una scrittura tentennante oggettivamente, ma non soggettivamente: cioè il soggetto si accorge della non praticità della conclusione, o della conclusione tentennante, dopo che gli altri gli abbiano fatto qualche osservazione.
Fig. 148 Scritture con 5/10 di Tentennante.
Questo segno significa che il soggetto, anche quando ha tutte le ragioni di concludere e di decidersi a una cosa, tentenna, sia pure per difficoltà da nulla. Quindi questo segno riguarda più la parte affettiva che quella intellettiva. Ed è segno sostanziale. Tentennante, tanto nell'uomo che nella donna, porta pensiero barcollante che nella logica non congiunge le parti delle prove. Tende a fare analisi sopra analisi senza arrivare alla conclusione, oppure tirando una conclusione che non si può chiamare tale. Nelle azioni restano sospesi. Le loro sintesi conservano sentore di analisi, quindi non sono sintesi. Così come le analisi loro possono essere in parte sintesi. Le loro opere restano facilmente smembrate. Non sono capaci di dare consigli e non hanno spirito direttivo. Tuttavia possono pretendere. Hanno carattere 178
indeciso e fanno poco nella vita per questa mancanza. Hanno un che di arruffato nelle cose esterne senza ordine interno. Nella sincerità e nella moralità non hanno il concetto netto, pur non avendo nulla di reprensibile nella condotta; la loro condotta, cioè, può essere reprensibile oggettivamente ma non soggettivamente. Sono tipi che si lasciano sopraffare dalla prepotenza e possono, di quando in quando, prendere delle posizioni di rigidezza che eccede e si risolve in nulla. Per il grado, se in tutta la scrittura ci sono queste diverse pieghe, avrai 10/10 di Tentennante; se ce ne sono per 9/10, avrai 9/10 di Tentennante; e così via di seguito. Osserva le figg. 147 e 148. Nota bene che nella Tentennante si possono dare dei tratti anche di scrittura Contorta. Dai 5/10 in giù il Tentennante si riversa nel Titubante.
^ SEGNO 25° - SCRITTURA TITUBANTE Questo segno viene indicato dalle lettere che si ripiegano dolcemente e impercettibilmente su se stesse nel procedere sul rigo e vicendevolmente si addossano per sostenersi. Per capire come queste lettere si ripieghino su se stesse, prendi l'esempio di persone che sono in uno scompartimento del treno non riscaldato e che soffrono freddo. Queste persone addossandosi vicendevolmente per difendersi dal freddo si ripiegano su se stesse. Vedi la fig. 149. Si distingue da Sinuosa perché nella Titubante le lettere ripiegano su se stesse, mentre nella Sinuosa, come vedremo, si ripiegano sulle altre. E si distingue molto più da Contorta.
Fig. 149
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Questo è un segno sostanziale e riguarda direttamente il sentimento, la volontà, e indirettamente anche l'intelligenza. Titubante significa indugio di conclusione per indecisione. Uno deve concludere un affare; è indeciso di concludere perché può dubitare, o della onestà, o della riuscita, o della convenienza, ecc. Deve dare degli esami, e teme di non essere bene preparato, di esser interrogato in modo sofìstico, ipercritico. Viene preso da scrupoli perché subisce delle tentazioni violente non accorgendosi che dando ascolto alla titubanza non fa altro che accrescerle. Il pensiero e il concetto, tanto nell'uomo che nella donna, non sono liberi. Facilmente non vedono la vera oggettività delle cose tanto rispetto a se stessi quanto riguardo agli altri. Tendono più a rigorosità che a rilassatezza e facilmente entrano in una delicatezza di coscienza esagerata. Nei casi di maggiore intensità possono arrivare a trovare manchevolezza e peccato anche nelle cose più indifferenti, nelle azioni di necessaria esecuzione, di pulizia personale, di esigenza igienica. Quindi sono scrupolosi. Tendono a essere molto riflessivi. Anzi la loro titubanza dipende facilmente da riflessione eccessiva. Tendono ad ammettere il dubbio su tutte le cose. Hanno apparenza di timidezza e gli effetti sono proprio quelli della timidezza. Invece è dubbio legato. Possono avere molta memoria di diverse soluzioni di questioni, ma non sanno scegliere di propria iniziativa. L'incesso e il modo di fare e di parlare sono propri del dubbioso. Possono avere una cultura sterminata, ma compaiono sempre poco. Non sono eccessivi nella pulizia esteriore. Nelle contrarietà o davanti alla prepotenza non si oppongono con la forza esterna, restano in una modalità di sottomissione, ma in realtà non cedono, anche se sono violentati e internamente sentono tutta la violenza della lotta. Sono tipi riservati e se devono esprimere il proprio giudizio lo esprimono come lo sentono. Non sono tipi da sopportare cariche di responsabilità. Ordinariamente sono molto larghi verso gli altri, ma rigorosi con se stessi. La titubanza può procedere, oltre che da indecisione, anche da prudenza e da ponderazione. Facilmente questa prudenza e ponderazione determinate dalla titubanza vanno all'eccessività: quindi esulano in qualche modo dall'oggettività. Un altro segno di Titubante viene costituito da quel lieve ascendere e discendere sul rigo. Può essere la medesima parola specialmente se lunga che prima ascenda e poi ritorni sul rigo e può essere che una parola ascenda e l'altra discenda. Ciò avviene anche con qualche scatto, per cui Titubante non è direttamente contraria a Scattante. Vedi le figg. 150ae 150b. 180
Finalmente il Titubante si manifesta con qualche riccetto ornamentale alla fine delle o che ha un che di pedanteria. Vedi la fìg. 151.
C'è un tipo di Titubante che si manifesta in una specie di circospczione nel tracciare le lettere, per cui le lettere stesse sembrano volersi appoggiare fra di loro. Questa titubanza è la titubanza che viene dall'oggettività, direi, scrupolosa e che quindi non è vera titubanza. Vedi la fìg. 152.
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Per la graduazione di questo segno usa il seguente criterio: se tutti i tre modi sono congiunti insieme, allora puoi dare al segno 10/10. Se si avvera il primo e il secondo insieme, come nella fìg. 149, avrai 8/10 di Titubante. Se soltanto il numero 1, avrai 7/10. Se soltanto il numero 2, avrai 5/10. Se il numero 1 oppure il numero 2 sono sparsi qua e là in una media del 25 per cento, avrai 4/10. Se soltanto il numero 3, avrai 3/10. Se la titubanza è come quella indicata dalla fìg. 152, allora indica titubanza di prudenza e di oggettività. Ripeto: è un segno sostanziale, anzi è una dolce veste della sostanza personale. G Ragione scientifica di scrittura Disuguale metodicamente, Disordinata, Stentata, Titubante, Tentennante. — Quante volte avviene di trovare risoluzioni intellettive e morali che hanno una tinta di genio e che possiamo chiamare geniali, in persone che sono tutt'altro che geni? Ci sono certi che hanno composto delle opere scientifiche e artistiche, le quali hanno poco o nessun valore; ma che, tuttavia, contengono degli sprazzi di luce vivissima, scientifici e artistici, che hanno dato modo di fare delle creazioni ai veri geni. Io credo che l'attenzione abbia su ciò il massimo contributo e molti lo credono con me. Vediamo di comprendere come si svolga l'attenzione psicologicamente e fisiologicamente per poter procedere con ordine. Innanzitutto: si può prestare l'attenzione a più cose nello stesso tempo? Lasciamo da parte Bonnet e altri, i quali dicono che noi possiamo avere una nozione distinta di diversi oggetti in una volta: come, se gettiamo sull'impiantito una manata di palline, potremo arrivare a vederne sei o sette al massimo senza confusione, ben inteso non facendone dei gruppi. Noi facciamo qui la questione dibattuta di psicologia: siamo noi capaci di simultaneità in occupazioni diverse? Paulhan («Revue scientifique») non da una risposta esatta. Gli studi fatti dall'Exner (Pfluger - 8 Archiv., voi. XI) e dal Wundt (Phys. et Psych., voi. II) sono più oculati e secondo verità. La verità è questa, che in due azioni simultanee si tratta sempre o di un istante prima o di un istante dopo. Questi tre autori sono riportati dal Tarozzi nel suo Compendio dei princìpi di psicologia di W. James. Ho studiato anch'io su me stesso il fatto di due azioni simultanee. Riferisco un fatto fra i tanti avvenutimi. Una volta, sicuro dell'esito felice, a due individui proposi una sfida: che io, mentre parlavo al pubblico, sarei stato capace di vedere che cosa essi facessero e pressappoco che cosa dicessero. La sfida fu accettata. Parlavo in una chiesa affollata, di circa quattrocento metri quadrati. I due individui erano seduti di fronte a me, ma alquanto lontani. In mezzo a loro era seduto un terzo, ignaro della sfida. Finita la predica, vennero per constatare la mia abilità. Io dissi loro: «Al punto tale, mentr'io svolgevo questo concetto, ho visto lei, Tizio, tirar fuori la scatola da tabacco, offrirne al suo compagno, senza domandare il permesso all'estraneo alla sfida, ed esprimere a lui questo e questo pensiero». 182
Era proprio così. E dire ch'io non avevo smesso per nulla dalla mia foga oratoria durante quel fatto. I due furono tanto meravigliati, da credere in me una forza non naturale, ma come uno sdoppiamento mentale. Parecchie volte mi sono successi fatti simili e quindi fui costretto a studiarne il processo. Ho potuto concludere che la memoria sensitiva, durante il fatto, fissava l'immagine visiva o uditiva fulmineamente; e poi l'intelletto più fulmineamente formava il ragionamento. Ma quando questo? O nei piccoli intervalli in cui la parola finisce il pensiero oratorio, poiché il pensiero è immensamente più veloce della parola; oppure l'immagine si fissava per mezzo della memoria sensitiva e il ragionamento veniva dopo la predica, associando le diverse sensazioni avute. Ho concluso che è impossibile fare due azioni intellettive simultanee senza nessuna interruzione d'attenzione. Un altro passo. La nostra attenzione (vedi Tarozzi, o.e., «Attenzione») può essere disturbata non solo dagli oggetti esterni, ma anche dagli interni che vengono presentati dalla nostra fantasia. In altri termini, si può avere distrazione dall'esterno o anche dall'interno. Alle volte i nostri occhi sono fissi nel vuoto. I suoni si fondono in un suono confuso. Udiamo che ci chiamano, ma non prestiamo attenzione alla chiamata. Dovremmo alzarci, vestirci, rispondere, ecc., ma nulla facciamo di tutto questo. Siamo come in un involucro di letargia che avvolge la nostra materia e la nostra psiche. Aspettiamo che da un momento all'altro si rompa la nostra distrazione, ma essa continua... Ecco che una nuova energia ci scuote, crolliamo il capo, stropicciamo gli occhi con il dorso della mano, il pensiero riprende il suo corso e la vita dell'anima rientra in scena. La nostra attenzione, alle volte, può essere disturbata non in un modo così forte da essere usurpata del tutto dalla distrazione, ma come a tratti. L'attenzione rimane, ma non è così libera e sciolta come richiederebbe la sua natura. Ciò avviene quando siamo preoccupati per qualche fatto, che ha attraversato la tranquillità della nostra vita. Allora vogliamo stare attenti a qualche cosa che ci si propone a considerare e ci sforziamo per applicarvi la nostra considerazione; ma l'attenzione ne viene spesso strappata dal fatto successo e di cui abbiamo piena la fantasia. Avviene una lotta tra l'attenzione alla cosa che ci ha preoccupato e ci preoccupa ancora e l'attenzione alla cosa novella che ci viene proposta da considerare. C'è una seconda attenzione, la quale è così formata che viene presa da continue distrazioni di specie diversa e dalle oscillazioni più disparate; in tal caso, ora si piega a destra, ora a sinistra, secondo quanto si ascolta o si vede e secondo quanto eccita l'immaginazione. C'è poi una terza attenzione che non viene distratta da cosa alcuna; ma è come l'uccello che gorgheggia e muove graziosamente la testolina e tra un gorgheggio e l'altro si riposa. L'attenzione non viene disturbata, ma viene resa vaga da un che di profumo che si eleva dall'oggetto considerato, da un che di sfumatura che si sprigiona da tutti i contorni della cosa stessa che considera. Ora che abbiamo riportato le diverse specie di attenzione, che ci possono interessare per il nostro assunto, scendiamo all'applicazione. Non prendiamo ad esame la distrazione propriamente detta, perché in essa è tolta completamente l'attenzione, o meglio potremmo dire che l'attenzione allora 183
è tutta per la distrazione. Le contrattilità dei muscoli, in tal caso, non possono darci nulla di speciale, per quello che noi stiamo cercando. In quanto alle altre attenzioni, dobbiamo vedere quale sia l'attenzione abituale dell'uomo di genio e dell'uomo comune. Riportiamo le parole del Tarozzi (o.e.): «Si citano spesso le sentenze di Helvetius, che ha definito il genio un'attenzione prolungata, e di Buffon che ha detto essere il genio una lunga pazienza. Nelle scienze esatte, per lo meno, dice Cuvier, è la pazienza invincibile di un intelletto sano quella che certamente costituisce il genio. Chesterfield pure ha osservato che il potere di conservare un'attenzione rigida e continua a un solo oggetto è ciò che costituisce il contrassegno più certo del genio. Ma è il loro genio che fa sì che essi stiano tanto attenti; e non è la loro attenzione che ne faccia dei geni. Siccome un'attenzione mantenuta sempre sul medesimo oggetto non è possibile senza che l'oggetto muti, e siccome l'oggetto non muta davanti a un intelletto sfornito di materiale pesante poco originale, si capisce che questo non perduri pazientemente nell'osservarla. Ma quanto più fresca e originale è la mente, quanto più ricca di acquisizioni, tanto più intorno a un solo oggetto gli argomenti germinano, spuntano e crescono sempre giovani. A ogni momento essi sanno trovare illazioni nuove, le quali fissano nuovamente l'attenzione. Nell'uomo di genio gli oggetti formano tante serie concatenate, le quali si susseguono l'una all'altra secondo qualche legge razionale. E per questo che noi diciamo che l'attenzione è sostenuta e che l'oggetto della meditazione, che ha la durata di ore, è "lo stesso". Nell'uomo comune la serie è per la massima parte incoerente, gli oggetti non hanno alcun legame razionale fra di loro e noi diciamo che l'attenzione è vagante o dispersa». L'attenzione dell'uomo di genio è quella della terza specie. Perché la pazienza nella ricerca nel canto, ecc.? Perché anche la sua attenzione viene confortata continuamente dai profumi e dalle sfumature della natura, per apprendere i quali ha un senso e un sentimento raffinato. L'attenzione della prima specie si può considerare come un'attenzione continuamente piegata e contorta marcatamente. L'attenzione della seconda specie possiamo dirla come un'attenzione trasportata disordinatamente sopra diversi oggetti. Avete così l'attenzione del genio, l'attenzione stentata, l'attenzione disordinata. Ora interroghiamo la psicologia e la fisiologia. L'attenzione del genio è continua. Essa ha solo delle impressioni che non la disturbano, ma la favoriscono, in quanto rendono meno pesante il lavoro dell'attenzione. Quasi direi che quelle impressioni sono come dei richiami della stessa attenzione, in quanto la circondano di sorrisi, di canti, di qualche cosa che fa capolino e che eccita a veder chiaro, di qualche cosa che da un motivo sul quale il genio è eccitato a comporre mille variazioni. Ora tutte queste cose che accompagnano l'attenzione del genio sono come delle piccole piegature omogenee all'attenzione stessa, perché se fossero eterogenee, la disturberebbero. Si noti bene che queste piccole piegature sono nell'anima, ma non possono tenere da parte i fenomeni del cervello, non possono ripercuotersi nel cervello solo in modo passivo in quanto l'eccitano, ma anche in modo attivo, sì che il cervello deve agire. I muscoli, quindi, non possono fare a meno di risentirne e tracciare il loro risentimento, cioè le loro contrattilità, quando sono in azione, marcando tale traccia nelle opere che escono da essi. 184
Scendiamo alla grafologia. Sono i muscoli del braccio e della mano che distendono la scrittura. Dunque nella scrittura del genio devono essere tradotti gli stimoli del cervello e le contrattilità dei muscoli. Secondo quanto abbiamo fatto sopra osservare, tali stimoli e tali contrattilità debbono dare come delle oscillazioni continue e omogenee. Queste oscillazioni sono la causa della scrittura disuguale. Gli aggettivi «continue e omogenee» danno la continuità e la metodicità delle oscillazioni. La grafologia ci insegna che la scrittura del genio, cioè originale, è quella che è Disuguale metodicamente. La disuguaglianza poi si manifesterà, più o meno accentuata, in un modo o in un altro, a seconda della forma e della specie del genio. Si vede bene che in questa spiegazione la grafologia costringe la psicologia e la fisiologia a darle la mano. Colui che ha l'attenzione stentata tanto intellettiva come morale si presenta come chi viene arrestato o dalla ponderazione o da difficoltà che tentano di offuscare l'anima prima che possa concludere teoricamente o praticamente. Onde i suoi nervi che subiscono l'atteggiamento dell'anima hanno come delle contorsioni e delle piegature marcate nel mandare gli stimoli ai muscoli, sì che i muscoli debbono avere le contrattilità secondo gli stimoli mandati dai nervi. Gli stimoli non possono essere disordinati, e così le contrattilità dei muscoli, in quanto nel corso dell'intellezione o decisione non c'è rottura eterogenea, perché ciò riguarda l'intellezione o decisione medesima. Ed ecco la grafologia che ci da il segno dell'intelligenza e del sentimento stentato, insegnandoci che tale segno sta nella scrittura la quale si contorce tutta nel procedere sul rigo e perciò forma gli angoli per il solo motivo della stentatezza. Come appendice alla scrittura Stentata dobbiamo porre la Tentennante e la Titubante. La prima partecipa molto della Stentata e per la ragione fisiologica e psicologica dobbiamo dire quasi le stesse cose. La Titubante ha una stentatezza più dolce, una stentatezza che quasi sfuma, per modo di esprimerci. Onde per essa la ragione fisiologica e psicologica è la stessa della Stentata, ma in un modo molto attenuato. Finalmente colui che ha l'attenzione trasportata sopra diversi oggetti non può fare a meno di farne risentire i nervi, i quali debbono far scattare degli stimoli corrispondenti alle oscillazioni della sua attenzione. L'attenzione è disordinata, disordinati debbono essere gli stimoli. Se disordinati sono gli stimoli, devono essere disordinate anche le contrattilità dei muscoli e, naturalmente, le opere muscolari. Quindi scrittura disordinata, disordinato l'atteggiamento dell'occhio, il parlare, il gesto, ecc. La grafologia ci insegna che la scrittura disordinata, cioè non uguale nella sua disuguaglianza, è indice di tutto questo. G II genio dell'arte e della scienza. — Mi si permetta, prima di procedere oltre, di fare una discussione che deluciderà molto e la parte pratica e quella teorica e quella scientifica circa il segno Disuguale metodicamente. Non ci si guardi con scontentezza perché nel corso dovremo ripetere cose già dette o dire cose che dovremo in seguito ripetere; lo richiede la discussione medesima per essere completa. 185
Che cosa importa questa parola «genio»? Per rispondere, diciamo piuttosto ciò che il genio non è, poiché definire il genio non è cosa agevole, in quanto il genio riveste qualche cosa di quello che appartiene a Dio, non in senso panteistico, ma in senso di aspirazione e di imitazione. Genio non è quello che sa eseguire l'arte, che sa insegnare, per modo di dire, la veste dell'arte, che sa copiare quello che può uscire dal genio, poiché la parola genio porta con se stessa il concetto di creazione, per quanto questa parola possa essere sopportata da una creatura. Il genio, secondo me, fisiologicamente e psicologicamente considerato, si distingue da colui che non è genio principalmente da questo: il genio ha le facoltà sensitive e intellettive più spiccate, più rispondenti una all'altra, non contrastanti; e sa aprire loro un laboratorio comune, in cui al direttore comune ciascuna facoltà da la materia propria secondo che esso ne ha bisogno e ne domanda. Il genio deve avere, nella sua vita sensitiva, tutte le facoltà sommamente coordinate tra loro. Quindi l'immaginazione, la memoria, il giudizio istintivo devono essere coordinati dal «senso intimo», che è come il direttore di un laboratorio ideale in cui operano quelle facoltà. Ci spieghiamo. I suoi sensi esterni raccolgono tutto ciò che vi è di bello, di delicato, di drammatico, di tragico nelle sfumature indefinite che formano la bellezza del creato. Le percezioni esterne, le sensazioni incoscienti del genio debbono non fermarsi se non quando la percezione della bellezza, della bontà, dell'unità sarà per lui esaurita. Il genio è come un visitatore, appassionato della bellezza, che voglia prendere conoscenza del palazzo Pitti di Firenze. Magari, dopo aver visitate delle sale, si sente spossato, il suo cervello e la sua anima sono affogati, direi quasi, dalle magnificenze dell'arte. Allora non corre per quelle sale a finire la sua visita; smette e rimanda a un altro giorno, a un altro ancora quel che gli resta da contemplare. Ma fa tutto ordinatamente, in modo da poter soddisfare l'anima sua sitibonda di bellezza. Allorché i sensi esterni avranno finito l'opera loro e si saranno, per modo di dire, esauriti, sicché un silenzio profondo si farà intorno a essi per il loro riposo, il senso intimo dolcemente solleticherà la memoria che è aderente ai sensi esterni, perché le immagini abbiano a sbocciare. La natura è l'arte per eccellenza, ella è la sede, per così dire, dell'arte. Il genio non può usurpare alla natura l'arte totalmente, ma parzialmente. Da quanto detto si vede bene che il genio per se stesso ha degli sprazzi di intensità e facilmente si accontenta di questi sprazzi illudendosi quasi che gli altri abbiano a penetrare la bellezza delle sue concezioni. Ciò che in molti casi può esser un inganno. Perciò il genio deve essere assistito per l'efficacia delle sue opere. E necessario che sia assistito da un'intelligenza molto comprensiva che lo costringa, specialmente trattandosi di genio scientifico, a spiegazioni, a dettagli o delucidazioni che possono essere efficaci per la penetrazione del suo pensiero. Il genio si contenta del proprio scatto geniale che per se stesso sarebbe bastante, ma non per gli altri. Il genio, come tale, non tende a rifinire le sue concezioni nei contorni esterni, perché da lui viene tutto compreso in un solo scatto. L'arte è legata alla bellezza matematica; bellezza perché l'arte è bellezza, matematica perché l'arte è bellezza nell'ordine. Perciò il genio tanto più sarà genio quanto più sarà fedele alla percezione dei suoi sensi esterni raffinati, quanto più, cioè, sarà fedele alla sua memoria sensitiva, custode delle immagini dei suoi sensi
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esterni raffinati. Ma la memoria può essere di due specie: memoria della sostanza e memoria dei contorni. Ora, la scrittura indice della memoria, come si vedrà a suo luogo, è la scrittura Parca, cioè senza ricci né finali né intermedi, perché l'impulsività del genio deve essere ordinata e fedele. La tendenza del vero genio è quella di epurare da tutti gli eccessi e da tutte le superfluità l'opera sua. Questa tendenza, in lui, è innata perché il genio è innato. Nella scrittura la superfluità è il riccio finale e molto più l'intermedio. Il genio, per tendenza, deve eliminarli, essendo a ciò portato da natura. Siccome, poi, tostoché le immagini sono suscitate dalla memoria, vengono prese dall'immaginazione, debbono seguire la natura di questa. L'immaginazione, secondo la sua natura, ci si presenta alla fantasia come un'allodola che canta, canta senza tregua al sole, batte le ali, girando intorno a sé nell'azzurro, o scivolando giù per lo spazio con un moto vario e regolato. Questa immagine dell'allodola, e specialmente del suo modo di battere le ali, ci mette innanzi agli occhi della mente le modalità tanto belle e tanto soddisfacenti l'occhio della scrittura del genio, che consiste appunto nella Disuguaglianza metodica, la quale richiama l'impulsività ordinata delle sensazioni incoscienti del genio. Sono sensazioni incoscienti che conservano la loro bellezza e spontaneità natia, fino a che l'immaginazione non ne prenda possesso. Ma qualunque sia l'importanza fondamentale di questa conoscenza sensitiva, qualunque sia la bellezza di questo meraviglioso concerto di facoltà e di organi, di cui è provveduto l'animale e che tanto lo innalzano al di sopra del regno minerale e vegetale, tuttavia non è questa che la parte inferiore e come il primo gradino della conoscenza umana. Noi percepiamo cose inaccessibili a tutti i sensi, e concepiamo oggetti superiori al mondo corporeo. Questo grado di conoscenza si compone di tre elementi uniti indissolubilmente: l'idea, il giudizio, il ragionamento. Tocca ai filosofi spiegarlo. I segni grafologici, che sono indice della parte sensitiva, valgono anche per la parte intellettiva, in quanto ambedue non possono essere disgiunte nell'uomo: esse vadano d'accordo, né osino invadere il campo l'una dell'altra. Perciò non sappiamo distinguere fin dove il segno grafologico del genio abbracci la sensitiva e quando cominci l'intellettiva. Abbiamo un altro segno grafologico che è proprio dell'intelligenza profonda e sarebbe quello della Larghezza di lettere che, unito con il segno Disuguale metodicamente senza Larghezza tra parole, ci darebbe l'arte pura. Abbiamo anche che Larghezza tra parole ci darebbe la tendenza alla critica pura. Congiunto con Disuguaglianza metodica, con Parca e con Piccola ci darebbe la tendenza all'arte non pura, ma all'artescienza, cioè alle invenzioni o scoperte scientifiche che, in quanto invenzioni o scoperte, debbono chiamarsi principalmente arte. In quanto alle ragioni psicologiche e fisiologiche lo vedremo appresso, benché già ne abbiamo trattato. II genio si può dividere in genio morale e intellettivo, cioè del bello e del buono. Circa il genio del bello abbiamo che i segni grafologici sono quelli dell'intelligenza profonda, originale, ecc., ma spiccati. Tuttavia io credo che né la fisiologia, né la psicologia più evoluta varrà giammai a trovare dei segni speciali nel cervello e nell'intelligenza e nell'anima del genio intellettivo.
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SEGNO 26° - SCRITTURA MINUTA o PICCOLA
La scrittura Minuta è quella che si estende poco verticalmente, che si eleva poco dalla riga in su non più di due millimetri. Deve tuttavia, per distinguersi dalla Minuziosa, avere circa 7/10 di Larghezza di lettere e non deve essere stentata. E un segno sostanziale dell'intelligenza. E segno di intelligenza profonda e raffinata. Questo segno grafologico indica pensiero molto penetrante e, quasi direi, cesellatura del pensiero. Se ha la Disuguaglianza metodica, indica lirica raffinata e arte del cesellare e della miniatura. Se ha Larghezza tra parole, indica principalmente una mente che sa penetrare nella verità, in modo da spaccare quasi un capello, indica ragionamento finissimo e tendenza all'esegesi scientifica e artistica. Col Disuguale metodicamente indica anche abilità per la radio-tecnica. Minuta, tanto nell'uomo che nella donna, porta la tendenza alla raffinatezza dell'osservazione, della discussione, della conclusione logica. Chi ha scrittura Minuta tende a studi filosofici e ha la spinta a formare un sistema tutto personale, nel quale però fanno naufragio coloro che insieme a Minuta non hanno intorno a 8/10 di Larghezza di lettere. Questo per mancanza di profondità intellettiva nonostante l'estrema raffinatezza di osservazione. Riescono per cose di esegesi, sempre che ci sia la Larghezza tra parole. E difficile trovare una scrittura Minuta che non abbia omogenea distanza tra^ parole. Riescono soprattutto per scienze di discussione e di polemica. E un po' difficile che la donna abbia la scrittura proprio minuta. Nel carattere tanto l'uomo che la donna hanno il gusto di mettere in imbarazzo. Il professore con questa scrittura ha il gusto di imbarazzare l'esaminato e il discepolo ha il gusto di imbarazzare il professore con interrogativi singolari, dando risposte evasive e che non sono attese. Fanno dichiarazioni d'amore per imbarazzare: per esempio, un pezzente fa dichiarazione d'amore a una principessa. Esternamente hanno la massima serietà, ma internamente si divertono. Hanno un sorriso di satira che non si sa definire. Si divertono a stuzzicare con domande i bambini. Per coloro che non sono presi di mira è divertente stare insieme a costoro, ma riescono antipatici agli altri. Hanno il gusto di mettere in ridicolo e di fare spiccare il lato negativo delle persone quando specialmente intendono di raggiungere uno scopo prefisso. Sanno darla a intendere in modo meraviglioso, fino a dare corpo alle ombre. Se sono di princìpi poco onesti, possono abusare in modo madornale delle proprie facoltà. Negli affetti familiari non danno troppa soddisfazione. In sintesi, sono 188
di temperamento orgoglioso che li spinge a tutte le azioni dette sopra. Sono tipi piuttosto intellettuali e hanno l'ambizione e la vanità intellettuale. Hanno la satira nell'occhio e in tutto.
Fig. 153
Per la graduazione attienti a questo criterio: se la scrittura ha intorno a 6-7/10 di un millimetro di altezza, avrà 10/10 di Minuta. Se avrà intorno a un millimetro di altezza nel complesso di tutta la scrittura con qualche lettera di maggiore o di minore altezza., allora puoi ritenere 8/10 di Minuta. Se avrà intorno a un millimetro e mezzo, sempre nel complesso, allora puoi stare sui 6-7/10 di Minuta. Se avrà due millimetri con tendenza a sorpassarli, allora la scrittura avrà 5/10 di Minuta. Sotto i 5/10 la scrittura esce dal concetto di Minuta. La scrittura di fìg. 153 presenta 10/10 di Minuta, ha il Disuguale metodicamente e ha spiccata Larghezza tra parole. Qui non ci deve interessare altro che il segno Minuta in se stesso e perciò non ci dobbiamo occupare altro che di esso. Prima di scendere alla ragione scientifica del significato di scrittura Minuta o «piccola», dobbiamo riportare altri segni che sono molto affini a questo segno «piccola». Osserva altri esempi di scrittura Minuta nelle figg. 154, 155, 156, 157. 189
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^ SEGNO 27° - SCRITTURA PARCA La scrittura Parca è quella che non ha ricci di sorta, né in fine di parola, né all'inizio di essa, e molto meno nel corso della parola. E un segno modificante principalmente dell'intelletto. Questo segno indica laconicità di concezione, di pensiero e di espressione di esso e di azioni. Chi ha questo segno concepisce le cose nella loro natura specifica e determinata. Di modo che se vede di dover concepire ed esprimere solo la sostanza delle cose si limita solo a quella e con la massima sobrietà. Se vuole concepire i dettagli si versa solo su quelli. Applica nella realtà solo quello che vede necessario. Indica, poi, anche memoria. Se la scrittura è gettata via alla meglio indica memoria di pensiero e materiale con molta applicazione; se ha accuratezza, indica memoria materiale. Dell'Accurata tratteremo a suo luogo. Ora occupiamoci solo della Parca. Si tenga mente che quanto più la scrittura è piccola tanto più è Parca.
Fig. 158
Scrittura con 7/10 di Parca.
Tanto l'uomo che la donna con segno Parca sono laconici in tutto, nel concetto e nella parola, nella fantasia, nel cibo, nella bevanda, ecc. Hanno memoria non solo di pensiero, ma anche materiale. Si sa che la memoria è più forte per quelle cose sulle quali si presta maggiore attenzione, e l'attenzione si accentua su quelle cose alle quali l'individuo ha tendenza. La laconicità può essere applicata tanto alla scienza come all'arte secondo la tendenza del soggetto. Sono portati alla logica non solo di conclusione, ma anche di processo. Non sono portati allo scatto perché in essi passa sempre un intervallo tra la causa e l'effetto. Il riccio finale da 191
cui esula il parco è come un prolungamento del pensiero e del sentimento antecedente per mezzo del quale questo pensiero antecedente va a invadere il pensiero o sentimento seguente; per cui chi ha il riccio non ha il necessario spazio di tempo per riflettere. Tendono più ad ascoltare che a parlare, per cui quando esprimono il loro giudizio questo giudizio è già compiuto prima di esprimerlo. Hanno un sorriso di compassione per coloro che azzardano di essere saccenti. Con parole piane e tinte di satira li mettono alla porta o li mettono sulla giusta via. Così: ma sa, mi pare che non abbiate approfondito, andate..., ecc. Non hanno nulla di spavalderia. Non dicono parole volgari, ma se la parola volgare quadrasse a capello per esprimere un concetto, la dicono magari domandando venia con un che di satira. Il carattere di costoro tende alla lealtà. Per se stessi non tendono a menzogne. Possono riuscire bene nel governo soprattutto per la prudenza nel dire e nel fare. Negli affetti non sono prolissi, ma vanno piuttosto alla parte sostanziale. Facilmente questo segno Parca va congiunto con il segno Angoli B. Costoro non si piegano solo per la presenza degli Angoli B, ma le loro asserzioni o negazioni sono frutto di una ponderazione elaborata, per cui hanno una certa sicurezza di se stessi in quanto hanno considerato tutti i particolari di una questione. Tendono a ruminare in se stessi un'offesa o una difesa senza facilità allo sfogo per cui potrebbero andare incontro a qualche fastidio nel ricambio, soprattutto riguardo al fegato. Piace loro mostrarsi seriamente compiti secondo che richiede il loro stato, non di più né di meno. Per esempio, un falegname con segno Parca non disdegna di presentarsi in veste di lavoro mentre sta lavorando, anche alla prima autorità del paese. Nell'educare i figli tendono a concedere loro tutte le libertà possibili, ma che non vadano contro i loro princìpi morali e contro le necessarie convenienze sociali. Sono tipi che tendono a non preoccuparsi delle sciocchezze, di ciò che è inevitabile, ecc., ma prendono le cose secondo il loro tempo. Sentono molto la propria responsabilità e non tendono a versarla sopra gli altri. Tendono a non farsi illusioni. Non si può dire che siano ottimisti o pessimisti, ma tendono più al pessimismo che all'ottimismo. Nelle cose aleatorie hanno la pazienza nell'attesa. Sono tipi che non vanno alla viltà e non vanno all'audacia, quindi non scendono alla paura. Sono tipi adatti per la riconciliazione tanto riguardo a se stessi come agli altri. Sono stimati per la loro serietà, che può essere incastrata nella scaltrezza; perciò hanno doti per essere diplomatici. Per la graduazione bisogna tener conto del calibro della scrittura e della mancanza di ricci. Se la scrittura ha 10/10 di Minuta e senza ricci di sorta, avrai 10/10 di Parca. Osserva la fig. 153. Se la scrittura ha 9/10, 8/10 o 7/10 di Minuta senza ricci, avrai 9/10, 8/10 o 7/10 di Parca. Se 192
la scrittura è di medio calibro e non ha Ricci della sobrietà, avrai 5/10 o 6/10 di Parca (vedi la fìg. 159). Se è sopra il calibro medio, ma senza ricci, allora avrai 5/10 di Parca (vedi la fìg. 160). Di qualunque calibro, anche minimo, ma con i Ricci della spavalderia o dell'ammanieramento o del soggettivismo, è fuori del concetto di Parca ed entra nel concetto dei Ricci. Vedi la fìg. 161 con 0/10 di Parca.
Fig. 159 Scrittura con 6/10 di Parca, perché è un po'più piccola del medio calibro.
Fig. 160 Scrittura con 5/10 di Parca.
Fig. 161 Scrittura con 0/10 di Parca.
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^ SEGNO 28° - SCRITTURA STACCATA La scrittura Staccata è quella in cui una lettera è staccata dall'altra in una stessa parola. E un segno accidentale dell'intelletto. Questo segno significa tendenza all'analisi particolareggiata e indica molta memoria se va congiunta con il segno Parca e piccola. Il segno Staccata può riguardare le parti di una lettera oppure le parti delle parti di una lettera. Nel primo caso il segno è genuino; nel secondo caso è un'esagerazione del segno. Vale tanto per l'uomo che per la donna nella stessa misura. Hanno la spinta e la pressione di tutto analizzare in un modo che è fuori della necessità e dell'utilità, riducendosi tutto a uno spreco di tempo. Potrebbe far supporre che questo segno sia indice di ordine, di esigenza di pulizia fìsica, di igiene, ecc., mentre non è così. Questo segno importa solo la pedanteria dell'analisi in certe cose, specialmente in quelle che interessano il soggetto; sicché cadono nella unilateralità che può riguardare l'ordine o la pulizia o l'igiene, che non abbraccia tutto il complesso, ma quel particolare di quella cosa, e qui si svolge tutta la loro pedanteria. E tutta una stranezza. Non hanno la logicità pratica delle cose. Ritornano sempre sugli stessi argomenti; raccontano le stesse cose. Si può dire che abbiano dei princìpi da loro formulati o accomodati da loro. Hanno un che di fermezza particolare e strana, tendono a un'analisi che porta a una sintesi già fissata, sia pure una sintesi di quella data analisi e per l'avveramento della sintesi tendono a non rispettare l'autorità e possono spingersi anche ad azioni che in se stesse offendono l'ordine richiesto dalla stessa autorità. Hanno per questo delle conclusioni strane, ardimentose e persine eroiche. Sono tipi piuttosto di imposizione. Tendono a volere essere considerati. Non accettano facilmente una cosa nuova. Tendono ad aiutare e a prestarsi per gli altri. Sono capaci di sacrifìcio in ciò che loro garba. Non hanno la specialità della delicatezza. Si badi che lo staccamento deve stare tra una lettera e l'altra e non tra le parti di una medesima lettera, perché, nel primo caso, può essere un gesto grafico, mentre nel secondo caso si viene ad avere un atto grafico, ciò che non è oggetto della grafologia, in quanto non è spontaneo, ma voluto. Per misurare il grado di questo segno, si deve guardare la frequenza dello staccamento delle lettere. Perciò la scrittura che presenta tutte le lettere di ciascuna parola staccate una dall'altra, avrà 10/10 di Staccata. Se ne presenterà 9/10, avrà 9/10 di Staccata. Se 8/10, avrà 8/10 di Staccata, e così via via fino 194
a 5/10. Sotto i 5/10 la scrittura non sarà più nel concetto di Staccata, ma di Attaccata. Vedi la fig. 162 e la fìg. 163 che, secondo il criterio dato, ha 10/10 di Staccata.
Quando in una scrittura le parole sono come staccate in varie parti, cioè le lettere di una parola sono distinte a gruppi come se si trattasse di più parole e tra questi gruppi c'è quasi lo stesso spazio che corre tra una parola e l'altra, il soggetto per tendenza naturale, che però può essere corretta, non ha molta discriminazione delle cose, tende a confondere la parte con il tutto. Per esempio, in una disputa aggrovigliata può dare il peso di essenzialità a un'accidentalità. Fa sintesi parziali anziché un'unica sintesi a un'unica analisi. E sono sintesi staccate. Vedi la fìg. 164. 195
Quando in una scrittura persine le parti delle lettere sono tutte staccate in modo che si mostrano isolate, allora si ha la tendenza a un'analisi esagerata e fuori della ragionevolezza e pochissima disposizione, anzi quasi nessuna disposizione, alla sintesi. Vedi la fìg. 165.
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Fig. 165
^ SEGNO 29° - SCRITTURA CHIARA La scrittura Chiara è quella che si legge bene, come si legge bene ciò che è stampato. Per constatare questo segno è necessario isolare, per modo di dire, le singole lettere di una parola e vedere se ciascuna rappresenta se stessa: per esempio se Va e veramente a, ecc. 196
Ci sono delle scritture che si leggono, ma nel complesso. Queste, certo, sono non alte nel grado di chiarezza. Questo è un segno sostanziale dell'intelletto. La scrittura Chiara in quanto Chiara è indice di concezione di idee e di comunicativa chiara. Non si confonda la chiarezza con la nitidezza o con la precisione, perché la chiarezza importa solo che ciascuna lettera rappresenti se stessa. Quindi nel significato importa che l'intelligenza concepisca la cosa tale quale è; ma non è necessario che ci sia la penetrazione profonda. Per esempio, un bambino vede un ampio panorama, ne vede il tutto e i particolari, ma non li penetra. L'occhio suo apprende tutto, ma non sa ragionarci sopra. Quindi questo segno indica chiarezza semplicemente come tale. E molto difficile trovare una scrittura con 10/10 di chiarezza. Il Chiara potrebbe essere effetto di Accurata; ma allora deve considerarsi come Accurata e non come Chiara. Il Chiara deve andare d'accordo con scrittura Fluida per entrare nel concetto di Chiara. Chiara vale nella stessa misura per l'uomo e per la donna. Il pensiero e il concetto è chiaro come l'espressione di esso. Questi tipi tendono alla pulizia personale; non solo alla pulizia che può essere controllata dagli altri, ma alla pulizia in se stessa, di modo che il primo indumento che non si vede debba essere pulito come quello esposto allo sguardo di tutti. Sono tipi che provano fastidio che una cosa non sia ordinata, che non proceda secondo il suo verso, che venga espressa non con i debiti modi. Non si confonda però tutto questo con la raffinatezza perché la chiarezza non è certo raffinatezza: può dire di più e può dire di meno, in quanto si può dare raffinatezza senza chiarezza; voglio dire che la chiarezza è necessaria per la giusta posizione di una cosa, la raffinatezza non è necessaria. L'uomo con questo segno tiene l'ordine senza pedanteria, ma con una certa tendenza e sentore di pedanteria che tuttavia non fa fastidio, cioè tiene tutto con una certa signorilità. La donna, per esempio, non fa vedere la sua camera o le sue cose agli altri, compresi i familiari, se prima non mette tutto in ordine. Il segno Chiara favorisce l'assestamento delle esteriorità, ma tale favoritismo va a danno del campo del pensiero. II babbo con questo segno ambisce di vedere i figlioli «hic et nunc» assestati nel pensiero in modo da superare gli altri; la mamma di vederli fra tutti i più lindi e i più puliti. Sono tipi che si affezionano fortemente tanto da essere pronti a qualunque sacrificio, ma vogliono la regolarità in tutte le manifestazioni dell'affetto, anche le più intime. Per la graduazione questo è il criterio: se tutte le lettere sono chiare 197
in modo che, prese isolate, rappresentano chiaramente se stesse, allora avrai 10/10 di Chiara. Se 9/10 di tutte le lettere sono chiare e 1/10 no, allora avrai 9/10 di Chiara, e così via di seguito. Osserva la scrittura di fìg. 166, dove ho indicato con una freccia tutte le lettere non chiare. Tutte le lettere sono trentadue. Le non chiare sono sette, per cui avrai di chiarezza intorno a 5/10 scarsi. Osserva ora la fìg. 167. Sono cinquantadue le lettere. Di esse le non chiare sono ventuno, per cui questa scrittura ha soltanto 3/10 scarsi di chiarezza.
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Fig. 167 Scrittura con 3-2/10 scarsi di Chiara.
Fig. 168
198
t
E necessario far notare che quando la scrittura ha 10/10 o 9/10 di chiarezza, facilmente cade nella pedanteria, per lo studio nel tracciare le lettere, studio quasi inseparabile della chiarezza così accentuata. La persona di ingegno facilmente ripara, con l'ingegno e la rapidità di intuito, all'oscurità di concezione e di comunicativa e non cade nella pedanteria. Osserva all'uopo la scrittura di fìg. 168. Essa è molto poco chiara, ma è di persona di ingegno spiccato e di rapidità di intuito con cui ripara alla poca chiarezza. Ho voluto insistere su questo argomento per spiegare ancora una volta che la scrittura Chiara è semplicemente indice di un'intelligenza e di un sentimento che concepiscono chiaramente e che traducono e comunicano chiaramente una cosa.
I*- SEGNO 30° - SCRITTURA NITIDA La scrittura Nitida è quella che in tutte le lettere, sia maggiori che minori, esclude qualunque intozzamento o intrecciamento. Appena appare qualche intozzatura o intrecciamento, Nitida cala di grado. A fìg. 169 osserva le due scritture che non sono affatto nitide, anzi sono la negazione della nitidezza per spiccato intozzamento.
*MA*.'JUte*X
Fig. 169
199
Fig. 170
A fìg. 170 osserva la mancanza totale di nitidezza per intrecciamento. Per la graduazione di Nitida devi tener conto che in questa scrittura bisogna osservare il segno Filiforme, le Intozzature 1 ° e 2° modo, Grossa, Grossolana e gli intrecciamenti. Se la scrittura è Minuta o piccola di qualunque grado e non ha nessuna intozzatura e nessun intrecciamento, avrai 10/10 di Nitida. Vedi la fig. 171.
Quando in una scrittura trovi il segno Intozzata 1 ° modo e Intozzata 2° modo sopra la mediocrità, poi Grossa e Grossolana, la scrittura esce totalmente dal concetto di Nitida. Se vi trovi intrecciamenti che invadono tutte le parole, anche allora la scrittura esce totalmente dal concetto di Nitida. Vedi la fig. 170. 200
Se in una scrittura trovi assieme Intozzata 1° e 2° modo sopra i 5/10, tali segni tolgono a Nitida 7/10, sicché Nitida avrà 3/10. Se nella scrittura trovi solo Intozzata 1° modo sopra i 5/10 questo segno toglie a Nitida 2/10 e avrai 8/10 di Nitida. L'Intozzata 2° modo sopra i 5/10, da sola toglie a Nitida 3/10 e avrai 7/10 di Nitida. Intozzata 1° e 2° modo sotto i 5/10 assieme tolgono a Nitida 5/10, sicché avrai 5/10 di Nitida. Intozzata 1° modo sotto i 5/10, da sola in una scrittura Filiforme (sopra i 5/10) toglie a Nitida circa 1/10 e avrai 9/10 di Nitida. Intozzata 2° modo sotto i 5/10, da sola in una scrittura Filiforme, toglie a Nitida 2/10, sicché avrai 8/10 di Nitida. Vedi le figg. 173 e 174. Con intrecciamento in tutte le parole e se l'intreccio è arruffato anche non in tutte le parole, ma nella maggior parte, la scrittura esce totalmente dal concetto di Nitida. L'intrecciamento che invade per 9/10 tutte le parole toglie 9/10 a Nitida e avrai solo 1/10 di Nitida, e così di seguito. Vedi la fìg. 170. Osserva la scrittura di fìg. 172. Essa presenta un leggero intozzamento di 2° modo in scrittura Filiforme, e non si può dire proprio piccola, per cui di Nitida può vantare intorno a 7/10. Questo è un segno sostanziale dell'intelletto e indirettamente della volontà. Questo segno grafologico è l'indice della grande nitidezza intellettiva e morale. Tale nitidezza riguarda principalmente l'espressione e l'impressione interna ed esterna, sia intellettiva che morale. Riguarda la veste del pensiero e della parte affettivo-attiva. Per spiegarci meglio, il segno Nitida importa il concetto di distinzione di apprendimento e di comunicativa. Cioè, chi ha questo segno non apprende e non comunica il concetto solo in generale, in confuso, ma distinto nelle singole parti. Quindi Nitida è più di Chiara; in Nitida è compresa Chiara, ma non viceversa. Tutte le scritture nitide sono chiare, ma non tutte le chiare sono nitide. La mente e la comunicativa di chi ha scrittura Chiara ma non Nitida è come l'occhio di chi vede un oggetto (per esempio un tavolo) e poi ricorda e sa dire solo che ha visto un tavolo o il tale tavolo. Invece chi ha scrittura Nitida è come chi vede e poi sa dire anche delle singole parti del tavolo veduto: ha visto e ricorda la mensa del tavolo, le gambe, le particolarità. Però queste particolarità le vede in complesso, non come a una a una. E questo distingue il Nitida dallo Staccata: il Nitida vede tutto nell'insieme, lo Staccata non solo vede le singole parti in complesso, ma scende nell'analisi delle medesime. Però è chiaro che il Nitida facilita l'analisi, perché presenta le cose distinte nel complesso, quantunque non faccia e non intenda di fare la distinzione di esse. 202
Della distinzione il Nitida può accotgetsi e non accorgersi; ma, chiamatavi, induce il soggetto a pensarci e a distinguere secondo la potenza del segno Staccata. Che la distinzione sia superficiale o profonda, dipende da altri segni, cioè da segni Larga di lettere, Minuta, ecc. È questo un segno molto importante, benché non riguardi direttamente la sostanza della personalità. Chi ha il segno Nitida sopra i 5/10 e specie sugli 8/10 o più decimi ha tendenza all'autostima e a credersi in diritto di poter criticare le opere altrui prendendo se stesso per esemplare di precisione, tanto nel campo intellettivo che morale. Questo è forse il segno che più direttamente porta all'orgoglio, e siccome questo orgoglio è posato sulla precisione, è molto difficile che il soggetto riesca a vedere la sua bruttezza morale. Questo orgoglio si manifesta con la sicurezza che mostra il soggetto nell'emettere tutti i suoi giudizi e le critiche, e nel credersi in diritto di criticare e giudicare. È il segno della distinzione. La distinzione nell'uomo si riferisce più al pensiero, nella donna più al sentimento, sebbene questo sentimento tenda a essere espresso intellettualmente, perché per se stesso il segno Nitida riguarda più il pensiero che il sentimento. Tanto l'uomo che la donna tendono a specificare bene il concetto che hanno in mente e tendono a cercare e a trovare la parola propria, adatta. Si badi bene che in questa tendenza dell'uomo e della donna non ci deve essere nulla di innaturale e nulla di pedanteria. La loro distinzione per mantenersi nel concetto di Nitida deve interessare. La nitidezza importa non solo chiarezza, ma nella chiarezza lucidità. Si può dire che sia il segno dell'orgoglio intellettuale anche perché il nitido con la nitidezza viene a comparire più di quello che vale, quindi per forza di cose tende ad avere spiccata l'autostima. In un consesso, in un ritrovo tendono a fare ed essere distinti. Difficilmente accettano di andare a ritrovi nei quali non si conservi intatta la dignità personale. Di lui si dice: «Come è distinto e appropriato nel parlare e delicato nel toccare le passioni»; di lei: «Come è speciale senza frivolezze nel vestire, nel trattare, nel preparare materie gastronomiche». Tendono a tenersi lontani dalla folla e in una rivoluzione sarebbero segnati a dito e presi di mira. Nell'affettività non sono facilmente contentabili e hanno una certa schifiltà per certe persone. La scrittura Aperta importa che le aste delle lettere siano ben definite e staccate. Si badi di non confondere la scrittura Aperta con la scrittura Larga, perché questa vuole che la lettera si estenda orizzontalmente, mentre quella vuole soltanto che le linee della lettera, larga o stretta, siano staccate. La scrittura Aperta è una proprietà di quella Nitida e rende 203
il segno Nitida più completo. Quindi indica nitidezza di pensiero e di affetto. E un segno accidentale della volontà e dell'intelletto. Per la graduazione la cosa è molto facile. Se tutte le lettere sono aperte avrai 10/10 di Aperta; se una metà delle lettere è aperta, avrai 5/10 di Aperta, e così via.
^ SEGNO 31° - SCRITTURA AGGROVIGLIATA (ARRUFFATA) La scrittura Aggrovigliata è quella in cui si avverano qua e là non distinzioni delle lettere alfabetiche ma avviluppamenti delle stesse lettere. Non c'è bisogno che tale avviluppo si avveri in tutte le lettere, ma in alcune e che nelle altre si scorga la tendenza con un che di arruffamento, di ingrossamento, di chiusura negli occhielli. Per il grado dipende dalla frequenza. E un segno modificante della volontà e ^dell'intelletto che partecipa, sotto l'aspetto della forza, dei sostanziali. E un segno semipatologico. Perché è compartecipante del significato del segno Intozzata 2° modo. Questo segno non deve confondersi con Confusa, Disordinata e Grossolana, quantunque abbia delle affinità con queste. Soprattutto perché questa scrittura può andare accompagnata con Disuguale metodicamente. Significa, in quanto all'intelligenza, affastellamento di fantasie, di immagini, di concetti. In quanto alla volontà significa affastellamento di sentimenti, di affettività, cozzi di odi e di amori, di desideri e di aspirazioni. Di conseguenza il soggetto che ne è affetto ha la spinta all'accaparramento, a farsi avanti, ad andare in prima fila, a fare chiasso, ad avanzare pretese e prepotenze che tuttavia mollano se trovano una consistente
Fig. 175 Scrittura di Georg,o Wilhelm Friedrich Hegel. -Aggrovigliata 7/10. o oo o
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resistenza. Il soggetto allora può cadere in una specie di disperazione. Giuda doveva avere la scrittura di questa specie, con l'aggiunta del segno Strettezza tra lettere e Secca. Riporto come esempio due scritture di uomini celebri. La prima è di G.W.F. Hegel, la seconda del venerabile padre Domenico della Madre di Dio di cui si tratta la causa di beatificazione. Faccio osservare che il segno Aggrovigliata nel secondo esempio è più accentuato che nel primo esempio. Eppure il soggetto è arrivato alla perfezione della santità. Questo fatto fa pensare. La ragione scientifica del segno Aggrovigliata sta in questo, che l'anima del soggetto tende a sovrapporre, ad affogare, a premere un concetto sull'altro, un sentimento sull'altro, e ne fa come un viluppo e lo getta oltre la folla, quasi per destare la meraviglia per il chiasso prodotto; in modo che la folla fa largo per lasciarla passare e raggiungere il viluppo
Fig. 176 Scrittura del venerabile padre Domenico della Madre di Dio. - Aggrovigliata 8/10. 205
che ha lanciato. Mi viene di rassomigliare costoro a quel tale costretto per la sua professione a fare molta strada a piedi: per sentire meno stanchezza lanciava il cappello innanzi a sé e si distraeva dalla stanchezza correndogli dietro. La mente di colui che ha la scrittura Aggrovigliata, sia pure adatta a concetti originali, tende ad avere pensieri non distinti, ma arruffati, nebulosi, per cui tende ad avanzare verso la verità, quasi direi, a tastoni e tende quindi a tirare conclusioni più ampie delle premesse, credendo tuttavia che siano nelle premesse perché non ha veduto chiaro e nitido, tende a dedurre univocamente i più dai meno, mettendo tra i più i giochi di fantasia che sbucano tra le nebulosità delle idee. A costoro appartengono i filosofanti che, sollecitati dalla doviziosità della loro fantasia e avendo confusione di idee, sdrucciolano nella mania dell'invenzione di nuovi princìpi. Essi possono rassomigliarsi all'insetto che, spinto dal volo, va a schiacciarsi contro il vetro. Non vedendo la lucentezza della verità, si schiacciano contro di essa. Per lo più costoro vogliono fare da scienziati e pongono come fondamento della loro scienza i giochi della loro fantasia. Senza dubbio è l'orgoglio che li mena e il loro orgoglio è alimentato dal fatto che hanno doviziosità di immagini che riddano nel loro intelletto e nei loro sensi per avere la prevalenza. Si presentano con protervia, impongono le loro idee, invadono il campo delle idee altrui, arringano la folla a cui promettono quello che non possono mantenere per averne il favore, non vanno troppo per il sottile tra il lecito e l'illecito, tra la lealtà e la slealtà, tra il mio e il tuo, giocano o tendono a giocare d'azzardo e per vincere sono tentati di barare e in realtà barano, hanno la sventatezza dei propagandisti allestiti alla meglio, imbrogliano amministratori e amministrazioni, sciupano interi patrimoni e osano levarsi dal lastrico come se fossero ancora ricchi di sostanze per ingannare coloro che ne sono muniti, vanno a caccia di femmine che disonorano e dalle quali sono disonorati. Se cercano di fare da eleganti manifestano la loro goffaggine, poiché per lo più hanno le parti del corpo non adattabili all'eleganza. Tutto quanto detto vale anche per coloro che sono di sesso femminile. Se sono di sesso femminile e si danno a propagandiste di errori, non hanno alcun ritegno, insultano autorità, imbastiscono calunnie, per cui la loro fama e la loro situazione restano aggrovigliate come la loro mente e il loro sentimento. Nella donna l'orgoglio è più impellente, più inverecondo. Nonostante tutto il detto sono capaci (e questo vale per l'uomo e per la donna) di gettarsi nella vigliaccheria, di svignarsela alla chetichella se fossero in pericolo di incappare nell'ira della folla e nella condanna della pubblica autorità. 206
>• SEGNO 32° - SCRITTURA OSCURA La scrittura Oscura è quella che non si legge bene. È diametralmente opposta a scrittura Chiara. Vedi la fig. 168. Questo è un segno sostanziale dell'intelletto. La scrittura Chiara, tosto che deflette dal suo grado medio, cede l'impero alla scrittura Oscura. Questo segno grafologico indica oscurità di pensiero e di azione. Quanto più sarà oscuro il pensiero e la parte affettivo-attiva, tanto più sarà accentuato questo segno. Tieni conto di quello che abbiamo detto su scrittura Chiara negli ingegni superiori, i quali riparano con efficacia, a quella che può essere la conseguenza di scrittura Oscura, con l'intuito e la rapidità dell'azione. Questo segno può essere effetto della sveltezza della mano e può essere effetto della tendenza all'oscurità. Nel primo caso il segno Oscura si riduce al segno Dinamica, di cui tratteremo a suo luogo. E il secondo caso quello che qui prendiamo in considerazione. Chi ha il segno Oscura ha oscuro il pensiero e la parola. Non è capace di parlare in pubblico senza preparare il concetto e la parola. Se deve subire un esame, farà vedere nemmeno una metà di quello che realmente sa. Chiude l'animo perché non è capace di aprirlo. Dovendo rendere testimonianza davanti a un magistrato, facilmente non trova la parola adatta per esprimere il pensiero, e può essere benissimo che per questo sia trattato anche da falso testimonio. Accusato di qualche colpa che non ha commesso, si trova inceppato in modo che non sa difendersi. Sono tipi chiusi e manifestano più con l'opera che con la parola. Poiché la scrittura Oscura è il contrario di Chiara, per la graduazione di questo segno calcolerai il grado di Chiara; se avrai 1/10 di lettere che non si leggono avrai 1/10 di Oscura, e così via.
> SEGNO 33° - SCRITTURA CONFUSA La scrittura confusa è quella che ha un che di intrecciamento di filetti finali e intermedi. Gli intrecci devono avverarsi sopra le lettere in modo da generare confusione. È un segno sostanziale dell'intelletto. Essa è contraria di Nitida e solo indirettamente è contraria di Chiara. 207
Questo segno grafologico indica principalmente confusione di idee e di affetti urtantisi fra di loro in una ridda più o meno accentuata secondo l'intensità della confusione. Chi ha questo segno soffre lotte intcriori tanto di pensiero quanto di affetti, confondendo i motivi di un'azione credendosi, per apparenti e futili motivi, causa di disastri familiari tanto morali che finanziari, e di disastri di ogni altro genere. Quando questo segno è al massimo grado, diventa indice di confusione patologica. Tutti coloro che hanno Confusa hanno degli aspetti patologici. La confusione dipende dal fatto che molteplici, vari e indefiniti pensieri, affetti e sentimenti si agglomerano all'uscita e vogliono la priorità senza ordine. Il soggetto si trova in preda a tutti questi diversi elementi che, cozzando fra di loro, possono rassomigliarsi a una sparatoria di cartucce dentro un recipiente, per cui il recipiente stesso è sempre in pericolo di scoppiare. Ha slanci di entusiasmo, di pessimismo, di riso smoderato e sguaiato; slanci di affettività, di prontezza a sacrifìci immensi e a disprezzi subitanei; slanci di minacce, ecc. Avendo una semplice negazione se la prende con tutti e da un piccolo indizio forma una fabbrica immensa e getta i sospetti sul primo che ai suoi occhi appaia responsabile, sebbene non sappia neppure di che si tratti. Chi cerca di frenarlo è preso di mira. Potrebbe concepire anche vendette sanguinose. Se per le sue escandescenze viene rinchiuso in una
Fig. 177
208
Fig. 178
casa di salute, allora se sa scrivere anche poco rivolge lettere lunghe accusando e calunniando tutto il personale della casa. Non ha coscienza della calunnia e non crede di calunniare. Tali tipi possono conoscere una data materia, ma quando si tratta di applicarla tendono a generare la confusione. La loro attenzione viene bistrattata. Non hanno regola nel prendere cibo, nel prendere sonno, girano di qua e di là senza direzione, intraprendono una cosa e poi la lasciano. Per la graduazione di questo segno, calcola il grado di Nitida. Quello che manca a Nitida va in Confusa. Osserva, per gli esempi su Nitida, le figg. 177 e 178. Questo segno è il contrario di Nitida.
SEGNO 34° - SCRITTURA MINUZIOSA Minuziosa è quella scrittura inceppata in calibro minuto. Questo inceppamento dipende da mancanza di fluidità (vedi la fig. 179) o dal segno Staccata sui 7-8/10, o dal segno Pedante. 209
Inoltre è scrittura Minuziosa la molto Staccata e specialmente se insieme è piccola; tanto più se staccate sono non solo le lettere fra di loro, ma anche, ove la natura della lettera lo porti, le diverse parti della lettera stessa. Vedi la fìg. 183.
Fig. 183
Scrittura Minuziosa, perché Staccata eccezionalmente.
La scrittura Minuziosa è anche la Piccola che si raggomitola in se stessa. Vedi la fig. 184.
Fig. 184
Scrittura Minuziosa, perché Piccola, e Accartocciata.
Per la graduazione attienti ai seguenti criteri. Se hai una scrittura Minuta dagli 8 ai 10/10 con il segno non Fluida (Stentata) sopra i 5/10, ti darà 10/10 di Minuziosa. Minuta da 6/10 a 7/10 con il segno non Fluida sopra i 5/10, avrai intorno agli 8/10 di Minuziosa. La scrittura Minuta sotto 15/10 esce dal concetto di Minuziosa. Se la scrittura Minuta dagli 8/10 ai 10/10 è unita al segno Tentennante sopra i 5/10, ti darà intorno a 7/10 di Minuziosa. Se Minuta è sui 6-7/10 con Tentennante, allora Minuziosa avrà circa 6/10. 211
Fig. 185 Scrittura Minuziosa, perché Piccola e un po' Tentennante.
- Se la scrittura è Minuta dagli 8/10 ai 10/10 e tutte le lettere hanno il chiaroscuro della Pedanteria, allora avrai 10/10 di Minuziosa. E così di seguito. — Se Minuta è sui 6-7/10 e tutte le lettere hanno il segno Pedante, allora avrai 9/10 di Minuziosa. Se sono per 9/10, avrai 8/10 di Minuziosa. E così fino a 5/10. Oltre i 5/10 esce dal concetto di Minuziosa ed è semplicemente Pedante. Quando la scrittura è Staccata, il segno Minuta rende più deciso il segno Minuziosa, ma non ne modifica direttamente il grado. Perciò Minuta dai 6/10 a 10/10 conta la stessa cosa. Se il segno Staccata è esagerato, cioè con le zampine delle m, n, p staccate, allora avrai 10/10 di Minuziosa. Se lo Staccata ha 10/10, allora avrai 9/10 di Minuziosa. Se 9/10, avrai 8/10, e così via. Sotto i 5/10, esce dal concetto di Minuziosa e resta Staccata. Tieni presente che lo Staccata dice sempre qualche cosa di Minuziosa. Quella Piccola «raggomitolata» ha il grado sotto il grado medio. Anche la scrittura Piccola, Precisa, Accurata viene a partecipare, sebbene indirettamente, del segno Minuziosa, ma non arriva mai a superare i 5/10. Vedi la fig. 186.
Fig. 186 Scrittura Minuziosa, perché Piccola e Precisa.
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Minuziosa è un segno sostanziale che riguarda principalmente l'intelletto. Questo segno indica minuziosità in tutte le cose, indica un che di scrupolo nella parte intellettiva, affettiva e morale. In modo che, se coloro che hanno tale scrittura sono dediti alla religione, hanno paura sempre che qualunque piccolo atto sia peccato, non per delicatezza di coscienza, ma per quella tendenza a dare a qualunque piccola cosa un'importanza stragrande. Il primo distintivo del minuzioso è la meticolosità che lo porta a cercare nelle cose quello che non esiste e non può esistere. Nella parte morale può arrivare alla gelosia tormentosa per sé e anche per chi ne è l'oggetto. Il minuzioso, tanto uomo che donna, ha questa tendenza di volere, come si dice comunemente, ricercare e trovare il pelo nell'uovo. Che si debba andare alla profondità delle cose è giusto per chi ne ha la potenza e tendenza, e questo appartiene a scrittura Minuta; ma il fatto di volere approfondire la stessa profondità andando a cercare particolari che non interessano o proponendo questioni che per se stesse sono fuori di luogo, oppure arricchire le proprie cognizioni con una cultura che esula del tutto dai compiti che uno ha, oppure pretendere l'osservanza pedante di minuzie, di regolamenti, di accertamenti patenti a tutti, tutto ciò è del minuzioso. Quindi il minuzioso si mette in una fatica improba non arrivando mai ad assolvere i compiti che gli spettano; per cui raddoppia le ore di lavoro trascurando il necessario riposo, di modo che è impossibile che non cada nell'esaurimento psichico sì da rendere patologiche le sue facoltà mentali. Sono tipi che vanno soggetti a scrupoli di coscienza. Non sono atti per applicazioni pedagogiche o per direzione di anime, perché si fermano sulle minuzie trascurando la sostanza. Sono disposti a grandi sacrifìci e pretendono che gli altri si sacrifichino. Non hanno discrezione. Non sanno entrare nelle necessità psichiche e morali di un individuo e non hanno alcuna disposizione all'epicheia. Hanno carattere gretto. Q Ragione scientifica dei segni Minuta, Parca, Staccata, Chiara, Nitida, Oscura, Confusa, Minuziosa. » Sicurezza intellettiva. — Innanzitutto è necessario spiegare che cosa voglia dire questa sicurezza intellettiva. La sicurezza intellettiva, per se stessa, dice relazione più al soggetto che all'oggetto. La sicurezza è più che altro un sentimento, e il sentimento è soggettivo. Il sentimento può essere oggettivo in quanto viene suscitato dall'oggetto; ma questo oggetto, allorché impegna il soggetto, si fa soggetto, molto più che è costretto a ricevere tutte le modalità del soggetto medesimo. Non intendo farne una distinzione fìlosofìca; a me basta qui distinguere la certezza in oggettiva e in soggettiva. Chiamo quella semplicemente «certezza»; 213
chiamo questa «sicurezza intellettiva». Quella mi rappresenta la cosa nella realtà, questa nell'intelletto che l'ha appresa. È chiaro che la nostra grafologia tratta della «sicurezza intellettiva» perché, dovendo prendere di mira l'intelletto umano in azione, lo deve considerare soggettivamente, in quanto considera l'uomo e non ciò che l'uomo apprende. Perciò la nostra grafologia deve trattare della sicurezza intellettiva e non della certezza in sé od oggettiva. La profondità dell'intelligenza dice ordine e necessità di due requisiti: 1) che la profondità dell'intelligenza riceva la verità e l'abbracci tutta sulla sua negativa; 2) che l'obiettivo dell'intelligenza sia così fine da apprendere tutti i minimi dettagli, magari in sintesi, della cosa considerata. Il primo requisito viene significato dalla grafia Larga di lettere; il secondo dalla grafìa Piccola di lettere, sicché ambedue, messe insieme, vogliono una grafia Larga di lettere, ma Piccola. La larghezza richiede che la lettera si estenda orizzontalmente, cercando di imitare il circolo, la piccolezza richiede che la lettera si estenda poco verticalmente. La larghezza, lo si vede bene, può stare o no con la piccolezza, perché l'una indica diversa direzione di estensione dall'altra. Ciò non sembri superfluo, dato che abbiamo più volte parlato su questo argomento; ora veniamo alle ragioni scientifiche di quanto già detto. E qual è mai la ragione per cui la Larghezza di lettere indica la capacità dell'intelligenza per abbracciare tutta la verità che apprende? Siccome, seguendo l'esempio della macchina fotografica, la negativa su cui si imprime la verità, riguardo all'uomo, è duplice — cioè la negativa prettamente sensitiva e la negativa intellettiva, in quanto l'oggetto prima di andare all'intelletto deve colpire il senso —, dobbiamo dare la ragione del senso e dell'intelletto. Per quanto a noi sembra, la Larghezza di lettere direttamente appartiene al senso, indirettamente all'intelligenza; la piccolezza direttamente all'intelligenza. La larghezza, infatti, ci da la verità senza discriminazione, nella sua impellenza; la piccolezza invece ci da la distinzione netta, ragionata, con i colori più o meno accentuati secondo la natura della cosa. Qual è dunque la ragione della Larghezza di lettere nel suo significato grafologico? Prendiamo l'occhio: sappiamo dalla fisiologia che «si ha dilatazione riflessa della pupilla quando diminuisce l'entità della luce, o si passa dalla luce all'oscurità, nella visione degli oggetti lontani» (Pugliese, Fisiologia, Hoepli, p. 718). Forse non è vero che nell'oscurità completa sbarriamo gli occhi? Ora, passando all'intelligenza, l'occhio della mente quanto più è sensibile alla verità tanto più vede l'oscurità della cosa, cioè tanto più vede la difficoltà di abbracciarla tutta. Perciò sbarra, per modo di dire, la pupilla intellettiva e cerca di mettere la cosa ben distinta sotto esame. Ecco, da questo, la tendenza del cervello, e anche dei muscoli del braccio e della mano, di rendere ben distinta la scrittura: ciò che si ha facendo sì che un lato della lettera sia spiccatamente distinto dall'altro lato, la qual cosa, in grafologia, viene chiamata Larghezza di lettere. Né si dica che questa sia una ragione artificiosa, poiché sappiamo che tutti i nostri sensi si dilatano quando debbono percepire il loro oggetto che ecciti debolmente il nervo corrispondente. Si ha tendenza naturale di veder chiaro sulla cosa che ci preme; per l'intelligenza profonda preme sempre molto una cosa sulla quale si posa per apprenderla. Il modo migliore per veder chiaro è quello di separare i 214
componenti della cosa da analizzare. Trattando di scrittura, l'intelligenza profonda, per abitudine naturale, tenderà a staccare i lati della lettera, ciò che significa Larghezza di lettere. Soltanto il gretto, il poco intelligente, tende a stringere le cose, perché ha paura che gli abbiano a sfuggire. Considerate, se non credete, l'uomo d'intelligenza profonda in tutti i suoi movimenti, anche materiali. E per meglio farne l'esame, invece di prendere l'uomo intelligente, prendete l'uomo gretto, come lo si chiama comunemente. Grettezza significa superficialità, scorza d'intelligenza. Questi ha gesti e movimenti longitudinali, stretti in linea orizzontale e lunghi, magari in linea verticale: ciò che fa sì che nelle curve la linea o bruscamente si rivolti, o si risvolti con un risvolto stretto, in proporzione dell'altezza della lettera, ciò che porta la Strettezza di lettere. La Strettezza di lettere tanto più è accentuata quanto più il risvolto della lettera, necessario per trarre il secondo lato della medesima, è stretto. Prendete la lettera a. questa lettera nella direzione orizzontale ha due lati: ora il lato 1, per andare al lato 2, deve capovolgersi in su. Questo risvolto dall'intelligenza profonda è tracciato in largo. Stia attento lo studioso a non confondere l'intelligenza profonda con l'intelligenza acuta, affinchè non abbia a smarrirsi nell'applicazione pratica di queste ragioni grafologiche. La differenza che passa tra l'intelligenza acuta e l'intelligenza profonda è che l'intelligenza profonda va sino alla profondità, naturalmente non curandosi in sulle prime se non di rimuovere gli ostacoli reali e sostanziali. Perciò va alla verità scavando, scavando fino a che non ha messo a nudo la verità medesima. L'intelligenza acuta, invece, va alla verità non scavando, ma tentandola, tormentandola, tiranneggiandola, quasi direi, con una punta acuta, cioè con l'arguire continuamente contro la medesima. Onde, con tale metodo, ora scopre una cosa della verità, ora un'altra, sicché la sua scoperta può anche entusiasmare, perché l'intelligenza acuta si munisce di molti apparecchi, di molti apparati, da far restare incantato chi non conosce a fondo la verità cosi tormentata. La scienza psicologica metapsichica di oggi, ad esempio, è certamente acuta, ma non profonda, benché ne voglia il vanto. Questa distinzione è necessaria, perché nel constatare la verità e la veridicità del nostro asserto, lo studioso si imbatterà certo in tante intelligenze acute, che oggi abbondano; e non vedendo avverato il segno e la ragione nostra grafologica, ci volgerebbe le spalle. Si badi però che noi qui trattiamo dell'intelligenza profonda e non dell'intelligenza acuta, perché dell'acuta tratteremo appresso. Abbiamo detto che la larghezza di lettere riguarda più direttamente il senso, e che riguarda l'intelletto indirettamente. Perché la Larghezza di lettere ci da la verità senza discriminazioni nella sua impellenza. E da qual segno grafologico si apprende la tendenza intellettiva di lasciare la verità nella sua impellenza, oppure modificarla, spogliarla delle frasche, distinguerla, rappresentarla con tutte le sfumature a essa dovute dalla natura? Si ponga mente: se la larghezza orizzontale della lettera è indice di profondità intellettiva, la larghezza longitudinale o verticale è indice di intelligenza diluita, ampollosa, piena di gingilli, di monili superflui, che la possono rendere piacevole per qualche tempo, ma non certamente possono renderla piacevole così come si rende piacevole l'intelligenza che si presenta con un apparato semplice nella sua vera bellezza non artificiosa, ma reale. Della prima intelligenza è indice la scrittura Larga di lettere, ma lunga, cioè che si estende orizzontalmente e anche verticalmente. Della seconda è indice la scrittura Larga di lettere, ma piccola, cioè quella che si estende orizzontalmente,
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ma è poco alta. Trattiamo innanzitutto della scrittura che si estende orizzontalmente e verticalmente. Ella è la scrittura di coloro che si chiamano descrittori, i quali, poiché hanno intelligenza profonda da Larghezza di lettere, muniscono le loro descrizioni di belle immagini, toccanti, forti, zampillanti; ma ampollose, iperboliche e via via. In altri termini, la loro fantasia non è facilmente regolata dalla sobrietà, dalla serietà veritiera, dalla giustezza, ma da un che di avventatezza; la loro fantasia vola, vola su tali ali che tante volte si sciolgono come quelle di Icaro. Queste intelligenze sono quelle che abbondano, a volte, nel campo giornalistico: esse sono piene di risorse per la loro potenzialità e per la loro arte, di cui l'indice grafologico, come vedremo, sta nella Disuguaglianza metodica. Per la ragione fisico-psichica di quanto abbiamo esposto, dobbiamo interrogare la psichiatria, non quasi che queste intelligenze siano più o meno da ascriversi tra quelle degli alienati, ma solo per vedere a quale gruppo può appartenere la loro situazione mentale, poiché l'alienato non è altro che l'espressione dell'accentuazione delle sue tendenze personali. Del resto nessuno potrà mai negare che una certa predisposizione alle malattie mentali tutti l'abbiamo, come abbiamo tutti la predisposizione a qualunque altra malattia che può essere albergata dal corpo umano. Io prego il lettore di guardare addentro a quella malattia mentale che si chiama «paranoia originale»; e a quella che ha le forme a prevalente carattere espansivo; poi mi si dirà se coloro che hanno la scrittura Alta, o quella che si estende verticalmente e che è Larga di lettere, appartengono o no a questo gruppo. Per vederlo si attenda: la sintomatologia, in generale, dei paranoici originali li fa vedere, fin da fanciulli, litigiosi, pieni di sé, egoisti, queruli spesso, insoddisfatti, sempre in contrasto con tutti. Circa le forme a carattere prevalente espansivo abbiamo la varietà inventiva, per cui coloro che ne sono dotati si credono di avere facoltà inventive su questo o quel ramo dello scibile umano. Abbiamo la varietà riformatoria, per cui coloro che ne sono affetti si credono chiamati a rivendicazioni sociali per la giustizia, per la grandezza della patria, di un ordine religioso, ecc. Abbiamo la varietà ambiziosa e genealogica, per cui coloro che ne sono affetti non hanno che tendenze sommamente egoistiche circa le proprie qualità fisiche, intellettive e morali. Abbiamo la varietà mistica, che concerne la religione e derivati. Abbiamo la varietà erotica, per cui i deliranti si caratterizzano per il concetto di sé, che li induce a ritenersi amati e desiderati da persona di altro sesso. Quelli indicati dalla scrittura Larga di lettere e lunga sono specialmente quelli che sono compresi sotto la varietà ambiziosa, spesso sotto la varietà erotica. Alcuni di questi deliranti presentano una fertilità straordinaria di immaginazione; tutto il mondo reale non solo è interpretato secondo il delirio, ma è arricchito da interminabili e favolose costruzioni, cosicché si muta e si trasforma nel loro pensiero. Riferiamoci adesso alla scrittura Larga di lettere, ma piccola. Abbiamo detto che la scrittura Piccola riguarda direttamente l'intelligenza e significa discriminazione, finezza, profondità, per modo di dire, della stessa profondità, perché l'intelligenza che ha tale segno non può associarsi con la ponderazione, con il controllo non minuzioso ma minuto, benché lo compia anche in un istante con la penetrabilità dello sguardo mentale. Si sappia che difficilmente si può dare una scrittura piccola senza che sia, per lo meno, larga 5/10 di lettere. Coloro che hanno la scrittura Larga di lettere e piccola, sono coloro che tendono ad asserire al di sotto piuttosto che al di sopra di quanto hanno appreso. Essi si presentano su cer-
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te verità mai con sicurezza; ma, presentandosi non con sicurezza, fanno vedere che le loro affermazioni o negazioni sono avvolte nella sicurezza, o quasi, oggettiva. Non hanno la sicurezza soggettiva, che sarebbe la certezza, sulla quale sono stati scritti libri interi più o meno assennati. La loro sicurezza è la certezza, sicché c'è quasi perfetta consonanza tra la verità oggettiva e la soggettiva. Non si pensi che essi siano pedanti nella ricerca e nell'asserzione della verità. Essi sono oculati, ponderati, pieni di circospczione e sono, nello stesso tempo, pieni di abilità per far sì che la verità, anche difficile a conoscersi, cada nel loro agguato, se mi è lecito dire cosi. L'uomo di tale specie ha l'abitudine di natura di tutto ridurre ai minimi termini, per poter cogliere netta la sostanza delle cose e per poterne poi esaminare i contorni. Egli ha dei movimenti che si caratterizzano per la loro modestia: il sorriso buono, appena abbozzato sulle labbra, l'occhio non sbarrato, ma dolcemente, il parlare mite e senza superfluità di sorta. La satira che, a volte, avvolge il suo parlare, è una satira molle che fa bene anche al satirizzato. Tutto, insomma, è parco in lui e tale deve presentarsi anche la sua scrittura. Ora, uno dei requisiti della parcità grafologica è appunto la scrittura piccola in Larghezza di lettere. • Memoria. — Dobbiamo fare delle premesse. La memoria si distingue in memoria di pensiero e memoria materiale cioè «ad litteram». La memoria di pensiero viene data principalmente da scrittura Parca e poi da quei segni che indicano specialità intellettive. Per esempio, l'intelligenza che tende alla meccanica ha la scrittura Contorta. Se assieme a questo segno ha il segno Parca, il soggetto avrà memoria per tutto quello che appartiene al concetto teoretico e concreto di quanto appartiene alla meccanica. Così di tutte le altre specialità intellettive. Osserva la fig. 187.
La memoria materiale ha per indice scrittura Parca e nello stesso tempo striminzita, cioè fatta in modo che presenta quasi solo lo scheletro della scrittura, senza muscoli. Osserva le fìgg. 188 e 189. La memoria è uno dei risultati del segno Parca. Che noi non possiamo esercitare le nostre facoltà intellettive, senza prendere la materia dai sensi, è ammesso da tutti; alcuni danno ai sensi un valore conclusivo e finito, poiché nei sensi pongono anche tutta l'evoluzione intellettiva. Altri danno ai sensi il lavoro di iniziazione, poiché per essi l'intelletto non può essere nel senso. . . ,.. . 217
Fig. 188
Fig. 189
Riferendoci alla memoria, non possiamo negare che le condizioni, per cui una memoria è buona, dipendono anche dalle vie cerebrali e dalla loro persistenza. Il numero delle vie dipende dai fatti, dall'esperienza; la persistenza o permanenza delle vie è una proprietà fisiologica. Ma solo fisiologica? No, assolutamente no. Perché la fisiologia è nella materia, mentre la nostra memoria è una proprietà fisiologica in quanto è sensitiva, ma non in quanto è intellettiva, perché l'intellettiva non è materiale, ma spirituale. Ci sono, dunque, le vie fìsiologiche e le vie sopra fìsiologiche o mentali per eccellenza o meno della memoria. C'è la persistenza o permanenza delle vie, come proprietà fisiologica e come proprietà sopra fisiologica o mentale. Non sono le vie che noi qui dobbiamo prendere ad esame, perché le vie sono acquisite, nate dai fatti, dall'esperienza; e noi non dobbiamo scrutare la memoria della personalità acquisita in quanto tale; ma solo della personalità innata, in quanto essa è quella che viene presa di mira dalla grafologia. Quindi il nostro studio è diretto a scrutare la persistenza o permanenza delle vie, tenacità naturale. 218
Ci sono degli individui che ricordano dei passi d'autori in modo meraviglioso, di quelli che ne ricordano solo il pensiero. Ci sono di quelli che ricordano dei passi d'autori, ricordano le particolarità di un fatto, ma non sanno aggiungere altro, non sanno ragionare su ciò che è come latente in un fatto, su ciò che dipende dalla potenza intellettiva di tirare conseguenze; ci sono altri più fortunati, che ricordano il fatto in compendio e sanno penetrare con lo sguardo della mente nelle ragioni più o meno profonde di quel fatto. Ci sono, per finirla, individui che nulla o poco ritengono e nulla sanno dedurne. Nessuno può negare che in questi diversi individui agisce l'intelligenza e la memoria; l'intelligenza per apprendere, la memoria per ritenere, che la memoria non può ritenere ciò che l'intelligenza non ha appreso. Ora trovare la causa vera e completa della persistenza o permanenza della memoria a me appare impossibile, perché tante sono le differenze specifiche di questa persistenza o permanenza; è quindi un tentativo vano quello di trattare esaurientemente della causa della tenacità mnemonica. Certo che la maggior parte degli uomini ha buona memoria per i fatti che si riferiscono alle loro tendenze e occupazioni predilette; né vale che questo fatto non sempre si avveri. Riportiamo prima i fatti: ho trovato dei poeti lirici di valore che sapevano tanto bene comporre canti originali di diversa specie e che, tuttavia, non ricordavano quasi nessun verso delle loro composizioni né di quelle di altri; mentre ho trovato di quelli che non avevano tendenza alcuna alla poesia e sapevano tanto bene recitare squarci di autori conosciuti. Ho trovato di quelli che non riuscivano a riprodurre, se non imperfettamente, di quanto bellamente avevano scritto; altri, invece, che appena sapevano tenere la penna in mano apparivano oratori valenti per il semplice fatto che sciorinavano, senza difficoltà, lavori d'oratoria preparati e pubblicati da altri. Ho trovato di quelli che, anche dopo aver letto uno squarcio, lo ripetevano tale e quale, e altri che, anche dopo aver letto un passo parecchie volte, non riuscivano a recitarlo. Ora, un'intelligenza che laconizza deve essere Parca, cioè deve togliere tutte quelle frasche o accidentalità che le impediscono di fissare la verità nelle sue note essenziali. La scrittura dunque senza ricci, che noi chiamiamo Parca, è indice della buona memoria per la sostanzialità della cosa. Abbiamo detto qui sopra «per la sostanzialità della cosa», perché ci può essere buona memoria per le accidentalità di una cosa, e ciò dipende dalla tendenza sortita da natura, sicché l'attenzione si accentui su quella cosa verso cui uno ha tendenza. Coloro, per esempio (e ciò dalla nostra esperienza), che hanno ricci nella scrittura rispondenti e omogenei alla natura della medesima, hanno buona memoria per tutti i contorni accidentali, in quanto a essi è tratta fortemente la loro attenzione, perché vi hanno tendenza nativa. I ricci, in questo caso, debbono concordare con la natura della scrittura, perché altrimenti sarebbero indice di disordine, e quindi di disattenzione che impedisce di fissare nella memoria quanto viene appreso e osservato. Ecco l'esempio (fig. 190) del riccio concordante con la natura della scrittura. Esso è il riccio della tendenza alla decorazione per la parte intellettiva e perciò anche il segno della memoria di tutto quello che appartiene alla decorazione. 219
Fig. 190
Un altro passo. Quanto più la cosa si riduce ai suoi termini prettamente essenziali, tanto più viene abbracciata dallo sguardo dell'intelligenza. Voi vi ponete a guardare un vasto panorama e siete costretti a volgere lo sguardo in mezzo, poi a un lato, poi all'altro lato, per comprenderlo tutto. Sì che dovete mettere insieme quel che avete veduto con il primo, con il secondo e con il terzo sguardo, per cui dovete fare una fatica di composizione o di riunione, e questa fatica dovete, per fissarne il ricordo, affidarla alla memoria. E la fatica per ricordare una cosa viene ad aumentare la difficoltà per la memoria. Ora fate che il panorama venga ricopiato dalla mano maestra di un pittore e ridotto a termini tali che tutto il panorama si possa abbracciare con un solo sguardo. L'intelligenza fatica di meno per apprenderlo e la memoria per ricordarlo. L'intelligenza, dunque, che non solo è laconica, ma che tende a rendere la cosa che intende ai minimi termini, avrà più forza per il ricordo. L'intelligenza, che è così per tendenza naturale, sarà tale in tutti i suoi atti, e così anche nella sua espressione esterna, cioè nel suo linguaggio scritto e parlato. Ora la scrittura Parca e piccola sarà indice di una memoria più forte della memoria di cui è indice la semplice scrittura Parca. L'intelligenza, infine, che tende a laconizzare e a ridurre la cosa ai minimi termini e che, dopo aver sintetizzato, ritorna sulla cosa per apprenderla nei minimi particolari essenziali, dalla composizione dei quali sorge la cosa come da una composizione chimica, conoscerà meglio la cosa e sarà più atta a fissarne il ricordo, in che il ricordo di una proprietà susciterà il ricordo di un'altra proprietà, e così via di seguito sino al ricordo della cosa completa. Ora l'intelligenza di questa specie è portata per se stessa a dividere perché, altrimenti, come potrebbe sceverare e osservare i minimi particolari essenziali di una cosa? Ed eccola, nel suo linguaggio parlato, portata a scandire le sillabe e, nel suo linguaggio scritto, a staccare una lettera dall'altra della medesima parola. Non basta. Sono doti ammirabili quelle di un'intelligenza di laconizzare, di ridurre ai minimi termini e di analizzare, ma se non apprende la cosa con chiarezza, è un'intelligenza pressoché nulla, poiché l'oscurità genera la confusione dell'intellezione e la confusione dell'intellezione è la nemica della memoria. Quanto più chiara è l'intellezione, tanto più forte sarà l'attenzione e tanto più forte sarà la memoria. 220
L'intelligenza, quindi, di memoria buona non può fare a meno di avere il linguaggio interno ed esterno chiaro. Il linguaggio esterno grafico è quello che si presenta con scrittura Chiara; e la scrittura Chiara è quella in cui le singole lettere di una parola, prese isolatamente, dicono quello che debbono dire, per esempio a dice a, ecc. La cosa si intende da sé e non ha bisogno di esempio. Non basta ancora. Se l'intelligenza percepisce una cosa non in modo nitido, la memoria di quella data cosa si smarrisce in un che d'intrecciamento di idee o in un tale intozzamento di esse, da arrivare a smarrire anche la fisionomia di quella cosa. Perciò la nitidezza di pensiero è un altro requisito della buona memoria. E la nitidezza di pensiero viene espressa in grafologia dalla scrittura Nitida, cioè dalla scrittura senza intrecciamenti e senza intozzamenti. La nitidezza è un'accentuazione della scrittura Chiara, ma è più di scrittura Chiara. Ciò che è nitido è chiaro, ma non ne viene che ciò che è chiaro debba essere necessariamente nitido. La nitidezza, dunque, può essere menomata o da un che di intrecciamento di ricci e di lettere, oppure da un che di intozzamento. Quali sono gli altri requisiti grafici della memoria in generale? Non lo sappiamo. Forse arriveremo a trovare i requisiti grafici di quelle memorie singolari che ritengono subito un tratto di un autore, un volume intero a volte, dopo averlo letto.
Fig. 192 221
« Comunicativa. - La comunicativa è una delle risultanti del segno Chiara. La comunicativa principalmente, per esser chiara, deve avere il segno Chiara almeno sui 7-8/10 (fig. 191). Se oltre il segno Chiara ci sarà anche il segno Nitida, allora la comunicativa sarà non solo chiara ma anche distinta, cioè sente la natura di quello che esprime (fig. 192). Questo vale per il linguaggio in genere. Per il linguaggio specifico ed esterno, se oltre i due segni dati ci sono anche i segni Disuguale metodicamente, chiaroscuro a proposito, flessuosità, snellezza e fluidità, allora si avrà la comunicativa che risponde meravigliosamente alla natura delle cose che vengono espresse (vedi la fig. 114). Se ai segni Chiara e Nitida vanno congiunti i segni Accurata, Pedante, Intozzata 1 ° modo, Staccata, si avrà una comunicativa che stanca persine le persone più pazienti (fig. 193).
Fig. 193
Insomma, per la comunicativa netta il segno principale è Chiara. Gli altri segni danno a questa comunicativa chiara le loro modalità. Se a Chiara va congiunto il Riccio ammanieramento e il Riccio artistico, avrai una comunicativa che riesce bene per prendere in giro, per satireggiare, per lusingare, ecc. Vedi la fig. 194. La questione della comunicativa è molto più complessa di quello che possa sembrare a prima vista: bisogna procedere con distinzioni e sottodistinzioni per sciogliere adeguatamente la questione.
Fig. 194
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Unico è il principio interno del linguaggio umano, sebbene poi all'esterno questo linguaggio si ramifichi secondo il numero dei mezzi dei quali disponiamo per esprimerci. Lo mostra molto bene Charles Richet nel suo volume L'intelligence et l'homme, al cap. 2: «Le langage et l'intelligence». Ora noi sappiamo, da esperienze fatte, che i linguaggi esterni hanno in un individuo le stesse modalità (purché non si tratti di qualche malattia acquisita, che può causare un difetto in un linguaggio e non nell'altro), cosicché se il linguaggio, per esempio, orale ha un difetto innato, tale si manifesta anche nel linguaggio scritto e viceversa. Un individuo dalla parola arruffata, ha arruffata anche la scrittura, e tale anche il gesto sia delle mani, sia delle gambe, sia della testa, sia degli occhi, sia delle labbra, ecc. Mi pare che questa sia una questione di grande importanza per la scienza, questione che, tuttavia, è necessario approfondire con concorso specialmente della fisiologia. Certo, il linguaggio interno è unico ed è certo che noi pronunciamo la parola internamente prima di esprimerla esternamente. Ora è mai possibile ammettere un parlare interno rallentato (bradifasia) e uno rapido esterno, uno ordinato interno e uno sconvolto esterno («tumultus sermonis»), un discorso balbettante anormalmente lento che proviene da lesioni corticali, secondo Kussmaul, e un linguaggio interno limpido, fluido, scattante, ecc.? Qualunque teoria si tenga sull'anima, si vede chiaro che ciò non è possibile. Usando la logica, bisogna concludere che la perturbazione del linguaggio interno porta la perturbazione del linguaggio esterno, in quanto l'interno è principio e forma dell'esterno. E possiamo fare un passo a cui ci conducono le nostre esperienze: la perturbazione dell'interno porta seco la perturbazione dell'esterno; ma la situazione dell'esterno ci da modo di conoscere la situazione dell'interno, sicché dalla perturbazione dell'esterno possiamo conoscere la perturbazione dell'interno. Dunque, quale il linguaggio interno, tale anche l'esterno. Se il linguaggio interno è profondo, limpido, serrato, concludente, tale deve essere anche il linguaggio esterno. Se l'esterno è lento, martellato, ecc., tale deve essere anche l'interno. Si noti bene che noi non trattiamo qui del pensiero, preso in sé, ma delle modalità con cui il pensiero è espresso, le quali modalità, a loro volta, possono essere o necessariamente concomitanti della natura del pensiero o accidentali. Se sono necessariamente concomitanti, non possiamo dividerle in nessun modo da quel dato pensiero; se sono accidentali, possiamo concepire quel pensiero senza di esse. Ma se noi vogliamo considerare la chiarezza completa, dobbiamo tener conto non solo della decifrazione del pensiero, ma anche delle modalità accidentali dell'espressione. Non è espressione chiara quella che richiederebbe l'esplosione a guisa di un vulcano, e invece viene fatta in un modo lento e monotono. Non è espressione chiara quella che dovrebbe essere ponderata, marcata, perché richiesta da un ragionamento filosofico, e invece scatta fuori trattando come bagatelle da nulla i pensieri più profondi, frutto di studi lunghi e accurati. L'oratore valente è colui che sa cogliere tutte le sfumature della verità e sa mantenere tali sfumature nell'espressione. Allora si può dire che la chiarezza del suo dire sia completa.
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Interroghiamo di sfuggita la fisiologia prima di procedere oltre. La parola ha bisogno della voce e dell'articolazione. La voce o il suono si produce nella laringe per mezzo delle corde vocali. Dai disturbi, o paralisi dei muscoli laringei, si può avere la voce debole e rauca, si può avere la perdita totale della voce, si possono avere toni falsi, bassi, ecc. (vedi Landois, Fisiologia dell'uomo, p. 315). L'articolazione richiede anche uno studio accurato fisiologico, ciò che è trattato per lungo e per largo nell'opera citata (p. 319). Così nella stessa opera (p. 321) è posta la patologia della voce e della parola. Si tenga sempre presente che noi trattiamo della voce e della parola innata e così trattiamo anche della patologia innata della voce e della parola, perché la grafologia si occupa solo di ciò che è innato. Discendiamo ora direttamente alla grafologia. Possiamo dividere la comunicativa in due grandi specie: comunicativa chiara, comunicativa oscura. La comunicativa chiara possiamo suddividerla in chiara calda e in chiara fredda. La comunicativa calda e chiara è la comunicativa completa, in quanto essa ha seco, secondo quanto abbiamo detto in altri termini, la mente e il cuore. E questa ha diverse sottospecie. — La prima è quella che segue in tutto le modalità del pensiero, cioè che mantiene di pari passo il pensiero e l'affetto. - La seconda specie è quella che frena l'impeto dell'anima la quale, tuttavia, trapela attraverso le fessure del suo intonaco. — La terza specie è quella in cui l'affetto è accomodato artificiosamente al pensiero e può essere melliflua o Austera, e l'austera può essere Austera naturalmente, oppure in un modo studiato. Anche l'austerità sta nella cerchia della comunicativa calda, perché l'austerità non è altro che l'affetto contraddetto, per tener fermo un altro affetto che non sta però con il pensiero che si esprime. Questo contraddire, quindi, è affettività. In questa specie di comunicativa c'è anche la comunicativa brillante. La comunicativa fredda può essere fredda mefistofelicamente oppure semplicemente fredda. La comunicativa oscura è quella che non è fedele al pensiero che si deve esprimere, non per un artificio, ma per se stessa. Andiamo alle singole comunicative. La comunicativa veramente chiara, cioè, quella che segue la natura del pensiero, quale dovrebbe essere in se stesso, deve aver seco una voce canora, elastica, pastosa, forte, lene, ecc., a seconda del pensiero che deve esprimere. Deve anche avere l'occhio pronto a tutti gli atteggiamenti, deve avere il gesto pronto al terribile, al mellifluo, allo scattante, al ragionamento pacato, all'impetuoso della verità, e via dicendo. Perché l'uomo non parla solo con la voce, ma insieme con l'occhio e con tutti i suoi gesti. Di conseguenza deve avere la scrittura scorrevole, Fluida, con scatti, con guizzi, con piegature molteplici, ecc. Mi si dirà: «Ma l'occhio, il gesto e le labbra prendono il loro aspetto particolare nell'atto e non nell'abito, mentre la scrittura l'avrebbe nell'abito». Ciò è falso, perché allo sguardo sperimentale dello psicologo non sfugge nulla di quello che potrebbe esser l'occhio, ecc., nell'atto, anche se osserva l'occhio, ecc., dell'analizzando nello stato di riposo.
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Fig. 195
Scritture che seguono le modalità del pensiero: se è allegro, la comunicativa è allegra; se mesto, mesta. o o
Ecco un esempio maschile e un altro femminile della comunicativa che segue la natura delle modalità del pensiero (fig. 195). Si osservi in queste due scritture principalmente lo slancio. L'oscurità che si scorge in esse (se può chiamarsi oscurità) è solo apparente, in quanto dipende dalla foga o sveltezza della mano. Certo un po' di chiarezza materiale manca, ma essa viene supplita dalla spigliatezza che fa indovinare quello che i due individui vorrebbero esprimere. Perché la chiarezza di pensiero non vuole dire chiarezza materiale particolareggiata, ma chiarezza concettuale complessiva. Quella di cui abbiamo trattato è l'espressione genuina dell'interno pensiero, che canta, piange, sospira, grida, impallidisce, arrossisce, secondo che richiede il pensiero medesimo. Ma c'è l'espressione più calma che frena l'impeto dell'anima, perché così portata da tendenza nativa; in essa si nota la passione del pianto, del riso, ecc., ma solo da un avvolgimento di dolcezza, a volte mal repressa, che si filtra, per modo di esprimermi, nell'accento con un che di pastosità, la quale potrebbe dirsi studiata. L'espressione, la comunicativa, non varia, è sempre la stessa, ma il fuoco interno crepita e si intromette tra le fessure della stessa espressione. La voce è sonora, sempre uguale, ma ha un calore latente, che si sente e non si vede. Ciò viene espresso da una scrittura che corre sulla riga, ma non precipita. Vorrebbe precipitare, ma una mano forte la guida e le permette d'avere un tratto serrato sì, ma sempre uguale nella corsa. Trapela, tuttavia, il succo dell'intero, in tutte quelle piegature, in quelle sinuosità, in quell'inclinarsi a scendere e salire sul rigo quasi impercettibilmente. 225
Sarebbe l'espressione genuina descritta sopra, ma viene ritenuta; il pensiero esce genuino, ma viene avvolto da una padronanza sull'espressione in modo che viene regolata da leggi volute. Tutto ciò per tendenza naturale, perché anche l'espressione della prima specie può essere regolata da leggi volute, ma per uno sforzo di volontà positiva. Oratori e oratrici della seconda specie possono ammaliare più ancora di quelli della prima. Il pensiero può essere accusato di mancanza di chiarezza nella sua genuinità, quando nel pensiero entra direttamente il cuore; ma per lo sguardo di uno psicologo sperimentato, ciò non è affatto oscuro. Il pensiero semplicemente didascalico, poi, in cui il cuore non fa, ordinariamente parlando, tumulto, nella sua espressione è compito, in quanto ha la chiarezza oggettiva appropriata ed è avvolto in un velo tepido di affettività che sente quello che comunica. C'è l'espressione melliflua data da scrittura molto Pendente e Aste a destra (fig. 196). Il mellifluo ha una sola piega: quella d'inchinarsi per dispensare la sua
Fig. 196
Fig. 197
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affettività e raccogliere l'altrui. Si avvolge, per questo, in un che di dolcezza e cede al languore. Ora l'affettività e molto più il languore (poiché il languore è una modalità dell'affettività) hanno per indice la scrittura Pendente, cioè la scrittura che ha il vertice superiore spinto a destra in avanti e piegato verso la riga. Tratteremo della Pendente a suo luogo. C'è l'espressione o comunicativa austera data dalla scrittura Parca con Aste rette (fig. 197). Se la parola avesse una figura, questa la si vedrebbe contorcersi prima d'uscire e nell'uscire dalla bocca. Perché, che cosa è mai l'austerità, se non una contorsione della psiche che ange, a volte, terribilmente, nel manifestarsi, per tenere indietro le frasi che potrebbero significare qualche cosa di mollezza e dì affettività, comunque essa sia? I muscoli, per forza, ne debbono risentire, non solo nell'atto dell'espressione ma anche nel loro abito. Ed ecco che la comunicativa austera deve naturalmente uscire da labbra che biascichino, da una lingua che sbatte quasi la parola sul palato prima di darla alla luce, come per sentirne il sapore, deve essere manipolata e come stretta tra i denti, ecc., per cui le mandibole debbono avere come delle sporgenze; e così tutte le ossa, perché il pensiero viene manifestato non solo dalla parola, ma anche dal gesto che si apre da tutte le nostre membra. Nello stato già detto debbono trovarsi anche i muscoli del braccio e della mano, sicché la scrittura non può fare a meno di subirne le contrattilità. Da ciò avremo una scrittura stretta, appuntita, serrata e secca. Tratteremo, a suo luogo, del segno Secca. C'è di più la comunicativa austera, non per austerità naturale, ma voluta. Essa partecipa delle proprietà della scrittura Austera, ma, sarei per dire, solo nella scorza, onde ha l'austerità solo esterna, per cui non ha l'irritabilità dell'austera, benché ne abbia, in qualche modo, la foggia (vedi la fig. 197). C'è finalmente l'espressione o comunicativa brillante, ricca di particolari, per cui la cosa rappresentata dagli esempi, dalle lepidezze a proposito, viene resa molto chiara. Tale espressione o comunicativa si distingue dalle altre per l'esposizione aiutata da tante immagini, da tante analogie, quante l'occhio attento e pratico ne può togliere dalla stessa natura. E si distingue anche per quel che di brillante, di saltellante, per cui un concetto danza sull'altro, per così esprimermi, e costringe il concetto più riluttante a muoversi, a danzare, a buffoneggiare quasi, sicché tutta la comunicativa è contornata da limpidezza e da gaiezza viva. Ciascuno vede che una comunicativa di tale specie ha bisogno di tutto quel contorno di fioritura e di vezzi che servano a renderla lepida e gaia. La scrittura, perciò, deve essere anche ricciuta, che i ricci sono l'ornamento della scrittura. Eccone l'esempio (fig. 198).
Fig. 198
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L'altra grande sottospecie della comunicativa chiara è la comunicativa fredda. E quella che viene fatta senza che vi entri il cuore, senza che l'affetto vi porti la sua parte. E si noti bene che può essere una comunicativa sommamente oggettiva, in quanto viene escluso l'affetto, che vi introduce sempre qualche cosa di quel che appartiene al soggetto. In quanto fredda, se avesse dei lineamenti figurativi, la si vedrebbe con un aspetto come di marmo che non ha movimenti, la si vedrebbe come una fisionomia fatta e piantata sul viso. La scrittura della comunicativa fredda deve avere Aste in linea retta, Uguale, distanze uguali. Deve aver l'aspetto come se fosse stata preparata prima e piantata là. Ma la comunicativa fredda può essere, come abbiamo detto, fredda mefistofelicamente o fredda semplicemente. La prima differisce dall'altra perché ha un sorriso come abbozzato, del quale non si riesce a scoprire la radice. La scrittura, perciò, deve essere come fosse stata preparata prima e piantata sul rigo, ciò che costituisce il genere della scrittura fredda. Deve avere anche, per quel «mefistofelicamente», i lineamenti della scrittura dell'altruismo, cioè la rotondila delle lettere, la quale tendenza all'altruismo viene come tarpata da quel fare di «me ne impippo», cioè dalla freddezza. E ciò per la differenza specifica della scrittura fredda mefistofelicamente. Eccone l'esempio alla fig. 199.
Fig. 199 La scrittura della comunicativa fredda, la quale ha modo di essere oggettiva semplicemente, ha soltanto le note generali, come detto sopra. Eccone l'esempio alla fig. 200.
Fig. 200
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Ora parliamo della comunicativa oscura. In genere la comunicativa oscura è quella che non da il pensiero oggettivo della cosa comunicata, quale cioè si trova nella realtà della natura. Questa mancanza di oggettività può dipendere da un che di mancanza di penetrazione, per cui si concepisce solo la superficialità, o giù di lì, della cosa. Oppure può dipendere da una ridda di nozioni reali nella mente, alle quali non si sa dare un ordine di priorità; l'idea sgorga con pensieri e parole affastellate una sull'altra, in modo che l'esposizione si trova non netta e non precisa. Onde abbiamo tre specie di comunicativa oscura: superficiale, non ordinata, non precisa. La comunicativa superficiale dipende dal non sapere approfondire la verità. Quindi tale comunicativa riuscirà, magari, a tradurre bene il pensiero interno, ma tale pensiero non coglie l'oggetto se non, quasi direi, nella scorza. Ora la scrittura che indica superficialità di pensiero e di comunicativa sarà quella che è indice di poca intelligenza, la quale consiste nella Strettezza specialmente di lettere e tra lettere. Eccone l'esempio alla fig. 201. Si misurino le lettere, specialmente le o e le a, nella loro estensione orizzontale in proporzione della verticale e si vedrà che appena stanno sui 3/10.
Fig. 201
La comunicativa non ordinata dipende da una ridda di pensieri, ai quali non si sa dare un ordine per tendenza naturale, benché a ciò si possa riuscire dietro uno sforzo della mente. La ridda porta seco che questi pensieri, a volte, si elevino o si raccartoccino secondo che sono, nella ridda, trionfali o in via di sconfitta. La scrittura ne rispecchia le mosse, in quanto è diretta dai muscoli del braccio e della mano, regolati dal cervello. La scrittura, quindi, della comunicativa non ordinata è quella in cui alcune lettere e parole quasi cadono dalla loro base e si ingrandiscono o si rimpiccioliscono senza ordine. Eccone l'esempio alla fig. 202.
Fig. 202
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Finalmente, la comunicativa affastellata è quella in cui i pensieri e le parole si rincorrono, sicché la lettera seguente sembra voglia prendere il posto dell'antecedente; il discorso è tale da accentuare, più del bisogno, il nesso oggettivo. La scrittura che ne è l'indice ha appunto l'accentuazione delle lettere che corrono dietro alle antecedenti, sì che sembra vogliano prenderne il posto, oppure con intrecciamenti. Vedi la fig. 203.
Fig. 203
> SEGNO 35° - SCRITTURA CONTORTA La scrittura Contorta è quella che si contorce tutta nel procedere sul rigo. La contorsione deve avverarsi tra una lettera e l'altra. E qui sta la differenza tra Stentata e Contorta. La Stentata ha la contorsione che si avvera nella lettera in se stessa, la Contorta invece ha la contorsione di una lettera rispetto alla sua vicina. Se tu tiri delle linee sopra ciascuna lettera secondo la sua direzione o pendenza, queste linee debbono incontrarsi alla sommità delle lettere medesime. Quanto più il loro incontro è vicino alla sommità delle lettere, tanto più questo segno sarà intenso. Vedi la fig. 204.
Fig. 204
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Per il grado di questo segno usa il seguente criterio: — se l'incontro delle linee parallele avviene ai vertici inferiori o superiori delle lettere minori, allora avrai 10/10 di Contorta; — se avviene ai vertici delle lettere maggiori (/, t, d, ecc.), allora avrai 7/10 di Contorta; - se dividendo per tre l'altezza delle lettere maggiori dal vertice superiore delle lettere minori, l'incontro avviene a un terzo sopra le lettere minori, allora avrai 9/10 di Contorta, se due terzi avrai 8/10 di Contorta; — se l'incontro avviene un terzo, secondo la misura data, oltre le lettere maggiori, allora avrai 6/10 di Contorta; se due terzi, avrai 5/10 di Contorta; — se l'incontro avviene più in alto, allora la scrittura non è più Contorta, ma entra nel concetto di Sinuosa. Quello che abbiamo detto delle lettere maggiori e minori riguardo al vertice superiore, devi intenderlo per le lettere minori e le maggiori (p, q, f, ecc.) al vertice inferiore. Per esempio pratico osserva la scrittura delle figg. 205 e 206.
Fig. 205 Scrittura con 8/10 di Contorta. Presenta di più, ma quel più è di Stentata.
Fig. 206 Scrittura con 7/10 di Contorta.
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Nota bene che nella stessa scrittura si possono avverare i segni Contorta e Stentata. Cosicché la scrittura di fìg. 207 è nello stesso tempo Stentata e molto Contorta. Vedi anche fìg. 208a.
Fig. 207
Scrittura Contorta con circa 5/10 e Stentata.
Fig. 208a Scrittura con 4/10 di Contorta.
Per esser preso in considerazione questo segno deve esser sopra i 5/10 o sui 5/10. Questo segno è sostanziale dell'intelletto e della volontà. Indica la tendenza spiccata al controllo su tutto. E perché mai? Perché per osservare, per controllare, il soggetto deve come piegarsi da una parte e dall'altra, deve contorcersi ora da un lato ora da un altro, per riuscire a esaminare esattamente le singole parti di una cosa che lo interessi. Essendo 232
il soggetto, con una tale scrittura, portato al controllo, ha tendenza per tutto ciò che è a base di osservazione e di controllo, a base di contrasti tendenti a un risultato comune, i quali per essere conciliati esigono di venire esaminati con attenzione scrupolosa nelle minime particolarità. Tale è la meccanica, che è il risultato di numerosi contrasti, conciliati in modo da dare un operato concorde. Chi è portato al controllo tende anche ad andare a osservare come agiscono gli altri, specialmente se il loro modo di agire interessa direttamente la sua persona; e quindi ad adirarsi, a criticare, a condannare se trova cose storte. Dipende poi da altri segni se questo suo giudizio e questa sua condanna siano oggettivi o soggettivi, sebbene il contorto tenda più all'oggettività che alla soggettività. Per questo ancora, da parte della volontà, coloro che hanno scrittura Contorta sono portati al sovversivismo (non diciamo solo essi). Diamo una spiegazione più ampia. Chi ha il segno Contorta, tende a scrutare la psicologia, per modo di dire, delle macchine, degli ingranaggi, dei movimenti complicati delle cose in azione. Perciò, oltre al segno Sinuosa, che subito dopo prenderemo di mira, anche il Contorta è il segno della tendenza e dell'abilità alla psicologia umana. La differenza sta in questo, che la psicologia umana spicca per la sua finezza, l'altra è più grossolana e molto meno complicata. Quindi chi ha il Contorta, per riuscire un buon psicologo umano, è necessario che raffini il suo modo di concepire la combinazione delle cose umane, e che si eserciti nelle conclusioni di esse. Costoro hanno l'occhio della mente sempre rivolto a quello che fanno, a quello che è stato fatto dagli altri e si sta facendo dagli altri per controllarlo. Se non esprimono il giudizio esternamente, certo lo formano internamente, e hanno la spinta a esprimerlo. Sicché basta un nonnulla perché possa essere espresso. Sono come un bicchiere pieno che, appena piegato, sbocca. Hanno tendenza al sovversivismo. Tutti hanno una certa tendenza al sovversivismo perché tutti psicologicamente hanno qualche diritto da far valere e che viene calpestato; ma quelli con scrittura Contorta hanno questa tendenza prossima, perché sono pieni di controlli e basta un nonnulla per farli traboccare. Tendono alla meccanica perché questa la rassomiglierei a un controllo reciproco degli ingranaggi. Il controllo per essere vero ed efficace deve stare nell'oggettività, come gli ingranaggi stanno nell'oggettività della loro funzione. Per la forza della stessa tendenza l'individuo si viene a infervorare talmente da mettersi in pericolo di superare i limiti, sebbene basti un'osservazione per farlo ritornare all'esame e per non passare i limiti dell'oggettività. Sono atti al governo. Il loro governo è forte; allontana gli adulatori. Tendono ad aggravare la mano sopra i colpevoli. Tendono a non 233
far trasgredire i diritti dovuti e i doveri del proprio stato. Possono arrivare a sacrificare la propria personalità per bontà di cuore, ma l'oggettività delle cose deve restare intatta. Davanti a questioni di giustizia sono inflessibili, pur avendo sin dove si può l'idea del perdono e dell'applicazione di esso. Hanno sincerità piuttosto rude e di essi ci si può fidare. Non hanno bisogno di essere insinceri. Se hanno un segreto commesso, si lasciano tagliare a pezzi piuttosto che rivelarlo. Sono molto di cuore ma senza svenevolezze. Manifestano tutto con le opere quasi nascondendole a se stessi. Se una scrittura, oltre a essere Contorta, tende a essere Filiforme, il soggetto avrà più abilità e più facilità a raffinare la concezione delle cose nel senso detto. Contorta e Larga tra parole è scienza della meccanica. Contorta e Disuguale metodicamente è arte inventiva della meccanica. Come Sinuosa e Larga tra parole è scienza della psicologia umana. E Sinuosa e Disuguale metodicamente è arte inventiva della psicologia. Aggiungo che il Contorta non porta la tendenza agli amori unisessuali, perché il Contorta non può stare con Accurata, della quale tratteremo, e che porta la tendenza a tali amori. La contorsione stessa toglie l'accuratezza. Faccio notare che alle volte le lettere sono contorte, in modo che la scrittura cui appartengono sembra Contorta non solo tra una lettera e l'altra, ma anche tra una parola e l'altra. Questa particolarità però non accresce il grado di Contorta ma da adito al segno Disordinata. Vedi l'esempio di fig. 208b.
Fig. 208b
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Q Ragione scientifica di scrittura Contorta: controllo. - Colui che controlla, ha la mente severa e legata a un che di matematica. Ha ordinariamente lo sguardo attento e pensante, senza guizzi, ma a guisa di un lottatore che lo tiene fisso in quello dell'avversario, simile a un simulacro in tutta la poderosità del pensiero. La verità che cerca è cesellata e deve scoprirne e distinguerne bene tutta la nettezza, perché la verità non ha sinuosità di impressioni e di espressioni, né piegature di vesti, ma è nuda nella sua crudezza ed è cruda nella sua nudità. L'irritazione ordinariamente non dispiace, ma sorprende, perché è quella che sorge non dalla parte morale, ma dalla parte intellettiva. La scrittura perciò, specificata dal controllo (in senso lato) è la scrittura Contorta nel procedere sul rigo, cioè con le aste che visibilmente si piegano indietro e in avanti. Si stia bene attenti: la tendenza al controllo non porta necessariamente con sé un'intelligenza atta al controllo, ma solo la tendenza a controllare, perché l'intelligenza al controllo viene indicata da altri segni grafologici. Chi ha la scrittura Contorta corre pericolo di divenire intrattabile e di cadere in esigenze troppo matematiche, anche in cose che non le sopportano. Corre anche pericolo, come di conseguenza, a favorire fuori di modo chi sa trattare il suo carattere difficile. Così potrebbe cadere in ingiustizie.
> SEGNO 36° - SCRITTURA ACCARTOCCIATA La scrittura Accartocciata è quella in cui le singole lettere (specie le e, e, i, le zampine delle a) tendono a prendere la forma simile a cartoccio. Non si confonda con Titubante, perché l'accartocciamento ha un che di violento. Vedi le fìgg. 209 e 210, e 208 che ha 7/10 di Accartocciata.
Fig. 209
Scrittura con 6/10 di Accartocciata.
235
Fig. 210
Scrittura con 7/10 di Accartocciata.
Il grado dipende dalla frequenza. E un segno modificante dell'intelletto e della volontà. Indica la tendenza a non piegarsi, a non aprirsi verso gli altri, e di conseguenza indica pensiero e sentimento asociale, e qualche volta antisociale secondo la presenza di altri segni. Chi ha Accartocciata ha il pensiero restio ad ammettere quanto è stato trovato dagli altri e perciò accoglie quello che è stato trovato dagli altri con diffidenza e il soggetto sarebbe pago se potesse trovare una ragione adatta per respingerlo. Come conseguenza psicologica di questo, è portato a un'emulazione che facilmente sdrucciola nell'invidia. Questi tipi possono dare luogo a gelosia di testa; anche a gelosia di senso, ma per questa sono necessari altri segni accompagnatori. Intellettualmente possono riuscire in qualche opera che ha bisogno di stringatezza, ma non sono fecondi perché la fantasia viene limitata dall'egocentrismo, il quale in loro è abbastanza forte in quanto tendono alla asocialità e hanno disposizione ad accogliere l'antisocialità. Sono tipi cupi e chiusi, e scontrosi. 236
> SEGNO 37° - SCRITTURA SINUOSA II segno Sinuosa, sostanziale al pari della Contorta, è molto affine a questo. Ambedue consistono nella direzione verticale delle lettere. La distinzione sta in questo, che in tale direzione il segno Sinuosa piega dolcemente una lettera verso la sua vicina, mentre la Contorta le piega in modo brusco. Tirando delle rette sulle lettere della scrittura Sinuosa, secondo la direzione delle medesime lettere, queste rette si debbono incontrare, ma si incontreranno molto lontano dai vertici superiore e inferiore delle medesime lettere. Vedi la fig. 211.
Fig. 211
Per spiegarci meglio, si danno tre specie di rette tirate sopra le lettere secondo la loro direzione: - le parallele che non si incontrano mai; - le rette che si incontrano subito al vertice superiore o inferiore delle stesse lettere; - le rette che si incontrano molto lontano dai vertici superiore o inferiore delle medesime lettere. Le parallele che non si incontrano mai non sono il segno né della Contorta né della Sinuosa. Le rette che si incontrano subito, all'uno o all'altro vertice delle lettere, sono il segno della Contorta. Le rette che si incontrano molto lontano sono il segno della scrittura Sinuosa. Una scrittura esce dal concetto di Contorta ed entra in quello di Sinuosa quando il Contorta sta circa sui 3/10. 237
Inoltre, perché una scrittura possa essere veramente Sinuosa, deve essere nello stesso tempo Flessuosa, cioè procedere sul rigo in modo dolce, con equilibrio tra le Aste rette e le aste con il concavo a destra. La scrittura non deve essere rigida e deve essere piuttosto attaccata. Nota bene che una scrittura può essere nello stesso tempo Sinuosa e Contorta. Cioè in alcune lettere può esser Sinuosa in altre Contorta, mai nelle stesse lettere. La fig. 212 ti da quasi il massimo di Sinuosa.
Fig. 212
Per la graduazione di questo segno ecco il criterio: 3/10 di Contorta ti danno 5/10 di Sinuosa. Se l'incontro delle linee, secondo che abbiamo detto di Contorta, avviene a tre terzi oltre le lettere maggiori (al vertice superiore o inferiore) avrai 6/10 di Sinuosa; se a quattro terzi, avrai 7/10 di Sinuosa; se a cinque terzi, avrai 8/10; se a sei terzi, avrai 9/10; se a sette terzi, avrai 10/10 di Sinuosa. Vedi bene che a 5/10 di Sinuosa corrispondono 3/10 di Contorta per cui i due segni in questo caso si confondono e chi li ha è dotato da natura di poca abilità psicologica e di poca arte meccanica, di controllo non spiccato, ecc. Nella fig. 213 trovi qualche piccolo accenno di Contorta.
Fig. 213
238
Sinuosa è un segno sostanziale dell'intelletto e della volontà. Per parte dell'intelletto indica la finezza del soggetto nel penetrare l'anima altrui. Per parte della volontà indica la profonda sensibilità per cui il soggetto è munito di compatimento attivo e di dolcezza, cioè sa leggere e valutare tutte le finezze dell'anima altrui. Per questo la scrittura Sinuosa è indice di abilità per la psicologia, la psichiatria, la psicanalisi, la medicina e per tutte quelle facoltà che si dirigono a scrutare l'anima umana. È indice di penetrazione dell'arte, di una parola nello stesso tempo delicata e forte, secondo che richiedono le circostanze. Insomma è indice di tutto ciò che si racchiude sotto il concetto di insinuazione artistica, intellettiva e morale. Si può dire che sia l'ideale della bellezza grafologica. Osserva, alle pagine seguenti, le figg. 214, 215 e 216. Coloro che hanno Sinuosa possono fare tanto del male come possono fare tanto del bene. E questo perché riescono a impadronirsi del cuore umano. Essi non si accorgono di avere tale potenza, ciò che li rende più efficaci. Tutti i loro pensieri, tutte le modalità del pensiero e del sentimento hanno l'impronta dell'interpretazione psicologica. Tendono ad avere molta compassione di quelli che per vincere una passione sono costretti a lottare assiduamente e intensamente perché vedono tutte le fasi della lotta. Sentono specialmente compassione di quelli che sono ostinati nell'errore e nelle circostanze di esso vedendone l'attaccamento e ne vedono la ferita grave che si produrrebbe nel loro cuore. Sentono però indignazione per la difesa ostinata della colpa in quanto tale, per la sua illogicità e per il serpeggiare dei ripieghi messi in azione e ripetutamente applicati. Tutto questo non per la cosa in se stessa, perché per questo ci vuole la virtù di cui non trattiamo, ma perché si sentono menomati nella loro abilità; hanno allora la spinta ad abbandonare l'individuo alla sua sorte pur ritornando in altro tempo alla carica. C'è in coloro che hanno Sinuosa una certa testardaggine di arrivare alla meta. Hanno la tentazione e la spinta ad abusare delle loro qualità nell'attrarre l'altro sesso, nell'incantare per le loro sorprese psicologiche, nel preparare i possibili agguati per un avversario nelle idee e nelle opere. Perciò possono arrivare all'arte dell'inganno e alla malizia di organizzarlo in modo dannoso per l'avversario. Tutto operano in modo da non gravarsi davanti agli altri di responsabilità. Possono dire un'infinità di menzogne bene architettate. Sono aperti o chiusi a seconda delle circostanze, ma in esse sanno sgattaiolare con abilità. L'uomo con questo segno riesce per diplomazia, per riconciliazione di governi, di individui e di famiglie, per piegare anime restie, per met239
tere insieme affari complicati, per risolvere casi intricati. Hanno l'arte dell'educazione. La donna è inarrivabile nell'allacciare l'animo maschile cui tende. Potrebbe arrivare al punto di farlo spasimare in un parossismo violento, rimanendo come una spettatrice, pur avendo il cuore acceso di lui. Gli uni e gli altri sono così compresi della parte che debbono eseguire da sentirla intensamente: debbono fare la parte da colpevoli, per esempio, si sentono colpevoli. Sono sempre in pericolo di essere molto insinceri con se stessi e per loro essere sinceri con sé e con gli altri è frutto di molta virtù.
