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Università degli studi di Roma “La Sapienza” Facoltà di Lettere e Filosofia Corso di laurea in Lettere
Tesi di laurea in Cattedra di Storia del teatro e dello spettacolo
IL TEATRO JOVINELLI TRA PASSATO E FUTURO Storia di uno dei più importanti teatri popolari di Roma attraverso i suoi protagonisti
Laureanda: Alessandra Carassiti
Relatrice: Prof.ssa Silvia Carandini Correlatrice: Dott.ssa Paola Bertolone
www.evolutionbook.com
AA.2000/2001
Alessandra Carassiti
IL TEATRO JOVINELLI TRA PASSATO E FUTURO Storia di uno dei più importanti teatri popolari di Roma attraverso i suoi protagonisti
© Tutti i diritti sono riservati. L’editore del presente libro elettronico è EvolutionBook s.r.l. Edizione elettronica a cura di EvolutionBook s.r.l. Le immagini di copertina sono tratte dal sito internet www.ambrajovinelli.com
INDICE
INTRODUZIONE
CAPITOLO 1º LA PREISTORIA DEL TEATRO JOVINELLI 1.1 Giuseppe Jovinelli 1.2 Piazza Guglielmo Pepe 1.3 Le attrazioni di piazza Pepe 1.4 Il Teatro Margherita 1.5 Il Padiglione Umberto 1.6 Il Teatro Jovinelli: dai primi progetti alla sua realizzazione.
III
9 9 10 12 14 20 24
CAPITOLO 2° IL TEATRO JOVINELLI NEGLI ANNI D’ORO: I PRIMI ANNI DI ATTIVITA’ (1909-1912) 28 2.1 L’inaugurazione del Teatro Jovinelli 2.2 I primi anni di attività: gli spettacoli di varietà tra il 1909 e il 1912 2.3 Le canzonettiste 2.4 I duetti 2.5 Le attrazioni 2.6 I comici 2.7 Le compagnie 2.8 Gli eventi speciali
28 30 34 41 46 52 65 67
CAP.3º IL TEATRO JOVINELLI NEGLI ANNI D’ORO: GLI SPETTACOLI 70 CINEMATOGRAFICI TRA IL 1912 E IL 1918 3.1 Il Teatro Jovinelli diventa cinematografo: 1° giugno 1912 3.2 I Film 3.3 Gli artisti dell’Avanspettacolo
70 72 81
CAPITOLO 4° LO JOVINELLI TRA PASSATO E FUTURO: DALLA FINE DELLA GUERRA ALLA MORTE DEL SUO FONDATORE E OLTRE (1918-1930) 84 4.1 Il ritorno agli spettacoli teatrali 4.2 Le canzonettiste 4.3 I duetti 4.4 I cantanti 4.5 Le attrazioni 4.6 I comici 4.7 Le compagnie 4.8 Le riunioni di boxe 4.9 Un evento speciale: la serata di beneficenza del 18 agosto del 1926
84 89 95 98 100 102 110 118 121
CAPITOLO 5° LO JOVINELLI SENZA GIUSEPPE JOVINELLI: DECLINO, 123 MORTE E RINASCITA DI UN TEATRO POPOLARE 5.1 Dal Teatro Jovinelli all’Ambra-Jovinelli 5.2 Le iniziative per promuovere la rinascita dell’Ambra-Jovinelli 5.3 Il Teatro Ambra-Jovinelli oggi 5.4 La stagione teatrale 2001
123 128 132 135
APPENDICI
140
I Progetti (disegni) I programmi (locandine) Programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905 Programmazione del Padiglione Umberto dal 1899 al 1902 Programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930 Teatro Ambra Jovinelli: la stagione 2001
141 144 149 175 182 259
BIBLIOGRAFIA
261
INTRODUZIONE
“L’arte del variété è un’arte specialissima. […] È immediatezza e sintetismo; è il pugno nell’occhio bene assestato prima di dare al pubblico tempo di riflettere”1. Così Raffaele Viviani descriveva nella sua autobiografia il genere spettacolare che lo aveva visto nascere come artista. Il Teatro Jovinelli è stato, per molti anni, il luogo principe del varietà popolare romano, un luogo dove Viviani ha ottenuto i suoi primi guadagni importanti e dove Ettore Petrolini è riuscito a trovare la strada verso la notorietà. Per raccontare questo mondo ho cercato di “bloccare” l’immediatezza, la velocità che contraddistingueva i suoi protagonisti, artisti che, ciascuno nel proprio numero, dovevano conquistare il pubblico in pochi attimi, sapendo che una parola di troppo o uno sguardo non dato li avrebbe condannati ad un sicuro insuccesso. Nel varietà l’artista è solo davanti al suo pubblico. Non ha scenari, non ha interlocutori: ha come unico punto di riferimento il mondo dell’esperienza2. Egli deve saper coinvolgere e affascinare il pubblico solo attraverso la propria presenza scenica, cercando di crearsi una figura a sé, un genere a sé, senza somigliare a nessun altro: “più riesce ad essere nuovo, sorprendente più il suo successo è clamoroso”3. Per queste ragioni il teatro di varietà è stato una scuola importantissima per tanti artisti nostrani, e in particolare per molti attori comici. Oggi come oggi riscoprire quel mondo vuol dire mettere in luce e comprendere appieno il mondo spettacolare a noi contemporaneo. E riscoprire il varietà non può che portare ad una riscoperta del Teatro Jovinelli o Ambra Jovinelli che dir si voglia, luogo teatrale ormai conosciuto da molti ma ancora avvolto da un velo di mistero. Il 25 gennaio del 2001 il teatro Ambra Jovinelli è stato riaperto al pubblico. Tralasciando in questa sede le varie discussioni sui metodi utilizzati per rendere nuovamente agibile ed utilizzabile per fini spettacolari (e non solo) l’edificio, ho voluto porre in evidenza questa data per mostrare il rinnovato interesse che si è avuto negli ultimi anni verso questo luogo teatrale. In questo clima di fervore, numerose sono state le voci che hanno voluto dire la loro sul “mitico” Jovinelli raccontando, in maniera sempre diversa, gli stessi aneddoti ed episodi. Ormai sappiamo tutti che in questo teatro esordì Petrolini, che qui lavorarono Totò, Viviani, Cacini e poi le ballerine sempre meno vestite. Se tutto ciò è vero, è altrettanto fuor di dubbio che in ottantuno anni di apertura il Teatro Jovinelli non è stato soltanto questo. Esso, per prima cosa, è stato uno dei pochi teatri di varietà a rimanere aperto ininterrottamente fino ai giorni nostri. Ha attraversato un intero secolo, subendo sì le evoluzioni del modo di vivere lo spettacolo e il divertimento in generale, ma riuscendo anche ad adattarsi al volere del pubblico e trasformandosi, così, in un costante punto di riferimento per intere generazioni di romani. E’ stata, probabilmente, la capacità di leggere i desideri del pubblico (e di anticiparli) del suo fondatore e dei discendenti a mantenere in vita questo teatro fino agli anni Ottanta. E sono particolari non da poco. E’ anche vero che,
1
R. Viviani, Dalla vita alle scene, Guida, Napoli 1977, p.57. Cfr. S. De Matteis, Generi popolari, in A. Attisani (a cura di), Enciclopedia del teatro del ‘900, Feltrinelli, 1980,p.426. Per maggiori informazioni sul varietà vedi anche Quivi, §2.2, pp. 40-45. 3 S. De Matteis, Generi popolari…, op. cit., p.426. 2
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
come spesso accade, gli ultimi venti anni di vita sono quelli che più ritornano nelle memorie dei cittadini romani. E’ per questa ragione che l’Ambra Jovinelli, nel periodo subito precedente la sua rinascita, veniva identificato dalla gente comune come il luogo del divertimento puramente maschile. Posto quindi tra chi lo identificava semplicemente come il teatro d’esordio di alcuni artisti nostrani e chi lo vedeva esclusivamente come luogo dove assistere a proiezioni pornografiche, lo Jovinelli viveva senza una storia e senza un passato. Questo lavoro di ricerca nasce proprio dalla necessità di ridare dignità al suo passato e dal desiderio di far conoscere, nella giusta prospettiva storica, le persone (artisti e non solo) che negli anni hanno costruito e costituito il Teatro Jovinelli. In realtà questa non è la prima volta che si cerca di ricostruire la storia dello Jovinelli. Già due saggi (Il Teatro Jovinelli di Nicola Fano e Giuseppe Jovinelli e il suo Teatro di Teresa Di Sorbo)4 hanno dato, in modo più o meno approfondito, la loro versione sulla storia del teatro. Ma il testo di Fano, al di là di un introduzione stilisticamente apprezzabile ma povera di reali contenuti, rimane una semplice raccolta di immagini fotografiche, affiancate a citazioni tratte da memorie di vari artisti. Più completa appare la biografia della Di Sorbo, anche se, volendo raccontare più specificatamente la vita di Giuseppe Jovinelli, lo spazio dedicato al teatro che porta il suo nome si riduce a poco più di un paragrafo (non bisogna dimenticare, infatti, che lo Jovinelli non fu l’unico teatro costruito e gestito dall’omonima famiglia ma fu semplicemente il primo ed il più famoso). Allo stato delle cose fare una ricerca approfondita su cosa è stato effettivamente il Teatro Jovinelli era ormai inevitabile. Partendo dall’attenta analisi della bibliografia contenuta nel testo della Di Sorbo, è iniziato il lungo cammino che mi ha portato a scoprire un mondo affascinante e pieno di sorprese, del quale, purtroppo, si sa ancora molto poco. Elemento fondamentale per la mia ricerca si è rivelato un testo in apparenza frivolo ma nella realtà denso di informazioni interessanti: sto parlando della monografia scritta da Ludovico Jannattoni, edita nel 1986 e dedicata alla Roma Belle Epoque5. E’ attraverso questo testo (e in particolare grazie alla sua ottima bibliografia) che sono venuta a scoprire l’esistenza di un periodico, “Il CaféChantant”6, rivelatosi fondamentale per la ricostruzione storica della programmazione dello Jovinelli. Inoltre, sempre grazie a questo volume, ho compreso che l’unico modo di avere una visione chiara dell’attività del teatro, inserita nel contesto teatrale in cui esso era nato e si era sviluppato, era quello di ricercare, analizzare e confrontare i periodici che 4
Cfr. T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli e il suo teatro, Edizioni Torre della Biffa, Benevento 1997 e N. Fano, Il teatro Jovinelli, Officina Edizioni, Roma 1985. 5 Cfr. L. Jannattoni, Roma Belle Epoque, Multigrafica editrice, Roma 1986. 6 Cfr. “Il Café-Chantant – Rivista quindicinale illustrata”, Napoli, annate utilizzate XIII-XXXIV, 19091930.
IV
Introduzione
hanno raccontato quel mondo. E’ fondamentalmente per questa ragione che sono giunta a spogliare le annate dei sette periodici che hanno costituito la materia prima della mia tesi. I periodici consultati sono stati scelti tra i molti pubblicati, soprattutto negli anni Dieci, secondo un preciso criterio di selezione: essi erano, infatti, tutti editi o comunque distribuiti a Roma. Da questa selezione (aiutata moltissimo sia dagli annuari della stampa italiana degli anni 1916 e 1917 sia dalla tesi di laurea di Sara Sterlocchi)7 ho ottenuto un elenco di diciassette periodici potenzialmente interessanti8. Di essi solo sette9 mi sono poi venuti realmente in soccorso. I motivi di questa ulteriore selezione sono facilmente individuabili: dopo la consultazione ho dovuto riscontrare nei dieci esclusi la totale mancanza di riferimenti al Teatro Jovinelli. Lo spoglio dei sette periodici utilizzati mi ha portato a ricostruire in particolare, in maniera abbastanza precisa, i primi tre anni di attività del teatro. Il periodo che va dal 1909 al 1912, infatti, coincide con la massima fioritura dei periodici specializzati nel teatro di varietà. Proprio nel 1909 nasce, ad esempio, l’“Eldorado Canzonettistico”, rivista mensile edita a Roma e fonte principale, fino al 191110, di informazioni sullo Jovinelli (l’agenzia artistica Prosperi, di cui il periodico era organo ufficiale, era, infatti, la stessa che si occupava della maggior parte delle canzonettiste dello Jovinelli). Sempre nel 1909 nasce anche “L’Eden”, periodico edito a Milano ma contenente anche numerose utili informazioni sull’attività dei teatri di varietà romani e non solo. Sempre edito a Milano era anche “Eldorado”, settimanale illustrato nato intorno all’inizio del ‘900 ed ancora attivo nel 1916. Questo periodico, utile in quanto riportava ogni settimana la programmazione dei teatri di varietà compreso lo Jovinelli, si è rivelato particolarmente interessante nel numero 39 del 1 ottobre 1911; in questo numero, infatti, riportando quasi integralmente un articolo di Cesare Mansueti apparso sul quotidiano “Lombardia” del 14 settembre, ha fornito importanti notizie sulla messa in scena allo Jovinelli di un monologo, Processoneide, di Viviani. L’interesse risiede sia nel fatto che dà un utile approfondimento del repertorio dell’attore napoletano ai tempi del
7
Cfr. AA.VV., Annuario della stampa italiana, Federazione nazionale tra le associazioni giornalistiche italiane, Roma 1916, AA.VV., Annuario della stampa italiana, Federazione nazionale tra le associazioni giornalistiche italiane, Roma 1917 e S. Sterlocchi, La stampa periodica teatrale italiana nei fondi della biblioteca nazionale centrale di Firenze (1900-1984), Tesi di laurea in Biblioteconomia e Bibliografia, Relatore Prof. C. M. Simonetti, Università degli studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1992/ 93. 8 L’elenco dei periodici rivelatisi non utili alla mia ricerca è il seguente: “L’artista”, “Il programma”, “Il teatro di varietà”, “Variétés”, “Corriere della scena”, “Gazzetta degli spettacoli”, “La canzonettista”, “L’eco degli spettacoli”, “Il cine-varietà”, “Music-hall”. 9 Per l’elenco completo cfr. Quivi, Programmazione del Teatro Jovinelli, pp.240-241 e Quivi, Bibliografia, p.VIII. 10 Nel giugno del 1911, infatti, cambia titolo e smette di occuparsi di teatro. Cfr. Quivi, Programmazione del Teatro Jovinelli, p.240.
V
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
varietà, periodo del quale si sa ben poco, sia perché è stata una delle poche volte in cui mi sono imbattuta in una recensione così precisa di uno spettacolo dello Jovinelli. Accanto a questi periodici essenziali (insieme, naturalmente, al “Café-Chantant”, unica rivista che mi ha accompagnato ininterrottamente fino al 1930), ve ne sono stati altri tre che mi sono serviti, principalmente, per completare il quadro della programmazione del teatro. In questo senso molto utile si è rivelato “Lo spettacolo”, settimanale dei teatri edito a Torino e, dal 1911 al 1916 (anno in cui cessa le pubblicazioni), distribuito anche a Roma. In esso le notizie sullo Jovinelli sono sempre assai brevi e concise, ma, forse anche in virtù di questo, con dei particolari mancanti in altri periodici (è proprio grazie ad esso che, ad esempio, ho scoperto che nel 1912 il teatro viene dato in affitto per alcuni anni e diventa cinematografo). Di minore interesse si sono, invece, rivelate le riviste “Arte e varietà” e “Rivista artistica: varietà e cinema-teatri”, povere, ma non prive, di informazioni sullo Jovinelli. Il confronto delle informazioni tratte da questi periodici, mi ha portato ad avere un quadro abbastanza completo dell’attività del teatro nei suoi primi tre anni di vita: ho così ottenuto un elenco di nomi, spesso sconosciuti, accompagnati da riferimenti al loro repertorio e alle loro carriere. Confrontando queste prime informazioni (essenziali ma circoscritte nel tempo) con l’utilissima (ma in alcuni casi incompleta) Enciclopedia della canzone napoletana di Ettore De Mura11, con le memorie del famoso cantante di café-chantant Rodolfo De Angelis12, con la monografia di Paolo Sommaiolo13 e con varie autobiografie, ho potuto ricostruire non solo la programmazione dello Jovinelli, ma anche l’attività di alcuni dei suoi più fedeli artisti. Così quella che doveva essere la storia di un teatro, si è rivelata un ottimo spunto per raccontare la storia di tanti artisti che hanno vissuto e costruito in prima persona il varietà italiano, napoletano e romano in particolare, ma che poi sono stati dimenticati, forse con troppa velocità, fagocitati da un mondo che li ha prima sfruttati e poi abbandonati a loro stessi (non poche volte ho incontrato artisti famosi e ricchi negli anni Dieci che sono poi morti, soli, in qualche istituto di pietà a distanza di pochi anni da quel decennio d’oro del varietà). Seguendo questa metodologia
11
Cfr. E. De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Il Torchio, voll.3, Napoli 1969. Cfr. R. De Angelis, Café-chantant: personaggi e interpreti, a cura di S. De Matteis, La casa Usher, Firenze 1984. 13 P. Sommaiolo, Il café-chantant. Artisti e ribalte nella Napoli Belle Epoque, Tempo Lungo, Napoli 1998. A queste opere citate non si può non aggiungere l’ottimo testo di Luciano Ramo, Storia del varietà, Garzanti, Milano 1956, utilissimo come guida all’evoluzione del varietà nel corso degli anni, vissuto attraverso gli occhi di un suo protagonista (Ramo è stato un grande rappresentante soprattuto della rivista italiana, ma ha vissuto in prima persona anche le vicende del varietà, a cui, comunque, la rivista è strettamente collegata). 12
VI
Introduzione
del confronto e dell’incrocio tra le informazioni pubblicitarie e le recensioni riportate sui periodici, le notizie di cronaca tratte da “Il Messaggero”14, e quelle più generiche contenute nell’Enciclopedia di De Mura, nelle memorie di alcuni artisti, in varie monografie e nelle pagine dell’Enciclopedia dello spettacolo15, ho ricostruito anche il periodo 1912-1930 (utilizzando, però, come fonti dirette quasi esclusivamente le pagine de “Il Messaggero” e del “Café-Chantant”). Sono così giunta a completare i tre capitoli centrali della mia tesi, cercando di raccontare la storia dello Jovinelli vista attraverso l’attività dei suoi singoli artisti. Discorso a parte meritano il primo e l’ultimo capitolo, costruiti con un metodo leggermente diverso. Per quanto riguarda il capitolo su piazza Guglielmo Pepe, la maggior parte delle informazioni in esso contenute sono frutto di un attento esame di alcuni documenti custoditi all’Archivio storico capitolino e relativi alle varie fasi di costruzione del Teatro Margherita, del Padiglione Umberto e del Teatro Jovinelli. Come spesso accade, queste fonti, oltre a darmi notizie dirette sui teatri citati, mi hanno anche fornito indirettamente numerose informazioni utili al ricostruire come doveva apparire piazza Pepe prima dello Jovinelli. Ho così avuto conferma che i due teatri baracca (Margherita e Umberto) hanno avuto un’attività contemporanea. Inoltre, grazie ai disegni contenuti nei suddetti documenti, sono riuscita a stabilire quale ubicazione avessero nella piazza. Una volta ricostruita la storia della loro edificazione, ho cercato di raccontare, rifacendomi quasi esclusivamente alle cronache de “Il Messaggero” degli anni che vanno dal 1898 al 1906, l’attività teatrale che in essi si svolgeva. Questa ricostruzione si è rivelata particolarmente interessante sia perché ha visto protagonista uno spaccato di vita locale ancora poco conosciuta, sia in quanto ha messo in evidenza la continuità tra questi anni più spartani e quelli successivi, più lussuosi, dello Jovinelli: moltissimi artisti come Gaspare Castagna, Aniello Balzano, Armando Gill, Alfredo Bambi, Ettore Petrolini (per citarne solo alcuni) cominciarono a lavorare per Giuseppe Jovinelli proprio in questi anni, legando fortemente lo sviluppo della loro carriera al Teatro Jovinelli, tanto da tornarvi più volte. Per quanto riguarda, invece, il quinto ed ultimo capitolo (dedicato più specificatamente all’Ambra Jovinelli), questo è stato in gran parte costruito su informazioni tratte dal materiale inedito datomi personalmente dal dott. Marcello Cava, regista teatrale che per anni ha combattuto per un recupero adeguato del teatro. Questi documenti (costituiti per lo più dai progetti promossi dallo stesso Cava) sono stati integrati 14
Quotidiano di Roma. Anni utilizzati: 1898-1909; 1912-1930. Per informazioni ulteriori cfr. Quivi, Programmazione del Teatro Jovinelli, pp.240-241 e Quivi, Bibliografia, p.VIII. 15 S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1957, varie voci. Per ulteriori informazioni cfr. Quivi, Bibliografia.
VII
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
da alcuni articoli di giornale per cercare di raccontare, nel miglior modo possibile, sia l’evoluzione dello Jovinelli fino alla sua chiusura nel 1990, sia le successive attività di promozione per il suo recupero. Gli ultimi due paragrafi, infine, dedicati alla riapertura del teatro, contengono informazioni tratte principalmente dalle recensioni degli spettacoli della stagione teatrale 2001. A queste informazioni si sono aggiunte, poi, quelle ottenute da un colloquio privato, durante una visita al cantiere, con il professor Sergio Petruccioli, architetto direttore dei lavori di recupero del teatro. Dopo un lungo cammino, sono così giunta al termine del mio lavoro; so bene che aver ricostruito in modo specifico solo i primi ventuno anni di vita del teatro non basta a darne una visione completa. Il Teatro Jovinelli ha, infatti, ancora molto da raccontarci. Purtroppo, però, per ricostruire la sua storia successiva al 1930 bisognerà seguire una strada diversa da quella che ho percorso: la maggior parte dei periodici usati per la stesura della tesi terminano le loro pubblicazioni prima o durante la Grande Guerra. Solo il “CaféChantant” riuscirà a sopravvivere, a stento, fino al 1931. Dagli anni Trenta il mondo dello spettacolo si incammina su nuove strade, che qui, però, non sono state percorse. Per terminare vorrei ringraziare alcune persone rivelatisi essenziali per la stesura della tesi. In particolare vorrei ringraziare Teresa Di Sorbo, senza i cui preziosi consigli, probabilmente, il presente lavoro non avrebbe avuto neanche inizio; Marcello Cava, per il materiale procuratomi e per il sostegno; e ancora Riccardo Silvi della Zoe Film, Giorgio Dell’arti, Maria Antonietta Bertòli, Sergio e Daniele Petruccioli. Ringrazio inoltre per l’appoggio ottenuto nella ricerca del materiale il personale della Biblioteca Nazionale di Firenze, con particolare riguardo per quello della sala Musica e della sala Periodici, il personale dell’emeroteca della Biblioteca Nazionale di Roma e della Biblioteca Universitaria Alessandrina, la Biblioteca del Burcardo, l’Archivio storico capitolino, la Biblioteca centrale della Rai, la Biblioteca comunale Flaminia e il personale di tutte le altre biblioteche dove, per vari motivi, sono passata e che mai mi hanno negato un consiglio o un suggerimento. Un ultimo sentito ringraziamento va a Laura De Strobel e Grazia Sgueglia (per i contatti che mi hanno procurato), a Loredana Faedda, a Paola Bertolone, Giuseppe Pastorino e alla mia famiglia tutta: senza il loro aiuto e sostegno credo che non sarei mai riuscita ad arrivare al punto dove sono.
VIII
CAPITOLO 1º LA PREISTORIA DEL TEATRO JOVINELLI
1.1 GIUSEPPE JOVINELLI
1
Il 3 Marzo 1909 è inaugurato il teatro Jovinelli di proprietà di Giuseppe Jovinelli. Ciò non è solo l’inizio di una nuova avventura ma è anche la conclusione di un lungo cammino iniziato molti anni prima. E’ il sogno di un casertano che si realizza dopo anni di sacrifici. Giuseppe Jovinelli era nato a Caiazzo, piccolo paese ora in provincia di Caserta, 2 nel 1866 . Ben presto, però, la voglia di uscire da un ambiente paesano, dove l’unica prospettiva di futuro era nei campi, lo spinse a guardarsi intorno alla ricerca di fortuna nella vicina città di Napoli. Qui conobbe Anna Caputo con cui si legò in matrimonio nel 3 1891. Quest’incontro permise a Jovinelli di avvicinarsi al mondo del teatro napoletano a cui restò legato anche quando partì definitivamente dalla Campania. Infatti, spesso tornerà a Napoli per scritturare attori da portare sulle scene romane. Nello stesso periodo Giuseppe riuscì anche ad allestire un Luna Park itinerante e con esso cominciò a viaggiare nel Sud d’Italia. Durante uno dei suoi viaggi giunse a Messina dove conobbe una persona molto importante per la sua vita futura: Concetta Calabrese. Concetta gli resterà vicina sia come compagna nella vita sia come appoggio per la sua carriera futura. I due decisero di fuggire insieme. Tornare a Napoli era impossibile a causa della moglie di lui, restare a Messina impensabile: Giuseppe naturalmente non poteva risposarsi e questo era inaccettabile per la mentalità dell’epoca. Così l’unica meta possibile era Roma, una città in quegli anni in forte espansione edilizia; andare a Roma poteva, infatti, dimostrarsi un’ottima occasione per tentare il gran salto nel mondo dell’industria spettacolare. Naturalmente inserirsi nell’ambiente dello spettacolo capitolino non era così semplice. Giunto a Roma all’inizio dell’ultimo decennio del XIX secolo, Jovinelli aprì inizialmente un negozio. Solo in un secondo tempo riuscirà a
1
Si veda “Il Cafè Chantant e la rivista fono-cinematografica” del 5 marzo 1909, anno XIII, n.9,p. 19. Cfr. anche Quivi, §2.1, pp.37-40. 2 Tutte le notizie sulla vita di Giuseppe Jovinelli sono tratte da T Di Sorbo., Giuseppe Jovinelli e il suo teatro, Edizioni Torre della Biffa, Benevento 1997. 3 Non è stato possibile, purtroppo, rintracciare i legami che Anna Caputo aveva con il mondo teatrale.
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
muovere i primi passi nell’ambiente dello spettacolo romano, cominciando dal gradino più basso: gli spettacoli popolari di piazza Guglielmo Pepe.
1.2 PIAZZA GUGLIELMO PEPE
Roma in quegli anni stava vivendo un importante sviluppo demografico accompagnato da una grande espansione sul territorio attraverso la creazione di nuovi quartieri. Basti pensare che se nel 1870 la popolazione non superava i duecentomila 4 abitanti, trent’anni dopo il numero era già raddoppiato . Per sostenere un tale incremento era sorta la necessità di creare nuovi quartieri. Nel 1870 venne nominata una commissione di esperti per dare alla città un nuovo piano regolatore. La commissione era composta da un gruppo di architetti che avrebbero dovuto disegnare la composizione dei nuovi quartieri. Tra i vari progetti elaborati, venne approvato quello di Alessandro Viviani5, un ingegnere direttore dell’Ufficio d’Arte comunale. Il piano prevedeva la creazione di nuove zone residenziali tra cui una da costruirsi intorno a Piazza Vittorio Emanuele II, tra Santa Maria Maggiore e viale Manzoni6. L’idea di costruire un nuovo quartiere attorno ad una piazza era nata dalla volontà degli architetti piemontesi di dare a Roma un’immagine più simile alla città di Torino, antica capitale del regno Sabaudo. Torino, come altre città del nord, aveva impostato il suo ampliamento primo-ottocentesco intorno a tre piazze. Ricreando la stessa disposizione anche a Roma, si sperava di importarvi qualcosa che l’avvicinasse alle nuove capitali europee del XIX secolo. Nacque così il nuovo rione Esquilino, con le sue case tutte uguali, le “strade dritte fiancheggiate da case di cinque piani, tutte intonacate di ocra gialla: il colore 7 più economico” . Diciotto anni dopo tutta l’area compresa tra la stazione Termini (che allora si presentava con un edificio molto diverso da quello di oggi) e piazza Vittorio risultava ormai completamente edificata. L’area su cui erano sorti i nuovi edifici era 8 9 stata ricavata dai terreni che avevano fatto parte di antiche ville . La “febbre edilizia”
4
Si veda l’Introduzione in AA.VV., Guida d’Italia del Touring Club Italiano: Roma e dintorni, Touring Club Italiano, Milano 1962, pp.21-22. 5 Cfr. Introduzione in AA.VV., Rione XV Esquilino, Palombi , Bologna 1978, pp. 7-13. 6 Si veda Il piano regolatore del 1873 in I. Insolera, Roma moderna, un secolo di storia urbanistica 18701970 (1962), Einaudi, Torino 1993, pp26-37. 7 I. Insolera, Roma…, cit. p.35.
10
Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
provocò la distruzione (spesso selvaggia) o l’interramento di giardini e resti archeologici. Si salvarono solo i monumenti più importanti, che furono mantenuti creandovi intorno piazze o slarghi. Questo fu ciò che avvenne per l’acquedotto presso Santa Bibiana che fu in gran parte distrutto (ne rimangono solo pochi archi) tra il 1872 e il 1875, durante la costruzione del quartiere Esquilino10. Qui venne creata piazza Guglielmo Pepe, tra via Cairoli, via principe Umberto e viale Principessa Margherita (oggi via Giovanni Giolitti). La piazza ora non esiste più essendo stata in parte occupata dall’ex-centrale del latte. Di essa rimane solo un lontano ricordo in via Guglielmo Pepe. Ma alla fine del XIX secolo la situazione era completamente diversa da oggi. Numerose testimonianze ci raccontano di come doveva essere vivo quel luogo. Piazza Pepe venne sin dal 1896 utilizzata come luogo di incontro e di spettacoli di piazza. Inizialmente vi dovevano essere solo baracconi temporanei con le attrazioni più varie, ma ben presto questi divennero semi-permanenti. Sicuramente l’immagine della piazza a cavallo tra i due secoli doveva essere più o meno così come ce la descrive Ettore Petrolini: Piazza Guglielmo Pepe […] era, in quell’epoca, un enorme piazzale consacrato alle baracche dei ciarlatani; […]ospitava ogni sorta di baracconi, dal tiro al bersaglio al museo anatomico, dal carosello al teatro dei galli che cantavano e 11 ballavano prodigiosamente sopra una lastra di bandone . Giuseppe Jovinelli, giunto a Roma con le migliori speranze, riuscì a diventare il 12 padrone assoluto della piazza, in un modo a dir poco fiabesco. Secondo Totò infatti, la piazza era a quei tempi sotto il controllo di un noto esponente della malavita locale detto Giacomo Il Frascatano. Jovinelli, giuntovi per caso, si trovò a partecipare a un gioco allora molto in voga: il gioco delle tre carte. Seguendo il movimento delle mani del croupier improvvisato, egli riuscì a indovinare dove si trovava l’asso: per questo non volle pagare e, anzi, pretese di avere i soldi della vincita. Giacomo Il Frascatano intervenne minacciandolo se non avesse pagato. La netta risposta di Jovinelli e il suo dimostrarsi pronto a sfidarlo fece comprendere al Frascatano la forte personalità dell’uomo che aveva
8
Cfr. F. Lucchini, Dalla città della magnificenza civile alla metropoli contemporanea, in AA.VV., Roma splendidissima e magnifica. Luoghi di spettacolo a Roma dall’umanesimo ad oggi, Electa, Milano 1997, p. 42. 9 I. Insolera, Roma…, op. cit., p.52. 10 Cfr. P. Romano, Roma nelle sue strade e nelle sue piazze, Palombi, Roma 1936, p.362. 11 E. Petrolini, Modestia a parte…, in G. Antonucci (a cura di), Facezie autobiografie e memorie, Newton, Roma 1993, p.176
11
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
di fronte. Decise, quindi, di dargli il controllo della piazza. Storia o leggenda che sia, fatto sta che da allora il bello e il cattivo tempo in essa venne fatto da Giuseppe Jovinelli.
1.3 LE ATTRAZIONI DI PIAZZA PEPE
Sin dal 1896 piazza Pepe, come abbiamo detto, era stata adibita a luogo per spettacoli popolari. L’area era di proprietà comunale e veniva data in affitto ai proprietari dei vari baracconi. Questi erano delle semplici strutture in legno per la cui costruzione bastava una licenza stagionale. Tutta la piazza era ormai sotto il controllo della famiglia Jovinelli. I baracconi avevano i nomi più vari e non sempre se ne può seguire la storia, tanta era la loro provvisorietà. Spesso, infatti, gli affittuari ne cambiavano la denominazione per 13 adeguarsi alle mode del momento . 14 Grazie alle cronache dell’epoca , sappiamo che nel 1898 vi era un teatro chiamato Politeama dove si poteva assistere a commedie e drammi vari. In questo teatro l’8 gennaio di quello stesso anno debuttò la compagnia drammatica popolare diretta da Augusto Mugnaini. Questa compagnia era specializzata in drammi che riprendevano (almeno nei titoli) le grandi produzioni del teatro borghese contemporaneo. Per esempio, proprio il giorno del debutto, misero in scena un dramma di Giuseppe Giacosa. La compagnia Mugnaini era composta, oltre che dallo stesso direttore, anche da Paolina De Caprile (prima attrice), A. Bisi e L. Governato. Oltre a questi spettacoli, al Politeama ci si poteva anche imbattere in canzonettiste. I prezzi erano, naturalmente, molto popolari: un posto distinto costava 40 centesimi, la platea 30 e le gradinate 15. Sempre nel 1898, oltre al Politeama, a piazza Pepe c’era anche il teatro Amor dove spesso si esibivano clowns musicali, canzonettiste e compagnie di teatro popolari. In questo teatro lavorava in quell’anno la compagnia Mauri-Baratta. Poi c’era il teatro Garibaldi dove lavorava in quell’anno la compagnia di Clotilde Salamin e Antonio Minutilli.
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Cfr. Totò, Siamo uomini o caporali?, a cura di Amorosi-Ferraù-De Curtis, Newton Compton, Roma 1996, pp. 47-49. 13 Cfr. M. Regni Sennato, I luoghi dello spettacolo al tempo di Petrolini, in Angelini F. (a cura di), Petrolini la maschera e la storia, Laterza, Bari 1984, p.208. 14 Tutti i riferimenti sono tratti da “Il Messaggero” , quotidiano di Roma, anno 1898.
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Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
A questa lista non si può non aggiungere il baraccone chiamato Il padiglione delle 15 meraviglie che alcuni anni dopo ispirerà l’omonima commedia di Petrolini . In esso si 16 trovava il “terribile Amalù, che si passava sulla lingua un ferro arroventato” . E poi ancora le meraviglie del secolo, del mondo acquatico e terroso […]: l’uomo che mangia manichi di scopa, salvatacchi, mozze di sigari, lumi a petrolio e chiodi di qualsiasi dimensione 17 […] . E La donna-magnetica che con un solo sguardo vi penetra nelle viscere, la donna-sirena che qualunque cosa voi le mettete in mano le rimane attaccata. […] Abbiamo nell’interno le meraviglie del secolo, del mondo acquatico e terroso […]18. Non possiamo, poi, trascurare un altro baraccone dal nome pretenzioso: il teatro Nazionale. Anch’esso era specializzato in spettacoli vari: da drammi come Il ritorno del pellegrino dalla terra santa (messo in scena il 2 gennaio 1898) a commedie con Pulcinella; da balli (come Il fantasma di San Lorenzo messo in scena il 4 gennaio 1898) a spettacoli con canzonettiste e artisti vari. Infine vi era il Padiglione delle Varietà, dove si esibivano soprattutto buffi. Oltre a queste baracche, a piazza Pepe si potevano trovare una turba di girovaghi: saltimbanchi, cavadenti, mastice per attaccare, gazose, biciclette a noleggio, callaroste, fichisecchi, mosciarelle e caramellari. […] Bibite al ghiaccio di qualunque colore e sapore; […] gelati […]; dolciumi di tutte le specie con la mosca fissa […] Poi: l’immancabile ‘riffa a premio sicuro’ che consisteva nel vendere per un soldo un biglietto con cinque numeri a chi volesse concorrere al premio di un pacco di sigari toscani. […] C’era la Sonnambula […]19. 15
E. Petrolini, Il padiglione delle meraviglie, un atto unico del 1924 messo in scena per la prima volta al teatro Verdi di Vicenza il 30 novembre di quello stesso anno. 16 E. Petrolini, Modestia…, op. cit., p.178. 17 E. Petrolini, Il padiglione delle meraviglie, in G. Antonucci (a cura di), Il teatro, Newton, Roma 1993, p.189. 18 Ibidem. 19 E. Petrolini, Modestia…, cit., pp. 177-178.
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
E poi la donna barbuta, il teatro ‘Mercipinetti’ con il mistero di Abbragadabbra, il teatro meccanico con la nevicata, il grande museo anatomico (di cose inutili e disgustose a vedersi) […]. Il proprietario, Savarino, diceva con accento straniero: ‘Cento e più figure di cera al naturale; spettacolo 20 scientifico interessante e di alta cultura . Era, insomma, un luogo votato al divertimento popolare che si potrebbe paragonare ad un Luna-Park di oggi. I frequentatori della piazza erano soprattutto studenti, militari, famiglie e bambini sfuggiti al controllo dei genitori. Lina Cavalieri nelle sue memorie racconta come uno dei divertimenti preferiti dei ragazzi del rione fosse di venire in questa piazza e cercare ogni stratagemma per riuscire a entrare nei baracconi senza pagare il 21 soldo richiesto . In questa piazza tra il 1898 e il 1899 furono costruiti due baracconi a uso teatro destinati a diventarne la maggiore attrattiva; i loro nomi erano Teatro Margherita e Padiglione Umberto.
1.4 IL TEATRO MARGHERITA
Le prime testimonianze sul Teatro Margherita si possono trovare nei documenti 22 dell’Ispettorato edilizio custoditi all’Archivio storico capitolino . Come risulta dalla 23 domanda presentata da Concetta Calabrese l’11 giugno 1898, questo doveva essere un baraccone senza palchi in legno con copertura in proventi di zinco. Sorgeva su piazza Pepe dal lato del viale principessa Margherita angolo via Lamarmora. L’ingresso era comunque sulla piazza. La costruzione era abbastanza grande (l’area occupata, secondo il progetto, doveva essere di 450mq) e aveva una dimensione di m.27×16. La parte che dava
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M. Corsi, Vita di Petrolini, Mondadori, Milano 1944, p.45. Cfr. L. Cavalieri, Le mie verità, a cura di P. D’avanni, Poligrafica Italiana, Roma 1936, pp14-15 22 Si veda il protocollo n.2729 dell’anno 1898. Tutti i riferimenti al progetto del baraccone fatti nel presente paragrafo sono basati su questo protocollo e sui due disegni in esso contenuti. 23 Per motivi familiari (inerenti alla separazione dalla moglie) Giuseppe Jovinelli non si intestava mai nessuna proprietà facendo risultare sempre e solo il nome di Concetta Calabrese. 21
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Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
sulla piazza doveva, probabilmente, presentarsi come una lunga parete su cui si trovavano quattro porte di sicurezza poste a due a due, con al centro un ingresso preceduto da un piccolo porticato. Una volta entrati ci si trovava di fronte alla platea con i vari posti a sedere. Sul lato corto era disposto il palcoscenico con ai lati i camerini. La costruzione doveva essere molto spartana essendo destinata ad un pubblico essenzialmente popolare. La licenza per la costruzione del baraccone risulta rilasciata il 28 Settembre del 1898 24 nonostante il teatro fosse già stato inaugurato il 4 dello stesso mese . Jovinelli cercò sin da subito di attirare l’attenzione su questo baraccone che, già nei progetti, doveva differenziarsi da tutti gli altri presenti sulla piazza. L’apertura del teatro Margherita venne annunciata sulla cronaca locale alcuni giorni prima del 4 settembre. Il cronista anonimo de “Il Messaggero” elogiò con splendide parole il nuovo teatro 25 che stava per nascere “allestito con grandissimo lusso” . E evidenziò, inoltre, come “il proprietario, non badando a sacrifizio, ha costruito un locale che offre le maggiori 26 comodità e ha scritturato una compagnia di eccellenti elementi artistici” (la compagnia Fioravanti). Il teatro ottenne subito un grande successo e il favore del pubblico lo avrebbe accompagnato nel corso degli anni. Riguardo ai prezzi, questi furono sin da subito molto popolari; per assistere ad uno spettacolo d’operetta si potevano spendere al massimo 50 centesimi e si otteneva il posto migliore: la poltrona. Volendo la scelta poteva anche cadere su posti più popolari e allora si potevano spendere anche soli 40 centesimi per un posto in galleria, 30 per un posto 27 distinto, 20 per la platea e 10 per un posto in gradinata . La sera dell’inaugurazione la Compagnia Fioravanti, specializzata in operette e 28 fiabe, presentò l’operetta-fiaba Amor e il successo fu grande . La compagnia era composta da vari attori che a più riprese lavoreranno sia in questo che nell’altro baraccone (il Padiglione Umberto). La prima donna era Carmen Moretti. Altri artisti erano: Mimì Albin 29 (macchiettista imitatore di Maldacea ), Antonio Mancini, V. Mantovani e G. Fioravanti. La compagnia proponeva vari tipi di spettacoli come l’operetta La gran via, commedie con protagonisti i personaggi tipici della comicità napoletana come Don Felice Sciosciammocca o la maschera di Pulcinella (impersonato dal Mancini); o ancora bozzetti napoletani. All’interno dello spettacolo erano previsti degli intermezzi con i duetti della coppia Fioravanti-Mancini, le canzonette della Moretti e del buffo Albin. 24
Cfr. “Il Messaggero” di domenica 4 settembre 1898, p.3. Anonimo in “Il Messaggero” di venerdì 2 settembre 1898. 26 Ibidem. 27 Cfr. “Il Messaggero” del 10 Sett. 1898, p.3. 28 Cfr. “Il Messaggero” del 5 Sett. 1898, p.3. 29 Cfr. D. Salvatori, Il café-chantant a Roma. Canzoni, soubrettes e comici di una grande stagione dello spettacolo, Newton Compton, Roma 1996, p.29. 25
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
Grazie a questo baraccone (e al Padiglione Umberto di cui parleremo più avanti) e al successo che otterrà nel corso degli anni, Jovinelli comincia ad essere un nome famoso non solo nel suo quartiere. Il suo carisma, la sua capacità di scoprire sempre nuovi talenti e la sua bravura come impresario lo porteranno ai vertici del teatro popolare romano. Del resto che egli sapesse bene come far divertire il pubblico e come attirarlo nei suoi locali si era capito sin da subito. La compagnia Fioravanti resterà al Margherita in questo primo anno per solo un mese per poi tornare a più riprese negli anni successivi. A ottobre di quello stesso anno, infatti, debuttò la compagnia De Martino-Balzano (diretta da Giuseppe De Martino e Aniello Balzano), in cui entrarono a far parte anche la Moretti e l’Albin. E poi dopo di essa vi arriverà la compagnia De Martino-Bozzo e successivamente la compagnia drammatica del cav. Mugnaini; finché nel giugno del 1899 cominciò a lavorarvi la 30 compagnia popolare Mauri diretta dall’artista Italo Baratta che, probabilmente, prese provvisoriamente in mano anche la direzione del teatro stesso (che restò comunque di proprietà degli Jovinelli). La compagnia presentava un repertorio diverso rispetto alle altre che l’avevano preceduta nello stesso baraccone; i suoi spettacoli tipici erano drammi sia di tematica contemporanea che storica. I testi erano composti o dallo stesso Baratta o erano ripresi dai grandi successi del momento. Nel loro repertorio troviamo anche drammi di Sardou e di Dumas. All’interno di essa, i ruoli degli attori rispettavano quella gerarchia tipica delle compagnie capocomicali a cavallo tra i due secoli. Così la prima attrice era Elena Mauri, il primo attore Francesco Montefameglio, Sofia Maleri era la prima attrice giovane, Giovanni De Rosalia (attore di origine palermitana) aveva il ruolo di brillante. E poi vi erano in ruoli secondari i figli del direttore Carlo, Annita e Uberto Baratta e Oreste Bizzarri. È purtroppo difficile ricostruire dalle semplici cronache dell’epoca l’attività completa di questa compagnia. Però sappiamo di certo che Baratta ricopriva un ruolo importante a piazza Pepe. Questa deduzione si può trarre dal fatto che i due teatri baracca più importanti della piazza nel periodo che va dal 1899 circa ai primi anni del novecento, abbiano avuto come propri direttori alternativamente Italo Baratta e Giuseppe Jovinelli. Tornando alla compagnia, sappiamo che questa rimase al Margherita fino al giugno del 1900 per passare poi al Padiglione Umberto. Al teatro Margherita arrivò allora la 31 compagnia di varietà e ballo diretta da Carlo Valente . Una loro serata tipica era composta
30 31
Cfr. “Il Messaggero” del 10 Giugno 1899, p.3. Cfr. “Il Messaggero” del 9 Giugno 1900, p.3.
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Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
da uno spettacolo di danza preceduto da canto variato con le distinte canzonettiste Carolina Massenzi, Adelina Biondina, Annina Salomone, Cesarina Beneri […] e la celebre bambina Dora Prossentini, con la stella della canzonettista napoletana Emilia Bisaccia e il duetto 32 Scaramuzzi-Stellini . Il debutto di questa compagnia era stato preceduto da lavori di restauro del teatro compiuti da Jovinelli nel giugno di quello stesso anno per prepararlo alla nuova 33 stagione . Intanto nel mondo dello spettacolo di questo primo squarcio di secolo stava facendo il suo ingresso una nuova forma di intrattenimento: il cinematografo. Jovinelli non si lasciò scappare l’opportunità di sfruttarlo, capendo sin da subito l’impatto positivo che avrebbe avuto sul pubblico. Il 4 luglio del 1900 vennero proiettati alcuni cortometraggi di proprietà della ditta Fregoli-Graph. I cortometraggi (La corrida dei tori, Il barbiere e 34 La luna di miele) ottennero un grande successo e le proiezioni (di corti sempre diversi) continuarono fino al mese successivo. In questo periodo possiamo quindi parlare di una sorta di avanspettacolo al Margherita: le proiezioni erano, infatti, precedute da spettacoli vari come canzonette, commedie con la maschera di Pulcinella e operette, il tutto curato dalla compagnia napoletana diretta da Lorenzo Fiorentino e Giorgio Salomone; compagnia che aveva esordito in questo teatro il 22 giugno di quell’anno. Nel corso degli anni il teatro baracca Margherita si era imposto come luogo di divertimento principe nella piazza. Per esaltarlo sempre più, l’impresario decise tra il 1901 e il 1903 di portarvi degli eventi speciali. Così il 24 giugno del 1901 vi si svolse un’intera serata dedicata alle canzonette e alle macchiette premiate nel concorso indetto dal giornale “Il Rugantino” per la festa di San Giovanni; mentre in occasione del carnevale dell’anno successivo vi si allestì un Festival. Questo secondo evento ebbe un successo particolare e fu molto elogiato dai giornali dell’epoca. La presentazione dell’idea era già apparsa sulle pagine della cronaca locale de “Il Messaggero” il 13 Novembre del 1901: Una geniale idea è sorta in mente al signor Giuseppe Jovinelli, al quale già si deve la risurrezione di piazza Guglielmo Pepe,
32
Ibidem. Cfr. “Il Messaggero” del 7 giugno 1900, p.3. 34 Cfr. “Il Messaggero” del 5 luglio 1900, p.3. 33
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
che per iniziativa e opera sua si è liberata da tante baracche indecorose ed è divenuta un centro di spettacoli frequentati da un pubblico distinto quanto numeroso. […] [Jovinelli] ha immaginato di convertire la suddetta piazza in un grande festival fino a tutto il prossimo carnevale 1902: vi si darebbero variati divertimenti in appositi locali e sono assegnati tre premi per quelli addobbati con più gusto 35 e lusso. Il Calypso Festival venne inaugurato il 18 gennaio 1902. Il salone del teatro Margherita fu trasformato in una sala da ballo mentre in un padiglione attiguo si svolgevano incontri di boxe, la lotteria e giochi vari. La sera, inoltre, durante il periodo del Carnevale furono organizzate danze mascherate con assegnazione di premi alle migliori. Il festival si concluse l’11 febbraio 1902 in occasione del martedì grasso. Tutto il ricavato fu dato in beneficenza ai poveri del quartiere San Lorenzo. Il successo della manifestazione fu grande e dimostrò la capacità ideativa di Jovinelli. Altro evento particolare si svolse il 18 settembre del 1903 con una serata speciale dedicata alle canzoni premiate al concorso musicale svoltosi durante la festa di Piedigrotta (festa religiosa napoletana ereditata dai Borboni che si svolgeva nella notte tra il 7 e l’8 36 settembre, in occasione della Natività di Maria Vergine) . A parte queste manifestazioni particolari, la programmazione del teatro rimaneva comunque abbastanza immutata nel corso degli anni. Nel 1902 vi esordì la compagnia d’operette diretta da Oreste Raffaelli e sempre nello stesso anno Armando Gill (pseudonimo di Michele Testa), macchiettista napoletano, iniziò ad esibirsi su questo palcoscenico presentando bozzetti e canzonette (spesso in coppia con la canzonettista Claudia Fischer). Gill fu un musicista autodidatta e le sue composizioni lo resero famoso 35
Anonimo, In piazza Guglielmo Pepe, in “Il Messaggero”, mercoledì 13 Novembre 1901, p.2. Cfr. R. De Angelis, Café-chantant: personaggi e interpreti, La casa Usher, Firenze 1984, p.51 dove si racconta anche come si svolgeva: “Fin dalle luci del mattino del 7, per le vie, negli atri dei palazzi […] gruppetti di monelli […] muniti dello strumento principale, indispensabile e caratteristico della festa, ‘a trummettella [corsivo nel testo] (un cono di latta grossolanamente dipinto […] che emetteva una sola stridula nota), davano le avvisaglie di quello che sarebbe stato il ciclopico concerto notturno.[…] A corollario di questo strumento […] altri aggeggi rumoristici venivano coalizzati. […] Non mancavano, naturalmente, le vere e proprie orchestrine e i concertini di mandolini e chitarre. Ma la maggior parte di questi complessi prestava servizio sui carri. Per le luci e gli addobbi della festa, oltre a quelle a balconi e finestre con palloncini alla veneziana e lumi a petrolio, enormi archi a festoni di lampadine multicolori si ergevano lungo il percorso. […] A mezzanotte il pieno della festa. Cominciava la sfilata dei carri […]. Una giuria, composta in prevalenza da artisti di tutte le arti, attendeva al varco i carri, in apposito recinto, in quella Villa Comunale che bordeggia il mare di Mergellina, per la distribuzione dei premi, al più bel carro e alla migliore canzone. […] Le canzoni erano centinaia. […] la premiazione delle cinque o sei canzoni, dovute a poeti di fama e a compositori di gusto, che emergevano dal ciarpame, e di cui il popolo con applausi, in parte pagati e in parte spontanei, decretava il trionfo […].” Ivi, pp.51-54. 36
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Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
ancor più delle sue macchiette. Ma il successo gli arrise solo al meridione fino a Roma, 37 mentre nel settentrione rimase quasi sconosciuto . Sempre nel 1902 tornò al Margherita la compagnia diretta da De Martino e Balzano che aveva assunto un nuovo nome: Compagnia della città di Napoli. Il teatro continuava a mantenere il suo consueto cartellone nella programmazione: presentava commedie od operette precedute o seguite da canzonette e macchiette. Così, accanto ad una compagnia che presentava un repertorio più o meno invariato, troviamo una serie di artisti che si succedono in modo irregolare su questo palco e che si propongono al pubblico magari solo per farsi conoscere. L’elenco a questo punto potrebbe anche essere molto lungo, ma forse basterà limitarsi ai nomi di coloro che presto diventeranno più noti, affermandosi anche su palcoscenici più importanti. Abbiamo già citato Armando Gill che debuttò al Margherita nel 1902 e continuò a esibirvisi a fasi alterne per alcuni anni. E poi Adolfo Narciso che si esibì per la prima volta in questo teatro nel giugno del 1903. E ancora Antonietta Rispoli e Margherita Leone che in quello stesso 1903 lavorarono spesso con Narciso presentando varie canzonette napoletane. Nel 1904 ecco che incontriamo il nome di Alfredo Bambi, attore che come altri deve moltissimo a Jovinelli per averlo valorizzato (come racconta Totò in un articolo del 1960). Accanto ai protagonisti del Caffè-Concerto, nel teatro Margherita continuavano ad alternarsi compagnie teatrali, generalmente provenienti da Napoli. Nel settembre del 1903 vi debuttò la compagnia drammatica napoletana diretta dall’artista Vincenzo Sorrentino, nel maggio dell’anno successivo ritornò invece Aniello Balzano. E ancora nel dicembre dello stesso 1904 vi debuttò la Compagnia comica napoletana di varietà diretta dall’artista Giuseppe Andreassi che aveva nel suo repertorio commedie, zarzuele e drammi. L’anno successivo arrivò la compagnia diretta da Gustavo Bertini che proponeva soprattutto drammi di Azzurro Azzurrini. All’anno 1905 risalgono le ultime notizie relative al Teatro Margherita. Nel marzo vi esordì la Compagnia Drammatica Italiana composta da Arturo Bianchi (primo attore), Ester Maraviglia (prima attrice), Goffredo Maraviglia (attore brillante) e Gustavo Bertini (attore e direttore della compagnia). Questa è l’ultima compagnia che risulta aver lavorato in questo teatro-baracca. Naturalmente accanto ai drammi, continuarono ad alternarsi sul palcoscenico artisti vari come le canzonettiste Antonietta Rispoli, le Sorelle Perez, Pietro Fioravanti (napoletano con spiccate doti imitative che fece a lungo coppia con Luciano 38 Molinari, considerato uno degli artisti più “signorili e interessanti del café-chantant” ), il trasformista Hermann. E soprattutto Gaspare Castagna, comico napoletano venuto dalla 37
Cfr. R. De Angelis, Café-chantant…, cit., pp.84-85. R. De Angelis, Café-chantant…, cit., p.88.
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
scuola di Eduardo Scarpetta e di Luigi De Martino (fratello del pulcinella Giuseppe). Castagna fu un artista che militò a lungo sui palcoscenici minori, portando in scena il suo repertorio di macchiette. Rimase famoso anche per la sua capacità (tipica, del resto, di molti comici) di improvvisare. Quasi tutte le sere eseguiva l’Improvvisata, avvertendo che doveva farlo perché gli erano pervenuti i biglietti di richiesta in camerino, ma in modo così precipitoso e buffo che la bugia gli saltellava sulle labbra […]. Sicché il repertorio finiva per non contare più nulla, costituiva un pretesto perché egli potesse conversare lungamente col pubblico […] rivelando 39 inesistenti segreti dell’uno e dell’altro spettatore . Castagna non ebbe il successo che forse avrebbe meritato, ma restò comunque nella memoria di coloro che frequentavano i locali di Caffè-concerto come un rappresentante di quella scuola napoletana che formò alcuni fra i più grandi comici del nostro secolo. Alla fine dell’estate del 1905, con molta probabilità nel mese di agosto, il Teatro Margherita fu distrutto da un incendio. Alcuni anni dopo al suo posto sorgerà il Teatro Jovinelli.
