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ie un ulten /ocherà la < he) di forn satura un q onera da i via. rincipali di a una mat< iella riduzic o (XII), eh reo ed eriti l'introduzi<
da un lato, al fatto che la nil benzolo comporta, come tul certi rischi (anche la succes non è priva di pericoli) e, dal mero di passaggi piuttosto ; cata stereoselettività nella rid
È stato realizzato un altro (tab. V) per la sintesi del e, e estrema linearità ed eleganza, è destinato a soppiantare gli altri tecnici relativi alla preparazione benzaldeide verranno superati dersi dell'impiego di NaBH4 p sensibile riduzione del prezzo e tivo, che per ora incide ancora i tnsfrn pip.vata sul rostri Hi r»rru
delle particene del reagì colorate. L'a. e. può essere impi< il calcio (~ 1 mg) : oper tità nota di reagente si p e dopo filtrazione si dete: tricamente a 530 nm 1' Interferiscono Mg, Fé,
3i le per azione aeu acido ipc ol allilico. L'a- e la /J-mono lotte rispettivamente a glicc col trimetilenico per trattam ma di sodio in acqua. Le monocloridrine gliceriche Imente idrolizzate a glicero
uno tetraedrico a formare u: peritino (dal nome del minerà del quale si hanno tanti stra tipo); la formula dei due f< Si 2 O|~+3MgO|-—2O 2 - (un; geni messi in comune tra i = Mg3O4Si2C>5~; neutralizz
Si tratta di fillosilic sti, ordinati, tipo 14 À di distanza re in Fe2O3 inferiore ; bile dagli acidi, co riscaldamento ad e
con certezza in natura termini i Famesite e l'antigorite. La green mine di solo ferro bivalente Feà mentre i vari termini della seri Fe^I(OH)4Si2O5-Fe'IAl(OH)
CLORO 11 doro è il penultimo elem riodo nella Tavola periodic ro fra gli alogeni nel VII G del CI manca un solo elett gere la configurazione eletti bile argo. Esso possiede ui elettronica ed una notevole
nella tabella II. I valori dell'ei tropia alle varie temperature in equilibrio col suo vapore, tabella III. La solubilità del CI è assai i ratura ambiente, giacché a 20' in equilibrio con un'atmosfer
è —34,05" a pressione tensione di vapore, a 25' Pertanto, la liquefazioi zione agevole ed è ali servarlo e trasportarlo rìn\n muniti di valvn1<
sppure esponendo la solu; ittiniche che le impartiscon /azione necessaria. Tuttav sostanze organiche, genen grande affinità per l'ossiger disponibile dalle reazioni si :loro, e più generalmente :omposti ossigenati del CI, sostanze il loro energico
car:an. tavia interessante, e noi scientifico e storico, de! Icuni fra i principali proc mte la loro eclissi, non rr tentativi di riproporne , namenti consentiti dalli i. Infatti, essi si basano 1 indirettamente, sull'ossi ;loridrico. il auale. nrim
ucessu ueacoii in leuo uuiuo. i
40 la IG Farbenindustrie svilupf ota un metodo in cui il catalizzat to da una massa fusa di Fe( 5. 3). La miscela gassosa reagente HC1 e aria, con un rapporto O 12. ossia il donnio di duello stecr
dotto di minor vaiore. descritti solo i primi Elettrolisi in soluzione
cesso a diaframma qu furono inventati prim scorso • essi verterono e
La purificazione della salamoia pu compiuta aggiungendo carbonato o ci bario per precipitare il solfato,, e quii linizzando con carbonato di sodio e s stica fino a pH 10, per precipitare rnmf1 rarhnnptn R il mfltmpsin p. il fer
iella sostanza contei ra estesa ad una zc raccordo delle valvo 3 svuotamento deve ìtrorsa.
La sua reattività chimica è in generi sino maggiore di quella del fluoro, a e pertanto in molti casi preferito, essen sibile liquefarlo a temperatura ambie bassa pressione, facilitandone la consi ne e il trasporto.
ogni "C in meno. Per conlatto una miscela abbastanza concei in gas inerte (aria), a tempera a 0°, si forma un clatrato conta gas per 46 moli d'acqua. È pi rare in tal modo una poltiglia ( e mantenuta al disotto di —1
economico, fuorché in piccola s volta, il clorito di sodio viene fa' riduzione del biossido di eloro (e me si è visto, dal clorato) median di sodio oppure acqua ossigenata stica. Il sale è ottenibile in forni evaporazione ed aggiunta di clor
il liquido vicne conccntit lino al 57% HCIO4, e i vuoto in apparecchiatura tenimento del prodotto 72% di HC1O4, di eleva L'importanza Industrie rinn risipHe nelia nnssihili
:LORO, CICLO GEOCHIMIC Jidrosfera, cioe essenzialmente e acque interstiziaii dei sedimei ;irca 30.000 Tt di cloro (Poiden 3uesta e una quantita enorme, 1; jone un problema di dimension Infatti, sappiamo che il sodio : ato neii'oceano nel corso dei ten n seeuifo alia trasformazione di I
s utile operare in presenza di volatile capace di dare un azec I'acqua che puo essere cosi allon' Usando tricloroetilene, tetracloru nio, ecc. si ottiene un distillato che
tuato in presenza di cataiizza cloruro di zinco, a temperal ed a pressioni di 1-9 atm. Ge do cloridrico, necessario per zione dell'etilene, proviene qu to da un altro impianto sen unita di sintesi di idrocarbur; ad es., l'acido cloridrico prod'
dare diariletani secondo una r Friedel-Crafts. II DCE e un composto abbastE all'oleum ed anche all'anidride sol to da poter essere usato come s reazioni di solfonazione che preve
dta per i lubrificanti e per le gomme i ale, esso viene usato come veicolo ( losizioni lubrificanti e di adesivi. Viene doperato nell'industria tessile per 1E hiatura a freddo. Fra le proprieta di olvente e da ricordare la sua bassa t( ninore rispetto a quella di tutti i < lorurati alifatici: la sua pericolosita uperiore a quella dei prodotti di topj
stabilizzanti si usano generalmente ; alifatiche: in queste condizioni e tai bile da poter essere conservato in n di ferro e persino di alluminio. Viei damente alterato dagli alcali acquosi i mazione di tetracloroetilene. La sua 1 e paragonabile a quella dell' 1,1,2,2-t roetano: Tinalazione dei suoi vapori p
nilidene viene preparato per deidroalo, zione con latte di cake dell'l,l,2-tricloi no. La reazione viene condotta a caldo in modo che il prodotto possa distillare tamente. Per ottenere il cloruro di vinil adatto ad essere polimerizzato o copolin zato sono disponibili vari metodi. In ger e consigliabile distillarlo in ambiente i (azoto) dopo uno o piu lavaggi con solt deossigenanti come quelle di solfato fer
55,.V, nicnlrc l'azcolropo dell'isc conticnc 1'1,9% di acqua e bol Danno anche miscele azeotrope t acqua e etanolo a p.e. 53,8° e 44' mente per l'isomero cis e trans. Ad alta temperatura ed in prese mina le due forme possono inter
L'azeotropo tricloroetilene-acqu sta mentre una piccola quantita \ ta per stripping della calce speri coda alia colonna. Dopo sepai cantatori, il tricloroetilene vieru una soluzione diluita di soda pi ultime tracce di acido cloridri nuovamente decantato e quindi: gli impianti che usavano il proo per la produzione di acetilene, calcio impiegato era quello che
incioroacctico. t siaonc uno a DI temperature superiori pirolizza, in p carbone attivo, per dare esacloroeta: clorobenzene. È stabile all'ossigeno (e all'aria) i di luce, ma in presenza di luce uli «ìiVtiQPP
flnalnuatnpnte
ni t r i r i n r n f t
o- e percloroetilene da etilene e e no stadio si ottiene dicloroetanc li superiori; in questa fase Fossi da inibitore. La conversione de 10%, quella dell'etilene del95-9E :ani superiori (tetra- e pentade irati dal grezzo e pirolizzati a t oetilene. La figura 2 rappresenti
JL-C v^. si i iaculi il ctiiu ili
LUIU i
tea
.1 tetici. Nelle piante superiori e in i ; verdi-azzurre, (figura) esse som ì nei tilacoidi (grana) dei cloroplast d verdi-azzurre e nei batteri fotos 3 non presentano cloroplasti, si ti
mente a protogeno IX (protoporfirina (IV) )tta), benché la reazione proceda rapidaite anche per via non enzimatica, i ritiene, generalmente, che il magnesio ga inserito a questo stadio, dato che una mesio-protoporfirina è stata isolata da mu\ Hi Chinnjììa inranari rii nrorìnrrp e. ' tale.
le, nell'uso domestico ed i sostanze, l'azione sul sistei arriva solo raramente all'a quente tale azione si mai parsa di sintomi, quali aff vomito, mal di testa. I v; raffine non sono irritanti
;onveniente e completamente elimin ruro di etilene commerciale per aggi n piccolo quantitativo di alchilammi '1,2-dicloroetano entrambi gli atom possono subire reazioni di sostituzii fila: facendolo reagire con cianuro si ottiene il dinitrile succinico, < niaca si ha l'etilendiammina. con acs
• clorurazione del tetracloroetan si ottiene esacloroetano : questa Drita da una temperatura di 1( 5giamento con luce ultraviolett razione avviene su carbone a aratura di 300-400°, l'l,l,2,2-t< si spezza originando tetracloru i ed acido cloridrico. Il trattarr
:loroderivati dell'etilene e dell'aceti] :he la reazione fra dicloroacetilene )osti organomagnesiaci (v. sopra) p considerata come un valido metodo lei cloroderivati degli idrocarburi ai rutti questi procedimenti conducon )osti con il eloro legato al carbonio i
del butano. L'acido cloridrico ed il tricloroetileru mano, in presenza di A1C13, i due pò; prodotti di somma, l'l,l,l,2-tetracloroet l'l,l,2,2-tetracloroetano, nella proporzic 5 a 1. Accanto a questi composti si ri anche il pentaclorobutadiene e l'esaclon zene, composti derivati dalla condensa
loia ali anacco ai microrganismi. ie di grandi quantità di vapori ;ausa la morte; dosi moderate pr< sonnolenza e quindi la perdita di L'ingestione del liquido conduce Dolmonare e danneggia gravemerr •eni: generalmente anche in ques
,lile, si presenta come un liquic un odore pungente. La sua formu elle sue costanti fisiche sono rip ibella VI. Il cloruro di aliile è con liscibile con alcool, etere, acetor )luene, ottano, ligroina. La sua < :qua a 20° è pari allo 0,36%, m< ell'acqua nel cloruro di aliile speratura è dello 0,08%. Il 3p-1 da anche, alcune miscele a
una concentrazione pericolosa cne, ior mente, nel 50% degli individui può avvertita dall'odore. Il cloruro di aliile viene sintetizzati strialmente per reazione tra propilene ad alte temperature (18): CH,=CH C > CH 2 =CH CH,C1+HC1 La temperatura elevata è indispensai
bsforo giallo e della carbilammina. I "ormula ed alcune sue caratteristiche ;ono riportate nella tabella VI. È solu icqua ed in alcool, e le soluzioni in solventi divengono scure col tempo.