Fig. 214 Scrittura con 9-10/10 di Sinuosa.
Fig. 215 Scrittura con circa 7/10 di Sinuosa.
240
Fig. 216
Scrittura con 5/10 di Sinuosa.
O Ragione scientifica di Sinuosa: psicologia, amabilità. — «Nella gioia di osservare, l'occhio esprime quasi sempre da solo le delizie che prova la mente nel tendere intenta al prediletto lavoro. La sua espressione è inesprimibile; esso sorride e parla, sta quasi sempre fisso, ma cambia di lucidezza e di vita a ogni istante. Spesso vi si legge dipinta una gioia calma e fredda, in cui però scorrono di quando in quando alcune scintille prodotte dalle piccole scoperte che si vanno facendo, le quali, nella loro essenza, non sono che cognizioni nuove che noi abbiamo avuto il merito di leggere nel libro della natura» (Mantegazza, Fisiologia del piacere, p. 420. Queste parole si accomodano soprattutto nell'occhio dell'osservatore psicologico pratico, che entra in un'anima particolareggiata. Il suo occhio, alle volte, si concentra tutto e la fronte si stringe, formando piccole rughe in forma perpendicolare. Quello che spicca nell'occhio anche fisso e serio dello psicologo — che penetra nella reale situazione di un'anima, per cui è, quasi direi, temuto e non se ne può sostenere lo sguardo — è che ci sono dei guizzi fugaci, come di un sorriso che dolcemente serpeggia e par si diffonda per le gote che hanno un tremolio, prodotto dai più disparati sentimenti scaturenti dall'osservazione attenta. Tutti i muscoli sono quieti e nello stesso tempo in azione per l'osservazione minuta e hanno come un'onda di impressioni che passa lene sulla loro superficie. Chi sta davanti a questo psicologo osservatore sente di essere studiato e, prima di tutto, ne prova fastidio, poi un che di voglia di aprirsi per la fiducia che ispira, specialmente quando lo ode parlare. Poiché la parola è lene, è insinuante; procede a guisa del rivoletto che, arrivato a un piano lievemente erboso, si dirama attraverso le piccole erbe. Nel corso dell'osservazione, lo psicologo può chiudere gli occhi, come per un senso di dolore, per avere osservato una piega morale non bella, può aprire impercettibilmente le palpebre, può tentennare nel dire una frase, ciò che produce nell'osservato un sentimento di verecondia o di vergogna, le quali fanno sì che l'osservatore si persuada maggiormente dell'esito dell'esame. Le labbra, alle volte, si curvano in giù pian piano, alle volte in su, ma sempre in modo appena percettibile, simile a quelle statue fatte con somma arte, che attraverso giochi diversi di luce sembrano muovere il viso.
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In tutta la mimica di osservatori di questa specie si diffonde, insomma, come un dolce palpito, sparso sulla fronte, sull'occhio, sulle gote, sulle labbra, per le membra, persine sui capelli, persine sulle vesti, che dice all'osservato: non temere, abbi fiducia, l'amabilità sincera scaturisce dalla mia intenzione e dalla mia attenzione. Tutta questa descrizione, che potrebbe essere una miniera di bellezza per un letterato, ci fa vedere che i muscoli hanno come delle piccole oscillazioni, ciò che fa sì che i muscoli del braccio e della mano di osservatori così fatti stendano la scrittura con una disuguaglianza metodica, che è la nota caratteristica grafologica dell'arte. Ma qui v'è di più della semplice disuguaglianza metodica, perché il muscolo del braccio della mano non ha solo dei piccoli abbassamenti e innalzamenti, ma di più ha come degli arresti artistici, effetto della sinuosa penetrazione nell'animo altrui. Tale movimento dei muscoli segue tutte le mosse della mente. Ecco perché la scrittura dello psicologo, vero osservatore pratico, è, oltre che Disuguale metodicamente, anche Sinuosa. Questa scrittura ha come delle piccole pieghe indietro, avanti, che danno proprio l'aspetto di chi si insinua nelle cose più scabrose per togliere loro la scabrosità e rendersele amiche. Chi tende a studi psicologi pratici con originalità ha facilmente la tendenza ad abusare e a eccedere nell'osservazione, con il fare troppo repentinamente l'analisi e con il mandare fuori un guizzo dallo sguardo, che indica ironia delle cose scoperte. Non c'è altra cosa più ostile a un esame esatto quanto la fretta e l'ironia. La prima ci fa sfuggire dei piccoli dati che, in psicologia, possono far cambiare rotta a un'intera personalità. La seconda chiude ermeticamente la porta dell'anima dell'osservando e lascia aperta soltanto la superficie, poiché anche senza andarsene, l'osservando sente in tutto l'essere l'ironia che lo offende, e non si trova più in condizioni aperte. Diventa simile alla lumaca che si ritira nella sua casa, che porta dietro, se con i piccoli cornetti tocca una cosa qualunque le si pari innanzi. Di più, questi psicologi originali, siccome hanno l'arte di penetrare nell'anima altrui, suscitano la simpatia delle anime e specialmente dell'altro sesso. Debbono, perciò, attaccarsi fortemente alla serietà.
> SEGNO 38° - SCRITTURA PARALLELA Quasi tutte le scritture uguali sono parallele. Tuttavia nel concetto e nel significato, Parallela non ha lo stesso significato di Uguale. Parallela è direttamente contraria a Sinuosa e a Contorta. Parallela è quella scrittura che ha le lettere alfabetiche con l'identica inclinazione, come due linee parallele che non si possono mai incontrare. Il grado è chiaro: o c'è o non c'è. Vedi le fiee. 217 e 218. 242
Fig. 218
È un segno sostanziale dell'intelligenza e della volontà. È diffìcile che si avveri. Indica nessuna disposizione alla comprensione umana. Indica tendenza alla tecnica irremovibile; indica un'intelligenza che agisce come in serie. Così il suo sentimento è un sentimento che non sente. La pedanteria, tanto del sentimento come dell'intelligenza, è la conseguenza necessaria della situazione psichica. Sono tipi fìssati. Sono unilaterali in tutto: nel dare, nell'avere, nel giudicare, nel concludere praticamente. Hanno molta memoria materiale, capaci di imparare un poema dal primo verso all'ultimo e dall'ultimo al primo. Essendo senza comprensione, non hanno epicheie di sorta, sono rigidi e giudicano le cose solo dalle apparenze senza penetrare la situazione altrui. Perciò hanno disposizione al pettegolezzo. Coloro che hanno Parallela, prestano attenzione a qualunque cosa, perciò su qualunque cosa hanno memoria, perché non hanno affettività estroversiva, ma sommamente introversiva. Tutte le cose vanno a finire al proprio Io. Pur sembrando 243
sociali hanno qualità tali da doverli considerare non solo asociali ma antisociali. Non hanno giustizia, o meglio hanno giustizia del mio e in modo che anche il tuo sia mio. Hanno tendenze che arrivano fino alla crudeltà contro il colpevole o chi per loro sembra colpevole. Hanno il gusto della giustizia punitiva, soprattutto se la scrittura è anche marcata. Sono freddi e rigorosi e sospettosi, ma tutto con gli altri. Sono gelosi e per la gelosia tendono a tenere in prigione la donna che amano. Hanno una specie di tirannia nell'educazione dei figli e provano gusto sadico quando si credono in diritto di punirli: nelle punizioni sono sempre eccessivi e scendono con facilità a percosse senza discrezione e senza misura.
> SEGNO 39° - SCRITTURA VEZZOSA Benché questo sia un segno accidentale dell'intelletto e della volontà, pure ne trattiamo subito dopo di Sinuosa e di Contorta perché con questi segni ha qualche cosa di affinità riguardo agli effetti. Questo segno si divide in Vezzosa civetteria e in Vezzosa grazia. Vezzosa in genere è la scrittura aggraziata e senza sforzo. Per la qualifica aggraziata non importa che ci sia la bellezza calligrafica, ma che abbia una certa estetica. Però non deve avere neppure il minimo cenno di stentatezza e di qualunque inceppamento. Vedi la fìg. 219.
Fig. 219
La Vezzosa civetteria vuole l'estetica calligrafica secondo quanto abbiamo detto e molti contorni di ricci che possono essere di ogni genere in principio, in fine di parola e in mezzo alle stesse parole. Vedi la fig. 220. 244
Fig. 220 Scrittura con 5/10 di Vezzosa civetteria.
Fig. 221 Scrittura con 7/10 di Vezzosa civetteria.
La scrittura di fig. 221 ha 7/10 di Vezzosa civetteria. La Vezzosa grazia vuole la detta estetica con contorni o ricci non eccessivi, oppure senza contorni o ricci. Vedi la fig. 222. Questo segno indica vanità. Circa la specie di vanità non dipende da questo segno il determinarla. La Vezzosa grazia importa la grazia in tutto, la Vezzosa civetteria importa la tendenza alla civetteria. La civetteria significa adescare per mezzo di una falsa ripulsa. Tale civetteria sta specialmente nel sesso femminile e nel maschile effeminato. Si ha la civetteria quando la donna o l'uomo effeminato usano ogni sorta di moine per adescare. In particolare la donna si profonde in sorrisi, grazie e scalda il fervore del cuore cui aspira e lo respinge quando questi va alla conclusione definitiva, per farsi dichiarare in certo modo intangibile, ma lo respinge in maniera tale da dargli la speranza e quasi la sicurezza che in appresso si farà debellare. 245
Fig. 223 Scrittura con 8-9/10 di Vezzosa civetteria.
Vezzosa grazia invece è avvolta in una specie di ingenuità che ti fa vedere in certo modo la spontaneità del cuore che non ha infingimenti e di cui sarebbe una viltà abusare. Il sorriso è aperto, la fiducia si protende quasi fosse una fanciulla eterea che incanta e che nello stesso tempo ispira rispetto, come la Beatrice di Dante. Bisogna mantenere la distinzione tra Vezzosa grazia e Vezzosa civetteria. Tanto l'una come l'altra si avverano principalmente nel sesso femminile. La Vezzosa grazia importa soprattutto delicatezza e graziosita nel concepire i pensieri, i sentimenti e nell'esprimerli. La Vezzosa grazia è indice di quella candidezza, nella fanciulla, che sembra offuscarsi se si tendesse a lei la mano in modo o rude o in certo senso bacato da sentimenti non elevati. Nella donna questo segno è indice di figura eterea, nell'uomo invece sarebbe indice di figura eterea nella sua intensa goffaggine. Sarebbe indice nell'uomo di evaporazione erotica contro natura. La donna è snodata e sciolta nel camminare come una gazzella, nel parlare è fresca e gaia, nel sorriso è ingenua. Non sa pensare male degli altri; resta male per qualunque sgarbatezza. È molto sensibile ma la sensibilità non da a lei fastidio. Vezzosa civetteria è il segno della bugiarderia femminile. Chi ha questo segno ha la disposizione all'isterismo di inganno, alle scene violente o commoventi secondo che il soggetto vuole. E tutto questo spe246
cialmente per ingannare l'uomo che le ispira simpatia, oppure per mettere sotto condanna l'uomo che le avesse dato un rifiuto, che non avesse saputo aprire la via a lei, oppure che le possa dare speranze di guadagno finanziario. Tutto ciò che è sotto il concetto di adescamento e di lusinga, tutto sta sotto il concetto di Vezzosa civetteria. Per il grado devi notare anzitutto che da 1/10 a 5/10 appartiene a Vezzosa grazia, dai 5/10 ai 10/10 a Vezzosa civetteria. Sicché Vezzosa civetteria al sommo ha 10/10 e Vezzosa grazia al sommo ha 5/10. - Se la scrittura è Accurata dagli 8/10 ai 10/10 con ricci specialmente dell'ammanieramento — in principio, in mezzo e in fine di parola —, allora Vezzosa civetteria avrà 10/10. Vedi la fig. 224. — Se la scrittura è Accurata dagli 8/10 ai 10/10, ma i ricci si trovano qua e là per 5/10 di frequenza in principio di parola e in fine, avrai intorno agli 8-9/10 di Vezzosa civetteria. Vedi la fìg. 223. — Se la scrittura è Accurata come sopra e si trovano i ricci solo in fine di parola qua e là, allora avrai 7/10 di Vezzosa civetteria. Vedi la fìg. 221. - Se la scrittura è Accurata come sopra e trovi qualche riccio ammanierato per 3/10 di frequenza, avrai 6/10 di Vezzosa civetteria. - Se la scrittura è Accurata per 5/10 e Fluida per 5/10 e trovi qualche riccio aggraziato, allora avrai il sommo di Vezzosa grazia, cioè 5/10. Vedi la fìg. 222. — Se la scrittura è Accurata per 5/10 e nello stesso tempo Sinuosa per 5/10, avrai intorno 4/10 di Vezzosa grazia. Vedi la fig. 225. — Sotto i 4/10 cade nella Vezzosa grazia o nel modo di fare comune.
Fig. 224 Scrittura con 10/10 di Vezzosa civetterìa.
247
Fig. 225
Scrittura con 4/10 di Vezzosa grazia.
La civetteria può sorgere anche da un fare alla buona e da un fare trascurato, tanto dall'esteriorità fisiche come morali, quando cioè il soggetto fa vedere o intravedere che non ha tanta cura della parte morale ed è disposto in certo modo alla cessione. Indice di questa civetteria è la scrittura trascurata, Pendente, Profusa e Discendente sul rigo. Vedi la fig. 226.
Fig. 226
C'è anche il segno Vezzosa birichina che consta di Vezzosa, Fluida e Flessuosa. Indica che il soggetto è abile per scherzare, prendere in giro, ma senza offendere. Vedi la fig. 227. 248
Fig. 227 Scrittura con 6/10 di Vezzosa birichina.
0 Ragione scientifica di Vezzosa: vanità. — II Mantegazza tratta della vanità in modo veramente profondo nella sua Fisiologia del piacere. Divide la vanità in fìsica, intellettuale e morale. Fa una rassegna raffinata delle tre specie e credo che niente di meglio si possa desiderare dalla psicologia. Quello che a noi preme di far osservare, per concludere grafologicamente, è la mimica tenuta dalla vanità fisica. La mimica della vanità fisica ha, più delle altre, manifesta la nota della vezzosità. Le altre vanità hanno una mimica di vezzosità che si nasconde sotto il velo più o meno fìtto della cultura o della modestia studiata. La vanità fisica, se potesse avere una fisionomia impersonata, avrebbe gli occhi tinti di gaiezza, sebbene poco prima abbiano pianto; la bocca a guisa di un bocciolo di rosa; le labbra molli e coralline; le dita affusolate; il piedino leggero; 1 fianchi malleabili; i muscoli ballanti; le mosse tutte elastiche e alla foggia dei convolvoli. E ragionevole questa descrizione, perché tutti coloro che hanno la vanità fìsica cercano di comporsi alla fisionomia che noi abbiamo descritto. Questa vanità sta specialmente nel sesso debole e, se sta in qualche individuo del sesso forte, ci da il colmo del ridicolo. La vanità di questa prima specie si manifesta in grafologia con una scrittura piuttosto studiata e tutta piena di piegature e di ricci fatti ad arte, la quale scrittura corrisponde perfettamente alla mimica della vanità fìsica. Eccone l'esempio: fìg. 228.
Fig. 228
249
La mimica della vanità intellettuale è nel fondo quella della fisica, solo che si eleva più solenne e può avere la stranezza della singolarità che procede dalla distrazione studiata. Ha gli occhi, se fosse personificata, come ispirati e volgenti nello spazio, mentre parla. Si divincola tutta nel salutare, oppure va greve greve come ponzante delle verità nascoste... Perciò i lineamenti della scrittura di tal vanità sono pressappoco quelli della vanità fisica: sono soltanto più sobri, ma nello stesso tempo sono più strani con ingrossamenti e slanci, a volte, non naturali. Eccone l'esempio alle figg. 229 e 230.
Fig. 230
La vanità morale, finalmente, ha la mimica ancora più sobria; la potrei raffigurare a una donna che racchiude le sue fattezze in un ampio scialle. La vanità morale racchiude se stessa e i suoi movimenti in una specie di velo di modestia. Ha come dei sospiri continui, parla piano, atteggiata a consiglio. Il corpo nell'incedere è curvo, oppure eretto, ma con le palpebre abbassate, che di tempo in tempo si levano furtivamente. La scrittura ha un che di misterioso con i lineamenti delle altre vanità. Vedi le figg. 231 e 232. 250
Fig. 231
Ha una misteriosità dura e riservata.
Fig. 232
Ha una misteriosità melliflua.
La vanità fisica si manifesta nel desiderio di essere ammirati, quindi si cinge di gingilli per attirare lo sguardo altrui. La vanità intellettuale si manifesta nella premura di manifestare le proprie qualità intellettuali vere o fittizie. La vanità morale consiste nella cura di farsi vedere muniti di virtù.
^ SEGNO 40° - SCRITTURA SECCA La scrittura Secca è quella che da la figura di uno scheletro grafico. Per esprimermi meglio: è la scrittura angolosa acuta, senza ricci e come stecchita e Stretta di lettere e specialmente Stretta tra lettere. Stretta di lettere almeno 5/10 e Larga di lettere di 2 o al più 3/10. 251
Per la graduazione attienti a quanto segue. - Se ci sono 5/10 di Larghezza tra lettere in una scrittura non stecchita, ma un po' stentata, avrai la tendenza al risparmio e all'economia che non si può chiamare avarizia: vedi la fìg. 233. — Se c'è molta Strettezza tra lettere che corrisponda a una Larghezza di lettere sui 2/10 o 3/10 in una scrittura tutta appuntita almeno di 5/10 e Piccola, almeno di 5/10, allora avrai un grado molto alto di Secca sì da toccare i 9/10 e anche i 10/10: vedi la fig. 234. - Se la scrittura Stretta tra lettere è come alla fìg. 234, ma di un calibro medio o circa ed è Acuta con almeno 5/10, avrai 8/10 di Secca: vedi la fìg. 235. 252
Se la scrittura è Piccola 5/10, Acuta 5/10, Larga tra lettere sui 3/10, allora avrai 7/10 di Secca: vedi la fìg. 236. Se Larga tra lettere sui 5/10, Acuta 5/10, di calibro medio, allora avrai 6/10 di Secca: vedi la fìg. 237. Se Larga tra lettere sui 5/10, ma Pendente almeno 5/10 e di calibro medio o quasi medio e con un che di Grazia, allora avrai 5/10 di Secca: vedi la fìg. 238.
Fig. 237
Fig. 238
Questo segno grafologico è indice genuino dell'avarizia intellettuale, morale e materiale. Perciò spirito di contraddizione, invidia, accettazione di persone, simpatia e antipatia irragionevoli. E un segno sostanziale della volontà e dell'intelletto, che travolge tutta la sostanza dell'Io. L'avarizia intellettuale si manifesta nel non accettare mai e nel non fare mai buon viso alle cose altrui in quanto sono altrui, e nel presentare le cose proprie quasi fossero di un valore assoluto. L'avarizia morale poi consiste nel non prodigare esortazioni, consigli, correzioni e simili se non dietro un compenso materiale o compenso di ossequio, di favoreggiamento. L'avaro in tutte le cose pensa sempre all'acquisto, all'avere e mai al dare. La tendenza all'economia è una buona cosa. L'economia, però, che viene significata dalla scrittura Secca ha sempre qualche sentore d'avarizia. Secca sta nell'uomo e nella donna. Hanno concetti stringatamente laconici e tendono per questo a cercare la parola adatta per non adoperare delle frasi. Nemici della circonlocuzione. Hanno un che di spinta a 253
fissare le idee. Non hanno alcuno spreco nei sentimenti, anche quando sono nel massimo grado dell'euforia. Nell'ordinario poi hanno in questo una vera avarizia. Diffìcilmente danno soddisfazione anche in quelle cose che a loro non costano sacrificio. Hanno attaccamento a tutte le cose che sono in loro possesso, e si determinerebbero di non mangiare per non vedere sparire quello che mangiano. Se hanno in simpatia una persona possono tendere a non farle mancare nulla, però lasciando fare, fìngendo di non accorgersi, perché di propria spontaneità non darebbero. Sono capaci di grande cultura specialmente storica. Hanno grande memoria materiale per statistiche, per date, nomi, ecc. Vanno soggetti alla gelosia, alla vendetta; vogliono essere rispettati e vogliono la priorità dell'affettività da parte dei nipoti soprattutto. Tendono a fare mancare il necessario in famiglia, non facendo troppo conto se vengono derubati purché non ne abbiano prove certe. A loro basta non constatare che vengono derubati. Si preoccupano del futuro e si lagnano sempre.
O Ragione scientifica di scrittura Secca: avarìzia. — Che cos'è l'avarizia? Secondo Paolo Mantegazza (Fisiologia del piacere) l'avaro è un raccoglitore di monete moderne, che misura il valore morale delle sue raccolte con i listini correnti della Borsa: l'avaro tende a chiudere i suoi tesori nello scrigno. Ma è avaro ancor quello che fa correre le sue monete per il mondo al solo scopo di moltiplicarle soltanto a suo favore. L'avarizia, perciò, non consiste nel raccogliere le monete per tenerle nello scrigno: il tenerle nello scrigno è una modalità dell'avarizia che potrei chiamare primitiva. L'avarizia sta nel raccogliere le monete, nel farle girare per il mondo al solo scopo di moltiplicarle, al solo scopo di soddisfare l'avidità, al solo scopo di soddisfare la tendenza di possedere. Non bisogna confondere le modalità della natura con la natura medesima. L'avaro tende a chiudere i suoi tesori e a serrarli quando corre pericolo di perderli, ma ha anche la tendenza di farli girare, quando ha la speranza di moltipllcarli. Soffre, senza dubbio, allontanandosene, come una madre (mi si permetta questa similitudine che potrebbe essere una profanazione, ma che spiega molto bene il mio pensiero) soffre quando si allontana dal figlio che ama tanto, ma se ne allontana dietro la speranza detta sopra, senza cessare di essere avaro. Anzi, sarei per dire che, allontanandosene, prende un sistema di avarizia che lo rende spiccatamente avaro fra gli avari. Con la sceverazione che ho fatto, io ho inteso principalmente di fare restare nuda l'avarizia nelle sue note essenziali, facendone vedere i contorni e gli orpelli che ne possono nascondere la vera natura. E con ciò far spiccare anche l'avarizia grafologica, la quale potrebbe essere nascosta dalle diverse bende delle quali l'avarizia si ammanta. Non bisogna poi confondere l'avaro con il semplice egoista, perché l'egoista si priva del danaro e del suo soltanto per sé, e non per gli altri, mentre l'avaro non se ne priva neanche per sé.
254
Si ricordi sempre che noi trattiamo della tendenza, la quale può essere contraddetta dalla libertà umana. Ci si perdoni questo continuo richiamo che viene giustificato dal fatto che, negli esami grafologici, si dimentica sempre che noi trattiamo di natura innata e non di personalità acquisita. Ed è bene riportare le giuste osservazioni di Harald Hoeffding nel suo volume Saggio di una psicologia basata sull'esperienza: Psicologia del sentimento: «Ogni tendenza implica un'inquietudine; ma ciò deriva semplicemente dal fatto che la tendenza va al di là dello studio attuale e tranquillo, cercando sia di mantenere la causa di piacere, sia di allontanare quella di dolore. La tendenza può benissimo andare al di là dello stato attuale, senza che questo abbia bisogno d'essere doloroso; esso può benissimo essere piacevole, ma esserlo meno di quello verso il quale la tendenza si volge. Quanto più la resistenza aumenta, o, in modo generico, la soddisfazione della tendenza è differita, altrettanto l'inquietudine si trasforma in dolore». Così, se l'avaro e l'egoista non trovassero ostacoli interni o esterni potrebbero svolgere la loro tendenza di avarizia e di egoismo nella pienezza della gioia. Ma inciampano nella coscienza e negli altri, i quali reclamano i loro diritti. Ed ecco allora che l'avaro, il quale non suole staccarsi della sua avarizia, inventerà un «modus vivendi», come abbiamo descritto sopra, per liberarsi dagli inciampi morali; ed ecco l'egoista che opporrà i diritti delle esigenze personali, benché con ciò né l'uno né l'altro riescano nell'intento. Si tenga mente che l'uno e l'altro, alle volte, possono avere dei tratti di profusione altruistica, ma questo può succedere per soddisfare sentimenti più forti della stessa avarizia e dello stesso egoismo, come sarebbe il sentimento della sensualità. L'avaro e l'egoista hanno dunque due forme specifiche, ma illecite, circa la tendenza al possesso: - prima forma: avarizia, cioè, brama, avidità di accumulare, allo scopo unico di accumulare; — seconda forma: egoismo semplice, cioè brama, avidità di avere e di ritenere, pensando solo ai propri comodi. Ora cerchiamo di penetrare lo stato fisiologico e psicologico di queste due forme, per discendere, poi, allo stato grafologico. Per riportare Io stato fisiologico, dobbiamo riferirci ancora allo stato psicologico. • Lo stato psicologico dell'avaro lo presenta il Mantegazza nella sua Fisiologia del piacere: «L'avaro, in tutta l'idealità della sua perfezione, è lieto di aver trovato un altare al quale possa dedicarsi esclusivamente; è felice di aver trovato ancora nel gelo dei suoi affetti una pianticella che possa coltivare e far crescere rigogliosa; è beato d'avere scoperto in sé una passione che può dargli le vive emozioni degli affetti giovanili. Nel furore della sua gioia, egli trova lieve qualunque sacrificio purché sia un incenso arso al dio che adora; e se si incontrasse in un rigattiere che volesse comprare il suo cuore lacero e sdrucito, lo venderebbe per un soldo, per poter aggiungere un nuovo individuo al prezioso capitale delle sue unità [...]. L'avaro è sempre vecchio; e se egli ha i capelli neri e la pelle ancor fresca, è un mostro rarissimo nato senza affetti [...]. Il nume che adora è il sentimento della proprietà, portato al delirio e sostenuto dall'onda del sacrificio e dalla veemenza dell'affetto; è uno scheletro rivestito di porpora e riscaldato alla stufa [...]. La sua 255
fisionomia è calma e si esprime con sorrisi glaciali e con sghignazzare stridente. La mimica dell'avaro, del resto, si concentra quasi tutta nell'occhio che si bea dei raggi dorati e nella mano che palpa attenta i dischi metallici». In sintesi: l'avaro si nutre poco e male, dorme agitato; la preoccupazione, l'attrito, la stizza, l'odiosa gioia gli sconvolgono la vita. « Ora parliamo dello stato fisiologico dell'avaro. Noi sappiamo (vedi Hoeffding, o.c.) che il sentimento, in generale, è più lento a prodursi e dura più a lungo della conoscenza e, per questo, deve andare accompagnato da cambiamenti più grandi e più profondi nello stato del tessuto nervoso. Ora il sentimento dell'avarizia è tanto semplice, netto e nello stesso tempo così complesso da tirare seco tutto l'organismo umano. Appare chiaro dal suo stato psicologico. L'avaro deve avere processi speciali e accentuati nell'encefalo e una vivacissima azione reciproca tra l'encefalo e gli altri organi interni. Il sentimento dell'avarizia deve eccitare tutti gli altri centri nervosi e la tensione così profonda si scarica propagandosi a tutto il resto dell'organismo. Gli eccitamenti vanno ai muscoli vasali che si contraggono senza interruzione di sorta... Mi basta questo per lo stato fisiologico dell'avaro. « Ora allo stato grafologico dell'avaro. La scrittura dell'avarizia è la scrittura Secca che sarebbe quella Stretta tra lettere e come stecchita. Chi è che non vede, innanzitutto, una riproduzione genuina dello stato anatomico dell'avaro? In secondo luogo, siccome l'avaro si trova sempre in una febbre (stato psicologico) che lo consuma, che non gli permette di nutrirsi come si deve, che non gli da sonno tranquillo, che lo sveglia di soprassalto, che lo fa fremere a un rumore, a un grido, a una lettura, ecc., ne viene che tutti i suoi muscoli vasali sono in una continua e spessissima contrazione, ciò che fa sì che le onde della contrazione muscolare siano una vicinissima all'altra e tracciate in un modo del tutto stecchito. Il muscolo, in questo stato, quando stende la scrittura deve a forza marcare in essa le dette contrazioni e la loro foggia, che sarebbe quella appunto della scrittura Secca, come negli esempi dati. Anatomia, psicologia, fisiologia, qui, si abbracciano in un forte amplesso alla grafologia. Dobbiamo aggiungere che l'avarizia, quando ve n'è la tendenza, può estendersi anche alla parte spirituale dell'uomo. L'avaro avrà la tendenza a coinvolgere nell'avarizia anche la sua parte intellettiva. Ci basti questo accenno, perché già ne abbiamo trattato, scrutando psicologicamente, fisiologicamente e grafologicamente l'intelligenza acuta e la profonda (cf. pp. 125-126).
> SEGNO 41° - SCRITTURA UGUALE La scrittura Uguale è quella che mostra uguaglianza in tutto: nella formazione e altezza delle lettere, nella direzione delle aste, pendenza o drittura, insomma in tutto. 256
Per la graduazione di questo segno, sappi che è molto difficile che si dia una scrittura perfettamente Uguale, perché basta una piccola disuguaglianza per farla scendere subito di grado. Quella che ti do alla fig. 239 esprime abbastanza il segno Uguale.
Fig. 239 Scrittura con 9/10 di Uguale.
Appena la scrittura scende dal massimo grado dell'uguaglianza entra subito o nel Disuguale metodicamente o nel Disuguale senza metodo. Per cui si può dire che ci sia un grado solo per la scrittura Uguale e sarebbe sui 9/10 come l'esempio di fig. 239. Tuttavia sappi che per entrare nel campo del Disuguale metodicamente almeno due devono essere le disuguaglianze. Osserva per questo la fig. 240.
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Questo è un segno sostanziale dell'intelletto. Il segno Uguale per sé non è proprio dell'uomo, perché l'uomo non si distingue soltanto come specie ma anche e principalmente come individuo. Ora il segno Uguale è indice di copiatura senza traccia di personalità per cui l'individuo non viene a esser tale. Questo segno grafologico indica attitudine ad apprendere e a comunicare le cose apprese. Indica esecuzione di inappuntabile arte; perciò la scrittura Uguale è indice di pedanteria, della quale parleremo nel segno 42, qui di seguito. Indica compitezza in tutto. Indica attitudine a cose di amministrazione, computisteria e simili. Coloro che hanno scrittura così fatta, sono eccellenti professori, eccellenti calligrafi, ragionieri, ecc., ma non escono fuori da quello che hanno appreso; onde, per esempio, i professori non sanno uscir fuori dal loro metodo e dalla pedanteria della scuola. L'arte, nel vero senso della parola, esula da costoro, anzi sono questi i pedanti dell'arte, perché l'arte è personale, e costoro, invece, sono attaccati alla forma dell'arte già tramandata e non riescono perciò a comprendere i veri geni. Questo segno si oppone a Disuguale metodicamente e a Disordinata, mentre Parallela si oppone soprattutto a Sinuosa e Contorta. Chi ha la scrittura Uguale ha per lo meno sentore di pedanteria. Tende a comunicare le cose nello stesso modo in cui le ha apprese, e siccome ha faticato non poco per apprenderle, riesce a spezzettarle nel comunicarle, così ne viene che chi ha il segno Uguale ha la facoltà dell'insegnamento. Un genio non può essere un bravo professore. Chi ha Uguale non è capace di produrre e non ha originalità, mentre è capace di riprodurre fedelmente. In poesia può essere un bravo verseggiatore, in pittura e scultura un eccellente riproduttore, in musica un inarrivabile nella tecnica, ma le sue opere sono fredde e senza anima. Possono avere la maggiore rifinitezza e l'impeccabilità della precisione, ma senza calore. Anche i sentimenti sono cristallizzati. Le donne possono avere dei lineamenti perfetti, ma statuari come le figure da vetrina. Quando in una scrittura vi sono pochi gradi di Uguale, in modo però che tale scrittura entri nel campo di Uguale, è impossibile che gli altri gradi appartengano a Disuguale metodicamente, quantunque di quest'altro segno vi possa essere qualche traccia. Il fatto che la scimmia abbia alcune qualità dell'uomo non porta che sia un uomo. Così chi ha, per esempio, 4/10 di Uguale, non necessariamente ha 6/10 di Disuguale metodicamente, perché questi non sono due segni che si completano. 258
> SEGNO 42° - SCRITTURA PEDANTE La scrittura Pedante è quella che in un modo affettato cura l'estetica grafica sia essa o no di moda, oppure che manifesta l'attenzione avuta nel formare i chiaroscuri con affettazione. E ci deve essere, almeno in parte, il segno Uguale. Per la prima specie vedi la fig. 241. Per la seconda specie vedi le fìgg. 242 e 243. Per il grado osserva che quando la scrittura Pedante scende dal massimo grado perde i requisiti di Pedante cioè la ricercatezza grafica e l'accuratezza nei chiaroscuri, perciò esce dal concetto di questo segno.
Fig. 241
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Questo segno grafologico indica pedanteria, copiatura dell'arte. Si badi bene alla parola «copiatura dell'arte», che si deve prendere nel suo significato diretto, cioè semplice copiatura e quindi negazione dell'arte. I copiatori delle pitture, ma copiatori delle linee e nulla più, i verseggiatori inappuntabili, ma senza pensiero poetico, i descrittori frivoli che attorniano le loro descrizioni di gingilli e di fiori stantii o sfruttati, o cresciuti a un sole fìttizio, ecc., appartengono a tale classe. Vi appartengono anche i ragionatori che non sanno togliersi da ciò che hanno imparato, sì che, se si va fuori da quel che hanno imparato, con qualche nuova difficoltà, non sanno più raccapezzarsi. Vi appartengono anche tutti coloro che non ammettono una valutazione varia delle cose racchiuse entro il piccolo guscio del loro cervello e pensiero. E il segno nemico dell'arte e della scienza, che non siano quelle invecchiate nelle scuole. Per esso l'arte e la scienza hanno un limite e una sola veste. Minuziosa e Pedante negli effetti pressappoco si equivalgono. Nell'uomo indica ancora attaccamento al conformismo, a rifare le cose fatte da capo a fondo se in esse manca una piccola particolarità. Il soggetto potrebbe aggiungere quella particolarità, ma no, tende a rifare tutta la cosa. Tendenza alla precisione della parola, del gesto, del cammi260
nare, della pulizia. Tutto questo però circa quello che principalmente riguarda l'esterno. Quanto a pulizia, il soggetto può curare quello che è esposto allo sguardo di tutti, così può curare la pulizia nelle vesti che si vedono, ma non nelle altre. Pedanteria nel mangiare, nel tenere il cucchiaio, la forchetta quando è in compagnia, mentre da solo non bada a tutto questo e può mangiare anche con le mani. Se è insegnante, tiene bene a mente tutte le regole della grammatica, dell'aritmetica, e pretende che i discepoli si adattino al suo metodo. Negli esami è assai rigoroso, pretende la paroletta, la ripetizione di quella data formula. Tende a essere sempre intento a consultare secondo che richiede la materia di cui egli si occupa. Se è donna, ha molte delle cose esposte sopra. È esagerata o nella severità dei costumi, oppure in un certo libertinaggio di idee e di presentazione delle cose che le appartengono. E strana nel vestire, tenendoci ad avere un distintivo che la faccia conoscere nella sua attività e nel vessillo sotto cui milita. Pretende rispetto, mentre le esagerazioni da essa usate eccitano al ridicolo. Può essere esagerata nelle bevande alcoliche, nel fumare, ecc. Tanto l'uomo come la donna, ordinariamente, sono pedanti in tutto quello che può essere esposto alla critica altrui e non in quello che può restare nell'oscurità. E un segno fortemente modificante dell'intelletto. O Ragione scientifica di Uguale e Pedante. - È bene qui riportare una pagina veramente bella di Harald Hoeffding: «La facoltà di libera combinazione noi utilizziamo ogni giorno, quando ci sforziamo di approfondire un soggetto che non dominiamo completamente. Quando comprendiamo un'allusione, non facciamo che completare, in modo da farne un tutto, gli elementi sparsi che ci vengono forniti. Colui che inventa una macchina nuova, prende elementi dati, di cui conosce la legge di azione, e li combina in un sistema di cui non esiste nell'esperienza l'esatto equivalente. Chi fa una scoperta scientifica fruga ugualmente in ogni senso fra gli elementi dell'esperienza e ne esamina le possibili combinazioni, all'intento di trovare quella che meglio si accorderà con le altre esperienze: durante tutto questo tempo egli si forma nella coscienza una serie di immagini individuali che sono successivamente respinte, finché non si presenta quella che raggruppa e ordina nel miglior modo gli elementi dati. Ciò che vi ha di meraviglioso nel genio scientifico è la libertà di spirito, con cui esso è capace di astrarsi dall'esperienza e di rappresentarsi le diverse combinazioni possibili, con tutte le loro conseguenze, per scoprire con questo mezzo una verità nuova, che non è direttamente accessibile alla nostra esperienza. Keplero faceva rilevare questa libertà di spirito come uno dei più notevoli tratti del genio di Copernico. La libertà che l'immaginazione scientifica suppone rispetto al dato non appare soltanto nelle nuove combinazioni, ma anche nelle facoltà di scoprire identità, di trovare gli stessi rapporti fondamentali sotto condizioni molto diverse e molto complicate. Se, come si narra, la caduta di una mela suggerì a Newton l'idea che 261
la gravitazione è la legge fondamentale del sistema planetario, fu perché egli aveva un'immaginazione straordinariamente possente. Nella scoperta delle identità è l'associazione per somiglianzà quella che interviene; nelle nuove combinazioni di elementi anteriormente noti è l'associazione per contiguità; ma in ogni caso speciale di associazione agiscono insieme. Finché l'immaginazione è al servizio della coscienza scientifica, non è che una scorciatoia, che l'intelligenza prende per formare un'immagine individuale, quando la percezione immediata non ne fornisce; la rappresentazione ottenuta può, dal punto di vista scientifico, non essere altro che un'ipotesi che deve senza tregua essere nuovamente confrontata con le percezioni; ma vi è ancora un altro impiego della combinazione libera, in cui un tale ritorno all'esperienza è impossibile, di cui lo scopo è ugualmente una creazione indipendente e nuova, dello stesso genere di quella che ha luogo involontariamente durante il sonno. L'immaginazione artistica differisce dall'immaginazione dello scienziato in quanto ha, come quella, per fine ultimo, di accordarsi con alcune esperienze determinate, ma raggiunge al contrario il suo scopo con la creazione di una forma concreta e individuale, senza che importi d'altronde che ve ne siano o no completamente simili nella realtà. Ciò che per la scienza non è che un mezzo, diventa fine per l'arte: le creazioni di quest'ultimo debbono portare senza dubbio l'impronta del reale, ma non hanno bisogno di coincidere con alcuna realtà particolare» (Hoeffding, Saggio di una psicologia basata sull'esperienza, par. 54). Ora ci sono di quelli che non hanno affatto la facoltà di libera combinazione, benché riescano ad apprendere e immagazzinare quanto è stato emesso dagli altri; questo sia nel campo scientifico che nel campo artistico. Riescono meravigliosamente a eseguire un pezzo di musica, a riprodurre una scultura, una pittura già fatta, ma non hanno affatto la forza creativa, né in scienza né in arte. Vengono detti a sproposito artisti, perché l'artista è soltanto colui che crea. Costoro riescono a divenire degli insegnanti emeriti in scienza e in arte, con l'esporre impeccabilmente quanto artisti e scienziati hanno creato. Riescono da ragazzi a riportare i primi premi nelle scuole, perché stanno attaccati a tutte le regole loro insegnate. Se sono così, lo debbono essere psicologicamente e fisiologicamente. Psicologicamente debbono essere muniti di un'immaginazione incapace di fare delle combinazioni nuove, di creare delle forme concrete e individuali, anzi a queste hanno un'ostilità di animo innata. Nella parte fisiologica il loro cervello non può avere come dei rapimenti fuori di quello che hanno appreso, ma è costretto, quasi direi, a cristallizzarsi in quelle espressioni, per modo di dire, non proprie. E un cervello, un'immaginazione senz'ali e senza mezzo di autolocomozione, per cui deve essere l'immaginazione portata da altre immaginazioni. Perciò nelle espressioni più semplici, nella critica, nei ragionamenti, trovate tali persone attaccate al loro metodo imposto da loro; sempre uguali nei loro atti, con una distribuzione di ore intrasgredibile, con un'esposizione mandata a memoria, con un linguaggio che sa di plagio, ecc. Insomma trovate una mentalità cristallizzata, quasi morta direi. Questa è la loro vera impronta, dalla quale non sanno togliersi. Che, se a tutto questo voi aggiungete la pretenzione dei loro giudizi, del loro modo di fare e l'imposizione del loro metodo, avrete la pedanteria portata alla sua intensità. 262
È chiaro che la scrittura tutta Uguale sia l'indice di un'intelligenza quale sopra l'abbiamo descritta; e la scrittura che, oltre a essere Uguale, è anche con chiaroscuri un po' caricati, è la scrittura della pedanteria, perché la nota «scrittura marcata» è il segno grafologico della tendenza all'impero. Uomini con un'intelligenza di questa specie sono nemici dei geni. Il genio si toglie dalla scuola per volare sulle proprie ali, e quelli non sanno concepire altro indirizzo fuori di quello dato dalla scuola. Tarpano, se sono professori, l'intelligenza dei loro discepoli, per quanto siano esatti e inappuntabili nell'esporre una teoria. Se eseguono un pezzo musicale, lo eseguono perfettamente, ma senza anima. Sono atti a copiare una pittura, ma la pittura è senza vita. Sono pedanti nella direzione che copiano da altri educatori. Riescono per disegno, ecc.
^ SEGNO 43° - SCRITTURA CON APERTURA A CAPO DELLE «O» E DELLE «A» Questa scrittura richiede che le o e le a e le derivate siano aperte al vertice superiore, sì da formare una u. Si badi bene che l'apertura sia al vertice superiore in direzione della pendenza della lettera. Onde non sono da considerarsi sotto questa definizione quelle o e quelle a che siano aperte al vertice, ma non in direzione della loro pendenza. Vedi le fìgg. 244 e 245.
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Questo segno grafologico indica la facilità dell'istinto sessuale, che si presenta sotto una specie di intenerimento vago e non ben definito, ma che si ripercuote non indifferentemente nell'istinto sessuale stesso. E questo istinto sessuale, indicato in ^questo segno, può prendere forme strane, anche non secondo natura. E anche il segno dell'intenerimento della parte affettiva su qualunque cosa. Onde chi ha tale segno potrebbe cadere nella debosciatezza se non fosse curato con l'educazione attiva e passiva. Allorché l'educazione, specialmente attiva, ha contraddetto e contraddice la tendenza di cui è indice tale segno, allora la tendenza contraddetta cerca tutti i mezzi per vendicarsi e facilmente travolge l'intenerimento sessuale, dando a lui una forma più o meno spirituale di beniaminismo, di cui l'Io potrebbe essere messo in avviso dall'educazione passiva. Ma, per lo più, coloro che sono affetti da beniaminismo sono mancanti dell'educazione passiva, perché sono avvolti nell'autorità. Essi, anzi, diventano la facile preda delle adulazioni dei beniamini e delle loro viltà. Onde acccttazione di persone, favoritismi irragionevoli, ecc. ne sono la miserabile conseguenza. La grafologia istruisce costoro e loro inculca di cercarsi una persona assennata e giusta che parli chiaro. Solo a questa condizione possono riuscire a non cadere nei sopraddetti inconvenienti che valgono a disgregare le collettività. Chi ha questo segno sente con molta facilità la fame della specie. Basta un nonnulla che indichi l'altro vsesso o che ne sia l'indice per accendere in loro il fuoco della libidine. E indice anche di fecondità prolifica e di facilità prolificante, sicché la donna non va incontro a ostacoli nel partorire benché possa sembrare di debole costituzione. Coloro che hanno tale segno sopra i 5/10 possono avere tendenze contro natura al contatto specialmente con la tenera età e specialmente se a questo vi concorre Pendente. Chi ha questo segno riesce bene per immagini romantiche. Se l'uomo si è abituato a cedere alle tendenze indicate da questo segno, nell'età avanzata può commuoversi sessualmente soltanto alla vicinanza di essere di diverso sesso e potrebbe persine formarne un che di feticcio. La donna, poi, che per questo segno è stata di facili costumi, da vecchia può diventare bigotta, oppure dedita al lenocinlo, non facendosi scrupolo del guadagno finanziario che ne ritrae. La vecchia può persino darsi a una specie di ubriachezza alcolica, perché a essa serve come di stupefacente per eccitare la sensualità. Coloro che hanno questo segno hanno la parola un po' strascicata, la bocca ritratta ai lati delle labbra sì da formarne due rigonfi. Hanno gli occhi non asciutti come quelli del pesce, ma bagnati o umidi e dei quali la palpebra superiore non si ritira del tutto quando sono aperti. Hanno facilmente abbondanza di saliva acquosa. Hanno facilità alla compassione per un caso pietoso, ma possono passare dalla compassione 264
alla sensualità se avessero pronta l'esca. Per difendersi tendono a cercare tutti i sotterfugi, falliti i quali confessano senza quasi difficoltà e non facendo conto di quello che hanno fatto. È un segno modificante della volontà, ma può considerarsi come un segno sostanziale. Per misurare il grado ecco il criterio. Innanzitutto non si deve guardare alla maggiore o minore apertura, ma alla frequenza dell'apertura medesima. Sappi che la persona, la quale per natura ha la tendenza alle aperture, nella vecchiaia aumenta la detta apertura. Quindi è la frequenza che si deve calcolare per il grado. Se tutte le o e le a, gli occhielli delle g e delle q hanno l'apertura genuina, allora avrai 10/10 di Apertura a capo delle o e delle a. Se delle o, a, g e q avrai 9/10 con l'apertura, allora avrai 9/10 di tale segno. Se di queste lettere ce ne sono 8/10, avrai 8/10 di questo segno e così di seguito.
Fig. 246 Scrittura con 6/10 di Apertura a capo.
Osserva la scrittura di fig. 246. In essa si trovano sei a e una o. Vi trovi anche una g. Quindi in tutto otto lettere che possono avere o no la detta apertura. Di queste hanno l'apertura genuina le vocali della parola «trovata», la a dell'articolo e la g. La prima a di «balia» è chiusa e la seconda a non ha l'apertura genuina, come non l'ha la o. Quindi hanno l'apertura cinque su otto, per cui questa scrittura ha intorno a 6/10 di Apertura a capo delle o e delle a. Osserva la prima scrittura di fig. 247. In essa ci sono nove a, tre o, e due g. In tutto, tredici lettere che possono avere l'apertura. Di queste tredici lettere, undici, se non m'inganno, hanno l'apertura genuina, per cui tale scrittura ha 11/13 di apertura, cioè intorno a 8-9/10 di apertura. Devo avvertire che anche a coloro che non hanno tale segno grafologico nella loro scrittura, può uscire qualche a, qualche o aperte. Ma perché un individuo si possa ascrivere all'intenerimento sessuale, è necessario vedere se la sua scrittura abbia la piega abituale delle a e delle o a essere aperte. 265
Fig. 247a Scrittura con 8-9/10 di Apertura a capo.
Pia. 247t
Riporto un altro esempio a fig. 247 che lo studioso può misurare ài sé. Qui debbo rimarcare quanto segue. La persona umana istintivamente vede mal volentieri questo segnc nella propria scrittura, pur non conoscendone il significato grafologico tant'è vero che molti mi hanno confessato di ritornare sulle o e sulle i. appena scritte, chiudendone i vertici superiori aperti. Infatti ho potuto osservare che, quantunque la persona umana si getti a capofitto nelle soddisfazioni del senso libidinoso, ne sente tuttavia una vergogna istintiva, cercando tutti i mezzi per occultarlo. Ciò significa che l'uomo aspira a essere angelo di luce e togliersi dall'essere bestia Prima di passare alla ragione scientifica, debbo trattare una questione di somma importanza: 1) della pubertà precoce; 2) della sensualità precoce. I segni della pubertà precoce, per quanto a me consta, sono: Disuguale metodicamente con Larghezza tra lettere e molto più con Larghezza •~t/^.
tra parole, ma con scrittura Slanciata. La scrittura Lenta, di cui tratteremo, esclude la pubertà precoce. Vi sono poi dei segni che indicano sensualità precoce (cioè da fanciullo) e poi accentuata da adulto; indicano cioè la tendenza a sentire lo stimolo sensuale fin da fanciullo e a sentirlo più fortemente da adulto. Questi segni sono Impaziente, Sinuosa, Titubante, Contorta. Questi segni possono portare anche la pubertà precoce. Ognuno di questi quattro segni, da solo, indica la presenza di tale tendenza, cioè della sensualità precoce; se i segni si uniscono, la tendenza cresce ancora. — Impaziente porta tale tendenza per l'esuberanza di vita. — Sinuosa, perché chi ha tale segno trova facile simpatia, e perciò è come un eccitante della sensualità altrui, e di conseguenza della propria. — Titubante porta tale tendenza per causa del temperamento cupo. Se il soggetto si aprisse, il fuoco si estinguerebbe. — Contorta porta tale tendenza perché chi ha tale segno è portato al controllo, al contrasto, e quindi ha tendenza a curiosare sui due sessi, a controllarli per metterli insieme. La curiosità a conoscere i due sessi e le loro particolarità si apre in coloro che hanno la tendenza alla sensualità precoce e specialmente in coloro che hanno il segno Contorta; poi in quelli che hanno il segno Sinuosa; poi in quelli che hanno il segno Impaziente, e finalmente in quelli che hanno il segno Titubante. La ragione è chiara, da quanto abbiamo detto. Le tendenze agli amori unisessuali sono indicate direttamente dai segni: 1) Pendente in grado accentuato (tenendo conto, per il grado dell'accentuazione, se è scrittura maschile o femminile); 2) Pendente e nello stesso tempo Intozzata 2° modo; 3) Accurata; 4) Se Pendente, Intozzata 2° modo, Accurata sono uniti, allora la tendenza è molto forte.
G Ragione scientifica di Apertura a capo delle o c a : intenerimento sessuale. » Tendenza di tutti gli esseri a moltìplicarsi. — Si può dire che sia stato Galieno il creatore della fisiologia. Egli ha studiato, con profonda acutezza, la funzione degli organi, incantato dall'armonia metodica delle parti di un corpo vivente. Secondo lui, ciascun elemento del corpo presiede a una funzione determinata, precisa; ed è mirabilmente adatto a questa funzione. Secondo lui ciascuna disposizione anatomica, anche la più insignificante in apparenza, ha un compito. Ogni forma è utile, ogni funzione è diretta dalla forma. Tutto nell'essere vivente è ordinato per assicurare la vita e la miglior vita possibile. Richet, che è tutto dire, sostiene che ogni parte dell'organismo, nel vivente, ha un fine da raggiungere; benché egli faccia ciò con un che di precauzione... scientifica.
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Non ci fermiamo su tale questione che ci potrebbe interessare solo in obliquo; e constatiamo un fatto, cercando di dare un ordine a questo fatto, prendendo e usando, per quanto ci sarà possibile, le asserzioni degli stessi fisiologi. Una delle grandi forze della natura vivente è quella di spingere tutti gli esseri a crescere e a moltiplicarsi. Questa è una forza irresistibile, che ciascuna forma vivente «genus omne animantium» tenda a svilupparsi a spese dei mezzi che la stringono da presso e a far nascere forme simili a se stessa. Lucrezio, con un verso sublime, cominciava il suo poema sulla natura delle cose invocando «Venus genitrix», che popola i mari e le foreste [...]. Pare che la natura, indifferente alla vita dell'individuo, abbia preso delle precauzioni formidabili per assicurarsi la vita della specie. L'istinto che forza gli esseri a unirsi per la riproduzione è il vero dominatore e dirige una gran parte dei loro atti. Anche nell'uomo che da modo alla civiltà e alla ragione di reprimere e trasformare gli istinti naturali, l'amore sessuale è uno dei più grandi moventi della vita. La letteratura, il teatro e le arti non hanno quasi altro argomento che questo. Le guerre civili o internazionali che straziano l'umanità non sarebbero meno crudeli se, come al tempo delle Sabine, fossero ingaggiate per conquistare o rapire donne. Gli animali superiori, oltre l'uomo, allorché si scagliano a lotte sessuali scatenano combattimenti furiosi. Persino per una cerva, fra due cervi, la lotta non è meno ardente che fra due lupi per un quarto di preda. Turgenev parla di due dèmoni sovrani che presiedono ai destini del mondo: l'angelo della fame e quello dell'amore, ambedue ugualmente inesorabili e tirannici, imponendo la loro volontà a tutti gli esseri che popolano il pianeta terrestre. La vita dell'individuo è retta dal dèmone della fame, la vita della specie dal dèmone dell'amore [...]. Negli animali inferiori, nei vegetali microscopici, l'istinto non esiste, ma l'energia delle forze riproduttrici è potentissima. Tosto che essi hanno un alimento, i germi pullulano con un'attività di vegetazione prodigiosa (Richet, 1.e.). Io vorrei, qui, far constatare un fatto circa l'evoluzione dell'istinto e dell'energia delle forze riproduttrici. Il fatto riguarda il modo di evolversi dell'istinto di riproduzione e dell'energia dei diversi esseri. Nei vegetali e negli animali inferiori non esiste, se non m'inganno, lotta tra i due sessi prima dell'atto della congiunzione. Si badi bene ch'io non parlo, qui, della lotta di due, di tre, di quattro, di cento del medesimo sesso per la conquista di un soggetto dell'altro sesso. Non parlo della lotta dei Proci fra di loro e poi con Ulisse per conquistare Penelope; ma parlo della lotta, delle tergiversazioni, delle arti usate dall'uomo individuo di un sesso con l'individuo dell'altro sesso, prima della congiunzione. Nei vegetali, per quanto ne sappia, non esiste tale lotta. Anche quei vegetali che hanno in un individuo un solo sesso, cui un individuo di altro sesso lancia il seme per fecondarlo, non hanno lotta per questa comunicazione; per lo meno non la si conosce. La cosa è semplice quanto mai; nessuna complicazione avviene, nessuna tergiversazione, nessuna lotta, per così dire amorosa. Il seme viene lanciato senza congiunzione alcuna. Negli animali invece, anche inferiori, la cosa è diversa. Qualche lotta vi è, ma una lotta che finisce presto. In alcuni di questi animali la lotta è interessante e di 268
una durata non breve: due farfalle variopinte che si rincorrono, due uccellini che riempiono l'aria di squittii, di strida. Di più. Negli animali privi di ragione e nei vegetali vediamo che, avvenuta la fecondazione, l'istinto nella fecondata si frena e diventa piuttosto repulsivo. L'istinto è la ragione della natura, immessa nella natura stessa dal Creatore per gli esseri che non sanno dirigersi con la propria ragione, perché non ne hanno. Circa l'uomo, dobbiamo procedere in diverso modo. Gli animali privi di ragione arrivano, dopo poco tempo dalla nascita, allo stato di pubertà; per l'uomo e la donna debbono passare più di dieci anni. Sicché l'uomo e la donna non partecipano alla riproduzione della specie se non dopo passata l'infanzia e i primi anni dell'adolescenza. Forse, prima della pubertà, l'uomo e la donna non hanno la fame della specie? Io credo siano esagerate le pretenzioni del Freud, almeno nella loro generalità, che trova gli indizi e la soddisfazione di questa fame anche nei bambini lattanti, nell'atto di succhiare il latte dalla mammella materna, nel tenere il pollice o altro dito in bocca dei divezzati (cf. Introduzione allo studio della psicanalisi, lezione 21 e seguenti). Dice bene il Freud: Gli istinti di conservazione, e tutto quanto a essi si annette, sono più facili a essere educati, essi imparano assai presto a piegarsi al bisogno e a regolare il proprio sviluppo secondo gli insegnamenti della realtà. Ciò si comprende perché a essi non è dato alcun modo di procurarsi gli oggetti di cui abbisognano; e senza questi oggetti l'individuo dovrebbe perire. Gli istinti sessuali sono più difficilmente educabili, perché la necessità di trovare un oggetto resta loro ignota da principio (lezione 22). e poi anche perché le esigenze sociali non permettono loro di ambire all'oggetto, se non quando l'età ha ragione d'imporsi, per tutto il contorno delle doti atte a reggere una famiglia, perché la famiglia umana è ben diversa da qualunque altra famiglia di animali inferiori all'uomo; non è necessario discuterne. Nell'uomo, insomma, a differenza degli altri animali, circa l'istinto sessuale troviamo degli eccessi (mi si faccia esprimere così per ora) tanto per vero eccesso come per difetto. Trovate, cioè, degli esseri, maschili e femminili, che non saziano mai la sete di libidine, come trovate anche degli esseri singolari che tentano spegnere e riescono, a volte, a spegnere totalmente in se stessi questa sete che è inoculata nelle nostre vene, benché questo spegnimento avvenga per virtù soprannaturale. Si danno tre categorie di esseri umani riguardo all'evoluzione degli istinti sessuali: 1) regolati, 2) eccessivi, 3) astinenti. Gli astinenti potrei dividerli in astinenti che chiamo «de iure» e in astinenti «de iure» e «de facto». Un altro fatto ancora devo constatare: per gli animali la lotta dell'amore non si prolunga per anni e anni e a volte per tutta la vita. Anche questa duplice diversità tra l'uomo e gli animali ci manifesta l'uomo quale essere superiore, che è tenuto a consultare le sue facoltà superiori dell'intelligenza, ed è costretto, benché liberamente, a fiaccarsi sotto una forza che è in lui e che non è lui, la quale forza lo determina a una data via, in cui non gli sia permesso di accogliere e, molto meno, di arridere agli istinti personali sessuali. Questa costrizione avviene in alcuni, cioè in coloro che professano il celibato. La co-
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strizione di cui parlo, che rispetta la libertà umana in quanto che è una costrizione d'amore, c'è ed è evidente (nonostante ci siano delle defezioni) agli occhi di tutti e ci vuole dello scetticismo strano e irragionevole per negarla. Fatte queste premesse, scendiamo nel nostro campo. Non tutti, dunque, sentono allo stesso modo l'istinto e la spinta all'altro sesso. Siccome l'uomo è quell'essere che in sé sintetizza tutte le proprietà degli animali inferiori, così egli viene a sintetizzare, riepilogare, rappresentare anche le modalità diverse della spinta all'altro sesso, che esiste negli altri animali. Vi sono animali che molto più di altri sentono l'istinto sessuale. Io dico che questi animali hanno più disposizione di altri animali all'intenerimento sessuale. Così ci sono degli esseri che più di altri esseri umani provano tale intenerimento sessuale, tanto che a provocarlo basta un nonnulla. Essi sono, in certo modo, afrodisiaci per natura. L'intenerimento sessuale, arrivato a un certo punto, produce tutto ciò che è necessario, tanto nel maschio come nella femmina, per la generazione. Abbiamo, qui, un fenomeno di vaso-dilatazione attiva tanto nell'uomo come nella femmina. Ora sappiamo che questa dilatazione si ripercuote per tutto il corpo. Sappiamo perciò che i muscoli della faccia si contraggono, sicché le labbra si comprimono e si stirano sì da formare un che di rigonfio. I muscoli, parimenti, delle braccia e delle mani si contraggono e producono un che di allontanamento l'una dall'altra delle braccia e delle mani per il raccorciamento procurato dai muscoli in contrazione. E colui che ha sempre pronto, per modo di dire, l'intenerimento sessuale, ha come una contrazione abituale dei muscoli del viso, delle braccia e delle mani, e delle altre parti del corpo. • Intenerimento sessuale grafologico. — Prima di scendere alla grafologia di tale intenerimento, è necessario spiegare e intrattenersi ancora su alcune cose di cui non abbiamo sufficientemente trattato. Per intenerimento sessuale noi intendiamo quella facilità, non ordinaria, a eccitarsi nelle parti sessuali anche per un nonnulla. Tutti abbiamo l'intenerimento sessuale, ma l'abbiamo nella normalità; qui, invece, si tratta di un intenerimento sessuale che per la sua facilità a suscitarsi ha qualche cosa di anormale e che può scendere anche nella anormalità di forma e di soggetto, quando qualcuno lo contraddice nella sua forma sincera e spontanea e lo seconda con una forma subdola, che prenda magari la veste dello spirito, per cui possa dare una risposta, di liberazione dal rimorso, alla coscienza e alla società. I nervi vaso-dilatatori si ripercuotono per tutto il corpo e ne viene la contrazione dei muscoli della faccia, delle braccia e delle mani, ecc. Coloro, dunque, che hanno tali contrazioni, debbono avere il raccorciamento dei muscoli. Il raccorciamento porta l'allontanamento dei medesimi fra loro, in quanto perdono l'elasticità. Sicché, dovendo costoro formare un circolo in modo veloce, non arrivano a congiungere il punto di partenza al punto di termine della linea curva distesa a formare il circolo. La contrazione e il conseguente allontanamento dei muscoli non permettono la congiunzione dei due punti se non dietro uno sforzo. Ma noi non parliamo di sforzo, parliamo, invece, di spontaneità. Ciò si ripercuote meravigliosamente e non può fare a meno di ripercuotersi, nella scrittura. E poi logico che si debba verifìcare in quelle lettere che, per natura, seguono le norme del tracciato di un circolo. Tali sono, principalmente, le a,
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le o e le derivate. Esse sono il segno grafologico dell'intenerimento sessuale, sortito da natura, quando hanno l'apertura al vertice superiore, ma in modo tale che questa apertura sia in corrispondenza perfetta della pendenza delle lettere. Se la scrittura è indice dell'intenerimento sessuale, ne viene che sarà l'indice anche di tutto ciò che l'intenerimento sessuale produce nella parte somatica, cioè, come abbiamo detto sopra, è indice anche dell'abituale compressione e stiramento della labbra (si badi che lo stiramento è compatibile con la mollezza del labbro, perché questo stiramento, più che stiramento, è dilatazione) e dell'abituale rigonfiamento a mo' di rughe, ai lati delle medesime labbra. Ci si permetta una parentesi indispensabile per salvaguardare i nostri princìpi grafologici. Qualcuno, come è successo a noi, osservando la scrittura dei fanciulli, potrebbe trovarvi quasi la mancanza costante dell'Apertura a capo delle o e delle a, anche in quelli che hanno la tendenza all'intenerimento sessuale, della quale tendenza il segno si manifesterebbe più tardi. Nella scrittura, poi, dei vecchi che hanno questa tendenza, potrebbe trovare il segno più spiccato di quello che lo fosse nella giovane loro età. Questa difficoltà ci ha fatto restare in pensiero e titubanti; ma, finalmente, dopo essere ritornati all'esame accurato, abbiamo potuto concludere che le nostre regole grafologiche erano incrollabili. La mancanza di apertura delle o e delle a nei fanciulli e l'accentuazione nei vecchi (parlando sempre di coloro che hanno la tendenza naturale spiccata all'intenerimento sessuale) non è che apparente. Meglio: essa tocca la parte accidentale della parte grafologica e fisiologica e non affatto la parte sostanziale. La gioventù, prima della pubertà, ha i nervi e i muscoli elastici, pronti e molto più flessibili dei muscoli della vecchiaia, della virilità e della gioventù avanzata. Ne viene, perciò, che la gioventù, prima della pubertà, manifesta il segno grafologico dell'intenerimento sessuale, appena percettibile, mentre, nell'età più avanzata, questo segno si manifesta sempre più, perché quanto più l'età avanza, tanto più i muscoli diventano rigidi. Si noti poi che la fanciullezza, uscita fuori da poco dagli insegnamenti del maestro che le ha insegnato a scrivere, è più attenta nel tracciare le lettere. Osservando bene la scrittura dei fanciulli che sono portati all'intenerimento sessuale (parlando sempre di scrittura distesa in modo corrente) noi troviamo un che di Apertura a capo delle o e delle a. Che nel corso, poi, dell'età, questa apertura si accentui, non cambia la sostanzialità del segno, in quanto, per cambiare la sostanzialità del segno bisognerebbe che questo segno si avverasse non con un crescendo di intensità, ma con un crescendo di numero, ciò che farebbe sì che l'intenerimento sessuale avrebbe un'intensità maggiore. L'intensità dell'intenerimento sessuale non sta in proporzione dell'intensità dell'apertura, ma sta in ragione dell'intensità del numero delle lettere nelle quali si avvera il detto segno. Noi non badiamo se il segno si manifesti con maggiore o minore apertura, ma badiamo se il segno si avveri più o meno volte. Le volte dell'avveramento sono quelle che determinano l'intensità maggiore o minore dell'intenerimento sessuale. La maggiore o minore apertura è la concomitante di altri segni grafologici. Si vede chiaro, perciò, che non toglie nulla e non contrasta con i nostri princìpi il fatto che nelle scritture dei fanciulli l'apertura si manifesti appena e che nelle scritture della vecchiaia si manifesti accentuata. 271
Ma qui sorge una questione di un misto di fisiologia, di psicologia e di grafologia. La questione è di un'importanza rilevante, questione per cui noi abbiamo fatto le premesse riportate sopra. Ci siamo dati all'osservazione accurata, agli esperimenti, e abbiamo trovato che, spesso, l'apertura al vertice superiore delle o e delle a non è soltanto indice di intenerimento sessuale semplice, ma anche contro natura. Tuttavia dico subito che questa non può essere per noi una conclusione grafologica, in quanto questa tendenza contro natura può essere l'effetto o dell'avere esaurita tutta la materia della libidine naturale o di altra causa di ordine prettamente fisiologico non conosciuto dalla grafologia. L'importante è quanto diremo qui appresso. La questione è di ordine psicologico. Studiando gli individui che avevano tanto lottato o che dicevano di aver lottato tanto per eliminare la spinta alla libidine e che potevano, secondo l'asserzione di alcuni, chiamarsi angeli di purità (e per questo erano levati in alto in seno all'autorità) e che tuttavia avevano il segno grafologico dell'intenerimento sessuale, abbiamo trovato che costoro avevano una spinta particolare, spesso secondata, al favoritismo comunemente detto «beniaminismo». Per chi non lo sapesse, il beniaminismo è quella forma di estrinsecazione dei superiori e di coloro che tengono, per modo di dire, lo scettro, con cui favoriscono i loro dipendenti o subalterni, compatendo, oltre misura, tutti i loro difetti e sollevando e premiando tutto il bene reale e fittizio che può scaturire da essi. Per lo più, poi, costoro, abusano del favoritismo e disonorano i loro protettori, attenti sempre nel mantenersi nel favoritismo passivo con la lusinga e le adulazioni, o le larvate forme di rispetto e di sottomissione.
LE ASTE Per aste voglio intendere tutte le lettere maggiori dalla base in su. Quindi le b, d, f, h, k, I, t. Queste aste o sono in linea retta dalla base in su, o sono con il concavo a destra di chi legge o con il concavo a sinistra. Per comprendere queste diverse specie, tira delle rette e a ciascuna retta addossa le lettere alfabetiche su riportate, come io faccio nelle fìgg. 248, 249 e 250 e vedrai subito quali siano le Aste rette, quali con il concavo a destra e quali con il concavo a sinistra.
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Anche la p, la q e la g fanno l'ufficio di aste. Ora trattiamo delle singole aste. Se in una scrittura si dessero tutte e tre le specie, debbono in tutte e tre raggiungere il grado di 10/10. Ciò ti si renderà più chiaro più appresso.
> SEGNO 44° - SCRITTURA CON ASTE RETTE Scrittura con le Aste in linea retta, dunque, significa che le aste mantengono la retta dalla base in su o meglio anche dall'una all'altra estremità longitudinale, o dal vertice inferiore al vertice superiore. Questo segno grafologico indica inflessibilità di carattere. Non si confonda l'inflessibilità con la fermezza, poiché questa ha un movimento orizzontale, mentre quella ha un movimento longitudinale. Psicologicamente la fermezza è lotta, mentre l'inflessibilità, per modo di dire, non ammette la lotta e non si abbassa a discutere. All'avversario dice (efficacemente o no poco importa): «Ho stabilito e così deve essere». Nell'uomo porta occhio interrogante e pronto alla negazione di quanto potrà essere chiesto al soggetto da chi si presenta a lui sia pure per la prima volta, specialmente se il soggetto è in un ufficio dove è necessario tenere a bada la gente per non concedere favori. Risposte secche, tinte di inflessibilità. Tendenza a nessuna facilizzazione, anche quando potrebbe aver luogo. Se il soggetto è persona di autorità, tende 273
a renderla pesante per il suddito e ad azzardare un certo dispotismo persine con persone di uguale autorità, quasi che la sua autorità sia maggiore e possa spadroneggiare. Se il soggetto è uomo di virtù, allora sta attaccato alle norme prescritte e a non usare epicheie di sorta, imponendole principalmente a se stesso. Se il soggetto non è persona di autorità, ma a servizio dell'autorità, tende a non concedere nulla se non dietro il comando dell'autorità anche se l'autorità gliene avesse concesso l'autorizzazione implicita. La donna tende più dell'uomo a spadroneggiare e a stabilire negazione di concessioni di testa sua. Si può dire che abbia il gusto sadico della negazione. È questo un segno modificante della volontà. Osserva a fìg. 251 una scrittura dalle Aste rette.
Fig. 251
Scrittura con 9/10 di Aste rette.
In questa scrittura c'è qualche piccolo accenno della tendenza del Concavo a destra come nelle due /delle parole «fede» e «farsi», per cui Aste rette conta 9/10 e Aste con il concavo a destra conta 1/10.
SEGNO 45° - SCRITTURA CON ASTE CON IL CONCAVO A DESTRA La scrittura, dunque, con il concavo a destra è quella che ha le aste piegate verso destra di chi legge con il convesso a sinistra. Si badi che la curva dell'asta stia pressappoco a metà della stessa. È un segno modificante della volontà. Questo segno grafologico indica remissività tanto riguardo al giudizio che all'azione sulle cose proprie come sulle altrui. 274
La remissività scaturisce o da una certa debolezza, e allora questo segno deve andare congiunto con Discendente, oppure dall'introspezione, e allora questo segno va congiunto con Mantiene il rigo in quanto l'individuo che ha tale segno grafologico è portato a considerare in qual modo egli vorrebbe essere trattato, trovandosi in tale e tale circostanza. Nell'uomo — se il segno è sopra i 5/10 e va congiunto con il segno Pendente — c'è la tendenza alla vigliaccheria che lo dispone alla cessione più di quello che comporta la cosa in se stessa, specialmente davanti alla prepotenza. Se viene minacciato tende a passare sopra alle sue convinzioni e anche a quelle di natura irremovibili. Facilità alla paura di essere fatto segno di vendetta non dando il voto a un candidato che ha molta probabilità di salire al comando. Scoperto dal detto candidato già salito al comando di tendenze contrarie, trema come una foglia agitata dal vento e può riceverne danno nella salute fisica e psichica. Se il segno non è sopra i 5/10, allora può essere tentato di vigliaccheria; ma se è di sani princìpi, non cede alle ispirazioni della stessa vigliaccheria. Se è donna ed è tentata contro la candidezza dei suoi costumi, avendo il segno sopra i 5/10 perde facilmente la facoltà del discernimento e resta vittima della sua remissività. Per la remissività, per debolezza di carattere, osserva la fìg. 252. Per la remissività, dettata dalla considerazione, osserva la fìg. 253. Ambedue gli esempi delle figg. 252 e 253 hanno tutte le aste con il concavo a destra. Tuttavia in qualcuna c'è qualche piccolo accenno alle Aste in linea retta. Vuoi dire che le due scritture non hanno se non 9/10 di Concavo a destra e 1/10 di Aste rette. Ma il criterio preciso per la graduazione, lo daremo in fine.
Fig. 252
Scrittura con 9/10 di Concavo a destra.
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Fig. 253 Scrittura con 9/10 di Concavo a destra.
> SEGNO 46° - SCRITTURA CON ASTE CON IL CONCAVO A SINISTRA La scrittura con il concavo a sinistra è il contrario di quella con il concavo a destra, cioè quella che ha il convesso a destra. Tanto nell'uomo come nella donna essa indica: tendenza a contraddire anche quando ci sarebbero tutti i motivi per non contraddire. E questo specialmente se il segno va congiunto con scrittura Rovesciata. Questo segno indica repulsione. Per repulsione vogliamo intendere la tendenza a respingere chi tentasse di opporsi alla propria volontà. Come esempio di questo segno, osserva le figg. 254 e 255, in cui tutte le aste hanno il concavo a sinistra, per la qual cosa queste scritture hanno 10/10 di Aste con il concavo a sinistra. Per la graduazione, sappi che tutti tre questi segni possono avverarsi in una scrittura. In questo caso tutti e tre insieme debbono raggiungere il grado di 10/10. Per esempio, in una scrittura esaminanda sono venti le aste. Quattro di esse hanno il concavo a sinistra, sei il concavo a destra e dieci sono rette. Perciò in quella scrittura vi saranno 2/10 di aste con il concavo a sinistra, 3/10 di aste con il concavo a destra e 5/10 di Aste
Fig. 254
Scrittura con 10/10 di Concavo a sinistra.
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Fig. 255 Scrittura con 10/10 di Concavo a sinistra.
rette. Se in una scrittura si trovano soltanto due segni, questi due segni si divideranno l'impero secondo il numero del loro avveramento. Se si troverà soltanto un segno dei tre, allora questo segno avrà 10/10. Osserva bene la scrittura di fig. 256. Ognuno può calcolare il grado delle diverse aste.
Fig. 256
Q Ragione scientifica di Aste rette: inflessibilità — Aste con il Concavo a destra: remissività — Aste con il Concavo a sinistra: repulsione — Qui si tratta di sentimento di cui si veste la volontà nella sua esplicazione. La volontà può essere costante e rivestirsi di sentimento inflessibile, repulsivo e remissivo.
E chiaro che la remissività non si oppone alla costanza. La remissività non è debolezza e perciò la volontà debole non si può dire che sia remissiva, benché ne possa avere le apparenze. La remissività è nell'ordine, mentre la debolezza ne esce. • E importante considerare quella che gli psicologi chiamano relazione psichica dell'eccitamento. Se uno dorme e ode una parola pronunziata dolcemente, non facilmente si sveglia. La veglia, invece con molta facilità succede al sonno, se ci viene presentata una cosa che ci interessa. Ciò da esperienze fatte. Impressioni di questa specie scaricano nel cervello tutto il complesso della loro entità e così il cervello sveglia la coscienza. Ora il risveglio corrisponde al carattere dell'individuo che manifesta il suo modo di fare secondo l'impronta della sua individualizzazione. Il sentimento può avere per base l'una o l'altra tendenza secondo la costituzione di ciascun individuo. Le principali basi sono legate a questi diversi aggettivi che si accoppiano al sostantivo «sentimento»: inflessibile, remissivo, repulsivo. Il sentimento, cioè, può restare in se stesso, senza piegarsi al sentimento altrui, in azione, quasi direi, negativa. Se invece si associa a un'azione positiva, può piegarsi all'altrui sentimento (remissività) oppure può respingerlo (repulsione). Osserviamo il bambino per scoprire la forma genuina di queste tre modalità di sentimento, che nella loro cerchia stringono qualunque altra forma. Il bambino che più tardi sarà di sentimento inflessibile, fin dai primi giorni della nascita ha un che di aggrottamento delle sopracciglia o piange in un modo che fa sentire la tendenza a voler essere ascoltato, e non cessa di piangere finché non ha ottenuto lo scopo. Più tardi, perché la mamma lo ha sgridato, metterà come una specie di broncio, sì che le sue labbra non si tenderanno per succhiare. Più tardi ancora il sangue gli affluirà al viso e alla pelle del cranio e piangerà direttamente e, come dire, con rabbia, perché la mamma non è andata a levarlo dalla culla, quando egli ha mandato il primo piccolo singulto che la mamma sa valutare. E se la mamma, poi, dolcemente lo sgrida di ciò, egli non fiaterà, quasi come risposta ai dolci rimproveri. Quando avrà l'uso della parola, a un comando aggrotterà le sopracciglia e dirà recisamente un no, se la cosa non gli garba. Lascerà in disparte qualunque giocattolo, per mantenersi in una specie di protesta. Più in là prenderà le cose che gli appartengono e non le cederà a nessuno a qualunque costo. Quando camminerà da sé speditamente, vorrà portarsi in un luogo, si divincolerà dalla mamma e fuggirà via, né darà ascolto ai richiami della genitrice la quale gli correrà dietro per condurlo seco, temendo che abbia a incappare in qualche pericolo. Ella lo terrà per mano e il bambino la seguirà, cercando il destro per scivolare via e tornare di nuovo a fuggire lontano secondo il suo desiderio. Se il bambino più tardi sarà un repulsivo, aggiungerà a tutti gli atti sopraddetti una vera repulsione; la sua collera sarà violenta e avrà degli accessi di nervosismo, quando non potrà ottenere lo scopo. La sua voce sarà stridula, tagliente, fastidiosa; alzerà la mano per minacciare e anche battere chi lo ha contraddetto. Spesso è fatica sprecata modellare il suo carattere all'assennatezza e alla sottomissione. Quando camminerà da sé speditamente e vorrà portarsi in un luogo, si allontanerà dalla madre, la quale, se vorrà ricondurlo, troverà un'opposizione tremenda. Prima, egli piangerà con indignazione; poi, s'ingegnerà di vincere; poi, se ancora non avrà ottenuto l'intento, punterà i piedi a terra, facendo come un arco, rendendo convessa la parte anteriore del corpo per potersi strappare dalle mani della mamma. Respingerà un giocattolo che gli si è dato contro sua voglia 278
e forse vi batterà sopra i piedi. Più tardi, solo più tardi, all'ora della discriminazione, si asterrà da certi atti, mantenendo però sempre nel fondo il suo carattere di repulsione che può, all'uopo, dare dei servigi incomparabili, se viene bene regolato. I due sentimenti descritti sarebbero quelli che fanno esplodere la collera, perché sono legati fortemente all'irascibilità, tendenza molto difficile a essere soggiogata, perché stretta talmente ai nervi che pare cresca nel corso della vita, sino ad acutizzarsi nella vecchiaia. Se, finalmente, il bambino sarà, all'uso della ragione, un remissivo, avrà l'occhio atteggiato a dolcezza e sorriderà facilmente fin quasi dalla nascita. Purché le sue funzioni digestive siano regolari, starà senza lagnarsi nella culla. Se si sveglierà di notte, aspetterà con pazienza, quasi diretto dalla ragione, che la mamma si desti per farlo succhiare. Che se da un pezzo sta nella culla, o se la mamma di notte tarderà a svegliarsi, manderà un piccolo lagno, poi un secondo, poi un terzo e solo più tardi si metterà a piangere. Ai lezi della mamma o di altri risponderà con un sorriso gioviale. Nel succhiare, si staccherà qualche volta dalla mammella per volgere uno sguardo di riconoscenza alla nutrice. Giocherà con i piccoli fratelli e con le sorelline. Che se questi toglieranno a lui dei giocattoli, tenterà in prima di non farseli rapire, ma poi li cederà e passerà altrove o ad altri giocattoli. Risponderà facilmente a qualunque richiamo, si farà prendere in braccio senza difficoltà da tutti. Più tardi sarà un bambino gioviale, rallegrando l'aria e l'ambiente delle sue grida piene di gioia. Se troverà un altro bambino che piange, si piegherà a lui per accarezzarlo e come per tergergli le lacrime. Si chinerà facilmente a tutti, dove scorgerà, secondo il suo piccolo modo di vedere, esserci bisogno del suo aiuto. Si vadano a interrogare le madri sui loro bambini, e si vedrà l'esattezza di tali constatazioni. Con questo ci siamo spianati la strada per la questione grafologica. » Ora scendiamo alla parte scientifica. Il sentimento di colui che è per tendenza inflessibile si manifesta tale allorché gli si da occasione; cioè, l'inflessibilità entra in scena quando vi viene chiamata da un fatto. L'uomo adulto — o, meglio, l'uomo che ha coscienza di essere uomo — accomoderà i suoi atti circa le modalità che l'educazione, emersa e voluta dalla società, impone, sì che non avrà più la rudezza e la semplicità di quando era bambino. Ma il fondo della modalità rimane sempre 10 stesso, perché con il divenire cosciente non ha cambiato natura. Perciò, nell'esprimere il sentimento, si atterrà alla cultura più o meno evoluta, ma, nella sostanza, non cambierà. Fate che gli si presenti una persona che venga a discutere con lui o che lo venga a pregare per fargli cambiare rotta su una data cosa. Egli aggrotterà le sopracciglia e proverà un fremito di fermezza per tutta la persona, ciò che lo costringerà a tener tesi i suoi muscoli. Il sangue gli affluirà al viso e alla pelle del cranio e gli arrosserà le tempie. Dopo avere ascoltato le ragioni dell'avversario, avrà un moto repentino e reciso e risponderà che non può cedere. Può esser benissimo che non si esprima con la parola, ma in qualche modo si esprimerà, magari con 11 semplice gesto. Osservate bene il gesto. Gli occhi gettano lo sguardo in linea retta, il braccio fa movimenti in linea retta, in quanto il movimento reciso non può fare delle curve. La curva non può accordarsi al movimento reciso, in quanto la curva deve rallentare il movimento, in ragione della velocità che il movimento ha nella linea retta. La velocità della linea retta non può essere applicata alla curva. Il cavallo che corre velocemente per una linea retta, per mantenere la stessa 279
velocità nella curva, ha bisogno di girare la testa verso la parete convessa della curva. In qualunque modo, l'atto reciso tiene la linea retta. L'inflessibile, dunque, nei suoi movimenti tiene questa foggia, e i suoi muscoli del braccio e della mano debbono tenere tale foggia anche nella scrittura, e debbono tenerla in quelle lettere specialmente che si estendono, sì da essere suscettibili di tale retta. Queste lettere sono le aste che si dirigono sopra o sotto la riga. Le aste, quindi, in linea retta sono l'indice grafologico del sentimento inflessibile. Per coloro che hanno la tendenza alla repulsione, per vedere la relazione che passa tra la psico-fisiologia e la grafologia, si ritorni al fanciullo. Per vincere la riluttanza altrui e sciogliersi dai vincoli di mani più robuste delle sue, egli curva violentemente il corpo in avanti, facendo il concavo nel dorso. Di più, colui che vuole respingere fa un groppo con il pugno all'estremità dell'avambraccio, come per minacciare e oppone i gomiti e le ginocchia per ottenere lo scopo. Ha la tendenza, quindi, a mettere innanzi, contro l'avversario, i suoi arti, a farne delle sporgenze, aggruppandovi le sue forze. I movimenti sono tali da rendere i suoi mezzi di difesa e di aggressione, per così esprimermi, impettiti. Il muscolo, per essere più forte, ha come bisogno di raddoppiarsi, per cui spiega l'articolazione degli arti per raddoppiarli e appuntarli e cozzare contro ogni resistenza. Il repulsivo, perciò, ha la scrittura con le aste aventi il concavo a sinistra di chi guarda la scrittura e il convesso a destra. Circa coloro, finalmente, che tendono alla remissività, per vedere la relazione tra la psico-fisiologia e la grafologia, basterebbe dire che la remissività ha la tendenza opposta alla repulsione. Ma si ricordi anche qui il bambino che più tardi sarà remissivo, e si vedrà che tutti i suoi movimenti hanno la tendenza a piegarsi dolcemente verso le cose che sono più basse di lui. La remissività, per se stessa, non riguarda che le cose e la concessione suppone una certa preghiera di colui al quale si concede una cosa. Se il remissivo, poi, si piega a colui che è più basso di lui, molto più cederà il campo a colui che è più alto. La scrittura, perciò, del remissivo avrà le aste piegate in avanti, cioè con il convesso a sinistra di chi guarda e con il concavo a destra.
SCRITTURA CON RICCI Per riccio voglio intendere ogni prolungamento retto o curvo in principio, in fine di parola e in mezzo della parola. Considero riccio anche il taglio della t che non ho considerato mai in modo speciale, perché entra nel campo di questi ricci e di altri segni dei quali fa parte. Questi ricci possono essere con poco spunto in fine di parola, possono essere allungati sopra la parola stessa, possono essere sotto la parola, tornando indietro; possono essere allungati dalla base in giù in linea retta, oppure diretti in alto dalla base della parola in linea retta. Tutti i ricci sono segni modificanti della volontà direttamente, e dell'intelletto.
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SEGNO 47° - SCRITTURA CON RICCI DELLA SOBRIETÀ I Ricci della sobrietà sono quelli con poco spunto in fine di parola. Indicano sobrietà di espressione tanto intellettiva come affettiva. Tanto l'uomo come la donna hanno la spinta a non eccedere in cosa alcuna tanto nella sostanza come nelle modalità. Benché mangino con appetito, pure non eccedono. Parlano piuttosto concisamente, prendono e fanno tutte le cose nel tempo loro. Vedendo una cosa nuova, la guardano, la riguardano, ma non osano toccarla, perché il toccarla, potendo osservare con la vista, è un eccedere nella constatazione. A toccarla vi devono essere indotti. Non danno facilmente ascolto ai detrattori, mentre non hanno difficoltà a credere a quello che asseriscono persone serie e che meritano fede. Non sono né veloci né lenti, ma sono veloci o lenti secondo che richiedono le cose. Non ridono sgangheratamente, ma per lo più sorridono o semplicemente oppure con tinta di satira benevola secondo che richiede la natura delle cose. Qui non ci possono essere dei gradi perché l'esempio o è nella regola o fuori di essa. Tuttavia ci possono essere altri ricci, in una scrittura, oltre quelli della sobrietà. In questo caso si fa la proporzione dell'avveramento di questo segno con altri segni. Il risultato sarà il grado da darsi a questo segno e agli altri ricci. Per esempio, in una scrittura trovi 5/10 di Ricci ammanieramento, 2/10 di Ricci nascondimento e il resto Ricci della sobrietà. Questi dunque avranno 3/10. Ciò ti si renderà chiaro in appresso. Vedi la fig. 257. La scrittura con i Ricci della sobrietà ha il taglio delle t o con pochissimo spunto oppure stanno a pie della lettera facendo parte della lettera medesima. Questo segno viene considerato implicitamente nel segno Parca. La sua presenza può togliere a Parca 1/10 o 2/10. II segno Parca senza il Riccio della sobrietà arriva all'eccesso della laconicità. Il Riccio della sobrietà è un segno modificante della volontà e dell'intelletto.
Fig. 257
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> SEGNO 48° - SCRITTURA CON RICCI DELLA SPAVALDERIA Definizione. — I ricci che sono allungati con direzione a sinistra sopra la parola stessa, indicano spavalderia. Se tutte le parole fossero munite di tali ricci, allora questo segno avrebbe 10/10 di grado. Questo segno può essere chiamato il Riccio della spavalderia, benché a volte la spavalderia non ci sia, perché contrastata da altri segni, ciò che vedremo nella combinazione di essi. Si badi che una scrittura può avere diverse specie di ricci. I ricci che sono allungati a sinistra sopra la lettera e poi ritornano a destra con slancio sono propri dell'arditezza. Partecipano però della spavalderia. Indicano anche tendenza alla collera. Ricci spavalderia-spavalda: nell'uomo è indice di pensieri mirabolanti, di aspirazioni a imprese avventate, ad affrontare pericoli, a spargere minacce e anche a farle direttamente. Chi ha questo segno si stima capace di fare tutto ciò che fanno gli altri, tende a non stimare le cose altrui, appunto perché la spavalderia gli impedisce di approfondire il vero valore delle cose. Quelle certe sfumature dell'arte, quelle delicatezze del sentimento, che alle volte sono più belle del sentimento medesimo, non fanno breccia nell'animo dello spavaldo e non vengono comprese da lui. Se è ricco, tende a sperperare per un atto di spavalderia, ma non per operare del bene. Ha per lo più occhio triviale, ha espressioni banali, tende a far chiasso, a mettere in ridicolo chi è stato colpito da qualche disgrazia, chi è nato deformato dalla natura. Se è donna, allora tende ad azioni ardimentose che non convengono alla natura muliebre, tende ad affrontare pericoli che possono mettere a repentaglio la sua castigatezza, non già per mettere in atto
Fig. 258
Scrittura con 5/10 di Ricci della spavalderia e 5/10 di Ricci della sobrietà.
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qualche azione nobile, ma per semplice avventatezza, sicché viene stimata come una pazzoide, come eccessiva nella libertà personale. Le piace mescolarsi con individui dell'altro sesso i quali facilmente si permettono verso di lei delle parole e delle azioni che non le fanno onore e alle quali essa protesta, ma protesta in modo non efficace. I Ricci della collera possono slanciarsi quasi fino all'infinito con il movimento e la direzione in dentro senza tornare indietro. Vedi la fig. 258.
Fig. 259
Fig. 260
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Per il grado ecco il criterio: bisogna contare quante sono le lettere che sopportano il riccio in fine di parola cioè le a, e, i, u, I, t. Nella fig. 258 le parole che sopportano il riccio sono ventuno. Dieci hanno il Riccio della spavalderia e dieci il Riccio della sobrietà, per cui questa scrittura ha 5/10 di Riccio della spavalderia e 5/10 del Riccio della sobrietà di cui sopra. Quanto alle t trovi di quelle che hanno il taglio spavaldo, quelle indicate dalla freccia con il numero 2, e altre che hanno il taglio sobrio, quelle indicate dalla freccia con il numero 1. Quel piccolo gancetto all'inizio del taglio (in quelle t n. 2) è il segno della sicurezza che viene dettata dalla spavalderia. Sono Ricci della spavalderia quelli che vengono lanciati in modo da sembrare vogliano dominare lo spazio. Vedi la fig. 259. E la firma del generale Alessandro Della Rovere (1815-1864). Ho indicato tali ricci con una freccia. A fig. 260 osserva i Ricci dell'arditezza e della collera. La collera può essere esplosiva e ruminante. Questo segno è della collera esplosiva perché la ruminante non ha per indice questo riccio, e non ha bisogno di riccio. I ricci della collera e dell'arditezza sono gli stessi Ricci della spavalderia che spiccano per il loro slancio. Vedi le figg. 259 e 260. Per il grado si computano nei Ricci della spavalderia.
^ SEGNO 49° - SCRITTURA CON RICCI DELLA FLEMMA I Ricci della flemma sono: 1) quelli che scendono sotto la lettera e ritornano in su (più o meno); 2) quelli che tendono a scendere sotto la base e hanno alla fine del riccio un piccolo gancetto più o meno visibile; 3) quelli che si dirigono in basso per breve spazio o in linea retta o un poco curva. Nella fig. 261 hai tre modi indicati da piccole frecce seguite dalle lettere a, b, e. II riccio della flemma può essere sostituito da apertura delle o e delle
Fig. 262
Questo segno indica flemma nel pensiero e nelle azioni. Questi tipi non si accendono mai di entusiasmo. Ricci della flemma partecipa, in molte qualità, di Lenta. Differisce da essa in quanto Lenta può adottare la lentezza soltanto perché è così fatta da natura di prendere le cose con calma e non precipitare in nessuna cosa, anche quando ci sarebbe tutta la ragione di farlo, mentre la flemma importa sempre pigrizia e un che di menefreghismo di tutto quello che ne possa avvenire per la flemma con cui le cose si conducono a termine. Il flemmatico può arrivare al punto di vendicarsi di colui che cerchi di tirarlo fuori dalla sua flemma o che lo metta in ridicolo. La sua vendetta è difficilmente bene architettata e per lo più può consistere in un atto materiale, come dargli una spinta per farlo cadere, tirargli qualche cosa che ha in mano, accusarlo di qualche cosa che può avere l'aspetto di male morale e simili. 285
> SEGNO 50° - SCRITTURA CON RICCI DEL SOGGETTIVISMO I ricci che sono allungati alla base della parola in linea retta orizzontale e sono condotti con accuratezza, indicano ragionamento soggettivo e non oggettivo. Coloro che li hanno ragionano non a base oggettiva, ma secondo i loro sentimenti. L'accuratezza è sempre mancanza di spontaneità e la mancanza di spontaneità riveste le forme dell'insincerità. Il riccio del soggettivismo è insincero per la ragione stessa che non è oggettivo e che di questa mancanza di oggettività il soggetto è implicitamente consapevoje. Questi ricci sono più frequenti nel sesso debole che nel sesso forte. È, quasi direi, la verità o l'apparenza della verità che si veste dell'Io. E un gingillo così delicato della personalità, che le da l'impronta della proprietà e che prende in prestito le disposizioni affettivo-attive, servendosi del giudizio. Nell'uomo indica tendenza a guardarsi intorno quasi che il soggetto tema di essere contaminato, un che di ribrezzo o molta cautela prima di stringere una mano altrui, lentezza nel nudare la mano dal guanto e occhio scrutatore per conoscere o riconoscere la persona e intanto stentatezza nel dare la mano che resta senza calore e poco si accentua nella stretta. Rievocazione tarda di ricordi o facilmente assenza fittizia di memoria del passato specialmente se quel passato ha fatto un solco non troppo soddisfacente per il soggetto. Indica tendenze a fare delle riserve nell'affermare o negare quasi che il soggetto tema di incappare in qualche inganno. Tendenza alla singolarità intellettiva, morale e anche fisica. L'intellettiva può consistere e versarsi su materia fìlosofica (sfociante in errori), letteraria della quale curerà più la veste che la sostanza. È tipo assai adulabile. Ha la pretesa di essere molto delicato di sentimento, fa il broncio a una parola banale che senta pronunziare da chiunque esponendosi al ridicolo per il suo modo di fare. Dimostra di avere cura per le bestie, non perché vi sia spinto da tendenza naturale, ma per far vedere che ha sentimenti nobili. È suscettibile per cose da nulla e gode invece sadicamente per qualche disastro successo a un suo avversario. Ama il corteggiamento passivo e, a un atto gentile dell'altro sesso, si crede di esserne un favorito. Circa la donna, per lo più è di una bellezza che direi cristallizzata, benché possa avere lineamenti perfetti. L'occhio è duro, la parola tagliente, l'incesso impettito, la mano presentata flessuosamente per essere baciata; prova godimento nel corteggiamento passivo e nel constatare che molti ne ambiscono la mano, ingannati dalle esteriorità. Sedute interminabili davanti allo specchio per studiare gli atteggiamenti da adottare, per dare tinture artisticamente, per casellare le diverse modalità dei sorrisi, per dare loro l'austerità, la mellifluità, la gentilezza secondo le 286
circostanze e secondo la natura dei corteggiatori. Precauzioni nel sedersi per non rendere la veste malconcia, precauzione nel muovere le labbra, nel fare riverenze, nell'inumidire le palpebre di lacrime per dar loro l'espressione dell'involontarietà. Occhiate acerbe contro donne che fossero più cercate, smorfie di risentimento conseguente o accompagnatorie. Stranezze in casa con i familiari, atteggiamenti di nobiltà pur avendo natali oscuri e questo specialmente se la ricchezza ha favorito la sua famiglia. Attenzione perché i figli o il marito o gli altri della famiglia siano nell'alterigia della loro situazione sociale. Pretese di riverenze segno di separazione tra loro e le persone di servizio, alle quali da un salario non adeguato, ma sfoggia doni nei giorni onomastici o di compleanno per farsi vedere munifica. Insomma tutto un complesso di falsificazione, di aspetti fìttizi in tutte le circostanze, in tutte le azioni del giorno, del mese, dell'anno. Per il grado devi usare questo criterio: misurare la distanza che passa tra una parola e l'altra non computando il riccio e poi misurare lo spazio occupato dal riccio. Lo spazio occupato dal riccio farà da numeratore e quello tra l'una e l'altra parola da denominatore.
Fig. 263
Per esempio, osserva la fig. 263. Alla prima riga tra l'articolo «la» e la parola «Duchessa» c'è uno spazio di undici millimetri. Questo è il denominatore. Lo spazio occupato dal riccio è di sei millimetri. Avrai così tra queste due parole 6/11 di Ricci del soggettivismo. Così esegui tale operazione per tutti gli altri ricci. Fa' poi le debite addizioni dei numeratori e dei denominatori. Riduci tutti i denominatori allo stesso denominatore e avrai il grado del Riccio del soggettivismo di quella data scrittura. Il riccio della parola «Duchessa» non deve essere considerato perché non è seguito da alcuna parola. 287
Questo riccio è anche il segno della tendenza al corteggiamento passivo, se è nella donna. Cioè la donna tende a farsi ammirare, far spasimare parecchi individui anche senza cedere. Nell'uomo indica la tendenza al corteggiamento passivo intellettuale, ma non è facile che questo segno si avveri nella scrittura maschile. Non c'è bisogno di farti vedere che il taglio della t o è semplice ai piedi della lettera come in fig. 263, oppure è secondo il riccio del soggettivismo. Osserva un altro esempio nella fig. 264.
T* Fig. 264
SEGNO 51° - SCRITTURA CON RICCI DELLA MITOMANIA I ricci che sono allungati diretti in alto in linea retta dalla base della parola sono ricci patologici. Essi indicano la tendenza alla fissazione sopra un'idea e alla mitomania. Persone che hanno tali ricci, si incantano sopra una cosa tirata fuori dalla loro immaginazione, e vi si fissano talmente da rendersi convinti della realtà di ciò che sta solo nella loro fantasia. Essi non sono mai calmi, ma si presentano turbolenti; la loro mitomania si versa, per lo più, su cose di moralità intorno agli altri. 288
Tanto nell'uomo come nella donna coloro che hanno tali ricci sono portati a fissarsi su certi giudizi formati dalla loro fantasia come constatazione della realtà, mentre non è che una composizione del loro lavoro fantastico. È un segno patologico. I giochi di fantasia di coloro che hanno questo segno sono, per lo più, a base di rappresentazioni erotiche. È l'introspezione che ve li induce. Siccome essi, in quelle date circostanze, si troverebbero in quella data situazione psichica, ritengono che così siano tutti gli altri. Se vedono due di diverso sesso parlare insieme, credono che combinino qualche cosa di lubrico e tutto quello che può avvenire in seguito, dopo un accordo simile, essi lo compongono con la propria fantasia e arrivano persine ad attestare di averlo veduto con i propri occhi. Si badi bene: di reale non c'è altro che un abboccamento tra due di diverso sesso, tutto il resto non è che invenzione della fantasia del mitomane che fa agire i due in modo con il quale egli si sarebbe diportato in quelle stesse circostanze. Sono esseri strani, sospettosi, unilaterali, credono di essere presi di mira, hanno delle facoltà oratorie non ordinarie, sono capaci di arringare la folla, di incitarla al fanatismo, essendo essi fanatici. Sono portati a simpatie e ad antipatie a base di senso. Hanno paura dell'autorità e si mostrano ossequienti per non incappare in qualche punizione. Quando sono in vena, raccontano fatti abbelliti dalla loro fantasia e li raccontano in modo vivace con un aspetto di autosoddisfazione. Si interessano di cronaca spicciola. Se hanno il segno Apertura a capo delle o e delle a, allora stanno volentieri con i ragazzi, invogliandoli con doni. E facilmente hanno per essi sentimenti erotici. Hanno l'occhio assai mobile, il parlare incalzante, il gesto molteplice. L'incesso è piuttosto protervo. Si badi però che il riccio o filetto finale sia tratto in alto in linea retta e che sorpassi la lettera nella sua lunghezza.
Fig. 265
289
Circa il grado di questo segno si deve osservare quante volte si ripete in una scrittura. Se tutte le parole sono munite di questo segno, allora quella scrittura avrà 10/10 di questo riccio. Se per 9/10, avrà 9/10 di questo segno, e così via di seguito. Una casa di salute, in questo caso, è inevitabile. Astenendosi dai determinanti, chi ha questo segno potrà farsi curare anche in casa sua e non cadrà forse nella demenza. I tagli delle t segnano in fig. 265 la natura del riccio della mitomanìa, in fig. 266 vi tende con quello slancio in fine voltato in su. Sono da considerarsi Ricci della mitomania anche quelli gettati con slancio sotto la lettera. Però per essere Ricci della mitomania debbono essere marcati. Osserva la fig. 267.
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Fig. 266
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Fig. 267
290
E sono Ricci della mitomania anche quelli tirati in linea retta sotto la lettera o quasi in linea retta e marcati: vedi la fìg. 268. Quando il riccio è slanciato verso il basso, ma non completamente in linea orizzontale, allora la mitomania è mista di soggettivismo; significa che i giudizi che il soggetto emette vanno a proprio favore: vedi le fìgg. 269 e 270.
Fig. 269
Scrittura con 6/10 di Ricci della mitomania e soggettivismo.
Fig. 270 Scrittura con 7/10 di Ricci della mitomania e soggettivismo.
291
> SEGNO 52° - SCRITTURA CON RICCI DELLA CONFUSIONE PATOLOGICA II Riccio della confusione patologica è il riccio che corre a destra e a sinistra in modo che ne viene intrecciata tutta la parola. Si badi che la parola stessa deve essere intrecciata dal riccio: vedi la fìg. 271. Questo segno indica confusione patologica di idee per la ridda dei pensieri che tormentano il soggetto.
Fig. 271
292
Tanto per l'uomo come per la donna: occhio fosco, gesto affollato, incesso trasandato, parola non spiccata, ma fischiante, o arrotata, o ritornante, o arrogantemente martellata, senza proprietà di linguaggio. Idee confuse, pretese senza precisione di oggetto, pensieri in cozzo, sentimenti urtantisi fra loro, illusioni e allucinazioni e minacce e accuse contro esseri che non esistono. Tendenze a dare corpo alle ombre. È un segno patologico indice delle stranezze più stravaganti. La fig. 272 ti manifesta una scrittura indice di confusione patologica di idee. Il riccio viene formato dal taglio della t, il quale taglio fa l'ufficio come il riccio del quale il soggetto pare quasi abbia bisogno e del quale non possa fare a meno. Se non si servisse del taglio della t, si servirebbe di un riccio qualunque per intrecciare le parole. Osserva la fig. 272.
Fig. 272
Fig. 273
293
La fig. 273 ti presenta una grafia del tutto speciale. Il prolungamento delle lettere fé g al vertice inferiore è così accentuato che invade il campo delle lettere nella riga sottostante e tale prolungamento può considerarsi benissimo come un riccio che intreccia le parole e perciò ha lo stesso significato. Ciò per farti vedere che qualunque cosa vada a invadere il campo o lo spazio riservato alle altre lettere deve considerarsi come un riccio della confusione. Per il grado questo è il criterio: se tutte le parole hanno ricci intrecciami, allora avrai 10/10 di questo segno; se delle parole 9/10 subiscono il riccio, avrai 9/10 di questo segno; e così via via. Quando il segno ha un'intensità di 10/10, di 9/10 e anche di 8/10, di' pure che il soggetto ha bisogno di una casa di salute.
SEGNO 53° - SCRITTURA CON RICCI DEL NASCONDIMENTO I ricci rivoltati indietro sotto la parola, indicano la cura per occultare il proprio Io. Tale cura si manifesta sotto una forma non rude, ma piuttosto delicata di riservatezza. Parlo di delicatezza esterna, perché la cura per occultare il proprio Io va, in questo caso, accompagnata da un sentimento che spinge a guardare gli altri obliquamente. Gli individui che hanno tale riccio in quanto tale nascondono la verità. Può essere che la neghino, ma «per accidens». Tanto l'uomo come la donna tendono a tenere nascosto il proprio pensiero e il proprio sentimento. Non che l'individuo sia menzognero, ma non dice quello che pensa anche quando sarebbe obbligato di dirlo. Il modo come nasconde il proprio pensiero e il proprio sentimento dipende da altri segni accompagnatori, e da altri segni accompagnatori può anche avvenire che il detto nascondimento si determini per una menzogna bene architettata. Osserva la fig. 274.
Fig. 274
294
Quanto al grado il criterio è quello che si deve usare per gli altri ricci. Se tutte le lettere che sopportano tale riccio - che principalmente sono le è" e poi le a e le i' — ne sono munite, allora tale segno avrà 10/10 di intensità. E così via via come già abbiamo spiegato sopra.
SEGNO 54° - SCRITTURA CON RICCI DELL'AMMANIERAMENTO
II riccio del carattere ammanierato è il riccio artistico nelle maiuscole, nelle minuscole, al principio, in mezzo e in fine della parola. Questo segno indica tendenza all'ipocrisia, all'adulazione per satireggiare, all'ironia. Certo, Petronio, l'«arbiter elegantiarum», doveva avere questo segno. Nell'uomo indica abilità per l'adulazione attiva. Un sorriso di inganno, che solo lo psicologo pratico e profondo può scoprire, invade i lineamenti del viso, il gesto, le parole, il suo presentarsi, il suo accomiatarsi, il suo muoversi e quando incontra lo sguardo scrutatore e si accorge di essere messo a nudo, si incupisce, diventa frenetico, assalitore, disprezzatore. Però primieramente blandisce, cerca di prendere le cose per celia. Sa per esperienza che così può liberarsi dall'importuno, ma se questo importuno non si da per vinto e seguita a scrutarlo, a insidiarlo con lo sguardo dell'approfondimento, allora schizza veleno, adoperando sempre l'arte dell'inganno per prendere nel laccio anche l'importuno.
Fig. 275
295
In lui tutto è ipocrisia a meno che non contraddica questa sua tendenza che lo rende un demone in carne umana. Egli sa far la parte di santo, di incorruttibile, di immacolato e sa fare la parte di corrotto e di corruttore esimio, egli ha l'abilità di entrare nelle anime più scaltrite e imbastirne la rovina. Circa la sensualità è portato ai fiori che hanno aperto da poco la corolla. E tutto vale tanto per l'uomo come per la donna. Nella fìg. 275 ho raccolto, qua e là da più scritture, questo segno che ho indicato con una freccia. Osserva anche la fìg. 276, nella quale i Ricci del soggettivismo entrano nel concetto di Ricci dell'ammanieramento. Per la graduazione, il criterio è quello che si deve adoperare per gli altri ricci. Se tutte le parole all'inizio, in mezzo e in fine (in mezzo quando lo sopporti l'estetica; così anche nel principio della parola) sono munite di questo riccio, avrai 10/10 di grado. Bada bene che il segno sia artistico, che non vada a invadere le altre parole.
Fig. 276
Scrittura con 8/10 di Ricci dell'ammanieramento. Scrittura di Massimilia.no d'Austria..
296
Q Ragione scientifica dei Ricci. - È necessario darsi a una psicologia e fisiologia, sarei per dire, microscopica per entrare nel campo delle nostre asserzioni. Dobbiamo discendere, per quanto ci sarà possibile, ai fatti minimi, alla loro concatenazione, alla loro armonia ammirabile. Noi abbiamo asserito tante volte che il nostro corpo deve essere in armonia con il nostro spirito, in modo (parliamo sempre di natura innata) che un'intelligenza grande deve avere un corpo corrispondente, e così un'intelligenza minima; un carattere collerico deve avere un corpo che si presti all'esplosione della collera; un carattere flemmatico deve avere un corpo rispondente alla flemma; così si dica di un carattere debole; così di un carattere testardo; così di un carattere pronto al risentimento, e via dicendo. Senza entrare nelle ragioni di collegazione armonica (ciò che dovrebbe bastare per concludere), senza fermarci ad asserire filosoficamente le esigenze reciproche di finalità, veniamo al fatto. Qui non possiamo trattare se non dei fatti che si riferiscono alla grafologia dei Ricci. Sotto la grafologia dei Ricci stanno: il carattere sobrio, il carattere collerico, il carattere flemmatico, il carattere non oggettivo ma soggettivo, il mitomane, il carattere dell'intelligenza e volontà confusa, il carattere che si nasconde e quello tutto ammanierato. Così lo studio grafologico sui Ricci sarà completo; approfondiamone la psiche, la contrattilità dei muscoli e la fisionomia. Tutto emerge dalle nostre lunghe esperienze. » // carattere della sobrietà combina con il segno Parca, quindi vedi ragione a questo segno. » // carattere collerico: possiamo dividerlo in collerico esplosivo e collerico ruminante la sua collera, quasi a meglio digerirla, quasi per comporla meglio e ottenere meglio l'effetto. 1. Il collerico esplosivo salta alla sua collera, scattando come una molla, non dando tempo alla sua intelligenza di ponderare bene i motivi che lo esaltano. Ora costantemente noi abbiamo veduto che il collerico esplosivo per tendenza naturale, in tutte le sue azioni, non pondera; e quando pondera, per la ponderazione deve fare uno sforzo, imponendosi al carattere sortito da natura con la forza della sua volontà. I muscoli del braccio e della mano hanno dei movimenti sicuri e rapidi, com'è sicuro e rapido il proiettile che esce da una rivoltella o da un fucile. Questi movimenti, per tendenza naturale, dovrebbero andare in linea orizzontale; ma siccome il braccio è tutt'uno con il corpo e il movimento non si estingue con un semplice tratto, possono essere movimenti in linea orizzontale, ma hanno bisogno di tirare la linea orizzontale in dentro, per poi lasciarla in fuori. 2. Il carattere collerico ruminante: la fisiologia specifica vi dirà cose interessanti del suo fegato, ecc. Mentre l'esplosivo può essere in quiete, finita Fesplosione della collera, può sorridere, scherzare, ecc.; il ruminante no, perché si può dire che la collera lo occupi sempre durante le ventiquattro ore della giornata. Il collerico ruminante ha i muscoli sempre irritabili che non si associano alla carne floscia. La scrittura del ruminante è piuttosto piccola e marcata. Piccola perché i movimenti dei suoi muscoli sono coartati e sono di pochissima estensione. Per questo anche la scrittura del ruminante, ordinariamente, non ha ricci. Marcata, perché tende a caricare di forza i suoi muscoli, nel limitarsi a sforzarsi a ruminare: 297
vedi la fig. 277. Che se la scrittura detta del ruminante avesse i ricci, la presenza del riccio verrebbe a significare l'arte per nascondere la collera. • // carattere flemmatico tende a non scomodarsi, ma a restare nella sua pacatezza. I tre segni dati dalla flemma indicano appunto tendenza a non scomodarsi troppo. Il primo segno scende in basso e fa, costretto dalla stessa natura del riccio, rivoltare la linea. Il secondo ha un piccolo gancio in fine, perché il flemmatico non ha forza recisa per lasciare subito una cosa quando deve lasciarla. Il terzo segno è come un abbandono o come un lasciar fare. • // carattere soggettivo: che cosa intendiamo noi per carattere soggettivo? Intendiamo un carattere che nel ragionamento fa infiltrare il proprio Io, in modo che la cosa di cui si ragiona non è più tale come nella sua realtà, ma viene come usurpata dall'Io e viene manipolata secondo le pretenzioni, cioè secondo le esigenze non legittime di esso. Il carattere soggettivo, in altri termini, espone la cosa con apparenza di oggettività, ma con la realtà dell'esigenza del suo egoismo. Nel sesso gentile, poi, porta seco per la conseguenza psicologica, la tendenza al corteggiamento passivo nella sua pienezza, senza dare soddisfazione a chi svolge il corteggiamento attivo, e porta il diletto, con apparente noncuranza all'affettività che le viene prodigata. Costoro hanno il gesto come di fermezza con protezione che non si abbia a replicare alle loro decisioni o sentenze. Tale gesto è in linea orizzontale e reciso. Ci si pensi bene e si osservino individui di questa specie e si vedrà la verità della nostra asserzione. Ora, questo gesto, riferendolo alla scrittura, porta seco, per necessità, il riccio che noi chiamiamo il Riccio del soggettivismo, che sarebbe quello in fine di parola e che occupa spazi tra una parola e l'altra. Non è qui il caso di trattare della tendenza al ragionamento, la quale viene posta alla grafologia nella distanza che passa tra una parola e l'altra. Mi basta solo accennare questa regola grafologica, che sta in consonanza perfetta con quella di cui trattiamo, in quanto il carattere soggettivo pone il proprio Io là dove dovrebbe esserci il ragionamento oggettivo. « // carattere mitomane: qui entriamo nell'anormalità, benché intendiamo prendere di mira la tendenza che può essere contrastata dall'individuo che ne è affetto, perché se non potesse essere in alcun modo contrastata, allora sarebbe anormalità incoercibile. La parola stessa «mitomane» dice ciò che noi, con essa, vogliamo intendere, poiché questa parola composta, sciolta e resa astratta, viene a dire: mania del mito o mania della favola. Coloro che ne sono affetti hanno una grande tendenza a fabbricare dei fatti su altri fatti. Una cosa semplice veduta viene a essere molto composta nella loro fantasia. Danno, come si dice volgarmente, corpo alle ombre, danno intenzioni e 298
interpretazioni lontane alla realtà, senza motivo alcuno, fuori dal fervore della loro fantasia. Il fatto c'è, ci sono le circostanze del fatto, ma viene tutto accentuato nella loro immaginazione, la quale è come una fucina in cui si fabbricano strumenti per interpretazioni maligne, erotiche, ecc., di tutte le specie. Hanno il gesto reciso e come tendente in alto, quasi a significare che non ammettono le osservazioni che vengono da coloro che sono sulla terra. Hanno, nella scrittura, il riccio che abbiamo chiamato Riccio della mitomania. Questo riccio è in fine di parola, e si eleva arditamente in alto, in linea retta, sì da sorpassare le lettere specialmente minori. Si badi che il riccio dalla base al vertice deve estendersi in linea retta senza nessuna curva. » // carattere dell'intelligenza e volontà confusa: anche qui entriamo nell'anormalità, benché consideriamo sempre la tendenza che si può vincere. La confusione consiste non già nell'espressione, ma nella formazione del pensiero e della volizione, sicché il pensiero e la volizione sono intrecciati a elementi eterogenei. Hanno costoro il gesto che forma come un intreccio in direzione orizzontale. E il riccio grafico corre a destra e a sinistra in modo che ne viene intrecciata tutta la parola. Si badi che la parola stessa deve essere intrecciata con il riccio. • // carattere che si nasconde: si consideri bene che il carattere che si nasconde non è direttamente contro la sincerità, perché il carattere che si nasconde è quello che tace cose proprie. Chi tace niente dice, mentre per l'insincerità è necessario che si affermi o si neghi contro quello che si ha nell'animo. Tuttavia, indirettamente, può essere contro la sincerità, in quanto la sincerità vera è quella che dice apertamente: Sì, sì; no, no. Dobbiamo osservare che il carattere che si nasconde è molto più atto, di quello che è aperto, a conservare un segreto, perché nell'aperto si può almeno arguire dall'aspetto che conosce il segreto, mentre in quello che si nasconde, non si arguisce nulla. Pare che in tutte le azioni rivolti indietro il pensiero, perché non se ne legga l'intimo senso. I diplomatici, gli amministratori sono così fatti. I ricci grafici hanno una forma speciale, specialmente nelle parole che hanno per finale la lettera e. questi ricci si voltano indietro, come appare chiaro dall'esempio che abbiamo dato sopra. » // carattere ammanierato: è quello che usa molti complimenti nel trattare con le persone. E il carattere che quasi sempre manca di sincerità e credo che, per questo, gli si accomodi bene la satira, la quale si può chiamare l'insincerità artistica. II carattere ammanierato è più facile nella donna che nell'uomo. Se sta nell'uomo, spesso gli da l'impronta femminile che disgusta. Il carattere ammanierato ha tendenza all'arte (dato che ne abbia la potenza, di cui sono indice altri segni grafologici) per la decorazione. Nella scrittura presenta ricci artistici nelle lettere maiuscole, nelle lettere finali e, a volte, in mezzo alla parola. Si ponga mente che anche i ricci del carattere nascosto, se artistici, fanno parte del carattere ammanierato. Che, se i ricci non sono artistici, allora sono indice di un carattere complimentoso, ma goffo e ridicolo nei complimenti.
299
SEGNO 55° - SCRITTURA CALMA La scrittura Calma è quella che procede sul rigo senza slanci tanto orizzontali quanto verticali, senza guizzi, con una snellezza uguale della mano, senza soverchiamente di ricci: vedi le fìgg. 278 e 279. Sono contrari a Calma, fra gli altri, Veloce, Impaziente, Dinamica, Intozzata 2° modo, e tutti quei segni che indicano esuberanza di movimento. Questo è un segno modificante della volontà. Chi ha questo segno non si impressiona per casi sinistri nella vita. Li sente, ma ha tutta la libertà di considerarli, di sceverarli e di valutarli secondo la loro natura. Questi individui non accelerano il passo anche di fronte a un pericolo. Questo è il loro stato abituale, che tuttavia, turbato da cose sinistre repentine, può entrare in una specie di stato patologico. Per il grado, se si avverano tutti i requisiti detti sopra, avrai 10/10 di Calma. Se si avvera la diversa pesantezza della mano, allora Calma scende di grado di 2-3/10. Se ci fosse qualche riccio qua e là dell'arditezza,
Fig. 278
Fig. 279
300
della spavalderia, allora scende di 3-4/10 dal grado massimo. Se c'è il riccio del soggettivismo o del nascondimento, e la presenza di tali ricci è frequente, allora tolgono a Calma circa 5/10.
^ SEGNO 56° - SCRITTURA PONDERATA La scrittura Ponderata è quella che ha Larghezza tra parole almeno sopra i 6/10, ma proporzionata alla Larghezza di lettere e tra lettere. Ma specialmente di lettere, cioè se Larghezza tra parole è di 7/10 deve
Fig. 280
Srìttura Ponderata semplice.
301
avere almeno 7/10 di Larghezza di lettere (non importa se poi la Larghezza di lettere è maggiore della Larghezza tra parole). In quanto alla Larghezza tra lettere è sufficiente che questa arrivi a 5/10, perché 5/10 ci da la giustezza di giudizio, di quello che si deve dare agli altri, ecc. Se questa Larghezza tra lettere è superiore ai 5/10, allora si avrebbe una ponderazione che è inclinata verso la generosità. Se fosse inferiore, allora la ponderazione sarebbe danneggiata dalla tirchieria. Può essere una scrittura dinamica, ma principalmente non deve avere avventatezza grafica di qualunque specie, che si può manifestare in un'eccessiva estensione verticale e orizzontale. Quindi segni contrari di Ponderata sono lo squilibrio nella Triplice larghezza, Slanciata, Intozzata 2 o modo in grado superiore, Solenne (sopra i 5/10), Profusa (sopra i 5/10), i Ricci eccetto quello della sobrietà, Impaziente, Stentata, Tentennante, Veloce, Titubante sempre in grado superiore. Quest'ultimo segno (Titubante) può stare con Ponderata, ma in un grado minore, cioè la circuisce di indugi. Vedi le figg. 280 e 281.
Fig. 281
Si tratta di una scrittura Ponderata dinamica.
La scrittura della fìg. 280 è semplicemente Ponderata, quella della fìg. 281 è Ponderata dinamica, di cui parleremo in appresso. Ripetiamo, per maggiore chiarezza: i segni Slanciata (sopra i 5/10), Intozzata 2° modo (sopra i 5/10), Profusa (sopra i 5/10), (e molto più dilatata) Solenne (sopra i 5/10), Veloce (sopra i 5/10) sono contrari a Ponderata perché portano il soggetto fuori dell'oggetti vita. 302
Ponderata può essere disturbata dalla presenza dei Ricci della spavalderia, soggettivismo, ammanieramento e mitomania. Può essere menomata da Stentata, Tentennante e può essere prima menomata e poi favorita da Titubante. In questo modo: se il riccio è della spavalderia, allora la ponderazione se ne va a misura del grado del segno Riccio della spavalderia. Se il riccio è del soggettivismo, allora la ponderazione non è più oggettiva e quindi non vera ponderazione. La Ponderata non può stare insieme con il Riccio della confusione e con il Riccio della mitomania. Il Riccio del nascondimento può stare con Ponderata dando a essa le sue modalità. Il Riccio dell'ammanieramento da a Ponderata il fare, il dire ipocrita, satirico, ironico. Il segno Stentata e Tentennante tolgono a Ponderata la calma della ponderazione. La titubanza può esser effetto di indecisione o di circospczione. Nel primo caso è contraria a ponderata, nel secondo caso la favorisce benché la circuisca di indugi. Se non v'è la Larghezza tra parole proporzionale, allora fa sdrucciolare il soggetto o all'ipercritica (eccessiva Larghezza tra parole), oppure non le presta la facoltà del ragionamento (Strettezza tra parole). Se la Larghezza tra lettere non è sui 5/10 o attorno ai 5/10, allora il Ponderata o pecca di generosità o di avarizia. Quindi, per il grado, devi tenere conto del grado di questi ricci e degli altri segni nominati. Quello che manca per arrivare ai 10/10 ti da il grado di Ponderata. Ponderata è un segno sostanziale che riguarda la volontà e l'intelletto. Il segno Ponderata significa ponderazione in tutto: nei pensieri, nelle azioni e persine nelle omissioni. Il ponderato ha un affare da espletare? È portato a considerarlo sotto l'aspetto del contratto semplicemente preso, delle modalità, dell'onestà del contraente, delle conclusioni possibili cui va incontro e scrive tutto ciò che è sostanziale nel contratto o pone tutte le clausole per non andare incontro a cavilli e malintesi. Sicché egli dopo il contratto, sia pure d'immense proporzioni, può dormire tranquillo. Se il ponderato non si attenesse a tutte queste particolarità, non avrebbe requie. Se il ponderato è superiore e deve correggere un suddito, va a considerare quanta parte abbia potuto avere l'incomprensione, l'eccitamento, la disposizione, l'inclinazione per riuscire totalmente oggettivo. Insomma Ponderazione porta il pesare e misurare oggettivamente la sostanza delle cose, i contorni, le circostanze che possono dare alla cosa medesima una natura diversa o modificata. L'occhio è pensoso e facilmente assente in una conversazione di argomento che non interessa il soggetto. In una questione, sia pure accalorata per la materia di cui si tratta, rimane sempre nella compostezza della ponderazione. Se il soggetto riceve un insulto, si fa rosso in viso repentinamente, poi al rosso succede il pallido, ma il soggetto riesce a tacere oppure a dire le sue ragioni per far vedere all'offensore che ha torto 303
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nel modo di trattare. E uomo di consiglio, ma se gli si chiede unv consiglio non risponde subito, ma prende tempo per pensarci sopra. È diffìcile che perda la pazienza, ma se la perde è molto temibile. Non facilmente accetta una gara, una scommessa; ma se l'accetta, è segno che è sicuro o quasi sicuro della vittoria. Quando asserisce o nega si può essere certi che asserisce o nega secondo che sente nel suo interno. Non promette facilmente; ma se promette, mantiene. I ponderati sono tipi che non manifestano esternamente le preoccupazioni, i dolori, i dispiaceri che hanno nel loro cuore. Possono entrare in una melanconia depressiva sulla quale diffìcilmente si può applicare un rimedio. Si sollevano assai avendo vicino una persona che li sappia comprendere; se non l'hanno, sono destinati a consumarsi lentamente. Se hanno il timore di Dio (a cui tendono) e se hanno fede nella Provvidenza circa tutte le cose che loro succedono, allora vivono nella serenità inalterabile. Per il grado. Il segno Ponderata è al massimo grado se ha 10/10 di Larghezza tra parole, 10/10 di Larghezza di lettere, e per lo meno 5/10 di Larghezza tra lettere. Avrà 9/10 se ha 10/10 di Larghezza tra parole e 8/10 di Larghezza di lettere con almeno 5/10 di Larghezza tra lettere. In questo caso la ponderazione sarebbe diminuita per la tendenza del soggetto all'ipercritica. Avrà 8/10 se la Larghezza tra parole è maggiore di 3/10 della Larghezza di lettere, e tra lettere deve avere sempre almeno 5/10. Avrà 7/10 se la Larghezza tra parole supera di 4/10 la Larghezza di lettere. Avrà 6/10 se supera di 5/10 la Larghezza di lettere. E anche questi 6/10 verrebbero diminuiti in quei casi in cui il soggetto è spinto ad appigliarsi a tutti i cavilli per sciogliere a suo profitto una questione che gli interessa. Avrà 5/10 e anche sotto i 5/10 se la Larghezza tra lettere, nonostante l'equilibrio tra Larghezza di lettere e Larghezza tra parole, va sotto i 5/10, perché l'avarizia toglie la possibilità a ogni ponderazione.