1.5 IL PADIGLIONE UMBERTO
A differenza del Teatro Margherita, ricostruire la storia del Padiglione o Teatro 40 Umberto è molto difficile. Infatti, non esistono testimonianze documentarie in merito alla sua costruzione. Di sicuro sappiamo solo che a partire dal mese di luglio del 1899 “Il Messaggero” comincia a inserirlo nella pagina degli spettacoli, sotto la dizione “Spettacoli in piazza Guglielmo Pepe”, accanto al Teatro Margherita. E il 12 agosto dello stesso anno si legge: Padiglione Umberto: spettacolo variato col debutto della coppia Cerroni-Colombi coi loro duetti. Seguirà commedia con Pulcinella e grandioso ballo Luce e tenebre. L’impresa Jovinelli nulla trascura perché lo spettacolo riesca di pieno 41 gradimento al pubblico . 39
R. De Angelis, Café-chantant…, cit., p.83. Le due denominazioni vengono usate indistintamente. 41 Anonimo, Spettacoli in piazza Guglielmo Pepe, in “Il Messaggero” del 12 Agosto 1899, p.3. 40
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Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
Leggendo il giornale, non possiamo sicuramente avere dubbi sulla sua esistenza. E veniamo anche a sapere che (come il Margherita) anche l’Umberto era di proprietà di Giuseppe Jovinelli. Il problema è che tra i documenti dell’Ispettorato Edilizio di Roma sul Teatro Umberto non esiste nulla, mentre se ne trovano molti riguardo al Margherita. Diventa così difficile anche stabilire la posizione esatta che questo baraccone aveva sulla piazza. Ma cercherò comunque di ricostruirne la storia, provando a estrapolare da vari documenti informazioni su di esso. Se si vanno a guardare i documenti dell’Ispettorato edilizio relativi al 1898 custoditi all’Archivio storico capitolino, sotto il toponimo “Piazza Guglielmo Pepe” si trovano 42 due protocolli diversi: uno è il 2729 già analizzato nel paragrafo precedente e relativo 43 al Margherita, l’altro è il 2741 . Forse proprio partendo da quest’ultimo si possono avere alcune informazioni circa le fasi di costruzione del Padiglione Umberto. Questo protocollo registra una richiesta fatta da Italo Baratta (artista direttore della compagnia 44 Mauri-Baratta) il 15 giugno 1898 “onde ottenere il permesso di costruire una baracca ad 45 uso di teatro in Piazza Guglielmo Pepe nel terreno municipale” . Alla lettera sono allegati anche due lucidi. Nel primo è disegnata la pianta del baraccone e vi vengono descritte le sue caratteristiche: “la costruzione sarà in tutto legno. La copertura dei pioventi in 46 zinco” . L’altezza sarebbe dovuta essere di m.9 e la larghezza di m.32. Nel secondo lucido sono riportate in dimensioni più grandi le stesse informazioni del primo. La 47 commissione edilizia, però, sospese per “insufficienza di porte” la domanda che poi non risulta essere stata più presentata. Eppure a distanza di un anno ecco comparire in piazza Pepe un altro baraccone accanto a quello regolarmente denunciato. Questo non risulta, 48 però, gestito dal Baratta (che nel luglio 1899 era al Margherita) , ma da Jovinelli. Si può, comunque, ipotizzare che le sue dimensioni e la sua struttura fossero come era scritto nella domanda presentata da Baratta. Ciò anche perché le misure e i materiali descritti nel 49 protocollo 2741 sono del tutto simili a quelli usati per il Teatro Margherita . Riguardo alla sua posizione sulla piazza, possiamo solo formulare delle ipotesi facendo riferimento questa volta ad un protocollo (sempre dell’Ispettorato edilizio) di 50 alcuni anni dopo: il 1039 del 1904 . In questo protocollo è registrata la domanda che Jovinelli fece in quell’anno per la costruzione di un edificio ad uso abitativo da erigersi su 42
Cfr. nota 22 §1.4, p.18. Si veda il Protocollo n.2741, a.1898 dell’Ispettorato Edilizio all’Archivio storico capitolino. 44 Cfr. §1.4, pp.20-21. 45 Prot. 2741 a.1898. 46 Ivi. 47 Ivi. 48 Cfr. Quivi, §1.4, pp.20-21. 49 Cfr. Quivi, §1.4, p.18. 50 Custodito sempre all’Archivio storico capitolino. 43
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
piazza Pepe. Alla domanda sono uniti dei disegni, tra i quali particolarmente interessante per noi è il n.3. Qui, accanto alla descrizione dell’edificio, è riportata una mappa della piazza dove sono indicate la posizione del Teatro Margherita (posto, come abbiamo già 51 visto , tra viale Principessa Margherita e via Lamarmora) e di un’altra costruzione (sul lato opposto della piazza, tra le vie Principe Umberto, Cairoli e viale Principessa Margherita). Dal disegno risulta che questo secondo edificio (indicato sulla mappa col nome di Nuovo Teatro Popolare) doveva ancora essere costruito (vedremo successivamente che altro 52 non era se non il teatro Jovinelli secondo il progetto originale ). È ipotizzabile che esso si sarebbe venuto a trovare nello stesso luogo dove era già stato costruito in precedenza il Padiglione Umberto (forse distrutto da un incendio). Avendo, poi, avuto un’attività contemporanea per alcuni anni, è facile supporre che le due baracche dovessero trovarsi in due punti diversi della piazza, non potendo essere sovrapposte. Altro particolare importante è che a partire dal 1903 non si trovano più sul “Messaggero” notizie relative al Padiglione Umberto, mentre si comincia a parlare di un teatro Umberto in Prati di 53 Castello , sempre di proprietà di Jovinelli. Ed è proprio al 1903 che risale il primo 54 progetto di Jovinelli per la costruzione di un teatro in muratura sulla piazza . Si può, quindi supporre che il progetto prevedesse di sostituire l’Umberto, anche se poi negli anni successivi tale idea venne cambiata, preferendo per la costruzione la parte della piazza di 55 proprietà di Concetta Calabrese . Dopo tutte queste riflessioni, possiamo cercare di tirare un po’ le somme: il Padiglione o Teatro Umberto doveva trovarsi su piazza Pepe tra via Principe Umberto, via Cairoli e viale Principessa Margherita. Esso dovrebbe essere stato costruito tra la fine del 1898 e i primi mesi del 1899 per iniziare la sua attività verso l’estate di quell’anno. Le prime notizie su di esso le abbiamo, infatti, il 12 luglio 1899 su “Il Messaggero”, dove viene solamente detto che è una baracca su piazza Pepe. Solo il mese successivo si scopre 56 che questo era un teatro-baracca dell’impresa Jovinelli . Gli spettacoli che vi si svolgevano erano molto simili a quelli del Teatro Margherita. Una serata tipica prevedeva una rappresentazione di una commedia o di un dramma o di un’operetta o di un bozzetto, seguite o precedute da numeri di caffè-concerto. Così vi si esibivano varie canzonettiste tra le quali possiamo ricordare Nunziata De Balsami, 51
Cfr. Quivi, §1.4, p.18. Cfr. Quivi, §1.6, pp.32 e segg.. 53 Quartiere di Roma attualmente conosciuto solo come Prati. 54 Si veda il Prot.1529, a.1903 dell’Ispettorato edilizio custodito all’Archivio storico capitolino 55 Si veda a tal proposito il Protocollo n.114 del 1906 (contenuto nel fascicolo 697 del 1906) dell’Ispettorato edilizio all’Archivio storico capitolino dove è riportata la domanda fatta da Jovinelli per poter recingere l’area di sua proprietà in piazza Pepe. 56 Cfr. §1.5, nota 31. 52
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Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
Bice Cambini, Cesarina Benoit, Elvira Vernier; non potevano poi mancare i duetti come 57 quello Scaramuzzi-Stellini che abbiamo già incontrato al Teatro Margherita . L’attività dei due teatri-baracca era strettamente collegata. Nel periodo che va dalla sua apertura fino al giugno del 1901, l’Umberto fu gestito direttamente da Jovinelli. In tale arco di tempo vi lavorò la compagnia di Aniello Balzano che presentava soprattutto commedie con protagonista la maschera di Pulcinella. Successivamente la gestione passò a Italo Baratta che con la sua compagnia (la Mauri-Baratta) vi portò drammi e commedie. Nel gennaio 1902 vi esordì la Compagnia Italiana di Varietà con il suo repertorio composto principalmente da operette, commedie e, naturalmente, da numeri di varietà. Nel 1903 agiva all’Umberto una compagnia drammatica di autentici guitti, diretta da un certo Gennaro Manzo, che recitava un truce repertorio di drammi popolari, quasi tutti di anonimi autori: La vendetta del forzato, Riccardo cuor di leone, Mastro Titta il boia di Roma, […] 58 L’assassinio del corriere di Lione, […] e simili . Fu proprio con una “particina” in uno di questi drammi che Ettore Petrolini esordì all’Umberto ed ebbe quindi i suoi primi contatti da attore con Giuseppe Jovinelli, come ci racconta lui stesso: […] a Piazza Guglielmo Pepe […] fra i tanti baracconi vi era quello conosciuto sotto il nome pretenzioso di Teatro Umberto. Fu là che tentai una nuova prova: quella dell’artista di Prosa. Avevo sedici anni […]. Al Teatro Umberto agiva allora la primaria compagnia drammatica (così diceva il cartellone) di Gennaro Manzo. […] Come prova mi affidarono una particina insignificante nel dramma 59 L’assassinio del corriere di Lione . La prova non andò troppo bene: Alla fine dello spettacolo Gennaro Manzo lo abbordò tra le quinte e gli disse pomposamente che non era tagliato per il teatro di prosa, che, tutt’al più, aveva della stoffa per il caffè60 concerto . 57
Cfr. Quivi, §1.4, p.12. M. Corsi, Vita…, Cit., p.51. 59 E. Petrolini, Modestia a parte…, in G. Antonucci (a cura di), Facezie autobiografie e memorie, Newton, Roma 1993, p.179. 60 M. Corsi, Vita…, op. cit., p.51. 58
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
L’episodio fu comunque importante perché segnò un primo contatto tra Petrolini e Jovinelli. Di lì a poco non si hanno più, purtroppo, notizie sul Teatro Umberto. Non è, quindi, facile stabilire con precisione quando terminò la sua attività; di sicuro sappiamo che al 1903 risalgono i primi progetti per un teatro in muratura. A quella data, probabilmente, l’Umberto non esisteva più. Esso fu, comunque, insieme al Teatro Margherita, molto importante per Jovinelli perché gli permise di aprirsi la strada verso un progetto futuro più ampio: la creazione di un vero teatro dove portare spettacoli aperti ad un pubblico più vasto. Questo sarà il Teatro Jovinelli.
1.6 IL TEATRO JOVINELLI: DAI PRIMI PROGETTI ALLA SUA REALIZZAZZIONE.
I baracconi di piazza Pepe erano costruzioni in legno e perciò soggette a pericoli d’ogni genere. Il nemico peggiore era rappresentato dal fuoco. Don Peppe Jovinelli ne conosceva bene i rischi. Per ben tre volte la sua attività venne interrotta dalla distruzione 61 di un baraccone e per ben tre volte lo ricostruì col capitale di assicurazione . L’unica soluzione per evitare ulteriori problemi era di costruire un teatro in muratura. Nel 1903 era ormai giunto il momento di fare il grande passo verso un teatro vero. 62 Proprio al luglio di quell’anno risale, infatti, il primo progetto in tal senso . L’idea era di costruire un teatro “sulla piazza Guglielmo Pepe, fra le vie Cairoli, Principe Umberto 63 e viale Principessa Margherita” . Il nuovo edificio sarebbe dovuto sorgere, quindi, al posto del Padiglione Umberto (visto che il Margherita si trovava sul lato opposto della piazza). Il progetto era stato preparato dall’ingegner Pietro Chiodelli e prevedeva l’entrata principale posta sulla piazza, di fronte a via Lamarmora. Su questo prospetto vi sarebbero stati tre archi intervallati da coppie di colonne che avrebbero dovuto costituire l’ingresso al teatro. Sull’arco centrale si sarebbe posta una targa con su scritto il nome del teatro: Teatro Umberto I. L’interno era stato progettato in modo molto semplice: una volta entrati nella sala d’ingresso, ci si sarebbe trovati di fronte l’ingresso della platea, a sinistra il buffet e il guardaroba, a destra il botteghino con dietro gli uffici della direzione. Le scale per salire al loggiato sarebbero dovute essere ai lati della platea. A ottobre di 61
Cfr. M. Corsi, Vita…, op. cit., p.50. Si veda il Protocollo 1529 dell’anno 1903 dell’Ispettorato edilizio all’Archivio storico capitolino. 63 Ivi. 62
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Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
quello stesso anno la domanda fu però sospesa dalla Giunta municipale di Roma a causa di alcuni problemi riguardanti l’altezza del soffitto delle logge (considerata troppo bassa), gli orinatoi, la posizione delle scale e la ventilazione di tutto l’edificio. 64 La licenza per la costruzione venne rilasciata nel 1904 , dopo che furono apportate al progetto originario le modifiche richieste. Il nuovo progetto fu redatto dall’ingegner Giacomo Radiconcini, subentrato a Pietro Chiodelli. Secondo il nuovo progetto, il teatro avrebbe dovuto avere “una lunghezza massima di m.53 ed una massima larghezza di 65 m.37 occupando un’area di m².986” . Il prospetto principale sarebbe dovuto essere su via Principe Umberto (rimaneva quindi l’idea di costruirlo all’angolo tra le vie Margherita, Cairoli e Umberto). La sala avrebbe avuto una pianta ellittica e sarebbe stata costituita da una platea (con 160 fra sedie e poltroncine in due schiere di dieci file) e ventidue palchi capaci di sei spettatori ciascuno, posti nel primo ordine. Nella parte centrale di quest’ordine ci sarebbe stato lo spazio per i circa trecento posti in piedi, mentre sul secondo ordine si sarebbero avute sedie e poltroncine poste su quattro file; ancora più sopra avrebbe trovato posto un anfiteatro su cinque file. Riguardo all’illuminazione della sala, Radiconcini aveva pensato di porre un lucernario nella parte centrale del soffitto e nove finestre semicircolari. Il teatro sarebbe stato poi illuminato anche da un impianto misto a gas e luce elettrica. Il progetto prevedeva, inoltre, la costruzione dei camerini ai lati del palcoscenico, una sala per le prove sopra l’anfiteatro e altri locali abitabili posti in comunicazione sia col palcoscenico che con la sala prove. Radiconcini pensava di costruire un edificio in stile Cinquecento comprendente “due ordini sormontati da un 66 cornicione che girano intorno all’edificio” . Il teatro, secondo questo progetto, avrebbe potuto accogliere circa un migliaio di spettatori. Ottenuta così la licenza, la costruzione sarebbe potuta cominciare. In realtà ciò non avvenne. Circa due anni dopo (nel 1906), Jovinelli modificò i suoi progetti. L’idea di costruire un teatro in muratura rimase, ma decise di cambiarne la localizzazione sulla piazza. Non più verso via Cairoli ma dal lato di via Lamarmora all’angolo con viale Principessa Margherita, nell’area di proprietà di Concetta Calabresi. Ci troviamo quindi nello stesso luogo dove si trovava il Teatro Margherita, probabilmente ormai distrutto da un incendio nel periodo che va tra il rilascio della licenza e questa seconda domanda. A cambiare non è solo il luogo ma anche il nome del teatro: ora si parla di un Salone di varietà. 67 Il nuovo progetto (curato sempre dall’ingegner Radiconcini), prevedeva la costruzione
64
Prot.1040, anno 1904. G. Radiconcini, Relazione del progetto, Prot. cit. 66 Ivi. 67 Cfr. Prot.697, anno 1906. 65
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
di un edificio in stile liberty, avente il prospetto principale sulla via Lamarmora costituito da due ordini con cinque finestroni ad arco su quello superiore e tre porte d’ingresso e due finestre su quello inferiore. L’interno rimase simile a quello già previsto nei progetti precedenti. Nel luglio del 1906 Jovinelli ottenne la licenza di costruzione. Ad agosto dello 68 stesso anno i lavori risultano già iniziati . Durante la costruzione sopravvennero alcuni problemi: prima di tutto una denuncia da parte del Sorvegliante Edilizio di alcune varianti apportate al progetto e non denunciate all’Ispettorato Edilizio: […] il Sig. Jovinelli Giuseppe […] si permetteva di modificare il lavoro [con] lo spostamento delle scale primarie e secondarie, nonché spostamento di molti vani, e ingrandimento del Teatro, il tutto contrariamente ai tipi approvati dalla Commissione edilizia municipale. Il detto lavoro eseguito nel teatro in costruzione in Piazza Pepe, e di 69 sua proprietà . In seguito a questa denuncia alle autorità venne avviato un processo che si concluse con la condanna ad una contravvenzione di £5 per Jovinelli (che nel frattempo aveva 70 regolarmente informato l’autorità competente delle modifiche apportate al progetto ) e poi una successiva condanna per il comune di Roma al pagamento delle spese processuali, 71 essendo stata dichiarata la nullatenenza di Jovinelli . Nel 1907, inoltre, subentrò a 72 Radiconcini l’ingegnere Ulderico Bencivenga , che si occupò delle suddette modifiche. Jovinelli ora comincia a pensare a un teatro più grande rispetto a quello progettato in precedenza; nel nuovo progetto, infatti, la lunghezza della costruzione è di ben m.19 in più (mentre la larghezza resta identica). Nel 1908 vengono apportate ulteriori modifiche 73 riguardanti la “distribuzione interna dei posti per il pubblico e la decorazione interna” . La variante venne approvata, ma furono posti alcuni vincoli alla costruzione riguardanti i passaggi fra le gallerie e i muri perimetrali (di cui doveva essere garantita una larghezza minima di m.1,30), le quattro scale previste ai quattro angoli della sala (che dovevano arrivare fino alla parte più alta del loggiato); e poi ancora dovevano essere garantite le misure di sicurezza per gli incendi come il porre un sipario di sicurezza tra il palcoscenico e la sala. 68
Cfr. Prot.2944, anno 1906. Ivi. 70 Cfr. Prot. 4325, anno 1907. L’approvazione della variante avverrà nell’ottobre del 1908. 71 Si vedano gli atti relativi contenuti nel Prot.697 dell’anno 1906. 72 Cfr. Prot.4491, anno 1907. 73 Prot.721, anno 1908. 69
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Capitolo 1: La preistoria del Teatro Jovinelli
Bencivenga apportò inoltre anche alcune modifiche nella disposizione degli ambienti interni all’edificio: così, ad esempio, la biglietteria venne sistemata alla sinistra dell’ingresso (e non più a destra) e il guardaroba dietro ad essa. Decise, inoltre, di porre un altro guardaroba sul primo ordine insieme a tre bar. Riguardo al suo prospetto, esso rimase come era già stato pensato nel suo ultimo progetto dal Radiconcini: fu cioè mantenuto lo stile Liberty “caratterizzato dal corpo centrale a due piani con ampie aperture, coronato 74 dal frontone a linee arcuate” . 75 La costruzione venne così portata a termine e il 3 marzo del 1909 il Teatro Jovinelli fu inaugurato.
74
M. Sennato, I teatri di Roma dal 1870 al 1945, in AA.VV., L’architettura dei teatri di Roma:1513/ 1981, Edizioni Kappa, Roma 1987, p.61. 75 Cfr. Quivi, §1.1, nota 1 e anche Quivi, §2.1.
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CAPITOLO 2° IL TEATRO JOVINELLI NEGLI ANNI D’ORO: I PRIMI ANNI DI ATTIVITA’ (1909-1912)
2.1 L’INAUGURAZIONE DEL TEATRO JOVINELLI
Finalmente in una sera di marzo del 1909 Giuseppe Jovinelli vide realizzarsi quel sogno che aveva inseguito per tanti anni: aprire un teatro vero, in muratura e destinato ad un pubblico molto più vasto rispetto a quello dei baracconi. Il Teatro Jovinelli sarebbe diventato, in breve tempo, uno dei più importanti teatri di varietà di Roma. E questo grazie soprattutto alla bravura del suo fondatore, che riuscì a portarvi ciò che di meglio potesse offrire il teatro popolare di allora. A questo punto, però, è bene cercare di capire in quale giorno, realmente, avvenne l’inaugurazione dello Jovinelli. Stabilire con certezza la data precisa non è così facile 1 come si potrebbe pensare. Infatti, i testi o gli articoli scritti negli ultimi anni su questo teatro riportano quasi tutti la data, errata, del 19 di marzo. Fuori del coro si pone soltanto la scheda redatta da Aggarbati e Costacurta, scritta in occasione di un censimento dei luoghi di spettacolo in attività a Roma negli anni che vanno dal 1945 al 1981. Questa scheda, 2 riportata nel volume L’architettura dei teatri di Roma 1513/1981 , stabilisce che il teatro 3
fu inaugurato il 3 marzo 1909 . Nello stesso volume, però, Marina Sennato riporta la data 4 del 19 di marzo . E’ evidente come su questo argomento ci sia parecchia confusione. Per cercare di capire quando effettivamente il teatro fu inaugurato, possiamo prendere come punto di riferimento un articolo apparso su “Il Messaggero” del 5 marzo 1909. Nella pagina dedicata agli spettacoli locali, un anonimo cronista scrive: Iersera ebbe luogo l’inaugurazione del Teatro Jovinelli in via Lamarmora. […]. Si rappresentò con schietto successo
1
A titolo d’esempio, si veda N. Fano., Il teatro Jovinelli, Officina Edizioni, Roma 1985 (a cui fanno riferimento la maggior parte degli scritti sul teatro Jovinelli) o ancora T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli e il suo teatro, Edizioni Torre della Biffa, Benevento 1997. Per ulteriori approfondimenti Cfr. bibliografia. 2 F. Aggarbati-R. Costacurta, Censimento dei luoghi dello spettacolo a Roma dal 1945 al 1981, in AA.VV., L’architettura dei teatri di Roma:1513/1981, Edizioni Kappa, Roma 1987, pp.147-167. 3 Ivi, p.148. 4 M. Sennato, I teatri a Roma dal 1870 al 1945, in AA.VV., L’architettura dei teatri di Roma:1513/1981, Edizioni Kappa, Roma 1987, p.61.
Capitolo 2: I primi anni di attività (1909-1912)
[…] Zi Gennaro di Gerolamo Gaudiosi che nella parte del 5 protagonista fu molto applaudito . Da questo trafiletto di giornale, appare chiaro che l’inaugurazione non avvenne il 19 di marzo: a quella data, infatti, il teatro risulta essere in attività già da almeno due settimane. Stabilito ciò, non è, però, così facile fissare la data precisa dell’inaugurazione. Se è vero che dal “Messaggero” traiamo la notizia che questa avvenne il 4 di marzo, leggendo altre fonti anche questa data viene smentita. Infatti, sul periodico “Il Café-chantant” (rivista che si occupava in particolare del Caffè concerto, ma anche di teatro di varietà, di 6 cinema e “delle varie manifestazioni artistico-industriali” ) il 5 marzo si trova scritto: L’apertura del teatro Jovinelli […] ha avuto luogo il 3 corrente con la comica compagnia Gaudiosi, Raffaele Viviani, Giulia Narciso e il Trio la Bella Riviera. […] Sappiamo […] esser 7 stata una brillantissima inaugurazione . E anche l’Eldorado Canzonettistico nel numero di marzo riporta la stessa data: 8
Teatro Jovinelli: Mercoledì s’è inaugurato a Roma questo teatro che prende nome dal suo proprietario Giuseppe Jovinelli ed al quale deve andare un sincero plauso per aver saputo dotare il quartiere Esquilino di un vasto ed 9 elegantissimo teatro . Il teatro fu, quindi, inaugurato il 3 marzo 1909. Per quella serata così importante, Giuseppe Jovinelli aveva organizzato tutto per il meglio. Già dal mese di gennaio, sui periodici specializzati, era apparsa la pubblicità della prossima apertura del “grandioso 10 Teatro Jovinelli costruito su di un’area di 1700mq. Secondo gli ultimi criteri moderni.” . Il teatro veniva qui descritto come un edificio molto grande capace di ospitare fino 11 a “duemila spettatori” grazie alle sue duecento poltrone, ai tre ordini di palchi e
5
Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 5 marzo, p. 3. Dal sottotitolo de “Il Café-Chantant”, Napoli 1909. 7 Anonimo, Teatro Jovinelli, “Il Café-Chantant”, a.XIII, n.9, 5 marzo 1909, p.19. Cfr. anche Quivi, §1.1, nota 1, p.11. 8 Grazie a “Il Messaggero” sappiamo che il 5 marzo 1909 cadeva di venerdì. Il mercoledì a cui qui si fa riferimento è, plausibilmente, il 3 dello stesso mese. 9 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, n.3, marzo 1909, p.8. 10 Da una pubblicità apparsa su “Il Café-Chantant”, a.XIII, n.1-2, 5-11 gennaio 1909, II di copertina. 11 Ibidem. 6
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
ai quattrocento posti di platea. All’interno “velluto rosso dovunque, ferro battuto e 12 lampadari, un grande palcoscenico” . Questa sua imponenza si rispecchia anche nel tipo di programmazione che l’impresario Giuseppe Jovinelli e il direttore artistico Guido Prosperi avrebbero proposto al pubblico: Spettacoli di primo ordine di OPERA - PROSA VARIETA’ - CIRCO EQUESTRE - BALLI - COMPAGNIE 13 DIALETTALI E DI OPERETTE . E il giorno dell’inaugurazione furono rispettate in pieno queste promesse: fu scritturata la compagnia di prosa diretta da Girolamo Gaudiosi e con Maria Gaudiosi e Pasquale Feroi che mise in scena la commedia Zi Gennaro, riscuotendo un grande 14 successo . Dopo lo spettacolo di prosa “s’è avuto quello di varietà, composto di bravi 15 artisti, fra i quali notiamo Raffaele Viviani” con le sue macchiette, Giulia Narciso che presentò delle canzonette; e ancora il trio romano La Bella Riviera che si esibì in esercizi 16 di ginnastica . Il successo fu grande e sarebbe continuato ancora per molti anni.
2.2 I PRIMI ANNI DI ATTIVITA’: GLI SPETTACOLI DI VARIETA’ TRA IL 1909 E IL 1912
Negli anni che vanno dalla sua inaugurazione fino al 1912 e poi dal 1918 fino agli anni Trenta, il Teatro Jovinelli propose prevalentemente spettacoli di varietà. Dal 1912 al 1918 fu, invece, sala cinematografica con esibizione di artisti dell’avanspettacolo 17 (ma questo lo vedremo in seguito) . Nel periodo d’oro dello Jovinelli, anche il teatro di varietà (nato in Italia alla fine dell’Ottocento come “punto d’incontro tra il café-chantant di derivazione francese e il più antico filone dello spettacolo popolare, e napoletano 18 in particolare” ) godeva di un grande successo ed era considerato una delle forma di
12
G Massari, Sere tutte per uomini. Il teatro Jovinelli, da “Il Mondo”, marzo 1970, pp.16-17. Ibidem. 14 Per notizie sulla compagnia Cfr. Quivi, §2.7. 15 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, n.3, marzo 1909, p.8. 16 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 5 marzo, p. 3. 17 Cfr. Quivi, Cap.3. 18 E. Golino (a cura di), Varietà in Italia, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo, Le Maschere, 1962, vol.IX, col.1449. 13
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Capitolo 2: I primi anni di attività (1909-1912)
divertimento più in voga. In questo tipo di teatro (come dice anche il nome) lo spettacolo era composto da più numeri (fino a venti a serata) e cominciava, di norma, con tre “pezzi” per sola orchestrina [...]; poi, ai lati della ribalta, un inserviente affiggeva via via 19 i numeri progressivi, stampati su cartone e ben visibili . Le prime ad esibirsi erano le canzonettiste esordienti il cui compito era quello di “scaldare” il pubblico. A loro venivano, in genere, riservati i fischi più sonori: Di solito i primi cinque numeri del programma […] non erano che un pretesto per trasformare la platea nella riuscita imitazione d’un atrio di stazione, tanti erano i fischi e il 20 chiasso che vi si scatenavano . A salvarle, spesso, non bastava nemmeno una loro eventuale bravura nel cantare o 21 nel saper tenere la scena: erano i primi numeri e come tali andavano fischiati . A questi primi numeri poteva seguire un’attrazione (acrobati, giocolieri, danzatori, ginnasti, ecc.) oppure lo stacco dell’orchestra. La seconda parte del programma comprendeva i numeri più importanti. Si esibivano, infatti, gli artisti più famosi che l’impresario era riuscito a portare nel suo teatro: divette, attrazioni, duetti per poi concludere con il 22
numero della vedette , che, nel café-chantant prima maniera, era il “numero di centro”, e cioè cadeva a metà della seconda parte del programma. Più tardi il numero più importante del 23 varietà europeo divenne l’ultimo . Tendenzialmente l’ultimo ad esibirsi era l’attore comico (ma in alcuni casi la vedette poteva essere anche una cantante o un duetto o altro ancora). La “materia 24 prima” di questo tipo di spettacoli era costituita dalla canzone, e in particolare da quella napoletana
19
G. Trevisani-B. Sobel, Numero, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo, Le Maschere, 1962, vol.VII, col.1258. 20 D. Falconi, A. Frattini, Guida alla rivista e all’operetta, ripreso in AA.VV., Follie del Varietà. Vicende memorie personaggi 1870-1970, Feltrinelli, Milano 1980, p.32. 21 Cfr. Ibidem. 22 Artista di varietà che, nel suo campo particolare (canto, danza, numero comico, ecc.), occupa un posto predominante. A questo proposito si veda anche R. De Angelis-L. Rimels, Vedette, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo, Le Maschere, 1962, Vol. IX, coll.1494-1495. 23 G. Trevisani-B. Sobel, Numero, op. cit., col.1258. 24 L. Ramo, Storia del varietà, Garzanti, Milano 1956, p.78.
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
sicché si può dire che in Italia anche il varietà, come ogni altro genere di teatro, canta e parla dapprima nel dialetto dei 25 poeti e improvvisatori [...] . Per quanto riguarda gli orari delle rappresentazioni allo Jovinelli, questi variarono nel corso degli anni. Infatti se nel 1909 si tenevano due rappresentazioni durante la settimana (la prima iniziava tra le 17:30 e le 18:00, la seconda alle 21:00) e tre la domenica (con inizio rispettivamente alle 16:00, alle 18:00 e alle 21:00), a partire dal primo maggio del 1910 l’orario venne ridotto ad un solo spettacolo serale. Ecco come si presentava un programma del Teatro Jovinelli risalente al mese di ottobre del 1910: PARTE PRIMA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
Orchestra Maria Florio Canzonettista Vera Guizabour Canzonettista francese Tilde Verbena Canzonettista a dizione Tilde Charmant Canzonettista Pina Brillante Canzonettista Iwanoff il re dell’aria e la bella Edith
PARTE SECONDA 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14.
Orchestra Nina Bijou Divetta napolitana Mimy Corallo Romanziera italiana Gilda Reiter Canzonettista italiana Nina De Charny Stella napolitana Ugo Fortuzzi Comico 26 Galopp
Come si vede la parte iniziale della serata era dedicata a numeri di minore importanza, mentre quelli di maggiore spicco venivano inseriti nella seconda parte, quando ormai il pubblico era pronto ad accogliere le divette e la vedette. In questo programma è presente
25
Ibidem. Il galop o galopp o galoppo era “un breve pezzo musicale eseguito dall’orchestra in crescendo” (in P. Sommaiolo, Il café-chantant. Artisti e ribalte nella Napoli Belle Epoque, Tempo Lungo, Napoli 1998, p.215) che chiudeva lo spettacolo. Per la struttura dei programmi vedi le riproduzioni Quivi in appendice. 26
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Capitolo 2: I primi anni di attività (1909-1912)
una sola attrazione (Iwanoff), mentre manca totalmente il duetto. Ecco un altro esempio di programma, sempre del 1910: PARTE PRIMA 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Mariuccia Fiori Canzonettista Amelia Miris Id. Gina Foreal Id. Lisuccia d’Oro Id. Ida Zavois Id. Tina Brillante Id. Iwanoff Ginnasti al trapezio Marion Delorme Divetta italiana
PARTE SECONDA 9. Gilda Reiter Canzonettista 10. Ugo Fortuzzi Macchiettista comico 11. Nina de Charny Stella napolitana 12. Emanuelita Portos Danze a trasformazione 13. Iris-Andreace 14. Bozzetto drammatico in un atto eseguito dalla compagnia Sorrentino
In questo programma, oltre a due attrazioni (che costituiscono, in genere, il numero massimo raggiunto in una stessa serata), si trova anche un bozzetto drammatico e un duetto (Iris-Andreace, duetto femminile). La rappresentazione di un bozzetto o di una commedia a conclusione della serata era frequente nel primo anno di attività del Teatro Jovinelli. Successivamente diventerà più rara per lasciare più spazio all’esibizione dei singoli artisti. Grande importanza assumeva, ai fini dell’organizzazione spettacolare, l’orchestra: essa aveva il compito, infatti, di preparare gli spettatori all’inizio dello spettacolo e di riempire, poi, i tempi morti tra la prima e la seconda parte (oltre, naturalmente, a quello fondamentale di accompagnare gli artisti nelle loro esibizioni). Al teatro Jovinelli il direttore dell’orchestra fu per molti anni Federico Romagnoli, sostituito poi da Patucchi. Accanto all’impresario, come in tutti i teatri, vi era il direttore artistico, che si occupava, tra l’altro, della scelta degli artisti (anche se l’ultima parola spettava sempre a Giuseppe Jovinelli) e della preparazione del programma della serata. Per gli anni che vanno dal 1909 al 1912 questa funzione fu svolta da Guido Prosperi, che era anche il
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
direttore del periodico “Eldorado Canzonettistico”, nonché proprietario dell’omonima agenzia artistica (che si occupava di reperire, educare e promuovere le canzonettiste).
2.3 LE CANZONETTISTE
Un posto di primo piano nel programma era costituito, dunque, dalle canzonettiste che erano il vero e proprio asse portante della serata. Generalmente, come si è visto, se ne esibivano almeno cinque o sei per serata, anche se a volte sul palco dello Jovinelli ne 27 salirono persino nove nella stessa sera . Le canzonettiste non erano tutte uguali: ognuna di loro, infatti, era specializzata in un particolare genere interpretativo. Dalle varie ribalte intonavano i loro successi canzonettiste generiche, eccentriche a trasformazione, romanziste, e quelle che si ispiravano ai modelli francesi delle gommeuses 28 e delle diseuses . Le prime ad esibirsi erano normalmente le canzonettiste generiche “che eseguivano 29 pezzi tratti da un comune repertorio” . Una canzonettista generica era, ad esempio, Tiziana 30 31 Torero definita dal corrispondente de “L’Eden” Tamburello “la squisita canzonettista 32 del dolce stil novo” . La Torero si esibì allo Jovinelli una prima volta nel novembre del 1909 per poi tornarvi molti anni dopo (nel novembre del 1921). Altre canzonettiste
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Che nove canzonettiste in una stessa sera fosse un numero eccessivo o quanto meno non comune, lo dimostra questo ironico commento di un corrispondente del periodico “Eldorado – settimanale illustrato dei teatri di varietà e cinema-concerti” alla fine del suo resoconto sul programma del Teatro Jovinelli: “anziché un programma mi sembra una gibigianna [sic]. Sedici numeri, di cui nove canzonettiste! Ma ci saranno tante allodole, a Roma, da riempire il teatro?” Pab., Programma del Teatro Jovinelli, in “Eldorado...”, periodico cit., a.IX, n.23, 11 giugno 1911, senza numero di pagina. 28 P. Sommaiolo, Il café-chantant. Artisti e ribalte nella Napoli Belle Epoque, Tempo Lungo, Napoli 1998, p.121. 29 Ibidem. 30 Periodico specializzato sul teatro di varietà, e sul café-chantant il cui titolo completo era “L’Eden. Rivista illustrata dei café-chantant, teatri di varietà, cinema-teatri”. Edito a Milano solo nel 1909 e nel 1910. Cessa le sue pubblicazioni nel 1910. 31 Spesso in questi periodici sul teatro di varietà i corrispondenti si firmano con degli pseudonimi. E’, quindi, difficile stabilire i loro veri nomi. Continuerò da qui in poi ad usare gli pseudonimi, specificando il nome reale solo laddove è stato possibile rintracciarlo. 32 Tamburello, Teatro Jovinelli, in “L’Eden. Rivista illustrata dei café-chantant, teatri di varietà, cinemateatri,”, 15-30 novembre 1909, a.I, N.6, p.18.
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Capitolo 2: I primi anni di attività (1909-1912)
generiche salite sul palco dello Jovinelli furono Rita Sartoris, Lina De Montresor, Ninetta Marcoris e Jole Bertini. Rita Sartoris vi si esibì nel maggio del 1910 riscuotendo un discreto successo tanto da riuscire a passare da semplice canzonettista, in poco tempo, [a] una buona divetta. Gli applausi che l’accompagnano all’uscita sono l’espressione più sincera del successo che ottiene ora allo 33 Jovinelli . Successo ottenuto anche da Lina De Montresor, che si esibì una prima volta su questo palco nell’aprile del 1910 e che in quell’occasione fu talmente apprezzata da 34 essere “sempre costretta a bissare qualche canzone” .
Un altro genere di canzonettiste molto diffuso era quello delle cosiddette eccentriche; queste si dividevano in eccentriche pure ed eccentriche a trasformazione. Le prime “alternavano il repertorio brillante 35 a quello sentimentale, puntando preferibilmente sul primo” . Le seconde aggiungevano a questo repertorio di base anche alcuni numeri a trasformazione 36 “nei quali usavano cambiare d’abito a ogni canzone” . Numerose furono nel corso degli anni le canzonettiste eccentriche che salirono sul palco dello Jovinelli; tra queste possiamo ricordare Mary Fleur, Fedora Dinorach, Laure Orette, Ada Siviglia, Pina Brillante, Ginevra Stellini, Lucy Mirval, Italia De Franchi, Ines Loris, Pina Nisicor (“vero tipo di silhoette [sic] di un’eleganza 37 straordinaria” ) e molte altre. Tutte queste artiste erano accomunate dal 38 sapersi “sbizzarrire” sul palcoscenico “urtando il senso comune, urlando 39 saltando, ridendo, danzando...facendo restare il pubblico sbalordito” . Una delle più famose fu sicuramente Mary Fleur. Di origini torinesi ma residente a
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Anonimo, Rita Sartoris, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.20, 7 maggio 1910, p.1. Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.18, 7 aprile 1910, p.8. 35 P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.123. 36 Ivi, p.126. 37 Tamburello, Teatro Jovinelli, in “L’Eden. Rivista illustrata dei café-chantant, teatri di varietà, cinemateatri”, a.I, n.6, 15-30 novembre 1909, p.18. 38 Louis XV (pseudonimo), Tipi di “chanteuses”, in “Il Café-Chantant”, a. V, n.10, 25 maggio 1901, p.2 e ripresa da P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.124. 39 Ibidem. 34
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Napoli , Mary aveva una voce “robusta, verve e grazia” ed il suo repertorio comprendeva 42 canzoni sentimentali “con un briciolo di comico” e storielle comicissime con un briciolo di sentimento. Dalla strofetta romanesca, alla quale urge il colpo di grancassa (e di ventre), 43 alla rievocazione turineisa della Ciribiribin . Tutte canzoni scritte da autori come Murolo, Bovio, Nicolardi, Nutile, Valente, 44 Nardella, Bongiovanni . “Figura simpatica di bionda formosa, dalle movenze agili e 45 provocanti” , Mary arrivò allo Jovinelli alla fine di settembre del 1909 (quando era già un’artista affermata) per tornarvi anche l’anno successivo. Artista già famosa era anche Laure Orette. Nel teatro di piazza Pepe si esibì più volte tra il 1909 e il 1911 ottenendo sempre un grande successo. L’Orette veniva definita dai corrispondenti dei periodici del tempo come un’artista “proteiforme”, capace di passare senza troppi problemi dalla canzone napoletana al couplet francese fino ad arrivare alle 46 danze russe . Questa donnina […] tiene l’argento vivo addosso, […] non sa mai stare un momento ferma, e […] non sa mai tenere le mani a posto, […] gesticola come una napoletana e vi fa 47 perdere la testa come una parigina […] . Il suo repertorio comprendeva sia canzoni napoletane che francesi; quest’ultime erano ispirate alle novità parigine del tempo e di esse lei ne era la curatrice e ne ha l’esclusività di esecuzione per l’Italia. Sono un’infinità: Miqueta; Caroline, Caroline; L’amour au Chili; La petite bonne femme; […] Le cou cou e… ce ne 48 sarebbero […] ancora molte […] .
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P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.139. Ibidem. 42 L. Ramo, Storia...., op. cit., p.89. 43 Ibidem. 44 Cfr. P. Sommaiolo, Il café-chantant..., cit., p.139. 45 Chicot, Mary Fleur, in “Il Café-Chantant, a.VI, n.15, 10 agosto 1902, p.2. 46 Si veda l’articolo a lei dedicato su “L’Eden - Rivista illustrata dei Café-Chantants, teatri di varietà, cinema-teatri”, a.I, n.5, 1-15 novembre 1909, p.7. 47 Ibidem. 48 Ciucca, Laure Orette, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.16, p.1. 41
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Ma il suo pezzo forte era (almeno secondo il corrispondente Ciucca ) il Bec de Gas, 50 “che il pubblico vuol sentire ogni sera. […] Lei trionfa veramente.” . 51 Pina Brillante, invece, debuttò nel luglio del 1910 proprio su questo palco . Il grande successo che ottenne le permise di iniziare una carriera che l’avrebbe portata a calcare i 52 grandi teatri di varietà italiani del primo novecento (come il Trianon di Milano) . Grande successo ottenne, nel maggio del 1911, anche la giovane Ginevra Stellini “dotata di ottimi pregi artistici, e che oltre al suo ricco repertorio, fa sfoggio di 53 elegantissimi costumi” . L’ammirazione fu tale che Jovinelli decise di riconfermarla per il mese di luglio dello stesso anno. Molto apprezzata per la sua eleganza e per la sua bellezza era anche Fedora Dinorach descritta da Ovidio (pseudonimo di un corrispondente del periodico “Eldorado Canzonettistico”) come un’artista “provetta; è bella ed elegantissima ed ha grazia di fata 54 ammaliatrice!” . Insieme alla sorella minore Pervinca (cantante) girava i grandi teatri di 55 varietà di Milano, Brescia, Genova riscuotendo sempre un notevole successo . Arrivò allo Jovinelli nel gennaio del 1911 e riuscì a non smentire i migliori pronostici ottenendo uno strepitoso favore di pubblico, tanto da esservi riconfermata più volte. Sempre al genere eccentrico apparteneva anche Ada Siviglia che salì sul palco del teatro Jovinelli nel settembre del 1910 e vi portò alcune canzoni riprese dalla Festa di 56 57 Piedigrotta di quell’anno. Ada aveva “una voce limpida ed estesa” e ad essa univa “una grazia incantevole, tanto che il pubblico, ogni sera la chiama un’infinità di volte agli onori 58 della ribalta” . Non si può terminare questa breve rassegna delle canzonettiste eccentriche senza dire due parole su Italia De Franchi, esibitasi su questo palco nel maggio del 1911. La De Franchi era un’artista famosa anche nei teatri di varietà esteri e quando giunse allo Jovinelli mancava dall’Italia ormai da molti anni. Il suo ritorno fu salutato con festose accoglienze. La graziosissima Italia De Franchi, sempre più elegante e brava, durante la sua permanenza al
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Cfr. nota precedente. Ciucca, Laure…, art. cit., p.1. 51 Cfr. Anonimo, Pina Brillante, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.25, 23 luglio 1910, p.3. 52 Cfr. Anonimo, Pina Brillante, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.30, 8 ottobre 1910, p.4. 53 Anonimo, Ginevra Stellini, in “Eldorado Canzonettistico”, a.III, n.43, 23 maggio 1911, p.4. 54 Ovidio, Fedora Dinorach, in “Eldorado canzonettistico”, a.III, n.1, 1 gennaio 1911, p.23. 55 Ibidem. 56 Sulla festa di Piedigrotta Cfr. quivi, §1.4, p.14. 57 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.27-28, settembre 1910, p.13. 58 Ibidem. 50
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Jovinelli, ha dovuto concedere bis ogni sera per l’insistenza 59 di calorosi applausi[...] . Non troppo dissimili dalle canzonettiste eccentriche dovevano apparire le cosiddette gommeuse che “ricalcavano il modello della canzonettista francese indiavolata che si 60 agita e si contorce quasi con l’elasticità della gomma” . Erano artiste che puntavano più su una presenza fisica accattivante che su un effettivo talento. In questa categoria rientrava Jeanne de Charmettes (definita “la vaporosa étoile francese[...] ottima sotto tutti 61 i rapporti” ), canzonettista francese esibitasi allo Jovinelli nel settembre del 1910: Appaluditissima allo Jovinelli la Jeanne de Charmettes, una delle più brave gommeuses francesi, che scendendo in Italia 62 portano l’eco della canzone parigina. Su un altro livello artistico si ponevano, invece, le romanziste, canzonettiste che riuscivano a interpretare al meglio, grazie al loro talento, le classiche composizioni di 63 Tosti, De Leva, Tirindelli, Denza e Leoncavallo . In questa categoria rientravano artiste come Bianca Aurora, Mauda Jardy, Giulietta Belli (“una romanzista di grazia e voce 64 65 squisita” ), Sadajeco (“francese di nascita ma giapponese d’adozione” ), Lina Elettra 66 (cantante che deliziava “l’uditorio con le sue squisite romanze” ), Ester De Marini, Annie 67 Waldines (romanzista tedesca dalla voce “estesa e limpida” ), Illia Villaverde, Elida di Paola, Nadia Karanòs e Lea Leggiadri. Tra esse, quella che divenne più famosa fu sicuramente Ester De Marini, meglio 68 conosciuta come sorella minore di Carmen Marini (stella del café-chantant). Ester si esibì allo Jovinelli nella prima metà di marzo del 1910 e vi riportò un successo definito 59
Anonimo, Italia De Franchi, in “Eldorado canzonettistico”, a.III, n.42, 8 maggio 1911, II di copertina. P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.128. 61 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.27-28, settembre 1910, p.13. 62 Anonimo, Jeanne de Charmettes, in “Eldorado canzonettistico”, a.II, n.27-28, settembre 1910. 63 Cfr P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.127. 64 Tamburello, Programma dello Jovinelli, in “L’Eden - Rivista illustrata dei Café-Chantants, teatri di varietà, cinema-teatri”, a.I, n.3, 1-15 ottobre 1909, p.12. 65 Tamburello, Programma dello Jovinelli, in “L’Eden - Rivista illustrata dei Café-Chantants, teatri di varietà, cinema-teatri”, a.I, n.5, 1-15 novembre 1909, p.11. 66 Tamburello, Teatro..., art. cit., p.18. 67 Binac, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.23, 23 giugno 1910, p.5. 68 Cfr. Ibidem. Su Carmen Marini si veda anche L. Ramo, Storia ..., op. cit., p. 87 dove su di lei dice: “Carmen Marini, napoletana, bruna e ardente [...] trionfa sulle scene dei cafés-chantant d’ogni grande città e d’ogni provincia del Sud e del Nord [d’Italia]: grande è il suo fascino, valida la sua grazia di buona dicitrice, pieno di seduzione il suo brio, che però contrasta con il tipo della maliarda a tutti i costi: Carmen Marini, a detta dei contemporanei, è quello che si dice il modello di ogni virtù.” 60
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dal corrispondente dell’Eldorado Canzonettistico (forse in modo un po’ eccessivo) 69 “senza precedenti” . Tornò, poi, in questo teatro per altre due volte nel 1911 (ad aprile e a settembre). Ester era un’artista apprezzata soprattutto come interprete della canzone italo-napoletana. Romanzista era anche Bianca Aurora, ammirata per il suo essere una vera cantante, piena di sentimento, dalla voce melodiosa intonatissima ed estesa, che avvince qualsiasi uditorio e strappa gli applausi al più scettico dei frequentatori d’un 70 concerto . Bianca venne al teatro Jovinelli proprio in occasione della sua inaugurazione e vi rimase fino alla fine di aprile del 1909. Anche Elida Di Paola, nata a Mantova ma buona interprete di canzoni napoletane, era considerata una buona romanzista. Dopo aver mosso i primi passi nel mondo 71 dell’operetta, Elida aveva esordito nel teatro di varietà nel 1907 . Allo Jovinelli venne per la prima volta nel settembre del 1909 prendendo parte alle audizioni delle canzoni del Piedigrotta di quell’anno. Vi tornò, poi, nell’anno successivo (a luglio) e anche in 72 quell’occasione, “con la sua voce melodiosa e con il suo sorriso ammaliatore” , affascinò il pubblico ed ottenne un grande successo. Altro genere di canzonettiste erano le cosiddette dicitrici (forma italianizzata della parola francese diseuse) che si distinguevano “per una più intensa interpretazione 73 canora” . Era questo forse uno dei generi più difficili: l’artista, infatti, doveva avere la capacità di non accentuare né troppo, né poco: si può cadere nel volgare; si può fraintendere; si può, infine, per tante minime cause non 74
incontrare il favore del pubblico . Fra le dicitrici che sono salite sul palco del Teatro Jovinelli troviamo: Mimì Turris (arrivata allo Jovinelli nel settembre del 1910, dopo una tournée in America) e Delfy 69
Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.17, 22 marzo 1910, p.3. 70 Anonimo, Bianca Aurora, in “Eldorado Canzonettistico”, a.I, n.4, aprile 1909, p.8. 71 Cfr. E. De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Il Torchio, Napoli 1969, vol.II, p.133. 72 Anonimo, Elida Di Paola, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.25, 23 luglio 1910, p.6. 73 P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.129. 74 Citazione riportata da P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.133 e ripresa da Manucella (pseudonimo), La canzonetta a dizione, in “Il Café-Chantant”, a.V, n.1, 10 gennaio 1901, p.2.
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Marucca (venutavi nel giugno del 1911). Per le altre canzonettiste venute allo Jovinelli in questo primo triennio di attività, è difficile stabilire una classificazione precisa, non essendo precisato nei programmi 75 il genere dei loro repertori (discorso che vale per artiste come Lina Nolda , Bianca 76 77 Colombini , Noemi Montenegrina e molte altre); altre ancora venivano, poi, considerate di un livello superiore, e come tali assumevano definizioni di divetta o addirittura di stella. Infine vi erano alcune canzonettiste che, per le loro qualità canore e per la loro presenza scenica, erano considerate delle vere e proprie cantanti. Tra le “stelle” comparse allo Jovinelli troviamo Ferdinanda Syller, artista esibitasi più volte in questo teatro tra il 1910 e il 1911 (vi tornerà poi molti anni dopo, nel giugno del 1929, insieme con il comico – e marito - Alfredo Bambi). La Syller aveva il “difetto” di cantar bene e di sapere quello che dice, al contrario della maggior parte delle nostre cantanti, e per questo [...] le imprese se la disputano: [...] Sarà una delle prime interpreti del valtzer “Il mio sogno” del maestro Brunetti [...] e possiamo assicurare che poche la canteranno 78 come la deliziosa Fernanda. Altra grande stella passata attraverso lo Jovinelli fu Luisella Viviani, artista venuta più volte in questo teatro e sempre con il fratello Raffaele. Solo una volta verrà senza di lui: nell’aprile del 1929, quando si presenterà con la Compagnia d’arte napoletana da lei 79 fondata e diretta . Salita sulle scene per la prima volta all’età di dieci anni, Luisella riuscì ben presto ad affermarsi nel mondo teatrale del varietà napoletano prima, italiano poi. Di lei si apprezzava molto la voce particolare “dai toni bassi ed emotivi, che più tardi E. F. 80 Palmieri doveva definire ‘voce viola’ ” . Il suo repertorio comprendeva principalmente canzoni composte dal fratello Raffaele come Prezzetella, Fore ‘o vascio, Bammanella e molte altre. A queste alternava, spesso delle vere e proprie tipizzazioni come la Serva 81 Romana del poeta Trilussa . Allo Jovinelli venne per la prima volta nell’ottobre del 1909 e l’accoglienza del pubblico fu subito molto buona (tanto che poi sarebbe tornata altre volte tra il 1910 e il 1911). La sua voce, la sua presenza scenica (con quell’aria un po’
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Venuta allo Jovinelli nell’aprile del 1909. Venuta allo Jovinelli nel febbraio del 1910. 77 Venuta allo Jovinelli nel gennaio del 1911. 78 Ciucca, Ferdinanda Syller, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.21-22, 7 giugno 1910, p.2. 79 Cfr. Quivi, §4.7, p.158-159. 80 V. Viviani, Luisella Viviani, in Enciclopedia dello spettacolo, Le Maschere, 1962, Vol. IX, Coll.17481749. 81 Cfr. Ibidem. 76
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zingaresca e con quei suoi “grandi occhi ammaliatori” ) entusiasmava il pubblico e dava alle sue interpretazioni canore un tocco speciale: Luisella riusciva, infatti, a mimare “le 84 più maliziose e nostalgiche canzoni partenopee con una grazia tutta sua” e a renderle 85 ancora più belle con la sua “iperespressiva e mirabile dizione” . Una “stella” era anche Emma Lacroix, esibitasi allo Jovinelli nel luglio del 1910. 86 “Artista nata, piena di brio” , Emma, nonostante il nome francesizzante, era un’italiana doc, essendo nata a Milano (il suo vero nome era Emma Bocassini). Il suo repertorio non 87 era dei migliori, ma pare che fosse di una bellezza “splendente, addirittura abbagliante” . Un aneddoto riportato da Luciano Ramo nella sua Storia del varietà racconta di “un 88 tenore celeberrimo del tempo che vuole un giorno morire per lei” , senza riuscire a trovare né la morte né il suo amore.
2.4 I DUETTI
Nel teatro di varietà accadeva spesso che una canzonettista decidesse, in un determinato momento della sua carriera, di esibirsi in coppia, soprattutto come spalla di un comico. “Verso la fine dell’Ottocento molte coppie di duettisti si affermarono nel giro 89 dei teatrini di varietà” tanto da diventare una pratica sempre più alla moda all’inizio del ventesimo secolo. Normalmente “questi artisti proponevano gustose scenette e allegre 90 esibizioni canore, riproponendo i tipici personaggi legati alla commedia popolare” . Inoltre, soprattutto per un comico alle prime armi, avere come spalla una bella ragazza non poteva che essere un ottimo biglietto da visita con cui presentarsi a un pubblico esigente quanto severo, come era quello dei teatri di varietà. Ciò ci viene testimoniato anche da un artista come Rodolfo De Angelis, attento conoscitore del mondo del teatro primo novecentesco: Per gli aspiranti al ruolo di comico di café-chantant [...] era 82
Cfr. Ibidem. Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.16, 7 marzo 1910, p.7. 84 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.32, 8 novembre 1910, p.14. 85 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.33, 23 novembre 1910, p.13. 86 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.25, 23 luglio 1910, p.7. 87 L. Ramo, Storia…, op. cit., p.90. 88 Ibidem. 89 P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.199. 83
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necessario munirsi di un biglietto d’ingresso al palcoscenico costituito da una donna che avesse le necessarie grazie e qualche disposizione alla scena, per, con essa, esibirsi al pubblico. Eseguendo duetti gli sguardi del pubblico si sarebbero posati unicamente sul reparto femminile, e avrebbero tollerato la presenza del duettista. [..] Naturalmente il mezzo veniva subito abbandonato non appena lo scopo era raggiunto, vale a dire non appena il comico dimostrava di non aver più bisogno del lasciapassare e che poteva 91 sbrigarsela da sé . Non sempre, però, i duetti erano costituiti da un uomo e da una donna; a volte la coppia era formata anche da due donne, normalmente sorelle. In questi casi il duo era soltanto canoro e non aveva pezzi comici in repertorio (almeno nella maggior parte dei casi). Nei programmi del Teatro Jovinelli, il duetto occupava in genere uno dei primi posti nella seconda parte della serata. A volte poteva anche concluderla, ma solo nei rari casi in cui i duettisti fossero più famosi o più importanti del comico di turno. I primi duettisti che si esibirono allo Jovinelli furono i Paolillo, meglio conosciuti come Les Paolillo; il periodo che li vide al Teatro fu molto breve (vi rimasero per il solo 92 mese di marzo del 1909), ma si fecero comunque apprezzare “per l’eleganza” e per il 93 fatto che i loro duetti fossero “buoni” . Il mese successivo, i Paolillo furono sostituiti da un altro duetto, formato questa volta da due donne: Emma e Lina D’Alimè, note al pubblico come le Sorelle d’Alimè, 94 “duettiste eccentriche” . Anch’esse ottennero un discreto successo, tanto che in occasione 95 della loro serata d’onore ebbero soddisfazioni morali e materiali e cioè applausi a iosa, due medaglie d’oro dalla direzione, un anello, due collane
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Ibidem. R. De Angelis, Café-chantant: personaggi e interpreti, a cura di S. De Matteis, La casa Usher, Firenze 1984, p.81. 92 Ober (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “Il Café-chantant e la rivista fono-cinematografica”, a.XIII, n.11, 20 marzo 1909, p.20. 93 Ibidem. 94 Definizione tratta da una loro inserzione pubblicitaria pubblicata su “Il Café-chantant e la rivista fonocinematografica”, a.XIII, n.14, 10 aprile 1909, II di copertina. 95 Era pratica diffusa sin dall’ottocento dedicare una serata d’onore ad ogni artista per permettergli di guadagnare qualcosa in più: l’incasso della serata veniva, infatti, dato unicamente all’artista a cui era dedicata. 91
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d’oro, gingilli di valore e fiori. Le graziose artiste possono andar liete di tanta simpatia addimostrata loro dal pubblico 96 romano . Le Sorelle D’Alimè rimasero allo Jovinelli per tutto il mese di aprile e fino alla fine di maggio; successivamente vi tornarono più volte nel corso del 1909. Nel settembre dello stesso anno arrivò al teatro un’altra coppia di duettiste, anch’esse sorelle: Tina e Antonietta Rossetti. Le Sorelle Rossetti avevano esordito nel 1903 a Napoli e nel giro di pochi anni si erano fatte conoscere ed apprezzare per le loro interpretazioni delle canzoni delle varie Piedigrotte. “Carine, disinvolte, interessanti, 97 sfoggiavano un ricco vestiario e si esibivano in canzoni melodiche e briose” come Canzona ‘e primmavera, Comme facette mammeta, Tarantella amorosa , Statte accussì, 98 Ammore luntano e “in duetti sentimentali ed allegri, spesso conclusi con danze” . Le Rossetti si esibirono allo Jovinelli una prima volta nel settembre del 1909; vi tornarono, poi, un’altra volta nel maggio del 1912, sei anni prima della scissione definitiva del loro 99 duo . Duetto comico era, invece, quello formato dai coniugi Salvatore Cafiero e Maria Caterina Lovezze (in arte Tina), denominato Les Cafiero. I Cafiero presentavano al pubblico scenette e canzoni fornitegli “da affermati poeti come Cangiullo, Galdieri e 100 Mimì Albin, e i cui titoli erano: Pulcinella, Chiromanzia, Beneficenza, Parodia Tango” ed altri ancora. Alcuni pezzi, a volte, erano scritti dallo stesso Salvatore. La prima volta che vennero allo Jovinelli (nel luglio del 1910), furono accolti da un buon favore di pubblico: Les Cafiero, un duo di molto valore, piace sempre più, ed al termine di scrittura lascerà nel pubblico vivo il desiderio di 101 poterlo presto riammirare e nuovamente applaudire . Ritornarono, poi, nel novembre dello stesso anno e, anche in quell’occasione, 102 grazie al loro “repertorio esclusivo di comicissimi duetti” , ottennero un tale successo 96
Anonimo, Sorelle d’Alimè, in “Il Café-chantant e la rivista fono-cinematografica”, a.XIII, n.16, 26 aprile 1909, p.16. 97 E. De Mura, Enciclopedia della canzone..., op. cit., Vol.II, p.332. 98 Ibidem. 99 Nel 1918, infatti, il duo si sciolse: Antonietta abbandonò il mondo dello spettacolo per sposarsi mentre Tina entrò a far parte della nascente compagnia di Raffaele Viviani. Cfr. E. De Mura, Enciclopedia della canzone..., op. cit., Vol.II, pp.332-333. 100 E. De Mura, Enciclopedia della canzone..., op. cit., Vol.II, p.53. 101 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.25, 23 luglio 1910, p.7. 102 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.32, 8 novembre 1910, p.13.