n ceno quantiiauvo ui iosgene aggiunto lattivi irradiati dalla luce di una lampade lercurio. Quando tuttavia la sorgente dei : icali è il cloroacetilene stesso, allora tn rodotti di reazione si ritrova anche il d etilene (27):
diluiti. La riduzione su nichel a 270 produa accanto al benzene, anche il bifenile; picco] rese in bifenile si ottengono ugualmente co idrogeno in etanolo per catalisi del palladi disperso su carbonato di calcio. Infine l'azic
bio di alogeni con il fluoruro di calcio, che normalmente avviene solo con il CC14 e nella reattività con il eloro ed il fluoro che praticamente interessa solo i primi tre termini della serie. Relazioni analoghe si osservano anche nel quadro farmacologico dove i e. esercitane un'azione deprimente sul sistema nervoso centrale, nrovocando diversi stadi di anestesia. La
stato detto precedentemente, proo verso la formazione di radicali, pi clorurati che possono interagire fi formando composti a due o più ato bonio che, attraverso successive n clorurazione, declorurazione, deid zione e di associazione possono tr; nei prodotti più stabili della loro
J\J\J e tuu , itguiauuu la iciiipciaiuia cui
riciclo di CC14. Il rapporto molare Cl,/C determina la composizione del prodotto; e rapporto fino a 2 il prodotto è costituito pi cipalmente da CH3C1, CH2CL, e CHC13; e rapporto da 2 a 4 il prodotto è principalme CHCL e CO,. La resa rispetto al clorc
sino interviene ancora nella con con altre cloroparaffine superiori ( propano, butano, ecc. Sempre cc ammoniaca liquida reagisce per d£ metilammina e cloruro sodico. I sodio e potassio reagiscono con ' mando sodio e potassiometile. (
mente nell industria del Ireddo, dov stato quasi completamente sostituito rofluorometani. Usi minori sono que solvente per sostanze naturali sensibi lore, come dielettrico per condensata trici, negli aerosoli, come reagente in di metilazione e nella produzione d« mercantano. Il CH,C1 introdotto in
e più facilmente in fenoli acido acetico glaciale, estei cloesilammina, formammic Con etere, alcool etilico ed commerciali è solubile in tu Proprietà chimiche. La stai vicina a niie.Ha
ossido come catalizzatore, oppun altri clorometani mediante clorui dativa del metano o del cloruro catalizzatori a base di cloruro ra ruri di altri metalli supportati si
diccole quantità di resorcinu ed idra in soluzione; si forma così una co giallo rossastra con effetti giallo ' Facendo bollire 0,5 mi di una soluzio di timolo con una goccia di CHC1 piccola quantità di idrato di potassic zione, compare un colore giallo con rossicci brillanti; la miscela così trattata con acido solforico, diventi I^n11i»r\t(=> É» H a n n H ili 1 i-zirvnp» r*r\r\ or»/-in
Con ossidi di metalli come Al, Mg, Zn, C e Pb il CC14 reagisce dando i rispettivi clorur cloroidrocarburi, ossido di carbonio, eloro fosgene. Reagisce violentemente con sodio potassio; scaldato con amalgama di sodi produce cloruro sodico e carbone. Attacc l'alluminio e le sue leghe, talvolta in mod esplosivo, in presenza di umidità. Il CC14 pu essere facilmente ridotto a cloroformio; co i riducenti più energici, come amalgama < potassio ed acqua, la riduzione procede fino
uso di altri diluenti come N2 e HC1 che, nel caso della clorurazione del metani vono per prevenire esplosioni e per evi decorrere di reazioni del tipo: idrocart +cloro-> carbone+HCl che possono a re a causa di accidentali difetti di alimei ne o in condizioni di miscelazione difì
mente recuperaDin nelle operazior saggio. Statistiche. Il grande sviluppo delle ne del CC14 è praticamente avvenu II guerra mondiale come consegue: fermazione commerciale dei clorof ni. L'aumento di produzione è sta
ziale della struttura dei diuret l'atomo di eloro può essere sos gruppo bromo, nitro o trifluon che si verifìchino perdite dell'atti1 Nel chinetazone, la cui attività è dell'idroclorotiazide, il sistema dico ciclico è sostituito da un
afruny E. J., Ross C., «J. l'harmacol. I137, (1962), 324. arminati G. M., «Arch. Jnt. Pharmaco (1963), 446. rawford J. D., Frost L., Welsh M., T « J . Pharmacol. Exp. Therap.», 135, 'e Stevens G., Diuretìcs, Chemistry ano logy, New York, Academic Press, 19 •ettli L., Spring P . , « Z . Ges. Exp. > (1962), 310. >irks J . H . , Cirksena W. J., Berliner
tro residui di arginina; questa a ha indotto Black e Dixon a pror. per le e. un meccanismo di duplic ziale del gene, come modello nell di questi polipeptidi a partire da ui de ancestrale (figura). Le e, per la loro semplicità sti
formalmente, in stati di ossidazione non int Infatti lo stato di ossidazione medio di ciasc atomo metallico sarà 1,83 nel caso di (M6X; e 2,33 nel caso di (M6X8)6+; per il grup (M6Xl2)"+ uno stato di ossidazione 2,33 e risponderà ad n = 2, mentre, con n — 3, i gli stati di ossidazione del metallo sarar rispettivamente 2,50 e 2,67. Un'altra importante proprietà comune
alogcnuri binari di renio (III) e numerosi rivati. La struttura del complesso polinuc re [Re3Cli2]3~ è illustrata nella figura 3 i consiste in tre atomi di renio disposti a tr golo, tre ioni alogeno bidentati a ponte gli atomi metallici, nove ioni alogeno me dentati, tre dei quali in posizione equatori
sostituiti, il gruppo (Mo6X8)4+ può essere com plessato con i leganti più diversi : alcuni esem pi di questi complessi e le loro caratteristich strutturali sono stati trattati nei capitoli pre cedenti. Il gruppo (Mo6X8)4+ è, infatti, stabil anche in acqua regia bollente, come pur in acido solforico concentrato a caldo; sotti i vuoto è stabile fino a 800°, in aria fino 1 300°; è, tuttavia, decomposto da alcali fori i con formazione di idrossidi di molibdeno (V ) e idrogeno. La sostituzione degli alogeni de , ; i
questi e. m. sono decomposti da alcali for Un'altra particolarità di questi alogenuri niobio e tantalio è il fatto di essere solubili acqua. In alcuni casi le soluzioni risultai sono abbastanza stabili e contengono il gru pò (M6X12)"~ inalterato; in altri casi, specie mente con n = 3 e 4, si assiste ad una decor posizione abbastanza rapida del e. m., c<
La 4-idrossicumarina (XIII), dalla quale vano gli anticoagulanti di questa serie, ra sentanti dei veri e propri fattori antivita ci K, allo stato solido ed in soluzione i venti polari sembra esistere prevalente] nella forma cumarinica vera e propria (X le cui possibili forme tautomeriche son
Per ottenere il dicumarolo (bisidross na) (XII) la 4-idrossicumarina (XI] fatta reagire con soluzione acquose maldeide al 40%. Nel caso del etili cetato (XVI) la condensazione avv reazione con il dietilacetale dell'ari
merose varietà di vitamina K. posto è un cofattore essenziali epatica dei fattori di coagulaz trombina), VII (proconvertina) Stuart-Prower). Sono state idenl chie dozzine di analoghi della aventi efficacia e durata di a;
ivicnirc e ciuuiumciiic coinpieiiMu
porto fra questi agenti ipoprotrorr zanti e la vitamina K, non sono ug comprensibili altri fenomeni anticc con la probabile eccezione dell'effe coagulante di agenti complessanti o cipitano l'ione calcio. Un metodo e
dare a prove cllniche per il dosaggio d tore in questione. Il fattore estrinseco ri< il nuovo nome di vitamina B12 (fìg. 1) e si scoprì che, mentre nel fegato è presen in piccola quantità (ca. 1 ppm), era pii mente ottenibile da colture dello Streptt griseus; oggigiorno la vitamina B12 di bile in commercio si prepara in questo Dopo l'isolamento, tale vitamina d oggetto di altre intense ricerche, ess
ten presto si scoprì la presenz ome legante e fu allora che \ 1 nome di cianobalammina I. I idrolisi di questo composto rano presenti 5-6 gruppi amm (erta la presenza di una mole > iropan-2-olo, insieme con tre fr; escenti, i quali rappresentava™
jogo, sebbene il C-I del ribosio n< ione 5'-desossiadenosilico abbia la onfigurazione (i che si trova negli £ leici il C-I del ribosio del nucleotid ìetilbenzimidalico ha l'insolita confi e a. Merita, infine un commento la resenza del cianuro come legante r ocobalammina : attualmente, in effe
formazione del Co" (vitamina B12r) e gine a soluzioni di color rosso bruno, lizza mediante cauta riduzione catalitici acetato di cromo a pH 5. Il secondo della riduzione (effettuata con un ecc acetato di cromo a pH 9,5 o con bore di sodio) produce una soluzione grigi* (Vitamina R.« ì nella rmalp il rr>haUr>