Fig. 282
Scrittura con 7/10 di Ponderata.
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Se Larghezza di lettere e tra parole, con 5/10 di Larghezza tra lettere, sta sui 9/10, allora c'è l'equilibrio, ma il grado non va più su di 9/10. Se le due larghezze sono sugli 8/10 e il resto come sopra, allora avremo 8/10 di Ponderata. Se le due larghezze sono sui 7/10 e il resto come sopra, avremo 7/10 di Ponderata. È molto difficile che si possa dare il segno Ponderata con 10/10. L'esempio di fig. 282 ha 7/10 circa di Larghezza tra parole, 7/10 circa di Larghezza di lettere e intorno a 5/10 di Larghezza tra lettere. Questa scrittura perciò è equilibrata, ma non va oltre i 7/10 di Ponderata. L'esempio di fig. 283 ci da intorno a 10/10 di Larghezza tra parole e non più di 6/10 di Larghezza di lettere, sia pure con intorno a 5/10 di Larghezza tra lettere. Perciò, secondo il criterio dato sopra, questa scrittura avrà circa 6/10 di Ponderata per lo squilibrio che esiste tra la Larghezza di lettere e tra parole.
Fig. 283
Scrittura con 6/10 di Ponderata.
> SEGNO 57° - SCRITTURA DINAMICA Definisco Dinamica una scrittura quando in una parola alcune lettere sono attaccate a modo di spirale, altre sono staccate in forma scheletrica ma recisa e vergata con tratti fuggitivi e precipitosi. Gli esempi ti daranno il vero concetto. L'esempio di fig. 284 ti da la scrittura Dinamica a spirale, quello di fig. 285 ti da la scrittura Dinamica nelle due forme. Il segno Dinamica è un segno modificante dell'intelletto e della volontà ed è indice di dinamismo. Principalmente si manifesta interna305
mente e l'esterno è la ridondanza dell'interno. Il dinamico con la sua mente lavora sempre, il suo riposo consiste nel cambiare lavoro. Questo cambiamento lo ricrea. L'uomo può rivolgersi a un lavoro intellettivo, la donna tende a un lavoro che riguarda il cuore; quello effettivo, questa affettivo. Il dinamico fa presto a imparare le cose, ma anche le dimentica presto. Per ritenerle bisognerebbe che le imparasse allo schermo, che le vedesse in azione.
Fig. 284 Scrittura con 7/10 di Dinamica.
Tanto uomo come donna vanno quanto più presto possono alla parte conclusiva delle cose. Curano anche la rifinitezza di esse, ma se possono trovarne di loro gusto e di loro soddisfacimento, danno ad altri il compito della rifinitezza. Non hanno nulla di indecente e di sudicio, ma certamente non vanno dietro ad attillature, a forme speciose nel vestito, nel parlare, nel gestire, nell'incedere. Sono semplici, nella semplicità vanno piuttosto verso l'esagerazione, che verso il difetto. Sono tipi che tendono a organizzare, a battere il ferro finché è caldo, a prendere le cose per sommi capi quando ciò lo comportano la natura e le circostanze. Hanno questo di speciale: di fare somma economia del tempo e di usare i mezzi più semplici per raggiungere un scopo. Sono per lo più 306
scultorei nell'espressione, hanno delle parole taglienti, specialmente davanti a quelli che tendono a osservare cerimonie e mille convenienze che si riducono a una perdita di tempo.
Fig. 285
Scrittura con 9/10 dì Dinamica
Che siano efficaci o meno nelle loro opere, ciò dipende da altri segni. Sono portati a non avere rispetti umani. Tendono a mangiare, circa le modalità, alla meglio. Ordinariamente parlando non sono alieni da bevande alcoliche, ma non tendono ad abusarne se non posti in circostanze speciali e quasi per adottare quel detto: «Licet in anno semel insanire». Tendono a non rifuggire dalle allegre brigate, dalle quali però ogni tanto si ritirano per accudire alle loro opere o per parlare di esse. Sono tipi che facilmente ispirano simpatia e trovano facile accesso presso l'altro sesso. Ordinariamente sono leali, sinceri e nello stesso tempo prudenti. Hanno buona stoffa per essere amici nel vero senso della parola. Sono lontani dai complimenti, ma sanno sacrificarsi e possiedono quella certa protervia con la quale hanno il coraggio di presentarsi alle autorità anche le più ostiche e di cantarle loro in faccia senza reticenze. Le autorità che hanno qualche cosa da rimproverarsi hanno paura di costoro e cercano di tenerli lontano per non infastidirli e per non esserne infastiditi. Sono facili al perdono, ma conosciuta una persona la trattano secondo che merita. 307
Per il grado. Se tutte le parole hanno le lettere congiunte a spirale e scheletriche, senza distinzione, allora avrai 10/10 di Dinamica. Se la metà sono a spirale e senza l'altra forma, allora avrai 7/10 di Dinamica. Se qualche lettera solo è a spirale e parecchie sono scheletriche, allora avrai 5/10 di Dinamica. Sotto i 5/10 esce dal concetto di Dinamica. La scrittura di fig. 284 ha circa 7/10 di Dinamica perché ci sono solo le combinazioni a spirale. Quella di fig. 285 ha intorno a 9/10 di Dinamica perché ha tutte e due le forme di Dinamica. Quella di fig. 286 ha circa 71 10 di Dinamica, perché ha solo la prima forma a spirale.
Fig. 286
Scrittura con circa 7/10 di Dinamica.
> SEGNO 58° - SCRITTURA IMPAZIENTE Bisogna fare delle premesse prima di dare il segno di scrittura Impaziente. Si sappia che Impaziente è il segno contrario a Calma e a Ponderata. Ora l'impazienza può essere interna ed esterna; e può essere soltanto esterna, e può essere soltanto interna. Il primo caso si comprende. Il secondo caso è di chi sembra impaziente, ma tale non è. Il terzo caso è di chi è impaziente, ma non lo dimostra. Queste tre specie si possono avere per tendenza naturale. 308
La calma interna, per tendenza innata, è quella della quale abbiamo trattato nel parlare del segno Calma. A Calma è direttamente contrario il segno Impaziente; indirettamente sono contrari: Recisa, Ardita, Angoli A, Angoli B, Scattante, Contorta, Stentata, Tentennante. Questi segni modificano la Calma e la tolgono soltanto quando sono in grado superiore. È necessario fare attenzione all'effetto prodotto dai segni ora indicati. La presenza di questi segni non porta di per sé Impaziente; e la mancanza di essi non indica di per sé Calma. Impaziente è un segno a sé.
Fig. 287
II segno Impaziente consiste nelle parole e nelle lettere non ben definite e non tracciate bene per la nervosità della mano. L'esempio di fig. 287 è tipico, perché ha i veri requisiti di Impaziente. La freccia con a ti indica che manca qualche cosa, quella con b che non si sa definire quale lettera sia. È un segno accidentale della volontà. Per il grado attienti a questo criterio: quando tutte le parole non sono finite o definite e manca in esse qualche lettera, o la lettera non è scritta intera, ammetti pure che la scrittura ha 10/10 di Impaziente. Se 9/10 di tutte le parole si trovano in tali condizioni, la scrittura avrà 9/10 di Impaziente e così di seguito. E molto difficile che si dia una scrittura con 10/10 di Impaziente e che si dia anche con 9/10 di Impaziente. Tali scritture presenterebbero esseri patologici. L'impazienza diminuisce e può anche togliere Ponderata. L'impazienza interna consiste in una irrequietezza psichica, per cui il soggetto non resiste ad applicarsi a una cosa senza interruzioni che non vengono richieste dalla cosa medesima, per cui lascia quello che pensa e quello che fa incompleto. L'impazienza esterna è sempre una cosa voluta dal soggetto per raggiungere uno scopo prefìsso. Per esempio, un padre di famiglia che ha il figlio avventato, si inquieta a bella posta per far impressione sul figlio. Ma questa impazienza non si considera essendo voluta. 309
Fig. 288 Scrittura con 7110 di Impaziente.
Fig. 289
Scrittura con 5/10 di Impaziente.
Impaziente indica impazienza dell'Io; la presenza invece degli altri segni suddetti indica impazienza di elementi che costituiscono l'Io. Impaziente indica impazienza sia nella statica che nella dinamica; quei segni indicano impazienza solo nella dinamica. Per spiegarci meglio: Impaziente indica che il soggetto è portato all'impazienza di per sé, dal proprio interno; ed è portato direttamente all'impazienza, e quindi anche senza motivo, per tendenza propria, per cui tale impazienza è sempre irragionevole. Quei segni invece indicano che l'individuo è portato a quelle tali cose manifestate dai segni medesimi, cose che producono nel310
l'individuo la mancanza di calma. Quindi chi ha Impaziente, è impaziente di per sé, per conto proprio; chi ha quei segni, per conto proprio può essere calmo (e lo è nel caso che non abbia anche il segno Impaziente), ma quando si applica a quelle cose a cui è portato, esse gli diminuiscono la calma. Per esempio chi ha Scattante può essere calmo in sé, ma poi è l'applicazione dell'arte musicale che gli porta ribollimento, il che ha con sé l'impazienza. Così chi ha Contorta non è che sia impaziente, ma è l'applicazione alla meccanica o ad altro (dovuto a Contorta) che lo toglie dalla calma. Del resto, vedremo che chi ha Lenta è un buono a nulla, è un impassibile. Osserva le figg. 288 e 289. Non confondere l'impazienza con il nervosismo. Perché il nervosismo è una irrequietezza abituale, mentre l'impazienza è uno scatto repentino.
> SEGNO 59° - SCRITTURA SCATTANTE Scrittura Scattante è lo stesso che scrittura della musica (vedi scrittura della musica). Ma perché sia Scattante non c'è bisogno che sia Disuguale metodicamente. Se non è Disuguale metodicamente, è lo stesso che la scrittura Disordinata. Il segno Scattante è indice di arte in genere molto complessa, che sfocia nella drammatica, nell'epica, ecc. Quando va congiunta con Disuguale metodicamente, allora indica tendenza all'arte fondata sull'armonia delle parti. Quindi per la musica varia è necessario il segno Scattante con Disuguale Metodicamente. La scrittura Disuguale metodicamente e che abbia poco dello Scattante o niente è indice di musica melodica, tendenza e abilità a questa. La musica appartiene alla stessa cerchia della poesia, perché tutte e due queste parti appartengono all'udito; di modo che chi è poeta può essere anche musicista nella stessa proporzione della poesia. Scattante, tanto nell'uomo come nella donna, porta gli stessi effetti. Porta per se stesso lo scatto dell'ira, lo scatto dell'entusiasmo, lo scatto dell'altruismo, lo scatto della vendetta. Per esempio, chi ha questo segno gioca d'azzardo e, preso dalla passione di vincere, non bada alla somma che punta e può rovinare un intero patrimonio. Chi ha questo segno fa molte cose tanto in bene come in male, che non farebbe se fosse diretto dal giudizio e dal ragionamento posato. Chi ha questo segno, e ha insieme il segno Disuguale metodicamente, ha il genio musicale che non si 311
perde in svolgere l'idea musicale in variazioni sullo stesso motivo, ma ha la facoltà di tirar fuori un altro motivo musicale secondo che richiede il concetto, voglio dire che ha la ricchezza della composizione musicale. Chi ha questo segno è colui che è preso dalla passione ed è vinto dalla medesima, per cui devono applicarsi a lui delle grandi attenuanti. Guai se ha la passione del male! Questi tipi, quando in loro si apre la vena dell'arte, non cedono e non lasciano la composizione se non quando hanno esaurito la materia e le loro opere meritano veramente di essere immortalate. E un segno sostanziale della volontà e indirettamente dell'intelletto. Il segno Scattante per parte della volontà indica scatto repentino tanto nella parte irascibile come in quella concupiscibile. Per la scrittura Scattante e Disuguale metodicamente vedi gli esempi a «scrittura della musica». Il soggetto che ha lo scatto disordinato senza il Disuguale metodicamente non ha originalità per la musica, ma la sente e la gusta. Per la scrittura Scattante e non Disuguale metodicamente, valga l'esempio di fig. 290. Le frecce ti indicano gli scatti. Il Disuguale metodicamente non c'è perché le disuguaglianze non si ripetono allo stesso modo.
Fig. 290
O Ragione scientifica di Calma, Ponderata, Dinamica, Scattante, Impaziente. — Dobbiamo, innanzitutto, far vedere la tendenza della mimica nella creatura umana calma, scattante, impaziente. Descriviamo la tendenza della mimica del calmo, dello scattante, dell'impaziente nel sesso maschile. Il piccolo fanciullo di tendenza calma e ponderata spinge il corpicciolo verso la cosa che gli desta interesse, affinchè la nutrice o chi gli bada si pieghi ad andare là dove egli desidera essere portato. Se è di tendenza scattante, dibatterà le piccole 312
braccia, oltre a spingere il corpo. Se è di tendenza impaziente, piangerà e piangerà con ira, arrossando la pelle del cranio e delle terapie, dato che non lo si soddisfi subito. Questa mimica della prima infanzia si manifesta tale anche nel sesso debole. Si manifesta anche quando il bambino o la bambina vuole succhiare o vuole liberarsi dalle fasce che debbono passare al bucato. Quando il bambino di tre, quattro o cinque anni sta giocando con dei balocchi e viene infastidito da un bambino della stessa età, che cerchi di privarlo di quei balocchi, se è di tendenza calma e ponderata, resisterà all'usurpatore con energia e lo respingerà e si metterà di nuovo a giocare, guardando attento al suo balocco senza badare più all'altro bambino, spingendo il mento contro lo sterno. Se è di tendenza scattante, respingerà con violenza l'assalitore, alzando repentinamente le mani per picchiarlo. Ma, respinto il disturbatore e possedendo in pace il suo balocco, guarderà obliquo se quegli si avanzi ancora, ma poi non ci penserà più. Se è di tendenza impaziente, allora, oltre picchiare l'assalitore, lo rimbrotterà e seguiterà a gridare anche quando quegli si sarà allontanato. Se è di tendenza dinamica, può essere benissimo che abbandoni il balocco in mano delFusurpatore e che si dia a un altro gioco, oppure può essere che assalga l'usurpatore picchiandolo sonoramente, quasi con più violenza dell'impaziente; respinto l'usurpatore si mette calmo come se non fosse avvenuto niente. Questa mimica, in tale età, si trova anche nel sesso femminile. Quando il fanciullo sarà divenuto giovanetto, se di tendenza calma e ponderata, lo vedrete incedere misurato. Udendo un rumore repentino alle spalle, trasalirà e diventerà pallido, ma non si volterà indietro per constatarne la causa. Se viene insultato, conserverà il suo sangue freddo, parlando con franchezza e con ponderazione. Il suo occhio non sarà molto mobile, ma piuttosto calmo, come quello di chi scruta. La sua parola avrà un piccolo tremolio e con un tono non totalmente limpido. Le gote avranno una tinta fugace di rosso, conservando come una striscia di bianco al lato degli zigomi. Se è di tendenza scattante, lo vedrete incedere con un che di tendenza al salto. Se ode un rumore repentino alle spalle o si volterà di botto con un salto improvviso, oppure si darà alla fuga. Se viene insultato, assalirà l'avversario con parole violente e forse banali, dato che ne abbia l'uso. Il suo occhio ha l'impronta della vivacità e si sbarra sotto il peso dell'insulto. La sua parola verrà fuori come balbettante e come da un respiro mozzato. Diverrà rosso in viso. Se è di tendenza impaziente, lo vedrete invece come disordinato, saltellante e quasi non avesse egli una meta già fissata. Se venisse insultato, si lancerebbe sull'avversario non soltanto con parole irruenti, ma anche con i pugni stretti e non si calmerebbe facilmente dall'indignazione. Se udisse un rumore repentino alle spalle, salterebbe senza direzione e griderebbe, facendo un chiasso da non dirsi dando al fatto proporzioni enormi. Se è dì tendenza dinamica, avrà un incesso di distratto. Se venisse insultato, potrebbe non curarsene, specialmente se è occupato da un pensiero impellente, oppure darebbe contro all'avversario con una violenza repentina, poi seguiterebbe il suo cammino. In quanto alla femmina, se è di tendenza calma e ponderata, avrà l'incedere moderato ed estetico. Udendo un rumore brusco alle sue spalle, si tirerà da un lato, senza voltarsi subito, rimanendo per poco senza respiro. Insultata, non fiate-
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rà, ma rimarrà allibita e cercherà di togliersi dall'impaccio, atteggiandosi a una dignità e serietà che dovrebbe fare zittire colui che l'ha insultata. Nel resto è come quelli di sesso maschile. Se la fanciulla è di tendenza scattante, avrà l'incedere un po' brillante, sarà adorna di gingilli, con movimenti spiccati dei muscoli polposi. Se venisse insultata, resisterebbe all'insulto, sciorinando un'eloquenza insolita. Se la fanciulla è di tendenza impaziente, avrà l'incedere irregolare. A un rumore brusco, avrà qualche grido di timore e facilmente cadrà in deliquio. A un insulto, farà accorrere tutti coloro che sono poco lontani, perché la femmina impaziente è facile all'isterismo. La fanciulla di tendenza dinamica avrà un incesso di intellettuale. Se insultata guarderà da capo a piedi l'insultatore in modo che si imporrà. Nell'età adulta le quattro tendenze accentueranno la mimica dell'età giovanile, in alcune cose, in altre l'affievoliranno. Ora vediamo queste quattro tendenze nel dolore. L'uomo di tendenza calma e ponderata si comporterà o come Cicerone per la morte di Tullia, che volle restare solo e si sfogò a scrivere e a leggere; oppure come Guastro, riportato dal Mantegazza nella Fisiologia del dolore, che mori crivellato di ferite, senza un lamento, anzi con fierezza inaudita; oppure farà come Goethe, riportato pure dal Mantegazza: «Egli è a pranzo in ottima compagnia: si mormora sommessamente una tremenda notizia: "Schiller è morto". Queste parole, per quanto si tenti di soffocarle, giungono all'orecchio dell'olimpico Volfango, ma egli fa il sordo e consiglia di cambiare discorso, probabilmente per non turbare la gioia di un ottimo desinare» (Le.). Se l'uomo è di tendenza scattante, a un grande dolore assumerà un carattere battagliero e tenterà di protestare contro il dolore, minaccerà e, se ha avuto un'educazione poco religiosa, imprecherà anche alla natura e persine a Dio. Se l'uomo è di tendenza impaziente, darà luogo a una mimica la più svariata e fors'anche ridicola, considerata in se stessa. Se è di tendenza dinamica può esser che si diporti come il ponderato, oppure che faccia uno sfogo repentino e poi si calmi. In quanto alla donna, bisogna premettere quello che dice il Mantegazza nella Fisiologia del dolore (capitolo 26): «In generale nella donna predominano le forme paralitiche e assai più comune è il pianto. Pare che uno dei caratteri più salienti della cellula nervosa femminile sia quello di scaricarsi rapidamente della tensione che la invade». Nella forma di tendenza calma e ponderata si vede il pianto, ma lento e pacato. Nel dolore, come si esprime il Mantegazza (Le.), lo strazio più crudele è arrivare anche a sorridere per non spegnere la speranza in chi essa ama, arrivando ad eroismi incredibili. La donna di tendenza scattante nei dolori lascia libera, sebbene a tratti, la mimica. La donna di tendenza impaziente griderà, cadrà in svenimenti; ma con facilità dimenticherà il dolore e passerà dal pianto al riso. La donna dinamica presenterà un coraggio anche più forte di quello maschile e potrà rimanere a occhi asciutti come la donna spartana. Tutto questo da esperienze fatte che corrispondono alla realtà.
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La ragione generale di queste differenze sta in questo: che la cellula nervosa scarica più o meno rapidamente la tensione che la invade e sta anche nel fatto che gli emisferi cerebrali sono più o meno forti. Mettiamo ora insieme le osservazioni che abbiamo fatto con la questione grafologica. Nell'uomo di tendenza calma e ponderata le scariche delle contrazioni dei muscoli passano come sotto un controllo e sembrano regolate da una forza che le governa con una ponderazione quasi studiata. I muscoli tutti seguono la direzione di questa forza e si muovono con regolarità nelle loro contrazioni. A contrazioni calme tengono dietro movimenti calmi, a movimenti calmi, opere calme. Perciò la scrittura di tali individui deve avere la nota della calma, cioè, senza scatti di lettere, senza storture, senza pieghe strane. E una scrittura che procede sul rigo come un treno silenzioso sul suo binano. Non si dice, con questo, che tale scrittura debba avere le lettere tutte uguali; può avere una disuguaglianza, ma metodica. Deve essere senza ingrossamenti, perché l'ingrossamento viene dal muscolo sottoposto a una contrazione più pressante delle altre. Si intenda per ingrossamento: «intozzata primo e secondo grado» (vedi Intozzata 1° e 2° modo) e non il chiaroscuro, per esempio, della pedanteria. Tipi calmi corrono pericolo di eccedere nella calma e perciò di rimandare a tempo lontano le questioni che si dovrebbero sciogliere subito e ciò per pigrizia o per troppo grave prudenza. Debbono perciò studiare per bene la cosa appena loro si presenta e regolarsi secondo le esigenze di essa, attenendosi anche al giudizio di persone assennate e sbrigative. L'ira repentina e la sensualità repentina sono le malattie di tali individui. Debbono, se vogliono guarire, fuggire le occasioni che li porterebbero all'una e all'altra cosa. Siccome sono di ingegno per lo più perspicace e di intuito rapido, hanno modo di precedere le occasioni. Negli impazienti le contrazioni muscolari non trovano mai riposo, neppure durante il sonno. Tali contrazioni debbono lasciare il segno nella scrittura terapeutica morale di Impaziente. La fretta, l'irrequietezza continua, il parlare forte e l'affaccendarsi sono le malattie morali di tali individui. Tutto questo perché, credono, al contrario dei calmi, che la questione debba risolversi subito, la frase debba pronunziarsi all'istante, ecc.
SEGNO 60° - SCRITTURA PENDENTE La scrittura Pendente è quella che con le aste e con le altre lettere si piega tutta a destra di chi legge. La regola è facile a intendersi. 315
Per addestrarsi sul grado della pendenza, si può adoperare qui la misura geometrica. La scrittura Dritta, che è contraria alla Pendente, è quella che con la linea di base forma 90 gradi di angolo. Quella che forma 80 gradi, avrà 1/10 di pendenza; quella che forma 70 gradi, avrà 2/10 di pendenza; quella che forma 65 gradi, 3/10; quella che forma 60 gradi, 4/10; quella di 55 gradi, 5/10; quella di 50 gradi, 6/10; quella di 45 gradi, 7/10; quella di 40 gradi, 8/10; quella di 30 gradi, 9/10; quella sotto i 30 gradi, avrà 10/10 di pendenza. La misura è matematica; ma non bisogna andare all'eccesso con la matematica; si misuri con un pressappoco. La scrittura femminile è sempre più Pendente di quella maschile. Questo segno grafologico indica affettività languente con tendenza all'abbandono e alla melanconia, quando però il segno sia almeno sui 45 gradi. Indica più languidezza di espressione che vera affettività, perché questa ha per segno genuino il Curva. Pendente è un segno modificante principalmente della volontà. Per parte dell'intelletto è sostanziale e indica tendenza e abilità all'assimilazione, e ciò mi pare si possa ascrivere alla tendenza psichica dell'affettività languente. Dobbiamo notare che la pendenza della scrittura è propria della grafia femminile. Quando la si trovasse nella scrittura maschile abbastanza accentuata, allora sarebbe uno dei segni della tendenza a ermafroditismo psichico. Nella scrittura femminile, quando si trova pendenza accentuata (sotto i 45 gradi) diventa uno dei segni della tendenza agli amori unisessuali, specialmente quando va congiunta con scrittura Grossa. Gli individui che hanno la scrittura Pendente hanno nello stesso tempo l'adito aperto al misticismo, dimodoché se si dirigono e si sforzano per mantenersi nella via spirituale, possono diventare specialisti in questo campo. Si ricordi che, in grafologia, si parla sempre di tendenza, la quale si può sempre vincere e correggere. Circa la scrittura dei due sessi c'è, in quanto alla pendenza, da osservare che la scrittura femminile si troverà nella sua accentuazione massima quando sarà vicina ai 30 gradi di angolo, mentre la scrittura maschile si troverà nella sua accentuazione massima quando sarà intorno ai 45 gradi. Che, se la scrittura di un maschio sarà nell'angolo intorno ai 30 gradi, questi denoterà tendenze femminee anziché mascoline nel suo modo di fare, di parlare e nei suoi sentimenti, con spiccate tendenze erotiche. Diamo alcuni esempi. 316
La fìg. 291 è femminile con 45 gradi di angolo, perciò ha 7/10 di Pendente. La fìg. 292 è femminile con 43 gradi, perciò ha 7/10 abbondanti di Pendente. La fìg. 293 è femminile con 40 gradi, quindi ha 8/10 di Pendente. La fìg. 294 ha 35 gradi, quindi 8/10 abbonanti di Pendente. Veniamo alle scritture maschili. La fìg. 295 ha 40 gradi, quindi 8/10 di Pendente. Quella di fìg. 296a ha 35 gradi, quindi 8/10 abbondanti di Pendente. Quella di fig. 296b ha 30 gradi, quindi 9/10 di Pendente.
Fig. 291 Scrittura, femminile con 7/10 di Pendente.
Fig. 292 Scrittura femminile con 7/10 di Pendente. 317
Fig. 293
Fig. 294
Scrittura femminile con 8/10 di Pendente.
Fig. 295
Scrittura maschile con 8/10 di Pendente.
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Fig. 296a
Fig. 296b
Scrittura maschile con 8/10 di Pendente.
Se la scrittura Pendente è congiunta con il segno Austera, allora il soggetto è fortemente inclinato all'affettività, ma passa caso per caso sotto controllo per tendenza naturale. Vedi le figg. 291, 294 e in parte la 296b. E perché mai questo segno nella parte affettiva è modificante e nelle attitudini intellettuali è sostanziale? Perché nella parte affettiva riguarda più l'espressione dell'affettività che la vera affettività, mentre riguardo all'intelligenza si riferisce a una manifestazione sostanziale della medesima. Intellettualmente il segno Pendente porta all'assimilazione in un modo che sembra originale. In fatto di originalità possono avere di speciale di cambiare in certo modo la veste del pensiero tanto da farlo comparire diverso da quello da cui l'hanno assimilato. Porta a un che di scaltrezza nell'evoluzione dell'affettività con ritrovati efficaci al raggiungimento dello scopo che si prefigge di raggiungere. Si lagnano e insistono nel domandare, ma sanno domandare. Tanto nell'uomo come nella donna porta tendenza a manifestare la propria affettività con sdolcinatura, con baci, con atteggiamenti dello sguardo languidi, tendendo ad attaccare amicizia morbosa con persone dello stesso sesso e a spingersi ad atti lubrici. Se sono di età avanzata, sopra i quarantanni e fin verso i sessanta, tendono ad affezionarsi con la 319
gioventù di sesso diverso dal loro: la loro affezione si presenta sotto il titolo di difenderli dalle insidie, mentre in realtà hanno la spinta di godere della fiducia che loro presta la gioventù e tale godimento non è certamente un godimento spirituale, ma piuttosto sessuale, sebbene non attenti di scendere in azioni. Tuttavia sono gelosi. Tanto l'uomo come la donna sanno trattare con il pubblico, hanno un che di untuoso nel trattare con il cliente, tanto cliente all'ingrosso, come al minuto. Nella sensualità tendono a non dire mai «basta», ma più che altro circa i contorni e circa le modalità. Amano i dolci, il caffè ben zuccherato, cioccolato, ecc. Tendono, prima di dormire, nel coricarsi a farsi come una specie di culla; dopo, non si muovono più, ma comodamente si addormentano. Sono un po' suscettibili e sospettosi, ma solo quando entrano in gioco la loro gelosia e la loro invidia. Tendono a pensare male degli altri e a prenderli in agguato se li sospettano colpevoli di qualche cosa.
320
Fig. 299
Dobbiamo notare che ci sono le scritture — specialmente oggi — che vengono piegate a sinistra, dette rovesciate. E come si fa per conoscere in esse il segno Pendente? Quanto più sono piegate a sinistra, tanto più sarebbero piegate a destra se il soggetto desse loro tale piega. Quindi vale la stessa regola di Pendente; però, nel grado si deve computare il grado che presenta meno un terzo. Per esempio la scrittura di fìg. 297 da 45 gradi. A questi 45 gradi togli un terzo e avrai 30 gradi di Pendente a destra. Quindi questa scrittura avrà 9/10 di Pendente. La scrittura Rovesciata viene considerata come indice di stranezza. Stranezza veramente è indicata da questa scrittura. Tuttavia la stranezza non viene proprio dalla scrittura Rovesciata, ma da altri segni che per lo più accompagnano questa scrittura. Per esempio, la scrittura di fìg. 297 è Rovesciata, ma ha anche spiccato il segno Intozzata 1 ° modo. Così la scrittura di fìg. 298 è indice di stranezza, ma non tanto perché è Rovesciata, ma per l'accentuazione di Staccata. Tant'è vero che la scrittura di fìg. 299, benché rovesciata, non è affatto indice di stranezza. Sono scritture che si eseguirebbero meglio con la mano mancina. Osserva, infatti, la scrittura di un destro vergata con la mano mancina. Essa è perfetta. Te la riporto a fìg. 300. E un segno che si avvera specialmente nel sesso femminile. Tendenza a dispettosità, a irremovibilità, a non sottomissione. Si può dire che il soggetto abbia una tendenza speciale alla contraddizione, alla quale si appiglia e difficilissimamente se ne distacca anche se ne venga indotto da princìpi religiosi intensamente professati e messi in azione. Nella sensualità ha un che di frigidità nelle modalità e più che altro per la difficoltà alla cessione in quanto tale. Voglio dire che tale segno non porta alla vera frigidità, ma che la frigidità è e può essere una conseguenza dello spirito e del gusto della contraddizione. Per tendenza il soggetto ha la spinta a combinare inceppamenti nell'evoluzione di una cosa e questo 321
anche se la cosa riguarda qualche familiare e l'inceppamento è a danno del familiare. Tende a ridere poi di gusto, se è riuscito nell'intento. Tende all'indignazione se gli viene fatto qualche torto, se gli si è mancato di riguardo, sebbene poi possa avere rincrescimento dell'indignazione medesima.
Fig. 300
> SEGNO 61° - SCRITTURA SLANCIATA Slanciata è la scrittura stesa con avventatezza. L'avventatezza delle lettere consiste nello stirare le lettere in linea orizzontale, da far sì che le / si presentano o come una zampina di una n e si distinguono soltanto dalla presenza del soprapuntino, le n e le m si presentano come una linea
Fig. 301
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orizzontale con qualche piccola rottura. Lo slancio dei ricci va in diverse direzioni secondo che lo richiede la lettera. Osserva l'esempio di fìg. 301. La m e le n sono fatte come una linea orizzontale ondulata. Le i si conoscono solo dal puntino sovrapposto. Osserva lo slancio della fìg. 302, tanto spiccato da dover ascrivere questa scrittura tra le futuristiche. Osserva la fìg. 303 con un punto inferiore di Slanciata, perché le m e le n per lo più si possono decifrare.
Fig. 303
È chiaro che i ricci debbono avverarsi in una scrittura Profusa e non debbono essere intreccianti le parole, perché in questo ultimo caso diventerebbero i Ricci della confusione. Vedi la fìg. 304. Lo slancio può avvenire, specialmente nei ricci, anche in linea verticale, purché però il riccio non sia in linea retta dalla base e sorpassante la lettera, perché in questo caso diventa Riccio della mitomania. 323
Fig. 304
Per la graduazione di questo segno attienti a questa regola. Circa lo slancio delle parole, se questo slancio si avvera in tutte le m, n, i, o, a che si allungano orizzontalmente, avrai 10/10 di Slanciata. Se si avverano a metà, avrai 5/10; e così via di seguito. Circa i ricci, se tutte le parole sono munite di ricci slanciati quali li abbiamo spiegati, avrai 10/10 di Slanciata, però in una scrittura Profusa. Se metà delle parole hanno tali ricci, avrai 5/10. 324
La scrittura Slanciata della prima specie, se va congiunta con Disuguale metodicamente, indica abilità per la diagnosi medica, per letteratura novellistica e romantica. Da anche il pensatore concettivo che, con un tirocinio di disciplina e severità scientifica, può essere messo nella sfera dei pensatori non solo concettivi, ma anche esecutivi. La scrittura Slanciata della seconda specie, specialmente quando il segno è accentuato, da quei tipi dalle opere ardimentose. Se questo segno della seconda specie va congiunto con Disuguale metodicamente, da quei tipi che sanno ammaliare la folla e sanno condurla ai propri intendimenti. Da un che di mirabolante, per cui può mancare di sincerità, magari incosciente. Il segno dell'una e dell'altra specie da l'entusiasmo che facilmente trascende al fanatismo. L'una e l'altra specie danno quei tipi aperti al ribollimento delle passioni, che tuttavia si frenano con un nonnulla di considerazione, quando il segno non è forte. Questo nonnulla di considerazione non basta che proceda da lui, ma da altri, in quanto egli scioglie facilmente le considerazioni proprie, accecato dalla passione. Quando il segno è forte (cioè superiore a 5/10), allora il soggetto si ribella a chi lo chiama a considerare e ha la forza di prendere determinazioni terribili contro se stesso e andare contro corrente per liberarsi di ciò che è prescrizione. Lo slanciato è un esplosivo, ha guizzi di genio. I pensieri spesso non riescono a essere coordinati e perciò egli è portato a un che di avventatezza. I tipi ottimisti, gli entusiasti hanno sempre la tendenza alla scrittura Slanciata e sono quelli che concludono in un modo o in un altro nella vita, perché nel possibile fallimento di un'opera, restano per poco turbati, ma poi si incamminano per un'altra via; e anche se questa seconda via fallisce, ne tentano una terza, finché raggiungono lo scopo. Naturalmente tutto questo suppone che il soggetto abbia facoltà tali che diano l'abilità di raggiungere il detto scopo. Se nel corso dell'opera si accorgessero di non avere le abilità per lo scopo, si ritirano in buon ordine e si danno a un'altra attività. In molti casi questo segno è indice delle stesse cose di cui è indice Scattante. Scattante ha l'effetto nello stesso soggetto, Slanciata invece ha l'effetto fuori del soggetto. Scattante è un segno introversivo, Slanciata è estroversivo. Chi ha il segno Slanciata ha per effetto l'espansione che difficilmente viene regolata dal giudizio che preservi il soggetto dalle immoderatezze e dalle eccessività. Se ha insieme il segno Disuguale metodicamente, tende a dare il senso artistico al suo slancio; se ha insieme il segno Disordinata, tende a dare al suo slancio le note della inconsiderazione, della fatuità: occhio mobile senza direzione, incesso trasandato, parola non diretta dalla ragione. 325
^ SEGNO 62° - SCRITTURA FLUIDA o SCORREVOLE La scrittura Fluida è quella che procede senza arresti di sorta. Tanto più la scrittura è Fluida quanto più le lettere hanno la stessa direzione. Tutti i segni che indicano arresto, inceppamento o contorsione diminuiscono l'intensità di Fluida. È un segno accidentale dell'intelletto e della volontà. Questo segno grafologico è indice di spigliatezza e di spontaneità in tutte le cose, sicché l'esterno corrisponde all'interno; spigliatezza di pensiero, ciò che da fecondità di prontezza e spigliatezza di volontà e di affettività. Una cannella che nel dare acqua sibila, non è spontanea, l'acqua che scende da un monte non è spontanea; un fiume che scorre per una pianura, ecco il simbolo della spontaneità. Alla fluidità può nuocere tanto la velocità che la lentezza, quindi Veloce, Lenta, Stentata, Tentennante, Titubante, Intozzata 1° e 2° modo e Contorta rappresentano altrettanti indugi per la fluidità. Come una macchina non è spontanea nella sua corsa in salita e in discesa, così non agisce con spontaneità chi è spinto da un impulso o trattenuto da un freno, quando questo impulso e questo freno rappresentano forze discontinue. Tanto nell'uomo come nella donna: spigliatezza di pensiero, di sentimento, abilità per un'esposizione senza inciampi, per una polemica serrata (la profondità o l'acutezza della polemica dipendono da altri segni), abilità per lavori di tecnica, scioltezza di membra specialmente nel tempo della gioventù. Se il soggetto venisse a cadere, la sua caduta non è pesante in quanto ha pronta l'arte della flessuosità e del piegarsi per rendere la caduta meno rovinosa. In una lotta a corpo a corpo ha il vantaggio di scivolare via dai colpi dell'avversario, infliggendogli dei colpi ben assestati. Se uno dalla scrittura Fluida lotta (con lotta materiale, con lotta oratoria o con lotta di destrezza) con uno dalla scrittura non Fluida, sebbene questo sia più forte, facilmente sarà vincitore. Benché non di belle forme, gli individui dalla scrittura Fluida riescono a essere amabili e a suscitare la simpatia altrui e a crescere il dispetto di coloro che da ciò venissero danneggiati. Non hanno esigenze speciali e nei casi sinistri hanno subito la disposizione all'adattamento. In loro l'abitudine non mette profonde radici, perché quelle che mettono sono facilmente sradicate dalle circostanze della vita, senza troppo disagio da parte loro. Sono facilmente servizievoli. Se sono di forte ingegno, se sono di casato nobile, non ne fanno conto, sebbene, venendone la necessità, sappiano mostrare le proprie competenze. Tendono ad amare di vero amore riguardo alla scala ascendente, discendente e laterale, sebbene possano sgarrare circa la fedeltà maritale in quanto facilmente sono eccitati da tentazioni esterne, per cui la loro 326
colpa è e può essere assai attenuata. Sono abilissimi negli affari in quanto al modo di trattare. Il resto dipende da altri segni. Le donne specialmente hanno molta abilità per lo spionaggio. Per la graduazione amenti a questo criterio. Se la scrittura corre sul rigo e ha tutte le lettere di una parola attaccate e della stessa direzione, allora avrai 10/10 di Fluida. Osserva la mia firma a fìg. 305. In essa non c'è uno stacco. Bada che la mia scrittura non è totalmente attaccata. E totalmente attaccata soltanto nella firma che riporto per farti intendere la regola.
Fig. 305
Fig. 306
Scrittura con 9/10 di Fluida.
Se la scrittura corre, ma si avvera qualche distacco qua e là per 1/10 di frequenza come nella scrittura di fìg. 306, allora il segno può stare sui 9/10; se la scrittura avrà distacchi per 2/10 di frequenza, allora Fluida avrà circa 8/10, come nella fìg. 307. Se avrà distacchi per 4/10 allora avrai 6/10 di Fluida, come nell'esempio di fìg. 308, e così fino ai 5/10 di frequenza. Tieni presente che Fluida è principalmente contro Stentata e agli altri segni detti sopra. Perciò dove compare Stentata, non ha luogo Fluida. 327
Fig. 307 Scrittura con 8/10 di Fluida.
Fig. 308
Scrittura con 6/10 di Fluida.
Il segno Tentennante toglie a Fluida 6-7/10, per cui con Tentennante Fluida può avere intorno a 3/10. Il segno Titubante toglie a Fluida per lo meno 5/10. Il segno Staccata, se è un po' accentuato, cioè con circa 5/10, toglie a Fluida intorno a 3/10, se il segno Contorta non è sopra i 5/10. Se è molto accentuato allora può togliere a Fluida quanto le toglie Tentennante (Intozzata 1° e 2° modo la affievolisce). Questi sono i criteri per la graduazione. 328
O Ragione scientifica di scrittura Pendente: affettività languida:, Slanciata: affettività slanciata; Fluida: affettività spontanea. — Non voglio confondere i termini e voglio essere inteso da tutti; per questo non adopero la parola «amore», ma la parola «affettività», che potrei definire come quella spinta che ci trasporta verso altri in un'effusione di gioia e di sacrificio per mezzo della simpatia. Che cos'è la simpatia? La base fisiologica della simpatia sta in questo, che una generazione è destinata a preparare la via a un'altra, non solo materialmente, ma molto più spiritualmente e moralmente. La base fisiologica, dunque, di questa preparazione materiale sta nella madre che porta il suo figlio nel seno, che lo allatta, lo educa, lo veglia e poi lo lancia nella società, seguendolo nella vita, fino a che il figlio non le abbia chiusi gli occhi con le proprie mani. Come prodromo di questa base fisiologica c'è l'attrazione dell'uno verso l'altro sesso, che finalmente congiunge i due esseri, per cui la donna diventa madre. La base fisiologica della preparazione spirituale sta pure nella madre, o naturale o spirituale, sta in tutti coloro che si dedicano alla cultura spirituale, morale e religiosa della massa e dei singoli individui, cosicché viene generato e coltivato non solo il corpo, ma viene coltivata anche l'anima e preparata alla vita che l'aspetta. La simpatia non si può concepire senza ammettere due punti fra coloro che simpatizzano: in un punto debbono unirsi tutte le somiglianze, nell'altro tutte le discrepanze. Le somiglianze si toccano e servono per avvicinare le discrepanze. Io credo che la riuscita di un matrimonio indovinato sia qui: i due sposi debbono avere delle somiglianze e delle discrepanze, discrepanze non solo formate dal sesso, ma anche dal sentimento. Si badi, però, che la somiglianzà non deve consistere in quelle note negative che producono il disordine, ma in quelle note positive che accentuano l'ordine. L'orgoglio, la superbia, l'infedeltà, ecc., sono note negative e producono il disordine e sono somiglianze di repulsione. La mitezza, il compatimento, la prudenza sono note positive e producono l'ordine. Se mettete insieme due caratteri impastati d'orgoglio, tratti all'infedeltà, ecc. non dureranno neanche un giorno nella pace. Se invece uno degli sposi ha una nota positiva, l'altro negativa e hanno note positive che si completano, si può avere speranza fondata che si amino sino all'ultimo giorno della loro vita. L'uno orgoglioso, l'altro mite potranno andare d'accordo, perché la mitezza, alla fine, vincerà l'orgoglio. Ritornando alla simpatia, essa non può realizzarsi senza ammettere, come dicevo, il punto di somiglianzà e di discrepanza. La discrepanza serve ad attirare, la somiglianzà a congiungere. E siccome la discrepanza maggiore materiale e spirituale si trova nella diversità di sesso, ne viene che la maggiore simpatia viene prodotta tra i due sessi. E qui la base fisiologica sta in questo, che i due sessi sono completi quando sono congiunti; divisi, invece, sono incompleti e si attirano a vicenda per natura. In essi la somiglianzà consiste nel fondo, che sarebbe l'umanità (la specie umana); la discrepanza sta nella diversità di sesso. Questa è la base fisiologica della simpatia nel genere umano. Ma la creatura umana non è soltanto materia, è anche spirito, anzi è e deve essere principalmente spirito. Lo spirito della creatura umana ha tale potenza che gli si può scrivere in fronte: «Niente è impossibile a chi vuole». E può la creatura umana arrivare a soffocare la fame con cui si sazia e si con329
serva la specie, per darsi totalmente alla coltura dello spirito, di cui ha fame parimenti la specie e tal fame che mai, qui, ne resta sazia. Questa asserzione è scientifica, perché sta nella costituzione della volontà umana e sta nel fatto. Dunque la simpatia può sorgere ancora per la somiglianzà e la discrepanza della parte spirituale dell'uomo. Anche qui, però, la simpatia maggiore si evolve tra i due sessi. Giova ripeterlo: l'uomo e la donna hanno la discrepanza non soltanto nel corpo, ma anche nell'anima; anzi, sarei per dire, che è più forte quella dell'anima di quella del corpo. Il sentimento maschile è molto diverso dal sentimento femminile. In un'opera sublime dello spirito, in un'opera intellettuale, in un'opera morale, in un'opera di santità, alla donna è più di aiuto l'uomo che la donna, all'uomo più la donna che l'uomo, perché la donna nella donna ha un essere simile che non la completa, mentre nell'uomo ha un essere simile che la completa; e così dicasi dell'uomo, benché si possano fare delle sostituzioni in qualche caso sporadico. Certo che la natura non si può sostituire in tutti i casi. La simpatia, dunque, è quella che suscita l'affettività. Ora noi, per poter discendere alla parte grafologica, dobbiamo interrogare la fisiologia, cioè studiare i muscoli nella mimica di simpatia, che sarebbe quanto dire nella loro mimica affettiva. E siccome l'affettività è più composta di sacrificio che di gioia, ne viene che ha le sue espressioni tipiche, prendendole dal dolore. L'affettività è un sentimento benevolo che ci porta a esseri fuori di noi, perciò l'espressione è eccentrica e centrifuga, come dice il Mantegazza nella Fisiologia del dolore (capitolo 29). Lo stesso Mantegazza dice bene che tale mimica è diversa nei due sessi: l'uomo esprime il suo dolore nato dall'affettività «col protendere collo e testa in avanti, girando il capo intorno al proprio asse, come fanno tante volte gli uccelli con il proiettare il torace in avanti, agitandolo e girandolo anch'esso intorno alla spina dorsale». La donna non si esprime con nessun altro segno che con lo sbadiglio e il chiudere languido degli occhi. Nelle più eloquenti, tra le donne pudiche, forse si aggiungerà a queste espressioni, qualche timido sospiro... «Ma la donna si esprime con lunghi pianti, che possono durare anche per ore» (Le.). Abbiamo, da questa mimica dolorosa, la piega in avanti tanto nell'uomo che nella donna. Perché quel chiudere le palpebre è una piega in avanti, è, per modo di dire, un avanzarsi. Il Mantegazza, però, tratta solo del sentimento benevolo dell'amore sessuale. Noi abbiamo sollevato lo sguardo all'affettività spirituale, che congiunge le anime e non i corpi. Qual è mai la mimica di questa affettività? Anche questa è mimica dolorosa, anzi tutta dolorosa, in quanto l'affettività spirituale è tutta un sacrificio. (Sono costretto a spiegare ancora che cosa sia l'affettività spirituale, perché non la si confonda con quell'amore che viene chiamato platonico. L'affettività spirituale niente ha di carne, l'amore platonico sì). La mimica dell'affettività spirituale è trattenuta, nell'uno e nell'altro sesso, perché la mimica è del corpo e qui non si tratta di affettività materiale, ma dello spirito. Tutta la mimica dell'affettività non ha alcun movimento proprio dell'indietreggiare, ma sempre del procedere libero, oppure del piegarsi sotto la foga del cuore. Anche il piegarsi è uno spingersi innanzi; se il piegarsi è in avanti.
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La scrittura, dunque, dell'affettività è quella che si avanza senza aver nessun movimento di retrocessione. Ma si può procedere languidamente, con fluidità, con slancio. Ecco le tre modalità dell'affettività; ed ecco, di conseguenza, le tre modalità grafologiche. Il segno grafologico dell'affettività in generale è la scrittura che si avanza sul rigo, senza arresti. » Affettività languida.. — L'affettività languida si può dire che sia eccentrica e centrifuga, ma quasi quasi ha un'espressione concentrica e centripeta, perché si riversa poco al li fuori. E come un'affettività che manda un guizzo di languore e poi si ritira in se stessa. Ora il segno grafologico eccentrico e centrifugo che ritorna al concentrico e centripeto si ha nella scrittura Pendente, cioè che si piega da sinistra a destra di chi scrive o legge. Quanto più è accentuata la pendenza, tanto più è accentuato il languore. Si attenda bene che per piega non si deve intendere quasi ci sia un che di concavo a destra nel mezzo della lettera. La lettera può essere in linea retta dal vertice superiore all'inferiore, ma deve piegarsi a destra sì che il vertice superiore deve piegarsi giù verso la riga e deve perciò spingersi molto più innanzi del vertice inferiore. « Affettività fluida. — La seconda forma dell'affettività è l'affettività fluida. La scrittura, in questo caso, può avere una certa pendenza, ma non accentuata, perché questa ci darebbe la prima forma dell'affettività e non sarebbe più fluida. Deve procedere sul rigo senza contorsioni, senza storture, senza inciampi di sorta, secondo quanto abbiamo descritto. » Affettività slanciata. — L'affettività slanciata è quella che arriva al colmo dell'espressione sin dall'inizio. Si può dire che non abbia preamboli. E ha appunto per segno grafologico la scrittura Slanciata e Profusa. Siccome alla languidezza tiene dietro, facilmente, la melanconia e, dietro questa, la depressione dell'animo, in conseguenza di qualche disinganno affettivo, persone di questa specie che sono più facili all'affezione senza ponderazione, per non chiamare in aiuto la ragione, debbono stare molto attente a non piegare subito il cuore all'affettività e a non cedere, trincerandosi sotto l'usbergo della propria affettività. Se la pendenza è nella scrittura maschile, la tendenza affettiva può diventare più morbosa, in quanto può evolversi negli amori unisessuali. Questa tendenza l'ha anche la donna di scrittura così fatta, ma l'ha meno spinta. Per non cadere in vizi così mostruosi, l'uomo che ha la scrittura molto Pendente, deve contrastare sempre la tendenza all'affettività particolareggiata, attenendosi a un rigore quasi oltre il dovere. Questa affettività sarebbe quella che ha le note della moralità. Siccome, però, per la sua normalità e compitezza può risvegliare simpatie forti — alle quali non resterebbe insensibile e potrebbe creare sentimenti di disordine attivo e passivo —, è necessario che chi ha tale scrittura non abusi della sua costituzione psicologica, altrimenti non si libererebbe dal fango del senso. Spesso l'affettività così fatta manca di ponderazione, può fondarsi sopra motivi formati dall'entusiasmo di un momento o sopra motivi veramente materiali, per cui potrebbe estinguersi, quando la ponderazione entrasse al comando.
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> SEGNO 63° - SCRITTURA FILIFORME La scrittura Filiforme è quella che ha le aste e le lettere fatte in modo che sembra che la penna si sia appena posata sulla carta. Si badi bene che nel tratti discendenti della penna può avere quel marcato che è richiesto dal chiaroscuro senza cessare di essere Filiforme. Debbo far notare che la scrittura maschile è sempre meno Filiforme di quella femminile. È questo un segno accidentale modificante principalmente della volontà. Nota bene che questo segno richiede la nota Filiforme tanto nei tratti discendenti come ascendenti della penna. Tuttavia è principalmente il tratto discendente quello che conta, perché se si avverasse, per un caso impossibile, che il tratto discendente fosse Filiforme e non l'ascendente, si avrebbe una scrittura snaturata. La cosa è chiara. Per la graduazione attienti a questo criterio. Se il Filiforme è quanto il filo triplo del baco da seta nei tratti ascendenti ed è tale anche nei tratti discendenti, di' pure che allora avremo 10/10 di Filiforme. E quasi impossibile che si possa dare una scrittura di questa specie, ma se si desse, avrebbe 10/10 di Filiforme. Se il Filiforme dell'ascendente è come sopra e il tratto discendente, in complesso circa la marcatura, è il doppio dell'ascendente, allora avremo 8/10 di Filiforme. Vedi la fig. 310, con 8/10 abbondanti di Filiforme. Se il tratto ascendente è spiccatamente Filiforme e il tratto discendente è, nella marcatura, intorno al triplo dell'ascendente, avrai intorno a 7/10 di Filiforme. Vedi la fig. 309.
Fig. 309 Scrittura con 7/10 di Filiforme.
Sotto i 5/10 entriamo nel concetto di Grossa. Se il tratto ascendente è spiccatamente Filiforme e il tratto discendente è, nella marcatura, il quintuplo di ascendente (ciò che darebbe l'Intozzata 1° modo), avrai intorno a 5/10 di Filiforme. Vedi la fig. 311. 332
Fig. 310 Scrittura, con 8/10 di Filiforme.
Questo segno indica sensibilità non comune. Principalmente indica delicatezza di sentimento per cui il sentimento è pronto a ricevere tutte le impressioni. Non si confonda questo segno con il segno Intozzata 2° modo, perché l'Intozzata 2° modo indica impressioni a colpi, mentre Filiforme indica impressione pacata, libera, soave, propria della delicatezza del sentimento. Intellettualmente chi ha questo segno ha la delicatezza del pensiero e la delicatezza dell'espressione del pensiero. Non si confonda con Sinuosa perché Sinuosa può avere la delicatezza dell'impressione e dell'espressione solo perché penetra il sentimento altrui, mentre il Filiforme indica delicatezza istintiva. Circa l'uomo: è delicato di sentimento e di parola. Tende a non dire parole banali e a non esprimersi banalmente. Alle parole banali altrui mostra un che di disgusto, che manifesta comprimendo le labbra e arricciando il naso e con il far passare il discorso ad altro argomento o con un dolce rimprovero a colui che è stato banale, mai però con una specie di 333
protesta se non nel caso che colui insista nel banale, e mai con il rimprovero acerbo specialmente se c'è anche il segno Fine, poiché questo è un segno accrescitivo della delicatezza del sentimento che perciò è sentimento raffinato. Rifugge con il tatto a toccare cose scabrose e (se Fine) anche ruvide. Sente il cambiare brusco della temperatura, sia essa naturale come artificiale, e di questo cambiamento risente nelle parti respiratorie, in quanto è di costituzione fìsica piuttosto delicata. La voce è delicata. Circa il gusto coloro che hanno scrittura Filiforme non amano vivande piccanti, estremamente profumate, frutta acerba o troppo matura. Tendono alla giustezza in tutto materiale. Potrebbero prendere qualche indigestione non per copiosità di cibo, ma per mescolanze eterogenee. Non hanno eccessività di sensualità in quanto alla copiosità, ma possono averne circa la ricercatezza. La donna, in generale, ha le stesse cose dell'uomo. Ha di particolare un che di nobiltà nel carattere o, meglio, di superiorità di modo che presenta un che di asocialità in quanto può mescolarsi nella folla, ma per un compito distinto che faccia vedere la particolare delicatezza del suo sentimento. Se la donna viene tradita nell'affettività, diffìcilissimamente perdona; l'uomo che l'ha tradita cade, come si dice comunemente, dalle sue spalle e non vi sale più.
>• SEGNO 64° - SCRITTURA GROSSA o MARCATA La scrittura Grossa o Marcata è quella che è stata stesa pesantemente tanto nell'ascendenza come nella discendenza della penna. Indica il contrario del Filiforme. E un segno accidentale modificante principalmente della volontà. Diamo soltanto qualche esempio, perché questo segno viene completato dagli esempi dati sulla scrittura Filiforme. Se mai la scrittura Grossa fosse munita di ricci, allora indica tendenza ai complimenti, ma sempre in modo rude, come nella fig. 314. Per la graduazione bisogna tenere presente che è necessaria sempre la proporzione fra i tratti discendenti e quelli ascendenti. Quando il discendente equivale al filo triplo del baco da seta moltiplicato per dieci e l'ascendente è pressappoco come il discendente, avrai 10/10 di Grossa. Se il discendente come sopra e l'ascendente è per 8-9/10 del discendente, allora avrai 8-9/10 di Grossa. Se il discendente è intorno a otto volte del triplo del filo del baco da seta, e così è l'ascendente, avrai 8/10 di Grossa e via di seguito. Osserva lefigg. 312 e 313. 334
Fig. 312 Scrittura con 7/10 di Grossa..
Fig. 313 Scrittura con 9/10 di Grossa.
E ui\ segno modificante principalmente della volontà e poi dell'intelletto. E indice del contrario di Filiforme, cioè di rudezza, quindi riguarda più la modalità che la sostanza delle cose, e per questo è un segno modificante. Chi ha questo segno, davanti a un caso pietoso, alle volte è 335
più facile a commuoversi di uno che abbia il segno Filiforme; o, meglio, colui che ha il segno Filiforme è sempre disposto alla commozione, e quindi l'ha nel suo aspetto e nelle sue azioni abituali, mentre chi ha la scrittura Grossa, e avendo di conseguenza la rudezza, abitualmente non è facile alla commozione: perciò quando si commuove ne trasgredisce i limiti e impressiona. Vedere piangere un uomo rude riduce al fremito persine le pareti che lo accolgono. Chi ha questo segno si esprime rudemente.
Fig. 314 Scrittura Grossa con ricci.
^ SEGNO 65° - SCRITTURA GROSSOLANA Grossolana è la scrittura stesa marcatamente e in grado trasandato. Questa trasandatezza può dipendere da stentatezza (fìg. 315) e da una vergatura stoppacciosa o dilatata.
Fig. 315
336
Per la scrittura Grossolana stoppacciosa vedi le figg. 316 e 317. Per la scrittura Grossolana dilatata vedi la fìg. 318. Questo segno grafologico indica rudezza e una certa impassibilità e sciamannatezza che riguardano la parte affettiva e quella intellettuale. Indica esteriorità o affaccendamento nella parte affettiva e intellettuale. Tanto l'uomo che la donna hanno pensieri e sentimenti, sia pure profondi, ma rudi, capaci di un'affettività di sacrifìcio costante e pieno, ma tali pensieri e sentimenti sono privi di quelle delicatezze e di quelle raffinatezze per cui si rendono bene accetti. Si noti che le espressioni possono essere ricche di vezzosità e di ammanieramento se vi concorrono i segni Ricci ammanieramento e Vezzosa, ma mancano di quella vera delicatezza e raffinatezza che non possono essere di chi ha il segno Grossa e Grossolana. Possono avere un appetito formidabile in quanto a copiosità di cibo e di bevanda, ma tendono a non avere delle schifiltà. Tendono a non curare troppo la pulizia tanto personale, come nelle cose che loro appartengono. Tendono a mandare fuori un sudore che offende l'olfatto e il gusto. Tendono a essere ricchi di gas intestinali. Basta entrare nella casa di persone dalla grafìa Grossa e Grossolana per accorgersi subito che si è di fronte a persone di attitudini, sentimenti e concezioni senza quella delicatezza che sboccia spontaneamente dalle persone delicate di sentimento e di concezione. Sono molto teneri con la tenera età e si sentono commuovere dalla semplice vista dei piccoli nipoti. Nella sensualità non hanno ricercatezze di nessuna specie, quanto più l'oggetto è genuino e spontaneo tanto più ne sono attirati^ Nell'ira possono avere sentimenti di crudeltà e adoperarne i mezzi. È un segno accidentale modificante della volontà e dell'intelletto. Questo segno è contrario a scrittura Fine. Chi ha la scrittura Grossolana ha il pensiero e il sentimento rudi e arruffati. Fa le cose alla maledetta, fa pur di fare, ammassa azioni e cose e poi le trascura.
Fig. 316
337
Fig. 317
Fig. 318
Se tutti e tre i requisiti si avverano completamente in una scrittura, ciò che è quasi impossibile, avrai 10/10 di Grossolana. Se si avvera Intozzata in tutte le lettere ed è Stentata sopra i 5/10, avrai intorno a 8-9/10 di Grossolana. Se è Grossa e stoppacciosa avrai intorno a 8-9/10 di Grossolana. Se è Intozzata e Stentata come sopra, ma per metà della scrittura, avrai intorno a 6-7/10 di Grossolana. Se è stoppacciosa per metà della scrittura, avrai intorno a 6-7/10 di Grossolana. Se è Grossa e dilatata in tutte le lettere, avrai intorno a 7-8/10 di Grossolana. Se per metà della scrittura avrai 5-6/10 di Grossolana. 338
> SEGNO 66° - SCRITTURA ARTRITICA La scrittura Artritica è quella che rassomiglia agli effetti prodotti negli arti dall'artrite deformante: nei tratti in linea retta la grafia è tumefatta; nei risvolti, nelle curve, la deformazione consiste nelle chiusure o negli impastoiamenti circa le o, le a, e circa gli occhielli delle altre lettere. Per il grado, Artritica è divisibile in grado superiore e medio. Se tutte le lettere hanno i requisiti della definizione, allora è in grado superiore. Se si avvera qua e là, allora è in grado medio. Altre misure di grado non si danno. E un segno sostanziale principalmente della volontà e del sentimento, e per conseguenza tocca anche la parte intellettiva. Il significato di questo segno consiste nell'agitazione del soggetto che tende a non avere riposo né di giorno né di notte; il soggetto tende a considerarsi affetto da tutti i disturbi fisici che sente nominare dagli altri e tende a sperimentare tutti i rimedi pure adoperati dagli altri. Tende a trasportare le coltri da un letto a un altro, da luogo chiuso all'aria aperta, a coricarsi svariatamente per prendere sonno, a ritenere come causa dei suoi malanni ciò che sarebbe invece causa del suo benessere fisico e psichico. Va soggetto ad altre possibili e svariate fissazioni del genere. Soprattutto va soggetto a mancanza di discernimento morale, a trovare facili scuse sul suo operare non prettamente retto e a farsi scrupolo di quello che non offende la moralità. Non sono costoro raffinati nel sentimento, ma piuttosto rudi (il segno Artritica partecipa del segno Grossolana), volgari e sprezzanti. Tendono a cibarsi e a bere abbondantemente, specie per dare ascolto alla loro convinzione, che in certo qual modo li ossessiona, di poter riparare così alle loro apparenti debolezze fisiche. Da tutto il detto è un segno patologico. Sono molto eccitabili e non possono soffrire una contraddizione. Soffrono facilmente di insonnia e facilmente sono presi come da colpi di sonno, ma se si danno a esso volutamente, il sonno se ne va da loro. Sono irrequieti anche quando dormono. Tendono a prendere cibo senza orario, a rimpinzarsi per riparare a quella certa debolezza fisica che nei sani può avvenire nel colmo dell'estate dalle ore dieci al mezzogiorno. Sono eccitabili sessualmente, ma guai se abusassero in cose veneree! Il manicomio sarebbe inevitabile per essi. Tendono all'entusiasmo che trascende fino al fanatismo, ma possono anche tendere al pessimismo più nero. Sono portati a ragionare da soli e a parlar forte sì da dare l'impressione che qualcuno sia con essi a parlare. Sono distratti nel mangiare, nel ragionare, nel fare un'azione, e perciò hanno memoria defettibile, non già per deficienza mnemonica, ma perché non fissano in mente quello 339
Fig. 319
di cui dovrebbero ricordarsi. Non badano troppo al mio e al tuo e, se hanno bisogno o credono di avere bisogno di una cosa, la prendono dove la trovano, senza pensare di domandarla o di acquistarla dal padrone di essa. Sembrano assai egoisti, e per lo più sembrano tali per la mancanza di quelle convenienze che sono volute dalla società e che indicano proprietà di procedere. Sono in una continua contraddizione di esigenze e di sacrifìci, sicché non si sa se prenderli sul serio «in roto», oppure «in parte», oppure metterli da una parte come inetti ad appartenere a una società civile. 340
È necessario che per la scrittura Artritica si avveri principalmente la tumefazione grafica. Se si avvera la tumefazione e l'impastoiamento, allora il segno ha un grado elevato; se si avvera solo la tumefazione con qualche accenno all'impastoiamento, allora è in grado medio. Osserva le tre scritture della fig. 319.
^ SEGNO 67° - SCRITTURA FINE La scrittura Fine è quella Filiforme e distesa con naturale spontaneità (Fluida non Veloce) e con spiccata delicatezza. Non deve essere alta, non troppo piccola, meglio di un calibro medio. Esclude qualunque intozzatura come tale. Questo segno è contrario al segno Grossolana. Questo segno grafologico indica finezza di sentimento. L'individuo con una scrittura Fine è regolato in tutto da una grande raffinatezza e quasi rifugge da ciò che è materia. Anche nell'affettività più intensa, cerca sempre ciò che appartiene allo spirito. È un segno modificante della volontà e dell'intelletto. Chi ha il segno Fine ha un risentimento pronto per qualunque piccola osservazione si faccia sopra il suo operato, ma non è un risentimento che sia della natura della permalosità che ha sapore di egoismo; è invece un risentimento che procede dall'oggettività in se stessa, per cui non entra nel campo né dell'egoismo né dell'altruismo. Nei suoi affetti non offende. Chi ha questo segno riesce per la satira raffinata; l'aspetto stesso atteggiato alla satira ha il massimo dell'intensità della raffinatezza della satira. I suoi affetti sono molti delicati, non è di facile contentatura. Per esempio, anche per lo sfogo sensuale non si da a qualunque donna, ma anche questa deve esser scelta. Cerca l'espressione rispondente alla natura delle convenienze individuali, familiari e sociali. Questo naturalmente nella vita ordinaria. Anche però se si inquieta non è mai banale. Per la graduazione di Fine, tieni questi criteri: — se la scrittura è Filiforme e nello stesso tempo finemente calligrafica in modo naturale e il Filiforme è sui 10/10, avrai 10/10 di Fine. E molto diffìcile che si dia una scrittura di questa specie. Se si desse, presenterebbe un soggetto sensibilissimo da doversi ascrivere agli ipersensibili a oltranza; - se la scrittura è Filiforme sui 9/10 e ha la finezza calligrafica in 9/10 delle lettere, avrai 9/10 di Fine; 341
— se la scrittura è Filiforme per 8/10 e la finezza è parimenti per 8/10, avrai 8/10 di Fine, e così via fino a 1/10. Attenti bene che, finché vi è 1 /10 di Fine, non ha luogo la scrittura Grossolana.
Fig. 320 Scrittura con 9/10 di Fine.
Fig. 321 Scrittura con 8/10 di Fine.
La scrittura maschile di fìg. 320 presenta 9/10 di fine. Essa tocca quasi il massimo del segno e ti da la disposizione a tutte le opere intellettive munite di una raffinatezza incomparabile. La scrittura di fig. 321 è maschile e ti da un uomo di un sentimento incline a raccogliere tutte le raffinatezze della modalità nel trattare con gli altri, pur non avendo nulla di studiosità. La scrittura di fìg. 322 è femminile ed è speciale per la raffinatezza della riserbatezza, per cui chi tratta con lei non ha che da meravigliarsi di tale sua dote. La scrittura di fig. 323 comincia a 342
Fig. 322 Scrittura con 7/10 di Fine.
./f^^...^^sf?...^j^.^..S^.^, Fig. 323
Scrittura con 6/10 di Fine.
Fig. 324 Scrittura con 5/10 di Fine.
entrare nel Fine comune, sebbene non sia tale. Nella fìg. 324, per quel che di Intozzata, il soggetto manifesta, più che la raffinatezza in se stessa, la raffinatezza di un che di egoismo. 343
G Ragione scientifica di scrittura Filiforme, Marcata, Grossolana, Fine. — Lasciamo da parte la differenza che passa tra il sentimento e la sensazione e notiamo piuttosto alcune relazioni che esistono tra il sentimento e i sensi in particolare, per poi tirare le nostre conclusioni grafologiche. • Sentimento vitale. — La cenestesi o sensazione vitale è un sentimento generale di benessere o malessere, rispondente allo stato del cervello e a tutto il complesso umano. È un sentimento della nostra esistenza nel suo insieme. Sangue nella sua composizione, qualità, circolazione, ghiandole nella loro secrezione, muscoli nella loro contrazione o rilassamento, respirazione nella sua rapidità o difficoltà, digestione, ecc. sono quegli elementi che concorrono al benessere o malessere nostro vitale e che ne producono o ne eccitano il sentimento. Si sa che a ogni sentimento, sia pure ideale, è sempre connessa una modificazione dello stato organico. Quindi tanto sarà più forte, quanto più si svilupperà. Questa è una prima verità che bisogna notare. Bisogna notare anche che i nostri muscoli hanno sempre una certa tensione; anche nello stato di riposo sono sempre, almeno parzialmente, contratti e hanno la contrazione rispondente alla natura individuale del soggetto. Senza l'intervento della volontà, i muscoli mascellari e temporali spingono sempre la mandibola contro la mascella superiore, così come la palpebra superiore è tratta sempre in alto. Ciò diminuisce durante il sonno; ma, anche nel sonno, i muscoli hanno questa innervazione latente, poiché non si potrà giammai confondere un corpo che dorme con un corpo morto. A noi preme far notare che questi sentimenti differenziano da individuo a individuo e producono, di conseguenza, una differenza nella modificazione organica. « Sentimento tattile. — Le sensazioni tattili e cenestetiche spesso sono assorbite dalle sensazioni vitali. Queste sensazioni, se non sono eccessive, possono essere ben distinte e non confuse con il sentimento generale di benessere o malessere organico. Noi sappiamo che nei ciechi le sensazioni tattili sono abbastanza acute e sappiamo anche che un individuo, avendo i cinque sensi poco sviluppati, ha il sentimento estetico determinato dalle sensazioni tattili e cenestetiche. Per un cieco la dolcezza di un suono, la levigatezza, la simmetria, la sensazione dell'aria aperta in cima a una collina sono le condizioni della bellezza degli oggetti. Ma quale differenza nelle sensazioni tattili tra individuo e individuo! Ci sono degli individui che hanno una sensazione tattile rude, resistente al solletico. Sentono piacere al contatto di corpi alquanto scabri. Dopo avere scritto una pagina e avervi gettato della polvere per asciugare l'inchiostro, sono portati a passarvi sopra con la palma della mano. Quella leggera irritazione che accumula, sopra una serie di punti staccati della pelle, sensazioni forti, reca loro piacere. Godono nell'impegnarsi in una lotta, in cui i muscoli debbono arrivare all'estremo della loro contrazione. Questo godimento non si avvera in tutti gli individui, ma certo designa coloro i quali hanno sensazioni tattili rudi. Altri, invece, sono portati a sensazioni tattili che non si allontanano da una certa delicatezza. Sono sensibilissimi al solletico, sicché basta alzare le mani e far cenno di voler toccare il loro cavo ascellare, per farli accoccolare, gridare e fuggire. Provano un piacere massimo nel lisciare la pelle già conciata di volpe dal lungo pelo o di qualunque altro animale dal pelo liscio e molle. Scattano per ribrezzo
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al contatto improvviso di un topo, o di un altro animale ripugnante. Si vede bene che non sono fatti per lo sport, il quale richiede l'impegno di una forza fisica non indifferente e di audacia. La donna ordinariamente è più delicata dell'uomo, ma non mancano anche di quelli che appartengono al sesso forte, i quali hanno sensazioni tattili che sono più spesso del sesso gentile che non del sesso forte. • Sentimento del gusto. — Anche il gusto è molto prossimo alla cenestesi o sensazione vitale. Il gusto è quel senso per mezzo del quale noi giudichiamo e determiniamo gli elementi della nutrizione e, secondo il gusto o disgusto, li accettiamo o li rigettiamo. Le differenze qualitative sono tante, oltre quelle date dall'età, quanti sono gli individui. Esistono le forme più complesse dell'organizzazione nel gusto dell'animale superiore. Nell'uomo, poi, c'è un sistema speciale di nervi, che si può dire fisiologicamente specifico. Ma anche nell'uomo quale differenza tra individuo e individuo! Il gusto, innanzitutto, varia nei due sessi: la donna è più sensibile e più delicata dell'uomo nei suoi organi digerenti e ha spesso dei gusti bizzarri. Essa pone le sue delizie nei dolciumi, nelle cose acide, nelle erbe, né può sopportare i sapori degli alcolici. Anche nel sesso maschile si trovano degli individui, non pochi, che hanno il gusto, al pari delle donne, estremamente delicato e sensibile, per cui distinguono le qualità minime e, quasi direi, le sfumature che si sprigionano da una vivanda fumante. Ci sono di quelle, invece, che gustano tutto e conservano le loro abitudini edaci, sotto qualunque clima, come avviene nei popoli nordici. Anche la mimica della nutrizione largamente varia con il variare degli individui. Coloro che sono delicati di natura, provano il piacere del gusto con una mimica composta, non concitata, non pressante; quantunque l'occhio possa brillare di soddisfazione, pure si capisce che tutta la loro attenzione non è assorbita dal cibo che stanno consumando. Altri, invece, più materiali, sono dominati da vivacità di movimenti e lasciano trasparire una gioia inesprimibile sul volto. Curvano il capo sul piatto, gli occhi non si allontanano dal piccolo orizzonte gastronomico; le mascelle si muovono rapidamente o con meditata lentezza, come per assaporare meglio il cibo, oppure si riempiono ingordamente la bocca. Costoro hanno esclamazioni di compiacenza, appoggiano la mano sul petto, quasi ad accompagnare la discesa del bolo alimentare, e altre infinite varietà di mimica che è inutile descrivere e che fanno vedere come domini in essi la materia più che lo spirito. Sì, la materia più che lo spirito, tant'è vero che con la soddisfazione sovrabbondante del gusto si suscitano le sensazioni della libidine, alle quali, aperta la porta, lo spirito può confessare la sua sconfitta. Onde in costoro c'è tutta la materialità della materia. I primi che abbiamo descritto, si regolano secondo i bisogni del cervello; questi ultimi secondo i richiami dello stomaco. » Sentimenti provocati dall'odorato. — Non ci sono termini speciali per designare le differenze qualitative dell'odorato, perché questo senso non ha attirato sufficientemente l'attenzione degli uomini. Negli animali l'odorato compie l'ufficio principale fra tutti i sensi; nell'uomo non ha tanta importanza. L'odorato sta alla respirazione, come il gusto sta alla digestione. Anch'esso serve a discernere sostanze utili o nocive all'organismo.
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I piaceri dell'odorato variano più di tutti gli altri nei diversi individui, ma sempre si possono dividere, ciò che a noi sommamente importa, in due grandi categorie. L'odorato è un senso, per se stesso molto delicato, sommamente curato dal sesso gentile. Non c'è donna, anche povera, la quale non porti nella sua borsetta qualche profumo, con cui confortarsi, per qualche cattivo odore, oppure per portarlo di tanto in tanto alle nari. Anche dal sesso maschile è molto curato l'odorato, ma da quegli individui che hanno la delicatezza e la mollezza, direi, del sesso debole. Gli uomini, ordinariamente, non si curano dei piaceri suscitati da questo senso. Essi, al più, sono attirati dai profumi intensi come della magnolia, della vaniglia, del muschio, ecc. All'uomo, specialmente alquanto rude, o non piace l'odore che serve a confortare l'odorato, oppure non piacciono quegli odori che, per la loro delicatezza e per la studiata attenzione che si esige nel gustarli, sono diffìcili a impegnare l'odorato. » Sentimenti provocati dalla vista, e dall'udito. - Questi sentimenti, quasi totalmente indipendenti dal sentimento vitale, ne sono tuttavia come un'avanguardia. Le pecore che escono fuori dal chiuso camminando guidate dal pastore, vedono il verde, subito tentano dirigersi da quella parte, e si sveglia in loro immediatamente l'impulso di strappare l'erba per nutrirsi. Nelle intelligenze sviluppate, i colori e i suoni suscitano tante rappresentazioni accessorie. Certo che i colori e i suoni servono per orientarci e hanno tale effetto nella nostra immaginazione, da attirarci a giudicare delle cose secondo il colore con il quale le presentiamo o ci vengono presentate. In un giorno di sole, ponetevi davanti agli occhi due lenti gialle e vi sembrerà di dominare la potenza della stessa luce, poiché potete tenere bene aperte le palpebre. Noi sappiamo che la luce è una condizione delle più elementari della nostra vita materiale. Le piante si volgono verso la luce o là donde viene maggior luce. La luce negli animali seconda e accelera il ricambio materiale e, anche negli esseri sprovvisti di occhi, la respirazione è più viva nell'aria luminosa che in quella oscura. Ma la luce, oltre a secondare il sentimento vitale, reca anche piacere; come avviene in ogni funzione normale, la funzione della vista è accompagnata dal piacere, e il neonato si volge verso la luce, non solo per il ricambio materiale, ma anche per obbedire all'impulso di esercitare la vista. Ma l'occhio ha bisogno dei colori. Gli effetti dei colori sul sentimento dipendono dall'elemento acromatico e cromatico della sensazione, cioè, dal grado di chiarezza e dal grado in cui il colore si avvicina allo spettro. Fechner distingue i colori attivi e i colori recettivi. I colori attivi (porpora, rosso, arancio, giallo) stimolano, eccitano all'azione e al movimento. I recettivi, come il turchino, moderano, arrestano e non spingono all'azione esterna. Il turchino è un colore freddo, il giallo è pieno di vita. Il verde da l'impressione di un riposo pieno di vigore. Ora per la classificazione differenziale degli individui circa i colori, non è forse vero che alcuni vanno in cerca di colori chiassosi e attivi, e altri invece dei colori tenui se non proprio recettivi? Ci troviamo sempre alla duplice classe di coloro che sono più per la materia e di coloro che, pur restando nella materia, si astraggono da essa, anche quando sono costretti a usarne. I primi vanno poco lontano da ciò che loro presenta l'oggetto veduto e il colore da cui è circondato; gli altri si elevano fino alla vita dell'intelletto, e, aiutati dall'immaginazione, 346
si sbrigliano ad una lirica lene lene o tragica, secondo l'impressione del colore. Nel rapporto tra l'udito e la vista, all'oscurità si riferisce il silenzio, alla luce il suono. Io non so se sia immaginazione o realtà, ma nell'oscurità il silenzio è più profondo; è quel silenzio del sepolcro, della morte; mentre il silenzio nella luce non è silenzio. Il silenzio nella luce, secondo me, è un silenzio più temibile del silenzio all'oscuro, forse perché silenzio e luce si contraddicono. Non è poesia, questa, ma può essere benissimo lo spunto a un campo scientifico. Forse nella luce, perché c'è il lavoro, l'aria è ripiena di suoni dai quali il nostro udito è percosso? Ma se siamo sopra un monte solitario e lontano dalla vita, il nostro udito ne viene toccato lo stesso, senza che noi ce ne accorgiamo. Forse una forza misteriosa, una radio naturale che noi non conosciamo, riceve e trasmette i suoni in tutta la superficie della terra? Non si sa, ma certo la luce è piena di suoni e le tenebre di silenzio. I piaceri più intensi ci vengono dal tatto e dall'udito, con questa differenza, però: il tatto è più materiale e l'udito è più spirituale. Le differenze individuali, anche per l'udito, sono di due classi: il delicato, il grossolano. Vale poco che alti intelletti non abbiano saputo e non sappiano distinguere i trilli sublimi di un violinista che ruba all'arte tutte le bellezze recondite, dal chiasso assordante del tamburo di un saltimbanco; ma è sempre vero che questi intelletti sono intelletti dalla maschia poderosità matematica in teoria o in pratica, e non affatto muniti di quel sentimento ben disposto a tutte le meraviglie dell'universo, che sono ricche di suoni: dal rombo di un tuono allo stormire di una foglia. Sono intelletti come materializzati nella loro materia specifica. In qualunque modo, ci sono uomini che sono grossolani nell'udito e ce ne sono di quelli che hanno un sentimento tanto delicato, da uscire fuori dei sensi all'udire una lieve melodia, ordita su un'armonia originale e sublime. Ora che abbiamo fatta questa lunga classificazione della disposizione dei sensi umani, scendiamo alla grafologia. I segni grafici che ci si presentano qui, nella loro marcata distinzione e opposizione, sono il segno Filiforme e il segno Marcata (il segno Fine è un accrescitivo di Filiforme e il segno Grossolana è un accrescitivo di Marcata). Abbiamo osservato, ponendo sotto esame il sentimento vitale e il sentimento dei sensi, che coloro i quali hanno una natura materiale tali si manifestano in tutte le percezioni ed espressioni. Sembra che in ogni cosa siano come pesanti nella struttura dei sensi e nell'esercizio dei loro muscoli. Per farlo vedere ci siamo così dilungati nella descrizione psicologica e fisiologica. Se manifestano ciò in tutte le loro percezioni ed espressioni, ne viene che lo dimostrano anche nello stendere la scrittura caricata o marcata. Si comprenda bene questo segno, poiché la marcatura non deve essere solo nei tratti discendenti della penna, ma anche nel tratto ascendente. La ragione scientifica, psicologica e fisiologica appare chiara dopo tutte le spiegazioni che abbiamo dato sopra. Per contrario, esaminando il sentimento vitale dei cinque sensi, abbiamo osservato che ci sono tipi delicati che manifestano la delicatezza in tutte le loro percezioni ed espressioni. Non piace loro, per modo di dire, la natura grezza, ma la natura già preparata e resa artistica dall'arte. Si può dire che posano leggermente la loro attenzione e la loro azione su quelle cose che percepiscono ed esprimono, quasi per timore di profanarne e menomarne la bellezza e tutte le recondite sfumature. Onde, con i loro muscoli, resi leggeri dalla loro costituzione fisica, premono appena sulle cose che trattano.
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Sì, resi leggeri dalla costituzione fìsica, poiché se i muscoli non fossero così, non sarebbero atti a eseguire una cosa, secondo le tendenze della modalità del soggetto. Ci sono, è vero, delle persone con i muscoli pesanti (per pesante si deve intendere il muscolo non floscio ma duro), le quali vogliono essere delicate, ma la loro delicatezza è fuori posto. Si ricordi in proposito Ursus del Qua vadis?, che vuoi dare da bere con un piccolo vaso a Vinicio giacente in letto e malconcio e che non è capace di farlo, essendo le sue membra e i suoi muscoli immani e inadatti allo scopo. Quindi, se la delicatezza è insuperabile da costoro, in tutti i loro atti, ne viene che lo deve essere anche nella scrittura. La scrittura Filiforme, specialmente nei tratti ascendenti, ne è l'indice. Se lo è anche nei tratti discendenti, tanto meglio. Ma nei tratti discendenti non è strettamente necessario che sia Filiforme, in quanto questo può dipendere o dall'istinto del comando o dall'emozione dell'impressionabilità. Tuttavia dobbiamo fare osservare che l'istinto spiccato del comando toglie alquanto la delicatezza nel soggetto, come l'emozione dell'impressionabilità si riduce a frastornare la stessa delicatezza. Quindi il segno genuino della delicatezza è che il Filiforme si avveri nei tratti ascendenti e discendenti della penna. I grossolani sprezzano ciò che vi è di bello e di artistico nella natura o si rendono goffi se di proposito vogliono coltivare tutto ciò che è arte e bellezza. L'una e l'altra cosa sono eccessi dettati dall'amor proprio. I delicati vanno incontro a un che di svenevolezza, tanto brutta nella donna, orribile e ributtante nell'uomo.
>• SEGNO 68° - SCRITTURA ACCURATA La scrittura Accurata è quella stesa con studiosità. Quanto più diminuisce la studiosità, tanto più ha accesso alla fluidità e la Accurata senza studiosità va al concetto di Elegante. La scrittura Accurata può esser bella calligraficamente e può essere anche non bella, quel che importa è che sia fatta con cura. La fìg. 325 ti da una scrittura accuratissima ma non corrente.
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*J eu )ttJuuac»ju^MX(5jax^Q GU. Fig. 325
348
Fig. 328
Scrittura con 9/10 di Accurata.
A fig. 326 osserva una scrittura Accurata e bella calligraficamente. A fig. 327 osserva una scrittura Accurata non bella calligraficamente. A fig. 328 osserva una scrittura Accurata che non si può dire proprio bella calligraficamente, ma non si può dire nemmeno brutta. 349
Per la graduazione, ecco il criterio. Se tutte le lettere sono fatte con cura come nella fig. 326, avrai 10/10 di Accurata. Se pressappoco metà delle lettere sono fatte con cura, avrai 5/10 di Accurata. Nella fìg. 328 hai le p che sono fatte con accuratezza. Così pure le d. Per cui fa che tutte le lettere di questa scrittura siano cento e che le lettere non accurate siano dieci, avrai 90/100, cioè 9/10, di scrittura Accurata. Accurata può avverarsi con studiosità, oppure senza. La prima è la vera Accurata, mentre la seconda deve avere per segno accompagnatorio Disuguale metodicamente almeno sui 6/10. LAccurata senza studio indica intelligenza atta per l'arte della prospettiva (è una specie di Elegante) e per l'esattezza scientifica; per la parte affettivo-attiva indica disposizione alla comprensione. Questo segno grafologico è modificante dell'intelletto e della volontà e indica precisione in tutto: nel pensiero, nella parola, nel tratto, nel camminare, nel vestire, ecc.
O Ragione scientifica di scrittura Accurata: precisione. — La scrittura Accurata è indice di precisione. Si badi bene che il concetto di precisione, semplicemente tale, non richiede necessariamente un'intelligenza spiccata, ma, astraendo da qualunque altro concetto, richiede solo che le singole parti di una cosa siano collocate nel modo richiesto dalla loro natura o disposizione. Tuttavia noi non dobbiamo, qui, considerare la precisione in se stessa, ma nella causa efficiente donde procede, perché dobbiamo osservare e scrutare la tendenza di colui o di colei da cui la precisione procede. Ora la causa efficiente che produce la precisione può ottenere la precisione o non ottenerla. In altri termini, cerchiamo la tendenza alla precisione e non la precisione stessa. Il segno grafico della tendenza alla precisione è la scrittura Accurata. Questa scrittura, poi, può avere la bellezza calligrafica e non averla. Se non l'ha, è indice della tendenza alla precisione, ma che non ottiene lo scopo. Si badi bene che la precisione può essere precisione di esecuzione e precisione che potremmo chiamare d'invenzione. La precisione di esecuzione possiamo suddistinguerla in precisione compita (copia perfetta), in precisione non compita (copia imperfetta). Circa la precisione che abbiamo chiamata di invenzione - la quale sarebbe quella che da il concetto di una cosa quale è nella natura o oggettivamente — dobbiamo dire ch'essa va fuori della semplice precisione e che indica una precisione di concetto, in modo che la precisione non è che una conseguenza o una concomitanza della produzione di quella data intelligenza o volontà. Ma noi, qui, non trattiamo se non della precisione materiale. Della precisione di invenzione o di concetto ne parleremo trattando delle diverse specie dell'intelligenza.
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In quanto alla precisione di esecuzione o materiale, l'abbiamo completa nella scrittura con bellezza calligrafica e con una certa Larghezza tra parole. L'abbiamo non completa nella scrittura Accurata, ma che non ha la bellezza calligrafica e che ha la Larghezza tra parole non spiccata. Bisogna osservare che la Larghezza tra parole non è una nota strettamente necessaria anche per l'accuratezza compita. Ora, che cosa significa la scrittura Accurata? Significa accuratezza di pensiero, di parola, di tutti gli atti. Non è difficile dimostrare che la scrittura Accurata è indice di accuratezza di pensiero, di parola, di tratto, ecc. Perché se costoro sono accurati in tutti i loro atti, perché non debbono esserlo nella scrittura? E, viceversa, se sono accurati nella scrittura, perché non lo debbono essere in tutti i loro atti? Poiché sono gli stessi muscoli che stendono la scrittura e che compiono le altre azioni, e, se hanno la tendenza all'accuratezza, naturalmente l'avranno e la metteranno in atto ogni volta che operano. Ci sono di quelli che hanno a compagna l'accuratezza in tutto, ma sono affettati in essa. L'affettazione nell'accuratezza sarebbe lo stesso che un'accuratezza smodata, cioè un'accuratezza che non riesce a essere genuinamente tale. Così costoro cercano di far scrittura bella, e invece riescono solo ad avere l'affettazione della bellezza. E qual è la ragione fisio-psicologica della scrittura Accurata, in quanto si estende a significare un gusto piuttosto schifiltoso e una digestione difficile? Se si considera bene, il gusto schifiltoso che cosa è mai, se non un gusto che trova in tutto da ridire, come appunto l'accurato che non si contenta mai se non quando tutto è a modo, secondo quanto vuole l'accuratezza che va sempre accompagnata da un certo studio incontentabile? Il gusto schifiltoso è un gusto che pesa, in modo meticoloso ed esatto, tutte le dosi, tutti gli ingredienti, ed è beato quando trova qualche cosa di peregrino per molteplicità e raffinatezza di ingredienti. Trovate l'accurato lindo e pinto, come si suoi dire, in tutto punto, e piace vederlo così, ma forse non piace a coloro che hanno dovuto combattere con lui per renderlo tale. Perché quante difficoltà prima di arrivare alla lindura da lui desiderata! Così anche si deve parlare del gusto. In quanto alla digestione difficile, oltre alle ragioni già dette, si devono aggiungere altre ragioni desunte direttamente dalla fisiologia. Osservando questi individui, abbiamo constatato che costoro emettono, per lo più, non quella saliva che in fisiologia si chiama della masticazione, ma quella che si ha dalle ghiandole mucose sottolinguali e dalle ghiandole miste. Abbiamo osservato che sono molto lunghi e accurati nel masticare i cibi, quasi che i loro apparati digerenti sentano la spinta di suscitare la saliva parotidea, cioè la saliva che da «un secreto acqueo, relativamente ricco in sali e albumina e che contiene di regola "ptialina"» (Pugliese, Fisiologia, manuali Hoepli, p. 91, nota). Abbiamo anche osservato che individui di tale specie amano le sostanze amare, irritanti, acri, ecc. Ora «le sostanze o sono disgustose (amare) o sono irritanti (acidi, ecc.) provocando subito un'abbondante secrezione di saliva, che è una vera saliva di diluizione» (ivi, p. 95). Da ciò appare chiaro che costoro sentono lo stimolo a suscitare la saliva che altrimenti non avrebbero, e questo è il segno della loro digestione difficile.
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Si noti anche che costoro tendono ad alimenti secchi, poveri di acqua, che provocano un flusso abbondantissimo di saliva. Né si dica che prendono spesso brodo, perché lo fanno, più che altro, costretti dalla necessità, perché essi appetirebbero sostanze secche e povere d'acqua. Noi sappiamo dalla fisiologia che del succo gastrico si può avere una secrezione facendo vedere il cibo a un affamato e a uno che abbia molto appetito. Ora gli individui dalla scrittura Accurata non hanno quasi mai buon appetito: ciò, dalla nostra esperienza. Dunque i succhi gastrici in loro non sono facilmente eccitabili: da ciò anche la loro difficoltà a digerire. Vi è anche il succo pancreatico per la digestione, che è «il più completo e potente dei nostri succhi digerenti, avendo su tutti e tre i gruppi dei princìpi nutritivi organici» (ivi, p. 120). Ora il succo pancreatico viene stimolato dal succo gastrico che, essendo non facilmente eccitabile negli accurati, avrà azione debole anche sul succo pancreatico. Notiamo inoltre che questi esseri hanno il colore della faccia di un verde giallognolo, ciò che fa supporre un certo assorbimento della bile. Con l'aiuto della fisiologia, noi sappiamo così perché gli accurati abbiano una digestione difficile. Ci si domanda ragionevolmente: — Perché mai la scrittura Accurata è indice anche di questa digestione difficile? — Siamo noi capaci di penetrare il segreto in cui si avvolge questa regola grafologica? — Vi è una causa psichica, oppure tutto si deve ripetere da cause fisiche? — Ma se tutto si deve ripetere da cause fisiche o prettamente fisiologiche, come mai la scrittura ha intima relazione con questo effetto, mentre la scrittura, da quel che abbiamo insegnato in un trattato a parte, ha relazione con la parte morfologicamente somatica dell'uomo, in quanto è ridondanza della forma sostanziale, cioè dell'anima, poiché il segno della psiche è parimenti il segno della parte somatica? Vi è certo una causa psichica che crediamo di aver trovata ed è questa: gli accurati sono sotto la pressione di un continuo eccitamento. Essi sono tratti molto all'ambizione di prevalere. Ora l'ambizioso, specialmente di simile specie, quello cioè che non ha la forza intellettiva per scrutare, per far fronte ai nemici nascosti, per origliare a modo, ecc., sta in continuo eccitamento che naturalmente diventa abituale, in quanto scaturisce direttamente dalla natura. Abbiamo detto che non ha forza intellettiva, perché consideriamo l'accurato con la precisione di esecuzione. Questo eccitamento lo mette in uno stato come di uno che prende paura, il quale emette appunto una saliva filante e vischiosa che fa sentire nello stomaco come un peso e come un arresto della digestione. Eccolo perciò a prendere bevande eccitanti, ecc., quasi per inebriare la fatica dell'eccitamento psichico da cui morbosamente è affetto. Per dare un accenno degli accurati con precisione d'invenzione, diciamo che la cosa è diversa in quanto essi, anche tratti dall'ambizione di prevalere, hanno dall'intelligenza modo di arginare le ostilità che possono sorgere; e quindi non sono pressati da quella paura da cui sono presi gli accurati con tendenza a precisione di esecuzione.
352
SEGNO 69° - SCRITTURA LEVIGATA La scrittura Levigata è la stessa scrittura Accurata, ma con spiccata lindura e attillatura. Tutte le scritture levigate sono accurate, ma non viceversa. Prendi l'esempio dalla statua che, dopo essere stata accuratamente sbozzata, viene resa lucida e rifinita in tutti i particolari. Non deve essere più grande del calibro medio, cioè le lettere minori non devono avere più di tre millimetri di altezza (le lettere minori sono le a, e, e, i, m, n, o, r, s, u, v); anzi, se la scrittura è piccola, tanto più sarà Levigata. Deve avere i chiaroscuri a proposito e non esagerati. Sopporta il Riccio della sobrietà e potrebbe anche essere senza ricci. Può sopportare il Riccio del nascondimento, ma che non sia frequente; ce ne può essere sparso uno qua e là. Deve avere almeno 5/10 di Filiforme. Nota che la scrittura Fine può essere anche Levigata quando è fatta con cura, altrimenti resta semplicemente Fine. A fìg. 329 ti porto un esempio con due scritture. Osserva anche la fig. 330. Le due scritture di fig. 329 sono meno spigliate dell'esempio di fig. 330, per cui il soggetto della seconda figura è più spontaneo in tutte le sue cose.
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X Fig. 329 Scritture con quasi 10/10 di Levigata.
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Fig. 330 Scrittura con 8/10 di Levigata.
Per il grado attienti a questo criterio: se la scrittura è piccola, è Accurata, ha la bellezza calligrafica, ha solo i Ricci della sobrietà, ha i chiaroscuri a proposito con nulla di esagerazione, ecc., come è annunziato nella regola, allora avrai 10/10 di Levigata. Se non ha tutta la spontaneità desiderabile, cioè se si vede che c'è della studiosità, allora scende dal grado massimo di due gradi. Se la scrittura ha un calibro medio, non piccolo, allora scenderà dal grado massimo di un grado (avendo naturalmente tutte le altre prerogative). Se ha i Ricci delPammanieramento, scenderà dal grado massimo per lo meno di 3/10. Insomma se manca di uno dei requisiti detti sopra, viene sempre a perdere qualche cosa per non essere alla sommità di scrittura Levigata. Sotto i 5/10 va ad Accurata. Questo segno grafologico è indice di grande proprietà e compitezza in tutte le azioni, di chiarezza d'intelligenza e di concezione affettivo-attiva. Ma tutto ciò con qualche tinta di affettazione. Levigata porta all'ambizione di prevalere riguardo alla compitezza. Guai a toccare tali tipi sull'onore, sull'onestà, ecc.
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Fig. 331 Scrittura con 7110 per presenza di studiosità.
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Fig. 332
Scrittura con 5/10 di Levigata., perché di calibro medio con presenza di Ricci di ammanieramento.
Coloro che hanno tale scrittura sono, per lo più, dei tecnici, specialmente per le cose che richiedono molta esattezza e scrupolosità. Riescono bene costoro nel decorare con la parola e anche con il pennello. Ma se non hanno Larghezza di lettere e niente di Disuguale metodicamente, riescono solo a essere dei copiatori. La scrittura Levigata ha quasi sempre per compagni quei segni che non indicano Disuguaglianza metodica. Quando è accompagnata da Disuguale metodicamente, allora è indice di originalità di rifinitezza in quelle facoltà in cui spicca il soggetto. Perciò costoro hanno un'intelligenza di imitazione e una affettività parimenti tale. Hanno, ordinariamente, per compagni quei segni grafologici che indicano esecuzione. Come appare chiaro, tale segno riguarda principalmente la tecnica del giudizio. Coloro che hanno Accurata e Levigata, di ambo i sessi, sono portati alla precisione e all'esagerazione di essa in tutto. Per mantenere questa precisione sono portati a mettere in osservanza quanto si richiede dai princìpi adottati dal tempo che corre non importando loro se siano o no secondo verità. Sono, direi, i difensori delle idee che corrono e ne sono talmente i difensori che rimangono tali anche se la loro opinione è contraria, sicché hanno la tendenza alla menzogna e al fariseismo. Se sono domestici (per lucro, naturalmente) sono tutti per il loro padrone anche in cose non lecite, mettendo magari da parte argomenti per un giorno o l'altro in cui venga una rottura con il padrone. Così in tutte le cose. Quello che meraviglia è che mostrano di essere convinti pienamente di quello che asseriscono o negano e che domani, cambiando vento, gettano a mare scusandosi che in passato non potevano fare altrimenti per 355
guadagnarsi il pane. Hanno, se il segno va congiunto con Pendente, la tendenza alla pederastia. Le femmine hanno tendenza a una specie di frigidità relativa e a coprirla con affermazioni di continenza. Se vi è il segno Levigata, quanto si è detto si avvera maggiormente. Il Levigata porta anche a un che di fobia di contatti e di speciale frigidità verso quegli esseri, sia pure di diverso sesso, che non hanno quelle delicatezze di espressione che hanno coloro che posseggono questo segno. Chi ha il segno Levigata sente ribrezzo nel vedere uccidere un pollo, un coniglio, ecc. E un segno accidentale dell'intelletto e della volontà che può, tuttavia, modificare di molto la sostanza, specialmente quando tale segno va congiunto con la Strettezza di lettere, Strettezza tra lettere, con nessuna Disuguaglianza metodica.
> SEGNO 70° - SCRITTURA DRITTA La scrittura Dritta è quella che non ha pendenza. Questo segno è contrario, dunque, del segno scrittura Pendente sia a destra che a sinistra. Si badi che la mancanza di pendenza non deve dipendere dal modo con cui si tiene la carta su cui si scrive (da ciò si ha la scrittura Rovesciata), ma dalla natura stessa della scrittura. Tosto che questo segno scende dal suo massimo grado, entra in dominio del segno Pendente (vedi scrittura Pendente). Per esser Dritta con 10/10 deve formare con la riga 90 gradi. Vedi la fig. 333. La fig. 334 non ha 10/10 di Diritta perché l'angolo non è sempre di 90 gradi.
Fig. 333 Scrittura con 10/10 di Dritta.
356
Fig. 334
Questo segno grafologico, che è modificante della volontà, indica principalmente sostenutezza nelle manifestazioni dei sensi, di affettività, di contegno verbale, del tratto in tutta l'estensione del termine, cioè riguarda la veste e l'espressione dell'affettività, quantunque possa riguardare anche l'affettività in se stessa, ma ciò come per ridondanza. Dritta può essere di calibro piccolo e di calibro grande. Dritta con calibro grande indica sostenutezza più esteriore che intcriore, tanto nell'uomo che nella donna. C'è la sostenutezza e c'è l'orgoglio per darle campo, ma in realtà è più apparenza, che facilmente viene smontata da uno spirito contraddittore scaltrito. Invece la scrittura Dritta con calibro piccolo indica una sostenutezza del tutto cosciente, tanto nella parte intellettiva come nella parte del sentimento. Il soggetto sa quello che dice, quello che tace in modo da sostenerlo e da poterlo sostenere senza indietreggiare. Chi ha Dritta con calibro grande parla a modo di sentenza, di condanna o di assoluzione. Chi ha invece la scrittura Dritta piccola, parla con riservatezza, avendo per direzione la prudenza, parla a proposito sì da non avere l'obbligo di ritirare quanto ha espresso. Chi ha scrittura Dritta piccola tende a una satira benevola che costringe l'altro a pensare e a riformarsi. Chi ha scrittura Dritta piccola è munito di un coraggio morale che supera qualunque ostacolo, tanto nelle cose proprie come nelle altrui. La Dritta piccola porta a un'affettività profonda, di sacrifìcio costante e di esclusione di tutte le frivolezze. Se questa affettività non viene corrisposta sente molto dispiacere, però ha il coraggio di sopportarlo. La Dritta grande ha un'affettività meno profonda e che vuole essere considerata e corrisposta. La Dritta grande porta alla sincerità che può avere qualche cosa di rude; la Dritta piccola porta a una sincerità regolata dalla prudenza. La Dritta va più alle opere che alle parole. 357
> SEGNO 71° - SCRITTURA ARDITA Ardita è la scrittura che mostra sicurezza di tracciato e quindi sembra stesa con protervia. Si distingue dal segno Slanciata in quanto lo Slanciata può arrestarsi davanti a un inciampo (ciò non toglie la tendenza allo slancio), invece il segno Ardita non si ferma. All'Ardita può rompersi la penna per non arrestarsi, allo Slanciata no. LArdita ha la forma recisa del tracciato, ciò che non è necessario nello Slanciata. Se nello Slanciata questa forma recisa c'è, sotto questo aspetto appartiene all'Ardita. Può essere che l'Ardita sia fatta in forma Lenta, ciò che non può essere comportato dallo Slanciata. Si osservi all'uopo la fig. 335.
Fig. 335
La M di «Molto» ha un processo non slanciato, perché in certo modo ha movenze pigre, ma ha tutta la forma recisa nel corpo della lettera, e in fine del riccio quel ritorno è contrario allo Slanciato, ma non è contrario ad Ardita, perché quel ritorno è fatto in modo reciso. Così tutto quel ghirigoro che viene formato dalla v e dalla f i d i «Reverendo» ha tutta la forma di Ardita, ma non di Slanciata, in quanto la mano si indugia nel formare tutto quel ghirigoro. Lo Slanciata non può comportare un indugio di tale specie, perché comporta soltanto gli indugi che vengono dalle esteriorità (per esempio da un inciampo della penna). Lo Slanciata, inoltre, non torna indietro: l'Ardita vi può tornare, mantenendosi nella sua natura. Osserva le fìgg. 336 e 337 che sono un vero esempio di Ardita. Per la graduazione usa questo criterio: quando tutti i requisiti detti si trovano insieme in una scrittura, di' pure che questa scrittura ha 10/10 di Ardita. Trovi tali requisiti nella scrittura di fig. 335. Se trovi le aste rette, il riccio reciso, ma che tende un po' a curvarsi, allora avrai intorno a 8/10 di Ardita. Se in una scrittura trovi soltanto dei ricci o dei tagli che mostrano come un colpo di mano, avrai 6/10 di Ardita, come nella fig. 337. Se trovi soltanto che la scrittura procede avventatamente sul rigo, 358
Fig. 336
Fig. 337 Scrittura con 6/10 di Ardita.
come per fare spreco di spazio, allora avrai 5/10 di Ardita: vedi la fig. 338. Sotto a 5/10 il segno Ardita non merita considerazione. Questo è un segno modificante della volontà e dell'intelletto. Questo segno grafologico è indice di sicurezza intellettiva e morale. Si badi bene che intendiamo parlare di sicurezza soggettiva e non oggettiva, come si è reso chiaro nella parte scientifica della grafologia, trattando della sicurezza intellettiva. 359
Fig. 338
Scrittura con 5/10 di Ardita.
Chi ha questo segno non ha pronta la considerazione per darsi all'oggettività. È come Ricci della spavalderia e Spavalda. Differisce dalla Spavalda perché potrebbe essere in individui tanto maschili come femminili che compiono opere nobili e che fanno onore alla natura umana. Lo spavaldo, in quanto tale, esclude o non entra nel campo della nobiltà, mentre l'ardito ha lo scopo spesso di raggiungere la fama di un certo eroismo. In altri termini, questo segno è indice dei caratteri sicuri di sé. Chi ha scrittura Ardita facilmente sdrucciola nell'audacia, dove non entra la considerazione. Dell'audacia tratteremo a parte.
SEGNO 72° - SCRITTURA RECISA La scrittura Recisa è quella stesa in modo brusco specialmente nella finale dell'ultima lettera della parola. E un segno modificante della volontà. Questo segno indica carattere risoluto e che tende a troncare le questioni per venire alla conclusione. E, per modo di dire, come Alessandro che non si è affaticato per sciogliere il nodo gordiano, ma lo ha tagliato con un colpo di spada. Tanto nell'uomo come nella donna porta la tendenza alle stroncature tanto nella parte psichica, come fìsica e morale. Una questione viene ridotta ai minimi termini per definirla sia pure con qualche danno del soggetto. Il soggetto tende a sbrogliarsi dai fastidi, per quanto gli è possibile, che possono essere inerenti non diretta360
Fig. 339
Fig. 340
Fig. 341
mente alla sua professione. Può esservi il danno alla cosa medesima per l'azione stessa della recisione. Il soggetto, insomma, tende a danneggiare la cosa per mancanza di rifinitezza. Valga come esempio la fig. 339. Non è facile che si dia una scrittura Recisa con tutti i requisiti su descritti che darebbero 10/10 di Recisa. 361
Per la graduazione sta su questo criterio. Se tutte le lettere sono munite di qualcuno dei detti requisiti, allora avrai 10/10 di Recisa. Se non tutte le lettere, ma quattro quinti di esse sono munite di qualcuno di quei requisiti, avrai 8/10 di Recisa e così via di seguito. Osserva anche le fise. 340 e 341.
^ SEGNO 73° - SCRITTURA AUSTERA La scrittura Austera è la scrittura rigida nel processo, nelle aste, nelle singole lettere, nelle finali, con pressappoco le stesse distanze tra lettere e tra parole. La scrittura Pendente diminuisce il grado di Austera. Questo segno grafologico indica principalmente austerità divcarattere ed è proprio della scrittura dei grandi condottieri di popoli. E un segno composto di due altri segni, che sono il segno dell'impero: Intozzata 1° modo e Parca, che abbiamo già esaminati. Valgano per esempio le figg. 342, 343, 344 e 345. Nell'uomo porta austerità di propositi e di quello che riguarda l'essenza delle cose (ma per questo ci vuole anche Larghezza di lettere e tra lettere) e anche le accidentalità delle cose (questo secondo i segni accompagnatori: per esempio se c'è il segno Secca allora l'austerità si manifesta nel dare e nell'avere e nelle loro particolarità). Parola austera, aspetto duro, incesso grave. Pensiero ed espressione di esso parco e come a forma di sentenza. Coraggio morale e fisico. Il soggetto potrebbe apparire
Fig. 342
Scrittura con 7/10 di Austerità. Manca il tratto fulmineo della lettera.
362
Fig. 343
Scrittura con 6/10 di Austerità, perché c'è un po' di Sinuosità.
Fig. 344
Scrittura con 5/10 di Austerità. C'è la studiosità che diminuisce l'austerità.
Fig. 345 Scrittura con 4/10 di Austerità, perché Pendente e non Marcata..
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testardo, ma in realtà è testardo se vi è il segno proprio della testardaggine, altrimenti la testardaggine non è genuina ed è semplicemente fermezza e incrollabilità morale, ecc., come Attilio Regolo, Scipione l'Africano, Matatia. Insomma l'austerità riguarda le cose in se stesse con tendenza però all'esagerazione, la quale dal soggetto stesso viene moderata se viene chiamato alla considerazione. L'austerità riguarda gli altri, ma riguarda anche il soggetto. Se il soggetto fosse un magistrato, ha la tendenza ad attenersi alla legge sotto qualunque aspetto la si possa considerare. La donna ha le stesse proprietà, ma avrebbe meno tendenza all'epicheia e sarebbe meno propensa a mitigare l'esagerazione dell'austerità. Si badi di non confondere l'austerità con la rudezza, perché sono due cose ben diverse. L'austerità si prefìgge solo di richiedere quel che vuole e di ottenerlo; e non si confonda l'austerità con la santità della vita, perché il santo è austero con se stesso ma non con gli altri, mentre qui la tendenza dell'austerità grafologica può riversarsi su se stesso, ma principalmente si riversa sugli altri. Ciascun austero può riversare l'austerità su se stesso, ma bisogna che ne preceda la risoluzione, ciò che non si può ottenere senza il proposito fermo della virtù. Quindi austerità come tendenza non sarebbe altro che tirannia. Per la graduazione di questo segno si tenga lo stesso criterio che abbiamo dato per scrittura Recisa. Se la scrittura è Dritta, Intozzata 1 ° modo sopra i 5/10 e molto Parca (8-9/10) puoi dare a questo segno intorno a 8/10. Credo che non si possa dare una scrittura con 10/10 di Austera. Se manca qualcuno di quei requisiti, allora questo segno scende di grado. Se manca Dritta scenderà di grado per uno o al più 2/10. Se manca il segno Parca, cioè se il segno Parca non è superiore a 5/10, allora il segno scenderà dal suo grado massimo di 2/10. Se manca il segno Intozzata 1 ° modo, oppure se questo segno è molto affievolito, allora questo segno scenderà di 4/10 e forse anche di 5/10 dal massimo grado. Sotto i 5/10 il segno Austera non ha più ragione di essere. Cf
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> SEGNO 74° - SCRITTURA PIANTATA SUL RIGO \
E quella scrittura che sembra preparata prima, poi messa sul rigo come se fosse un timbro. Questo comporta che la scrittura sia sfaccettata. Da ciò questo segno deve avere le doti di Austera, di Ponderata, di Parca e di Recisa, perché lo sfaccettamento stesso presenta austerità, non può combinare con il segno non Parca, con il segno non Recisa e naturalmente deve presentare le qualità della ponderazione perché lo sfaccetta364
mento è indice di ponderazione nelle singole particolarità. Diventa come tante figure geometriche. Si avvera maggiormente nell'uomo essendo il segno della vera virilità. Questo segno non è compatibile con tutti quei segni che portano con sé un che di irriflessione, come Dinamica, Veloce, Slanciata, Profusa, ecc. È un segno sostanziale della volontà e dell'intelletto. Indica serietà di pensiero di volontà e di propositi. Indica carattere totalmente cosciente, remissivo o inflessibile secondo la natura delle cose. Coraggio morale. Costoro si presentano in forma eretta, né impettita né dimessa, con parole tante quante sono necessarie; niente di inutile e di superfluo. Gene-
Fig. 346 Scrittura di sant'Ignazio di Loyola.
365
rosità larga purché non sia a danno altrui e della cosa in se stessa. Spirito di sacrificio con un rendimento maggiore di quello stesso dal soggetto supposto e desiderato. Supera il sacrifìcio con fermezza di soddisfazione. Tende a sincerità con tutti, non con sincerità semplicistica ma diretta dalla prudenza. Sono tipi che non hanno sdolcinature, ma molti fatti. L'uomo, se ha una compagna, la dirige facendole delle sorprese graziose, la tratta come una bambina ma senza costringerla a considerarsi bambina. Per esempio, per annunciare un fatto luttuoso prepara la persona. Iniziati per una strada professionistica nella quale sono diventati celebri e si accorgono che quella professione è superata ed essi sono avanzati di età, provano difficoltà a cambiare direzione. Questo segno indica gli atteggiamenti della parte intellettuale secondo la forza dei segni grafologici da cui viene accompagnato il segno principale. Il grado di questo segno viene computato dal grado dei segni che lo compongono e dal loro significato particolare. Osserva le figg. 346 e 347.
Fig. 347
Scrittura di Michelangelo Buonarroti.
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SEGNO 75° - SCRITTURA ALLUNGATA o ALTA Per scrittura Allungata o Alta intendo definire quella scrittura che si estende verticalmente, cioè più verticalmente che orizzontalmente. Si badi che l'allungamento deve essere sproporzionato in ragione dell'estensione orizzontale. Tale scrittura si riscontra più nel sesso debole che nel forte. Questo segno è indice della tendenza a figurare in modo pomposo nella parte intellettivave morale. Chi ha questo segno tende a far figurare tutte le sue azioni. È cosa più esterna che interna. Da non confondersi con il sentimento dell'orgoglio. Pressappoco come Solenne. È tuttavia un segno esteriore e non comprende nulla di quello che può essere indice dell'interiorità. Per potersi rendere conto se una scrittura è Allungata, bisogna far la misura proporzionale tra l'altezza e la larghezza delle o, delle a, delle u, delle s, delle r, delle e, delle h e delle v. Si badi di misurare le minuscole. Ora si vede bene che una scrittura per avere
Fig. 348 Scrittura con circa 4/10 di Alta.
367
10/10 di Allungata, dovrebbe essere alta dieci millimetri e larga zero. Se è alta dieci millimetri e larga due, avrai circa 8/10 di Alta. Se alta dieci millimetri e larga tre millimetri, avrai 7/10 di Alta. Se è alta dieci millimetri e larga quattro, avrai 6/10 di Alta. E così tira la proporzione per ogni altra misura. Quindi una scrittura Allungata 10/10 non si può dare, perché non si può tener conto di qualche lettera che riesce chiusa, ma bisogna tener conto di tutte le lettere di una scrittura nel suo complesso. Credo di non dover essere costretto a riportare qui gli esempi in grado regressivo per far intendere la regola, perché è molto chiara. Mi limiterò a riportare qualche esempio. Vedi le figg. 348 e 349. Questo segno è accidentale della volontà e dell'intelletto.
Fig. 349 Scrittura con 7/10 di Alta.
> SEGNO 76° - SCRITTURA ATTACCATA La scrittura Attaccata è quella in cui le lettere di una parola sono insieme attaccate. Non basta che ogni lettera cominci dove finisce la precedente, senza lasciare spazio vuoto in mezzo; occorre anche che la penna non sia stata mai tolta dalla carta. Se la penna è stata tolta dalla carta (per esempio per fare un puntino o un taglio, per rifinire una lettera o altro), quantunque poi si sia unita la lettera seguente alla precedente, pure la scrittura è Staccata. Questo segno grafologico è indice di continuità nelle disposizioni affettivo-attive e in tutte le attitudini intellettuali; cioè indica in essa un processo senza rottura. 368
Chi ha questo segno tende a sintetizzare, purché ne abbia la potenza, ciò che viene indicato da altri segni grafologici e principalmente dal segno Larga di lettere e poi dal Disuguale metodicamente e dal Sinuosa. Chi ha la scrittura Attaccata tende a sintetizzare, e se ha i segni della sintesi non ne viene che non sappia analizzare, ma può in qualche caso trascurare l'analisi. Se la trascura, la trascura non perché non riesca ad analizzare, ma solo perché non ne ha la spinta. Per vederne il grado, basta osservare quante rotture ci siano in una parola, di modo che se, ordinariamente, tutte le lettere di ciascuna parola sono attaccate, allora si avrà il massimo di scrittura Attaccata. Se si vede che, ordinariamente, una metà delle lettere di una parola è attaccata, una metà staccata, allora si avranno 5/10 di scrittura Attaccata. Se finalmente, tutte le lettere sono staccate, allora si avrà il segno di scrittura Staccata al massimo grado e si avrà 0/10 di scrittura Attaccata. Dobbiamo avvisare che il segno Attaccata si trova maggiormente e con più intensità di grado tra le scritture nordiche, perché la continuità nelle azioni e nelle disposizioni affettivo-attive è prerogativa più del popolo nordico che dell'italiano. Osserva anche la fig. 350.
Fig. 350
Scrittura con 9/10 di Attaccata.
Per la graduazione la cosa è molto facile: se tutte le lettere di cui sono composte le parole, hanno lettere attaccate, allora avrai 10/10 di Attaccata; se invece ne hai quattro quinti, allora avrai 8/10 di Attaccata; se tre quinti, allora avrai 6/10 di Attaccata e così via. Osserva le figg. 351 e 352.
Fig. 351 Scrittura con circa 9/10 di Attaccata.
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Fig. 352 Scrittura con 6/10 di Attaccata.
SEGNO 77° - SCRITTURA SOLENNE La scrittura Solenne è quella che si mostra vergata con pomposità. Osserva le fìgg. 353 e 354.
Fig. 353 Firma di Rabindranath Tagore, poeta e filosofo indiano.
Fig. 354
370
A chiarire meglio il pensiero di Solenne, si badi che tutte le persone, specialmente di sesso femminile, le quali hanno la scrittura Solenne, sono tenute per molto serie, perché tali si mostrano. Quelle che hanno la solennità accentuata, hanno anche la serietà accentuata, che prende la forma di una certa solennità. Però questa serietà potrebbe essere solo una serietà di apparenza. Questa solennità può venire dall'interno e può essere anche soltanto esterna, cioè incosciente. Coloro che hanno la scrittura Solenne hanno pensieri e sentimenti di solennità, meglio, pensieri e sentimenti investiti da prosopopea. Tendono più alle esteriorità del comando e dell'imporsi che al vero comando di cui è indice Intozzata 1° modo. Tendono alla pompa, all'approvazione. Tendono a vestire con colori sgargianti per farsi notare. Basta che sia salvo il loro prestigio esterno. Se per questo prestigio esterno è necessario adoperare la forza, allora adoperano la forza per quanto loro e possibile. Farsi dichiarare re, governatore, imperatore, farsi acclamare dalla folla, passare in mezzo a essa tra applausi clamorosi in veste pomposa (questo è necessario per la tendenza di cui è indice il segno), ecco quanto importa il segno Solenne. E un segno che si trova più frequentemente nella scrittura femminile. Le donne che hanno questo segno tendono a far trionfare la loro esteriorità, per cui sono cultrici della vanità fisica. Questo segno grafologico indica pomposità, durezza affettiva, anzi privazione di affetto attivo, e qualche volta, quando il chiaroscuro è molto marcato, prevalenza in tutto della parte materiale. Come si vede, è un segno accidentale, come spinta della volontà, ma da imperiosamente la veste alla parte sostanziale. Per la graduazione: se si avverano in una scrittura tutti i detti requisiti, avrai 10/10 di Solenne. Se si avverano tutti meno uno, avrai 9/10, se meno due, 8/10 di Solenne; e così di seguito. A 5/10 non è più a considerarsi.
> SEGNO 78° - SCRITTURA SPAVALDA Spavalda è quella scrittura che appare sfrontatamente invadente nelle lettere e nelle parole. Ne consegue che deve essere di calibro sopra il medio, non staccata. Tende ad avere le Aste indietro. Da l'aspetto di uno che si fa largo tra la folla a forza di gomitate e di grida. E indice di megalomania, di sfrontatezza e spavalderia nella sostanza delle cose. 371
Fig. 355
Fig. 356
Lo spavaldo è uno spaccone. I Ricci invece della spavalderia indicano più che altro spavalderia nei contorni e nelle accidentalità delle cose. Chi ha questo segno, per tendenza mette la spavalderia in tutte le cose, persino nel pregare. Per esempio, in una corsa ippica nella quale dovrebbe cercare tutti i mezzi per piegarsi, flettersi, ecc. per vincere, cerca invece la spavalderia nella bardatura, nel cocchio, nella scelta del cavallo, ecc. Con questo segno l'ambizione è portata al massimo grado. 372
Ecco l'esempio della Spavalderia, con spaziosità orizzontale e verticale di lettere, nelle fìgg. 355, 356 e 357. Per il grado: se la maiuscola è cinque o sei volte più grande delle minuscole, puoi dare 10/10 di Spavalda; se quattro volte, 8/10 di Spavalda, se tre volte, intorno a 6110 di Spavalda.
Fig. 357
> SEGNO 79° - SCRITTURA SPADIFORME La scrittura Spadiforme è quella in cui le lettere diminuiscono progressivamente di calibro dalla prima parola di una riga all'ultima della stessa riga, oppure in una sola parola se essa è lunga. Lo Spadiforme è diffìcile che si avveri in tutta intera la riga. Dato che si avveri, indica entusiasmo iniziale che poi si affievolisce senza ritornare al primiero fervore. Coloro che hanno questo segno incominciano le opere e poi non solo non le finiscono, ma non hanno nemmeno la potenza di finirle in quanto la loro opera ha perduto davanti agli occhi 373
loro il diritto di essere considerata. Sono quegli esseri che nella vita non concludono nulla, perché sfiduciati circa la forza della loro intelligenza e del loro sentimento. In essi c'è un che di patologico che si determina m una forma depressiva. Lo Spadiforme nella parola indica quegli esseri che all'inizio del loro pensiero hanno l'entusiasmo della loro idea, ma che poi lasciano sfumare nel corso dell'attuazione per riprenderlo a un successivo svolto della vita. Oppure hanno in principio un entusiasmo che tende a essere esagerato, ma ci si adagiano sopra e in tal modo lo riducono a quel fervore che è necessario alla cosa (scrittura O'Connell); poi ritornano all'entusiasmo e all'adagiamento. A questa categoria appartengono quegli esseri che concludono molto nelle loro opere intraprese e terminate sì da lasciare un solco profondo nella storia. Sono esseri che accolgono entusiasti qualunque novità e qualunque nuovo pensiero che poi liberano da tutte le frange e da tutti i contorni, che tentano di portare le novità fuori della loro vera oggettività. Devo poi aggiungere che si da anche Spadiforme tra lettere. Consiste in un più o meno continuo alternarsi di lettere una più grande dell'altra. In senso diretto la più grande sta prima della più piccola. In senso inverso sta dopo. Non si confonda con il Disuguale metodicamente sebbene ne partecipi, perché il Disuguale metodicamente consiste in una continua disuguaglianza che si ripete, mentre Spadiforme dice propriamente il continuo alternarsi di una lettera più grande della sua vicina. Per il grado vale la frequenza. È un segno modificante dell'intelletto e della volontà. Vedi la fìg. 363. Il segno Spadiforme tra lettere in senso diretto indica tendenza al fanatismo e alla successiva depressione. In senso inverso indica depressione; diffidenza di se stessi e poi scatti di fanatismo. Degli esempi che do qui sotto, il primo e il secondo (fìgg. 358 e 359), il quarto e il quinto (fìgg. 361 e 362), appartengono alla vera scrittura Spadiforme; il terzo (fig. 360) no, poiché nel terzo, se si osserva bene la parola «apparenza», si vedrà subito che tale scrittura si deve ascrivere alle Disuguali metodicamente, in quanto la seconda a di detta parol; è ranro alta Quanto l'ultima a.