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da esser costretti, ogni sera, a ripetere parecchi dei loro numeri . L’ultima volta che si esibirono in coppia allo Jovinelli, fu nel marzo del 1912. Successivamente, nel 1920, il duo si sciolse e Salvatore formò una compagnia di sceneggiate insieme all’attore Eugenio 104 105 Fumo . Con questa compagnia tornerà allo Jovinelli nel giugno del 1921 . Un’altra coppia di coniugi era quella che costituiva il duo D’Argent-Comegna, composto da Maria D’Argent e Giulio Comegna. Il duo si era formato all’inizio del 106 secondo decennio del ventesimo secolo e si esibiva prevalentemente in canzonette eccentriche e in scenette comiche. Essi vennero per la prima volta allo Jovinelli all’inizio del 1910 e, visto il successo ottenuto, vi ritornarono più volte tra il 1910 e il 1912. Nel febbraio del 1910, fu dedicata loro una serata d’onore: Il 28 a sera al nostro Jovinelli si seratonarono i bravissimi D’Argent-Comegna. Il pubblico [...] fece agli applauditissimi duettisti una calorosa manifestazione d’affetto. Ebbero molti doni fra i quali una splendida medaglia d’oro dono 107 dell’impresa . L’ultima volta che vennero allo Jovinelli, nel gennaio del 1912, riscossero un tale successo, da far dire all’anonimo cronista dell’Eldorado che “i D’Argent-Comegna 108 richiamano tutta Roma all’Jovinelli” . Il primo ottobre 1910 si esibirono nel teatro, per la prima volta, le artiste Ida Iris e Giuseppina Andreace che avevano formato nel 1907 un duo divenuto, nel giro di pochi 109 mesi, uno dei più apprezzati e richiesti d’Italia . Le Iris-Adreace erano appena rientrate 110 in Italia da una lunga tournée in America centrale (erano partite nel 1908) . Il loro rientro era, quindi, molto atteso, tanto da essere annunciato dai periodici del settore già dal mese precedente: I bravi artisti Iris-Andreace [...] il 1° ottobre debutteranno al 111 Teatro Jovinelli ed è facile presagire un nuovo trionfo . 103
Cfr. Ibidem. Cfr. E. De Mura, Enciclopedia della canzone..., op. cit., Vol.II, p.53. 105 Cfr. Quivi, §4.7, pp.154-157. 106 Secondo E. De Mura, Enciclopedia della canzone...,op. cit., Vol.II, p.86, il duo si sarebbe formato nel 1911. Eppure nel gennaio del 1910 risultano essere, in coppia, al Teatro Jovinelli. Cfr. Ciucca, D’ArgentComegna, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.14, 22 gennaio 1910, p.1. 107 Anonimo, D’Argent-Comegna, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.15, 7 febbraio 1910, rubrica “Api e Vespe”, p.2. 108 Anonimo, D’Argent-Comegna, in “Eldorado. Settimanale illustrato di Varietà e Cinema-concerti”, a.X, n.1-2, 14 gennaio 1912, p.3. 109 Cfr. E. De Mura, Enciclopedia della canzone...,op. cit., Vol.II, p.206. 110 Cfr. Ibidem. 111 Anonimo, Iris-Andreace, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.29, 23 settembre 1910, p.3. 104
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La premonizione dell’anonimo corrispondente dell’Eldorado Canzonettistico si rivelò esatta: Il ritorno delle Iris-Andreace a Roma, dopo una lunghissima assenza, è stato il maggiore avvenimento della prima quindicina di ottobre al Teatro Jovinelli; l’arte ed il canto di questo caratteristico duetto si sono ormai imposti in tutte le 112 parti conosciute del mondo [...] . Il duo si esibiva interpretando canzoni napoletane “che mettevano in risalto le [loro] 113 pastose voci e la signorile eleganza” , scritte da autori come Giannelli e Mattiello. Le due artiste portarono al successo le canzoni ‘A guerra, Capemonte, Ll’arte d’’o sole e 114 Tarantelluccia (queste ultime due le cantavano vestite da uomini) . Esse rimasero allo Jovinelli per il solo mese di ottobre. Successivamente, dopo alcuni mesi passati a girare 115 i maggiori teatri di varietà italiani, partirono per una tournée in Russia , allontanandosi definitivamente dal Teatro Jovinelli. 116 Nel 1909 si esibì il “duetto di voce” Sanna-Mancini, “elegante come vestiario e 117 come repertorio” . Il duo, formato da Francesco Sanna (pianista, compositore e tenore) 118 e Rosa Mancini (“graziosa, piena di charme e dalla bella voce vibrante” ) aveva un repertorio composto, in prevalenza, da canzoni napoletane scritte dallo stesso Sanna; fra esse troviamo ‘A lettera d’’o capurale, Dimme nu poco, Si’ tutta bella, Si accussì 119 fosse ed altre ancora. Essi avevano debuttato nel 1905, ottenendo sin da subito un discreto successo. Nel 1912 partirono per una tournée in Spagna, dove si stabilirono definitivamente. Sempre nel 1909 si esibirono due duetti francesi: i Les Mary-Celly e i Les Jouves, entrambi canori. Nel 1910 arrivarono i Les Bruni, duettisti eccentrici che si esibirono su questo palco più volte nel corso di quell’anno. Essi “cantano e presentano il loro numero 120 [...] con molta signorilità” ; sempre duettisti eccentrici erano anche i Les D’Aloes, venuti nel mese di luglio, e Ninì e Attilio, esibitisi nel febbraio del 1911. Infine, sempre nel mese
112
Anonimo, Iris-Andreace, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.30, 8 ottobre 1910, p.3. E. De Mura, Enciclopedia della canzone...,op. cit., Vol.II, p.206. 114 Cfr. Ibidem. 115 Cfr. Ibidem. 116 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.I, n.8-9, agosto-settembre 1909, senza numero di pagina. 117 Ibidem. 118 E. De Mura, Enciclopedia della canzone...,op. cit., Vol.II, p.341. 119 Cfr. Ibidem. 120 Anonimo, Les Bruni, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.20, 7 maggio 1910, p.1. 113
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di febbraio ma dell’anno successivo, arrivò allo Jovinelli il duetto italiano denominato Duo Fiori, di cui, purtroppo, si conosce il nome ma non il repertorio.
2.5 LE ATTRAZIONI
Nella parte centrale del programma di una serata tipo, sempre dopo l’esibizione delle canzonettiste minori e come stacco prima di altri numeri canori, trovavano posto le cosiddette attrazioni. In realtà sotto questo termine generico si raggruppavano discipline molto diverse fra loro: danzatori, giocolieri, clowns, illusionisti Ci sono poi gli acrobati, gli equilibristi, i cascatori. [...] E vanno ancora aggiunti all’elenco i danzatori sul filo, i giocolieri, il trio ciclistico, i ballerini acrobatici e l’uomo serpente, un contorsionista vestito da serpente che si contorce 121 fino ad arrivare col naso sotto la schiena . La maggior parte di questi artisti proveniva dal mondo circense e aveva trovato nel teatro un’ottima occasione di guadagni più sicuri e redditizi. Tra i numeri provenienti dal circo troviamo, ad esempio, quello dei ciclisti. Essi, 122 normalmente, si presentavano in tre: due uomini e una donna (anche se una volta, nell’aprile del 1910, allo Jovinelli venne una troupe di ciclisti formata da sei ragazze, le 123 The Terons Girls) . Le loro esibizioni consistevano in una serie di evoluzioni e acrobazie, compiute utilizzando vari modelli di biciclette da quelle primordiali con la ruota anteriore due metri di diametro e la posteriore trenta centimetri, a quella che durante la corsa si divide in due pezzi, di cui uno, quello col manubrio, viene abbandonato e l’altro, col sellino, continua a sostenere il ciclista in equilibrio, alla biciclettina giocattolo, inforcata dal più aitante della troupe a inseguimento delle 124 altre nel finale, dopo virate, sterzate e acrobazie .
121
Ercole, Le attrazioni, in AA.VV., Follie del Varietà. Vicende memorie personaggi 1870-1970, Feltrinelli, Milano 1980, p.59. 122 Cfr. R. De Angelis, Café-chantant... op. cit., p.91. 123 Cfr. Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.19, 22 aprile 1910, p.7. 124 R. De Angelis, Café-chantant:.., op. cit., p.91.
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Questi artisti si distinguevano per la grande abilità nel compiere esercizi in movimento pur trovandosi in uno spazio abbastanza ridotto, com’è quello di un palcoscenico (anche se il palco dello Jovinelli era particolarmente capiente rispetto ad altri). Una delle prime troupe di ciclisti venuti in questi teatro fu il Trio French, esibitosi nel maggio del 1909. Successivamente, nel gennaio del 1910, venne la Troupe The 125 Thefaus, composta da “ciclisti meravigliosi” . Sempre nel 1910 (ma a luglio) venne 126 anche la Troupe Will “agilissimi ciclisti” che “fanno sbalordire per la loro valentia” . Altri ciclisti venuti allo Jovinelli furono i Blek Wen (nel maggio del 1911) e i The Heimel’s Trio (ad aprile del 1912). Altro numero tipicamente circense era quello dei cosiddetti sbarristi, atleti che si esibivano in volteggi o acrobazie su una o più sbarre fissate a terra o sostenute da un sistema di tiranti. La sbarra fissa a terra [...] era generalmente di frassino, con l’anima d’acciaio, sostenuta ad una determinata altezza da suolo, mediante montanti rigidi e tiranti. Nel circo si usavano due, tre, e persino cinque sbarre fisse, il che permetteva allo 127 sbarrista di eseguire passaggi, volteggi e salti mortali . Tra gli sbarristi che si esibirono allo Jovinelli, troviamo nel febbraio del 1911 il 128 duo Opawel e Russel (“ottimo il [loro] numero” ) e nel dicembre dello stesso anno i Les Arturos, considerati anch’essi dei buoni sbarristi. Una categoria particolare di sbarristi era costituita dai cosiddetti sbarristi comici, che compivano gli esercizi in modo clownesco, senza quella serietà tipica degli atleti. In questa categoria rientravano i Braggar Brothers, venuti allo Jovinelli nel settembre del 1909. Numeri provenienti dal circo erano anche quelli che vedevano protagonisti animali ammaestrati come lo scimpanzé sapiente che “indossa smoking, scarpe di pelle lucida e 129 monocolo, [che] sa adoperare forchetta e coltello, [che] sa andare in bicicletta” ; oppure 130 il cane calcolatore che “azzanna, su richiesta, dieci grandi numeri di cartone” ed altri ancora. Moltissimi furono gli artisti con animali che si esibirono nei numeri più vari sul palco dello Jovinelli. Tra questi possiamo ricordare i The Three Lettch’s, che presentavano
125
Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.12-13, dicembre 1909-gennaio 1910, p.5. 126 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.25, 23 luglio 1910, p.7. 127 P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.208. 128 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.III, n.38, 8 febbraio 1911, p.9. 129 Ercole, Le attrazioni, in AA.VV., Follie del Varietà..., op. cit., p.59. 130 Ibidem.
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numeri con i cavalli e che debuttarono a Roma proprio in questo teatro nel novembre del 131 1909 , i Los Gitanos et Mhjaja Bruja e i loro orsi ammaestrati, venuti allo Jovinelli nella seconda metà di novembre dello stesso anno, ottenendo un grande successo: Chiude lo spettacolo un grandioso numero di attrazione molto sensazionale [...]: “Los Gitanos et Mhjaja Bruja” composto da sei orsi ammaestrati presentati da altrettanti uomini che 132 mettono sulla scena episodi della vita nomade 133
E ancora nell’ottobre del 1909 la “scimmia-uomo” Cocò “che con le sue movenze 134 esilarantissime diverte tanto” , le foche ammaestrate presentate da Miss Semas nel gennaio del 1910, i pappagalli ammaestrati Clotilde e Musto (venuti nel maggio dello stesso anno), i Les Corini con il loro cane sapiente (“ed...un cane...-e, per di più sapiente135 ...sulla scena, è sempre applaudito” ) venuti nel maggio del 1911; poi, sempre nel 1911, lo scimpanzé Prince Charles e nel 1912 i gatti ammaestrati di Miss Hermel. Molto diffusi erano anche i numeri che vedevano protagonisti degli acrobati che eseguono esercizi all’italiana: la “base” (l’uomo più forte della troupe) che regge a braccia tese in alto il “mediano” che gli fa da specchio, mentre l’“agile” si passa sulle mani il gessetto asciugasudore, in attesa di saltare sulle spalle del “mediano”, quando questi avrà posto i piedi sugli omeri della “base”, per formare la “colonna”. Un “oplà!” e la colonna si abbatte. Una capriola e il trio è già in fila alla ribalta, a 136 inchinarsi su un accordo prolungato dell’orchestra . Nel novembre del 1910 venne allo Jovinelli una troupe di acrobati, chiamata I 16 Marocchini, che eseguiva numeri entusiasmanti per il pubblico dell’epoca: “i 16 marocchini autentici hanno ottenuto un trionfo: essi eseguono [...] giuochi acrobatici 137 meravigliosi; basti pensare che uno di essi solleva [...] 10 compagni sulle spalle [...]” . Sempre nel 1910 (ma a gennaio) venne la Troupe Orestes, l’anno successivo i Die 4
131
Cfr. Tamburello (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.5, 1-15 novembre 1909, p.11. Tamburello (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.6, 15-30 novembre 1909, p.18. 133 Tamburello (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.3, 1-15 ottobre 1909, p.12. 134 Ibidem. 135 Rinac. (pseudonimo), Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.III, n.42, 8 maggio 1911, p.3. 136 R. De Angelis, Café-chantant:.., op. cit., p.90. 137 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.32, 8 novembre 1910, p.13. 132
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Silberstern e gli “acrobati comici sulle mani” The Robertson; nel maggio del 1912 venne la Troupe Schivony. Di quest’ultima, purtroppo, si sa ben poco essendo soltanto un nome nelle scarne cronache dei periodici dell’epoca. Il loro spettacolo doveva, con molta probabilità, essere improntato sul modello descritto sopra da De Angelis. Molto simili agli acrobati, erano gli equilibristi (che si esibivano compiendo i propri esercizi rimanendo in bilico con una mano o un piede su instabili punti di appoggio come 139 “cataste di sedie, di tavoli, di spade affilate, di bicchieri, di bocce” , ecc.) e i saltatori. Tra le numerose troupe di equilibristi che si esibirono in questo teatro possiamo ricordare, per quanto riguarda il 1910, il Trio Hollu (venuto a gennaio), i Les Dommenis (“bravi 140 acrobati equilibristi” esibitisi nel mese successivo) e i Les Lacraires (a marzo). Nell’anno successivo, a gennaio, vennero gli Skorp-Comady, “equilibristi che eseguiscono numeri 141 142 difficili e sensazionali” , e a marzo “i valorosi” Les Costansesky. Tra i saltatori, invece, grande successo ottennero nel 1910 la troupe Alallah Ursolos (“un’attrazione 143 144 mondiale” composta da sei arabi) e la Troupe Haydas “per i difficoltissimi esercizi” . Sempre nel 1910 si esibirono I 5 Tornados, “meravigliosi saltatori [che] fanno prodigi di 145 equilibrio e di forza” . Molto in voga era, allora, il numero della danza sul fil di ferro che aveva soppiantato 146 l’antica fune : Una ragazza (di solito carina) saltella, a suon di musica, su un filo d’acciaio teso da un capo all’altro della scena, con un ombrellino in mano in continua ricerca di equilibrio. Un clown [...] fra un esercizio e l’altro dice qualche melensaggine, oppure finge di voler prendere il posto della ragazza, col risultato di cascare a faccia a terra non appena mette piede sul filo (ilarità della sala). Al finale la ragazza
138
Anonimo, Programmi: Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XV, n.21, 5 giugno 1911, p.21. P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.209. 140 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.15, 7 febbrario 1910, p.6. 141 Anonimo, Corrispondenze: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.III, n.37, 23 gennaio 1911, p.12. 142 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.III, n.39-40, 8 marzo 1911, p.12. 143 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.19, 22 aprile 1910, p.7. 144 Rinac. (pseudonimo), Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.26, 8 agosto 1910, p.6. 145 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.33, 23 novembre 1910, p.13. 146 Cfr. P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.209. 139
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[...] a metà filo si ferma dimenandosi come una lucertola. 147 Rullo di tamburi e accordo finale . In questo tipo di esercizi ottenne un grande successo nel settembre del 1910 Mary Kleber, tanto da essere soprannominata “la regina del filo di ferro, poiché sbalordisce con 148 i suoi meravigliosi esercizi” . L’anno successivo, invece, si fece ammirare per i suoi 149 “miracolosi esercizi” Miss Virginia.
Altro numero preso dal mondo circense era quello dei Clowns musicali, artisti che dopo averli suonati si sfasciano sulla testa gli strumenti. Emettono guaiti dal clarino quando si montano sui piedi: tirano un filo e i capelli [...] della parrucca si rizzano spaventati; [...] suonano su una corda legata a una latta di benzina e al bastone che vi è infilato, straziando le musiche dei più noti compositori, [...] si elargiscono pedate, schiaffi 150 e sorrisi [...] . Di tal genere dovevano essere gli spettacoli dati dai Les quattro Bakers che 151 debuttarono allo Jovinelli nel novembre del 1911 ottenendo un immenso successo . Un altro numero tipico del teatro di varietà era il ballo; secondo De Angelis, le prime a compiere questo genere di esibizione furono “quelle canzonettiste di scarsa ugola che con saltelli e gesti inconsulti cercavano di affidare ai piedi e alle braccia l’onere della 152 loro esistenza” . Vero o falso che sia, fatto sta che esso prese ben presto piede e divenne, in breve tempo, una delle attrazioni più richieste dal pubblico. Destinate inizialmente all’esibizione della singola artista, più tardi “le danze furono eseguite da coppie (maschio e femmina), da trii (un uomo e due donne), da quartetti [...], da quintetti, [...] fino ai 153 famosi Sette Faraboni” . Tantissimi furono i danzatori e le danzatrici che si esibirono allo Jovinelli. Tra le soliste possiamo ricordare Myrra (“splendide e insuperabili [le sue] 154 155 danze a trasformazione” ), Blanchette Ideal (“ammirata [per la sua] danza luminosa” ),
147
R. De Angelis, Café-chantant:.., op. cit., p.90. Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.27-28, settembre 1910, p.13. 149 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.III, n.42, 8 maggio 1911, p.3. 150 R. De Angelis, Café-chantant:.., op. cit., p.91. 151 Cfr. Anonimo, Programmi: Jovinelli, in “Eldorado”, a.IX, n.45, 12 novembre 1912, p.3. 152 R. De Angelis, Café-chantant..., op. cit., p.97. 153 Ibidem. 148
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Emanuelita Portos (“danzatrice, elegantissima, graziosa e precisa” ), la piccola Taitù, Zenika e Mignontina (che associava alla danza anche delle canzoni). Tra le coppie troviamo 157 i Les Maillan (“con le loro caratteristiche danze [che] divertono immensamente” ), i Les Idilles (che debuttarono in questo teatro il 21 aprile del 1910) ed il Duo Fiori (simpatica coppia romana che “danza con rara agilità e merita il plauso di tutti per l’affiatamento e 158 l’eleganza” ). Molto successo ottennero i Les Oscars, coppia di ballerini “ammiratissimi 159 nelle loro danze franco-spagnole” e le Sorelle Spinetti, “due [...] graziose ragazze [che] ogni sera si presentano in caratteristiche danze cosmopolite, con vestiti veramente 160 sfarzosi” . Infine, nell’ottobre del 1909, si esibì “l’elegantissimo quartetto”161 Longhi e Pedrazzi, ottenendo un discreto successo, e nel luglio dell’anno successivo i The Tiger Lilly, “danzanti acrobatici, [...] sempre entusiasticamente applauditi, per i loro 162 sorprendenti esercizi di abilità e di audacia” . Tra le molte altre attrazioni che passarono attraverso lo Jovinelli, troviamo anche le acrobazie col cerchio della morte compiute dal Trio d’Aflis, e la cosiddetta lotta “aerea” nella quale si esibirono, invece, Le sei belle Americane e la Troupe Bisera. Un altro particolare tipo di spettacolo era poi quello degli icariani, i quali poggiando la schiena su un apposito cuscino detto trinka e alzate le gambe in aria, erano in grado di reggere in bilico sui piedi un essere umano, facendogli compiere voli, capriole e 163 salti mortali . Di tal genere erano gli spettacoli presentati dalla Troupe Freire e dalla Troupe Michel. E poi troviamo ancora Rosel et George e le loro scene alpestri (piccole scenette con gli abiti tipici del luogo), il Trio Athos e i loro esercizi di ginnastica, i The Resa e i loro
154
Tamburello, Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.5, 1-15 novembre 1909, p.11. Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.III, n.41, 8 aprile 1911, p.5. 156 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.30, 8 ottobre 1910, p.5. 157 Tamburello, Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.5, 1-15 novembre 1909, p.11. 158 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.III, n.34-35, 1° gennaio 1911, p.28. 159 Tamburello, Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.6, 15-30 novembre 1909, p.18. 160 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.32, 8 novembre 1910, p.13. 161 Tamburello, Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.3, 1-15 ottobre 1909, p.12. 162 Rinac. (pseudonimo), Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.24, 8 luglio 1910, p.7. 163 P. Sommaiolo, Il café-chantant..., op. cit., p.211. 155
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esperimenti; ed infine il cav. Ernesto Fournier, illusionista napoletano: Fournier era un tipo eccezionale, i soliti trucchi del genere, il baule a doppio fondo che fa scomparire chi vi è rinchiuso con tanto di lucchetto, [...] l’apparizione e sparizione delle carte dalla mano tesa in alto per manipolazione, e tutti gli altri infiniti giochi, erano per lui un pretesto. Quello che 164 contava era la parlantina e la sfrontatezza . Il cavaliere venne una sola volta allo Jovinelli (era il maggio del 1912), lasciando comunque un ottimo ricordo dietro di sé.
2.6 I COMICI
Uno dei momenti più attesi dal pubblico, dopo la lunga passerella di bellezze più o meno brave e di attrazioni più o meno entusiasmanti, era sicuramente il numero finale, normalmente lasciato in mano al comico di turno. Questi era, nella maggior parte dei casi, un macchiettista: Il Varietà trovò il suo punto di forza nel macchiettista […]. Non certamente una maschera e neppure un comico, così, come si intende ai giorni nostri. Eppure […] una figura di 165 teatro senz’altro irripetibile . La macchietta era un genere di comicità particolare ripresa dal café-chantant parigino e portata in Italia dal grande Nicola Maldacea. Essa era “un monologo a 166 contenuto parodistico” le cui caratteristiche principali erano i “couplets musicali 167 inseriti nel contesto del ‘numero’ ” e la possibilità di dipingere “con poche pennellate un luogo o una persona, in modo da darne un’impressione efficace, con la massima 168 spontaneità” . I comici del varietà erano specializzati in questo particolare genere, in quanto gli permetteva di sfruttare al meglio la velocità e l’immediatezza che questo tipo di teatro imponeva loro. Il comico, infatti, aveva pochi attimi per conquistarsi il favore 164
R. De Angelis, Café-chantan.:.., op. cit., p.95. Citazione tratta da E. De Mura e ripresa da P. Sommaiolo, Il café-chantant…, op. cit., p.165. 166 A. Cervellati, Macchietta, macchiettisti, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo, Le Maschere, 1962, V.6, Col.1772. 167 Ibidem. 168 Ibidem. 165
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del pubblico in quanto, come diceva Viviani, “l’arte del varieté è un’arte specialissima. […] è immediatezza e sintetismo; è il pugno nell’occhio bene assestato prima di dare al 169 pubblico tempo di riflettere” . Vari furono i comici saliti nel corso degli anni sul palco dello Jovinelli; molti di essi divennero poi famosi, alcuni furono riconosciuti tali addirittura a livello nazionale, la maggior parte rimasero solo nomi in pagine sbiadite di un’epoca ormai finita. Il primo a salire su questo palco fu Raffaele Viviani, scelto da Giuseppe Jovinelli per l’inaugurazione del suo teatro. Era stato l’impresario Giulio Staffelli a procurargli 170 il contratto per lo Jovinelli . E ciò fu una vera fortuna per Viviani, come racconta lui stesso: Il mio successo da “Juvinelli” raggiunse grandi proporzioni: la mia paga da mille mensili salì, per spontanea elargizione del proprietario sig. Giuseppe Juvinelli, a lire tremila; e l’anno successivo, nell’agosto del 1909, tornai al “Nuovo” di Napoli, con il triplo della paga dell’anno precedente, ossia 171 con ben 190 lire serali . Per quell’occasione così importante (e in onore di un nuovo teatro romano che 172 stava nascendo), Viviani scrisse una macchietta in romanesco, Ar Tribbunale . In quello stesso anno Viviani, per il gran successo riscosso, ottenne più volte la riconferma (con continui aumenti di paga) da Giuseppe Jovinelli, tanto da rimanervi ininterrottamente fino a maggio, per poi tornarvi a luglio e ad ottobre dello stesso anno. A questo proposito così scriveva ad aprile il periodico “Il Café-Chantant”: Era naturale che Iovinelli non si lasciasse tanto facilmente sfuggire Raffaele Viviani, il cui successo fu una delle principali cause all’affermazione dello splendido teatro di Roma. Don Raffaelluccio vi è stato confermato per un altro 173 mese[…] . Un ottimo giudizio fu dato anche dal periodico “L’eden” in occasione del rientro di
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R. Viviani, Dalla vita alle scene, Guida Editori, Napoli 1977, p.57. Cfr. V. Viviani, Storia del teatro napoletano (1969), presentazione di R. De Simone, Guida, Napoli 1992, p.728. 171 R. Viviani, Dalla vita…, op. cit., p.74. 172 Cfr. N. Fano (a cura di), Vieni avanti cretino! Storia e testi dell’avanspettacolo e del varietà, Theoria, Roma 1993, p.51. 173 Anonimo, Raffaele Viviani, in “Il Café-chantant”, a.XIII, n.15, 20 aprile 1909, p.17. 170
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Viviani ad ottobre: Onore […] al giovane e già insigne comico napoletano i cui nobili intendimenti di arte sono ormai tenuti dappertutto in 174 così alto pregio e in così degna considerazione . Un teatro che riuscisse ad avere per tanto tempo Viviani, era sicuramente un teatro che puntava al successo più grande. Raffaele era molto giovane allora, essendo nato nel 1888. Eppure aveva alle spalle già una lunga gavetta poiché aveva esordito ad appena quattro anni e mezzo. Egli “era figlio del popolo ed aveva […] patito la fame 175 e la miseria” , quella più dura che ti fa penare per andare avanti. Questo fu, però, un punto di forza per lui. Viviani, infatti, era amato dal pubblico per quella sua bravura nell’interpretare “i tipi caratteristici del marciapiede napolitano[…]: la sagoma del viso, 176 la voce gutturale, il portamento” . Tutto riusciva a riprodurre nel migliore dei modi. E non aveva bisogno di maschere, bastava il suo viso con poco trucco, bastavano gli abiti e il suo corpo a riportare sulla scena il Guappo, lo Scugnizzo e tutti gli altri personaggi della Napoli più povera, che lui aveva conosciuto così a fondo. Chi potrà mai dimenticare quel volto meravigliosamente espressivo e la figura snella di Raffaele Viviani nelle sdrucite, ma pittoresche vesti dello “Scugnizzo”, compiere sulla scena capriole e lazzi, dipingendo mimicamente la miseria, il dolore e tutta la pezzenteria dell’accattonaggio napoletano, ma anche la monelleria, la dolcezza e il palpito contenuto nel tipico monologo che lo aveva reso celebre, scritto da Giovanni Capurro e musicato da Francesco 177 Buongiovanni? La sera del 30 settembre 1909, in occasione del suo rientro allo Jovinelli, Viviani portò in scena una sua nuova macchietta: Piedigrotta. Sul quotidiano “La Tribuna” del giorno dopo si legge che “il teatro era letteralmente gremito […]. Egli [Viviani] fu accolto 178 dai suoi numerosi ammiratori da un lungo e nutrito applauso” . In questa macchietta, 179 scritta nel 1908 , Viviani
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Anonimo, Viviani trionfa allo “Jovinelli” di Roma, in “L’Eden”, a.I, n.3, 1-15 ottobre 1909, p.10. F. Possenti, I teatri del primo novecento, Lucarini, Roma 1984, p.92. 176 Jorick (pseudonimo), Giudizio di Maldacea su Viviani, in “L’Eldorado Canzonettistico”, a.I, n.4, aprile 1909, p.1 177 F. Possenti, I teatri…, op. cit., p.92. 178 Citazione riportata da Anonimo, Viviani trionfa …, art. cit., in “L’Eden”, a.I, n.3, 1-15 ottobre 1909, p.10. 175
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offre una vivacissima immagine del gran baccanale partenopeo, dal generico tumulto della folla, all’abbaiare dei cani, al frastuono dei veicoli, alle mille stonature dei variopinti strumenti, sino alla gran canzone d’amore, che si libera da quel basso confuso volgare schiamazzo, per salire 180 con ali di angelo sino alle stelle del cielo . Questo suo ritorno allo Jovinelli, però, durò soltanto un mese. Tornerà nel 1910, a marzo e a novembre, accolto come sempre da un grande favore di pubblico: Viviani - Viviani - Ecco il nome fortunato per il proprietario del teatro, ed egli riconoscente, ha voluto al suo arrivo farlo 181 ricevere a suon di musica . E lui, come sempre, ricambiò questo amore portando sulla scena le sue più belle creazioni: oltre al famosissimo ‘O Scugnizzo, anche Muorte ‘e famme, Il teppista romano e molte altre: Tutte le sere il pubblico più vario accorre al Teatro Jovinelli per festeggiarlo, le personalità più note, […] si recano ad ascoltarlo e plaudono alla nuova forma d’arte […]. E’ un vero plebiscito di ammirazione che parte dai migliori uomini 182 nostri, fra i quali il comm. Scarpetta […] . Alla fine di agosto del 1911, Viviani fa una delle sue ultime rentrée allo Jovinelli. Proprio in quel periodo, a Viterbo, si stava svolgendo un processo per l’assassinio di un certo Cuocolo. Questo processo aveva fortemente colpito l’opinione pubblica in quanto vi erano coinvolti rappresentanti importanti della malavita, tra cui un certo 183 Erricone, conosciuto di vista dallo stesso Viviani . Da questo spunto di cronaca, Raffaele trasse un’azione comico-satirica (di cui scrisse testo e musica) che mise in scena il 13 settembre. E’ suggestivo assai il pensare al come indiziati di assassinio hanno potuto formare azione scenica e, spiritualmente, uscire dalla gabbia ferrea di Viterbo e presentarsi al pubblico 179
Cfr. R. Viviani, Dalla vita …, op. cit., p.209. E. Romagnoli, Prefazione alle Siracusane di Teocrito, in I poeti greci: Esiodo, Pindaro, Teocrito, Eronda, Bologna 1962, p.715. Citazione riportata in R. Viviani, Dalla vita …, op. cit., p.209. 181 Fritz, Note dei concerti: Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.16, 7 marzo 1910, p.7. 182 V. Rossi, L’arte di Viviani e il suo trionfo al teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.32, 8 novembre 1910, p.9. 183 Cfr. C. Mansueti, A Roma un’udienza del processo di Viterbo?, in “Lombardia”, 14 settembre 1911 e riportato da “Eldorado”, a.IX, n.39, 1 ottobre 1911, p.1. 180
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romano. […] Viviani li ha presentati nel loro atteggiamento difensivo […]. E ne ha assunto, meravigliosamente, carattere, “tic”, pronunzia tipica del napoletano che vuol 184 parlare italiano . La sua capacità di mimesi del personaggio e la sua bravura nel “moltiplicarsi” pur restando solo sulla scena, permise a Viviani di rappresentare più personaggi, riprendendoli nelle loro caratteristiche più peculiari. Ecco Erricone che cerca di difendersi in un processo che, secondo lui, sta andando un po’ troppo per le lunghe: Che posso dire s’io sono innocente? Quanto vi voglio bene, ma vi pare Ch’io…mentirebbe per risparmiare Una condanna? A me m’è indifferente! Ma è per salvare il mio morale in genere, poi assolto o condannato fa lo stesso, perché da qui a che termina il processo 185 io sarò diventato pure cenere! Ed ecco che interviene don Vittozzi, accompagnato da musica sacra, per “confutare 186 perfino l’esistenza in casa sua d’immagini…molto profane” Allora arringo io: quindi sappiate Che il pacco sequestratomi contiene Reliquie sante, ostie consacrate, 187 e non volgari cartoline oscene! Il successo fu grandioso. In Processoneide (questo il titolo), Viviani era riuscito a impersonare con grande efficacia ogni tipo del processo: originale, graziosissima la caricatura del lepido maestro di francese Rapi […]. L’avvocato Lioy, divenuto celebre per la sua figura buffa, anormale di legale, amico dei camorristi […] e accusatore dell’arma dei carabinieri, non poteva sfuggire ad un fine ironista come Viviani, e la caricatura della sua gonfia loquela ha mandato in visibilio il pubblico
184
Ibidem. Ibidem. 186 Ibidem. 187 Ibidem. 185
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del Rovinelli [sic] […] . Dopo questa serata di trionfo, Viviani rimase allo Jovinelli fino alla fine del mese. Vi tornò poi un’ultima volta nel febbraio del 1912. Dopo la Grande Guerra la sua strada si allontanò definitivamente dal mondo del varietà popolare e delle macchiette: fondò una sua compagnia e con questa conquistò i grandi teatri di prosa. Morirà nel 1950. Nel settembre del 1909, venne allo Jovinelli un comico molto meno famoso rispetto a Viviani: Giovanni Fanara (meglio conosciuto semplicemente come Fanara). Fanara, che aveva iniziato la sua carriera con una compagna dalla quale era poi riuscito a svincolarsi avendo ottenuto il successo sperato, rimase allo Jovinelli per un solo mese, in quanto presto sostituito dal rientrante Viviani. Il suo stile di comicità ricalcava molto quello del 189 maestro Maldacea, del quale riproduceva le macchiette . All’inizio di novembre del 1909, rientrò un comico che aveva già lavorato per 190 Jovinelli molte volte: Pietro Fioravanti (il cui vero nome era Pietro Curatoli ). Egli era stato, infatti, uno degli artisti che per più tempo si era esibito nel teatro-baracca 191 Margherita di piazza Pepe. Era quindi un comico che doveva molto a don Peppe. Al Teatro Jovinelli lavorò per un breve periodo (vi rimase solo quindici giorni), prendendo il posto occupato per lungo tempo da Raffaele Viviani. La stampa periodica accolse con favore questo suo ritorno nel teatro di piazza Pepe: […] mentre Viviani lascia Roma, Pietro Fioravanti, l’artista gentile ed elegante, fine e perfetto dicitore delle macchiette, viene a portarvi la nota gaia e gentile della sua arte […]; ed 192 infatti ha entusiasmato addirittura l’uditorio. Fioravanti aveva iniziato la sua carriera come interprete di melodie napoletane, per poi passare ad un repertorio di canzoni comiche. Il maggior successo lo ottenne come imitatore dei cantanti dell’epoca. Dopo questa breve permanenza, tornerà allo Jovinelli solo nel 1919 come comico d’avanspettacolo (in quel periodo, infatti, il teatro era adibito a cinematografo). Alla sua partenza (a metà novembre), arrivò al teatro Agostino Riccio, comico 193 “magro, biondo, faunesco” che veniva considerato “la licenza (o licenziosità?)
188
Ibidem Cfr. R. De Angelis, Café-chantant: personaggi e interpreti, a cura di S. De Matteis, La casa Usher, Firenze 1984, p.84. 190 P. Sommaiolo, Il café-chantant…, op. cit., p.187. 191 Cfr. Quivi, §1.4, p.16. 192 Tamburello, Teatro Jovinelli, in “L’eden”, a.I, n.5, 1-15 novembre 1909, p.11. 189
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fatta persona” . La sua era una comicità che ricorreva spesso alle battute pesanti per accattivarsi la platea. Ma era altresì un comico molto apprezzato per il suo modo di porsi sulla scena e per la sua capacità di coinvolgere gli spettatori nello spettacolo. Molti erano i suoi meriti: […] Riccio […] ha una mobilità di fisionomia che lo rende unico, comicissimo, esilarantissimo […]. Un altro merito del Riccio è di sapersi creare un repertorio quasi speciale […]. Come dizione è impeccabile, il trucco è sempre indovinato, 195 ha ricchezza ed eleganza di vestiario, varietà di repertorio . Egli aveva lavorato anche nella compagnia di Eduardo Scarpetta e sicuramente questa esperienza gli era servita molto, tant’è che aveva “conservato tutta la verve, la 196 spigliatezza e la correttezza dell’artista comico” . Allo Jovinelli ottenne un grande successo Sono uscito dal Teatro Jovinelli [..] entusiasmato […] dall’aspetto imponente e impressionante della sala, poiché era un popolo non un pubblico quello che assisteva alla prèmière 197 di stasera, estasiato dal trionfo di Agostino Riccio. Arrivato a metà novembre, Riccio rimase allo Jovinelli per circa un mese, ottenendo 198 quasi ogni sera il tutto esaurito . Vi tornò, poi, nel maggio del 1910, ottenendo anche in quell’occasione un grande successo. Tra la fine di dicembre del 1909 e l’inizio dell’anno successivo, arrivò per un breve periodo un altro cantante comico che, come Fioravanti, aveva già lavorato per Jovinelli 199 prima che l’omonimo teatro vedesse la luce: costui era Armando Gill (1877-1945). Gill era ormai famoso, ma il successo che ottenne nel teatro di piazza Pepe lo ripagò pienamente di questo ritorno al passato.
193
L. Ramo, Storia…, op. cit., p.113. Ibidem. 195 Efferre (pseudonimo), Agostino Riccio, in “Il Café-Chantant”, rubrica istantanee, a.V, n.19, 10 ottobre 1901, p.2 e ripresa da P. Sommaiolo, Il café-chantant…, op. cit., p.181. 196 Ribò (pseudonimo), Agostino Riccio, in “Il Café-Chantant”, rubrica istantanee, a.VI, n.14, 25 luglio 1902, p.2 e ripresa da P. Sommaiolo, Il café-chantant…, op. cit., p.182. 197 Tamburello (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.6, 15-30 novembre 1909, p.18. 198 Cfr. Anonimo, Agostino Riccio, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.12-13, dicembre 1909-gennaio 1910, p.4. 199 Cfr quivi, §1.4, p.14. 194
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Al nostro Teatro Jovinelli, vi è Armando Gill. A te che sei l’unico, l’insuperabile improvvisatore vorrei dedicare un verso, un plauso, ma sarebbe povero […]. Solo l’entusiasmo del pubblico che all’uscita ti saluta con applausi infiniti, basti 200 ad esternare le simpatie che hai qui destato All’inizio del 1910 arrivò anche Alfredo Bambi, altro artista già passato per piazza Pepe circa otto anni prima. Vi rimase fino al mese di marzo, per poi tornarvi l’anno successivo (a febbraio del 1911). Bambi fu un’artista di grande valore, uno 201
dei macchiettisti più brillanti, impareggiabile nelle truccature e nel brio con cui raccontava le storielle molto spesso pepate e gravide di doppi sensi salaci; ma il pubblico voleva così […]. Dotato di una figura snella, si compiaceva di vestirsi 202 con eleganza eccezionale . 203
Egli aveva una tale cura nel vestirsi da essere soprannominato il “comico del gilè” : 204 pare ne avesse “un centinaio di tutte le fogge e colori” . Il suo repertorio comprendeva prevalentemente macchiette napoletane (riprese da Maldacea). Successivamente a queste si aggiunsero macchiette romane, tra cui La statua di Dante, Il venditore ambulante, Strimpellata a dispetto e, a partire dal 1911 (quando ne acquistò i diritti da Amerigo 205 206 Giuliani ) anche il bozzetto che diverrà il suo cavallo di battaglia: Er Fattaccio . Quando giunse allo Jovinelli nel 1910, il successo fu tale che don Peppe dovette riconfermarlo per ben due volte: “niente meno siamo alla seconda riconferma di Alfredo Bambi e se si 207 dovesse dare ascolto al pubblico, Bambi lo si dovrebbe scritturare a vita […]” . Dopo alcuni anni d’assenza da piazza Pepe, alla fine di aprile del 1910 ritornò (ormai non più da esordiente ma da artista in piena ascesa) anche Ettore Petrolini. E arrivò non più solo ma in coppia con Ines Colapietro (in arte Loris), la sua prima duettista nonché madre dei suoi due figli. I Petrolini erano appena rientrati a Roma da una tournée in Sud 208 America . Jovinelli, avendo saputo del loro rientro, aveva deciso di andare a vedere se 209 “quello ‘scupillo’ di Petrolini avesse fatto dei progressi” . Così, una sera, si confuse 200
Anonimo, Armando Gill, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.12-13, dicembre 1909-gennaio 1910, p.2. Per ulteriori informazioni su Gill Cfr. Quivi, §1.4, pp.14-15. 201 Cfr. Quivi, §1.4, p.15. 202 F. Possenti, I teatri…, op. cit., p.95. 203 P. Sommaiolo, Il café-chantant…, op. cit., p.182. 204 Ivi, p.183. 205 F. Possenti, I teatri…, op. cit., p.96. 206 Cfr. P. Sommaiolo, Il café-chantant…, op. cit., p.182-183. 207 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.15, 7 febbraio 1910, p.6.
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tra il pubblico del Teatro Olimpia , dove allora si esibivano, e scoprì che i progressi, effettivamente, c’erano stati. Decise così di scritturarlo “a condizioni, per quell’epoca, 211 favolose” . Il contratto vedeva i due attori [impegnati] nel ruolo di “originali” per un mese dal 1º al 30 aprile 1910 per lire cinquanta serali, pagabili a cinquina, per due spettacoli quotidiani e tre le feste: una penale di 500 lire protegge il proprietario Giuseppe 212 Jovinelli . 213
Il contratto sarà, poi, rinnovato più volte , con “aggiustamenti sia dei compensi 214 (fino sessanta lire nette nel 1911) che delle penali (1500 e poi 3000 lire)” , finché nel 1911 l’impresa della Sala Umberto, teatro di gran classe […], offrì un compenso superiore all’attore, sobbarcandosi a pagare allo Jovinelli una penale “strepitosa” di ottomila lire, a condizione che Petrolini firmasse un impegno di esclusiva 215 per tre anni . Il 20 maggio 1912 una sentenza giudiziaria porrà definitivamente la parola fine al 216 contenzioso apertosi tra Jovinelli e Petrolini in seguito alla rottura del contratto . Gennaio del 1911 fu, dunque, l’ultimo mese che vide Petrolini esibirsi allo Jovinelli: dal debutto in questo teatro era passato meno di un anno, essendo questo avvenuto, con grande successo, nell’aprile del 1910:
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I Petrolini erano stati in Sud America per la prima volta nel 1907. Rientrati in Italia nel 1908, vi erano tornati l’anno successivo. All’inizio del 1910 erano di nuovo in Italia. Cfr. La vita in AA.VV., Petrolini, a cura dell’associazione culturale Witz, De Luca, Roma 1982, senza numero di pagina. 209 O. Petrolini, Lanciato da Don Peppe Jovinelli, in “Il Tempo”, Martedì 29-ott.-1959, p.7. 210 Teatro di varietà di Igino Marino. Cfr. O. Petrolini, Lanciato da…, art. cit. 211 Ibidem. 212 F. Angelini., Petrolini a Piazza Pepe, in A. Tinterri (a cura di), La passione teatrale: studi per Alessandro D’Amico, Bulzoni, Roma 1997, p.60. 213 Petrolini, nel corso del 1910, si esibirà allo Jovinelli nei mesi di aprile (debutto il primo), agosto e settembre (con debutto i primi del mese di agosto e serata d’) e dicembre (debutto il 21). Cfr. i vari numeri dell’ “Eldorado Canzonettistico” dei mesi citati. 214 F. Angelini., Petrolini a Piazza…, op. cit., p.60. 215 O. Petrolini, Lanciato da…, art. cit. 216 F. Angelini., Petrolini a Piazza…, op. cit., p.61.
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TEATRO JOVINELLI: Sempre un programmone. Il matador è Petrolini, anzi I Petrolini, perché, sia con le macchiette che 217 con i duetti, fanatizzano l’affollatissimo pubblico . Quando arrivò allo Jovinelli, Petrolini aveva ormai un repertorio ben consolidato, composto di macchiette come Il bell’Arturo, L’amante dei fiori, Il Picchio, La macchietta napoletana; e ancora Giggi er bullo C’è chi dice ch’io so’ prepotente perché so’ un bullo dar gaiardo e bello ma nun m’importa, nun me serve gnente, chi vo’ parlà co’ me, cacci er cortello. [...] Chi è che nun conosce Giggi er bullo? Eh! N’ha parlato tanto er Messaggero, dico ‘gni sempr er vero, nun dico impunità. Si nomini Giggetto, pe’ l’urione, la gente ha da tremà. Ce n’ho mandati tanti all’ospedale, 218 ma tanti, che nun se sa . e le ultime nate come I Salamini [...] Ho comprato i salamini e me ne vanto. Se qualcuno ci patisce che io canto E’ inutile sparlar E’ inutile ridir Sono un bel giovanottin 219 Sono un augellin... e Amleto Io sono il pallido prence danese,
217
Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.19, 22 aprile 1910, p.7. 218 E. Petrolini, Giggi er bullo, in Antonucci G. (a cura di), Il teatro, Newton, Roma 1993, p.27. la macchietta Giggi er bullo fu rappresentata per la prima volta nel 1903. 219 E. Petrolini, I salamini, in Antonucci G. (a cura di), Il teatro, Newton, Roma 1993, p.34. La macchietta fu rappresentata per la prima volta a Milano nel 1908.
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che parla da solo, che veste a nero. Che si diverte nelle contese, che per diporto va al cimitero. [...] Gustavo Modena, Rossi, Salvini stanchi di amare la bionda Ofelia forse sul serio o forse per celia 220 mi han detto vattene, con Petrolini, dei salamini . Oltre alle macchiette (numeri da solista), Petrolini si esibiva anche nei duetti con Ines Loris. Il successo ottenuto nel primo mese di permanenza, si ripeté anche ad agosto, in occasione della loro rentrèe: Il clou della quindicina, è costituito dal comico Petrolini che manda in visibilio la schiera degli ammiratori. E tutto il pubblico, che gremisce ogni ordine di posti, si diverte un mondo alle creazioni del valoroso artista, che ad ogni fine macchietta ottiene un vero uragano di applausi: le richieste 221 di bis sono interminabili . L’entusiasmo provocato nel pubblico si rifletté anche nei commenti dei corrispondenti dei periodici. Petrolini era già allora un artista ammirato per la sua capacità di essere un macchiettista originale e unico (caratteristica essenziale per un comico del varietà): la sua “macchietta” non somiglia a quella di nessun altro, ma ha sempre un’impronta propria, personalissima [...]. Freddurista terribile [...], egli dà sempre al pubblico una frenesia di risate [...]. La sua arte è sempre composta, 222 elegante, mai scurrile e sguaiata . Egli riusciva a stupire il pubblico, a coinvolgerlo grazie alla propria capacità di costruire “il suo tempo e il suo gesto riducendo e potenziando la struttura di base del 223 numero di varietà” . La sua carriera era in piena ascesa ed egli in breve tempo sarebbe divenuto uno dei comici più importanti e apprezzati del secolo appena trascorso. 220
E. Petrolini, Amleto, in Antonucci G. (a cura di), Il teatro, Newton, Roma 1993, p.35. La macchietta Amleto fu scritta in collaborazione con Libero Bovio. 221 Rinac (pseudonimo), Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.26, 8 agosto 1910, p.7. 222 Anonimo, I divi della macchietta, in “Noi e il mondo”, febbraio 1914, p.203.
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A chi guarda oggi le foto e i films di Petrolini, a chi ascolta i dischi, la sua voce, i ritmi delle sue battute, i nonsense, i quiproquo, le infinite invenzioni ed inversioni linguistiche, resta l’immagine di un attore eccezionale, destinato a segnare, con la forza di un modello, la comicità di successive 224 generazioni di attori . Petrolini morirà, dopo aver avuto una carriera folgorante che lo aveva portato sui palcoscenici di tutto il mondo, nella sua città (Roma) il 29 giugno 1936 all’età di cinquantadue anni (era nato nel 1884). Un altro grande comico salito sul palco dello Jovinelli nel triennio 1909-1912, fu il napoletano Gustavo De Marco, definito nell’ambiente del varietà come il “comico zumpo”, cioè comico saltatore (zumpo viene dalla parola “zompata”), per le sue abilità 225 acrobatiche e per la sua capacità di imitare alla perfezione i movimenti delle marionette . Inoltre la velocità della dizione, a tratti incomprensibile, i travestimenti pupazzettistici (stiffelius e gibus colorati), la faccia da allocco integravano l’effetto travolgente della 226 mimica ballettistica . Egli creò un nuovo modo di recitare pezzi comici, attraverso un movimento marionettistico del corpo che sarà poi ripreso e portato al successo dal suo maggiore imitatore: Totò. Al Teatro Jovinelli, De Marco arrivò per la prima volta nel luglio del 1910, ottenendo subito un grande successo: Il debutto di Gustavo De Marco al Teatro Jovinelli è stato accolto dal pieno favore del pubblico. Il successo spontaneo di De Marco è dovuto allo studio intimo e all’arte vera che 227 mette nell’interpretazione delle sue macchiette . In breve divenne il beniamino del pubblico: “basta che entri in scena, perché sia 228 accolto da applausi fragorosi” . Nonostante il successo, in questa occasione la sua 223
Introduzione in AA.VV., Petrolini, a cura dell’associazione culturale Witz, op. cit., senza numero di pagina. 224 Ivi. 225 Cfr. L. Ramo, Storia..., op. cit., p.114. 226 R. De Angelis, Gustavo De Marco, in Enciclopedia dello spettacolo, Le Maschere, Roma 1975, vol.IV, coll.446-447. 227 Anonimo, Gustavo De Marco, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.23, 8 luglio 1910, p.3.
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permanenza allo Jovinelli fu limitata al solo mese di luglio. In seguito, ma sempre limitatamente al triennio che stiamo analizzando, De Marco vi tornò altre due volte: nell’ottobre del 1911, in sostituzione di Viviani, e ad aprile del 1912. Per una sua 229 successiva rentrèe si dovranno aspettare gli anni Venti . Nell’ottobre del 1910 si esibì allo Jovinelli Ugo Fortuzzi, comico bistrattato dall’ambiente del varietà ma apprezzato da alcuni critici: Se vi è un comico denigrato, anzi calunniato dai maligni che abbondano fra gli artisti di varietà, questo è certamente Fortuzzi, il quale [...] è stato bersaglio dei colpi di quasi tutti i suoi compagni, che ne hanno detto di tutti i colori sulla sua 230 arte . Eppure la sua arte è indiscutibile [...]. Egli possiede, come pochissimi, [...] una vera scuola: figlio d’arte, [...] osserva sulla scena quella rigida disciplina appresa durante il tempo trascorso nelle compagnie drammatiche, che non lo fa mai eccedere nell’esecuzione delle sue macchiette, e si distingue per la celerità straordinaria delle sue trasformazioni, celerità che, sorprendendo molto il pubblico, lo dispongono a giudicare 231 benevolmente il suo lavoro . Nonostante fosse così ammirato dall’anonimo corrispondente dell’Eldorado Canzonettistico, Fortuzzi rimase solo un mese allo Jovinelli e a novembre dovette lasciare il posto a Viviani, ritornato dopo una breve assenza. Di Fortuzzi si persero, poi, le tracce. I comici sin qui trattati non furono gli unici a salire sul palco dello Jovinelli nel triennio 1909-1912, ma furono quelli che, forse, più di altri rappresentarono lo spirito e decretarono il successo di questo teatro. Ad essi possiamo aggiungere anche Gaspare 232 Castagna, già passato per piazza Pepe (si era esibito al Teatro Margherita) . Castagna 233 rimase allo Jovinelli solo per una quindicina di giorni nel mese di luglio del 1910. Il successo, comunque, non gli mancò:
228
Rinac (pseudonimo), Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.23, 8 luglio 1910, p.7. 229 Cfr. Quivi, §4.6, p.138 230 Anonimo, Fortuzzi al Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.31, 23 ottobre 1910, p.12. 231 Ibidem. 232 Cfr. Quivi, §1.4, p.16.
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Castagna, il...comicissimo, ha suscitato un vero fanatismo. Ad ogni fine di macchietta, quelle creazioni che sono i suoi cavalli di battaglia, è un vero uragano di applausi, schietto, spontaneo...come le improvvisazioni che il bravo artista sa 234 fare, con quella verve che lo distingue! Tra gli altri comici passati allo Jovinelli possiamo, ancora, ricordare Paolo Bernard 235 (“canzoniere tipico militare” venuto allo Jovinelli nell’agosto del 1910 e rimastovi per circa un mese), Armando Volpi (comico macchiettista che debuttò allo Jovinelli all’inizio di giugno del 1910 ottenendo un tale successo “che Giuseppe Jovinelli [...] lo ha 236 scritturato subito per tre anni con tre rentrée annue” ) e Fassio (comico militare secondo il modello portato al successo da Primo Cuttica) che rimase allo Jovinelli per circa un mese tra novembre e dicembre del 1911 e poi vi tornò nel maggio del 1912. Infine anche 237 Mimì Albin, comico già incontrato più volte tra le baracche di piazza Pepe e tornato al Teatro Jovinelli alla fine di maggio del 1912.
2.7 LE COMPAGNIE
In alcuni periodi (in particolare nei primi mesi di attività), il Teatro Jovinelli ospitò anche delle compagnie, sopratutto dialettali e di operette. Le loro rappresentazioni erano, normalmente, poste all’inizio del programma. Dopo seguivano sempre gli spettacoli di varietà. La prima compagnia teatrale che si esibì in questo teatro fu quella diretta 238 da Girolamo Gaudiosi, che partecipò, fra l’altro, alla serata d’inaugurazione . La 233
I programmi del teatro di varietà duravano, in genere, una quindicina di giorni senza subire grosse variazioni (sopratutto per quanto riguarda i comici, per le canzonettiste il discorso è diverso). Da qui l’usanza di dividere il mese in prima e seconda quindicina. 234 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.25, 23 luglio 1910, p.7. Riguardo alle improvvisazioni, pezzo tipico di Castagna, Cfr. Quivi, §1.4, p.16. 235 Anonimo, Paolo Bernard, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.27-28, settembre 1910, rubrica Api e Vespe, p.7. 236 Anonimo, Armando Volpi, in “Il Café-Chantant”, a.XV, n.21, 5 giugno 1911, p.17. Non è stato, purtroppo,possibile appurare se negli anni successivi queste rentrée effettivamente vi furono. Questa è l’unica volta in cui il nome di Armando Volpi compare nei programmi del Teatro Jovinelli riportati sui periodici consultati. Per conoscere i nomi dei periodici cfr. la Bibliografia. 237 Cfr. Quivi, §.1.4.