1784 crrr1) chiamato il latto na B12 (struttura parziale XV] stadio la clorurazione avviene meso non sostituita (C-10), clorolattone (struttura parzia dicianuro ha un bel colore a2 572, 612 nm):
e un netto incremento del livello locitico. Effetti biologici. Sono state fatte molte inazioni circa l'attività biologica dell; mina B12; si ritiene che essa interven processi biologici di riduzione e nel ir lismo dei grassi, delle proteine, dei carb e degli acidi nucleici. La scoperta dei coenzimatici ha portato ad uno stud
stalli ad habitus cubico od otti a quelli della pirite; simile a qu è anche la sua struttura, ottenit do un As ad un S dei gruppi ristici del disolfuro di Fé. La e. ha un colore biancastr rossastri, lucentezza metallica (100) perfetta. In sezione lucida
c u i il iiiv.iauw t<
dentemente. D'altra parte, esiste un za notevole fra le temperature di zione determinate per riscaldament determinate per raffreddamento. I m azione allotropica di una forma ] molto lenta ed è difficile ottenerla di
carico di rottura a trazione, dell'allung percentuale a rottura e della strizione zione della temperatura per un camp Co avente un alto grado di purezza (9S Sono anche mostrati lo scorrimento (creep) a 500° con sollecitazione di 8,41
potenziali irreversibili Co/li privo di Co. Akimov e C determinato alcuni di questi Produzione industriale
Si può notare che i minerai tati contengono in genere < di Co; ne risulta che in passare attraverso un'oper
ossidati e 1 concentrati, preceaenter stiti, che provengono dai minerai sono lisciviati con acido solforice zione ottenuta, da cui viene elimin per precipitazione, viene chiarificai viata alle celle di elettrolisi, in cui deposita al catodo. La maggior pai trolita da cui è stato eliminato il messa in ciclo all'inizio della liscivi recuperare l'acido solforico che si
a) ricerca di tracce del met sali, nei fertilizzanti e in ceri b) analisi dei minerali o d nore di metallo relativamente e) analisi di impurezze pres metallico o nei suoi sali. Nel primo caso, il Co allo può essere isolato sia per pr< reagenti chimici, sia per est cromatografìa o per scambio
molto basso. Sono utilizzat deve essere rigorosamente stanza delle dimensioni (appa geodetiche, campioni di un: condensatori variabili di alta Quando la composizione d
prima di queste due specie raggiu centrazione massima ad una con di ione cloruro pari a 9 M, mentn ad una concentrazione 10 M di k Nell'intervallo 11-16 M in ione ciò eie predominante è [CoCl4]2~. A qualsiasi concentrazione de£
del Co" in acido acetico sono stati e dei cristalli verdi, dalla composizione rente Co(O2CCH3)3. La soluzione vere lativamente stabile a 0°, ma per riscaldi diviene giallo-bruna lasciando precipi' solido marrone scuro che diviene nero Sicuramente queste soluzioni verdi cos il solido verde contengono Co111, seb' sua struttura sia ignota. Come ci si p< attendere dal confronto con [Co(H2C specie di colore verde presenti nelle se acetiche sono buoni agenti ossidanti.
. due molecole di acqua per riscaldai •rima che avvenga la riduzione del C lerdita di ossigeno. Si ottiene ossi» ro(OH)2 preparato di fresco sia con os: he con agenti ossidanti come ipoclo: •ersolfato. Sono noti anche idrossoanii
ri. Sono stati studiati molti se to. Tra i meglio caratterizzati p lare Co4S3, Co9S8, CoS, Co3S4 ildando Co e zolfo cristallino : » molare 4:3 in un tubo saldato ottiene Co4S3. Soluzioni acq \, CoCl2 o Co(NO3)2, oppure :obaltoso in acido acetico, reagisc dando una mescolanza di CogS;
ne di soluzioni di solfato cobalto ratura ambiente ed è isomorfo i •7H.O (v. FERRO; VETRIOLI). L' ottiene se la cristallizzazione \ zata a 30° oppure per disidrati trollata dell'eptaidrato. Il tetraii violetto, si ottiene per disidra CoSO. -7HX) su acido solforico
nostrato che si forma [Co\CÌ I composti isonitrilici del C comportamento simile. Tra le specie anioniche con g note sia specie esa- che tetrac specie fluorurate sembra siane
coordinate. Sono noti tre tipi M'CoFg, M]CoF4 e Ba,[CoF6 tengono unità ottaedriche [Col
lari. Tulle queste eloro-, bromc sono ad alto spiri, con moni compresi tra 4,5 e 4,8 B.M. Tiocianato-, selenocianato- e del tipo [Co(NCX)J2- (X=S, S ghe cioè alle alogenospecie, sor rizzate. Anche in queste la georr ca predomina, ma mentre in se ne triclorocobaltato (II) è [ l'anione tris (tiocianato)cobalt£ avere la formula rCo(H.,OUNC
Vi sono ottaedri [Cc^^Og],. ma ] [Con06] sono trigonali prismatiche. Composti con amminoacidi, peptidi e pr
composti formati con gli amminoacid dono strettamente dalla natura dei gr terali presenti nell'amminoacido e de relazioni geometriche con il raggrupj
e tiocianato sebbene entrambi si possan< trovare in composti con leganti misti. Nitrocomposti del tipo M3[Co(NO2)6] i ben caratterizzati; sono solidi gialli, die gnetici e contengono l'anione [Co(NO, che è discretamente stabile anche in soluz acquosa. Nello spettro di assorbimento tronico la prima banda d-d permessa e pare come spalla a circa 23.000 cm"1 parzialmente coperta dalle bande di tras mento di carica tra l'anione ed il met Li,[Co(NO2)6]-8H2O e Na3[Co(NO2)6] s
monoamminiche, le attribuzioni ni univoche. I composti sono sempre colorati, c< che variano dal blu-viola al verde fine ed al giallo. Spesso i colori, o pii mente gli spettri di assorbimento, so] teristici dei vari tipi di struttura. A< isomeri cis del cromoforo [L.oN4Cl2] neralmente rossi o viola, mentre gli trans sono verdi. Il colore solo, co può trarre in inganno. Ad es., i < verdi dei cationi [Co(phen)2Cl2]+ e Py)2Cl2]+ non sono isomeri trans, eh ciso non esistono, ma composti
solubile in metanolo, etanolo, pei ;loroformio, nonché negli acidi dik sali della codeina con acidi inorga rano il fosfato (B • H 3 PO 4 • 1,5H2O ; p< stallina molto efflorescente, 1 g dell; discioglie in 2,3 mi di acqua); i ;B2 H 2 SO 4 -5H 2 O, polvere cristallina si discioglie in 30 mi di acqua); m<
lente per os alla dose singola di 1 lenza superare i 300 mg prò die). Della diidrocodeina (V) si utilizza i tartrato (Novicodina®, Paracodin1 adina®) che, come antitussivo, vi ;ritto alla dose singola di io mg per •e, come analgesico, viene usualmei ìinistrato per bocca od anche per \
cifici esso forma, con gli acid dei tioesteri (acilmercaptani, R Questi appartengono ai cosidd ad alto contenuto energetico: ziale di gruppo (energia libera a 25° e t>H 7. dello stesso ordini
acctoacetico l'enzima reagisce anche con acctoacetiltioesteri di derivati del CoA, come defosfo-CoA, panteteina-4'-fosfato, 7V-acetilcisteammina. Ossidazione delVca-chetogì ut arato. In presen-
za dell'enzima a-chetoglutaratodeidrogenasi (EC 1.2.4.2), di a-chetoglutarato e di NAD, il CoA viene trasformato quantitativamente in
teina coniugata. t il caso della ca perossidasi e dei citocromi che son moproteine contenenti come gru] tico una ferroporfirina. 11 termine coenzima viene prefei la sostanza di natura non prote labilmente con la proteina enzimi quale sta in equilibrio per azione non in rapporto stechiometrico. ragione un e. si può ritenere co-: secondo substrato, in quanto fun
issi funzionano da trasportatori di idr ra i e. piridinici e i citocromi come ne] ena respiratoria, o tra substrato e citoc >ppure direttamente tra substrato e oss Citocromi. Sono denominati comuneme minici, in quanto il loro gruppo proste ma ferroporfirina simile a quella della ;lobina. La loro funzione di trasportai lettroni è legata alla presenza del ferr >uò ossidarsi e ridursi reversibilmem lendo o assumendo elettroni. Nei pr
Essa trasporta i frammenti carbonios II gruppo attivo del e. è il C-2 dell'e tiazolico sul quale si fissano i substrati (o toacidi, chetozuccheri) con il loro gruppc Nell'ambito del complesso coenzima-subs quest'ultimo subisce una scissione ed il mento rimasto attaccato al e. (di soin^ un' de) viene trasferito ad uno specifico acce Un esemnio del meccanismo d'azione
precisamente, FH4:NADP®-ossidore FH 2 +NADPH+H® -> FH 4 +NA Le successive tappe attraverso le qua viene trasformato nei suoi derivati m boniosi sono schematizzate nella fi] La formazione del 5,10-metilen-F avvenire attraverso varie vie: 1) per combinazione dell'FH4 con
noneaen aciao aesossiunauico 'eazione che implica un e. del nfatti il gruppo metilico non de :ionìna ma da precursori coni a formaldeide e il gruppo idros< ìerina.