Cf7
Quindi debbo dire che molte scritture, stimate Spadiformi, non sono altro che scritture Disuguali metodicamente. Bada che i primi due esempi sono artificiali, gli altri due naturali. Se vuoi una scrittura Spadiforme, di natura specificamente tale, osserva la fìg. 362. 375
Fig. 363 Spadiforme tra lettere.
I grafologi francesi si affaticano nel dare a questo segno un significato grafologico e non si accordano fra loro, dopo tante dispute. CrépieuxJamin ha detto che è una scrittura malata e ha concluso che è indice di debolezza. Ma, giustamente, Madame Legrain pone innanzi Vauzanges che su seicento scritture studiate ha trovato nientemeno che il quaranta per cento sono scritture Spadiformi. Di queste sono autori uomini di grande energia, come Gustave le Bon, Claude Bernard Masteur, Adolphe Thiers, Georges Clemenceau, ecc. Dunque? Dopo tante esperienze fatte, debbo dire che la scrittura Spadiforme è indice di entusiasmo iniziale troppo accentuato, il quale poi, nel decorso, si affievolisce a misura che il soggetto o si affievolisce per se stesso, oppure entra nell'esame pratico e deve, forzato dall'oggetto, calmare il suo bollore. Questo per le scritture Spadiformi dal principio della riga fino alla fine della stessa riga. Per le scritture, poi, Spadiformi in fine di ciascuna parola o della maggior parte delle parole, dobbiamo dire che esse sono indice come di tanti colpi di entusiasmo accentuato o di un certo fanatismo, corretto dal soggetto o per affievolimento naturale dello stesso soggetto o per riflessione pronta e oggettiva; oppure il soggetto in principio ha l'idea grande sulla quale si adagia e con questo fa diminuire la grandezza del 376
concetto, per finire nella vera oggettività del medesimo. Vedi la fig. 362 (O'Connell). È un segno accidentale della volontà e dell'intelletto.
^ SEGNO 80° - SCRITTURA LENTA La scrittura Lenta è quella che procede lentamente sul rigo. La lentezza può procedere da pigrizia o da precisione. Se procede da precisione entra nel concetto di Accurata. La Lenta pigra indica pigrizia da mestizia o da abbandono o da noncuranza. I tipi depressivi quando si trovano nella mestizia tendono a gettarsi nella pigrizia. I pigri per noncuranza sono i fannulloni. Per la pigrizia da mestizia osserva l'esempio di fig. 364. Per la pigrizia da noncuranza osserva la fig. 365. La Lenta, derivante da precisione voluta dall'esattezza, indica precisione da esattezza che tuttavia ha qualche cosa di Pedante. Vedi le figg. 366 e 367. Il lento pigro da noncuranza è colui che è tenuto per un melenso. Non così colui che è pigro da mestizia. E un segno modificante della volontà e dell'intelletto. La scrittura Lenta pigra è quella che è al tutto contraria della scrittura Dinamica. Essa non stacca recisamente una lettera dall'altra, come nella scrittura Dinamica, ma in modo molto pacato, come lo puoi vedere negli esempi delle figg. 364 e 365. Così ha le lettere che ritornano alla base per essere composte.
377
Fig. 365
Per il grado di Lenta devi ritenere che essa viene fuori dalle deficienze di scrittura Dinamica. Per avere però una vera scrittura Lenta deve esserci poca Larghezza tra parole quando Lenta viene da noncuranza, come nell'esempio di fìg. 365, e non quando viene da mestizia, come nella fig. 364. 378
Fig. 368
II grado quindi si computa così: se mancano del tutto i requisiti di Dinamica e se c'è Strettezza tra parole (2/10 di larghezza) e se ha un che di sciatto, allora avrai 10/10 di Lenta pigra (vedi la fìg. 368). Se mancano i due requisiti di Dinamica e se la scrittura è sciatta, allora avrai circa 8-9/10 di Lenta pigra (vedi la fìg. 369). Se mancano i due requisiti di Dinamica e c'è Strettezza tra parole, allora avrai 6-7/10 di pigra (vedi la fig. 365). Se mancano solo i requisiti di Dinamica, avrai 5/10 di pigra (vedi la fìg. 364). Per la lentezza da precisione tienti alle regole di Accurata.
Fig. 369
La scrittura Lenta pigra indica temperamento che non si scomoda per affrontare una nuova regola di vita anche se molto utile, ma vive alla giornata senza curarsi o quasi senza curarsi di altro. Lenta è il segno della lentezza in tutto. Chi ha questo segno è tardo nel capire, nel pensare, nel mangiare, nel camminare, nel parlare: nel parlare ha come un impedimento nella bocca, sembra che la lingua sia troppo grossa e che male si sciolga entro la bocca. Nel camminare pare quasi che a ogni passo abbia bisogno come di riposarsi. Se si ha fretta e al soggetto si fa fretta, si ha 379
per risultato di intrecciare le sue azioni e così di avere più ritardo di quanto si desidera. Al mattino, il soggetto stenta a svegliarsi e ad aprire spontaneamente lo sguardo.
SEGNO 81° - SCRITTURA VELOCE Veloce è la scrittura stesa con rapidità. Quanto più la rapidità è in una scrittura piccola tanto più cresce di grado. Diminuiscono l'intensità del grado di Veloce tutti i segni che manifestano indugio. Osserva le fìgg. 370, 371 e 372. Quanto alla graduazione, se la rapidità è visibilmente accentuata e tutte le lettere hanno pressappoco la stessa altezza e larghezza, avrai 10/10 di Veloce (vedi la fìg. 370). Se l'altezza delle lettere è varia specie nelle aste, allora Veloce può avere circa 8/10 (vedi la fìg. 371). Se lo slancio è visibilmente accentuato, ma non uguale, avrai intorno a 7/10 di Veloce (vedi le
Fig. 370 Scrittura con 10/10 di Veloce.
Fig. 371 Scrittura- con 8/10 di Veloce.
380
Fig. 372
Fig. 373 Scrittura con 7/10 di Veloce.
Fig. 374 Scrittura con 5/10 di Veloce.
fìgg. 372 e 373). Se la scrittura non sarà del tutto Slanciata e avrà qua e là dei distacchi, allora avrà 5/10 di Veloce (vedi la fig. 374). Sotto i 5/10 esce dal concetto di Veloce. È un segno modificante della volontà e dell'intelletto. 381
Fig. 375 Se questa scrittura avesse più slancio in linea orizzontale, avrebbe 10/10 di Veloce.
Contorta, Stentata, Tentennante, Titubante, Accurata, Pedante, ecc. sono contrari a Veloce. La scrittura Veloce indica velocità in tutte le cose e pertanto poca accuratezza nei particolari, tendendo ad ammassare. Veloce e Impaziente: questi due segni hanno gli stessi effetti, anche perché Impaziente è tale per la velocità e Veloce per lo più è tale in quanto impaziente. Tanto l'uomo che la donna tendono a non badare alle convenienze sociali, a quelle prescritte dal galateo. Il soggetto è occupato in una cosa e ne viene distolto dalla visita di una persona di riguardo? Ebbene, è capace di mancare di riguardo. Si getta sulla cosa che sta facendo con una velocità di azioni per cui la cosa è compromessa prima di arrivare alla meta e allora il soggetto è tentato, e può essere anche che vi si induca, di rompere tutto, di fare tutto un fascio, ne venga quello che ne può venire. Il soggetto tende a non trovare riposo per la molteplicità delle energie che ha da scaricare. Facilmente può essere sonnambulo, senza dubbio ne ha la disposizione in quanto nella veglia difficilmente è riuscito a scaricare tutte le sue energie. Ha un incesso piuttosto veloce, così il movimento degli occhi e la parola, la quale può essere più o meno distinta, ma ciò dipende da altri segni. Per lo più il soggetto è assai di cuore, sebbene tenda a non prestare troppa attenzione su quello che da e a chi lo da. Ha sfociamenti di collera che tuttavia quasi subito si smorza. 382
PARTE SECONDA
CLASSIFICAZIONE GRAFOLOGICA COMBINAZIONE SEMPLICE DEI SEGNI GRAFOLOGICI
1.
CLASSIFICAZIONE IN GENERALE
Tutti i segni grafologici possono essere classificati secondo la lettera alfabetica, secondo la parola e queste secondo il rigo. I segni, come è stato detto, possono riguardare l'intelletto o la parte affettivo-attiva. L'intelletto ha: 1) l'idea, 2) il giudizio o il pensiero, 3) il ragionamento. La parte affettivo-attiva può riguardare il sentimento: 1) in sé o in forma introversiva, 2) riguardo agli altri in forma estroversiva, 3) in forma introversiva ed estroversiva cioè in riguardo a sé e in riguardo agli altri, come società. Il segno nella lettera indica nella parte intellettiva l'idea, nella parte affettivo-attiva indica il sentimento in sé. Il segno che si riferisce alle lettere in relazione fra loro (parola) indica nella parte intellettiva il giudizio o pensiero, nella parte affettivo-attiva indica relazione dell'Io in rapporto agli altri. Il segno che si riferisce alle parole in relazione fra loro, cioè al rigo, indica nella parte intellettiva il ragionamento (sillogismo) nella parte affettivo-attiva indica la complicazione dell'Io con gli altri, ciò che forma la società.
LETTERA 1. Dimensione - Forma Larga: intelligenza quantitativa (contrario: Stretta). Minuta: finezza di osservazione; media - alta: pomposità. Acuta: tendenza ad arguire per contraddire. Irta: contraddizione interna.
2.
Tonicità del movimento grafico TONO NORMALE CON EURITMIA, Curva: altruismo, bontà; Piantata sul rigo: ponderazione (nel massimo grado può sdrucciolare nell'ipertono). IPERTONO, Angoli A: risentimento (permalosità). IPERTONO, Angoli B: tenacia (testardaggine). IPERTONO RITMICO (tratti discendenti): Intozzata 1" modo: tendenza all'indipendenza, al comando. 385
Tonicità dell'asta ATONIA, Parallela: intelligenza e sentimento cristallizzato. IPOTONIA, Piegate in avanti: remissività. IPERTONO MODERATO, Aste rette: inflessibilità. IPERTONO CON IPERATTIVITÀ, Aste indietro: repulsività. IPERTONO CENTRIFUGO-ESTENSORIO, Apertura a capo delle o e delle a: intenerimento sessuale. IPERTONO CRAMPIFORME (tetanizzante), Artrìtica: agitazione querula (contrario: Nitida: nitidezza mentale e morale).
4. Impulsi motori parassitari Intozzata 2" modo: impressionabilità. 5. Pressione della penna (grado) LIEVE: Filiforme, delicatezza. Fine, raffinatezza di sentimento. FORTE: Grossa (contrario: Filiforme). Grossolana (contrario: Fine). 6.
Influenza del tono affettivo Pendente: affettività languida. Diritta.: contrario: Pendente. Rovesciata: stranezza. Spavalda: spavalderia. Slanciata: impulsività.
PAROLA 1. Rapporti tra lettere Larghezza: giudizio, criterio (dall'avarizia intellettiva alla generosità). Lettere addossate: inceppamento di progresso. Attaccata: sintesi (Staccata: analisi). Accartocciata: egocentrismo.
2. Caratteristiche Elegante: arte di prospettiva. Accurata: precisione. Levigata: compitezza. Chiarezza: concetti chiari (contrario: Oscura). Nitidezza: distinzione di concetto e di comunicativa. Fluida: naturalezza.
3.
Impulsi incidenti all'atto grafico CON RITMO:
386
Disuguale metodicamente: originalità di pensiero (contrario: Disordinata].
Uguale: copiatura. Sinuosa: penetrazione psicologica. Contorta: meccanica, sovversivismo. PERTURBATORI: Slanciata: avventatezza. Scattante: impetuosità. Impaziente: impazienza. Confusa: contrario di Nitida. Solenne: pomposità. Aggrovigliata: pensiero arruffato. INIBITORII Stentata: stentatezza di pensiero e comunicativa. Tentennante: tentennante. Titubante: indecisione. Recisa: decisione. Austera: austerità di pensiero e di sentimento.
RIGO Mantiene il rigo: fermezza di carattere. Ascendente: perfezione, presunzione. Discendente: debolezza. Distanza tra parole: critica. Ponderata: riflessione. Calma: calma.
SEGNI NON COMPLETAMENTE INQUADRABILI NEI PRECEDENTI GRUPPI E INCIDENTI «IN TOTO» SULLA FISIONOMIA GRAFICA 1. Estetica Vezzosa: grazia. Ricci di ammanieramelo: ipocrisia. Angoli C: saper fare. 2.
3.
Economia Parca: laconicità. Dilatata: prodigalità. Profusa: generosità. Secca: avarizia. Larga di lettere: generosità.
Disposizioni affettive Ricci nascondimento: insincerità. Ricci soggettivismo: corteggiamento passivo. Ricci mitomania: lavorare di fantasia. Ricci flemma: indolenza. Solenne: pomposità. Ardita: arditezza. 387
4.
Resistenza (esauribilità) Spadiforme: incostanza.
5. Dinamismo Dinamica: dinamicità. Veloce: veloce. Lenta: lenta. Sciatta: sciatteria. I ricci sono le accidentalità della scrittura e si riferiscono tanto all'idea come al giudizio e al sillogismo, e indicano quello che presentano con la loro definizione. Il riccio dell'ammanieramento però, siccome si trova in fine della parola ma anche in mezzo e in principio, ha un significato tutto speciale e indica idea-giudizio-sillogismo improntato all'ipocrisia. Indica sentimento estroversivo diretto dall'ipocrisia.
SIGNIFICATO FISIOLOGICO E PSICOLOGICO DI ALCUNI SEGNI Intozzata 1° modo. - Stato di ipertonie!tà, iperreattiva evidenziata nel tratto discendente in cui occorre appoggiare. Più che di forza è segno di debolezza, cioè eccesso di sforzo innervarono. Intozzata 2° modo. — Impulsi parassitari brevissimi «a colpi» incidenti alla stesura per reazioni psichiche troppo vive. Artritica. - Ipertono alla motricità con qualche tetanizzazione muscolare. Angoli A. - Arresto psicomotorio di immediata preparazione alla successiva reazione spastica. Aste. — Indice della resistenza neuromuscolare. a) piegate in avanti: ipotono muscolare con facile esauribilità. b) rette e piegate all'indietro: tendenza all'ipertono che può turbare l'equilibrio fra agonisti e antagonisti (muscolari) anche con iperreattività. Pendente. — Segno più psichico che di ordine neuromuscolare. Per similitudine o simbolicamente: l'anima si piega in umiltà verso terra per manifestare la propria inferiorità di cessione di fronte all'oggetto amato. Mantiene il rigo. — «Occhio» geometrico per la simmetria congiunto a perfetto equilibrio psichico. Discendente. — Comporta guardare in alto verso il ciclo - l'animale ragionevole tende verso il ciclo. Ascendente. — Esauribilità muscolare e psichica intrinseca. - Indice di deficit. Larghezza tra parole. — Segno del senso delle proporzioni. Al di sotto = deficit (mancanza di criterio pratico). Al di sopra = tendenza a voler distinguere troppo un oggetto dall'altro, quindi ipercritica che può anche riferirsi a mentalità paranoidi. Questo vale per la scrittura Larga tra parole al di sopra con il segno piccola. Con il segno Alta, tendenza all'organizzazione, per cui l'ipercritica viene scongiurata e quindi senza riferimento a mentalità paranoidi. 388
2. COMBINAZIONE SEMPLICE DI OGNI SEGNO GRAFOLOGICO
Questa parte è la più importante della grafologia. Tuttavia non è altro che psicologia applicata ai segni grafologici. Potrebbe perciò sembrare superflua a coloro che sono profondi in psicologia. Ho detto: «potrebbe sembrare», perché anche per i profondi in psicologia questa parte non solo non è superflua, ma è utile e posso dire necessaria, in quanto la psicologia, quantunque abbia fatto dei grandi progressi, è molto lontana e forse non riuscirà mai a raggiungere la meta, perché la psiche umana resterà sempre un grande mistero per l'uomo. E potrei dire che quanto più si andrà innanzi nello studio di questa psiche, tanto maggiori saranno i problemi che si presenteranno. Tu infatti scopri un lato non scrutato di questa psiche, e questo lato sarà denso di problemi da far disperare la mente umana più eletta perché il Signore la creò distinta da ogni altra. Diciamo poi che lo studio isolato dei segni grafologici non approda a nulla se non si procede alla combinazione di questi segni, appunto perché non sono isolati in realtà in un individuo, ma si presentano sempre in una correlazione senza fine. Quanto più il grafologo riuscirà a penetrare la combinazione dei segni grafologici, tanto più sarà valente e profondo in materia.
1. CURVA E GLI ALTRI SEGNI
1. Angoli A (risentimento, permalosità). — Dato per impossibile che non appaia affatto l'angolo A, il segno Curva verrebbe a significare neghittosità, debosciatezza, in quanto l'angolo A ha il compito di difendere l'Io dai possibili assalti tanto interni quanto esterni. 389
L'angolo A che non sorpassa i 5/10 rende attento il segno Curva per difendersi da tutti i possibili assalti che attentano all'ingiusta menomazione dell'Io, in quanto indica quel risentimento legittimo che incasella il dovere nella giusta misura, e accerchia il diritto perché non sia toccato da forze estranee, sia che queste forze vengano suscitate dalle prepotenze dell'Io, sia che vengano suscitate dalle prepotenze altrui. Se infine l'angolo A è superiore ai 5/10, il segno Curva viene a essere totalmente diminuito di forza da servire persine come mezzo per la permalosità e le vendette dell'Io, in quanto queste permalosità e queste vendette avrebbero modo di nascondere la loro tendenza sotto le pieghe di un altruismo che in questo caso sarebbe solo apparente. 2. Angoli B (tenacia, testardaggine). — Dato per impossibile che questo angolo non appaia affatto, il segno Curva non avrebbe modo di sorgere per offendere chi deve essere offeso dalla verità e dalla bontà, in quanto una bontà e una verità senza tenacia sono in pericolo e in continuo procinto di essere affogate, messe in ridicolo e tolte di mezzo nelle relazioni umane e nelle prepotenze delle passioni dello stesso individuo, passioni che spesso si muniscono di ragioni speciose per il loro trionfo. Se l'angolo B non sorpassa i 5/10, diventa l'amico inseparabile e il difensore strenuo del segno Curva, in quanto è sempre pronto per giudicare e per applicare l'assalto quando si tenti di menomare la verità e la bontà. Se l'angolo B è sopra i 5/10, allora le prepotenze dell'Io si sostituiscono alla bontà e alla verità e vengono a tradire le esigenze del segno Curva. La testardaggine, la caparbietà, la cocciutaggine, indicate dal segno Angoli B sopra i 5/10, possono avere l'apparenza di difendere l'altruismo indicato dal segno Curva, ma in realtà non fanno che schiacciare l'altruismo per non scostarsi dal giudizio e dall'opinione individuale. 3. Angoli C (saper fare). - In relazione con il segno Curva, questo segno è indifferente perché può servire per la maggiore evoluzione benefica del segno Curva, oppure per l'impostazione ingiusta dell'Io a danno altrui sotto l'egida furbissima della manipolazione. Infatti gli Angoli C indicano il saper fare; e il saper fare può prendere una piega egoistica come può prenderne una altruistica. 4. Intozzata 1" modo (imposizione, tendenza al comando, ambizione). — Questo segno per se stesso è contrario a Curva, poiché da natura tut390
ti gli uomini sono uguali e nessun uomo ha il diritto di comandare e di imporsi sugli altri se non quando vengono lesi i suoi diritti. Soltanto una potenza superiore che non sia umana può dare all'uomo il compito del comando. La tendenza al comando per se stessa è contro la stessa umanità. Perciò l'individuo, in quanto tale, è tenuto a contraddire tale tendenza, altrimenti incapperebbe in tutti i mezzi che servono a dissolvere la bontà. Non è principio anarchico quello di dire che nessun uomo ha il diritto di comandare sugli altri, ma è principio anarchico quello che sostiene che nessun uomo può avere il compito da una Potenza superiore — direttamente o indirettamente poco importa — di comandare sugli altri. Quanto più il segno Intozzata 1 ° modo è forte, tanto più tende a ledere il segno Curva; ed è molto difficile che non leda il segno Curva colui che abbia il comando e che abbia la tendenza accentuata a questo comando; in quanto si potrà rintuzzare facilmente la tendenza al comando, all'ambizione, all'indipendenza, ecc., quando tale tendenza venga indicata dal proprio segno non superiore ai 5/10, ma è molto diffìcile rintuzzare tale tendenza quando il segno grafologico che ne è indice supera i 5/10 e molto più quando il grado si avanza verso il suo massimo. Non dico che sia impossibile in questo caso rintuzzarne la tendenza: il determinismo ha fatto bancarotta nel campo della vera filosofìa. Ma dico che colui che, avendone la massima tendenza e pur avendo la verga del comando, riuscisse a rintuzzarlo sarebbe un vero campione della virtù. Il segno Curva con Intozzata 1 ° modo da per risultato l'orgoglio; lettere addossate, dove si avverano, è in contrasto con il segno Curva e indicano tirchieria fuggitiva come di passaggio. Accartocciata è lo stesso che Larga tra lettere sotto la mediocrità. Intozzata 2" modo (impressionabilità]. — Questo segno per se stesso è indifferente riguardo al segno Curva. L'impressionabilità unita al segno Curva sarà sempre a base altruistica, sebbene possa essere egoistica nell'oggetto, in quanto non lo apprende l'intelligenza libera, ma l'intelligenza infatuata dall'immaginazione e dalla fantasia. Questo, se è in grado elevato. Se è in grado minimo (non sopra i 3/ 10) non stornerà per se stesso il soggetto dall'oggetti vita, anzi lo renderà sensibile a tutte le minime esigenze del segno Curva: quindi alla compassione, al compatimento, alla pietà, ecc. Larga tra lettere (generosità, equità, tirchierìa]. — Se questo segno è sopra la mediocrità, indicando allora generosità, viene a essere un amico e un adiuvante del segno Curva. La generosità infatti è una disposizione che, per modo di dire, spiana la strada all'altruismo. 391
Se il segno Larga tra lettere sta sui 5/10, da al segno Curva un che di giusta severità, in quanto non gli permette di esagerare, né per eccesso né per difetto, riguardo all'altruismo. Certo che, date le condizioni della natura umana, questa mediocrità potrebbe disporre a una certa severità riguardo al giudizio tanto teoretico che pratico. Tuttavia per se stesso indica equità. Se questo segno è sotto la mediocrità entra in contrasto con il segno Curva, in quanto indica tirchieria, e questa dice menomazione dell'altruismo. Si può dare il caso di una Larghezza tra lettere eccezionale ed esagerata. In questo caso il segno Curva indica un altruismo di scialacquamento. 7. Mantiene il rigo - Ascendente - Discendente (fermezza, presunzione, debolezza). — II segno Mantiene il rigo da all'altruismo la fermezza dei propositi e la volontà di raggiungere lo scopo. Da anche la volontà dell'applicazione dei mezzi riconosciuti adeguati. Il segno Ascendente accentua la disposizione del segno Mantiene il rigo e facilmente lo porta fuori dell'ordine. Sicché per il segno Curva è sempre migliore il segno Mantiene il rigo che il segno Ascendente benché, in qualche caso, il segno Ascendente possa avere più efficacia. Il segno Discendente dispone l'altruismo o a ritirarsi completamente oppure a cedere anche i suoi 2/10 che servono per l'inalienabilità dell'Io. Nel primo caso, avviene che l'altruismo soggiace alle pretese dell'egoismo che prende di mira un terzo, come per esempio nel caso di un ladro che assalta un passeggero in presenza di un altro che potrebbe difendere e liberare il malcapitato, ma non lo difende per debolezza di carattere. Nel secondo caso, l'altruismo soggiace alle pretese dell'egoismo che prende di mira lo stesso altruista usurpandogli i diritti dell'Io materiale e spirituale con la cessione passiva dello stesso altruista. 8. Contorta (controllo affettivo ed effettivo). — II segno Contorta conferisce al segno Curva la potenza di dibattere una cosa da cui emerge il grado della necessità di chi è oggetto dell'altruismo; e perché conferisce anche l'equa misura dell'aiuto che deve portare, sicché l'altruista, con il segno Contorta, difficilmente, per tendenza, può peccare per eccesso o per difetto. Supponi il caso di una povera donna cenciosa che a prima vista fa ribrezzo e che soltanto con il presentarsi fa supporre che sia una donna di strada. Il segno Curva induce il passante a soccorrerla, ma 392
senza il segno Contorta potrebbe stimarla in certo modo non meritevole di aiuto e potrebbe perciò passare oltre, mentre dai segni Contorta e Curva viene indotto a scrutare, ad approfondire la situazione di quella miserabile, e così a venirle in aiuto secondo le sue esigenze reali. Quando il Contorta è in grado elevato, per esempio sui 7/10, rende l'altruismo troppo esigente di dichiarazioni e di spiegazioni, e perciò potrebbe menomare l'altruismo, se non altro con l'indugio dei soccorsi. 9. Sinuosa (dolcezza insinuativa, psicologici). — L'altruismo senza il Sinuosa non riesce a penetrare le situazioni morali del prossimo. Se il Contorta facendo il paragone con Sinuosa con il controllo arriva a 5/10 di perspicacia per determinare la situazione altrui, il segno Sinuosa con la sua delicatezza e finezza può arrivare al massimo grado nell'efficacia di conoscere lo stato del prossimo. Il Sinuosa serve al Curva come un velo invisibile che ti ripara dalla brezza senza che tu te ne accorga. Al segno Curva è come la prestazione di una mano benefica che solleva il capo stanco, che bacia l'innocenza, che dice la parola dolce a chi è oppresso dalla mestizia. Si può dire che sia il segno più penetrante e più profondo fra tutti per rendere efficace l'altruismo. 10. Scattante (impulsività) - Ponderata (ponderazione). — II segno Scattante può danneggiare molto il segno Curva, ma anche nell'efficacia portarlo in qualche caso sino al massimo grado, benché nell'individuo non vi sia la tendenza a questo massimo grado. Questo segno, nel caso che danneggi il segno Curva, in quanto tale, 10 danneggia soltanto fuggevolmente, perché l'impulso sconvolge, rompe, calpesta soltanto durante la sua impulsività, ma per se stesso è poi indotto a riparare sino a usura il danno arrecato, per cui, guardando alla riparazione fatta dall'impulsivo, si può essere tentati di benedire la sua impulsività. In qualche cosa, poi, può portare l'altruismo sino al massimo grado, quando, per esempio, eccitato dalla compassione, sente l'impulsività di dare o di soccorrere oltre quello che vuole la convenienza o la necessità. 11 segno Curva con il segno Ponderata diventa il segno dell'altruismo grave, pensoso, che soccorre non facendo sapere alla sinistra quello che fa la destra, in quanto è la ponderazione che lo induce a tutto controllare con pacatezza, e a indursi a manifestare, del proprio Io, quel tanto che serve e che è necessario per dare soccorso. 393
11. Secca (avarizia). - Questo segno è incompatibile con il segno Curva, perché l'avarizia costituisce la massima contraddizione rispetto all'altruismo. Dire avarizia è lo stesso che dire egoismo spieiato contro il prossimo e contro lo stesso egoista. L'avarizia tende a togliere l'altruismo non soltanto dall'avaro, ma anche da tutti coloro che hanno relazione con lui. L'avaro è il centro, tutti gli altri che hanno relazione con lui sono la periferia, che viene percorsa da un automezzo circolare che passa per il centro e per la stessa periferia. 12. Stentata - Tentennante - Titubante (stentatezza - indecisione - timidezza}. - Se si scruta bene, si vedrà che, psicologicamente, il segno Stentata procede dalle difficoltà di determinarsi a favore dell'altruismo. Tant'è vero che quando è presente questo segno, l'altruismo, se non altro, subisce un indugio. E l'indugio può togliere all'efficacia dell'altruismo parte e in qualche caso il massimo della forza e degli effetti. Chi stenta a soccorrere un uomo a cui si è aperta un'arteria può arrivare a piegarsi verso di lui quando le vene sono tutte vuote e quando non c'è più speranza di salvezza. E così in tutti i casi. Quanto più è accentuato questo segno, tanto più esso tende a danneggiare il segno Curva. Il segno Tentennante in un grado molto minore compartecipa degli effetti del segno Stentata; e può per questo apportare danno al segno Curva. Il segno Titubante, in generale, reca qualche danno al segno Curva, perché in esso è inevitabile qualche indugio; ma siccome è un segno tanto delicato, può dare benissimo al segno Curva tutta quella delicatezza che serve a confortarlo. Per esempio, un uomo di grande autorità ha bisogno di grande conforto in un caso disperato della vita. Vicino a lui si trova una bambina che non osa parlare, presa dalla timidezza, ma guarda con gli occhi grandi e pieni di quella compassione immensa che non si saprebbe esprimere a parole. Ecco l'altruismo titubante. Quell'uomo di autorità è confortato dalla presenza di questa fanciulla che non parla, perché la sua presenza, senza volerlo e senza accorgersi, ha già rotto ogni indugio. 13. Apertura a capo delle o e delle a (intenerimento sessuale). - Per se stesso questo segno non è contrario al Curva, anzi lo viene a favorire in quanto nella soddisfazione propria c'è anche la soddisfazione altrui. Soltanto viene a danneggiarlo nelle impellenze di questo segno che vanno a finire nella seduzione o nella violenza. Si ricordi che io parlo sempre di altruismo come tendenza e non come principio morale. 394
Ora l'intenerimento sessuale, per se stesso, non tende a togliere il bene altrui, ma a mescolare il bene proprio con l'altrui, ciò che viene a fomentare superbamente l'evoluzione dell'Io sociale. Perché questo è il concetto dell'altruismo: fare del bene agli altri per il bene proprio, non in quanto il bene degli altri torni indietro al bene proprio, ma in quanto è come un riflettore che, mentre è illuminato, illumina. L'intenerimento sessuale sapientemente è stato dato dalla natura per la procreazione della specie e per la completezza dei due sessi, da cui sorge la prima società che è la società familiare. 14. Aste rette (inflessibilità) - Aste piegate in avanti (remissività) - Aste voltate indietro (repulsione). — L'altruismo deve avere una giusta inflessibilità quando specialmente lo richiede la giustizia; negli altri casi deve piegarsi alla remissività, specialmente verso la debolezza e verso il pentimento. In qualche caso sporadico deve appigliarsi alla repulsione. Perciò le Aste piegate in avanti convengono molto al segno Curva; le Aste rette con grado elevato rendono il segno Curva freddo, arcigno, come un giudice che siede al banco del tribunale; le Aste piegate indietro sarebbe meglio non vi fossero affatto per fare restare intatto il segno Curva. Perché il segno Curva possa avere la libertà che gli è propria, dovrebbe avere 5/10 di Aste piegate in avanti, 4/10 di Aste rette e 1/10 di Aste voltate indietro: disposizione quindi diretta alla remissività, con prontezza all'inflessibilità, quando ne sorga il bisogno, e in qualche rarissimo caso con la repulsione. 15. Ardita (arditezza) - Recisa (recisione) - Austera (austerità). - II segno Ardita può, per difendere l'altruismo in un soggetto, danneggiare l'altruismo in un altro soggetto. Può inoltre eccedere nell'applicazione dell'altruismo. Può, insomma, mettere da parte la ponderazione, in tanti casi necessaria per la retta distribuzione dell'altruismo. Come i segni Stentata, Tentennante e Titubante danneggiano o possono danneggiare il segno Curva per troppa lungaggine di esame, il segno Recisa può danneggiarlo per troppa velocità di esame; e questo, più o meno, secondo il grado con cui si presenta. L'Austera poi, nella maggior parte dei casi, toglie al segno Curva quella amabilità che è il più bello dei contorni della beneficenza. Nel caso però in cui sia necessario amare senza essere riamati, il segno Austera è indispensabile, e chi non ne ha tendenza fa facilmente naufragio. Benefichi tu una donna e questa si sentirà spinta in modo particolare verso di te, in modo da mettere a repentaglio la tua casti395
gatezza. In questo caso, l'austerità è indispensabile; chi, non avendola per natura, se la procura è un santo; chi l'ha da natura non dovrà faticare per essere nell'ordine, ma il merito sarà quasi tutto della natura e non suo. 16. Calma (calma) - Impaziente (impazienza). — E chiaro che la Calma è un coefficiente favorevole del segno Curva, in quanto chi è calmo ha a sua disposizione la ponderazione per poter valorizzare le diverse circostanze in cui deve entrare in azione il segno Curva. Non si deve confondere la calma con la flemma. La calma dice soggezione di tutte le facoltà all'intelligenza, perché questa non sia intralciata nei suoi giudizi, e alla volontà perché si elevi sopra le influenze delle passioni. La flemma invece dice una certa insensibilità nei casi altrui, e in molti casi propri, sicché nella flemma per lo meno l'indugio è inevitabile. Il segno Impaziente tende a dissolvere in tutto o in parte il segno Curva, specialmente nei suoi effetti, perché l'impaziente prende delle decisioni repentine anche quando dovrebbe attenersi a un esame accurato, dettato dalla circospczione e dalla prudenza. Questo segno dice anche scatto con il quale, per modo di dire, travolge spesso l'assennatezza e la prudenza e quindi facilmente va a danneggiare il segno Curva, per quanto l'impaziente per se stesso tende poi a riparare il malfatto. Nota che il danneggiamento apportato al segno Curva dal segno Impaziente sta ordinariamente più nelle modalità che nella sostanza delle cose. 17. Pendente (affettività d'abbandono) - Dritta (sostenutezza). - II segno Pendente, per se stesso, da al segno Curva quell'amabilità che rende tanto belle tutte le relazioni umane. Siccome però l'affettività di cui è indice tende all'abbandono, potrebbe, invece di sollevare il bisogno, accasciarlo maggiormente con le sue facili lacrime e lagnanze e mettersi perciò in condizione di aver bisogno di sollievo invece di darlo. Presenta poi un altro pericolo ancora: la riconoscenza del beneficato, accolta da chi ha il segno Pendente, viene a muovere in lui la sensibilità languida e così potrebbe mettere in serio pericolo le disposizioni sessuali. Questo per tutti e due i sessi; ma molto più avviene ciò nel sesso maschile che nel femminile, perché il sesso femminile tende per se stesso all'affettività di abbandono, e quindi in esso non è la contronatura che parla, mentre nel sesso maschile sarebbe una stortura in quanto agirebbe in lui la contronatura. Infatti — come abbiamo visto, trattando del segno Pendente — il sesso forte che ha molto accentuato 396
questo segno, ha pure la tendenza ad amori unisessuali. Anche il sesso debole, quando questo segno è accentuato, tende agli amori unisessuali, ma con impellenza molto minore. Il segno Dritta può apportare al segno Curva dei grandi giovamenti, quando però non vada accompagnato con altri segni che indicano rigidità, come per esempio la mancanza di sensibilità, indicata dai segni Grossa, Grossolana, Ricci della spavalderia, Accurata, Solenne. Insomma quei segni che indicano in certo modo appartamento dalla società. I giovamenti che può apportare il segno Dritta sono specialmente quelli della serietà a cui l'Io tende, e della padronanza per la discriminazione delle cose che concernono la natura umana. 18. Filiforme (delicatezza) - Fine (raffinatezza) - Grossa (rudezza) - Grossolana (materialità). — II segno Filiforme che va ad accompagnare il segno Curva rende il sentimento sensibile a tutte le necessità del prossimo e a tutte le possibili sfumature che ne derivano. Che queste sfumature siano discriminate, distinte, vagliate, dipende dalla maggiore o minore accentuazione del segno Fine, perché il Filiforme dice soltanto prontezza di sensibilità e accessibilità a essa, ma non dice discriminazione, distinzione, ecc. della sensibilità, perché questa è una cosa di raffinatezza che viene data dal segno Fine. Il segno Grossa, contrario al segno Filiforme, rende il segno Curva rude, mancante di quelle delicatezze che emergono dal segno Filiforme. Quindi non è contrario al segno Curva, ma non ha quelle modalità che servono a renderlo completo. Così il segno Grossolana impedisce al segno Curva di penetrare in modo raffinato nelle necessità e utilità del prossimo; e perciò anche questo segno non si può dire contrario nella sostanza al segno Curva, ma soltanto determinante a non sentire e a non apprendere quelle raffinatezze che sono come i contorni dell'arte del sentimento. 19. Profusa (espansione) - Fluida (naturalezza) - Slanciata (slancio). — II segno Profusa da al segno Curva l'espansione, che può considerarsi come una proprietà dello stesso segno Curva. Tuttavia questo segno, specialmente quando supera la mediocrità, induce il segno Curva a non appigliarsi alla considerazione e, qualche volta, all'esame oggettivo delle diverse necessità del prossimo. Si può raffigurare il segno Profusa, quando è in un grado superiore, a una piena che fa straripare il fiume e conscguentemente allagare i campi. Sotto questo senso, il segno Profusa è dannoso al segno Curva. Se, per esempio, per sollevare uno dalla miseria, basta dargli dieci, e dandogli cento si corre397
rebbe il pericolo di farlo sdrucciolare nel vizio, il segno Profusa in grado maggiore induce a dare cento anziché dieci. Il segno Fluida dona al segno Curva la naturalezza della sua evoluzione e applicazione: è come il sorriso che accompagna la beneficenza. E il contrario di Stentata, Tentennante, Titubante. È proprio il segno che non ammette alcun indugio agli effetti del segno Curva. Slanciata è un'accentuazione di Profusa e dice minore disposizione alla considerazione delle difficoltà che possono incontrarsi nell'applicazione di Curva. Però in se stesso lo slancio medesimo da il mezzo per superare meglio le difficoltà. 20. Ricci della spavalderìa, Ricci della flemma, Ricci della mitomania, Ricci della confusione, Ricci del nascondimento, Ricci dell'ammanieramento (ipocrisia), Ricci del soggettivismo (soggettività). - I ricci in generale danneggiano il segno Curva perché tolgono a questo segno la sobrietà, e gli comunicano delle aggiunte che non sono necessarie e spesso intralciano il cammino dello stesso segno Curva. a) Ricci della spavalderìa. Lo spavaldo per se stesso danneggia l'altruismo in quanto manifesta doti individuali che non ha, e su questo implicitamente dispone il prossimo all'adulazione. Di più, le promesse dello spavaldo non sono attendibili, in quanto per se stesse sono esagerate e non rispondenti alle possibilità sue e altrui. Inoltre lo spavaldo tende a trattare l'altruismo in modo che può offendere la sensibilità del beneficato, e in un certo senso ad amareggiarlo: per esempio, rendendo pubblica, con il suo modo di agire, una beneficenza che dovrebbe esser privata, perché lo spavaldo tende a pubblicare quelle cose che possono in qualche modo sollecitare il suo vanto. b) Ricci della flemma. I Ricci della flemma indicano indugio sostanziale, che spesso va a finire nell'omissione di un obbligo, di una necessità, di una utilità; e in questo senso offendono il segno Curva. Si tratta per esempio di salvare un naufrago: il flemmatico accorre tardi e lo lascia affogare. Il flemmatico da alcuni potrebbe essere stimato calmo; ma, come abbiamo visto, tale non è, perché la calma distribuisce e valorizza le proprie forze, mentre la flemma è sinonimo di neghittosità. e) Ricci della mitomania. Sia pure in grado minimo, la mitomania è sempre qualche cosa di patologico, e potrebbe perciò solo «per accidens» essere fautrice del segno Curva, ma per se stessa gli è molto dannosa. E anche quando gli possa essere favorevole, produce sem398
pre qualche danno in quanto si posa sulle creazioni della fantasia, che nella sostanza o semplicemente nei contorni non risponde alla realtà. E un segno questo che tende a dissolvere la pace familiare: creazioni di gelosia fra coniugi, malintesi fra persone della stessa famiglia, interpretazioni false, e tutto il corteggio che deriva da queste e da altre simili cose. Il mitomane merita di essere rinchiuso in una casa di salute, anche quando la mitomania è in grado minore, perché è sempre dannoso alla società. L'individuo che ne è affetto in grado minore potrebbe anche correggersi; ma forse questa della mitomania è la tendenza più incorreggibile di tutte, in quanto nel mitomane c'è il gusto dell'invenzione e il gusto di danneggiare coloro che gli fanno ombra. Ho detto sopra che solo «per accidens» la mitomania potrebbe favorire il segno Curva. Per esempio, quando il mitomane è entusiasmato di un individuo inventa fatti e circostanze a favore di lui. Anche in questo caso però, se si va ad approfondire la cosa, è nell'intenzione del mitomane di favorire il segno Curva, ma in realtà crea al prossimo una situazione incresciosa. Ciò è chiaro senza scendere ad altre spiegazioni. d) Ricci della confusione. Questo segno si potrebbe considerare indifferente per il segno Curva; ma nella sua evoluzione tende a fare del segno Curva un groviglio, come tende a fare un groviglio di tutte le altre cose, in quanto chi ne è affetto tende a intrecciare cause a effetti, fatti a circostanze. Tant'è vero che chi ha questo segno accentuato ha ineluttabilmente aperte le porte del manicomio. e) Ricci del nascondimento. Questo segno da la tendenza a nascondere quello che potrebbe menomare il proprio Io; e tale tendenza è dannosa al segno Curva in quanto da questo nascondimento emerge una stima non oggettiva negli altri verso colui che ha questo segno, una fidanza non rispondente alla gravita dei casi, un'acquiescenza che manca di fondamento. Per esempio colui che ha tali ricci viene stimato abile a un'impresa che egli accetta, solleticato nell'amor proprio, mentre se ne sente inetto, e perciò l'impresa non ha buon esito. Gli si confida un segreto credendolo fedele alla gravita di questo segreto, perché appunto colui che ha tali ricci ha tutta l'apparenza della segretezza; ed egli poi tradisce il segreto. Insomma questi ricci danno l'apparenza della prudenza, della perspicacia, della ponderazione, della profondità, che possono ingannare di primo acchito anche l'esperienza più consumata. 399
f) Ricci dell'ammanieramento. Sono i ricci dell'ipocrisia; e ciascuno vede, senza internarci nei dettami della psicologia, che l'ipocrisia è dannosa, sopra tutte le cose attive, a qualunque buon sentimento e specialmente a quello che viene costituito dall'altruismo. L'ipocrita può avere tutte le sembianze dell'altruismo, ma in quanto ipocrita non può essere altruista. E anche se favorisce il prossimo, non può che danneggiarlo o direttamente o indirettamente, presto o tardi. L'ipocrita getta il seme che racchiude innumerevoli danni, sebbene tale seme possa evolversi e germogliare lentamente, sottilmente, producendo ora un effetto ora un altro, sia pure sotto le parvenze delle cose e dei sentimenti più belli. g) Ricci del soggettivismo. Congiunti con il segno Curva, sono causa di un altruismo partigiano, regolato da simpatie e antipatie, e quindi da acccttazione di persone. Questo si versa specialmente sopra quelle persone che sono facili all'adulazione. Per se stesso tende ad agire non secondo la ragione, ma secondo il sentimento. Siccome questi ricci sono per lo più delle persone che hanno un che di solennità e di pomposità, tanto nell'animo che nell'aspetto, portano la tendenza a un che di segregazione dal restante della società e specialmente dalla società minore, per non mescolarsi con essa. 21. Solenne (solennità} - Alta (pomposità) - Spavalda, (spavalderìa). — Circa il segno Spavalda, vale quanto abbiamo detto dei Ricci della spavalderia. Il segno Solenne è una modalità e tende a non piegarsi per ascoltare e apprendere le esigenze del prossimo: sotto questo aspetto è dannoso al segno Curva. Per esempio, quando il Solenne incontra un mendicante, o non lo sovviene per non piegarsi, o lo sovviene in modo splendido per dare sfogo alla tendenza allo snobismo, umiliando così colui che è oggetto della sua beneficenza. Ciò che abbiamo detto del segno Solenne vale anche per il segno Alta. Il segno Alta ha questa diversità dal Solenne: di indugiarsi sulla descrizione di un fatto, di una circostanza. 22. Vezzosa (grazia, civetterìa). — Se il segno Vezzosa indica grazia, esso viene a essere l'aiuto, il conforto, l'arte, la delicatezza, tutte le cose più belle e raffinate per il segno Curva. Si può raffigurare a una candida fanciulla che, vestita di bianco, si piega a un vecchio che ha bisogno di soccorso. Si può raffigurare a una mano benefica di una mamma, pronta a sacrificarsi per il suo 400
pargolo. Si può raffigurare a un angelo munito di potenza superiore e spedito dal ciclo per insegnare la via e assistere un pellegrino smarrito nelle ombre della notte. Il Vezzosa civetteria, invece, produce l'effetto che producono gli uccelli da richiamo per far cadere nella rete quelli che sono liberi di volare dove l'istinto li porta. Siccome la civetteria è, per modo di dire, una grazia affettata ed esagerata allo scopo di allettare, di attirare, di incantare, può avere forme altruistiche, ma in realtà porta con sé la quintessenza dell'egoismo. E le si può dare l'aspetto di un dèmone lusinghiero, che con la lusinga più raffinata attira e fa cadere nella colpa. Fiocchi, tinture, atteggiamenti strani della chioma, favella dolcificata, incesso singolare, ecc. sono i contorni della civetteria. Ognuno vede da sé che questo segno così concepito dissolve completamente il segno Curva. 23. Larga di lettere (profondità] - Larga tra. parole (ragionamento) - Disuguale metodicamente (originalità di concezione] - Disordinata (disordine). - II segno Larga di lettere sta a Curva come il maestro sta al suo fedele discepolo. Questo segno somministra al segno Curva tutte le possibilità per la maggiore evoluzione dell'altruismo. I campioni dell'altruismo, tali per tendenza, debbono avere avuto, per forza di cose, il segno Larga di lettere. E quanto più questo segno era in loro forte di grado, tanto più essi erano atti a escogitare beneficenze, soccorsi, e a mettere insieme i mezzi per poterli attuare. E quei campioni dell'altruismo che non hanno avuto Larghezza di lettere hanno dovuto in certo modo assoggettarsi alle invenzioni altruistiche altrui, avendo poi essi il merito di averle attuate. Il segno Larga tra parole è il complemento di Larga di lettere e, congiunto con questo, pone il Curva nelle possibilità dell'efficacia delle sue tendenze. Si potrebbe dire che il Curva congiunto a Larghezza di lettere e tra parole è il Salomone ricco di sapienza e di ricchezza. Nota bene che questi due segni, Larga di lettere e Larga tra parole, per essere efficaci fautori del segno Curva, debbono aver la loro larghezza proporzionata. Di modo che se si dessero, per esempio, 5/10 di Larga di lettere e 10/10 di Larga tra parole, ne risulterebbe la spinta a una critica accentuata senza la necessaria forza dell'intelligenza per dedurre le conclusioni adeguate. Se invece si dessero 3/10 di Larghezza tra parole e 8/10 di Larghezza di lettere, allora il danno non sarebbe così grave come nell'altro caso: e sarebbe del tutto eliminato e abbondantemente superato se, insieme a questi segni, vi fosse anche Disuguale metodicamente. 401
Il segno Disuguale metodicamente porta con sé l'arte concettuale, e perciò al segno Curva da l'arte concettuale dell'altruismo. Per l'altruismo sarà come l'ispiratore dei mezzi più atti e più solleciti e più consistenti per favorire il prossimo. Se poi Disuguale metodicamente va congiunto a Larghezza tra parole, apporterà al segno Curva l'invenzione di un sistema di beneficenza, di soccorso e via dicendo. Il segno Disordinata con il segno Curva si trova alle stesse condizioni del segno dei Ricci della confusione con il segno Curva. 24. Minuta (finezza di giudizio) - Minuziosa (minuziosità). — II segno Minuta è un accrescitivo della profondità dell'intelligenza e perciò, congiunto al segno Curva, dispone questo segno a penetrare tutte le finezze che servono agli scopi vari e molteplici dell'altruismo: attenzioni, precauzioni, disposizione ad andare incontro, espressione sommessa, parola dolce e penetrante, ecc. sono le doti di questo segno quando va congiunto con il segno Curva. Il Minuziosa invece si perde nelle minuzie, dando la forza di sostanza alle accidentalità, e perciò potrebbe errare di direzione, stornare l'altruismo, oppure porre degli indugi all'attuazione del medesimo. 25. Chiara-Oscura (chiarezza, oscurità) - Nitida-Confusa (nitidezza, confusione). — II segno Chiara, siccome indica chiarezza di impressione, di espressione, di intelligenza, apporta al segno Curva la chiarezza della concezione e della parola. Siccome indica comunicativa facile, ne viene che il segno Curva dal segno Chiara ha l'espressione pronta per accompagnare gli atti dell'altruismo. Il segno Nitida è qualche cosa di più del segno Chiara, e da al segno Curva la forza di discriminare e di dividere non soltanto le cose, ma anche le parti che costituiscono una cosa. Per mezzo del Nitida, il segno Curva ha come il sentore e il fiuto delle necessità che incombono sul prossimo. Il contrario di Chiara è Oscura, di Nitida è Confusa. 26. Acuta (acutezza dell'intelligenza). - Questo segno indica la tendenza a punzecchiare continuamente la verità per usufruirne, direi, egoisticamente, perché il segno Acuta ha gli angoli dell'egoismo: quindi ne viene che il segno Acuta difficilmente si avvera con il segno Curva; anzi è quasi impossibile che questi due segni stiano insieme. Chi ha l'Acuta potrà incamminarsi verso l'altruismo acquisito; ma 402
anche in questo caso gli è d'uopo molto esercizio di virtù: le tendenze indicate dall'Acuta si affacceranno sempre e tenteranno di imporre le loro pretese. 27. Uguale (copiatura) - Pedante (pedanteria) - Accurata (precisione) - Levigata (proprietà affettata). - II segno Uguale con il segno Curva porta all'esecuzione dell'altruismo inventato dagli altri. Colui che ha l'Uguale può aggiungervi la passione nell'evoluzione dell'altruismo: ma questa passione dipende da altri segni: Profusa, Fluida, Slanciata. Il segno Pedante è dannoso al segno Curva perché produce l'indugio nell'esecuzione dell'altruismo, la noia nell'espressione, la ripetizione degli atti che non sono necessari all'intendimento. Accurata porta la precisione, ma una precisione che sa di pedanteria, perché manca di arte. Perciò rende il Curva pesante. E questo si deve dire molto più del segno Levigata. 28. Parca (sobrietà, laconicità). — Se questo segno viene per se stesso ad aiutare il segno Curva, in quanto lo rende denso di azione, tuttavia può anche danneggiarlo, mancando a volte di quelle proprietà che abbiamo accennato trattando del segno Vezzosa (grazia) e degli altri segni affini. 29. Veloce - Lenta. — Per il segno Curva sarebbe meglio che non vi fosse né Veloce né Lenta, ma una scrittura media in velocità, quale sarebbe la scrittura Fluida. La velocità può trascurare la considerazione e tutte le cose che a essa si riferiscono; la lentezza poi potrebbe arrivare troppo tardi. 30. Attaccata (continuità) - Staccata {analisi). — Questi due segni sono del tutto indifferenti riguardo al segno Curva, e sarebbe bene che tutti e due si avverassero in eguale modo in una scrittura, perché la mente umana ha bisogno della continuità di pensiero, ma anche di rompere alle volte tale continuità per darsi all'analisi. Sotto questo punto di vista il segno Attaccata potrebbe avere le proprietà di Veloce, e allora si troverebbe con Curva nelle stesse condizioni di Veloce; e la Staccata partecipa della qualità di Lenta: o meglio può partecipare delle qualità di Lenta e avere con Curva le stesse relazioni. 31. Sciatta con Curva porta quella neghittosità che induce l'Io a non resistere alle impellenze di un altruismo esagerato. 403
32. Irta è incompatibile con il segno Curva. 33. Aggrovigliata da a Curva l'arruffamento del pensiero e del sentimento e quindi da luogo a un altruismo che tende a pescare nel torbido. 34. Artrìtica partecipa a Curva la sua agitazione che porta con sé qualche cosa del fanatismo a favore o a disfavore. 35. Elegante da a Curva l'arte dell'altruismo. 36. Flessuosa da a Curva la grazia delle pieghe proprie dell'altruismo. 37. Parallela da a Curva la stupidità del pensiero e delle azioni cristallizzate. 38. Legata da a Curva la logica del pensiero e del sentimento dell'altruismo.
2. ANGOLI A E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva (altruismo}. - II segno Curva ha il compito di mitigare gli Angoli A. Guai se il segno Curva non apparisse affatto, oppure apparisse in minimo grado: gli Angoli A in questo caso, specialmente se fossero in un grado sopramediocre, prenderebbero una potenza incoercibile per associarsi a un egoismo a oltranza. Per tutto il resto, ne abbiamo già trattato. 2. Angoli B (tenacia, testardaggine, caparbietà, cocciutaggine}. — Gli Angoli B sono i fratelli degli Angoli A; ed è difficile e quasi impossibile che tu possa trovare gli Angoli A accentuati senza che nello stesso tempo ci siano gli Angoli B. Questi due angoli concentrano in se stessi tutte le forze e tutte le possibili evoluzioni dell'egoismo: in modo che tu non hai altro segno diretto dell'egoismo fuori di questi due angoli, che possono poi essere manipolati dagli Angoli C. Dato che gli Angoli A non vanno accompagnati dagli Angoli B, non potranno mai avere un grado superiore ai 5/10; anzi posso dire che 404
non potranno superare 13/10, poiché il risentimento, per se stesso e molto più la permalosità -, chiamano per natura la tenacia o la testardaggine per potere mantenersi nella loro situazione improntata dalla natura. Se gli Angoli A hanno 5/10 e gli Angoli B sono sotto i 5/10, allora il risentimento che ne emerge più facilmente svanisce. Se vi sono 5/10 di Angoli A e 5/10 di Angoli B, allora il risentimento legittimo e la tenacia legittima si danno la mano per difendere l'Io sino alla chiarificazione totale del medesimo. Se gli Angoli A hanno 5/10 e gli Angoli B sono sopra i 5/10, la tenacia divenuta testardaggine, pur dopo lo sbollire del risentimento, seguiterà ad assaltare chi è stato causa di quel risentimento. Se gli Angoli A sono superiori ai 5/10 e gli Angoli B sono sui 5/10 oppure sotto, la permalosità, affievolita nei mezzi di difesa, si conturba e facilmente cade nel silenzio esterno, pur mantenendo alterate le facoltà interne che hanno la spinta alla vendetta. Se gli Angoli A sono sopra i 5/10 e così gli Angoli B, allora formano una mostruosità morale di egoismo, che si manifesta nella contraddizione su tutte le cose di lui, nell'inalberazione dell'Io per un'osservazione fatta su di lui, nell'escogitazione di vendette più o meno raffinate secondo la potenzialità dell'intelligenza. Questi due segni, così combinati in grado elevato, ci danno quegli individui che sono in continua azione per danneggiare quel prossimo che è informato di lealtà, di giustizia, di ordine. Se gli Angoli A sono sotto 5/10 e gli Angoli B sopra i 5/10, allora il risentimento può sussistere e non cedere soltanto quando l'Io venga impegnato come in una disputa di discussione, e quindi per ragioni esterne e che non riguardano direttamente l'Io. Angoli C (saper fare}. — Gli Angoli C conferiscono agli Angoli A il mezzo per nascondersi nella loro vera natura e per presentarsi sotto l'aspetto di legittimità anche quando non sono legittimi, cioè quando superano quello che è richiesto dal giusto risentimento. In questo caso se gli Angoli C sono sopra i 5/10, la loro opera sarà efficace; altrimenti si ridurranno al ridicolo perché non atti a raggiungere lo scopo. Se gli Angoli A sono sui 5/10, e gli Angoli C sui 4/10, questi riusciranno a difendere efficacemente gli Angoli A in quanto hanno a loro favore la legittimità degli Angoli A. Se gli Angoli A sono sotto i 5/10 e gli Angoli C in un grado inferiore, allora sbollendo facilmente il risentimento, il soggetto si accon405
tenterà di aver messo a tacere l'avversario, e non abuserà delle proprie arti. 4. Intozzata 1" modo (comando, ambizione, indipendenza). - Gli Angoli A tendono a rendere il comando sospettoso quando sono sopra i 5/10. Quando sono sotto i 5/10 suscitano il sospetto, ma facilmente superabile. Questi due segni accoppiati tendono a cercare e a favorire coloro che approvano l'operato del soggetto e tendono a vendicarsi delle persone leali. Questo, sempre quando gli Angoli A sono sopra i 5/10, perché, se sotto, allora la spinta all'adulazione passiva non è così forte e facilmente il soggetto rientra in se stesso e contraddice le proprie tendenze. Se Intozzata 1 ° modo indica soltanto indipendenza, allora gli Angoli A tendono a gettare un che di disprezzo sui contraddittori e non si curano di altro. Davanti all'insistenza dei contrasti il soggetto tende a dare dei colpi magistrali e sempre con tinta di disprezzo. Che questi colpi siano efficaci o no dipende da altri segni (Larga di lettere, Angoli C, ecc.)> oltre che dalle circostanze. 5. Intozzata 2" modo (impressionabilità). - L'impressionabilità, per se stessa, tende ad accrescere la portata degli Angoli A. Se gli Angoli A sono sotto i 5/10 e Intozzata 2° modo è sui 3/10, allora ne emergono quei tipi che sono sensibili a qualunque osservazione sul loro operato, ma che riescono, nei casi ordinari, a farsi una ragione oggettiva, o quasi, delle cose. Nei casi straordinari tendono a esagerare, ma poi possono quietarsi e ritornare nella normalità. Se gli Angoli A sono sui 5/10 e Intozzata 2° modo sui 3/10, il risentimento prenderà una forma più accentuata, ma potrà sempre tornare presto nella normalità. Con 5/10 di Angoli A e 5/10 di Intozzata 2° modo, il risentimento non trascende, mantenendosi nella legittimità, ma l'impressionabilità lo pervade e lo rende durevole facendolo sfociare ora in una, ora in un'altra manifestazione propria del risentimento medesimo. 6. Mantiene il rigo - Discendente - Ascendente (fermezza, debolezza, presunzione]. — Mantiene il rigo conferisce agli Angoli A la fermezza; sicché se gli Angoli A si sono determinati alla vendetta, sia essa legittima o illegittima, cioè dettata dal semplice risentimento o dalla permalosità, il Mantiene il rigo quanto più è forte tanto più fìssa il soggetto nella vendetta. 406
Così se il soggetto ha stabilito di perdonare, il Mantiene il rigo conferirà al soggetto la fermezza nel perdono e nel far tacere le pretese degli Angoli A. Da ciò concludi che la natura ci ha dato i mezzi per la nostra vera educazione. Non solo ci ha dato, cioè, la libertà, ma ci ha dato anche le qualità per mantenerla più o meno nella sua legittimità. L'Ascendente tende a togliere agli Angoli A la pacatezza e ad affrontare colui che ha suscitato gli effetti degli Angoli A. Il Discendente per sé non diminuisce la forza degli Angoli A, ma per modo di dire la smorza, perché la debolezza determina il soggetto a cedere. 7. Larga tra lettere - Serrata (generosità, tirchieria). — Se il Larga tra lettere è sotto la mediocrità (Serrata) accentua gli Angoli A secondo la loro natura di risentimento o di permalosità, perché il Serrata indica tirchieria di pensiero e di sentimento. Se Larga tra lettere è nella mediocrità, allora gli Angoli A tendono a pretendere che l'offensore metta le cose a posto, o ritrattandosi o correggendo il detto, la frase, il gesto, ecc. Se Larga tra lettere è sopra i 5/10 tende, secondo il temperamento di colui sul quale si posano gli Angoli A, a produrre la vendetta, perché la generosità, per se stessa, tende a far sentire al soggetto maggiormente l'offesa, ma poi davanti al pentimento o alle scuse dell'offensore tende a estinguere totalmente gli effetti degli Angoli A e persine a trascendere nell'andare verso l'offensore e a formare la difesa del medesimo. 8. Sinuosa (psicologia, arte di leggere e penetrare l'animo altrui) - Contorta (controllo, meccanica). — II segno Sinuosa, anche sotto la mediocrità, mitiga gli Angoli A pur quando sono sopra i 5/10. Se il segno Sinuosa è sopra i 5/10, allora fa quasi sparire all'esterno gli effetti degli Angoli A. Tuttavia rende l'interno più sensibile tanto al risentimento quanto alla permalosità e può rendere gli Angoli A più raffinati nella vendetta. Quanto al Contorta, siccome questo segno indica controllo, potrebbe apportare al segno Angoli A, anche quando sono sopra i 5/10, considerazione e resipiscenza, come potrebbe rendere tale segno più fìsso negli effetti che gli sono propri, quando specialmente l'altra parte che suscita gli Angoli A sia nelle stesse disposizioni del soggetto e tenda alla tenacia. Questo, se Contorta e Angoli A sono sopra i 5/10. 407
Se Contorta è sotto i 5/10 e gli Angoli A sopra, è poco importante il contributo che il Contorta apporta agli Angoli A. Se ambedue sono sui 5/10, il Contorta rende attenti gli Angoli A, ma non li fa trasmodare. Se sono sotto i 5/10, tanto il Contorta come gli Angoli A divengono segni da non meritare una considerazione speciale. 9. Scattante (scatto, musica). - Questo segno rende nervosi gli Angoli A, cioè il risentimento o la permalosità. La nervosità è a misura dell'accentuazione di questo segno. 10. Minuta - Minuziosa (finezza di intelligenza e sentimento, minuziosità). - Minuta sopra 15/10 apporta agli Angoli A finezza di risentimento o di permalosità in modo che qualunque osservazione si faccia sull'operato del soggetto, questo ne viene tutto penetrato. Che il sospetto manifesti più o meno tale forma di risentimento o di permalosità dipende dal segno Parca. Quanto più il Parca è forte, tanto meno il soggetto si manifesta. Riguardo all'intelligenza, questo segno con il segno Angoli A dispone il soggetto a rendersi conto della situazione morale altrui nei contrasti e nelle contraddizioni, in un modo del tutto raffinato. Minuziosa rende più forti gli Angoli A non nella sostanza delle cose, ma riguardo alle piccolezze e alle accidentalità: una mancanza di riguardo, una parola, un gesto, per se stessi insignificanti, producono nel soggetto una inalberazione singolare, quando i due segni sono accentuati. Se sono in grado mediocre, inalberano il soggetto, ma non in modo singolare. Il Minuzioso tende poi a discutere su tutte le cose dette sopra e a difendere il suo modo di vedere, sicché si rende noioso, antipatico, urtante. Se gli Angoli A sono sotto i 5/10 e il Minuziosa sopra i 5/10, allora il Minuziosa tenta di fare agire gli Angoli A, ma questi non facilmente sono suscettibili se non quando il risentimento è ragionevole. Se invece gli Angoli A sono sui 5/10 e il Minuziosa sopra, allora gli Angoli A, sollecitati da Minuziosa, potrebbero presentare le particolarità della permalosità anziché quelle del risentimento che sono loro proprie. 11. Larga di lettere (profondità) - Larga, tra par ole (ragionamento). - Larga di lettere da un gran contributo agli Angoli A perché possano mantenersi nelle loro esigenze, sicché l'abuso che ne consegue può divenire 408
molto spiccato. Voglio dire che gli Angoli A possono abusare della profondità intellettiva - quando sono sopra i 5/10 - per sostenere la forza della permalosità. Se sono sui 5/10 o sotto, allora Larga di lettere serve agli Angoli A per imporre il loro risentimento legittimo. Dato che il soggetto si sia dato alla coltura della virtù, Larga di lettere servirà meravigliosamente per fare zittire gli Angoli A, poiché il soggetto assumerà da Larga di lettere le ragioni allo scopo. Larga tra parole pressappoco agli Angoli A reca lo stesso servizio di Larga di lettere. Se però il Larga tra parole è forte e non è accompagnato dalla rispondente Larghezza di lettere, allora può accentuare gli Angoli A dandoli in braccio all'ipercritica. 12. Disuguale metodicamente (arte) - Disordinata (disordine}. — Disuguale metodicamente da agli Angoli A quella varietà di risentimento e di permalosità che possono diventare lo sfondo di un'arte singolare, in modo che l'artista di simile fatta potrebbe diventare specialista nella concezione e nell'espressione dei risentimenti e delle permalosità. Il Disordinata è sempre il segno sul quale non si può fare affidamento: con gli Angoli A accentuati, può apportare maggiore accentuazione a essi, come può affievolirli se il soggetto viene distratto da altre cose che possono attirare la sua attenzione. 13. Chiara - Nitida - Limpida (chiarezza di pensiero e di comunicativa, nitidezza, limpidezza). - II segno Chiara, e molto più il Nitida, rendono gli Angoli A più spiccati tanto nel sentimento come nell'intelligenza. Quanto più questi sono forti, tanto più spiccata è l'azione degli Angoli A tanto nell'impressione come nell'espressione. Si sa che il Limpida è un accrescitivo del Nitida e perciò rende più marcata l'opera di questo segno: la rende più distinta. 14. Acuta (acutezza di sentimento e di intelligenza). — Acuta accentua gli Angoli A. Un angolo, infatti, di Acuta costituisce l'angolo A, e l'altro angolo è come il corrispondente all'angolo A. Rende il soggetto proclive e pronto a dare evoluzione agli Angoli A, cioè a contraddire per risentimento, per permalosità. 15. Secca (avarìzia, intellettiva e morale). — Rende gli Angoli A più ritrosi, più tenaci. Anche quando gli Angoli A sono sui 5/10, cioè quando 409
dicono disposizione a non uscire dalla legittimità del risentimento, con il segno Secca sdrucciolano in un risentimento che trasgredisce i limiti della ragionevolezza. Quanto più il segno Secca è accentuato, tanto più si avvera quello che abbiamo detto, in modo che se il Secca supera i 5/10 il risentimento non può fare a meno di diventare permalosità con l'inseparabile vendetta. 16. Stentata - Tentennante - Titubante (stentata, tentennamento, titubanza}. - Questi tre segni, secondo la loro natura, tendono a rendere tardo il soggetto a sciogliere le questioni di risentimento e di permalosità. Lo Stentata fa sostare il soggetto sugli effetti prodotti dagli Angoli A; il Tentennante lo rende indeciso nel togliere gli ostacoli per dar luogo alla remissività; il Titubante rende timida l'espressione della protesta del risentimento e della permalosità. 17. Uguale - Pedante (copiatura, pedanteria). — Uguale rende gli Angoli A rigorosi nella modalità per la riparazione dell'offesa. Da luogo a un che di gusto nell'opposizione delle modalità e della confusione dell'avversario. Da anche luogo a una vendetta subdola per la mancanza di coraggio e di personalità nel sostenere unajotta. Pedante, pressappoco come il segno Uguale. È più esigente nelle modalità che ricerca e impone con un lagno noioso e di scandalo. Questi due segni aprono la porta a quella mormorazione e detrazione coperte di circospczione. 18. Apertura a capo delle o e delle a (intenerimento sessuale) - Pendente (affettività languente) - Dritta (sostenutezza). — Apertura a capo delle o e delle a ha accesso agli Angoli A per renderli molto sensibili a tutte le espressioni sessuali. Questi due segni si aiutano a vicenda per l'evoluzione della sensualità. Apertura apre la porta alla sensualità, e Angoli A vi apportano la finezza del risentimento che si evolve a servizio della stessa sensualità. La finezza e la nervosità propria degli Angoli A rendono le manifestazioni sessuali più acutizzate. Quanto più i due segni sono accentuati, tanto più sono accentuati i loro effetti. Pendente concede agli Angoli A quell'abbandono nel risentimento e nella permalosità che ha sentore di isterismo, di modo che pone chi ha suscitato gli effetti di Angoli A in un serio imbarazzo, non sapendo come togliersi dall'intrigo. Dritta da agli Angoli A un che di irremissività ammantata di dignità personale. 410
19. Aste rette, Aste in avanti, Aste indietro (inflessibilità, remissività, repulsione). - Aste rette comunicano ad Angoli A l'inflessibilità del risentimento e della vendetta. Tendono a disporre il soggetto in quella irremovibilità di rancore che anche dopo la riparazione perdura, espresso magari solo dalla noncuranza improntata al disprezzo. Aste in avanti mitigano gli Angoli A e li riducono pressoché nulla anche quando sono in grado elevato, intervenendo convenienze di scuse o di altre cose di questa specie da parte dell'offensore. Aste indietro accentuano molto gli Angoli A e possono arrivare al punto, quando sono in grado elevato, di renderli del tutto irriducibili anche davanti alle riparazioni più profonde. 20. Ardita - Slanciata - Calma (arditezza, slancio, calma). — Ardita da agli Angoli A l'arditezza dell'assalto contro la parte contraria. Slanciata da lo slancio della difesa dell'Io. Calma lascia nell'interno il risentimento o la permalosità intatti. Nell'esterno, in principio può andare, questo segno, accompagnato da un che di reazione; ma, opponendosi delle difficoltà nell'evoluzione della reazione, si getta nella noncuranza. Calma ponderata da all'intelligenza e al sentimento l'agio di vagliare, sicché è il segno più adatto per l'oggettività nel giudicare l'offesa e nel richiederne la riparazione. Questo segno da luogo anche a quell'indugio prudente che tante volte è più atto di qualunque altro mezzo per una giusta reazione. 21. Filiforme- Fine- Grossa- Grossolana (delicatezza, raffinatezza, rudezza, grossolanità di concezione intellettiva e di sentimento). — Filiforme, nello stesso tempo in cui rende gli Angoli A più delicati, li rende anche più sensibili e più difficili a essere smodati nell'impressione subita: specialmente quando i due segni sono in un grado elevato. Se sono ambedue in un grado mediocre, allora il Filiforme può essere come il consigliere e l'arbitro nel valorizzare tanto l'offesa, come la riparazione. A maggior ragione tutto questo vale per il segno Fine che, mentre dona la raffinatezza agli Angoli A, dona anche la puntura più forte, più acutizzata e più fissa nella vendetta. Grossa è il segno della poca sensibilità riguardo alle cose altrui, e perciò accentua gli effetti degli Angoli A e non è accessibile a valorizzare la riparazione e i contorni di essa. 411
Tende a pretendere la riparazione in modo rude, sicché tende a disgustare quello che può emergere dalla delicatezza e dalle sfumature del sentimento. Così pressappoco si parli del segno Grossolana.
22. Ricci della mitomania - Ricci della confusione - Ricci del soggettivismo Ricci del nascondimento - Ricci dell'ammanieramento. — I Ricci della mitomania rendono gli Angoli A fecondi di creazione sulle intenzioni, sulle possibili azioni dell'offensore, facendo lavorare l'immaginazione nel creare fatti e conseguenze interminabili. I Ricci della mitomania congiunti agli Angoli A possono dar campo alla mania di persecuzione, più o meno accentuata secondo la forza dei due segni; possono aprire il campo a vendette fuori luogo, facendo concorrere a tali vendette altri esseri e specialmente i familiari, poiché il mitomane, per lo più, è così ricco nella descrizione dei particolari inventati dalla sua fantasia da indurre anche il più mite nella pretesa della riparazione. I Ricci della confusione rendono gli Angoli A, per modo di dire, aggrovigliati, inestricabili, irragionevoli anche quando tali angoli sono nella mediocrità o anche un poco sotto la mediocrità. I Ricci della confusione con gli Angoli A sono un vero tormento per il soggetto e non gli lasciano tregua. I Ricci del soggettivismo sono dannosi agli Angoli A in quanto allontanandoli dall'oggetti vita e accompagnandoli con la soggettività, che è sempre al servizio egoistico dell'Io, accentuano la portata dell'offesa e naturalmente accentuano anche la pretesa della riparazione. I Ricci del nascondimento non apportano niente di nuovo alla natura degli Angoli A. Se il soggetto giudica che è meglio non mostrare risentimento, o permalosità — non importa se per prudenza o per motivo egoistico, poiché ciò dipende da altri segni, cioè da Calma ponderata per quella, da Acuta, Angoli C, ecc. per questo - il segno Ricci del nascondimento lo induce a non manifestarsi. Così questi ricci inducono il soggetto a cercare e ad applicare una vendetta subdola di qualunque specie essa sia. I Ricci dell'ammanieramento apportano agli Angoli A l'arte di renderli vistosi e di rendere vistosa l'offesa con tutti i mezzi che sono a disposizione del soggetto. Egli si mostrerà offeso nell'onore, mentre forse tiene poco all'onore; insomma il soggetto si ammanta di ipocrisia per ottenere una vendetta più raffinata e nella quale egli faccia vedere, se è possibile, che non è affatto intricato, e che la vendetta è venuta da sé in forza della gravita delle cose. 412
23. Profusa (espansione) - Parca (laconicità) - Recisa (recisione) - Austera (austerità). — Profusa partecipa delle proprietà di Larga tra lettere, e perciò dobbiamo dire di essa quello che abbiamo detto di Larga tra lettere. Anzi, a maggior ragione, in quanto Profusa è accrescitivo di quella. Parca, siccome indica laconicità, tale laconicità apporta al segno Angoli A economia sia del risentimento o permalosità sia della reazione e riparazione. Può indirettamente indurre il soggetto a più rigorosità di giudizio sulla portata dell'offesa e della riparazione, in quanto riduce al minimo la discussione oppure la toglie del tutto di mezzo. Recisa agli Angoli A reca il suo contributo tanto nell'accrescerne gli effetti come nel toglierli di mezzo. Se va congiunta ad Acuta, allora rende gli Angoli A terribili nella riparazione; se va congiunta con Larga tra lettere, allora rende gli Angoli A impotenti, secondo la tendenza del segno Larga tra lettere che sarebbe la generosità. E la generosità o la pretesa della riparazione si impongono in modo che non ammettono replica. Austera partecipa, se congiunta con gli Angoli A, degli effetti di Parca e di Recisa. 24. Allungata - Solenne (prosopopea, solennità). — Questi due segni hanno gli stessi effetti, accompagnati con gli Angoli A: cioè informano il soggetto di quelle espressioni e di quelle pretese di riparazioni che hanno della solennità, e ciò specialmente davanti al pubblico, per potere avere nome e per divulgare la fama, poiché questi due segni tendono molto a tutte le forme delle esteriorità, trascurando quasi del tutto l'interno. Per cui chi ha tali segni e il segno Angoli A non si cura troppo dell'offesa ricevuta, ma molto più della vistosità della riparazione. 25. Attaccata - Fluida (continuità, naturalezza). — Questi due segni sono quelli che dispongono il soggetto all'oggettività e all'evoluzione delle cose. Di modo che, se gli Àngoli A si trovano in condizione di fare scalpore, ci si accomodano; se invece gli effetti di essi passano inosservati o quasi, in forza dei due segni gli Angoli A ci si adattano. Così si parli della riparazione. 26. Impaziente (impazienza) - Spavalda (spavalderìa) - Staccata (analisi). — Impaziente rende gli Angoli A furiosi, ma può rendersi poi mite e 413
non curarsi della riparazione. Poiché l'impaziente è portato da natura a sfrenarsi nell'ira subitanea e a calmarsi poi repentinamente. Spavalda reca agli Angoli A le proteste del soggetto e la pretesa mirabolante della riparazione. Tuttavia basta poi un nonnulla di riparazione o di convinzione per smontare le pretese di Spavalda. Staccata induce il soggetto all'analisi, tanto dell'offesa come della riparazione. E piuttosto un segno freddo che non apporta altre modificazioni al segno Angoli A. 27. Vezzosa, (vezzosità) - Lenta (lentezza] - Veloce (velocita). — Vezzosa se è civetteria, meno se è grazia, indurrà coloro che sono presi dalla civetteria e dalla grazia a vendicarne l'offesa. Il Vezzosa con civetteria o con la grazia accentuerà l'offesa non presa in se stessa, ma in quanto ha colpito una creatura delicata e meritevole di riguardi speciali. Può essere che il soggetto che ha il segno Vezzosa senta poco l'offesa, specialmente se già è abituato ed esposto a critiche e censure, ma fa sentire tale offesa a coloro che sono attorno al soggetto, specialmente se questi hanno la potenza della vendetta. Tutte le donne che sono state amanti di uomini altolocati hanno adottato tale metodo e hanno seminato delle rovine per schiacciare la lealtà e la sincerità. Lenta ha le modalità della Calma, sia essa tale per pigrizia o per ponderazione. Di queste due già abbiamo trattato. Veloce subisce gli effetti di Impaziente, di Profusa, ecc. secondo se va accompagnata o no da tali segni. 28. Sciatta con Angoli A è diffìcile che si avveri per la natura stessa della sciatteria. Dato che si avveri, gli Angoli A diminuiscono la forza di Sciatta. 29. Irta è un accrescitivo potente di Angoli A. Si potrebbe dire che forma la permalosità non solo in modo estroversivo, ma anche introversivo, cioè con il soggetto medesimo. Entra in permalosità degli stessi sentimenti che ha; ciò che porta a un che di disperazione. 30. Lettere addossate è una modalità di Larga tra lettere. 31. Aggrovigliata è un segno occultato re di Angoli A allo scopo di farli agire con più libertà. 414
32. Accartocciata da ad Angoli A l'egocentrismo. 33. Artrìtica rende il soggetto sospettoso e teme che si parli di lui. Si inalbera facilmente. 34. Elegante rende la persona piuttosto di sentimento distinto, pronto ed efficace nello svolgere il proprio risentimento. 35. Flessuosa da ad Angoli A l'arte della scaltrezza per non far conoscere il risentimento o metterlo sotto la luce della legittimità. 36. Parallela rende la permalosità e la dispone verso la gelosia e la vendetta stupida. 37. Legata da agli Angoli A la logica di evoluzione e di conclusione.
3. ANGOLI B E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva (bontà). - Curva mitiga gli Angoli B e li dispone alla bontà. Quando vi concorre la virtù, Curva induce gli Angoli B a versarsi sopra il soggetto per la tenacia e persino per la testardaggine - secondo il grado degli Angoli B - per attutire e per schiacciare le pretese dell'Io. Così abbiamo i grandi campioni della bontà. 2. Angoli A (risentimento). — L'angolo A all'angolo B apporta aiuto e in certo modo ne stuzzica gli effetti, in quanto il risentimento, e molto più la permalosità partecipano della natura della tenacia e della testardaggine. Per il resto vedi la combinazione già fatta tra l'angolo A e l'angolo B. 3. Angoli C (saper fare). - L'angolo C per se stesso mitiga l'angolo B e gli da il modo di acquistare l'arte della manipolazione, per poter togliere a se stesso l'antipatia della contraddizione. Si sa poi che, quanto più sono forti gli Angoli C, tanto più diminuiscono gli Angoli B e viceversa. Se gli Angoli B sono forti, allora gli Angoli C vengono come assorbiti. Si può dire che quando gli Angoli B agiscono nella loro 415
forza superiore, allora gli Angoli C non hanno luogo con la loro azione. 4. Intozzata 1" modo {comando, indipendenza, ambizione). — Questo segno rafforza l'angolo B in modo che, se il soggetto perviene al comando — quando l'angolo B è sopra la mediocrità —, manifesta tutta la sua tendenza alla testardaggine e arriva persino a sanzionare la sua testardaggine con la speciosità della difesa dell'autorità, mentre non è altro, quella che difende, che la cocciutaggine dell'autorità. L'autorità in questi esseri assume una forma di intoccabilità, di irreprensibilità, mentre si sa che l'autorità intoccabile e irreprensibile è quella di Dio. Tutte le altre autorità sono soggette a difetti e mancanze. Se l'angolo B è sui 5/10, ed è posto al comando, tenta anche allora di fissarsi nella cocciutaggine, di modo che chi ha il segno dell'angolo B, specialmente superiore a 5/10, dovrebbe per quanto può declinare il comando, poiché la cosa che più danneggia il retto comando è la testardaggine. 5. Intozzata 2° modo {impressionabilità). — Questo segno accresce a dismisura gli effetti di Angoli B, sicché chi ha, per esempio, 5/10 di Angoli B con questo segno viene ad accrescere almeno di due gradi lo stesso angolo B, di modo che, senza essere testardo, diventa tale con la presenza di Intozzata 2° modo. Questo, quando tale segno è accentuato. Quando è in grado minore, ma che almeno arrivi ai 3/10, allora l'angolo B anche mediocre prende una forma più forte della mediocrità, appunto per la presenza con tre gradi di Intozzata 2° modo. Se poi l'angolo B è sopra la mediocrità, allora, ancorché Intozzata 2° modo fosse sotto, il soggetto presenterebbe una mezza mostruosità di testardaggine. 6. Mantiene il rigo (fermezza) - Ascendente {presunzione) - Discendente {debolezza). — II Mantiene il rigo da maggior forza all'angolo B e lo dispone a non sentire ragioni di sorta quando ambedue i segni sono sopra la mediocrità. Quando l'angolo B è sopra la mediocrità e il Mantiene il rigo è sotto, allora l'angolo B non viene modificato dall'accesso di questo segno. Quando invece l'angolo B è sotto la mediocrità e l'altro è sopra, allora l'angolo B viene ad acquistare più forza, tanto che se l'angolo B è sui 4/10, può arrivare a produrre gli effetti dei 5/10 e anche dei 6/10. 416
Ascendente è un fautore di Angoli B e un fautore tanto efficace che spesso lo rende pieno di protervia, specialmente quando l'angolo B può essere favorito dalla sorte o del cornando o della fortuna che abbia versato nella mano del soggetto il corno dell'abbondanza. E questo, anche se l'angolo B fosse in un grado medio; e molto più se il grado è sopra la mediocrità. Anzi, anche se l'angolo B non sorpassa la mediocrità. E se passa la mediocrità, allora per di più è irriducibile. Per indurlo, l'unico mezzo è che il soggetto sia bersagliato dalla sorte. Discendente non smonta la potenza dell'angolo B quando questo è superiore a 5/10, perché allora l'angolo B alimenterà la testardaggine per rendere in qualche modo di diritto la stessa debolezza, oppure con il farla trionfare mascherata di fortezza non rispetto all'oggetto della debolezza, ma rispetto all'Io magari sociale. Per far conoscere meglio quanto vogliamo dire, prendi per esempio una donna fecondata non legittimamente che pretende di essere protetta e governata dal pubblico o dalla legge puntando i suoi diritti sulla sua creatura spuria. Larga di lettere, tra lettere, tra parole - Serrata (profondità, generosità, tirchierìa, ragionamento). Il Larga di lettere per se stessa rende equilibrato l'angolo B quando non supera i 5/10, perché la tenacia è legittima e non attenta per se stessa l'equità e la giustizia. Ma se l'angolo B è sopra i 5/10, allora può avvenire, e spesso avviene, che si serva di Larga di lettere per sostenere la sua testardaggine. Il Larga tra lettere, se è sopra la mediocrità, riduce l'angolo B anche quando questo è sopra la mediocrità, ma solo quando questa ha avuto il trionfo della propria opinione o del suo punto di vista. Se l'angolo B è sui 5/10 e il Larga tra lettere sopra la mediocrità, allora la generosità va ad assalire la tenacia perché la generosità resti incrollabile. Se l'angolo B è sopra i 5/10 e vi interviene il segno Serrata, allora ne scaturisce un'avarizia intellettiva e morale che può avere del mostruoso. Se l'angolo B è sui 5/10 e accede la Serrata, allora l'avarizia intellettiva e morale sarà sorretta da una tenacia per se stessa ragionevole, ma irragionevole riguardo ai diritti scomposti dell'avarizia. Accartocciata è lo stesso che Larga tra lettere sotto i 5/10. Larga tra parole accede all'angolo B per sorreggerlo con un ragionamento, sia pure effìmero, quando il Larga tra parole eccede la mediocrità. In qualunque modo il Larga tra parole è un segno di cui l'angolo B si impossessa e se ne serve a totale suo vantaggio.
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8. Sinuosa (psicologia) - Contorta (controllo, meccanica). — La Sinuosa, quando va congiunta con l'angolo B, ne diventa come la schiava e gli serve per insinuarsi presso coloro che sono contrari alle conclusioni di Angoli B e per ridurli alla propria idea. La Sinuosa servirà anche all'angolo B per sobillare, per macchinare, specialmente se ha a sua disposizione anche gli Angoli C. Questo, se l'angolo B è superiore a 5/10. Se è sui 5/10, allora Sinuosa servirà all'angolo B come di aiuto per ottenere con la forza dell'insinuazione il trionfo delle giuste pretese. Contorta, se l'angolo B è in grado superiore, ispirerà l'angolo B e lo fomenterà nella caparbietà per il raggiungimento dello scopo prefisso appigliandosi al sovversivismo. Se l'angolo B è sui 5/10, allora il Contorta darà all'angolo B tutta la forza e la fierezza del compimento dei giusti ideali, molto più se Contorta sarà sopra la media. 9. Scattante (musica) - Impaziente (impazienza) - Slanciata (slanci). — Scattante apporta all'angolo B la modalità dello scatto secondo la forza nativa di questo. Quando Scattante è spiccato, conduce all'angolo B una musica di invenzione forte che sfoggia specialmente quando deve descrivere fatti e passioni di contrasto, e può produrre, sotto questo aspetto, una musica di un vero genio. L'Impaziente pure da all'angolo B la modalità delle espressioni e nulla fuori di questo. Da cioè all'angolo B la forza dell'impazienza. Lo Slanciata, come gli altri due, da all'angolo B la modalità dell'espressione, ma può anche stornare l'angolo B dalle sue pretese, in quanto lo slancio viene facilmente a distrarre il soggetto dallo stesso oggetto a cui è attaccato l'angolo B quando si presenti un altro oggetto, sia pure di minore importanza, ma che riesca a fare di nuovo scattare il soggetto. 10. Minuta (finezza) - Minuziosa (minuziosità). - II Minuta, quando l'angolo B è sui 5/10, è di un validissimo aiuto per convincere i contrari e ridurli ai diritti legittimi dell'angolo B. Quando l'angolo B è sopra i 5/10, allora il Minuta diventa il mezzo per aiutare l'angolo B nella sofisticheria e nella contraddizione irragionevole. Il Minuziosa è un alleato dell'angolo B che lo conduce sempre fuori dell'ordine. Se l'angolo B, infatti, è sui 5/10 o sotto, lo conduce a trasmodare nelle ragioni minuziose che, in quanto tali, mai sono ragionevoli. Se poi l'angolo B è sopra i 5/10, allora rende l'angolo B 418
insopportabile in tutta l'estensione e il significato profondo di questo termine. 11. Disuguale metodicamente (arte) - Disordinata (disordine). — II Disuguale metodicamente conduce l'angolo B nell'arte e può fare degli specialisti nell'espressione tanto della tenacia quanto della cocciutaggine. Il Disordinata può distrarre l'angolo B dalla sua tendenza, come abbiamo detto di Slanciata. 12. Chiara (chiarezza) - Nitida (nitidezza) - Limpida (limpidezza). — II Chiara dona all'angolo B più forza di quella che ha per se stesso, in quanto gli porge i mezzi di una comunicativa chiara. Il Nitida, molto più di Chiara, aiuta l'angolo B, in quanto ha la forza della distinzione e quindi della maggiore sofisticheria. Il Limpida è un rafforzativo di Nitida e perciò ha più forza ancora della semplice Nitida. Questo, se l'angolo B è sopra i 5/10. Se è sui 5/10, i detti segni saranno di valido aiuto alla tenacia per il trionfo della verità e del bene. 13. Acuta (acutezza) - Secca (avarizia). - L'Acuta apporta ad Angoli B quel contributo che porta ad Angoli A, di cui abbiamo trattato. Rende perciò più forte la cocciutaggine, in quanto Acuta a volte basta da sola per formare l'angolo B. Il Secca da all'angolo B l'avarizia irremovibile, tanto più irremovibile quanto più forte è l'angolo B, che rende tuttavia irremovibile anche se l'angolo B è sui 5/10. 14. Stentata - Tentennante - Titubante. - I primi due segni rendono l'angolo B fisso nell'indugio anche quando si sono spuntate tutte le armi per seguitare la lotta. E questo, tanto se l'angolo B è sopra quanto se è sotto la mediocrità. Il Titubante poi rende l'angolo B come timoroso all'esterno, ma non lo rimuove quando l'angolo B è superiore ai 5/10. Se invece è sui 5/10 o sotto, allora cede alla ragionevolezza e qualche volta potrebbe cedere anche alla irragionevolezza per timidezza o timore. I tipi titubanti con Angoli B sono quelli che in una discussione, o dovendo sostenere degli esami, facilmente perdono la chiarezza del pensiero e la memoria. 419
15. Uguale - Pedante - Accurata. - L'Uguale tende a non far entrare l'angolo B nella malleabilità propria della verità; e questo tanto se l'angolo B è forte quanto se è debole di grado. Perciò, in certo modo, rafforza l'angolo B. Il Pedante tende a far fermare l'angolo B sulle ragioni già controllate e sciolte, ma che possono presentarsi sotto altri aspetti. Anche se l'angolo B è sui 5/10 e sta nella ragione, il Pedante gli è sempre un compagno che ne frastorna gli effetti o la legittimità di essi. L'Accurata è una forma del Pedante e perciò di Accurata diciamo quel che abbiamo detto di Pedante. 16. Apertura a capo delle o e delle a - Pendente. — L'Apertura a capo delle o e delle a contribuisce all'angolo B le ragioni tratte dalla parte sessuale; che molte volte sono efficacissime allo scopo. Il Pendente contribuisce all'angolo B le ragioni irragionevoli tratte dalla situazione dell'abbandono del soggetto nel caso che l'angolo B non avesse la vittoria. Le donne con l'angolo B e Pendente scendono all'isterismo per trionfare. Ognuno vede che questi contributi di Apertura a capo delle o e delle a e Pendente possono servire al trionfo del bene come del male. 17. Aste in linea retta, Aste in avanti-, Aste indietro. — Aste in linea retta fanno fissare maggiormente l'angolo B nella cocciutaggine, quando naturalmente il grado di Angoli A è sopramediocre. Aste in linea retta contribuiscono a questo, secondo il loro grado. Se l'angolo B è nella mediocrità, allora Aste in linea retta rendono inflessibile l'angolo B nella giusta pretesa dei suoi diritti. Tuttavia anche quando l'angolo B è sui 5/10 e le Aste in linea retta in un grado sopramediocre, l'angolo B tende al «summum jus» che facilmente potrebbe essere una somma ingiuria. Aste in avanti ammollano l'angolo B e potrebbero arrivare al punto da farlo cedere, perché Aste in avanti sono contrarie all'angolo B. Anche quando l'angolo B è sui 5/10, Aste in avanti tendono a farlo cedere, specialmente se queste hanno un grado superiore, e quindi a danneggiare la verità e la giustizia. Aste indietro hanno più forza di Aste in linea retta e contribuiscono agli Angoli B la forza di fissarsi ancor più nella cocciutaggine. Anche se l'angolo B è mediocre, Aste indietro ne accrescono la forza e lo fanno entrare facilmente nella sopramediocrità. 420
18. Ardita - Calma - Spavalda - Recisa - Austera - Parca - Dritta. - Questi segni danno all'angolo B le loro modalità. Ardita e Spavalda e Recisa tendono a togliere l'angolo B da qualunque esame o a tornare sull'esame, dato che ce ne sia il bisogno, specialmente se sono in un grado superiore. Se sono in un grado medio, tendono a non portarlo per le lunghe sui particolari. Così si deve parlare di Parca. Soltanto che questo segno è laconico, ma non lascia nulla del necessario, mentre gli altri segni non hanno in sé la tendenza a non lasciare il necessario. Calma, che procede da pigrizia, può rendere l'angolo B noncurante tanto in favore come in sfavore dell'angolo B. Il Calma ponderata tende a smussare gli effetti dell'angolo B e potrebbe arrivare al punto di renderlo ragionevole anche quando l'angolo B è sopramediocre. Se l'angolo B è mediocre, il Calma lo rende giudizioso e pieno di precauzione per l'oggettività. Austera rende austero l'angolo B nella tenacia o nella cocciutaggine. Dritta partecipa di Austera, ma in minor grado. 19. Filiforme - Fine - Grossa - Grossolana. — Filiforme e Fine rendono l'angolo B molto sensibile a tutte le contraddizioni e, piuttosto che farlo recedere dalla tenacia o dalla cocciutaggine, ve lo internano maggiormente, in quanto lo fanno attaccare alla critica della modalità con cui è stata condotta una discussione. Se l'angolo B è sui 5/10, allora, se si tratta di un caso in cui venga lesa la giustizia, questi due segni inducono l'angolo B a propugnare le esigenze della giustizia e della verità, e a combattere contro tutti e contro tutto per lo scopo. Su questo, il Fine molto più del Filiforme, secondo appunto la sua natura. Grossa e Grossolana rendono rude e poco sensibile l'angolo B, tanto nella tenacia come nella cocciutaggine. 20. Ricci della mitomania - Ricci del nascondimento - Ricci della spavalderia - Ricci del soggettivismo - Ricci della confusione - Ricci dell'ammanieramento. — I Ricci della mitomania rendono l'angolo B fecondo di invenzioni immaginarie per non farlo spuntare dalla sua tenacia o cocciutaggine. I Ricci del nascondimento inducono l'angolo B a nascondere le ragioni che il soggetto vede contro di lui e a nascondere la sua convinzione con cui verrebbe a essere debellato. Questo, se l'angolo B è sopra i 5/10. Se è sotto, i Ricci del nascondimento lo indurranno a nascon421
dere tutta la portata della sua sconfitta e facilmente lo indurranno a sostenere la sua opinione fino all'esaurimento delle prove. Per i Ricci della spavalderia vale quello che abbiamo detto di Spavalda. I Ricci del soggettivismo inducono l'angolo B con qualunque grado a non muoversi dalla sua opinione e azione soggettiva. I Ricci della confusione non apportano cambiamento radicale all'angolo B. Potrebbero però fargli cambiare rotta, oppure fissarlo in un groviglio inestricabile. I Ricci dell'ammanieramento contribuiscono l'angolo B all'ipocrisia delle prove che per se stesse non valgono a sostenere una tesi, come nel non confessare apertamente la propria sconfitta, quando essa sia stata inevitabile. 21. Profusa - Allungata - Solenne. - Profusa apporta all'angolo B quello che apporta Larga tra lettere. Ha di più congiunta l'espansione che tende a far diminuire un po' la ponderazione più della stessa generosità. Allungata e Solenne non apportano all'angolo B niente di veramente importante e che possa affievolirlo o accentuarlo nella sua azione; al più gli concedono quella esteriorità di dignità e di dignitosità che sono un puro ammanto esteriore. 22. Attaccata - Fluida - Staccata. — Attaccata per se stessa dice all'angolo B più favore di Staccata e di Fluida, perché Attaccata in certo modo è meno disposta ad ascoltare, tratta dalla sua continuità. Comunque, però, tutti e tre questi segni non apportano all'angolo B un vero favore o sfavore. Sono, questi segni, delle modalità esterne con cui si può manifestare l'angolo B, in quanto dispone ed è disposto a contraddire altrui, tende naturalmente a produrre qualche indugio nelle conclusioni, viene a ricevere da Staccata un che di favore in questo indugio, in quanto Staccata tende ad analizzare. Fluida tende invece a smussare la riottosità di Angoli B perché tende a seguitare per la sua via senza fermarsi se non per quel che è strettamente necessario. 23. Vezzosa - Lenta - Veloce. — Vezzosa sia per civetteria che per grazia accede all'angolo B per aiutarlo, con un che di arte subdola a ottenere l'intendimento, e per affievolire gli effetti dell'angolo B altrui. 422
Lenta, si riduce a Calma nelle sue due specie. Veloce si riduce a Impaziente e ad altri segni che importano velocità. 24. Sciatta è quasi incompatibile con Angoli B. 25. Irta rende ed accresce gli Angoli B. 26. Lettere addossate rende il soggetto restio a prendere rimedi. 27. Aggrovigliata rende gli Angoli B turbolenti e pescanti nel torbido. 28. Artritica può alle volte accentuare gli Angoli B e alle volte, invece, smussarli. 29. Elegante tende a smussare gli Angoli B, se non altro nelle loro modalità. 30. Flessuosa tende a nascondere la parte incresciosa degli Angoli B. 31. Parallela accentua l'effetto dell'angolo B e fìssa il soggetto in una cocciutaggine stupida. 32. Legata da agli Angoli B la logica.
4. ANGOLI C E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva (bontà). Il Curva da all'angolo C il consiglio e qualche volta anche il comando di spendere tutte le sue facoltà a favore della bontà e dell'altruismo. Specialmente quando il Curva è sopra la mediocrità, l'angolo C non può fare a meno di sentire il suo influsso e la sua pressione. L'angolo C con Curva può produrre dei veri geni della beneficenza. 423
2. Angoli A (risentimento, permalosità}. - L'angolo A tiene sveglio l'angolo C perché non abbiano a menomarsi i diritti dell'Io, e gli conferisce, quando è forte, o meglio lo spinge a macchinare, a manipolare le vendette del risentimento o della permalosità. Spesso induce l'angolo C ad anteporre l'Io materiale all'Io sociale. 3. Angoli B (tenacia, testardaggine). — L'angolo B dona all'angolo C lo spirito di lotta tanto per le esigenze dell'Io, come per la difesa altrui. E come l'imbastitore delle armi che deve controbattere gli assalti che vengono dall'esterno e dall'interno. Quando l'angolo B è sopra la mediocrità, induce o tenta di indurre l'angolo C a manipolare per tenere in piedi le situazioni false dell'Io. 4. Intozzata 1" modo (comando, ecc.). - Intozzata 1° modo accede all'angolo C e per modo di dire si impadronisce delle sue facoltà, o meglio le solletica perché si diano a brigare per formare e per tenere incrollabile l'indipendenza dell'Io, la sua prevalenza sugli altri e per dare pascolo alla sua ambizione. Quando Intozzata 1 ° modo è forte, diventa il signore e il dominatore dell'angolo C benché finga di lasciarlo sul trono. 5. Intozzata 2" modo (impressionabilità). — Intozzata 2° modo danneggia l'angolo C tanto direttamente che negli effetti, e spesso rende vana l'opera sua. Questo, anche se Intozzata 2° modo è in grado di 3/ 10. Se poi supera la mediocrità, allora è quasi impossibile che l'angolo C possa svolgere l'opera sua. L'angolo C sarebbe, nelle relazioni con Intozzata 2° modo, come un povero marito costretto a convivere con una moglie matta. 6. Mantiene il rigo - Ascendente - Discendente. — Mantiene il rigo conferisce all'angolo C la fermezza che poi l'angolo C sa manipolare e sa invocare secondo le circostanze, cioè la chiama se deve mostrare fermezza di propositi, fermezza nell'imporsi e fermezza anche nel cedere quando ne vede il tornaconto, oppure la necessità per ottenere uno scopo prefìsso. Mantiene il rigo insomma è nelle mani di angolo C come un semplice servo che deve essere pronto per tutte le esigenze di Angoli C e anche ritirarsi quando angolo C ne stabilisce la necessità o l'utilità. Ascendente conferisce all'angolo C un po' di presunzione; ma l'an424
golo C, quando è in un grado forte, sa usufruirne per mostrare l'ardore, l'entusiasmo e anche il fanatismo in qualunque grado si trovi Ascendente. Discendente non è valido appoggio per l'angolo C; ma, quando questo è in grado forte, allora sa manipolare la sua debolezza di carattere con umiliazioni o con cessioni, che poi magari, in un secondo tempo, possono essere ricompensate dall'arte del medesimo angolo C, che si fa vedere debole davanti al forte per vincere la stessa fortezza con la cessione spontanea dei suoi diritti. 7. Legata - Larga di lettere - Larga tra lettere e tra parole - Lettere addossate. — Larga di lettere dona all'angolo C tutte le risorse dell'intelligenza profonda, la quale si presta per tutte le arti di Angoli C, siano esse per il bene o per il male. Il Larga tra lettere dona all'angolo C la generosità, perché angolo C con la generosità possa sfoggiare a suo talento e secondo l'arte che è sua propria. Legata da al ragionamento la logica. Lettere addossate accede all'angolo C come padrona non come serva, perché è vsempre più forte dell'angolo C, anche quando è in grado minore. È come un genero in riguardo alla suocera pretenziosa e che il genero poi trae dalla sua parte, pur facendo la volontà della suocera. L'angolo C con Lettere addossate si accomoda a seguirla in tutte le tirchierie, che magari l'angolo C presenterà sotto la forma di diritti. Larga tra parole conferisce all'angolo C il ragionamento per incantare, per ammaliare, per conquidere, È sempre un grande oratore colui che ha questi due segni. 8. Sinuosa - Contona - Parallela. — Sinuosa da all'angolo C l'arte di insinuarsi, di penetrare nell'animo altrui, di vedere e approfondire la situazione morale del prossimo, per sfruttarla sia in bene che in male per i propri scopi. Sinuosa è sempre un segno incomparabile con il quale l'angolo C può fare un grande bene e un grande male, in quanto Sinuosa diventa oppure fa diventare il soggetto padrone del prossimo e specialmente del prossimo influenzabile. Davanti all'angolo C congiunto a Sinuosa, il prossimo è quasi sempre influenzabile perché Sinuosa arriva, specialmente quando è sopramediocre, a scoprire la parte vulnerabile. 425
Contorta ha meno arte di Sinuosa, ma serve meravigliosamente all'angolo C quando si tratta di mezzi violenti e ispirati al sovversivismo. Da all'angolo C la potenza del controllo e quindi la potenza di mettere a nudo le mancanze e i difetti, davanti alla qual cosa il soggetto del dibattito resta conquiso. Parallela è incompatibile con gli Angoli C. 9. Scattante - Slanciata - Impaziente - Spavalda. — Questi segni sono dannosi all'angolo C, ma quando l'angolo C è forte, saprà rimediare ai danni prodotti da questi segni. Così Scattante potrà essere rimediata da vera o fìnta umiliazione dell'angolo C. Di Slanciata si potrà servire l'angolo C per le sue decisioni informate da ardore. Impaziente è la più dannosa all'angolo C e lo stesso angolo C in molti casi non saprà come rimediarvi. Tuttavia quando l'angolo C è forte, saprà trovare una scusante per la sua impazienza. Spavalda finalmente è dannosa all'angolo C in quelle cose che hanno bisogno di ponderazione, mentre sarà di aiuto in quei casi in cui è necessaria l'affermazione informata di sicurezza. 10. Disuguale metodicamente - Disordinata. — Disuguale metodicamente da all'angolo C tutte le sue risorse tanto concettualmente come espressivamente. Poiché Disuguale metodicamente è l'arte che si prodiga all'angolo C quando vi accede, e vi accede sempre quando l'angolo C è in azione. Disordinata è la nemica dell'angolo C e difficilmente l'angolo C riesce a rimediare ai danni prodotti da Disordinata. 11. Chiara - Nitida - Acuta - Irta - Aggrovigliata. — Chiara serve sempre all'angolo C o per mostrare la chiarezza dei sentimenti e dell'intelligenza, oppure per far apparire, in modo subdolo, chiaro ciò che invece in se stesso è oscuro. E un coefficiente dell'arte persuasiva. Nitida è più efficace di Chiara; e molto più Limpida. La cosa è patente. Acuta serve all'angolo C per arguire, per sofisticare, per imbarazzare l'avversario, per ammaliare l'altro sesso, in quanto Acuta tende a spingere il soggetto a curare tutte le apparenze che servono per fare zittire la parte contraria. Irta accentua Acuta. Aggrovigliata è contraria a Nitida. 426
12. Secca. - Secca toglie all'angolo C quasi tutta la sua forza. Sono quasi due segni incompatibili. Tuttavia ciò che può fare l'angolo C quando è tormentato da Secca è di far vedere le pretese di Secca come cose volute dal diritto e dalle esigenze personali. Ma diffìcilmente riesce nello scopo. 13. Stentata - Tentennante - Titubante. - Stentata presa dall'angolo C presenta l'indugio come una cosa richiesta dalla ponderazione, e sotto questo aspetto può produrre più efficacia della mancanza dell'indugio. Tentennante manipolata dall'angolo C presenta l'indecisione come voluta dalla necessità della prudenza. Titubante può dare all'angolo C quella grazia che è propria della timidezza che serve maggiormente a conquidere anche la stessa sicurezza. 14. Apertura a capo delle o e delle a - Pendente. — Apertura a capo delle o e delle a induce l'angolo C a fare conquiste, a sedurre e a usare tutte le arti per sconfiggere la sessualità altrui e ridurla a sensualità. Pendente bacia Angoli C per poter vincere con l'abbandono e con il languore anche le più forti nature. Pendente con Angoli C, tanto nel sesso maschile come in quello femminile, da l'attitudine a quella specie di diplomazia che serve per internarsi nei segreti di una nazione, di un governo; sebbene per questo siano necessari anche altri segni, cioè scrittura con le varie pendenze delle aste e limpidezza. Se non ci sono questi altri segni, quei due soli in molti casi possono essere efficacissimi allo scopo. 15. Aste rette, Aste in avanti, Aste indietro. — Per l'efficacia di Angoli C sono necessarie tutte queste forme di Aste, in modo che Angoli C possa chiamare, secondo ne veda il bisogno, l'inflessibilità o la remissività, oppure anche la repulsione. Un grado superiore di Aste rette conferisce ad Angoli C della rigidità davanti alla quale, se non altro in casi sporadici, si prova disgusto. Ciò si deve dire molto di più di Aste indietro. Aste in avanti poi, in grado superiore, in molti casi mettono gli Angoli C nell'imbarazzo; ma anche allora Angoli C saprà trovare il modo di cavarsela, poiché la remissività è quasi sempre difendibile. 16. Uguale - Dritta - Pedante. - Con Uguale e Pedante Angoli C non possono avere troppa forza, poiché vengono a mancare di quella va427
rietà che è necessario sia tale per i vari casi che si presentano nella vita. Aggiungi poi che chi ha Uguale, e molto più chi ha Pedante, non arriva a comprendere la necessità della varietà del trattamento di una cosa. Dritta può servire ad Angoli C in quei casi in cui è necessaria la sostenutezza e può servire anche negli altri casi, perché questo segno non tiene tanto alla sostenutezza come a una cosa richiesta dalla sua natura, ma come a una modalità di convenienza. 17. Ardita - Calma. — Ardita è buona per Angoli C quando Angoli C hanno bisogno dell'arditezza. Fuori di questo, è un segno dannoso ad Angoli C. Calma pigrizia conduce Angoli C nella debosciatezza e lo spinge a sprecare le sue forze e il suo dinamismo nelle evaporazioni della materia. Calma ponderata è il segno che fa da padre, da consigliere ad Angoli C. Insomma munisce Angoli C di tutto il contorno che gli è necessario e utile per il raggiungimento degli scopi. 18. Filiforme - Fine - Grossa - Grossolana. - Filiforme dona ad Angoli C la delicatezza del pensiero, del sentimento e del tratto. Quando però il Filiforme è in grado superiore, può essere di intralcio ad Angoli in quei casi in cui sia necessario uscire fuori della delicatezza e darsi alla rudezza. Molto più ciò si deve dire di Fine. In senso inverso si dica di Grossa e di Grossolana. 19. Ricci. - Eccettuati i Ricci della confusione e della mitomania, che sono dannosissimi ad Angoli C, tutti gli altri, quali in un senso quali in un altro, apportano ad Angoli C un contributo di insincerità, tanto più che Angoli C per se stesso tende ad allontanarsi dalla vera sincerità. E questo principalmente i Ricci dell'ammanieramento, poi i Ricci del nascondimento poi i Ricci del soggettivismo, infine quelli della spavalderia. 20. Profusa - Recisa - Austera - Parca. — Profusa dona ad Angoli C l'espansione, che serve molto per l'efficacia di Angoli C. Parca da ad Angoli C la laconicità, che in molti casi indica più consistenza di azione dinamica e da più affidamento dell'azione verbosa. Recisa sotto alcuni aspetti produce gli effetti di Parca ed è di grande 428
aiuto ad Angoli C quando è necessario troncare ogni discussione e ogni dilazione. Austera per se stessa toglierebbe ad Àngoli C quell'amabilità che è un massimo mezzo per la pienezza degli affetti, ma in certi casi può favorire Angoli C, quando cioè si impone l'austerità del carattere. II. Allungata - Solenne. — Questi due segni servono ad Angoli C per quelle azioni nelle quali è necessario mostrare una certa prosopopea. In generale però possono intralciare l'opera degli Angoli C, in quanto la solennità e la prosopopea alienano l'animo e danno poco affidamento di serietà. 22. Attaccata - Fluida - Staccata - Accartocciata. - Attaccata concede ad Angoli C la continuità del pensiero e dell'azione e gli da quell'aspetto serio, che pare voglia essere sempre intento a sintetizzare. Per chi però è profondo nel conoscere l'animo, questo segno può non essere efficace quando non sia accompagnato da quella consistenza necessaria che assume dalla congiunzione di altri segni, specialmente da Larghezza di lettere e Larghezza tra parole. Staccata può prendere una forma di pedanteria quando questo segno è accentuato, e la pedanteria è intralciante l'azione di Calma. Accartocciata è contrario a Fluida. 23. Vezzosa - Lenta - Veloce - Flessuosa. — Vezzosa nelle due specie è favorevole ad Angoli C. Il Vezzosa grazia però ha sempre il sopravvento sul Vezzosa civetteria quando si tratta di un'azione di serietà con coloro che approfondiscono le azioni umane. Vezzosa civetteria può, nei casi di ammaliamento, essere più efficace quando si tratta del sesso debole che intende allacciare il forte specialmente con la profusione dei doni dati da natura. Di Lenta, quello che abbiamo detto delle due specie di Calma. Veloce partecipa della natura di Impaziente e di Slanciata. Può tuttavia essere aiutante di Angoli C in quelle cose in cui sia necessario un che di velocità di azione. Flessuosa è la forma artistica di Vezzosa. 24. Accurata è incompatibile con gli Angoli C. Accurata senza studio (elegante) da agli Angoli C la compitezza artistica. 25. Artritica e incompatibile con gli Angoli C. 429
5. INTOZZATA 1° MODO E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva. — Curva rende il comando più mite, e nel punire i colpevoli il soggetto è più portato alla clemenza. Senza dubbio Curva va in servizio dell'ambizione, perché l'ambizione sopra i 5/10 attira l'essere umano più di quel che lo possa fare l'altruismo; e perciò l'ambizione per se stessa richiede che resti intatta l'autorità non presa in se stessa, ma in quanto investe l'Io. Quindi la tendenza al comando e all'ambizione porta con sé un che di pretesa di adulazione passiva, cioè fatta dai sudditi. Questa adulazione non ha bisogno che sia verbale, dalla quale può rifuggire l'amor proprio, ma di riguardi, di ossequio, di rispetto eccessivi. Se mancasse il rispetto, l'ambizione e la tendenza al comando, per spinta innata, si inalbererebbero e soltanto la virtù potrebbe dare loro il freno richiesto dalla verità, non certo dalla tendenza all'altruismo, sia pure questa potente. Il comando e l'ambizione, tuttavia, con il segno Curva tendono a essere benigni, a presentare le modalità della protezione, a cercare i mezzi di difesa dei sudditi, ad assestare ciò che è disordine, e in questo il comando e l'ambizione fanno provare al soggetto soddisfazione e gusto. Il comando, insomma, è pacato, ampio di bontà finché non venga menomato in qualche modo l'Io, perché allora è solo la virtù che può renderlo mite e ragionevole. 2. Angoli A. - Coloro che hanno Angoli A con tendenza al comando sopra i 5/10, dovrebbero fare del tutto per non essere investiti del comando e dovrebbero rintuzzare ogni ambizione di sovrastare, perché la permalosità li indurrebbe a commettere molte ingiustizie riguardo a coloro che sono sinceri e che guardano le cose in se stesse, e perciò non hanno il pelo sulla lingua. Intozzata 1 ° modo, a un'osservazione sia pure giusta, quando è congiunta con Angoli A, induce il soggetto a concludere che l'osservatore reale non ha rispetto per l'autorità e che deve essere a qualunque costo eliminato. Per questo Angoli A, con la tendenza al comando, è portata ad accerchiarsi di adulatori con un danno enorme anche dell'autorità in se stessa. Sarebbe bene che colui che viene elevato al comando, di Angoli A avesse non più di 3/10, che servirebbe soltanto per tenere vivo il sentimento necessario a conservare intatte le inalienabilità dell'Io. Il comandante permaloso tende a dare, ordinariamente, una grazia studiata all'espressione, ma una grazia che è piena, per modo di dire, di punte con le quali è pronta a pungere ogni volta che venga in 430
qualche modo menomato l'Io il quale, per lui, deve essere assolutamente intangibile. A un'osservazione giusta si farà livido in faccia e non potrà fare a meno, dato che non sia informato a virtù, ma agisca per tendenza naturale, di farne querela con i suoi adulatori, i quali poi giocheranno sopra tali tendenze a danno dei rivali loro e a profitto dei propri comodi e delle proprie aspirazioni. 3. Angoli B. — L'Intozzata 1 ° modo per aver un comando forte e mite deve avere, oltre ad altri segni, Angoli B non inferiore a 5/10, perché ci sono tante circostanze in cui la tenacia deve assurgere al massimo della ragionevolezza affinchè la verità non venga in alcun modo sacrificata. Quelli che hanno poca tenacia sono tratti a cedere davanti alle pressioni e ai sotterfugi e alle furbesche manipolazioni, ciò che andrebbe tutto a danno della medesima autorità in se stessa considerata. Il tenace invece con 5/10 di Angoli B è forte per non cedere e darsi ai favoritismi e alle facili vendette di coloro che sono intorno ai gradini del trono. Se Angoli B è sopra i 5/10, rende il comando o monco o eccessivo, in quanto, presa una determinazione, il soggetto è tratto a non cambiarla anche se veda necessario il cambiamento, poiché la testardaggine è la prima corazza di cui è cinto il cocciuto, attraverso la quale non possono passare i dardi delle giuste osservazioni e delle giuste riforme. Hanno costoro il viso duro, che sembra battuto sull'incudine, oppure sporgenze di zigomi e di mandibole, occhio freddo come quello del pesce, oppure a forma spiccatamente convessa. Le labbra sono ordinariamente livide e dure. Nelle dispute, colori striati si estendono dagli zigomi sino alle mandibole di un pallido olivastro. 4. Angoli C. — L'angolo C conferisce alla voglia del comando e dell'ambizione la maniera di ottenere lo scopo: quindi, se uno ha l'ambizione del comando, con Angoli C saprà portarsi in modo da conseguirlo. Arrivato al comando, poi, il soggetto saprà dirigersi in modo da mantenersi al comando conquistato, saprà lisciare i sudditi temibili, furtivamente silurarli quando essi abbiano visto la necessità di farlo crollare e gettarlo dal soglio. 5. Intozzata 2" modo - Artrìtica. — Come nella combinazione tra Intozzata 2° modo e Intozzata 1° modo (vedi Combinazione 6, n. 5, a p. 444). Artritica accentua l'emotività. 6. Mantiene il rigo. — La fermezza da al comando tutta la forza dell'autorità. La tenacia può entrare in discussione che può avvenire tra il 431
suddito e il superiore o comandante, la fermezza tronca ogni discussione. La fermezza comunica al soggetto l'imperiosità del comando. Da altri segni dipende se sia verbosa o laconica, ma senza dubbio da l'occhio freddo purché vada congiunta con Intozzata 1 ° modo. Ascendente. — Questo segno, con Intozzata 1° modo sopra i 5/10, da luogo alla presunzione. Ordinariamente coloro che salgono al comando pretendono òi sapere tutto, intendersi di tutto, per poter giudicare di tutto. E una conseguenza psicologica della tendenza umana all'indipendenza. Siccome con il comando il soggetto si è reso indipendente e ha reso gli altri dipendenti, pretenderebbe che gli altri fossero dipendenti da lui anche in quello di cui essi sono competenti ed egli incompetente. Potrei su questo recare un gran numero di prove. Ora, con il segno Ascendente, Intozzata 1 ° modo prende una spinta speciale alla presunzione anche se Ascendente scompagnato da Intozzata 1 ° modo possa, nel soggetto, dare la spinta solo a perfezionarsi nella propria sfera. E tale presunzione si evolve per lo più in una forma tutta autoritaria: autoritaria nel ricevere, nell'accomiatare, nel tirare una conclusione in una questione della quale può essere benissimo che il soggetto abbia capito poco o nulla. Autoritaria in tutto. E mentre può lusingarsi di avere imposto il suo pensiero o il suo modo di vedere, può essere benissimo che sia abbindolato dagli altri, da cui ha preso in prestito la stessa conclusione che ha imposto alla fine della discussione. Cosicché in realtà la sua autorità è ridicola. Discendente. — Con questo segno, Intozzata 1 ° modo è spesso dominato dalla debolezza. Si sa che non mancano dei sudditi che si impongono con la loro esperienza, con la loro competenza, con i loro meriti, con le loro cariche. Ora costoro possono abusare e spesso abusano di tali facoltà, e l'autorità debole (con Discendente) non ha il coraggio di far loro fronte. L'autorità debole ha quasi il bisogno di farsi attorniare da uomini che si mostrano difensori e adulatori della medesima autorità per confortarsi nella violenza degli assalti dei nemici; e tali difensori e adulatori spesso diventano petulanti e quasi sfacciati nelle loro esigenze. Cosicché l'uomo autoritario debole, in questi casi, diventa debole davanti a costoro, e davanti ai nemici che conoscono la debolezza del comandante e conoscono che tale debolezza è sorretta da sostegni effimeri. Il comandante debole, poi, diventa forte davanti ai deboli e li punisce anche con la punizione che avrebbe dovuto infliggere ai forti, quasi per rifarsi della sua abi432
tuale debolezza, perché è cosa certa psicologicamente che noi abbiamo bisogno, in una colpa, di trovare una scusante o ragioni più o meno speciose per liberarci dal fastidio del rimorso. 9. Larga tra lettere - Lettere addossate. — Questo segno, congiunto a Intozzata 1° modo, non mitiga la tendenza al comando, ma mitiga l'asprezza del comando. Rende il comando generoso. Tale generosità, tuttavia (sempre con Intozzata 1° modo sopra 5/10), viene fatta pagare a usura da colui sul quale si è versata, perché la tendenza forte al comando usurpa per sé, e per dare pascolo all'ambizione, ogni altra tendenza buona. Parlo sempre di tendenza innata e non di quella modificata dalla virtù. Fa pagare a usura la generosità con l'accerchiare colui che è stato oggetto della generosità, di prescrizioni, di obbligazioni, di cautele e di tanti altri fastidi, in modo che quasi sarebbe stato meglio che tale generosità non avesse avuto luogo. Lettere addossate accentua Intozzata 1° modo. 10. Sinuosa - Parallela. — Con questo segno Intozzata 1° modo, non superiore a 5/10, ha la disposizione a trattare i sudditi o i collaterali secondo il loro bisogno e la loro situazione morale. Accarezzerà i deboli, gli abbandonati, i perseguitati, i derelitti, parlerà forte ai debosciati, conforterà coloro che hanno bisogno di conforto e difficilmente errerà nel dare a ciascuno il suo, perché con la tendenza e l'abilità per la psicologia è capace di conoscere le vere necessità psichiche e morali e saprà distinguere i colpiti dalla sorte contro ragione, ossia gli sventurati, da coloro che sono sotto il peso della colpa, della vera colpa e non della colpa giuridica senza che l'animo ne sia stato macchiato. Se invece l'Intozzata 1° modo sarà sopra 5/10, allora riuscirà lo stesso (per il segno Sinuosa) a penetrare l'animo altrui, ma per abusarne, dato che tale abuso sia richiesto dall'ambizione del comando. Il comando, in tal caso, può evolversi in un modo veramente diabolico, in quanto si serve delle stesse facoltà del suddito per sacrificarlo e renderlo impotente a far valere i suoi diritti lesi. Per giudicare bene della vera situazione psicologica di colui che ha congiunti i due segni Intozzata 1° modo sopra 5/10 e Sinuosa, bisogna tener presente che Intozzata 1° modo sopra 5/10 trascina con sé tutto come un fiume straripante che pomposamente precipita al mare. Il mare costituisce l'ambizione e il fiume travolgente costituisce i mezzi par dare materia all'ambizione. Parallela da al comando la fissazione del precetto senza epicheia. 433
11. Scattante. — Questo segno per se stesso induce il soggetto a prendere determinazioni non guidato dalla ragione, ma dal nervosismo, perciò chi ha questo segno facilmente manca di prudenza e di circospczione, che sono due doti precipue per il retto comando. Ora se Intozzata 1° modo è sotto 5/10 o non più di 5/10 ed è congiunta con Scattante, ci darà un comandante che sarà trasportato dai nervi, ma che, conosciuto l'errore, sarà spinto a riparare, sia pure con il confessare che ha errato. Se Intozzata 1° modo congiunta con Scattante è sopra 5/10, deve munirsi di una grande virtù, ciò che non può ottenere dalla sua natura grezza, per potere tornare indietro, correggersi e conseguentemente confessare magari implicitamente il suo errore. Questo è il vero concetto psicologico della situazione del comandante, e vi insisto perché molti sono su falso presupposto. Quando l'autorità ha errato, deve correggere l'errore, perché l'errore a qualunque costo dev'essere corretto, in quanto è contro la verità e la verità deve stare sopra ogni cosa. Alcuni pensano che l'autorità non sia costretta a correggere l'errore perché verrebbe a degradarsi, mentre invece si viene a degradare con il non correggere l'errore. L'autorità che non si corregge avrebbe ragione di farlo solo se tale autorità potesse essere assoluta, come quella di Dio, cioè non soggetta a errore. Non essendolo, qualunque autorità umana è tenuta a correggersi quando ha errato, se vuole mantenere intatti i diritti della società e del suo Io sociale. 12. Minuta. — Questo segno, con Intozzata 1° modo su 5/10 o sotto, conferisce al soggetto la finezza della discriminazione nel giudicare i fatti e le cose, in modo che il comandante può così eliminare l'inganno che alle volte i sudditi imbastiscono per prendere in agguato o sorprendere il superiore a danno di altri sudditi o a danno del medesimo superiore o a danno dell'autorità presa in se stessa. Insomma rende il giudizio raffinato per potere sceverare anche cause diffìcili, che molte volte si presentano al superiore per la soluzione. Se Intozzata 1° modo è sopra i 5/10, allora il segno Minuta, quando entri in gioco l'amor proprio o l'ambizione del soggetto, induce il soggetto medesimo, cioè il comandante, a usare raffinatezza di giudizio per ingannare attivamente e per abusare della medesima finezza di giudizio che qui andrebbe tutta a servizio dell'ambizione e di tutti i satelliti dell'ambizione. Chi ha questi due segni così fatti (cioè con Intozzata 1 ° modo sopra la mediocrità) è portato a sottilizzare in maniera suadente e a base di ragione e di argomentazione, sicché il povero malcapitato si troverà a mal partito a misura della gravita della cosa. 434
13. Minuziosa. — Qualunque sia il grado di Intozzata 1° modo, il segno Minuziosa sarà sempre un grande nemico dell'abilità del comando, poiché il superiore minuzioso non concluderà mai nulla a bene dei sudditi e si perderà nel sofisticare e nello sceverare tutto ciò che è accidentale, considerandolo come sostanza. 14. Disordinata. — II superiore disordinato produce un vero disastro riguardo al comando, poiché, essendo disordinato, fa e disfa, dice e si contraddice, promette e non mantiene, da un ordine e poi lo ritira, oppure nega di averlo dato, ecc. 15. Contorta. — Colui che ha il segno Contorta tende a tutto controllare, ed è portato, più di coloro che non hanno questo segno, a sovvertire. È portato più degli altri al sovversivismo, in quanto la tendenza alla meccanica dice tendenza a un che di ingranaggio e di contrasto tra le cose, e dal contrasto a tirare fuori i movimenti necessari alla vita. Ora, esseri di questa specie tendono a non ascoltare troppo le osservazioni altrui, tendono a far cambiamenti nel governare, cioè a far vedere implicitamente (ossia con il fatto) che non approvano quanto ha fatto il loro antecessore, tendono a stroncare via le ragioni che possono essere presentate per far loro cambiare rotta. Tutto questo non già perché abbiano l'animo di volersi considerare migliori degli altri comandanti, ma solo perché (questo, si badi, dal segno Contorta) stimano che il loro modo di agire, preso in se stesso e non perché viene messo avanti da loro, risponde maggiormente alla natura delle cose. Siccome la loro tendenza è quella di ingranare tutto, ne viene che abbiano un po' di durezza: ma, per se stessa, non sarebbe durezza perché, appunto, è suscitata dalla tendenza al contrasto. Se si riesce a far sentire loro le ragioni altrui in una cosa, oppure se sono costretti ad ascoltarle dal perché sono falliti i loro mezzi, allora sono pronti ad adottare il metodo altrui o quanto viene ispirato dagli altri, se questo risponde al caso. Come appunto un meccanico che, non potendo trovare il difetto che ha una macchina, è costretto a considerare e nella considerazione ascolta l'osservazione di un suo aiutante, sia pure novizio in meccanica. 16. Oscura. - II comandante che avesse questo segno non potrebbe avere la chiarezza dei precetti, né la chiarezza della condotta dei sudditi, per cui avrebbe disposizione di prendere molti granchi a secco e molti potrebbero giocare sulle sue defettibilità. 435
17. Confusa. — II superiore con il segno Confusa sarebbe un superiore aggrovigliato in questo e in quel cornando da impartire, in quella proibizione da dare, in quell'inconveniente da mettere a posto, ma senza riuscire o diffìcilmente riuscendo nell'intento. Facilmente le sue parole e le sue azioni entrerebbero in una contraddizione continua, e verrebbero comandi e proibizioni sulla medesima cosa a breve scadenza di tempo... 18. Acuta - Irta. — Chi ha Acuta, tende di più all'ambizione del comando per avere maggiore indipendenza. Di conseguenza il suo comando tende a trasmodare, perché il possesso del comando non è tranquillo in quanto teme di essere sopraffatto, non avendone i requisiti, come li ha l'intelligenza profonda. E costretto a rivolgersi a questo e a quello per rendere il comando incrollabile e, mentre cerca di renderlo incrollabile, lo rende più fiacco, perché anche gli uomini ai quali si rivolge hanno il proprio Io che pure tende all'indipendenza e perciò tendono a far prevalere in qualche modo, più o meno tale, il proprio Io. Ne viene che il comando dell'Acuta .non può essere il comando retto, in quanto non ha in sé le doti di colui che ha il compito di comandare. Aggiungi poi che l'Acuta è il segno di minor calma, e la calma è una dote quasi precipua del retto comando. Irta accentua il segno Acuta. 19. Secca. — Questo segno indica avarizia intellettiva e morale, e chi ha tale avarizia non può essere atto al comando, in quanto tende a sacrificare in tutti i modi i suoi sudditi. 20. Stentata. — Questo segno è il nemico dell'abilità a comandare, perché tende a darsi agli indugi prima di scendere alla soluzione pratica di una questione, e questo indugio può essere un ostacolo al retto comando, perché molte delle questioni hanno bisogno di una soluzione senza indugio e perché i furbi potrebbero abusare dell'indugio per danneggiare la giustizia e la carità. Così si dica, in tono minore, di Tentennante e di Titubante. 21. Apertura a capo delle o e delle a. — L'intenerimento sessuale è un gran nemico della rettitudine del comando. Da esperienze fatte e lungamente controllate, possiamo essere certi che tale tendenza all'intenerimento sessuale molto facilmente sdrucciola ad amore unisessuale, che precipita nel vizio coloro che non si curano di essere virtuosi e che sfocia in favoritismi e in beniaminismi in coloro che sono votati alla virtù, senza che essi se ne accorgano. E vero che tali esseri a volte 436
sentono il rimprovero della coscienza, ma facilmente hanno la risposta pronta per farla tacere. L'amor proprio furbissimo ha ragioni speciosissime per difendersi. 22. Aste in linea retta - Aste indietro - Aste in avanti. — Che l'inflessibilità, la repulsione e la remissività siano necessarie, in alcuni casi, per il retto comando, è una cosa che nessuno può negare. Tuttavia avere la disposizione netta all'inflessibilità con 7/10 di Aste in linea retta, o alla repulsione con 5-7/10 di Aste indietro, o alla remissività con 78/10, e peggio se più di Aste in avanti, è una cosa che trasmoda; e una persona che abbia una di queste disposizioni non può essere atta al comando netto e retto. Perché l'inflessibilità, e molto più la repulsione, toglie al suddito il respiro dell'osservanza; la remissività troppo accentuata gli toglie lo spirito e la voglia dell'ascesa. Farà meraviglia che per l'inflessibilità e per la remissività abbiamo dato 7-8/10 a marcare la loro indiscrezione, mentre per la repulsione abbiamo dato 5-7/10. Si consideri però che la repulsione è molto rude e nel comando diffìcilmente deve entrare in azione, mentre le altre due devono andare quasi di pari passo e devono continuamente accompagnare il superiore. Di più, psicologicamente considerata, la repulsione è per natura più esigente delle altre due, in modo che 5/10 di repulsione equivale, in senso inverso, alla forza di 7-8/10 di inflessibilità e di remissività. 23. Ardita. - Questo segno sui 5/10 non va contro l'oggettività del comando, anzi può essere come un ausilio per renderlo fermo e per toglierlo da qualunque pericolo di debolezza. Quando però è sopra i 5/10, è un segno come agghiacciante per intorpidire l'accesso della considerazione, sia che essa provenga dall'esame proprio, come dall'esame altrui. i
24. Calma. - Questo è un segno indispensabile per il retto comando, perché, per modo di dire, tiene addomesticate tutte le facoltà spirituali del superiore e tutte pronte ad accorrere appena chiamate ad agire. 25. Pendente. - Pendente indica tendenza a un'affettività di languore. Sebbene sia più nella manifestazione che nel sentimento, tale languore, specialmente se accentuato, porta sempre un che di perdita di libertà nelle proprie azioni. Quindi chi ha tale segno non è troppo adatto per essere superiore. 437
26. Filiforme. — Questo segno sui 5/10 (è chiaro) da una delicatezza normale del sentimento, e nel superiore serve a rendere delicate le sue azioni di relazione con i propri sudditi; ma se è sopra i 5/10, comunica al soggetto una sensibilità che può benissimo stonare con l'oggettività della rettitudine del comando. Può dare ribrezzo per non accostarsi al suddito che o fìsicamente o moralmente sia macchiato o bacato, può dare schifiltosità e quindi allontanamento dall'esaminare a fondo ciò che lo merita, e quindi può commettere ad altri ciò che deve essere eseguito direttamente dallo stesso superiore, e via dicendo. 27. Fine. — E una tendenza che dovrebbero avere tutti i superiori, perché con tale tendenza si è costretti all'esame introspettivo, e naturalmente si è indotti a trattare gli altri come si vorrebbe esser trattati dagli altri. Questa tendenza rende giustamente sensibile il cuore in tutte le circostanze in cui tale sensibilità è richiesta dal caso. 28. Grossa - Grossolana. — II segno Grossa, e molto di più il Grossolana, conferisce al comando una forma rude, tutto al contrario di Filiforme e Fine. \
29. Pedante. — E un segno che impedisce l'elasticità del pensiero e del giudizio di cui deve essere munito il superiore. La pedanteria porta e induce a non penetrare lo spirito delle leggi e del comando, e facilmente si attacca alla lettera che uccide lo spirito. Il pedante starà attento a tutte le esteriorità e si contenterà di esse e si lusingherà che con esse ci sia l'osservanza. Sarà tutto propenso a mettere l'autorità in una presentazione di prosopopea, e in tutte quelle cose esteriori che dovrebbero servire soltanto per i giorni di gala e dalle quali dovrebbe rifuggire il superiore assennato. 30. Profusa. - Questo segno conferisce al superiore la socialità e serve a cementare la confidenza tra il suddito e il superiore. Se questo segno, tuttavia, è molto sopra la mediocrità, tende a far trascurare il rispetto dovuto all'autorità, tanto da parte del superiore, nel quale sta tale segno, come da parte del suddito, che subito abusa dell'espansione del superiore. 31. Accurata - Elegante (Accurata senza studio). — Pressappoco come Pedante. Chi ha questo segno guarda molto alle accidentalità e non sa penetrare la vera situazione morale dei sudditi e di coloro che sono collaterali al superiore. Colui che ha la scrittura Accurata non è e 438
non può essere adatto per il comando, perché ne abusa e perché guarda e tiene molto conto delle cose secondarie mescolando ciò che è sostanziale a ciò che è necessario. Elegante da scioltezza ed eleganza al comando. 32. Parca. — Questo segno conferisce al comandante la sobrietà e gli da modo di comportarsi in tutto con prudenza, cosa sostanziale per il retto comando. Potrebbe in qualche caso, quando questo segno è forte, far troppo laconicizzare e non dare chiarezza al comando per le intelligenze limitate, oppure diminuire un po' la confidenza che il suddito deve avere con il proprio superiore; ma sarebbero, questi, fatti sporadici. Per cui il segno Parca, anche se molto forte, non cessa di essere una bellissima dote del superiore. 33. Recisa. — Se è nella mediocrità, è un segno buono per il comando, in quanto il superiore a volte deve essere reciso; ma se è sopra la mediocrità, potrebbe andare incontro all'inconveniente di porre la decisione là dove deve aver luogo una maggiore considerazione. 34. Austera. — Anche questo segno, specialmente se sopra la mediocrità, è un segno che rende il comando non accessibile. E un segno poi che sarebbe meglio non andasse congiunto con Intozzata 1° modo, perché il superiore a modo non ha bisogno di essere austero. Questo segno infonde rigidità in tutti i comandi. 35. Ricci della spavalderìa. — Questo segno rende il comando a volte ridicolo, a volte ingiusto, a volte fuori di proposito. I sudditi ridono sulla spavalderia del superiore e facilmente lo mettono in ridicolo, senza che egli se ne accorga. L'ingiustizia dalla spavalderia emerge quando il superiore, senza considerazione, promette assistenza a un suddito, assistenza che poi non ha il coraggio di mettere in atto. La spavalderia poi è sempre fuori di proposito in quanto il superiore deve cingersi di serietà. 36. Ricci della flemma. - II superiore flemmatico facilmente da la mano alla pigrizia e all'accidia in quei casi nei quali dovrebbe imporsi e imporre l'osservanza delle leggi. Il flemmatico poi da luogo a indugi con tutti i disastri che ne provengono. Aggiungi poi che il flemmatico è facile alla viltà in quanto la flemma lo induce a non scomodarsi a mettere riparo là dove sarebbe necessario. 37. Ricci della mitomania. — Impossibile affidare il comando a chi ha tali ricci, specialmente se essi sono sui 5/10, e molto più se sopra i 5/10. 439
Se tale segno ha un grado minore, per esempio sta sui 2-3/10, allora chi lo possiede avrà la tendenza ad accogliere pettegolezzi e a tenerli per cose vere dando, come si dice comunemente, corpo alle ombre. Avendo la tendenza a creare, a formare castelli in aria, avrà anche la tendenza a far buon viso alle favole tirate fuori dagli altri. Perciò il comando non sta bene in individui di simile fatta, anche se detto segno ha un grado di poca entità. 38. Ricci del nascondimento. — Questi ricci sono indice della poca sincerità, in quanto chi ne è affetto tace anche quando dovrebbe parlare. Chi ha il comando e ha tali ricci tende in certo modo a prendere i sudditi in agguato per il raggiungimento dei suoi fini, sia pure che tali fini siano per se stessi onesti. Deve riprendere un suddito? Non lo fa forse perché gli manca il coraggio, dato che tali ricci sono indice anche non del coraggio aperto, ma di quello che cerca di prendere in trappola. Intanto lascia che il suddito incappi da se stesso in qualche fatto increscioso. Ognuno vede che tal comandante o superiore è un superiore incapace. 39. Ricci dell'ammanieramento. — I Ricci dell'ammanieramento sono i ricci dell'ipocrisia in quanto nel soggetto manca il coraggio di dire apertamente una cosa, di fare apertamente un'osservazione. Nel superiore tale disposizione si evolve in questo modo: approva un fatto di un suddito oppure fa vedere che non è contrario, e intanto dietro le spalle del suddito lo disapprova e facilmente, per riderci sopra (poiché tale segno indica anche facilità nel mettere in ridicolo) con i suoi fidi. E un segno perciò che non può star bene in uno che tiene le redini per governare, in quanto è contrario alla sincerità e mette a repentaglio l'autorità facendole far parte della vigliaccheria. 40. Fluida - Accartocciata. - È un segno indifferente riguardo al comando e da a esso quella spontaneità che si addice alla benignità verso i sudditi. Accartocciata è contrario a Fluida. 4L Impaziente. — L'impazienza non è cosa buona nel comandante, in quanto l'impazienza tende a obnubilare il pensiero e il giudizio. Coloro che sono impazienti sono costretti spesso a cambiare rotta; e, quantunque sia una cosa onesta cambiare rotta quando lo richiede l'onestà, pure non è cosa bella che il superiore sia sempre costretto a ricredersi. Peggio poi se il superiore, come per lo più succede in simili casi, non si ricrede. 440
42. Solenne. - Questo segno da al comando la pomposità, la quale in molti casi può renderlo ridicolo. 43. Spavalda. - La spavalderia è una cosa che toglie la serietà. 44. Vezzosa - Flessuosa. — Se questo Vezzosa si ferma sulla grazia e il comando sta in un essere femminile, può andar bene, ma se sdrucciola alla civetteria rende il comando ridicolo e ributtante. Flessuosa da al comando la scaltrezza artistica. 45. Larga di lettere. — Conferisce al comando il pensiero profondo e la profonda concezione delle cose. 46. Larga tra parole- Legata. — Dispone il soggetto al ragionamento e all'equilibrio dell'intelligenza quando è nel medesimo grado o quasi della Larghezza di lettere; altrimenti, se maggiore, induce il soggetto alla ipercritica. Legata da al comando la logica e lo rende imbattibile. 47. Disuguale metodicamente. - È il segno dell'arte. Se è congiunto con Larga tra parole, allora da l'invenzione per la scienza, la quale non è contraria al comando; ma se non ha tale larghezza, allora è indice dell'arte pura, la quale non da adattabilità per il comando. 48. Sciatta rende il comando flaccido. 49. Aggrovigliata rende il comando arruffato.