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compagnia era stata fondata, alla fine dell’ottocento, dallo stesso Gaudiosi. Nato nel 1865, Girolamo aveva iniziato la sua carriera molto presto, partecipando sin da bambino alle rappresentazioni che si svolgevano al teatro San Carlino di Napoli (il padre era, infatti, il 239 direttore dell’orchestra del teatro) . Successivamente, dopo aver girato varie compagnie minori, nel 1883 fu scritturato (con la sorella Marietta) da Eduardo Scarpetta, con cui rimase a lavorare per parecchi anni. Nel 1893 si mise in proprio, cominciando a scrivere commedie (ne compose, nel corso della sua carriera, circa una cinquantina) e fondando una propria compagnia, di cui entrò a far parte anche la sorella Marietta e Pasquale Feroi. Con la sua compagnia venne nel marzo del 1909 allo Jovinelli e vi rimase fino alla fine di aprile dello stesso anno. Qui, in quasi due mesi di permanenza, mise in scena numerose commedie in dialetto napoletano, ottenendo sempre un grande successo: oltre alla già 240 citata Zi’ Gennaro (rappresentata in occasione dell’inaugurazione del teatro) , vi portò 241 anche Sull’albergo della stella, “commedia brillantissima in un atto” , ‘Nu pulcino dinto ‘a stoppa (atto unico), Cleopatra (scritta da P. Petito) e il dramma Delitti russi, con cui il 27 aprile diede l’addio allo Jovinelli. Il 28 aprile 1909 debutta in questo teatro la compagnia d’operette e féerie Città di Firenze, diretta da C. Pozzi e che presentava oltre alle più brillanti operette in voga, delle buone novità per Roma. Nell’elenco artistico figurano ottimi elementi come la Pozzi Carlotta, la Ferrero, la Mazzolani, il Canova, 242 il Giordani, il Favi . La compagnia ottenne un discreto successo e rimase allo Jovinelli fino al mese di giugno del 1909. Il 19 di quello stesso mese, infatti, fu sostituita dalla Compagnia drammatica diretta da Achille Vitti che rimase allo Jovinelli fino alla fine del mese. Nel luglio del 1910 arrivò la compagnia diretta da Gastone Monaldi che presentava 243 “scelte commedie, ed interessanti lavori drammatici” , interpretandoli “con molta 244 valentia” . La compagnia si era formata nel 1909 ed era stata fondata dallo stesso Monaldi, artista figlio d’arte (il padre, Gino, era stato un importante impresario lirico mentre la madre, Cesira Presiotti, aveva avuto un’ottima carriera come ballerina) ed 238
Cfr. Quivi, §2.1. Cfr. E. De Mura, Enciclopedia della canzone..., op. cit., p.185. 240 Cfr. Quivi, §2.1. 241 Da un logo pubblicitario in “Il Messaggero” di domenica 14 marzo 1909. 242 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 27 aprile 1909, p. 3. 243 Rinac., (pseudonimo), Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.24, 8 luglio 1910, p.7. 244 Ibidem. 239
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Capitolo 2: I primi anni di attività (1909-1912)
aveva come prima attrice Bianca Visconti. Monaldi si era avvicinato al teatro romanesco (dopo alcuni anni passati in compagnie drammatiche) grazie all’incontro con Giacinta 245 Pezzana che gli aveva trasmesso l’inclinazione e la passione per quel particolare tipo di rappresentazioni. Impetuoso e passionale, ebbe però il torto di portar sulle scene solo il lato più deteriore della vita del popolo romano e cioè quella dei bassifondi, della malavita e della teppa, in gran parte di fantasia, per far colpo sul pubblico popolare. [..]In quel teatro truculento e di colore vivace , l’esuberanza dell’attore trovò pan pe’ suoi denti e con la sua recitazione tonante, melodrammatica e di terribile violenza, riuscì ad imporre quel genere al pubblico popolare che lo applaudì 246 generosamente . Allo Jovinelli rimase fino alla fine di luglio del 1910 mettendo in scena, sempre con gran favore di pubblico, commedie e bozzetti drammatici. Nel marzo del 1912, infine, venne la compagnia siciliana diretta da A. Rapisardi che rimase al teatro fino alla fine del mese, presentando commedie in dialetto e ottenendo un discreto successo.
2.8 GLI EVENTI SPECIALI
Numerosi furono gli eventi speciali organizzati da Giuseppe Jovinelli per dare sempre più lustro al suo teatro. Tra questi uno dei più comuni era quello delle audizioni delle canzoni di Piedigrotta: ogni anno, infatti, a settembre Jovinelli invitava nel suo teatro alcuni cantanti per presentare le migliori canzoni uscite da quell’importante manifestazione napoletana.
245 246
Cfr. Ibidem. Ibidem.
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
Tale audizione fu organizzata per la prima volta nel 1909 ed ottenne subito un gran successo: I pienoni di ogni sera sono giustificati dai bellissimi programmi [...]. Ieri sera terminò l’audizione delle nuove canzoni di Piedigrotta, delle quali sono stati interpreti squisiti 247 Rodolfo Giglio, Elide Di Paola , Wanda Dantes, Ida Rosa 248 sotto la direzione del geniale maestro Evemero Nardella Stesso successo si ebbe anche l’anno successivo: [...]durante la settimana dedicata [...] alla audizione della 249 nuova produzione di canzoni della casa Capolongo e Feda [...] il teatro è stato gremito di pubblico plaudente, entusiasta delle migliori melodie napoletane di Falvo e Capolongo e degli insuperabili versi di Bovio, Rainone, De Flaviis e 250 Feda . 251
Quell’anno alle audizioni parteciparono la canzonettista Ada Siviglia e i cantanti Gabriella Doria, Dora Fiorentino, Silvia Coruzzolo e Rodolfo Giglio con 16 coristi e 12 ballerine. Direttore dell’orchestra fu Federico Romagnoli. Tra i vari cantanti, Rodolfo Giglio fu sicuramente uno dei migliori esecutori delle canzoni del Piedigrotta. Egli aveva 252 esordito nel 1906 in locali di provincia . Era, poi, diventato famoso nel 1907, proprio in seguito ad una sua partecipazione ad un’audizione di Capolongo-Feda. Divenne, così, nel giro di pochi anni uno degli esecutori più famosi della canzone napoletana, capace di passare da canzoni che “vertevano su ‘tipi’ napoletani come ’O canteniere, ’O capo 253 paranza” ed altre (scritte appositamente per lui da Mimì Albin), a canzoni melodiche 254 “in cui faceva spiccare le sue doti di cantante sentimentale” . Giglio, dopo una carriera 247
Su Elida Di Paola Cfr. Quivi, §2.3, p.43. Tamburello, Teatro Jovinelli, in “L’Eden”, a.I, n.2, 16-30 settembre 1909, p.11. 249 Le canzoni di Piedigrotta erano prodotte e sponsorizzate da vari editori. Questo è uno di essi. Per maggiori informazioni sulla festa e il suo svolgimento Cfr. Quivi, §1.4 e M. L. Stazio (a cura di), Piedigrotta 1895-1995 Catalogo, Progetti Musicali, Pomezia (Rm) 1995, in cui si dice, fra l’altro, di come la canzone era diventata il momento principale della festa e di come “tutto il complesso editoriale, spettacolare, organizzativo, distributivo e di consumo che ad essa faceva capo [...] aveva provocato profondi cambiamenti nella festa tradizionale: erano nati nuovi riti, nuovi ‘pellegrinaggi’, nuove mete per le feste settembrine”. Ivi, p.19. 250 Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, a.II, n.29, 23 settembre 1910, p.1. 251 Su Ada Siviglia Cfr. Quivi, §2.3, p.40. 252 Cfr. E. De Mura, Enciclopedia della canzone..., op. cit., p.192.. 253 Ibidem. 254 Ibidem. 248
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folgorante, morirà suicida nel 1918, dopo aver ucciso la compagna Renata Carpi (altra grande cantante del periodo). Nel luglio del 1911 il teatro fu “fittato alla Direzione della Gazzetta dello Sport di 255 Milano” per lo svolgimento di un concorso di lotta. Dato il successo ottenuto, Jovinelli decise nel maggio del 1912 di riportare le sfide di lotta nel suo teatro (senza, però, farvi svolgere concorsi ufficiali). All’iniziativa presero parte “valorosi lottatori come il 256 Massimo Raicevick, Aimable de la Calmetta” ed altri ancora. Tra essi il più famoso era sicuramente Massimo Raicevick, fratello del grande Giovanni, campione di lotta greco257 romana . Altro evento speciale fu l’arrivo, nel 1912, del circo equestre Gatti e Manetti che affittò per un intero mese l’edificio utilizzandolo per i suoi spettacoli (dal 21 gennaio al 18 febbraio). Il 20 di febbraio ricominciarono gli spettacoli di varietà.
255
Inserzione di Concetta Calabrese su “Eldorado”, a.IX, n.29-30, 23-30 luglio 1911, senza n. di pagina. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Rivista artistica: Varietà e Cinema-teatri”, a.III, n.11, fascicolo II, 25 maggio 1912, p.3. 257 Cfr. R. De Angelis, Cafè-chantant..., op. cit., p.96. 256
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CAP.3º IL TEATRO JOVINELLI NEGLI ANNI D’ORO: GLI SPETTACOLI CINEMATOGRAFICI TRA IL 1912 E IL 1918
3.1 IL TEATRO JOVINELLI DIVENTA CINEMATOGRAFO: 1° GIUGNO 1912 All’inizio di luglio del 1911 Concetta Calabrese pubblica, a proprio nome, un’inserzione sul quotidiano romano “La Tribuna” in cui annuncia la volontà di dare in affitto il Teatro Jovinelli: Il teatro verrà [...] fittato. Per le trattative rivolgersi alla 1 proprietaria Calabrese Concetta , via Lamarmora (palazzina propria), oppure al suo procuratore signor Carlo De Marini, 2 presso il Teatro Jovinelli . 3
A proporsi sarà, dopo alcuni mesi, la ditta I. D. Milli & C. , che terrà il teatro per circa sei anni, dal 1912 al 1917 compreso. L’edificio tornerà nuovamente sotto la gestione degli Jovinelli solamente all’inizio del 1918. La ditta Milli affidò la direzione artistica del teatro a Guido Prosperi, già direttore dello stesso alcuni anni prima. Nei primi cinque mesi di nuova gestione allo Jovinelli continuarono i normali spettacoli di varietà, con solo 4 una pausa di un mese durante la quale venne ospitato il circo equestre Gatti e Manetti . A partire dal primo giugno, invece, iniziarono gli spettacoli cinematografici che sarebbero andati avanti fino alla fine di febbraio del 1918. Il successo fu grande sin da subito: lo Jovinelli, infatti, si prestava molto bene ad essere sala di proiezioni (grazie anche alla sua capienza che gli permetteva di accogliere un alto numero di spettatori): Questo teatro è l’unico adibito a spettacoli cinematografici ad ingresso continuo. Per la grandiosità e l’areazione è il
1
Come è già stato detto (cfr. Quivi, §1.4, nota 23, p.18), per motivi familiari, le proprietà venivano sempre intestate a Concetta e mai a Giuseppe Jovinelli. 2 Inserzione in “La Tribuna” del 15 luglio 1911. 3 Cfr. breve nota di cronaca in “Eldorado”, a.IX, n.51, 31 dicembre 1911, p.3 e in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n. 3 (681), 26 febbraio 1918, p.17. 4 Cfr. Quivi, §2.8, p.93.
Capitolo 3: Gli spettacoli cinematografici dal 1912 al 1918
miglior ritrovo del pubblico, ove oltre ad uno spettacolo di prim’ordine trova prezzi veramente popolari: poltrone 5 cent.20 – anfiteatro cent.15 – loggiato cent.10 – palchi £1 . In fondo quello che si prefigurava non era, poi, un cambiamento così radicale. Per un teatro specializzato in spettacoli d’arte varia, il cinematografo non era altro che una delle tante attrazioni da presentare al pubblico per stupirlo e affascinarlo: Questa macchina riesce a riversare in città, in un luogo chiuso come il teatro, il resto del mondo, anzi offre l’illusione del mondo intero, ne da una rappresentazione quasi perfetta [...]. Si offre al pubblico come se fosse uno sguardo collettivo, un 6 occhio di tutti sul mondo per meglio esaminarlo . Inoltre questa macchina delle illusioni poteva coinvolgere gli spettatori in storie appassionanti, ambientate in luoghi lontani nello spazio e, a volte, nel tempo come nessun altro artista di varietà avrebbe mai potuto fare. Era un calarsi all’interno del mondo della fantasia, ma in un modo nuovo e sorprendente che non poteva non affascinare gli spettatori dell’epoca. E un giorno non lontano sarà proprio questa macchina a soppiantare l’artista di varietà che si ritroverà a fare da ornamento alle proiezioni, costretto a reinventarsi un mestiere riorganizzato in forme affini (prima nell’avanspettacolo, quindi scendendo a patti con il cinema, e poi nella rivista) ma [...] ormai 7 svuotato del contesto . Ma tutto ciò avverrà, naturalmente, in anni successivi. Nel periodo che stiamo analizzando il cinema è ancora una bella novità tutta da scoprire. Siamo nella fase della sua affermazione e lo Jovinelli, proponendosi come sala cinematografica, non fece altro che cavalcare questa onda positiva.
5
Da Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, 23 giugno 1912, p.4. S. De Matteis, Dal teatro delle meraviglie allo spettacolo delle illusioni, in R. Renzi (a cura di), Sperduto nel buio. Il cinema muto italiano e il suo tempo (1905-1930), Cappelli, Bologna 1991, p.103. 7 Ivi, p.107. 6
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
3.2 I FILM
Nel primo decennio del ‘900 la cinematografia italiana stava vivendo un periodo molto felice. Nata da pochi anni (la nascita delle prime vere case di produzione italiane 8 risale agli anni 1905-1906) , si era ormai imposta a livello internazionale con film incentrati, soprattutto, su storie da romanzo, “piccoli lazzi popolareschi e rappresentazioni 9 naturalistiche di fatti e personaggi contemporanei” . Ma il vero punto di forza erano soprattutto i film storici, con i quali l’Italia “si affermò in tutto il mondo, dando origine a 10 un vero e proprio genere cinematografico, di cui stabilì i primi canoni estetici” . Di tutta questa cinematografia allo Jovinelli passò, naturalmente, solo una piccola parte, quella più accessibile e di più sicura presa su di un pubblico popolare o piccolo borghese, quale era quello che frequentava il teatro. Nel periodo subito precedente la guerra, grande successo ottenevano i film rientranti nel genere delle attualità: “riprese 11 documentarie” che raccontavano, in modo più o meno realistico, episodi di cronaca o di 12 storia contemporanea . Questi tipi di film erano molto amati dal pubblico italiano; per questo motivo “il reportage, il documentario dal vero era diventato un genere particolarmente 13 seguito e curato da alcuni nostri produttori” . A questo genere apparteneva, ad esempio, il film La battaglia di Zanzur di Luca Comerio, fotografo che aveva lavorato a lungo con Leopoldo Fregoli e si era poi messo in proprio, fondando una casa di produzione a 14 Milano . Il film fu in programmazione allo Jovinelli per tutto il mese di giugno del 1912, 15 ottenendo un grande successo . Il genere delle attualità si affermò sempre più con l’inizio della Grande Guerra, quando si rese necessario raccontare con le immagini ciò che stava accadendo nelle zone di confine. Anche lo Jovinelli , naturalmente, si adeguò a questa ondata, proiettando numerosi film di questo genere. Così nel 1915, ad esempio, troviamo 16 Conflitto Europeo che raccontava “le ultime attualità dell’immane guerra” , Un dramma 17
alla frontiera “capolavoro d’attualità della Casa Nordisk” (casa di produzione danese) ed altri ancora. Alcuni di questi film venivano usati anche per promuovere e incentivare 8
Cfr. G. Rondolino, Storia del cinema, UTET, Torino 1995, pp.52-53. Ivi, p.92. 10 Ibidem. 11 F. Di Giammatteo, Dizionario universale del cinema, Editori riuniti, Roma 1985, vol.II. 12 Cfr. Ibidem. 13 A. Bernardini, Industrializzazione e classi sociali, in R. Renzi (a cura di), Sperduto nel buio. Il cinema muto italiano e il suo tempo (1905-1930), Cappelli, Bologna 1991, p.30. 14 Cfr. G. Rondolino, Storia....,op. cit., p.52. 15 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 23 giugno 1912, p.4. 16 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 29 agosto 1915, p.4. 17 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 1 settembre 1915, p.4. 9
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uno spirito patriottico e di appoggio morale alle truppe in guerra; tale doveva essere lo scopo anche di Cuore d’alpino, proiettato nel teatro nel novembre del 1915 e definito, 18 dal “Messaggero”, addirittura come “il più colossale spettacolo cinematografico” , e di Dal Brenta all’Adige, proiettato nel maggio del 1917. Storicamente, però, il primo film di aperta propaganda politica fu Sempre nel cor la patria!..., proiettato allo Jovinelli nel 19 luglio del 1915. Questo, prodotto dalla Cines e realizzato da Carmine Gallone , non era 20 un’attualità ma un vero e proprio “dramma in quattro atti” . Per girarlo la troupe si porta in Abruzzo, scelto per simulare il Cadore, tra Avezzano e Tagliacozzo, che all’inizio del 1915 sono state quasi completamente distrutte dal terremoto: le case dirupate [...] fungono perfettamente da case distrutte dai 21 bombardamenti . Il film racconta la storia di un’italiana sposata ad un austriaco che, per amore della patria, si sacrifica prima abbandonando il marito, ormai diventato il nemico, e poi sventando una missione antitaliana che lo stesso stava progettando. L’interprete 22 principale era Leda Gys, “attrice elegante dalla pura gestualità” , beniamina del 23 pubblico. Seguirono questo filone numerosi altri film quali Balilla (girato a Genova e 24 25 proiettato allo Jovinelli nel gennaio del 1916) , Alla baionetta “dramma patriottico” 26 dove si raccontavano le gesta “del nostro esercito vincitore” , Sulle vette del Trentino, 27 proiettato nel settembre del 1915 , e soprattutto Romanticismo, dramma patriottico in 28 quattro atti di Gerolamo Rovetta, prodotto da Arturo Ambrosio . Il film, ambientato non più in epoca contemporanea ma in pieno risorgimento, esaltava le gesta del protagonista (il conte Vitaliano Lamberti) che, per amore dell’agognata patria, non esita “ad affrontare 29 impavidamente il plotone d’esecuzione” . Il film allo Jovinelli fu salutato da “un grande
18
Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 19 novembre 1915, p.2. Cfr. V. Martinelli, Il cinema italiano in armi, in R. Renzi (a cura di), Sperduto nel buio. Il cinema muto italiano e il suo tempo (1905-1930), Cappelli, Bologna 1991, p.39. 20 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 31 luglio 1915, p.4. 21 V. Martinelli, Il cinema...., op. cit., p.39. 22 G. A. Semerano, Il divismo negli anni del muto, in AA. VV., Dive e divi del cinema muto italiano, Centro culturale dell’immagine Il Fotogramma, Roma 1995. 23 Cfr. V. Martinelli, Il cinema...., op. cit., p.40. 24 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 28 gennaio 1916, p.2. 25 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 24 agosto 1915, p.4. 26 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 26 agosto 1915, p.2. 27 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 12 settembre 1915, p.4. 28 Cfr. V. Martinelli, Il cinema...., op. cit., p.41. 29 Ibidem. 19
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concorso di folla” , ottenendo repliche “a richiesta generale” . Sempre prodotto da Ambrosio era anche Onore di morire, proiettato allo Jovinelli nel febbraio del 1916. Il film, di Eduardo Bencivenga su soggetto di Arrigo Frusta, raccontava la “gloriosa epopea 32 di Vittorio Amedeo di Savoia e l’assedio di Pinerolo” . Il successo fu grande anche 33 in questo caso: “sempre enorme folla per applaudire il capolavoro Onore di morire” scriveva “Il Messaggero” nel lontano 1916. Naturalmente questi sono solo alcuni dei tanti drammi patriottici presentati allo Jovinelli negli anni della guerra. Altri meno famosi 34 35 o meno conosciuti quali Fratelli d’Italia , Ciceruacchio (con Gastone Monaldi), Il 36 37 38 maestro alsaziano (con Alberto Capozzi), La patria redime e Il mio diario di guerra (“la più autentica e commovente cinematografia patriottica, con episodi ripresi dal vero 39 sul campo di battaglia”) , furono proiettati in questo cinematografo ottenendo un discreto successo pur non passando alla storia. L’ondata di film patriottici si placò quasi per incanto, dopo aver inondato la stagione cinematografica 1915-16 con oltre 130 flutti che si dissolsero nel limaccio, senza lasciare alcuna traccia, tranne la ripulsa del pubblico verso i film di guerra. Nella stagione successiva frac ed abiti da sera sostituirono le uniformi militari e le 40 divise da crocerossina [...] . Alla stagione dei grandi film di guerra seguì, dunque, quella del ritorno alle storie passionali con l’esaltazione, a volte esasperata, delle attrici e degli attori protagonisti: 41 tra il 1915 e il 1920 si vivono, infatti, gli anni “dell’ascesa trionfale del divismo” . In quel periodo il cinema italiano poté contare su una schiera di attori e (soprattutto) di attrici particolarmente ricca. Sono anni in cui lo spettatore “ha l’impressione che, tra lo spazio dello schermo e quelli delle arti applicate, della poesia e del teatro, [...] vi sia 42 una permeabilità assoluta” . Tra le tante dive apparse sullo schermo dello Jovinelli, non 30
Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 6 ottobre 1915, p.4. Ibidem. 32 V. Martinelli, Il cinema...., op. cit., p.42. 33 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 16 febbraio 1916, p.2. 34 Dramma della Cines proiettato nell’ottobre del 1915. 35 Proiettato nell’ottobre del 1915. 36 Proiettato nell’ottobre del 1915. 37 Proiettato nel novembre del 1915. 38 Proiettato nel febbraio del 1916. 39 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 10 febbraio 1916, p.2. 40 V. Martinelli, Il cinema...., op. cit., p.42. 41 G. P. Brunetta, Filogenesi artistica e letteraria del primo cinema italiano, in R. Renzi (a cura di), Sperduto nel buio. Il cinema muto italiano e il suo tempo (1905-1930), Cappelli, Bologna 1991, p.17. 42 Ibidem. 31
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si può non ricordare Francesca Bertini (pseudonimo di Elena Seracini Vitiello) , “diva 44 per eccellenza” . Il suo primo film dato allo Jovinelli fu Sangue bleu, dramma in cinque parti proiettato nel novembre del 1914. Ad esso ne seguirono molti altri come Nelly la danzatrice della taverna nera, Nella fornace (dramma in quattro atti) e Ivonne la bella danzatrice, proiettati tutti nel 1915, rispettivamente a marzo, aprile e luglio. L’anno successivo, a febbraio, venne dato il film Odette, su soggetto di Vittoriano Sardou e con 45 la regia di Giuseppe De Liguoro ; e poi ancora La perla del cinema (a maggio e sempre con la regia di De Liguoro), My little baby (a giugno, con grande successo di pubblico), La colpa altrui (ad agosto), Eroismo d’amore (ad ottobre). Altro film di De Liguoro era Fedora, lungometraggio del 1916 proiettato nel marzo del 1917, dove “la materia 46 drammatica [...] era quasi abbandonata all’enfasi retorica della rappresentazione” . Sempre nel 1917 (ma ad aprile) fu presentato al pubblico dello Jovinelli anche Andreina, 47 dramma di Vittoriano Sardou in “cinque atti e 2200 metri” di pellicola. La Bertini era un’attrice molto amata dal pubblico. “Le sue interpretazioni si ramificavano in sguardi 48 che per intensità e per spirito ne fecero un mito” . Ella riusciva a dare uno spessore umano anche a personaggi che ne erano potenzialmente privi, riuscendo a diventare, grazie alle sue capacità interpretative, “la migliore rappresentante d’un cinema naturalistico, che 49 chiaramente si opponeva al cinema pomposo dei film storico-mitologici” . I film da lei interpretati contengono una galleria di donne appassionate, sensuali, aggressive, ovvero timide, riservate, dolenti, che si pongono 50 fuori dei canoni stereotipati delle dive contemporanee . La Bertini abbandonò il cinema nel 1921 per tornarvi poi saltuariamente. Apparve sugli schermi per l’ultima volta nel 1976, in Novecento di Bernardo Bertolucci. Grande rivale cinematografica della Bertini fu Hesperia, nome d’arte di Olga Mambelli, preferita dal pubblico “forse ammaliato dalla [sua] rassicurante e corpulenta 51 bellezza” . Si ritirò dalle scene a metà degli anni Venti, dopo anni di successi. Moltissimi furono i film da lei interpretati proiettati allo Jovinelli. Tra essi troviamo titoli come Vizio 43
Cfr. AA.VV., Follie del varietà. Vicende, memorie, personaggi 1870-1970, Feltrinelli, Milano 1980, p.401. 44 G. A. Semerano, Il divismo..., op. cit., p.11. 45 Ibidem. 46 G. Rondolino, Storia....,op. cit., p.93. 47 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 12 aprile 1917, p.4. 48 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.11. 49 G. Rondolino, Storia....,op. cit., p.96. 50 G. Rondolino, Storia....,op. cit., p.97. 51 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.16.
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ereditario (dramma della casa di produzione francese Pathè dato nel dicembre del 1914), L’agguato (nel febbraio del 1915), La via dolorosa (nell’aprile dello stesso anno); e poi 52 ancora il film in “cinque atti e 3000 metri” di Baldassarre Negroni (suo futuro marito) Marcella, su soggetto di Vittoriano Sardou, dato nel febbraio del 1916, e molti altri proiettati tra il 1916 e il 1917 (Rugiada di sangue, Jou-Jou, Potere temporale, ecc.). Altra grande diva fu Lyda Borelli, talmente famosa da imporre con la sua recitazione e il suo stile “un modo particolare, personale, di agire e di presentare, umori e 53 passioni, tormenti e turbamenti, atteggiamenti e movimenti” detto il “borellismo”. Dalla 54 figura magra e slanciata, Lyda “fu una stella fulgente, la dea fatale dal corpo sinuoso” . 55 L’aurea di mito che l’avvolse, si trasformò in “leggenda” nel momento in cui, nel 1918, abbandonò il cinema per sempre, avendo deciso di sposarsi. Tra i suoi molti film, soltanto quattro passarono sugli schermi dello Jovinelli. Fra questi tre erano prodotti dalla Cines e diretti da Carmine Gallone: Fior di male, film che ottenne un grande successo nell’agosto del 1915 (“enorme folla ha applaudito la diva Lyda Borelli nello splendido dramma Fior 56 57 di male” ), Marcia nuziale , in cui tra gli altri interpreti troviamo anche Amleto Novelli e Leda Gys (altra grande diva del momento) e Malombra, tratto dall’omonimo romanzo di Antonio Fogazzaro e proiettato allo Jovinelli nell’aprile del 1917. Il quarto film, sempre prodotto dalla Cines, aveva invece la regia di Enrico Guazzoni e si intitolava Madame Tallien. Questo fu dato allo Jovinelli nel gennaio del 1917. 58 Non si può concludere questa breve rassegna delle “dee fatali” , senza parlare di Pina Menichelli che, insieme con la Bertini e la Borelli, costituiva la triade delle grandi dive del cinema muto italiano. La Menichelli aveva esordito come attrice cinematografica nel 1911, partecipando, in ruoli minori, ad alcuni film della Cines. Il primo film che la 59 valorizzò appieno fu Il fuoco di Giovanni Pastrone, girato nel 1915 . E proprio questo fu il film con cui, nel luglio del 1916, si fece conoscere anche dal pubblico dello Jovinelli: in esso la Menichelli si presentava con tutta la sua bellezza “lucente, con la squisita efficacia 60 del volto espressivo e della grazia incantatrice” , caratteristiche che la resero “l’eroina 52
Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 2 febbraio 1916, p.2. R. Chiti, Lyda Borelli, in AA.VV., Album del cinema muto italiano n.1, a cura del gruppo di lavoro del M.I.C.S., edizioni M.I.C.S., Roma 1991, p.16 54 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.12. 55 Ibidem. 56 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 31 agosto 1915, p.4. 57 Fu dato nel gennaio del 1916. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 21 gennaio 1916, p.2. 58 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.19. 59 Cfr. R. Chiti (a cura di), Pina Menichelli, in AA.VV., Album del cinema muto italiano n.1, a cura del gruppo di lavoro del M.I.C.S., edizioni M.I.C.S., Roma 1991, pp.47-55. 60 Anonimo, Pina Menichelli, in AA.VV., Album del cinema muto italiano n.1, a cura del gruppo di lavoro del M.I.C.S., edizioni M.I.C.S., Roma 1991, p.25. 53
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fatale” del nostro cinema muto. L’anno successivo, a gennaio, si diede allo Jovinelli un altro suo film: Tigre reale, tratto da un romanzo di Giovanni Verga e sempre con la regia di Giovanni Pastrone. Il film è un incastro di mondo naturalistico, ancora non appieno realizzato, in una storia floreale dove dominano marsine e toilettes: l’amore della contessa Natka per il diplomatico Giorgio, e, restituita da un ricordo, la passione per un uomo 62 delle steppe . Il tutto ambientato in un mondo dove predominano gli atteggiamenti “decadenti: con estenuazioni di spasimo e rapide, volitive riprese, segnate da ostentati sorrisi; coi 63 morsi a un mazzo di rose e favolose toilettes impellicciate e piumate” . Tutto ciò esaltato da una straordinaria interpretazione della Menichelli, diva che seppe usare al meglio 64 “il proprio bagaglio interpretativo” , anche seguendo “meticolosamente la volontà del 65
regista” . Divenuta famosa nel ruolo di Sofonisba in Cabiria, altro film di Giovanni Pastrone, forse il più famoso e sicuramente uno dei più importanti nella cinematografia italiana del primo novecento, Italia Almirante Manzini fu anch’essa una grande diva dell’epoca; una di quelle artiste capaci di influenzare “la moda e il costume, proponendo un nuovo 66 canone di bellezza, al quale uniformarsi” . La Almirante Manzini era un’interprete 67
“capace con una bellezza che ostentava opulenze classiche in voga in quegli anni” . Allo Jovinelli apparve con due film: L’amazzone macabra e Sul limite della follia. Il primo era un dramma in cinque atti e fu proiettato nel dicembre del 1916; il secondo, anch’esso in cinque parti, fu invece dato nell’aprile dell’anno successivo. In esso recitava, insieme all’Almirante, anche Dillo Lombardi, attore nato nel teatro e divenuto famoso nel cinema grazie a film come Sperduti nel buio (del 1914) e Teresa Raquin (del 1915), entrambi con la regia di Nino Martoglio. Proprio con Teresa Raquin si fece conoscere nel marzo del 1915 allo Jovinelli, ottenendo un grande successo. Sempre in Teresa Raquin recitava un’altra attrice importante del cinema muto 61
Ibidem. M. Verdone, Introduzione, in AA. VV., Dive e divi..., op. cit., p.5. 63 Ibidem. 64 G. A. Semerano, Il divismo..., op. cit., p.19. 65 Ibidem. 66 L. Renzi, Grandezza e morte della “femme fatale”. (A proposito di tre o quattro storie esemplari), in R. Renzi (a cura di), Sperduto nel buio. Il cinema muto italiano e il suo tempo (1905-1930), Cappelli, Bologna 1991, p.121. 67 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.11. 68 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.13. 62
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italiano: Maria Carmi. “Attrice severa, aristocratica [che] non ottenne enormi successi di pubblico, [ma] spiccò soprattutto per le interpretazioni intense e sofferte nei film 68 di Martoglio” , la Carmi fu presente allo Jovinelli anche con La mia vita per la tua, “romanzo cinematografico” dato nel gennaio del 1915. Successivamente la sua strada prese vie diverse rispetto a quella di altre attrici a lei contemporanee: fu una delle poche, infatti, a sperimentare il teatro futurista. Terminò, poi, la sua carriera all’estero, dove 69 rimase fino alla morte (sopravvenuta nel 1925) . 70 Lontana da questo mondo di dive dagli “atteggiamenti ampollosi e manierati” , ma non per questo meno famosa, fu Maria Jacobini, attrice “semplice nell’aspetto e intensa 71 nell’animo” . La Jacobini aveva esordito nel cinema all’inizio degli anni Dieci in ruoli secondari, accanto alla già famosa Francesca Bertini. Successivamente Nino Oxilia (regista e poeta morto durante la prima guerra mondiale) la diresse in quei film, quali Giovanna D’Arco o Il cadavere vivente, che la resero celebre. Tra i vari lungometraggi da lei interpretati, allo Jovinelli ne furono proiettati tre: Sotto l’ala della morte, dramma in 72 tre parti dato nell’ottobre del 1915 , Quando la primavera ritornò, “romanzo d’amore” 73 74 proiettato nel luglio del 1916 e infine, nell’aprile del 1917 , Come le foglie... di Gennaro Righelli, tratto dall’omonimo dramma di Giuseppe Giacosa. La Jacobini fu un’attrice 75 molto apprezzata, nonostante non possedesse “i canoni della bellezza di un tempo” , in quanto “portava in se il gusto di un indole lieve senza avere la pretesa di superare 76 determinati toni recitativi” . Negli ultimi anni della sua vita insegnò recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. E proprio a Roma morì nel 1944. Un’altra attrice italiana molto amata dal pubblico fu Leda Gys (nome d’arte di Gisella Lombardo), romana di nascita. Così “Il Messaggero” commenta la proiezione di un suo film allo Jovinelli: Immensa folla ad applaudire la bellissima Leda Gys e Mario 77 Bonnard nel dramma in cinque parti L’amor tuo li redime . Leda aveva esordito nel cinema nel 1913, con una parte nel film Dopo la morte di Giulio Antamoro. Successivamente partecipò a vari film con la regia dello stesso 69
Cfr. Ibidem. G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.17. 71 Ibidem. 72 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 27 ottobre 1915, p.4. 73 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, lunedì 24 luglio 1916, p.2. 74 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 19 aprile 1917, p.4. 75 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.17. 76 Ibidem. 77 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 18 aprile 1916, p.2. 70
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Antamoro o di Baldassarre Negroni, interpretando quasi sempre ruoli di “donna ingenua sopraffatta da losche tresche tese da amanti o donne rivali pronte a vessarla con angherie 78 79 80 di qualsiasi misura” . Attrice dallo “sguardo semplice” e dal “volto puro” , Leda ottenne un successo pressoché costante fino all’arrivo del sonoro nel cinema, recitando 81 soprattutto in pellicole di stampo sentimental-popolare . Allo Jovinelli furono proiettati vari suoi film tra cui, oltre al già citato L’amor tuo li redime, anche Come in quel giorno!..., 82 dramma passionale dato nel maggio del 1916 con grande successo di pubblico , Amica, 83 dramma di Pietro Mascagni prodotto dalla Cines e dato nell’agosto dello stesso anno , 84 e Chi mi darà l’oblio senza la morte?, “romanzo passionale” proiettato nel gennaio del 1917. Dare un suo film voleva dire sapere di poter fare il tutto esaurito e i gestori delle sale questo lo sapevano bene. La Gys nel 1929 si ritirò dal cinema definitivamente: come per tante altre importanti attrici del cinema muto, l’avvento del sonoro (e la differente tecnica recitativa che questo comportava) la costrinse ad abbandonare un cinema ormai distante da quello di cui lei aveva fatto parte. Leda morirà a Roma nel 1957, ormai lontana da quel mondo dorato. Accanto a tante attrici e dive, il cinema muto italiano ha avuto, naturalmente, anche molti attori altrettanto amati dal pubblico. Tra questi un posto di primo piano fu sicuramente occupato da Mario Bonnard, attore romano passato, negli anni Venti, dietro la macchina da presa. Egli fu uno dei pochi interpreti del cinema muto che riuscì, con la venuta del sonoro, non solo a mantenere intatto il suo successo, ma anche ad incrementarlo con film da lui diretti in cui affrontava ogni genere cinematografico: dal patetico al drammatico, dal brillante al tragico all’avventuroso, riuscendo anche, in alcuni casi, a girare film cosiddetti “di qualità”, quali le riduzioni di Le rouge et noir (nel 1920) o de I promessi 85 86 sposi . La sua caratteristica principale come attore era il portamento “raffinato e colto” e quell’eleganza nel muoversi che lo distingueva da tanti altri. Nel periodo a cavallo della prima guerra mondiale furono proiettati allo Jovinelli alcuni dei suoi primi successi quali 87 Serpe contro serpe, dramma in quattro parti dato nell’ottobre del 1915 , Don Giovanni, 88 film che ottenne un “immenso successo” quando fu proiettato nell’ottobre del 1917, e il 78
G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.16. Ibidem. 80 Ibidem. 81 Cfr. Ibidem. 82 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 31 maggio 1916, p.2. 83 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 15 agosto 1916, p.2. 84 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 19 gennaio 1917, p.2. 85 Cfr. G. Rondolino, Storia....,op. cit., p.261. 86 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.11. 87 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 27 ottobre 1915, p.4. 88 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 24 ottobre 1917, p.4. 79
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già citato L’amor tuo li redime, film del 1915 in cui fu protagonista accanto a Leda Gys. Altro divo del periodo era Emilio Ghione, autore, regista e attore che fu “tra le 89 personalità più affascinanti e complete del cinema muto italiano” . Ghione riuscì a realizzare “un cinema naturalistico, aderente a una realtà colta nella sua quotidianità, 90 sebbene trasfigurata dall’eccezionalità delle avventure” che il personaggio della malavita Za la Mort, da lui creato e che lo rese celebre, viveva. Za la Mort fu l’eroe che accompagnò Ghione in tanti suoi film, protagonista sempre di nuove avventure accanto alla fedele Za la Vie, interpretata da Kally Sambucini. Per Ghione “l’immedesimazione col personaggio fu tale che esaurita la sua linfa creativa, [...] non riuscì più a imporsi in 91 altri ruoli” , iniziando negli anni Venti un declino lento ma inesorabile che lo porterà, dopo un passato così ricco di successi, a morire (nel 1930) in un sanatorio comunale 92 assistito soltanto dal figlio . Numerosi furono i film che girò nel corso della sua carriera. Tra quelli che passarono allo Jovinelli, possiamo ricordare La banda delle cifre, lungometraggio del 1915 proiettato, con grande successo, nel febbraio del 1916. Il film è importante in quanto segna l’inizio di una lunga collaborazione artistica: quella tra Ghione e la Sambucini. Altro film che li vide insieme fu L’imboscata, “capolavoro della 93 Tiber Film” dato nel giugno del 1916 e a cui prese parte anche “la celebre Troupe I 7 94 Faraoni” . Tra gli altri film di Ghione troviamo anche Anime buie, “forte dramma della 95 96 Tiber” in cui aveva accanto “la bellissima Hesperia” (dato nel luglio dello stesso anno) e La grande vergogna, dramma proiettato nel settembre del 1916. “Attore composto dotato di una mimica facciale interessante e di una corporatura 97 imponente” , Alberto Capozzi fu un altro dei protagonisti del cinema muto italiano. Egli fu l’interprete di film che raccontavano storie romantiche ed eroiche, spesso in coppia con 98 un’altra importante attrice dell’epoca: Mary Cleo Tarlarini . Tra i suoi film, passarono 99 allo Jovinelli Il maestro alsaziano, dramma patriottico dato nell’ottobre del 1915 , e Vita 100 venduta, dramma dato nel febbraio del 1916 . Anche Tullio Carminati, “attore romantico e generoso [che] non disprezzava nelle 89
G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.15. G. Rondolino, Storia...., op. cit., p.96. 91 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.15. 92 Cfr. Ibidem. 93 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 23 giugno 1916, p.4. 94 Ibidem. 95 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 20 luglio 1916, p.4. 96 Ibidem. 97 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.12. 98 Cfr. Ibidem. 99 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 30 ottobre 1915, p.2. 100 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 18 febbraio 1916, p.4. 90
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sue interpretazioni un certo humour” , apparve più volte sullo schermo dello Jovinelli, spesso in film in cui era protagonista accanto a dive quali Hesperia e Maria Jacobini. Tra 102 questi possiamo ricordare La donna di cuori, “grande romanzo d’amore” interpretato insieme ad Hesperia e dato nel marzo del 1917, e Il presagio di Augusto Genina con 103 accanto Vera Vergani, dato nell’agosto dello stesso anno . Con l’avvento del cinema sonoro, Carminati preferì lasciare l’Italia per tentare la via americana, dove riuscì ad ottenere un discreto successo. Naturalmente questi sono solo alcuni dei numerosi film proiettati allo Jovinelli nei sei anni in cui fu cinematografo. Tra quelli tralasciati, possiamo ricordarne ancora alcuni che videro come protagonisti attori minori ma non per questo meno famosi o di minor richiamo per il pubblico dell’epoca. Così, ad esempio, nel 1915 troviamo, a maggio, Sacrificio sublime (con interprete la famosa attrice di teatro Irma Gramatica), ad agosto 104 Tresa, “impressionante capolavoro drammatico” con Gastone Monaldi; poi ad ottobre 105 106 il dramma in quattro parti Amor di matrigna con Rita Sacchetto, a novembre Colei che doveva morire, dramma passionale di Giulio Antamoro con Tilde Kassai (attrice “dai 107 108 toni espressivi tragici” ), e infine a dicembre Maschera folle, film con Lydia Quaranta, meglio conosciuta come l’interprete del personaggio di Cabiria nell’omonimo film di Giovanni Pastrone. E ancora nel 1916 troviamo, solo per citarne alcuni, Amore di ladro con Gustavo Serena, Debito di sangue con Eugenio Gilardoni e La collana della felicità con Elena Makowska.
3.3 GLI ARTISTI DELL’AVANSPETTACOLO
Nel periodo in cui lo Jovinelli fu adibito a sala cinematografica, alcuni artisti si esibirono ugualmente sul suo palcoscenico, prima della proiezione del film. Questo modo di proporsi anticipa un genere di spettacolo che si sarebbe diffuso pienamente soltanto all’inizio degli anni Trenta, quando cominciò ad essere identificato con il termine di
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G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.12. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, lunedì 5 marzo 1917, p.2. 103 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 25 agosto 1917, p.2. 104 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 11 agosto 1915, p.4. 105 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 1° ottobre 1915, p.4. 106 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 11 novembre 1915, p.4. 107 G. A. Semerano, Il divismo..., op.cit., p.17. 108 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 30 dicembre 1915, p.2. 102
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avanspettacolo. Esso si ispirava ad analoghi modelli di intrattenimento presenti nelle 109 sale cinematografiche straniere . Negli anni Trenta si formeranno delle vere e proprie compagnie specializzate in questo genere che “di solito agiscono due volte al giorno o tre 110 nei festivi” dando in avanspettacolo numeri di rivista o di varietà, oppure farsette o atti unici, di regola comici, per una durata oscillante 111 fra i 45 e i 90 minuti . Nonostante proprio gli anni Trenta siano considerati il periodo in cui nacque e si sviluppò l’avanspettacolo, anche precedentemente in teatri come lo Jovinelli venne utilizzata una forma d’intrattenimento che, a mio parere, rientra perfettamente nella definizione del genere sunnominato. Gli artisti che si presentarono allo Jovinelli nel periodo che stiamo analizzando, però, agivano da soli, in quanto questo tipo di spettacolo non era ancora così diffuso da giustificare la formazione di compagnie specializzate. Il loro compito era di intrattenere il pubblico in attesa dell’inizio della proiezione del film. In realtà non è stato semplice rintracciare i nomi di coloro che lavorarono allo Jovinelli negli anni 1912-18. Gli unici nomi certi che si hanno sono quattro: i Les Oddo Ferretti, Alma Nova, i Les Mussolesi e Pinuccia Crassà. Essendo troppo pochi per ricoprire un periodo di tempo così ampio, ci si potrebbe chiedere come mai manchino altri nomi. Le risposte probabili potrebbero essere molte, ma mi sembra che solo due possano essere attendibili. La prima è che, forse, la pratica di far svolgere spettacoli d’intrattenimento prima delle proiezioni non era ancora così diffusa da giustificare contratti a molti artisti e per lungo tempo. Oppure, ipotesi più probabile, furono i quotidiani e i periodici del tempo a non dare notizie su artisti presenti in un cinematografo. Infatti, nel caso dei periodici 112 specializzati sul teatro di varietà, è necessario dire come questi, per tutto il periodo che va dal giugno del 1912 al marzo del 1916, non abbiano alcuna corrispondenza relativa allo Jovinelli. Nei due anni che vanno dal 1916 al 1918 solo “Il Café-Chantant” pubblicherà qualche breve nota sullo Jovinelli, senza però essere esaustivo (darà, infatti, solo i nomi degli artisti sunnominati senza specificare altro). Per quanto riguarda, invece, 113 i quotidiani , questi riportavano solo i titoli dei film che si proiettavano nel teatro, senza
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Cfr. R. Morbelli, Avanspettacolo, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo, Le Maschere, 1954, coll. 1173-1174. 110 Ibidem. 111 Ibidem. 112 Cfr. lista dei periodici riportata quivi, nella bibliografia e in appendice. 113 Cfr “Il Messaggero” del periodo.
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dare ulteriori informazioni. Da tutto ciò si comprende come mai si abbiano notizie solo su quei pochi artisti e solamente per un breve periodo (dal 1916 al 1918). Non è stato, purtroppo, possibile avere ulteriori informazioni. La prima artista di cui si ha notizia è Pinuccia Crassà, una canzonettista eccentrica di Trieste. Pinuccia si esibì allo Jovinelli quasi certamente nel periodo che va tra la fine 114 del 1915 e l’inizio del 1916 . Di lei sappiamo che impose “le sue grazie ed il suo precoce 115 intuito artistico ai pubblici più disparati e più difficili” , riuscendo a conquistare grandi 116 teatri come il Diocleziano e il XX Settembre . 117 Successivamente vennero allo Jovinelli i duettisti “dicitori eccentrici” Les OddoFerretti. Il repertorio che presentavano era, in parte, composto dallo stesso Oddo Oddi, 118 artista napoletano noto come cantante “dalla voce esile ma piacevole e intonata” . Allo Jovinelli arrivarono nel mese di febbraio del 1917. Vi tornarono, poi, ad agosto dello stesso anno, ottenendo un tale successo da esaurire “seralmente [...] non solo il repertorio 119 ma la volontà del pubblico di applaudirli” . Gli Oddo-Ferretti lasciarono il teatro il 10 di 120 settembre per poi tornarvi un’ulteriore volta a dicembre . Altro duettisti che lavorarono in questo periodo allo Jovinelli furono i Les 121 Mussolesi, “parodisti eccentrici di voce” . Il duo vi esordì il 17 marzo del 1917, “reduce 122 da una tournée compiuta in Sicilia” , e vi rimase per circa un mese, avendo ottenuto un grande successo. L’ultima artista che sappiamo esser stata nel teatro è Alma Nova, canzonettista italiana. Alma venne allo Jovinelli sicuramente poco prima del febbraio del 1917, ottenendovi un buon favore di pubblico come ci testimonia “Il Café-Chantant”: Alma Nova prosegue a raccogliere allori romani. Ha fatto, con grande successo, il Trianon, l’Apollo, lo Jovinelli, la Sala Giraud [...] ed attualmente si trova al Varietà Roma per 123 poi ritornare in attesa rentrée al Trianon . 114
Cfr. Anonimo, Pinuccia Crassà, in “Il Café-Chantant”, a.XX, n.6 (635), 26 marzo 1916, rubrica “Api e Vespe”, p.9 115 Ibidem. 116 Entrambi furono sale di caffè concerto di Roma, molto famose nel primo novecento. Cfr. Ibidem. 117 Anonimo, Les Oddo-Ferretti, in “Il Café-Chantant”, a.XXI, n.17 (670), 26 agosto 1917, rubrica “Api e Vespe”, p.16. 118 E. De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Il Torchio, Napoli 1969, vol.2, p. 119 Anonimo, Les Oddo-Ferretti, art. cit., p.16. 120 Cfr. Anonimo, Les Oddo-Ferretti, in “Il Café-Chantant”, a.XXI, n.23 (676), 26 novembre 1917, rubrica “Api e Vespe”, p.16. 121 Anonimo, Elenco artisti abbonati, in “Il Café-Chantant”, a.XXI, n.7 (660), 25 marzo 1917, p.30. 122 Anonimo, Les Mussolesi, in “Il Café-Chantant”, a.XXI, n.7 (660), 25 marzo 1917, p.14 123 Anonimo, Alma Nova, in “Il Café-Chantant”, a.XXI, n.4 (657), 25 febbraio 1917, rubrica “Api e Vespe”, p.11
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CAPITOLO 4° LO JOVINELLI TRA PASSATO E FUTURO: DALLA FINE DELLA GUERRA ALLA MORTE DEL SUO FONDATORE E OLTRE (1918-1930)
4.1 IL RITORNO AGLI SPETTACOLI TEATRALI
All’inizio del 1918 il Teatro Jovinelli tornò nuovamente sotto la gestione della famiglia del suo fondatore. A prenderne le redini fu il maggiore dei figli maschi di Giuseppe, 1 Arcangelo Jovinelli , che iniziò ad occuparsi in prima persona della sua gestione a partire da quell’anno. Si decise di ritornare alle origini, proponendo nuovamente spettacoli di varietà. Ora però i tempi erano cambiati. La guerra, appena conclusa, aveva lasciato i suoi segni su tutto il teatro italiano e in particolare su quello cosiddetto “leggero” quale era il teatro di varietà. Già durante le fasi più dure della Grande Guerra si erano avvertiti i primi segni della crisi. Così scrive nel 1915 (poco dopo l’entrata in guerra dell’Italia) il periodico “Lo Spettacolo”: A Roma, eccettuata la Sala Umberto I, i teatri di varietà sono in piena crisi: il Salone Margherita ha preso le vacanze in primavera anziché in estate. l’Odeon, il Salone Elena e non 2 pochi altri hanno seguito l’esempio . Il periodo che si prospettava non era certo dei più favorevoli. Man mano che la guerra andava avanti e la crisi economica si faceva sempre più sentire, i teatri di varietà venivano anche colpiti dallo Stato che ne impediva l’apertura prolungata oltre certi orari: Su proposta del ministro dell’interno on. Orlando, è stato firmato il seguente decreto luogotenenziale: art.1 I teatri non possono rimanere aperti oltre le ore 24. I 1
Oltre ad Arcangelo (1894-1963), Jovinelli ebbe da Concetta Calabrese altri sei figli: Pasquale (?-1965), Graziano (1901-1979), Gustavo (1903-1976), Vittoria (1908-1938), Mario (?-1977) e Carmela (1915). A loro si deve aggiungere, naturalmente, Teresa, la figlia avuta nel 1892 da Anna Caputo. Cfr. T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli e il suo teatro, Edizioni Torre della Biffa, Benevento 1997, pp.23-24. 2 Anonimo in “Lo Spettacolo”, A.IX, n.19, 23 maggio 1915, p.2.
Capitolo 4: Dalla fine della guerra alla morte del suo fondatore e oltre (1918-1930)
cinematografi, i locali ove si danno spettacoli di varietà e tutti gli altri locali destinati a spettacoli o intrattenimenti 3 pubblici non possono rimanere aperti oltre le ore 22:30 . Era questo un decreto che, chiaramente, poneva sempre più distanza tra il teatro di prosa (considerato di maggior importanza e quindi più protetto) e gli spettacoli d’intrattenimento, ritenuti privi di un effettivo valore. Gli artisti del varietà e del caféchantant furono abbandonati a loro stessi: Chiudere i cafés-chantants alle ventidue e trenta, non significa forse, tout court, chiuderli definitivamente? [...] Perché questa distinzione fra generi di spettacolo? Il Varietà 4 non è forse teatro? La crisi raggiunse il suo punto più alto quando, dopo la disfatta di Caporetto (il 5 24 ottobre del 1917), i teatri di varietà furono chiusi “con l’ipocrita giustificazione di 6 riportare gli spettacoli alla ‘serietà e al patriottismo degni della guerra in atto’” . Il governo Salandra non dette la colpa di Caporetto alla inferiorità del nostro esercito per la scarsità dei fucili [...]; alle deficienze degli alti comandi [...]; alla demoralizzazione dei combattenti [...]; no; a nessuna di queste cause il governo Salandra dette la colpa di Caporetto ma ai socialisti e al 7 teatro di varietà . Dal periodo di crisi molti artisti cercarono di uscire cambiando genere di spettacolo e cercando di avvicinarsi di più al teatro di prosa; così, ad esempio, fece Raffaele Viviani 8 che, dopo aver riunito “una serie di macchiette con un vaghissimo filo conduttore” e aver così fatto nascere il suo primo lavoro drammatico, ‘O Vico, il 27 dicembre del 1917 esordì ufficialmente nella prosa al teatro Umberto di Napoli. Era un modo, anche questo, per riuscire a sopravvivere e a combattere contro uno Stato che, se da una parte proteggeva il teatro di prosa, dall’altra attaccava sempre più le altre forme spettacolari, considerate poco adatte al difficile periodo che l’Italia stava attraversando. 3
Decreto riportato da “Il Café-Chantant”, a.XX, n.24 (653), 26 dicembre 1916, p.1. Ibidem. Commento del periodico al decreto luogotenenziale. 5 Cfr. A. Lezza-P. Scialò, Viviani: l’autore, l’interprete, il cantastorie urbano, Colonnese, Napoli 2000, p.13. 6 P. Ricci, Raffaele Viviani, in AA.VV., Teatro contemporaneo, diretto da M. Verdone, p.312. 7 G. Trevisani, Guerra e chiusura dei varietà, in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà: vicende, memorie, personaggi 1870-1970, Feltrinelli, Milano 1980, pp.105-106. 8 A. Spaini-F. Savio, Raffaele Viviani, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1975, V.IX, Col.1744. 4
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Il Teatro Jovinelli riuscì, durante la guerra, a salvarsi da questa crisi riparandosi nel cinematografo, forma spettacolare allora in piena ascesa. All’inizio del 1918, con la guerra che volgeva ormai al termine, gli Jovinelli decisero che, forse, era venuto il momento giusto per riaprire le porte al varietà. Dopo aver eseguito dei lavori di ristrutturazione, il teatro ritornò alle origini, riproponendo quegli spettacoli di varietà che in un non lontano passato lo avevano reso celebre. La direzione artistica fu presa in mano, come detto in precedenza, dal maggiore dei figli maschi di Giuseppe, Arcangelo, anche se il padre continuò ad avere un ruolo predominante nella gestione generale del teatro. Nel febbraio del 1918 (mentre al teatro si davano ancora spettacoli cinematografici) apparve su “Il café-chantant” questa inserzione: Col 16 prossimo marzo si inizieranno gli spettacoli di Varietà al Teatro Jovinelli di Roma. Tutti gli artisti che vogliono esservi scritturati possono rivolgere le loro offerte al sig. 9 Arcangelo Jovinelli, presso il detto teatro [...] . Tutto era ormai pronto per la riapertura del locale: [...] il teatro Jovinelli, completamente rimesso a nuovo, sabato 16 marzo si inaugurerà con spettacoli di varietà di primissimo ordine composti di numeri di canto, danze ed 10 attrazioni mondiali . 11
Il giorno dell’inaugurazione “un’enorme folla” gremì “l’ampia sala del Teatro 12 Jovinelli” , tanto da costringere la sospensione della vendita dei biglietti. La sera lo spettacolo soddisfò in pieno le aspettative del pubblico: L’intero programma ha ottenuto un entusiastico successo. Helly I ha fanatizzato con la sua meravigliosa arte; Faria ha divertito immensamente il pubblico che l’ha più volte chiamato alla ribalta. Ottimo il Trio Wirthel. Applauditissima 13 Linda Amore e tutto il resto del grandioso programma .