.L aiuvna uena giuiammico-muiasi e assoiuiamente dipendente dalla presenza di cobammidi e. L'esposizione per qualche minuto alla luce del sole di preparazioni dell'enzima determina perdita completa di attività. È da ricordare infatti che la luce, oltre agli acidi diluiti e al CN® è in grado di scindere il
itesi dell enzima-biotina-CO.,. l. del comune intermedio prevc> )go l'unione deila biotina alFen: >so è catalizzato da specifiche ito visto infatti che incubando itetizzante, la propionil-CoA n biotina-14C, ATP e Mg-, un; amina risulta strettamente leg*
amasarma i . , Lipui umnones, m «/vuvanccs LIPII Res.», 6, (1968), pp. 107-180. obinson F. A., The Viiamin Co-T'uaors of Enzym Sxstems, Oxford-London-New York, Pergamo Press, 1966. :brell \V. H . , Harris R. S.. The ìiiamins II. Ne^ York, Academic Press, 1968. /agner A. F . , Folkers K.. Vitamins and Coenzyme: New Y o r k . Interscience, Publishers I n c . . 1964. /akil S . J . , Gibson D. M . , « Biochim. Bioph\s A c t a » , 4 1 , (I960), 122. /essman G E . , Werkman C. H . . « A r d i . Biocherr B i o p h y s . » , 26, (1950). 124.
pelone differiscono l'uno dall'alti per i loro sostituenti sul grupp dell'anello B, sull'anello aromati l'anello C del tropolone (tab. II). fa, vennero isolati un alcaloide d (alcaloide CC-12) con un grupp sull'atomo di carbonio C-6 e l'a ciosina. Nel 1955 Beìlet e Muli dal Colchìcum autumnaìe un alcal
Questi derivati sono si mente da tutti gli aie (tab. TTT). Questi lumide sempre (in piccole quant colchicina in tutte le pie sottofamiglia delle Wun troscopia di massa ha n colchicina è un dimero
Buchanan, Tarbell, Schofield, Goldsmith, Rapoport et al. har singoli passaggi intermedi delk colchicina. Alcaloidi senza l'anello del tropi
Queste sostanze formano un alti nore di alcaloidi contenuti nelli
li A e D. Battersby e Santavy (1965) hanno sf la costituzione delì'androcimbina (XXI plicando i metodi classici di degradaz metodi spettroscopici ed altri metodi chimici. La posizione del gruppo fenol nucleo A è stata determinata prepari l'etere etilico seguito da ossidazione cc
secrezione di bile diluita, di vomì mente aumentato, ma poco ricca Una tale distinzione appare però artificiosa. Le indicazioni fondamentali dell :oleretica, della quale spesso si ab e seguenti: ostruzione delle vie b ;asi di litiasi biliare a carico del cc mpone la terapia chirurgica), affé;
i e. vari di realizzazione 3 essere menzionati anc :XI) (Oragallin®) e l'imec ntabiline®). La prima si il fatto di essere un ete a serie piridazinica; il sec la 7-idrossi-4-metilcumai iferone e possiede azione spastica a livello dello s CI
1
re ancne neu intestino e neua pene e isura minore nel rene, nell'aorta e nel e Ilo (però solo durante la fase di fon :>ne della mielina). La sequenza di reazi e dall'acetato portano al e. è stata chiai ogni suo particolare e si conoscono i sisti zimatici che partecipano al processo. '
liei. Ancne in questo caso sono note le reazioni per h dei prodotti che intervengo] e sono state precisate le car stemi enzimatici che vi par zimi sono localizzati nella ci La trasformazione del e. Ì avviene nel fegato e rappres più importanti per la sua escrezione. La tabella V schema di queste reazioni, auel che si verìfica nella se
quantità di steroidi neutri eliminati ; mente con le feci nell'uomo, a dieta ] e, varia da 342 a 813 mg mentre g biliari variano da 189 a 431 mg. L'assorbimento del e. di origine alii da parte dell'intestino, il suo traspc fegato e nella circolazione sanguigna pure le sue funzioni nell'organismo so oggetto di numerose ricerche. Ciò nor rimangono ancora osei molti nrobler
pendo la circolazione enteroep ad un aumento della trasforrr epatico in acidi biliari. Al cont sorbimento e una maggiore riu acidi biliari porterà ad una d questa trasformazione. Quella biliari che non viene reimmessa bisce delle modificazioni nell'int ra della flora batterica e viene le feci.
.a loslahdilcolina viene degradai
arie vie metaboliche che portai azione di e. oppure dì coli] tab. II). L'azione della fosfolip^ ìasi) sulla fosfatidilcolina porta ione dell'acido grasso dalla pos ;licerolo e alla conseguente foi isofosfatidilcolina, comunemente
i--.\cic ili nolcvolc ausilio ncircsplica/.ionc ci iiucsic fini/ioni; e stata avanzata l'ipotesi eh
la colina-C-soHato intervenga nel trasporti del solfato attraverso le membrane dato che sia nei funghi che nelle piante superiori, stata dimostrata l'esistenza di un trasport attivo di questa sostanza la quale, nei microi ganismi, può costituire Tunica fonte di zolfc
che si possono far risalire a queste quattr* categorie, sebbene gli effetti sul SNC sia™ molto limitati perché, essendo presente nell. molecola un atomo di azoto quaternarie l'acetilcolina penetra molto scarsamente ne cervello. L'alcaloide muscarina era caratteriz zato, nella descrizione originale, come vettor. di azioni Qualitativamente simili a Quelle del
squilibri dietetici provocati dall'assunzione d forti quantità di alcool. È stato calcolato che i ratti in accresci mento, mantenuti con una dieta a base d caseina, necessitano di 40-200 mg di e. pe: 100 g di razione mentre invece i polli neces sitano di 150 mg di e. per ogni 100 g di un; dieta in cui la caseina è la proteina in quan
I W I l l l . l / I O I i e s e l e t t i v a M l l l Ot'LMIIJMIIO [
i tlit- venissero sintetizzali n u m e r o s a i\.ili t li mi ii.ii mcnlc atììni alFacclicoli
II test biologico ideale per la misura etto di questi composti dovrebbe dt nisura quantitativa riproducibile dell;
La. presenza ai un doppio legame (n° H fa diminuire l'attività di un composto rispett al corrispondente composto saturo, e un tr pio legame (n° 11) ancora di più. Variazione nel gruppo estereo. L'alterazione qualsiasi sostituzione del gruppo acetilico prc voca una diminuzione di potenza rispetto a l'acetilcolina come si vede, ad es., introdi
iiin.i, e r i i h . l i l k UiTcbhi." MIL'IUK1 r c l a / u iin.i
a l i i v i i à pci
gli a ^ o n i s l i e a n t a g o r
nerbici (Smylhies. 1972). Seconde Amori (George ei al., 1970; Ferrende 1970) i recetrori colinergici sarebben porto con la conversione del GTP ni ciclico. Recentemente Smythies (1974) ha s
forma di cristalli deliquescenti, bei in acqua e alcool, insolubili in eteri tacolina è attaccabile dalla colineste ma è resistente alla colinesterasi pi ed ha quindi azione più prolungata e colina. Possiede un'intensa azione r ca e pressoché nessuna azione nico trodotta sistemicamente nell'organi no (o animale) provoca vasodilataz ferica e ipotensione, aumento della s gastrica e bronchiale, sudorazione
meo positivamente ed una carica ugola portata da una catena latera •siduo di amminoacido. ^pendenza dai pH. La variazione de tà di reazione al variare del pH, a co one costante di substrato di 3 • I1 portata nella figura 3. 11 grafico è mte da un punto di vista sperimen scarsamente attendibile per studi "equazione di Michaelis-Menten uè narametri. A e K,. oenuno dei a
D meccanismo dell'inibizione di : opportuno, allora, ricercare 1 ne alternativa. Si è visto che e dio nella reazione idrolitica vie acetil-enzima. Il sito anionico tato come non occupato nell'aa e sito però nell'intermedio ac e essere capace di legare la coli] zima deve catalizzare la sintesi ina così come la sua idrolisi.
nihitori covalenti. In generale int [ueì reagenti clic reagiscono in ialc in relazione al m e c c a n i s m o <
nìbitori trasportanti un acido. A 3Ii inibitori di questo tipo a£ .genti acilanti per reazione con nzimatirn e. nrodtr/ione di un
m modo anticooperativo, ma in ale indipendentemente o anche cooperat le. Non si hanno informazioni circa i; del legame del fluoruro, che è sorpn mente forte, ma si potrebbe arguire formi un legame a fluoruro tra due e idrogeno acido, forse quelli derivati ( nna e dall'ione imidazolio.
ir i.1 p i i l ; i n i e n t e I issa lo d u l i a c o l o n n a e r M iato m o l l o l e n t a m e n t e .
I/organo elettrico omogeneizzato di fre \on contiene la forma 11 S, ma tre forni differente sedimentazione (circa 7 S, 14 18 S su gradiente di saccarosio). Queste foi >i trasformano lentamente nella forma t La forma 11 S si ottiene anche aggiungei :ripsina. Le tre altre forme sembrano non
collegamenti trasversali della rete fibrillar Tali collegamenti probabilmente non son di natura intramolecolare, come era stato rit nuto originariamente (v. sotto). Per la formi zione delle fibrille collagene in vivo le mol< cole del e. si collocano in strutture altamen organizzate disponendosi l'una a fianco de l'altra in modo tale da essere trasposte i
Si indicano come collagenosi le malattie del tessuto connettivo nelle quali si hanno specifici disturbi del metabolismo del e. Nello scorbuto (malattia da carenza di vitamina C) ia biosintesi delFidrossiprolina e idrossilisina, risulta inibita dalla mancanza di questa vitamina che prende parte alla reazione come co-
sero cosi n posio QLM TUOCO uireuo nena tura delle pelli, e le gallerie di essiccam con riscaldatori a vapore sostituirono Te camento all'aria. Negli anni "50, in uno stabilimento di E burgo, veniva ancora preparata per ess mento all'aria (questo procedimento rii deva 2-3 settimane) la e. scozzese, un tip e. molto usata dai falegnami. Tale e. si senta sotto forma di un blocco spesso, e nero, con il caraneristico pezzo di cordi alla quale il foglio di gelatina (di 15^
tipi ut inucoprolcinc coagulabili (uno soluc in acidi e Pallio in alcali) ed ha messo
evidenza l'importanza dei trattamenti acidi alcalini nella lavorazione di derivati puri < collagene), come suggerito in precedenza Amcs (1957).