6. INTOZZATA 2° MODO E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva. — L'altruista, per tendenza naturale, non può fare a meno di meravigliarsi della cattiveria^ umana e sentirne tutto il peso di fronte alle circostanze della vita. E certo che l'altruista con un altruismo non educato all'incomprensione umana, alla canaglieria persine di coloro che dovrebbero a qualunque costo tenersene lontani, lasciato alle sue tendenze naturali, non può fare a meno di coprire le sue facoltà apprenditive di indignazione. 441
Ora se queste facoltà sono informate a impressionabilità, non potranno fare a meno di internarsi in un pessimismo funesto a danno dell'altruista e di coloro che hanno relazioni con lui. Se questo altruista sarà poeta, si sentirà spinto ad affondarsi in canti lugubri con tutte le variazioni possibili del dolore. Se sarà musicista, non darà luogo che a musiche melanconiche e soffuse di disperazione. Se sarà pittore, farà quadri (e avrà abilità per essi da innalzarsi sino alla genialità) di lotte morali con tinte e colori sinistri. Così pure se sarà scultore o architetto. Se sarà in commercio o in affari, avrà diffidenza massima verso tutti. Non potrà fare a meno di favorire, di fidarsi anche per la tendenza del suo altruismo, ma poi, constatati i disastri conseguenza del suo favoritismo e della sua fidanza, si arrabbierà e maledirà la disonestà altrui, esagerandola per la sua impressionabilità. Si mostrerà muto, sfiduciato, si porterà da coloro che hanno il compito di assestare le cose, i quali a loro volta, conosciuta la buona fede dell'altruista, abuseranno anch'essi. Sicché l'altruista sarà spinto dalla mania della persecuzione, dell'incomprensione umana, ecc. Si sfogherà con l'arte, se artista, dirà male di tutti oppure rimuginerà nel suo cervello le contraddizioni subite e con tutta facilità il suo cervello entrerà in una specie di morbosità che si farà più o meno grave, a misura della molteplicità delle sue relazioni con il prossimo. Incesso dimesso, occhio come pauroso, rilassamento dei muscoli oppure ira sparsa per i lineamenti facciali. Rughe frontali in linea verticale o orizzontale, come di chi sia passato per un'indigestione potente. Angoli A (sopra 5/10). - L'Intozzata 2° modo sopra i 3/10 indurrebbe il soggetto al sospetto che si tratti di lui, vedendo due amici parlare insieme rivolgergli uno sguardo di lontano. La sua fantasia ribollirebbe di pretese, di vendette; oppure, trattandosi di caratteri portati al mutismo e di temperamenti cupi, dopo i primi moti di dispetto, li condurrebbe a una depressione quasi invincibile. Neurastenia e paranoia potrebbero essere le conseguenze disastrose. Se Angoli A fossero sotto i 5/10 oppure sui 5/10, il soggetto potrebbe benissimo vincere, con le forze sue naturali, le conseguenze morbose descritte, purché i fatti non siano molto poderosi e molteplici. Se Angoli A fossero sui 5/10 e l'Intozzata 2° modo fosse sui 5/10 o superiore, allora Angoli A trasmoderebbero come trasmoda quando sono superiori alla mediocrità. Lo stato del permaloso impressionabile è veramente penoso. Pare che non abbia bastante ossigeno per respirare. È urtato contro tutti e contro gli stessi elementi. Si vedono spesso le sue mandibole con442
torte, come di chi stringe violentemente i denti. La parola esce come chiusa in una morsa. Il colore della faccia mescolato a un giallo-verdognolo, il rosso delle labbra pavoneggiante e tumido. La digestione difficile sconvolta dal disordine dei succhi gastrici e pancreatici. Facilità a un che di itterizia, inappetenza e nausea. Questo nei permalosi impressionabili che abbiano i due segni sopra i 5/10. Gli altri con i due segni sotto i 5/10 possono avere degli effetti già descritti, ma in molto minore intensità, e possono con il tempo, indotti dall'esperienza, vincersi e avere quella libertà personale che li rende socievoli e trattabili, ed essi possono, presi dalla volontà di vincersi, anche totalmente, con il tempo, liberarsi dalle conseguenze dette. Angoli B (sopra i 5/10). - II testardo (Angoli B sopra i 5/10) che sia nello stesso tempo impressionabile (con sopra i 3/10 di Intozzata 2° modo) resta maggiormente fìsso nella sua caparbietà. Si può mettere in testa che gli altri facciano apposta a contraddirlo e da maggiormente ansa alla sua testardaggine e può esulare dall'oggettività della cosa in una discussione e non curarsi più se egli è nel torto o nella ragione e mantenere in piedi la sua affermazione o negazione soltanto per mantenersi nel contrasto e nella contraddizione, perché può arrivare alla supposizione che gli altri siano fìssati nel contraddirlo per il gusto della contraddizione, mentre è lui che si trova in tale situazione. Con questo può sdrucciolare nella mania della persecuzione, di esser preso di mira. Diventa perciò scontroso, insoffribile, si riduce in uno stato di contraddire sempre. Se uno dice nero, egli si induce a dire bianco, benché il nero sia manifesto anche al suo sguardo: questo perché la questione che egli tiene sempre in attivo non è la questione che si sta svolgendo, ma la questione della costante malafede altrui, per cui si sente spinto continuamente alla contraddizione. L'aspetto suo è della castigatezza per far vedere che la sua non è cocciutaggine ma castigatezza. Si esprime a volte con una parola di negazione, a volte con un gesto, a volte con un sorriso forzato e come avvolto in un che di dispetto, a volte con sorriso satirico. Trema facilmente nelle membra, batte gli occhi, tinge di qualche cosa di livido le gote e rende le labbra dure e come di chi sia preso da un'ira repressa. Restando solo, dopo una discussione, lo si vedrà rimescolare carte, sfogliare nervosamente libri, passeggiare solo come concitato e scornato. È lontano dallo scialacquare, ma terrà tutto in ordine, però in un ordine come striminzito. Dato che sia scapolo (ciò che può succedere facilmente, in quanto questi individui non 443
hanno il senso della sociabilità) terrà il letto povero di coltri come fosse un penitente e potrà dar l'aspetto di uno votato veramente alle privazioni. 4. Angoli C. — Se l'Intozzata 2° modo che non superi i 3/10 va congiunta con Angoli C, ci da un essere che ha lo spirito pronto per raccogliere tutte le minime impressioni, che sente repentinamente e presenti le situazioni morali altrui e ne usufruisce per i suoi scopi. Lo vedi con l'occhio attento, a volte concentrato come di chi piglia le mosse per una rincorsa ad assaltare, a intraprendere, a soggiogare e a non aver quiete finché non ha raggiunto lo scopo. Così sono coloro (in quanto Intozzata 2° modo con soli 3/10 non porta delle vere conturbazioni nel temperamento e nel carattere) che manipolano affari, che si mettono a capo dello svolgimento di nuove idee, che conducono i popoli alla riscossa, purché per l'abilità a ottenere lo scopo abbiano il contorno di altri segni grafologici che sono l'indice della facoltà richiesta. Se l'Intozzata 2° modo è superiore a 3/10, allora avrete di quegli esseri impressionabili che esagerano le impressioni e che con gli Angoli C si agitano per correre da una parte e dall'altra, per affrontare, per brigare, per comporre o scomporre combinazioni sociali, affari, commerci, novità di idee. Può essere benissimo che le loro esagerazioni riescano a impressionare e a conquistare, e in questo caso essi si sentono beati e possono acquistare della protervia e credersi dotati di facoltà straordinarie. Stroncano e tendono a stroncare tutto ciò che può sviarli dai trionfi ottenuti e si coprono di sprezzo verso cose serie che non rispondono direttamente agli scopi che si sono prefissi. Se, per contrario, le cose non vanno loro bene o se vengono arrestati nella loro corsa, li vedrai sommamente agitati, cercare tra le ceneri della loro ambizione bruciata qualche cosa che si sia salvata dal fuoco e, dato che non possano nulla ritrovare, li vedrai internarsi in forme svariate di paranoia e arrivare persine a girovagare nelle stanze di un manicomio, dove maledicono l'imbecillità di coloro che li hanno fiaccati. Occhio allora torbido, raccartocciamento delle membra e degli arti, voce strozzata, digestione intricata, stitica, viscere infiammate. 5. Intozzata 1° modo (sopra i 5/10). — Ti da un essere che ha insita nel suo temperamento l'ambizione del comando. Lo vedrai ostentare il coraggio, il quale però non è altro che paura o timore di essere sopraffatto e che in molti casi può prendere la forma dell'audacia, della 444
tirannia, della generosità versso coloro che possono contraddirlo, sopraffarlo, metterlo a posto. È sempre intento a togliere gli ostacoli dalla strada per la quale deve passare e cerca di distruggere tutto ciò che ha fatto il suo antecessore, che per questo solo ritiene per rivale; cerca di bollare di infamia tale suo antecessore perché non abbia più la forza di rivaleggiare con lui. Si servirà di stratagemmi, quasi sempre manipolati nelle tenebre della viltà per cerchiare di infamia o per ottenere la condanna dalle autorità superiori di coloro che possono infastidirlo. All'entrare in un tempio, in una fabbrica per visitarla e nell'avanzare per un andito vuoto, tremerà di vera paura allo sbucare improvviso di una donna, di un bambino dai quali non c'è nulla da temere, ma poi riprenderà la sua proterva prosopopea. Avrà i sonni agitati, imprenderà tutto, per mettersi alla pari dei grandi uomini che abbiano avuto il compito che egli ha. Parlerà, a seconda della natura del comando che esercita, con enfasi, con mellifluità, farà da santo, non disdegnando di inginocchiarsi, secondo quanto è richiesto per abbindolare. Si farà vedere curante sommamente dell'ordine, dell'osservanza dei precetti e di ciò che è nella carica che gli è stata affidata, irrigidendosi nella lettera anziché nello spirito dei vari precetti, scodellando sentenze, sbavando la santità dei costumi con la rigidità. Davanti alle autorità più alte che non può soggiogare, si farà vedere ossequiente di un ossequio vile, senza ribellarsi, senza protestare se viene lesa la giustizia. Le vendette saranno all'ordine del giorno verso coloro che facessero qualche osservazione sulle sue azioni, vendette però consumate sotto il manto specioso dell'osservanza delle leggi. Se poi cade dal piedistallo, eccolo pressoché distrutto in tutte le sue facoltà, tanto corporali che spirituali. 6. Mantiene il rigo. - L'impressionabilità e la fermezza si può dire che si servono a vicenda, sicché l'impressionabilità diventa più forte con la fermezza e questa diventa più forte con l'impressionabilità. L'impressionabile che abbia la fermezza sarà pronto a prendere delle decisioni repentine di vendette contro supposti nemici, oppure sarà pronto a giudicare sinistramente o entusiasticamente fatti supposti, e difficilmente si toglierà dalla prima impressione subito. Anche dopo che le cose si sono chiarite circa un fatto e dopo che egli (dato che sia onesto e che tenga all'onestà) avrà revocato il giudizio sinistro o la disposizione rigorosa contro un fatto immaginario, anche dopo essersi convinto di essersi ingannato, sentirà sempre un che in se stesso della prima impressione avuta, perché la fermezza ve lo costringe, e in certi casi lavorerà, senza accorgersi, secondo la stessa prima im445
pressione, pur essendo poi costretto a ritrattarsi, magari implicitamente, di nuovo. Egli accoglierà e tenderà ad accogliere, senza darsi all'esame dei fatti, una diceria a danno di uno verso il quale avrà antipatia, o a non accoglierla, anche se fondata, per non recare danno verso di uno per il quale sente simpatia, o che gli è stato prodigo di lodi o di attenzioni. Riguardo al suo simpatico o favorito istituirà inchieste per difenderlo. E se le inchieste risulteranno sfavorevoli, egli dirà o si convincerà interamente che non sono state fatte a modo, perché è sempre la prima impressione quello che lo domina e attanaglia. Avrà l'aspetto di un giudice che siede al banco del tribunale per condannare e assolvere. Parlerà con una tinta di autorità, anche se non sia investito di autorità. 7. Ascendente. - Pressappoco come Mantiene il rigo, e in molti casi con più intensità. 8. Discendente. - Nella seduzione passiva (specialmente riguardo alla donna) e nella tentazione è più forte la spinta dell'erotismo quasi che fisiologicamente i vasi di scarico siano estremamente carichi, quando poi in realtà non sono veramente tali. Ne vengono esseri che sono fortemente influenzabili e che non hanno il coraggio di affrontare pericoli e prepotenze, se non in casi sporadici in cui l'eccitamento a reagire sia sollecitato da parecchie cause. Allora la loro reazione sorpassa i limiti dell'equità e della necessità. Ordinariamente si presentano con un che di mellifluità, in cerca di esseri che sappiano confortarli, sostenerli, servirli e sappiano essere depositati delle debolezze. Criticheranno fatti e cose mai di fronte al colpito, ma sempre dietro le spalle; anzi di fronte al colpito avranno parole di scusa, di conforto, di difesa. Ordinariamente hanno floscia muscolatura e pigmento delle gote di un pallido mezzo. 9. Larga tra lettere. — E pressappoco nelle stesse condizioni di Curva. 10. Sinuosa - Parallela. — Siccome chi ha il segno Sinuosa ha la tendenza e l'abilità di leggere nell'animo altrui, ne viene che, se ha anche il segno Intozzata 2° modo sui 3/10 o sotto, sentirà tutte le impressioni suscitate dalla situazione dell'animo altrui, e l'impressionabilità stessa servirà per acutizzare la facoltà che emerge dal segno Sinuosa. Se poi Intozzata 2° modo supererà i 3/10, allora questa impressionabilità renderà smodata anche la facoltà della penetrazione nell'animo altrui e accentuerà la sensibilità del soggetto, sì da renderlo in certo modo ansante e come esposto all'esagerazione della sensibilità, sicché 446
sarà la vittima, direi, di una telepatia che esagera la portata delle sue relazioni penose con il prossimo. Lo si vedrà per questo nevrastenico e come evitante di incontrarsi con le persone con le quali è costretto a trattare, e facilmente si ridurrà in uno stato come di ansia, di angoscia; e, se il segno Intozzata 2° modo sorpasserà i 5/10, lo si vedrà candidato del manicomio con un che di fobia della sociabilità. Difficilmente, con Parallela, si vince l'emotività. 11. Scattante. — Quando Intozzata 2° modo sopra i 3/10 è congiunta a Scattante, il soggetto viene a essere accentuato più che altro nella manifestazione, prendendo la forma dell'ira o dell'entusiasmo. L'entusiasmo facilmente corre fino al fanatismo. Posso dire, anzi, che i veri fanatici debbono avere questi due segni congiunti con l'altro segno Profusa. Costoro parlano piuttosto concitati, promettono senza pensare troppo alla gravita del mantenere la promessa. Hanno la verbosità tanto per l'entusiasmo come per la manifestazione dell'ira. Hanno l'impronta della sincerità che tuttavia può essere una sincerità fuori modo e che potrebbe prendere la forma della sfacciataggine e dell'imprudenza. Si possono convincere con autoconvinzione che sono dei singolari e che non sono riconosciuti per tali da incomprensione e lagnarsene, istituendo paragoni, facendo delle proteste e via dicendo. 12. Minuta. — Questo segno, congiunto con Intozzata 2° modo sopra i 3/10, da l'eccessività della finezza intellettiva e del sentimento, sì da condurre il soggetto fuori dell'oggettività. La paranoia ne può essere il risultato. 13. Minuziosa. — Quanto è stato detto per la Minuta vale molto più per la Minuziosa. La differenza sta in questo: che la Minuta va alla sostanza delle cose, mentre la Minuziosa si attacca a tutte le accidentalità, dando loro il peso della sostanza. Da esseri veramente pignoli. Guai se costoro dovessero avere contatto con il pubblico e con il pubblico avessero un compito da esplicare! Sarebbero attaccati in modo eccezionale a tutte le più piccole leggi con un'interpretazione di esse pedante e piena di precauzioni e di distinzioni, per cui è un bel malcapitato chi deve trattare con simili soggetti. Potrebbero, invece, essere abili sino all'ennesima potenza per quegli uffici in cui è necessaria un'attenzione esagerata e piena di precauzioni. Tuttavia, anche in questo, potrebbero, per l'eccessività, andare incontro a degli abbagli. 447
14. Disordinata. — Sopra i 3/10 con Intozzata 2° modo questo segno ci da i candidati inevitabili del manicomio. Hanno la mente arruffata e maniaca, evoluzione irresistibile erotica, contraddizione di sentimenti, ecc. 15. Contorta. — Questo segno, per se stesso, da la prontezza e la forza alla reazione. Quindi da un che di disposizione al combattimento. Congiunta al segno Intozzata 2° modo, questa disposizione al combattimento diventa molto più forte per le impressionabilità che riceve dall'esterno, per cui le lotte sono maggiori di numero e di intensità; poi per le impressioni che riceve dall'interno, dopo la lotta con l'esterno, nell'esaminare lo svolgimento di tale lotta esterna. Questo esame, sia pur non voluto dal soggetto, viene a forza istituito dall'impressionabilità, la quale si usurpa il diritto anche di giudicare. Da questi due segni scaturisce prepotente la tendenza al sovversivismo. 16. Oscura. — Ne scaturisce obnubilamento delle facoltà mentali nel formare i giudizi. L'illusione è la legittima figlia di questo connubio. 17. Confusa. — La congiunzione di questi due segni da l'allucinazione, che cresce di intensità a misura dell'intensità dei due segni. 18. Acuta - Ina. — L'Acuta per se stessa da una sensibilità egoistica piuttosto accentuata. Ora, congiunta con l'impressionabilità, viene a dare a questa la sua forma egoistica, fondendo la sensibilità per tutti i reparti dove l'impressionabilità si evolve secondo la forza della medesima. Tipi che sono attenti a non menomarsi, che tengono pronte le unghie come farebbe il gatto per riparare il proprio Io e si danno all'ira quando questo Io venga menomato dagli altri e alla conseguente vendetta. Irta da l'isterismo della contraddizione. 19. Secca. — L'avarizia intellettiva e morale si accentua maggiormente e infonde nel soggetto il timore continuo di essere derubato, e lo agita nella notte, lo rende sospettoso, interminabile nelle precauzioni. 20. Lettere addossate. — II segno Lettere addossate è indice della poca generosità. Ne viene perciò che tutte le impressioni del soggetto si riversano sulle cose e sulle sue relazioni con il prossimo in un modo egocentrico. 448
21. Stentata. — Questo segno, congiunto con Intozzata 2° modo, acquista maggior forza e a ogni impressione riduce il soggetto ad arrestarsi e a non saper concludere praticamente. Dato che il soggetto abbia qualche compito di importanza, si troverebbe nelle condizioni di produrre nella mente una confusione per la pressione delle questioni che hanno bisogno di una soluzione pratica e senza indugio. Cosicché potrebbe andare incontro a quella situazione patologica che viene determinata dall'ansia. 22. Tentennante. — In grado minore, rende il soggetto nelle condizioni di chi ha il segno Stentata congiunto a Intozzata 2° modo. 23. Titubante. — In grado ancora minore, come Tentennante. Siccome il Titubante rende il soggetto meno ostile a essere incline a soddisfare gli altri, i furbi potrebbero da ciò prendere motivo per abusare della sua titubanza e condurlo nell'inganno. 24. Apertura a capo delle o e delle a. — Congiunto con Intozzata 2° modo rende l'intenerimento sessuale agitato e più impellente. Così anche è più spasmodico il vuotamente dei vasi, sebbene lo spasimo sia nella cerchia del gusto libidinoso. Così è più frequente e più vario l'intenerimento sessuale. 25. Aste in linea retta. — L'inflessibilità sdrucciola facilmente nell'irragioncvolezza in quanto l'impressionabilità è sempre (sopra i 3/10) fuori della ragione. 26. Aste con il concavo a sinistra. - Quello che è stato detto di Aste in linea retta molto più a ragione si deve dire di questo segno. 27. Aste in avanti. — II remissivo impressionabile si trova nelle condizioni di chi ha sempre paura di contraddire gli altri, perché il remissivo è tale in quanto appunto tende a non entrare in contrasto. Cosicché se il detto soggetto avesse qualche compito di autorità, non avrebbe la forza di imporsi. 28. Ardita. — Con questo segno, l'Intozzata 2° modo potrebbe prendere la forma dell'audacia per poi saltare nella paura o nella viltà varia, e sempre a sfondo di tradimento, quando una cosa andasse male, in quanto il segno Ardita porta sempre il soggetto a non pesare la portata degli elementi che sono i coefficienti dell'arditezza. 449
29. Calma. — Questo segno, dato che possa trovarsi insieme con Intozzata 2° modo, serve molto a mitigare le impressionabilità. 30. Pendente. - L'affettività con Intozzata 2° modo è sempre agitata. La madre per i figli, la sposa per lo sposo amato, la sorella per il fratello, ecc. sono sempre alle prese con fatti immaginari o di danno o di gelosia o di altro che entri nella patologia affettiva. Diffìcilmente costoro possono avere un'affettività di soddisfazione, in quanto l'impressionabilità congiunta all'affettività sbuca sempre o quasi sempre nella trepidazione, perché appunto la vera affettività è di sacrificio e il sacrifìcio (è chiaro) rende trepidanti. 31. Filiforme. - II Filiforme è un fattore della sensibilità, e l'impressionabilità è una sensibilità patologica. Da ciò il Filiforme accentua l'impressionabilità e viceversa. 32. Fine. — Se Intozzata 2° modo è sotto i 3/10, con questo segno rende forte la finezza del sentimento. Se sopra i 3/10, tutte le finezze del sentimento vanno a colpire continuamente il soggetto sì da rendergli quasi impossibile la vita. Con fatti continui e di una certa entità, il cervello potrebbe entrare in uno stato patologico. 33. Pedante. — La pedanteria va sino all'eccesso. 34. Profusa. - Pressappoco quello che abbiamo detto di Larga tra lettere. 35. Accurata - Elegante. — L'accuratezza in questo caso diventa minuziosa. Il soggetto entra nel timore di non essere esatto quanto si deve, e sdrucciola in tutte le pedanterie del caso. Da di quegli esseri interminabili nel preparare, assestare, studiare le parole, ecc., sebbene possano non riuscire (questo dipende da altri segni) ad assestare come si deve. Elegante può distrarre il soggetto dall'emotività. • 36. Parca. — Da quegli esseri che consumano in se stessi tutte le impressioni che vengono o dall'esterno o dall'interno. Essi, a ognuna di queste impressioni, cambiano di colore come chi resta allibito, e facilissimamente entrano nella melanconia e, nei casi più forti, nella depressione. 450
37. Recisa. - Questo segno è pericoloso quando è congiunto con Intozzata 2° modo in coloro che hanno delle responsabilità, perché costoro si determinano a una conclusione che viene loro imposta dall'impressionabilità. 38. Austera. — Pressappoco come Parca. 39. Con i rìcci della spavalderìa. — Come di Ardita. 40. Con i rìcci della mitomania. — II manicomio è la casa di coloro che hanno congiunti questi due segni. 4L Con i rìcci dell'ammanieramento. — L'ipocrisia prende la forma alla stregua delle impressioni avute e del temperamento del soggetto. Siccome l'impressionabilità sopra i 3/10 non è mai oggettiva se non altro nell'intensità, ne viene che, congiunta a tali ricci, conduce il soggetto a quell'ipocrisia che in certo modo reca stupore e agghiaccia in quanto è fondata sull'oggettività. 42. Ricci del nascondimento. - Da una specie di ipocrisia fondata sul nascondimento dei propri sentimenti che, in quanto ispirati dall'impressionabilità, non sono nell'oggettività. 43. Grossa e Grossolana. - Possono dare luogo a sfoghi di ira e di vendetta cruda. 44. Fluida - Accartocciata. — Rende più mite l'impressionabilità, in quanto il soggetto con il segno Fluida tende a scivolare via dalle impressioni. Accartocciata rende il soggetto cupo e sospettoso. 45. Impaziente. - II segno Intozzata 2° modo acquista più forza, in quanto l'impazienza gli toglie ogni mezzo di controllo. 46. Solenne. - Rende più forte l'Intozzata 2° modo, in quanto porta il soggetto a sprezzare le osservazioni altrui e quindi a fidarsi del proprio giudizio. 47. Staccata. - Rende l'analisi delle cose più meticolosa e meno oggettiva.
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48. Vezzosa - Flessuosa. — Rende più attenta la grazia e la civetteria, ma la rende, per il soggetto, più insopportabile e più insopportabile per chi la subisce. Flessuosa accentua gli effetti di Vezzosa. 49. Levigata. - Le stesse cose di Accurata, ma con maggiore intensità e con più delicatezza. 50. Larga di lettere. — Intozzata 2° modo intralcia la profondità, in quanto induce il soggetto a considerare a volte le accidentalità come sostanze o viceversa, secondo le impressioni subite. 51. Larga tra parole - Legata. - II ragionamento segue le impressioni. Legata però da al ragionamento emotivo la logica o la sua apparenza. 52. Disuguale metodicamente. — Quanto all'arte, può dare un'arte singolare, strana, in quanto la rende del tutto personale. Se artisti di tal fatta sono esposti a contraddizioni e invidie, ciò che può succedere facilmente in quanto facilmente non vengono compresi, può avvenire che essi si internino nella mania di persecuzione. Quanto alla scienza inventiva, possono essere distolti dalla vera impostazione della scienza. 53. Sciatta da all'emotività l'isterismo di debolezza. 54. Aggrovigliata rende il soggetto nebuloso di una nebulosità insolvibile. 55. Artrìtica accentua Intozzata 2° modo.
7. MANTIENE IL RIGO E GLI ALTRI SEGNI Prima di tutto, è necessario distinguere psicologicamente la fermezza (di cui è indice Mantiene il rigo) dalla tenacia (Angoli B) e dall'inflessibilità (Aste in linea retta). Tutte e tre queste qualità hanno per punto di arrivo la fermezza; ma la tenacia per se stessa ha bisogno come di aggrapparsi a un che di consistente per non essere trascinata, l'inflessibilità ha bisogno di non piegarsi per essere ferma, perché se si piegasse allora sarebbe finita la sua fermezza; la fermezza invece, nel vero significato 452
psicologico di questa parola, dice sicurezza di posizione, di situazione. La tenacia infatti è assalita o verbalmente o con azioni perché ceda, ma si abbraccia fortemente alle proprie ragioni o alle proprie azioni o ai propri propositi per non cedere, e perciò è spesso sommamente tormentata; e il tormento entra tra le fessure — per modo di dire — della stessa tenacia. L'inflessibilità per se stessa non ascolta ragioni in contrario e non ammette replica. La fermezza invece, quella che è veramente tale (Mantiene il rigo), ha vagliato già tutte le ragioni ed è pronta sempre ad accoglierne e discuterne, e a modificare se mai ce ne fosse il bisogno (perché il modificare ragionevolmente non è cosa contro la fermezza). Essa è fermezza quando, già vagliate tutte le ragioni contrarie e favorevoli, si pone ed è disposta a mettersi in luogo e in posizione e in situazione di sicurezza, dalla quale non riuscirà a rimuoverla nessuna contrarietà. Perciò l'inflessibilità non può piegarsi contro ragione; la tenacia per non muoversi ha bisogno di quel complesso di ragioni che valgano a determinarla a non muoversi, per cui la sua posizione oggettiva può essere falsa, anche quando non trasmoda nella cocciutaggine. La fermezza invece dice coscienza completa di se stessa dopo un dibattito consumato e in cui siano state esaurite tutte le prove in contrario. Anche i segni grafologici spiegano a sufficienza la tendenza di queste tre qualità. Gli Angoli B girano intorno alla lettera curva per non farla rotolare dalle pressioni e dalle spinte interne ed esterne. Le Aste rette si tengono irrigidite verticalmente e in una specie di antisocialità riguardo alle altre lettere. Mantiene il rigo invece è un segno che riguarda tutte le parole di una riga e si dirige in linea orizzontale, quasi intenda di avere la sua fermezza approvata dagli altri segni, siano essi favorevoli o contrari. Tenacia e inflessibilità hanno la loro conclusione in continuo contrasto, la fermezza invece ha la sua conclusione nella quiete e nella perfetta socialità. 1. Curva. - Questo segno da a Mantiene il rigo la disposizione alla bontà e all'altruismo a misura del suo grado. 2. Angoli A. — Questo segno dispone il Mantiene il rigo a non muoversi facilmente dal suo risentimento e dalla sua permalosità. Se Angoli A è sopra i 5/10, allora tende a tradire la fermezza in quanto la induce a essere irragionevole. La fermezza in questo caso protesta nel fondo della coscienza, ma la permalosità la soffoca. 3. Angoli E. — Gli Angoli B nella mediocrità danno maggior forza a Mantiene il rigo. Allora non è soltanto l'Io sociale che sostiene il 453
Mantiene il rigo, ma anche l'Io individuale. Se gli Angoli B sono sopra la mediocrità, allora tradisce il Mantiene il rigo in quanto lo porta fuori dell'ordine. 4. Angoli C. — L'angolo C, quanto più è forte, tanto più manipolerà la fermezza per il raggiungimento degli scopi che il soggetto si prefigge. L'angolo C che accede a Mantiene il rigo è l'arte che si presenta per dare alla fermezza tutte le forme necessarie per la vittoria, in una lotta sia pure con molteplici forze avversarie. Abbellisce di sfumature la sicurezza con cui si mostra il Mantiene il rigo. 5. Intozzata 1° modo. — Questo segno da a Mantiene il rigo la forza dell'imposizione. Se Intozzata 1 ° modo è sopra la mediocrità abbindola il Mantiene il rigo perché si presti al comando ingiusto, all'ingiusta indipendenza, alle pretese dell'ambizione. 6. Intozzata 2° modo - Artrìtica. - È sufficiente quello che abbiamo detto trattando della combinazione di Intozzata 2° modo e di Mantiene il rigo. 7. Ascendente - Discendente. — Sono due segni che non possono stare con Mantiene il rigo, perché la defettibilità di Mantiene il rigo si riduce nell'uno o nell'altro di questi due segni. 8. Larga - Lettere addossate. o di lettere - Larva o tra lettere - Larga o tra parole f — Larga di lettere accede a Mantiene il rigo come un assetato alla fontana, poiché la profondità di intelligenza e di sentimento hanno bisogno della fermezza, e la fermezza ha bisogno di questa profondità per la sua sicurezza. Onde sono segni sommamente amici. Larga tra lettere fa espandere la fermezza nella generosità. Si sa che la generosità partorisce la beneficenza e questa incontra ostacoli a ogni passo. Ebbene, è la fermezza che rende salde nei propositi la generosità e la beneficenza. Larga tra parole, quando sia equilibrata a Larga di lettere, è il complemento di questa per rendere più sicura la fermezza. Quando è sproporzionata, rende ferma l'ipercritica. Lettere addossate tradisce la fermezza in quanto, accedendovi, la induce a rendere incrollabile la tirchieria. 9. Sinuosa - Contorta. — Questi due segni apportano a Mantiene il rigo la loro arte perché la fermezza sia più consistente e più ferma. Essi, anziché essere servi, sono i dirigenti di Mantiene il rigo. 454
10. Minuta - Minuziosa. - Minuta apporta a Mantiene il rigo la finezza del giudizio e del sentimento e perciò la rende più sicura. Minuziosa reca danno a Mantiene il rigo in quanto, mentre la fa indugiare su cose secondarie senza ragione, la espone a trascurare le cose primarie che, se contrarie a Mantiene il rigo, possono debellare questo segno. 11. Scattante - Slanciata - Ardita. — Questi tre segni possono far perdere la serenità a Mantiene il rigo in quanto lo scatto e lo slancio mancano sempre di ponderazione, e l'arditezza può indurre a trascurare quello che nella pacatezza si terrebbe in massimo conto. 12. Disuguale metodicamente - Disordinata. - Disuguale metodicamente dona a Mantiene il rigo l'originalità tanto nell'arte, o meglio nella costanza dell'arte, in mezzo alle contraddizioni, come nell'azione. Si sa che ciò che è originale non è compreso dagli uomini comuni, anzi viene giudicato come una stranezza spesso degna di manicomio. Ebbene, Mantiene il rigo supera queste condizioni e dona al soggetto la fermezza nell'arte o nell'azione, e per questa fermezza il genio si viene ad affermare. Disordinata può arrivare al punto da sconvolgere quanto emerge dalla fermezza. 13. Chiara - Nitida - Aggrovigliata. - Questi tre segni donano a Mantiene il rigo le qualità di cui sono indice e perciò la rendono più ferma in quanto l'accerchiano della loro forza. Aggrovigliata è una proprietà di confusa. 14. Acuta - Secca - Irta. - Magari a torto, ma rendono la fermezza più irremovibile. Tuttavia rendendola spesso irremovibile contro ragione, vengono a danneggiare l'efficacia di un'opera o di un'azione. 15. Stentata- Tentennante- Titubante. —Attardando le conclusioni, questi tre segni in molti casi possono attentare all'efficacia di Mantiene il rigo. La cosa è chiara. 16. Uguale - Accurata - Pedante. — Uguale non approfondisce le cose, ma tende a copiarle, e perciò da modo alla furberia di sorprendere la fermezza e di renderla molte volte impotente. Accurata come Uguale. Pedante come Uguale, e ancor più di Uguale e di Accurata, essendo così la sua natura. 455
17. Apertura a capo delle o e delle a - Pendente. — Apertura è un segno nemico della fermezza quando l'intenerimento sessuale entra in azione. Anche quando non entra in azione, siccome è nel soggetto come disposizione, tale disposizione è sempre intenta ad attentare alla fermezza. Pendente con il suo languore, con il suo abbandono, con la sua facilità all'isterismo e agli amori unisessuali è un segno fortemente nemico della fermezza, la quale si trova sempre esposta ai colpi che le possono essere lanciati ora da una parte ora dall'altra dalle cose dette sopra. 18. Aste rette - Aste in avanti - Aste indietro - Dritta. - Aste rette rafforzano Mantiene il rigo, ma possono comunicargli la loro irragionevolezza quando siano troppo accentuate di grado. Meglio sarebbe — e Mantiene il rigo sarebbe più incrollabile secondo la verità — se le tre specie di Aste fossero tra loro equilibrate. Aste in avanti, se non sono in grado superiore, rendono giustamente remissivo o giusto e comprensivo Mantiene il rigo. Quando sono in grado superiore, lo espongono a lasciare il suo trono. Aste indietro rendono Mantiene il rigo urtante e irragionevole in molti casi, eccettuati quelli nei quali sia necessaria la repulsione. Dritta apporta a Mantiene il rigo pressappoco quello che apportano Aste rette quando queste sono non oltre la mediocrità. 19. Calma. - Calma pigrizia può rendere Mantiene il rigo flaccido e perciò impotente. Calma ponderazione rende a Mantiene il rigo quello che gli rendono Larga di lettere, Larga tra lettere e Larga tra parole. 20. Filiforme - Fine - Grossa - Grossolana. — Filiforme e Fine rendono Mantiene il rigo sensibile alle diverse specie di fermezza, e cosciente degli effetti che la fermezza produce tanto nel soggetto come in altri, e perciò dispongono la stessa fermezza a tenere conto di tale sensibilità e di applicarla. Grossa e Grossolana producono l'effetto contrario di Filiforme e di Fine. 21. Ricci. - Ricci della mitomania attirano a loro la fermezza per non muoversi dalla propria tendenza, per cui è la fermezza che subisce l'influenza della mitomania e non viceversa. Così i Ricci della confusione. 456
I Ricci del nascondimento rendono la fermezza circospetta e la inducono a tenere fermo il carattere per non aprirsi. I Ricci della spavalderia danno a Mantiene il rigo la loro forma. I Ricci dell'ammanieramento danno alla fermezza l'untuosità ipocrita di presenza, e la satira quando il soggetto è lontano da colui sul quale si versa la fermezza. 22. Profusa - Parca - Recisa - Austera. — Profusa come Larga tra lettere. Parca accresce, con la laconicità, Mantiene il rigo. Recisa e Austera pressappoco come Parca. 23. Allungata - Solenne - Fluida - Attaccata - Staccata - Accartocciata. Allungata e Solenne danno alla fermezza un che di prosopopea. Fluida concede a Mantiene il rigo la naturalezza. Attaccata gli concede la continuità e la sintesi. Staccata gli concede la forza dell'analisi. Accartocciata da la sicurezza dell'egocentrismo. 24. Vezzosa - Veloce. - Vezzosa diviene un colorante di Mantiene il rigo. Per Veloce vedi Impaziente. 25. Elegante - Flessuosa - Parallela - Legata. - Questi quattro segni nulla aggiungono a Mantiene il rigo.
8. ASCENDENTE E GLI ALTRI SEGNI 1. Curva. - Curva da ad Ascendente la forma della bontà e dell'altruismo nell'evoluzione più o meno spiccata dell'ardore, dell'entusiasmo, del fanatismo e anche della presunzione. 2. Angoli A - Angoli B - Angoli C. — Angoli A danno ad Ascendente il risentimento che viene accolto con ardore e con il desiderio della vendetta, specialmente quando il risentimento trascende alla permalosità. Rende Ascendente protervo davanti all'offensore.
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L'angolo B accede con la tenacia e con la cocciutaggine e ne informa l'entusiasmo, il fanatismo e la presunzione e anche il desiderio di perfezionarsi. L'angolo B in questi casi diventa servo di Ascendente pronto a prendere quella forma che gli viene data da Ascendente. L'angolo C accede ad Ascendente con una certa timidezza e cerca di mitigare le smargiassate di Ascendente, e quando l'angolo C è di grado elevato riesce in qualche modo a mitigare Ascendente. Se Ascendente è nella mediocrità, l'angolo C gli da valido aiuto per ottenere l'effetto cui mira. :. 3. Intozzata 1" modo - Intozzata 2" modo. — Intozzata 1° modo dispone Ascendente all'indipendenza, all'ambizione e al comando, per ottenere le quali cose pone tutta la sua forza quando è discreto e si allontana dall'effetto cui mira. Se Ascendente è sotto i 5/10, allora le aspirazioni di Ascendente diventano più consistenti e quasi si avvicinano all'efficacia di Mantiene il rigo. Intozzata 2° modo a misura del grado di Ascendente porge a questo tutte le impressionabilità che vengono accresciute dallo stesso Ascendente, e per questo diventano quasi incoercibili. In questo caso sono l'ardore, l'entusiasmo e il fanatismo che baciano e si associano alle impressionabilità che vengono dall'esterno e dall'interno. 4. Mantiene il rigo. - Mantiene il rigo può stare con Ascendente solamente quando questo ha un grado minimo. In questo caso mitiga Ascendente come un bravo guidatore mitiga e tiene a freno un cavallo di sangue. 5. Discendente. - Se Discendente va congiunto con Ascendente nella medesima riga in modo che prima abbia luogo Discendente poi Ascendente, allora indica il soggetto che è affievolito al principio dell'azione e poi a poco a poco si rifa. Indica il soggetto in senso inverso se nella stessa riga prima ha luogo Ascendente e poi Discendente. Se poi in una riga ha luogo Ascendente e in un'altra Discendente e così via di seguito, allora indica che il soggetto è turbato da affìevolimenti e da ardori, per cui viene a perdere il senso morale delle cose. Non diventa immorale, ma esula dalla moralità. 6. Larga di lettere - Larga tra lettere - Larga tra parole. — Bisogna far notare che l'ardore, l'entusiasmo, ecc., di Ascendente non è oggettivo, 458
ma soggettivo, per cui il soggetto viene condotto fuori dell'oggettività. Per questo, Larga di lettere, quanto è più forte, tanto più vi condurrà Ascendente fuori dell'oggettività. Presunzioni, entusiasmi, fanatismi saranno il retaggio della congiunzione di questi due segni quando saranno in un grado elevato. Quando invece saranno in un grado medio, oppure sotto la mediocrità, non presenteranno niente di particolare. Se invece Ascendente sarà nella mediocrità o sotto e Larga di lettere sopra, allora si avrà quella potenzialità di intelligenza che si ingolfa nel dinamismo e non trova riposo e ora imprende una cosa ora un'altra senza esaurimento. Larga tra lettere riguarda il sentimento, e si deve dire di esso riguardo al sentimento quello che abbiamo detto di Larga di lettere riguardo all'intelligenza. Il Larga tra parole riguarda il ragionamento, e dobbiamo dire di esso circa il ragionamento quello che abbiamo detto degli altri due circa la profondità intellettiva e il sentimento. 7. Sinuosa - Contorta - Scattante. — Ascendente, quando è in grado forte, non accoglie bene il Sinuosa che per questo perde della sua forza. Se Ascendente è in grado minore, allora può esistere la compatibilita tra i due segni. Contorta da ad Ascendente la forza del contrasto e del sovversivismo. Scattante rende Ascendente insopportabile, quando ambedue sono sopra i 5/10. Se sui 5/10, lo rende sopportabile. Se sotto, svanisce l'insopportabilità. 8. Minuta, Minuziosa. — Minuta, se accede ad Ascendente accompagnata da Contorta, Secca e Larga tra parole, porta lo spirito di economia, in teoria e in pratica, che trascende in avarizia, e porta l'abilità all'economia scientifica. Perché Contorta da il controllo, Minuta la finezza del controllo, Secca lo spirito di economia, Larga tra parole il ragionamento. Messi insieme, portano l'abilità all'economia scientifica. Minuziosa sbanda Ascendente e lo spinge a spendere l'ardore per cose secondarie. 9. Disuguale metodicamente - Disordinata. — Disuguale metodicamente con Ascendente fa scaturire l'arte dell'ardore, dell'entusiasmo, ecc. Disordinata porta Ascendente con sé all'impazzata. Il soggetto è privo della forza della moralità. 459
10. Oscura - Confusa - Chiara - Nitida. — Ognuno vede quello che Chiara e Nitida apportano ad Ascendente: lo rendono più spiccato e più distinto. Oscura apporta quella nebulosità che toglie ogni fidanza. E molto più Confusa. Essi sono i segni della poca sincerità. Oscura è cosciente. Chiara può essere incosciente di tale insincerità. 11. Acuta - Secca - Uguale - Ardita - Calma - Impaziente - Slanciata - Irta Parallela. — Acuta con Irta conduce ad Ascendente la voglia di contrastare, di arguire, di invidiare. Secca conduce ad Ascendente la tendenza alla tirchieria. Uguale, la pedanteria e la tendenza all'attaccamento, alle abitudini. Ardita apporta ad Ascendente la sicurezza, perché Ascendente non dice per se stesso sicurezza. Calma pigrizia non è compatibile con Ascendente, Calma ponderazione modera molto Ascendente, se è mai possibile che acceda ad Ascendente. Il contributo che apportano Impaziente e Slanciata ad Ascendente è potente. 12. Apertura a capo delle o e delle a - Pendente. - Apertura capo delle o e delle a affievolisce la spinta di Ascendente quando l'intenerimento entra in azione. Pendente da ad Ascendente un che di mellifluità. 13. Aste rette - Aste in avanti - Aste indietro, ecc. — Questi segni e gli altri tutti non accedono ad Ascendente se non con quello di cui sono indice, senza recare nulla di nuovo fuori di questo. Soltanto il Riccio della mitomania rende il segno Ascendente meno disposto a togliersi da quello che indica lo stesso Riccio della mitomania. 14. Gli altri segni non aggiungono particolarità speciali.
9. DISCENDENTE E GLI ALTRI SEGNI 1. Sciatta. — E una proprietà di Discendente. 2. Curva. - Curva apporta a Discendente l'altruismo e in certo modo favorisce la debolezza, danneggiando la moralità. Prendi la donna 460
con la debolezza e l'altruismo, e la vedrai facilmente intenerita per tutti i casi che suscitano compassione (cosa questa molto bella) ma la vedrai anche molto facile di costumi, la quale facilità prenderà le mosse magari da un atto di attenzione, di compassione, ma sfocerà nella cessione anche dei suoi diritti personali inalienabili. 3. Angoli A. - Qui l'angolo A, al contrario di Curva, apporterà, in qualunque grado sia, le esigenze dell'Io spesso contro ragione, anche quando non è angolo A sopra i 5/10, per rifarsi in qualche modo, quando va unito a Discendente, delle debolezze subite; ma, d'altra parte, munirà Discendente di quei risentimenti e di quelle permalosità che si riversano sul soggetto medesimo, e lo indurranno a mettere un argine alla debolezza morale. 4. Angoli B. - L'angolo B accede a Discendente o per fissarlo maggiormente nella debolezza, oppure per toglierlo o per mitigare la debolezza se il soggetto sia da cause esterne o interne sollecitato a frenare la sua corsa per la china. In questo senso l'angolo B può essere favorevole alla moralità. 5. Angoli C. - L'angolo C a Discendente dona tutte le sue risorse a misura del suo grado per tenere in piedi le debolezze e per difenderle dagli attacchi di critica e di censura. Può tuttavia essere il fomentatore di un misticismo che serva alla debolezza per sollevarsi dalla stessa debolezza, dandogli la forma di quella cultura spirituale che serve per creare la sublimità dello spirito votato allo spiritualismo (non importa qui se vero o falso). 6. Intozzata 1° modo. - È Discendente che si impossessa di Intozzata 1° modo per rendere questo segno schiavo delle debolezze del soggetto nel comando, nell'indipendenza, nell'ambizione. Prendi una donna che abbia a sua disposizione una certa indipendenza e mezzi finanziari e che sia nello stesso tempo presa da Discendente e la vedrai fare sfoggio delle sue debolezze e cerchiarle di tutte le risorse che le può dare Intozzata 1 ° modo. 7. Intozzata 2" modo. — Intozzata 2° modo da maggiore ansa alla stessa debolezza, poiché la rende schiava di tutte le impressionabilità possibili. Qualunque piccolo fatto fattivo o verbale fisserà il soggetto nella 461
schiavitù dell'insidia, e tale schiavitù gli verrà allestita su qualunque campo. Tuttavia Intozzata 2° modo potrà portare il soggetto verso ideali superiori quando si sia messo per questa via, producendo con ciò del male che scaturisce dalla debolezza, e producendo del bene che scaturisce dal perché la debolezza tende ad affidarsi a esseri superiori, quando sia attirata da qualche ideale superiore. 8. Mantiene il rigo. — Questo segno non ha luogo con Discendente. 9. Larga di lettere - Larga tra lettere - Larga tra parole - Lettere addossate Secca. - Larga di lettere e Larga tra parole possono apportare del bene a Discendente quando la debolezza sia munita di validi appoggi esteriori, e possono apportare del male se la debolezza se ne serve per difendere la sua situazione. Larga tra lettere è un accrescitivo di Discendente, in quanto Discendente è una certa generosità per debolezza e Larga tra lettere è generosità per se stessa. Questa accede a quella e vi si accomuna. Lettere addossate e Secca spingono la debolezza a essere tale per semplice egoismo e facilmente per avere un fondamento finanziario. 10. Sinuosa - Contorta. — Sinuosa da a Discendente l'arte di insinuarsi e quindi di debellare anche le nature più forti. E questo tanto per quello che spetta all'irascibilità come alla sensualità. Contorta può avere tre sbocchi: a) controllo sul soggetto; b) controllo sugli altri; e) controllo sui fatti in se stessi. Il primo controllo può apportare un che di freno a Discendente, come può apportare maggiore sfrenamento quando Discendente sia entrato in casi particolari come di disperazione. Così si parli del terzo controllo. Riguardo al secondo controllo, Discendente sente maggiore spinta alla debolezza quando trova negli altri sacrifìcio e dedizione; se trova il contrario, può allontanarsi dallo stesso Discendente riguardo a quel terzo, cioè a colui che non subisce sacrifici e non ha dedizione, ma facilmente per appigliarsi ad altri che spera dediti al sacrificio e alla dedizione. 11. Minuta - Minuziosa - Chiara - Nitida -Acuta - Stentata - Titubante Tentennante - Uguale - Ardita - Dritta - Filiforme - Fine - Grossa Grossolana, ecc. — Sono segni che nulla danno di nuovo a Discendente, se non modalità di accidentalità. Queste modalità possono essere causa di ritenutezza o di maggior cessione a Discendente, ma ognuno può comprenderlo da sé, senza che noi ci indugiamo su di esse. 462
12. Disuguale metodicamente - Disordinata. — Disuguale metodicamente da a Discendente tutte le variazioni belle che sono proprie della debolezza, da cui può scaturire un Leopardi, uno Chopin, uno Schubert, ecc. Disordinata accresce la forza di Discendente per disastri morali sotto tutte le forme. 13. Aste in avanti - Pendente. — Questi due segni pressappoco apportano a Discendente le stesse qualità. Aste in avanti gli donano quella remissività che è propria dell'isterismo. Pendente gli dona quel languore che è pure proprio dell'isterismo. Le altre Aste sono modalità di Discendente. 14. Apertura a capo delle o e delle a. — Questo segno spinge Discendente in tutte le forme della sensualità, e naturalmente, esaurita la natura, anche nelle forme della contronatura. 15. Ricci della mitomania - Ricci della confusione. — Gli altri Ricci sono modalità. Ricci della mitomania tormentano la fantasia in tutte le supposizioni, e donano questa fantasia a Discendente per farla bollire in tutte le debolezze scaturenti da quelle supposizioni. Ricci della confusione apportano a Discendente quello che gli apporta Disordinata. 16. Vezzosa. — E questo un segno che accresce la prepotenza del senso altrui e perciò, dopo aver suscitato il senso altrui, diventa preda della seduzione. 17. Aggrovigliata. — Rende la debolezza arruffata. Gli altri segni non aggiungono particolarità speciali.
10. APERTURA A CAPO DELLE O E DELLE A E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva. — Curva profonde le sue doti a beneficio di Apertura a capo delle o e delle a. L'intenerimento sessuale con Curva diventerà più forte e sarà molto accentuato dall'intenerimento sessuale o dalla sen463
sualità dell'altra parte, in quanto Curva tende a soddisfare gli altri. Con Apertura a capo delle o e delle a, Curva diventerà un segno di prostituzione. 2. Angoli A, B, C. — Gli Angoli A, B, C apportano al segno Apertura a capo delle o e delle a quello che abbiamo detto a suo luogo trattando di questi Angoli in relazione con Apertura a capo delle o e delle a. Ne abbiamo trattato tanto in senso diretto come inverso. 3. Intozzata 1° modo, 2° modo. - Intozzata 2° modo e Apertura a capo delle o e delle a hanno quelle combinazioni che già abbiamo dato in senso diretto come inverso. Intozzata 1 ° modo apporta ad Apertura a capo delle o e delle a, oltre quello che abbiamo detto, la dedizione completa di se stesso per tutti gli sbocchi di Apertura a capo delle o e delle a, quando questo segno è in un grado maggiore. Se è in un grado minore, allora la dedizione è meno forte, ma pure tenta sempre di essere completa in un modo o in un altro. Per cui ripetiamo che chi ha Apertura a capo delle o e delle a non è atto al comando. 4. Mantiene il rigo - Ascendente - Discendente - Sciatta. — Di questi in combinazione con Apertura a capo delle o e delle a già abbiamo trattato tanto in senso diretto come inverso. 5. Larga di lettere - Larga tra lettere - Larga tra parole - Profusa. - Larga di lettere assorbe per lo meno in parte la tendenza di Apertura a capo delle o e delle a in quanto la profondità intellettiva e del sentimento non può fare a meno di dare la prevalenza agli sfoghi dell'intelligenza, la quale, in quanto tale, mette a tacere, almeno in certi tempi, la tendenza di Apertura a capo delle o e delle a. Larga tra lettere accentua la tendenza di Apertura a capo delle o e delle a sebbene indirettamente, cioè in quanto tende ad accentuare la sensibilità sessuale dell'altra parte, dandosi a essa con effusione. Così parla di Profusa. Larga tra parole con Apertura a capo delle o e delle a pressappoco come Larga di lettere. 6. Lettere addossate - Accartocciata - Secca. - Questi tre segni per se stessi non frenano l'intenerimento sessuale se non nel caso, e non sempre, in cui il soggetto debba o tema di profondere, per lo sfogo di Apertura a capo delle o e delle a, i suoi tesori. 464
7. Sinuosa - Contorta. — Sinuosa da ad Apertura a capo delle o e delle a tutta l'arte dell'insinuazione, perché Apertura a capo delle o e delle a possa ottenere lo scopo che si prefigge. Contorta scende al controllo delle difficoltà che incontra Apertura a capo delle o e delle a, e propone e si mette a scioglierle. 8. Scattante - Slanciata. — Sono due segni fautori di Apertura a capo delle o t delle a, in quanto la rendono meno ponderata e quindi più facile a essere trascinata dalla sensualità. 9. Minuta - Minuziosa. — Minuta può apportare una certa finezza intellettiva nell'apprendere gli incentivi intellettivi della sessualità. Minuziosa può essere un incentivo di Apertura a capo delle o e delle a, in quanto apprende e scruta le accidentalità che possono contornare la sessualità; e può essere anche un freno, in quanto può fare svaporare l'intenerimento, disgustata da qualche piccolezza che arresta l'evoluzione dell'intenerimento stesso. 10. Disuguale metodicamente - Disordinata. — Disuguale metodicamente da ad Apertura a capo delle o e delle a le variazioni dell'arte, e può aprire il campo a quella sensibilità artistica che accompagna l'intenerimento sessuale. Disordinata per se stesso è un incentivo che si evolve in modo disordinato e a volte senza ragione. 11. Chiara - Nitida - Elegante - Flessuosa - Parallela - Legata - Uguale Recisa - Austera - Attaccata - Staccata - Aggrovigliata - Allungata - Solenne - Parca - Acuta - Pedante. — Tutti questi segni apportano ad Apertura a capo delle o e delle a le modalità della loro natura, che non modificano la sostanza, ma sono pure accidentalità. 12. Aste rette - Aste in avanti - Aste indietro. - Aste rette e Aste indietro danno ad Apertura a capo delle o e delle a le loro modalità di inflessibilità o di ripulsa, che possono, se positive, accentuare Apertura a capo delle o e delle a; se negative, fare sbollire ogni intenerimento. Aste in avanti rendono Apertura a capo delle o e delle a più impellente, in quanto piegano il soggetto verso l'intenerimento. 13. Pendente - Dritta. - Dritta può produrre l'effetto delle Aste rette e delle Aste indietro. Pendente permette ad Apertura a capo delle o e delle a di giocare sul soggetto a suo talento, per cui facilmente va sino all'esaurimento e perciò sino alla contronatura. 465
14. Calma. — Calma ponderata può con la ponderazione frenare e contraddire Apertura a capo delle o e delle a, come in qualche caso può dare modo di cercare i mezzi per ottenere meglio gli effetti ai quali mira Apertura a capo delle o e delle a. Calma pigrizia lascia che l'intenerimento agisca liberamente con il concorso totalmente passivo del soggetto. 15. Filiforme - Fine - Grossa - Grossolana. - Filiforme e molto più Fine adducono ad Apertura a capo delle o e delle a la delicatezza e la raffinatezza del sentimento, che, per se stesse, cercano di accompagnare Apertura a capo delle o e delle a con tutte le sfumature di cui sono capaci. Grossa e Grossolana tendono a dare ad Apertura a capo delle o e delle a tutta la forza della materia, quasi che non sia informata a spirito. 16. Ricci. — I Ricci della mitomania accentuano Apertura a capo delle o e delle a e la fanno sparire soltanto quando la fantasia sia impressionata da fatti negativi. I Ricci del nascondimento occultano l'intenzione del soggetto finché non è sicuro della conquista. I Ricci della confusione mettono come in un groviglio e aggroppano tutti gli intenerimenti che possono scaturire da Apertura a capo delle 0 e delle a. 1 Ricci del soggettivismo rendono il soggetto proclive o riluttante a quel dato intenerimento, secondo le disposizioni del medesimo soggetto. I Ricci deH'ammanieramento hanno la forza e tendono ad allacciare, a sedurre, ad accerchiare un terzo che il soggetto vuole rendere schiavo di Apertura a capo delle o e delle a. 17. Irta. — Irta accentua le tendenze contronatura.
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1 1 . SINUOSA - CONTORTA E G L I ALTRI SEGNI
Per i dieci segni già combinati, vedi quanto abbiamo detto di essi in combinazione con questi due segni. 1. Larga di lettere - Larga tra lettere - Larga tra parole. - Larga di lettere conduce a Sinuosa e a Contorta la sua profondità, perché Sinuosa 466
possa approfondire la psicologia e Contorta il controllo, la meccanica e, meglio, si prepari e sia valida per sovvertire quando ne vede il bisogno. Larga tra lettere apporta a Sinuosa e a Contorta le sue generosità perché si internino in essa secondo la natura. Larga tra parole apporta ai due segni il ragionamento, perché Sinuosa sia più atta alla discussione e perché Contorta contorca la questione per ottenere l'effetto a cui mira. 2. Scattante. — Scattante conduce a Sinuosa l'estro musicale perché lo avvolga di psicologia secondo il bisogno. Anche a Contorta conduce la musica perché ne faccia una musica di contrasto, di ribellione, di ingranaggio. 3. Minuta - Minuziosa. — Minuta conduce a Sinuosa e a Contorta la sua finezza intellettiva e di sentimento, per farle scendere maggiormente nelle questioni che le interessano. 4. Disuguale metodicamente - Disordinata. - Disuguale metodicamente conduce a Sinuosa e a Contorta l'arte come un'umile ancella, affinchè Sinuosa abbia l'arte di penetrare nell'animo altrui e affinchè Contorta entri, per modo di dire, nell'anima degli elementi per dare loro vita. Disordinata distrugge Sinuosa e almeno in parte anche Contorta. 5. Chiara - Nitida - Limpida. — Sono segni che apportano chiarezza, nitidezza, limpidezza. 6. Acuta - Secca - Lettere addossate. - Acuta da ai due segni la sottigliezza e la smania della discussione. Secca e Lettere addossate costringono i due segni a prestarsi per gli effetti a cui Secca e Lettere addossate aspirano. 7. Stentata - Tentennante - Titubante. - Questi segni infastidiscono Sinuosa e Contorta con la loro tendenza, e ne infarciscono in qualche modo gli effetti. 8. Uguale - Pedante -Accurata. - Uguale non può stare con i due segni, perché essi, per se stessi, dicono disuguaglianza. Così si deve dire di Accurata. Perciò, siccome Accurata indica tendenza agli amori unisessuali, questi sono esclusi dai due segni e specialmente da Contor467
ta. Pressappoco diciamo di Pedante quello che abbiamo detto di Uguale e di Accurata. 9. Apertura a capo delle o e delle a. — Questo segno rende Sinuosa originale nell'arte di sedurre. Rende originale anche Contorta, ma Contorta non sa assolvere la seduzione come Sinuosa, perché non ne ha la finezza. 10. Aste rette - Aste in avanti - Aste indietro. — Se Aste rette e Aste indietro sono in un grado superiore, intralciano l'azione di Sinuosa e di Contorta. Se sono in un grado medio, possono servire loro per il maggior trionfo delle loro aspirazioni. Aste in avanti, poi, in un grado superiore, portano a Sinuosa e a Contorta quella mellifluità e quella remissività che può essere favorevole come può essere dannosa ai due segni. Se è in un grado medio, allora è molto più efficace delle altre aste per il trionfo dei due segni. 11. Ardita - Recisa - Austera. — Questi tre segni possono modificare un po' Sinuosa e Contorta, ma non apportano loro grandi novità. Sinuosa, però, ne viene ad avere di certo qualche danno. 12. Calma. — Calma pigrizia è dannosa ai due segni perché li dispone alla debosciatezza. Circa Calma ponderazione e riguardo a Sinuosa, bisogna approfondire bene le verità che loro concernono. Chi ha Sinuosa non è per questo capace di applicare in pratica la psicologia. Sarà capace di applicare in pratica la psicologia e quindi saprà essere un buon educatore se ha, inoltre, il segno che indica la prudenza, il quale segno è Calma ponderata. È vero che con il segno Sinuosa vi è la capacità di insinuarsi, ma ciò non vuoi dire che questo basti per la pratica. Per esempio, nonostante il segno Sinuosa, uno può uscire in scatti nervosi quando non dovrebbero aver luogo; poi saprà anche riparare, ma intanto il fallo è commesso. Così pure può accadere che cada in errore nell'atto stesso di riparare il male commesso: per esempio, chiedendo scusa in un momento o in un modo non conveniente alla sua condizione. Per questo è necessario Calma ponderata. In Contorta è più compatibile lo scatto, e quindi questo segno non ha di Calma ponderata tutta quella necessità che ne ha Sinuosa. 468
13. Pendente - Dritta. — Pendente, se è in grado superiore, è dannoso a Sinuosa e molto più a Contorta. Se è in un grado medio, da ai due segni tutta quella mellifluità che può essere efficacissima al raggiungimento dello scopo. Si dica di Dritta in senso inverso. 14. Filiforme - Fine - Grossa - Grossolana. — Grossa e Grossolana sono dannosi a Sinuosa. Per Contorta sono quasi indifferenti, anzi potrebbero esserne fautori. Filiforme e Fine sono la quintessenza dell'efficacia per il segno Sinuosa, mentre a Contorta potrebbero apportare dei danni. 15. Ricci. — I Ricci della mitomania e i Ricci della confusione sono dannosi tanto a Sinuosa come a Contorta, ma più a Sinuosa che a Contorta. I Ricci del nascondimento rendono a Sinuosa quel che fa diffidare, e perciò possono in molti casi essere dannosi. Danneggiano anche Contorta che indica per se stessa sincerità aperta. I Ricci del soggettivismo diminuiscono molto l'opera di Sinuosa. La ragione è chiara. Impediscono a Contorta l'oggettività tanto necessaria nei suoi lavori sia intellettivi come morali. Se un meccanico non è attaccato all'oggetto, non potrà mettere insieme, come si conviene, degli ingranaggi, per farli agire. I Ricci dell'ammanieramento danno a Sinuosa e a Contorta l'ipocrisia che può avere qualche trionfo, ma va incontro, per se stessa, a molte sconfìtte. 16. Profusa - Slanciata - Parca. — Profusa e Slanciata pressappoco apportano a Sinuosa e a Contorta quello che apporta Larghezza tra lettere. Parca può essere alle volte di danno quando i due segni hanno bisogno di evolvere, di spezzettare. 17. Allungata - Solenne. — Questi due segni sono sempre dannosi a Sinuosa e a Contorta, perché la prima ha bisogno di togliere qualunque pomposità, la seconda deve essere oggettiva e dall'oggettività viene allontanata da quei due segni. 18. Attaccata - Staccata. — Chi ha questi due segni congiunti ed equilibrati ha Sinuosa e Contorta molto presenti, poiché sono pronti all'analisi e alla sintesi. Al contrario sono coloro che non li hanno equilibrati. 469
19. Impaziente - Spavalda. — Per Impaziente vedi Calma ponderata. Spavalda è dannosa ai due segni perché lo spavaldo pecca contro l'oggettività per eccesso. 20. Vezzosa. — Vezzosa non sta bene con Contorta. E come un controsenso. Vezzosa grazia è un accrescitivo di Sinuosa. Vezzosa civetteria può raccogliere dei trionfi con Sinuosa, ma può raccogliere anche sconfitte basate sul ridicolo.
12. AUSTERA E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva. — II segno Curva porta con sé un che di amabilità: e questa viene a essere un po' diminuita dal segno Austera nell'espressione dell'altruismo. L'altruismo nel sentimento non viene a cambiare, ma manca, come ho detto, di amabilità, sebbene in molti casi e per alcuni individui valga di più e dia più affidamento quella certa austerità che quell'amabilità, la quale (da altri segni) potrebbe essere effimera. L'altruismo in se stesso, dal segno Austera, ha consistenza e incrollabilità. 2. Angoli A. — Questi angoli danno al segno Austera un che di dispetto quando essi sono sopra la mediocrità. Se sono nella mediocrità o sotto, allora, con il segno Austera, inducono l'individuo a esaminarsi e a correggersi se oggettivamente si deve correggere; altrimenti può essere che dica qualche parola di risentimento, specialmente se vi viene chiamato, ma può essere ancora che non dica nulla e che lasci passare la cosa. Se però la verità lo richiede, l'individuo certamente si manifesterà o per dire che un'osservazione fatta sul suo operato è giusta, oppure ingiusta. 3. Angoli B. — Sopra i 5/10, questi angoli prendono da Austera maggior forza per la testardaggine, sebbene tale testardaggine resti nel fondo del sentimento, oppure si possa esprimere con un gesto, con un motto, oppure anche con un che di parola violenta. Sotto i 5/10 o sui 5/10, il segno Austera da più forza alla tenacia quando essa deve aver luogo. 470
4. Angoli C. — Gli Angoli C servono ad Austera per condurre bene una cosa e per andare più alla sostanza e alla consistenza che al trionfo apparente o fuggitivo: poiché l'Austera tende a tagliare i fronzoli e le apparenze dalle azioni e dalle parole. 5. Intozzata 1° modo. - Come nella combinazione di Intozzata 1° modo con gli altri segni. 6. Intozzata 2" modo - Artrìtica. — Come nella combinazione già data in Intozzata 2° modo. Così di Artritica. 7. Mantiene il rigo. — L'austerità conferisce alla fermezza più forza. Può rendere la fermezza eccessiva non in sé, perché ciò dipende dal grado di Mantiene il rigo, ma in quanto le da la forma dell'austerità. 8. Ascendente. - Aggiunge all'austerità un che di prosopopea che naturalmente rende l'austerità più ispida, meno incline ad ascoltare. 9. Discendente. - L'austerità con questo segno perde di forza, specialmente se chi ha l'austerità innata può essere abbindolato o reso incline ad ascoltare e a istituire una discussione. 10. Larga tra lettere. — E chiaro che la tendenza alla generosità induce l'austero a togliere la sua austerità. Quindi, se il segno Larga tra lettere è sopra i 5/10, esso rende l'austerità mite. Se sta nei 5/10, allora la rende incrollabile e attaccata alla giustizia, in quanto Larga tra lettere con 5/10 indica giudizio giusto e azione informata a giustizia. 11. Sinuosa. - Questo segno rende l'austerità malleabile e atta a convincere, in quanto il segno Sinuosa da l'abilità di penetrare l'animo altrui e di trattare secondo il bisogno. 12. Scattante. - Questo segno rende l'austerità nervosa e perciò in molti casi quasi insoffribile. 13. Minuta. — Rende l'austerità fine nell'argomentazione e nell'osservazione, per cui rafforza la determinazione presa. 14. Minuziosa. — Con questo segno, Austera da al soggetto un che di sospetto, in quanto il Minuziosa psicologicamente impronta nel sog471
getto un che di sospetto che in molti casi lo si voglia ingannare, e il segno Austera per se stesso porta all'austerità per non rendere fattibile qualunque possibilità di inganno. Infatti l'austerità per se stessa non è altro che volontà di oggettività. 15. Disordinata. — Con il disordine, l'austerità perde molto della sua natura, in quanto il disordine per se stesso dissolve la forma Austera, che principalmente dice ordine. \
16. Contorta. — E un accrescitivo di Austera, in quanto questo segno porta per se stesso un che di austerità. 17. Oscura. — Questo segno rende l'austerità nebulosa. 18. Confusa. - Questo segno rende l'austerità strana, scontrosa. Chi ha infatti la tendenza alla confusione è strano e scontroso. 19. Acuta. — Con questo segno l'austerità è molto difficoltosa ad ammettere un principio, una conclusione, in quanto l'Acuta la induce a essere sempre disposta a opporre qualche cosa, quando specialmente questo qualche cosa è di altri e non suo, perché Acuta dice tendenza all'egoismo. 20. Secca. - Questo segno rende l'austerità rigida e avara. 21. Stentata - Tentennante - Titubante. — Lo Stentata cresce l'austerità, e così il Tentennante, perché questi due segni per loro natura portano seco un che di austerità. Il Titubante poi rende ad Austera un che di spinta a dar luogo alla discussione. 22. Uguale - Accurata - Levigata. — Uguale rende Austera quasi fissata nella precisione e quindi più incrollabile. Così Accurata e così anche Levigata. 23. Apertura a capo delle o e delle a. — Con l'austerità, il soggetto portato al facile intenerimento sessuale tende a nascondere tale intenerimento sotto il manto dell'austerità. Il manto dell'austerità può essere in questo caso ordito da una forma di misticismo severo. 24. Aste in linea retta. — Questo segno rende più forte l'austerità, in quanto la rende inflessibile. 472
25. Aste indietro. — L'austerità prende la forma della repulsione, del non volere ammettere ragioni per cambiare rotta. 26. Aste in avanti. — Rende l'austerità flessibile, in quanto la remissività è una diminuzione dell'austerità. 27. Calma. — Rende l'austerità ponderante, in quanto la calma porta per se stessa alla ponderazione. 28. Pendente. - Le da la piega dell'affettività, e questa per se stessa, quando è in azione, toglie ogni austerità. 29. Filiforme. - La delicatezza del sentimento ha accesso alla sensibilità, per cui l'austerità, quando accede a essa la compassione, si intenerisce e può la sua tenerezza essere più forte anche di quella che non è accompagnata da austerità. 30. Fine. — Con questo segno l'austerità rimane, in quanto all'espressione verbale, nella sua natura, ma è costretta ad agire e a secondare la finezza del sentimento. 31. Grossa - Grossolana. - Con questi segni l'austerità è rude. 32. Pedante. — Come Uguale e Accurata; e ha, più di esse, che diventa anche petulante. 33. Profusa. - Diminuisce l'austerità, perché l'espansione non è austera. 34. Parca. - Rende più forte l'austerità, in quanto la rende avara di espressione. 35. Recisa. — Da ad Austera la tendenza a troncare ogni indugio. 36. Spavalda - Ricci della spavalderia. — Austerità compresa del proprio valore (non importa se oggettivo o soggettivo). 37. Ricci della flemma. — Austerità noncurante delle osservazioni e delle ragioni che potrebbero ammollirla. 38. Ricci della mitomania. - Generazione di miti, ma non facilità di comunicarli. 473
39. Ricci del nascondimento. — Ipocrisia non espressa. 40. Ricci dell'ammanieramento. — Tolgono all'austerità la forma esterna austera, ma danno più forza all'ipocrisia, in quanto essa posa sull'austerità, la quale per se stessa sarebbe contraria all'ipocrisia, per cui si ha l'impressione che questa ipocrisia non debba aver luogo. 41. Fluida. — E contraria di Austera. 42. Impaziente. — Rende l'austerità nervosa e quindi insopportabile. 43. Solenne. - Rende l'austerità inaccessibile. 44. Vezzosa. — Come i Ricci dell'ammanieramento. 45. Larga di lettere. — Accresce la profondità intellettiva, in quanto tende più all'oggettività. Tuttavia, se ha i segni del soggettivismo, da più soggettività, sebbene sotto forma di oggettività. 46. Larga tra parole. — Rende il ragionamento stringato e severo. 47. Disuguale metodicamente. — Arte o scienza inventiva severa. 48. Legata. — La logica diventa Austera.
1^ 13. LARGA DI LETTERE - LARGA TRA LETTERE LARGA TRA PAROLE E GLI ALTRI SEGNI Già abbiamo trattato di dodici segni in combinazione con Larga di lettere, Larga tra lettere e Larga tra parole. 1. Scattante. - Scattante accede a Larga di lettere per darle l'estro musicale. Se questo estro poi sia originale o no, dipende dalla presenza di Disuguale metodicamente, perché l'originalità dipende sempre in tutte le arti dal Disuguale metodicamente. 474
Scattante accede a Larghezza tra lettere per comunicare alla generosità lo scatto della cordialità e dell'espansione. Scattante accede a Larghezza tra parole perché il ragionamento penetri nell'estimazione della musica, e per questo ci da la critica musicale. Se a Scattante e Larghezza tra parole fai accedere Disuguale metodicamente allora avrai il genio musicale e il critico originale di musica.
Minuta - Minuziosa. - Minuta con Larga di lettere da l'intelligenza profonda e raffinata che penetra nelle questioni, che riesce per lavori che hanno bisogno di finezza, cesellatura, miniatura, radiotecnica. Ma per essere in essi originale, ha bisogno di Disuguale metodicamente. Minuta accede a Larga tra lettere come il raffinato occhio della beneficenza che sa penetrare la portata delle necessità dell'indigenza e sa valutare la situazione di uno spirito imbarazzato per qualsiasi cosa. Minuta accede a Larga tra parole come l'attenta suocera che distingue raffinatamente e divide con spirito scaltrissimo e a volte esagerato - intenta alla preservazione dell'Io - le diverse parti di diritto, di responsabilità, ecc. Minuziosa danneggia sempre le Tre larghezze con le sue minuziosità che urtano i nervi, e toglie l'efficacia alle aspirazioni della Triplice larghezza.
Disuguale metodicamente - Disordinata. — Disuguale metodicamente apporta a Larga di lettere l'arte, sicché l'arte diviene profonda. Faccio notare che colui che ha Larga di lettere non ha mai timore degli avversati intellettivi: è sicuro di sé e si tiene pronto alle lotte intellettive. Se poi ha pure il segno Disuguale metodicamente, possiede l'abilità di sconfìggere in modo artistico, originale, l'avversario. Se poi ha anche i segni Fluida e Vezzosa, è abile a eludere. E se ha ancora il segno Levigata, allora tende a coprire gli avversar! con la satira. Disuguale metodicamente apporta a Larga tra lettere il genio per la beneficenza. Disuguale metodicamente apporta a Larga tra parole il genio del ragionamento e quindi della scienza. Disordinata apporta a Larga di lettere disordine di idee, di combinazioni, d i conclusioni. ' ; , Disordinata apporta a Larga tra lettere disordine di generosità. Disordinata apporta a Larga tra parole disordine di ragionamento. 475
4. Chiara - Oscura - Nitida - Confusa. - Questi segni alle Tre larghezze apportano quanto hanno da natura, cioè o chiarezza od oscurità; o nitidezza o confusione. Acuta. - Acuta sotto i 5/10 entra nel concetto di profonda, dai 5/10 in su sta nel vero concetto di Acuta; cioè con gli angoli acuti ai due vertici sta nel concetto di Acuta, senza tali angoli acuti sta nel concetto di profonda. Acuta perciò non può stare con la vera Larga di lettere. Di due scritture che abbiano la stessa Larghezza di lettere ma di cui una non ha affatto Acuta e l'altra ne abbia qualche grado, vale più la seconda. In tal caso Acuta non potrà essere alta di grado, ma quei gradi che ha completano l'intelligenza. Acuta è quasi nemica di Larga tra lettere. Essa va d'accordo con Serrata. Acuta apporta a Serrata tutto il suo aiuto e la rende intensa, come Serrata a sua volta rende intensa Acuta. L'intensità, poi, viene ad avere un accrescitivo o un diminutivo secondo la maggiore o minore altezza delle lettere, sebbene questa particolarità formi un'accidentalità del segno Acuta. Non forma tuttavia un'accidentalità del segno Serrata, perché in realtà Serrata viene ad avere maggior grado proporzionale dalla maggiore altezza di lettere, mantenendo la sua larghezza riguardo a lettere di minor calibro verticale. Per il segno Acuta, dunque, prima cosa è l'acutezza degli angoli ai vertici; poi la Strettezza di lettere; infine, cosa accessoria, altezza o piccolezza verticale delle lettere. Quanto più è stretta la lettera, tanto più è intenso il segno; così pure quanto più è alta la lettera, mantenendosi nella strettezza, tanto più intenso è il segno. Acuta, da quanto detto, porta seco non generosità, e perciò è un segno che contrasta con Larga tra lettere. Acuta a Larga tra parole apporta la sofisticheria, il contrasto, la contraddizione. 6. Secca. — E vero che per l'avveramento di Secca non è necessario che, oltre alla Serrata, si dia anche la Strettezza di lettere; però in genere anche questa vi va congiunta. Onde Secca non è direttamente contraria a Larga di lettere, ma certo i due segni non si guardano di buon occhio. Secca apporta a Larghezza tra parole quanto vi apporta Serrata, ma in un modo più intenso, anzi con un'intensità tale che più grande non può esservi. 476
7. Stentata - Tentennante - Titubante. - La stentatezza è la sosta richiesta dal dubbio della necessità di correggere, di assestare, di sistemare, di decidere. Tende a correggere tanto l'Io proprio quanto l'altrui: il proprio direttamente, l'altrui indirettamente, cioè in quanto riguarda il proprio. Stentata emergente soltanto da questo segno, forma la stentatezza semplice; congiunta con altro segno che produca la stentatezza, come per esempio congiunta con Angoli B, prende la forma del segno aggiunto. Perciò Stentata arresta l'intellezione tanto nella concezione come nel ragionamento e per questo è un diminutivo della Larga di lettere e Larga tra parole. Questo si deve dire anche degli altri due segni Tentennante e Titubante. C'è però una constatazione molto importante da fare. Esistono di quelli che tendono a correggere la propria scrittura, per esempio ad allungare le aste troppo corte, a chiudere le a venute aperte, a ricalcare, facendole meglio, le lettere non chiare, ecc. Se ciò è congiunto con il segno Titubante o Tentennante e molto più con Stentata indica tendenza al dubbio. Quando invece non è unito a tali segni, è un colorante affermativo (cioè accrescitivo) dell'autocritica. Se, correggendo, il soggetto toglie o diminuisce in quel punto la disuguaglianza metodica (per esempio facendo come le altre le lettere riuscite più grandi o più piccole) allora è il segno dell'autocritica che può togliere all'arte la spontaneità con il troppo correggere. Giacché ci siamo, portiamo ancora un altro criterio che^è di distinzione. Non si confonda l'impaziente con lo stentato. E facile che l'impaziente sia ancora stentato, appunto perché spinto all'impazienza dalla propria stentatezza (come spesso il balbuziente è reso impaziente dalla propria balbuzie). In tal caso però vi debbono essere i due segni: dello stentato e dell'impaziente. Quindi i due segni non sono la stessa cosa, anzi per lo più l'impaziente è tutt'altro che stentato.
Uguale - Pedante - Accurata. — Questi tre segni, quale più quale meno, apportano a Larga di lettere e Larga tra parole un buon apprendimento, copiatura, riproduzione di un pensiero, di un ragionamento che però non ha niente di invenzione, niente di nuovo, di personale, ma solo quello che è stato trovato dagli altri. Questi tre segni anzi inceppano nel soggetto l'invenzione e lo portano alla pedanteria, alla fissazione su quello che ha appreso. Danno tuttavia buoni professori e insegnanti specialmente di cose elementari. Con questi segni, il Larga tra parole diventa noioso e insopportabile. 477
Circa Accurata, se con essa si avvera la Triplice larghezza, almeno mediocre ed equilibrata, è indice di quei tipi che sanno il fatto loro, nella loro professione e nel loro campo.
9. Apertura a capo delle o e delle a - Pendente. — Apertura a capo delle o e delle a invade il campo della Triplice larghezza e trae i tre segni a sé e li può rendere schiavi. Larga di lettere apporterà tutte le sue intellezioni verso la sessualità e la sensualità (direttamente o indirettamente, poco importa). Trovi in esse quel qualche cosa che, osservato psicologicamente, ha in sé il germe dell'intenerimento sessuale. Larga tra lettere spinge il soggetto a beneficare per intenerimento sessuale direttamente. Larga tra parole spinge il soggetto a ragionare, a formare la critica secondo le ispirazioni di Apertura a capo delle o e delle a. Quanto a Pendente, per se stesso tende all'assimilazione. La ragione è che, essendo affettività di abbandono, riceve il colpo e non reagisce, lascia che l'affettività la pervada, viene a incorporare quanto gli è stato gettato addosso: e quindi, dovendo produrre, non ha la forza creativa perché questa dipende invece da reazione, ma ha la forza dell'assimilazione. Molto difficilmente, infatti, Pendente va unita a Disuguale metodicamente. Tutto questo, per la congiunzione di Pendente con la Triplice larghezza.
10. Aste rette - Aste in avanti - Aste indietro. - Queste aste apportano alla Triplice larghezza le loro modalità. Faccio notare che la scrittura calligrafica, come quando si fa la bella copia, tende ad avere più intenso il segno Aste rette. In questo caso le altre aste non sono esaminabili come non sono esaminabili di conseguenza le Aste rette. Nota inoltre che le Aste indietro nella dindicano imposizione, nella /-prosopopea, nella / caparbietà. Tutte però queste forme hanno per sfondo la caparbietà.
11. Ardita - Dritta. — Questi due segni apportano alla Triplice larghezza le loro modalità. Nota che difficilmente si può dare una scrittura perfettamente Ardita. L'arditezza può manifestarsi: nello slancio delle lettere, nella prosopopea delle lettere, nel reciso taglio della t, nello slancio dei ricci. 478
12. Calma - Impaziente. - Anche questi due segni danno alla Triplice larghezza la propria inclinazione. Calma pigrizia rende i segni debosciati. Calma ponderata li rende prudenti. Il contrario di Calma è Impaziente. Su Calma dobbiamo fare un esame psicologico della massima importanza. Vi è la calma interna e la calma esterna: la prima consiste nel mantenere inalterato l'animo, la seconda nel mantenere inalterato l'esteriore. Si può avere l'esterna mentre si è perduta l'interna; e viceversa, quantunque questo sembri difficile. Il primo caso è di chi ha perduto la calma, ma non lo dimostra; il secondo è di chi agisce come se fosse impazientito e invece non è tale. L'uno e l'altro si possono avere per tendenza innata. L'interna, per tendenza innata, si vede dalla calma del corpo della lettera. L'esterna, pure per tendenza innata, si vede dalla calma dei contorni della lettera, cioè dei ricci iniziali intermedi e finali, considerando come riccio anche la zampina delle a e l'estremità delle v. 13. Filiforme - Fine - Grossa - Grossolana. — Questi segni rendono l'intellezione, la critica e la generosità piene di delicatezza, di raffinatezza, o di materialità, secondo la loro natura. 14. Ricci. — I Ricci della mitomania e i Ricci della confusione rendono la Triplice larghezza intontita e fuori della realtà. I Ricci della mitomania in particolare rendono Larga di lettere e Larga tra parole farneticanti. I Ricci del soggettivismo prendono per fondamento dell'intellezione e del ragionamento il proprio Io nel suo egoismo, e danno alla generosità la pomposità o le altre forme dell'egoismo. I Ricci dell'ammanieramento rendono la Triplice larghezza ipocrita, superficiale, anche quando potrebbe essere profonda. Gli altri ricci fanno sì che la Triplice larghezza li segua nella loro natura. 15. Profusa - Slanciata. - Questi due segni, mentre possono accrescere il fervore della Triplice larghezza, possono nello stesso tempo toglierle la ponderazione; ma tale mancanza è sempre compatibile, perché dipende dall'entusiasmo. Certo però che non possono stare con un'intelligenza che abbia a trattare di un oggetto che ha bisogno di somma ponderazione. 479
16. Recisa - Austera. — Sono due segni che aiutano la concezione e il ragionamento scientifico e la ricerca scientifica, perché Recisa tende a passare oltre dalle accidentalità, Austera tende ad analisi e sintesi molto rigorose. A Larga tra lettere tolgono o tendono a togliere quell'amabilità necessaria per la generosità. 17. Parca. - È un segno che rende alla Larga di lettere e alla Larga tra parole dei servizi incomparabili, in quanto tende a laconicizzare. A Larga tra lettere rende tutta la sua serietà. 18. Allungata - Solenne. — Conferiscono, questi due segni, un che di pomposità tanto all'intellezione, quanto al ragionamento, alla concezione e all'evoluzione della generosità. 19. Attaccata - Staccata. — Secondo il significato di questi due segni, il soggetto nelle azioni intellettive tende all'analisi o alla sintesi. E così nell'evoluzione della generosità. 20. Fluida - Vezzosa. - Sono due segni che danno alla Triplice larghezza le proprietà di cui sono indice.
> 14. DISUGUALE METODICAMENTE - DISORDINATA E GLI ALTRI SEGNI
Riguardo a Disuguale metodicamente, bisogna ricordare che se la disuguaglianza metodica è accentuata, diminuisce di grado: più è nascosta e più ne è elevato il grado. 1. Trìplice larghezza - Angoli C. - Già abbiamo trattato di queste Tre larghezze con Disuguale metodicamente e con Disordinata. Quando a Disuguale metodicamente accedono Larga tra parole e Angoli C, abbiamo l'abilità per studi sociali. Disuguale metodicamente e Larga tra parole, oltre l'invenzione per la scienza, portano anche l'invenzione e il gusto per l'arte pura, ma di un'arte che sia come un ragionamento. Per esempio, in musica, ne viene fuori una composizione in cui la melodia e l'armonia ragionano insieme. Infatti Disuguale metodicamente porta l'invenzione e Larga tra parole porta il ragionamento. L'arte dello scienziato è maggiore 480
dell'arte dell'artista puro: perché il primo si rende conto della sua arte, il secondo no. Solo lo scienziato non va a perdersi nell'arte sola. L'arte somma è quella che trova la novità nella matematica. L'universo infatti, il più bel poema, è tutto arte regolata dalla matematica. Se a Disuguale metodicamente accedono Larga tra parole, Minuta e Contorta, abbiamo abilità per scienze di ricerca. 2. Profusa - Pendente - Minuta - Intozzata 2" modo - Slanciata - Sinuosa Accurata - Levigata. - Profusa e Slanciata portano a Disuguale metodicamente lo slancio, per cui Disuguale metodicamente acquista lo slancio dell'arte. Pendente, nei rari casi in cui va unita con Disuguale metodicamente, produce con questa la creazione dell'abbandono, la quale reagisce contro lo stesso abbandono, e nella passione il soggetto diventa parte attiva, sguinzagliandosi nella stessa passione. Sinuosa e Minuta con Disuguale metodicamente danno la disposizione a sentire tutte le raffinatezze della natura, e perciò in questi oggetti la vena dell'arte è sempre aperta. Inoltre danno la scienza, l'arte, la penetrazione della radiotecnica. Levigata apporta a Disuguale metodicamente la forbitezza, e la fa rifuggire dalla banalità. Intozzata 2° modo con più di 3/10 fa sboccare Disuguale metodicamente nella stranezza, nelle nostalgie, nella scontentezza, nel rimuginamento dei penetrali del proprio interno. Il soggetto non trova riposo. Sinuosa e Slanciata danno l'abilità alla medicina per la diagnostica. Accurata e Levigata danno, sempre con Disuguale metodicamente, abilità per la chirurgia e per l'originalità della tecnica. 3. Acuta - Secca. — Acuta apporta a Disuguale metodicamente la forza della contraddizione, per cui la dispone all'arte di questa. Disuguale metodicamente con Secca ha l'arte dell'economia, sebbene improntata a tirchieria. 4. Apertura a capo delle o e delle a. - Disuguale metodicamente con Apertura a capo delle o e delle a è disposta per tutte le arti che si riferiscono alle variazioni dell'intenerimento sessuale: romanticismo, novellistica, ecc. 5. Filiforme - Fine. — Questi due segni dispongono Disuguale metodicamente alla creazione di quelle delicatezze, raffinatezze e sfumature che sono dell'arte come l'evaporazione del sentimento. 481
6. Ricci. — I Ricci del nascondimento e dell'ammanieramento dispongono Disuguale metodicamente all'arte della diplomazia, dello spionaggio, ecc. I Ricci della mitomania dispongono Disuguale metodicamente a quell'arte esuberante in cui le creazioni della fantasia hanno il loro maggiore campo. Gli altri segni non hanno bisogno di una speciale menzione e combinazione. 7. Aggrovigliata. - Diminuisce il valore di Disuguale metodicamente e da luogo a una fantasia arruffata. 8. Elegante. - Da a Disuguale metodicamente l'arte della prospettiva di statica. 9. Disordinata. - Non c'è bisogno di trattare in particolare di questo segno, perché il Disordinata è causa sempre di disordine in tutte le combinazioni. Gli altri segni nulla aggiungono.
^ 15. MINUTA - MINUZIOSA E GLI ALTRI SEGNI La scrittura di grandezza media di 5/10 di Minuta è alta intorno a due millimetri. La scrittura alta un millimetro da intorno a 8/10 di Minuta. Si può dire che la scrittura alta quattro millimetri, abbia 0/10 di Minuta. Da esperienze, sappiamo che chi ha la scrittura corrente a calibro piccolo in genere ingrandisce il calibro (purché non sia impedito da altre cause) quando scrive una scrittura non corrente, ma accurata. Chi invece ha scrittura corrente con calibro grande, quando scrive con accuratezza, diminuisce il calibro della scrittura. 1. Filiforme - Fine. - Faccio osservare che Filiforme e Fine riguardano più la delicatezza e la finezza del sentimento; e Minuta riguarda più la finezza del pensiero. Quando sono unite, mettono insieme la finezza del pensiero e del sentimento. Minuziosa apporta con Filiforme e Fine eccentricità di delicatezza e di raffinatezza di sentimento e apporta anche un che di fobia. Filiforme e Fine accedendo a Minuziosa vengono a renderla più forte e a intensificarla. 482
2. Disuguale metodicamente. — Minuziosa di per sé entra nel concetto di Disuguale, però è eccessività di originalità: e quindi si abbraccia più a Disuguale senza metodo. Può avere qualche lampo di originalità. 3. Stentata - Tentennante. — Stentata, Tentennante con scrittura Minuta vengono a formare la scrittura Minuziosa. 4. Pedante. — Pedante con Minuta viene a formare la scrittura Minuziosa. 5. Staccata. — Staccata in grado superiore e Minuta formano la Minuziosa. Questo, quando i distacchi avvengono anche nelle parti di una lettera. Così se uno scienziato ha Minuta e Acuta porta con sé il gusto di mettere in imbarazzo l'avversario o qualunque altra persona che si metta a ragionare con lui. Di modo che Minuta e Acuta uniti insieme danno quei caratteri che sono caustici e che hanno il gusto di imbarazzare. Guardati dall'esaminatore che ha la scrittura Minuta e Acuta. Ciò si avvera molto più dalla congiunzione di Minuziosa e Acuta. Acuta porge a Minuziosa il destro di sofisticare per difendere la minuziosità. Se l'esaminatore ha la scrittura Minuziosa e Acuta non può fare a meno di sfoggiare in sofisticheria con gli esaminandi, con il gusto spiccato di bocciarli. 6. Acuta - Secca - Scattante - Irta. — Acuta rende Minuta più raffinata. Porge a Minuziosa il destro di sofisticare per difendere la minuziosità. Secca si serve di Minuta e Minuziosa per raffinarsi maggiormente nell'avarizia. Scattante con Minuta e Minuziosa si fissa maggiormente nel difendere le ragioni dello scatto. Irta la rende insofferente. 7. Parca. - Minuta con Parca diventa più consistente e più forte. Minuziosa diventa chiusa e quindi più attaccata alla minuziosità. 8. Calma. - Calma ponderata dona a Minuta il pregio della prudenza e della ponderazione per tenere ferma la perspicacia che ha agio di munirsi di ammennicoli. 9. Pendente. - Pendente rende Minuta molto sensibile, ma non riesce a gettarla nell'abbandono se non coscientemente, perché Minuta ha fi483
nezza di percezione. Pendente può rendere Minuziosa facile a riscaldarsi oltre misura, perché appunto questa si porterebbe in tal caso a cercare tutte le minuziosità che contornano l'affettività di languore. 10. Ricci. — I ricci danno ai due segni le loro tendenze. Gli altri segni non meritano una speciale attenzione.
> 16. ASTE RETTE - ASTE IN AVANTI ASTE INDIETRO E GLI ALTRI SEGNI I segni grafologici, oltre la potenza di addizionarsi, sottrarsi, moltiplicarsi, dividersi, possono, parlando di segni contrari, trovarsi in circostanze psicologiche nelle quali sia necessario il loro accordo. Come, per esempio, può accadere tra eredi in contrasto che si accordino nel vendere qualche cosa per dividere il ricavato. Così Aste delle tre specie possono agire non solo le une in un tempo e le altre in un altro, ma anche le une e le altre nella medesima circostanza, per ottenere uno scopo comune. Già abbiamo trattato a lungo di queste Aste, e perciò non ci sembra necessario dilungarci su di esse.
^ 17. PARCA E GLI ALTRI SEGNI
Parca è favorevolissima alla prudenza, nel senso che da la disposizione a essa. Pur non avendo ricci (appunto perché Parca) importa in sé la facoltà che emerge dal significato dei ricci tanto quanto lo comporta la laconicità diretta dalla prudenza, non però come tendenze, ma come qualità che, per modo di dire, attendono l'ordine per entrare in azione. Sono abilità alle quali ha accesso la prudenza: poiché Parca dice esclusione di spreco e non diretta privazione delle facoltà che emergono dai ricci. Il soggetto non ha la tendenza al modo di agire proprio dei ricci, ma ha la capacità a sapere agire in quel modo, quando se ne presenti l'opportunità; ma sempre dentro i limiti della laconicità, la quale in questo caso non 484
sarebbe altro che prudenza. È ovvio che sono esclusi i Ricci del soggettivismo e della mitomania: queste due qualità non possono non contrastare la prudenza e la vera laconicità oggettiva. Per esempio, uno può essere in una data circostanza ammanierato, non perché lo sia per tendenza, ma perché in quel momento ve lo spinge la necessità o l'opportunità e quindi anche la laconicità e la prudenza. Però ammanierato sarà tanto quanto richiede la prudenza e non più. Debbo aggiungere che chi ha Parca è portato a consumare in se stesso tutte le impressioni che riceve, senza manifestare nulla all'esterno. Questa abitudine può portare come conseguenza disturbi e malanni fisici, specialmente nelle funzioni del fegato.
^ 1 8 . CHIARA - NITIDA - DRITTA - RECISA - AUSTERA E GLI ALTRI SEGNI
Chiara indica che il soggetto concepisce e comunica le idee chiaramente. Se insieme non c'è Nitida, allora il soggetto è chiaro, ma non distinto. Parla, parla, si fa capire, ma non ha distinzione né di concetto né di espressione. La mancanza di Chiara indica la mancanza di abilità per la veste del pensiero. Anche dato che il pensiero possa essere profondo e originale, non avrà la veste che gli compete. Chiara con mediocrità della Triplice larghezza porta la capacità all'insegnamento elementare. Chiara con Accurata porta all'osservazione dei particolari accidentali, cioè a spiegare particolari accidentali: ciò che nell'insegnamento elementare può far bene, e invece farebbe male in quello superiore. Nitida e Piccola danno la rifinitezza di particolari e di tutto. La rifinitezza infatti è distinzione artistica. Nitida, Piccola, Angoli A, e molto più se c'è anche Levigata, portano la satira. Grazio doveva avere questa scrittura. Di Recisa, Dritta e Austera, basta quanto abbiamo detto. La congiunzione dei cinque segni Chiara, Nitida, Dritta, Recisa e Austera conduce il soggetto al freno dei sensi. Spaziarne su questa materia. Quanto meno i sensi sono ribelli (cioè non accessibili alle passioni, non aventi impellenza speciale alle passioni, della qual cosa sono indici i cinque segni grafologici uniti insieme), tanto più è intensa la libertà del 485
giudizio e dell'azione. Tale libertà è diminuita non solo nel caso in cui il soggetto ceda alle passioni, ma ancora nel caso in cui egli combatta vigorosamente e vittoriosamente, senza tregua (anche fin da bambino) per non scostarsi dall'ordine. E ciò, perché nel combattimento avviene sempre un che di obnubilamento della mente, sicché il soggetto potrà formare un giudizio sommario per dire se ha ceduto o no alla tentazione, ma non saprà dare un giudizio distinto (Nitida) sull'intero processo psicologico di tutta la tentazione. E certe volte ha il dubbio persine sul «no» o il «si» della vittoria. Questo obnubilamento di per sé riguarda la materia del combattimento, però si riversa anche sulla disposizione delle facoltà e sulle loro inclinazioni: per cui è necessario che il soggetto abbia i segni di questo obnubilamento. I segni sarebbero: mancanza di Chiara e di Nitida. E chiaro che chi ha la sostenutezza del carattere che tende a essere deciso e reciso ed è austero con se stesso, si allontana, per sé, dalle circostanze che possono produrre il detto obnubilamento, per cui il segno Chiara e il segno Nitida si mantengono, con questi altri segni, nella loro interezza. I segni Dritta, Recisa e Austera tendono ad allontanare il soggetto dalle occasioni prossime che conducono alla colpa e perciò rendono liberi i due segni Chiara e Nitida, in modo che possono formare, ordinariamente, il giudizio chiaro e distinto. Se a quei segni aggiungerai Sinuosa, avrai lo psicologo perfetto: non soltanto teoretico, ma anche pratico. Infatti sarà maggiormente psicologo colui che riuscirà a dividere l'Io in Io osservatore e in Io osservato e che riuscirà maggiormente a essere semplice osservatore di tutta un'evoluzione psicologica.
19. PIANTATA SUL RIGO E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva. - Lo porta per sé e aggiunge una spiccata tendenza per l'altruismo sempre però sotto l'aspetto di opportunità, di onestà e di giustizia. 2. Angoli A e B. — Sopra i 5/10 non combinano con Piantata sul rigo. 3. Intozzata 1° modo. — Viene un po' a menomare la drittura di Piantata sul rigo. 486
4. Intozzata 2° modo. - Secca, Aggrovigliata, Artritica, Acuta, Aste indietro, Parallela, Rovesciata, Grossolana, Sciatta, Ricci, Accurata, Levigata, Alta, Uguale, Veloce, Dinamica, Lenta, Profusa e Slanciata sono incompatibili con Piantata sul rigo. 5. Angoli C. - Danno la destrezza del pensiero e dell'azione. 6. Legata. - Da la logica. Tutti gli altri segni danno al segno Piantata sul rigo la propria natura.
20. I RICCI E GLI ALTRI SEGNI
1. Ricci della spavalderia. - I Ricci della spavalderia sono i segni diretti della tendenza alla spavalderia. Possono essere sostituiti da scrittura ampollosa, cioè che si estende verticalmente e orizzontalmente. In tal caso però la tendenza è indiretta. Questi ricci sono accresciuti da Ardita, da Allungata, da Solenne, ecc. 2. Ricci della mitomania. — Appartengono ai Ricci della mitomania anche quelli che si estendono in basso, molto sotto la parola, andando in linea retta o curva. Si ricordi che debbono estendersi molto sotto la parola (vedi la fìg. 376).
Fig. 376 487
Ji L *i Fig. 377
Se i Ricci non hanno la direzione direttamente in basso, ma si estendono in basso e nello stesso tempo in linea orizzontale, allora partecipano dei Ricci della mitomania e del soggettivismo (vedi la fìg. 377). Però i Ricci della mitomania sono quelli che vanno in linea retta in alto dalla base e sorpassano la lettera. Questi sono direttamente i Ricci della mitomania e sono sempre patologici. Gli altri partecipano della mitomania, ma possono non considerarsi affetti direttamente di patologia. Certo però che chi ha i ricci quali nelle fìgg. 376 e 377 è un essere con il quale bisogna stare molto in guardia, perché tende a interpretare tutto quello che vede in modo dannoso per il prossimo. I Ricci della mitomania e Scattante danno quei tipi inventori di una musica turbolenta, fantastica, irrompente, e questo anche se non è presente Disuguale metodicamente, perché in questo caso, quando Ricci della mitomania sono genuini, essi fanno da Disuguale metodicamente perché sono personali. Se invece i Ricci della mitomania non sono genuini, allora senza Disuguale metodicamente ma con Scattante ci possono dare quei tipi che hanno un'interpretazione singolare della musica, specialmente molto dinamica. Ricci della mitomania e Scattante o Slanciata ci danno quei tipi turbolenti che inventano fatti e tendono a creare litigi e sono pronti alla difesa del proprio Io, accusando specialmente gli altri. 3. Ricci della sobrietà. — Questi ricci danno luogo al segno Parca sopra i 5/10. Quindi non sono contrari direttamente a Parca, benché tolgano a essa qualche decimo (due o tre). 4. Ricci del nascondimento. — Ripetiamo che questi ricci sono il segno diretto della tendenza a nascondere se stesso. Essi, quando sono presenti, danno la loro modalità a tutti gli altri segni.
Questi ricci possono essere sostituiti da scrittura che sia, nel medesimo tempo, Austera e Oscura. In tal caso, da la tendenza indiretta al nascondimento. Nel caso che siano slanciati, e di conseguenza allungati, indicano anche spavalderia. Ma, in caso, spavalderia nascosta: almeno è nascosto il motivo di tale spavalderia. Se sono allungati sotto e voltati indietro, allora oltre che partecipare dei Ricci della mitomania, vengono anche a essere i Ricci del nascondimento. 5. Ricci dell'ammanieramento. — Essi sono i segni diretti della tendenza all'ammanieramento, e quindi dell'ipocrisia. Possono essere sostituiti da scrittura Accurata, e molto più Levigata, e dagli Angoli C. In questi casi la tendenza all'ipocrisia è indiretta. Se con i Ricci dell'ammanieramento ci sono anche i segni di Accurata o Levigata oppure Angoli C, allora danno la quintessenza dell'ipocrisia. Ricci dell'ammanieramento, Studiata e Serrata indicano disposizione alla disonestà. 6. Ricci del soggettivismo. - Questi ricci possono essere sostituiti. Accurata, e molto più Levigata, sebbene non direttamente, hanno la tendenza al soggettivismo. Ambedue i segni indicano la tendenza a fare bella figura, cioè (in pratica) a comparire diversamente da quello che si è in realtà. Ora chi ha tale tendenza, psicologicamente considerato, tende a non essere oggettivo e quindi a darsi al soggettivismo. Angoli C male usati («in deterius») possono sostituire i Ricci del soggettivismo, perché gli Angoli C hanno l'abilità di darla a intendere. Così come possono sostituire i segni della mitomania: uno può fare da mitomane per riuscire meglio nel suo intento. Di modo che chi ha i Ricci del soggettivismo ha, del soggettivismo, il segno diretto. Chi, oltre tali ricci, ha scrittura Accurata o Levigata o Angoli C ha soggettivismo anche maggiore. Chi invece ha solo scrittura Accurata o Levigata non ha tendenza diretta, ma solo indiretta, al soggettivismo. Chi infine ha solo Angoli C non l'ha né diretta né indiretta, ma ha solo l'abilità di agire da soggettivo se lo crede opportuno. La Levigata porta al soggettivismo più della semplice Accurata. Giova ripetere, per la graduazione dei Ricci del soggettivismo, che non si deve guardare la maggiore o minore grandezza dello spazio 489
tra parole, ma se il riccio occupi o no tutto questo spazio tra parole. Per esempio ha grado maggiore di soggettivismo chi ha un riccio di mezzo centimetro, dato appunto che mezzo centimetro sia la Larghezza tra parole, anziché uno che ha un riccio di due centimetri, ma la Larghezza tra parole di tre centimetri. Vuoi dire che chi ha più Larghezza tra parole ha più forza di ragionamento per sostenere il suo soggettivismo.