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Inserzione tratta da “Il Café-Chantant”, A.XXII, n.3 (681), 26 febbraio 1918, p.17. Anonimo, Un nuovo gran cinema, in “Il Messaggero”, sabato 2 marzo 1918, p.3. 11 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 17 marzo 1918, p.2. 12 Ibidem. 13 Ibidem. 10
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Sembrava che tutto fosse tornato com’era prima della guerra, quando il varietà viveva il suo periodo d’oro. I programmi degli spettacoli ricominciarono, almeno nei primi tempi, ad essere com’erano stati allora, come testimonia uno dei protagonisti dell’epoca, Adolfo Narciso: dopo la marcetta d’introduzione, si cominciava con un atto d’innegabile coraggio: l’uscita del “primo numero” che era la stellina microscopica del firmamento artistico [...]. Il repertorio consisteva in tre o quattro canzoni che venivano puntualmente cantate per dei mesi. [...] Alla fine nessuno batteva le mani. [...] Poi lo spettacolo continuava secondo 14 una precisa gerarchia di nomi e di semi-celebrità . Alla più o meno lunga passerella di canzonettiste più o meno brave, seguivano i veri e propri numeri d’arte varia: Si cominciava con il ventriloquo, quello che per un ventennio fece parlare i suoi due fantocci, [...] o con un “imitatore principe” che stupiva gli spettatori con le parodie di Ruggeri e di Zacconi [...]. Dall’alto del loggione [...] un riflettore ronzante folgorava di luce azzurra [...] la scena: la danzatrice dal celebre corpo volteggiava al suono di musiche esotiche 15 [...] . Ma il momento più atteso dal pubblico era sicuramente quello del numero finale, 16 quando entrava in scena la vedette : Qualche battuta d’attesa prima dell’uscita dell’astro: un servo di scena passava da leggio in leggio a distribuire le partiture ai “professori”, luce azzurra sulla scena, il maestro con la bacchetta alzata, una specie di sospensione elettrica 17 gravava sul pubblico... Eccola! 18
Dopo la sua esibizione il “galoppo finale [...] era la sentenza inappellabile del 19 termine dello spettacolo” . I primi tempi dopo la riapertura, lo Jovinelli poté continuare a seguire questo 14
A. Narciso, Napoli col suo manto di sole, Napoli 1946, pp.184-185. Ivi, p.185. 16 Sulla vedette vedi Quivi, §2.2, p.32. 17 A. Narciso, Napoli col suo manto..., op. cit., p.185. 18 Sul galoppo vedi Quivi, §2.2, p.32, nota 26. 19 A. Narciso, Napoli col suo manto..., op. cit., p.186. 15
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schema tradizionale. Ben presto, però, ci si rese conto, con rammarico, che i tempi erano cambiati. La gente, forse, aveva meno voglia di sorridere a cuor leggero, desiderando, invece, “vedere sul palcoscenico un modo di vivere che fosse un po’ più in su del 20 livello quotidiano” . La guerra aveva lasciato i suoi segni indelebili e il varietà (almeno 21 quello tradizionale ) non poteva non risentirne; stava, ormai, iniziando il suo lento ma inesorabile declino: Nel decennio dal ’20 al ’30 la rivista e l’avanspettacolo finirono con l’assorbire le ultime manifestazioni del varietà (ormai diviso – pubblico e artisti – dal cinema e dalle case discografiche) e le nuove leve che si andavano affermando 22 da qualche anno (Totò, Nino Taranto [...]) . All’inizio degli anni Venti la famiglia Jovinelli si rese conto che non si poteva più mandare avanti un teatro portando in scena solo ed esclusivamente spettacoli d’arte varia. Ora il pubblico chiedeva qualcosa di diverso, di nuovo. I film, il cinema. L’evasione, il divertimento, hanno trovato dagli anni Venti un rivale grandioso al teatro, a tutto il teatro. La rivista si pone in concorrenza con il cinema [...]. L’avanspettacolo con il cinema scende a patti [...]. Al pubblico più povero e marginale offre, assieme all’evasione del film, la realtà di copioni abborracciati, di comici ben presenti e riconoscibili, di ballerine magari un po’ sfatte, ma 23 di carni vistose e vicine Era, oltretutto, cambiato l’orizzonte politico: ora il varietà era costretto a scendere a patti, oltre che col cinema, anche con la censura fascista, “e dal fascismo bisognava 24 difendersi stuzzicandolo senza farsene accorgere” . Le leggi fasciste, infatti, imponevano 20
D. Salvatori, Il café-chantant a Roma. Canzoni, soubrettes e comici di una grande stagione dello spettacolo, Newton Compton, Roma 1996, p.52. 21 Adolfo Narciso, a questo proposito, dice: “Il Varietà d’allora, senza dubbio è morto. Non ne resta che la memoria nei dischi di vecchie canzoni, fabbricati quando ancora non c’era l’incisione elettrica. Il cinema travolse il fragile castello dei fondali raffiguranti il Vesuvio, le tolette delle dive borellegianti, le musiche languide; i progressi del “Jazz” che giornalmente si allargano, le “girl” concorsero a strappare gli ultimi lustrini alle vesticciuole dei “primi numeri” e fecero obliare dive e stelle dell’ottocentesco Varietà”. In A. Narciso, Napoli col suo manto..., op. cit., p.186. 22 E. Golino (a cura di), Varietà in Italia, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1962, V.IX, coll.1452-1453. 23 G. Fofi, Prefazione, in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà: vicende, memorie, personaggi 18701970, Feltrinelli, Milano 1980, p.96. 24 S. De Matteis, La parola e il silenzio, in R. De Angelis, Café-chantant: personaggi e interpreti, a cura di S. De Matteis, La casa Usher, Firenze 1984, p.26.
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tutta una serie di regole che impedivano ai comici e agli artisti dell’epoca di lasciare andare liberamente la propria creatività: le leggi fasciste [...] vietavano ogni riferimento al regime e ai costumi imposti, [vietavano] di parlare delle condizioni locali e regionali o dei problemi che, riferiti alle varie situazioni, si 25 potevano immettere nei testi e nelle rappresentazioni . Scendere a patti con la censura fascista, significò dover eliminare la satira politica 26 (o almeno celarla all’interno dei testi), ridurre l’uso del dialetto (osteggiato per legge) 27 e favorire invece “la mera evasione” , per non incorrere in blocchi o tagli stabiliti dal censore: Il censore teatrale Leopoldo Zurlo, più “signore” napoletano che non fascista in orbace, si attiene alla decisione mussoliniana secondo la quale nelle cose frivole per definizione, come il teatro di varietà e di rivista, le cose “sacre” (il fascismo) non vanno neanche nominate, non ci 28 vanno mischiate . Per salvarsi, era quindi necessario ricorrere anche ad altre forme spettacolari. Così accanto ai normali spettacoli di varietà, dall’inizio degli anni venti cominciarono ad alternarsi sul palco dello Jovinelli anche incontri di boxe, spettacoli cinematografici, sceneggiate e riviste: l’obiettivo era quello di accontentare ed intrattenere al meglio un pubblico sempre più esigente, senza per questo avere problemi col regime che si stava affermando. E fu proprio grazie a questa sua capacità di adattamento che lo Jovinelli poté superare quasi indenne la crisi del varietà.
4.2 LE CANZONETTISTE
Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, le prime ad esibirsi erano le 29 canzonettiste e in particolare le cosiddette generiche , artiste normalmente alle prime 25
S. De Matteis, Generi popolari, in A. Attisani (a cura di), Enciclopedia del teatro del ‘900, Feltrinelli, 1980, p.435. 26 Cfr. G. Fofi, Prefazione, in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà..., op. cit., p.95. 27 Ibidem. 28 Ibidem. 29 Cfr. Quivi, §2.3, p.37.
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armi che si presentavano al pubblico con un repertorio misto. Rientrava ancora in questa definizione, ad esempio, Dina Dini, canzonettista nata in provincia di Salerno nel 1899. La 30 Dini (il cui vero nome era Giuseppina Rodriguez ) si presentò nel teatro di don Peppe nel maggio del 1919 da esordiente, proponendosi, quindi, come generica ; successivamente, nel corso della sua carriera, si specializzerà prima come eccentrica per poi arrivare ad un 31 repertorio melodico . Canzonettiste generiche erano anche Mary Montenotti (esibitasi in questo teatro nell’agosto del 1918), Rina D’Oris (venuta allo Jovinelli nel dicembre del 1920) e Ria D’Este (venutavi nel 1929). 32 Un diverso repertorio era presentato dalle canzonettiste cosiddette eccentriche , genere in cui rientrava, ad esempio, Clara Paris, una delle prime canzonettiste a calcare il palco dello Jovinelli dopo la guerra. Clara fu una delle più belle giovani e brave stelle del nostro teatro di varietà. I suoi successi [...] ne fanno fede e le [...]acclamazioni che l’han [...] accompagnata recentemente, durante la sua 33 permanenza al Jovinelli [...] . ne sono testimonianza. Buona interprete della canzone napoletana, Clara era 34 “apprezzata sia nel repertorio melodico che in quello eccentrico” . Allo Jovinelli si esibì più volte tra il 1918 e il 1919 con canzoni quali ‘A Luciana, Malavita (entrambe del maestro Del Vecchio) ed altre ancora, dimostrando “oltre alle doti canore [...], 35 quanto valore offre il suo temperamento comico e drammatico” . Sempre canzonettiste eccentriche erano anche Tina Louvret (esibitasi qui più volte tra il 1919 e il 1920), Maria 36 Altieri (“stella eccentrica” esibitasi tra il 1918 e il 1919), Mimì Orientale (venuta tra il 1921 e il 1922), Leonina (esibitasi nel luglio del 1926), Lina Castillo (“stella eccentrica 37 vivacissima” venuta nel 1929) e molte altre. Di tutt’altro spessore artistico erano considerate le romanziste, canzonettiste che, 38 come si è già visto in precedenza , presentavano al pubblico motivi di più difficile interpretazione per i quali era necessario un maggiore talento artistico. Nel periodo che stiamo analizzando, oltre a Clara Paris, vennero allo Jovinelli altre due romanziste: 30 31 32
Cfr. E. De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Il Torchio, Napoli 1969, vol. II, p.133.
Ibidem.
Cfr. Quivi, §2.3, p.48. Anonimo, Clara Paris, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.7 (685), 31 luglio 1918, p.18. 34 E. De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Il Torchio, Napoli 1969, vol. II, p.286. 35 Anonimo, Clara..., art. cit., p.18. 36 Apenac (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.9 (699), 12 maggio 1919, p.17. 37 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Varietà”, a.XXXIII, n.2 (880), 15 febbraio 1929, p.17. 38 Cfr. Quivi, §2.3, p.52. 33
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Giulietta Belli e Ester De Marini. Entrambe si erano già esibite in questo teatro prima della 39 guerra. La Belli vi tornò alla fine di novembre del 1918, in occasione della riapertura 40 del teatro dopo una chiusura forzata dovuta all’epidemia di febbre spagnola . Ester De 41 42 Marini , invece, vi tornò nel marzo del 1921 , ottenendo anche in questa occasione un grande favore di pubblico. Un altro genere di canzonettiste erano le dicitrici, artiste che si distinguevano per 43 un’interpretazione più intensa e sentita della propria melodia. Negli anni che vanno dal 1918 al 1930 solo due diseuse dai nomi esotici (ma con molta probabilità italianissime) si esibirono su questo palco: Fatima e Misnie Fe Gasmir. Fatima venne nel novembre 44 45 del 1928 e, in quell’occasione, fu “molto apprezzata e festeggiata” dal pubblico. Nel febbraio dell’anno successivo si esibì, invece, Misnie Fe Gasmir della quale, purtroppo, non si conosce nient’altro oltre al nome. Naturalmente, oltre alle canzonettiste viste finora, molte altre furono quelle che si esibirono in questo teatro negli anni che stiamo analizzando; alcune di esse venivano presentate dai quotidiani e dai periodici dell’epoca semplicemente come “stelle”, senza una precisa distinzione riguardo al loro repertorio. Rientrano in questa definizione artiste quali Lina Deo, Reginella, Itadda Ailema, Fulvia Musette ed altre ancora. Una delle prime ad esibirsi su questo palco subito dopo la guerra fu Lina Deo, una 46 “delle più note interpreti di canzoni napoletane” . La Deo aveva esordito nel varietà nel 47 1907, facendosi ben presto notare per “la sua voce appassionata e vibrante” . Dopo aver preso parte a numerosi spettacoli di varietà in Italia e all’estero e dopo aver partecipato a varie Piedigrotte, giunse nel febbraio del 1919, in pieno successo, al Teatro Jovinelli, 48 riuscendo ad ottenere anche qui un buon favore di pubblico . 49 Un’altra stella era Reginella, artista “italo-napoletana” esibitasi sul palco dello Jovinelli più volte tra il 1918 e il 1930. Reginella proponeva al pubblico un “repertorio di 50 canzoni e di eccentricità” , ottenendo sempre un discreto successo. 39
Su Giulietta Belli v. Quivi, §2.3, p.51. Alla fine di ottobre del 1918, a causa di un’epidemia di febbre spagnola, le autorità avevano imposto la chiusura dei locali di varietà di Roma. Essi poterono riaprire il 23 di novembre dello stesso anno. Cfr. nota di cronaca in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.9 (687), 30 ottobre 1918, senza numero di pagina, e nota di cronaca in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.11 (689), 26 novembre 1918, p.12. 41 Su Ester De Marini v. Quivi, §2.3, p.51. 42 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 27 marzo 1921, p.4. 43 Sulle dicitrici v. Quivi, §2.3, p.52. 44 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Varietà”, a.XXXII, n.11 (877), 15 novembre 1928, p.18. 45 Ibidem. 46 E. De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Il Torchio, Napoli 1969, vol. II, p.122. 47 Ibidem. 48 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.4 (694), 27 febbraio 1919, p.14. 49 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 4 novembre 1924, p.4. 50 Ibidem. 40
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Sempre nella stessa categoria rientrava anche Itadda Ailema , nome d’arte di Amelia Addati. Cantante di origini napoletane, “bruna, dagli occhi neri ed espressivi, con 52 una figurina dal portamento signorile” , Itadda giunse allo Jovinelli per la prima volta nel gennaio del 1920, quando era nel pieno del successo (aveva, infatti, esordito sulle scene del varietà cinque anni prima). Nel maggio dello stesso anno vi tornò, presentando 53 54 “le canzoni di Primavera” e riuscendo ad ottenere “un vero trionfo” . L’Itadda fu tra le interpreti preferite dal grande autore E. A. Mario, “del quale, in particolare, cantò, 55 in una versione ricordevole: Canzone appassiunata” . Nel dicembre del 1929, in pieno 56 successo, diede l’addio al mondo dello spettacolo per sposarsi . 57 Nell’ottobre del 1921 arrivò allo Jovinelli la stella “napoletanissima” Ria Rosa, 58 al secolo Maria Rosaria Liberti . Ria aveva esordito nel varietà nel 1915 al teatro Sala 59 Umberto di Napoli “come sciantosa e canzonettista” . Divenne ben presto famosa, facendosi apprezzare soprattutto “per la sua voce scura, adatta per il repertorio napoletano 60 più drammatico” . Dopo esservisi esibita per la prima volta nel 1921, tornò allo Jovinelli nel febbraio del 1922, poco prima di lasciare definitivamente l’Italia per emigrare a New 61 York, luogo dove per anni fu considerata la “cantante degli emigranti” . 62 Stella ancora più brillante fu senz’ombra di dubbio Ersilia Sampieri , “altrimenti detta la ‘Signora del Variété’ per i suoi copiosi sorrisi, i suoi buoni modi, e per la sua 63 dizione pretenziosa e affettata” . Nata a Torino, era rimasta ben presto orfana di entrambi i genitori. Esordì nel mondo dello spettacolo a soli dieci anni, esibendosi nella Compagnia 64 Lillipuziana . Successivamente si staccò dalla compagnia e cercò il successo a Napoli, 65 con il nome d’arte di Piccola Andalusa . Allo Jovinelli giunse una prima volta nel 1911
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Nata a Napoli nel 1896 e morta (forse a Roma, dove si era trasferita definitivamente dopo il matrimonio) nel 1990. Cfr. D. Salvatori, Il café-chantant a Roma. ..., op. cit., p.43. 52 E. De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Il Torchio, Napoli 1969, vol. II, p.16. 53 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 22 maggio 1920, p.4. 54 Ibidem. 55 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.16. 56 Cfr. Ibidem. 57 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXVI, n.3 (752), 12 febbraio 1922, p.12. 58 Cfr. D. Salvatori, Il café-chantant..., op. cit., p.48. Ria Rosa era nata nel 1899 e morì nel 1991. 59 Ibidem. 60 Ibidem. 61 Ibidem. 62 Nata nel 1877 e morta nel 1955. 63 R. De Angelis, Café-chantant..., op. cit., p.78. 64 Compagnia lirica composta solo da bambini. Cfr. F. Possenti, I teatri del primo novecento, Lucarini, Roma 1984, p.222. 65 Cfr. D. Salvatori, Il café-chantant..., op. cit., p.48.
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e vi tornò successivamente nel 1924, quando ormai la sua carriera era al culmine del successo. La Sampieri, cantante ricca di grazia e con una vocalità di maniera, incarnò per anni la tipica primadonna del café-chantant, interpretandone 66 lo spirito e lo stile di vita [...] . Inoltre, “oltre ad essere bravissima come cantante, possedeva un cuor d’oro e lo 67 poneva a disposizione dei numerosi bisognosi di lavoro o di altro” . Ritiratasi dalle scene 68 nel 1932, morì in un Istituto di beneficenza nel 1955, ormai ridotta in povertà . Altra grande stella passata sul palco dello Jovinelli fu Zara I, al secolo Giulia 69 Cerasaro , “artista semplice e perfetta, cantatrice soave ed armoniosa, interessante, 70 espressiva” . Nonostante fosse nata e cresciuta a Roma, divenne famosa come interprete delle canzoni napoletane. Aveva debuttato alla Sala Umberto di Roma nel 71 1916, ottenendovi un grande favore di pubblico grazie alla sua “deliziosa voce” ed 72 al “fascino suo particolare” . Allo Jovinelli esordì nel maggio del 1920 presentando 73 il repertorio di canzoni Primavera 1920 . Vi tornò poi nell’ottobre dello stesso anno, 74 con “una buona rievocazione della Piedigrotta 1920” . “Cantante popolare ma in grado 75 di effettuare salti anche nel repertorio più sofisticato” , Zara riuscì negli anni Venti a diventare un’attrazione fissa dei più rinomati teatri di varietà della capitale e soprattutto dello Jovinelli, esibendovisi più volte e rimanendovi anche per lunghi periodi. Dopo aver sposato Graziano Jovinelli (da cui ebbe l’unica figlia, Mary), continuò la sua scalata al successo nella capitale, proponendo al pubblico numerose canzoni che, grazie a lei, 76 ottennero una grande popolarità, quali Via maestra, Roselline ed altre ancora . Si ritirò dalle scene nel 1943 senza, però, abbandonare il mondo dello spettacolo capitolino: affiancò fino alla morte, infatti, il marito nella gestione del teatro di famiglia. Di origini napoletane era, invece, un’altra stella salita più volte sul palco dello 77 Jovinelli: Fulvia Musette, nome d’arte di Angiola Lombardi , nata a Napoli nel 1889. 66
Ibidem. F. Possenti, I teatri..., op. cit., p.222. 68 Cfr. Ibidem. 69 Nata nel 1896 e morta nel 1966. Cfr., D. Salvatori, Il café-chantant..., op. cit., p.49. 70 Anonimo, Zara I, in “Il Café-Chantant”, a.XXXII, n.4 (870), 15 aprile 1928, p.10. 71 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.405. 72 Ibidem. 73 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 6 maggio 1920, p.4. 74 Umberto, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIV, n.17 (728), 27 ottobre 1920, p.11. 75 D. Salvatori, Il café-chantant..., op. cit., p.49. 76 Cfr. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.405. 77 Cfr. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.271. 67
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“Cantante di un certo talento e bellissima donna” , Fulvia si era fatta conoscere esibendosi in vari teatri di varietà quali l’Eden di Milano, il Flora-Park e il Vomero di Napoli e l’Eden di Catanzaro. Allo Jovinelli giunse una prima volta nel 1910 per poi tornarvi molti anni dopo (nel 1919). Apprezzata soprattutto “pel bel canto e per le danze che 79 esegue con grazia e perfezione” , la Musette aveva un repertorio vastissimo composto 80 principalmente da “melodie e canzoni allegre” napoletane. Dopo anni di successi, si ritirò nel 1922 per sposarsi. Artista importante fu anche Alda Vergani, cantante di origine napoletana nota soprattutto per i suoi duetti con il cantante Adolfo Narciso. Dopo aver partecipato a numerose Piedigrotte, Alda giunse allo Jovinelli una prima volta alla fine di maggio del 1919, ottenendovi un buon favore di pubblico. Vi tornò, poi, negli anni Venti con Narciso e, tra il 1926 e il 1927, con la compagnia napoletana “Napoli canta” diretta da Ciccillo Rondinella, di cui era entrata a far parte. La Vergani è stata una delle vedette più acclamate della canzone napoletana, validissima sia nel genere melodico che in quello brioso. Incisivo il suo talento nei rallegranti duetti [...] 81 che erano un po’ il clou delle sue serate d’onore . Una non minore importanza ricopriva, all’inizio degli anni Venti, Ersilia Amorini, canzonettista romana che, come già era accaduto per altre artiste, si era fatta conoscere 82 per “quella verve” con cui riusciva ad interpretare le più belle canzoni napoletane. Questa giovane bella artista [...] ha tutti i requisiti di una grande artista lirica per il suo timbro di voce. [...] Ha l’arte di affascinare e trasportare, con le sue canzoni, tutti i cuori 83 anche quelli più duri . L’Amorini arrivò al Teatro Jovinelli una prima volta nell’aprile del 1920, ottenendovi subito un grande successo, tanto da essere richiamata ad esibirsi nel teatro per altre tre volte nel corso dello stesso anno: “in programma [...] Ersilia Amorini (alla sua 84 quarta rentrée in un anno)” , scrive il corrispondente del “Café-Chantant” nel presentare il programma della serata allo Jovinelli. E, in effetti, quattro rentrée in un anno erano 78
Ibidem. Anonimo, Note dei concerti: Teatro Jovinelli, in “Eldorado Canzonettistico”, A.II, n.33, Roma 23 novembre 1910, p.13. 80 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.271. 81 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.391. 82 Anonimo, Ersilia Amorini, in “Il Messaggero”, domenica 25 aprile 1920, p.2. 83 Ibidem. 84 Umberto, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIV, n.16 (727), 12 ottobre 1920, p.21. 79
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sicuramente indice di successo. L’Amorini tornò allo Jovinelli anche l’anno successivo, 85 86 prima (ad aprile) in coppia con Totò , poi di nuovo da sola (a maggio) . Accanto a queste canzonettiste che hanno lasciato, chi più chi meno, un qualche segno nella storia del varietà nostrano, ne troviamo molte altre che sono rimaste solo dei nomi su pagine sbiadite di qualche periodico. Tra queste, solo a titolo d’esempio, 87 possiamo ricordare la Bella Orero (esibitasi in questo teatro nel 1918 e il cui nome voleva richiamare la ben più famosa Bella Otero, stella del varietà di origini spagnole e 88 “figura mitica di sciantosa, canzonettista e ballerina” del primo novecento): La Bella Orero: da quanto tempo non udivamo più il suo nome? [...] Oggi noi la rivediamo [...] nella trionfante gloria della sua meravigliosa bellezza, e nella sottil seduzione della 89 sua eleganza parigina [...] . 90
E ancora Zazà I (“giovanissima eccentrica ed interprete napoletana” venuta allo 91 Jovinelli nel giugno del 1919), Colombella (“brava eccentrica” esibitasi qui nel marzo 92 del 1921), Ines Flores (“stellissima” esibitasi nell’ottobre del 1924), per finire con Siria 93 Di Landa, “eccentrica” , venuta qui nel novembre del 1924.
4.3 I DUETTI
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Un altro momento importante della serata era costituito, come abbiamo già visto , dall’esibizione di una coppia di duettisti che presentavano pezzi comici o canzoni. Nell’aprile del 1918, poco dopo la riapertura dello Jovinelli a spettacoli d’arte varia, vi
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Cfr. Alfredo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.5 (736), 27 aprile 1921, p.16. Cfr. Coquelicot (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.6 (737), 12 maggio 1921, p.14. 87 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 13 giugno 1918, p.2 e Anonimo, La Bella Orero, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.7 (685), 31 luglio 1918, p.17. 88 D. Salvatori, Il café-chantant..., op. cit., p.43. 89 Anonimo, La Bella Orero, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.7 (685), 31 luglio 1918, p.12. 90 Anonimo, Zazà I, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.12 (702), 12 luglio 1919, p.14. 91 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 24 marzo 1921, p.4. 92 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 30 ottobre 1924, p.4. 93 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 20 novembre 1924, p.4. 94 Cfr. Quivi, §2.4, p.55. 86
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esordì il duetto comico I Laville, di cui faceva parte l’artista Arturo . Il debutto avvenne il giorno 16 e il successo fu grande: I Laville hanno debuttato il 16 al Teatro Jovinelli di Roma raccogliendovi tale successo e dimostrazioni di vivissima simpatia da vedersi richiesti subito da molte altre imprese 96 romane . Tra i loro vari sketch, l’anonimo cronista de “Il Café-Chantant” ne mette in risalto soprattutto due, entrambi molto apprezzati dal pubblico: Tramontana e Poker, 97 quest’ultimo creato apposta per il loro debutto allo Jovinelli . Sempre nello stesso anno ritornò in questo teatro il duo comico Oddo-Ferretti, 98 già incontrato negli anni del cinematografo . Il duo si esibì più volte tra il 1918 e il 1920, riscuotendo sempre un tale successo da poterlo definire addirittura, in alcuni casi, 99 “fanatismo” . Non sempre, però, le loro rentrée allo Jovinelli furono del tutto volontarie; una in particolare (quella di luglio del 1919) fu favorita dal caso: Oddo-Ferretti costretti a troncare la loro tournée nel meridionale [...] per recarsi a Roma a fornirsi degli oggetti ed abiti che loro furono rubati in teatro, sono stati subito scritturati al Teatro Jovinelli, ove hanno avuto un grande 100 successo. Il 15 serata d’onore . 101
Nell’ottobre del 1920, accompagnati sempre da un “continuo successo” , gli Oddo-Ferretti diedero l’addio allo Jovinelli. Ormai la carriera del duo era agli sgoccioli; 102 il 7 marzo 1923 Oddo Oddi, mente e anima del duetto, sarebbe morto a Treviso ponendo la parola fine a un connubio artistico così ricco e vigoroso. Un altro famoso duo arrivò allo Jovinelli nel marzo del 1919: il Duo Marchetti, 103 formato da Nino Marchetti e Dora Fiorentini . Il loro repertorio era composto 104 principalmente da canzoni napoletane tra cui Ammore ‘e pate , uno dei loro più grandi
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Cfr. Anonimo, I Laville, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.5 (683), 28 aprile 1918, p.19. Ibidem. 97 Cfr. Anonimo, I Laville, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.4 (682), 28 marzo 1918, p.17. 98 Cfr. Quivi, §3.3, p.113. 99 Anonimo, Totò - Totò - Totò, in “Il Messaggero”, sabato 31 luglio 1920, p.4. 100 Anonimo, Oddo-Ferretti, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.12 (702), 12 luglio 1919, p.14. 101 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 4 agosto 1920, p.4. 102 Cfr. Anonimo, Breve nota di cronaca, in “Il Café-Chantant”, a.XXVII, n.4 (773), 27 marzo 1923, p.10. 103 Cfr. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.241. 104 Cfr. Ibidem. 96
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successi. La permanenza allo Jovinelli fu molto breve, nonostante avessero ottenuto un 105 “entusiastico successo” : già il mese successivo erano ripartiti verso altri teatri. Più lunga fu, invece, la permanenza in questo teatro del Duo Ferri, venutovi una prima volta nel 1920 e tornatovi successivamente nel 1927. Il loro repertorio era formato principalmente da una serie di sketch comici, composti da loro stessi. Il “simpatico Duo 106 Ferri” ottenne, alla sua rentrée nel settembre del 1927, un tale successo da meritarsi una serata d’onore: Oggi spettacoli in onore dei bravissimi artisti romani Duo Ferri. Per l’occasione i seratanti si presenteranno in un nuovo 107 repertorio tra cui Sempre Charleston e La moda d’oggi . 108
Nel luglio del 1918 giunse allo Jovinelli, in coppia con Isabella Valprato , uno 109 dei più famosi cantanti del varietà italiano: Adolfo Narciso , conosciuto grazie anche ai numerosi articoli e libri da lui scritti per raccontare il mondo del varietà. Narciso aveva esordito nel teatro molto giovane in una compagnia di operette, scritturato nel ruolo di 110 generico . Dopo l’insuccesso ottenuto, si rese conto che poteva avere risultati positivi non solo recitando, ma anche (e soprattutto) cantando. Fu così che tramite Carulì e Oilì Oilà, di Di Giacomo e Costa, scoprì di possedere una voce e l’attitudine al canto. [...] Prese a frequentare salotti, cantò sulle rotonde dei bagni, nei caffè e fu attore, cantante, macchiettista fino a divenire 111 popolarissimo, ottenendo scritture che duravano mesi . Ben presto iniziò a cantare in coppia con le più famose canzonettiste dell’epoca (tra 112 cui anche Alda Vergani, di cui abbiamo parlato in precedenza) fino a formare coppia fissa, per oltre un ventennio, con la Valprato, “soprano dalla voce assai bella e sorella di 113 un pittore genovese” con cui si esibì anche allo Jovinelli nel 1918, nell’aprile del 1920 e nel marzo del 1921, ottenendo sempre un buon successo: “Il bel canto trionfa al Teatro 114 Jovinelli con [...] il duo Narciso–Valprato” . Dopo essere stato per molti anni presidente 105
Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 1 marzo 1919, p.2. Umberto, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIV, n.17 (728), 27 ottobre 1920, p.11. 107 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 21 settembre 1927, p.2. 108 Nome d’arte di Isabella Vaccaro. Cfr. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.276. 109 n. a Napoli nel 1877 e m. ivi nel 1948. 110 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.275. 111 Ibidem. 112 Cfr. Quivi, §4.2, p.128. 113 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.276. 114 Alfredo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.4 (735), 12 aprile 1921, p.23. 106
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della F.A.V.I. (Federazione Artisti Varietà Italiani, da lui stesso fondata) e aver dominato la scena del varietà italiano, a cinquant’anni Narciso decise di abbandonare il teatro e 115 dedicarsi esclusivamente alla sua attività di scrittore. Morirà nel 1948 . Oltre a quelli citati, ci furono molte altri artisti che si esibirono in coppia allo Jovinelli, dei quali, però, si sa poco o niente. Fra questi possiamo ricordare il comico Duo Felios, venuto qui più volte tra il 1921 e il 1926, ottenendo sempre un gran favore di pubblico: Dopo successoni al Jovinelli di Roma il Duo Felios [...] incide con la Fonografia altre sue dieci scenette originalissime fra cui novità quali: Er Mozzorecchi, Ah, quante lingue!, L’Abruzzese e la chitarra, Er vetturino romano filosofo, L’Abruzzese in cerca di fortuna, Cirano di Bergerac visto da 116 un romano . E ancora il duetto comico Alfa Omega, esibitosi nell’agosto del 1918 insieme 117 118 al figlio Cirillino “il piccolo comico” , i Bigliani-Esedra, “duettisti comici di voce” 119 venuti nel 1919, ed infine il “comicissimo” Duo Bragalone, specializzato in scenette militari, esibitosi in questo teatro più volte tra il 1926 e il 1929.
4.4 I CANTANTI
Accanto alle canzonettiste e ai duetti, uno spettacolo di varietà prevedeva anche l’esibizione di un cantante solista. Il primo cantante a lavorare allo Jovinelli dopo la ripresa degli spettacoli di varietà fu Guglielmo Inglese, venuto in questo teatro nel luglio 120 del 1918. Cantante “melodista” , Inglese ottenne subito un buon successo “per i suoi 121 122 meriti” e grazie al “suo repertorio speciale” . Dopo anni di successi con la canzone, passò nel 1920 al genere comico entrando a far parte della compagnia di Raffaele Viviani,
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Cfr. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.276. Anonimo, Duo Felios, in “Il Café-Chantant”, a.XXX, n.5 (831), 10 marzo 1926, p.9. 117 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.8 (686), 31 agosto 1918, p.24. 118 Apenac (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.8 (698), 27 aprile 1919, p.13. 119 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Varietà”, a.XXXIII, n.2 (880), 15 febbraio 1929, p.17. 120 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.205. 121 Anonimo, Guglielmo Inglese, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.7 (685), 31 luglio 1918, p.15. 122 Ibidem. 116
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dove rimase per circa quattro anni. Alla fine della seconda guerra mondiale tornò in Italia dall’America, dove era rimasto per molti anni, e iniziò a partecipare a numerosi film, 123 come spalla di grandi comici . Un altro cantante venuto in questi anni allo Jovinelli fu Alfredo Capaldo, la “voce 124 d’oro” del varietà italiano. Giunse al Teatro Jovinelli nel febbraio del 1919: Alfredo Capaldo [...] ha ripreso il suo posto di artista, dopo aver fatto il suo dovere di cittadino e di soldato, ed ha 125 splendidamente debuttato al Teatro Jovinelli di Roma . Dopo quest’isolata esperienza nel teatro romano, girò per molti varietà del centro Italia, ottenendo sempre un buon successo. Entrò poi a far parte della compagnia di Raffaele Viviani come tenore rimanendovi undici anni. Terminò la sua carriera come 126 capocomico . Nel luglio del 1922, si esibì in questo teatro anche Aurelio Cimata, in arte Gabrè. Nato in Calabria nel 1890 e trasferitosi a Roma in tenera età, aveva esordito nel teatro di varietà a ventiquattro anni come interprete di canzoni napoletane. Cantante “dalla calda 127 voce, corretto nel gesto e signorile nei modi” , quando venne allo Jovinelli fu accolto da un buon favore di pubblico: Gabrè trionfa al Teatro Jovinelli ove alla sua grande arte, passa in terza e quarta... categoria tutto il resto del programma mentre il pubblico lo attende seralmente con evidente nervosismo e poi lo evoca con insistenza ai 128 maggiori onori . Il suo repertorio comprendeva, fra le tante, canzoni di Tagliaferri, Valente, E. A. 129 Mario e Lama che costituivano “i suoi cavalli di battaglia” . Gabrè, che era riuscito a portare “sulla piccola scena signorilità e voce fresca e penetrante, dotata di dolcezze, 130 finezze e sfumature” , morirà nel 1946 nel corso di una tournée, lasciando la canzone napoletana orfana di uno dei suoi più validi interpreti.
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Cfr. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.205. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.61. 125 Anonimo, Alfredo Capaldo, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.3 (693), 12 febbraio 1919, p.10. 126 Cfr. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.61. 127 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.179. 128 Anonimo, Gabrè, in “Il Café-Chantant”, a.XXVI, n.12 (761), 12 luglio 1922, p.13. 129 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.179. 130 R. De Angelis, Café-chantant..., op. cit., p.57. 124
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Tra gli altri cantanti che lavorarono per lo Jovinelli negli anni Venti, troviamo 131 anche Pino Pini, “melodista” venuto più volte tra il 1918 e il 1927 e Aldo Toscanini, il 132 “cantante dicitore” esibitosi più volte tra il 1922 e il 1923.
4.5 LE ATTRAZIONI
Dopo la lunga carrellata di bellezze più o meno brave a cantare, e prima dell’arrivo del comico o del numero principale, salivano sul palco quegli artisti definiti genericamente 133 come attrazioni . Nel corso degli anni il teatro di varietà, nella sua struttura portante, non variò gran che [...]. Fu, e restò, un po’ come quelle trattorie di campagna dove si mangia bene ma la lista delle 134 vivande è limitata a poche portate e sempre le stesse . E’ per questa ragione che, nonostante il passare del tempo, si ritrovano nello stesso ordine gli stessi numeri. Come prima della guerra, anche ora col termine di attrazioni si indicavano numeri assai diversi tra loro. Molto apprezzati dal pubblico erano gli acrobati, ginnasti che eseguivano emozionanti esercizi di ginnastica all’italiana. Negli anni che vanno dal 1918 al 1930 tra gli acrobati che si esibirono allo Jovinelli troviamo, 135 ad esempio, gli Iuster-Stivila, venuti nell’agosto del 1918 , e I Tre Taini, “attrazione 136 di prim’ordine” che nel gennaio del 1929 portò allo Jovinelli “l’emocionant triple 137 tourbillon humain” . Acrobazie erano eseguite anche dal Trio Venezia, celebri trapezisti, dal Trio Charles, saltatori sul filo, venuti entrambi allo Jovinelli nel gennaio del 1919; 138 e ancora dalla coppia Tom e Tim, “attrazione volante” venuta nel maggio del 1920. Esercizi di pura ginnastica dovevano, con molta probabilità, essere quelli eseguiti dal 139 Trio Sardegna, esibitosi allo Jovinelli nel marzo del 1926 , e dai The Donati, “ginnasti 140 fortissimi e applauditi” venuti nel febbraio del 1929. 131
Umberto, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIV, n.17 (728), 27 ottobre 1920, p.11. Appendice, in “Il Café-Chantant”, a.XXVII, n.9 (778), 23 agosto 1923, p.14. 133 Per la definizione e per una spiegazione più precisa su cosa si intenda per attrazione si veda Quivi, §2.5, p.62. 134 R. De Angelis, Café-chantant..., op. cit., p.90. 135 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.8 (686), 31 agosto 1918, p.24. 136 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Varietà”, a.XXXIII, n.1 (879), 15 gennaio 1929, p.16. 137 Inserzione pubblicitaria pubblicata in appendice in “Varietà”, a.XXXIII, n.1 (879), 15 gennaio 1929. 138 Anonimo, Quattro importanti debutti al Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 26 maggio 1920, p.4. 139 Cfr. D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXX, n.5 (831), 10 marzo 1926, p.15. 140 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Varietà”, a.XXXIII, n.2 (880), 15 febbraio 1929, p.17. 132
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Molto apprezzati dal pubblico erano anche quegli artisti che eseguivano esercizi di equilibrio e acrobazie su biciclette con la ruota davanti più grande di quella dietro o su quelle bici che si dividono in due parti, lasciando al ciclista solo la parte col sellino. Tra i 141 vari ciclisti venuti in questo teatro possiamo ricordare, a titolo d’esempio, i “simpatici” 142 The Solas, venuti nel marzo del 1918 e nell’ottobre del 1921, e il ciclista Amati, 143 esibitosi tra “molti applausi” nel febbraio del 1919. Sempre nella categoria delle attrazioni rientravano anche i numeri di danza, eseguiti, 144 come si è già visto , da danzatori singoli o in coppia o in numero ancora maggiore. Tra le coppie di danzatori, che negli anni 1918-1930 vennero allo Jovinelli, troviamo Chalet 145 146 et Daisy, con le loro “danze originali moderne” nel 1919, Rossi e Geo nel 1920 , Berto 147 148 e Renania nel 1921 e il Duo Marino, che oltre a danzare cantava anche, nel 1929 . Specializzato in danze russe (molto alla moda in tutti i teatri di varietà) era, invece, il 149 Quartetto Bordenko, esibitosi allo Jovinelli nel settembre del 1921 . Di tutt’altro genere era il numero presentato dallo xilofonista, musicista che davanti ai due coni formati di pezzi di legno intonati e messi in progressione di scala musicale, con le quattro bacchette terminanti ciascuna in una pallina, [...] esegue accompagnato dall’orchestra, invariabilmente, la sinfonia della Gazza 150 ladra, la Semiramide, Poeta e contadino . L’unico xilofonista che risulta aver lavorato allo Jovinelli, fu Evarist, venutovi, con grande successo, nel 1920 e nel 1928: “attualmente piacciono moltissimo Evarist 151 xilofonista che va per la maggiore e la sua compagna Egle Gaby” . Tra le altre attrazioni esibitesi allo Jovinelli, troviamo anche I due Bora, venuti nel 1924 con la loro ruota della morte (“successone [...] della sensazionale ruota della
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Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.16 (747), 27 ottobre 1921, p.18. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 24 marzo 1918, p.2. 143 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.4 (694), 27 febbraio 1919, p.14. 144 Cfr. Quivi, §2.5, p.68. 145 Apenac (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.8 (698), 23 aprile 1919, p.13. 146 Cfr. Il Vice (pseudonimo), Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXIV, n.20 (731), 8 dicembre 1920, p.21. 147 Coquelicot, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.6 (737), 12 maggio 1921, p.14. 148 Cfr. D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Varietà”, a.XXXIII, n.2 (880), 15 febbraio 1929, p.17. 149 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.14 (745), 27 settembre 1921, p.21. 150 R. De Angelis, Café-chantant..., op. cit, p.91. 151 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXXII, n.11 (877), 15 novembre 1928, p.18. 142
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morte” ), l’illusionista Eperny, esibitosi nel 1926 , il Trio Olimpia, “forti ed eccellenti 154 155 gladiatori romani” venuti nel dicembre del 1928 e il Trio Frasc, “saltatori comici” , venuti nel 1929.
4.6 I COMICI
In uno spettacolo che si rispetti, non potevano certo mancare i comici, quegli artisti che, nella maggior parte dei casi, costituivano il piatto forte della serata. Il tempo di Petrolini e Viviani era ormai finito, i due grandi artisti erano già volati verso nuovi e più importanti teatri a livello nazionale, ma non per questo i comici di questi anni possono dirsi minori. Uno dei primi comici a calcare il palco dello Jovinelli dopo la fine della guerra, fu Vincenzo Siviglia, meglio conosciuto semplicemente come Siviglia. Iniziata la carriera come cantante di melodie napoletane, cominciò ben presto ad inserire nel proprio repertorio anche pezzi comici dove “doppi sensi e sconcezze venivano fuori a getto 156 continuo” . Dopo lunghi anni di dura gavetta, riuscì ad affermarsi e a conquistare il posto di vedette in alcuni dei più importanti teatri della penisola. Nel giugno del 1919, in pieno successo, giunse allo Jovinelli, ottenendo un vero trionfo: Siviglia, a detta dell’impresa e dei giudizi della stampa cittadina, è stato il vero trionfo del Teatro Jovinelli, ove 157 rimase confermato per un mese . Il favore del pubblico fu tale che Jovinelli lo fece tornare nel marzo 1922 e anche in quell’occasione Siviglia confermò le sue grandi doti d’intrattenitore: Siviglia, il giovane e completo artista, è a Roma per un mese e mezzo. Al Teatro Jovinelli ha avuto un sincero e vibrante 158 successo ed una splendida serata d’onore .
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Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 30 ottobre 1924, p.4. Cfr. D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXX, n.10 (836), 25 maggio 1926, p.11. 154 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXXII, n.12 (878), 15 dicembre 1928, p.19. 155 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Varietà”, a.XXXIII, n.2 (880), 15 febbraio 1929, p.17. 156 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.353. 157 Anonimo, Siviglia, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.11 (701), 27 giugno 1919, p.12. 158 Anonimo, Siviglia, in “Il Café-Chantant”, a.XXVI, n.6 (755), 27 marzo 1922, p.8. 153
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Dopo questi successi, il “comicissimo” e “festeggiatissimo” Siviglia tornò altre due volte allo Jovinelli: nel novembre del 1922 e nel marzo del 1926, senza smentire in nessuna delle due rentrée le attese del pubblico romano. Nel maggio del 1920 arrivò il comico napoletano Renato Persico, il quale, nato come dicitore, era poi divenuto un buon imitatore dei grandi artisti del teatro di varietà dell’epoca. Nel suo repertorio trovavano, infatti, posto imitazioni di Raffaele Viviani, 161 Pasquariello, Armando Gill e molti altri . Il suo arrivo allo Jovinelli fu salutato da un 162 buon favore di pubblico: “continuato e crescente successo del bravo Persico” , scriveva il cronista de “Il Messaggero” il 22 maggio di quell’anno. Stesso favore avrebbe poi trovato in occasione delle sue due rentrée, prima nel novembre del 1920 e poi nel maggio del 1921. Molto conosciuto era allora anche il comico romano Brugnoletto, nome d’arte di 163 Giuseppe Ciocca . Padre delle future Sorelle Nava, Brugnoletto aveva debuttato nel varietà, come racconta la figlia Lisetta Nava, grazie al poeta romano Trilussa che lo aveva visto in una trattoria dove [...]con amici [...] suonava la chitarra, [e] faceva delle macchiette. [...] gli diede lui il nome 164 Brugnoletto . E fu così che, grazie al grande poeta dialettale, Brugnoletto riuscì ad esordire al teatro Adriano di Roma. Il successo fu grande: Brugnoletto era un creatore. La sua straordinaria vitalità trasformava la scena in un cosmo in formazione. E quando la folla in ultimo lo acclamava come un demiurgo, Brugnoletto, raggiante di gioia e grondante di sudore, entrava nelle quinte 165 e usciva immediatamente a salutare . In uno dei suoi sketch più famosi, quello sui militari, egli riusciva ad impersonare più soldati di un reggimento, pur rimanendo solo in scena: un personaggio [...] era il comandante del battaglione e 159
D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXX, n.5 (831), 10 marzo 1926, p.15. Anonimo, Siviglia, in “Il Café-Chantant”, a.XXVI, n.19 (763), 27 novembre 1922, p.7. 161 Cfr. E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.300. 162 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 22 maggio 1920, p.4. 163 Cfr. Indice dei nomi, in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà..., op. cit., p.402. 164 L. Nava, Le sorelle Nava: dal circo all’avanspettacolo, in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà..., op. cit., p.143. 165 A. Savinio, s.t., in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà..., op. cit., p.144. 160
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piano piano faceva [...] [una] visita medica al suo battaglione [...] ed intervistava il suo reggimento e si delineavano dei personaggi con dei dialetti, con delle battute comiche [...], 166 finché alla fine andava via suonando la tromba [...] . Artista più vicino al clown che al comico di scena (almeno secondo il giudizio di 167 Luciano Ramo) , Brugnoletto venne una prima volta allo Jovinelli nel maggio del 1920, per poi tornarci nel luglio dello stesso anno ottenendo, nella sua rentrée, un vero e proprio 168 “trionfo” . Nel 1923 vi tornò nuovamente, presentando alcune novità come gli sketch “Brugnoletto e la gallina, Er pescivendolo, La passatella, racconto di malavita romana, 169 creazione di Brugni” e le commedie “Pippo Gandussi, Pecione nervoso e Brugnoletto 170 bambino di un anno” , in cui veniva affiancato dagli artisti che con lui giravano i teatri di varietà prima e d’avanspettacolo poi di tutta Italia. Dopo anni di continuo successo, Brugnoletto iniziò ad avere problemi con l’affermarsi del regime fascista: Ha cominciato ad avere molta sfortuna per la politica [...]. [...] perché diceva delle barzellette contro Mussolini [...] 171 l’hanno messo anche in prigione due o tre volte . Osteggiato dal regime, Brugnoletto iniziò il suo lento declino. Non riuscendo più a mantenere la famiglia, all’inizio degli anni quaranta a salire sul palco furono le tre figlie, che esordirono appena adolescenti per cercare di risollevare una difficile situazione economica. Il successo fu grande e da allora furono conosciute semplicemente come le Sorelle Nava, dal cognome materno. Ormai l’era paterna era finita e stava per iniziarne una completamente nuova: l’era della rivista, di cui le tre figlie diventeranno stelle indiscusse. Nel giugno del 1923 si esibì allo Jovinelli un comico destinato a diventare uno dei più famosi artisti dell’avanspettacolo degli anni trenta: Luigi Fanfulla, meglio conosciuto 172 semplicemente come Fanfulla. Creatore di una comicità definita “surreale” senza 173 aver nulla a che fare col surrealismo (“nessuno allora sapeva cosa fosse” ), Fanfulla si presentava in scena vestito “con colori da shock, si grattava il lembo della giacca aperta e 166
L. Nava, Le sorelle Nava ..., op. cit., p.143. Cfr. L. Ramo, Storia del varietà, Garzanti, Milano 1956, p.115. 168 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 3 luglio 1920, p.4. 169 Anonimo, Brugnoletto al Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 22 maggio 1923, p.4. 170 Ibidem. 171 L. Nava, Le sorelle Nava ..., op. cit., p.144. 172 B. Zapponi, Vieni avanti cretino! Note sull’avanspettacolo, in R. Cirio-P Favari (a cura di), Sentimental: il teatro di rivista italiano, Bompiani, Milano 1975, p.206. 173 Ibidem. 167
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parlava col gergo del ‘Marc’Aurelio’ e del ‘Bertoldo’” , facendo dell’eleganza esagerata uno dei cardini della propria comicità. Per il resto i suoi sketch erano costruiti su una 175 176 “voluta idiozia” e sulla “imitazione di antichi assi” del teatro di varietà. Il suo arrivo allo Jovinelli negli anni Venti fu accompagnato da una calda accoglienza da parte del 177 pubblico , anche se il vero successo (qui come in altri teatri) lo avrebbe ottenuto solo negli anni Trenta. 178 Tra il 1919 e il 1920 arrivò allo Jovinelli un’artista allora praticamente sconosciuto ma destinato a diventare uno dei più famosi attori comici italiani: Totò, al secolo Antonio De Curtis. Dopo anni di dura gavetta, il futuro grande comico aveva deciso di lasciare il teatro dialettale (fino allora aveva ottenuto solo piccole parti in compagnie locali) per tentare la carta del teatro di varietà. Questa scelta risultò essere la vincente, grazie anche alla fiducia che ebbe in lui Giuseppe Jovinelli: Totò [...], con l’aiuto della sua fervida fantasia riusciva, almeno in parte, a sfuggire al grigiore quotidiano e anche a trovare il coraggio per prendere importanti iniziative determinanti per la sua carriera. Una fu senza dubbio quella di presentarsi al mitico Jovinelli nella speranza di ottenere 179 una scrittura . 180
Si propose al grande impresario come l’imitatore di Gustavo De Marco , riuscendo 174
Ibidem. L. Ramo, Storia del varietà, Garzanti, Milano 1956, p.119. 176 Ibidem. 177 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 16 giugno 1923, p.4. 178 Cfr. O. Caldiron, Vita di Totò. Seconda puntata, con la collaborazione di M. Hochkofler, in “Il foglio dei fogli”, 18 agosto 1997, p.4. Secondo altre fonti, l’anno dell’esordio di Totò al Teatro Jovinelli dovrebbe essere anticipato al 1917 (cfr. Totò, Siamo uomini o caporali?, a cura di Amorosi-FerraùDe Curtis, Newton Compton Editori, Roma 1996, p.129 e E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.378). Eppure la proposta di posticipare di alcuni anni tale esordio dovrebbe essere la più attendibile. Infatti nel 1917 non solo c’era ancora la guerra (e Totò, come si sa, si era arruolato come volontario e stette per tutto il tempo del servizio militare a Livorno), ma lo Jovinelli era adibito a cinematografo (cfr. quivi, cap.3) mentre Totò racconta che al momento del suo debutto il teatro dava spettacoli di varietà. Inoltre egli si era trasferito a Roma con i genitori i quali solo nel 1921 si sarebbero sposati. Per finire, i periodici e i quotidiani che ho consultato non parlano di Totò prima del 1920 (la prima notizia su di lui si ha ne “Il Café-Chantant” del 12-27 gennaio 1920 dove, nell’indice degli abbonati, è scritto: “Totò: comico parodista ora in gran successo a Roma”) . Totò, come si sa, riuscì ad ottenere la fama proprio dopo aver lavorato allo Jovinelli. Quindi, perché i quotidiani locali o i periodici del settore avrebbero dovuto aspettare tre anni per parlare di quest’artista? Per queste ragioni mi sembra di poter avvalorare la ricostruzione della biografia di Totò fatta dal prof. Orio Caldiron. Pare, purtroppo, impossibile stabilire se il debutto allo Jovinelli avvenne nel luglio del 1920, come sembrerebbe leggendo i quotidiani di quel mese, o nell’anno precedente (anche se non risulta aver lavorato allo Jovinelli prima del 1920). 179 Totò, Siamo uomini..., op. cit., p.51. 180 Su De Marco v. Quivi, §2.6, p.75-76. 175
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a trovare il consenso di Jovinelli, divertito dal suo modo di recitare. Subito gli venne proposto di firmare un contratto di una settimana. La sera del debutto Totò si presentò con tre macchiette di Gustavo De Marco: Il bel Ciccillo, 181 Vipera e Il Paraguay con grande successo. Il pubblico lo applaudì calorosamente gridando per incoraggiarlo: “Sei meglio di De Marco!”. A quel complimento, Totò si sentì orgoglioso e [...] vide entrare Jovinelli, per la prima volta 182 entusiasta di un principiante . Il successo che ottenne fu tale che don Peppe decise di rinnovargli il contratto per qualche mese. Per la prima volta [Totò] ha un camerino dove può depositare il costume e la scatola di latta che contiene le matite la cipria per il trucco. [...] Il giovane De Curtis si sente arrivato, anche perché Jovinelli non ha esitato a mettere il suo nome 183 in grande sui manifesti . Ora i giornali parlano, finalmente, di lui: “Totò al Teatro Jovinelli ha riportato 184 nel suo debutto un colossale successo” , scrive “Il Messaggero” la mattina del 31 luglio. E ancora il quattro del mese successivo: “Il grande Totò manda in visibilio con 185 il suo eccentrico repertorio ogni sera il folto pubblico che accorre ad applaudirlo” . Finalmente, dopo aver sofferto per anni, egli riusciva a raccogliere un po’ di soddisfazioni da questo lavoro per il quale aveva così tanto lottato. Ora non era più uno dei tanti, ora 186 era “il grande Totò” , come scriverà l’anno successivo il “Café-chantant” in occasione 187 di una sua nuova esibizione (in coppia con la canzonettista romana Ersilia Amorini) allo Jovinelli. Ciò che divertiva il pubblico era quel suo modo particolare di recitare che
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Nell’appendice della biografia citata (cfr. Totò, Siamo uomini..., op. cit., p.129). viene riportata, al posto di Vipera, un altra macchietta che Totò avrebbe interpretato quella sera, e cioè Se fossi ricco. Probabilmente un errore di stampa ha portato a questo equivoco. Quest’ultima macchietta era, effettivamente, di De Marco. Non è possibile, purtroppo, appurare quale delle due egli abbia effettivamente rappresentato, anche se io propendo per questa seconda, essendo Vipera una canzone allora molto in voga, scritta da E. A. Mario e portata al successo da Anna Fougez e della quale Totò farà solo successivamente una parodia intitolata Vicoli (Cfr.: O. Caldiron, Vita...., art. cit., p.4.). 182 Totò, Siamo uomini..., op. cit., p.55. 183 O. Caldiron, Vita...., art. cit., p.4. 184 Anonimo, Totò –Totò-Totò, in “Il Messaggero”, sabato 31 luglio 1920, p.4. 185 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 4 agosto 1920, p.4. 186 Alfredo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.5 (736), 27 aprile 1921, p.16. 187 Su Ersilia Amorini v. Quivi, §4.2, p118.