ticolarmente per le gelatine di alto gra la maggior parte delle sistemazioni mi ;olari che determinano la transizione i sol. TI metodo rapido non è raccomand 3er le gelatine di grado basso alla conceni
;atoria. Le e. che si usano •a di libri debbono essere fl elle da luogo a pellicole < iderevolmente maggiore di e e. d'ossa, e tale proprietà è iunta di plastificanti solubili glicerolo o il sorbitolo. Un'; li meno imnnr
stato colloidale. Lo stato colloidale rizzato dalla presenza di unità e strutturali (le particene colloidali) < una grandezza molto maggiore di singoli atomi o molecole, ma non
eia liquido-liquido mediante un te nente. l'agente emulsificante, come sistemi gjt. 1 meccanismi mediant raggiunge la stabilizzazione som mente simili a quelli che si ha schiume. Le più importanti emù senza dubbio quelle di composti <
uciuiiii uonie sistemi ri<
in liquido che nondimeno possiedono ale proprietà dei solidi (particolarmente l'eli cita). La gelatina e l'agar sono due fra le più munì sostanze che formano gel; sono noti con concentrazione inferiore ad 1 g/100 e Nei gel di gelatina, forma degradata collageno (tipo specifico di proteina presi nei tessuti animali), si pensa che la st tura tridimensionale abbia origine dalla denza delle singole catene polipeptidiche
uà questa espressione risulta tando x2 ad un dato valore calcolare r, il raggio delle sfe favorevoli (ad es., particelk di rifrazione) questo trattami dere a particelle con r ~ 10 è generalmente possibile pei
; macromolecole biologiche (proteine, ei , carboidrati, acidi nucleici), mediante i procedono e sono controllate le reazioi i cellula, hanno dimensioni che cador intervallo di esistenza dei colloidi (fig. issono essere studiate mediante i meto<
•ino. in particolare al di sopra t minuzione degli elTetti colligatp alterazione delle proprietà eie rano in modo conclusivo ]a p celle colloidali, ma come si j nella figura 2, altre proprietà • iera significativa al di sopra dell ^ncentrazione critica. Si deve colare la forte variazione dell farHaie. e. ^ì\nerfirì»]e. al rii =;
inoltre recenti indagini con i raggi teine solubili hanno dimostrato la j presenza di catene laterali polari bili situate all'esterno della molecc dove può avvenire facilmente l'inter il solvente. In modo simile si spie? degli agenti peptizzanti nella disper sostanze idrofobe: si tratta spesso, colloidi idrofili che rendono idrofìl cola idrofoba dopo essere stati assi
o 11ÌIiiiiiL- i auui/.ionc ui un HOII-M
un solvente per il quale i parami linamici AH e 15 si combina Ì un AG positiva. Così l'aggiunte ente acquoso ad una soluzione e in benzene si risolve in un forte a calore negativo di. ÌS in conseguen nazione dell'interfase idrocarburo dogamente l'addizione di un liqui<
sono realizzate con metodi cor li utilizzati per i soluti a bass lare. T valori di 5 e D dovrebb polati a concentrazione zero \ effetti delle interazioni e della molte sostanze di interesse bio fettamente purificate, si può o tativamente più di una superf
:iò è dovuto all'aumento dcll"orie ielle particelie nelle linee di /lusso, n ;he aumentano i fattori di taglio. C doni più alte di pigmenti e inchiosti lanno spesso una curva di forma si ^uta alla distruzione degli aggregati ;o dello scorrimento. Questo tipo di
JL interesse per questo tipo ai dispersioni n mezzi non acquosi è andato via via aumen tando, tuttavia manca ancora uno studio ap profondito delle loro proprietà. Preparazione
Mancando affinità fra la fase dispersa e i mezzo disperdente, i e. ]. non si formano spon taneamente ma solo con l'impiego di metod speciali e per ottenere una stabilità apprezza
LUSSI, ma tu suino essi avvengo
rancamente, li necessari."- ragg via sa (inazione in quante, in corpi estranei (impurezze), coi cleanti, la formazione di nuc un'energia superficiale molto al tendono quindi ad essere insta parile, e solo ad un alto grado razione hanno la stabilità nece pravvivcrc. Lo stesso problem anche nella ricristallizzazione.
o diverse. ìyleigh (1871) ha enunciato i fondamenti . trattazione teorica della diffusione (scatg) della luce (v. DIFFUSIONE DELLA LUCE),
3rati in seguito, in una teoria più generale, vlie (1908). dimnstrato ner \fA prima ria^sp rii
ilr,|K-iMi)iii', con r a l l e . /.a della coloni
da. ( ome ha dimostralo Perrin (19 sospensioni di guttaperca e mastice, di queste distribuzioni effettuate al m pio permettono di calcolare le dimens die di queste particelle, assumendo co il numero di Avogadro. Gli effetti de mentazione possono essere di molto
no possibili effetti diversi. Se ver lati sistemi idrofobi di eguai cari possa essere esclusa una reazion le tracce di sostanze stabilizzan servano effetti. Se i due sistemi opposta, allora avviene di solite
iiihi\
del dolili. I : convcnieiilc immaginare l'ec
di coatroioni su un piano parallelo alla < fìcie della particella e posto in manier da essere equivalente alla nuvola ionica sa. La distanza di tale piano dalla supt della particella, nota come spessore del e strato, è data dall'inverso del K di D Hik-kel-
Tionazione in solventi. Rispetto alla lusion
retta questo metodo presenta notevoli taggi perché si può operare su una mass reazione fluida ed agitata con un consegu migliore controllo e maggiore uniformit temperatura. In questo caso, però, la temp tura di reazione è più bassa: il period ebollizione risulta perciò molto lungo e > dalle 15-20 ore a parecchi giorni. È princ mpnlp npr tnlf> mnfivn rhr- 1a
(inna7Ìnr
( o l o u n l i
i.inli piv\aleiilcmenl • neri anche se non ma cani) a k n n i verdi e b i u n i . Molto usati soi
i erosoli, i polinitrofenoli, gli amminofeno Verde zolfo (Verde Italiano) C I . 53.165: stalo il primo verde alio zolfo, preparato < Lepctit nel J895 dal /?-nitro-, /?-nitroso/j-amminofenolo per riscaldamento a rie
bile a seconda dell'intensità di tinta rii 6) il colorante è impastato con acqi da e sciolto, eventualmente per breve zione, nella quantità d'acqua necesse assicurare la sua solubilizzazione; qui luzione viene aggiunta al recipiente di contenente la quantità opportuna di calda. La riduzione alla forma sostant essere effettuata sia prima che dopo ;
:ommerciale e industriale dei rali, più costosi e dalle caratte più scadenti. Oggigiorno i e. n. trovano pi impieghi nel campo dei cosine menti e dei medicinali: la lo quindi non è particolarment Delle centinaia di e. n. noti, sol avuto per un certo periodo od
Rubiacee, da cui è possibile estrarre na. Piante di questo tipo crescono ir Europa e nelle zone sia tropicali eh rate; la Rubia tinctorum e la Rubia sono quelle che ne contengono in quantità (ca. il 4%). Il materiale < viene estratto dalle radici con acqua, l'alizarina si trova come glucoside de
JOLORAINTl ORGAN1C
I primi coloranti organ talmente furono l'acido pi .Voulfe nel 1771 per azione lull'indaco naturale) e l'ac jarato da Runge nel 183 iviluppo dell'industria dei esi può però essere fatto ri
oggi più largamente usato è quello care i coloranti organici in base a zione chimica (classificazione chin base al metodo di applicazione (classificazione tecnica). Queste classificazioni sono quel in una importantissima pubblicazio mici coloristi e tintori, il Colour
Coloranti basici o cationici
Sono generalmente derivati amminici di azoici, del trifenilmetano, di anelli eterociclici (azina, xantene, tiazina, ossazina, acridina), e di coloranti polimetinici. TI croniogeno è un catione. Hanno trovato applicazione nella tintura diretta di lana, seta e di cotone e
trovano estesa applicazione nella fibre sintetiche. I coloranti basici p sere applicati oltre che alle fibre anche al cuoio, alla carta, per la fab di vernici e per la colorazione di m stiche. Questi coloranti danno di s molto vivaci e pure, mentre prese buona solidità alla luce ed al lava; colarmente quando sono applicati
t-uiurauu untili u
Sono coloranti che si applicano in bagno neutro per immersione i da tingere spesso in presenza di s dio (sale di Glauber) che facilita 1 del colorante con un effetto di s possono fissarsi anche su fibre ve come il cotone. Anzi, proprio a q Bottinger introdusse i primi colo
resistenza alla luce, i secondi sono più economici. Gli antrachinonici vengono usati essenzialmente per il cotone e talvolta per la seta, gli indigoidi possono essere usati per la lana. I coloranti al tino sono posti in commercio anche come composti solubili allo stato di sali sodici degli esteri solforici delle leucoforme (5C—OSO3Na) idrolizzatoli sulla fibra a leucoderivati e riossidabili a coloranti insolubili. Quest'ultimo tipo di colorante al tino (specialmente sotto forma di derivati indigoidi) trova larga applicazione nella tintura della lana (la tintura avviene in bagno non alcalino con preservazione della qualità della fibra) oltre che nella tintura e stampa del cotone. Tintura al tino. I coloranti al tino, indigoidi ed antrachinonici, acquistano affinità per le fibre cellulosiche previa riduzione in ambiente alcalino: O ,Ar li
o Fig.4 Sala per la filtrazione di coloranti azoici (ACNA, stabilimento di Cesano Moderno, Milano).
2H(NaOH)
ossid.