21. PONDERATA E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva. — Ci da, questa combinazione, un altruismo che sta bene attento per essere oculato e a proposito. 2. Angoli A. — II risentimento o la permalosità non agiscono in modo sventato e perciò vengono a comporre una vendetta che si distingue per la sua raffinatezza. Prendi e intendi sotto il nome di vendetta la reazione. La reazione del risentimento o della permalosità hanno veramente una spinta di vendetta e per questo la chiamo vendetta. 3. Angoli B. — La tenacia o la testardaggine vengono con Ponderata ad acquistare più forza in quanto sono più attente nella scelta dei mezzi. 4. Angoli C. — Questa combinazione ci da la vera arte del saper fare, in quanto il soggetto tende ad agire pacatamente, ciò che conquide. 5. Intozzata 1" modo. — Ci da il comando che considera bene tutto per essere efficace. 6. Intozzata 2° modo. - È una combinazione impossibile. 7. Mantiene il rigo. - Ci da la fermezza giusta piena di discrezione. 8. Discendente - Ascendente. - Ponderata frena la tendenza dell'uno e dell'altro segno. 9. Contorta. - Ci da il controllo che va nel profondo della questione. 490
10. Sinuosa. — La penetrazione di cui è indice Sinuosa con Ponderata acquista una forza tutta speciale, in quanto procede con calma. 11. Scattante. — Sono due segni che non combinano. 12. Secca. — Ci da l'avarizia ponderata e quindi incrollabile. 13. Stentata - Tentennante - Titubante. — Non vanno insieme sotto l'aspetto negativo. 14. Larga di lettere. — Con Ponderata, Larga di lettere viene ad acquistare più forza. 15. Larga, tra lettere. — Ci da una generosità o una giustezza di giudizio e un'avarizia pensata e ben munita di ragioni sia pure apparenti. 16. Larga tra parole. — Larga tra parole è un coefficiente di ponderata. 17. Disuguale metodicamente. — Ci da l'arte della ponderazione. 18. Minuta. — Ci da la finezza di giudizio e di osservazione che diffìcilmente possono essere intaccate. 19. Minuziosa. — II Ponderata è un accrescitivo di Minuziosa. 20. Disordinata. — Combinazione impossibile. 21. Chiara. - Ci da una comunicativa attenta a tutte le particolarità di una cosa. 22. Nitida. - Ci da la tendenza alla distinzione netta delle cose, perché questi due segni sono accrescitivi a vicenda. 23. Acuta. - Ci da l'argomento che prende di punta una questione e non la lascia finché non ha sconfìtto, in un modo o in un altro, l'avversario. 24. Uguale. - Ci da il copiatore esatto. 491
25. Pendente. — II Ponderata è una specie di remora per Pendente. 26. Apertura a capo delle o e delle a. - Ponderata è una specie di remora di Apertura a capo delle o e delle a. 27. Aste. — La ponderazione prende la natura delle aste o di inflessibilità o di remissività o di repulsione. 28. Ardita. - Non si da questa combinazione. 29. Calma. — Ponderata per se stessa è calma. 30. Slanciata. — Slanciata diminuisce Ponderata. 31. Filiforme - Fine - Grossa - Grossolana. — Ponderata si veste della natura di questi segni. 32. Profusa. — Profusa diminuisce l'intensità di Ponderata. 33. Recisa - Austera. — Ponderata ne prende la natura. 34. Ricci. — Ponderata si riveste della natura dei ricci. 35. Pedante. - Pedante con Ponderata si intensifica. 36. Accurata. — Accurata con Ponderata diventa Pedante. 37. Parca. - Sono i segni della vera prudenza. 38. Veloce. — Combinazione impossibile. 39. Lenta. — Ne consegue sempre qualche cosa di pigrizia. 40. Fluida. — Sono i due segni della spigliatezza nell'assennatezza. 41. Impaziente. — Combinazione impossibile. 42. Solenne. Pomposità ridicola. 43. Spavalda. — Combinazione impossibile. 492
44. Vezzosa. - Vezzosa grazia rende Ponderata piena di candidezza; Vezzosa civetteria va a menomare Ponderata. 45. Attaccata - Staccata. — Ponderata prende dai due segni la loro natura. 46. Artrìtica. - Può diminuire o rendere eccessiva Ponderata.
22. DINAMICA E GLI ALTRI SEGNI
1. Curva. — Danno un altruismo pieno di azione o, meglio, danno un'azione che si svolge in seno all'altruismo, in modo che l'altruismo del soggetto è portato ad agire e l'azione è portata a rivestirsi di altruismo. 2. Angoli A. - II dinamismo del soggetto è attento a tenere pronto il risentimento o la permalosità secondo che il segno Angoli A è sopra o sotto i 5/10. L'azione poi si svolge o nella vendetta o in una specie di vendetta verso coloro che suscitano il risentimento o la permalosità del soggetto. Quello che principalmente indicano questi due segni insieme è l'attività attenta per non incorrere nelle critiche altrui. 3. Angoli B. - Indicano il dinamismo che non deflette davanti alle difficoltà che possono sorgere per farlo arrestare, anche se le difficoltà sono ragionevoli, quando il segno è sopra i 5/10. 4. Angoli C. - Indicano un dinamismo che viene portato in modo da ottenere con efficacia lo scopo prefìsso. Quindi il soggetto sa intromettersi, sa non urtare l'altrui suscettibilità, oppure sa rimediarvi, sa usare di astuzia, sa sorridere mefistofelicamente o clamorosamente o benignamente secondo che le circostanze lo richiedono. 5. Intozzata 1° modo. - II dinamismo si impone, usa della prepotenza, invade il campo altrui, può prendere una forma anche di sfacciataggine. 6. Intozzata 2" modo. - Ci danno un dinamismo che agisce secondo le impressionabilità avute e perciò difficilmente è oggettivo, ma alla stregua delle cose che lo circondano. 493
7. Mantiene il rigo. — La fermezza si accompagna all'azione, di modo che è molto diffìcile che il soggetto si ritiri dall'azione medesima. CJC?
8. Ascendente. — II dinamismo «crescit eundo». 9. Discendente. — Insorge qui la debolezza dei propositi e il soggetto o cessa dall'agire oppure agisce a favore della debolezza di carattere. 10. Contorta. — Ci da un dinamismo che scende al controllo, che sovverte gli animi per superare gli ostacoli, che ingrana movimenti, ecc. Per spezzare le contrarietà, prende magari un'altra via per avanzare. 11. Scattante. — Ci da un dinamismo che scatta, che dinanzi a un ostacolo si indigna e perde di vista lo scopo prefìsso, che può anche lasciare l'impresa. 12. Stentata - Tentennante - Titubante. - Sono segni incompatibili. 13. Ponderata. — Formano una composizione o combinazione bella quanto mai si possa desiderare, perché danno l'azione che non ha bisogno di correggersi, oppure che si corregge nel corso dell'opera, per lo più secondo che aveva previsto. 14. Larga di lettere. — Ci da l'azione dell'intelligenza profonda. 15. Larga tra lettere. — Ci da l'azione nella generosità o nella giustezza del giudizio o nell'avarizia secondo il grado di Larga tra lettere. 16. Secca. — E diffìcile che si dia questa combinazione. Se si da ci presenta l'azione nell'avarizia. 17. Larga tra parole. — Ci da il dinamismo a base di ragionamento. 18. Disuguale metodicamente. - Ci da il dinamismo artistico, che ha la vena aperta per l'arte. 19. Sinuosa. — Ci da l'attività feconda di penetrazione dell'animo altrui. 20. Minuta - Minuziosa. - È diffìcile che si diano queste combinazioni in quanto Minuta, e specialmente Minuziosa, sono contrarie a Dinamica. 494
21. Disordinata. —Azione arruffata, disordinata, imbrogliata. 22. Chiara. — Non facile tale combinazione, perché la dinamica non va d'accordo con la chiarezza. 23. Nitida. — Non è facile tale combinazione, meno facile anche di Dinamica e Chiara. 24. Acuta. — Ci da un'azione che è propria dei temperamenti di assalto. Cercano di incalzare, di costringere, ecc., per venire alla conclusione. 25. Pendente. — Ci da un dinamismo che facilmente da luogo alla parte affettiva. 26. Apertura a capo delle o e delle a. — Ci da un dinamismo che sdrucciola nell'intenerimento sessuale. 27. Aste. — Ci da il dinamismo inflessibile o remissivo o repulsivo, secondo la natura delle aste. 28. Ardita. — Ci da l'azione nell'arditezza. 29. Calma. - È una combinazione che non ha luogo. 30. Slanciata. — II segno Slanciata è un accrescitivo di Dinamica. 31. Dritta. — Ci da un dinamismo sostenuto. 32. Filiforme - Fine. - Dinamica prende la forma dei due segni, presenta un'azione con sentimento o delicato o raffinato. Al contrario Grossa e Grossolana. 33. Profusa. - Dinamismo che passa sopra a tante cose con generosità spiccata. 34. Recisa - Austera. - Ci da un dinamismo senza verbosità, ma che tende a trovare il dibattito di una questione per andare alla parte conclusiva. 35. Ricci. - I ricci danno a Dinamica la natura del loro significato. 495
36. Pedante - Accurata. — Combinazione impossibile. 37. Fluida. — Sono due segni per cui il soggetto è fattivo in un modo tutto naturale, senza sforzi, senza inciampi. 38. Impaziente. — II soggetto con questi due segni rompe, sconvolge, grida, urla, ecc. 39. Solenne. — Sono incompatibili. . 40. Spavalda. — II millantare ne è il risultato. 41. Vezzosa. — E una combinazione che non ha luogo. 42. Attaccata - Staccata. - Dinamica non va d'accordo con Staccata se non in parte, per cui è sempre Attaccata. 43. Legata. — Da a Dinamica la logica dell'organizzazione.
23. SCATTANTE E GLI ALTRI SEGNI Giova ribadire che Scattante riguardo all'intelligenza è il segno dell'estro per la musica. Se va congiunto con Disuguale metodicamente, allora da l'abilità alla creazione della musica, altrimenti da l'abilità soltanto per l'interpretazione. Riguardo alla parte affettiva, da la tendenza allo scatto, all'ira repentina, allo scatto improvviso della sensualità, ecc. Se Scattante va congiunta con Angoli A, da il risentimento non contenuto. Se con Angoli B, da la tenacia o la cocciutaggine non contenute, ma che possono ridursi a mitezza dopo lo scatto. Se con Impaziente, da l'ira repentina, che può portare il soggetto a violenza contro gli altri e contro se stesso. Tali esseri non dovrebbero mai prendere determinazioni se non dopo lo sbollire della passione. Se con Stentata o Tentennante, porta a quell'ira che fa come un groppo nell'anima e che non trova la via di uscita e potrebbe avere per conseguenza la balbuzie. 496
Se con Titubante, da un'ira repressa, ma che porta l'avvilimento e che potrebbe avere per conseguenza la balbuzie. Se con Profusa o Slanciata, porta a quel ribollimento delle passioni tanto irascibili come sensuali che difficilmente hanno un freno. Se con Contorta, induce il soggetto a fissarsi maggiormente nel sovversivismo. Degli altri segni in combinazione con Scattante è facile comprendere l'evoluzione.
24. FLUIDA - LEGATA - STENTATA - TENTENNANTE TITUBANTE - VELOCE - LENTA E GLI ALTRI SEGNI O Quanto più la scrittura è senza inciampi, tanto più è Fluida. Stentata, Tentennante, Titubante sono direttamente contrari a Fluida. Indirettamente sono contrari: Intozzata 2° modo, Minuziosa, Contorta, in quanto hanno un che di indugio nel punto in cui il segno si avvera. Anche Vezzosa indirettamente è contraria a Fluida perché si indugia sui contorni della scrittura. I Ricci della confusione portano indugio con il costringere a girare per il riccio o a intozzare la lettera. Accurata e Levigata si indugiano sull'estetica grafica. Secca ha una certa contrarietà con Fluida, in quanto, mentre Fluida tende a espandersi, Secca tende a restringersi in se stessa. Calma pigrizia è contraria a Fluida perché la forma cascante lo manifesta. Calma ponderazione non è contraria a Fluida, ma tuttavia serve a questa da freno. I Ricci della mitomania tolgono pure la fluidità, essendo spropositati e dirigendosi in alto: ciò che è indice di una perdita di tempo. Contorta però, più che a Fluida, è contraria a Veloce, perché mette tutto sotto controllo: porta lentezza, ma quella che è dovuta al fatto che induce il soggetto a fermarsi per controllare. Q Stentata, Tentennante e Titubante sono dunque principalmente contrarie a Fluida. Indirettamente, sono contrarie a Veloce e a Slanciata. La Veloce per se stessa indica velocità del tracciato, ma questa velocità potrebbe presentare un che di stentatezza, cioè di contorsione nella lettera in se stessa, la quale contorsione è incompatibile con la fluidità, ma non con la velocità. Così si dica dello Slanciato. 497
O Alla Titubante, in certo senso, appartiene anche la scrittura che congiunge le lettere con filetti staccati, cioè la lettera viene finita e poi viene formato il filetto. Debbo fare osservare su questo che formare la o cominciando il filetto, per unire questa lettera alla lettera seguente, non verso il vertice superiore della lettera ma verso l'inferiore, indica tendenza a dominare la cosa. C'è invece chi prende le cose, per modo di dire, per i capelli, per la sommità. Questi fanno il filetto per congiungere la lettera antecedente alla seguente, attaccando tale filetto quasi alla sommità del vertice superiore della lettera antecedente. Anche la scrittura infantile indica una certa titubanza, in quanto essa è il segno dell'ingenuità, la quale è titubante nelPammettere quelle cose che sono ammesse dall'esperienza consumata. Parlo di scrittura infantile anche nell'età adulta. Siccome però direttamente indica ingenuità, viene a indicare ancora: occhio semplice, senza infingimenti, tratto e gesto senza complicazioni, idee ed espressioni quasi primitive. La ragione per cui in un adulto rimane talvolta la scrittura infantile è che il soggetto ha l'evoluzione esterna che difficilmente progredisce, ha cioè tendenza a non evolversi esternamente. E qui appunto consiste la partecipazione al segno Titubante della scrittura infantile. Si noti che parliamo di evoluzione esterna (tratto, gesto, espressione, ecc.): il pensiero e l'affetto possono benissimo evolversi. Un altro criterio di somma importanza: quando Titubante è unito a Contorta, la titubanza non deriva dal fatto che il soggetto sia titubante di per sé, ma dal fatto che egli tende a esaminare la cosa con una certa osservazione intensa. Il Contorta significa controllo; e perciò è il segno Contorta che da la spinta alla tendenza propria di Titubante. In tal caso il soggetto è titubante specialmente nelle conclusioni: per la congiunzione dei due segni, le ragioni contrastanti si affollano nella mente, e perciò il soggetto deve fare uno scarto per unificare ed eliminare. Però questa è una titubanza, diciamo, iniziale, ma che poi, sciolte le difficoltà, diviene certezza. Essa, di conseguenza, rende la ponderazione ferma e scevra dai contrasti che possono venire specialmente dall'esterno. Titubante unita a Contorta è il segno dell'affettività che, per modo di dire, non ha bisogno di correggersi, in quanto che, prima di manifestarsi, ha appianato bene la via, considerando tutto: se c'era simpatia reciproca, dignità dell'altra parte, ecc. Della Veloce e della Lenta già abbiamo parlato qui e altrove. Legata aggiunge, agli altri segni dati, le sue proprietà. 498
> 25. CALMA - ARDITA - IMPAZIENTE E GLI ALTRI SEGNI Abbiamo già trattato sufficientemente di Calma; e così anche di Ardita. Circa Impaziente essa è contraria a Calma. Il segno Pedante la urta — come la possono urtare Accurata e Levigata - come chi ha fretta è urtato da un importuno, oppure da uno che si ferma sulle accidentalità di una cosa e di un fatto. Quando uno scrive con fretta può prendere, nella scrittura, tutte le modalità di Impaziente, ma allora la scrittura partecipa solo di Impaziente, e perciò solo indirettamente indica impazienza.
> 26. ACCURATA - LEVIGATA E GLI ALTRI SEGNI Quando la scrittura è molto gettata via, indica nel soggetto la disposizione a estinguere la sua sensualità senza scelta e ricercatezza. Quando invece la scrittura è Levigata, e molto più se nel medesimo tempo è Filiforme, c'è nell'individuo difficoltà nella scelta dell'oggetto: perché chi ha scrittura Levigata facilmente scorge i difetti; e chi l'ha Filiforme a sentirli in modo da non potercisi adattare. Ciò si deve dire, sebbene in grado molto minore, di Accurata con Filiforme, e in grado molto maggiore di Levigata con Fine.
> 27. PEDANTE E GLI ALTRI SEGNI Oltre tutto il detto, dobbiamo aggiungere che nella scrittura Accurata, non corrente, la mano da più risalto ai chiaroscuri e alla distinzione di pressione fra i tratti discendenti e quelli ascendenti: quindi di per sé la forma Accurata imprime il segno Pedante nella scrittura. Gli altri segni sono trascurabili e perché già abbiamo trattato delle loro proprietà principali, e perché ognuno può intendere da sé le possibili combinazioni. 499
PARTE TERZA
COMBINAZIONE COMPLESSA DEI SEGNI GRAFOLOGICI
1. RAGIONE DELLA CLASSIFICAZIONE DEI SEGNI GRAFOLOGICI
Non sono ancora superate le difficoltà della grafologia con l'aver trattato dei segni isolati in combinazione con tutti gli altri segni: lavoro questo che potrà subire qualche aggiunta, ma che, essendo stato fatto dopo esami e osservazioni accurate, non può essere sottoposto a modifiche. Ora dobbiamo scendere alla parte completa, ma più difficile, della grafologia, che importa lo studio delle combinazioni non semplici ma complesse di tutti i segni. Noi non possiamo affrontare questo compito in pieno, perché per questo sarebbe necessario fare migliaia e migliaia di combinazioni senza speranza di raggiungere lo scopo. Dobbiamo perciò mirare allo scopo non di fare tutte le possibili combinazioni, ma di farne alcune, sufficienti per indirizzare lo studioso della grafologia nelle possibili variazioni della psicologia. Si tenga sempre davanti allo sguardo della mente che quanto più un'intelligenza sarà capace d'internarsi e di penetrare le esigenze che emergono dalla psicologia, tanto più sarà profondo grafologo. Prima però di intraprendere questo lavoro, debbo mettere, come in un quadro, i detti segni grafologici e dare a ciascuno il perché della sua forza o sostanziale o modificante o accidentale. Tale cosa l'ho accennata qua e là, ma ho bisogno di trattarne specificatamente adesso, perché forse allora non sarò stato compreso. Del resto, è necessario trattarne perché ciascun segno prenda la posizione che gli spetta.
SEGNI SOSTANZIALI 1. Curva. - II sentimento è o altruistico o egoistico. Questi sono i due princìpi che improntano il carattere: princìpi quindi sostanziali. L'e503
goismo è indicato dall'angolosità, l'altruismo dalla Curva. Quindi curva e angolosità sono segni sostanziali, perché indicano sentimenti sostanziali. Curva non ha sottospecie, perché, come si allontana dall'altruismo, entra nell'egoismo. «Bonum ex integra causa, malum ex quocumque defectu»: perché il bene sia bene nel pieno senso, bisogna che lo sia in tutte le sue parti, senza alcuna deficienza; una piccola deficienza 10 fa subito scadere dal grado di bene perfetto. Perciò è solo l'egoismo che ha le sottospecie. 11 vero Curva, psicologicamente considerato, non esiste, e si potrebbe grafologicamente trascurare in quanto che, quando appare, va sempre congiunto con gli Angoli A, B, C (sia pure che questi angoli appaiano soltanto con i 2/10 che rappresentano l'inalienabilità dell'Io). Psicologicamente il nostro altruismo non va disgiunto dall'egoismo, sia pure legittimo. Tuttavia noi diamo il segno Curva e lo consideriamo grafologicamente per facilitare l'evoluzione o l'applicazione pratica della grafologia, in quanto noi, ponendo i contrari, sia pure che uno di essi non abbia in realtà luogo, veniamo a conoscere meglio le cose. E ciò appunto perché così le consideriamo nella loro parte dinamica, e non nella semplice loro posizione statica. Infatti, quando noi mettiamo il grado agli Angoli A, B, C, implicitamente diamo i gradi anche a Curva. Ma poniamo anche Curva perché gli Angoli indicano la parte negativa (negativa in quanto all'altruismo) e noi vogliamo considerare anche la parte positiva. 2. Angolosa. — E un segno sostanziale perché, come abbiamo detto, è il segno dell'egoismo, il quale è un sentimento sostanziale. Questo segno ha delle sottospecie, e queste sono sostanziali. L'angolo A indica difesa, l'angolo B offesa, l'angolo C dinamismo dell'Io. E l'Io non può stare senza questi tre termini: se l'Io non ne può star senza, essi sono sostanziali. 3. Intozzata 1" modo. - Indica comando, imporsi, indipendenza, ambizione nelle sue varie specie. È sostanziale perché queste tendenze sono proprie dell'Io, e non vi è un essere umano che non ne abbia qualche cosa. Si potrebbe dire che il significato di Intozzata 1 ° modo sia un mezzo per dividere il proprio Io da tutti gli altri, in quanto che, per mezzo del significato di Intozzata 1 ° modo, un soggetto ha la forza, la potenza, il diritto di dire «sì» o «no». 504
4. Intozzata 2" modo. — E sostanziale in quanto sostanzialmente arresta, modifica, induce, riduce, sconvolge l'Io, tanto che, quando questo segno è accentuato, c'è pronto l'accesso al manicomio. 5. Mantiene il rigo - Ascendente - Discendente. - La fermezza è il mezzo per distinguere l'Io da qualunque altro Io. Si può dire che lo distingue dalla posizione statica, mentre Intozzata 1° modo lo distingue dalla posizione dinamica. Non già che la fermezza sia statica e non dinamica, ma il concetto psicologico di fermezza indica irremovibilità. Il soggetto lavora per non muoversi e per allontanare coloro che cercano di farlo muovere; ma il concetto di fermezza per se stesso rappresenta come un masso che ha preso la sua posizione irremovibile statica. Ascendente e Discendente sono le varianti della fermezza. 6. Le Tre larghezze. — La Triplice larghezza (di lettere, tra lettere e tra parole) riguarda la sostanza dell'Io, in quanto ciò che da esse è significato costituisce il fondamento principalmente della parte intellettiva umana. Anche la Larghezza tra lettere appartiene all'intelligenza, perché mette in corrispondenza, o giusta o generosa o avara, l'intelligenza dell'Io con l'intelligenza altrui. \
7. Disuguale metodicamente. — E sostanziale perché indica la disposizione dell'intelligenza all'invenzione; e l'invenzione è qualità intellettiva sostanziale. Così si parli di Sinuosa e di Scattante. 8. Minuta - Minuziosa. — Vengono a significare forme specifiche della qualità intellettiva. 9. Contorta. — Anche Contorta viene a significare una qualità specifica particolare. 10. Secca. — E una sottospecie di Serrata o di Stretta tra lettere. Serrata è contraria a Larghezza tra lettere (che è sostanziale) e perciò negativamente è segno sostanziale. 11. Disordinata. - È sostanziale perché si può dire che sconvolga le qualità intellettive. 12. Chiara - Nitida. - Sono segni sostanziali in quanto riguardano direttamente la veste interna ed esterna del pensiero. 505
13. Stentata - Tentennante - Titubante. — Sono segni sostanziali perché modificano sostanzialmente il pensiero, il sentimento, l'impressione e l'espressione dei due. 14. Uguale. — E sostanziale perché è sostanziale il suo contrario Disuguale metodicamente. 15. Acuta. - È sostanziale perché indica un'inclinazione sostanziale dell'intelligenza e del sentimento. 16. Sciatta. — Indica inclinazione sostanziale dell'intelligenza e del sentimento. 17. Irta. - Appartiene ad Acuta. 18. Legata. - Appartiene a Larga tra parole. 19. Parallela. — E contraria di Sinuosa. 20. Aggrovigliata. — Appartiene a Confusa. 21. Piantata sul rigo. - Appartiene a Ponderata.
SEGNI MODIFICANTI 1. Apertura a capo delle o e delle a. - È una semplice accidentalità della concupiscenza, sebbene essa sia così forte da sconvolgere spesso le sostanze. 2. Aste rette - Aste in avanti - Aste indietro. - Sono semplicemente come le accessibilità, le conferme, i rinforzi (o loro contrari) della fermezza. 3. Ardita. — E una modalità di Intozzata 1° modo, dei tre Angoli, di Mantiene il rigo, di Ascendente, di Larga tra lettere, di Scattante. 4. Calma. — Entra nel concetto di contrapposto di Ardita (che è modificante) . 5. Pendente. — Indica una semplice modalità dell'affettività. 6. Filiforme - Fine - Grossa - Grossolana. — Improntano le modalità del sentire e dell'espressione del sentimento. 506
7. Profusa. - Indica espansione. 8. Pedante. — E una qualità di modalità nel concepire e nell'agire. 9. Accurata - Levigata. - Come Pedante. 10. Elegante. — E un accrescitivo o correttivo di Accurata. 11. Parca - Recisa -Austera. - Sono anch'esse una modalità del concepire e dell'agire. 12. Ricci. - Sono l'indice dei contorni dell'Io, sebbene alcuni siano così forti da modificare del tutto la sostanza, per cui appunto sono modificanti. 13. Accartocciata. - È un segno che intacca l'Io nella sua evoluzione. 14. Artrìtica. — E un forte modificante dell'Io. 15. Dinamica. — E un forte modificante dell'Io.
SEGNI ACCIDENTALI 1. Allungata. - È un semplice segno dell'espressione. 2. Lettere addossate. - È un accrescitivo di Strettezza tra lettere. 3. Attaccata. - È un'accidentalità del processo dell'intellezione. 4. Fluida. - È un'accidentalità dell'Io, sia pure notevole, che indica facilità nelle relazioni dell'Io con gli altri. 5. Impaziente. - È una modalità accidentale di certe condizioni nate dalle occasioni dell'Io. 6. Solenne - Spavalda - Vezzosa. — Danno le modalità delle rappresentazioni dell'Io. 7. Staccata. - È contraria di Attaccata, e perciò accidentale. 8. Flessuosa. - E una particolarità di Sinuosa. 507
2.
SEGNI GRAFOLOGICI DEL CARATTERE
Nella sesta edizione di questo Trattato di grafologia, fra le tante teorie sul temperamento umano, sembrandomi la migliore, ho adottato quella di Harald Hoeffding (Saggio di una psicologia fondata sull'esperienza), basata sulle tre antitesi «piacere e dolore», «forza e debolezza», «rapidità e lentezza». In decorso di tempo, meditandovi sopra e sottoponendola a una serrata critica psicologica, ho trovato tale teoria non soddisfacente secondo il rigore scientifico. Dobbiamo noi infatti considerare le tre antitesi non materialmente, ma psicologicamente. Materialmente potranno mantenere la loro posizione di antitesi, ma non psicologicamente. Psicologicamente il dolore e il piacere spesso si usurpano a vicenda i diritti della propria natura, tanto che in non pochi casi non si saprebbe dire quale sia il dolore e quale sia il piacere, essendovi parecchi dolori che apportano piacere e parecchi piaceri che apportano dolore. Socrate, non saprei dire in qual luogo e per mezzo di quale suo discepolo, chiama il piacere fratello del dolore; e non si può dubitare che Socrate non trattasse del piacere e del dolore filosoficamente. Perciò, psicologicamente, non c'è antitesi tra piacere e dolore nel dinamismo umano, per cui piacere e dolore non possono essere o fare da fondamento di distinzione di temperamento. Riguardo alla forza e alla debolezza, psicologicamente, ci sono delle forze che sono debolezze e viceversa. Chi con forza si avventa contro l'avversario è forte materialmente, ma psicologicamente è debole; ed è veramente forte chi frena la sua forza e si mostra debole, attendendo che diano giù i bollori per aprire il campo alla ragione. Per questo anche tra forza e debolezza non c'è, psicologicamente, una vera antitesi in quanto forza e debolezza non si escludono. 508
Così si deve parlare della rapidità e della lentezza, sempre sotto l'aspetto psicologico, poiché solo materialmente sono in antitesi. Ma quale, dunque, dovrebbe essere la teoria del temperamento? Dopo aver studiato lungamente sui segni grafologici che sono indici delle qualità positive e negative della psiche umana, ho veduto che essi hanno una quadruplice direzione ben distinta e quindi anche le qualità umane hanno questa quadruplice direzione. E questa direzione è la seguente: cessione, resistenza, assalto, attesa. La detta quadruplice direzione importa quadruplice impostazione della psiche e l'impostazione innata della psiche importa quadruplice temperamento umano. Per cui quattro sono le specie del temperamento: - Primo temperamento: tendenza a cedere. — Secondo temperamento: tendenza a resistere. — Terzo temperamento: tendenza ad assaltare. - Quarto temperamento: tendenza ad attendere. Secondo me (non intendo erigermi a maestro di tanti sommi psicologi che mi hanno preceduto, ma esprimo soltanto quello che è emerso dai miei studi e dall'insegnamento che ho avuto dalla grafologia), questa divisione del temperamento non può soffrire una contraddizione scientificamente condotta, in quanto essa è alla sommità della scala e tutte le altre divisioni fatte dagli psicologi sono sotto di essa e abbraccia tutta la psiche sotto qualunque aspetto la si possa considerare. Qui sotto do l'elenco dei segni grafologici divisi secondo la divisione imposta dal quadruplice temperamento.
SEGNI GRAFOLOGICI DELLA CESSIONE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12.
Curva Larga tra lettere Discendente . Titubante Apertura a capo o e a Aste in avanti Pendente Profusa . Fluida . Attaccata Sciatta . Flessuosa
Cessione per altruismo Cessione per generosità Cessione per debolezza Cessione per indecisione Cessione per sensualità Cessione per remissività Cessione per affettività Cessione per espansione Cessione per spontaneità Cessione per continuità e perseveranza Cessione per altruismo mal compreso Cessione artìstica
509
SEGNI GRAFOLOGICI DELLA RESISTENZA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13.
Angoli B Mantiene il rigo . Secca Aste rette Dritta . Recisa . Austera . Chiara . Nitida . Aggrovigliata Lettere addossate. Accartocciata Legata .
Resistenza per tenacia e testardaggine Resistenza per fermezza Resistenza per avarìzia Resistenza per inflessibilità Resistenza per sostenutezza Resistenza per decisione Resistenza per austerità Resistenza per chiarezza Resistenza per nitidezza Resistenza per confusione Resistenza per testardaggine parziale Resistenza per egocentrismo Resistenza per logica
SEGNI GRAFOLOGICI DELL'ASSALTO 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15.
Angoli A Intozzata 1° modo Ascendente . Scattante Aste indietro Ardita . Slanciata Impaziente . Spavalda Acuta . Veloce . Solenne. Irta Dinamica Artritica
Assalto per risentimento Assalto per comando, eco. Assalto per presunzione, ardore Assalto per impetuosità Assalto per repulsione Assalto per sicurezza Assalto per impulsività Assalto per impazienza Assalto per spavalderìa Assalto per spirito di contraddizione Assalto per precipitazione Assalto per spirito di superiorità Assalto per contraddizione estroversiva e introversiva Assalto per attività Assalto per insofferenza
SEGNI GRAFOLOGICI DELL'ATTESA 1. 2. 3. 4.
510
Intozzata 2° modo Contorta Sinuosa. Stentata.
Attesa affannosa Attesa per controllo Attesa per insinuazione Attesa per inceppamento
Attesa per tentennamento 5. Tentennante . Attesa per ponderazione 6. Ponderata 7 . Calma . . . . Attesa per quiete Attesa per delicatezza di sentimento 8. Filiforme Attesa per raffinatezza 9 . Fine . . . . 10. Grossa, Grossolana Attesa per rudezza di sentimento Attesa per trionfo dell'Io 11. Ricci del soggettivismo 12. Ricci del nascondimento Attesa tacita Attesa dell'effetto mitomane 13. Ricci della mitomania . 14. Ricci dell'ammanieramento Attesa ipocrita Attesa candida 15. Vezzosa grazia Attesa per inganno 16. Vezzosa civetteria . Attesa per precisione materiale 17. Accurata. 18. Minuta . . . . Attesa per scrutazione Attesa per minuziosità 19. Minuziosa Attesa per pedanteria 20. Pedante . . . . Attesa per laconicità 21. Parca . . . . 22. Staccata . . . . Attesa per indagine Attesa per compitezza 23. Levigata . . . . Attesa per il saper fare 24. Angoli C Attesa per profondità intellettuale 25. Larga di lettere Attesa per ragionamento 26. Larga tra parole 27. Disuguale metodicamente Attesa per l'arte Attesa per pigrizia 28. Lenta . . . . Attesa per gusto di prospettiva 29. Elegante . . . . Attesa, per fissità 30. Parallela . . . . Attesa per ponderazione 31. Piantata sul rigo .
E chiaro che il temperamento di una delle quattro specie può avere delle proprietà degli altri temperamenti, ma si richiede che la sua impostazione sia specifica e determinata a una delle quattro specie. Tale determinazione ha luogo per mezzo del segno principe, cioè di quel segno riguardante le disposizioni affettivo-attive che abbia un grado maggiore di tutti gli altri segni. Per esempio, il segno principe di una scrittura è Larga tra lettere e il temperamento dell'autore della scrittura sarà un temperamento di cessione, benché questo segno sia accompagnato da altri segni che sono della resistenza, dell'assalto e dell'attesa. Basta qui quanto ho detto del temperamento, perché ne ho trattato in un volume a parte, cioè nella Grafologia pedagogica, Edizioni Messaggero, Padova 1947 (nuova edizione 2002). 511
3. COMBINAZIONI GRAFOLOGICHE
1. COMBINAZIONI GRAFOLOGICHE INTELLETTIVE Spirito di adattabilità a tutti i lavori di casa (comprensione, adattamento, parola, persuasiva, inclinazione ad ascoltare, servizievole]. Intoxzata 1° modo, Angoli A, B, C, Flessuosa, Sinuosa, Contorta, Ponderata, Fluida, Vezzosa, Curva, Larga di lettere, Larga tra lettere, Larga tra parole, Staccata, Attaccata tutti sui 5/10; in più Mantiene il rigo in grado superiore. Può fare capolino Ascendente e Discendente, Aste rette e Aste in avanti. Il segno principe di questa combinazione è Curva. Il Curva non deve essere disturbato dagli altri segni ma coadiuvato, ciò che appare dal grado medio dei segni accompagnatori. È una combinazione in cui l'intelligenza e il sentimento si aiutano a vicenda. Quindi l'intelligenza viene a essere un'intelligenza pratica e il sentimento diretto da intelligenza comprensiva. Carattere forte e rassegnato alle risultanze delle azioni fatte con tutti i mezzi possibili per l'efficacia. Abilità per lavori femminili che abbiano carattere di finezza. Disuguale metodicamente, Larga di lettere, Elegante, Sinuosa. Sotto i 6/10 tale combinazione non avrebbe l'arte della finezza, non ci sarebbe l'originalità. Aggiungendovi il segno Minuta la combinazione porterebbe l'abilità di lavori femminili di miniatura, di finezze di ago, disegni a tratto. Questo nella donna. La stessa combinazione nell'uomo porta l'abilità in cose meccaniche di tecnica originale che abbiano bisogno di oculatezza singolare; aggiungendovi il segno Minuta, sempre sopra i 5/10, indica abilità per chirurgia finissima (sul cervello, sul cuore, ecc.). Circa il carattere, nella donna, questa combinazione porta tendenze alla sostanza delle cose, a stroncare le contraddizioni che limitano le manifestazioni della sua volontà, all'odiosità delle vanità altrui. Nell'uomo, la stessa cosa con impronta maschile. Tanto l'uomo come la donna tendono ad avere nelle manifestazioni dell'Io qualche stranezza. Abilità tanto nell'uomo che nella donna per imparare e parlare lingue estere moderne. Fluida 7/10, Chiara 8/10, non Minuta, Parca 7/10, Accurata 6/10, Solenne 5/10. Infatti Fluida per spigliatezza, Chiara per la dizione o pronuncia, Parca per la memoria, Accurata per la presentazione esterna, Solenne per superare la titubanza davanti agli altri. La stessa combinazione da l'abilità per riuscire bene negli esami specialmente orali in quanto esclude la timidezza. Per le lingue classiche è necessario che si escluda Solenne; Fluida può essere in grado inferiore ma questa 512
inferiorità deve essere supplita da un che del segno Levigata. Bisogna aggiungervi un che di Staccata. Tutto ciò perché la difficoltà delle lingue classiche sta principalmente nella difficoltà grammaticale e sintattica. Circa il carattere, la prima combinazione nella donna porta poca assennatezza pratica, spinta a comparire e a non tener conto di quelle convenienze che servono per non menomare moralmente l'Io davanti agli occhi altrui. Così nell'uomo. La combinazione delle lingue classiche, tanto nell'uomo che nella donna, porta all'osservanza di tutto quello che serve per comparire incriticabili, specie circa le convenienze sociali. La prima combinazione indica insincerità diplomatica, cioè il soggetto ha il modo di non dare libertà all'osservazione altrui. La seconda combinazione indica insincerità prettamente diplomatica: la compitezza impedisce di replicare. Abilità per ragionamento che si appoggia sulla fantasia. Larga tra parole 7/10, Rovesciata, Slanciata 6/10. Tanto per l'uomo che per la donna, ma più per la donna, perché la fantasia è più esuberante e capricciosa nella donna che nell'uomo. Infatti Larga tra parole è per la tendenza e abilità al ragionamento, Rovesciata (segno quasi dal tutto femminile) per l'esuberanza della stranezza, fantasticherie, ecc., Slanciata per ricchezza di fantasia. La stessa combinazione porta anche abilità per il commercio, tanto spicciolo come all'ingrosso, ma più per lo spicciolo. Infatti Larga tra parole per il ragionamento, Rovesciata che sostituisce Pendente e che può essere più efficace di Pendente per fiaccare il cliente, Slanciata per i colpi di mano. Tendenza al ragionamento a base descrittiva. Alta 6/10 per la descrizione, Larga tra parole 7/10 per il ragionamento, Elegante 6/10 per l'arte, Dritta 9/10 per la sostenutezza. Abilità per apprendimento e per assimilazione tanto nell'uomo che nella donna. Fluida 7/10, Pendente 7/10. Infatti Fluida per la facoltà dell'apprendimento, Pendente per l'assimilazione. Però affinchè il soggetto non vada più in là dell'apprendimento e dell'assimilazione è necessario che Larghezza di lettere non abbia più di 5/10 e che Disuguale metodicamente sia in grado inferiore. Tendenza al metodo pedante, all'interminabilità delle spiegazioni, alla riproduzione pedante delle cose e delle parole, ragionamento inutile. Pedante 5/10, Uguale, Mantiene il rigo 7/10, Larga tra parole 7/10. Sia nell'uomo che nella donna, ma più in questa. Tali tipi riescono per insegnamento infantile e degli adolescenti. Infatti Pedante per l'esattezza, Uguale per non farsi trasportare dall'originalità, Mantiene il rigo per la fermezza della pretesa di essere ascoltati, Larga tra parole per dilettarsi del ragionamento con il quale impongono la propria pedanteria. Astuzia dell'accortezza, cioè tendenza all'accortezza opportunistica. Angoli C 6/10, Fluida 7/10, Vezzosa civetteria 4/10, Ricci delPammanieramento 3/10. Sotto questa abilità tanto l'uomo che la donna riuscirebbero bene per assistenza sanitaria, per mansione di infermieri, di segretari in un ufficio pubblico esplicando le proprie mansioni in modo da procurarsene vanto anche a scapito di coloro cui servono. Ancora tale combinazione porta abilità per il commercio riuscendo a trattare il cliente con soddisfazione del cliente stesso. Da abilità per tutte quelle cose in cui c'è bisogno di accortezza (Angoli C), di una certa snellezza (Fluida), grazia un po' civettante senza poter essere accusata di civetteria (Vezzosa civetteria e Ricci dell'ammanieramento). 513
Concetto originale per tutto ciò che si riferisce all'arte che viene espressa con la parola o con il colore. Disuguale metodicamente 7/10, Larghezza tra parole sotto la media, Fluida 7/10, Veloce 6/10, Elegante 6/10. Infatti Disuguale metodicamente per il concetto originale, Larghezza tra parole sotto la media per l'arte, Fluida per l'arte della parola ed Elegante per la prospettiva. Questa combinazione suppone un intuito rapidissimo che supplisce meravigliosamente ogni ragionamento. Così nell'uomo come nella donna. Nella donna si manifesta più la sensibilità. Abilità per tutto ciò che richiede controllo. Contorta sopra la media, Ponderata 7/10, Aste rette 7/10, Aste in avanti 3/10, Minuta 6/10, Intozzata 1° modo 5/10, Angoli B 5/10. Senza pencolo di uscire dall'oggettività anche per violenze esterne (Intozzata 1° modo, Angoli B, Aste rette), senza pericolo di favoritismi o antifavoritismi (Ponderata) e con osservazione raffinata (Minuta). Costoro riescono per la scelta e l'interpretazione giusta dei documenti storici, per uffici di Ispezione sopra gli ispettori stessi, per giudicare rettamente neiraggettività. Abilità e spirito di direzione e condirezione. Larga tra parole 7/10, Pendente 6/10, Accurata 6/10, Levigata 3/10, Ponderata 6/10, Parca 7/10, Chiara 7/10, Elegante 5/10 (tanto nell'uomo che nella donna). Larga tra parole per distinguere, Pendente per essere accogliente. Accurata per essere precisi, Levigata per la compitezza, Ponderata per la riflessione, Parca per dire quello che è necessario, Chiara per essere efficace. La stessa combinazione porta alla critica più della veste che del concetto, all'esposizione letterariamente compita e all'insegnamento. Abilità per polemica. Larga tra parole 7/10, Minuta 6/10, Filiforme 6/10, Fine 5/10, Vezzosa grazia 4/10, Attaccata 7/10, Chiara 8/10, Nitida 6/10 (tanto nell'uomo che nella donna). Infatti Larga tra parole per il ragionamento, Minuta per penetrare nelle fessure dell'avversario, Filiforme per la delicatezza dell'espressione satirica, Vezzosa grazia per aiutare i segni precedenti, Attaccata per continuità o sintesi, Chiara e Nitida per la chiarezza. La stessa combinazione da l'abilità per la filologia esegetica e per l'esegesi storica. Abilità per novellistica delicata. Disuguale metodicamente 7/10, Filiforme 7/10, Fluida 7/10, Vezzosa grazia 5/10, Accurata 5/10, Chiara 8/10, Nitida 5/10 (la combinazione vale nella donna). Disuguale metodicamente per l'originalità, Filiforme e Fine per la delicatezza, Vezzosa grazia per la delicatezza messa in scena, ecc. Abilità per commercio e per affari. Spirito di iniziativa. Pendente 7/10, Acuta 6/10, Larga tra parole 5/10, Sinuosa 7/10. Con Acuta mette in contraddizione e scevera la contraddizione per il proprio scopo; con Pendente mostra di avere interesse di soddisfare il cliente. Larga tra parole per la comprensione, e così Sinuosa. Spirito pratico e attitudine a consigliare e a conciliare gli animi discordi, ad ammansire una passione altrui irrompente e a comprendere la necessità del sacrificio. Curva 4/10, Angoli A e B 4/10, Larga di lettere 7/10, Larga tra lettere 5/10, Larga tra parole 3/10, Titubante da ponderazione 5/10, senza Accuratezza. Curva per la disposizione al sacrificio e alla comprensione di esso, Angoli A e B per non disturbare Curva e nello stesso tempo aiutarla, Larga di lettere per profondità di intelligenza (l'Acuta non porterebbe la pazienza, ma l'indignazione), Larga tra 514
lettere per l'oggettività, Larga tra parole per lasciare campo all'intuito (Disuguale metodicamente), Titubante da ponderazione per non essere eccessiva e accogliere le scuse, ecc., e scioglierle. Tendenza all'analisi. Staccata 6/10, Intozzata 1° modo 7/10, Intozzata 2° modo 3/10, Dritta 8/10, Aste rette 7/10, Aste in avanti 3/10, Parallela; per l'analisi non ha attitudine necessaria perché non ha alcuna comprensione psicologica o umana (Parallela), pretende di essere indipendente (Intozzata 1° modo), molto più perché tende a farsi dirigere dall'impressionabilità (Intozzata 2° modo), a non accettare consigli (Dritta) e a non deflettere dalla sua rigida inflessibilità. Abilità per matematica applicata. Ponderata 6/10, Lenta 5/10, Chiara 8/10, Disuguale metodicamente 5/10, Angoli A e B 3/10, Larga tra parole 3/10, Larga di lettere 4/10. Per la matematica soprattutto è necessario Ponderata, perché la matematica suppone un ragionamento che non ammette discussione. Il ragionamento secco che non ammette discussioni procede lento. Chiara è evidente. Il Disuguale metodicamente è necessario per la matematica applicata non di riproduzione ma di produzione, e non per la matematica pura necessariamente. Angoli A e B per mantenere salde le conclusioni. Larga di lettere per la profondità. Senza la profondità la matematica non si capisce. Mancanza di considerazione a di autoconsiderazione. Solenne 8/10, Ponderata 2/10, Intozzata 1° modo 6/10, Larga di lettere 6/10. Quanto più la scrittura è Alta e Solenne, tanto più indica che il soggetto si perde nella soddisfazione della propria figura. Incapacità di introspezione. Tant'è vero che tanto più la scrittura è piccola tanto più indica introspezione. Manca di ponderazione. Intozzata 1 ° modo per essere pieni di se stessi. Larga di lettere ci può essere o meno. Abilità di far accettare le proprie osservazioni. Equilibrio della Triplice larghezza 6/10 per un continuo controllo di se stessi, per non sgarrare, né eccedere, né difettare. Ponderata 8/10 che accresce l'autocontrollo. Filiforme 7/10 per rispettare le esigenze del sentimento altrui. Fine 7/10 per mettere in atteggiamento di accoglienza il sentimento altrui. Abilità propagandistica. Slanciata 7/10 per togliere l'autocontrollo e la timidezza e per avere un che di inverecondia e di sfacciataggine. Per l'efficacia o meno della propaganda dipende da altri segni. Abilità e tendenza all'analisi stringata per l'oggettività netta. Staccata per l'analisi 6/10, Intozzata 1° modo 7/10 e Parca 7/10 per la stringatezza, Larghezza tra lettere 5/10 per l'oggettività. Abilità per lettere in quanto critica e gusto per gli autori. Vezzosa grazia 4/10, Vezzosa civetteria 2/10. Il vezzoso penetra nella bellezza, ma non ne viene che la costruisca (col Disuguale metodicamente la costruisce). Vezzosa civetteria per rendere atto il soggetto a prendere in considerazione quei gingilli che servono per civettare. Questo per il gusto degli autori. Per la critica Larga tra parole almeno 5/10; se è sproporzionata in ragione alla Larghezza di lettere porta all'ipercritica. Esegesi per psicologia pedagogica. Sinuosa 6/10 per la psicologia, Disuguale metodicamente 6/10 per l'originalità, Fluida 7/10 e Ponderata 6/10 per la pedagogia. Minuta per l'esegesi.
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Abilità e tendenza per drammatica esecutiva e per presentazione estetica. Acuta 6/10 per avere l'abilità dell'autodiscussione per fare spiccare quello che appartiene a sé in paragone di quello che appartiene agli altri; Elegante 7/10 per l'estetica e la discussione dell'Acuta termina nell'estetica; equilibrio della Triplice larghezza per la distinzione omogenea delle parti del corpo; Mantiene il rigo con tendenza all'ascendente per la fermezza della costanza nell'investirsi della parte; Intozzata 2° modo 2/10 per avere un che di sensitività necessario nella drammatica e nell'arte di indossatrice. Abilità per spionaggio. Triplice larghezza con tendenza a fare trionfare Larga tra parole e l'abilità all'autoipercritica in quanto lo spionaggio richiede una critica acerba di tutto ciò che può essere manifestazione dell'Io, per essere efficace; Vezzosa civetteria 6/10 per darla a intendere con arte; Filiforme 7/10 per avere facile accoglienza; Fluida 9/10 per la disinvoltura; Parca 9/10 per dire appena quello che è necessario. Ciò che potrebbe essere contrario a Parca viene sostituito da Vezzosa. Abilità per avere favori. Fluida 7/10 per la spigliatezza e per non avere inceppamenti nel presentarsi; Apertura a capo delle o e delle a 4/10 per dare luogo a quei movimenti o sorrisi o parole che possono dare speranza al favoreggiatore di conquista del soggetto. Artista di concetto. Disuguale metodico 7/10 per l'originalità; Dinamica 7/10 per mettere da parte tutte le cose superflue; Triplice larghezza equilibrata con stranezza di disuguaglianza. Solenne 6/10 per la statica. Abilità per arte di prospettiva di argomenti delicati. Elegante 7/10 per l'arte della prospettiva, Filiforme 7/10 per la delicatezza dell'oggetto, Vezzosa grazia 5/10 per l'arte della delicatezza. A contatto con il pubblico benignamente e seriamente. Sinuosa 7/10 perché bisogna penetrare l'animo altrui per starci bene a contatto; Filiforme e Fine 6/10 per trattarlo bene, Mantiene il rigo, Aste rette 7/10 per avere la fermezza e l'inflessibilità per trattarlo seriamente. Abilità per tecnica e interpretazione musicale. Disuguale metodicamente 6/10 per l'interpretazione (senza Disuguale metodicamente il soggetto può riuscire per la tecnica, ma non per l'interpretazione); Solenne 6/10 per vincere la timidezza; Sinuosa almeno 6/10 per penetrare l'animo altrui; Chiara 7/10 per la tecnica. Abilità per oratoria forense tanto civile che penale. Larga tra parole 9/10 perché deve essere ipercritico, cioè cercare tutti i mezzi per colpire la vulnerabilità dell'avversario e per nascondere la poca solidità dei suoi argomenti sotto speciosità; Fluida 8/10 per la prontezza e la spigliatezza delle domande e risposte; Ricci ammanieramento o Vezzosa civetteria 6/10 per ingannare l'avversario e i giudici; Larga di lettere 7/10 per la profondità del pensiero; Chiara 8/10 e Nitida 6/10. Tendenza a fare da conferenziere leggero. Fluida 7/10 per la facilità della parola; Vezzosa civetteria 6/10 per la facilità a non sentire responsabilità. Tendenza all'estetica senza profondità di pensiero. Ricci ammanieramento 7/10 per l'esteriorità dei contorni della sostanza; Accurata 7/10 per l'estetica. Gusto della contraddizione e delle difficoltà, gusto del sofisma, negazione per la filosofia. Larga di lettere 5/10, Larga tra lettere 3/10, Larga tra parole 8/10.
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Manca la profondità intellettiva necessaria e manca dell'oggettività del giudizio, per poter capire l'evidenza di un argomento, pur avendo la spinta a contraddire e a sofisticare. Abilità per epigrafi ed epigrammi. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità del pensiero, Parca 9/10 per la scultorea laconicità, Intozzata 1° modo 7/10 per l'indipendenza della detta originalità, Aste rette e Aste indietro perché l'inflessibilità da forza alla laconicità, Larga di lettere 7/10 per la profondità intellettiva. Facoltà psicologica telepatica e dell'analogia. Fluida 9/10 perché per questa facoltà la spontaneità dev'essere di grado massimo o quasi; deve correre senza precipitare; ciò che si ha in una scrittura ove le lettere hanno le stesse flessuosità e movenze e pieghe e pendenze pur non essendo Parallela; Sinuosa 8/10 per penetrare senza farsi accorgere; Pendente 8/10 perché deve accostarsi all'oggetto. Abilità per finezza di osservazione. Triplice larghezza equilibrata ma sopra i 5/10 e Minuta 7/10. La prima perché si richiede che l'intelligenza proceda in modo profondo e giusto per la potenza; Minuta per la raffinatezza. Tendenza ad acquistare cognizioni e pensiero con l'osservazione. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; tanto meglio se ci sta Triplice larghezza. Abilità per la scultura. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Elegante 6/10 per l'arte che appartiene alla vista; Solenne o calibro sopra la media. Acutezza e sottilità di pensiero. Non si confonda con raffinatezza di osservazione, essendo questa un accrescimento di profonda; mentre acutezza e sottilità hanno e presentano il concetto di pungente. Larga di lettere 6/10 perché ci sia consistenza di intelligenza; Stretta tra lettere altrimenti mancherebbe lo spirito di opposizione; Irta 5/10 perché ha bisogno di pungere per essere sottile. Se c'è il Disuguale metodicamente c'è anche l'originalità. Aste a sinistra 6/10 perché altrimenti non avrebbe la spinta alla sottilità. Abilità per filosofia e per evolvere concetti o sistemi filosofici. Larga di lettere 7/10 per la profondità; Larga tra lettere 5/10 per l'oggettività; Larga tra parole 7/10 per il sillogismo e la critica; Minuta 7/10 perché l'osservazione sia penetrante. Per lo più coloro che hanno la scrittura Minuta sono presi da una certa mania, non solo di studiare filosofìa, ma di tentare sistemi nuovi, e questo se a Minuta non va aggiunto il segno Larga di lettere un po' spiccatamente sopra la media, fidandosi della facilità e bellezza dell'esposizione, ciò che si ha quando ci sono i segni Fluida, Chiara e Nitida. Intelligenza di precisione pedante. Accurata 6/10 e molto più se c'è Levigata per la precisione; per la pedanteria è necessario che al segno Accurata si aggiunga Larga di lettere e Larga tra lettere sotto i 5/10 (Larga tra lettere può arrivare anche a 5/10) e Larga tra parole almeno 7/10. Questi riescono per insegnamento elementare, perché riescono a spezzettare la materia, non per insegnamento universitario. Tendenza e abilità per la cultura scientifica. Parca 9/10 per la memoria materiale; Secca per accrescere Parca; Pendente 7/10 per assimilare; Angoli A e B che sono però contenuti nel concetto di Secca; Stentata 5/10, segno che indica qui la tendenza dell'attenzione a fermarsi sulle singole cose. 517
Tendenza e abilità per cultura artistica. Levigata 7/10 per il pensiero che tende a fissare le esteriorità dell'arte; Uguale perché la cultura per sé è una reminiscenza del bello; Stretta di lettere perché non c'è la profondità (se ci fosse non sarebbe più semplice cultura); non importa che ci sia Larga tra parole; non è necessario che ci sia Parca perché nella cultura artistica il sentimento è più impegnato dell'intelligenza; Pendente 6/10 perché nella cultura artistica è impegnata un po' di affettività. La scienza è senza fuoco, l'arte è colore. Tendenza al giudizio pratico alla buona, senza quelle rifinitezze che rendono il ragionamento assestato e accettabile. Larga di lettere 7/10 per la profondità; Larga tra lettere 5/10 per la giustezza di giudizio; Larga tra parole 7/10 per il ragionamento; Intozzata 2° modo 2/10, perché il soggetto deve fare vedere e sentire che è interessato della buona soluzione su cui da il giudizio; nulla di Accuratezza, ciò che è indice della mancanza di rifinitezza; Sciatta almeno qualche grado perché l'attenzione del soggetto non è su di sé ma sull'oggetto. Abilità per la poesia lirica sulle diverse specie della poesia oraziana. Larga di lettere 8/10 per la profondità; Larga tra lettere 5/10 perché deve essere estremamente oggettiva; Larga tra parole non più di 8/10 perché deve esserci l'equilibrio con la forza intellettiva; Accurata ma senza studiosità, il che avviene quando va unita con il Disuguale metodicamente con circa 8/10 per l'originalità; Parca 9/10 perché non deve avere neppure lo spreco di una virgola; Minuta 7/10 per la raffinatezza dell'osservazione; Staccata 6/10 per la spartizione delle particolarità; Calma 8/10 per la lirica, cioè per non avere inceppamenti scaturenti dall'Io; Curva 5/10 per mettere in evidenza con bontà. Abilità per la poesia lirica sul tipo di quella di Virgilio. Deve avere le stesse qualità della combinazione precedente, ma con queste differenze: meno Staccata, qualche Riccio di sobrietà (quindi meno Parca), un po' Intozzata 2° modo perché tende all'epica, che subisce le impressionabilità, un po' più di Larghezza tra lettere in quanto è più incline alla generosità. Abilità per la poesia lirica sul tipo di Pascoli. Filiforme 8/10 per la delicatezza del sentimento; Disuguale metodicamente 8/10 per l'originalità del pensiero; Flessuosa 4/10 per l'adattabilità agli argomenti; Titubante 5/10 per non urtare; Angoli A 6110 per la disposizione alla reazione (la Cavallina storna è un prodotto degli Angoli A); Calma 7/10 per la lirica; Ascendente-Discendente perché il soggetto fa dipendere la sua moralità dal giudizio altrui; Minuta per la finezza dell'osservazione. Abilità per la poesia lirica sul tipo di D'Annunzio. Disuguale metodicamente 6/10 per l'originalità; Larga di lettere 6/10 per la profondità del pensiero (D'Annunzio non è profondo); Flessuosa 7/10 per il gioco fecondo e molteplice dell'immaginazione; Alta 7/10 per la descrizione. Abilità per la poesia lirica sul tipo di Leopardi. Ha i requisiti di quella di Grazio e di quella di Virgilio congiunti. Soltanto è più profonda. Abilità per la poesia tragediante. Disuguale metodicamente sui 6-7/10 per l'originalità, Acuta 7/10 per la disposizione all'indignazione, Intozzata 1 ° modo 7/10 per la disposizione a imporsi e a non soffrire dipendenze, Mantiene il rigo 518
con tendenza ad ascendere 8/10, oppure Discendente e Ascendente per la tendenza alla disperazione, Irta per la tendenza al pessimismo. Intozzata 2° modo per la disposizione all'emotività 5/10. Abilità per la poesia epica. Deve avere la qualità della poesia di Virgilio, ma può essere di calibro medio. Abilità per la poesia drammatica. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità, Larga di lettere 7/10 per la profondità di pensiero, Intozzata 1° modo 5/10 per l'indipendenza, Contorta 5/10 per il controllo, Sinuosa 6/10 per la penetrazione psicologica; di calibro medio o superiore al medio per la disposizione alla solennità. Abilità per la poesia elegiaca. La poesia elegiaca suppone un temperamento che non abbia il coraggio della ribellione e perciò non abbia il segno Intozzata 1° modo, ma suppone tendenza a impressionarsi: perciò il soggetto deve avere Intozzata 2° modo almeno sui 6/10. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Sinuosa 7/10 per la penetrazione psicologica; Contorta 4/10 per il controllo e la sovversione, sebbene sia ammantata da melanconia. Titubante 4/10 per la timidezza che prende la forma di una specie di viltà. Abilità par la poesia di commedia o buffonesca. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Fluida 7/10 per la scorrevolezza; non Irta, non Accurata o Accurata con i Ricci dell'ammanieramento qua e là per la disposizione a darla a intendere. Non Mantiene il rigo perché non deve essere improntata alla fermezza, ma può essere Discendente 3/10, perché il buffone deve avere la disposizione a una certa viltà, in quanto non avrebbe il coraggio di affrontare una situazione difficile. Deve avere Sinuosa e Contorta in un grado medio, perché la psicologia e il controllo e un che di sovversivismo debbono alternarsi alla stregua del bisogno e delle circostanze. La musica è una poesia con il suono, invece che con la parola. La parola sgorga senza sbalzi e l'espressione più pura della poesia è la lirica, le altre specie di poesia hanno bisogno di uscire fuori dalla purità dell'espressione e perciò debbono uscire dalla calma tormentando l'arte affinchè si dia a uno smistamento delle disposizioni umane e scegliere quelle che sono necessarie all'uopo. La musica, invece, sale o discende in una scala e qualche volta deve avere degli sbalzi anche tremendi, perciò il segno della musica genuina deve avere per segno principale (oltre a Disuguale metodicamente sui 7/10 per l'originalità) il segno Scattante oltre i 5/10. Abilità per la musica di composizione sul tipo di Verdi. Il Verdi ha una vena musicale inesauribile per tutti gli effetti umani. Perciò deve avere Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Scattante 8/10 per la vena musicale inesauribile; Sinuosa 7/10 per l'impostazione psicologica; Contorta 5/10 per il controllo e la sovversione; Intozzata 1° modo 8/10 per lo spirito profondo di indipendenza e di imposizione; Intozzata 2° modo 6/10 per la disposizione a ricevere tutte le impressionabilità; sprezzo della Accurata perché indica una limitazione dell'intelligenza; Triplice larghezza equilibrata con tendenza a più ampiezza di Larga tra parole per la concezione vasta, generosa e per l'acerbità della critica.
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Abilità per la musica di composizione sul tipo di Rossini. Tutto ciò che è stato detto della poesia buffonesca e commediografa si deve applicare alla musica rossiniana. In più ci deve essere lo Scattante almeno sui 6/10. Abilità per la musica di composizione sul tipo di Perosi. Non è facile trovare uno che abbia la facoltà musicale del Perosi. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Fluida 8/10 per la scorrevolezza e la naturalezza; di calibro medio perché manca di pomposità e di discussione; senza Intozzata 1 ° modo perché non si cura di imporsi; Intozzata 2° modo 3/10 per ricevere le impressioni; Filiforme 7/10 per la delicatezza del sentimento; Pendente 6/10 per l'affettività; Slanciata e Profusa 6/10 per la passionalità. Non c'è propriamente il segno Scattante perché la musica del Perosi è principalmente poesia espressa con il suono. Abilità per la musica di composizione sul tipo di Bernardino Rizzi. Disuguale metodicamente 8/10 per l'originalità; Alta 7/10 per la facoltà di invadere il mondo musicale e artistico; Intozzata 1° modo 5/10 per l'indipendenza che qui viene ad accrescere l'originalità; Intozzata 2° modo 3/10 per la disposizione a ricevere le impressioni; Elegante 7/10 per l'omogeneità del pensiero con l'espressione, perché la vera psicologia porta a questo; Chiara 9/10. Nella scrittura rizziana manca il segno Scattante, perché è indice più di poesia che di musica. La sua musica infatti, molto doviziosa di colori a proposito e di impressioni, ha più il carattere di poesia. Abilità per improvvisare o interpretare musica su strumenti delicati (violino, viola, violoncello). Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Fluida 8/10 per scorrevolezza (Paganini) oppure Stringata 7/10 per l'esattezza dell'esecuzione; Chiara 8/10, Nitida 7/10 (Tartini); Minuta per la raffinatezza del concetto e dell'espressione; Scattante 7/10 per l'invenzione e per l'interpretazione. Per suonare il violoncello sono necessari gli stessi segni, però con calibro più alto e con la presenza del segno Curva, in quanto il violoncello tende più del violino alla dolcezza. Per suonare Tarpa gli stessi segni, ma con la scrittura che tende a essere più Alta del medio. Per il pianoforte gli stessi segni, ma con calibro medio senza la necessità di Curva. Abilità per direzione musicale. Disuguale metodicamente che escluda l'uguale; Pendente 6/10 per l'affiatamento; Accurata, ma insieme con Fluida, per la precisione scorrevole; Sinuosa 6/10 per la penetrazione del sentimento dell'autore. Abilità e tendenza per essere un pensatore. Il pensatore non deve confondersi con il filosofo, perché il filosofo sta attaccato alla sua materia, mentre il pensatore si innalza, per così dire, nello spazio e abbraccia con un colpo d'occhio tutte le cose con la forza dell'analogia; ciò fomenta e da forza alla logica. Esempi di pensatori: Pascal, san Tommaso e altri. Disuguale metodicamente 8/10 per l'originalità, Larga di lettere 8/10 per la profondità; Legata 8-9/10 per l'arte e la profondità della logica. Abilità per la pittura. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Elegante 7/10 per la prospettiva. Se c'è il segno Elegante senza il Disuguale metodicamente allora c'è la tendenza all'arte della prospettiva ma senza originalità, ciò che da l'abilità alla tecnica della pittura e alla facoltà della riproduzione o copiatu520
ra. Se nella scrittura, oltre il Disuguale metodicamente ed Elegante, c'è anche il segno di Curva squadrata e Solenne 4/10, allora c'è abilità per la scultura. Per l'architettura, oltre ai due segni base, è necessario Solenne 5/10. Nell'arte che dipende dalla prospettiva e dalla statica circa le diverse specie bisogna tener conto dei segni accompagnatori che danno la personalità. Tendenza alla decorazione (qualunque decorazione). Accurata con un po' di studiosità per l'eleganza esteriore; Ricci dell'ammanierarnento 7/10 per la decorazione; Elegante 6/10 per l'estetica. Tendenza e abilità per la fisica. La fisica è la psicologia degli elementi. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; mescolanza di Sinuosa e di Contorta 7/10 per la penetrazione dell'attività degli elementi. Il fisico deve riuscire anche in psicologia. Abilità e tendenza per la chimica d'invenzione. Larghezza di lettere 7/10 per la profondità; Disuguale metodicamente 7/10 per l'invenzione; Curva squadrata 7/10 per la combinazione degli elementi. Abilità e tendenza per la biologia. Sono necessari gli stessi segni indicati per la fisica. Abilità per l'organizzazione solo iniziale. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Dinamica 7/10 per la spinta all'organizzazione; Sciatta o Discendente 6/10 per la mancanza di continuità a cagione della trascuratezza o dell'influenzabilità. Per l'organizzazione iniziale e conclusiva sono necessari i segni sopra senza Sciatta e Discendente e in più i seguenti: Mantiene il rigo con un po' di Ascendente e Dritta 8/10 per la sostenutezza. Abilità per l'ingegneria edilizia. Elegante 3/10 per la prospettiva; Pendente 5/10 per adattarsi alle osservazioni, alle sorprese e per prevenirle; Larga tra parole 7/10 per la sceverazione delle diverse parti; Disuguale metodicamente 6/10 per l'originalità dell'insieme. Per l'ingegneria meccanica. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Larga di lettere 7/10 per la profondità; Contorta sopra la media per le combinazioni del movimento. Per l'ingegneria elettrotecnica. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Larga di lettere 7/10 per la profondità; Minuta, se c'è, tanto meglio. Per la radiotecnica come per l'elettrotecnica, ma in più Minuta in grado elevato. Abilità per la politica. Angoli C 6/10 per il saper fare e per la lungimiranza; Intozzata 1° modo per l'imposizione; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità dei ritrovati, Ricci dell'ammanierarnento 6/10 per l'arte dell'ipocrisia. Abilità per il diritto. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità del pensiero; Larga di lettere 7/10 per la profondità; Parca 8/10 per la memoria; Curva 5/10 per l'inclinazione a soddisfare; Aste rette e Aste in avanti per la necessaria inflessibilità, e remissività; Minuta o tendente alla Minuta. Abilità e tendenza per la medicina. Per medicina intendo abilità e tendenza per la diagnosi che può essere intuitiva e casistica. La casistica dipende dalla cultu-
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ra medica per avere studiato e assimilato tutti i casi studiati dagli altri. Per diagnosi intuitiva intendo l'abilità (questa è la vera abilità medica) per conoscere e approfondire casi nuovi di malattie mai studiate dagli altri. Per l'abilità della diagnosi casistica. Disuguale metodicamente sulla media; Sinuosa 5/10 per la penetrazione; una certa Accuratezza e Larga sufficientemente di lettere e tra parole. Per l'abilità della diagnosi intuitiva. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Sinuosa 7/10 per la penetrazione psicologica; Fluida 8/10 per il pensiero che non si inceppa; Slanciata 8/10 per l'immediatezza dell'intuizione. Abilità per la tecnica. Accurata 6/10 per la precisione; Larga tra parole 5/10 per il ragionamento; Pendente 6/10 per l'assimilazione; Fluida 5/10; Disuguale metodicamente. Abilità per la chinirgia. La chinirgia è una specie di tecnica. Accurata 6/10 per la precisione; Disuguale metodicamente per l'originalità; Larga di lettere 7/10 per la profondità, che però può essere sostituita da Acuta per quella chirurgia che ha bisogno di concetto e di esecuzione sottile; Larga tra parole per il ragionamento. Questa combinazione è per la chirurgia comune. Abilità per la chirurgia cardiaca. E necessario, oltre che i segni sopra, che Larga di lettere abbia almeno 8/10, perché è necessaria molta profondità di intelligenza; in più il segno Parca deve avere almeno 8/10 per ammettere solo quello che è necessario per lo scopo. Abilità per la chirurgia cerebrale. Oltre i segni della chirurgia cardiaca, è necessario il segno Minuta con almeno 7/10 per la raffinatezza dell'osservazione e dell'esecuzione. Abilità per la psicologia. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Sinuosa: di questo segno quanto più forte è il grado tanto più c'è psicologia; essa può attingere il sommo grado di 10/10, ciò che è difficile per gli altri segni. Abilità per la geologia. O Larghezza di lettere o Acuta sui 7/10 per la profondità o per l'abilità di stuzzicare la verità perché si manifesti; Pendente 7/10 per la disposizione al sacrificio di ricerca; Alta 7/10 per l'ampiezza degli esperimenti; Aste rette 8/10 per l'inflessibilità della ricerca. Abilità per l'astronomia. Larga di lettere 3/10 per la profondità; Curva 6/10 per la negazione dell'attaccamento all'Io; Ricci della sobrietà 7/10 per la disposizione alla benignità e all'umiltà; calibro medio o superiore per la respirazione ampia intellettiva; Calma e Ponderata 7/10 per la ponderazione e per non essere distratto dalle esigenze dell'Io. Idee chiare. Idea chiara nella percezione e nell'espressione (per questo si deve intendere che il soggetto è disposto ad avere la calma della distinzione e della nitidezza): Chiara 8/10, Nitida 8/10, Levigata 7/10 per la precisazione. L'idea chiara con questi segni corre il pericolo di cristallizzarsi, ciò che viene eliminato dal segno dinamica, che però a sua volta corre il pericolo di arruffare l'idea pur avendo la possibilità di renderla chiara se con il segno Dinamica ha i seguenti segni: Larga
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di lettere 7/10 per la profondità, Larga tra lettere 5/10 per l'oggettività, Larga tra parole 7/10 per l'originalità del pensiero, Parca 7/10 per non sprecare il pensiero e la parola. La chiarezza viene pure imbrogliata da Aggrovigliata che non ha la speranza di raggiungere la chiarezza perché non ha mezzo per raggiungerla, in quanto Aggrovigliata è direttamente contraria alla chiarezza, mentre Dinamica ha la chiarezza ma la trascura. Il segno Filiforme e Fine favoriscono la chiarezza, mentre Grossa e Grossolana inflazionano la chiarezza. Parola facile e consistente. Fluida 8/10 per la naturalezza, Triplice larghezza omogenea per essere consistente, Chiara 8/10, Nitida 6/10, Disuguale metodicamente 6/10. Parola facile ma pettegola. Fluida 7/10, Ricci della spavalderia o dell'ammanieramento (basta la presenza) per lo spreco della parola; poco Ponderata per l'inconsiderazione; Larga tra parole non omogenea alla Larghezza di lettere 7/10. Parlare pornografico. Pendente 7/10 per attirare l'affettività; Apertura a capo delle o e delle a per la disposizione all'intenerimento sessuale; se con questi segni ci sono anche Filiforme, Fine e Accurata sopra la media, allora il parlare pornografico è raffinato; se invece c'è Grossa e Grossolana, allora è volgare. Tendenza a intrufolarsi ovunque. Disordinata 6/10 per la non distinzione; Grossolana 7/10 per l'affaccendamento. Parlare inceppato ma consistente. Stentata 6/10, Larga di lettere 7/10, Larga tra parole 7/10, Disuguale metodicamente 7/10. Parlare inceppato senza consistenza. Stentata 6/10, Triplice larghezza sotto la mediocrità; Uguale per la compitezza con cui il soggetto fa bella figura. Abilità per il giornalismo di cronaca. Disuguale metodicamente 6/10 per l'originalità; Spavalderia e Riccio della spavalderia 7/10 per raccogliere i pettegolezzi e dare loro più valore; Alta slanciata perpendicolarmente e orizzontalmente (accrescitivo di Slanciata) per dare prosopopea a quello che viene raccontato; Fluida 8/10 per spontaneità; Angoli C 7/10 per saper giocare di astuzia. Abilità per il giornalismo di articolo di fondo. Solenne 6/10 per imporsi; Dinamica 7/10 per la scioltezza e l'improvvisazione; disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Fluida 8/10 per la spontaneità; Larga di lettere 7/10 per la profondità; Larga tra parole per il ragionamento. Esegesi. Per l'esegesi in generale è necessaria un'intelligenza atta per la discussione che vada profonda in modo raffinato e distinto, che tenda all'oggettività, che si faccia dirigere dall'austerità inflessibile. Quindi Triplice larghezza equilibrata, Minuta 7/10, Chiara e Nitida 7/10, Austera 7/10, Aste rette 5/10, Aste in avanti 5/10. Tendenza all'esegesi artistica. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Minuta 7/10 per la raffinatezza dell'osservazione; poca Larghezza tra parole (ma non c'è bisogno). Esegesi storica. Tutti i requisiti dell'esegesi in generale con un grado più alto di Aste rette per escludere ogni infiuenzabilità sia interna sia esterna. 523
Esegesi biblica. Tutti i requisiti dell'esegesi in generale con un grado più forte di Minuta e con Minuziosa 2/10 per la disposizione a tener conto di tutto quello che dicono a proposito e a sproposito gli altri esegeti. Esegesi letteraria. Tutto come esegesi in generale, ma con l'aggiunta di Levigata 6/10 perché si tratta di penetrare la bellezza, e di Elegante 6/10 per soddisfare la tendenza alla prospettiva intellettuale. Abilità per guidare macchine. Ponderata 7/10, Fluida 7/10, senza Intozzata 2° modo per escludere l'impressionabilità, senza Pedante perché la pedanteria rallenta l'azione, senza Stentata, Tentennante e Titubante, senza Accurata e Levigata per potersi adattare alle circostanze repentine. Ponderata e Fluida sono i segni dell'attenzione e Parca l'accresce. Fluida è segno del coraggio. Trattandosi di meccanica è necessario il segno Contorta 6/10. Bibliotecario. Accurata 7/10 per la precisione; Pedante 7/10 per la pedanteria della precisione; Parca 8/10 per la memoria casellata; Mantiene il rigo 8/10 per la fermezza nella pazienza; Staccata 7/10 per la disposizione a tenere tutto analizzato, distinto. Abilità maestro di ballo. Angoli C 7/10 per il saper fare; Accurata e Levigata 7-8/10 per la precisione dei movimenti; Fluida 8/10 per la scioltezza dei movimenti; Ricci dell'ammanieramento 7/10 per l'ipocrisia degli atteggiamenti; Vezzosa e Flessuosa 8/10 per la flessuosità e la vezzosità delle mosse. Abilità per cuoco. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità o invenzione delle vivande; Triplice larghezza equilibrata per la giusta esigenza del concorso degli elementi; Pendente 7/10 per la facoltà del gusto (perché il Pendente è indice di tendenza ai dolciumi).
2. COMBINAZIONI GRAFOLOGICHE AFFETTIVO-ATTIVE Tendenza all'altruismo. Per l'uomo. Curva fino a 4/10 da un altruismo che ha una certa libertà di azione. Sotto i 4/10 viene inceppato dagli sfociamenti dell'egoismo. Sopra i 4/10 l'altruismo è maggiormente libero e ha da faticare di meno per vincere l'egoismo. Nel grado massimo l'altruismo va nelle eccessività. Se va congiunto con il segno Discendente, anche in grado minimo, allora da per risultato la neghittosità; se il Discendente è in grado forte allora da la tendenza alla neghittosità inevitabile. Curva con Intozzata 1° modo porta la tendenza all'orgoglio, perché con questi due segni uno si crede superiore a tutti. Per la donna: l'altruismo non ha vera libertà di azione anche se Curva arriva a 5/10 perché le esigenze femminili, sia pure in grado sfumato, sono tante e così artificiose da arrivare a prendere la forma di altruismo. Per il resto come l'uomo, però con l'apparenza dell'esigenza.
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Tendenza alla permalosità. Angoli A 6/10 per il risentimento illegittimo. Risentimento legittimo forte. Angoli A 5/10. Risentimento legittimo remissivo, Angoli A sotto i 5/10. Tendenza alla gelosia. Gelosia di cuore che consiste nel senso geloso ispirato da amore: Angoli A non più di 5/10 perché si tratta di risentimento legittimo; Curva 5/10 per l'uomo, 4/10 per la donna per l'amore e la bontà; Staccata 5/10 e Attaccata 5/10 per la disposizione all'esame analitico-sintetico; Filiforme 7/10 per la delicatezza. Gelosia di senso che consiste nel senso geloso ispirato da sensualità: Angoli A sopra i 5/10 per il risentimento illegittimo; Acuta 7/10 per la sottigliezza del risentimento; Pendente 7/10 per l'affettività d'abbandono; Apertura a capo delle o e delle a per la sensualità (se il Pendente è forte, allora può anche non esserci il segno Apertura). Gelosia di testa che consiste in una gelosia fittizia: Angoli A sopra i 5/10 per il risentimento illegittimo; Irta per la commedia della gelosia; Vezzosa civetteria per accrescere la commedia; Levigata 6/10 per la composizione delle parti; Acuta 7/10 per il cinismo sadico. Tendenza all'invidia. Angoli A sopra i 5/10 per l'irragioncvolezza del risentimento illegittimo delle doti altrui; Acuta 8/10 per la sottigliezza a trovare lo sfogo (contraddire, inventare colpe, cercare tutti i mezzi per menomare nel valore e per danneggiare: tutto ciò da Acuta 8/10); Accurata 6/10 per rendere malleabili fra loro i segni sopra; Sinuosa 6/10 per penetrare la persona invidiata e per avere il modo di danneggiare; Strettezza tra lettere per l'avarizia intellettiva e materiale e per godere del male della persona invidiata; nella donna l'invidia è più feconda di invenzione e di esecuzione dei mezzi per lo sfogo dell'invidia. Nell'uomo potrebbe essere più profonda. Tendenza all'emulazione. Angoli A non sopra i 5/10 per il risentimento legittimo; Triplice larghezza equilibrata; Sinuosa 7/10 per conoscere il valore proprio e l'altrui; Curva 4/10 per l'uomo, e 3/10 per la donna, per tenere un altruismo mediano (l'altruismo forte toglie l'emulazione). Tendenza alla vendetta. La vendetta non è mai legittima. Il suo perché psicologico è questo: la vendetta è una punizione e per dare una punizione bisogna essere certi della colpabilità e della sua gravezza; poi bisogna essere immuni da ogni colpabilità; bisogna avere la giusta misura. Tutto ciò non è nelle nostre possibilità, ma nelle possibilità di Dio. Angoli A 8/10 per il risentimento illegittimo; Acuta 8/10 per il gusto del sadismo; Stretta di lettere, Stretta tra lettere e Larga tra parole per la strettezza di intelligenza, di cuore e critica portata all'eccesso; Ponderata 6/10 per accentuare il male; questo per la vendetta comune. Per la vendetta raffinata, oltre i segni esposti è necessario il segno Filiforme 7/10 per la delicatezza della concezione; poi Fine per la raffinatezza; Accurata e Levigata 6/10 per il gusto dell'effetto della vendetta. Costoro nascondono la vendetta sotto motivi speciosi. Tendenza all'ambizione. Angoli A 6/10 per il risentimento pronto a qualunque forma pur di difendere la sua situazione; Intozzata 1° modo 7/10 per l'indipendenza e l'imposizione; Angoli C 6/10 per il saper fare e l'ipocrisia del sentimento. L'ambizione può essere manifesta e occulta. Per la manifesta bisogna aggiungere Ardita 6/10 per l'inverecondia delle pretese, Slanciata 7/10 per la facoltà
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di non dare ascolto ai moniti della saggezza; Aste rette per l'inflessibilità dei propositi. L'occulta, oltre i segni in generale, deve avere Pendente 7/10 per far vedere che si interessa; Aste in avanti 6/10 per fare vedere la disposizione alla remissività. Tendenza alla vanità. Angoli A 6/10 per l'impostazione dell'Io; Vezzosa civetteria 6/10 per la manifestazione ed esplosione della vanità; Accurata 6/10 per la precisione; Ricci dell'ammanieramento 3/10 per la composizione estetica: questi segni per la vanità in generale. Per la vanità fìsica bisogna aggiungere Solenne 6/10 per la pomposità; Ricci del soggettivismo 6/10 per la voglia del corteggiamento passivo; Stretta di lettere e Stretta tra lettere per strettezza e avarizia intellettiva; Larga tra parole 6/10 per la critica. Per la vanità intellettuale bisogna aggiungere Parca 7/10 per una parvenza di cultura; Ricci della spavalderia 6/10 che danno la forma degli assiomi che il soggetto non conosce o per lo meno non ha approfondito; Contorta 6/10 per la pretesa del controllo; Aste rette 8/10 per l'apparenza dell'inflessibilità o meglio per il lancio di essa. Per la vanità morale bisogna aggiungere Ricci deil'ammanieramento 7/10 per l'ipocrisia; Levigata 7/10 per far vedere cose che non si sentono nel cuore; Filiforme 7/10 e Fine 6/10 per far vedere che si è delicati di sentimento; Pendente 7/10 per dare a intendere che si ha il sentimento della beneficenza. Tendenza alla verecondia. Come espressione di pudore fisico si trova nella donna. Come espressione di pudore intellettivo e morale si trova nell'uomo ed è molto bello se si trova nella donna. La verecondia in generale: Angoli A che non arrivano a 5/10. Il risentimento si manifesta con un repentino colore tra gli zigomi e le gote, con un piccolo tremolio delle labbra e con una repentina fissità dello sguardo come di chi non ha capito bene il significato delle parole. Triplice larghezza equilibrata; Chiara, Nitida 7/10 per l'autoconsapevolezza e autocoscienza delle proprie idee e sentimenti; Titubante 3/10 per la riservatezza che nasce da modestia; senza Ricci e con Vezzosa grazia 4/10 per parlare e ascoltare più con il sorriso che con la parola e con l'udito; tutto questo vale per la verecondia fisica, cui va aggiunto ancora Recisa 6/10 per la dignità e Austera 6/10 per non essere toccata. Per la verecondia, intellettiva; oltre i segni in generale, deve spiccare in modo particolare senza Ricci, Triplice larghezza in grado superiore per la piena coscienza di ciò che si tiene nella mente, Mantiene il rigo 8/10 per la fermezza e il complesso dei segni per l'autodisistima. Tendenza alla sfacciataggine e all'audacia. La sfacciataggine è della donna, l'audacia è dell'uomo e della donna. Dritta 8/10 per la sostenutezza di affronto; Intozzata 1° modo 7/10 per l'indipendenza; Ardita 8/10 per disprezzo del pericolo. Tendenza alla paura. Titubante 7/10 per la timidezza; Minuziosa 5/10 per l'impressione che riceve da ogni piccola cosa; Pendente 7/10 perché la paura è una specie di abbandono; Vezzosa grazia 4/10 per la delicatezza. C'è una paura che dipende dalla fallacia dell'audacia e questa paura ha tutti i segni dell'audacia e della sfacciataggine con in più il segno Intozzata 2° modo 6/10 per l'impressionabilità. Se l'Intozzata 2° modo è in grado molto elevato, la paura può arrivare al terrore o all'orrore. Tendenza al coraggio. Coraggio fisico: Dritta 8/10 per la sostenutezza; Aste rette 8/10 per l'inflessibilità; Intozzata 1° modo 8/10 per l'imperiosità, Recisa 7/10 526
per non ammettere ragionamento della paura, Parca 8/10 perché gli atti del coraggio sono estremamente laconici. Questo il coraggio fisico che non crede al pericolo. Poi c'è il coraggio fisico che non tiene conto del pericolo: tutti i segni sopra con l'aggiunta della mancanza di Ponderata e del segno Angoli B sui 7-8/10, perché non tener conto del pericolo è una testardaggine, e del segno Acuta 6/10 perché, pur presentando il pericolo, non lo approfondisce. Coraggio morale è quello che tiene conto del pericolo, mette tutto lo studio per superarlo e si mette in lotta per superarlo; per questo coraggio ci vuole la presenza del segno Ponderata almeno sugli 8/10. Tendenza alla viltà. Il contrario del coraggio è la viltà. C'è la viltà di occasione e la viltà innata. Quella è fuggitiva, questa è del carattere. Segni della viltà fuggitiva: mancanza di Ponderata, Spavalda 7/10 per la mancanza di considerazione e della conoscenza del proprio Io. Segni della viltà ingenita: Aste con il concavo a destra 7/10 per la remissività irragionevole; Pendente 7/10 per la cessione. Se c'è Discendente è una viltà disastrosa. Tendenza all'ira. Per l'ira occorrono questi segni: Angoli A 7/10 per la reazione e risentimento che la suscita; Acuta 7/10 per l'inchiodarsi nella contraddizione; Intozzata 1 ° modo per la disposizione a un che di asocialità; Spavalda 7/10 per la presunzione di superare gli altri e vincerli; Aste rette 7/10 per non cedere, perché l'ira permane e non si estingue finché non ha avuto luogo la vendetta. Tendenza alla collera. Il segno principale è Stentata 6/10; mancanza di ponderazione, perché la collera esplode; accrescono la tendenza alla collera il segno Acuta 6/10, Secca 4/10 per mancanza di generosità. Tendenza all'impazienza. Impaziente 6/10, Veloce 7/10 per la spinta di sbrigarsi; come accrescitivi ci sono Acuta 6/10, Irta 4/10. Tendenza all'orgoglio. Curva 4/10 per l'autostima; Intozzata 1° modo 7/10 per l'autoindipendenza; Dritta 9/10 per la sostenutezza a non inclinarsi agli altri; Contorta 5/10 per la pretesa di controllare le cose altrui e di respingere il controllo sulle proprie; Accartocciata 6/10 per non dare soddisfazione e chiudersi in se stesso. Questo è orgoglio comune che tende a opprimere gli altri. C'è poi l'orgoglio che ha per principale manifestazione quella di comparire: Curva 4/10 come sopra, Intozzata 1° modo 7/10 come sopra, Accurata 7/10 per distinguersi, Larga di lettere non più di 5/10 per la stretta intelligenza, Vezzosa civetteria 5/10 per la comparsa. Se ci sono i Ricci dell'ammanieramento cresce di grado; Nitida 7/10 per la distinzione può sostituire i due segni insieme di Curva e Intozzata 1° modo. Tendenza all'avarizia. C'è l'avarizia che consiste nell'accumulare senza mettere in pericolo le proprie sostanze: Secca 5/10, Larga tra lettere sotto i 5/10 per la mancanza di generosità e di giustizia, Acuta 6/10 per la prontezza e la disposizione a contraddire; Recisa 7/10 per troncare ogni discussione. C'è l'avarizia che consiste nell'accumulare mettendo in azione il proprio capitale. Più che avarizia è ingordigia: Larga di lettere 7/10 per la profondità intellettiva; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità dei ritrovati; Pendente 7/10 per l'abilità al commercio; con chiaroscuri a proposito per l'opportunità; Slanciata pacatamente 7/10 per i colpi di mano; Accurata 6/10 e Levigata 6/10 per studiosità del trattamento.
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Tendenza alla lussuria. La lussuria è tendenza comune a tutti in quanto serve a secondare la fame della specie. Tendenza alla soddisfazione sessuale secondo natura: Pendente non più di 6/10 nell'uomo e di 7/10 nella donna per l'affettività di abbandono; Apertura a capo delle o e delle a intorno a 4/10 (non di più); Filiforme 7/10 nella donna e 5/10 nell'uomo (non di più) per la delicatezza del sentimento; Fine 5/10 per la scelta dell'oggetto; Sinuosa da 5/10 in su per la penetrazione dell'animo altrui; Contorta 5/10 per il movimento degli ingranaggi affettivi. Tendenza alla soddisfazione sensuale solitària (contronatura): Apertura a capo delle o e delle a sui 5/10 per la facilità all'intenerimento sessuale; Pendente 8/10 per la donna e 7/10 per l'uomo per l'affettività di abbandono; Disordinata 5/10 per la mancanza di fortezza morale. Tendenza all'amore unisessuale: Apertura a capo delle o e delle a da 7110 in su per la facilità all'intenerimento sessuale; Pendente da 7/10 in su per l'uomo, per la donna intorno a 9/10; Filiforme 7/10 per la sensibilità; Accurata 7/10 per la studiosità dei mezzi. Donna e uomo di facili costumi. Discendente 3/10 o 4/10 per la debolezza; Discendente Ascendente per la amoralità; Sciatta per la facile cessione. Tanto più se si aggiunge Aste in avanti. Tendenza al lenocinio di concupiscenza. Ricci dell'ammanieramento 6/10 per l'ipocrisia, per darla a intendere e prendere in agguato; Accurata 7/10 per la studiosità dei mezzi; Vezzosa civetteria 6/10 per l'arte dell'attrattiva; Pendente 7/10 per attirare con l'affettività. Tendenza alla gola. Circa la quantità: Grossa e Grossolana 7/10 per l'avidità; Disordinata 6/10 per l'incompostezza; Pendente 7/10 per l'abbandono al gusto dell'avidità; Aste in avanti 7/10 per la remissività. Circa la qualità: tendenza a sostanze secche, aspre oppure dolci; Pendente 8/10 per l'abbandono al gusto; Accurata con tendenza alla Levigata per la ricercatezza. Tendenza a gusto schifiltoso: Filiforme 7/10 per la delicatezza, Fine 7/10 per la ricercatezza, Accurata 7/10 per l'inappetenza. Tendenza all'accidia, che direttamente è neghittosità spirituale, indirettamente è neghittosità in generale, cioè inclinazione all'ozio. Curva 4/10 per dare la giustificazione dell'uomo di cuore; Intozzata 1° modo 8/10 per lo spirito di indipendenza. Questi due segni devono stare uniti e sono i segni dell'orgoglio che porta per se stesso l'accidia nel senso stretto. L'individuo non si sente obbligato alla cultura morale dello spirito e ai doveri annessi. Questi due segni coltivati portano all'accidia e possono arrivare al punto di portare e rendere l'accidia attiva cadendo nell'odio delle cose spirituali. Porta alla neghittosità spirituale, non di abbandono ma per dispetto, anche questa combinazione: Angoli A sopra i 5/10 per l'offesa di non essere ascoltati; Acuta 7/10 per spirito di contraddizione; Pendente 7/10 per il gusto di abbandonarsi. Per l'accidia in senso lato, cioè tendenza all'ozio, sono necessari questi segni: Ricci della flemma o Sciatta 7/10 per l'indolenza; Curva 5/10, ma assieme a Curva deve esserci Discendente 6/10 per non scomodarsi. Può dare l'accidia in senso lato anche il segno Discendente-Ascendente, perché l'amorale dipendente da questi segni non vuole faticare.
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Tendenza alla prudenza che psicologicamente è quella virtù che serve totalmente l'opportunità del parlare, del tacere, dell'agire e dell'astenersi dall'agire. Sinuosa 7/10, Ponderata 8/10 per la riflessione; Calma 7/10 per tenere a posto i nervi; Larghezza di lettere 7/10 per la profondità intellettiva; Larga tra lettere 5/10 per l'oggettività; Larghezza tra parole non più di 7/10 per la sceverazione; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità della sceverazione; Austera 7/10 per l'allontanamento dell'influenzabilità passiva e della suggestione; calibro medio per evitare l'eccessività da un lato e dall'altro; Aste rette e Aste in avanti equilibrate; Attaccata e Staccata equilibrate; Parca 8/10 per la laconicità della parola e dell'azione; Angoli A e B sui 5/10 per il necessario risentimento e la necessaria tenacia. La creatura umana non tende alla prudenza ed è difficile trovarne una che abbia tutti questi segni. Anche chi li ha tende a trasgredirli, perciò è necessario che la prudenza sia coltivata. Tendenza alla giustizia. Psicologicamente la giustizia non declina né a favoritismi né a sfavoritismi, tanto nel campo del pensiero come nel campo della morale e dell'azione. Curva 4/10 per non dare luogo all'egoismo né all'altruismo eccessivo; Angoli A, B, C sui 4/10 perché la mediocrità di questi segni rasenta l'eccessività; Larghezza di lettere 8/10 per la profondità; Larghezza tra lettere 5/10 per la giustezza del giudizio e dell'azione; Larga tra parole omogenea alla Larghezza di lettere per la critica; Disuguale metodicamente per raggiungere l'originalità delle conclusioni; Parca 9/10 per non dare luogo ad alcuna eccessività; Austera 8/10 per escludere qualunque influenzabilità; Contorta 5/10 per la discussione e il controllo; Chiara 8/10 e Nitida 7/10. Tendenza alla fortezza. Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza di cui la fortezza non può fare a meno; Aste rette e Aste in avanti nello stesso grado, senza Aste indietro. La fortezza deve ammettere la remissività quanto è necessario. La fortezza, secondo le circostanze della vita, può stare insieme con molti segni: con Angoli A, B, C anche sopra i 5/10, con Filiforme, Fine, ecc. La fortezza psicologicamente è quella disposizione dell'animo ad adoperare tutti i mezzi leciti per tenere fermi i propri diritti e i propri doveri. Tendenza alla temperanza. Psicologicamente la temperanza da le norme per la retta evoluzione degli appetiti umani secondo l'ordine e lo stato scelto. Austera 5/10 perché non sia eccessiva; Larga di lettere 7/10 per comprendere; Larga tra lettere 5/10 per la giustezza del giudizio; Larga tra parole equilibrata con la Larghezza di lettere; Ponderata 8/10 per la riflessione; Calma 7/10 per non farsi trasportare dai nervi; Dritta 7/10 o leggermente Pendente per la comprensione e la sostenutezza; Aste rette e Aste in avanti nel grado medio per la necessaria remissività e inflessibilità; Disuguale metodicamente 7/10 per il necessario smistamento di quello che si deve ammettere o meno; Sinuosa 7/10 per adattare il giudizio al soggetto e alle circostanze. Altri segni danno le modalità. Tendenza alla credulità o faciloneria. Pendente 7/10 per la disposizione ad abbandonarsi all'affettività; Sciatta 6/10 per l'inconsiderazione; Aste in avanti 7/10 per la disposizione a non contraddire; Curva 6/10 per la tendenza a secondare gli altri; Intozzata 2° modo 5/10 per la facilità alla suggestionabilità; Ricci della flemma 6/10 per la neghittosità dell'esame necessario.
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Tendenza allo scetticismo. Acuta 7/10 per lo spirito di contraddizione, che è la scaturigine dello scetticismo; Accurata 7/10 nel senso di compassata per la spinta a volere tutto esaminare e giudicare; Larga tra parole non omogenea alla Larghezza di lettere (anche se ci sta la Larghezza di lettere omogenea perché c'è la spinta ad abusare del ragionamento quando questo segno è in grado superiore) per l'ipercritica; Disuguale metodicamente sulla mediocrità (non di più), perché lo scettico non ha originalità di intelligenza; Larga di lettere sui 5/10, perché lo scettico non ha profondità intellettiva; Fluida 9/10 per la presunzione di capire (in quanto ha l'esposizione bella, ma senza il rispondente fondamento del concetto). Tendenza alla fiducia. Equilibrio della Triplice larghezza, perché le facoltà indicate dalla Triplice larghezza devono essere fuse tra di loro in modo omogeneo affinchè il soggetto possa avere la disposizione ad accogliere con spirito sagace quanto viene detto dagli altri e proposto dalle proprie facoltà intellettuali e morali; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità della scelta e della determinazione; Ponderata e Calma 8/10 per la riflessione e per escludere le eccessività prodotte dal sistema nervoso; Filiforme 7/10 per la delicatezza delle considerazioni e per il sorriso di satira benevola quando deve respingere le conclusioni altrui. Tendenza al candore o illibatezza. Filiforme 8/10, Fine 7/10 per la concezione intellettiva e del sentimento scevra di elementi volgari; Nitida 7/10 per l'assenza di nebulosità; Angoli A 5/10 per il risentimento di difesa; Angoli B 5/10 per la tenacia necessaria; Angoli C 5/10 per sapere scivolare via dalle suggestioni; Vezzosa grazia 6/10 per arrestare gli inverecondi; Sinuosa 7/10 per leggere le disposizioni dell'animo altrui e accoglierle con fiducia oppure rigettarle; Ponderata 7/10 per la riflessione. Tendenza alla furberia o astuzia. Angoli C 7/10 per il saper fare; Acuta 7/10 per la destrezza di prendere in agguato; Ricci dell'ammanieramento 6/10 per l'ipocrisia; Vezzosa civetteria 6/10 per l'arte di incantare; Flessuosa 6/10 per amalgamare le qualità sopraddette. Tendenza alla satira. Acuta almeno 7/10 per lo spirito di contraddizione; Angoli A 7/10, perché il permaloso tende alla menomazione altrui; Levigata 6/10 per la finezza dell'espressione; Filiforme Fine 7/10 per togliere ogni rudezza o volgarità; Vezzosa civetteria 5/10 per l'arte dell'espressione; Minuta 7/10 per la raffinatezza dell'osservazione; Parca 8/10 per la sculto reità. Tendenza al sarcasmo. Ai segni della satira bisogna aggiungere Angoli A sui 9/10 per la dispettosità; Aste indietro 6/10 per la repulsione; Accurata, invece di Levigata, 7/10 per il cinismo; Rovesciata per il gusto del sadismo. Tendenza alla precisione inappuntabile. Accurata 7/10 per la precisione; Uguale per l'inappuntabilità; Pendente 7/10 per l'affettività effettiva; questa combinazione porta anche alla preoccupazione per tutto ciò che riguarda la famiglia della quale il soggetto vuole avere la direzione completa. Con l'aggiunta di Larga tra parole 7/10 la critica. Tendenza all'incontentabilità di se stesso, e a mettere in ingranaggio tutte le forze per sciogliere questa incontentabilità. Contorta 7/10 per il controllo; Filiforme 7/10 per la sensibilità; Larga tra parole 7/10 per la critica insoddisfatta; 530
Stentata 5/10 per la conseguente autocollera. Tutto questo porta il soggetto alla disperazione di una soluzione e quindi alla tentazione del suicidio. Carattere non maschio nel vero senso della parola. Pendente 7/10 per l'affettività di abbandono; Accurata 7/10 per la pretesa della precisione; Filiforme 6/10 per la delicatezza del sentimento (la delicatezza è più dote femminile che maschile). Questi tipi non sono facilmente amalgamabili nella scelta della compagna della vita. Tendenza alla comprensione. Larga di lettere 7/10 per la profondità intellettiva; Larga tra lettere dai 5/10 in su per la generosità di giudizio e di conclusione; Larga tra parole dai 5/10 in su, ma non più di 7/10, per il ragionamento adeguato; Sinuosa 7/10 per la penetrazione della situazione altrui; Aste in avanti 6/10 e Aste rette 4/10 per la remissività di accomodamento; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità. Tendenza a esaminare minutamente le cose prima di concludere. Minuta che sbocca nella Minuziosa 7/10 per la raffinatezza e minuziosità dell'osservazione; Filiforme 7/10 per la sensibilità dei compiti affidati, cioè delle responsabilità; Pendente 7/10 per la pressione del sentimento ad assolvere il proprio dovere. Il soggetto così formato tende a prendere troppo di petto i compiti affidatigli e tende perciò alla facilità dell'esaurimento nervoso. Tendenza all'alterigia e all'eccessiva fiducia di se stessi. Curva 5/10 per l'autoottimismo; Intozzata 1° modo 6/10 per l'autoindipendenza; Dritta 8/10 per la sostenutezza; Fluida 8/10 per l'autofiducia. Tendenza alla disistima di sé per autoawilimento. Tentennante 7/10 per l'indecisione conclusiva; Intozzata 2° modo 4/10 per impressionabilità; Lenta 5/10 per la tendenza conclusiva; mescolanza di Sinuosa e Contorta con prevalenza del Contorta per un autocontrollo eccessivo. Questa combinazione porta anche alla sincerità accentuata fino a incolparsi di colpe che non ha. Tendenza a non intricarsi dei fatti altrui. Fluida 7/10 per la naturalezza del giudizio e della conclusione; Vezzosa grazia 5/10 per l'amalgamabilità del carattere; come conseguenza può portare a una specie di asocialità, e a una sincerità limpida. Tendenza ad attendere l'ora propizia e l'opportunità. Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio del giudizio e dell'azione; Flessuosa 6/10 per l'adattabilità; Fluida 7/10 per la serenità; Ricci dell'ammanieramento appena accennati per l'amalgamabilità. Questa combinazione porta a una sincerità regolata dalla prudenza che potrebbe sdrucciolare nell'eccessività. Tendenza a spadroneggiare e a non rendere conto del proprio operato. Intozzata 1° modo 7/10 per l'autoindipendenza; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza a non scendere dalla sua indipendenza; Accuratezza nascosta o studiata 7/10 per l'insincerità; Pendente 7/10 per l'untuosità. Tendenza a nascondere le proprie defettibilità. Accurata 7/10 per la studiosita esteriore; Vezzosa civetteria 6/10 per occultare se stessa; Contorta 6/10 per il
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controllo artificioso. Tutto questo da una sincerità non limpida ma torturata. Non è insincerità, ma non c'è la forza per quella sincerità per cui non dice il sì preciso ma neppure il no. Tendenza alla sostanza delle cose. Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio di tutto l'essere; Fluida 7/10, ma regolata da Ponderata 8/10 per la riflessione; Calma 7/10 per la serenità del giudizio. Di conseguenza non ha nulla di insincerità, ma ha una sincerità prudente che parla o tace secondo l'opportunità. Tendenza a trovare sempre da dire. Acuta 7/10 per la contraddizione; Stretta di lettere e Stretta tra lettere per la poca intelligenza; Stentata 4/10 per la dispettosità della posizione altrui; Angoli A 8/10 per l'invidia. Porta alla sincerità opportunistica. Tendenza a mostrare di se stessi meno valore del reale. Tentennante 6/10 ier la ritenutezza; Larghezza tra parole sempre uguale per un ragionamento distilato; Parca 9/10 per la difficoltà di mettersi in mostra. Tendenza ad affrontare le difficoltà della vita. Aste rette 8/10 per l'inflessibilità; Mantiene il rigo 8/10 per la fermezza; Ardita 8/10 per affrontare le prepotenze; Slanciata 7/10 per non curare le difficoltà. Tendenza al contrasto interno con la vittoria conclusiva. Fluida 7/10 per la scorrevolezza del pensiero e dell'azione; Ponderata 8/10 per la riflessione; Triplice larghezza per l'equilibrio; Spadiforme tra lettere 7/10 per il contrasto tra Faffievolimento e l'euforia. Tendenza a vendette brillanti. Fluida 7/10 per la naturalezza; Pendente 7/10 per la disposizione a piegarsi per secondare; Accurata 7/10 per la compitezza esterna; Larga tra parole 7/10 per la critica; Sinuosa 7/10 per penetrare e prendere in agguato. Qui la sincerità segue le norme del carattere. Tendenza a rendere conto di tutto. Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio; senza Angoli A e B per non fare intricare l'Io nei giudizi; Contorta 6/10 per il controllo. Tendenza e abilità per indurre gli altri ai propri intendimenti. Fluida circospetta 7/10 per la scorrevolezza, temperata da Ponderata 8/10, da delicatezza e finezza di sentimento (Filiforme 7/10, Fine 7/10), da Vezzosa civetteria 5/10 per accogliere passivamente; Apertura a capo delle o e delle a a 5/10 per suscitare l'intenerimento sessuale nel pensiero, perché Filiforme e Fine esulano da qualunque volgarità. Abilità per smussare gli angoli e per la riconciliazione. Fluida 9/10 per la spontaneità; Curva 6/10 per la spinta all'altruismo; Vezzosa grazia 6/10 per amalgamare gli animi; Filiforme 9/10 per la delicatezza; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità dei ritrovati; Calma 8/10 per la serenità. Quanto a sincerità può commettere qualche menzogna officiosa. Tendenza alla diffidenza. Accartocciata 6/10, perché tende ad avvolgere sé in se stesso; Rovesciata per la stranezza dei pensieri e delle azioni; Strettezza tra lettere e tendente a Secca per la diffidenza.
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Abilità per restare impassibile davanti a qualunque evento. E un carattere questo che psicologicamente ha l'abilità di nascondere il suo sentimento intimo e di mostrare un sentimento che gli serve per raggiungere lo scopo. Nella disuguaglianza metodica che sta intorno a 7/10 c'è una uguaglianza di procedere che non cambia mai, e c'è una pendenza sui 7/10 che fa vedere l'inclinazione del soggetto ad assecondare gli altri. Però c'è Intozzata 1° modo sugli 8/10 con Angoli A sui 7/10 e con il segno Accurata 7/10, segni tutti che servono per nascondere le intenzioni dell'Io. Tendenza all'ambizione intellettiva e all'adulazione passiva. Larghezza di lettere 7/10 per la profondità intellettiva; senza Larghezza tra parole per la mancanza di ragionamento; Disuguale metodicamente 8/10 per l'originalità del pensiero; Filiforme 7/10 per la delicatezza del sentimento; Vezzosa civetteria 6/10 per la cultura della socialità. Tendenza a esaminare pedantemente. Larga tra parole 8/10 per il ragionamento; Larga di lettere 6/10 per la profondità. Quindi il ragionamento è eccessivo; Lenta 5/10 per cui la critica tende a indugiarsi eccessivamente sui particolari, che però non riesce ad approfondire, perché la Larghezza di lettere è limitata. Anche le conclusioni sono faticose e inefficaci. Tendenza a un'ambizione altruistica (che cioè nell'esterno mostra altruismo, ma nello scopo è egoismo). Curva 6/10 per altruismo; Alta 6/10 per la pomposità dell'apparenza; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità del pensiero, e dell'azione; Fluida 7/10 per la scorrevolezza; Intozzata 1° modo 7/10 per l'auto indipendenza. Combinazione che porta a una sincerità un po' da commedia. Tendenza alla volubilità dei mezzi, ma non dello scopo. Angoli A e B sui 6/10 per il necessario risentimento e la tenacia nel non perdere di vista lo scopo; tentennamento nel Mantenere il rigo per la scelta dei mezzi. Tendenza a servizievolezza. Triplice larghezza equilibrata con tendenza a maggiore Larghezza tra parole per la disposizione a entrare in critica secondo le necessità e a fare una critica accentuata per poi ridursi a una critica equa, perché per essere servizievoli efficacemente bisogna penetrare la situazione attuale degli altri, e per questo basta il segno Sinuosa sui 7/10; perché il Sinuosa per se stesso vede lo stato abituale del soggetto e per l'attuale ha bisogno dell'aiuto di Larga tra parole; Accurata alla buona, cioè con qualche cosa di Stentata, perché il servizievole deve manifestare un che di preoccupazione che in fine dei conti è una specie di collera. Nonostante questi segni la scrittura deve essere Fluida, cioè senza inciampi. Fobia dei contatti. Filiforme 7/10 per la delicatezza del sentimento; Levigata 7/10 per un che di asocialità. Questi tipi soffrono anche nel vedere uccidere un animale. Devono però avere il segno Pendente 7/10 per la compassione. Tendenza a trovare difficoltà in tutto quello che non procede da sé. Deve avere il soggetto l'iniziativa. Angoli A 7/10 per la gelosia; Angoli B 7/10 per la testardaggine; senza Angoli C; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza; Aste rette 9/10 per l'inflessibilità. 533
Abilità per raggiungere lo scopo. Fluida 7/10 per la scorrevolezza; Accurata alla buona 7/10 per la disposizione all'affiatamento; Larga tra lettere 7/10 per la disposizione a farsi vedere e a essere generoso; Ricci del nascondimento 7/10 per non manifestare lo scopo; Vezzosa civetteria 6/10 per l'arte di conquista. Tendenza all'autostima. Ciò porta all'indisciplinatezza, a non accettare osservazioni, a fare da padrone, a promettere di più dell'intenzione di mantenere. Tutto ciò da la facoltà spiccata per piazzista per la prontezza e la disposizione a darla a intendere. Slanciata 7/10 per darla a intendere; Intozzata 1° e 2° modo sui 7/10 per la facoltà di spadroneggiare alla stregua dell'impressionabilità; Ricci del nascondimento 7/10 per occultare se stesso secondo il bisogno; Pendente 7/10 per lo spirito di affettività apparente. Tendenza a giudizio non benevolo, a satira dispettosa, a concentramento in se stesso con apparenza altruistica, a taciturnità. Chiara 3/10; Nitida 1/10 per il concentramento in se stesso; Pendente 6/10 per l'apparenza dell'altruismo; Minuta 6/10 e Larga tra parole 6/10 per la satira dispettosa, per la mancanza di chiarezza e di nitidezza; Intozzata 1 ° modo 7/10 che con gli altri segni porta a giudizio non benevolo. Tendenza alla non raffinatezza e a non curare le convenienze e i contorni, ma semplicemente la sostanza. Tentennante 7/10 per la noncuranza delle convenienze; Curva 6/10 per andare alla sostanza; Larga di lettere 7/10 per lo stesso motivo; piuttosto Grossolana per la non raffinatezza. Ciò porta a sincerità rude, ma netta. Tendenza a conservare la propria personalità anche nell'unione più intima. Un che di stentatezza 3/10 per la repulsione; Intozzata 2° modo 5/10 per l'impressionabilità; Accartocciata 2/10 per la difficoltà al sentimento di socialità. Pretesa di voler vedere troppo. Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio; Curva 5/10 per la tendenza all'espansività; Vezzosa civetteria 6/10 per l'invadenza; Fluida 7/10 per intromissione; Minuta 5/10 per l'osservazione. Tutti questi segni, congiunti con Discendente 5/10 e Flessuosa, danno la tendenza al pettegolezzo e alla curiosità incomposta. Tendenza al fanatismo e all'affievolimento. Spadiforme tra lettere 7/10 per l'aftievolimento; Slanciata 7/10 per il fanatismo. Carattere molle e influenzabile, tendenza a misoginia. Minuta 7/10 e Discendente 6/10 per la mollezza (Minuta porta la tendenza alla finezza della debolezza); Stretta tra lettere, Filiforme 7/10 per la delicatezza del sentimento; Stentata 3/10 e Austera 4/10 per la ritenutezza. Ingenuità da ottimismo evanescente con l'esperienza. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Sinuosa 7/10 per la penetrazione dell'animo altrui; tutto questo serve per approfondire l'esperienza delle cose; Fluida 8/10 per la naturalezza del concetto del sentimento; Dritta 8/10 per resistere all'inganno; Vezzosa grazia 5/10 e Curva 5/10 per l'ingenuità. Tendenza al misticismo. Fluida 8/10 per la spigliatezza e la facilità a indirizzare il proprio sentimento; Filiforme 7/10 per la delicatezza; Chiara 8/10 per la
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chiarezza; Nitida 7/10 per la limpidezza; Larga di lettere 8/10 per la profondità; Larga tra parole 8/10 per il ragionamento; Apertura a capo delle o e delle a 6/10 per la facilità all'intenerimento. L'intenerimento sessuale contrastato e sviato in un'intelligenza superiore porta al misticismo retto, in un'intelligenza minore porta al misticismo frivolo. Carattere chiuso e cupo. Ricci del soggettivismo 7/10 per la non manifestazione del proprio sentimento; Accartocciata, anche in grado minimo, per la cupezza; tutto questo viene confermato da Dritta con tendenza a Rovesciata per la sostenutezza strana. Tendenza all'autoottimismo e alla compitezza. Curva 5/10 per l'ottimismo; Stretta tra lettere per la tendenza introversiva, perché l'avarizia intellettiva porta il soggetto all'introversismo; qualche cosa di Ricci deU'ammanieramento per la compitezza in quello che si riferisce agli altri. Ostilità alla pignoleria. Fluida con un che di Stentata per curare la semplice sostanza delle cose; Minuta 5/10 per la raffinatezza del giudizio; Aste in avanti 7/10 per la remissività. Tendenza alla non dirittura morale, benché munita di combattimento. Sono necessari alti e bassi di fervore e di depressione, quindi Spadiforme tra lettere in senso diretto e in senso inverso. Ciò porta gli alti e bassi con il combattimento, per vincerlo; Intozzata 2° modo sui 7/10 per l'azione secondo le emotività, ciò che porta la non dirittura morale. Carattere di controllo, di contraddizione, di autostima e di imposizione. Pendente 9/10 con Sinuosa 7/10 e Mantiene il rigo 9/10 danno il risultato di Contorta, perché Sinuosa è penetrazione, Pendente così forte è disposizione a piegarsi alle esigenze altrui, Mantiene il rigo da la fermezza nel raggiungere lo scopo. Questo per il controllo. Acuta 7/10 e Minuta 5/10 per la contraddizione. Tutti i segni detti per l'autostima. Intozzata 1 ° modo per l'imposizione. Imposizione senza replica e azione per impressionabilità. Intozzata 1 ° modo 9/10 per imposizione accentuata; Stretta di lettere e Stretta tra lettere per il senza replica, perché non ha forza di entrare in discussione; Intozzata 2° modo 8/ 10 per azione da impressionabilità. Diffidenza di se stessi. Il segno principale e unico (si possono dare altre combinazioni) è Aste in avanti senza la presenza di Aste rette, quindi con circa 9/10. Però questo segno deve essere lasciato solo a combattere contro la remissività accentuata; quindi mancanza di Aste rette, mancanza di Aste indietro, mancanza di Mantiene il rigo, mancanza di Ricci (i quali possono servire al soggetto come sgattaiolamento dalle pressioni altrui). Tenenza all'egocentrismo. Slanciata 8/10 con Strettezza di lettere e tra lettere per noncuranza degli altri; Intozzata 1° modo 7/10 per autoindipendenza; Dritta per la sostenutezza; se in luogo di Dritta ci fosse Pendente l'egocentrismo verrebbe rotto ogni tanto. Tendenza all'adulazione passiva. Curva 6/10 per autoottimismo; Solenne 7/10 per l'autopomposità; si considerino psicologicamente questi due segni e si avrà l'adulazione passiva. 535
Tendenza alla riservatezza in tutto. Porta la garbatezza, l'osservanza delle convenienze, l'equilibrio della parola e del tratto, l'impeccabilità dell'espressione che non fallisce anche quando il soggetto è costretto alla reazione; Fluida 8/10 senza accentuazione né difetti di spontaneità; Attaccata 8/10 con una piccola tendenza al Discendente perché la fermezza è priva di qualunque presunzione; Filiforme 8/10 per la delicatezza del sentimento; Aste rette e Aste in avanti 5/10 per l'inflessibilità all'intenerimento sessuale che, con tutti i segni sopra, favorisce la riservatezza. Tendenza alla riservatezza intellettuale. Larga di lettere 7/10 per la profondità di intelligenza, altrimenti va a incertezza, timidezza, ecc.; Aste con un po' di concavo a sinistra per la riservatezza e difficoltà a uscire dalla riservatezza; Larga tra parole omogenea alla Larghezza di lettere per essere libera, quindi deve avere ragionamento. Altruismo ragionato. Curva 5/10 per l'altruismo; Contorta 6/10 per il controllo. Se c'è Larga di lettere e tra lettere favorisce il ragionamento. Onestà finanziaria. Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio, però non sotto i 5/10, perché sotto i 5/10 darebbe un'intelligenza non comprensiva per l'onestà e darebbe tendenza all'avarizia; Fluida 7/10 con una piccola cosa di Stentata e di Contorta per il controllo; senza Ricci per non menomare la sincerità. Tendenza a frasi volgari nell'offesa passiva. Angoli A 7/10 per la permalosità; Angoli B 7/10 per la testardaggine; Slanciata 7/10 per l'inconsiderazione; Grossa 7110 per la volgarità. Tendenza a incostanza per affollamento di scopi da raggiungere. Disuguale metodicamente per l'originalità, la quale è necessaria per suscitare nel soggetto varietà di scopi. Curva 5/10 e Intozzata 1° modo 7/10 per l'orgoglio e l'ambizione di distinguersi. Vezzosa grazia per attirare gli eccitamenti esterni alla moltiplicazione degli scopi, Discendente 4/10 per la debolezza di carattere che declina a poco a poco dal fervore del raggiungimento degli scopi. Comprensione e accortezza per portare la parte contraria alla propria parte. Sinuosa 7/10 per la comprensione, Angoli C 5/10 per il saper fare, Fluida 8/10 per la naturalezza, Flessuosa 8/10 per l'arte dell'accortezza. Tendenza al menefreghismo. Filiforme 7/10 per la leggerezza; Profusa 7/10 perché non apprezza un atto di beneficenza, ecc., fatto da lui; Lenta in quanto affaticata 7/10 per l'indolenza. I segni detti, uniti con Ricci delPammanieramento iniziali, danno l'abilità per darla a intendere specialmente se c'è il segno Pendente non sempre uguale. Spirito di adattamento. Curva 6/10 per spirito altruistico; Ponderata 7/10 per la riflessione; Calma adagiata come conseguenza dei segni sopra. giungere presto una decisione «per fas et nefas». Disuguale metodicamente 6/10 per l'originalità; Larga di lettere 6/10 per la profondità intellettiva; Vezzosa civetteria 6/10 allo scopo di incantare; Ricci del nascondimento 4/10, Ricci dell'ammanieramento e della spavalderia per avere pronta la disposizione a qualunque eventualità.