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sfruttava “la mutevolezza” racconta egli stesso:
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del viso e le “possibilità acrobatiche”
del corpo, come
Come se avessi a mia disposizione della creta, posso formare, in pochi secondi, sul mio volto, l’espressione corrucciata del dittatore, stupefatta dello sciocco, impaurita del debole, audace e avida del dongiovanni, istericamente ghignante del 190 gagarello vanitoso [...] . 191
Anche il corpo, “braccia, gambe, collo sono come disarticolati” , e ciò gli permette di muoversi come un burattino. Il suo modello era certamente Gustavo De Marco, il “comico zumpo” che Totò aveva conosciuto frequentando, quando ancora sognava di diventare un attore, i teatrini napoletani dove Gustavo si esibiva. Un altro suo grande 192 maestro era stato anche Umberto Capece , impresario dell’omonima compagnia, per il quale Totò lavorò per un breve periodo. Da lui imparò la capacità d’improvvisare e di lavorare partendo da un semplice canovaccio. Da questa miscela di elementi, uniti alla sua grande capacità di osservazione degli individui, nacque il personaggio Totò, con una comicità che aveva i valori rappresentativi del balletto e l’incisività del mimo, ove il substrato di una vena popolare era sempre palese, ma in una dimensione nuova, perché [...] riusciva a fondere le risorse dei vecchi comici del teatro [...] con 193 l’allusione tagliente del teatro d’avanguardia . Nel 1921, dopo aver ottenuto un contratto alla Sala Umberto I di Roma, Totò diede l’addio al teatro che lo aveva lanciato: ormai era pronto per volare verso un successo che allora, forse, nemmeno lui si aspettava: Già la prima sera alla “Sala Umberto I” segna per Totò la sua definitiva affermazione nel varietà. Anche perché [...] supera se stesso. Si lascia andare a una girandola di piroette, contorce la faccia in una mimica irresistibile, inventa continui doppi sensi e sberleffi surreali che lo fanno ricoprire 194 d’applausi e di richieste di bis . 188
Totò, s.t., in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà..., op. cit., p.142. Ibidem. 190 Ibidem. 191 O. Caldiron, Vita di Totò. Prima puntata, con la collaborazione di M. Hochkofler, in “Il foglio dei fogli”, 11 agosto 1997, p.3. 192 Su Umberto Capece v. Quivi, §4.7, pp.151 e segg. 193 E. De Mura, Enciclopedia..., op. cit., vol.II, p.377. 194 O. Caldiron, Vita...., II puntata, art. cit., p.4. 189
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Ma egli non dimenticherà mai il teatro e l’uomo che gli avevano dato quella fiducia necessaria per poter sfondare nel mondo dello spettacolo. Si racconta che poco prima di morire, nel 1967, Totò volle tornare al teatro Jovinelli. Comparve così, all’improvviso, davanti a Graziano Jovinelli, proprietario di quello che ormai non era più lo Jovinelli ma l’Ambra-Jovinelli. Quel pomeriggio [...] Totò volle assistere allo spettacolo dal loggione, nascosto fra militari e operai: ma il pubblico lo 195 riconobbe e lo applaudì . Due mesi dopo, uno dei più famosi comici italiani del ventesimo secolo sarebbe morto, lasciando vivo il suo ricordo nelle decine di film da lui girati. E molto di quello che ottenne lo doveva a Giuseppe Jovinelli e al suo “fiuto inconfondibile nell’individuare 196 le capacità di un artista” che gli permetteva di scoprire un talento da una semplice occhiata. Tra gli altri comici che lavorarono allo Jovinelli negli anni Venti, vi furono artisti già venuti in questo teatro prima della guerra. Uno di essi era, ad esempio, il comico 197 Agostino Riccio , esibitosi allo Jovinelli all’inizio degli anni Dieci e tornatovi nel maggio del 1918: Agostino Riccio, il fulvo divo e cavaliere, dopo aver espletato un ottimo contratto ed una gradita conferma al Teatro Jovinelli di Roma passò all’aristocratico Teatro 198 Apollo di via Nazionale . 199
Come Riccio, anche Alfredo Bambi tornò, dopo alcuni anni d’assenza, in questo teatro nel marzo del 1919: Bambi nella sua attuale presenza a Roma, ha fatto venti giorni alla Sala Umberto e trentuno allo Jovinelli; cifre che bastano [...] a dimostrare come le simpatie dei suoi concittadini sono 200 sempre numerosissime .
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G. Massari, Sere tutte per uomini. Il teatro Jovinelli, in “Il Mondo”, marzo 1970, p.16. Totò, Siamo uomini..., op. cit., p.50. 197 Su Agostino Riccio v. Quivi, §2.6, p.78. 198 Anonimo, Agostino Riccio, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.5 (684), 28 maggio 1918, p.15. 199 Su Alfredo Bambi v. Quivi, §2.6, p.80. 200 Anonimo, Alfredo Bambi, in “Il Café-Chantant”, a.XXIII, n.8 (698), 27 aprile 1919, p.11. 196
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Vi tornò nuovamente nel 1920, ottenendo anche in quell’occasione un grande successo: “Bambi [...] ogni sera manda il folto pubblico in delirio ed è costretto a 201 concedere numerosi bis” . Nel 1922 ottenne un vero trionfo con Fiori del male, un monologo drammatico di cui vale la pena leggere la recensione fatta dall’anonimo redattore del “Café-Chantant”: Le luci si abbassano. L’orchestra attacca una musica lenta e grave. Sulla scena si diffondono ombre grevi e sinistre. Da una quinta si stacca una pallidissima figura. E’ Bambi [...]? Come può aver fatto quell’umorista indiavolato a trasformarsi in un personaggio così doloroso? [...] Vediamo, in una povera casa trasteverina, una bimba morente [...]. Il babbo, onesto operaio, le è vicinissimo [...] E’ il dramma di tutti i giorni. [...] Tutta questa passione non è conseguenza di un giuoco scenico ordinario e possente. [...] Essa è manifesta dal volto gabro di Bambi, dalla sua voce e dal suo gesto. Egli ha recitato un melologo e ci ha dato l’impressione di 202 assistere ad un dramma! In questi anni si assiste al vero e proprio trionfo di Bambi che dimostra di poter passare dal comico al tragico senza intaccare minimamente la sua bravura nel recitare. Bambi tornerà allo Jovinelli molte altre volte; fra tutti gli artisti passati in rassegna, lui fu, forse, il più presente in questo teatro nel corso degli anni. Lo troviamo, infatti, dopo esser 203 rimasto in questo teatro per quasi tutto il 1922, accompagnato anche dal nipote Mimì , anche nel 1927 e nel 1929. 204 Un altro artista tornato dopo alcuni anni di assenza, fu Gustavo De Marco , 205 esibitosi nuovamente allo Jovinelli nel novembre del 1921 con “gran successo” . Vi 206 ritornò, poi, un’ultima volta nell’ottobre del 1922 , pochi mesi prima di abbandonare 207 definitivamente le scene per dedicarsi al commercio . Tra gli altri comici saliti su questo palco troviamo anche Scarron (giovane in grado 208 di “imitare alla perfezione ogni timbro, ogni inflessione di voce” venuto allo Jovinelli 209 tra il 1918 e il 1919), Lubrani (“il re dei dicitori comici” venuto nel 1920), Armando 201
Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 9 aprile 1920, p.2. Anonimo, Alfredo Bambi, in “Il Café-Chantant”, a.XXVI, n.12 (761), 12 luglio 1922, p.7. 203 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 31 gennaio 1920, p.2. 204 Su De Marco v. Quivi, §2.6, pp.85-86. 205 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.17 (748), 12 novembre 1921, p.18. 206 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXVI, n.16 (765), 12 ottobre 1922, p.14. 207 Cfr. R. De Angelis, De Marco Gustavo, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1957, V. 4, col.447. 208 Dinard, Scarron, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.8 (686), 31 agosto 1918, p.11. 209 Anonimo, Lubrani al Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 9 luglio 1920, p.4. 202
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Di Napoli (“comico tipico militare [...] che ha delle buone trovate di strumenti eccentrici 210 ed un repertorio per famiglie” , venuto allo Jovinelli nel 1921) e infine Cacini, “comico 211 grottesco irresistibile” , esibitosi in questo teatro più volte tra il 1927 e il 1928.
4.7 LE COMPAGNIE
Negli anni successivi alla prima guerra mondiale, numerose compagnie teatrali si esibirono in questo teatro, diventando, nel corso degli anni Venti, sempre più importanti nell’economia generale dello Jovinelli. Così, se nel 1918 (quando ancora era il varietà a farla da padrone), il programma di una serata tipo era strutturato in questo modo: Teatro Jovinelli: Ribecchi (comico cantante); Duo Amauli (duettisti); Biagis (attrazione); Reginella (fine divetta); Krassà (comico); Galvany (cantante col suo repertorio); Belli, Ivette e Lucciola (divette); chiude lo spettacolo la 212 compagnia Balzano . A metà degli anni Venti la situazione era capovolta, essendo diventato il varietà il contorno dello spettacolo di prosa: Al Teatro Jovinelli la compagnia napoletana De Marco e quella delle “Maschere” di Emilio Ghione. Nel varietà l’elegantissima e graziosa Lia Palermi, l’eccentrica Leonina, l’illusionista Eperny e il Duo Bragalone nelle sue scenette 213 militari . La prima compagnia venuta allo Jovinelli dopo la guerra, fu quella napoletana diretta da Giuseppe Balzano, fratello del famoso pulcinella Aniello. La compagnia risulta 214 aver lavorato nel teatro a partire dal mese di marzo del 1918 , ottenendo sempre un “gran 215 successo” . 210
Anonimo, Armando Di Napoli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, nn. 1-2 (732-733), 12-27 gennaio 1921, p.90. 211 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Varietà”, a.XXXII, n.11 (877), 15 novembre 1928, p.18. 212 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.11 (689), 26 novembre 1918, p.13. 213 D. Caputo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXX, n.10 (836), 25 maggio 1926, p.11. 214 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 24 marzo 1918, p.2; Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 16 maggio 1918, p.2 e Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il CaféChantant”, a.XXII, n.11 (689), 26 novembre 1918, p.13. 215 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 16 maggio 1918, p.2.
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Alla compagnia Balzano, succedette la “Compagnia comico-drammatica 216 partenopea” diretta da Umberto Capece (attore drammatico popolare e Pulcinella 217 occasionale) , arrivata al teatro nel dicembre del 1918 e tornatavi poi più volte tra il 1919 e il 1921. La compagnia, che aveva nel suo repertorio “drammoni a forti tinte come La 218 cieca di Sorrento, La sepolta viva, Le due orfanelle” e varie farse napoletane, è rimasta 219 famosa soprattutto per essere stata una delle prime a far lavorare Totò . La loro tecnica di messa in scena era basata sull’improvvisazione. Ogni giorno si fanno le prove due ore prima di andare in scena sulla base di un canovaccio che gli 220 attori arricchiscono di battute e lazzi . Alla compagnia di Umberto Capece subentrò, nel gennaio del 1920, quella diretta 221 222 da Giuseppe Scelzo , “attore misurato, signore del gesto e della parola” e figlio 223 224 adottivo dell’attore drammatico, nonché Pulcinella , Raffaele Scelzo . La compagnia 225 da lui fondata, nel cui repertorio trovavano posto sia drammi (come Core infame) che commedie e di cui facevano parte anche il caratterista nonché socio Gerardo Cosenza e la primadonna Leonilda Santelia (moglie di Scelzo), rimase allo Jovinelli dal mese di gennaio fino all’inizio di maggio del 1920. Successivamente sia Scelzo che la moglie torneranno in questo teatro nell’ottobre del 1924, dopo essere entrati a far parte della compagnia di Salvatore De Muto. E proprio questa fu la compagnia che subentrò alla Scelzo nel maggio del 1920: “Sabato debutto di Salvatore De Muto, la celebre maschera di Pulcinella, con la sua 226 227 compagnia di prosa e canto” . Soprannominato negli ambienti teatrali “Totore” , De
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Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXII, n.12 (690), 12 dicembre 1918, p.12. Cfr. A. G. Bragaglia, Pulcinella (1953), Sansoni, Firenze 1982, p.374. 218 O. Caldiron, Vita...., II puntata, art. cit., p.4. 219 Cfr. Quivi, §4.6, p.146. 220 O. Caldiron, Vita...., II puntata, art. cit., p.4. 221 Nato nel 1850 e morto nel 1935. 222 A. Narciso, Lo char à bancs dei comici, prefazione di C. Nazzaro, Audaces, Napoli 1929, p.145. 223 Una delle principali maschere della commedia italiana dell’arte.“Dominò i teatri napoletani e romani nei secc. XVII-XIX; vive tuttora nel teatro italiano e in quello dei burattini” . M. Apollonio, Pulcinella, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1957, vol.8, col.590. 224 Cfr. V. Viviani, Scelzo Raffaele e Giuseppe, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1957, vol.8, col.1583. 225 Dato allo Jovinelli il 22 gennaio 1920. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 22 gennaio 1920, p.4. 226 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 6 maggio 1920, p.4. 227 A. G. Bragaglia, Pulcinella, op. cit., p.377. 217
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Muto aveva esordito una trentina di anni prima , giovanissimo, al teatro Politeama di Napoli, come racconta Adolfo Narciso, spettatore particolare del suo debutto: Giunse il turno del Giovine Pulcinella [De Muto]. Uscì timiduccio, ma un applauso degli astanti lo rinfrancò e man mano che egli si addentrava nel labirinto della commedia: Pulcinella che a poco a poco, se fà ommo – scritta da Antonio Guarino; - il successo cresceva. Alla fine, il De Muto presentatosi alla ribalta, recitò il finale di occasione. Gli applausi fioccarono ed egli, alzatasi la mascherina di suola verniciata, ringraziò commosso. Quando il telone cadde [...] noi lo abbracciammo uno per uno congratulandoci 229 per la vittoria riportata . 230
Dopo il debutto, iniziò per “l’ultimo Pulcinella” una lunga carriera costernata di continui successi, ottenuti anche al Teatro Jovinelli con la compagnia da lui fondata: Il colossale dramma Il tribunale della Camorra nella superba interpretazione della compagnia De Muto, ha riportato un entusiastico successo e, a richiesta generale, questa sera si 231 replica . La compagnia rimase allo Jovinelli fino alla fine di ottobre del 1920, mettendo in 232 233 scena drammi (come Sesella ‘e Marechiaro) , bozzetti musicali (come Mano ‘e fierro , 234 235 ‘A sirena ‘e Marechiaro di G. Amati e ‘A Surriento di P. Febbraio ) e commedie brillanti. Grande successo ottenne Un ballo in maschera, operetta in tre atti di Cimaruta, messa in scena in occasione della serata in onore di De Muto, organizzata il 13 luglio del 1920: Un ballo in maschera al Teatro Jovinelli ha riportato un entusiastico successo. Salvatore De Muto, il più grande
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Cfr. Ibidem. A. Narciso, Lo char à bancs..., op. cit., p.126. 230 V. Viviani, Scelzo Raffaele e Giuseppe, op. cit., col.1583. 231 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 26 maggio 1920, p.4. 232 Messa in scena il 18 maggio. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 18 maggio 1920, p.4. 233 Messo in scena il 22 maggio. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 22 maggio 1920, p.4. 234 Messo in scena il 3 luglio. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 3 luglio 1920, p.4. 235 Messo in scena il 10 luglio. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 10 luglio 1920, p.5. 229
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interprete della maschera partenopea, nella sua serata d’onore ha avuto prova di quanta simpatia ha saputo acquistarsi con 236 l’arte sua mirabile dal pubblico romano . Nell’ottobre del 1920 la compagnia lasciò lo Jovinelli. Questo, però, non era un addio, ma solo un arrivederci. Nel 1924, infatti, De Muto tornò in questo teatro con Giuseppe Scelzo e la compagnia che avevano formato insieme: la Primaria Compagnia De Muto-Scelzo, che debuttò allo Jovinelli la sera del 29 ottobre di quell’anno. La Primaria compagnia De Muto-Scelzo ha riportato ieri sera al suo debutto un entusiastico successo. Il pubblico [...] si è divertito immensamente alle allegre trovate di De Muto 237 e Scelzo . La De Muto-Scelzo, il cui repertorio comprendeva commedie musicali (come 238 Pulcinella amante fortunato) e drammi (come Assunta Spina di Salvatore Di 239 Giacomo) , nella sua permanenza allo Jovinelli ottenne sempre una calorosa accoglienza da parte del pubblico: La Primaria compagnia De Muto-Scelzo ha incontrato completamente i favori del pubblico che accorre ogni giorno 240 ad applaudirli . Essa rimase fino alla fine di dicembre del 1924, ottenendo continui successi. 241 Il 4 giugno del 1921 debuttò allo Jovinelli la primaria compagnia della canzone 242 sceneggiata Cafiero-Fumo, fondata da Salvatore Cafiero e dall’attore Eugenio Fumo. La compagnia si era formata nel 1920, specializzandosi sin da subito nella canzone sceneggiata (o più semplicemente sceneggiata), genere spettacolare nato a Napoli e caratterizzato dall’avere un suo testo scritto [...] che però offriva al pubblico le
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Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 14 luglio 1920, p.4. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 30 ottobre 1924, p.4. 238 Messa in scena il 1° novembre. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 1 novembre 1924, p.4. 239 Messo in scena il 7 novembre in occasione della serata d’onore della prima attrice Rosa De Muto. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 7 novembre 1924, p.4. 240 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 1 novembre 1924, p.4. 241 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 3 giugno 1921, p.4. 242 Su Cafiero v. anche Quivi, §2.4, p.58. 237
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stesse seduzioni del varietà, cioè una serie di canzoni, 243 inframmezzate possibilmente da qualche ballo . Il testo era costruito alternando momenti comici a momenti drammatici e creando un intreccio intorno ad una determinata fabula contenuta nella canzone di riferimento. Il leit motiv di questa canzone veniva suonato dall’orchestra, come sottofondo, nel corso della rappresentazione; nella scena finale, poi, la canzone veniva cantata per intero da tutti i protagonisti. Le prime sceneggiate, scritte da Enzo Lucio Murolo, presentavano una serie di canzoni, anche una decina, delle quali alcune legate con un riferimento diretto alla vicenda (che era stata costruita in loro riferimento). Pochi anni dopo Oscar Di Majo introduceva una variazione al genere: facendo perno sulle canzoni scritte da Libero Bovio [...] egli condusse la sceneggiata ad ampliare la vicenda contenuta 244 nella canzone [...] . Ne nasce una genere teatrale che ha la particolarità di includere in sé varie forme di spettacolo: le parti cantate che chiudono le scene interpretate dagli attori principali, la struttura di farsa che accompagna i vari momenti dello spettacolo, i duetti o i terzetti tra il comico, la spalla e la caratterista recitati, cantati e conclusi con il 245 danzato tra i tre . I temi principali di queste rappresentazioni riflettevano le leggi morali e culturali del vicolo, il modo di vivere, 246 l’economia e l’organizzazione del proletariato marginale . Ciò permetteva allo spettatore di immergersi in una atmosfera [...] familiare e quotidiana [...]: egli vi si sente a proprio agio, i casi della ribalta gli sono vicinissimi, anche 247 se lassù acquistano una nuova prospettiva . 243
V. Pandolfi, La sceneggiata, in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà..., op. cit., p.106. Ivi, pp.106-107. 245 S. De Matteis, Generi popolari, in A. Attisani (a cura di), Enciclopedia del teatro del ‘900, Feltrinelli, 1980, p.434. 246 Ibidem. 247 V. Pandolfi, La sceneggiata, op. cit., p.108. 244
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Moltissimi furono gli artisti cresciuti professionalmente lavorando in compagnie di sceneggiate. Fra questi troviamo i De Filippo, Totò, Nino Taranto, i fratelli Maggio (nella 248 compagnia del padre Mimì) ed altri ancora. Una delle prime compagnie specializzate in questo genere teatrale fu proprio 249 la Cafiero-Fumo (in cui lavorò, per un paio d’anni, anche Nino Taranto) ; la sua organizzazione interna era simile a quella delle compagnie di rivista con un primo attore, un primo attor giovane, la prima donna, il caratterista, il comico “e vari personaggi 250 di contorno che coprivano i ruoli dei vari testi” .La compagnia arrivò allo Jovinelli, come detto, nel giugno del 1921 e vi rimase fino alla fine dell’estate, monopolizzandone l’attività. Durante la sua permanenza, infatti, furono sospesi gli spettacoli di varietà: Al Teatro Jovinelli siamo alle ultime recite della compagnia Cafiero-Fumo che ha fatto una stagione brillantissima e con 251 il 15 [settembre] saranno ripresi gli spettacoli di varietà . Il loro repertorio comprendeva sceneggiate scritte sia da Cafiero stesso (come l’atto 252 unico Chiarì chiarì...chia...rì) , sia da altri come Oscar Di Majo (ad esempio Santa Lucia 253 254 Luntana) e Enzo Lucio Murolo ( ‘A serenata ‘e Pulcinella) . Il successo ottenuto allo Jovinelli fu grande: Al Teatro Jovinelli denari a cappellate con la compagnia Cafiero-Fumo nelle loro graziose riviste e canzoni 255 sceneggiate . E ciò a testimonianza di quanto il pubblico apprezzasse non solo la bravura degli interpreti ma anche la forma spettacolare da loro portata in scena (la sceneggiata), una tra le “pochissime forme di teatro definite popolari ad essere sopravvissuta fino ai giorni 256 nostri” . Tra le altre compagnie che lavorarono in questi anni allo Jovinelli, troviamo anche 257 la primaria Compagnia Ribechi , diretta dal comico Bixio Ribechi e specializzata nella 248
Cfr. S. De Matteis, Beniamino Maggio, in “La Scena”, ottobre-novembre, n.5, Milano 1978, p.37. Cfr. N. Taranto, s.t., in S. De Matteis (a cura di), Follie del varietà..., op. cit., p.120. 250 S. De Matteis, Generi popolari, op. cit., p. 434. 251 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.13 (744), 12 settembre 1921, p.17. 252 Dato il 14 agosto. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 14 agosto 1921, p.4. 253 Data il 15 agosto. Cfr. Ibidem. 254 Un atto dato il 15 agosto Cfr. Ibidem. 255 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXV, n.9 (740), 12 luglio 1921, p.15. 256 S. De Matteis, Generi popolari, op. cit., p. 434. 257 Nei periodici si può trovare sia la forma Ribechi sia Ribecchi. Il cognome reale dovrebbe essere il primo, in quanto più frequente. Bisogna ricordare, inoltre, che errori di stampa erano, in quelle pubblicazioni, molto frequenti. 249
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rivista, genere spettacolare nato in Francia alla fine del diciannovesimo secolo e in forte espansione in quegli anni. La rivista aveva la caratteristica, attraverso una serie di scene o quadri che si susseguivano, secondo un preciso filo conduttore, con un ritmo rapido, alternando momenti di prosa a momenti di musica e danza, di passare in rassegna (“in rivista”) una serie di fatti prevalentemente ispirati all’attualità, in chiave di [...] scherzosa caricatura, sempre nell’intento di offrire al pubblico un lieto diversivo o 258 un facile divertimento . Il genere raggiunse la sua massima popolarità proprio negli anni che stiamo trattando ed era naturale che molte compagnie teatrali lo avessero nel proprio repertorio. La compagnia di Bixio Ribechi fu una delle prime a portarlo allo Jovinelli. Il suo repertorio, oltre alle riviste (come La passatella, “brillantissima produzione drammatico259 260 261 musicale in un atto di B. Ribechi” , Ribechineide , So...questi li romani , Uno scandalo 262 263 a Volpalata , Nel paese dell’allegria e molte altre), comprendeva anche drammi (come 264 265 E gira e fai la rota) e commedie musicali (come Pasquale nun paga dazio ). La 266 compagnia aveva esordito in questo teatro nel febbraio del 1922 , rimanendovi poi fino al mese di giugno. Vi era poi tornata nel 1927 riportando, anche in quell’occasione, buoni successi. Altra compagnia che lavorò in questo teatro fu la romana Bocci-Garbini-Gandussi, venutavi nel novembre del 1925: Allo Jovinelli [...] propongono con il più vivo consenso di simpatia del pubblico le recite della compagnia BocciGarbini-Gandussi. Ieri sera nello Strozzino del Bertolazzi, il Bocci fece risaltare la sua bravura di attore, mantenendo
258
V. Ottolenghi, Rivista, in D’amico S. (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1961, V., Col.1024. 259 Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 11 maggio 1922, p.6. La rivista fu rappresentata l’11 maggio 1922. 260 Messa in scena il 4 giugno. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 4 giugno 1927, p.3. 261 Data il 14 giugno. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 14 giugno 1927, p.2. 262 Data il 17 giugno. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 17 giugno 1927, p.2. 263 Messa in scena il 18 giugno. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 18 giugno 1927, p.2. 264 Rappresentata allo Jovinelli il 4 maggio 1922. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 4 maggio 1922, p.6. 265 Messa in scena il 3 giugno. Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 3 giugno 1927, p.3. 266 Cfr. Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Café-Chantant”, a.XXVI, n.3 (752), 12 febbraio 1922, p.12.
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vivi elementi di passionalità drammatica. Degna corona nel dramma gli furono il Garbini, la Piovani, il Gandussi, il De 267 Felice, la Jacobelli, il Caly e gli altri . Essa tornò, successivamente, nel settembre del 1927. Nel marzo dell’anno precedente aveva lavorato allo Jovinelli anche la compagnia napoletana diretta da Francesco De Marco, della quale aveva fatto parte, per un brevissimo periodo (appena qualche settimana), anche il Totò alle prime armi. E proprio grazie a lui 268 possiamo avere qualche notizia in più su De Marco e sul suo modo di far spettacoli: De Marco, fin dall’inizio della sua carriera, cantava accompagnandosi con uno strumento musicale usato a Napoli durante la Festa di Piedigrotta e cioè la “caccavella”. E nel finale delle sue esibizioni rinforzava il ritmo con una cannuccia che, infilata nella caccavella, emetteva un suono particolare, a metà tra il gorgolìo di un lavandino intasato e una pernacchia. A quel punto il pubblico invariabilmente applaudiva con entusiasmo[...] Se qualche volta, preso dalla foga della recitazione, se ne dimenticava, [...] da ogni parte 269 della sala si sentiva gridare: “’nfrù, ’nfrù, ’nfrù...” . Da questo numero, che era diventato ormai tradizionalmente il finale di ogni sua rappresentazione, il De Marco aveva preso il soprannome di ’nfrù. La sua compagnia arrivò allo Jovinelli all’inizio del 1926, rimanendovi fino alla fine di maggio. Tra le tante altre compagnie che hanno lavorato nel corso degli anni in questo teatro, si può ricordare anche la “Napoli Canta”, diretta da Ciccillo Rondinella e composta, oltre che dallo stesso Rondinella, anche da Lina Montes, Adolfo De Vico (nel ruolo di brillante), Petitto (il Pulcinella), Giuseppe D’Alessio (caratterista), Alda Vergani e Mario 270 Laurentino (attor giovane), arrivata alla fine del 1926 ; e ancora la compagnia romana di operette e grotteschi musicali Berardi e Bruno, composta da Nando Bruno, Ciro Berardi, Tina Bruno, Armenia e Carlo Jantaffi; per finire la compagnia di riviste diretta da Renato Giss, venuta nel 1928. Non si può dimenticare, poi, il passaggio, nel 1929, della compagnia d’arte napoletana fondata e diretta da Luisella Viviani, di cui, però, si è 271 già parlato in precedenza . 267
Anonimo, Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 25 novembre 1925, p.7. I nomi completi degli attori sono: Aristide Garbini, Gildo Bocci, Pina Piovani, Pippo Gandussi (brillante), Augusto Jacobelli o Giacobelli (si trovano entrambe le grafie). 268 Nonostante il cognome, Francesco De Marco non aveva alcun legame di parentela col comico Gustavo. Come racconta anche lo stesso Totò. Cfr. Totò, Siamo uomini..., op. cit., p.43. 269 Totò, Siamo uomini..., op. cit., pp.43-44. 270 Cfr. i nn. di dicembre de “Il Messaggero” del 1926. 271 Su Luisella Viviani e la sua compagnia v. Quivi, §2.3, p.28.
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4.8 LE RIUNIONI DI BOXE
Accanto al teatro di varietà, nel 1922 arrivò allo Jovinelli un altro tipo di spettacolo destinato a diventare col tempo, forse contro ogni previsione, uno dei simboli di questo teatro: la boxe. Non si può dimenticare, infatti, come, anche a distanza di tempo, la gente che frequentava il teatro in quegli anni e nei successivi, lo ricordasse principalmente, oltre che per le belle gambe delle ballerine, anche per gli incontri di pugilato (e questo fin quasi alla sua chiusura, negli anni settanta). I primi incontri di boxe al Teatro Jovinelli si svolsero, come detto, nel 1922. L’idea di portare il pugilato in questo teatro era stata di Arcangelo Jovinelli. Il padre, in un primo momento, non fu favorevole, in quanto era molto geloso del suo Teatro. Ma ben presto si convinse della validità di tal genere di attività, perché richiamava al 272 Teatro molte persone e, di conseguenza, anche denaro . In quegli anni il pugilato era ancora agli albori in Italia. Arcangelo vi scommise sopra e vinse, diventando uno dei primi a credere nella diffusione di questo sport in Italia: una parola di lode agli organizzatori che con tanto amore e coraggio curano la scelta dei macths rendendosi benemeriti dell’arte pugilistica e dando a Roma il primato nelle 273 manifestazioni di questo sport . La prima riunione di cui si ha notizia vi si svolse il primo aprile del 1922; tra i tanti incontri di quella sera, il più importante fu lo scontro tra Mariano Barbaresi e Giuseppe Spalla per l’assegnazione del titolo di campione italiano dei pesi massimi, risoltosi con la vittoria di Spalla per K.O., all’undicesimo round, dell’avversario: Mariano Barbaresi ha combattuto un bel match [...] e l’unico appunto che gli si possa fare è quello di avere lasciato lavorare un po’ troppo l’avversario, chiudendosi in una impenetrabile difesa che se poteva essere spiegabile nei primi rounds [...], si è rivelata poi un cattivo metodo che è 274 andato a tutto vantaggio di Giuseppe Spalla . 272
T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli..., op. cit., p.44. Anonimo, La serata di boxe al Jovinelli: G. Spalla batte M. Barbaresi, in “Il Messaggero”, domenica 2 aprile 1922, p.8. 274 Ibidem. 273
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Questo come gli altri match svoltisi in quella serata, sia tra professionisti (italiani 275 e non) che tra dilettanti, attirarono “un pubblico veramente imponente” , dimostrando la validità dell’iniziativa. Ben presto le riunioni iniziarono a svolgersi, con regolarità, 276 ogni sabato sera, inaugurando i cosiddetti “sabati pugilistici” . L’inizio degli anni Venti fu l’unico periodo in cui i grandi campioni della boxe nostrana combatterono allo Jovinelli: successivamente, infatti, “il pugilato [...] fece gola al fascismo e il teatro rimase 277 escluso” , nonostante fosse stato uno dei primi a credere in questo sport. Nell’anno dei “sabati pugilistici”, il teatro riuscì ad ospitare matchs importanti. Tra questi rientrava certamente quello che vide opposto il campione italiano pesi piuma, 278 Edoardo Piacentini, al “valoroso ‘prime serie’ di Francia” Blaise Ainé, svoltosi la sera del 29 aprile e così descritto nelle cronache dell’epoca: Un numeroso pubblico è accorso al Teatro Jovinelli per la tanto attesa sera pugilistica [...]. Il campione italiano in una forma superba, ha dominato nettamente l’avversario, che è stato salvato dal gong al 7° round da un sicuro K.O., rimanendo sul tappeto per ben nove secondi. Il combattimento è stato sospeso alla fine dell’8° round dall’arbitro, Mazzia 279 Edoardo, per evidente inferiorità dell’avversario . Sempre nel 1922 lo Jovinelli ospitò, primo in Italia, una rappresentanza di pugili austriaci: Spetta a Roma l’onore di accogliere per la prima volta in Italia i boxeurs austriaci. E di questo [...] deve essere grato [...] ai fratelli Jovinelli, nel cui popolare teatro avranno luogo 280 i grandi incontri . I fratelli Jovinelli erano riusciti ad organizzare questo importante evento grazie anche alla mediazione internazionale operata dalla direzione dell’Athletic Wiener Sport 281 Club austriaco e da Franceschinis, direttore della scuola di scherma dello stesso club . La sera del 6 maggio un numeroso pubblico assistette a quella che poteva considerarsi 275
Ibidem. Anonimo, I grandi incontri di boxe. Piacentini contro Blaise Ainé, in “Il Messaggero”, sabato 22 aprile 1922, p.2. 277 G. Massari, Sere tutte per uomini...., art. cit., p.17. 278 Anonimo, La riunione pugilistica al Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, venerdì 28 aprile 1922, p.2. 279 Anonimo, La serata di boxe al Jovinelli, in “Il Messaggero”, domenica 30 aprile 1922, p.2. 280 Anonimo, L’esordio dei pugilistici austriaci, in “Il Messaggero”, mercoledì 3 maggio 1922, p.2. 281 Cfr. Anonimo, Fervida attesa per l’esordio degli austriaci, in “Il Messaggero”, venerdì 5 maggio 1922, p.3. 276
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una riunione storica, a cui presero parte alcuni tra i migliori pugili professionisti viennesi contrapposti a grandi campioni italiani. Siamo alla vigilia della grandiosa riunione di boxe [...] alla quale interverranno i pugilisti austriaci Peter Hanna, campione pesi medi; Stefano Ganz, campione pesi massimi 282 e il dilettante peso medio Vukovic . A combattere contro di loro furono chiamati il ligure Bricchetto (“eccezionale 283 incassatore [...] che non difetta di pugno”) , contrapposto al Peter Hanna (“mobilissimo 284 nelle gambe, veloce e durissimo colpitore”) ; il polese Bruno Braida contrapposto al “freddo [e] taciturno” Stefano Ganz e il dilettante romano Zuccari contro Vukovich. Il programma si prospettava pieno d’interesse per tutti gli amanti della nobile arte e, quella sera, le aspettative non furono certamente disattese. Molto pubblico è accorso ieri [...]. Il clou della serata era rappresentato dal match Braida-Ganz, terminato per K.O. del 285 campione austriaco al 2° round . L’incontro tra Peter Hanna e Bricchetto si concluse al 9° round con la vittoria del primo per squalifica del secondo: non si svolse, invece, lo scontro tra Zuccari e Vukovich, per cause non meglio definite. Le riunioni pugilistiche continuarono ogni sabato per tutto il 1922. Ripresero poi l’anno successivo, ospitando campioni italiani come Mariano Barbaresi, Garzena, Leo Giunchi e stranieri come Deschoer, Pluss e Stanferr (tutti pugili svizzeri venuti in occasione di un incontro Italia-Svizzera). Le riunioni furono organizzate anche in anni successivi, anche se i grandi pugili non vi presero più parte. Ormai il pugilato si era diffuso e cominciava ad avere giri economici e d’immagine tali da renderlo interessante agli 286 occhi del regime fascista . Nel corso degli anni, più volte i pugili dilettanti torneranno in questo teatro, ma per i grandi campioni si erano ormai aperte porte molte più importanti.
282
Ibidem. Anonimo, Eccezionale serata di boxe al “Jovinelli”. Glanz e Hanna contro Braida e Bricchetto, in “Il Messaggero”, sabato 6 maggio 1922, p.3. 284 Ibidem. 285 Anonimo, La serata di boxe al Jovinelli. Braida batte Ganz per K.O., in “Il Messaggero”, domenica 7 maggio 1922, p.3. 286 Cfr. G. Massari, Sere tutte per uomini..., art. cit., p.17. 283
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4.9 UN EVENTO SPECIALE: LA SERATA DI BENEFICENZA DEL 18 AGOSTO DEL 1926
L’unico evento speciale organizzato allo Jovinelli in questi anni e di cui si abbia notizia, fu la serata di beneficenza dell’agosto del 1926. Gli Jovinelli non erano nuovi ad eventi del genere: più volte nel passato (e soprattutto quando vi era ancora Giuseppe in vita) si erano mossi per aiutare varie categorie bisognose, in particolare orfani e non vedenti. Fra le tante attività di beneficenza che i Jovinelli compivano è da ricordare la distribuzione del pane ai bisognosi. In particolar modo il giorno di Natale [...], in una trattoria gestita da loro proprio sotto il Teatro, Giuseppe faceva allestire una tavola lunghissima per i poveri che venivano 287 serviti dalla signora Concetta e dalla figlia Vittoria . Anche dopo la morte di Giuseppe (avvenuta nel 1924), la famiglia continuò ad aiutare chi ne aveva più bisogno ospitando all’interno del teatro anche, quando ce n’era possibilità, eventi organizzati da altri. Proprio questo fu ciò che avvenne nel 1926: Prossimamente nel teatro di via Lamarmora, a cura di un Comitato cittadino, verrà data una grande serata di 288 beneficenza, con un programma grandioso . La serata, organizzata anche in collaborazione di un gruppo di ferrovieri romani, vide la partecipazione di numerosi artisti romani. Il programma prevedeva la messa in scena di Segnale di sangue di Giuseppe Rossi, “emozionante svolgimento drammatico 289 ferroviario del Grand Guignol” interpretato da Ferruccio Manzetti, Berlini Romano, 290 Cesarina Galadini, Lino Sebastianelli, Paolo De Rigo ed Eugenio Galadini . A seguire 291 Favoriscano signori, “scene cinematografiche di grande attualità” della compagnia Bixio Ribechi e un fitto programma di varietà: Si presteranno gentilmente i signori: Duo Galby, con il duetto comico “Luna Park”; il tenore Renato Petrucci e la soprano 287
T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli..., op. cit., p.27. Anonimo, Serata di beneficenza al Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 14 agosto 1926, p.2. 289 Anonimo, Serata di beneficenza allo Jovinelli, in “Il Messaggero”, martedì 17 agosto 1926, p.2. 290 Cfr. Ibidem. 291 Anonimo, Serata di beneficenza al Teatro Jovinelli, in “Il Messaggero”, sabato 14 agosto 1926, p.2. 288
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Nietta Fabbri con il duetto “La duchessa del Bel Tabarin”; Lina D’Alj e Pina Rabucci, “Minuetto”; Nella Sirena e Rina Galadini, “danze eccentriche”; il tenore Petrucci canterà “L’addio” del maestro Valente e “Canzona marinaresca” di Tagliaferri. L’attore Ferruccio Manzetti declamerà favole e 292 versi di Trilussa, Pascarella e Stecchetti . Il successo dell’iniziativa fu grande: Ieri sera ha avuto luogo la grandiosa serata di beneficenza al popolare teatro di via Lamarmora. Non un posto libero, il teatro era esaurito dalle prime ore del pomeriggio [...]. Fu rappresentato il nuovissimo lavoro drammatico “Segnale di fumo” di G. Rossi. Il pubblico si è interessato, si è commosso ed ha applaudito, chiamando per varie volte al proscenio gli 293 esecutori e l’autore . Ottennero un grande successo anche gli artisti del varietà, che “furono 294 applauditissimi” .
292 293
Ibidem. Anonimo, Il grande successo della serata di beneficenza allo Jovinelli, in “Il Messaggero”, giovedì 19
agosto 1926, p.2. 294 Ibidem.
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CAPITOLO 5° LO JOVINELLI SENZA GIUSEPPE JOVINELLI: DECLINO, MORTE E RINASCITA DI UN TEATRO POPOLARE
5.1 DAL TEATRO JOVINELLI ALL’AMBRA-JOVINELLI
L’arrivo degli anni Trenta segnò, per lo Jovinelli come per l’Italia intera, l’inizio di un periodo di grandi cambiamenti. Il fascismo si era, ormai, stabilizzato e stava portando avanti quella politica internazionale che, nel giro di una decina d’anni, avrebbe condotto l’Italia nel conflitto più devastante del secolo scorso: la seconda guerra mondiale. Erano quelli gli anni in cui il fascismo stava entrando nella vita quotidiana di ogni cittadino, 1 permeando “la società italiana dei propri fini e valori” : La vita culturale italiana tra le due guerre non coincide completamente con le varie scelte politiche del fascismo ma, senza alcun dubbio, la società viene profondamente segnata 2 da quell’esperienza politica ed istituzionale . Di questa situazione risentivano, come è naturale, anche il mondo teatrale e spettacolare: Il regime fascista era intervenuto sulla scena italiana con un forte impegno istituzionale che indubbiamente condizionò la 3 vita teatrale [...] . Se da un lato il regime cercò di trovare un modo di aiutare il vecchio teatro di prosa ad uscire da una crisi in cui era entrato da alcuni anni, dall’altra il teatro di varietà si ritrovò sempre più solo ed emarginato a combattere contro il suo nemico più grande: il cinema. Alla fine, proprio in questo decennio, la guerra la vinse il secondo e il vecchio varietà ottocentesco dovette soccombere e diventare ancella della nuova forma di spettacolo: iniziava così il periodo d’oro dell’avanspettacolo. 1
G. Pedullà, Il teatro italiano nel tempo del fascismo, Il Mulino, Bologna 1994, p.13. Ibidem. 3 Ivi, p. 222. 2
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
In questo decennio lo Jovinelli non poté non risentire della difficile situazione in cui versava il varietà. Pasquale Jovinelli (l’allora direttore del teatro) decise di scendere a patti con il cinema rinunciando al varietà e puntando solo sulle proiezioni di film e sull’avanspettacolo, senza, però, abbandonare gli incontri di boxe. Negli anni d’oro dell’avanspettacolo su questo palco si esibirono artisti come il giovanissimo Aldo Fabrizi, 4 Riccardo Billi, Fredo Pistoni ; e ancora Adolfo De Vico, il figlio Pietro e la sua futura moglie Anna Campori. Proprio la Campori ha ricordato, in un’intervista rilasciata nel gennaio del 2001 ad un programma televisivo, il clima di quegli anni ed il suo incontro con Pietro De Vico: Mio padre fu interpellato [nel 1932] per fare il protagonista de “Il Marchese del Grillo” per il Teatro Jovinelli. Fu una cosa bellissima. [...] Nello stesso cast cercavano un cantante [...]. Fu così che chiamarono il napoletano Adolfo De Vico, che aveva un [...] figlio di nome Pietro. Aveva 22 anni e gli fecero fare 3-4 parti. [...] Aveva due fratelli, coi quali formava un trio comico. Erano i grandi dell’avanspettacolo, 5 insieme ad artisti come Macario . Alla fine degli anni Trenta, lavorarono per lo Jovinelli anche i fratelli De Rege, Guido e Giorgio (detto Ciccio). Discendenti da una famiglia nobile piemontese ma nati per puro caso vicino a Caserta (il padre si trovava lì per lavoro), essi avevano esordito separatamente nel mondo dello spettacolo, per poi formare solo in un secondo momento il duo che li avrebbe resi celebri. Insieme in scena, Guido era la spalla: cattivo, insolente, sollecitava il fratello a spiegare le sue avventure scombinate. All’inizio dello spettacolo, guardava la quinta e diceva: “Vieni avanti, cretino!”. E Ciccio entrava e balbettava risposte pasticciate, storpiava le parole e alla 6 fine se ne usciva con una qualche idiozia geniale . Grazie alle loro scenette comiche divennero i beniamini del pubblico e si esibirono, oltre che allo Jovinelli, anche in altri famosi teatri d’Italia “raccogliendo consensi 4
Per i nomi degli artisti Cfr. T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli e il suo teatro, Edizioni Torre della Biffa, Benevento 1997, p.45. 5 Tratta da un’intervista telefonica ad Anna Campori fatta da Maria Antonietta Bertòli, che è servita come base dell’intervista andata in onda il 20 gennaio 2001 su Rai2 nel programma “Mattina in Famiglia” di Michele Guardì. La bozza mi è stata data attraverso contatti privati. 6 N. Fano, La storia dell’Ambra Jovinelli: i fratelli De Rege. Testo tratto dal sito Internet dell’AmbraJovinelli: www.ambrajovinelli.com.
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Capitolo 5: Lo Jovinelli senza Giuseppe Jovinelli. Declino, morte e rinascita di un teatro popolare
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unanimi” . Furono molto uniti sia nel lavoro che nella vita privata, tanto che Ciccio, dopo la morte di Guido (avvenuta nel 1945), pur continuando ad esibirsi, non riuscì più a 8 tornare agli antichi successi e morì nel 1948, appena tre anni dopo il fratello . Ancora più cupi si rivelarono gli anni Quaranta, apertisi con la Seconda guerra mondiale. Se fino al 1943 si poté continuare ad assistere, nonostante la guerra in atto, a degli spettacoli nella maggior parte dei teatri italiani, tra il 25 luglio del 1943 e la Liberazione [...], il microcosmo delle scene italiane entra in una fase di quasi completa eclisse. Lo sfacelo militare e la lunga agonia del regime 9 fascista spiegano ampiamente questo vuoto . Furono anni difficili e l’Italia ne uscì duramente colpita. Anche lo Jovinelli risentì fortemente di questa crisi, tanto da dover ripiegare quasi esclusivamente su un avanspettacolo di livello artistico inferiore, ma più accattivante per il pubblico. Unica eccezione l’arrivo, proprio all’inizio del decennio, di un giovanissimo Alberto Sordi, che frequentava il teatro insieme ad un altrettanto ancora sconosciuto Federico Fellini. E proprio quest’ultimo racconterà molti anni dopo (nel 1972), nel film Roma, il clima un po’ triste e decadente dell’avanspettacolo di quegli anni, quando il pubblico “rumoroso, 10 esigente, implacabile” cercava in questo teatro un facile divertimento per dimenticare gli orrori della vita reale. Lo Jovinelli dovette adattarsi alle nuove richieste. Così accanto ai vecchi comici popolari, le ballerine iniziarono a ingrassarsi e a spogliarsi: [...]non bastavano più i maghi e le contorsioniste per vincere la battaglia con il cinema prima, e 11 con la televisione più tardi . Arrivarono presto gli anni Cinquanta e il Teatro li salutò con un edificio 12 ristrutturato e un nuovo nome: nacque così il Cinema-teatro Ambra-Jovinelli. Riguardo al significato del nome Ambra sono state avanzate molte ipotesi. Secondo alcuni era stato voluto da Graziano Jovinelli (succeduto al fratello Pasquale nella direzione del teatro) 13 come omaggio ad una ballerina di cui si era invaghito , secondo altri il nome era stato 7
Ibidem. Cfr. Ibidem. 9 R. Tessari, Teatro italiano del Novecento. Fenomenologie e strutture: 1906-1976, Le Lettere, Firenze 1996, p.75. 10 S. Valentini, Dal grande avanspettacolo al malinconico strip, in “Il Messaggero”, mercoledì 14 febbraio 1990, p.33. 11 N. Fano, La decadenza, in Storia dell’Ambra Jovinelli, testo tratto dal sito Internet citato. 12 Cfr. Quivi, §5.3, pp.180 e segg. 13 Cfr. N. Fano, La decadenza…, art. cit. 8
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scelto soltanto per l’iniziale: la “a”, infatti, garantiva un primo posto nell’elenco dei 14 cinema sui giornali e ciò poteva risultare molto utile ai fini pubblicitari . Interessante è l’ipotesi avanzata da Giulia Massari, secondo la quale il cambiamento del nome era stato voluto da Giovanni Amati, impresario entrato proprio in quegli anni in società con i fratelli Jovinelli: “Ambra-Jovinelli”. Così [...] il teatro si chiama da quando è entrato nella combinazione, per via dei film, Giovanni Amati, il quale aveva proposto in principio di cambiare nome, dicendo che tutte le sue sale si devono chiamare con un nome che comincia per “a”. Gli eredi non volevano 15 cambiare, poi la soluzione la trovò Graziano . Pare, comunque, certo che il nome Ambra, per una ragione o per l’altra, sia stato scelto proprio da Graziano Jovinelli. L’anno ufficiale di nascita dell’Ambra-Jovinelli è, dunque, il 1949. Durante gli anni Cinquanta e per gran parte del decennio successivo, l’AmbraJovinelli propose spettacoli cinematografici preceduti dall’esibizione di artisti vari (tre 16 recite di un’ora, prima di altrettante proiezioni) a cui presero parte comici come Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, Alberto Sorrentino, Aldo Tarantino, Lino Banfi e molte ballerine sempre meno vestite. Si cercava in tutti i modi di attirare un pubblico sempre meno interessato all’avanspettacolo. Purtroppo, però, la crisi era alle porte e tenerla lontana divenne presto un’impresa quasi impossibile. La grande rivista, il cinema, la tv, il cabaret saccheggiarono, negli anni ’60, l’avanspettacolo, gli tolsero giorno per giorno la vecchia clientela. E, per i giovani, quel genere risultava 17 altrettanto sfizioso di un reperto archeologico . La famiglia Jovinelli si rese conto che bisognava cambiare rotta; l’alternativa era la chiusura definitiva del locale (cosa che, peraltro, avevano già fatto altri vecchi teatri di varietà). Il cambiamento fu verso un tipo di spettacolo poco costoso ma molto redditizio: lo spogliarello. Esso poteva assicurare al teatro una clientela (maschile) fissa, poco interessata al grande nome dell’artista ma molto attirata dalla sua bellezza fisica.
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Cfr. T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli..., op. cit., p.45. G. Massari, Sere tutte per uomini. Il teatro Jovinelli, in “Il Mondo”, marzo 1970, p.17. 16 Cfr. N. Fano, La decadenza, in Storia dell’Ambra Jovinelli, testo tratto dal sito Internet citato. 17 S. Valentini, Dal grande avanspettacolo..., art. cit., p.33. 15
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Le prime spogliarelliste ad esibirsi furono ragazze provenienti dall’estero, “levigate 18 e asettiche che addirittura mettevano in soggezione” , successivamente si decise di ripiegare su artiste nostrane che, senza tanti fronzoli, mostravano al pubblico tutto ciò che esso desiderava vedere. Si andò avanti con questo tipo di spettacoli almeno fino alla fine degli anni Settanta. Con l’inizio degli anni Ottanta il pubblico cominciò ad annoiarsi di fronte a ragazze che, oltre a spogliarsi, non potevano far nient’altro. Ora la clientela chiedeva qualcosa di ancora più forte e anche in questo caso Graziano Jovinelli non poté che accontentarla: iniziarono così le proiezioni dei film pornografici, alternate solo in un primo momento agli spogliarelli. Rimasero poi solo i film, finché “i quaranta-cinquanta 19 spettatori superstiti ne ebbero abbastanza anche del porno” . Nel 1990 il teatro chiuse i battenti e Marcello Jovinelli, figlio di Pasquale e amministratore del teatro dal 1982 (anno d’inizio delle proiezioni pornografiche), decise di venderlo alla società immobiliare milanese Calendula, come racconta lui stesso in un’intervista rilasciata a Salvatore Taverna: Ero stanco di stare dietro a pellicole porno. [...] Con il varietà la mia famiglia ha fatto cronaca, costume, storia dello spettacolo. Con lo spogliarello abbiamo mostrato la bellezza femminile. Con le pellicole porno tutto si riduceva all’umiliazione di donne che si esibivano in film morbosi, 20 sessualmente esasperati . Un teatro da sempre di proprietà della stessa famiglia, entrò così nelle mani di una società senza sapere bene quale sarebbe stata la sua destinazione d’uso. Per dieci anni rimase chiuso, poi fu abbattuto e dalle sue ceneri rinacque un edificio, di cui parleremo in seguito, che con l’Ambra-Jovinelli aveva in comune solo il nome, la facciata e qualche 21 citazione nell’arredo interno .
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Ibidem. Ibidem. 19 S. Taverna, Venduto l’Ambra-Jovinelli, in “Il Messaggero”, mercoledì 14 febbraio 1990, p.33. 20 Cfr. Quivi, §5.3, pp.180 e segg. 21 Così, almeno, si deduce dalla testimonianza di Marcello Jovinelli: “Riuscii a convincere le autorità che all’Ambra-Jovinelli lo spogliarello doveva essere integrale. Appena volò lo slip, di nuovo folla straripante”. Cfr. intervista rilasciata a S. Taverna e riportata in S. Taverna, Venduto l’Ambra-Jovinelli, art. cit. 19
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5.2 LE INIZIATIVE PER PROMUOVERE LA RINASCITA DELL’AMBRA-JOVINELLI
Alla fine degli anni Settanta, come si è già visto, l’Ambra-Jovinelli si era, ormai, specializzato in spettacoli di spogliarello integrale (era, fra l’altro, uno dei pochi teatri 22 dove ciò era consentito) . Della sua gestione se ne occupava ancora Graziano Jovinelli, affiancato dal fratello Pasquale e dal figlio di quest’ultimo Marcello. Pur non dando più da tempo spettacoli di varietà, il teatro aveva continuato a mantenere gli antichi ritmi di lavoro: vi si svolgevano, infatti, tre spettacoli giornalieri con film alternati a spogliarelli ad un costo di £300 ciascuno. Il costo del biglietto permetteva al teatro di conquistarsi e mantenersi una clientela fissa: Il prezzo così basso è uno dei segreti per cui il teatro si 23 mantiene ancora in piedi; l’altro è l’orario anticipato : due segreti che dipendono dal fatto che in teatro lavora tutta la 24 famiglia, tre generazioni . Ma il sogno di Graziano era quello di tornare agli spettacoli del passato, quando il 25 teatro, oltre che “dai militari, [...], dai venditori, [...] da personale della stazione Termini” 26 era frequentato anche da donne e “ragazzini” . Gli affari vanno bene – dice il Commendatore Graziano – ma ora tutto costa più caro, e soprattutto non si trovano più ragazze che vogliono fare le ballerine. [...] Io sognerei di fare un grandissimo locale, ma la legge non me lo permette, e non posso toccare niente. [...] Oggi i tempi sono cambiati. [...] Non ci sono più le famiglie [...]. Perciò, il mio sogno vero, il più grande di tutti, sarebbe riportare in teatro il pubblico di 27 un tempo . Un tentativo di realizzare questo sogno Graziano Jovinelli lo fece nel 1978. In
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Il primo spettacolo iniziava tra le 13:30 e le 14:00. Cfr. G. Massari, Sere tutte per uomini...., art. cit., p.17. 23 Ibidem. 24 Ibidem. 25 Ibidem. 26 Ibidem. 27 Cfr. S. Valentini, Dal grande avanspettacolo..., art. cit., p.33.
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quell’anno, grazie anche ad un movimento d’opinione guidato da Federico Fellini , si decise di riaprire il teatro all’avanspettacolo. Gli Jovinelli misero su una compagnia come ai vecchi tempi, con Dante Maggio, ormai settantenne quale comico, Franco 29 Doria come spalla, otto girls otto, l’orchestra . Lo spettacolo C’era una volta il varietà esordì con grande successo il 10 gennaio di quell’anno: Per la prima dello spettacolo [...] sono tornati allo Jovinelli i vecchi fans del genere[...]. Gli applausi, le chiamate hanno 30 sanzionato il successo della riscoperta . Lo spettacolo vide protagonisti, accanto a Dante Maggio, Franco Doria e la soubrette Luisa Benedetti, anche le ballerine ricoperte da “piume, lustrini, mantelli, colbacchi, slip 31 32 e reggiseni” e un numero di acrobati “subissati dagli applausi” . Il successo ottenuto la sera della “prima” fece sperare che il periodo d’oro dell’avanspettacolo fosse tornato. Purtroppo i tempi erano cambiati: la novità aveva colpito e attirato il pubblico, ma ben presto anche i pochi appassionati del genere cominciarono a disertare gli spettacoli. Il ritorno all’avanspettacolo ebbe [...] vita molto breve: non riuscì a superare l’anno, in quanto la gestione non riuscì più 33 a coprire le spese . Si decise, così, di tornare ai meno costosi e più redditizi spogliarelli e film porno. Sembrava che ormai il cinema-teatro Ambra-Jovinelli fosse destinato ad un inesorabile oblio; in effetti, almeno negli Ottanta, questo fu il suo reale destino. Un cambiamento di rotta avvenne, però, all’inizio degli anni Novanta, quando la società Calendula si interessò dell’immobile e decise di acquistarlo (come si è già visto nel paragrafo precedente). Il teatro fu, quindi, chiuso in attesa di capire a quale uso 28
Ibidem. V. Ciuffa, All’Ambra-Jovinelli di Roma è rinato l’avanspettacolo, in “Il Corriere della Sera”, mercoledì 11 gennaio 1978, p.11. 30 Ibidem. 31 Ibidem. 32 Cfr. T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli..., op. cit., p.47. 33 Cfr. M. Romani, Su il sipario sull’Ambra Jovinelli, in “Liberazione”, mercoledì 31 luglio 1996, p.22. Nell’articolo citato la società Lasa risulta essere a quella data la proprietaria del teatro. In realtà nel 1998 pare che la proprietà dell’Ambra Jovinelli fosse ancora della Calendula (così almeno risulta dai documenti presentati in quell’anno per la ricostruzione del teatro). Purtroppo non è stato possibile stabilire i passaggi di proprietà, anche se uno scambio continuo tra le due società citate sembra improbabile. 29
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destinarlo. Verso la metà degli Novanta un’altra società (la Lasa) iniziò ad interessarsi del teatro col semplice scopo di abbatterlo per poi costruire al suo posto una caserma, un centro commerciale e una sala di conferenze. Per scongiurare questa ipotesi, nel 1996 nacque a Roma un’associazione composta da teatranti, musicisti, artisti e operatori dello spettacolo, chiamata Progetto Ambra, il cui scopo era quello di “combattere per la tutela 35 e il recupero” dell’Ambra-Jovinelli, con il desiderio di “indicarne una possibile ‘nuova 36 funzione’” . Il punto di partenza era la buona condizione strutturale dell’edificio (almeno secondo l’analisi effettuata dall’associazione), nonostante fosse reduce da un incendio (avvenuto negli anni Ottanta) e fosse abbandonato da quasi sei anni. Da risistemare completamente erano, invece, le infrastrutture (suppellettili, infissi, impianti termici, 37 idraulici ed elettrici) . L’idea dell’associazione era quella di proporre al Comune di Roma 38 di acquistare l’edificio, “rifarne le infrastrutture evitando restauri costosi” e riaprirlo al 39 pubblico “ripristinando lo spazio [...] secondo le esigenze della sua polifunzionalità” data dall’uso che proponevano di fare degli spazi. Il progetto prevedeva, infatti, di utilizzare il teatro come “un contenitore vuoto da riempire con un’accurata programmazione di 40 eventi” che andavano dalle conferenze alle proiezioni cinematografiche; dai concerti alle mostre di artisti contemporanei. Evento centrale sarebbero, comunque, dovuti essere gli spettacoli teatrali. Obiettivo finale del progetto era di “creare un luogo la cui offerta 41 culturale ed artistica, rivolta ad un pubblico vasto ed eterogeneo, sia di livello ‘europeo’” . Il tutto per far rinascere un teatro ormai morto da tempo. Questo progetto, culturale e artistico, sceglie l’AmbraJovinelli come luogo e simbolo della sua proposta [...] che nasce dalla consapevolezza che aprire un teatro chiuso e abbandonato, è aprire un luogo pubblico, è aprirlo al pubblico: un impegno di etica culturale per recuperare un edificio storico ad una nuova funzionalità che lo renda 42 necessario alla città . Per promuovere e finanziare la messa in opera di questo progetto, l’associazione realizzò all’interno dell’Ambra-Jovinelli, tra il 1996 e il 1998, una serie di eventi, volti 34
M. Cava, Progetto per il recupero e il riutilizzo del teatro Ambra-Jovinelli di Roma, documento inedito. Ibidem. 36 L’analisi delle condizioni strutturali del teatro nel 1996 è contenuta in M. Cava, Progetto per il recupero ..., op. cit.. 37 Ivi. 38 Ivi. 39 Ivi. 40 Ivi. 41 Ivi. 42 G. Capitta, Un poeta al varietà, in “Il Manifesto”, venerdì 2 agosto 1996, s.n.p. 35
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anche a dare visibilità allo stato di degrado e abbandono in cui versava il teatro. Il primo evento fu la messa in scena dell’opera teatrale Vladimir Maiakovski, scritta dall’omonimo poeta russo nel 1913 e tradotta e adattata, per quell’occasione, da Pina Catanzariti. L’allestimento, realizzato il 31 luglio del 1996 con la regia di Marcello Cava, vide la partecipazione attiva di un pubblico, invitato ufficialmente a fare da comparsa a ciò che, sulla carta, risultava essere semplicemente una registrazione video. Infatti il teatro era stato affittato per girarvi un video: era quello l’unico sistema per accedervi. Così in tanti, gente dello spettacolo e non, [...] hanno potuto assistere a una simbolica rinascita dell’Ambra Jovinelli. [...] Come in un vero ‘varietà’, reso struggente dai tagli di luce su quella sala [...] scrostata e impolverata [...], il presentatore Vladimir, in bretella gialla e tenuta da lavoro introduce i ‘numeri’ della serata, inventata e coordinata da Marcello 43 Cava . Il tutto era accompagnato da musiche originali eseguite da Alessandro Bonanno e dal gruppo musicale Gronge. La buona risonanza che ebbe l’iniziativa sui giornali, spinse l’associazione a organizzare un altro evento, sperando in questa seconda occasione di attrarre maggiormente l’attenzione del Comune di Roma. Ad ottobre dello stesso anno (nei giorni 21 e 22) furono, così, organizzate due serate speciali a cui avrebbero dovuto prender parte anche vecchie glorie del teatro (ma vennero soltanto Enrico Marciano, Dino Valdi, Pia 44 Velsi e il duo Tomas) . Per il 21 ottobre fu allestita, a partire dalle ore 18:00, una maratona teatrale con il gruppo ‘Quelli che restano’ e 45 con Chiquito e Paquito ( il duo lanciato da ‘Avanzi’) , la proiezione di un video su Carmelo Bene e gli show di vari gruppi musicali, oltre all’esposizione nei camerini di opere 46 di giovani pittori che hanno esposto alla Quadriennale [...] . Il giorno successivo si esibirono, dopo una conferenza, alcuni vecchi comici del 47 teatro (tra cui il Duo Tomas) seguiti dal “blitz teatrale” Funambolico Genet (da Le Funambule di Jean Genet), tradotto e adattato da Pina Catanzariti e con la regia sempre 43
Cfr. T. Scaroni, In scena ricordi e proteste, in “Il Tempo”, giovedì 24 ottobre 1996, p.38 e F. Fania, E Petrolini vi ringrazia, in “Liberazione”, giovedì 24 ottobre 1996, s.n.p. 44 Nota trasmissione comica televisiva di quegli anni. 45 M. Lucidi, Ippoliti guida la crociata dell’Ambra Jovinelli, in “Il Messaggero”, Lunedì 21 ottobre 1996, p. 33. 46 M Cava, Associazione Progetto Ambra. Breve cronistoria, documento inedito. 47 Cfr. F. Fania, E Petrolini...., art. cit.