O© Na® Anche coloranti poliazoici fanno parte dei coloranti azoici sviluppati su fibra. Essi sono ottenuti facendo passare la fibra, previamente tinta in genere con un colorante azoico sostantivo capace di funzionare anche come copulante, nel bagno di un diazocomposto. Si può anche diazotare su fibra e far passare nel bagno del copulante. Questo è il caso del Nero Diammina RO: fibra —
fibra —
Un esempio delle tonalità delle tinte con ^-naftolo ed i diazo di alcune basi è rappresentato nella tabella III. Coloranti al tino I coloranti al tino sono coloranti nella cui molecola è presente un sistema chinoide (XX) e sono detti al tino perché un tempo le operazioni di tintura si effettuavano in tini di legno per fermentazione: O
O
-c-c=c-cI
I
(xx) L'indaco naturale, che è un colorante di questa classe, veniva usato anche dagli antichi
658
TAB. m
Colore
Base diazotata
p-nitro-o-toluidina m-nitroanilina jj-nitroanilina m-nitro-p-toluidina i>-nitro-o-anisidina ^-naftilammina oc-naftilammina benzidina e toluidina dianisidina diamminodifenilammina
arancio arancio rosso rosso rosso bluastro rosso bordeaux pulce violetto nero
Egizi. Ai primi del 1900 Bayer produsse l'indaco sintetico e R. Bohn scoprì l'indantrone (Blu al tino 69.800) che fu il primo colorante al tino antrachinonico commercialmente importante. I coloranti al tino sono sostanze completamente insolubili in acqua ma che possono essere trasformate per riduzione in soluzione acquosa alcalina nelle corrispondenti forme solubili (leucoforme), che sono sostantive nei riguardi delle fibre cellulosiche. Il bagno alcalino del leuco si chiama tino. La soluzione riducente è costituita da idrossido di sodio e idrosolfito sodico. La fibra viene impregnata con la soluzione del leucoderivato, quindi si ripristina il colore originario per ossidazione. L'operazione di tintura al tino può essere quindi schematizzata nel modo seguente : colorante (insolubile)
.x;
TONALITÀ DELLE TINTE CON ^-NAFTOLO
rid. (OHe)
- leucoforma (solubile) 1) + fibra .. ... fibra colorata 2) ossid.
I coloranti al tino si dividono in due classi: i coloranti antrachinonici e i coloranti indigoidi. I primi sono i più largamente usati e di miglior qualità specie per quanto riguarda la
X =NH,S X'=NH,S
Ar
O© Na© struttura ìndigoide
o
O© Na©
I
ossid.
rC
Ar
II
o
O© Na® struttura antrachinonica
II metodo più vantaggioso per effettuare la riduzione è quello con idrosolfito che, anche se relativamente costoso, procede più velocemente e richiede minor controllo. L'idrosolfito viene ossidato a solfito acido: Na 2 S 2 O 4 +H 2 O + [O] -> 2NaHSO3 II pH del bagno deve essere quindi tenuto sempre alcalino per prevenire la formazione di acido idrosolforoso libero (che si decompone in tiosolfato, zolfo libero ed altri prodotti solforati) e per avere in soluzione, anziché NaHSO 3 , il sale neutro Na 2 SO 3 : NaHSO 3 +NaOH -> Na2SO3 +H..O Non è possibile dare, per la riduzione, condizioni di validità generale per tutti i coloranti al tino. Questi coloranti vengono classificati (tab. IV) in tre classi a seconda delle condizioni applicative e tenendo conto che le quantità di idrosolfito e sale aggiunto sono in relazione anche alla quantità di colorante presente. Come si può dedurre dalla tabella IV nel caso del metodo IN (indantrene normale, in tedesco Heissfarber) si usa un tino fortemente alcalino a 50-60°. Nel metodo IW (Indantrene caldo, in tedesco Warmfarber) il tino è debolmente alcalino e per esaurire il bagno è necessaria l'aggiunta di sale. Nel metodo IK
tinge a temperatura ambiente in tii alcalino ed è necessaria una maggie tità di sale per esaurire il bagno. Per la preparazione del bagno di t: usa acqua dolce perché i sali di calci gnesio possono fare precipitare la 1 ma. Il colorante viene disperso in ac opportune temperature con l'aiuto d denti. Poi si aggiunge la quantità n< di soda, e, gradatamente, l'idrosolfì
te e substrato nel caso dei colorc è stata oggetto di indagine da pari studiosi (H. Zollinger, O. A. Stai che ne hanno fornito diverse prc Per quanto riguarda il meccai reazioni tra colorante reattivo e gruppo reattivo è un derivato e
nari, —N(R)3. Molte ammine sono adatte dare sali ammonici quaternari per reazion con eterocicli alogenati, comunque è stato tre vato che questa reazione risente molto di fai tori sterici o elettronici che condizionino la d sponibilità del doppietto solitario all'azotc Alcune delle ammine più efficaci sono risu tate essere le (XXV), (XXVI) e (XXVII): ,CH3
,
_
^ ^
J1*
lità per lere ien:endiim-
rivati antrachinonici e dei p-amminomonoazoderivati di composti aromatici ed eterociclici (v. AZOCOLORANTI ; ANTRACHINONICI COLORANTI). Inizialmente usati per la tintura del raion acetato, essi vengono impiegati soprattutto per fibre sintetiche idrofile (poliestere, triacetato, poliammide, poliacri-
( 1 C
i 1 i ]
o L'introduzione di gruppi funzionali rea operata mediante le reazioni fondamenta] qui menzionate, consente di allargare la ; ma di prodotti ed introdurre sull'anello matico un gran numero di nuovi gruppi zionali che non possono essere introdoti rottamente. Esempi di alcune delle princ reazioni possibili sui prodotti di monos tuzione sono: a) sostituzione del gruppo —SO3H:
te le correlazioni chimiche tra i princip termedi derivabili dalle materie prime i mentali; i numeri all'interno degli anel matici indicano le classi in cui gli inte possono essere facilmente raggruppati ij alla natura dei gruppi funzionali: 1) acidi solfonici;
OH
COLORANTI ORGANICI SINTETICI | 665
analisi dei coloranti organici in comi non si discostano dai moderni metodi ( gine (sia chimici che spettroscopici) dell< ture dei composti organici e le complk possono riguardare piuttosto la possib purificare i prodotti che possono essere tuiti da miscele o risultare tagliati cc inorganici o altri materiali. La gamr
Beer, altre informazioni sul tono (g so, verde, ecc), la concentrazione e del prodotto. L'analisi spettrofoton riflessione di un colorante in ap consente mediante la relazione di Munk di valutare il rapporto K/S lorante in applicazione e quindi ra questa caratteristica in funzione de.
La solidità, oltre che dalle carati proprie del colorante, dipende da alt come, ad es., la natura delle fibre e applicato il prodotto e il procedimenl tura. La solidità ai vari agenti viene in base a criteri e prove standard < ancor oggi non sono unificate per mondo. In Italia si usano le norme UNI (U
cerche nel campo della chimica e lavoro svolto nei laboratori é produttrici di coloranti. Pochissimi coloranti naturali si in quantità rilevanti ; un'eccezior dal legno di campeggio (CI. 15'. quasi tutti i coloranti sono otten partendo da materie prime qua
Giallo di anilina (4-amminoa; :.I. 11000), il primo degli impo loranti azoici, venne aperta la itesi di un grandissimo numero i loranti contenenti il cromoforo a questi primi coloranti, come 1'. ' T
viene ottenuto per condensazione d< mino-5-benzoilamminoantrachinone eloro - 5 - benzoilamminoantrachinone dalla chiusura dell'anello in acido i concentrato. Parecchi utili coloranti i no questo sistema anulare. Nel 1920, ad opera di Davies, Frase son e Thomas. ner mediazione di un
in cui e è la velocità della L'assorbimento nelle reg dell'ultravioletto dello spei tico è di natura elettronica energie relativamente elevE molecola dal suo stato fondi eccitato. Così, dalla relazio che l'energia corrisponden
pendentemente dal movimento degli alt troni (trattamento semplice). L'energi tronica totale è data dalla somma delli gie dei singoli elettroni e, normalmente risulta da una combinazione lineare de bitali atomici (LCAO). Il metodo LC basato sull'ipotesi che, per un sistema p tronico, nelle zone vicine ai nuclei, le fu d'onda assomiglino a quelle degli e atomici e, per conseguenza, l'orbitale rr
delle cianine oppure per 1 polieni line cui si ha un'alternanza di legami ed i m a x tende ad un limite con il crescen lunghezza della catena. Tuttavia nella dell'elettrone libero è possibile tener della variazione di potenziale e Kuhn mostrato che: 2z)
sura è data dalla minima differenza di inter sita che può essere rilevata tra due raggi lumi nosi. Per un osservatore medio questo limit può essere valutato intorno al ± 6 % dell intensità della luce incidente, il che corrispor de ad un errore in concentrazione dell'ordir del ± 3 % . La precisione con cui si può cor trollare visivamente l'identità di due campioì
pci ugni pumu una iute m cui /. nomili
dipende dallo spessore della lamina in q punto. I filtri interferenziali non assorbo rilevanti quantità di energia e possono quii essere usati anche con sorgenti piuttosto tense. Con combinazioni di più filtri è p sibile isolare zone con una A), che si avvici molto alla condizione di monocromatici Tuttavia nella e. è in genere sufficiente, j la maggior parte delle applicazioni, una
l'lu.4 Schernii di funzionamento de fotoelettrici: a) singolo raggio; b) a di dal chopper, eliminando così il se tivo alla luce ambiente. Se per zione si impiega un amplificatore 1 la scala dello strumento di lettura tarata direttamente in concentrazic I tipi di filtri impiegati dipendonc zionalità dell'apparecchiatura. Co: tri DÌÙ elaborati si nossono imni
Fig.6 Schema del metodo di espansione di scala (colorimetria di precisione): nella scala espansa (in basso) il valore 0 è ottenuto con lo standard 1 (trasmittanza 30 %) e il valore 100 con lo standard 2 (40 %).