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Delicatezza, forza e fermezza di propositi con turbolenza di lotta. Filiforme 7/10 per la delicatezza, Mantiene il rigo 9/10 per la forza e la fermezza, Vezzosa civetteria 6/10 per la turbolenza; con Vezzosa civetteria il soggetto riesce a nascondere lo scopo che vuole raggiungere, che può essere diretto alla sensualità specialmente se il segno Attaccata viene fuori tale da filamenti a modo di svolazzo. Indocilità di pensiero e di sentimento. Dritta 9/10 per la sostenutezza; Larga di lettere e Larga tra parole in modo medio per la non docilità, specialmente se il soggetto è arrivato ad avere una cultura scientifica; non Nitida per un che di arruffamento delle idee. Ingenuità incorreggibile. Larghezza tra parole molto scarsa, per quasi niente ragionamento; mediocre Larghezza di lettere e 7/10 di Larghezza tra lettere per generosità; Sciatta 7/10 per la trascuratezza. Carattere a sé, eccentrico. Lenta 8/10 per la troppa precisione; Stretta tra lettere per mancanza di generosità e giustezza verso gli altri; Accurata da farla comparire quasi cristallizzata per la studiosità priva di malleabilità. Tendenza alla depressione. Pendente 7/10 per l'affettività di abbandono; mancanza di fluidità per la presenza di Titubante per la disposizione al dubbio; Intozzata 2° modo anche in grado minimo per la disposizione alla impressionabilità. Tendenza a vantarsi della propria dirittura morale. Accurata 7/10 per la vanità di precisione; Staccata 7/10 per far vedere che indaga; un che di Solenne per la pomposità; qualche cosa di Ricci dell'ammanieramento con tendenza a Curva per mostrare munificenza. Generosità di affettività e non di realtà. Pendente 8/10 per l'affettività; Stretta tra lettere per la mancanza di generosità; Angoli A 8/10 per la gelosia e l'invidia; Slanciata 8/10 per l'apparenza dell'affettività; molto Angolosa per l'affettività di egoismo. Tendenza ad avere molte energie morali latenti che si sprigionano nelle occasioni e delle quali si meraviglia lo stesso soggetto. Triplice larghezza equilibrata ed elevata, ma anche con grande respiro per la profondità intellettiva di ragionamento e di disposizione a concedere senza menomarsi; Fluida 9/10, quasi 10/10 per la facilità ad accogliere qualunque novità e a esaminarla con spirito di comprensione e ad ammettere tutto ciò che c'è di buono e a valorizzarlo; Dinamica 9/10 per il detto sopra e per la tendenza a una mente infaticabile; Fluida slanciata 8/10, Parca 9/10, Apertura a capo delle o e delle ,2 5/10 per la facilità ad accendersi sensualmente; Mantiene il rigo 9/10 per volere ed essere capace di frenare qualunque impeto sessuale; Disuguale metodicamente 8/10, Sinuosa 8/10 per suscitare simpatie nell'altro sesso, senza tendenze contronatura; sincerità senza sotterfugi (Chiara 8/10, Dinamica); capace di opere di coraggio, morale e fisico (Chiara, Triplice larghezza, Fluida) Ambizione di singolarizzarsi. Intozzata 1° modo 8/10 per la tendenza all'indipendenza; Larga tra parole 8/10 per il ragionamento e la critica; Acuta 8/10 per lo spirito di contraddizione e per farsi vedere che ragiona ed è profondo, Aste rette
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8/10 per non piegarsi verso gli altri, Staccata 8/10 con Intozzata 1° modo con gli altri segni per la prosopopea asociale. Tendenza alla discrezione. Molto equilibrio nella Triplice larghezza per l'equa distribuzione dei compiti di ogni facoltà; calibro tendente al minuto; Accurata senza studio e Parca 9/10 per la tendenza e il gusto della discussione, per mettere le cose nel giusto fuoco; Ponderata 8/10, Calma 8/10 per la pacatezza della parola e del pensiero, lasciando parlare gli altri fino al compimento dell'esposizione. Da tutti i segni detti l'Io non è trasportato da alcuno sfociamento illegittimo. Tendenza alla fermezza fondata sulla lealtà. Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza; Chiara 8-9/10 per la chiarezza; Ponderata 9/10 per la lealtà. Spirito e gusto di contraddizione specialmente quando si tratta di una rivincita. Acuta 8/10 per la disposizione a contraddire; Chiara 8/10, Nitida 8/10 per l'espressione; Ricci del nascondimento 7/10 per nascondere il motivo della contraddizione; Angoli A 7/10 per lo spirito di gelosia e di vendetta; Stretta tra lettere per l'avarizia intellettiva morale e materiale; Larga tra parole 7/10 per la disposizione all'ipercritica. Abilità di trovare, per raggiungere lo scopo, altro mezzo se il primo è fallito. Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza; Staccata e Attaccata 5/10 per la necessaria indagine e sintesi; Aste rette 8/10 per l'inflessibilità dello scopo; Stentata 4/10 per la disposizione a eccitare se stesso alla resistenza. Tendenza alla minuziosità vincibile. Minuta 8/10 per la profondità dell'osservazione; Minuziosa 7/10 per l'incontentabilità dell'osservazione; Larga tra parole 7/10 per appoggiare le pretese della minuziosità; Chiara-Nitida 8/10, ciò che da fiducia al soggetto di poter essere minuzioso. Con questa combinazione, tratta dalla realtà, se il soggetto ha una professione in cui sia necessaria la minuziosità, la eserciti pure perché non ne soffrirà, ma si guardi bene dall'usarla se non vi è necessità, perché diventerebbe antisociale e si avvierebbe all'esaurimento psichico. Tendenza all'impetuosità. Impaziente 7/10 per l'inconsiderazione; Veloce 7/10 per la spinta a sbrigare concetti e cose con velocità anche quando non è necessario; mancanza di Nitidezza per arruffamento di pensiero e di volontà. Tendenza alla pignoleria. Uguale per la copiatura perfettamente conforme; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza nel non fallire dall'originale; Intozzata 1° modo 8/10 per non ascoltare critiche e non muoversi; Aste rette 9/10 e Aste indietro 1/10 per indefettibilità delle esigenze. Tendenza all'indiscrezione. Dinamica 8/10 per l'affaccendamento; Stretta tra parole per mancanza di ragionamento; Aste in parte sgraziatamente pendenti 5/10 per l'incostanza di direzione; Slanciata 8/10 per l'inconsiderazione. Avidità di arrivare allo scopo per scorciatoie. Il modo che intendo qui è di arrivare allo scopo per mezzo di favoritismi e quindi con l'adoperare adulazioni, regali, ecc. Ricci dell'ammanieramento 7/10 per lustrare; Vezzosa civetteria 5/10 per lo stesso scopo; Contorta 7/10 per il controllo degli effetti; Sinuosa 7/10 per l'abilità di entrare nell'animo altrui. 538
Tendenza ad aspetto mirabolante. Curva 7/10 con Intozzata 1° modo 7/10 per l'orgoglio e per il vanto; Fluida 8/10 per la scioltezza; Ascendente 6/10 per la presunzione; Chiara 8/10 per la prontezza dello scilinguagnolo. Proposito e gusto di spuntarla con awersari forti e contrastanti. Calma 9/10, Ponderata 9/10 per la riflessione non disturbata da preoccupazione o da timore di non riuscire; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza incrollabile; Pendente 6/10 (non di più) per lar vedere che si attende la conclusione non per rivalità. Conclusione scarsa per distrazione. Ricci dell'ammanieramento iniziali 6/10 per scivolare via dalla correzione passiva; Accurata 7/10 per dare a intendere che è preciso; Larga tra parole 7/10 per allestire il dare a intendere; Filiforme 7/10 perché gli altri non prendano mezzi draconiani contro di lui. Per tutti i segni detti il soggetto segue ciò che può attirare il gusto della prospettiva e del movimento, quindi lo sport. Criticare, censurare gli altri per tendenza a forte autostima. Levigata 7/10 per la studiosità esteriore; Larga tra parole 7/10 per la critica ipercritica; Curva 5/10 con Intozzata 1° modo 7/10 per l'autostima; Mantiene il rigo 8/10 per la fermezza; Parca 8/10 per la laconicità; Elegante 6/10 che, congiunta con Levigata e Larga tra parole, da la censura. Disattenzione delle cose materiali per troppa attenzione psichica. Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio sui 7/10; Accurata senza studio 7/10 per la precisione; Curva 6/10 per l'altruismo; tendente a Piccola per l'accentuazione dell'osservazione; Fluida 8/10 per la molteplicità delle facoltà. Tendenza all'indecisione. Titubante 7/10 per la timidezza; Minuziosa 7/10 per l'indugio sulle particolarità accidentali; Stretta tra parole per la mancanza di ragionamento. Emotività a causa del forte soggettivismo. Intozzata 2° modo 8/10 per l'impressionabilità; Ricci del soggettivismo 8/10. Indipendenza e gelosia. Intozzata 1° modo 8/10 per l'indipendenza; Angoli A 7110 per la gelosia. Repulsione strana per accendere la reazione in suo favore, cioè per eccitare il desiderio di conquistarla (combinazione femminile). Aste indietro 8/10 per la repulsione; Contorta 8/10 per suscitare il controllo della sua repulsione; Ascendente-Discendente per la tendenza alla amoralità; Intozzata 2° modo 6/10 per l'impressionabilità che, congiunta ai segni sovrapposti, conduce alla stranezza che interessa di scoprire chi tratta con lei. Difficile contentatura e attaccamento pedante alle leggi. Levigata 7/10 per la compitezza; Elegante 6/10 per l'esteriorità; Angoli A 8/10 per la reazione a fatti contrari ai propri princìpi; Pendente 8/10 per la tendenza a essere considerata; Larga tra parole non corrispondente alla Larghezza di lettere e tra lettere per la critica ipercritica; Acuta per lo spirito di contraddizione. Tendenza a lasciar passare, a lasciar correre, anche quando non dovrebbe. Larga di lettere 7/10 per la consapevolezza della gravita del fatto; Curva 6/10 per
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la tendenza a non disturbare; Discendente 6/10 per la debolezza di carattere, che non ha la forza di affrontare; Lenta 6/10 per non essere tempestiva. Tendenza ad affrontare qualunque ostacolo (combinazione femminile). Intozzata 1° modo 8/10 per l'indipendenza; Dritta 9/10 per la sostenutezza; Slanciata 7/10 per l'inconsiderazione; Intozzata 2° modo 6/10 per l'impressionabilità eccitante; Chiara 7/10 per l'irresistenza. Tendenza a controllare e a controllarsi prima di determinarsi. Triplice larghezza equilibrata con grado sopra la media per l'equilibrio; Accurata senza studio 7/10 per il controllo sugli altri; Contorta per l'autocontrollo. Tendenza a non mollare per attaccamento all'oggettività, per l'equilibrio e per la tendenza alla critica che non cede se non all'esaurimento di tutti gli argomenti: Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza; Larga di lettere 7/10, Larga tra lettere 5/10, Larga tra parole 8/10 per la profondità, per l'oggettività, per la critica che non cede se non all'esaurimento di tutti gli argomenti. E spinta a non cedere per la critica che tende a essere eccessiva, ma cede all'esaurimento degli argomenti per l'oggettività che approfondisce con la sua intelligenza. Passionalità e tendenza a idealità. Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Elegante 6/10 per l'arte della prospettiva; Contorta 7/10 per l'arte del movimento; Filiforme 7/10 per la delicatezza; Accurata 7/10 per la comparsa; Vezzosa grazia 7/10 per la compiutezza del sentimento. Sensibilità pura. Vezzosa grazia 8/10 per l'incontaminatezza; Fine 7/10, Acuta 7/10 per la sensibilità contraddicente; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza. Tendenza a dettare legge. Intozzata 1 ° modo 7/10 per l'indipendenza; Recisa 8/10 per la decisione; Larga tra parole 8/10 per il ragionamento eccessivo; Parca 8/10 per la laconicità e la scultoreità; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza. Molto alla buona con gran valore. Triplice larghezza equilibrata e superiore per l'equilibrio e la profondità intellettiva; Parca 9/10 per la tendenza a starsene in disparte; Ponderata 8/10, Curva 6/10, Triplice larghezza e Discendente 4/10, considerate psicologicamente, non portano alla debolezza ma ad appartarsi e ad agire alla buona. Preoccupazione di farsi valere. Intozzata 1° modo 7/10 per l'autoindipendenza; Stretta tra parole per la mancanza di ragionamento; Dritta 8/10 per la sostenutezza, Grossolana 7/10 per la rudezza; Disordinata 5/10 per dare a intendere che è originale. Animosità legittima. Mantiene il rigo 8/10 per la fermezza; Filiforme 8/10 per la delicatezza di sentimento; Sinuosa 7/10 per la penetrazione psicologica; Larga tra parole 6/10 per il ragionamento; Angoli A 6/10 per la reazione; Angoli B 6/10 per la conferma della reazione. Tendenza a mantenersi nella dignità personale. Chiara 9/10 per la chiarezza; Larga tra parole 8/10 per il ragionamento; Larga di lettere 8/10 per la profondità; Nitida 7/10 per la limpidezza del carattere; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità. 540
Carattere fedele se l'altra parte è fedele. Filiforme 8/10 per la sensibilità; Profusa 7/10 per la spontaneità del sacrificio; scarsa Ponderata per mancanza di riflessione e per tendenza a sfociamenti passionali; mancanza di Calma per l'inconsiderazione; Fluida 9/10 per la spontaneità. Tutto questo da sfociamento di passione se c'è l'incitazione data da indignazione. Vendetta cinica. Disuguale metodicamente 8/10 per l'originalità; Scattante 7/10 per l'impetuosità; Ascendente 5/10 per la presunzione; Parca 9/10 per il pensiero e il sentimento scultoreo; Recisa 8/10 per la decisione indeclinabile, Austera 7/10 per l'austerità di pensiero e di esecuzione. Abilità per convincere. Fluida 8/10 per la naturalezza e la prontezza della parola; Pendente 7/10 per la tendenza a piegarsi; Sinuosa 7/10 per la penetrazione dell'animo altrui; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità. Vendetta raffinata. Angoli A 7/10 per la vendetta; Filiforme 7/10 per la delicatezza di sentimento; Fine per la raffinatezza. Siccome il sentimento è di vendetta, porta alla vendetta raffinata. Temperamento artistico per «stella di cinematografo». Angoli A 9/10 per la permalosità che spinge il soggetto a essere singolare; Angoli B 9/10 per non spuntarsi dalla propria idea; Intozzata 1° modo 8/10 per l'autoindipendenza; Stretta di lettere e Stretta tra lettere che si riversano su Acuta 8/10 per accentuare il significato dell'angolo A; Dritta 9/10 per la sostenutezza e per distinguersi; Fluida 9/10 per l'abilità allo scilinguagnolo. Tendenza a distinguersi per assennatezza. Titubante da Ponderata 7/10 per non dire cose fuori di proposito; Accurata senza studio 7/10 per la distinzione della parola e del tratto; Parca 7/10 per la tendenza a dire quello che è necessario; Aste rette e Aste in avanti 5/10 per bilanciare l'inflessibilità e la remissività. Tendenza all'agitazione interna. Scattante 8/10 per l'impetuosità; Spadiforme tra lettere 7/10 per l'alternarsi dell'esaltazione e dell'affievolimento; Larga tra parole 7/10 per il ragionamento. Il ragionamento con i segni sopra da tale tendenza. Spontaneità e libertà senza liberticidio. Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza di carattere; Fluida 9/10 per la spontaneità; Larga tra parole 9/10 per la critica e l'autoipercritica. Tendenza a cogliere il lato ridicolo delle cose e delle persone. Larga tra parole 9/10 sproporzionata alla Larghezza di lettere, per l'esagerazione della critica cioè per esagerare quello che trova; Filiforme 8/10 per la finezza, della ricerca; Minuta 6/10 per la raffinatezza del giudizio; Sinuosa 7/10 per la penetrazione psicologica. Tendenza a simpatie e antipatie. Filiforme 7/10 per la sensibilità; Larga tra parole 8/10 per la critica di sceverazione; molto Pendente o Rovesciata, per i due segni sopraddetti, danno la stranezza della scelta; Aste indietro 5/10 per la repulsione (antipatia); Fluida 7/10 congiunto con gli altri sopra.
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Eccessività di simpatia e antipatia. Staccata (presenza) per l'analisi; Contorta 5/10 e Rovesciata per il controllo e per la stranezza; Intozzata 2° modo per l'impressionabilità. Questi tipi hanno eccessività affettiva e possono arrivare, di conseguenza, all'odio. Non stanno nel giusto mezzo. Tendenza a voler essere corrisposti in pieno nell'affetto. Dritta 8/10 per la sostenutezza, Filiforme per la sensibilità, Parca 8-9/10 per non concedere eccezioni. Tendenza al beniaminismo. Apertura a capo delle o e delle a per l'intenerimento sessuale; Aste rette 6/10 per l'inflessibilità per contraddire la tendenza a cedere; Mantiene il rigo 8/10 per la fermezza. Beniaminismo non è altro che la cessione all'intenerimento sessuale contraddetta. Preoccupazione di fare bene le cose. Larga di lettere 7/10 per la profondità intellettiva; Curva 6/10 per lo spirito altruistico; Stentata 7/10 per l'esame e il riesame delle cose; senza Ricci per togliere qualunque spreco. Tendenza a ingannare per il proprio intendimento. Ascendente-Discendente per la necessaria amoralità; Acuta 7/10 per la facoltà dell'inganno; Stretta di lettere, Stretta tra lettere e Stretta tra parole per la grettezza del carattere; Pendente 7/10 per far vedere di possedere un'affettività che non ha o che tiri al proprio intendimento. Tendenza a non avere costrizioni. Fluida 8/10 per la spontaneità e la naturalezza delle cose; Attaccata 8/10 per la continuità; Accurata senza studio 7/10 per la nobiltà dell'animo; Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio. Carattere non malleabile. Triplice strettezza accentuata per poca intelligenza e poco ragionamento e avarizia di giudizio; Accurata con studiosità 8/10 per la precisione esterna che la induce a criticare quelli che non l'hanno; Accurata 8/10 per la contraddizione; Pendente 7/10 per l'apparente affettività. Padronanza dei propri sentimenti. Questa combinazione ha luogo anche quando il soggetto abbia gli sfociamenti più vari delle proprie passioni; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza; Accurata 8/10 per la precisione; Levigata 7/10 per lo spirito di non essere menomato; Acuta 7/10 per lo spirito scaltrito; un che di Solenne per la sostenutezza. Questa combinazione da luogo, nel soggetto, a una specie di freddezza apparente che l'aiuta a mantenersi nella padronanza di se stesso. Menefreghismo apparente e imposizione reale quand'è necessaria. Dritta 9/10 per la sostenutezza; Parca 9/10 per la spiccata laconicità; Chiara 9/10 per la chiarezza; Nitida 8/10 per la nitidezza; Accurata senza studio 8/10 con 8/10 di Fluida per l'oculatezza. Gelosia di vendetta. Non è vera gelosia, ma è reazione per la lesione dei propri diritti. Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza; Aste rette 9/10 per l'inflessibilità; un che di Irta per l'ira accentuata; Accurata senza studiosità 8/10 per la sincerità non rude; Vezzosa grazia 4/10 per l'osservanza attiva e passiva delle convenienze, cioè vuole essere fatta segno anche delle convenienze sociali. Carattere in tutto cosciente. Disuguale metodicamente 7/10 per il pensiero e il sentimento originale; Larga di lettere 7/10 per la profondità del pensiero e del
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sentimento; Larga tra parole 8/10 per la tendenza a sdrucciolare nell'ipercritica. Questo sdrucciolamento si traduce in satira raffìnatissima per la presenza del segno Accurata senza studio; Mantiene il rigo 9/10 per la fermezza; Discendente 1/10 per un che di tendenza a mollare; Ponderata 9/10 per la riflessione che è presente in qualunque azione del soggetto. Limpidezza di carattere e timore di macularsi. Triplice larghezza equilibrata in grado superiore per l'equilibrio (basterebbe questo solo per definire l'enunciato); Accurata senza studio 8/10 per il sentimento della compitezza; Dritta 9/10 per la sostenutezza; senza ombra di Rovesciata per la nessuna stranezza; Filiforme 7/10 e Fine 7/10 per la delicatezza e la raffinatezza del sentimento; Parca 9/10 perché tende più ad ascoltare che a dire; Vezzosa grazia 8/10 per la tendenza a elevarsi a idealità. Dirittura morale con tendenza a esagerare piuttosto che a mollare. Aste rette 6/10, Aste indietro 3/10 per repulsione, Aste in avanti 1/10 per remissività; Dinamica 8/10 per il fervore dell'azione, fervore iniziale; Mantiene il rigo 9/10 per il fervore conclusionale; il Mantiene il rigo ha la particolarità di sembrare un proiettile; ciò da la dirittura morale e non ha Discendente né Ascendente; Intozzata 1° modo 7/10 per l'autoformazione educativa, qualche cenno di Intozzata 2° modo per la disposizione a impressionarsi e a temere di mollare. Preoccupazione di essere criticata. Angoli A 6/10 per la permalosità; Accurata 6/10 per timore di non essere compita; Vezzosa grazia. 5/10 per attirare il favore altrui; Sinuosa 6/10 per leggere i sentimenti altrui; Intozzata 2° modo 3/10 per l'impressionabilità. Preoccupazione di non riuscire che non ha motivo di esistere. Minuta 6/10 per la raffinatezza del pensiero; Titubante 7/10 per il dubbio di non fare bene: tutto ciò per la preoccupazione. Per ciò che non ha motivo di esistere: equilibrio tra la Triplice larghezza in grado superiore per l'equilibrio intellettivo e del sentimento; Ponderata 7/10 per la riflessione e Calma 7/10 per escludere gli entusiasmi inutili. Capace di una candidezza sublime, cioè voluta. Triplice larghezza equilibrata in grado superiore con tendenza a maggior grado di Larghezza tra parole per un che di tendenza a critica esagerata, che tuttavia riversa soprattutto sopra se stessa perché c'è il segno Filiforme 8/10 per la sensibilità; Curva 6/10 per impedire di poggiare o adagiare la critica sugli altri; Disuguale metodicamente 7/10 per l'originalità; Staccata 7/10 per l'indagine che principalmente è introversiva per la quasi mancanza degli Angoli A e B; Parca 9/10 per non perdersi in cianciafruscole. Tendenza a tenere il piede in due staffe. Fluida 8/10 con Chiara 4/10 per affaccendamento; Pendente 8/10 per rendersi simpatica e interessare l'affettività altrui; Intozzata 1° modo 8/10 per avere la prevalenza; un po' Sciatta per accogliere tutte le circostanze. Tendenza a oltrepassare la misura. Larga di lettere 7/10 per la profondità; Spadiforme tra lettere diretto e inverso 4/10 per l'avvicendarsi del fanatismo e dell'affievolimento; Artritica 7/10 per l'incontentabilità.
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Carattere senza previdenza. Calibro sopra normale per la mancanza non solo della raffinatezza, ma della giustezza dell'osservazione; Sciatta 5/10 per la trascuratezza di riflettere; Ascendente-Discendente per la amoralità; Disordinata 4/10 per la mancanza di distinzione di ciò che deve essere tempestivo. Tendenza a qualunque passione a base di debolezza. Strettezza della Triplice larghezza per la mancanza di pensiero, di giudizio e di ragionamento; Discendente 8/10 per la debolezza; Aste in avanti 6/10 per la remissività. Tendenza a sentimento slavato. Lenta 6/10 per la lentezza; Curva 5/10 per l'altruismo neghittoso in quanto è congiunto a Lenta. Ne viene un sentimento assente. Tendenza a lusingarsi sognando. Stretta tra parole per la mancanza di ragionamento che non viene sostituito da intuito per mancanza di Disuguale metodicamente; tutto ciò congiunto con i Ricci della spavalderia 7/10 e con qualche Riccio della mitomania porta a lusingarsi. Tendenza a rendere tutto difficile. Stretta di lettere e Stretta tra lettere con 5/10 di Larghezza tra parole per sofisticare; Irta 7/10 per imbarazzare tutto e tutti; Stentata 6/10 per la difficoltà conclusiva. Tendenza all'influenzabilità passiva. Pochissima Larghezza tra parole per mancanza di ragionamento e di critica; Discendente 7/10 per la debolezza. Pretesa di avere capito pur non avendo capito. Strettezza di lettere e tra lettere, Larghezza tra parole 7/10 per la critica o tendenza alla critica; Chiara 7/10 per l'affaccendamento; Veloce 7/10 per la poca disposizione ad ascoltare. Tendenza a parlare a vanvera. Disordinata 7/10 per la mancanza delle norme della ponderazione; Scattante 6/10 per l'impetuosità; Sciatta 7/10 per la mancanza di freno normalizzante il pensiero. Negazione alla pratica. Accurata con studio 7/10, Levigata 7/10 per la mancanza di giudizio fattivo; Angoli A 7/10 per la tendenza a rivolgere a sé ogni attenzione; Stretta di lettere e Stretta tra parole per scarsezza di intelligenza e di ragionamento. Abilità per riprodurre gli atteggiamenti somatici degli altri (la voce, il gesto, lo sguardo, ecc.). Pendente 7/10 per assimilare e piegarsi in forme affettive; Stretta di lettere e Stretta tra lettere per limitazione di intelligenza; o Flessuosa 7/10 per la malleabilità o Accurata per la riproduzione; Filiforme 6/10 per la delicatezza del sentimento. Tendenza alla lepidezza grassa. Fluida 7/10 per la naturalezza; Pendente 7/10 per l'affettività; Vezzosa birichina 4/10 per la tendenza a provare gusto di ciò che esprime; Mantiene il rigo per la fermezza nell'ambiguità. Lepidezza elevata. Oltre i segni sopraddetti, deve avere Staccata con 4/10 e deve avere un che di Elegante per la tendenza alla prospettiva. Apertura a capo delle o e delle a 4/10 perché l'intenerimento sessuale è la fonte della lepidezza.
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Tendenza ad avvilirsi dinanzi alla bellezza morale altrui. Larga di lettere 7/10 per la profondità; Curva 5/10 per non trascendere in invidia; Angoli A non più di 5/10 per l'emulazione; Larga di lettere 5/10 per la giustezza del giudizio. Tendenza a difficoltà sulle soluzioni già fatte. Larga tra parole 7/10 per l'ipercritica; Irta con grado minimo indica difficoltà ma solubili, con grado alto indica difficoltà insolubili; Accartocciata 3/10 per l'egocentrismo; Contorta 3/10 (ma non è necessaria). Tendenza a non avere vero sentimento sociale. Grossa 7/10 per la ruvidezza; Dritta 9/10 per la mancanza di pieghevolezza verso gli altri; Stretta tra lettere per l'avarizia intellettiva e morale; Parca 8/10 per la laconicità di espressione. Tendenza a essere incosciente. Staccata oltre il massimo grado (quando le zampine delle m o delle n sono staccate e tutte le lettere sono staccate) per la mania di tutto analizzare; scarsa Larghezza tra parole per mancanza di ragionamento; Curva 5/10 per l'altruismo che tuttavia per la mania delle analisi si arresta. I Ricci dell'ammanieramento possono sostituire Curva e in parte anche Staccata. Tendenza a farsi vedere priva delle frivolezze femminili. Fluida studiata (siccome è studiata non ha più di 7/10; è una fluidità fìnta) per la spigliatezza; Larga tra parole non equilibrata con la Larghezza di lettere, quindi critica eccessiva; Disordinata nel mantenere il rigo per la moralità a scatti. Tendenza a non acquiescere, per l'incapacità di approfondire. Non poco scarsa Larghezza tra parole che contrasta con la forma in certo modo fluida e con la Strettezza di lettere. Siccome non capisce, mentre crede di capire, si oppone alle cose altrui e non acquiesce. Ansia di tutto. Intozzata 2° modo 6/10 per l'impressionabilità; piuttosto Minuta per la tendenza alla raffinatezza dell'osservazione; Staccata 8/10 per la troppa analisi. Tendenza a non avere alcuna preoccupazione. Lenta 7/10 per il menefreghismo incosciente; Aste in avanti 9/10 per la remissività incosciente. Tendenza al gusto che le proprie conclusioni siano accettate. Slanciata 7/10 per l'espansività; Mantiene il rigo 8/10 per la fermezza di imposizione; Fluida 11 10 per la spigliatezza; Intozzata 1° modo 7/10 per il vanto dell'imposizione. Tendenza all'insincerità per abitudine. Ricci del nascondimento 7/10 per nascondere il proprio Io; Dritta 9/10 per sostenutezza; qualche Riccio ardito e di spavalderia per la spavalderia. Preoccupazione di mettere nella vera luce un fatto o un'azione. Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio; tende forte al ragionamento perché la Triplice larghezza deve essere superiore; Filiforme 7/10 per la delicatezza della contraddizione; Curva 6/10 per il sentimento altruistico; Sinuosa 7/10 per la penetrazione. Tendenza a sbrigarsi senza aver capito la questione e accusare gli altri per non averla capita. Veloce 8/10 per sbrigarsi; Impaziente 8/10 per accentuare Veloce; Oscura 5/10 per l'oscurità di pensiero; Ascendente 6/10 per la presunzione; Arruffata per la mancanza di nitidezza.
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Tendenza alla riconoscenza con regali senza farsi notare e senza vantarsi. Sinuosa 7/10 per la penetrazione dell'animo; Larga tra lettere 6/10 per la considerazione; Fluida 7-8/10 per la disinvoltura. Carattere incontentabile tanto nei riguardi di sé come nei riguardi degli altri. Irta 7/10 e Acuta 7/10 per trovare sempre da dire; Aste rette 7/10 per la rigidezza dell'inflessibilità; Stretta tra lettere (e tanto più se anche di lettere) per la mancanza di generosità. Tendenza alla semplicità. Triplice larghezza equilibrata per l'equilibrio; Sinuosa 6/10 per la difesa degli assalti altrui; Parca 7/10 per non sprecare; non ci deve essere rigidità. La semplicità esclude tutto ciò che è superfluo, tutto ciò che è mancante. E la definizione delle cose. La semplicità porta alla serenità. Tendenza a vedere tutto nero e di conseguenza tendenza alla melanconia. Parca 8/10 per la mancanza di socialità; Aste rette 7/10 per non piegarsi; Mantiene il rigo con un che di Ascendente per la fermezza irremovibile; Angoli A e B sopra 15/10 per le esigenze dell'egoismo. Tutto ciò porta al diletto di vedere nero e tormentare se stessi. Nell'estremo può portare al suicidio. Tendenza a essere lagnosi. Aste in avanti 7/10 per la remissività eccessiva; Pendente 7/10 per l'affettività di abbandono (la lagnanza è una scusa dell'abbandono). Tendenza ad avere delle pretese. Rovesciata per l'irragioncvolezza affettiva che pretende dare e non dare, ecc.; Staccata 8/10 per l'analisi irragionevole tra il mio e il tuo; Stretta tra parole per la mancanza di ragionamento. Precauzione fondata sul sospetto. Strettezza di lettere e tra lettere per la precauzione; Ricci che sono nel tempo stesso della mitomania o del soggettivismo, per il sospetto. Apprensione per troppa analisi. Staccata oltre il naturale (zampine delle m e delle n staccate) per l'analisi; Intozzata 2° modo per l'impressionabilità. Freddezza nelle relazioni intime tra i due sessi (da parte della donna specialmente). Non è Stentata ma non procede libera. Sembra che abbia timore di avanzare sul rigo. Tendenza a permalosità ma a rimproverarsi poi per questa permalosità. Disuguale metodicamente 7/10; non Dritta del tutto; Sinuosa 7/10; Larga di lettere 7/10 e Triplice larghezza equilibrata. Carattere che per tendenza non perdona. Dritta 9/10 per la mancanza di disposizione a piegarsi; Intozzata 1° modo 8/10 per l'indignazione suscitata dall'offesa al sentimento di indipendenza e di comando; Aste rette 7/10 per l'inflessibilità. Tendenza a non interessarsi dei fatti altrui. Larga di lettere 7/10 per la profondità; Slanciata 7/10 perché sbrigativo; senza Ricci perché deve mancare di contorni di socialità; Veloce 7/10 per non indugiare. 546
Tendenza a riso per intenerimento di cuore preso da amore. Lenta 6/10 per indugio; Curva 6/10 per la facilità a intenerirsi; Intozzata 2° modo 3/10 per impressionabilità; non Larga tra parole per mancanza di critica; Flaccida 5/10 perché si butta giù; Curva 5/10 per condiscendenza; non Aste rette e neppure Aste indietro, ma piuttosto Aste in avanti. Tendenza a non voler essere seccato e a voler essere lasciato in pace. Dinamica 7/10 per l'attaccamento alla sostanza delle cose; Veloce 7/10 per la negazione dell'indugio; senza Ricci. Tendenza a non accontentarsi mai della parte economica e di tutto. Rovesciata per la stranezza; Filiforme 7/10 per la sensibilità; Larga tra parole 7/10 per ipercritica. Tendenza alla chiacchiera per chiacchierare. Fluida 8/10 per la spigliatezza e prontezza di parola; Accurata spontaneamente 6/10 per la leggerezza; Vezzosa civetteria 7/10 per non rendersi conto della responsabilità delle parole. Tendenza all'ipercritica sulle cose altrui e sulle proprie. Esagerata Larghezza tra parole e piccola 7/10; Disuguale metodicamente 7/10. Tendenza all'ipercritica sulle cose altrui e a essere entusiasta delle proprie. Esagerata Larghezza tra parole per la critica; Alta 7/10 per la prosopopea di superiorità; Uguale per mancanza di originalità. Tendenza a non restare indifferenti per alcuna cosa. Dipende dal preoccuparsi e dalla tendenza all'osservazione. Malleabile per riflessione. Curva 6/10 per la malleabilità; Larga di lettere 7/10 per la comprensione; Larga tra parole 5/10 per la riflessione. Tendenza a diventare nervosi se disturbati nel lavoro. Dinamica 7-8/10 per il fervore nel lavoro; Slanciata 7/10 per l'avvedutezza; un che di arruffamento perché il soggetto si imbroglia e diventa nervoso. Tendenza all'orgoglio erotico. Pendente 5/10 per l'affettività tanto attiva che passiva; Accurata spigliata 5/10 per la vanità di comparire; Filiforme 7/10 e Fine 5/10 per la sensibilità; Angoli A 6/10 per il risentimento. Tanto più se si aggiunge Levigata.
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4. ALCUNE QUALITÀ CHE SCATURISCONO DAL TEMPERAMENTO
1. IMPULSIVITÀ E RIFLESSIVITÀ Per poter formulare la causa grafologica di queste due specie, è necessario fare delle premesse. La percezione dei sensi è l'operazione prima e fondamentale della vita sensitiva; è dalla percezione che tutte le altre derivano, come conseguenze naturali. La tendenza dell'appetito che ci trae verso un oggetto o che ce ne allontana, il movimento locale che permette di avvicinarci all'oggetto o di fuggirlo, presuppongono evidentemente qualche conoscenza dell'oggetto stesso, secondo il celebre aforisma: «Ignoti nulla cupido». Ora, fra tutti gli oggetti corporei che possono cadere sotto i nostri sensi, alcuni sono esterni e a noi estranei, e non ne possiamo conoscere l'esistenza che con un atto di percezione esterna; altri sono propri della nostra persona, e sono i nostri organi animati con le loro operazioni interne (sforzi muscolari, immagini, desideri, ecc.) e i loro stati affettivi, piacevoli o sgradevoli: questi veniamo a conoscerli con un atto di percezione interna o di senso intimo, che talvolta si chiama anche coscienza sensitiva, per distinguerla dalla coscienza intellettiva, per mezzo della quale l'anima spirituale si ripiega su se stessa con un processo inorganico differentissimo da quello della coscienza sensitiva [...]. Questa distinzione non solo non è arbitraria, ma è invece l'espressione rigorosa dei fatti osservati. 1) L'analisi anatomica e fisiologica ci mostra che gli organi periferici dei sensi esterni sono del tutto differenti, per la loro struttura e la loro situazione, dagli organi dei sensi interni; dal che noi possiamo concludere sulla diversità delle loro funzioni. 2) I fatti del548
la coscienza ci attestano esistere una differenza radicale tra la percezione dell'Io e quella del non Io [...]. Il confondere la percezione esterna con una percezione interna, è un voler dunque negare l'evidenza, che distingue chiaramente gli stati dell'oggetto da quelli del soggetto, l'Io e il non Io [...] (Albert FARGES, II cervello, l'anima e le facoltà. Parte II: Percezione esterna e interna). Il Farges ne disputa lungamente per rigettare le teorie degli ultraspiritualisti e dei materialisti. Ciò che preme a noi qui è di far intendere che la percezione esterna è una sensazione incosciente. Riportiamo le parole del Farges che provano tanto bene questo assunto, e ci si perdoni questa lungaggine: essa ci è necessaria per comprendere tutto il complesso di quel che noi vogliamo concludere. Noi conveniamo che le sensazioni interne, quali il dolore e il piacere, sono necessariamente più o meno coscienti e che un dolore o un piacere totalmente incoscienti non sarebbero più né un dolore, né un piacere, nel senso in cui l'intendiamo noi. Ma noi riteniamo che tutte le nostre sensazioni non implichino la percezione dell'Io, e che vedere, udire, toccare siano vere percezioni esterne, sebbene incomplete senza la coscienza che si ha, che vediamo, che udiamo, che tocchiamo. La percezione dell'oggetto sentito non implica necessariamente la percezione dell'oggetto che sente, salvo per la percezione del senso intimo, in cui il soggetto e l'oggetto sono identici [...] (FARGES, Le.: Sensazioni incoscienti). Dobbiamo aggiungere che questa distinzione non solo è possibile e verosimile, ma è reale: infatti si può constatare per mezzo delle variazioni indipendenti dalle due funzioni. Se la coscienza fosse l'essenza della sensazione esterna, la perfezione di queste sensazioni sarebbe sempre in proporzione diretta del grado di coscienza. Ora ciò non è, e parrebbe che accada piuttosto l'opposto. Se il musico esagera l'attenzione che deve prestare alla lettura del pezzo musicale che ha sotto gli occhi e alla direzione dei movimenti delle dita, mette in pericolo l'esecuzione, invece di assicurarla [...] (FARGES, Le.: Esistenza). Le percezioni esterne, dunque, non sono altro che sensazioni incoscienti. Ora, entrando direttamente nella nostra materia, noi facciamo osservare che l'impulsivo si fa trasportare dalla percezione esterna, cioè dalla sensazione incosciente, almeno nel primo scatto della percezione, e non permette alla percezione interna nemmeno di affacciarsi alla fìne-
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stra, per modo di dire, dell'anima sensitiva e molto meno dell'anima intellettiva o della facoltà intellettiva. La percezione esterna suscita nell'impulsivo lo scatto, ed egli si fa trasportare dallo scatto finché lo scatto mostra la forza sua, simile a un proiettile che sia lanciato da un fucile o da un cannone. Il riflessivo, invece, ferma o tende a fermare ciascun atto incosciente per farlo passare sotto il controllo del senso interno e della ragione. Il proiettile di un fucile o di un cannone ci rappresenta bene gli impulsivi, poiché come il proiettile non cessa di forare l'aria finché dura in lui la forza prima ricevuta nell'uscite dalla canna del fucile o del cannone, così l'impulsivo agisce sotto l'impulso primo, avuto dalla percezione esterna o sensazione incosciente. Il riflessivo potremmo raffigurarlo a una lumaca (ci si perdoni il paragone, ma mi pare che quadri a cappello) che, nel procedere, manda avanti le due piccole corna con le quali riceve la percezione esterna, la quale produce nella lumaca la percezione interna poiché, se non trova inciampi, passa oltre; se, per contrario, trova qualche ostacolo, o devia oppure si ritira nel suo guscio. La percezione interna o sensazione cosciente è quella che la dirige in tutte le due azioni; la sensazione cosciente si può dire che fa tanti atti, nella lumaca, di locomozione, quanti ne fa la sensazione incosciente. Dagli impulsivi per andare ai riflessivi dobbiamo salire una scala di parecchi gradini, poiché sono tante le specie intermedie. Potremmo dividere gli impulsivi in ordinati e disordinati. I riflessivi poi potremmo dividerli in riflessivi semplici e in riflessivi analitici. Queste divisioni ci vengono presentate dalla grafologia. Nessuno ci potrà negare (per chiarire meglio quanto vogliamo affermare) che gli impulsivi, generalmente parlando, si fanno trascinare dalla percezione esterna o sensazione incosciente; i riflessivi, invece, ordinariamente, chiamano la percezione interna e la ragione al controllo. La percezione interna e la coscienza intellettiva in atto non sono che un esame, una constatazione di ciò che ha prodotto nel soggetto la percezione esterna. La percezione interna e la coscienza intellettiva in atto sono una rottura della percezione esterna, abbia questa esaurita la sua forza o non l'abbia esaurita. E l'esame che subentra per vedere che cosa abbia prodotto nel soggetto la percezione esterna, cioè la sensazione incosciente. L'impulsivo non sa permettere alla percezione interna e alla coscienza intellettiva di prendere la bilancia, ciò vuoi dire che l'impulsivo è incapace, finché dura la forza della percezione esterna, di scendere all'esame della coscienza. 550
Su tutto questo io credo che non possa aver luogo la discussione. Per questo ci siamo dilungati affinchè non possano sorgere dubbi o malintesi. Ora, però, noi dovremmo dimostrare che la scrittura degli impulsivi è una scrittura incosciente e la scrittura dei riflessivi è una scrittura cosciente. La terminologia di scrittura cosciente e incosciente, invero, è un po' strana, ma non è lontana dalla verità, secondo l'esigenza del nostro assunto. . Per poterci spiegare, riferiamoci al concetto di coscienza e di incoscienza. Coscienza, per se stessa, indica controllo, o con il far piegare l'essere spirituale sopra se stesso o con il far sì che la prima cellula nervosa dell'essere sensitivo, che è in rapporto con il mondo esterno, debba essere unita a una cellula centrale che sia in rapporto con essa e che in filosofìa si chiama «Organo centrale comune». Dunque la scrittura cosciente sarà quella che è passata per questo vaglio dell'organo centrale comune, riferendoci alla parte sensitiva della quale si deve qui tenere maggior conto, in quanto il controllo cui è sottoposta la scrittura cosciente è più materiale che spirituale, tanto più che si pone sotto controllo la materialità della scrittura. La scrittura incosciente sarà quella che non passa per questo vaglio. La scrittura cosciente, dunque, è del riflessivo; la scrittura incosciente è dell'impulsivo. Q Le scritture incoscienti. — E quali sono mai le scritture incoscienti? Abbiamo diviso gli impulsivi in impulsivi senza remora, in impulsivi a salti; e questi e quelli in impulsivi ordinati e in impulsivi disordinati. Così le scritture incoscienti hanno la stessa divisione. Le scritture incoscienti senza remora sono quelle che presentano l'impulsività tanto nella sostanza della forma grafologica della scrittura, quanto nelle accidentalità. La sostanza viene rappresentata dalle parole e dalle lettere; le accidentalità vengono rappresentate dagli aggiunti di queste parole e di queste lettere, senza i quali le parole e le lettere potrebbero restare benissimo nella loro integrità. Queste accidentalità sono principalmente i filetti finali, i quali per se stessi sono accidentalità, in quanto una scrittura può esserne priva, e sono accidentalità nelle loro modalità. Dato che essi vi siano, qui si considerano le loro modalità. Una scrittura dunque è incosciente senza remora, o nella sua totalità, quando ha le parole e le lettere impulsive e ha i filetti finali impulsivi (vedi la fig. 378). 551
Fig. 378
Secondo la forma della scrittura dovrebbero non esserci i puntini sulle i, e perciò si consideri questa scrittura come se ne fosse priva. Si osservi bene che questa scrittura nelle lettere e nelle parole rassomiglia proprio a un proiettile che fora l'aria finché ha forza, poiché in ogni parola voi trovate che la penna non osa staccare le lettere quasi per timore di non potere arrestare la furia che informa la mano nello stendere le parole. I filetti finali poi sono tratti in un modo veramente impulsivo: è inutile discuterne. Ora, osservata bene questa scrittura e considerate le osservazioni che noi proponiamo alla mente dello studioso, è mai possibile non vedere in questa scrittura lo scatto dell'impulsivo senza remora? E che cosa è mai l'impulsivo senza remora se non colui che si fa trasportare completamente dalla sensazione incosciente, dalla percezione esterna come noi l'abbiamo sopra chiamata? Non si vede bene qui che i nervi eccitano talmente i muscoli da non lasciar campo libero alla sensazione cosciente e molto meno alla coscienza intellettiva?
Q Impulsivi a salti. - Gli impulsivi a salti sono quelli che hanno l'impulsività o soltanto nelle lettere e nelle parole, oppure soltanto nei filetti finali. Esempio dell'impulsività solo nelle lettere e nelle parole. In questo esempio, abbiamo che anche l'impulsività data dalle parole e dalle lettere ha qualche arrestamento, poiché qualche volta manca la continuità, in quanto qualche parola è spezzata, cioè ha lettere staccate. Ciò, tuttavia, non impedisce che l'impulsività si manifesti nella sua potenza, perché in 552
compenso ha, questa scrittura, un che di contorsione la quale è, anzi, propria di un'impulsività accentuata, impulsività che, lasciato un oggetto, ne prende un altro quasi come di un combustibile che non può smettere mai di ardere. L'impulsività nei filetti finali può manifestarsi in diversi modi: a) con filetti allungati al di sopra della parola; b) in linea orizzontale al lato della lettera; e) in alto arditamente sì da sorpassare l'altezza delle lettere. Eccone gli esempi.
Fig. 379
Fig. 380
Che queste diverse specie di Ricci manifestano impulsività e quindi percezione esterna, sensazione incosciente senza facoltà di percezione interna, ciò appare a prima vista. 553
E piuttosto il significato di questi Ricci, cioè il significato della loro impulsività, che noi dobbiamo esaminare psicologicamente. La modalità a) noi la chiamiamo la modalità che indica spavalderia. Ora la spavalderia ha in sé un che di incoscienza, perché la spavalderia si scosta dall'assennatezza, la quale è propria della persona che si dice cosciente. Lo spavaldo, se si pensa bene al suo modo di agire e ai suoi movimenti, si vedrà che i suoi movimenti hanno la forma e l'andatura del riccio riportato circa la modalità a). La modalità b), riguardando il suo significato grafologico (significa che dove dev'essere la ragione o la critica oggettiva, ivi si getta il soggetto per imporsi), sembrerebbe contraria all'impulsività e alla incoscienza, poiché l'oggetto, qui, eccita il soggetto a porsi dove dovrebbe essere l'oggetto. Ma se si considera bene non è il soggetto quale viene fuori dalla coscienza sensitiva o intellettuale quello che viene imposto, ma un soggetto fantastico, formato dall'incoscienza. Viene a essere come la veste o la direzione della sensazione incosciente e non affatto una nuova sensazione. La modalità e), finalmente, è quella che più delle altre tenta di uscire dalla cerchia dell'impulsività o dell'incoscienza, perché questa specie di riccio o filetto finale significa, in grafologia, fissazione di idee. Infatti l'allucinato, il fissato, ha movimenti a guisa di ricci della modalità e). Ora fissazione di idee significa arrestamento e non affatto trazione all'impulsività. Prima di tutto qui si tratta dell'impulsività a salti. Poi, in secondo luogo, qui si ha un arrestamento, ma un arrestamento nell'incoscienza; quindi, potrei dire, una fissazione nell'impulsività.
O Impulsivi ordinati. — Secondo la divisione che abbiamo dato sopra, abbiamo gli impulsivi ordinati e disordinati. Gli ordinati con l'impulsività soltanto nelle parole e nelle lettere, che hanno la scrittura con Disuguaglianza metodica, cioè con le lettere e le parole che hanno un che di disuguaglianza, ma che questa disuguaglianza ha un che di metodo, ripetendosi, per modo di dire, sì da fare un insieme di scrittura che soddisfi l'occhio. Gli ordinati con l'impulsività soltanto nei filetti finali sono quelli che presentano una scrittura Uguale, cioè con una pendenza ordinata in tutte le lettere, con un'altezza e lontananza pressappoco uguale delle lettere. 554
In questi ordinati, come appare chiaro, l'impulsività viene molto affievolita dall'ordine. L'ordine è come un esposto della coscienza. Qui ci basti fare questa osservazione, poiché il fare altre conclusioni non appartiene a questo capitolo. O Impulsivi disordinati. — Gli impulsivi disordinati, con l'impulsività soltanto nelle parole e nelle lettere, sono quelli che hanno una scrittura con disuguaglianza non metodica che vai quanto dire disordinata: disordinata nel procedere sulla riga, disordinata nella distesa delle aste, ecc. Essa indica, come è chiaro, dopo l'esposizione fatta, incoscienza e disordine, perciò incoscienza irreparabile (eccone l'esempio a fig. 381).
Fig. 381
In questa scrittura voi trovate l'incoscienza e per impulsività e anche per una certa beatitudine personale. Ciò secondo le impellenze esterne, perché è una scrittura che rappresenta proprio l'incosciente o, meglio, colui che si fa trasportare dalla percezione esterna. Gli impulsivi disordinati che hanno l'impulsività nei filetti finali sono quelli che presentano una scrittura con filetti finali che ora sono fatti in un modo ora in un altro, ma sempre disordinatamente e non in un modo metodico. La cosa è facile a intendersi, e quale esempio si può prendere quello della fig. 381. Questi impulsivi disordinati, tenendo sempre la modalità del significato della loro forma grafologica, sono coloro che si dicono volubili, facendosi sempre trasportare dall'incoscienza.
O Le scritture coscienti. — Le scritture coscienti sono quelle dei riflessivi. Tra parentesi diciamo che non vogliamo noi porre il riflessivo, tanto nella parte intellettiva come nella parte morale, sopra colui che noi abbiamo chiamato impulsivo o incosciente: qui vogliamo dare noi il pro555
cesso della percezione degli uni e degli altri. Tratteremo poi del valore dell'una e dell'altra percezione. Abbiamo detto sopra che si possono dare riflessivi semplici e riflessivi analitici. Q Riflessivi semplici. - I riflessivi semplici hanno una scrittura tutta unita, Accurata, e molto più sono riflessivi se l'hanno Levigata. L'esempio a (vedi la fìg. 382) è di scrittura Accurata; l'esempio b è di scrittura Levigata.
Fig. 382
Che cosa pretendiamo noi di affermare con il dare queste scritture? Vogliamo forse noi dire che i riflessivi, dei quali la scrittura è Accurata e qualche volta Levigata, non abbiano la percezione esterna, cioè sensazioni incoscienti, ma che abbiano coscienza delle proprie operazioni e dei loro stati soggettivi di piacere e di dolore? Noi non pretendiamo di asserire tutto questo. Intendiamo di asserire che se gli impulsivi tendono a farsi trasportare dalla percezione esterna, i riflessivi, invece, tendono a scendere al consulto delle loro sensazioni incoscienti. La scrittura Accurata è l'indice della tendenza semplice di tale consulto, la Levigata è l'indice della tendenza semplice ma più accentuata. Prego di tenere dietro alle nostre osservazioni. Che cosa è mai l'accuratezza nella scrittura se non quella tendenza alla meticolosità in tutto, a voler tutto vagliare, a voler tutto osservare e nella sostanza delle cose e nelle accidentalità delle medesime; anzi, che cosa è mai se non quella tendenza a voler prima esaminare le accidentalità e poi la sostanza, sotto la sicurezza che, tenute d'occhio le accidentalità, la sostanza certo non se la svignerebbe dall'occhio dello scrutatore di questa specie? Come quel negoziante cui si cercava di togliere da una fattura i centesimi, disse: prima voglio riscuotere i centesimi e poi le lire. Non vedete, osservando voi la scrittura Accurata e molto più la Levigata, che vi sembra di vedere l'autore di esse accomodare il braccio accuratamente sul tavolo, stringere pedantemente la penna tra l'indice e il 556
medio e tentare, prima di scrivere, lo spazio sopra la carta? Non viene forse con tutti quegli atti messo in esercizio il sistema cellulare centrale o sistema nervoso centrale, il quale non è solamente «un'eco cosciente di tutte le sensazioni esterne, che egli accentra e paragona, ma è anche l'organo diretto di tutte le sensazioni interne [...]»? (FARGES, Le.: Organo centrale comune). Ora se è tanta la percezione interna, prima ancora di agire, che cosa non dovrà affaticarsi la coscienza sia sensitiva come intellettiva nel corso dell'azione? Perché questo modo di agire nello scrivere è, in tali persone, abituale per tutte le loro azioni: basta esaminarle.
Q Riflessivi analitici. — II riflessivo semplice non è così accentuato nella riflessione come l'analitico, poiché l'analisi, per se stessa, va più ai particolari. La scrittura del riflessivo analitico è quella che non solo è, per lo meno, Accurata, ma di più ancora Staccata, cioè non solo le parole sono distanti una dall'altra, ma le lettere di una stessa parola sono le une staccate dalle altre (eccone l'esempio a fig. 383).
Fig. 383
A me sembra che questa nostra asserzione grafologica non abbia bisogno di essere delucidata, poiché è chiarissima. Tuttavia cerchiamo di aprire il nostro pensiero: Che cos'è l'analisi? L'analisi è il contrario della sintesi. Che cos'è la sintesi. La sintesi consiste nel distillare, sarei per dire, una data verità, tirarne fuori l'essenza e proporla alla luce. «Ricomposizione di idee - ci dice il vocabolario - in^modo da dare un tutto unito e distinto». E che cos'è dunque l'analisi? È la scomposizione di un tutto nelle sue parti, nei suoi elementi, per studiarli particolarmente. Coloro che hanno tendenza all'analisi la manifestano in tutte le loro operazioni, perché l'uomo non può fare a meno di informare tutte 557
le sue azioni delle sue tendenze sortite da natura. E non vedete voi, nell'esempio proposto, come tutto sia diviso, come le parti di una parola siano tutte staccate, quasi obbligate a mostrare partitamente la loro natura? Ora, se individui di questa specie sono portati da natura a tutto analizzare, volete che non facciano ciò proprio quando si tratta delle loro percezioni? Anzi lo faranno allora a maggior forza, quasi sempre con il timore di essere tratti in inganno, perché hanno più timore di cadere in inganno coloro che tendono all'analisi che coloro che tendono alla sintesi. Si interroghi la psicologia.
2. CORAGGIO II coraggio, come tosto vedremo, è opposto alla viltà: si danno diverse specie di coraggio e si danno corrispondenti specie di viltà. L'audacia è contraria alla paura, e, benché non sempre la paura sia una conseguenza della mancata audacia, l'audacia tuttavia può saltare alla paura; il coraggio, invece, non diventerà mai paura, ma diventerà viltà. La paura può prendere l'audacia, acciuffarla, ma non può prendere il coraggio, nonostante il suo continuo martellare, per demolirlo. La viltà può prendere la forma di paura, ma paura non sarà mai propriamente detta, in quanto la paura non è la conseguenza del mancato coraggio. La sfacciataggine è una modalità dell'audacia; essa è, più che altro, una modalità dell'audacia morale femminile. La si distingue dall'audacia perché essa, di fronte al coraggio indomito, facilmente va più in là della paura e diventa disperazione; e anche perché è una modalità dell'audacia che colma la tazza del disgusto e dell'indignazione. La verecondia, finalmente, è come la sposa del coraggio, sì da fare una cosa medesima con esso, pure restandone distinta. Essa rassomiglia ai crepuscoli della sera, quando il sole è tramontato. Il sole tramontato è il coraggio, i crepuscoli detti rappresentano la verecondia. Tutti questi concetti si chiariranno in appresso. Noi qui intendiamo di trattarne partitamente cercando, prima, di entrare nei segreti della psicologia e della fisiologia e poi, di conseguenza, nei segreti della grafologia. Che cos'è il coraggio? «Il coraggio — risponde Charles Richet (L'intelligence et l'homme, p. 361) -, nella sua forma più semplice, è il disprezzo della morte». 558
Questa definizione non può soddisfare, perché il coraggio è qualche cosa di più del disprezzo della morte, come vedremo. Forse Richet ha preso questa definizione dal dilemma di Lucrezio, che allo stesso Richet sembra irrefutabile. Non riportiamo il dilemma di Lucrezio, perché è un dilemma in teoria, ma non certamente in pratica, come poi, implicitamente, Richet stesso viene a riconoscere. Che cos'è, dunque, il coraggio preso in se stesso e nella sua forma generale? Il coraggio, quale noi lo vediamo, consiste nel mantenere il proprio Io nella sua integrità e dignità, cioè consiste nel mantenere il proprio Io sul trono del dovere. Questo è il vero coraggio che tutto abbraccia e che nessun principio morale potrà giammai censurare. Questo coraggio imporrà persine all'Io di sacrificare se stesso per mantenersi nel dovere: prima vi è il dovere, poi vi è l'Io, di modo che l'Io deve cedere al dovere e così solo potrà mantenersi nella propria integrità e nella propria dignità, pur maciullandosi per il dovere. E vero che l'amor proprio e la generosità di cuore possono ispirare il coraggio; tuttavia, se si scostano dal dovere, non sono più coraggio, ma prendono un altro nome: prendono il nome di viltà, la quale ha tante facce quante sono, mi si perdoni l'esagerazione, le teste umane. Se si considera attentamente, coraggio pratico e dovere si richiedono a vicenda, di modo che le mancanze al dovere sono anche mancanze di coraggio.
O Specie diverse del coraggio. - Da ciò, come bene ragiona Paul Souriau (L'entrainement au courage, p. 18), il coraggio cattivo, come ad esempio il coraggio che scaturisce dalla collera, non si può chiamare coraggio. Prima di interrogare la fisiologia, dobbiamo dire che vi sono due specie generali di coraggio: il coraggio fisico e il coraggio morale. Il primo supera la morte materiale, è dell'eroe sul campo di battaglia o simili; il secondo supera la morte morale ed è proprio dei lottatori del bene, della fede e della virtù. Ambedue queste specie di coraggio hanno tre sottospecie, quali le riporta sempre Richet (o.e.). Si danno dei coraggiosi: 1. che non credono al pericolo; essi si immaginano che la morte (materiale o morale o sociale) non li possa colpire, quasi che fossero invulnerabili. Si badi, però che questa specie di coraggio può sdrucciolare nell'audacia; 559
2. che, pur credendo al pericolo, non ne fanno conto. Questo è un coraggio, così nudo e crudo, che non fa troppo onore alla dignità umana, la quale è costretta dal dovere a dare il giusto peso alle cose; 3. che sentono il pericolo, ma lo superano spinti da sentimenti superiori. Questi ultimi sono quelli che hanno il vero coraggio, perché ammettono in se stessi tutti gli elementi necessari a costituirlo. Tuttavia, per trattare grafologicamente del coraggio, cioè di coloro che hanno tendenza naturale al coraggio (poiché noi teniamo sempre di mira le tendenze sortite da natura), dobbiamo dire che, trattando del coraggio innato o che ha elementi tali da natura di esser coraggioso, le prime due specie rispondono più della terza alle esigenze grafologiche del coraggio. Coloro, in altri termini, che non credono al pericolo o che non ne tengono conto per tendenza naturale hanno i veri requisiti del coraggio grafologico. Debbono essi mettere la loro opera per porre le loro tendenze (ciò che è difficile per individui di tale specie) nella cerchia del dovere. Per spiegarci meglio, prendete un Icone, una tigre e un cane. Il leone si sente forte e non crede al pericolo neanche di fronte alla tigre. La tigre crede al pericolo di fronte al leone ma, ispirata dalla sua ferocia, sprezza il pericolo e si lancia contro il leone, pur presentendo istintivamente che dovrà morire. Il cane che fa la guardia alla casa del padrone assalita dai ladri che sanno il padrone assente, nonostante si senta fischiare attorno i proiettili di rivoltella, salta, addenta ora l'uno ora l'altro dei ladri e, finalmente, cade morto. Certo che il leone è il più coraggioso per natura, appunto perché forse si sente forte e ha tutta la ragione di non credere al pericolo. La tigre è coraggiosa per la sua ferocia, che la costringe a non tener conto del pericolo. Il cane è coraggioso per il dovere, per fedeltà al suo padrone, poiché, se quella casa non fosse del padrone suo, esso fuggirebbe dai ladri e i ladri non si curerebbero di lui. Per divenire coraggiosi come il cane, trattando dell'uomo, è necessaria almeno una certa educazione morale; mentre per esser coraggiosi come il leone o come la tigre, basta la sola natura. Se, tuttavia (per far vedere le esigenze della nostra grafologia) la natura stessa, in qualche modo, desse all'individuo la forza morale evoluta, come dall'educazione, allora colui che ne fosse munito avrebbe il coraggio più forte ancora di colui che non conosce il pericolo e di colui che non tiene conto del pericolo, perché avrebbe spiccato il senso del dovere dalla medesima natura. Che ci siano o no individui così fatti è questione che non ci interessa. 560
Q La lotta principale del coraggio. — II coraggio, facendo un passo avanti, richiede la lotta principale con se stessi. La situazione del coraggioso, nella lotta con la sua parte bestiale, è calma, perché è la parte bestiale che si ribella al coraggio. Èccone una descrizione significativa: è Souriau (o. e.) che tratta di se stesso nella terribile guerra mondiale: Cosa curiosa! Lungi dall'essere abbattuto, io mi sentivo, invece, in modo sorprendente sovraeccitato. Io ero giulivo in uno stato spiccato per limpidezza e perfetta libertà spirituale. Io vedevo me medesimo operare, assistevo, come quasi spettatore, a tutto ciò che avveniva in me e di me. Le mie impressioni mi sembravano belle e invidiabili, come fossero delle avventure. Mi ricordo ch'io consideravo, come un che di estraneo a me, la parte di buono ch'io facevo, la parte di un debole impegnato nella prova; io consideravo il mio Io militante e terrestre come se la parte immortale dell'anima mia fosse di già in una regione, dove non avrebbe potuto incappare più in alcuna cosa sinistra. Così avviene appunto in ogni lotta anche morale, anche spirituale, in cui il coraggio prenda l'impero. Ma in questo coraggio (per scrutarne tutta la sua possibilità e la sua natura) è necessario addentrarsi in parecchie cose di ordine fisiologico. O / nemici fisiologici del coraggio. — Prima di tutto dobbiamo considerare che i nostri organi ci forniscono una determinata energia, che i nostri muscoli hanno un'energia che si esaurisce. Fate l'esperimento di mettere in azione, in modo energico e continuo, un gruppo di muscoli, per esempio, con lo stringere il pugno a tutta forza [...], presto questo sforzo sarà per i muscoli doloroso a guisa di crampo. Ogni sforzo intenso, ripetuto a intervalli troppo brevi o troppo prolungati produce delle sensazioni di dolore al quale, poi, non si potrà facilmente resistere. I muscoli sono i primi nemici fisiologici del coraggio. Il secondo nemico è il cervello. Esso pure è organizzato ed è capace di resistere alla fatica da mane a sera, purché non lo si sforzi in modo eccessivo, perché allora ha i medesimi effetti dei muscoli spossati. Questo è il secondo nemico del coraggio (SouRiAU, o.e.: chap. Lafatigue muscolairé). Il coraggio, pertanto, deve fare in modo da non esaurire le sue potenze che sono necessarie per agire. Perciò già intravediamo che il coraggio richiede anche, per se stesso, una certa dose di prudenza e di assennatezza per misurare, alimentare le sue forze e per non abusare di esse. E necessario, inoltre, tenere conto del dolore, sia fisico che morale, il quale spesso ci coglie. Il dolore fisico è una sensazione che risponde a
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un'alterazione o lesione dell'organismo. Bisogna soffrirlo, il dolore fisico, per poterlo valutare. Noi siamo portati ad accrescere i nostri dolori e a diminuire quelli degli altri. Tuttavia bisogna fare questa confessione preziosa: la capacità di soffrire in un essere vivente, e specialmente ragionevole, è quasi illimitata. Il dolore fisico è un nemico del coraggio, ma esso è accompagnato da riflessi significanti, che tendono a eluderlo, a diminuirlo e a farlo persino cessare. , Fatevi comprimere le dita da una morsa stretta mediocremente e lasciate che il dolore cresca dallo stesso prolungamento dell'esperienza. Voi cominciate a sperimentare una sensazione penosa, che al principio riuscite a sopportare e vi apponete la vostra osservazione con curiosità; ma crescendo ognora il dolore, finite con il non poterne più [...]. Voi vi arresterete, voi stessi ritirerete la vostra mano. Se qualcuno vi costringesse a forza, voi ve ne svincolereste con una reazione brutale... (SouRiAU, o.e., chap. II: La souffrancephysique, pp. 40-41). Il grande dolore è ben altra cosa: Esso provoca una vera rivolta dell'organismo. Ci contorciamo, ci dibattiamo. Ciò apporta degli sforzi convulsivi, tumultuosi per scampare dai vincoli del male (Le.). Allora non si può fare a meno di gridare. Perché si grida? Tutti gli animali urlano sotto la stretta del dolore con un grido d'angoscia. Il grido non avviene quando l'animale è molto ammalato, ma, piuttosto, allorché incappa in un grande pericolo, in un caso di un repentino attacco, allorché cade fra gli artigli o i denti di un rivale, allorché lo si uccide; allora esplode con un grido acuto orribile, che arresta l'aggressore e può fargli lasciar la preda. Quel grido è un segno d'allarme, un appello al soccorso, un modo di dimandare grazia, una protesta sdegnosa contro la violenza... (Le.). Il dolore fisico, appare chiaro, è un nemico del coraggio, come era un nemico della fede nei martiri. Ma esso si può sopportare, si può superare anche se eccessivo, come ci insegna la storia degli stessi martiri del cristianesimo, benché aiutati e informati da forza soprannaturale. Noi non siamo qui obbligati a trattare degli altri modi di resistere al dolore, perché usciremmo di tema. Ci basti presentare il dolore fisico come un nemico del coraggio e che il coraggio può valere a sopportarlo e vincerlo. Ma, e il dolore morale? Non si pensi che il dolore morale sia indipendente dal nostro organismo. Ogni emozione penosa ci si dipinge nell'aspetto: segno certo di una modificazione organica. I dolori morali
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apportano veri perturbamenti fisiologici. Nel dolore morale, a differenza del fisico, entrano in azione elementi superiori dell'attività delle facoltà intellettive e volitive. Io voglio, per esempio, mostrare e comunicare e fare entrare nell'estimazione degli altri l'evoluzione dei miei studi grafologici. Tutte le mie fatiche, tosto che tento la cosa, sono considerate come una pazzia, una mostruosità, un'immoralità, un'indiscrezione scandalosa, una negazione della scienza... e via dicendo. Ebbene? Sono forse un semplice spettatore di tutte queste contrarietà che mi squarciano il cuore? No. Io sento che il mio interno si dibatte, che il mio cervello si ribella, che l'anima mia grida all'ingiustizia, che gli anni del mio studio indefesso si ergono a giudici della serietà delle mie conclusioni. Ma, acquistando un po' di sangue freddo ed esaminando le esigenze dei miei awersari, finisco con il costringere la mia semplicità ad accomodatisi. Io sento che il dolore che soffro mi fa sbarrare gli occhi sul principio, mi accelera il battito del cuore, mi prende il cuore, me lo trita e poi mi getta in una prostrazione profonda, più ancora che se un ferro acuminato, ficcatomi nelle arterie, mi avesse reso esangue. Ecco il terribile nemico del coraggio, nemico che tanti geni non hanno avuto la forza di superare e si sono scagliati contro l'imbecillità e la canaglieria congenita degli uomini, mentre avrebbero dovuto prendersela principalmente contro la propria debolezza e sventatezza, perché il dolore morale, quasi sempre, è un riparo, un risanamento della debolezza, della sventatezza passata e un preventivo dell'avvenire. Bisogna accettarlo, il dolore, come riparatore e come valletto e donzello che vede il pericolo, il danno e addita il perfetto. Q L'affetto: l'altro nemico del coraggio. — Questi, tuttavia, sono i nemici che portano con sé la repulsione. Quali sono quelli dell'attrazione? Il principale è quello dell'affetto illegittimo che il coraggio deve rigettare. È spesso un affetto nato da sé nel cuore, germogliato al calore di circostanze dolorose, irrigato di lacrime, coltivato dalla riconoscenza, accarezzato dalla simpatia che, furtiva, si è messa tra le pieghe recondite del cuore. Il coraggio ode la voce del dovere: «Rigetta tale affetto, scaccialo da te, calpestalo!». Il coraggio, ahimè!, a questa intimazione, è là che piange. Esso tutto ha affrontato nella vita umana; tante volte si è trovato a tu per tu con la morte. Nella lotta, riuscendo vincitore, ha visto il sole mandare più vividi i raggi, ha visto la luna farsi più argentea, ha visto le 563
stelle ammiccarsi a vicenda per gioia. Ora, invece, questo povero coraggio piange o, peggio, è impietrito dal dolore. Non ha quasi forza di reagire. Non esiste più né sole, né luna, né stelle, né magnificenza di alture, né soavità di aure; tutto è distrutto, tutto è finito. Colui che deve sostenere la lotta è spettatore e attore di un dramma, di una tragedia straziante, molto più terribile della morte. Ma il dovere attende la risposta. Ecco finalmente che il coraggio si leva: è risoluto, non piange più, è calmo, con l'Io schiaccia l'Io medesimo ed esclama: «II dovere deve essere vincitore». A queste parole tutto è sorriso all'intorno, tutto è paradiso. Questo è il coraggio. Q // coraggio grafologico. — Abbiamo distinto tre specie di coraggiosi: 1) colui che non crede al pericolo; 2) colui che, pur credendo al pericolo, non ne fa conto; 3) colui che crede e sente il pericolo, ma lo supera, spinto da sentimenti superiori. L'esempio per la prima specie di coraggio l'abbiamo preso dal Icone, per la seconda specie dalla tigre, per la terza dal cane. Se dovessimo impersonare la prima specie di coraggio, noi vedremmo che chi lo ha si presenta eretto, quasi impettito, con lo sguardo più che acceso, sprezzante e sicuro, con incesso fermo e grave, con la parola espressa a motti secchi ed estremamente laconici. L'atteggiamento dei muscoli deve rispondere a tutte queste moda. Perciò: 1) muscolo fermo, non oscillante e tratto in linea retta, ciò che si confa al presentarsi eretto, quasi impettito; 2) muscolo con movimenti imperiosi e caricati, ciò che si confa allo sguardo sprezzante e all'incesso sicuro e grave; 3) muscolo con movimenti secchi, ciò che si confa alla parola secca ed estremamente laconica. Ora la grafologia ci insegna: la scrittura indice del muscolo fermo, non oscillante e tratto in linea retta, è quella che nell'estensione specialmente delle aste, procede in linea retta dal punto del vertice inferiore al superiore o viceversa. Ecco l'esempio delle Aste in linea retta, nella fig. 384.
Fig. 384
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Fig. 386
Ecco l'esempio della scrittura che sale sul rigo, nella fìg. 385. La scrittura indice del muscolo con movimenti imperiosi e caricati è la scrittura con Aste rette e caricate: vedi la fìg. 386. La scrittura indice del muscolo con movimenti secchi è principalmente la scrittura Parca. La scrittura Parca è quella che non ha Ricci, né iniziali né finali. Eccone l'esempio a fìg. 387. 565
Questo è il coraggio grafologico di colui che per tendenza innata non crede al pericolo. Se mancasse di questi tre un solo requisito, non si avrebbe più il coraggio della prima specie. Non è facile trovare un coraggio così fatto. L'esempio seguente ha quasi tutti i requisiti richiesti. La scrittura è di sant'Ignazio di Loyola. Essa ha il segno della remissività ragionevole e della ponderazione oculata, delle quali tendenze vedremo appresso il segno grafico. Queste due doti fanno sì che la tendenza al coraggio, che non conosce pericoli, sia ponderata e ragionevole. Vedi la fig. 388.
Fig. 388
La seconda specie di coraggio, psicologicamente considerato, non è così facile a spiegarsi come sembrerebbe a prima vista. Tuttavia la tigre dalla quale esso è rappresentato ci fa procedere sicuri nella nostra via. La tigre, di fronte al Icone, dovrebbe darsela a gambe, perché è meno forte; ma, invece, forse è la prima all'assalto, affidata alla propria ferocia. Ecco la nota principale della seconda specie di coraggio: la ferocia che, fatta entrare nel campo psicologico, si può considerare come la testardaggine del trionfo. La tenacia va fino alla resistenza e all'assalto voc?c? luto dalla natura delle circostanze; la testardaggine va oltre a ciò che richiede la natura delle circostanze. E la ferocia è appunto quella che si può chiamare la testardaggine della lotta. Ciò anche dal punto di vista della posizione già ammessa, che questa specie di coraggio importa il credere, il sentire il pericolo e il non tenerne conto. Ora il credere al pericolo, il sentirlo e il non tenerne conto non è altro che una testardaggine, cioè una tenacia irragionevole della lotta. Se dovessimo impersonare questo coraggio, dovremmo dargli muscoli molto tesi, come stretti da una morsa, per cui dovrebbe avere un'ir566
ritabilità continua e violenta, ciò che viene a formare, specialmente nei movimenti curvilinei, come delle rotture che danno luogo a tanti angoli acuti. Ora la scrittura indice di tale atteggiamento di muscoli è quella che presenta due o tre angoli nelle o e nelle derivate delle o. Per far vedere questo segno grafico riportiamo alcune o con i detti angoli. Si badi che l'esempio è artificiale e molto accentuato per far vedere bene in che consista il segno che abbiamo riferito (vedi la fìg. 389).
Ed ecco la scrittura che può servire come di esempio per tale specie di coraggio. La scrittura è di mano femminile (vedi la fig. 390). Gli angoli che si debbono osservare sono tutti muniti di una piccola freccia.
Fig. 390
La terza specie di coraggio è molto complessa. Essa viene rappresentata dalla fedeltà del cane. Noi vediamo, da tutte le definizioni e descrizioni che abbiamo dato, che se il coraggio fosse personificato si presenterebbe non impettito, ma in certo qual modo dritto, cioè dignitoso, con in mano una spada sguainata che rappresenta l'Io; e mostrerebbe il braccio sinistro cinto di uno 567
scudo che rappresenta il proprio dovere. I muscoli e la mente, stanchi, si ribellano; ma la loro ribellione si frange sullo scudo infrangibile. I dolori fisici e morali si levano contro, ma il coraggio trafigge le loro pretese con la spada e li getta lontani con lo scudo. Così considerato il coraggio della terza specie, quale veramente è, vediamo subito quali debbono essere i suoi atteggiamenti fisiologici, psicologici e, di conseguenza, grafologici. Questo coraggio dobbiamo figurarcelo non rude. Esso deve superare, ma non sprezzare, la fatica muscolare e intellettuale, deve valutare i dolori fisici e morali che lo incolgono e deve soltanto essere quasi rude con essi, quando diventano petulanti nelle loro pretenzioni. Non è contraria alla natura di questo coraggio una parola di conforto rivolta al corpo che soffre, all'animo che si strazia in un'agonia indicibile, al cuore che si spezza. Basta che proceda dritto, per la via del dovere; non gli è proibito e non tradisce la sua natura, se è compassionevole, benigno, remissivo, purché il dovere non ne scapiti, purché l'Io non rinneghi mai se stesso. Il non essere compassionevole, ecc. indica crudeltà e il coraggio non è crudele: ciò non è richiesto dalla sua natura. Fisiologicamente, dunque, e psicologicamente il coraggio deve andar dritto per la sua via. Ora tale proprietà deve tradursi in grafologia, la quale proprietà si manifesta nella scrittura che mantiene il rigo o che sale appena. Eccone l'esempio a fìg. 391.
Fig. 391
Per essere esatti diamo l'esempio della cosa contraria. Questa scrittura discende leggermente sul rigo (vedi la fig. 392). Siccome il coraggio della terza specie è assennato e prudente (perché possa distinguere quando l'Io rinnega se stesso, quando il dovere viene a scapitare), deve avere Larghezza di lettere almeno mediocre (la Larghezza di lettere mediocre si ha quando le lettere minori, cioè non le aste, si estendono orizzontalmente in ragione di 5/10 della loro esternazione verticale), il quale segno indica profondità d'intelligenza; deve avere anche il segno Parca (già abbiamo spiegato questo segno) che con il segno Larga di lettere è indice di prudenza. 568
Fig. 392
Per il segno Larga di lettere si guardi la fìg. 79 che presenta intorno a 8/10 di tale segno; e per il segno Parca si osservi la fìg. 158. Questo coraggio deve piegarsi al dolore fisico, al dolore morale, alla fatica muscolare e intellettiva, deve compassionare la triturazione dell'anima nello scacciare affetti illegittimi. Ora questo piegarsi psicologico non ha niente di discordante con il piegarsi fisico, perché rendere tesi i muscoli è lo stesso che resistere, mentre lasciarli molli è lo stesso che renderli remissivi. In grafologia la lettera rigida è la lettera segno di inflessibilità, mentre la lettera (specialmente l'asta) che si piega in avanti, formante il concavo a destra e il convesso a sinistra di chi legge, è la lettera indice di remissività. Noi abbiamo dato la ragione fisiologica e psicologica di questa regola grafologica, trattando direttamente della remissività. Ecco l'esempio delle aste piegate a destra con convesso a sinistra: le aste che si debbono osservare sono tutte sottosegnate da una freccia (vedi la fig. 393). Bisogna notare che è molto difficile che una scrittura, anche con espressione spiccata di questo segno, abbia tutte le aste con il concavo a destra e il convesso a sinistra. 569
Il coraggio, inoltre, deve saper confortare all'uopo, deve sapersi insinuare, come colui che asciuga furtivamente le proprie lacrime e sorride per spargere sorrisi all'intorno. Per questo il coraggio deve sapere dolcemente avanzare, contorcersi, per modo di dire, dolcemente.
Fig. 394
Fig. 395
Ed ecco la grafologia che ci presenta la scrittura Sinuosa, indice del sapersi insinuare nell'animo altrui. La scrittura Sinuosa è quella che si contorce dolcemente, quasi impercettibilmente nel procedere sul rigo. Ecco l'esempio di una scrittura spiccatamente Sinuosa: vedi la fig. 395. Ecco la scrittura del coraggio complesso della terza specie. Si ponga mente che colui il quale sa essere remissivo, quando lo può senza scapito del suo carattere, che sa insinuarsi nell'animo altrui, ecc. è molto più coraggioso di colui che si impone rudemente, perché questo dura meno fatica a essere coraggioso, in quanto combatte di meno contro se stesso e anche perché ottiene lo scopo più presto sebbene meno durevolmente. 570
3. VILTÀ Prima di tutto, non bisogna confondere la vigliaccheria d'occasione con la vigliaccheria innata. Quella è una vigliaccheria fuggitiva, questa è il carattere. La fuggitiva, quella d'occasione, è come un bacio, un amplesso che la vigliaccheria da al carattere proditoriamente. Ricordate Giuda, ricordate Pietro. Giuda è il vigliacco, ma di una vigliaccheria ingenita; Pietro, invece, è il vigliacco d'occasione. Il vigliacco d'occasione può arrivare, sotto la pressione appunto della viltà, fino a lasciarsi umiliare, spogliare e insultare senza avere la forza di reagire. Egli non si difende, per allora, egli non da ricovero in sé, per allora, alla verità come dovrebbe, non ha più forza per nessun atto personale. Ma, passato l'atto della sua viltà, riprende i suoi diritti personali, si vergogna di se stesso, ne piange, se ne confessa davanti al ciclo e alla terra, in modo che ripara, oltre il dovere, al danno prodotto dalla sua viltà. Si rammemori il rinnegamento di Pietro e i contorni e le conseguenze di esso. Tutti, pressappoco, incorriamo nella viltà che abbiamo chiamato fuggitiva, ma ci sono di quelli che ne hanno una tendenza più spiccata degli altri. Se si considera bene, questa viltà, nelle sue note psicologiche, non è altro che una debolezza la quale fa sì che il carattere individuale resti senza difesa. Onde le note specifiche di questa viltà sono le note specifiche della debolezza. La debolezza è un rilassamento delle forze. Per convincersi si prenda di mira la debolezza fisica: quando alcuno da qualche tempo non si nutre, o per mancanza di materiale di nutrimento o per malattia, per cui lo stomaco non riceve e non ritiene cibo per digerirlo, diventa debilitato di forze sì che languisce e cede. Così è della debolezza morale, per tendenza innata, che non può fare a meno di manifestarsi in uno sguardo cascante, in un fare a rilento, ecc., appunto per una rilassatezza naturale dei muscoli. Tale rilassatezza emerge in una mancanza di recisione nei movimenti, il che fa sì che questi movimenti, in linea retta, tendano a discendere e a procedere con fiacchezza. In grafologia la tendenza a discendere si manifesta nella scrittura discendente sulla riga; il procedere con fiacchezza porta con sé un che di rilassatezza nell'estensione delle lettere. Non abbiamo bisogno di riportare l'esempio della scrittura discendente sul rigo, perché è una regola che si intende con la massima facilità. 571
Circa la rilassatezza delle lettere, essa si ha in una scrittura che si fa vedere cascante: pare che le lettere di ciascuna parola non riescano a sorreggersi. Eccone l'esempio a fìg. 396.
Fig. 396
Come già ho fatto osservare, tutti abbiamo, più o meno, questa specie di viltà, perché tutti abbiamo un certo che di debolezza a cedere circa le cose alle quali siamo portati da natura. Tuttavia, non tutte le viltà, anche fuggitive, dipendono da debolezza; o, meglio, la debolezza si può presentare come tale, oppure difendersi sotto l'orpello della prudenza, dell'assennatezza e simili. E qual è mai la natura della tendenza alla viltà? Quali sono le sorgenti da cui scaturisce? Interroghiamo la psicologia. Non si può negare che la debolezza, della quale abbiamo trattato, sia una delle cause di questa viltà. Ma la debolezza, semplicemente tale, ritorna in se stessa, piange sul fallo commesso e vi rimedia. Penetrando nelle profondità della psicologia, noi non troviamo altra causa della viltà che un'accentuata dose di egoismo diretto da un'intelligenza non aperta e di conseguenza poco attiva. Egoismo, dunque, strettezza d'intelligenza e torpore sono i tre punti sui quali posa tale viltà, sono le tre sorgenti dalle quali essa scaturisce. Ora passando alla grafologia, essa ci insegna che l'egoismo sta nella scrittura angolosa là dove dovrebbero aver luogo le curve. Ci dice anche che l'intelligenza stretta sta nella scrittura Stretta di lettere, che già conosciamo. Dobbiamo fermarci sul segno del torpore o dell'inazione. Questa inazione può essere semplicemente tale, oppure può scaturire da una metodicità accentuata e pedante. Il primo si potrebbe chiamare inattivo assoluto, il secondo si potrebbe chiamare inattivo relativo. 572
L'inattivo assoluto, psicologicamente tale, ha uno spirito, per modo di dire, che trascina i pensieri, che trascina gli atti della volontà, seppure si determina a questi due atti delle facoltà spirituali. È un essere che si muove pesantemente, sì che i suoi muscoli, nei movimenti, non possono essere netti ma, al par di quello che avviene dei pensieri e degli atti della volontà, debbono trascinare tali movimenti. Tale modalità si deve manifestare nella scrittura, la quale deve essere come trascinata sulla riga. Ciascuno si ponga davanti agli occhi ciò che avviene di un corpo trascinato e ne applichi le modalità alla scrittura. Vedi la fìg. 397.
Fig. 397
L'inattivo, poi, a causa della sua metodicità accentuata e pedante ha dei pensieri lenti e delle volizioni che, per se stesse, non possono sostenere una lotta, perché nella lotta ci sono inevitabilmente delle fasi in cui l'azione è fulminea e segue l'estro dell'escogitazione dei mezzi repentini per la vittoria. I muscoli di questi inattivi, perciò, hanno nei movimenti un che di compassato, con contorni di frange e simili. La scrittura compassata e tutta uguale ne è l'indice. Il compassato e l'uguale non debbono venir fuori dalla scrittura calligrafica, ma dalla scrittura corrente. Eccone l'esempio a fig. 398. Tuttavia, quella di cui abbiamo trattato, è una viltà che potrei chiamare negativa, in quanto consiste nell'inazione, nell'omissione di ciò che dovrebbe entrare in azione. 573
Fig. 398
Ma c'è la viltà che agisce, che positivamente pone i termini, i requisiti della viltà. Qui abbiamo tre vie d'uscita: - la viltà di colui che non sa sostenere, sino alla fine, la parte impostagli dalla sua posizione; — la viltà che scaturisce dal tradimento; — la viltà che scaturisce dall'odio. La prima viltà nasce dall'opportunismo; la seconda da ingordigia di denaro; la terza da ambizione e vendetta. Di questa forma di viltà tratteremo in altro paragrafo. Qui accenniamo alle prime due. Che cosa importa l'opportunismo? Importa l'accomodarsi al vento morale e sociale che soffia senza badare alle prescrizioni della coscienza. L'opportunista cerca una cosa sola: di salvare l'Io, non combattendo, ma evitando qualunque combattimento. La sua lotta consiste nell'evitare la lotta. Figuratevi, per meglio comprendere la cosa, un uomo che si trovi fatto segno da una sassaiola. Egli, in quanto esemplare dell'opportunismo, non tira sassi, ma sta con l'occhio attento per non essere colpito. Quindi deve piegarsi (qui consiste tutta la sua azione) ora a destra ora a sinistra, deve saltare da un lato a un altro lato senza posa. Già da ciò si vede quale atteggiamento abituale debbano avere i suoi muscoli. Debbono tendersi, rilassarsi, piegarsi, contorcersi... Tale atteggiamento si deve manifestare nella scrittura sua, la quale consiste in una tensione continua, con piegamenti di lettere, di ricci, con contorsione di parole, ecc. Eccone un esempio a fìg. 399. Circa la viltà che porta al tradimento, dobbiamo dire che l'ingordigia è la causa, quasi direi, universale; la quale, poi, può determinarsi o 574
Fig. 399
nell'ingordigia del danaro, o della sensualità, o della ghiottoneria, o del favore dei potenti, e via dicendo. Ma qualunque avidità che discenda all'ingordigia porta con sé la tendenza al tradimento. Si studi bene, si interroghi la psicologia e si andrà a finire alla nostra conclusione. Questa ingordigia, se fosse personificata, mi pare che dovrebbe essere come una martora accartocciata. L'ingordigia si immette in tutte le parti del corpo e pullula per tutte le parti del corpo stesso; rende l'occhio brillante per un che di umido sparsovi, le labbra molli, il tratto come impigliato ad arte, quasi come succede in coloro (mi si perdoni l'espressione) che cercano di muovere il loro tronco entro i panni che indossano, per liberarsi un po' dal prurito degli insetti che vi albergano. Costoro tendono, quasi direi, a raggomitolarsi per nascondere la loro tendenza della quale non possono non sentire l'onta. Perciò i muscoli hanno movimenti che quasi rientrano in se stessi, si raggomitolano, si intozzano. Tale è anche la loro scrittura.
4. AUDACIA - PAURA L'audacia va a finire alla prima specie di coraggio che noi abbiamo già spiegato e del quale abbiamo trattato a lungo. Credo non sia cosa inutile trattenerci ancora sul vero coraggio che sarebbe quello della terza specie e sul coraggio della prima specie cui si deve scrivere in fronte la parola: «audacia». 575
Il coraggio è calmo, l'audacia è sempre in uno stato impellente, finché essa dura. Onde se, per caso, l'audacia pone mente a un fatto imprevisto e che la possa impressionare, può entrare nella paura più ancora della paura medesima, poiché l'audace si distingue anche in questo dal vero coraggioso, che il vero coraggioso pesa, per quanto può, tutte le circostanze e i nemici che possono assalirlo, mentre l'audace procede alla cieca. Il coraggioso può piegarsi a essere remissivo; l'audace può negare qualunque remissività o dare a essa troppo campo. L'audace è un coraggioso, quasi direi, senza giudizio, universalmente parlando. Ci si intenda bene: non è coraggio o audacia affrontare un ostacolo minimo, come sarebbe quello per un uomo di muovere un fuscello, di schiacciare con il piede un insetto, di rovesciare a terra un bambino. Il coraggio si ha allorché due forze uguali, o pressappoco, si mettono in lotta; e allorché una forza inferiore, considerato il suo dovere di resistere, di ribellarsi alla prepotenza, osa avanzarsi contro una forza superiore, sicura che dal suo sacrificio emergerà, se non per sé, almeno per gli altri, la libertà. L'audacia si ha allorché non si misura il proprio valore, allorché si entra in lotta senza ragione, allorché si entra in lotta per sopprimere. Il coraggio, per se stesso, è uno sforzo, uno sforzo qualche volta tremendo; l'audacia può essere uno sforzo, ma riveste il carattere di impellenza e di sventatezza. Che se cessassero l'impellenza e la sventatezza, cesserebbe l'audacia. I segni grafologici della prima specie di coraggio sono quelli dell'audacia; perciò non è necessario che ci dilunghiamo più oltre.
Q La paura. — L'uomo è menato dall'amore o dall'odio: il primo è attrazione, il secondo è repulsione. Il dolore, il disgusto, la paura sono le tre forme generali di repulsione. La repulsione, poi, può essere morale e fisica. Un fatto curioso ci fa vedere che vi sono emozioni del tutto fìsiche, le quali si assomigliano alle emozioni morali: «La perdita di un amico è un dolore che ha il medesimo grado e aspetto di una scottatura; un vile tradimento ci eccita un disgusto come quello di un puzzo nauseabondo; e infine si può assimilare, fino a un certo punto, lo spavento che causa l'attenzione di un esame, per esempio, al sentimento che si proverebbe vedendosi inseguiti da un Icone» (RiCHET, L'intelligence et l'homme, pp. 141-142). Le cause di tali emozioni, però, sono ben diverse, mentre l'effetto fì576
sico è, pressappoco, il medesimo: per questo «il linguaggio, fedele interprete della verità psicologica, per queste emozioni diverse, impiega le stesse espressioni di dolore, disgusto e paura» (Le.). Del dolore già abbiamo trattato, in certo modo, nel penultimo paragrafo, così abbiamo trattato del disgusto che va a finire al dolore morale, perché il disgusto è più spirituale che sensitivo. Non ci rimane, quindi, di trattare se non della paura. Si noti, una volta per sempre, che noi non intendiamo di fare trattati di fisiologia o di psicologia e nemmeno di grafologia in completo. Noi intendiamo, principalmente, di far vedere, qui, la connessione logica tra la fisiologia, la psicologia e la grafologia. Paura è come un nome generale. Essa ha tante modalità, una distinta dall'altra. Abbiamo il timore, lo spavento, il terrore, l'orrore. Il timore è un sentimento uguale alla paura, ma è la paura mitigata, temperata; il timore è spesso legittimo, mentre la paura è avventata e cieca. Fra le emozioni della paura, il timore rappresenta la paura più piccola [...]. Il terrore è una paura fortissima, accompagnata da un certo grado di esaltazione e di esaurimento. Lo spavento è una paura violenta, ma che è accompagnata piuttosto da stupore che da esaltazione. Lo spavento fa sì che l'uomo resti muto, ghiacciato, immobile, mentre il terrore lo sforzerà a fuggire ansante, smarrito (RiCHET, Le.). L'espressione «orrore» va accompagnata al sentimento religioso vago; per esempio, l'impressione che produce il tradimento di Giuda, un sacrilegio, ecc. L'orrore, perciò, non viene a costituire una vera specie della paura, perché non sorge dalla stessa natura del soggetto affetto da paura. Esso può ridursi al timore, al terrore o allo spavento. Il timore, poi, è una paura leggera, che può avere l'origine o dal terrore o dallo spavento, perciò anche il timore non viene a costituire una specie a parte. Tant'è vero che «la paura agisce in due maniere: o paralizza e rende immobile» (Le., p. 146), ciò che appartiene allo spavento; «o, al contrario, eccita e da forza straordinaria» (Le.) ciò che appartiene al terrore. Quell'individuo, preso dalla paura (spavento) resta inchiodato dove si trova, pallido, inerte: le gambe vengono meno sotto di lui; egli non può muoversi, sente mancarsi tutte le forze. Quell'altro, invece, se la svigna come una lepre; la paura (terrore) gli da ali, per modo di dire (Le.).
577
Interroghiamo il linguaggio popolare riportato dallo stesso Richet. Lo spavento produce questi effetti fisici: I capelli si rizzano sulla testa. Il corpo è preso da un tremito, da un brivido generale, sì che ne consegue l'arrotamento dei denti così forte che si sente di lontano. Le mani sono agitate talmente che non si possono tener ferme, di modo che ciò che stringiamo con le medesime è dimenato dalla frenesia. Le gambe si curvano. Un sudore abbondante corre per tutto il corpo e, siccome questo sudore non è accompagnato dal calore della pelle, ci sembra freddo, quasi gelato. La pelle stessa ha dei brividi e i piccoli bulbi della pelle si drizzano e si induriscono, ciò che fa quella che si dice pelle d'oca. Un gran brivido convulsivo, accompagnato da una sensazione di freddo intenso, attraversa tutto il corpo, dalla testa ai piedi, corrente lungo il dorso a più riprese, come un'onda elettrica. L'aspetto è pallido, il battito del cuore è precipitoso, tumultuoso [...]. A volte si rallentano i muscoli del cuore, dando la sensazione di un'agonia ineffabile. Sembra che la sorgente della vita si estingua. Le pupille si dilatano. Gli occhi si sbarrano. Il viso prende un aspetto caratteristico di una bruttezza ributtante, bene riprodotta dai grandi pittori. La respirazione diventa ansante. La voce si arresta nella strozza e nessuna parola esce dalla bocca per esprimere questa emozione che ha così paralizzato tutto l'essere morale e fisico (RlCHET, Le.}. La secrezione delle ghiandole salivari e della mucosa della bocca si fa scarsa o cessa del tutto; la temperatura del corpo si abbassa; i muscoli rispondono male alla volontà, si hanno tremori, orripilazioni, pandiculazioni e più innanzi anche escita involontaria delle orine e delle feci dai loro serbatoi [...] (MANTEGAZZA, Fisiologia del dolore. - II dolore della paura, p. 213). Tutti questi sintomi dai medici sono chiamati sincopali, in quanto coincidono o precedono la sincope. Questi sintomi indicano un'azione che i fisiologi e gli psicologi chiamano riflessa. Che cosa è mai questa azione riflessa? Ci è necessario spiegarla per procedere con chiarezza. Supponiamo un apparecchio centrale - il sistema nervoso (midollo e cervello) contenuto nella colonna vertebrale e nel cranio - al quale vanno a finire degli innumerevoli filamenti, disposti in modo che il minimo movimento di uno di questi filamenti fa oscillare l'apparecchio centrale. Questo movimento comunicato, questa oscillazione dell'apparecchio nervoso non si arresta qui. Come un gran numero di fibre sensitive nervose vanno al midollo spinale e dal cervello partono 578
un gran numero di fibre nervose motrici, in tal modo, toccando un nervo sensitivo, lo si fa oscillare e l'oscillazione di esso va al midollo spinale; e l'oscillazione di questa si ripercuote, si riflette sui nervi motori che a loro volta fanno contrarre un muscolo, o più muscoli dell'organismo (RiCHET, Le., pp. 152-153). La volontà non ha niente a che fare in questo caso. Prendiamo l'esempio dallo stesso Richet, per convincercene. Io suppongo che si tocchi leggermente, con l'estremità d'una penna, il globo dell'occhio. Tosto le palpebre si chiuderanno con forza. La volontà non c'entra con questo moto delle palpebre. Questo sarà un atto irresistibile, fatale, assolutamente per i nervi sensitivi all'asse cerebromidollare e lì si è trasformata in un fenomeno motore, cioè in eccitazione dei nervi motori, che forzano le palpebre a chiudersi, senza che la volontà ne abbia parte alcuna. Gli atti riflessi non sono volontari. Essi, tuttavia, possono essere coscienti o incoscienti. Dalla filosofia sappiamo che la sensazione esterna è incosciente e la sensazione interna è cosciente. Il soldato sente fischiar la palla lanciata dal nemico. Questo fischio va a ripercuotere l'organo centrale comune del soldato ed egli coscientemente abbassa la testa per non esser colpito. I fisiologi e gli psicologi studiano sino all'infinito, per modo di dire, la natura della paura, per vedere se l'intelligenza e la volontà vi prendano parte e per concludere a quale scopo questa paura sia nell'essere viventesensitivo. A noi basta accogliere questa conclusione dei fisio-psicologi, che cioè la paura è di due ordini: essa ha dei riflessi di stimolo che impennano le forze (terrore) e dei riflessi di paralisi che paralizzano le forze (spavento). I fìsio-psicologi dicono che, in generale, la paura più intensa sia la paralizzazione. Noi, intanto, spinti dalle nostre interminabili esperienze grafologiche, ci permettiamo di domandare se la paura paralizzante (spavento) e la paura che impenna le forze (terrore) abbiano origine di specificazione dall'oggetto oppure dal soggetto. Perché la grafologia fa scaturire tale origine dal soggetto e non dall'oggetto, cioè perché in alcuni individui quella medesima causa produrrebbe il terrore, in altri lo spavento. Del resto sappiamo dalla fisio-psicologia che vi è un che di antagonismo tra il midollo spinale che produce gli atti riflessi e la volontà. Più è forte la volontà, meno forti sono gli atti riflessi e viceversa. Dunque l'origine della paura paralizzante è diversa da quella della paura impennante, soggettivamente, almeno in parte. 579
L) La paura grafologicamente. — Come abbiamo fatto osservare, la grafologia è costretta a dividere la paura, prendendo in esame il soggetto spaventato o terrorizzato. La paura paralizzante fa vedere che nell'essere affetto da essa vi è una disposizione naturale all'arresto dei suoi nervi e dei suoi muscoli, secondo quanto noi abbiamo descritto sopra, servendoci degli insegnamenti degli stessi fìsio-psicologi. Questo arresto è come una marcazione nel punto di arresto. Chi stringe il pugno o tende il pugno per arrestare qualche cosa, nello stringere tende i muscoli i quali, per la tensione, fanno abbassare il braccio, di modo che se sotto il pugno ci fosse una palla elastica aderente a esso, questa verrebbe a essere compromessa. È chiaro, dunque, che la paura paralizzante, grafologicamente, dice disposizione alla scrittura marcata. Si badi bene, però: dice disposizione alla scrittura marcata, ma non marcata estensivamente; dice, invece, disposizione alla scrittura marcata a tratti, perché questa è la natura propria dell'arresto: di marcare, cioè di tendere i muscoli in un tratto, ciò che corrisponde grafologicamente alla scrittura marcata a tratti, perché la disposizione è la potenza, in natura, che si deve manifestare, che deve far capolino in ogni azione, ogniqualvolta si presenta l'occasione di manifestarsi. Questa marcazione, come d'arresto, in grafologia noi la chiamiamo scrittura Intozzata 2° modo, che consiste in quel polpaccio, specialmente nelle aste, il quale va a finire Filiforme nelle estremità. Certo, gli autori e le autrici di questo intozzamento, da lunghe esperienze fatte, sono portati alla paura specifica detta «spavento», cioè alla paura paralizzante. Mi pare che la ragione che noi diamo non possa, per modo alcuno, essere messa in dubbio. Si osservino bene gli esempi. Il primo esempio, è artificiale e accentuato: fìg. 400.
Fig. 400
Ecco scritture naturali che potrebbero servire di esempio: fìg. 401. 580
Fig. 401
Circa la paura scattante, è chiaro che a essa hanno disposizione coloro che appartengono ai tipi impulsivi e ai tipi che hanno disposizione a conservare un che di sangue freddo. Poiché i primi, dinanzi al pericolo, se sono presi da paura, certamente fuggono; i secondi, se il loro sangue freddo se ne va, fuggono, se non altro, per mettersi in salvo. E facile, perciò, vedere quali possano essere i segni grafologici di costoro.
Fig. 402
581
L'impulsivo ha una scrittura che scatta nelle lettere, nelle aste, che fugge, che si contorce. Vedi la fìg. 402. La scrittura poi di colui o di colei che sono tratti a ragionare sulle cose, senza farsi facilmente trasportare dalle impressioni, è quella che è uguale in se stessa, senza le marcazioni dell'Intozzata 2° modo, di cui abbiamo sopra trattato, che ha una medesima pendenza in tutte le lettere ecc. Dobbiamo dire, ancora, che tali persone sono, però, non facili alla paura. L'esempio seguente ha i segni di coloro che conservano facilmente il sangue freddo, benché siano di un sentimento raffinatissimo. Si osservi bene l'uguaglianza di questa scrittura in tutto benché abbia il Disuguale metodicamente.
Fig. 403
Dobbiamo, come appendice della paura, porre un altro segno grafologico, che non sappiamo bene se applicare allo spavento o al terrore o a tutti e due, perché partecipa della natura dell'uno e dell'altro. Ecco come si presentano coloro che appartengono a questa specie. Guardate una ragazza paurosa: provate a parlarle anche quando è fuori dalla paura sia del terrore sia dello spavento. Ella ha pronto il timore, pronto a tradursi in terrore e spavento. Allorché le parlate per la prima volta, essendo pur sicura che voi non attenterete al suo pudore cui molto tiene, ella trema. Fatela, allora, scrivere a forza; farà tutti sgorbi, se pure riuscirà a prendere la penna e tenerla tra le dita. Fatela quietare e poi fatela scrivere; farà, per le aste e per le lettere, tutte intacche. Fatela calmare ancora, fate che vi veda, non una volta sola, ma per parecchie volte e non provi più timore di voi. Fate, però, che voi le siate sempre un essere estraneo, che cioè abbia con voi sempre quel timore o riverenziale o scientifico, o come altro volete. 582
Nella sua scrittura ella farà dei denti appena percettibili che si vedranno solo con una forte lente di ingrandimento, dei denti simili a quelli degli ingranaggi delle rotelle di un orologio estremamente minuscolo. Ciò nella scrittura normale si vede molto poco, ma si vede in essa un che di titubanza nello stendere le lettere, in modo che la scrittura che noi chiamiamo Titubante, sarebbe la scrittura in parola. Questa scrittura è quella che è indice del terrore o dello spavento, quasi direi, a capriccio. Ecco qui sotto l'esempio di uno di tali esseri. Se voi osservate bene vedrete delle titubanze spiccate nel procedere.
Fig. 404
Si pensi che la scrittura Titubante è contraria di Ardita; e ciò per comprendere bene tale scrittura quale viene richiesta dalla grafologia. Mi pare che non se ne debba disputare più oltre, perché chi ha sempre pronto il timore o facilmente cade nella paura vera o riempie, specialmente, le aste di intacche manifesta che quelle intacche sono il segno grafologico della paura sia essa spavento o terrore.
5. AMBIZIONE La viltà, partorita dall'odio - come si disse sopra - è la viltà che si può chiamare sistematica. L'odio può avere diverse fonti. Esso nasce, tuttavia, dal fastidio che ci procura la cosa odiata. Questa viltà, dunque, consiste nel sistema di calpestare il proprio dovere e il diritto altrui. Essa, secondo ch'io vedo, ci da due specie di vili: 583
1. il vile che nasconde bellamente la sua viltà; 2. il vile che ne fa pompa e che impone la propria vigliaccheria. Non so quale dei due faccia più ribrezzo. Tutte e due le specie di vigliaccheria stanno nel sentimento e procedono dall'ambizione. E che dire dell'ambizione? Lascio che ne parli il Mantegazza il quale ne da una pittura tale da far fremere (Fisiologia del piacere, pp. 215ss): L'ambizione tiene nei suoi magazzini abiti d'ogni misura, che si adattano alle varie grandezze del cervello umano [...]. L'ambizione ha per prima mira di soverchiare gli altri, siano poi questi pecore o leoni [...]. Si può rappresentare come un uomo che sull'orlo di un colle guarda sorridendo il brulicame di un popolo che si agita nella valle e che potrebbe spaventare, lasciando rotolare dall'alto qualche scheggia di roccia [...]. L'ambizioso agogna il potere e le sue gioie sono sempre complicate dal piacere intellettuale di esercitare la prepotenza della propria volontà sugli altri. L'ambizioso può fare il bene, quando gli è utile, ma ben di rado egli ne ha qualche merito. D'ordinario egli è un vero monomaniaco, in cui non domina che una sola facoltà per la quale tutte le altre non sono che istrumenti o schiave. Egli è, con la stessa indifferenza, egoista e generoso, leale nella sua parola e spergiuro, superstizioso e scettico, carnefice e benefattore. Se questo pazzo sublime arriva alle volte a una grande altezza senza delitti egli non ne ha merito alcuno, perché l'opinione pubblica che lo innalzò, gli aveva imposto di fare il bene [...]. L'ambizioso spasima di gioia al primo onore che raggiunge, ma poi non si arresta un solo istante; guardandosi attorno per iscoprire se le ombre celano qualche rivale, corre innanzi e divora il passo, prima a piedi, poi a cavallo, poi a vapore. La sua locomotiva irrompe a precipizio e con la massima tensione, né il comune combustibile basta a produrre la smisurata forza di cui ha bisogno. Egli getta nel fornello infuocato della sua caldaia generazioni intere di uomini, e, temendo a ogni istante che il fuoco venga a mancare, arriva a scagliarvi i propri affetti, l'amicizia, l'amore, persine la propria dignità. Purché gli resti un occhio, onde bearsi della fulminea corsa con cui attraversa il mondo, arde il proprio cuore e ne disperde le ceneri. Spesso la sua macchina scoppia, ed egli è fulminato in mezzo al suo temerario viaggio. Lacerato e morente, va brancolando fra le rovine, onde cercare se il suo nome si è salvato, aspirando a nuove macchine, a nuove corse [...]. L'ambizione, lo ripetiamo, è occulta e manifesta. Questa diversità di «occulta e manifesta» dobbiamo desumerla non dalle circostanze
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esterne, a cui è sottoposta l'ambizione dell'ambizioso in particolare, ma dobbiamo desumerla dalla natura stessa dell'ambizioso. Questa diversità, in altri termini, dipende dal soggetto e non dall'oggetto; e, se mai in qualche caso dipendesse dall'oggetto, qui non ne facciamo conto, perché questa diversità non sarebbe una diversità specifica, cioè non costituirebbe la specie. Sta nel carattere stesso dell'ambizioso il manifestare o no apertamente la sua tendenza spiccata al comando che sarebbe il genere dell'ambizione. Da ciò ne viene che l'ambizione occulta ha una natura specificamente diversa dall'ambizione manifesta. Naturalmente, quindi, debbono esservi dei requisiti che costituiscano questa diversità specifica. Studiando l'ambizione manifesta, attraverso la psicologia, noi troviamo che il suo primo componente è, come abbiamo accennato, la tendenza a imperare; questo sarebbe il genere comune all'ambizione manifesta e occulta. Il secondo requisito, che sarebbe la specie, per cui la manifesta si distingue dall'occulta, è la recisione e la pomposità. Questa pomposità, poi, ha l'impronta di un altruismo apparente, di un'intelligenza, spesso, profonda apparentemente, di una chiarezza di idee e di critica anche spesso apparente. L'occulta, tenendo sempre la tendenza a imperare, che ne è il genere, ha tale tendenza con una modalità non pomposa. Si apre, invece, con una modalità molle, melliflua, affettuosa, benché tutto ciò sia accomodato da altruismo apparente, da apparente intelligenza, che viene riparata da scaltrezza studiata o da furberia. Dunque la tendenza al comando e l'ipocrisia formano il genere dell'ambizione, poiché si trovano nell'ambizione manifesta e occulta. La pomposità forma la specie dell'ambizione manifesta; la mollezza, o mellifluità o affettività, forma la specie dell'ambizione occulta. Ora vediamo di approfondire queste verità grafologicamente. Mi pare, se non m'inganno, che non possiamo pretendere molto dalla fisiologia, in quanto non vi sono organi umani che possono produrre i fenomeni dell'ambizione. L'ambizione è tutta una cosa spirituale, sollevata del tutto sull'animalità. Perciò è la psicologia, principalmente, che ha il compito di esaminarla. La fisiologia, tuttavia, potrà dirci quanto noi desideriamo per la nostra grafologia in quanto l'ambizione si ripercuote sugli organi, i quali possono manifestare l'ambizione come ridondanza. Psicologicamente considerata, l'ambizione non è altro che la tendenza spiccata e messa in opera a sovrastare. Ogni essere umano, in verità, ha questa tendenza. Ma gli esseri umani con questa tendenza si dividono in tre classi: 585
1. in coloro che rintuzzano tale tendenza; 2. in coloro che, non avendola spiccata, non se ne curano, oppure la fanno assorbire da qualche altra tendenza; 3. in coloro che, avendola spiccata, cercano tutti i modi per soddisfarla. Coloro che appartengono alla terza classe sono quelli che formano le file degli ambiziosi. Non è ardua cosa concludere che il requisito specifico dell'ambizione manifesta sia la pomposità o la recisione, perché ciò appare in tutti gli atti dell'ambizioso manifesto. Così pure non è cosa ardua concludere che il requisito specifico dell'occulta sia la mellifluità, l'affettività e la mollezza che, a volte, da all'ambizioso gli atteggiamenti di un demonio, in quanto ogni atto di tal sorta d'ambizioso è plasmato di tale requisito specifico. Questa specie d'ambizioso spesso ha un sorriso mefistofelico e maligno sui rivali che si propone di schiacciare. L'ipocrisia è comune all'una e all'altra specie, sebbene abbia diverso modo di evoluzione, cioè sebbene abbia bisogno di una sottospecie, perché l'ipocrisia del manifesto è rivestita di dignità; quella dell'occulto è dolce, sorridente, imbiancata. Mi pare non si possa desiderare altro dalla psicologia. Vediamo ora che cosa ci possa dare la fisiologia di ridondanza, come l'abbiamo sopra chiamata, la quale è veramente quella che si combacia con la grafologia. Tanto nell'una come nell'altra specie abbiamo che l'ambizione, psicologicamente considerata, richiede la tendenza spiccata a imperare. Ora si guardi bene, si osservi attentamente colui che si trova rivestito dell'impero, compreso della sua posizione. Gli occhi sono fermi e terribili, le palpebre sono tese, tesi i muscoli del collo, i quali fanno sì che la testa sia eretta. Tesi sono i muscoli del tronco, cosicché è eretto patimenti il corpo sì da spingere il torace in avanti. Tesi sono i muscoli delle ginocchia anche nella posizione di troneggiare sul trono. Tesi sono i muscoli delle braccia e delle mani che stringono i lati del trono. Per meglio convincervi, fate che del troneggiante si debba fare la fotografìa e che egli sia sempre compreso della propria dignità. Tutto il suo aspetto sarà quale io l'ho descritto. Ora, il tendere i muscoli in modo continuo fa sì che i muscoli siano nello stato di pressare, di premere. Sicché se ponete una gran palla elastica sotto il trono del troneggiante, la vedrete più schiacciata allorché egli si atteggia nella posizione di impero, come io l'ho descritto. Tale tendenza all'ambizione è abituale ed è per questo che deve manifestarsi nella sua scrittura. Infatti il segno grafologico del comando è quello dell'Intozzata 1 ° modo, di cui abbiamo trattato a lungo. Eccone l'esempio alla fig. 405. 586
Fig. 405
La differenza che passa tra Intozzata 1° modo e Intozzata 2° modo è che questa ha per origine l'impressionabilità, la quale ha come dei colpi di pressione; quella, invece, ha per origine la prepotenza che preme finché non senta che l'avversario non ha più forza per levarsi. L'altro requisito, comune all'una e all'altra ambizione, è l'ipocrisia. Ora, l'ipocrisia, psicologicamente, si presenta con una veste che possa coprire l'interno pensiero. Nell'ambizione manifesta non deve coprire il comando, perché questo è manifesto, ma deve coprire l'apparenza dell'altruismo, della profondità dell'intelligenza e della forza di ragionamento. L'ambizioso, in quanto tale, perderebbe, se mai ne avesse, la profondità dell'intelligenza e l'altruismo, perché l'ambizione devia l'intelligenza oggettiva, in quanto ha lo scopo solo soggettivo che sarebbe quello di imperare. Che distrugga l'altruismo è cosa chiara, perché l'ambizione non può stare con l'altruismo, in quanto che è la forma più spiccata dell'egoismo. E quale sarà mai la veste che valga a coprire ciò che è apparenza e non realtà? Consideriamo anche qui la fisiologia nella sua ridondanza. Colui che vuoi mostrare amore, mentre non ne ha, prende la veste dell'amore, che può manifestarsi in un affaccendamento per gli altri oppure nell'inchinarsi agli altri. Ma tanto l'affaccendamento come l'inchinarsi (poiché non sono che la ridondanza di un amore apparente) vanno a finire a bene proprio, cosa che viene manifestata dagli angoli ben pronunziati, i quali sono i veri segni dell'egoismo, poiché l'egoismo (diamone qui solo l'accenno, che ne trattiamo altrove) ha la tendenza ad appuntarsi, quando si tratta di mettere in salvo il proprio Io. La tendenza ad affaccendarsi è propria dell'ambizione manifesta, l'inchinarsi dell'occulta. Grafologicamente è facile conoscere questi segni. L'affaccendarsi porta un che di contorsione di lettere, ciò che trovate nella scrittura sovrapposta. L'inchinarsi è nella pendenza grafica. 587
Se non che il requisito migliore dell'ipocrisia è questo, che la scrittura non si legga, cioè che ogni lettera non sia quello che veramente significa e che si legga solo per il significato logico del periodo. Propongo la scrittura di fìg. 406 e le parole seguenti che sfido chiunque a leggere.
Fig. 406
Ma le due ambizioni si distinguono per mezzo di requisiti particolari che ne formano la specie. La manifesta ha per requisito la pomposità, la quale è il mezzo per cui è manifesta; la occulta ha per requisito il fare molle, affettuoso, mellifluo. La pomposità, dunque, è il requisito specifico della manifesta. Il pomposo è colui che procede non solo eretto, ma anche con un che di dignità nell'aspetto, ciò che resta pur quando sorride; il suo sorriso spunta sul labbro, ma ha per fondo un lenzuolo bianco, glaciale. Il pomposo ha dei gesti che si estendono quasi per quanto possono. La scrittura quindi della pomposità è quella che è eretta. Il gesto del pomposo si estende orizzontalmente, specialmente nei tratti finali del movimento.
Fig. 407
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Ora, la scrittura che abbiamo dato sopra (fìgg. 405 e 406) manifesta che è eretta. Per l'estensione orizzontale nei tratti finali si può osservare la fìg. 407. La mellifluità e l'affettività portano, come ridondanza fisiologica, un che di ripiegamento verso gli altri: ciò che indica affettività perché l'affettività ha tutte le mosse dell'umiltà, in quanto affettività dice ripiegamento all'essere amato per sollevarlo nel caso che si trovi più basso. Ora questo ripiegamento viene indicato dalla scrittura Pendente, di cui noi abbiamo dato sopra le ragioni. Vedi la fig. 408.
Fig. 408
Si osservi la pendenza spiccata e l'Intozzamento 1 ° modo, benché la scrittura sia, per se stessa, Filiforme. Con ciò mi sembra d'aver soddisfatto le esigenze della psicologia e della fisiologia.
6. VANITÀ Alla vanità va quasi tutto il gregge umano come alla propria meta. La vanità viene dal Mantegazza divisa in vanità fisica, intellettiva e morale (vedi Fisiologia del piacere, pp. 226ss). La fisica è quella che viene dall'amore della nostra immagine fìsica, riflessa al di fuori. Questa vanità è specialmente nelle donne e, per lo più, negli uomini che valgono poco intellettualmente. Ordinariamente parlando, questa vanità suppone, nel soggetto che la possiede, una bellezza fìsica che spicchi in mezzo alle altre. Tuttavia, l'avere la bellezza fisica non significa avere anche la vanità fisica; anzi una donna veramente bella è anche vereconda (della verecondia, tratteremo in appresso). La vanità fisica, per se stessa, cerca di porsi in mostra, dopo essersi preparata lunghe ore davanti allo specchio, per trionfare nella cerchia dei cortei jiaton. 589
Ci sono due specie di questa vanità fisica, come vi sono due specie di ambizione. C'è la vanità fìsica manifesta e la vanità fìsica che si orpella della modalità chiamata proprietà. La manifesta si inzuppa di odori delicati per solleticare l'olfatto, si acconcia in modo civettuolo la chioma, si adorna, studia i movimenti nel camminare, caricando il passo sì che i muscoli polposi abbiano ad agitarsi, a sporgere, a ballare e via dicendo. L'altra vanità consiste nel presentarsi in un modo tutto compito e dignitoso, sicché la vanità non è che nell'intenzione di piacere, onde questa seconda specie potrebbe restare anche nella sola compitezza, senza sdrucciolare nella vanità. La vanità fìsica, di qualunque specie essa sia, è sempre affetta di accuratezza e di superfluità. L'accuratezza viene manifestata dalla scrittura Accurata, la superfluità dalla scrittura con ricci artistici in fine di parola o con ricci che abbiano la pretenzione di essere artistici. L'accuratezza è nell'una e nell'altra specie: il riccio poi non è lo stesso della manifesta e di quella che si presenta sotto le formalità della compitezza. Il riccio della prima ha la forma artistica con piegature, risvolti, ecc. studiati. Il riccio della seconda è tratto in linea orizzontale e occupa lo spazio che dovrebbe intercorrere tra una parola e l'altra. Il riccio della prima non importa se abbia o no l'estetica calligrafica, perché non tutti coloro che cercano di far trionfare la loro bellezza fìsica sono belli in realtà. Vuoi dire che se ha l'estetica, indica persone con vanità fisica che riescono con essa a piacere; se non ne ha, indica persone che, nella loro vanità, riescono ridicole. Ecco l'esempio con riccio estetico nella fìg. 409.
Fig. 409
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Ed ecco l'esempio con riccio esagerato, che vale quanto dire non estetico, nella fìg. 4lOa.
Ecco l'esempio della seconda specie di vanità fisica, nella fig. 4lOb. Non è cosa diffìcile lo scrutare la psicologia della vanità fisica per metterla d'accordo con il segno grafologico. L'anima di colui o colei che sono affetti da vanità fìsica della prima specie è un'anima leggera che trascura la sostanza delle cose, per andar dietro alla cura delle accidentalità. Quindi la sua cura si versa sugli odori, sui colori, sulle frange, sulle sporgenze e via dicendo. È naturale che dalla mano scrivente escano fuori dei ricci in fine e anche in principio di parola, essendo il riccio non necessario alla scrittura, essendo anzi piuttosto cosa superflua. La ragione fisiologica dipende dalla ragione psicologica, poiché i muscoli di un corpo informato da un'anima così fatta debbono piegarsi, nei movimenti, alle esigenze psicologiche. 591
Fig. 411
Per la seconda specie di vanità fìsica, la compitezza e la dignità portano, per se stesse, un'anima piuttosto Recisa, con la recisione non nella sostanza delle cose, ma nelle accidentalità e perciò anche nelle accidentalità della scrittura, che sarebbero i ricci. Ora, il riccio reciso in modo dignitoso, è quello che si estende orizzontalmente alla base della scrittura. Per la ragione fisiologica si prenda come esempio il pavone quando fa la ruota, tipo perfetto di tale vanità. Le penne sono distese a forma di ventaglio, che hanno, tratto tratto, dei fremiti, quasi per far spiccare meglio la bellezza. E la vanità fìsica della seconda specie non può non essere regolata che dai muscoli tesi, i quali nei loro movimenti hanno naturalmente dei tratti recisi.
G Vanità intellettuale. — La vanità intellettuale consiste nel far vedere che si è intelligenti e singolari nell'intelligenza. Questa specie di vanità è descritta a meraviglia dal Mantegazza (Le., p. 232): L'uomo che sa scrivere una lunga serie di righe accentate e rimate e che, credendosi per questo un poeta, porta sempre in tasca gli sfoghi del proprio genio, pronto ad annoiare il primo paio d'orecchie cortesi che si presentino alla sua sete di gloria, prova sicuramente piaceri morbosi. L'autore che lascia sul tavolo sepolto sotto una catasta di libri il suo ultimo opuscolo, che, quasi a caso, non presenta che il nome dell'autore, prova pure un piacere colpevole quando qualcuno riesce a scoprire il prezioso lavoro che pareva nascondersi con tanta ingenua umiltà. Lo studioso che ingombra la propria camera di libri tedeschi, inglesi, greci, spagnoli [...] vuoi far sapere a tutti che egli li sa leggere [...]. 592
Non dobbiamo intendere per vanità intellettuale quel sentimento che l'uomo dotto, nella sua materia, prova di sapere, perché la vanità intellettuale importa sempre la tendenza di mostrare più di quello che si sa. Onde, non si può dire vano colui che difende, anche con forza, la propria materia che ha studiato; ma è vano colui che cerca di mostrare di sapere, mentre in realtà non sa; ed è vano parimenti colui che apre la tendenza di far conoscere senza necessità che sa, benché veramente sappia. Usando dell'introspezione, io posso asserire che quanto meno si sa, tanto più si è presi dalla smania di mostrarsi. L'uomo veramente dotto sostiene la sua tesi, ma tende a occultarsi perché conosce quante siano le fallacie e gli inganni in cui può cadere la mente umana, anche nelle cose che ha profondamente studiate. Quindi il requisito della vanità intellettuale è la leggerezza che si sprigiona da chi sa poco e non ha forza per sapere di più, perché chi non sa o sa poco, ma ha la forza di sapere, non può non avere la spinta di occultarsi, in quanto vede, sebbene in modo negativo, quanta profondità di studio sia necessaria per poter imporsi e per poter fare mostra di sé con sicurezza. Ora, chi ha la tendenza alla leggerezza, se lo si osserva bene, ha un portamento che, pressappoco, frulla con la testa, con le braccia, con la parola, con tutte le parti del suo corpo. Ciò si manifesta grafologicamente in una scrittura che ha come degli svolazzi nelle lettere e nei ricci con espansione nell'estensione della parola. Vedi la fìg. 412.
Fig. 412
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Q Vanità morale. — La vanità morale, finalmente, è quella che fa sì che chi ne è preso si mostri e cerchi di mostrarsi agli occhi altrui come uomo o donna di virtù singolare o di delicato sentire. La persona con vanità morale non fa che compiacersi, in modo esagerato, delle lodi che gli vengono tributate per le doti del cuore, ecc. Il Mantegazza (Le.) distingue tre forme di questa vanità morale, che è la peggiore di tutte. La prima comprende tutti gli abiti mostruosi e meschini del sentimento della propria dignità e onore, e tutti gli esseri rachitici e deformi che si hanno dall'impedito sviluppo dell'ambizione; la seconda forma costituisce tutte le ipocrisie della beneficenza e dei sentimenti generosi; mentre l'ultima abbraccia il sentimento in genere, e ci fa godere della compiacenza di essere creduti delicati e sentimentali. Quest'ultima vanità è più frequente nelle donne e in una classe ridicola di uomini che si credono dotati di alto sentire, perché non possono tollerare l'odore del tabacco e perché sono pallidi e sparuti. Siccome la parte morale riguarda molto il sentimento religioso, abbiamo nella prima forma coloro che tengono a essere attaccati a un formalismo che dissolve tutta la libertà di spirito e tutte le regole della carità. La seconda forma comprende quell'espandersi in modo esagerato per sentire dire che si è presi da forte amore del prossimo. La terza forma comprende tutte quelle anime che si dicono delicate di coscienza e che per mezzo della loro delicatezza non tollerano la festuca nell'occhio del prossimo e criticano e censurano per farsi dire che non ammettono un apice di trasgressione di ciò che si deve osservare. Se si interroga la psicologia, si deve concludere che il requisito comune a tutte e tre le forme è un'intelligenza stretta, che può aver la proprietà di essere acuta. Ora, l'intelligenza stretta è quella che nella scrittura ha Strettezza di lettere: essa consiste nella lettera isolata che si estende poco (sotto i 5/10) in forma orizzontale in rapporto della sua estensione verticale. Questo è il genere comune alle tre forme di vanità morale. La prima forma ha per differenza specifica un attaccamento esagerato e indefettibile alle proprie idee e questo attaccamento sta nella testardaggine, la quale, grafologicamente, si manifesta nella scrittura che abbia due o tre angoli acuti nelle o e nei suoi derivati. La seconda forma ha un'espressione esagerata e non sentita che vale quanto dire ipocrita. L'esagerazione si manifesta grafologicamente nella scrittura caricata. L'espansione, poi, si manifesta nella scrittura Profusa, la quale potrebbe fare apparire la scrittura Larga di lettere, in quanto viene come trascinata nella sua estensione orizzontale, ma che, guardando 594
la forma delle lettere comuni e non esagerate, si vede subito che la Larghezza di lettere è soltanto apparente. Eccone l'esempio alla fìg. 413.
Fig. 413
La terza forma ha per differenza specifica un che di Filiforme, poiché il Filiforme è il vero requisito della delicatezza. Eccone l'esempio alla fìg. 414.
Fig. 414
Si noti che le tre forme della vanità morale possono trovarsi in uno stesso individuo, ma possono trovarsi anche in uno stesso individuo la vanità fisica, intellettuale e morale. 595
7. VERECONDIA La verecondia è l'espressione del pudore. «Il pudore è uno dei fremiti più indefiniti e vaghi del cuore umano, uno dei profumi più delicati e soavi del sentimento». Così lo canta il Mantegazza (o.e., pp. 193ss). Egli dice ancora: Alcuni filosofi vollero profanare questo fiore delicato, dimostrando che il pudore non è che un effetto dell'abitudine di coprirsi; e vi fu persine chi osa chiamarlo una caricatura ridicola della civiltà. Questi pazzi si devono mettere insieme agli altri che vogliono far camminare l'uomo a quattro gambe, e a tutti i filosofi che abusano del loro ingegno per distruggere il concetto dell'umana dignità. Il Mantegazza, qui, considera soltanto il pudore materiale, mentre noi prendiamo a considerare il pudore che riguarda non soltanto il corpo, ma anche l'anima, in quanto così prendiamo a considerare anche la verecondia che è un effetto del pudore. Il pudore, considerato in generale, cioè esteso anche al sentimento dell'anima, è quel manto delicato che copre le nostre più belle doti, sortite da natura, per non farle sciupare in pubblico: poiché il pubblico è sempre indiscreto, non accontentandosi di osservare, ma volendo toccare e ficcare gli occhi fin dove la curiosità vuole arrivare. Il pudore si apre per mezzo della verecondia, la quale si sparge per il viso e fa abbassare la testa. La verecondia fa salire il sangue al volto, fa battere il cuore con spessi e forti rintocchi, sì che il polso trema, le labbra balbettano. Da ciò si intravede subito quali siano i requisiti grafologici della verecondia. Questa tendenza a tremare deve manifestarsi nella scrittura, perché nello scrivere la verecondia si trova o in relazione con altri o con l'essere stesso che scrive e perciò sotto il peso di uno sguardo che tenta di leggerla. E la verecondia, come il pudore, cerca di coprirsi persine davanti agli occhi dello stesso essere che ha il pudore e la verecondia, in quanto specialmente il pudore e la verecondia sono quelli che istituiscono sempre un che di esame del proprio essere su cui si posano, e perciò fanno dell'Io l'Io esaminando o esaminato e l'Io esaminatore. Ecco pertanto l'esempio grafologico della verecondia che vale anche per il pudore. Non c'è bisogno di dire, poiché è una conseguenza di quanto è stato detto, che questi esseri tendono per natura a sgravarsi di ciò che è carne, per dare il trionfo allo spirito. Vedi la fig. 415. Si badi bene che la scrittura è di donna. Si vede bene in essa un che di tremolio.
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Non si fraintenda, quasi che la verecondia porti via dall'animo qualunque specie di amor proprio o desiderio di mostrarsi e di far buona figura. Altra cosa è il desiderio e altra l'atto. La verecondia è l'atto che potrebbe, tuttavia, essere insieme con il desiderio il quale, per se stesso, farebbe a calci con la verecondia. In tal caso la verecondia sarebbe apparente o, meglio, sarebbe una verecondia esterna che non ha avuto l'educazione dell'interna.