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di Cava. Presentatore di entrambe le serate fu Gianni Ippoliti. L’iniziativa piacque e 48 portò al teatro più di mille persone . Quella fu l’ultima volta che l’associazione riuscì ad organizzare un evento all’interno dell’edificio. Scoperto ormai il “trucco” del video da girare (usato come pretesto anche in questa seconda occasione), la Calendula non diede più loro in affitto il teatro. Così, il 13 giugno del 1997, il Progetto Ambra si trasferì nello spazio esterno, in via (ex piazza) Guglielmo Pepe, creando un evento musicale e teatrale incentrato sul Nerone di Ettore Petrolini (con la regia di Cava). Tutto ciò non servì, però, per realizzare quel progetto che l’associazione Ambra sognava. Nel novembre del 1998 il consiglio comunale di Roma decise, sì, di intervenire sull’Ambra-Jovinelli, ma ad avere la meglio fu il progetto presentato dalla società proprietaria dell’edificio (in accordo con un gruppo di artisti capeggiati da Serena Dandini). Si diede così avvio ai lavori e il 25 gennaio 2001 fu inaugurato il nuovo Ambra Jovinelli.
5.3 IL TEATRO AMBRA JOVINELLI OGGI
Nel novembre del 1998, come detto, il consiglio comunale di Roma approvò 49 il progetto di “recupero e ristrutturazione di tutto il complesso teatrale” presentato dalla società Calendula. I lavori potevano così avere inizio. L’obiettivo era quello di riportare l’Ambra Jovinelli agli antichi splendori, cercando di far un intervento che non sconvolgesse troppo gli equilibri e l’estetica dell’edificio originario. In quegli anni il teatro era notevolmente diverso rispetto a come si presentava nel marzo del 1909; numerosi erano stati , infatti, gli interventi attuati nel corso della sua lunga esistenza. Un primo notevole intervento era avvenuto già nel 1934, anno in cui furono tolti (per motivi legati alle nuove esigenze spettacolari) i palchi presenti nella prima 50 galleria. Al loro posto erano state inserite normali file di poltrone . Un altro intervento 51 importante era stato fatto, poi, nel 1949 . A differenza del primo, questo aveva sconvolto maggiormente gli equilibri interni ed esterni dell’edificio attraverso la rimozione di un 48
Dal verbale della seduta comunale per la discussione della proposta n.242/98 (dec. n. 117 del 5-8-1998) svoltasi il 3-11-1998, oggetto Indirizzi ed assenso alla sottoscrizione dell’accordo di programma ex art. 27 legge 142/90 per l’approvazione degli interventi per la realizzazione del Centro dello Spettacolo “Nuovo Teatro Ambra Jovinelli”. 49 Cfr. Relazione tecnica contenuta nel verbale citato. 50 Cfr. T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli..., op. cit., p.45. 51 Cfr. Ibidem e Relazione tecnica contenuta nel verbale citato.
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botteghino, la demolizione, ricostruzione in cemento armato e ampliamento della seconda galleria, la costruzione di una pensilina sulla facciata esterna e l’eliminazione delle 52 aquile che adornavano i pilastri . Questi interventi avevano ampliato notevolmente la 53 54 capienza del teatro, portandolo dagli originari mille posti a millequattrocento . A partire dagli anni Cinquanta, quindi, l’Ambra-Jovinelli aveva assunto quell’aspetto estetico ed architettonico che lo avrebbe caratterizzato fino agli anni Novanta compresi. Nel maggio del 1999, con l’inizio dei lavori, il teatro, esclusa la facciata, fu abbattuto. Era chiuso dal ’90, [...] ma adesso quel pezzo di storia minore tra piazza Pepe e via Giolitti [...] è completamente sventrato, restano in piedi soltanto i muri perimetrali su due 55
lati, facciate liberty [...] assolutamente intoccabili . La distruzione totale dell’interno del teatro era, secondo l’architetto che ha progettato l’intervento, il professore Sergio Petruccioli, inevitabile: Abbiamo davvero salvato il salvabile – spiega [...] -. Il teatro, minato da un incendio e da un lungo abbandono cadeva a pezzi. Muri fatiscenti, impianti da rifare [...]. Non restava altra soluzione che mantener dove possibile i segni d’epoca 56 e il volume del guscio e demolire il resto . Contrario alla demolizione era, invece, il professore Giorgio Muratore secondo il 57 quale “non si doveva distruggere così un pezzo tanto importante di storia della città” : Il teatro era sopravvissuto praticamente intatto, un cimelio d’epoca che andava preservato per rispettarne le memorie. E come tale era stato vincolato. Invece ci si è limitati a garantire solo la sopravvivenza della funzione e una porzione 58 dell’involucro esterno . 52
Cfr. Quivi, §1.6, pp.32-38 e Quivi, §2.1, p.39. Cfr. F. Aggarbati-R. Costacurta, Censimento dei luoghi dello spettacolo a Roma dal 1945 al 1981, in AA.VV., L’architettura dei teatri di Roma: 1513/1981, Edizioni Kappa, Roma 1987, p.148. 54 S. Casalini, Ambra Jovinelli, salva solo la facciata, in “La Repubblica”, giovedì 20 maggio 1999, p.III della Cronaca di Roma. 55 D. Maestosi, Ma per i nostalgici sarà una delusione: dell’edificio resta solo la facciata liberty, in “Il Messaggero”, martedì 23 gennaio 2001, p.17. 56 Ibidem. 57 Ibidem. 58 Tale cifra mi è stata direttamente comunicata dall’architetto prof. Sergio Petruccioli durante un incontro avvenuto il 10 gennaio del 2001. Da altre fonti risulterebbe una capienza maggiore: 900 posti nell’Ambra Jovinelli e 120 nel Piccolo Jovinelli. Cfr. D. Maestosi, Ma per i nostalgici..., art. cit., p.17. 53
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I lavori iniziati nel 1999, comunque, andarono avanti fino al gennaio del 2000; obiettivo finale era la ricostruzione del teatro secondo il modello originario dell’edificio (pur con alcune differenze sostanziali). Il nuovo teatro Ambra Jovinelli è stato, infatti, inserito in un “guscio” a forma di uovo e posto a circa tre metri dal livello stradale. La parte sottostante, infatti, serviva per allestirvi spazi commerciali (ora vi hanno trovato posto una banca e un grande magazzino). Per raggiungere il teatro vero e proprio bisogna, dunque, salire di un piano ed entrare nel guscio. Nella sua architettura interna ed esterna (a parte la sua sopraelevazione), il teatro è rimasto sostanzialmente identico all’originario. Esso è attualmente costituito dalla platea e da due gallerie. Nell’arredo il velluto ha sostituito il legno delle poltrone. Un’altra differenza tra questo e il vecchio edificio è la notevole diminuzione della capienza di pubblico. Prima l’Ambra-Jovinelli poteva essere considerato uno tra i più grandi teatri di Roma. Oggi esso può contenere 59 non più di 700 persone (circa centocinquanta in più se si considera anche il Piccolo Jovinelli, sala progettata per spettacoli musicali e di cabaret e come spazio dedicato alla promozione di nuovi talenti comici adiacente alla sala grande). L’edificio è stato rimesso a norma di sicurezza secondo le leggi vigenti; prima, infatti, mancavano le scale antincendio e, come unica via di fuga, vi erano solo alcune porte ai lati. L’aspetto esterno è rimasto sostanzialmente immutato ed è stata l’unica parte che ha subito un restauro vero e proprio. Per permettere l’inserimento del centro commerciale, le fondamenta sono state aumentate di circa m.1,5 (non senza polemiche dovute al ritrovamento, durante i lavori di scavo, di un mosaico romano). L’inaugurazione del nuovo edificio avvenne il 25 gennaio del 2001 (due giorni dopo la presentazione alla stampa). Il nuovo edificio che riapre al pubblico ospita al piano terra e nei sotterranei un centro commerciale [...] e una banca, confinando in un angolo la biglietteria e un ascensore ultramoderno. [...] Sopra, sulla terrazza è stato ricavato un 60 ristorante panoramico [...] . Tutto era ormai pronto per la grande serata inaugurale. Lasciandosi alle spalle polemiche varie, la neo-direttrice artistica Serena Dandini con “una piuma nera 61 appuntata sul petto e l’aria raggiante di chi ce l’ha fatta” salì alle ventidue in punto sul palcoscenico del neonato teatro per presentare al pubblico il suo sogno divenuto realtà: diventare direttrice di quello che lei stessa ha chiamato il tempio della comicità romana 59
D. Maestosi, Ma per i nostalgici..., art. cit., p.17. L. Martellini, Assalto all’Ambra Jovinelli, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, venerdì 26 gennaio 2001, p.53. 61 Ibidem. 60
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e nazionale. Lo spettacolo di apertura, oscillando di continuo tra presente e passato, ha voluto richiamare l’attenzione del mondo televisivo e del suo pubblico, vero target di riferimento del nuovo Ambra Jovinelli (non per nulla l’edificio è stato cablato, rendendo così più facili eventuali riprese televisive). I richiami al passato sono continui in questo show che affida ai comici televisivi di oggi di far rivivere il passato, mentre su uno schermo scorrono le immagini del “come eravamo” Marco Marzocca fa il vecchio notaio che ricorda quando le ballerine entravano in scena coperte solamente da un ventaglio. Sabina Guzzanti è una Wanda Osiris-Valeria Marini vamp [...]. Francesco Paolantoni interpreta a suo modo “La livella”, versi di Totò. E ci sono pure i protagonisti di un tempo [...]. [...] il mago Leandris che [...] propone giochi di prestigio e di parole [...]. Tomas [...] il comico 62 elettrico, e Anna Campori [...] . L’Ambra Jovinelli, nato quando della televisione non esisteva nemmeno il sogno, è destinato a diventare il regno dei vecchi e palestra dei nuovi comici televisivi.
5.4 LA STAGIONE TEATRALE 2001
A partire dal 26 gennaio, dopo la serata di inaugurazione, partì la “settimana di 63 festa per l’Ambra Jovinelli” con spettacoli di Francesco Paolantoni (il 26), di Sabina Guazzanti (il 27 e il 28), di Vincenzo Salemme (il 29) e di Goran Bregovich (musicista 64 serbo-croato “aspro, stravagante, divertente e irrefrenabile” esibitosi qui con la sua Weddings and funeral band il 31). La nuova stagione teatrale dell’Ambra Jovinelli si è aperta, ufficialmente, il primo 65 febbraio del 2001 con la prima di Panariello...chi?, spettacolo di varietà in senso lato 62
Definizione tratta dallo slogan pubblicitario. Anonimo, Caotico, irrefrenabile e impetuoso arriva Goran Bregovic con la sua band, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, mercoledì 31 gennaio 2001, p.59. 64 Il termine varietà viene oggi usato spesso per indicare spettacoli composti da una successione di scenette o sketch, intervallati da momenti musicali e collegati tra loro o da un presentatore (soprattutto in quello televisivo) o dall’unico attore presente in scena (come in questo caso). Questo tipo di spettacolo si richiama al varietà tradizionale solo in senso lato, mancando del tutto la successione dei vari numeri (tra cui anche le attrazioni) tipica del vecchio varietà ( che, come si è visto, può dirsi finito già all’inizio degli anni Trenta). 63
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
scritto da Giorgio Panariello, Carlo Pistarino e Giampiero Solari, diretto dal Solari e interpretato da Panariello. Lo spettacolo, la cui colonna sonora è scritta e interpretata dal cantante Paolo Belli, è costituito da una successione di vecchi e nuovi personaggi comici, interpretati tutti da Giorgio, che, nell’insieme, danno un’immagine variegata della società italiana di oggi. In un’intervista rilasciata al “Corriere della Sera” egli racconta così alcuni dei suoi nuovi personaggi che si sono andati ad aggiungere a quelli che lo hanno reso famoso (come il bambino Simone, Mario il bagnino, l’ubriaco Merigo ed altri): Gli spettatori [...] ammireranno in anteprima Perticone, palestrato livornese [...]. Poi il macellaio Pio Bove [...] con la figlia Scaloppina abbonata a Manzotim che se ne sta per ore [...] al telefono. Il pentito Bruschetta si sente in colpa per 66 tutto [...] e si contraddice ogni secondo . Lo spettacolo, rimasto in scena fino al 4 febbraio, riscosse un buon successo, sfruttando anche il momento di massima notorietà (soprattutto televisiva) di cui godeva (e gode) il suo protagonista. Il 6 febbraio ci fu la prima di Precise parole, libera interpretazione dell’Otello di Shakespeare scritta (insieme con l’autore e regista Gabriele Vacis) e interpretata da Lella Costa (nota attrice e doppiatrice italiana). Sul palcoscenico nelle due ore e un quarto di spettacolo sono sola – spiega l’attrice – affiancata da un baldacchino di legno con tende di tulle che mutano secondo le scene, e gonfiandosi 67 danno l’idea di un veliero in mare . Nato da uno studio sul linguaggio shakespeariano (“in Otello lento, affascinante 68 [...]; veloce, refrattario” in Jago), il monologo ripercorre le varie fasi della tragedia con sottile ironia, cercando di ritrovare in essa le caratteristiche che la rendono eterna: Mi diverte mettere in scena una storia eterna [...]. I riferimenti all’oggi, se li si vuole cogliere, sono evidenti. Ma il godimento sta soprattutto nell’abbandonarsi all’incanto di 69 una narrazione perfetta . 65
L. Martellini, I mille volti di Panariello: io, grande fratello Perticone, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, giovedì 1 febbraio 2001, p.53. 66 L. Martellini, Lella Costa si sdoppia: “Sono Otello e Desdemona”, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, lunedì 5 febbraio 2001, p.54. 67 Ibidem. 68 Lella Costa in ibidem. 69 P. Pol., Lella Costa racconta, in “Il Messaggero”, venerdì 9 febbraio 2001, sezione Spettacoli.
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Capitolo 5: Lo Jovinelli senza Giuseppe Jovinelli. Declino, morte e rinascita di un teatro popolare
Lo spettacolo, rimasto all’Ambra fino al 18 febbraio, aveva nella difficoltà della 70 comunicazione per l’abitudine “alla circonlocuzione ricca di sfumature insignificanti” il proprio tema centrale. E forse è proprio lì che bisogna andare a cercare il senso di eternità del testo shakespeariano. Dopo Lella Costa venne all’Ambra un’altra attrice nota, Francesca Reggiani, nota al pubblico televisivo per la partecipazione ad alcune trasmissioni di successo. La Reggiani si presentò con lo spettacolo Strati d’animo, scritto con Valter Lupo, ottenendo un buon favore di pubblico già dalla prima, avvenuta il 20 febbraio. Il testo, costruito intorno alle parodie di personaggi famosi come Sabrina Ferilli, Susanna Agnelli ed altri, cerca di rappresentare le varie fasi della vita attraverso l’analisi delle emozioni e dei sentimenti. Dall’amore all’amicizia, dai figli al divorzio, dal sesso ai parcheggi, dai single ai “bingle”. [...] Francesca Reggiani presenta la sua visione molto particolare, e scanzonatissima, 71 della vita [...] Sempre sola in scena, la Reggiani ha cercato di proporsi al pubblico in un genere, a suo dire, tipicamente maschile, come spiega lei stessa in un’intervista: Adoro i one man, o piuttosto i one woman show, ma a Roma è difficile trovare sale che li ospitino. Un genere prevalentemente maschile, che spesso si risolve con la predicazione, mentre i miei sono pezzi recitati. Anche malinconici, o strappalacrime, perché no, per spezzare il 72 ritmo . Lo spettacolo, rimasto al teatro fino al 25 febbraio, avendo ottenuto un buon successo, fu riproposto al pubblico dello Jovinelli anche a maggio dello stesso anno. Il primo marzo debuttò uno dei musical più famosi degli ultimi anni: Rent di Jonathan Larson. Nato dal progetto di far vivere sulla scena le problematiche giovanili di oggi in una cornice che si integrasse con la migliore tradizione di Broadway, il musical era ispirato liberamente alla Bohème di Giacomo Puccini. “Rent” è una versione moderna della “Bohème” di Puccini, ambientata in un degradato loft di New York dove alcuni 73 ragazzi vivono sotto l’incubo dello sfratto [...] . 70
L. Martellini, Reggiani: “Voglio diventare Gigi Proietti”, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, mercoledì 21 febbraio 2001, p.57. 71 Ibidem. 72 L. Martellini, Droga e Aids nella Bohème, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, venerdì 2 marzo 2001, p.59. 73 Ibidem.
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Attraverso la storia di un gruppo di giovani artisti e delle loro difficoltà economiche e non, Larson affronta temi forti quali la droga e l’AIDS, senza però trascurarne il lato affettivo. In Rent, infatti, l’amore, in tutte le sue sfaccettature (dall’omosessualità al tradimento), è sempre presente ed è vissuto dai ragazzi senza alcun tipo di tabù: Fra simulazioni di rapporti sessuali, irrisioni alle favole (Cappuccetto rosso viene stuprata dai nanetti), sprezzo della 74 morale comune, il musical è comunque un inno all’amore . Il tutto accompagnato da musica rock, per comunicare al meglio con i più giovani e per parlare il loro stesso linguaggio. “Larson ha descritto la storia di noi ragazzi. Mimì, Mark, Roger, siamo noi che ci proponiamo senza maschera al pubblico [...]”, spiega uno degli interpreti, Claudio 75 Castrogiovanni […] . L’opera, presentata all’Ambra sotto l’attenta regia di Fabrizio Angelini che ha cercato di rimanere fedele il più possibile alla scrittura di Larson, nella versione italiana ha conservato i costumi e le scene americane (“uno stanzone in mattoncini grigi, con un 76 soppalco, e ferraglie che pendono dal soffitto”) mentre le canzoni sono state tradotte. Il successo è stato grande per tutto il mese di programmazione (l’opera è rimasta all’Ambra Jovinelli fino al 25 marzo). Dopo questa parentesi musicale, all’Ambra tornò di scena il comico: il 27 marzo vi debuttò, infatti, Occhio alla penna, monologo di Piero Metelli e Paolo Hendel e interpretato dallo stesso Hendel. Paolo Hendel, in questo suo nuovo monologo [...], ci pone subito una singolare domanda: cos’è che spinge un essere umano nel pieno possesso delle sue facoltà mentali a uscire di casa la sera per andare a teatro, rinunciando alla televisione, cenando in fretta, pagando un biglietto e magari dovendo 77 svegliarsi presto la mattina del giorno dopo?
74
L. Martellini, Rent, una Bohème rock, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, sabato 24 febbraio 2001, p.59. 75 L. Martellini, Droga e Aids..., art. cit.. 76 E. Costantini, Guida al palcoscenico. Occhio alla penna, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, domenica 8 aprile 2001, p.58. 77 L. Martellini, Sabina Guzzanti il folletto, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, lunedì 9 aprile 2001, p.52.
Capitolo 5: Lo Jovinelli senza Giuseppe Jovinelli. Declino, morte e rinascita di un teatro popolare
Rimasto in scena fino all’otto aprile, il monologo, partendo da questo dubbio particolare, affronta, con ironia e comicità, le esperienze e i temi fondamentali della nostra vita quotidiana. Altra artista venuta nel nuovo Ambra Jovinelli fu Sabina Guzzanti, molto conosciuta al pubblico televisivo per le sue parodie di personaggi famosi. Il debutto del suo Recital avvenne il 10 aprile: “Recital”, ovvero il meglio del repertorio di Sabina Guzzanti [...]. Imitazioni e caricature di anni (la maga, la suora, Valeria Marini, Irene Pivetti, Massimo D’alema, Silvio Berlusconi) 78 riproposte in libertà . Accompagnata in scena da Rosalia Porcaro, la Guzzanti rimase all’Ambra solo due giorni (l’otto aprile e il 9 maggio), nonostante il buon successo ottenuto (ma così prevedeva il contratto, essendo uno spettacolo fuori abbonamento). Ultimo artista venuto allo Jovinelli in questa nuova stagione fu Daniele Luttazzi, che vi presentò il suo spettacolo, Barracuda, monologo nato come seguito dell’omonima trasmissione televisiva che vide lo stesso Luttazzi cimentarsi in interviste spericolate a personaggi noti del mondo dello spettacolo, della politica, 79 dello sport, dell’editoria, della moda . Nel monologo l’attenzione è concentrata soprattutto sul mondo della politica, a cui sono dedicate la maggior parte delle battute comiche. Del resto l’attualità (si erano svolte da poco le elezioni politiche) è, in questo genere di spettacoli, fondamentale. Luttazzi rimase all’Ambra fino al 27 maggio. Oltre a questi spettacoli, la stagione 2001 vide anche la realizzazione di una serie di eventi speciali dedicati alla celebrazione del neonato teatro. Tra questi si possono ricordare le mostre allestite nel foyer del teatro dedicate rispettivamente a Renato Rascel (dal 26 gennaio al 15 febbraio) e ai primi cento anni di vita dello Jovinelli (dal 2 aprile al 27 maggio). Questa seconda mostra, allestita con materiali ritrovati nel teatro in occasione dei lavori, fu inaugurata con un concerto di Nicola Arigliano, accompagnato dal suo quartetto e dedicato a Totò (di cui interpretò alcune musiche).
78
Anonimo, Il dopo-elezioni di Luttazzi in “Barracuda”, in “Il Corriere della Sera”, Cronaca di Roma, martedì 15 maggio 2001, p.59.
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APPENDICI
I PROGETTI (DISEGNI)
Nelle pagine seguenti sono riportati due progetti di costruzione. Il primo riguarda un baraccone (con molta probabilità il Padiglione Umberto) per la cui edificazione era stata fatta domanda da parte di Italo Baratta. Il disegno, tratto dal protocollo dell’Ispettorato Edilizio di Roma 2741 del 1898, rende visibile la struttura interna e la suddivisione degli spazi, con le relative misure, di quello che, presumibilmente, sarebbe diventato il 1 Padiglione Umberto (il teatro Margherita doveva avere una struttura molto simile). Il secondo progetto è, invece, relativo al Teatro Jovinelli (indicato qui ancora col nome di Salone popolare di Varietà). Questo disegno è stato tratto dal protocollo dell’Ispettorato Edilizio di Roma 697 del 1906 e mostra chiaramente la struttura interna del Teatro 2 Jovinelli secondo il progetto finale di Ulderico Bencivenga . Così doveva apparire l’interno del teatro nel giorno della sua inaugurazione, il 3 marzo del 1909.
1 2
Per ulteriori informazioni cfr. Quivi, §1.5, pp.27 e segg. Per ulteriori informazioni cfr. Quivi, §1.6, pp.32 e segg.
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
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Appendice 1: I progetti (disegni)
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I PROGRAMMI
Nelle seguenti pagine sono riportate quattro locandine, tratte da alcuni periodici specializzati nel teatro di varietà e nel café-chantant. Questi programmi venivano pubblicati nei suddetti periodici a scopo pubblicitario e riportavano i numeri di una serata. Non è stato, purtroppo, possibile stabilire per ognuna di esse il periodico di provenienza, ma con molta probabilità sono state tutte tratte da “Eldorado Canzonettistico”. Per quanto riguarda la datazione, sono tutte e quattro relative al 1910. La prima è del mese di settembre, la seconda di ottobre, la terza di novembre. Per l’ultima non è stato possibile 1 stabilire una datazione più precisa .
1
Le riproduzioni provengono dalla raccolta personale del dott. Marcello Cava, che le ha gentilmente messe a disposizione.
Appendice 2: I programmi (locandine)
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
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Appendice 2: I programmi (locandine)
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
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PROGRAMMAZIONE DEL TEATRO MARGHERITA DAL 1898 AL 1905 La programmazione del Teatro Margherita è stata ricavata dallo spoglio delle annate de “Il Messaggero”, quotidiano di Roma, che vanno da giovedì 1 settembre 1898 a martedì 1 agosto 1905 compresi. Quest’ultimo è l’ultimo numero in cui risultano notizie sul suddetto teatro.
1898
SETTEMBRE 1898 • • • •
Compagnia: Compagnia Fioravanti composta da G. Fioravanti, Carmen Moretti, Antonio Mancini, V. Mantovani. Comico: Mimì Albin. Duetto: Fioravanti-Mancini. Canzonettiste: 1. Zina Di Capua 2. Elvira Larguier
OTTOBRE 1898 • •
Compagnia: Compagnia De Martino-Balzano composta da Carmen Moretti, Luigi De Martino (Pulcinella), Aniello Balzano. Attrazione: 1. F. Wigo – pattinatore equilibrista 2. Monsieur Rodolphe – equilibrista e contorsionista
NOVEMBRE 1898 •
Compagnia: Compagnia De Martino-Balzano composta da Mimì Albin (buffo),
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
• • •
Carmen Moretti, Luigi De Martino (Pulcinella), Aniello Balzano, Nicola Bozzo. Duetto: Moretti-Bozzo Attrazione: Trio Carpini – acrobati Canzonettista: Elvira Larguier
DICEMBRE 1898 • • •
Compagnia: Compagnia De Martino-Balzano composta da Carmen Moretti, Luigi De Martino (Pulcinella), Aniello Balzano, Nicola Bozzo. Comico: Aristide Settimi Canzonettiste: 1. Elvira Larguier 2. Cavallini
150
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
1899
GENNAIO 1899 •
Compagnia: Compagnia drammatica del cav. Augusto Mugnaini composta da Mugnaini (primo attore), Paolina De Caprile Bisi (prima attrice), A. Risi (brillante).
FEBBRAIO 1899 •
• •
Compagnia: 1. Compagnia drammatica del cav. Augusto Mugnaini composta da Mugnaini (primo attore), Paolina De Caprile Bisi (prima attrice), A. Risi (brillante), L. Governato. 2. Compagnia De Martino-Balzano (dal 16) composta da Carmen Moretti, Luigi De Martino (Pulcinella), Aniello Balzano, Davide Tatangelo, Faure (baritono), Vincenzo Parisi, D’arcos. Duetto: Monti-Tatangelo Canzonettista: Elvira Larguier
MARZO 1899 •
• • •
Compagnia De Martino-Balzano composta da Carmen Moretti (prima attrice sostituita il 9 da Paolina Maracci), Luigi De Martino (Pulcinella), Aniello Balzano, Davide Tatangelo, Faure (baritono), Vincenzo Parisi, D’arcos. Comico: Davide Tatangelo. Duetto: Tatangelo-Moretti Canzonettiste: 1. Elvira Larguier 2. Amelia Valentini 3. Arcor 4. Irene Enrichetti
151
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
APRILE 1899 •
•
• • •
•
Compagnia De Martino-Balzano composta da Carmen Moretti, Luigi De Martino (Pulcinella), Aniello Balzano, Davide Tatangelo, Faure (baritono), Vincenzo Parisi, Gennaro Manzo (caratterista). Comico: 1. Davide Tatangelo 2. Mimì Albin (dal 17) Duetto: Tatangelo-Moretti Attrazione: Sorelle Libellin - acrobate Canzonettiste: 1. Elisa Giancola 2. Amelia Valentini Direttore d’orchestra: Gennaro Visconti
MAGGIO 1899 •
• •
•
Compagnia De Martino-Balzano composta da Carmen Moretti, Luigi De Martino (Pulcinella), Aniello Balzano, Davide Tatangelo, Faure (baritono), Vincenzo Parisi, Gennaro Manzo (caratterista). Comico: Giulio Alfieri Attrazione: 1. Sorelle Libellin – acrobate 2. Noel-Sanctos – contorsionisti 3. Henry Jongleur 4. The Willroth’s – musicisti eccentrici Canzonettiste: 1. Enrichetta Faure 2. Annina Manfrè 3. Gina/Gemma Bellini 4. Elisa Giancola 5. Amelia Valentini 6. Irene Berry 7. Cesarina Benoit
152
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
GIUGNO 1899 •
•
Compagnia: 1. Compagnia di operette Eredi Scalvini diretta da Cianchi e Balzano composta da Aniello Balzano, Cianchi, Concetta Venanzi (prima attrice), Giuseppe Gambardella (Pulcinella). 2. Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta (debutta il 10), diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta. Canzonettiste: 1. Amelia Valentini 2. Annina Manfrè 3. Cesarina Benoit
LUGLIO 1899 •
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
AGOSTO 1899 •
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
SETTEMBRE 1899 •
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi,
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
OTTOBRE 1899 •
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Sofia Maleri (I attrice giovane), Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
NOVEMBRE 1899 •
•
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta. Attrazione: 1. Achille Pezzis – esercizi alla sbarra fissa 2. Adelina Nicolini – equilibrista
DICEMBRE 1899 •
•
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta. Attrazione: Prof. Miller Egimann e la sua squadra– illusionisti orientali.
154
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
1900
GENNAIO 1900 •
•
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta. Attrazione: Troupe Mastropieri – Illusionisti
FEBBRAIO 1900 •
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
MARZO 1900 •
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
APRILE 1900 •
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
MAGGIO 1900 •
Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
GIUGNO 1900 •
• • • •
Compagnia: 1. Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta (fino al 1). 2. Compagnia di varietà e ballo diretta da Carlo Valente (debutta il 9 e resta fino al 19). 3. Compagnia di zarzuele e varietà (debutta il 22) diretta da Lorenzo Fiorentino e Giorgio Salomone. Comico: Giovanni Scaramuzzi - napoletano Attrazione: Maria Cottone e Emilio Tocchi – danzatori Duetto: Scaramuzzi-Ida Stellini Canzonettiste: 1. Carolina Massenzi 2. Adelina Biondina 3. Annina Salomone 4. Cesarina Beneri 5. Dora Fiorentino 6. Emilia Bisaccia – stella napoletana 7. Irene Enrichetta 8. Bice Gambini 9. Amelia Valentini
156
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
LUGLIO 1900 • • • • •
•
Compagnia: Compagnia di zarzuele e varietà diretta da Lorenzo Fiorentino e Giorgio Salomone. Gennaro Manzo (Pulcinella) Duetto: Scaramuzzi-Ida Stellini Attrazione: Mister Robert – contorsionista Canzonettiste: 1. Amelia Valentini 2. Bice Gambini 3. Cesarina Benoit 4. Dora Fiorentino Cinematografo Fregoli-Graph.
AGOSTO 1900 •
•
Compagnia: Compagnia di operette e fiabe De Martino diretta da Giuseppe De Martino e composta da Carolina Angelini, Luigi De Martino, Giuseppe De Martino e Giuseppe Andreassi. Cinematografo Fregoli-Graph.
SETTEMBRE 1900 •
Compagnia: 1. Compagnia di operette e fiabe De Martino diretta da Giuseppe De Martino e composta da Carolina Angelini, Luigi De Martino, Giuseppe De Martino e Giuseppe Andreassi. 2. Compagnia di operette diretta da Aniello Balzano e Nicola Bozzo (dall’ultima settimana).
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
OTTOBRE 1900 •
Compagnia di operette diretta da Aniello Balzano e Nicola Bozzo e con Elvira Delle Donne e Giuseppe Lalli.
NOVEMBRE 1900 •
Compagnia di operette diretta da Aniello Balzano e Nicola Bozzo e con Elvira Delle Donne e Giuseppe Lalli.
DICEMBRE 1900 • • •
Compagnia di operette diretta da Aniello Balzano e Nicola Bozzo e con Elvira Delle Donne e Giuseppe Lalli. Cantante: Valorges Duetto: Adolfo Narciso-Artemisia
158
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
1901
GENNAIO 1901 • •
Compagnia di operette diretta da Aniello Balzano e Nicola Bozzo e con Elvira Delle Donne e Giuseppe Lalli. Attrazione: 1. O. Donnini – trasformista 2. Les Graglias – clowns musicali
FEBBRAIO 1901 • • • •
•
Compagnia di operette diretta da Aniello Balzano e Nicola Bozzo e con Elvira Delle Donne e Giuseppe Lalli. Comico: Giovanni Scaramuzzi Duetto: Stellini-Scaramuzzi – duo canoro Attrazione: 1. Les Graglias – clowns musicali 2. Vittorio Mercipinetti - illusionista Canzonettiste: Ida Stellini
MARZO 1901 • • •
•
Comico: Giovanni Scaramuzzi Duetto: Stellini-Scaramuzzi – duo canoro Attrazione: 1. Vittorio Mercipinetti - illusionista 2. Fratelli Radicchi - contorsionisti Cinematografo Demeny
159
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
APRILE 1901 •
Attrazione: Poggiolesi-Paolucci – duo danzante
MAGGIO 1901 •
Compagnia: Compagnia di operette e fiabe De Martino diretta da Giuseppe De Martino e composta da G. De Martino, Ettore Pesci, Cecilia Franzi e Aniello Balzano.
GIUGNO 1901 • •
Compagnia: Compagnia di operette e fiabe De Martino diretta da Giuseppe De Martino e composta da G. De Martino, Ettore Pesci, Cecilia Franzi e Aniello Balzano. Il 24 serata dedicata alle canzonette premiate al concorso indetto dal giornale “Il Rugantino” per la festa di San Giovanni. Parteciparono i cantanti: Rota, Pina Fioretti, D. De Falchi, V. Fioretti, I. Spositi.
LUGLIO 1901 • •
• •
Compagnia: Compagnia di operette e fiabe De Martino diretta da Giuseppe De Martino e composta da G. De Martino, Ettore Pesci, Cecilia Franzi e Aniello Balzano. Duetto: 1. Duo Fioretti (fino all’11) 2. Duo Bisaccia Attrazione: Mister Virson Canzonettiste: 1. Mimì Fiammetta 2. Ida Artemisia 3. Antonietta Rispoli - napoletana
160
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
AGOSTO 1901 •
Compagnia: Compagnia di operette e fiabe De Martino diretta da Giuseppe De Martino e composta da G. De Martino, Ettore Pesci, Cecilia Franzi e Aniello Balzano.
SETTEMBRE 1901 •
Attrazione: Troupe Cassnell
OTTOBRE 1901 • •
Duetto: Dini-Castellani Attrazione: Troupe Isolani – sei ciclisti
NOVEMBRE 1901 • • •
Compagnia: Compagnia di operette diretta da Oreste Raffaelli con O. Raffaelli e Giuseppe Lalli. Duetto: Duo Bisaccia Attrazione: 1. Mister Doublais 2. Fratelli Pasquali - equilibristi
DICEMBRE 1901 •
Compagnia: Compagnia di operette diretta da Oreste Raffaelli con O. Raffaelli e Giuseppe Lalli.
161
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1902
GENNAIO 1902 • •
Compagnia: Compagnia di operette diretta da Oreste Raffaelli con O. Raffaelli e Giuseppe Lalli. Dal 18: Calypso Festival
FEBBRAIO 1902 • •
• • •
Calypso Festival fino all’11 (martedì grasso) Compagnia: (dal 22) Compagnia di operette “Città di Roma” diretta da Oreste Raffaelli con O. Raffaelli, Lorenzo Fiorentini, Giuseppe Lalli, Filomena Martini e Giulia Azzurri (prima attrice). Comico: Armando Gill – macchiettista napoletano Duetto: Fischer-Gill – duo canoro Canzonettiste: 1. Emilia Testa 2. Amelia Bianchi 3. Claudia Fischer – eccentrica 4. Amelia Rondini – napoletana 5. Ines Lombardi – napoletana
MARZO 1902 •
• •
Compagnia: Compagnia di operette “Città di Roma” diretta da Oreste Raffaelli con O. Raffaelli, Lorenzo Fiorentini, Giuseppe Lalli, Filomena Martini e Giulia Azzurri (prima attrice). Comico: Armando Gill – macchiettista napoletano Attrazione: Elisa - trapezista
162
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
APRILE 1902 •
• • •
Compagnia: 1. Compagnia di operette “Città di Roma” diretta da Oreste Raffaelli con O. Raffaelli, Lorenzo Fiorentini, Giuseppe Lalli, Filomena Martini e Giulia Azzurri (prima attrice). 2. Compagnia di operette “Città di Napoli” (dal 26) con Giuseppe De Martino, Aniello Balzano, Ida Morelli, Amodio e Cesarano. Comico: Armando Gill – macchiettista napoletano Duetto: Fischer-Gill – duo canoro Canzonettiste: 1. Nunziata De Balsami 2. Bice Gambini
MAGGIO 1902 • •
Compagnia: Compagnia di operette “Città di Napoli” (dal 26) con Giuseppe De Martino, Aniello Balzano, Ida Morelli, Amodio e Cesarano. Canzonettiste: 1. Dora Fiorentino 2. Tina Belmonte
GIUGNO 1902 •
Compagnia: Compagnia di operette “Città di Napoli” (dal 26) con Giuseppe De Martino, Aniello Balzano, Ida Morelli, Amodio e Cesarano.
163
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1903
GENNAIO 1903 • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana con Ettore Pesci e Annina Cassese Duetto: Duo Stellini-Scaramuzzi
FEBBRAIO 1903 • • • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana con Ettore Pesci e Annina Cassese Comico: Giannelli – macchiettista Duetto: Giannelli-D’Arcos Canzonettiste: 1. D’Arcos 2. Tina Fasso 3. Jole Splendor
MARZO 1903 • • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana con Ettore Pesci e Annina Cassese Comico: G. Fioravanti – macchiettista Canzonettiste: 1. Margherita Leone 2. Jole Splendor
APRILE 1903 •
Compagnia: Compagnia di operette e varietà di Aniello Balzano con Elvira Rubino, A. Balzano e Ettore Pesci
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Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
• •
Duetto: Duo Silvani-Mazzi - canoro Canzonettiste: 1. Annita Folletti 2. Tina Stellina
MAGGIO 1903 • •
Compagnia: Compagnia di operette e varietà di Aniello Balzano con Elvira Rubino, A. Balzano e Ettore Pesci Canzonettiste: 1. Margherita Leone 2. E. Manzini 3. G. Pini 4. Antonietta Rispoli - napoletana
GIUGNO 1903 • • • •
Compagnia: Compagnia di operette e varietà di Aniello Balzano con Elvira Rubino, A. Balzano e Ettore Pesci Duetto: Duo Mancini Cantante: Adolfo Narciso Canzonettiste: Annetta Zam
LUGLIO 1903 • • •
Compagnia: Compagnia di operette e varietà di Aniello Balzano con Elvira Rubino, A. Balzano e Ettore Pesci Duetto: Narciso-Leone Canzonettiste: 1. Tina Belmonte 2. M.lle Laure
165
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
AGOSTO 1903 • • • •
Compagnia: Compagnia di operette con Cesare Moltini Duetto: Castellano-De Marinis Attrazione: Trio Gittis Canzonettiste: Olga De Bernis
SETTEMBRE 1903 • • •
•
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino, Teresa De Marco (prima attrice), Aniello Balzano e Ettore Pesci. Cantante: Adolfo Narciso Canzonettiste: 1. Silvia De Caseri 2. Antonietta Rispoli 3. Margherita Leone Evento speciale: il 18 serata dedicata alle migliori canzoni della Festa di Piedigrotta
OTTOBRE 1903 • • • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino, Teresa De Marco (prima attrice), Aniello Balzano e Ettore Pesci. Comico: Armando Gill Cantante: Adolfo Narciso Canzonettiste: 1. Margherita Leone 2. Antonietta Rispoli
NOVEMBRE 1903 • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino, Teresa De Marco (prima attrice), Aniello Balzano e Ettore Pesci. Comico: Armando Gill
166
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
•
Canzonettiste: 1. Antonietta Rispoli 2. E. Michaeli – napoletana 3. A. Bracanzi – napoletana 4. Clara Charetty
DICEMBRE 1903 • • • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino, Aniello Balzano, Ettore Pesci e Emma Re (prima attrice). Comico: Giovanni Scaramuzzi Attrazione: E. Mariany – giocoliere equilibrista Canzonettiste: Clara Charetty
167
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1904
GENNAIO 1904 •
• •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino, Aniello Balzano, Ettore Pesci, Emma Re (prima attrice) e Francesca Balzano Duetto: Duo Martinetti Canzonettiste: Clara Charetty
FEBBRAIO 1904 •
• • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino, Aniello Balzano, Ettore Pesci, Emma Re (prima attrice) e Francesca Balzano Comico: Alfredo Bambi Duetto: duo Carilli-Marchetti Canzonettiste: 1. Ida Baghi 2. Medea Baghi 3. Tina Stellini
MARZO 1904 •
•
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino, Aniello Balzano, Ettore Pesci, Annetta Gentili (prima attrice dal 19) e Francesca Balzano Canzonettiste: sorelle Aguglia
APRILE 1904 •
Comico: Armando Gill – macchiettista
168
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
• •
Duetto: Fischer-Gill Canzonettiste: 1. Margherita Leone 2. Emma Silvani 3. Silvia Coruzzolo 4. Mimì Biricchina
MAGGIO 1904 •
• •
Compagnia: 1. Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino, Aniello Balzano, Ettore Pesci, Annetta Gentili (prima attrice) e Francesca Balzano 2. Compagnia d’operette diretta da Aniello Balzano (dal 28) Comico: Gennaro Pasquariello Canzonettiste: 1. Margherita Leone 2. Ida Roman
GIUGNO 1904 • • • •
Compagnia: Compagnia d’operette diretta da Aniello Balzano Comico: Alfredo Bambi Attrazione: Giovanni Verzini e Angelo Ferrari – lottatori romani Canzonettiste: 1. Mimì Birichina 2. Silvia Coruzzolo 3. Nina Covitti 4. Ines Francis 5. Margherita Leone
LUGLIO 1904 •
Compagnia: Compagnia d’operette diretta da Aniello Balzano
169
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
•
Canzonettiste: Nina Covitti
SETTEMBRE 1904 • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino , Ettore Pesci, Annetta Gentili (prima attrice) e Francesca Balzano Canzonettiste: 1. Ida Romano 2. Silvia Coruzzolo
OTTOBRE 1904 • • • •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino , Ettore Pesci, Annetta Gentili (prima attrice) e Francesca Balzano Cantante e macchiettista: Adolfo Narciso Attrazione: Troupe Madrigall Canzonettiste: Nina Covitti
NOVEMBRE 1904 •
• •
Compagnia: Compagnia drammatica napoletana diretta da Vincenzo Sorrentino e con V. Sorrentino , Ettore Pesci, Annetta Gentili (prima attrice), Francesca Balzano e Giuseppe Lalli. Cantante: Amleto Del Giudice - tenore Attrazione: 1. Les Gil Bar’s – ginnasti 2. Troupe Luis-Luis
DICEMBRE 1904 • •
Gestione affidata ad una nuova impresa (a partire dall’1) Compagnia: Compagnia comica napoletana di zarzuele, commedie e varietà diretta da Giuseppe Andreassi e con G. Andreassi, Michele Castiglione (Pulcinella) e Quadretti.
170
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
• • •
Comico: Gaspare Castagna Duetto: Carilli-Marchetti Canzonettiste: 1. Ida Iris 2. Del Papa 3. Violetta 4. Gentili
171
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1905
GENNAIO 1905 •
•
Compagnia: Compagnia comica napoletana di zarzuele, commedie e varietà diretta da Giuseppe Andreassi e con G. Andreassi, Michele Castiglione (Pulcinella) e Quadretti. Comico: Carlo Maggi
FEBBRAIO 1905 •
•
Compagnia: Compagnia comica napoletana di zarzuele, commedie e varietà diretta da Giuseppe Andreassi e con G. Andreassi, Michele Castiglione (Pulcinella) e Quadretti. Canzonettiste: sorelle Perez
MARZO 1905 • • •
Compagnia: Compagnia drammatica italiana Bertini-Maraviglia composta da Arturo Bianchi (primo attore) e Ester Maraviglia (prima attrice). Attrazione: Hermann – trasformista Canzonettiste: Pia Clairville
APRILE 1905 •
• • •
Compagnia: Compagnia drammatica italiana Bertini-Maraviglia composta da Antonio Bertini (primo attore), Goffredo Maraviglia, Ester Maraviglia (prima attrice) e Cesare Moltini. Comico: Gaspare Castagna Duetto: Dini-Castagna Attrazione: Hermann – trasformista
172
Appendice 3: La programmazione del Teatro Margherita dal 1898 al 1905
•
Canzonettiste: 1. Clara Minervini 2. Faustina Perez 3. Carolina Grimaldi 4. Enrichetta Tatangelo 5. Clelia Dini
MAGGIO 1905 •
• •
Compagnia: Compagnia drammatica italiana Bertini-Maraviglia composta da Antonio Bertini (primo attore), Goffredo Maraviglia, Ester Maraviglia (prima attrice) e Cesare Moltini. Comico: Gaspare Castagna Canzonettiste: Antonietta Rispoli
GIUGNO 1905 •
• • •
Compagnia: Compagnia drammatica italiana Bertini-Maraviglia composta da Antonio Bertini (primo attore), Goffredo Maraviglia, Ester Maraviglia (prima attrice) e Cesare Moltini. Cantante: Amleto Del Giudice – tenore Duetto: Del Giudice-Coruzzolo Canzonettiste: Silvia Coruzzolo
LUGLIO 1905 •
• •
Compagnia: Compagnia drammatica italiana Bertini-Maraviglia composta da Antonio Bertini (primo attore), Goffredo Maraviglia, Ester Maraviglia (prima attrice) e Cesare Moltini. Comico: Alfredyus – l’uomo-donna con le sue macchiette a trasformazione Attrazione: Acrobati burleschi del palazzo di Cristallo di Londra
173
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
AGOSTO 1905 •
•
•
Compagnia: Compagnia drammatica italiana Bertini-Maraviglia composta da Antonio Bertini (primo attore), Goffredo Maraviglia, Ester Maraviglia (prima attrice) e Cesare Moltini. Cantanti: 1. Pietro Fioravanti 2. Ercole De Rossi Canzonettiste: 1. Nina Covitti 2. Eugenia Covitti
Probabilmente in questo mese il teatro-baracca viene distrutto da un incendio. Da qui in poi non si hanno più sue notizie.
174
PROGRAMMAZIONE DEL PADIGLIONE UMBERTO DAL 1899 AL 1902
La programmazione del Padiglione o Teatro Umberto è stata ricavata dallo spoglio delle annate de “Il Messaggero”, quotidiano di Roma, che vanno da mercoledì 12 luglio 1899 a venerdì 21 febbraio 1902 compresi. Quest’ultimo è l’ultimo numero in cui risultano notizie sul suddetto teatro-baracca.
1899 AGOSTO 1899 • •
Compagnia: Commedie con Pulcinella Duetto: Cerroni-Colombo
SETTEMBRE 1899 • •
Duetto: Destris-Graziani Canzonettiste: Diva Ceroni
NOVEMBRE 1899 •
•
•
Compagnia: 1. Compagnia di operette con Cecilia Fronzi e Ettore Pesci 2. (dal 25) Compagnia napoletana di operette e fiabe diretta da Aniello Balzano e composta da A. Balzano, Carmen Moretti, Ida De Grazy e Sesto Mastrobuono. Comico: 1. Giovanni Scaramuzzi - macchiettista 2. Mimì Albin (dal 18) Duetto: Destris-Graziani
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
•
Attrazione: Fratelli Lingery - acrobati
DICEMBRE 1899 •
• •
Compagnia: Compagnia napoletana di operette e fiabe diretta da Aniello Balzano e composta da A. Balzano, Carmen Moretti, Ida Degrazy, Sesto Mastrobuono e Venturino Capuani (debutta il 18). Comico: Mimì Albin Duetto: Mastrobuono-De Grazy
1900
GENNAIO 1900 •
•
Compagnia: Compagnia napoletana di operette e fiabe diretta da Aniello Balzano e composta da A. Balzano, Carmen Moretti, Ida Degrazy, Sesto Mastrobuono, Venturino Capuani e Nicola Bozzo (debutta il 27). Canzonettiste: 1. Bice Gambini 2. Annina Fioretti
FEBBRAIO 1900 •
• • •
Compagnia: Compagnia napoletana di operette e fiabe diretta da Aniello Balzano e composta da A. Balzano, Carmen Moretti, Ida Degrazy, Sesto Mastrobuono, Venturino Capuani e Nicola Bozzo. Comico: Mastropieri Duetto: Mastrobuono-De Grazy Canzonettiste: 1. Bice Cambini 2. Nunziata De Balsamo 3. Annina Fioretti 4. Carmen Moretti
176
Appendice 4: La programmazione del Padiglione Umberto dal 1899 al 1902
MARZO 1900 •
• •
•
Compagnia: Compagnia napoletana di operette e fiabe diretta da Aniello Balzano e composta da A. Balzano, Carmen Moretti, Ida Degrazy, Sesto Mastrobuono, Lorenzo Fiorentino, Venturino Capuani, Ettore Pesci, Giuseppe Gambardella e Annina Longo. Duetto: Mastrobuono-De Grazy Canzonettiste: 1. Bice Cambini 2. Carmen Moretti 3. Cesarina Benoit Direttrice dell’orchestra: Emira Maggi
APRILE 1900 •
• • •
Compagnia: Compagnia napoletana di operette e fiabe diretta da Aniello Balzano e composta da A. Balzano, Carmen Moretti, Ida Degrazy, Sesto Mastrobuono, Lorenzo Fiorentino, Venturino Capuani, Ettore Pesci, Giuseppe Gambardella e Annina Longo. Comico: Giovanni Scaramuzzi – macchiettista Duetto: Duo Stellini Canzonettiste: 1. Nunziata De Balsamo 2. Annina Fioretti 3. Cesarina Benoit 4. Elvira Vernier 5. Ida Stellini 6. Carmen Moretti 7. Bice Cambini
MAGGIO 1900 •
Compagnia: Compagnia napoletana di operette e fiabe diretta da Aniello Balzano e
177
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
• • •
composta da A. Balzano, Carmen Moretti, Ida Degrazy, Sesto Mastrobuono, Lorenzo Fiorentino, Venturino Capuani, Ettore Pesci, Giuseppe Gambardella e Annina Longo. Comico: Giovanni Scaramuzzi – macchiettista Duetto: Duo Stellini Canzonettiste: 1. Cesarina Benoit 2. E. Ricci 3. Bice Cambini 4. sorelle De Balsami
GIUGNO 1900 •
Compagnia: Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
LUGLIO 1900 •
Compagnia: Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
AGOSTO 1900 •
Compagnia: 1. Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta
178
Appendice 4: La programmazione del Padiglione Umberto dal 1899 al 1902
e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta. 2. (dal 15) Nuova compagnia drammatica di prosa e ballo
SETTEMBRE 1900 • • •
Compagnia: Nuova compagnia drammatica di prosa e ballo Comico: Giulio Alfieri - macchiettista Cinematografo Demeny
OTTOBRE 1900 • • •
Compagnia: Nuova compagnia drammatica di prosa e ballo Comico: Giulio Alfieri - macchiettista Cinematografo Demeny
NOVEMBRE 1900 •
Compagnia: Nuova compagnia drammatica di prosa e ballo
DICEMBRE 1900 •
Compagnia: Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
1901
179
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
GENNAIO 1901 •
Compagnia: Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta.
FEBBRAIO 1901 •
Compagnia: 1. Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta. 2. (dal 23) Compagnia napoletana di operette e fiabe diretta da Aniello Balzano e composta da A. Balzano, Carmen Moretti, Ida Degrazy, Sesto Mastrobuono, Lorenzo Fiorentino, Venturino Capuani, Ettore Pesci, Giuseppe Gambardella e Annina Longo.
Riguardo al 1901 le notizie sul Padiglione Umberto terminano qui.
180
Appendice 4: La programmazione del Padiglione Umberto dal 1899 al 1902
1902
GENNAIO 1902 •
Compagnia: 1. Compagnia popolare drammatica Mauri-Baratta diretta da Italo Baratta e composta da Elena Mauri (prima attrice), Italo Baratta, Luigi Mauri, Annita Baratta, Cresi, Dispersi, Giovanni De Rosalia (brillante), Francesco Montefameglio (I attor giovane), Sofia Maleri (I attrice giovane), Oreste Bizzarri, Nella, Uberto e Carlo Baratta. 2. (dal 13) Compagnia napoletana di varietà “Il Folletto”.
FEBBRAIO 1902 • •
Compagnia: Compagnia napoletana di varietà “Il Folletto” Cinematografo
Ultimo mese in cui si hanno notizie sul Padiglione Umberto.
181
PROGRAMMAZIONE DEL TEATRO JOVINELLI DAL 1909 AL 1930
La programmazione è stata ricavata dallo spoglio delle seguenti annate del quotidiano “Il Messaggero”, pubblicato a Roma, • anno 1909, da venerdì 5 marzo a giovedì 15 aprile • dall’anno 1912, domenica 23 giugno, all’anno 1929, giovedì 1 agosto. e dallo spoglio dei seguenti periodici teatrali:
1) “Il Café-Chantant e la Rivista Fono-cinematografica”, pubblicato a Napoli: • anno XIII dal n.1-2 (5/11 gennaio 1909) al n.21 (5 giugno 1909).