L'espansione di scala consente di migliorare le condizioni di misura anche nel caso in cui la soluzione in esame abbia una T inferiore al 20% o maggiore del 65%. Con soluzioni aventi T<20%, il 100% di T viene ottenuto con una soluzione un po' più diluita di quella in esame; con soluzioni aventi T> 65%, il 100% viene ottenuto con il solvente, mentre la condizione di T = 0 % viene ottenuta con una soluzione più concentrata. L'applicazione di questi metodi trova un li-
y 1,0
0,8
Applicazioni Condizione essenziale per eseguire una misura colorimetrica è che la soluzione in esame sia colorata. L'estensione del metodo a sostanze naturalmente incolori dipende dalla possibilità di impiegare opportuni reagenti che diano una variazione cromatica proporzionale alla concentrazione della sostanza da determinare. Lo sviluppo del colore è in genere l'ultimo passaggio nella determinazione per e. Un problema che si presenta spesso è quello della eliminazione delle sostanze interferenti che può essere eseguita con separazioni preliminari impiegando metodi come la cromatografia, estrazione con solventi o elettrolisi a potenziale controllato. Gli stessi metodi possono essere usati per concentrare la sostanza da determinare nel caso dell'analisi di tracce. Il controllo accurato delle condizioni di pH, forza ionica, temperatura, sono spesso indispensabili per assicurare la riproducibilità dei risultati e per aumentare la selettività dei reaFig.7 Schema della colorimetria tristimolo. genti. Una causa tipica di errore nella e. è il fenomeno del dicroismo. Lo sviluppo del colore può essere ottenuto con una o più operazioni. Hanno particolare rilievo, ad es., le reazioni di ossido-riduzione, di diazotazione-copulazione e di formazione : di complessi. Appartengono alla classe delle ... .|....|... reazioni di ossido-riduzione i numerosi metodi basati sulla riduzione di eteropolicomposti come, ad es. la determinazione del foIJflfl sforo per riduzione a blu di molibdeno del fosfomolibdato. Le reazioni di diazotazionecopulazione forniscono la possibilità, mediante la formazione di coloranti, di determinare molte sostanze organiche con un alto livello di sensibilità. La formazione di complessi è probabilmente il metodo più ampiamente applicato in e, sia per la determinazione di sostanze organiche che inorganiche. La scelta della e. come metodo di determinazione di una sostanza dipende da un esame comparativo della complessità delle operazioni da eseguire rispetto all'accuratezza dei risultati che si desidera ottenere. La e. visiva fornisce un metodo in genere rapido e pratico, che non richiede particolari attrezzature; è tipica, ad es., la determinazione del pH per mezzo di riferimenti formati da lamine di vetro colorate. Tuttavia, data la scarsa precisione ottenibile, la e. visiva è un metodo 0,2 0, 0,6 0, l X opportuno nei casi in cui, più che una accurata determinazione, si richiede il controllo che la concentrazione della sostanza in esame Fig.8 Diagramma cromatico C.I.1.1931. Il punto C sia compresa tra limiti piuttosto ampi. rappresenta il bianco; dato un generico colore (inI metodi comparativi trovano un'applicadicato dal punto F), Y" e V" rappresentano le tipiche lunghezze d'onda di due colori complementari zione tipica nel controllo del colore di pro(da « Scientific American », settembre 1968, p. 62). dotti industriali, quando questo può essere fatto per confronto: ad es., prodotti petroli-
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mite nella funzionalità dell'apparecchiatura usata. Per ottenere il 100% con una soluzione avente un valore abbastanza elevato di T, è necessario che la quantità di energia che giunge sul rivelatore fotoelettrico sia ancora sufficiente per dare una lettura attendibile. Questo può essere ottenuto aumentando la A?, effettiva, il che comporta deviazioni importanti dalla legge di Beer. Allo stesso modo, la possibilità di ottenere la condizione di 0 con una soluzione avente un certo valore di T, dipende dalla possibilità di azzerare lo strumento di misura in queste condizioni. I metodi di alta precisione sono in genere impiegati con gli spettrofotometri; la determinazione è in ogni caso dipendente dalla costruzione di un diagramma di taratura.
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feri (Saybolt), olii vegetali (vetri di Lovibond) e colore delle acque (metodo APHA). Determinazioni di notevole accuratezza e sensibilità possono essere ottenute con i colorimetri fotoelettrici, mediante i metodi assorbimetrici. Esistono in letteratura tabulazioni di tali metodi che riguardano elementi metallici, non metallici e sostanze organiche. La e. ha vasta applicazione nell'automazione delle analisi nei campi biologico e industriale. Colorimetria tristimolo Ogni luce colorata può essere riprodotta per combinazione di tre luci primarie, tali cioè che una non sia la combinazione delle altre due. Il principio di un'esperienza di questo tipo è illustrato nello schema riportato nella figura 7. Su di una metà dello schermo si proietta la luce in esame; sull'altra metà si miscelano luci rossa (R), verde (V) e blu (B) regolandone le intensità per mezzo di diaframmi con scala da 1 a 100. L'unità di misura può essere stabilita determinando la quantità di ogni luce primaria (n, s, t) che è necessaria per ottenere una miscela ternaria di luce bianca. Il colore in esame risulta specificato da una terna di valori (valori di tristimolo) del tipo: X=nR;
Z = /B Se come primari si usano luci naturali, i colori spettrali possono essere ottenuti solo sottraendo alla miscela di due dei primari una certa quantità del terzo. La specificazione mediante una miscela additiva per ogni colore è possibile se si prendono come primari quelli adottati dalla C.I.I. (Compagnia Internazionale deH'Illuminazione) ed indicati come x,y, z; queste sono luci virtuali scelte in modo da essere più sature di qualsiasi altra luce dello stesso tipo esistente in natura. Tenendo conto che il colore di una sostanza dipende dalla composizione spettrale della luce che la illumina, la C.I.I. ha suggerito l'adozione di illuminanti normalizzati indicati con A, B e C. L'illuminante A è costituito da una lampada ad incandescenza con filamento di tungsteno avente una temperatura di 2848 °K ; gli illuminanti B e C sono costituiti da un illuminante A (i.A) e da una serie di filtri (soluzioni acquose a composizione definita) che permettono di simulare rispettivamente la luce solare (i.B) e la luce media proveniente da cielo nuvoloso (i.C). E stato pure proposto un illuminante teorico E che ha energia costante in funzione della ?.. Mediante i valori tristimolo X, Y e Z determinati in relazione ai primari x, y e z è possibile calcolare le coordinate tricromatiche x, y e z dalle relazioni : X Y ' X+Y+Z' y =' X+ Y+Z' Z
*
X+ Y+Z
(8)
Poiché x + y + z= 1, ogni colore può essere definito da due variabili, ad es., x e y. È così possibile una rappresentazione sul piano di tutti i colori all'interno di una curva a campana descritta dai valori di x e di y corrispondenti ai colori spettrali. Il diagramma cromatico C.I.I. 1931 è rappresentato nella figura 8 e la linea di base che unisce i punti estremi corrispondenti alle luci spettrali rappresenta il luogo dei colori porpora saturi e cioè dei colori non spettrali. Il punto C rappresenta il bianco e la sua posizione dipende dal tipo di illuminante scelto per l'osserva-
ante metodi approssimati oppure media mpiego di un elaboratore elettronico. Per la misura del colore possono essere egate apparecchiature più semplici che e ntono la ricostruzione della sensazione e atica in esame, secondo il principio illustr :lla figura 7, mediante osservazione sia /a che fotoelettrica. Dai colorimetri fotoe
vati è destinato a dare 1 sfacenti, a causa del lorc dalla possibilità di otte processi da materie prin Analisi e valutazione
In passato gran parte del avveniva mediante saggi e ad ottenere informazioni i
la considerata nella definizione del p.c.s ciò, per i calcoli tecnici connessi con l'u e, con il rendimento degli impianti di bustione, ecc, si impiega il potere cai inferiore (p.c.i.)- La differenza tra p.c.s. < è ovviamente nulla nella combustione d'
zioni presentano per la combustione in ir pianti fissi (riscaldamento, generazione di v pore e di energia elettrica, ecc.) i seguenti va taggi : precisa regolazione del carico termic minimo eccesso d'aria per la combustione, j duzione dei costi riferibili alle norme antinqi namento, bassi costi di manutenzione e rip razione dell'impianto, limitato impiego di m nodopera anche nell'esercizio normale. L'impiego degli stessi gas per altri sco
Udì tdiuuiic lussili piuuuiu uyu *jm
., anche se permangono le esigenze di bas li un basso costo del carbone e di un mode ato fabbisogno di idrogeno. Un problema importante è quello della prò uzione dell'idrogeno che deve essere aggìunt 1 carbone fossile per portare il rapporto H/< .el prodotto al livello di quello che si riscori ra negli idrocarburi. Dato che le dimensior ninime economiche degli impianti di quest irvn cnnn m n i f n crranHi l'iHrnfmnr» Hpve
Fig.5 In alto, tracciati dell'oleodotto dell'Europa centrale, per il trasporto del petrolio greggio e degli oleodotti per prodotti finiti. In basso, Ponte in Val Varrone, particolare del tronco Lecco-Colico dell'oleodotto dell'Europa centrale {per gentile
concessione della SNAM, San Donato Milanese).