Fig. 415
8. SFACCIATAGGINE La sfacciataggine, poi, è il contrario della verecondia. Essa va a baciarsi, per modo di dire, con l'audacia e molte volte si confonde con essa. Certo che chi è audace è sfacciato. L'audacia comprende l'interno e l'esterno dell'essere umano, mentre la sfacciataggine comprende e riguarda principalmente l'esterno e si riferisce, più che altro, a un modo di fare del sesso gentile. All'uomo viene applicata come per traslato. La scrittura dell'audace è anche la scrittura dello sfacciato e della sfacciata. Grafologicamente consiste in una scrittura Recisa e Marcata. Vedi la fig. 416. 597
Fig. 416
9. MENZOGNA C'è la verità oggettiva e la verità soggettiva. Contro l'oggettiva è l'errore; contro la soggettiva è la menzogna. La menzogna consiste nel dire con parole o con gesti diversamente da quello che si pensa. Potrebbe sembrare un'enormità, ma, dopo avere vagliato a lungo psicologicamente l'animo della creatura umana, sono costretto ad affermare che questa creatura umana ha, se non tendenza, disposizione innata alla menzogna. La menzogna tenta ombrare anche la lealtà più limpida e scevra di qualunque infingimento. Soltanto la virtù può far tacere la menzogna e metterla da una parte. Si può dire che chi non pecca di menzogna possa avere il sorriso pieno di Colui che è Verità. Tu senti il Salvatore che scatta in queste frasi quando gli si presenta Natanaele: «Ecco il vero israelita, in cui non alberga l'inganno». La ragione psicologica di questa disposizione umana alla menzogna scaturisce da questo: che noi siamo circondati da insidie che attentano alla menomazione del nostro Io. Nella maggior parte dei casi noi non abbiamo i mezzi adatti per scongiurare tali insidie, ed è per questo che siamo spinti a scivolar via dagli attentati delle insidie, usando mezzi di sotterfugio. Il sotterfugio, in ultima analisi, non è altro che menzogna. Noi abbiamo disposizione a usare la menzogna prima con noi stessi e poi con gli altri. Confessare la nostra deficienza, la nostra inferiorità, la nostra colpabilità davanti al tribunale della nostra coscienza non è nella nostra disposizione, ma o si deve ripetere dalla nostra virtù oppure dall'eviden598
za di fatti da cui non possiamo sfuggire, e ne siamo, per modo di dire, schiacciati. Pensaci sopra e non potrai non ammettere quanto io vengo affermando. Trattando grafologicamente la cosa, noi abbiamo dei segni grafologici che importano la menzogna direttamente, altri che la importano indirettamente, altri che ne sono indifferenti. Segni grafologici che siano contrari alla menzogna, tu non ne trovi. E questa constatazione è stata quella che mi ha illuminato per farmi asserire che tutte le creature umane, per tendenza innata, hanno disposizione alla menzogna. Il segno diretto e più genuino della menzogna viene dato dai Ricci dell'ammanieramento. Questi Ricci danno la disposizione a manifestare una certa benignità e amabilità esterna, che internamente non esiste quando l'Io sia interessato a non essere benigno e amabile. I Ricci dell'ammanieramento indicano ipocrisia nella veste riguardo ai sentimenti verso gli altri: gentilezza nel tratto, e intanto l'interno o è indifferente o cova antipatia o invidia o gelosia o odio, ecc. Vedi le figg. 417 e 420.
Fig. 417
La fig. 417 ti presenta una menzogna che in certo modo gioca con la verità soggettiva per ingannarla, perché la adorna con quei ricci che sono propri dell'ammanieramento. La fig. 420 ti presenta l'ammanieramento elegante che alletta la veracità, affinchè abbia a cedere nei suoi diritti naturali. Un altro segno diretto della menzogna è in genere la scrittura Accurata. Però si osservi che, siccome la donna è più portata all'accuratezza, per avere un medesimo grado di menzogna deve avere un maggior grado di accuratezza. Osserva la fìg. 418. 599
Fig. 418
L'accuratezza ti presenta la menzogna ammantata di riservatezza, di reticenze (fìg. 418). Per esempio, il menzognero di questa specie sorride mefistofelicamente nel constatare la disgrazia di un suo avversario, alla quale egli potrebbe rimediare, e promette di rimediarvi, avendo nell'animo di danneggiarlo maggiormente mettendo in atto tutte quelle apparenze che danno l'impressione della sua disposizione a rimediare.
Fig. 419
II segno Levigata (fìg. 419) manifesta una disposizione più raffinata alla menzogna e rende il soggetto pieno di tutti quei particolari che sono i fattori dell'inganno. Agisce come l'accurato, ma in un modo più delicato e raffinato. Un altro segno diretto della menzogna è la scrittura Vezzosa, in quanto la vezzosità per se stessa non è oggettiva. Vedi la fig. 421. 600
Fig. 420
Fig. 421
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In particolare si ha l'indice della menzogna accentuata dalla scrittura Accurata e con una specie particolare di Vezzosa, che darebbe la scrittura con Lettere a convolvolo, cioè con lettere fatte con più giri, con giri inutili (vedi la fìg. 422). Questa specie di scrittura indica ipocrisia nella sostanza della cosa. Questa inoltre da ipocrisia di adulazione, capacità di prendere in giro e di fare il buffone.
Fig. 422
I Ricci del nascondimento indicano indirettamente menzogna, nel senso che uno nasconde se stesso. Vedi Ricci del nascondimento. Gli Angoli C indicano indirettamente menzogna, in quanto indicano manipolazione nella quale può facilmente entrare la menzogna. Vedi Angoli C. I Ricci della spavalderia, la scrittura Spavalda e la scrittura Solenne (o pomposa) indicano indirettamente menzogna, perché la indicano per esagerazione: i ricci stessi, la stessa pomposità sono esagerazioni grafiche; c'è qui la menzogna in quanto si esagera, si accrescono le cose, sia difetti sia doti. Coloro che hanno tale scrittura, per lo più non si accorgono delle loro esagerazioni. Qualora se ne accorgano e seguitino a sostenere la loro affermazione (ciò che avviene facilmente finché non siano smascherati), diventano menzogneri nel senso proprio e anche direttamente. Quella dello spavaldo è un'esagerazione — e quindi una menzogna — piuttosto di scatto; e lo spavaldo è più facile del solenne a correggersi e a ritrattarsi. Scrittura molto Pendente, con Aste piegate in avanti in grado sopramediocre, indica ipocrisia di viltà, ipocrisia di chi non ha coraggio. Scrittura Pendente indica ipocrisia di isterismo, di erotismo, di languore. Chi ha tale scrittura tratta bene per arrivare al fine di una soddi602
sfazione sottilmente erotica e spesso isolata, anche quando sia suscitata dal contatto con gli altri, cioè può essere benissimo che gli altri non partecipino dell'erotismo. Scrittura Pendente e con Apertura a capo delle o e delle a indica pure ipocrisia di erotismo, e inoltre di commercio (finanziaria), di intromissione. Il commerciante deve saper fare, attirare, intenerirsi verso il cliente. Anche scrittura Acuta, con un che di accuratezza, indica ipocrisia commerciale; molto più se è anche Stretta tra lettere. Angoli A e Angoli B, quando sono sopra la mediocrità, tendono ad appigliarsi a cavilli per sostenere le loro pretese; e il cavillo è una specie di menzogna. Intozzata 1 ° modo per se stessa non porta la menzogna, ma è portata ad attirare a sé i segni che indicano menzogna. Ascendente tende all'esagerazione. Discendente può essere fonte di molteplici menzogne per difendere la propria debolezza, e allora si ha la menzogna banale. Sinuosa non porta alla menzogna, ma da l'abilità molto destra per la menzogna. Contorta è come la Sinuosa, ma indica meno abilità per la menzogna. Filiforme, Fine, Grossa e Grossolana non danno la menzogna, ma danno alla menzogna, quando questa abbia luogo, la propria veste. Profusa può portare alla menzogna perché chi ha questo segno tende facilmente ad asserire, a negare e a promettere senza pesare troppo la responsabilità della promessa. Così si parli di Fluida, in grado minore. Fluida più che altro da l'abilità per scivolare via dalle pressioni e per usare di restrizioni mentali, che si presentano pronte per i diversi casi nel soggetto che ha tale segno. Tutti gli altri segni sono indifferenti alla menzogna.
10. OTTIMISMO - PESSIMISMO La scrittura Profusa, molto più se orizzontalmente e verticalmente, porta il soggetto all'ottimismo, in quanto il soggetto non tende ad approfondire le difficoltà che procedono dall'egoismo e dalla canaglieria umana, perché appunto, per tendenza, non è né egoista nel vero senso della parola, né canaglia. 603
Anche la scrittura Fluida è indice di tendenza all'ottimismo, sebbene non come la Profusa, perché la Fluida può avere a compagno il segno Calma che apporta la ponderazione, o il segno Parca che, in quanto tende a laconicizzare, tende anche a non profondersi troppo. Il segno Stentata porta pessimismo. Con Larghezza tra parole, siccome è questo indice di ragionamento, il soggetto ha il mezzo per sollevarsi dal pessimismo; senza Larghezza tra parole, si ha pessimismo che chiamerei a priori, pessimismo da cui il soggetto non si solleva. Titubante porta meraviglia. Il soggetto non ha né pessimismo né ottimismo ma, sia nel bene che nel male, sia nelle cose liete che nelle tristi, si meraviglia e dice: «Possibile che sia così?». Tentennante invece non sa proprio che fare, non sa a che parte protendere, non sa se essere ottimista o pessimista o incredulo o meravigliato. Acuta porta pessimismo sulle cose altrui, causa l'egoismo di cui questo segno è indice. Angoli A non oltre i 5/10 accolgono oggettivamente l'ottimismo o il pessimismo. Sopra i 5/10 sono facili al pessimismo, spintivi dalla permalosità. Secca porta sempre al pessimismo. Aste rette e Aste indietro sono facili al pessimismo in quanto l'inflessibilità, e molto più la repulsione, sono facili a scostarsi dall'equità per rigorismo. Gli altri segni sono indifferenti, per se stessi, al pessimismo o all'ottimismo.
11. PRUDENZA Anzitutto diciamo in che consiste la prudenza psicologica. La prudenza è distribuire il pensiero e l'azione secondo l'oggettività e onestà necessaria delle cose. Quindi non è prudenza, per esempio, tacere quando si deve parlare, accogliere un'affermazione o una negazione con un sorriso equivoco, rispondere con un'interiezione che può avere un doppio senso. Tutte queste cose possono essere compagne dell'ipocrisia e furberia, ma non possono stare con la prudenza, e molto meno essere esse stesse prudenza. Ora vediamo di scrutare la prudenza grafologica. È il risultato di vari segni. Essa esige: 1. che non vi sia squilibrio fra le Tre larghezze (di lettere, tra lettere e tra parole); 2. che la scrittura sia Calma e Parca. 604
Non occorre che le Tre larghezze siano in grado elevato. Così per esempio non occorre che vi sia grande profondità di intelligenza perché uno sia prudente; se è prudente e ha poca profondità di intelligenza, sarà prudente per quel poco che a lui occorre. Certo, se in uno le Tre larghezze sono elevate e, si noti, bene equilibrate (oltre ad avere, si intende, scrittura Parca e Calma), egli avrà una prudenza non maggiore, ma estensibile per campo più ampio. Sembrerebbe che la prudenza potesse aver bisogno anche degli Angoli C, cioè dell'abilità a saper fare. Ma gli Angoli C significano abilità a saper fare per riuscire di fatto a ottenere uno scopo (sia buono o cattivo moralmente), e questo senza dubbio non entra nel concetto di prudenza. Il concetto di prudenza non importa che il prudente debba di fatto riuscire nell'intento, ma solo che debba - come è detto sopra - distribuire il pensiero e l'azione in modo che tutto possa riuscire. Poi, di fatto, può non riuscire per ragioni estranee. Chi invece ha gli Angoli C, sa poi fare in modo che, nonostante queste altre ragioni, l'intento si ottenga. Tuttavia chi ha nel medesimo tempo i segni della prudenza e gli Angoli C, riuscirà a salvaguardare di fatto la stessa prudenza e le conclusioni pratiche che ne emergono. Non si confonda il criterio pratico con la prudenza. Il criterio pratico è il coefficiente principale della prudenza, ma non è tutta la prudenza. Il criterio pratico consiste nel concludere rettamente secondo le circostanze. Ciò non importa che si debba poi mettere in azione la conclusione. Invece la prudenza è il criterio pratico messo in azione. Il criterio pratico, per modo di dire, non ha la responsabilità della conclusione, la prudenza sì. Infine, notiamo che tutti i ricci, di natura loro, sono contro la prudenza. Infatti il riccio è superfluità, svolazzo, spreco; e chi spreca non è prudente. È bene tornare sull'equilibrio delle Tre larghezze. Vale più chi ha equilibrio fra le Tre larghezze, che chi ha in esse gradi più elevati ma non equilibrati. Per esempio vale più, per la pratica, chi ha 5/10 di ciascuna delle Tre larghezze, che uno che ha 5/10 di Larghezza di lettere e tra lettere e 8/10 di Larga tra parole; anzi più ancora che chi ha, per esempio, 7/10 nelle prime due Larghezze e 9/10 nella Larghezza tra parole. E ciò perché egli ha più criterio pratico, e quindi in pratica fa di più. Gli altri potranno magari essere artisti o scienziati, ma non uomini di pratica. 605
12. AMORE UNISESSUALE Le tendenze ad amori unisessuali sono indicate dai seguenti segni: 1. Pendente in grado accentuato (tenendo conto per l'accentuazione del grado se la scrittura è maschile o femminile); 2. Pendente, e nello stesso tempo Intozzata 2° modo; 3. Accurata; 4. se i tre segni sopraddetti sono uniti in un solo soggetto, la tendenza diventa molto più forte. Chi ha il segno Contorta non ha tendenza ad amori sessuali, sebbene possa cadérvi, ma allora avviene per mancanza di altra esca.
13. AUTOCRITICA L'autocritica richiede: 1. scrittura Larga tra parole; 2. scrittura Parca; 3. e un che di Austera. Si ha autocritica eccessiva (autopessimismo) quando la scrittura porta: a) un grado elevato di Parca; b) un'accentuata Austerità; e) sproporzionata Larghezza tra parole. L'autocritica invece è esatta quando si ha: mediocre Farcita e Austerità, ed equilibrio fra Larghezza di lettere, tra lettere e tra parole. Si noti che è necessaria anche una giusta Larghezza tra lettere perché (riguardando questo segno il giudizio sulle cose altrui), se tale giudizio è eccessivamente blando, toglie qualcosa alla giustizia del giudizio su di sé.
14.
INDIPENDENZA
L'autoindipendenza con dipendenza altrui ha per indice Intozzata 1° modo. L'autoindipendenza senza curarsi di comandare sugli altri, anzi con ripugnanza a comandare sugli altri, ha per indice: Disuguale metodicamente, Slanciata e molto più se anche Larga di lettere. I primi sono degli ambiziosi: aspirano al comando perché altro pascolo non hanno. I secondi hanno invece in se stessi, nell'arte, nella scienza, ben altro pascolo, ben altro da pensare. 606
15. PERSONALITÀ Una scrittura che abbia come una fisionomia propria, tale che si distingua a colpo d'occhio da tutte le altre, indica personalità spiccata dell'autore. In che cosa si versi questa personalità, viene indicato da altri segni: può essere personalità di originalità, di concetto, di arte, di critica, di intuito, ecc.
16. LA SCRITTURA DEI BAMBINI
II bambino che da poco ha cominciato a scrivere, e che perciò dello scrivere non ha la facilità e la spontaneità, si trova in queste condizioni che alcuni segni grafologici li manifesta appena, altri non li manifesta affatto. Gli Angoli A e B possono avere un accenno, ma facilmente non compaiono. Gli Angoli C possono affacciarsi. Intozzata 1 ° e 2° modo possono affacciarsi; e in qualche caso possono essere molto spiccate. Minuta, Minuziosa e la direzione delle Aste (rette, avanti, indietro) si possono vedere se il bambino non scrive per imitazione e con la preoccupazione di osservare le regole. Delle Tre larghezze (di lettere, tra lettere e tra parole), di Contorta, Nitida, Acuta, Secca, Stentata, Tentennante, Titubante, Filiforme, Accurata, Fluida e Solenne si può vedere qualche cosa. Invece non si vede niente di Mantiene il rigo, Ascendente, Discendente, Disuguale metodicamente, Sinuosa, Apertura a capo delle o e delle a, Pendente, Parca, Recisa, Austera e dei Ricci. Ciò vale certamente per il primo anno di scuola elementare; nel secondo - è chiaro - si vedrà qualche cosa di più. Non si può stabilire un'epoca fissa in cui la scrittura manifesti tutto. Manifesta tutto quando la mano corre. Ci sono alcuni che si svolgono di più, e quindi fin da principio manifestano di più; e vi sono altri che, svolgendosi di meno, anche dopo vari anni di scuola non manifestano ancora tutto.
17. UNCINI, GANCI Gli uncini e i ganci, nei punti in cui non sono richiesti dalla natura della lettera, non sono che Angoli B, e quindi a essi si deve applicare ciò che è stato detto degli Angoli B: cioè indicano tenacia o testardaggine a misura dell'acutezza dell'angolo che formano. 607
18. CURIOSITÀ La curiosità in genere è indicata da scrittura nel medesimo tempo Accurata e Fluida: cresce di grado se vi interviene Pendente. I Ricci dell'ammanieramento indicano curiosità di sapere i fatti altrui per divulgarli con commenti propri e con interpretazioni maligne. Il segno Vezzosa (della civetteria) indica curiosità di sapere i fatti altrui per usufruirne a proprio comodo. Pendente unita a Intozzata 1° modo (ciò che significa impero di affettività) nella donna indica specialmente curiosità di sapere intorno a combinazioni matrimoniali ed extramatrimoniali. Una tale donna ha la mania di sfasciare i matrimoni, e quindi porta la cosiddetta «jettatura», in quanto riesce a impressionare gli interessati del matrimonio, per cui a questi avviene poi realmente come essa ha detto, e in tal modo credono che ciò sia dovuto a «jettatura». Una tale donna, da vecchia, fa da mezzana in combinazioni matrimoniali ed extramatrimoniali. I medesimi segni, cioè Pendente e Intozzata 1° modo, nell'uomo (e un po' anche nella donna) indicano curiosità riguardo ad amori unisessuali e poi anche le altre specie di curiosità, cioè di vendetta, di invidia, di gelosia, di danneggiamento: anche qui si può avere la «jettatura» come si è detto sopra.
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5. IL MIO METODO GRAFOLOGICO
Secondo il mio metodo si deve: 1. cercare i segni grafologici di una scrittura; 2. dividerli in sostanziali, modificanti e accidentali secondo che abbiamo spiegato; 3. suddividere questi in quelli che riguardano le disposizioni affettivo-attive e in quelli che riguardano le attitudini intellettuali; 4. la disposizione affettivo-attiva che riguarda i sostanziali e che avrà maggior grado sarà il segno principe e quello che impronterà il carattere di quella data personalità; 5. gli altri segni saranno, secondo la loro natura, i fautori o i contrari o gli indifferenti del segno principe: i fautori ne saranno gli aiutanti; i contrari limiteranno la portata del segno principe e dei fautori; gli indifferenti presteranno la loro opera secondo la forza del segno principe e dei fautori.
Fig. 423a
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Fig. 423b
Si tenga presente che un segno è indice costantemente di una sola e specifica tendenza affettivo-attiva, intellettiva e somatica, benché poi possa essere accresciuto di forza oppure diminuito dalla presenza di altri segni. Con il dare il grado ai segni, noi non veniamo a misurare la psiche ciò che avrebbe sentore di materialismo —, ma misuriamo il senso, e dalla misura del senso veniamo a conoscere l'intensità di quella data qualità della psiche. Si tenga sempre presente davanti allo sguardo della mente che una scrittura, per essere esaminata, è necessario che sia spontanea, che sia cioè un gesto e non un atto grafico. La «Graphologie scientifique. Revue mensuelle», otcobre-novembre 1932, che si stampa a Parigi, riporta due scritture del celebre Foch, una del 1880, l'altra del 1922. La prima è un gesto grafico e perciò esaminabile, la seconda è un atto grafico e perciò inesaminabile, o almeno esaminabile fino a un certo punto. Il generale Foch adottò la seconda scrittura dietro la critica del generale Minot: «Voi scrivete molto male, non vi si può leggere». Riporto tali scritture: quella del gesto grafico, cioè spontanea, a fig. 423a; quella dell'atto grafico, a fig. 423b. Fatte tali premesse, mi accingo a riportare degli esempi per far apprendere la praticità del mio metodo. Mi accontenterò di riportare qualche esempio nel quale la personalità sia improntata ai segni sostanziali, poi qualche esempio con personalità improntata ai modificanti, e qual610
che esempio con personalità improntata agli accidentali. Le personalità improntate agli accidentali sono quelle che hanno i sostanziali e i modificanti sotto la mediocrità e gli accidentali sopra i 5/10. Queste personalità sono quelle che si dicono senza carattere.
DIFFICOLTA E NORME DELL'ESAME GRAFOLOGICO Nella mia costante e, potrei dire, ostinata esperienza grafologica, ho trovato che esaminare la scrittura della donna è molto facile e si coglie nel segno senza contrasti. Circa la scrittura dell'uomo, il controllo con la realtà trova degli ostacoli. Il controllo è più diffìcile circa la scrittura dei preti, e più difficile ancora circa la scrittura dei frati. Secondo me, tale differenza di difficoltà di controllo consiste in questo: la donna, in un modo o in un altro, si manifesta, specialmente a coloro con i quali ha consuetudine di vita e quando le si parla al cuore. L'uomo è più chiuso, ordinariamente, in quanto ragiona di più e quindi più diffìcilmente si manifesta. È più difficile per questo vedere se l'esame grafologico corrisponda alla realtà. Il prete, e molto più il frate, appartengono a uno stato perfetto. Costoro sono direttamente tenuti a contraddire i moti della natura, che per altri sono o potrebbero essere leciti. Non si vede dunque bene se l'esame corrisponda alla realtà. Si ricordino le scritture di sant'Antonio di Padova, di sant'Ignazio di Loyola, di san Luigi Gonzaga e di san Francesco di Sales, i quali sono riusciti ad attutire, per lo meno, tutti i moti disordinati della psicostatica, cioè della personalità innata. Uno scienziato ha voluto negare, da ciò, la praticità della grafologia, perché, appunto, egli dice, la grafologia dovrebbe manifestare anche nei santi il contrasto dell'azione nella loro psicodinamica. Ma mi pare che tale scienziato si serva di un sofisma per contrastare la grafologia. Poiché la personalità acquisita viene manifestata dalla storia. Se non vi fosse la storia a manifestarlo, sarebbe negata ogni grafologia pratica; ma, giacché vi è la storia, si levino gli occhi a mirare la grafologia e poi li si abbassino per interrogare la storia. Per ben condurre a termine un esame grafologico, sono necessarie alcune attenzioni. 611
1. La scrittura sia corrente, cioè non distesa in un modo studiato come quando si fa la scrittura calligrafica. Bisogna che la scrittura sia come quella, ad esempio, che si distende in una lettera da mandarsi a un amico o a una persona familiare. 2 La scrittura non sia falsificata. Per lo più si conosce se la scrittura è falsificata. Molte volte, però, non si conosce, e certamente il grafologo non ha il compito di rispondere della falsificazione. Debbo fare osservare che nella falsificazione spesso vengono più a spiccare le proprietà personali di colui che ha scritto e specialmente le proprietà morali e somatiche. Un gentiluomo, un giorno, mi fece vedere, in mezzo ad altre scritture, la sua. Restò soddisfatto dell'esame. In altra circostanza, forse per prendermi in fallo, mi fece vedere la sua scrittura falsificata. Dissi, oltre al resto, ch'era di persona tendente alla pigrizia. Falsificando la scrittura aveva fatto spiccare tale difetto. Egli arrossì confessando il laccio che mi aveva teso. Lo stesso gentiluomo altra volta mi presentò ancora la sua scrittura falsificata. Dissi ch'era di persona tendente molto a dormire. Il mio esame suscitò una ilarità fragorosa fra i presenti. I familiari dell'esaminato lo rimproveravano sempre di ciò. Egli si ritirò confuso, e non ardì più tentare la grafologia. Potrei addurre parecchi di questi fatti. Ci sono degli individui che hanno lo spirito di contraddizione e prendono gusto nel farlo esplodere per ridere di coloro che poi vengono a incappare nel tranello. 3. Lo scrittore, quando scrive, sia in una posizione comoda, cioè che la mano abbia l'agio di correre senza difficoltà sulla carta in un modo tutto naturale. Se il tavolo dove si scrive è basso, colui che scrive, per scrivere in modo naturale, dovrà mettersi a sedere. Per lo più si conosce quando lo scritto è stato disteso in una posizione non comoda. Nel caso però non si conoscesse, non potrebbe esserne incolpato il grafologo. 4. Dire se la scrittura sia di uomo o di donna, perché la grafologia non è riuscita, e forse non riuscirà giammai, secondo che abbiamo detto sopra, in molti casi, a scoprire il sesso della scrittura. Bisogna conoscere il sesso perché la donna spicca per il sentimento e l'uomo per l'intelligenza. Ora, se una scrittura ha l'impronta maschile, mentre in realtà è femminile, allora la donna che l'ha distesa sarà singolare per la sua intelligenza in quanto la sua intelligenza è maschile in un sentimento femminile, quantunque il suo sentimento, certo, ne venga a scapitare. Viceversa si dica dell'uomo. E si facciano poi tutte le altre considerazioni che noi abbiamo fatte durante il corso del nostro trattato. 612
5. Il grafologo non sia sotto l'impressione del dubbio che l'esaminando sia presente, perché allora non sarebbe libero nell'esame. Parlo del grafologo impressionabile. Veramente tutti i grafologi sono impressionabili o lo divengono durante il corso dell'esperienza pratica grafologica. Poiché sono pochi coloro, fra gli esaminandi, che si aspettano un esame poco lusinghiero, perché non sono troppi coloro che hanno un vero valore reale senza presumere di sé. Quelli che hanno un vero valore reale vogliono, anzi, e si aspettano dalla grafologia un esame disastroso, perché quanto più uno è alto tanto più è umile, cioè tanto più è basso nell'estimazione della propria personalità. Uno, ad esempio, che faccia versi e che perciò si creda di essere poeta si aspetterà di sentirsi dire dal grafologo ch'egli è poeta, e dirà che l'esame grafologico non ha colto nel segno se la tendenza poetica non emerge dalla forma grafica della sua scrittura. Su questo punto mi sono imbattuto in casi veramente singolari e che farebbero sganasciare dalle risa se mi ponessi a raccontarli nelle loro particolarità. 6. Non importa se lo scritto esaminando sia copiato oppure parto della propria intelligenza, perché la grafologia non esamina se non la forma grafica della scrittura che si propone alla sua osservazione. Sarebbe bene, però, che colui che scrive non sia sotto l'impressione di essere esaminato; ciò per alcune proprietà della scrittura grafologicamente considerata. Non posso fare a meno di esclamare e di affermare fortemente che questo studio è utile e, più che utile, necessario in tutte le circostanze — siano individuali, siano sociali — nelle quali si abbia bisogno di conoscere gli uomini. Queste circostanze si presentano a ogni pie sospinto. Ecco uno studio che mi ha interessato appassionatamente, forse perché la natura me ne ha dato una disposizione tutta particolare. Io non rimpiango i lunghi quarantatré anni di studio grafologico nei quali ho stillato il mio intelletto. Non mi curo di ricordare il brontolio, il sogghigno, il sarcasmo, la guerra degli antigrafologi irragionevoli. Scaccio dalla memoria i dardi subdoli lanciati sulla mia persona da nemici sleali, i quali, toccati sul vivo dalla grafologia, hanno cercato di schiacciarmi sotto il titolo di buon andamento e, qualche volta, sotto il titolo di moralità. Che meraviglia? Anche la moralità, a volte, deve fare l'ufficio che spetterebbe alla viltà. Sono soddisfatto delle mie ricerche. Gli ultimi anni di studio indefesso hanno fatto piegare anche le cime degli alberi annosi e millenari. 613
Dichiaro che uno psicologo, ora, non può trascurare la grafologia, se vuole approfondire la sua materia, perché la grafologia è quella che lo conduce a chiarire tante cose che tuttora restano oscure per la psicologia. I fenomeni morali tentano sempre di scappare dall'osservazione per non essere esaminati e la grafologia li ferma e li chiude nella sua morsa lene e forte, forte al pari dell'acciaio. La grafologia mette in chiaro la personalità innata e la da in dominio alla scienza. Non da alla logica una teoria fredda e astratta, che molte volte serve per cavillare, ma fornisce stati personali di realtà vivente. Gli awersari sono di carne e ossa e ci fanno ben sentire la loro avversione. Ribellandosi alla grafologia per la loro posizione personale, conferiscono alla discussione un ardore affascinante. La compagine del nostro pensiero non si sfascia perché la grafologia corre diritta alla propria meta e non si accontenta di quello che si dice, ma chiama la psicologia per procedere al controllo. Allora la soluzione giusta viene dimostrata, viene imposta ai belligeranti che hanno sempre qualche difficoltà per non confessare che hanno torto. E qui potrei diffondermi in particolari circa la guerra che ho dovuto sostenere anche con intelligenze che vengono dal mondo della scienza stimate superiori. Posso dire, però, di avere sempre vinto. Non si tratta di affermare solo che una data regola è esatta, ma anche di imporre tutto un metodo, il metodo della vera scienza che vuole vedere un che di matematica in tutte le ricerche fatte scientificamente. Per chiudere il mio trattato, mi pare sia necessario ricordare che i preconcetti debbono esulare dalla mente degli scienziati. Lo scienziato vero nulla accetta, nulla rigetta se non dietro un controllo prettamente oggettivo. Bisogna ragionare per concludere.
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6. ANALISI GRAFOLOGICHE
1. GOTTFRIED WILHELM LEIBNIZ
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 6 - Angoli A 5 - Angoli B 5 - Intozzata 1 ° modo 5 - Larga tra lettere 5 - Mantiene il rigo 8 - Discendente 2 - Contorta 3 - Sinuosa 8 - Ponderata 8. Modificanti: Aste rette 3 - Aste piegate in avanti 7 - Calma 8 - Pendente 5 - Filiforme 5 - Austera 6. Accidentali: Fluida 8.
INTELLIGENZA Sostanziali: Larga di lettere 8 - Larga tra lettere 5 - Larga tra parole 7 - Disuguale metodicamente 8 - Sinuosa 8 - Contorta 3 - Chiara 8 - Nitida 7. Modificanti: Parca 9. Accidentali: Attaccata 6 - Staccata 4. Q Intelligenza. — Quantitativamente superiore (Larga di lettere). Qualitativamente originale in modo spiccato (Disuguale metodicamente). Il soggetto ha concetti chiari (Chiara) e nitidi (Nitida) e tale anche la comunicativa. Ha fluidità di pensiero e di espressione (Fluida) senza sprechi di sorta (Parca). Non ha alcuna tendenza all'ipercritica sebbene abbia una critica serrata e difficilmente vulnerabile (Larga tra parole). Riesce per tutto ciò che può essere argomento di discussione, portando in essa la profondità della sua intelligenza e l'originalità del suo pensiero (Disuguale metodicamente). Su tutto reca la ponderazione e la riflessione (Ponderata), che non viene sconvolta per alcun motivo personale (Angoli A e B nella mediocrità, Mantiene il rigo). Pviesce quindi in materia filosofica tanto spe-
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culativa come morale. Riesce per cose di diritto, per giurisprudenza specialmente civile (Disuguale metodicamente, Larga di lettere e tra parole). Riesce per governare sebbene non ne abbia la tendenza (Intozzata 1° modo). Riesce per questioni sociali (Contorta, Sinuosa, Disuguale metodicamente). In compiti diplomatici ha l'abilità per ogni questione internazionale (Chiara, Nitida, Disuguale metodicamente, Larga di lettere e tra parole). Riesce bene come magistrato e come presidente della corte dei conti (Ponderata, Calma, Pendente, Filiforme, Austera). Riesce, riguardo all'arte, in poesia, ma assorbito dal pensiero e dal ragionamento non trova il tempo per applicarvisi se non di sfuggita, e in campo lirico. E un'intelligenza profonda originale e sommamente equilibrata (Larga di lettere, Disuguale metodicamente, Chiara, Nitida, Larga tra parole).
Fig. 424
Q Carattere. — II carattere del soggetto sta fondato su di un temperamento nato per mantenersi nell'equilibrio intellettivo e morale (Triplice larghezza, Disuguale metodicamente, Sinuosa, Chiara, Nitida). Sicché è un tipo molto temibile da coloro che tendono ad adoperare sotterfugi e soprusi e mezzi termini per giungere a uno scopo recondito e che non sia nella cerchia della morale. Sincerità al massimo grado, quindi non semplicistica, ma guidata dalla prudenza che sa quando deve parlare e il tempo di tacere (Ponderata, Larga tra parole, Calma, Austera). Se si vuole trovare in lui qualche difetto, ci sarebbe quello di un che di debolezza di carattere (Discendente), ma io ritengo che tale debolezza di carattere sia in lui del tutto cosciente e coscientemente adoperata nelle diverse circostanze della vita. In tutte le sue azioni non c'è mistificazione di sorta, e va per la sua via e rispetta tutti ed è disposto a contraddire tutti se li constatasse contro la verità (Fluida, Parca, Curva, Angoli A e B). Ha sentimenti nobili familiari che esplica senza sforzo e senza spreco. Potrebbe avere qualche squarcio di condotta che potrebbe essere accusata di viltà (Discendente, Aste in avanti), ma siccome in tutti i suoi atti è pienamente cosciente, anche quella sua apparente debolezza e la remissività vengono fuori da lui sempre per una ragione ponderata nella calma e nella riflessione. •
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2. LEONE XIII (GIOACCHINO PEGGI)
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 3 - Angoli A 5 - Angoli B 5 - Intozzata 1 ° modo 7 - Intozzata 2° modo 3 - Larga tra lettere 3-4 - Mantiene il rigo 8 - Discendente 2 Sinuosa 8 - Secca 5 - Stentata 5 - Ponderata 8. Modificanti: Apertura a capo delle o e delle a 2 - Aste rette 8 - Aste piegate in avanti 2 - Calma 4 - Pendente 7 - Filiforme 7 - Recisa 7 - Austera 7. Accidentali: Fluida 5 - Vezzosa grazia 4 - Accurata 6.
INTELLIGENZA Sostanziali: Larga tra lettere 3-4 - Larga tra parole 5 - Disuguale metodicamente 7 Sinuosa 8 - Minuta 6 - Minuziosa 2 - Chiara 8 - Nitida 6 - Acuta 8 - Pendente 7. Modificanti: Accurata 6 - Parca 9. Accidentali: Attaccata 3 - Staccata 7 - Levigata 5. O Intelligenza. — Quantitativamente acuta (Acuta). Qualitativamente di pensiero originale (Disuguale metodicamente). L'originalità del soggetto è composta di queste qualità: ponderazione (Ponderata), calma (Calma), osservazione raffinata (Minuta) con tendenza alla minuziosità (Minuziosa), espressione chiara (Chiara), nitida (Nitida), con affermazioni o negazioni decise accerchiate da austerità conclusiva (Recisa, Austera), con quell'accuratezza (Accurata) che è necessaria per puntellare tutte le facoltà già dette e con quella ricercatezza (Levigata) che viene a completare tutto ciò che può costituire la messa in scena (Levigata). L'intelligenza del soggetto tende fortemente all'analisi (Staccata), sicché tale tendenza manipolata dall'accuratezza del pensiero (Acuta) e dalla raffinatezza dell'osservazione (Minuta), che può rasentare la minuziosità (Minuziosa), ci da la tendenza alla stringatezza di pensiero, tanto più che il soggetto tende a una certa avarizia (Larga tra lettere, Secca) circa i ritrovati altrui. In conclusione è un'intelligenza che tende al comando (Intozzata 1° modo), e che in questo comando vuole rendersi ragione di tutti i minimi particolari che concernono i decreti, le leggi e le conclusioni inerenti. Ne viene anche che il soggetto ha la disposizione alle regole della diplomazia, che non si sbilancia né verso l'irascibilità né verso la mollezza delle decisioni (Accurata, Levigata, Vezzosa, Acuta, Secca, Staccata), ma si attiene a decisioni che non tornano indietro (Recisa) ad austerità conclusive (Austera), e non spreca neppure una virgola nell'asserire, nel negare, nel comandare (Parca). Il soggetto riesce per esegesi letteraria (Disuguale metodicamente, Minuta), storica, biblica, ecc. Il soggetto riesce anche per una poesia lirica con ricchezza fraseologica della lingua, nella quale scrive (Disuguale metodicamente, Chiara, Nitida, Calma). Ha la tendenza a mettere in satira (Acuta) l'avversario e anche fatti ordinati con quella vezzosità e accuratezza che potrebbe attribuirsi a Grazio (Accurata, Vezzosa, Levigata, Filiforme, Pendente). E un'intelligenza tale, che tende a discu-
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tere su cose che si riferiscono alla filosofia e se non avesse un indirizzo retto e non facesse procedere di pari passo le conoscenze filosofiche vere ed errate, facilmente cadrebbe nell'errore come sono caduti tanti filosofi che vanno per la maggiore (Acuta, Stretta tra lettere, Secca, Stentata, Intozzata 1 ° modo, Filiforme, Recisa, Austera). Per la sua ponderazione, per la calma, per la laconicità del pensiero e dell'espressione (Parca), per la sua analisi (Staccata), accurata, levigata, informata a sottilità (Acuta), a chiarezza (Chiara), a nitidezza (Nitida), è capace di fare da arbitro anche in questioni sociali di difficile soluzione.
Fig. 425
O Carattere. — II carattere del soggetto sta fondato sulla tendenza a sceverare tutto (Acuta) nei minimi particolari (Staccata) con oggettività esagerata (Larga tra lettere, Secca, Stentata). Sicché è difficile che debba tornare indietro nelle sue conclusioni. E il soggetto tende a non tornare indietro, perciò mette in esercizio al massimo grado tutte le qualità che sono necessarie per questo (Mantiene il rigo). Con ciò non voglio dire che il soggetto sia dominato da risentimento (Angoli A) e da tenacia illegittima (Angoli B) e da una fermezza di carattere che abbia della irragionevolezza, in quanto che ha una apparente debolezza di carattere, che non è debolezza, ma che sta nella cerchia della circospczione (Discendente, Acuta, Minuta, Recisa, Austera). Dal detto, è esigente, vuole saper tutto quello che gli concerne e quello che sta sotto la sua responsabilità, ma tende a non invadere il campo altrui (tutti i segni già riportati), specialmente in ciò di cui non è competente, ma tende a munirsi e a circondarsi di veri competenti per poter dire la sua parola autoritaria e per potere non essere obbligato a correggersi o a correggere il proprio operato e le proprie conclusioni. E munito di somma prudenza (Ponderata, Calma, Larga tra parole), ha la sincerità netta (Attaccata, Staccata), benché sappia giocare di astuzia per non esporre all'avversario la sua parte vulnerabile (Acuta, Larga tra lettere, Secca, Parca). 618
3. ALESSANDRO MANZONI
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 3 - Angoli A 8 - Angoli B 6 - Intozzata 1 ° modo 6 - Intozzata 2° modo 3 - Larga tra lettere 5 - Mantiene il rigo 8 - Ascendente 2 - Contorta 3 - Sinuosa 7 - Scattante 3 - Secca 2 - Stentata 4 - Ponderata 8. Modificanti: Apertura a capo delle o e delle a 4 - Aste rette 7 - Aste piegate in avanti 3 - Calma 4 - Pendente 7 - Filiforme 7 - Austera 5 - Ricci della spavalderia 3. Accidentali: Fluida 6.
INTELLIGENZA Sostanziali: Larga di lettere 5 - Larga tra lettere 5 - Larga tra parole 6 - Disuguale metodicamente 7 - Sinuosa 7 - Contorta 3 - Minuta 7 - Minuziosa 3 - Chiara ; 6 - Nitida 4 - Acuta 7 - Pendente 7. Modificanti: Parca 8. Accidentali: Attaccata 8 - Staccata 2. G Intelligenza. — Quantitativamente acuta (Acuta); qualitativamente assai sensibile a tutto ciò che è bello (Filiforme, Disuguale metodicamente) e che tramanda calore di affettività (Pendente). Il soggetto tende e ha abilità per argomenti di discussione a fondo filosofico e pedagogico (Disuguale metodicamente, Minuta) però tende, più che a difendere la verità, ad assalire l'avversario contraddicendo, (Acuta), sicché la contraddizione è quella che domina in lui e dall'impostazione della contraddizione scende l'imposizione della verità. Può essere che la contraddizione si consumi, in maggior parte, in lui e che si manifesti soltanto in una tinta sbiadita, perché il soggetto tende assai a ponderare (Ponderata) e a fare la critica in se stesso e contro se stesso (Pendente, Sinuosa, Contorta, Minuta) prima di esprimere il proprio pensiero. Il soggetto tende e ha abilità per le lettere (Disuguale metodicamente, Minuta) imbastendo il pensiero con osservazioni proprie in uno svolgimento raffinato (Minuta), con una certa facilità di sdrucciolare in minuziosità che possono avere sentore di un qualche cosa di pedanteria (Minuziosa). Il soggetto ha qualche spunto felice di lirica (Disuguale metodicamente, Minuta, Sinuosa) e sarebbe nel suo punto centrale se si desse quasi esclusivamente a scrivere su argomenti che hanno bisogno di ironia, di satira, di fare spiccare il ridicolo (Acuta). In argomenti seri, si scioglie dalla sua tendenza ironica e satirica e facilmente può scivolare verso la non spontaneità (Fluida, Stentata) e verso la minuziosità (Minuziosa) che può star bene nei particolari che fanno risaltare la satira e l'ironia, ma non nella costrizione del pensiero negli argomenti seri e pieni di gravita: in questi la minuziosità, psicologicamente considerata, potrebbe diventare un mattone. Siccome il soggetto ha intelligenza acuta e non profonda, ne viene che non ha a sua disposizione l'abilità d'intreccio sì da tenere sospeso il lettore sino alla conclusione del suo elaborato, specialmente in un lavoro lungo e per se stesso connesso. Egli appunto per la sua intelligenza acuta, che è intelligenza di
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contraddizione, tende in un lavoro lungo a fare tanti quadri, sicché ogni quadro può stare da sé o quasi da sé. Il soggetto riesce per cose scientifiche e forse più in queste che in quelle letterarie e in quelle cose scientifiche che sono a sfondo storico, polemico, sociale. Per la storia e per la scelta dei documenti storici sarebbe adattissimo, oggettivo (Larga tra lettere), originale (Disuguale metodicamente), col fiuto adatto nella ricerca dei documenti (Acuta). Il soggetto sarebbe riuscito in medicina (Disuguale metodicamente, Pendente, Acuta) e avrebbe preso contatto con l'ammalato, prendendo in osservazione l'aspetto fisico (Minuta, Ponderata, Triplice larghezza equilibrata) e dall'aspetto fisico si sarebbe internato nelle funzioni varie del corpo per tirarne fuori una diagnosi che in molti casi sarebbe stata singolare.
Fig 426
Q Carattere. — II carattere del soggetto sta fondato su di un temperamento che pronto reagisce o che tende a reagire a qualunque osservazione si faccia sul conto suo (Angoli A). Tende a prendere gusto nel contraddire e nel mostrarsi contraddicente (Acuta) anche perché facilmente si accorge che la sua contraddizione, essendo originale (Disuguale metodicamente), comunemente imbarazza ed egli tende a gustare che la sua contraddizione produca imbarazzo. Egli tende ad avere un'affettuosità non poco spiccata (Pendente), con un sentimento che tende alla 620
delicatezza. E siccome ha anche la tendenza alla facilità dell'intenerimento sessuale, non è difficile che la sua affettività sdruccioli via dalla idealità (Apertura a capo delle o e delle a) che il soggetto aveva stabilito in un primo tempo di raggiungere. Quindi il soggetto non tende direttamente a sensualità, avendo tendenza a ponderare (Ponderata), alla fermezza di carattere (Mantiene il rigo, Ascendente, Austera), ma ponendosi nell'occasione cadrebbe, pur volendo aspirare alla idealità. Il soggetto tende a vendicarsi (Angoli A) con una vendetta raffinata (Filiforme), ma, siccome ha la facoltà spiccata della ponderazione (Ponderata) e ha la facoltà dell'introspezione (Sinuosa) e del controllo (Contorta), tende a essere inesorabile (Austera, Parca) contro se stesso e quindi a rivolgere contro se stesso il sentimento di vendetta, trovando in sé elementi da correggere, molto più che è portato alla contraddizione (Acuta). Per questo il soggetto è tormentato finché non si rivolge verso la verità e non si risolve a favore della verità. Risolvendosi verso la verità e a favore della verità diventa inflessibile nell'esigere da se stesso tutto ciò che la verità richiede con una continuità (Attaccata) sintetica che abbraccia ogni pensiero e ogni azione.
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4. SIGMUND FREUD
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 2 - Angoli A 8 - Angoli B 7 - Intozzata 1 ° modo 9 - Intozzata 2° modo 4 - Larga tra lettere 4 - Mantiene il rigo 9 - Ascendente 1 - Sinuosa 7 - Secca 6 - Stentata 3 - Ponderata 6. Modificanti: Apertura a capo delle o e delle a 4 - Aste rette 5 - Aste piegate in avanti 5 - Calma 3 - Slanciata 6 - Pendente 8 - Filiforme 6 - Recisa 7 - Ricci della mitomania 5. Accidentali: Fluida 6 - Solenne 7. INTELLIGENZA Sostanziali: Larga tra lettere 4 - Larga tra parole 4 - Disuguale metodicamente 7 Sinuosa 7 - Chiara 6 - Nitida 1 - Acuta 9 - Pendente 8. Modificanti: Parca 7. Accidentali: Attaccata 7 - Staccata 3. O Intelligenza. - Quantitativamente acuta (Acuta). Qualitativamente originale (Disuguale metodicamente). La sua originalità si apre su cose che toccano le diverse emotività (Intozzata 2° modo) e quello che può costituire o avere l'impronta della mitomania (Ricci della mitomania), in quanto che il soggetto ha una costituzione a base di emotività e di mitomania. Tale costituzione psichica, poi, è in potenza evolutiva diretta all'accentuazione, in quanto il soggetto è portato a non dipendere da quanto è stato detto dagli altri e in quanto ha l'ambizione della singolarità (Intozzata 1° modo e Acuta). E un'intelligenza che sta a base della contraddizione che per intensità tocca il massimo grado (Acuta 9/10). Essendo diretta verso la psicologia (Sinuosa) e avendo la tendenza all'emotività e alla mitomania (Intozzata 2° modo, Ricci della mitomania), è quasi costretta a internarsi nei problemi che riguardano la psicologia patologica e che si aggirano intorno alle questioni psichiatriche, di cui i due segni grafologici Intozzata 2° modo e Ricci della mitomania, accompagnati dall'accentuazione del segno Acuta, sono i principali segni della psicologia patologica. Il segno Acuta e il segno Intozzata 1 ° modo inducono il soggetto a non essere oggettivo, ma a esagerare la portata delle sue conclusioni. L'esagerazione condotta dalla contraddizione (Acuta) e dalla mancanza di oggettività (Larga tra lettere, Secca) tende a spingerlo verso il pessimismo intellettivo per cui le sue conclusioni, per quanto scientifiche, sono altrettanto peccanti di logica in quanto tendono al deterioramento conclusivo dell'oggettività. Il soggetto riesce anche per cose filosofiche o parafilosofiche con tendenza ad aprirsi il campo verso gli errori di estimazione e di considerazione oggettiva, i quali errori tendono a sfociare nel pessimismo e nello scetticismo. Il soggetto ha la facoltà anche per collezioni scientifiche con uno smistamento rigoroso (Larga tra lettere, Secca) e nelle quali mostra l'acutezza 622
Fig. 427
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(Acuta) delle sue ricerche e l'originalità della selezione. Riesce per discussione dei vari problemi sociali, nella quale discussione si mostra incalzante (Acuta) sino all'esaurimento delle sue facoltà contraddicenti. O Carattere. — II carattere del soggetto sta fondato su di un temperamento che tende a sorpassare i limiti dovuti (Slanciata, Solenne). Questo sfociamento è diretto da una forte affettività (Pendente) che — elaborata da una fantasia mitomane (Ricci della mitomania), dall'emotività (Intozzata 2° modo) e da una ambizione di grado superiore (Intozzata 1° modo) — lo porta a tormentare il proprio cervello per il conseguimento della singolarità nella scelta ricercata delle varie esche della sensualità (Angoli A, Angoli B), mettendo in campo la sua tendenza alla facilità dell'intenerimento sessuale (Apertura a capo delle o e delle a), triturato dallo spirito di contraddizione di cui il soggetto è munito in modo accentuato (Acuta). Le qualità psichiche del soggetto in senso negativo sono in grado assai elevato ed è per questo che egli ha internamente una turbolenza continua, che lo scerpa e lo conduce alle porte del manicomio (Angoli A, Intozzata 1° e 2° modo, Ricci della mitomania, ecc.). Se non entra in manicomio si deve alla tendenza che egli ha della grande cultura intellettiva (Acuta, Parca, Disuguale metodicamente) e all'incorniciamento scientifico di cui ci fa fede la storia e la sua biografia. È un essere tale che può portare un grande contributo all'evoluzione dell'umanità, correggendo le sue esagerazioni nel campo psichico invaso dalle facoltà che egli ha sortito da natura. Il soggetto tende a non trovare riposo, a non prendere il necessario riposo, tende all'insonnia (Acuta, Larga tra lettere, Secca), tende a perdere il discernimento pratico delle cose e la sensibilità della vita (Intozzata 1° modo e 2° modo, Acuta, Angoli A, Solenne, Pendente). È un essere decisamente patologico.
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5. GIACOMO LEOPARDI
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 6 - Angoli A 3 - Angoli B 3 - Angoli C 4 - Intozzata 1 ° modo 5 - Intozzata 2° modo 3 - Larga tra lettere 5 - Mantiene il rigo 6 - Ascendente Discendente 4 - Contorta 3 - Sinuosa 7 - Scattante 3 - Titubante 5 - Ponderata 7. Modificanti: Apertura a capo delle o e delle a 5 - Aste rette 5 - Aste piegate in avanti 5 - Calma 5 - Dritta 8 - Filiforme 5 - Fine 5 - Ricci della sobrietà 3. Accidentali: Fluida 7 - Vezzosa grazia 5.
INTELLIGENZA Sostanziali: Larga di lettere 8 - Larga tra lettere 5 - Larga tra parole 5 - Disuguale metodicamente 8 - Sinuosa 7 - Contorta 3 - Minuta 5 - Chiara 8 - Nitida 6. Modificanti: Parca 9. Accidentali: Attaccata 8 - Staccata 2. Q Intelligenza. - Quantitativamente superiore alla media (Larga di lettere). Qualitativamente originale in modo spiccato, in maniera che si libera da ogni assimilazione (Disuguale metodicamente); di ragionamento raffinato, da poter essere un filosofo di taglio superiore (Larga tra parole, Larga di lettere, Minuta), con pensiero molto chiaro e nitido (Chiara, Nitida). Principalmente spicca per la tendenza e abilità alla poesia lirica, in cui può stare alla testa di tutti (Disuguale metodicamente, Calma, Fluida, Vezzosa grazia). Ha l'abilità di tornire il pensiero senza affettazione (Vezzosa grazia, Fluida, Filiforme, Fine). Ha in pieno l'arte dell'udito, così che le sue opere sono perfettamente armoniose (Disuguale metodicamente, Sinuosa, Calma, Vezzosa, Parca, Attaccata). Non avrebbe pazienza nell'insegnare ai piccoli, ma si troverebbe a suo agio nel conferire e discutere con i pari (Dritta, Larga di lettere, Larga tra parole, Disuguale metodicamente). Gusta molto tutte le arti. G Carattere. - È timido (Titubante, Aste in avanti). Quando sta solo si sfoga e grida da solo (Intozzata 1° modo, Sinuosa, Ponderata, Filiforme, Fine). Piuttosto ottimista; però, troncate le sue aspirazioni e dietro qualche fallimento, scende all'avvilimento (Curva, Chiara, Nitida, Fluida: ottimismo. Il pessimista non può avere Fluida; Titubante, Aste rette, Minuta: avvilimento). Nell'avvilimento se la prende con tutti (Filiforme, Fine, Attaccata, Vezzosa grazia). Per se stesso non sarebbe risentito (Angoli A), però ha molta sensibilità (Filiforme, Fine, Vezzosa grazia, Attaccata): tende quindi a essere esagerato, circa i propri sentimenti, nell'arte (tutti i segni sopra), quindi a istituire un che di commedia nella manifestazione di se stesso. E siccome è un sommo artista, può dare a quei sentimenti una tinta
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fortemente esagerata pur non uscendo dall'arte, anzi facendone un elemento di arte (i segni dati). Tende a cullarsi nell'avvilimento e dopo di esservisi cullato si sente meglio (Titubante, Curva, Filiforme, Fine, Ricci della sobrietà). Ha facilità all'intenerimento sessuale (Apertura a capo delle o e delle a) ed essendo artista tende a incantarsi davanti a immagini formate e arricchite dalla sua fantasia (Disuguale metodicamente, Fluida, Sinuosa, Contorta). Non è un carattere forte (Mantiene il rigo 6/10) e non ha la distinzione tra la moralità e l'immoralità (Ascendente, Discendente), perciò nell'avvilimento tende a gettarsi in una confusione di sentimenti contrastanti che vengono ad accrescere lo stesso avvilimento (segni già detti). Sente molto di se stesso (Dritta, Filiforme, Fine, Fluida, Vezzosa grazia, Intozzata 1° e 2° modo). Il suo avvilimento è anche accresciuto dall'emotività (Intozzata 2° modo). E portato a sentenziare, ma in un modo artistico (Dritta, Disuguale metodicamente, Fine, Filiforme). Sincerità. E sincero, ma alle volte, per così dire, lo è all'acqua di rose (Angoli C, Fluida, Vezzosa). Può essere insincero con se stesso (Sinuosa) specialmente quando si tratta dell'autoestimazione, per cui tende a stare avanti a tutti (Intozzata 1° modo). Affettività. È molto affettivo (Fine, Filiforme, Curva) e ha bisogno di un'anima gemella che lo comprenda.
Fig. 428
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6. TINTORETTO GACOPO ROBUSTI)
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 6 - Angoli A 5 - Angoli B 5 - Angoli C 5 - Intozzata 1 ° modo 7 - Intozzata 2° modo 4 - Larga tra lettere 4 - Mantiene il rigo 9 - Ascendente 1 - Contorta 5 - Sinuosa 5 - Scattante 3 - Stentata 4 - Ponderata 6. Modificanti: Aste rette 4 - Aste piegate in avanti 6 - Ardita 7 - Calma 2 - Dritta 9 Recisa 7 - Austera 7 - Ricci della mitomania 3 - Ricci dell'ammanieramento 2 Ricci del soggettivismo 4. Accidentali: Impaziente 6 - Solenne 6 - Accurata 4 - Elegante 7.
INTELLIGENZA Sostanziali: Larga di lettere 7 - Larga tra lettere 4 - Larga tra parole 5 - Disuguale metodicamente 8 - Sinuosa 5 - Contorta 5 - Chiara 6 - Confusa 2. Modificanti: Accurata 4 - Parca 5. Accidentali: Attaccata 6 - Staccata 4. Q Intelligenza. - Quantitativamente superiore. Qualitativamente molto originale (Disuguale metodicamente). E un tipo decisamente artista e l'arte a cui tende sta nella prospettiva e nella statica: quindi pittura, scultura, architettura (Disuguale metodicamente, Elegante, Chiara, Dritta, Solenne, Recisa, Austera, Larga di lettere). Intelligenza molto ampia (Disuguale metodicamente). La chiamerei un'intelligenza estremamente panoramica, di grande concezione. Ama la scena vivente, in cozzo, in combattimento (Mantiene il rigo, Aste rette, Ardita, Recisa, Austera, Dritta). Quindi ama il contrasto dei colori. E se potesse mettere in zuffa i colori lo farebbe volentieri (segni sopra). Sarebbe un bravissimo condottiero, di un coraggio indomabile e forte stratega (Austera, Recisa, Disuguale metodicamente, Larga di lettere, Intozzata 1° modo). Ha una posizione netta intellettiva in modo che non segue scuole diverse, ma forma da sé la scuola (Disuguale metodicamente, Austera, Dritta, Recisa). Riuscirebbe anche per meccanica, tanto nell'invenzione quanto nell'esecuzione (Disuguale metodicamente, Contorta). Potrebbe essere un pilota insuperabile di aeroplani per la destrezza e sicurezza (Disuguale metodicamente e altri segni sopra). Q Carattere. — Fortissimo, di una fermezza indomabile (Mantiene il rigo). Però molto equilibrio tra la forza intellettiva e il ragionamento (Larga di lettere, Larga tra parole). Ambizioso e insofferente di soggezione (Intozzata 1° modo). Portato un po' al sospetto (Intozzata 2° modo). Di gran cuore e capace di qualunque sacrificio per un impegno preso (Curva), come sarebbe capace di resistere a qualunque autorità se sgarrasse nella giustizia o per prepotenza o per debolezza (Dritta, Austera, Intozzata 1° modo, Scattante e Ponderata). Carattere vendicativo, ma con ragione (Ponderata, Angoli A e B, Angoli C, Chiara). Protervo (Intozzata 1° 627
modo e Mantiene il rigo). Non testardo, ma fortemente tenace (Angoli B). Un po' mitomane (Ricci della mitomania). Quando è nell'ira è violento e brutale. È capace di azioni di violenza (Austera, Recisa, Dritta, Intozzata 1 ° modo, Mantiene il rigo). Uomo di parola. Facile all'ira (Stentata). Nella riconciliazione con chi l'ha offeso tende a mettere le cose a posto (Ponderata, Dritta, Recisa, Austera). Quanto a sensualità è normalissimo, per tutto il complesso dei segni. Tende nell'ira a creare motivi di offesa passiva e a prenderli in una certa considerazione (Ricci della mitomania), sebbene tenda a sbrogliarsene con poco (solo 3 gradi) (Ponderata, Austera, Parca). Non cede nei suoi diritti (Angoli A, B) sebbene quando siano riconosciuti tenda ad alzare la mano fin dove può (Curva, Dritta). Ha, oltre all'ambizione, della vanità di mostrarsi (Ricci del soggettivismo): quindi è un po' adulabile. Tende ad abbozzare (Recisa). Sincerità. Per tendenza è molto sincero. Dice le cose in faccia e ha la sincerità come un colpo di fucile (Recisa, Contorta, Mantiene il rigo, Ardita, Ponderata). Però se si accorge che lo si vuole gabbare, allora si scaraventa (Stentata) oppure si da a una mellifluità studiata (Ricci dell'ammanieramento). Affettività. E affettivo, piuttosto rude (Larga tra lettere, Dritta, Recisa). Se può fare un piacere ci gode e ha le qualità del vero amico (Curva, e il complesso degli altri segni).
Fig. 429
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7. LUDWIG VAN BEETHOVEN
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 4 - Angoli A 7 - Angoli B 6 - Angoli C 4 - Intozzata 1 ° modo 5 - Intozzata 2° modo 3 - Larga tra lettere 6 - Ascendente 5 - Discendente 5 - Contorta 3 - Sinuosa 7 - Scattante 7 - Ponderata 8. Modificanti: Apertura a capo delle o e delle a 4 - Aste rette 6 - Aste piegate in avanti 1 - Aste piegate indietro 3 - Slanciata 6 - Pendente 6 - Filiforme 7 - Recisa 7 Austera 7. Accidentali: Fluida 8 - Impaziente 3.
INTELLIGENZA Sostanziali: Larga di lettere 7 - Larga tra lettere 6 - Larga tra parole 7 - Disuguale metodicamente 8 - Sinuosa 7 - Contorta 3 - Chiara 6 - Pendente 6. Modificanti: Parca 8. Accidentali: Attaccata 7 - Staccata 3. Q Intelligenza. — Quantitativamente sopra la media (Larga di lettere). Qualitativamente molto originale (Disuguale metodicamente). L'originalità si versa principalmente nell'arte del campo dell'udito (Scattante). Tale originalità di udito si svolge, specie su materia psicologica (Sinuosa), in modo da tirare fuori tutte le pieghe e tutte le sfumature dello spirito umano, e tutto viene posto in una cornice di ponderazione (Ponderata) tale che la castigatezza del concetto e dell'espressione (Austera, Recisa) di essa ne viene a essere la prima dote, nonostante quel sovversivismo (Contorta) che tenta di sconfinare oltre il concetto. Dell'altra ha lo slancio (Slanciata) e ha nella musica sempre la vena pronta (Fluida) di modo che pensa a un soggetto per averne subito la melodia e armonia corrispondente. La passionalità dell'arte è munita di risentimento (Angoli A), di tenacia (Angoli B), di concetto morale che si alza verso la fermezza e si abbassa verso la debolezza (Ascendente, Discendente), sicché il soggetto usufruisce dell'una e dell'altra per lo sfociamento dell'arte. Così anche la passionalità dell'arte chiama al suo servizio gli impeti e le modalità dell'intenerimento sessuale (Apertura a capo delle o e delle a) e lo tratta con inflessibilità, con repulsione e non tanto facilmente con remissività come potrebbe fare un domatore di bestie feroci con una belva (Aste rette, indietro e in avanti). La musica in cui riesce è una musica di ragionamento (Larga tra parole), ma il ragionamento non è un ragionamento scolastico, ma un ragionamento che è tutt'uno con la melodia e in cui si fondono le vicende (Disuguale metodicamente, Scattante, Fluida). La sua musica è descrittiva sinfonica (tutti i segni, Contorta, Sinuosa, Larga tra parole), in campo lirico-drammatico (Pendente, Slanciata, Impaziente). La frase musicale è senza fronzoli (Parca) e tende più alla forma sintetica che a quella analitica (Attaccata). Sarebbe riuscito in viaggi di esplorazione (Slanciata) e avrebbe sopportato con forza i disagi (Recisa, Austera). 629
O Carattere. - Sta fondato su un temperamento atto a cozzare con le avversità (Contorta, Austera, Recisa). Il modo di cozzare con le avversità è suscitato e modalizzato dal risentimento con cui aggredisce gli ostacoli (Angoli A), dalla tenacia, e dal saper fare (Angoli C). Non ha ambizioni di comando. Ha solo la tendenza a essere indipendente (Intozzata 1° modo), ma principalmente nell'arte e nei mezzi per esercitarla (Scattante, Disuguale metodicamente). Di altre indipendenze non si cura (Fluida, Parca). E assorto fortemente nell'arte emende a trascurare tutto quello che si riferisce al fisico e alla materialità della vita. E molto serio (Recisa, Austera) e potrebbe avere per passione predominante morale la preoccupazione di non essere serio quanto si dovrebbe. E tipo di poche parole, ed esprime con poche parole concetti densi (Parca, Disuguale metodicamente, Larga tra parole). Ha mancanza assoluta di gelosie e di invidie (Fluida, Larga di lettere e tra parole, Disuguale metodicamente). Nemico delle mezze misure (Austera, Recisa). Se può fare un favore lo fa senza sfoggio, in modo molto semplice (Slanciata, Pendente, Fluida, Filiforme, Recisa, Austera). È una personalità molto superiore, tanto intellettivamente come moralmente. Tende a soffrire internamente di torti che può ricevere, anche dalla persona amata, ma non tende a fare chiasso (Angoli A e B, Disuguale metodicamente, Parca, Slanciata). È un tipo informato a coraggio (Recisa, Austera, Fluida) però il coraggio l'ha dopo aver esaminato la cosa in sé (Ponderata). Se si trova repentinamente in situazioni difficili allora le affronta. Non è certo carattere di viltà.
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8. NAPOLEONE BONAPARTE
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 3 - Angoli A 5 - Angoli B 5 - Intozzata 1° modo 6 - Intozzata 2° modo 3 - Larga tra lettere 6 - Mantiene il rigo 7 - Ascendente-Discendente 3 - Contorta 6 - Sinuosa 6 - Scattante 6. Modificanti: Apertura a capo delle o e delle a 6 - Aste rette 5 - Aste piegare in avanti 5 - Ardita 7 - Calma 3 - Slanciata 7 - Dritta 8 - Filiforme 6 - Recisa 7 - Austera 7 - Ricci della spavalderia 6 - Ricci del soggettivismo 7. Accidentali: Fluida 7 - Impaziente 7. INTELLIGENZA Sostanziali: Larga di lettere 7 - Larga tra lettere 6 - Larga tra parole 5 - Disuguale metodicamente 8 - Sinuosa 6 - Contorta 6 - Chiara 5. Modificanti: Parca 5 - Veloce 5. Accidentali: Attaccata 8 - Staccata 2. Q Intelligenza. — Quantitativamente sopra la media (Larga di lettere). Qualitativamente originale in modo spiccato (Disuguale metodicamente). Riesce per giurisprudenza tanto civile che penale (Fluida, Disuguale metodicamente, Larga tra parole). Riesce per studi sociali (segni sopraddetti). Ha abilità per le matematiche (Austera, Recisa). Riesce per la storia; però nella critica non è imparziale (Slanciata, Impaziente). Nella storia riesce più nel ritenere il fatto, ma non nella critica, non è smistatore o ricercatore di documenti e non atto troppo alla parte selettiva (aggiungi Scattante). Riesce per studi di psicologia (Sinuosa) e specie per la psicologia della folla (Sinuosa, Slanciata, Ricci della spavalderia e del soggettivismo). È un'intelligenza adattabile a un fatto (Fluida, Sinuosa), sebbene tenda a fermarsi un po' sul controllo (Contorta). Riuscirebbe per musica di composizione, musica strana, fragorosa (Scattante, Impaziente, Ricci della spavalderia, Fluida). Se non ha studiato musica, certo ha il gusto di essa e la critica specialmente per la spontaneità (Slanciata, Impaziente). Tende alla politica, ma a una politica occasionale, e senza un ragionamento di convinzione, piuttosto perché ci si trova in mezzo ed è una politica del tempo (Slanciata, Impaziente, Scattante, Curva); voglio dire che in politica non è un innovatone, ma piuttosto un pedissequo; e questo anche perché non ha la tendenza a una moralità netta in quanto ha fermezza forte (Mantiene il rigo), ma è piuttosto amorale (Ascendente, Discendente), sebbene la sua amoralità non sia proprio diretta (Ascendente, Discendente). I suoi pensieri e determinazioni non sono dietro la costruzione di un ragionamento, ma piuttosto ispirati dall'impressionabilità (Intozzata 2° modo) e dalla spinta di farsi avanti (Intozzata 1° modo). Non è per nulla diplomatico e in politica potrebbe commettere errori enormi perché agisce per impulso e impetuosità (Slanciata, Scattante, Ricci della spavalderìa e del soggettivismo). Non è intelligenza
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Fig. 431
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scientifica (Ricci del soggettivismo e della spavalderia), anche perché non ascolta le osservazioni altrui (Recisa, Austera). Ha lo sfociamento piuttosto nell'arte, ma è un'arte non castigata (Impaziente, Scattante, Slanciata, Disuguale metodicamente, Ricci del soggettivismo e della spavalderia). Potrebbe riuscire in medicina e avere la diagnosi buona (Disuguale metodicamente, Fluida, Slanciata), ma potrebbe prendere dei granchi a secco (Impaziente, Impetuosa, Impulsiva). Riesce nell'arte militare però per strategia di improvvisazione e come di ispirazione. Ha un'oratoria violenta (Slanciata, Impaziente, Spavalda, Ardita). O Carattere. — Carattere audace e di un'audacia in cui si avvera in pieno il detto «Audaces fortuna iuvat», in quanto che egli non ha la facoltà di sentire il pericolo (Scattante, Slanciata, Impaziente, Spavalda), e non cura affatto la possibile perdita degli elementi, sia pure che si tratti di quelli che eccitano la compassione (Curva). Autostima non direttamente giustificata (Intozzata 1° e 2° modo, Mantiene il rigo, Ascendente, Discendente) e non sorretta da considerazione anche se viene spinto a considerare dalla considerazione altrui (Recisa, Austera, Ardita), disposto a gettare nella caldaia tutto pur di salvare il proprio io, che va a cercare tra le ceneri delle cose distrutte (complesso di segni). Tendenza spiccata alla facilità dell'intenerimento sessuale (Apertura a capo delle o e delle a) che vorrebbe legittimato dall'autorità apposita scagliandosi contro di essa se si rifiutasse (Ascendente, Discendente, Recisa, Dritta, Angoli A e B, Contorta). Nemico di mezze misure e pretenzioso dell'esecuzione dei suoi voleri non guardando all'utilità dell'ordine dato (Veloce, Impaziente, Slanciata, Scattante, Intozzata 1° modo). Per ottenere lo scopo che si mette in testa non guarda la liceità dei mezzi, quindi è disposto a ricorrere all'imbroglio e alla prepotenza (Ricci del soggettivismo, Slanciata, Sciatta, Impaziente, Larga di lettere, Disuguale metodicamente). Molto collerico (Impaziente). Ha l'impronta della sincerità ed è la sua una sincerità che sta sotto la forza dell'audacia, mentre è insincero principalmente con se stesso (Ricci del soggettivismo e della Spavalderia, ecc.). Non è tipo di ordine, è contraddicente e non logico (tutti i segni assieme). E tipo reciso, ma sa fare il delicato (Recisa, Filiforme, Ricci del soggettivismo) ordinariamente con parlare molto sostenuto (Dritta).
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9. GIUSEPPE VERDI
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 5 - Angoli A 5 - Angoli B 6 - Intozzata 1 ° modo 7 - Intozzata 2° modo 6 - Larga tra lettere 7 - Mantiene il rigo 6 - Ascendente 4 - Contorta 7 - Sinuosa 6 - Scattante 9 - Stentata 6 - Ponderata 7. Modificanti: Apertura a capo delle o e delle a 2 - Aste rette 8 - Aste piegate in avanti 2 - Dritta 9 - Grossa 5 - Recisa 7 - Austera 8. Accidentali: Fluida 4 - Impaziente 7.
INTELLIGENZA Sostanziali: Larga di lettere 7 - Larga tra lettere 7 - Larga tra parole 7 - Disuguale metodicamente 8 - Sinuosa 6 - Contorta 7 - Chiara 7. Modificanti: Parca 9. Accidentali: Attaccata 2 - Staccata 8. Q Intelligenza. - Quantitativamente sopra la media (Larga di lettere). Qualitativamente originale in modo spiccato (Disuguale metodicamente) e di una fecondità sbalorditiva (la congiunzione dei segni: Contorta, Sinuosa, Scattante, Stentata, Dritta, Recisa, Austera). Il soggetto riesce molto per meccanica (Contorta), per psicologia (Sinuosa), ma principalmente per musica (Scattante), e in questa ha una fecondità insuperabile. Non ho visto mai una scrittura con lo Scattante così forte. Quindi il soggetto supera in questa materia ogni altro artista da me conosciuto. La sua facoltà musicale ha l'impronta dell'austerità (Austera) in una novità meravigliosa (Disuguale metodicamente). E quel che più conta è munita di una autocritica (Larga tra parole, Recisa) che non risparmia niente al soggetto e a coloro che collaborano con lui. La sua fecondità è varia perché c'è in lui un che di sovversivismo musicale (Contorta) per cui egli tende a far fronte e a debellare chiunque non convenga con lui. E penetra meravigliosamente nell'animo (Disuguale metodicamente, Sinuosa), e sforbicia e abbatte con forza qualunque ostacolo (Stentata) nello stesso tempo che procede con una ponderazione (Ponderata) che apparentemente toglie a lui la fluidità del pensiero, mentre questa stessa apparenza di mancanza di fluidità fa spiccare maggiormente la forza della sua impulsività (Impaziente). Sembra, per lo stesso motivo, che l'analisi (Staccata) sia superiore alla sintesi (Attaccata); ma la sintesi, attanagliata nella fortezza (Dritta, Mantiene il rigo, Ascendente) del suo carattere, è come lo sfondo di tutti i suoi lavori musicali, per cui non è l'analisi che comanda ma la sintesi, e l'analisi viene a fare spiccare maggiormente la sintesi. Sembrerebbe a prima vista - per la tendenza all'austerità (Austera), per la decisione (Recisa), per la laconicità (Parca) del pensiero e della parola e per la tendenza all'inflessibilità — che egli non abbia la delicatezza del concetto e dell'espressione quanto sia necessaria per il soggetto che tratta, mentre invece la tenerezza altruistica (Curva) e generosa (Larga tra let-
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tere), sebbene quasi in forma rude (Grossa), del suo pensiero e della sua espressione scaturisce piena (Curva, Disuguale metodicamente) e castigata (Ponderata); sicché tale tenerezza è come quella di un gigante che dopo aver combattuto contro i nemici si abbandona nelle braccia della persona amata (Contorta, Sinuosa, Scattante, Stentata, Ponderata, Dritta, Intozzata 2° modo). Riesce per tutti i generi di musica, principalmente per genere drammatico e tragico (Contorta, Sinuosa, Aste rette, Recisa, Austera). La sua fecondità si manifesta principalmente nella melodia perché, avendo 9/10 di Scattante, la sua melodia è poderosa e nuova, in quanto che il vero genio musicale ha soprattutto l'istinto alla novità della melodia: l'armonia è un accompagnamento che prende la sua nobiltà, fecondità o meno dalla nobiltà o fecondità della cosa che accompagna. E vero che sa trattare di cose delicate e giustamente secondo il bisogno, ma la sua musica ha specialmente lo sfondo drammatico e tragico. La sua emotività, anziché essere un fattore dissolvitore della sua arte musicale, stretto dall'austerità (Austera), dalla decisione (Recisa), da quella specie di sovversivismo artistico (Contorta) e da quella specie di irascibilità (Stentata) contro chi si opponesse alla sua azione evolutiva, viene a dare invece forza e impulso alla stessa fecondità, varietà e novità musicale. È musico nato ed è tale in tutte le sue azioni. Q Carattere. - Carattere turbolento (Contorta), di imposizione (Intozzata 1° modo), di spirito sovversivo (Contorta), impetuoso (Scattante), irascibile (Stentata), inflessibile nelle sue risoluzioni (Aste rette), intrattabile (Dritta, Grossa, Recisa, Austera), con scatti di impazienza (Impaziente), capace di sacrificio (Curva) cosciente (Ponderata), generoso (Larga tra lettere), sebbene in un modo piuttosto rude (Grossa) che ti onora e benefica allo stesso tempo che ti rimprovera, e può essere che il rimprovero stesso sia un onore e un beneficio. Nell'irascibilità è piuttosto impetuoso (Scattante). Se in essa ha errato non lo confessa con le parole ma col cambiare rotta (Grossa, Recisa, Austera). E molto tenero di cuore (Curva, Larghezza tra lettere) ed è capace di sacrifici immensi per la persona amata (segni sopra). Ma l'espressione è piuttosto austera e laconica (Parca). Quando si mette in testa di raggiungere uno scopo e trova degli ostacoli, vi si intestardisce maggiormente (Mantiene il rigo, Ascendente, Angoli B, Aste rette), sicché sembra quasi che lo scopo scenda a lui ed egli non salga allo scopo, cioè ha una gran forza di volontà ed è capace di sovvertire tutto (Contorta) per mettere in atto il suo proposito. Se un'opera gli va male ed egli è sicuro del valore disdetta opera, sfida qualunque pubblico finché non ne abbia riportato il trionfo. E sincero fino alla crudezza (Parca, Grossa, Recisa, Austera, Dritta) e non ha paura di alcuno. Impossibile perciò che possa commettere qualche atto di viltà. E disposto a favorire il valore altrui, benché tenda all'esame oggettivo e di critica (Staccata), come è disposto a smantellare onori non meritati (Parca, Staccata).
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10. CRISTOFORO COLOMBO
CARATTERE Segni sostanziali: Curva 4 - Angoli A 8 - Angoli B 6 - Intozzata 2° modo 4 - Larga di lettere 6 - Mantiene il rigo 7 - Discendente 3 - Contorta 6 - Sinuosa 4 - Scattante 5 - Ponderata 3. Modificanti: Aste rette 4 - Aste piegate in avanti 6 - Ardita 5 - Calma 2 - Slanciata 7 - Dritta 8 - Filiforme 8 - Ricci della spavalderia 8 - Ricci della mitomania 4 Ricci della confusione 4 - Elegante 5. Accidentali: Impaziente 6. INTELLIGENZA Sostanziali: Larga di lettere 7 - Larga tra lettere 6 - Larga tra parole 6 - Disuguale metodicamente 7 - Sinuosa 4 - Contorta 6 - Minuta 5 - Chiara 5 - Nitida 3. Modificanti: Parca 3 - Veloce 7. Accidentali: Attaccata 7 - Staccata 3. Q Intelligenza. — Quantitativamente sopra la media (Larga di lettere). Qualitativamente molto originale (Disuguale metodicamente). L'originalità va accompagnata qui da un pensiero spavaldo che non cura le critiche altrui (Imponderata 7/10, Ponderata 3/10), che anzi ha il gusto di andarci contro (Ardita 5/10). Ha l'osservazione raffinata (Minuta 5/10). Però non ha tutta quella chiarezza necessaria e ha bisogno di riconcentrarsi e mettersi in calma in quanto che ordinariamente la sua calma se ne va (Calma 2/10, Impaziente 6/10, Spavalda 8/10). Riesce per cose nelle quali sia necessaria l'evoluzione del pensiero, quindi discussione filosofìca, politica, sociale, discussioni su autori e produzioni (Disuguale metodicamente, Minuta, Larga tra parole). Nella discussione manca di logica specie nella foga del pensiero (Ordinata, Ricci della spavalderia, della mitomania e della confusione). Riesce per fìsica (Disuguale metodicamente, Minuta, Larga tra parole, Dritta). Ha mania dei viaggi (Disuguale metodicamente, Impaziente), non può trovare riposo. Si calma solo nel cambiare aria fino a diventare awenturiero e a prendere risoluzioni pazzesche (Impaziente, Ricci della mitomania, della spavalderia e della confusione). Nelle osservazioni nel campo fisico sente la spinta a cose delle quali non si sa rendere ragione e tende a secondarle (Ricci della spavalderia, Veloce 7/10, Impaziente, Ricci della mitomania e della confusione). Nel secondare si avvera in lui quel detto: «Audaces fortuna iuvat». Gusta la musica e studiandola avrebbe potuto avere composizioni stranissime (Scattante, Disuguale metodicamente, Spavalderia). Intelligenza molto sintetica e poco adatta all'analisi (Attaccata, Staccata). Gusta la pittura (Elegante, Disuguale metodicamente). Riesce per meccanica inventiva (Disuguale metodicamente, Contorta). Riesce a leggere discretamente nell'animo altrui (Sinuosa). 638
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Q Carattere. — Molto strano (Impaziente e tutti i ricci segnati). Ha tendenze pazzesche (Ricci). Imprenditore e quando si mette in testa una cosa deve arrivarci (Angoli B, Scattante, Mitomania); contrariato, ha la spinta alla vendetta (Angoli A 8/10); basta però, per ridurla e farla cessare, che l'avversario mostri desiderio e tendenza alla riconciliazione (Aste in avanti, Aste rette). E tipo impulsivo (Slanciata e Scattante). Tende a essere in certe cose ingenuo come un bambino (complesso dei segni). Anche se avesse adottato una religione errata o un sentimento contrario alla religione, lo avrebbe tenuto sempre come allacciamento alla divinità (Slanciata, Filiforme, Dritta, Veloce, ecc.). Tipo piuttosto esaltato e allucinato (Ricci della spavalderia e della mitomania). Se non scarica le sue energie, non indovinando il campo suo proprio - oppure per mancanza di comprensione da parte altrui, oppure per irritamento —, potrebbe andare a finire al manicomio (specialmente Ricci). E sincero, spesso troppo sincero (Spavalderia, Impaziente). Se viene messo in ridicolo si arrabbia (Impaziente), si scaglia (Slanciata), può mostrare la delicatezza del suo sentimento (Filiforme). E oggettivo, ma come cosa di passaggio (Dritta, Filiforme). È ottimista, ma siccome l'ottimismo va fuori dell'oggettività, ne viene che, a un disegno fallito, si accascia (Spavalderia, Impazienza). Basta un nonnulla per farlo ritornare fidente e speranzoso (Mantiene il rigo). Ha la forza della costanza (Mantiene il rigo, Angoli B). Non è coraggioso, ma audace (Ardita, Slanciata).
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INDICI
1. INDICE DEGLI AUTORI CITATI E BIBLIOGRAFIA (a cura di Francesco Merletti)
ACHILLE-DELMAS F. (secolo XX), medico psichiatra francese. - Opere: Lespsychosespostoniriques, Masson, Paris 1914; La pmtique psychiatrìque (a l'usage des étudiants et des praticiens), in collaborazione con Laignel-Lavastine e Andre Barbe, Baillière 1919; La science et l'esprìt positiv chez les penseurs contempomins, Paris 1929; La personnalité humaine. Son analyse, in collaborazione con Marcel Boll, Flammarion, Paris 1922, pp. 283; 5a ed. 1930. - Cf. Trattato, pp. 18, 21 e 22. BAIN ALEXANDER (1818-1903), filosofo e psicologo scozzese. Dal 1860 al 1880 insegnò logica all'Università di Aberdeen. Nel 1876 fondò la rivista «Mind». Fece parte della scuola positivista inglese e con la psicologia tentò di rinnovare l'associazionismo insistendo sull'attività spontanea del cervello. - Cf. Trattato, p. 94. BINET ALFRED (1857-1911), medico e psicologo francese. Fu uno degli iniziatori della psicologia sperimentale. Insieme a Thomas Simon elaborò le «scale d'intelligenza». Nel 1889 fondò alla Sorbona il primo laboratorio di Psicologia e nel 1895 iniziò la pubblicazione di «L'Année Psychologique», la prima rivista francese di psicologia. Scrisse diverse opere di psicologia sperimentale sull'attività intellettiva. Si interessò anche della scrittura (Les révélations de l'écrìture d'après un contròie scientifique, Paris 1905), dove in collaborazione con il Crépieux sottopone la grafologia del tempo a una verifica dei seguenti temi: il sesso, l'età, il livello intellettuale, la criminalità e l'onestà. Ne trae conclusioni critiche nei confronti del metodo grafologico, ma lo ritiene suscettibile di miglioramenti che ne garantiscano la validità (cf. G. MORETTI, Chi lo avrebbe mai pensato?, p. 47, nota 19). - Cf. Trattato, p. 16. BOLL MARCEL (secolo XX), scienziato francese. - Opere: Trois conférences de philosophie scientifique, fatte alla scuola di Alti Studi Sociali 1913; Attardés etprécurseurs (proposta oggettiva sulla metafisica e la filosofia di questo tempo e di questo paese), Etienne Chiron 1921 ; La science et l'esprìtpositif chez kspenseurs contempomins, Paris, Aslcan 1921; La personnalité humaine. Son analyse, in collaborazione con F. AchilleDelmas (vedi). 643
BONNET CHARLES (1720-1793), filosofo e naturalista svizzero (Rizzoli, Larousse, 2°, p. 647; Enciclopedia Garzanti di filosofia 1981, p. 102). - Opere: Saggio di psicologia (1754), Saggio analitico sulle facoltà dell'anima (1759). - Cf. Trattato, p. 182. BOUILLAUD JEAN (1796-1881), medico fisiologo francese che ha effettuato molti studi sulla fisiologia del linguaggio e sulla patologia dei vasi sanguigni. In particolare, ha localizzato la facoltà del linguaggio nei lobi prefrontali del cervello. - Cf. Trattato, p. 5. BRIDIER GUSTAVE (1853-1899), grafologo francese. Non ha lasciato nessuna opera importante, ma numerosi articoli su giornali e riviste («Revue Philosophique», «La Graphologie», «Prisme», «La Presse Medicale»). Ha contribuito al perfezionamento della grafologia (Crépieux-Jamin 1985, p. 85). - Cf. Trattato, p. 15. BROCA PAUL (1824-1880), chirurgo e antropologo francese, titolare di patologia chirurgica alla facoltà di medicina di Parigi, professore al laboratorio di antropologia di studi superiori e poi all'Istituto di antropologia sorto nel 1876. Fu uno dei fondatori dell'antropologia moderna. Nel 1872 fondò la scuola di antropologia e la «Revue d'Anthropologie». Negli ultimi anni della sua vita si dedicò allo studio del cervello e localizzò l'afasia nella terza cinconvoluzione cerebrale sinistra. - Opere: Degli aneurismi e del loro trattamento (1856), Trattato dei tumori (1865-1869), Memorie di antropologia (1871-1875), Istruzioni craniologiche e craniometriche (1875). Collaborò al Grande atlante di anatomia del corpo umano di Beau e Bonamy (Rizzoli, Larousse, Enciclopedia universale}. — Cf. Trattato, p. 5. DARWIN CHARLES ROBERT (1809-1882), scienziato inglese. - Opere: Orìgin ofspecìes (1859), Expression of emotions in men and animali (1872) (Lazzari 2000, p. 232). Cf. Trattato, p. 84. DAX MARC (secolo XIX), fisiologo francese, contemporaneo di Gali e Broca. — Cf. Trattato, p. 5. ESCHERICH THEODOR (1857-1911), medico tedesco. Moretti lo cita quando parla della capacità di riconoscere un idiota dallo sguardo. - Cf. Trattato, pp. 109, 110. EXNER SIGMUND (1846-1926), fisiologo austriaco che compì studi sul sistema nervoso centrale e sugli organi dei sensi e della fonazione. Nel 1873 perfezionò il metodo per misurare i tempi di reazione, ideato nel 1868 dall'oculista olandese Donders. Consiste nel misurare il tempo che passa tra uno stimolo sensoriale (luce, suono, ecc.), che funge da segnale, e una reazione motoria (ad esempio l'atto di stringere una pinza) (Lazzari 2000, p. 228). - Cf. Trattato, p. 182. FARGES ALBERT (1848-1926), filosofo neoscolastico sulpiziano francese. Insegnò nei seminari di Bruges e di Nantes, poi direttore del seminario di S. Sulpizio e dell'Istituto cattolico di Parigi e infine del seminario di Angers. - Opere: Etudes philosophiques pour vulgaruer les théories d'Aristote et de S. Thomas et leur accord avec les sciences: I. Théorìefondamentale de l'acte et la puissance, Paris 1890; IL Matière et forme, 1890; III. La vie et l'évolution des espèces, 1890; IV. Le cerveau, l'àme et ses facultés, 1890 (cf. Enciclopedia cattolica 1950, voi. 5°, coli. 1037-1038). - Cf. Trattato, p. 549. FECHNER GUSTAV THEODOR (1801-1887), fisico e matematico tedesco, fondatore della scuola psicofisica. Dopo una crisi, orientò i suoi interessi verso una riflessione meta-
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fisica sui problemi dell'anima. Cercò di dare una base sperimentale alle sue affermazioni sulle relazioni tra l'anima e la materia, tra lo stimolo fisico che colpisce gli organi di senso, appartenenti alla materia, e la sensazione prodotta da questo stimolo, appartenente all'anima. Per misurare la relazione tra l'intensità della stimolazione e quella della sensazione si avvalse delle leggi sulla sensazione visiva enunciate dall'ottico francese Bouguer (1760) e quelle sul tatto stabilite dal Weber (1834) (Lazzari 2000, p. 226). - Opere: Elemente der Psychophysik (1860), ripubblicata senza varianti nel 1889. - Cf. Trattato, pp. 16, 109, 346. FERRARI GIULIO CESARE (1868-1932), psichiatra italiano, allievo di Augusto Tamburini, direttore dell'ospedale psichiatrico di Reggio Emilia. Fondò nella città emiliana un laboratorio di psicologia e la «Rivista di Psicologia». Tradusse in italiano Principles of psychology di William James (vedi); (Appicciafuoco, p. 282; Zunini, p. 222). — Cf. Trattato, p. 15. FLOURENS JEAN PIERRE (1794-1867), fisiologo francese che scoprì le funzioni del cervelietto, il modo con il quale si formano le ossa, il centro di respirazione. Moretti lo cita quando parla della ragioni scientifiche di Mantiene il rigo (Arnold 1982, p. 1141; Mastropietro, p. 35). - Cf. Trattato, p. 109. FREUD SIGMUND (1856-1939), medico austriaco, fondatore della psicoanalisi. - Opere: Psicologia collettiva e analisi del Sé. — Cf. Trattato, pp. 77, 269. GALE FRANZ JOSEPH (1758-1828), medico tedesco, fondatore della frenologia, scienza della mente, che localizza le facoltà mentali in zone specifiche del cervello. Giunse a definirne una trentina (Arnold 1982, p. 447; Lazzari 2000, p. 226). — Cf. Trattato, p. 5. GALTON FRANCIS (1820-1911), scienziato inglese che studiò la natura (visiva, uditiva o di altro tipo) delle immagini mentali (Arnold 1982, pp. 447-448; Lazzari 2000, p. 229). - Opere: Hereditary genius (1869), Inquirìes into humanfaculty anditi development(l883, ristampa 1907), Memories ofmy life (1908). - Cf. Trattato, p. 16. HECKER R. (secolo XIX), psichiatra tedesco. Nel 1871 descrisse la ebefrenia come malattia della pubertà (Arnold 1982, p. 335). - Cf. Trattato, p. 84. HÉRICOURT J. CHARLES (secolo XIX), medico fisiologo francese (Crépieux-Jamin 1985, p. 242; Gille-Maisani 2000, pp. 30, 211). - Opere: Carattere différentiel des écrìtures, in «Bulletin de la Société de Psychologie Physiologique», 1887. — Cf. Trattato, p. 15. HOEFFDING HARALD (1843-1931), filosofo danese (Enciclopedia Garzanti di Filosofia 1981, pp. 407-408). - Opere: Saggio di una psicologia fondata sull'esperienza (1887 1903); II fondamento dell'etica umana (1887). — Cf. Trattato, pp. 52, 255, 261, 262, 508. JAMES WILLIAM ( 1842-1910), filosofo, medico e psicologo degli Stati Uniti d'America. Studiò e insegnò nell'Università Harward a Cambridge (Mass.). Noto come il padre del pragmatismo e il rappresentante più cospicuo della psicologia americana. Effettuò studi sulle emozioni e sostenne che esse sono la presa di coscienza delle reazioni viscerali e ghiandolari anteriori al fatto mentale (Enciclopedia Garzanti di Filosofia 1981, pp. 466-467; Arnold 1982, pp. 591-592). - Opere: Principles ofpsyckology (1890), 645
tr. it. di G.C. Ferrari, Milano, S.E.L., 2a ed. 1905; La teorìa delle emozioni (1884), Psicologia. — Cf. Trattato, pp. 16, 52. KUSSMAUL ADOLF (1822-1902), medico psicologo tedesco. Studiò l'atassia: perdita della coordinazione dei muscoli. Atassia lettera è lo storpiamento delle sillabe (Arnold 1982, p. 117). - Opere: Ricerche sulla vita psichica del neonato (1859). — Cf. Trattato, p. 223. LANDOIS LEONARD (1837-1902), fisiologo tedesco, docente all'Università di Greifswald (Chiefari 1997, p. 80). - Opere: Fisiologia dell'uomo. - Cf. Trattato, p. 224. LE BON GUSTAVE (1841-1931), medico e sociologo francese (Arnold 1982, p. 614; Chiefari 1997, p. 80). - Opere: Fisiologia della generazione dell'uomo e dei principali esseri viventi (1868); L'uomo e la società, loro orìgine e storia (1880); Le leggi psicologiche dell'evoluzione dei popoli(1894); Psychologiedesfoules(l89':>), tr. it. Psicologia delle folle, Milano, Longanesi, s.i.d. — Cf. Trattato, p. 76. MANTEGAZZA PAOLO (1831-1910), medico e antropologo italiano, professore all'Università di Pavia, dove fondò il primo laboratorio di patologia generale (primo anche in Europa); professore di antropologia all'Istituto di Studi Superiori di Firenze, dove fondò un museo di antropologia e di etnografia, la Società Antropologica Italiana, l'Archivio per l'antropologia e l'etnografìa. Per undici anni deputato alla Camera; dal 1876 passò al Senato (Chiefari 1997, pp. 80-81; Zunini, p. 221). - Opere: Quadri della natura umana; Elementi dell'igiene; Scritti medici (1854); Fisiologia delpiacere (1854); 2a ed. Bernardini, Milano 1859; Madella, Sesto S. Giovanni 1916; Della dipsomania (1858); La scienza e l'arte della salute (1859); La fisiologia dell'uomo ammalato (1861); La generazione spontanea (1864); Fisiologia e patologia del polso (1868); Fisiologia del dolore (1879), Marzocco, Firenze 1948; Dizionario d'igiene per le famiglie (1881); Estasi umane (1886); Almanacchi d'igiene; Fisiologia dell'amore; Igiene dell'amore; L'amore nell'umanità; Fisiologia dell'odio; Fisiognomica e mimica; Fisiologia del bello; Fisiologia della donna; II secolo tartufo; Ricordi di un fantoccio in parlamento. Opere di narrativa: Un giorno a Madera; Dio ignoto (1884). — Cf. Trattato, pp. 51, 52, 84, 241, 249, 254, 314, 330, 578, 584, 589, 592, 596. Mosso ANGELO (1840-1910), fisiologo italiano. Ha prodotto studi sulla fisiologia della respirazione, della fatica; è stato pioniere della medicina del lavoro. Ha creato a Torino un centro di indagini sperimentali (Appicciafuoco, p. 284; Mastropietro, p. 34; Zunini, pp. I l i , 221). — Cf. Trattato, p. 95. PATRIZI MARIANO LUIGI (1866-1935), professore di fisiologia e di psicologia sperimentale all'Università di Bologna (Chiefari 1997, p. 81). - Opere: La fisiologia di un bandito: Musolino (1904); L'oratore. Saggio sperimentale (1912); Dopo Lombroso. Nuove correnti nello studio della genialità e del delitto (1916). - Cf. Trattato, p. 9. PAUI.HAN FRÉDERIC (1856-1931), caratterologo francese (Helmann, p. 351). - Opere: in «Revue Scientifique»; L'attività mentale; Gli elementi dello spirito (1889); Les caractères(ì894); Tipi intellettuali (1896); Psicologia dell'invenzione (19QO). - Cf. Trattato, p. 182. PREYER WILHELM THIERRY (1841-1897), psicologo tedesco (Hehlmann, pp. 147, 417). - Opere: Die Seele des Kindes, Lipsia 1881. - Cf. Trattato, p. 85.
646
PUGLIESE ANGELO (1866-1941), fisiologo italiano, nato ad Alessandria, professore all'Università di Milano. Autore di ricerche sulla fisiologia della milza, gli estratti d'organi, i muscoli striati e lisci, la formazione dell'acido citrico nello stomaco, la termogenesi in rapporto alle sostanze alimentari studiati negli animali nutriti e a digiuno, gli ormoni fetali, l'alimentazione popolare, le vitamine, la composizione del sangue, la secrezione renale e la formazione della linfa dopo l'iniezione endovenosa di soluzioni pure di colloidi e cristalloidi, le secrezioni interne (Rizzoli, Larousse, p. 343; Ghiefari, p. 81). - Opere: Fisiologia, 3a ed., Hoepli, Milano 1935; Saggio di una psicologia basata sull'esperienza. Psicologia della volontà. - Cf. Trattato, pp. 62, 109, 214, 351. RIBOT THÉODULE ARMANO (1839-1916), filosofo francese che fece assumere una fisionomia definitiva alla psicopatologia. Celebre per i suoi studi sui sentimenti (Arnold 1982, pp. 990-991; Hehlmann, pp. 207-208; Zunini, pp. 208, 218). - Opere (tutte pubblicate da Alcan, Paris): Les maladies de la mémoire (1881); Les maladies de la volante (1884); Les maladies de la personnalité (1885); La psychologie des sentiments (1896), tr. it. Sandron, Palermo; La logique des sentiments (1905); Problèmes de la psychologie affettive (1910). - Cf. Trattato, p. 20. RICHET CHARLES (1850-1935), fisiologo francese che produsse molti studi sulla fisiologia del sistema nervoso e neuromuscolare, sul sonnambulismo provocato e la sieroterapia. Scoprì l'anafilassi. Premio Nobel per la fisiologia e la medicina nel 1913 (Appicciafuoco, p. 284; Mastropietro, p. 35; Zunini, p. 205). - Opere: L'intelligence et l'homme, Alcan, Paris (Moretti la cita per quanto riguarda il linguaggio, la paura e il coraggio). - Cf. Trattato, pp. 6, 15, 223, 267, 268, 558, 559, 576, 577, 578, 579. SCHNEIDER G.H., (Hehlann, p. 187: studi su problemi di adattamento e di ereditarietà). - Opere: Der tierische Wille- Cf. Trattato, p. 85. SCHOPENAUER ARTURO (1788-1860), filosofo tedesco (Enciclopedia Garzanti di Filosofia 1981, pp. 837-839). - Opere: limando come volontà e rappresentazione (1819). — Cf. Trattato, p. 52. SEIGNOBOS CHARLES (1854-1942), storico francese (Enciclopedia universale, voi. 13, p. 615). - Cf. Trattato, p. 17. SOURIAU PAUL (1852-1926), filosofo francese, insegnò nelle Università di Besancon, Aix-en-Provence, Lillà e Nancy. Si occupò prevalentemente di estetica (Enciclopedia universale, voi. 14, p. 203). - Opere: Teoria dell'invenzione (1881), Estetica del movimento (1889), La suggestione nell'arte (1893), L'immaginazione dell'artista (1901), La bellezza razionale (1904), Le condizioni della felicità (1908), L'entraìnement au courage (L'allenamento al coraggio), Felix Alcan, Paris 1926. - Cf. Trattato, pp. 95, 559, 561, 562. SPENCER HERBERT (1820-1903), filosofo e sociologo inglese (Enciclopedia Garzanti di Filosofia 1981, p. 889). - Opere: Principles ofsociology (1855), Prìnciples ofpsychology (1855), Firstprinciples (1862), Descrìptivesociology (1873). — Cf. Trattato, p. 84. TAROZZI GIUSEPPE (1866-1958), filosofo italiano. Discepolo di Ardigò, passò dall'iniziale adesione al positivismo a posizioni spiritualistiche e teistiche, attraverso una critica serrata al determinismo e la conseguente rivalutazione della libertà e della fede. Insegnò all'Università di Palermo (1902) e poi in quella di Bologna (1906-1936)
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(Enciclopedia Garzanti di Filosofia 1981, p. 920; Encilopedia universale, voi. 14, p. 642; Zunini, p. 95). - Opere: Compendio dei principi di psicologia di W. James, Milano 1911; Apologià del positivismo (1928), L'esistenza e l'anima (1930), La ricerca filosofica (1936), La libertà umana e la critica del determinismo (1936), L'infinito e il diM?«o(1951).-Cf. Trattato, pp. 16, 182, 183. WUNDT WILHELM (1832-1920), psicologo, fisiologo e filosofo tedesco. Ha stabilito un parallelismo tra processi fisiologici e psichici, traendone il concetto che la vita intcriore è attività creatrice, volontaristicamente intesa (Arnold 1982, pp. 1271-1272; Hehlmann, pp. 169-175; Zunini, pp. 55-59). - Opere: Physiologische Psychologie 1911 (Psicologia fisiologica). - Cf. Trattato, pp. 84, 182.
BIBLIOGRAFIA APPICCIAFUOCO ROMOLO, Sommmario di psicologia, Giunti, Firenze 1959. ARNOLD WILHELM - EYSENCH HANS JUERGEN - MEILI RICHARD, Dizionario di psicologia, tr. it., T ed., Paoline, Roma 1982. ARRIGHINI A., La nuova medicina delle passioni, Marietti, Torino 1934, pp. 203; L'educazione dei sentimenti, Marietti, Torino 1934, pp. 213; Educazione e medicina delle emozioni, Marietti, Torino 1934, pp. 205. A esse sembra che il Moretti abbia spesso attinto. CHIEFARI ANTONIO, Genesi della grafologia di G. Moretti. Condizionamenti e loro peso, Scuola diretta a fini speciali di studi grafologici, Urbino, a.a. 1996/1997. CRÉPIEUX-JAMIN JULES, II carattere dalla scrittura, tr.it. Urbino, Quattroventi 1985. CRISTOFANELLI P., Storia della grafologia. 2. Note su Girolamo Moretti, Libreria G. Moretti, Urbino 1995. Enciclopedia Cattolica, Città del Vaticano 1950. Enciclopedia Garzanti di Filosofia, Garzanti, Milano 1981. GILLE-MAISANI JEAN-CHARLES, Psychologie de l'écriture, Payot, Paris 1984; tr. it. Psicologia della scrittura, Liguori, Napoli 1990, 2000. HEHLMANN WILHELM, Storia della psicologia, tr. it., AVE, Roma 1972. LAZZARI DANIELE, Moretti e il suo pensiero intuitivo, in GIROLAMO MORETTI, Scompensi, anomalie della psiche e grafologia, Messaggero, Padova 2000, pp. 217-250. MASTROPIETRO CHIARA, Le fonti scientifiche di G. Moretti, Diploma Universitario in consulenza grafologica, Urbino, a.a. 2000/2001. RIZZOLI-LAROUSSE, Enciclopedia universale, Rizzoli, Milano 1966. ZUNINI GIORGIO, Psicologia, T ed., Morcelliana, Brescia 1950.
648
2. INDICE DEGLI AUTOGRAFI
figura
Beethoven Ludwig van (1770-1827), musicista tedesco
430
Bendandi Antonio (secolo XX), sismologo italiano
118
Benso Cantillo, conte di Cavour (1810-1861), statista italiano
101
Berberi Domenico ( 1792-1849), santo
176
Bonaparte Napoleone (1769-1821), imperatore francese
431
Buonarroti Michelangelo (1475-1564), pittore e scultore
347
Caliari Paolo, detto il Veronese (1528-1588), pittore italiano
127
Campanella Tommaso (1568-1639), filosofo italiano
139
Cavour (vedi Benso Camillo) Colombo Cristoforo (1451-1506), navigatore italiano
433
D'Annunzio Gabriele (1863-1938), poeta e scrittore italiano
122
Della Rovere Alessandro (1815-1864), militare italiano
259
Domenico della Madre di Dio (vedi Berberi Domenico) Fiumi Lionello (1894-1973), tragediografo, poeta e critico italiano
121
Foch Ferdinand (1851-1929), generale francese
423
Foscolo Ugo (1778-1827), poeta e scrittore
210
Freud Sigmund (1856-1939), psicoanalista austriaco
427
Georges Joseph (1875-1951), generale francese
102
Gioberti Vincenzo (1801-1852), filosofo italiano
109
Giordani Pietro (1774-1848), letterato italiano
I69a 649
figura
Gozzi Gaspare (1713-1786), letterato italiano
108
Hasse Giovanni Adolfo (1699-1783), musicista tedesco
169b
Hegel Giorgio Guglielmo Federico (1770-1831), filosofo tedesco
175
Ignazio di Loyola (1491-1556), santo spagnolo
346, 388
Leibniz Goffredo (1646-1716), filosofo tedesco
424
Leone XIII, papa (vedi Pecci Gioacchino) Leopardi Giacomo (1798-1837), letterato italiano
428
Luisetto Giovanni (1917-2000), grafologo italiano 36,73, 110, 168, 197,281,285 Maffi Pietro (1858-1931), cardinale e scienziato italiano
280
Manzoni Alessandro (1785-1873), letterato italiano
426
Massimiliano d'Austria (1832-1867), imperatore del Messico
276
Moretti Girolamo (1879-1963), grafologo italiano
214, 305, 360
Napoleone Bonaparte (vedi Bonaparte Napoleone) Nietzsche Federico Guglielmo (1844-1900), filosofo tedesco
85b
O'Connell Daniel (1775-1847), politico irlandese
362
Pascal Biagio (1623-1662), filosofo francese
105
Pasteur Louis (1822-1895), biologo francese
106
Pecci Gioacchino (1810-1903), papa Leone XIII
425
Raffaello Sanzio (vedi Sanzio Raffaello) Rizzi Bernardino (1891-1968), musicista italiano
104, 116
Robusti Jacopo, detto il Tintoretto (1518-1594), pittore italiano
138, 429
Sanzio Raffaello (1483-1520), pittore italiano
136
Supervielle Jules (1884-1960), letterato francese
119
Tagore Rabindranath (1861-1941), scrittore indiano
353
Tiepolo Giambattista (1696-1770), pittore italiano
137
Tintoretto Jacopo (vedi Robusti Jacopo) Verdi Giuseppe (1813-1901), musicista italiano
123, 432
Veronese Paolo (vedi Caliari Paolo) Vicendon Lucien, letterato francese 650
120
3. INDICE ALFABETICO DEI SEGNI, DELLE MODALITÀ E DEI TERMINI GRAFOLOGICI
Abbiamo aggiunto, per comodità dello studioso, questo indice alfabetico dei segni, delle modalità e dei termini grafologici, usati dall'Autore in questo Trattato. In esso sono segnati con l'asterisco gli 81 (o 82 se si stacca Rovesciata da Pendente) segni, definiti come tali dal Moretti, in quanto proprietà caratterizzanti totalmente la personalità psicosomatica dell'individuo. Essi, secondo lo stesso parere dell'Autore, sono non soltanto i principali segni grafologici, ma costituiscono nel loro insieme la maggior parte dei segni presenti nella grafia. Mentre abbiamo tralasciato le sottospecie dei singoli segni (come, per esempio, di Vezzosa grazia e Vezzosa civetteria) perché si ritrovano nel termine che le accomuna, abbiamo invece raccolto segni, modalità e termini, presenti soprattutto nella seconda parte del Trattato, riconducendoli per lo più al segno corrispondente. Per la semeiotica non definita nell'ambito del Trattato, per quella presente nelle altre opere dell'Autore e per maggiori precisazioni sull'argomento, cf. N. PALAFERRI, Gli altri segni morettiani, Istituto Grafologico G. Moretti, Urbino 1979; Dizionario grafologico morettiano, Libreria G. Moretti, Urbino 2002 [n.el.r.]. * Accartocciata * Accurata Accurata spigliata (termine non definito) Accuratezza (senza, o Gettata via) * Acuta * Addossate (Lettere) * Aggrovigliata (o Arruffata) * Allungata (o Alta) Alta (o Allungata)
235 348 547 514 118 131 204 367 367
Ampollosa 487 Angolosa 51 ' Angoli A 54 * Angoli B 62 * Angoli C 71 Aperta (modalità di Nitida) 203 k Apertura a capo delle o e delle a 263 * Ardita 282,358,478 Arruffata (o Aggrovigliata) 204 K Artritica 339 k Ascendente 99
651
Aste col concavo a destra (o piegate in avanti) 274 Aste col concavo a sinistra (o voltate indietro) 276, 478 Aste rette 273 Attaccata 368 Austera 362 Calma 300 Caricata (Intozzata 1° e 2° modo e tendente a Grossa) 565, 594 Cascante (o Lettere rilassate o Flaccida) 572 Chiara 196 Compassata (Accurata e tendente a Parallela) 573 Confusa 207,230 Congiunzione della lettera o con la lettera seguente — dal vertice superiore della o (modalità particolare di Titubante) 498 — dal vertice inferiore della o 498 — tra lettere, con filetti staccati (modalità particolare di Titubante) 498 Contorta 230 Convolvolo (lettera a) 602 Curva 41 — squadrata (o semplicemente squadrata: modalità particolare di piantata sul rigo) Dinamica 305 Dilatata 135 Discendente 102 Disordinata (o disuguale senza metodo) 165, 229, 555 Disuguale metodicamente (o metodico) 146 Disuguale senza metodo (o disordinata) 165, 229, 555 Dritta 356 Elegante 168 Eretta (o Aste rette) 588
652
* Filiforme "Fine Flaccida (modalità di Sciatta) 108, Flemmatica "Flessuosa * Fluida (o scorrevole) Ganci (modalità particolare
di Angoli B)
332 341 547 157 175 326
284, 607
Gettata via (o senza accuratezza) 499 * Grossa (o Marcata) 334 " Grossolana 336 " Impaziente 308 Infantile (modalità particolare di Titubante) 498 Impulsiva (o incosciente) 551 Incosciente (o impulsiva) 551 " Intozzata 1 ° modo 79 Intozzata 2° modo 86 Irta 123 Larga di lettere 112,595 Larga tra lettere 128 Larga tra parole 138 Legata 144 Lenta 377 Levigata 353 Mantiene il rigo 96 Marcata (o Grossa) 334 Minuta (o piccola) 188 Minuziosa 209 Nitida 199 Oscura 207 Parallela 242 Parca 191 Pedante 259 Pendente 315 Piantata sul rigo 364 Piccola (o Minuta) 188 Ponderata 301 Precisa (termine non definito) Profusa 132 Aggomitolata (o Accartocciata)
Ricci 280 — dell'ammanieramento (o del carattere ammanierato) 250, 295, 590-593 292 ' — della confusione patologica 284 ' — della flemma — della mitomania 288. 488 - della sobrietà 281 - della spavalderia 282 - del nascondimento 294 - del soggettivismo 286 Ricci (senza: modalità di Parca) 542, 546-547 Recisa 360 Rilassate (lettere, o Cascante o Flaccida) 572 Ritoccata 477 Rovesciata (va considerato come vero e proprio segno alla stregua di Pendente) Scattante 311 Scorrevole (o fluida) 326 106 Sciatta Secca 251 476 Serrata (Stretta tra lettere) Sinuosa 237 322 Slanciata 370 Solenne Spadiforme 373 Spavalda 371 :
Squadrata (o Curva squadrata) 'Staccata 194 Stentata 171 Stretta di lettere (o Larga di lettere sotto i 5/10) 112,295 — tra lettere (o Larga 128 tra lettere sotto i 5/10) — tra parole (o Larga 138 tra parole sotto i 5/10) Stringata (termine non definito) 520 ' Tentennante 177 Timore di avanzare sul rigo (o un che di tremolio: modalità 546 particolare di Titubante) ' Titubante 179,498,583 Trascinata (modalità particolare di Flaccida) 573 Triplice larghezza (vedi Larga di lettere, Larga tra lettere e Larga tra parole) Tremolante (modalità particolare di Stentata) 147 Tremolio (un che di modalità 596 particolare di Titubante) 380 * Veloce 244 * Vezzosa 256 * Uguale Uncini (o ganci: modalità particolare di Angoli B) 284, 607
653
4. INDICE GENERALE
Presentazione (Giovanni Luisetto)
pag. V
ALCUNE PREMESSE 1. Definizione
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3
2. Il carattere scientifico della grafologia in generale — Ciò che richiede la grafologia — La scrittura è sempre la stessa personalmente con qualunque membro del corpo si scriva — Il centro del linguaggio scrìtto e parlato — // linguaggio inferiore — Conclusioni 3. Scrutando la scienza psicologica e i suoi risultati
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3 4
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5 5 6 7 9
4. Le prove alla portata di tutti — Tutto è personale nell'uomo — Personalità del passo — Personalità del gesto — Personalità della voce — Personalità della grafia umana 5. Le difficoltà — Della utilità — La grafologia scruta solo la natura innata 6. Che specie di scienza sia la grafologia
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11 11 11 12 12 12 13 14 15 15
7. L'indipendenza della grafologia
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17
654
8. Tendenza e abilità
pag. 22
9. Qualità e quantità intellettuale
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23
10. Scrittura maschile e femminile
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24
11. Atto e gesto grafico
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12. Determinismo
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13. Trasmissibilità della mia grafologia
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1. SEGNI GRAFICI IN GENERALE
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31
Segni della volontà — Segni sostanziali — Segni modificanti — Segni accidentali Segni dell'intelletto — Segni sostanziali — Segni modificanti — Segni accidentali Leggi fondamentali della grafologia
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33 33 34 34 35 35 35 35 36
Classificazione grafologica dell'intelligenza — Segni appartenenti per se stessi all'intelligenza intuitiva . . . — Segni appartenenti per se stessi all'intelligenza assimilatrice. — Segni appartenenti per se stessi all'intelligenza di contraddizione — Segni appartenenti per se stessi all'intelligenza influenzarle
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37 38 39
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40 40
2. SEGNI GRAFICI IN PARTICOLARE
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41
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41 49
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51 51
PARTE PRIMA CARATTERE SCIENTIFICO DEI SEGNI GRAFICI
1. Scrittura Curva — Ragione scientifica del segno Curva SCRITTURA ANGOLOSA — Ragione scientifica della scrittura Angolosa
655
2. Angoli A — Ragione scientifica degli Angoli A — Ragione fisiologica 3. Angoli B — Ragione scientifica degli Angoli B — Ragione fisiologica
pag. » » » » »
54 59 62 62 69 71
4. Angoli C o del «saper fare» — Ragione scientifica degli Angoli C — Ragione fisiologica
» » »
71 76 78
5. Scrittura Intozzata 1° modo — Ragione scientifica di Intozzata 1" modo
» »
79 84
6. Scrittura Intozzata 2° modo — Ragione scientifica di Intozzata 2" modo
» »
86 92
7. Scrittura che Mantiene il rigo
»
96
8. Scrittura Ascendente
»
99
9. Scrittura Discendente
»
102
10. Scrittura Sciatta — Ragione scientifica
» »
106 108
11. Scrittura Larga di lettere
»
112
12. Scrittura Acuta
»
118
13. Scrittura Irta — Ragione scientifica di scrittura Larga di lettere (intelligenza o J o o profonda) - Acuta (intelligenza acuta)
»
123
»
125
14. Scrittura Larga tra lettere
»
128
15. Scrittura con Lettere addossate
»
131
16. Scrittura Profusa — Ragione scientifica di Larga tra. lettere e Profusa 17. Scrittura Larga tra parole — Ragione scientifica del segno Larga tra parole
» » » »
132 136 138 144
18. Scrittura Legata
»
144
19. Scrittura Disuguale metodicamente — Scienza inventiva
» »
146 158
20. Scrittura Disuguale senza metodo o Disordinata
»
165
v
656
21. Scrittura Elegante
pag.
168
22. Scrittura Stentata
»
171
23. Scrittura Flessuosa
»
175
24. Scrittura Tentennante
»
177
25. Scrittura Titubante — Ragione scientifica di scrittura Disuguale metodicamente, Disordinata, Stentata, Titubante, Tentennante — Il genio dell'arte e della scienza
»
179
» »
182 185
26. Scrittura Minuta o Piccola
»
188
27. Scrittura Parca
»
191
28. Scrittura Staccata
»
194
29. Scrittura Chiara
»
196
30. Scrittura Nitida
»
199
31. Scrittura Aggrovigliata (Arruffata)
»
204
32. Scrittura Oscura
»
207
33. Scrittura Confusa
»
207
34. Scrittura Minuziosa — Ragione scientifica dei segni Minuta, Parca, Staccata, Chiara, Nitida, Oscura, Confusa, Minuziosa
»
209
35. Scrittura Contorta — Ragione scientifica di scrittura Contorta
» »
230 235
36. Scrittura Accartocciata
»
235
37. Scrittura Sinuosa — Ragione scientifica di Sinuosa 38. Scrittura Parallela
» » »
237 241 242
39. Scrittura Vezzosa — Ragione scientifica di Vezzosa 40. Scrittura Secca — Ragione scientifica di scrittura Secca
» 244 » 249 » 251 » 254
41. Scrittura Uguale
»
256
42. Scrittura Pedante — Ragione scientifica di Uguale e Pedante
» »
259 261
» 213
657
43. Scrittura con Apertura a capo delle o e delle a — Ragione scientifica di Apertura a capo delle o e delle a. LE ASTE
pag. » »
263 267 272
44. Scrittura con Aste rette
»
273
45. Scrittura con Aste con il concavo a destra
»
274
46. Scrittura con Aste con il concavo a sinistra — Ragione scientifica Aste in linea retta, Aste con il concavo a destra e Aste con il concavo a sinistra SCRITTURA CON RICCI
»
276
» »
277 280
47. Scrittura con Ricci della sobrietà
»
281
48. Scrittura con Ricci della spavalderia
»
282
»
284
50. Scrittura con Ricci del soggettivismo
»
286
51. Scrittura con Ricci della mitomania
»
288
52. Scrittura con Ricci della confusione patologica
»
292
53. Scrittura con Ricci del nascondimento
»
294
54. Scrittura con Ricci dell'ammanieramento — Ragione scientifica dei Ricci
» »
295 297
55. Scrittura Calma
»
300
56. Scrittura Ponderata
»
301
57. Scrittura Dinamica
»
305
58. Scrittura Impaziente
»
308
59. Scrittura Scattante — Ragione scientifica di Calma, Ponderata, Dinamica, Scattante, Impaziente
»
311
»
312
60. Scrittura Pendente
»
315
61. Scrittura Slanciata
»
322
62. Scrittura Fluida o Scorrevole — Ragione scientifica di scrittura Pendente, Slanciata e Fluida
» »
326 329
63. Scrittura Filiforme
»
332
64. Scrittura Grossa o Marcata
»
334
65. Scrittura Grossolana
»
336
49. Scrittura con Ricci della
658
flemma
66. Scrittura Artritica
pag.
339
67. Scrittura Fine — Ragione scientifica di scrittura Filiforme, Marcata, Grossolana, Fine 68. Scrittura Accurata — Ragione scientifica di scrittura Accurata
»
341
» » »
344 348 350
69. Scrittura Levigata
»
353
70. Scrittura Dritta
»
356
71. Scrittura Ardita
»
358
72. Scrittura Recisa
»
360
73. Scrittura Austera
»
362
74. Scrittura Piantata sul rigo
»
364
75. Scrittura Allungata o Alta
»
367
76. Scrittura Attaccata
»
368
77. Scrittura Solenne
»
370
78. Scrittura Spavalda
»
371
79. Scrittura Spadiforme
»
373
80. Scrittura Lenta
»
377
81. Scrittura Veloce
»
380
1. CLASSIFICAZIONE IN GENERALE
»
385
Lettera Parola Rigo Segni non completamente inquadrabili nei precedenti gruppi e incidenti «in toto» sulla fisionomia grafica Significato fisiologico e psicologico di alcuni segni
» » »
385 386 387
» »
387 388
PARTE SECONDA
CLASSIFICAZIONE GRAFOLOGICA COMBINAZIONE SEMPLICE DEI SEGNI GRAFOLOGICI
659
2. COMBINAZIONE SEMPLICE DI OGNI SEGNO GRAFOLOGICO
. . . pag. 389
1 . Curva e gli altri segni
»
389
2. Angoli A e gli altri segni
»
404
3. Angoli B e gli altri segni
»
415
4. Angoli C e gli altri segni
»
423
5. Intozzata 1° modo e gli altri segni
»
430
6. Intozzata 2° modo e gli altri segni
»
441
7. Mantiene il rigo e gli altri segni
»
452
8. Ascendente e gli altri segni
»
457
9. Discendente e gli altri segni
»
460
1 1 . Sinuosa, Contorta e gli altri segni
» »
463 466
12. Austera e gli altri segni
»
470
13. Larga di lettere, Larga tra lettere, Larga tra parole e gli altri segni
»
474
14. Disuguale metodicamente, Disordinata e gli altri segni
»
480
15. Minuta, Minuziosa e gli altri segni
»
482
16. Aste rette, Aste in avanti, Aste indietro e gli altri segni
»
484
17. Parca e gli altri segni
»
484
18. Chiara, Nitida, Dritta, Recisa, Austera e gli altri segni
»
485
19. Piantata sul rigo e gli altri segni
»
486
20. I Ricci e gli altri segni
»
487
21. Ponderata e gli altri segni
»
490
22. Dinamica e gli altri segni
»
493
13. Scattante e gli altri segni
»
496
24. Fluida, Legata, Stentata, Tentennante, Titubante, Veloce, Lenta e gli altri segni
»
497
25. Calma, Ardita, Impaziente e gli altri segni
»
499
26. Accurata, Levigata e gli altri segni
»
499
27. Pedante e gli altri segni
»
499
10. Apertura a capo delle o e delle a e gli altri segni
660
PARTE TERZA
COMBINAZIONE COMPLESSA DEI SEGNI GRAFOLOGICI 1. RAGIONE DELLA CLASSIFICAZIONE DEI SEGNI GRAFOLOGICI
pag. 503
Segni sostanziali Segni modificanti Segni accidentali
» » »
503 506 507
2. SEGNI GRAFOLOGICI DEL CARATTERE
»
508
Segni grafologici della cessione Segni grafologici della resistenza Segni grafologici dell'assalto Segni grafologici dell'attesa
» » » »
509 510 510 510
3. COMBINAZIONI GRAFOLOGICHE
»
512
1. Combinazioni grafologiche intellettive
»
512
2. Combinazioni grafologiche affettivo-attive
»
524
»
548
1. Impulsività e riflessività
»
548
2. Coraggio
»
558
3. Viltà
»
571
4. Audacia, Paura
»
575
5. Ambizione
»
583
6. Vanità
»
589
7. Verecondia
»
596
8. Sfacciataggine
»
597
9. Menzogna
»
598
»
603
4. ALCUNE QUALITÀ CHE SCATURISCONO DAL TEMPERAMENTO
10. Ottimismo, Pessimismo
661
11. Prudenza
pag.
604
12. Amore unisessuale
»
606
13. Autocritica
»
606
14. Indipendenza
»
606
15. Personalità
»
607
16. La scrittura dei bambini
»
607
17. Uncini, ganci
»
607
18. Curiosità
»
608
5. IL MIO METODO GRAFOLOGICO
» 609
DIFFICOLTÀ E NORME DELL'ESAME GRAFOLOGICO
»
611
6. ANALISI GRAFOLOGICHE
»
615
1. Gottfried Wilhelm Leibniz
» 615
2. Leone XIII (Gioacchino Pecci)
» 617
3. Alessandro Manzoni
»
619
4. Sigmund Freud
»
622
5. Giacomo Leopardi
» 625
6. Tintoretto Qacopo Robusti)
»
627
7. Ludwig van Beethoven
»
629
8. Napoleone Bonaparte
»
632
9. Giuseppe Verdi
»
635
»
638
10. Cristoforo Colombo INDICE ALFABETICO DEI SEGNI, DELLE MODALITÀ E DEI TERMINI GRAFOLOGICI
662
640
Finito di stampare nel mese di maggio 2002 Mediagraf- Noventa Padovana, Padova