Genova-Baviera, con diametri da 650 450 mm e diramazione per la Svizzera (fig. 5] Trieste-Austria-Baviera, con diametro oltr
di zolfo nel combustibile. Per compì l'inquinamento da questi composti è pj bile agire sul e. Sono stati tuttavia svilì processi per l'abbattimento degli SOX d di combustione. Essi presentano tutti l'i veniente di dover trattare volumi enor gas contenenti concentrazioni molto p
ini si no allalimi
elevati e si avrà l'esplosione. Se inv razione tra le specie attive e tra i reagenti non ha come conseguenza cazione della catena, oppure se ui tatore di catena interviene in altr prima di andare incontro a una n ramificazione, si ha una combusti lare. Allo stesso tipo di processo s
compagnatc da una moderata emis radiazioni luminose (fiamme fredde, blu) e in presenza, nella miscela è prodotti di ossidazione incompleta. C nomeni non si verifìcano allo stesso i tutti gli idrocarburi; ad es., il metano fanno eccezione. Anche l'interpretaz fenomeni osservati non sarebbe quir ciente a fornire un quadro di validi
o 25°, oppure 100 °F, perla pressione 7 oppure 1 atm assoluta, ata). In luogo della variazione dell'ental] male di reazione (AH?) per definire il 1 energetico delle combustioni si fa rife
nella combustione di ciascun elemento, usan do per il carbonio il calore di e. del carbonic amorfo e per lo zolfo il calore della combustio ne del FeS2 a SO2 e Fe2O3 (tab. II). L'equazione della tabella II è detta d Dulong; si tratta di una equazione empi rica, applicabile però con buoni risultati l'errore massimo è raramente superiore al 3 % In qualche caso il bilancio di materia dell; e. viene definito a partire dall'analisi dei furti (denominazione generica dei prodotti della e
quando si voglia indicare un substrato E gene alla superfìcie di una cellula in gen oppure in particolare un determinante i gene di un eritrocita, si adotta il simbol (per sito reattivo). Gli anticorpi specifici p (o per S) sono indicati con A. I prodotti intermedi della reazione fra trocita, anticorpo e e. sono indicati sisten camente secondo la loro composizione, e condo l'ordine in cui ì diversi compon
mende è sullìcienle una sola molccol ne occorrono 2 di IgG e legate a deten anligcni vicini, per legare ed attivar È di notevole interesse che la prirr unità del e, responsabile del riconosc dell'anticorpo attivato dal contatto cc tigene EA, sia essa stessa una y-glob cui controllo genetico è forse legato a
:on liberazione di un'anafilatossina e di u attore chemotattico. Per converso, sembi :he C3 e C4 intervengano su un processo ( ìbrinolisi, per altro in modo poco chian II sistema del e. interviene anche, con mei :anismo non ancora chiarito, in fenomeni < grande rilevanza biologica quali la difes :ontro i tumori, il rigetto dai trapianti 'immunità mediata da cellule in generale, ] ìeutralizzazione dei virus, l'attività batterie :ida del siero, alcuni tipi di iperreattività a r n/ieto rsi-i^t-ito *» itrfi-r»^» ridilo n o l n a o n o c i r\ì mrt
dcll'olcfìna coordinala sarà inferior della corrispondente olefina non con causa della formazione del legame ri metallo—-olefina con un orbitale ai b) la vibrazione di stiramento e carbonio avverrà a numeri d'ondi (v, in cirr1) rispetto ai valori del non complessata; e) la lunghezza del legame carbi
esposte ed anche con una considerevol calizzazione del legame ferro-butadien Vedremo più avanti che il benzene p pegnare i sei elettroni n del sistema aro nel legame con alcuni metalli di trans È interessante d'altra parte notare alcuni casi il benzene può interessare game uno soltanto dei doppi legami, c< tandosi in tal modo da triene coniuga si verifica in particolare con Fargen rame. Per trattamento di cloruro ramec hpn7Pnp in nrpcpti7ii Hi Mr*mrr* Hi alii
Io binuclcarc Fc2(CO)0CaH8. Di questi composti vengono schematizzate nella figi le strutture come esse risultano dagli stu diffrazione ai raggi X. Lo spettro NMR del complesso monud ha presentato per lungo tempo delle diffii di interpretazione ; infatti, il composto in ; zione mostra un solo segnale di risonanza
compiessi n-auiuci I complessi 7r-allilici sono quei composti contengono il raggruppamento allilico C legato in modo simmetrico ad un metall transizione. Ciò distingue questi compost derivati cr-allilici, nei quali il gruppo C è legato ad un metallo di transizione medi
nilc, C5H5. Questo forma i derivati cicli tadienilici dei metalli di transizione, fra i il più noto è il bis(ciclopentadienil)ferrc comunemente chiamato ferrocene, di foi Fe(C5H6)2. La scoperta di questo compc avvenuta nel 1951 da parte di due gruj ricercatori operanti indipendentemente ler, Tebboth, Tremaine negli Stati Ui Kealy, Pauson in Gran Bretagna). Sono
È molto probabile che schemi di dispi zionamento analoghi siano, almeno in responsabili della formazione di altri bis metallici durante la fase idrolitica di rii ne (29). È comunque certo che il prodo termedio ottenuto dalla (28) sia un tetra alluminato del catione bis-arenico. Come risulta dall'esame della tabella
La reazione, che avviene intorno ai 100°, essere condotta sia a pressione costante (a sferica), sia a volume costante. Il primo n do è particolarmente vantaggioso nel cai composti aromatici a punto di ebollizion lativamente elevato. I cromotricarboniliareni sono compo
considerando che il legame sul metallo centrale provoca una diminuzione della densità elettronica sul gruppo aromatico. Un'altra classe di derivati arenici misti è quella dei derivati arentetracarbonilici del vanadio, di formula generale [V(CO)(arene)]+. Questi composti, isolabili come tetrafenilborati od esafluorofosfati, possono essere preparati per reazione deH'esacarbonilvanadio(O) con l'iHroparrniro aromatico secondo le rea-
sto, di formula U(QHS)2 e stato ottenuto ] reazione del tetracloruro di uranio anidro c K2C8H8 in tetraidrofurano. La reazione d< essere eseguita in due stadi, nel primo quali si prepara il dianione C8Hl~: C g H 8 + 2 K ^ K2C8H8 *>K . r . H . - m n
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centrazione di uno dei reagenti i del punto di equivalenza (p. eq.) per individuare il punto finale zione. Dal volume di titolante c zione nota impiegato si calcola, stechiometria della reazione, la sostanza titolata.
Le titolazioni con leganti polidental danno complessi di chelazione vengono mate titolazioni chelatometriche. I principali leganti impiegati nella ch metria appartengono ai gruppi delle pc mine e deeli acidi Doliamminocarbossili
che precede il p. eq. cambia coi in soluzioni con acidita decreso mazione dello zinco in compl moniaca diventa sempre piu conseguenza pZn aumenta. Ne pH da 4 a 7 la curva prima del perche gli amminocomplessi n
A 745 nm i due ioni melallici, l'EDTA non assorbono apprezzabilmente la lu< tre l'assorbanza di CuY2" e alta. Si pH 2,6. II complesso BiY" si forma pei dato che e il piu stabile nelle condizi rimentali adottate. Al p. eq., corrisp alia titolazione del Bi, l'assorbanza c ad aumentare ed assume un valore (
La costante di equilibrio della reazione < 1'ordine di 102r. Al p. eq. [CN~]eq = 2[A Titolando una soluzione 1 -10 2 F di cia al p. eq. pAg ^ 8. 11 complesso pud re con Ag+ formando Ag [Ag(CN)2] poco bile (il prodotto di solubilita e dell'ordi 10~u). (II composto pud anche essere s
cillcy ('. N. el <;/., in « Handbook of Analytica Clteimslry», a cura di Mcitcs L., New York McCiraw-Hill, 196.1, pp. 3-76. iniibom A., Conwlexaiion Reactions, in « Treatis< of Analytical Chemistry a», a cura di Kolthoffl. M c Hiving P. J., parte l , I, cap. 14, New York Interscience, 1959. ingbom A., Cotnplexation in Analytical Chemistry
in PbS sono probabilmente eel, cioe atomi di piombo in lze Pb. A 1000 °K e ad una p pari a 10~4 atm, la concern bo interstiziale supera quelli : Pb di circa lo 0,005%. Se 1 zolfo viene innalzata a circ; ncentrazione di vacanze Pb su ombo interstiziale della stes
ossigeno, come e mostrato nell si associano con Ce4+ per & quindi, l'equazione (3) puo esse Generalmente i legami dei calc un maggior carattere covalente i li degli ossidi.
vacanze vengono eliminate. II cristallo co quindi piani cristallografici distorti, c< mostrato dalla freccia nella figura 3 c quali il rapporto fra ossigeno e metallo nore di 3. Si osservano cosi compos nnnli IVTnO
MnO. „„„ e WO
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rappresenta anche la frazione di ei perduta dal raggio incidente. Sono sta che calcolate le frazioni di energia d e
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1 +a
una soluzione. In realtà, questa è la e luto, ed analogamente si può definire solvente o, in generale, di qualsiasi : che faccia parte di un sistema a più nenti. L'insieme delle e. di tutti i con esprime quantitativamente la comp del sistema stesso. Con il medesimo di e. si suole indicare inoltre l'ope realizzata con opportune tecniche, ten arricchire una soluzione (o anche ur glio) in uno dei suoi componenti. Que ticolare argomento verrà trattato bre in modo specifico più avanti
tamente 0,120 moli di NaCl, pai questa quantità di sostanza viene in un pallone tarato da 1 litro aggiunge circa mezzo litro di acqu fino a completa dissoluzione del s sto punto, bisogna attendere il tei sario perché la soluzione all'interi Ione raggiunga la temperatura di si aggiunge lentamente acqua e s cessa l'aggiunta del solvente quan inferiore del menisco della soluzioì
parata e prodotti chimici di varia S'intende per processo conciario tu1 serie di trattamenti chimici e meccan partendo dalla pelle non conciata, pel za, permettono di ottenere il cuoio. Tutto il processo industriale può ess< diviso in tre fasi principali: a) lavori preliminari alla concia ver; pria (lavori di riviera);
condizionata dal numero di grt legati all'atomo di cromo, cio« grado di basicità del cromo. Il g cita è espresso in dodicesimi o ed indica il numero di valenze d turate da ossidrili rispetto a quel La concia che si può ottenere i sali di cromo semplici da, ir cuoio troppo piatto e poco pa
piuttosto come preconciante; con la co alla formaldeide si ottengono cuoi di cc bianco. A questo terzo tipo di concia appari anche la cosiddetta concia all'olio, o chamois, ovvero per la produzione di speciali per il lavaggio delle auto, per la lizia dei vetri, per il vestiario, perla filtraz delle benzine, ecc. Per la concia all'oli utilizzano notevoli quantità di olii di pi contenenti acidi grassi insaturi con eie
possono, opportunamente uti re alla dispersione di ingra Partendo da paraffine si p molti tipi di ingrassanti sin sionanti che sono frequenti per la preparazione delle mi La morbidezza e le altre e
partenza oppure, nel caso di un ottenere un composto ciclico. È che il prodotto finale desiderato dall'aciloino stesso. Nel caso e piici, il prodotto finale di questa essere il dichetone formatosi pe dell'aciloino (7), oppure il dio niente da una riduzione. In qua aciloini macrociclici vengono ri
zionc di polimeri; queste reazioni se darie sono causate dall'alcolato di sodio quale se ne formano due molecole per mole di aciloino. L'alcolato è relativam solubile nel mezzo di reazione e, indipen temente dalla sua quantità, tende a rico] le particelle di metallo impedendo così esse vengano in intimo contatto con le ir cole di estere. Il risultato finale è un abbi mento delle rese in aciloini perché le con
Con i malonati bisostituiti avviene una nazione riduttiva con formazione di di carbonio e un trimetilsililalchilchet tale (6). Tuttavia gli ossalati possono essere : ad anello biatomico (cioè a derivato etik