2) “Il Café-Chantant. Rivista artistica settimanale illustrata, guida del variété. Organo ufficiale della Federazione fra gli artisti di varietà italiani” (continuazione de “Il CaféChantant e la Rivista Fono-cinematografica”), pubblicato a Napoli: • anno XV, dal n.21 (5 giugno 1911) al n.24 (26 giugno 1911) • anno XVIII dal n. 5 (573) del 5 febbraio 1914 al n.36 (603) del 20/26 novembre 1914 • dall’anno XX, n.6 (635) del 26 marzo 1916 all’anno XXVII, n.9 (778) del 23 agosto 1923 • dall’anno XXX, n. 5 (831) del 10 marzo 1926 all’anno XXXII, n.4 (870) del 15 aprile 1928
3) “Varietà” (continuazione de “Il Café-Chantant”), pubblicato a Napoli: • dall’anno XXXII, n.5 (871) del 25 maggio 1928 all’anno XXXIV, n.3 (883) del 15 marzo 1930.
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
4) “Eldorado canzonettistico. Rivista mensile di varietà con raccolta di canzoni italiane, note mondane e dei concerti”, pubblicato a Roma: 1 • dall’anno I, n.1 (gennaio 1909) all’anno III, n.43 (23 maggio 1911) . 5) “L’Eden. Rivista illustrata dei Cafés Chantant, dei teatri di varietà, cinema-teatri”, pubblicata a Milano: 2 • dall’anno I, n.1 (7 settembre 1909) all’anno II, n.1 (7/22 gennaio 1910) . 6) “Lo spettacolo. Giornale settimanale illustrato dei teatri, varietà, spettacoli sportivi e mondani con annessa agenzia artistica”, pubblicato a Torino: • dall’anno IV, n.40 (18 dicembre 1910) all’anno IX, n.19 (23 maggio 3 1915) . 7) “Eldorado. Settimanale illustrato dei teatri di varietà e cinema-concerti”, pubblicato a Milano: • dall’anno IX, n.23 (11 giugno 1911) all’anno X, n.22 (2 giugno 1912). 8) “Arte e varietà. Rivista quindicinale illustrata”, pubblicata a Napoli: • dall’anno I, n.2 (20 dicembre 1911) all’anno II, n.7 (26 maggio 1912). 9) “Rivista artistica: varietà e cinema-teatri”, pubblicata a Roma: • dall’anno III, n. 11 (25 maggio 1912) all’anno IV, n.11-12 (23 giugno 1913).
1
Con il numero successivo (a.III, n.44, 10 giugno 1911) la rivista cambia il titolo in “La rivista del varietà. Eldorado Canzonettistico” e non si occupa più di teatro. Cfr. S. Sterlocchi, La stampa periodica teatrale italiana nei fondi della biblioteca nazionale centrale di Firenze (1900-1984), Tesi di laurea in Biblioteconomia e Bibliografia, Relatore Prof. C. M. Simonetti, Università degli studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1992/93. 2 Ultimo numero pubblicato. 3 Dal n.34 del 6 novembre 1910 fino al n.41 del 25 dicembre 1910 la rivista esce a Genova. A partire dall’anno V, n.1 dell’8 gennaio 1911 fino a quando cessa (a.X, n.23, dicembre 1916) esce a Roma. Cfr. S. Sterlocchi, La stampa periodica teatrale italiana..., op. cit.
183
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1909
MARZO 1909 •
• • • •
Compagnia: Girolamo Gaudiosi composta da Vittori, Petito, Gaudiosi, Pica, Ajello, Radice, Migliorato, Pappalardo, Clecchi, Somma, Nivita, Marietta Gaudiosi e Girolamo Gaudiosi. Comico: Raffaele Viviani Duetto: Les Paolillo Trio: La Bella Riviera - romano Canzonettiste: 1. Giulia Narciso 2. E. Paolillo - generica 3. Olly Marietta - musicale trasformista 4. Bianca Aurora - romanzista 5. Lydia Roussier - canzonettista napoletana
APRILE 1909 • • • • • •
Compagnia: Girolamo Gaudiosi - comp. Dialettale. Comico: Raffaele Viviani Trio: Trio Navarro Duetto: Sorelle d’Alimé - duettiste eccentriche Attrazione: Trio d’Aflis - spettacolo col cerchio della morte Canzonettiste: 1. Bianca Aurora - romanzista 2. Lina Nolda 3. Lydia Roussier - canzonettista napoletana 4. Giulia Narciso 5. Tiziana Gorgona
184
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
MAGGIO 1909 • • • •
Compagnia: Città di Firenze diretta da C. Pozzi Duetto: Sorelle d’Alimé - duettiste eccentriche Attrazione: Trio French - ciclisti Canzonettiste: 1. Emma Maffei 2. Giulietta Belli
GIUGNO 1909 •
Compagnia: Città di Firenze diretta da C. Pozzi (il 19 debutta la compagnia drammatica diretta da Achille Vitti)
LUGLIO 1909 •
Comico: Raffaele Viviani
SETTEMBRE 1909 • •
• •
•
Comico: Fanara Attrazione: 1. Braggar Brothers - barristi comici 2. Les Wiches 3. Les Kosmos 4. Brothers Sandroff Cantante: Rodolfo Giglio - melodista napoletano Duetto: 1. Sanna-Mancini 2. Sorelle Rossetti Canzonettiste: 1. Elide Di Paola 2. Ida Rosa
185
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
•
3. Elisa Ferla 4. Wanda Dantes 5. Mauda Jardy - romanzista 6. Mary Fleur – eccentrica 7. Emma d’Alimé 8. Lina d’Alimé 9. Lina Colamayer 10. Melia Doris Audizione nuove canzoni Piedigrotta
OTTOBRE1909 • • •
• •
Comico: Raffaele Viviani Duetto: Les Mary-Celly - duetto eccentrico Attrazione: 1. Longhi e Pedrazzi - quartetto danzante 2. Cocò - Scimmia-uomo Cantante: Pasqualillo Canzonettiste: 1. Ada Emiller 2. Giulietta Belli - romanzista 3. Luisella Viviani 4. Gemma Juvas 5. Amelia Sevigny 6. Teresa Mariani 7. Lea Leggiadri - romanzista
NOVEMBRE 1909 •
Comico: 1. Pietro Fioravanti – comico imitatore (I quindicina) 2. Agostino Riccio (II quindicina)
186
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
•
•
• •
•
Duetto: 1. Malet-De Mauri (I quindicina) 2. Les Jouves - francesi (II quindicina) Attrazione: 1. Les Maillan - danzatori (I quindicina) 2. Myrra - danzatrice a trasformazione (I quindicina) 3. The Three Lettch’s - numeri coi cavalli ammaestrati (I quindicina) 4. Les Oscar’s - danze franco-spagnole (II quindicina) 5. Les Gitanos et Mhjaja Bruja - orsi ammaestrati (II quindicina) Cantante: Tiziana Torero - generica Canzonettiste: 1. Laure Orette - canzonettista eccentrica (I quindicina) 2. Rina Montes (I quindicina) 3. Gina Montes (I quindicina) 4. Velia De Reuzis (I quindicina) 5. Sadajeco - romanzista (I quindicina) 6. Ada siviglia canzonettista eccentrica (I quindicina) 7. Violetta Stevens - canzonettista italiana (I quindicina) 8. Pina Nisor - canzonettista eccentrica 9. Lina Elettra - romanzista 10. Gina Della Valle 11. Emma d’Arvois 12. Ismene Germania 13. Pina Nisicor - eccentrica Orchestra diretta da Alfredo Patucchi
DICEMBRE 1909 •
•
Comico: 1. Agostino Riccio (I quindicina) 2. Armando Gill (II quindicina) Canzonettiste: 1. Ninì Corradi 2. Lina De Francis
187
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
3. 4. 5. 6. 7. 8. 9.
Ida Rosa Manola Gaditona Nina de Charny La Rejna Iolanda Delcinio La senora Luisa Gina Della Valle
188
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
1910 GENNAIO 1910 •
• • •
•
•
Comico: 1. Armando Gill (I quindicina) 2. Alfredo Bambi Duetto: Les Bruni - duetto eccentrico Trio: Trio Aramio Attrazione: 1. Troupe Orestes - acrobati 2. D’argent-Comegna - Strumentisti 3. Miss Semas - foche ammaestrate 4. Le sei belle Americane - lotta aerea 5. Hollu Acrobati - equilibristi 6. The Thefaus - ciclisti Canzonettiste: 1. Ida Meriquez 2. Ilia Villaverde - romanziera 3. Lina De Francis 4. Irma La Martiny Cantante: Mirtys d’Aur – cantante internazionale
FEBBRAIO 1910 • •
•
Comico: Alfredo Bambi Attrazione: 1. D’argent-Comegna - Strumentisti 2. Troupe Bisera - lottatrici aeree 3. Arabella Radiant - danzatrice 4. Les Dommenis - acrobati equilibristi 5. Sister Breyters Canzonettiste: 1. Ida Meriquez 2. Ilia Villaverde - romanziera
189
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
3. 4. 5. 6. 7. 8.
Amelia Bianca Bianca Colombini Fernanda Syller Irma Opes Flora Europa Lia Susette
MARZO 1910 • •
•
Comico: Raffaele Viviani Attrazione: 1. Les Lacraires - equilibristi 2. Rosel et George - scene alpestri Canzonettiste: 1. Laure Orette - eccentrica 2. Ester De Marini - romanzista 3. Luisella Viviani 4. Iride Vandich 5. Amelia Morosini 6. Emma Fioretti 7. Fausta Egle 8. Camilla Montaldo
APRILE 1910 • • • •
•
Comico: Ettore Petrolini Duetto: I Petrolini The Grisse - pantomima comica Attrazione: 1. Danza - scene sul Nilo 2. Evarist II - xilofonista 3. The Terons Girls - 6 ciclisti 4. Alallah Ursolos - 6 saltatori arabi 5. Les Idilles - coppia danzante Canzonettiste: 1. Emma Maioli
190
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
2. Fatima Zènab 3. Tilde Charmant 4. Lina de Montresor 5. Ennerina Mayer 6. Ida Thais 7. Mimì Bijou 8. Nina de Charny 9. Niny Conradi 10. Olympia Resi 11. Nelia Ireos 12. Niny de Berni 13. Rina petit Fleur 14. Jole Bertini – generica 15. Nadia Karanòs – romanzista
MAGGIO 1910 • •
•
Comico: Agostino Riccio Attrazione: 1. Wattson - attrazione musicale 2. Clotilde e Musto - pappagalli ammaestrati 3. D’argent-Comegna - Strumentisti Canzonettiste: 1. Leda Del Cigno 2. Lolita Gonsales 3. Amelia Mancini 4. Jolanda Del Cigno 5. La Walckiria 6. Alda la Bruna 7. Gilda Reiter 8. Mimy Hirondelle - eccentrica francese 9. Rita Sartoris 10. Lina Millefleurs
191
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
GIUGNO 1910 • • •
• •
Comico: Gustavo De Marco Duetto: Bigliani-Esedra - comici di voce Attrazione: 1. The Three Andree 2. Troupe Freire - giochi icariani 3. Trio Athos - ginnasti 4. The Resa - esperimenti Cantante: Rodolfo Giglio - melodista napoletano Canzonettiste: 1. Lisuccia d’Oro 2. Egle Volta 3. Ida Fleur de Lys 4. Rina Petit Fleur 5. Bebè Londini - napoletana 6. Fernanda Syller 7. Annie Waldiness - romanzista tedesca 8. Adriana Cary 9. Fernanda Mayreu 10. Gina Ruffini 11. Lola Samy
LUGLIO 1910 • •
•
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Compagnia: compagnia diretta da Gastone Monaldi composta tra gli altri dalla signora Gottemberg e dal Bizzarri. Comico: 1. Gustavo De Marco (I quindicina) 2. Castagna (II quindicina) Duetto: 1. Les d’Aloes - eccentrici 2. Les Cafiero Attrazione:
192
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
• •
1. The Tiger Lilly - danze acrobatiche 2. Texas Hattée - acrobate 3. Troupe Will - ciclisti Cantante. Jane Anckorbert Canzonettiste: 1. Lierre Printemps 2. Emma Tesauri 3. Elide di Paola - romanzista 4. Egle Volta 5. Ada d’Emerangy 6. Pina Brillante - eccentrica 7. Emma Lacroix 8. La Laure - eccentrica francese 9. Giulia Fatis 10. Lia pasquettes 11. Pina Lover 12. Pinotta Mutual 13. Lea di Roccabruna
AGOSTO 1910 •
• •
•
Comico: 1. Ettore Petrolini 2. Paolo Bernard - tipo militare Duetto: Les De Bernis - italo-francesi Attrazione: 1. Troupe Haydas - saltatori 2. Dyaline - danze a trasformazione 3. Gina Campari - danze a trasformazione 4. Tschium Maa - troupe di 8 cinesi Canzonettiste: 1. Diana Remy 2. Lily Mignonne - eccentrica 3. Erminia Garden 4. Maria de La Touliere 5. Rossye Brey
193
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
6. Fernande Held 7. Pina Brillante - eccentrica 8. Rosmunda del Drago 9. Pinotta Mutual 10. Lina Verbena 11. Lea di Roccabruna 12. Lola Allemand – cantante internazionale 13. Mimì Hermann – eccentrica 14. Erna Held – soubrette viennese 15. Gina Lilienne 16. Ida Chantecler 17. Amelia Bianchi
SETTEMBRE 1910 • •
• •
Comico: Paolo Bernard - tipo militare Cantanti interpreti del Piedigrotta sotto la direzione dei maestri Rodolfo Falvo e Federico Romagnoli: 1. Rodolfo Giglio – melodista napoletano 2. Liane Henry – cantante italiana 3. Ada Siviglia – canzonettista eccentrica 4. Dora Fiorentino - cantante 5. Silvia Coruzzolo - stella napoletana 6. Gabriella Doria – cantante Attrazione: Mary Kleber- esercizi sul fil di ferro Canzonettiste: 1. Amelia Miris 2. Mimì Turris - dicitrice 3. Erminia Garden 4. Lea Gentile 5. Orette Laure 6. Manola Gaditona 7. Americo Americi 8. Bebè Londini 9. Lina Edelwais 10. Jeanne de Charmettes – gommeuse francese
194
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
11. Tina Gentile 12. Igina de Lyon 13. Iride Vandich 14. Lilly Mignonne
OTTOBRE 1910 • •
• •
Comico: Ugo Fortuzzi Duetto: 1. Iris-Andreace - duettiste napoletane 2. Duo Derby Attrazione: Emanuelita Portos - danze a trasformazione Canzonettiste: 1. Mariuccia Fiori 2. Amelia Miris 3. Gina Floreal 4. Lisuccia d’Oro 5. Ida Zavois 6. Tina Brillante - eccentrica 7. Marion Delorme 8. Gilda Reiter 9. Nina De Charny 10. Rina Florio 11. Tilde Charmant 12. Mimì Corallo
NOVEMBRE 1910 • • •
•
Comico: Raffaele Viviani Duetto: Les Cafiero Attrazione: 1. I 16 Marocchini - giochi acrobatici 2. 5 Tornados – saltatori 3. Sorelle Spinetti – canto e danze Canzonettiste:
195
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1. Mary Fleur - eccentrica 2. Nella Vandea 3. Luisella Viviani 4. Pina Lover 5. Fanny Rossi 6. Aida Moris 7. Ida Fleury 8. Pia Ortis 9. La bella Vesuviana 10. Leda Mignon 11. Mina Tell 12. Lia Susette 13. Gina Sereni 14. Gina Vandea 15. Fulvia Musette 16. Olga Leipzig
DICEMBRE 1910 •
• •
Canzonettiste: 1. Lea d’Etranger 2. Bitter Leonessa 3. Blanchette d’Arglee 4. Italia De Franchi 5. Renata Blondinette 6. Nella Vandea Grande torneo di lotta Debutto di Petrolini il 21
196
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
1911 GENNAIO 1911 • • •
•
Comico: Ettore Petrolini Duetto: Duo Fiori - coppia danzante Attrazione: 1. The 6 Faludy - salti mortali 2. Moraw Greffone - danze a trasformazione 3. Sorelle Florida - danze a trasformazione 4. Le 6 Favorite - evoluzioni militari 5. Skorp-Comady - equilibristi Canzonettiste: 1. Noemi Montenegrina 2. La bella Vesuviana 3. Tina Hermosita 4. Lina De Fermy 5. Lina de Montresor - generica 6. Tina Brillante - eccentrica 7. Minerva Thea 8. Pervinca Dinorach - cantante italiana 9. Fedora Dinorach 10. Tilda Verbena 11. Dora Fiorentino - cantante 12. Giulietta Fleurette 13. Baronessa Solinda 14. Gina Lilienne (II) 15. Tina Farfalla (II) 16. Rina Viero (II) 17. Lina Cardenia (II) 18. Emma Sanfiorenzo (II)
FEBBRAIO 1911 •
Comico: Alfredo Bambi
197
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
• •
• •
Attrazione: Opawel e Russel - barristi Duetto: 1. Ninì e Attilio - eccentrici 2. Aldo e Lina Fancelli Cantante: Alda Dorel Canzonettiste: 1. Amelia Miris 2. Nina Italia 3. Renè Astrel 4. Lina Colamayer 5. Pupilla Lilla 6. Felina de Trevi 7. Gilda Reiter 8. Aida Darcier 9. Renata Carpi 10. Ida Chantecler
MARZO 1911 • •
• • •
Comico: Mont-ero - comico francese Attrazione: 1. Sister Dejo - danzatrici 2. Ta-ka-da - danze arabe 3. Les Costansesky - equilibristi Duetto: Aldo e Lina Fancelli Cantante: Vilia Fedra Canzonettiste: 1. Lola Clara 2. Emma Dores 3. Tina Dores 4. Dora Lara 5. Lily Coquette - eccentrica 6. Laura Orette
198
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
APRILE 1911 • • •
• •
Comico: raffaele Viviani Duetto: Fedora-Reale Attrazione: 1. Taitù - danzatrice 2. Zenika - danzatrice 3. Blanchette Ideal - danze luminose 4. Soulamit - danze orientali Cantante: Gauze - soprano imitatore Canzonettiste: 1. Mimì turris - dicitrice 2. Alba D’Orient 3. Tina Amentini 4. Fedora 5. Bianca Jolanda 6. Luisella Viviani 7. Ester De Marini - romanzista
MAGGIO 1911 • •
•
•
Duetto: Darmont-Corazzieri Attrazione: 1. Olga Ferri - danze luminose 2. The Tafanos - attrazione musicale 3. Miss Virginia - esercizi sul fil di ferro 4. Les Corini - es. col cane sapiente 5. Gina de Mitri - danze a piedi nudi 6. Blek Wen - ciclisti Cantante: 1. Irma de Marchi 2. Enzo Tacci - melodista Canzonettiste: 1. Italia De Franchi 2. Amelia de Sivry 3. Clara del West
199
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
4. Lea Villy 5. A. Pini 6. Olga Elkins 7. Ginevra Stellini - eccentrica 8. Frou-Frou - eccentrica francese 9. Amica 10. Lilia Lery 11. Germont 12. Tina Saddivò 13. Jole Sandri 14. Ennerina Mayer 15. Pina Cardenia 16. Niny Clemente 17. Nermia d’Orlando
GIUGNO 1911 • • •
• •
Comico: Armando Volpi Duetto: Fattorini Carlo Attrazione: 1. The Robertson - equilibristi danza sulle mani 2. Les Blossom girls - ballo e canto 3. Sorelle Spinetti - ballo e canto Cantante: Ettore Fiorini - melodista Canzonettiste: 1. Lina Nelly 2. Iole La Bruna 3. Marcelle de Clergy 4. Ada Montplaisir 5. Irma Schulzer 6. M.lle Edith - eccentrica 7. Ida Gervais 8. Bianca Lander 9. Nella Vandea 10. Carmen de Lylde - eccentrica 11. Fernanda Syller
200
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
12. Tina La Vallier 13. Ida Gervais 14. Delfy marucca - dicitrice 15. Adele Prisco 16. Maria Boucher 17. Adalgisa Grocchi 18. Maria Viola 19. Lina Viola 20. Lina Verbena 21. Lina Florence 22. Lucy Mirval - eccentrica 23. Patapon - eccentrica 24. Edmée Destrée
LUGLIO 1911 •
•
• •
Duetto: 1. Fattorini Carlo 2. Milet del Mayer 3. Lola ed Elena Attrazione: 1. Sorelle Spinetti - ballo e canto 2. Les Oscars - danze franco-spagnole 3. Blanche Ideal - danze 4. Die 4 Silberstern - acrobati 5. Les Calzados - danze Cantante: Ettore Fiorini - melodista Canzonettiste: 1. Adele Prisco 2. Maria Boucher 3. Adalgisa Grocchi 4. Maria Viola 5. Lina Viola 6. Lina Verbena 7. Lina Florence 8. Lucy Mirval - eccentrica
201
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
•
9. Patapon - eccentrica 10. Edmée Destrée 11. Nella Vandea 12. Clelia Selmi 13. Marya Lyon 14. Nella Genny 15. Lina Tores 16. Lina D’Orange 17. Ninette Schurderony 18. Emma Tores 19. Ida Darglée - eccentrica 20. Sidy Korinska 21. Lydia - eccentrica 22. Gina Vandea 23. Luigia Michaeller 24. Ginevra Stellini 25. Titina de Lysle Lotta tra uomini
AGOSTO 1911 • •
•
Comico: Raffaele Viviani Attrazione: 1. Troupe Michel - cariani 2. Diavolina - ballo in 10 quadri Canzonettiste: 1. Cesarina Monti 2. Clara del West 3. Pina D’Ivresse 4. La bella Brunetta 5. Ninetta Marcoris - generica 6. Africanella 7. Fedora - generica 8. Luisella Viviani 9. Lina Verbena 10. Renata del Vertice
202
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
SETTEMBRE 1911 • • • •
Comico: Raffaele Viviani (il 12 si esibisce in Processoneide) Duetto: Cilù Orientale Cantante: Ester De Marini - romanzista Canzonettiste: 1. Ada Litavi 2. Isabella d’Orleans 3. Iole 4. Renè Fiordalpe 5. Pina d’Ivresse 6. Fedora - generica 7. Luisella Viviani 8. Etta Cielo 9. Antonietta Rispoli
OTTOBRE 1911 • • •
• •
Comico: Gustavo De Marco Duetto: Les Cafiero Attrazione: 1. Sister Morley - canto e danza 2. Prince Charles _ scimpanzè Cantante: Alma Tourquoise Canzonettiste: 1. Anita d’Armero 2. Lydia la Bella 3. Ersilia Sampieri 4. Stella Werner 5. Emma Tesauri 6. Sandrina 7. Lea Edelwais 8. Clara Bouger 9. Iole frery 10. Anita Darmero 11. Carmen Darmero
203
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
12. Iole Barone 13. Pina d’Ivresse 14. M.lle Lydia - eccentrica 15. Nella Vandea 16. Carmen Virginia Guarany 17. Mary Bruni 18. Les Flaurette 19. Stella d’Arno 20. Nella Musette 21. Adele Buozzi 22. Gina Lower 23. Liana Vezzosi
NOVEMBRE 1911 •
• •
•
Comico: 1. Italo Maieroni 2. Fassio Duetto: Les Villers - duetto comico Attrazione: 1. Les quattro Bakers - clowns musicali 2. Troupe Tanaka Canzonettiste: 1. Olga Morelli 2. Nella Lucette 3. Irma Chanteclair 4. Lorena 5. Pina d’Ivresse 6. Silvia Coruzzolo - stella napoletana 7. Ida Zavois 8. Lola Sublime
DICEMBRE 1911 •
Comico: Fassio - comico militare
204
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
•
•
•
Attrazione: 1. Durdini – bandiere 2. Les Arturos – barristi 3. Mignontina - canto e danza 4. Rosa Garcia - danze spagnole Cantante: 1. Emilia de Milani 2. Sivia Coruzzolo - stella napoletana Canzonettiste: 1. Irma Lavalliere 2. Aurelia Edera 3. Ida Mignonne 4. Lina Nelly 5. Ida Bertolini 6. Ida Zavois 7. Anita Marcoris 8. La Walkiria 9. Lina Paris 10. La Germana 11. Rina Corino
205
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1912 GENNAIO 1912 •
•
Attrazione: 1. D’argent-Comegna – Strumentisti 2. Dal 21 fino al 18 febb.: Circo Equestre Gatti e Manetti Canzonettiste: 1. Miranda Dolly 2. Leda Mignon 3. Niny Renèe 4. Olympia Hirondelle
FEBBRAIO 1912 • • • •
Comico: Raffaele Viviani Duetto: Duo Fiori Attrazione: Miss Hermel – gatti ammaestrati Canzonettiste: 1. Lily Dorèe 2. Dora Parvilles 3. Lina Ada 4. Tilde de Charmant 5. Lina di Carlo 6. Rosmunda Del Drago 7. Lina Breville 8. Lina Verbena 9. Luisella Viviani
MARZO 1912 • •
Compagnia: compagnia siciliana A. Rapisardi Comico: Raffaele Viviani
206
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
•
•
• •
Duetto: 1. Duo Fiori – canto e danze 2. Les Cafiero Attrazione: 1. Miss Hermel – gatti ammaestrati 2. Venere – numero d’attrazione Cantante: Ada Lina - napoletana Canzonettiste: 1. Lina di Carlo 2. Rosmunda Del Drago 3. Lina Breville 4. Luisella Viviani 5. Lina Verbena 6. Lilly Dorèe 7. Renata Carpi 8. Ester De Marini - romanzista 9. Elena Fabbri 10. Pina Lover 11. Ida Mazzoleni 12. Esmeralda Rubino 13. Pina Jenny 14. Clara De Santis
APRILE 1912 • •
•
Comico: Gustavo De Marco Duetto: 1. Duo Fancelli 2. Duo Fiori Attrazione: 1. Famiglia Maydoroth 2. La Miarka – danze a trasformazioni 3. The Heimel’s trio – ciclisti 4. Sorelle Spinetti – canto e danze 5. Les 5 Krossotty – danze russe
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
•
Canzonettiste: 1. Ada Helios 2. Ines Loris - eccentrica 3. Elide Gianni 4. Stella d’Arno 5. Emma de Ruà 6. Magda Illis 7. Pina Fleur 8. Dora Maresca 9. Giulia Narciso - napoletana 10. Amelia Miris 11. Lily Cardenia 12. Niny Viola 13. Alba Felix 14. Lea Edelwais 15. Adelina Edelwais 16. Rirì Clermont 17. Tina Ninonche 18. Maria Walty 19. Anita d’Aumiller - eccentrica 20. Lina Dorel 21. Adel Dorel
MAGGIO 1912 •
•
•
•
Comico: 1. Fassio 2. Mimì Albin Duetto: 1. Les Villers - duetto comico 2. Sorelle Rossetti - duettiste Attrazione: 1. Cav. Fournier – illusionista 2. Troupe Schivony - acrobati Canzonettiste: 1. Hermosita Sacher
208
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
•
2. Marcelle Chauderany 3. Titina de Lys 4. Ivonne Derlys - eccentrica 5. Ida Thais 6. Lilia Lery 7. Mary Harton – cantante italiana 8. Lina Selmas 9. La Mirette 10. Elena Fabbri - eccentrica 11. Irma Chanteclair 12. Tecla Scarano 13. Ida Merys 14. Ida Valery 15. Miranda Chouderony 16. Carmen Kosas – generica 17. Renata Valery 18. Tina Clarissa 19. Lina Davis 20. Lola Davis 21. Lola Albert 22. Niny Berger 23. Marcelle Chouderony Dal 19 torneo di lotta greco-romana e spett. di varietà. Lottatori: 1. Massimo Raicevick 2. Aimable de La Calmetta 3. Ecc. ecc.
GIUGNO 1912 • •
Duetto: Florence-Mecherini – canzoni e danze. Dal 1° grandi spettacoli cinematografici. • Film: 1. La Battaglia di Zanzur – riprese del Cav. Comerio- attualità 2. La cantante e l’avventuriero – 1500 metri – della Casa Gaumont 3. Un fornaio derubato
209
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1914
OTTOBRE 1914 •
Film: Il ponte fatale – dramma – 3 atti e 1800 quadri
NOVEMBRE 1914 •
Film: Sangue bleu – dramma – 5 parti – opera teatrale Celio – con Francesca Bertini
DICEMBRE 1914 •
Film: 1. 2. 3. 4.
Vizio ereditario – con Hesperia Tradimento tragico – dramma – Pathè Kri Kri tenore – comico. La regina Margot – di Alessandro Dumas – 6 atti 3000 quadri a colori – opera teatrale Pathè
210
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
1915
GENNAIO 1915 •
Film: La mia vita per la tua – romanzo cinematografico – con Maria Carmi
FEBBRAIO 1915 •
Film: 1. 2. 3. 4.
Otello – tragedia in 4 atti Un’immagine – dramma di 2000 metri L’agguato – con Hesperia – spettacolo di 2 ore Per un’ora d’amore – opera teatrale del Grand Guignol italiano (Teatro del terrore)
MARZO 1915 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5.
Nelly la danzatrice della taverna nera – con Francesca Bertini Le ultime trovate di Sherlock Holmes – dramma - 3° e 4° episodio. Le avventure di Paolina Teresa Raquin – con Giacinta Pezzana, Maria Carmi, Dillo Lombardi. La Scintilla – con Tina Di Lorenzo
APRILE 1915 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5.
L’inno del sole – 4 atti La Pasqua del vagabondo – dramma a colori Il fornaretto di Venezia – 4 atti La via dolorosa – con Hesperia Tartufini agli avanposti – comico
211
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
6. 7. 8. 9.
‘A Nutriccia – con Eduardo Scarpetta – commedia Ai tempi dei Cesari – 4 atti L’X misteriosa – opera teatrale in 6 atti – 3000 m. Nella fornace – dramma in 4 atti- con Francesca Bertini
MAGGIO 1915 •
Film: 1. 2. 3. 4.
La Gorgona – di Sem Benelli Sacrificio sublime – con Irma Gramatica Giulio Cesare – 6 atti – Cines La lampada della nonna – con le vittorie dell’Austria
GIUGNO 1915 •
Film: Il dottor Satana – 5 parti e 800 scene- 2500 m.
LUGLIO 1915 •
Film: 1. Ivonne la bella danzatrice – con Francesca Bertini 2. I martiri di Belfiore – dramma patriottico 3. Sempre nel cor la patria – dramma in 4 atti
AGOSTO 1915 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5. 6.
Tresa – dramma – con il Cav. Gastone Monaldi Il capitano Alvarez – dramma eroico in 5 parti L’uccello di tempesta – di Leone Tolstoij – 2000 m. Alla baionetta – dramma patriottico L’infanticida – dramma in 4 parti Conflitto europeo – attualità
212
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
7. Ciò che la donna vuole – pochade con gli artisti del del Moulin Rouge 8. Fior di male – con Lyda Borelli
SETTEMBRE 1915 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Un dramma alla frontiera – attualità – casa Nordisck Fior di male – con Lyda Borelli Il furto dei disegni del cannone – 1500 m. Nella nebbia – dramma – 2000 m. - casa Nordisck Sulle vette del Trentino – dramma patriottico Tutto per la patria – casa Pathè Alla frontiera italiana – dramma L’eroismo di una madre – dramma – 1500 m.
OTTOBRE 1915 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5.
Amor di matrigna – dramma in 4 parti – con Rita Sacchetto Il tamburino d’Austerlitz – attualità Il nuovo precettore – commedia - casa Nordisck Romanticismo – dramma patriottico in 4 atti – di Gerolamo Rovetta Ciceruacchio – colossale capolavoro in 5 parti – con Cav. Gastone Monaldi. Accompagnamento orchestrale 6. Fratelli d’Italia – dramma patriottico – Cines 7. Nat Pinkerton contro Nat Pinkerton – dramma poliziesco. Accompagnamento orchestrale 8. Il giro del mondo in 80 giorni – di Giulio Verne – 7 atti e 3000 quadri - casa Nordisck. Accompagnamento orchestrale. 9. Serpe contro serpe – dramma in 4 parti – con Mario Bonnard 10. Sotto l’ala della morte – dramma in 3 parti con Maria Jacobini. Accompagnamento orchestrale. 11. Il maestro alsaziano – dramma patriottico – con Alberto Capozzi.
213
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
NOVEMBRE 1915 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5.
Enigma – 5 atti – casa Gaumont La patria redime – dramma patriottico in 4 parti Vigilia d’armi – dramma in 3 atti - casa Gaumont Colei che doveva morire – dramma passionale – con Tilde Cassai Espiazione – dramma in 4 parti - casa Gaumont. Accompagnamento orchestrale. 6. Cuore d’alpino – dramma d’attualità in 4 parti 7. Altri tempi – riproduzione storica – Gloria Film 8. Tartufini eredita – commedia a colori in 2 atti 9. Nell’ora del pericolo – dramma militare in 4 atti - casa Nordisck 10. Il martirio – dramma – serie Cyclo d’Oro Aquila. Accompagnamento orchestrale.
DICEMBRE 1915 •
Film: 1. Silvio Pellico il martire dello Spielberg – riduzione in 6 atti del cav. Augusto Jandolo. 2. Maschera folle - in 6 atti e 3000 quadri – con Lydia Quaranta. Accompagnamento orchestrale.
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Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
1916 GENNAIO 1916 •
Film: 1. Epopea napoleonica 1793-1815 – ricostruzione storica in 6 atti e 1000 quadri 2. Ego te absolvo – opera teatrale di 2000 m. – di Emilio Calvi – con Delia Bicchi 3. Debito d’odio – dramma di 3000 m. 4. Tartufini ama la musica – scherzo musicale a colori - Accompagnamento orchestrale. 5. Verso l’amore eterno – dramma passionale – con miss Ketty 6. Marcia nuziale – con Lyda Borelli. Accompagnamento orchestrale. 7. Il cane di Basserville – III serie – in 4 parti 8. Balilla – dramma in 3 parti
FEBBRAIO 1916 •
Film: 1. Marcella – dramma di Vittoriano Sardou – messa in scena di Baldassarre Negroni – 5 atti e 3000m. – con Hesperia - Accompagnamento orchestrale. 2. Odette – di Vittoriano Sardou – con Francesca Bertini 3. Il mio diario di guerra – cinema patriottico 4. Onore di morire 5. Vita riconquistata – dramma – casa Milano Film - Accompagnamento orchestrale. 6. Vita venduta – dramma – con Alberto Capozzi 7. I misteri dell’ambasciata – 4 atti. 8. Diana l’affascinatrice – dramma – con Francesca Bertini 9. Amore di ladro – dramma – con Gustavo Serena 10. La banda delle cifre – con Emilio Ghione
215
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
MARZO 1916 •
Film: 1. 2. 3. 4.
La banda delle cifre – con Emilio Ghione Debito di sangue con Eugenio Gilardoni Vendetta di Baiadera – dramma – con Rita Sacchetto L’ultima rappresentazione di gala del Circo Wolfson – colossale opera cinematografica
APRILE 1916 •
Film: 1. L’amor tuo mi redime – dramma in 5 parti – con Leda Gys e Mario Bonnard 2. L’avvenire in agguato – dramma – di Roberto Bracco – con Vittoria Lepanto
MAGGIO 1916 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7.
La perla del cinema – dramma - con Francesca Bertini Rugiada di sangue – capolavoro in 5 parti – con Hesperia La mano di Fatma – dramma – con miss Rita Jolivet – Ambrosio Il bastardo – di Alessandro Dumas – con Pietro Schiavazzi Tempesta d’anime – dramma passionale – con Elena Makowska Il diritto dei figli – romanzo in 4 parti – di G. Ohnet Il mistero dello chéque – dramma in 3 atti. Accompagnamento orchestrale. 8. Come in quel giorno!... – con leda Gys.
GIUGNO 1916 •
Film: 1. Il primo ed ultimo bacio – dramma di 2000m.- con Matilde Di Marzio
216
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
– orchestra diretta dal maestro R. Capocci – Tiber Film 2. L’imboscata – con Emilio Ghione, Penelope Sambucini e la Troupe I 7 Faraoni - Tiber Film 3. My little baby – con Francesca Bertini 4. Odio che ride – dramma in 4 parti – con Matilde Di Marzio e Andrè Habay – Cines
LUGLIO 1916 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
La collana della felicità – dramma - con Elena Makowska I briganti – dramma in 4 parti – Tiber Film Il fuoco – con Pina Menichelli La signorina Menichelli e i suoi 7 peccati mortali – dramma. Anime buie – dramma - con Hesperia e Emilio Ghione Quando la primavera ritornò – romanzo d’amore – con Maria Jacobini Zuani – opera teatrale in 6 atti – con miss Rita Jolivet – Ambrosio La pagina ignota – opera cinematografica in 5 atti – con Dillo Lomabardi
AGOSTO 1916 •
Film: 1. La colpa altrui – dramma –con Francesca Bertini – Celio 2. L’orso di Baskerville – ultima serie de il cane di Baskerville – dramma avventuroso 3. Amica – dramma di Pietro Mascagni – con Leda Gys – Cines 4. La cieca di Sorrento – opera teatrale di A Mastriani – con Gustavo Serena – Caesar Film
SETTEMBRE 1916 •
Film: 1. Cavalleria rusticana – spettacolo lirico-cinematografico - Accompagnamento orchestrale – musica del maestro Mascagni
217
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
2. 3. 4. 5. 6.
Panther – romanzo cinematografico – con Mario Ausonia La grande vergogna – opera teatrale cinematografica – con Emilio Ghione Stefania – capolavoro in 6 atti Il 2 agosto – commedia – con Max Linder Febbre di gloria – dramma – con Matilde Di Marzio e Andrè Habay
OTTOBRE 1916 •
Film: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8.
Eroismo d’amore – con Francesca Bertini Un milione di dote – con Gabriella Robinne Sulla strada maestra – dramma – Alberto Collo Don Giovanni – dramma – con Mario Bonnard Il ciclone – dramma – di Molchiorni – con la compagnia Chiantoni Verdun gloria di Francia Amor che tace – dramma passionale – con Emma Vecla 8, 15, 60 – commedia – con La Contessa (macchietta)
NOVEMBRE 1916 •
Film: 1. La sirena del mare – in 5 atti – con Annetta Kellermann (nuotatrice australiana) 2. Lea – di Felice Cavallotti – con Diana Karenne (attrice polacca)
DICEMBRE 1916 •
Film: 1. Il vetturale del Moncenisio – tratto dal romanzo di Boucardes 2. L’amazzone macabra – opera teatrale in 5 atti – con Italia Almirante Manzini 3. Montmartre – dramma in 5 parti 4. La dama dal nastro azzurro – film teatrale – con Susanna Armelle 5. Le avventure di viaggio – commedia – con Camillo De Riso 6. Christus – dramma in 5 atti e 2000m. –casa Etna Film
218
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
1917
GENNAIO 1917 •
Film: 1. Madame Tallien – 5 atti – messo in scena dal cav. Guazzoni – con Lyda Borelli – Cines 2. La rosa di Granata – dramma passionale – con Lina Cavalieri – Tiber Film 3. Più forte del destino – dramma – con Pina Fabbri 4. Tigre reale – 5 atti – di Giovanni Verga – con Pina Menichelli 5. Chi mi darà l’oblio senza la morte? – romanzo passionale – con Leda Gys 6. Jou-Jou – con Hesperia 7. Addio amore – romanzo di Matilde Serao – con Mary Bayma Riva
FEBBRAIO 1917 • • •
Duetto: Les Oddo Ferretti - dicitori eccentrici Canzonettiste: Alma Nova Film: 1. Carmen – dramma – musica del maestro Bizet – con Antici Mattei – Cines 2. Potere temporale – dramma – con Hesperia
MARZO 1917 • •
Duetto: Les Mussolesi – parodisti eccentrici di voce Film: 1. La donna di cuori – romanzo d’amore – con Hesperia e Tullio Carminati 2. Il fantasma di Medea – tragedia in 4 atti 3. La battaglia di Gorizia – illustrazione dell’eroismo italiano 4. La laude della vita, la laude della morte – romanzo in 5 atti – con Bianca Stagno-Bellincioni
219
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
5. Fedora – con Francesca Bertini 6. La vita di N. S. Gesù Cristo – film sacro in 6 parti e 2200m. a colori – Pathè (casa di Parigi) – accompagnamento orchestrale
APRILE 1917 •
Film: 1. Suor Teresa – con Emma Bellincioni – Tiber Film 2. Sul limite della follia – dramma teatrale in 5 parti – con Italia Almirante Manzini e Dillo Lombardi. 3. Andreina – 5 atti e 2200m. - di Vittoriano Sardou – con Francesca Bertini 4. Malombra – romanzo in 5 atti – di Antonio Fogazzaro – con Lyda Borelli 5. Come le foglie... – dramma di Giuseppe Giacosa – con Maria Jacobini 6. Memorie di un pazzo
MAGGIO 1917 • •
Duetto: Les Mussolesi – parodisti eccentrici di voce Film: 1. Lucciola – film teatrale Ambrosio 2. Da Brenta all’Adige - attualità 3. Chiffonette - romanzo d’amore – con Stasia Napierkowska
GIUGNO 1917 •
Film: 1. L’assassinio del corriere di Lione – romanzo di Charles Sales – 5 atti – storico 2. L’eroismo di una francese – dramma patriottico – con la sig.na Pascal – 5 atti.
AGOSTO 1917 •
Duetto: Les Oddo Ferretti – dicitori eccentrici
220
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
•
Film: 1. Giosuè il guardiacoste – dramma di Levy e Meilhac – con Gastone Monaldi 2. La duchessa del Bal Tabarin 3. Il presagio – con Tullio Carminati e Vera Vergani
SETTEMBRE 1917 •
Film: 1. 2. 3. 4.
La voce misteriosa - 8° episodio de I misteri di New-York Il raggio rosso - 9° episodio de I misteri di New-York Il bacio mortale - 10° episodio de I misteri di New-York Il braccialetto avvelenato - 11° episodio de I misteri di New-York
OTTOBRE 1917 •
Film: Il fiacre n.13: Il bacio mortale, La figlia del ghigliottinato, Giustizia.
DICEMBRE 1917 • •
Duetto: Les Oddo Ferretti – dicitori eccentrici Film: 1. Maledizione paterna – dramma - con Mistinguet 2. A santa Lucia- con Bianca Stagno-Belllincioni.
221
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1918
GENNAIO 1918 •
Film: 1. Madame Butterfly – dramma – con Mary Pockford – della Players di NewYork 2. The pecure vizieuse – con Eduardo Scarpetta
FEBBRAIO 1918 •
Film: 1. Il vile – dramma di amore e guerra – della Triangle –Film 2. Il non plus ultra della disperazione – commedia – con Eduardo Scarpetta.
MARZO 1918 • • • • •
•
Il 16 ricominciano gli spettacoli di varietà. Compagnia: compagnia dialettale Giuseppe Balzano Comico: Faria Trio: Trio Wirthel. Attrazione: 1. The Solas – ciclista 2. Troupe Tokio Canzonettiste: 1. Helly I 2. Linda Amore
APRILE 1918 •
Duetto: I Laville
222
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
MAGGIO 1918 • •
•
Compagnia: compagnia dialettale Giuseppe Balzano Comico: 1. Agostino Riccio 2. Scarron – comico imitatore 3. E. Fiorini Duetto: 1. Almasio e Jannina – eccentrici 2. Duo Amauli
• Canzonettiste: 1. Tina Berti 2. Gina Fleur 3. Clara De Santis 4. Tina Fleur 5. Maria Altieri - eccentrica 6. Tina Marino – cantante italiana 7. T. Fiomi 8. Bianca de Home 9. Frou-Frou 10. Clara Paris
GIUGNO 1918 • • • • • •
Comico: Guerrieri Duetto: Les Oddo Ferretti - dicitori eccentrici Trio: Trio Biagio Cantante: Cherubini Comico: Nardos Canzonettiste: 1. la Bella Orero - stella
223
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
LUGLIO 1918 • •
Cantante: Guglielmo Inglese Canzonettiste: 1. La Bella Orero 2. Clara Paris - napoletana
AGOSTO 1918 • • • •
Comico: Cirillino – 6 anni, figlio del duo Alfa Omega Duetto: Alfa Omega Attrazione: Iuster-Stivila - acrobati Canzonettiste: 1. Fidalma 2. Wanda Bruna 3. Gigliola d’Albany 4. Di Lauria 5. D’Arto 6. Mary Montenotti 7. Lelly Tresor
OTTOBRE 1918 Locali di varietà chiusi a Roma per il dilagare della febbre spagnola fino al 23 Novembre.
NOVEMBRE 1918 • •
•
Compagnia: compagnia dialettale G. Balzano Comico: 1. Bixio Ribechi – comico cantante 2. Krassà Duetto: Duo Amauli
224
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
• • •
Attrazione: Biagis Cantante: Galvany – con il suo repertorio Canzonettiste: 1. Reginella – fine divetta napoletana 2. Giulietta Belli – romanzista 3. Ivette 4. Lucciola
DICEMBRE 1918 • • •
•
Compagnia: compagnia drammatica partenopea diretta da Umberto Capece Comico: Bixio Ribechi – comico cantante Duetto: 1. Les Oddo Ferretti - dicitori eccentrici 2. Duo Amauli 3. Duo Li Hai Schan Canzonettiste: 1. Mercedes Alvarez 2. Reginella - stella napoletana 3. Mary 4. Tina Fiori 5. Tina Chio 6. Linette
225
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1919
GENNAIO 1919 • • • • •
•
Compagnia: compagnia drammatica partenopea diretta da Umberto Capece e Garbini Comico: Oddo Oddi Duetto: Duo Amauli Vandes (?) Attrazione: 1. Trio Venezia – esercizi sul trapezio 2. Trio Charles – saltatori sul filo Canzonettiste: 1. Carmen Mialet – eccentrica 2. Feud 3. Fulvia Musette 4. Lina Castillo
FEBBRAIO 1919 • • • •
Cantante: Alfredo Capaldo Duetto: Les Uchito Attrazione: Amati - ciclista Canzonettiste: 1. Lina Deo 2. Ziska
MARZO 1919 • • • •
Comico: Alfredo Bambi Duetto: Duo Marchetti Attrazione: I 4 Zanettoni Ziska – bambina prodigio
226
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
APRILE 1919 • • •
•
Comico: Maggi Duetto: Bigliani-Esedra – comici di voce Attrazione: 1. I Danells 2. Chalet et Daisy – danze moderne Canzonettiste: 1. Clara Paris – napoletana 2. Tina Louvret - eccentrica 3. Asta Tisbe – eccentrica 4. Lea Di Carlos 5. Tinuzza 6. Nina Polizzy - napoletana
MAGGIO 1919 • • • • • •
Compagnia: compagnia drammatica partenopea diretta da Umberto Capece e Garbini Comico: Pietro Fioravanti – comico imitatore Trezzi – nel suo repertorio Duetto: Les Bigliani - comici di voce Attrazione: Les Frasquita Canzonettiste: 1. Tilde 2. Neretti 3. Tina Berti 4. Asta Tisbe – eccentrica 5. Folly – eccentrica 6. Dina Dini – generica 7. Maria Altieri – eccentrica
GIUGNO 1919 •
Comico: Siviglia
227
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
•
Canzonettiste: 1. Alda Vergani 2. Zazà I - napoletana
LUGLIO 1919 • • •
Comico: Scarron – comico imitatore Duetto: Les Oddo Ferretti - dicitori eccentrici Attrazione: Les Moschettieri
228
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
1920
GENNAIO 1920 •
• • •
Comico: 1. Alfredo Bambi 2. Mimì Bambi – nipote di Alfredo e bimbo prodigio Compagnia: compagnia Scelzo diretta da Giuseppe Scelzo. Attrazione: Trio Iacopi Canzonettiste: Itadda Ailema – stella napoletana
FEBBRAIO 1920 • • • •
Compagnia: compagnia Scelzo diretta da Giuseppe Scelzo. Comico: Alfredo Bambi Attrazione: Trio Iacopi Canzonettiste: Itadda Ailema – stella napoletana
MARZO 1920 •
Comico: Alfredo Bambi
APRILE 1920 • • • • •
Compagnia: compagnia Scelzo diretta da Giuseppe Scelzo e con Luigi De Martino. Comico: Alfredo Bambi Duetto: Duo Giss Attrazione: The Melrose Canzonettiste: 1. Primavera 2. Florius . diva in marsina 3. Ersilia Amorini – romana con repertorio napoletano
229
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
MAGGIO 1920 •
•
• • •
Compagnia: 1. compagnia Scelzo diretta da Giuseppe Scelzo e con Luigi De Martino. 2. compagnia De Muto Salvatore – commedie e bozzetti musicali (da sabato 8) Comico: 1. Favelli 2. Renato Persico - imitatore Trio: Trio Max Attrazione: Tom e Tim – attrazione volante Canzonettiste: 1. Florius 2. Ersilia Amorini – romana con repertorio napoletano 3. Tina Louvret – eccentrica 4. Zara I – stella 5. Itadda Ailema – stella napoletana 6. Sandrina 7. Lorena 8. Bougerie
GIUGNO 1920 • • •
• •
Compagnia: De Muto Salvatore – commedie e bozzetti musicali Comico: Brugnoletto Attrazione: 1. I Viotti – idillio lunare 2. Troupe Atzoris Cantante: Pino Pini - melodista Canzonettiste: 1. Ersilia Amorini – romana con repertorio napoletano 2. Reginella - stella napoletana 3. Florini – generica 4. Perrini 5. D’Artis
230
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
LUGLIO 1920 • •
Compagnia: De Muto Salvatore – commedie e bozzetti musicali Comico: 1. Brugnoletto 2. Lubrani – dicitore 3. Totò • Cantante: Maggi • Attrazione: 1. The Tommyl 2. The Thenno • Duetto: 1. Narciso-Valprato – duo canoro composto da A. Narciso e Isabella Valprato • Oddo Ferretti - pugile • Canzonettiste: 1. Ersilia Amorini – romana con repertorio napoletano 2. Nina Destrée 3. Sofia De Monnier 4. Tina Louvret – eccentrica
AGOSTO 1920 • • • •
Compagnia: De Muto Salvatore – commedie e bozzetti musicali Comico: Totò Oddo Ferretti - pugile Canzonettiste: Jole Bertini – generica
OTTOBRE 1920 • •
Compagnia: De Muto Salvatore – commedie e bozzetti musicali Comico: 1. Sottani 2. Renato Persico - imitatore
231
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
•
•
• •
Duetto: 1. Les Alfieri 2. Duo Ferri Attrazione: 1. Trio Menciassi – danzatori moderni americani 2. Belling - manipolatore Cantante: Pino Pini - melodista Canzonettiste: 1. Ersilia Amorini – romana con repertorio napoletano 2. Rina Magra 3. Dionigi 4. Maria Rery 5. Fiammetta 6. Zara I - stella 7. Olga Miris 8. Rosy Palmer 9. Lola/Lina Davis 10. Dalich
NOVEMBRE 1920 • • • •
Compagnia: compagnia comica di U./N Bozzo con l’attrice Italia Montesano Comico: Renato Persico - imitatore Attrazione: The Eolos - musicali Canzonettiste: 1. Zara I - stella 2. Ortinis 3. Wais 4. Palomba 5. Sonia 6. La Mirette 7. Bebè Londini – napoletana
232
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
DICEMBRE 1920 • • • •
•
Ciriola (?) Compagnia: compagnia comica di U./N. Bozzo con l’attrice Italia Montesano Comico: Piovani - eccentrico Attrazione: 1. Rossi e Geo – danze 2. Evarist II - xilofonista Canzonettiste: 1. Ada Bruges 2. Miss Flammyng 3. Rina d’Oris – generica 4. Lea de Mary 5. D’Artes
233
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1921
GENNAIO 1921 •
Comico: Agostino Riccio
FEBBRAIO 1921 •
Comico: Armando Di Napoli – comico tipico militare
MARZO 1921 • • • • • •
Compagnia: compagnia dei Grandi Spettacoli M. Ricciardelli Comico (?): Giuliani Duetto: Narciso-Valprato – duo canoro Cantante: Pino Pini - melodista Attrazione (?): Les Scintillas Canzonettiste: 1. Colombella – eccentrica 2. Ester De Marini – romanzista 3. Ada Cherny 4. Cinzia Fulves 5. Ninuccia 6. Dartys 7. Fleur
APRILE 1921 • •
Compagnia: compagnia dei Grandi Spettacoli M. Ricciardelli Comico: 1. Lillus 2. Totò (con l’Amorini come compagna canora)
234
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
• •
• •
Duetto: Narciso-Valprato – duo canoro Attrazione: 1. La Maya – danzatrice 2. The Walsy 3. Tani il Moro 4. Troupe Tassi Cantante: Arrigo Mario Canzonettiste: 1. Zara I - stella 2. Cinzia Fulves 3. Nuccia 4. Olga Fleur 5. Ersilia Amorini – romana con repertorio napoletano 6. Ebe Villata 7. Dionigi
MAGGIO 1921 • • •
• •
Compagnia: Caffarelli Comico: Renato Persico - imitatore Attrazione: 1. Berto e Renania – danze 2. Troupe Bogade - eccentrici Cantante: Barian/Berian Canzonettiste: 1. Ersilia Amorini – romana con repertorio napoletano 2. Ebe Villata 3. Olga Del Grande 4. Rina Doris
GIUGNO 1921 •
Compagnia: Cafiero-Fumo – compagnia di riviste canzoni sceneggiate
235
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
LUGLIO 1921 •
Compagnia: Cafiero-Fumo – compagnia di riviste canzoni sceneggiate
AGOSTO 1921 •
Compagnia: Cafiero-Fumo – compagnia di riviste canzoni sceneggiate
SETTEMBRE 1921 • • • • • •
•
Compagnia: Cafiero-Fumo – compagnia di riviste canzoni sceneggiate Il 15 riprendono gli spettacoli di varietà Compagnia: compagnia drammatica partenopea diretta da Umberto Capece Comico: Faras – nel suo repertorio Duetto: Les Sinaz – duettisti eccentrici di voce Attrazione: 1. Quartetto Bordenko – danze russe 2. Trio Aurora Canzonettiste: 1. Jole Bertini – generica 2. D’Artis 3. Delange 4. Palmes 5. Mimì Orientale – eccentrica
OTTOBRE 1921 • • • •
Compagnia: compagnia drammatica partenopea diretta da Umberto Capece Attrazione: The Solas - ciclisti Cantante: Pino Pini - melodista Canzonettiste: 1. Ria Rosa – napoletana 2. Flourette 3. Ada Chevry
236
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
4. Sonia 5. Antonietta
NOVEMBRE 1921 • • • • •
Compagnia: compagnia drammatica partenopea diretta da Umberto Capece Comico: Gustavo De Marco Duetto: Canepa-Russo Cantante: Tiziana Torero - generica Canzonettiste: 1. Filarosa 2. Ginestra
DICEMBRE 1921 • • •
Duetto: Duo Felios – duetti comici Attrazione: Trio Ciccio – danze col ballerino Gigino di 10 anni Canzonettiste: Diavolina I
237
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1922
FEBBRAIO 1922 • • • • • •
Compagnia: primaria Compagnia Ribechi Comico: Alfredo Bambi Mimì Bambi Agostino il Marinaro Attrazione: Trio Gloria Canzonettiste: 1. Ria Rosa – napoletana 2. Lea di Roccabruna 3. Galante 4. Rina
MARZO 1922 •
Comico: Siviglia – nel suo repertorio
APRILE 1922 •
Incontri di boxe. Pugili: 1. Alessandri 2. Barbaresi Mariano 3. Blaise Ainè 4. Bosisio 5. Enrys Bill 6. Farabullini 7. Friquet 8. Giunchi Leo 9. Grasso 10. Landini 11. Lecis
238
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
12. Lucien 13. Minuty 14. Moglia 15. Parboni Romolo 16. Patracca 17. Piacentini Edoardo 18. Reggiani 19. Serraudi 20. Spalla Giuseppe 21. Vitali 22. Zuccari
MAGGIO 1922 • • • • • •
•
Compagnia: primaria Compagnia Ribechi Rino Perla Pippo Gandussi Cantante: Toscanini Aldo – cantante dicitore Duetto: Duo Monti Canzonettiste: 1. Basiliola 2. Bianchi 3. Bowdens Fulvia 4. Devalnery 5. Flores Maria 6. Marul’s 7. Mimì Orientale – eccentrica Incontri di boxe. Pugili: 1. Barbaresi Mariano 2. Braida Bruno 3. Bricchetto 4. De Angelis 5. Glanz Stefano 6. Hams Paul 7. Hanna Peter 8. Husson
239
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
9. Lapierre 10. Morgia Mario 11. Nobili 12. Novelli Nello 13. Parboni Romolo 14. Spalla Erminio 15. Trani 16. Vitali 17. Vucovich 18. Zuccari
GIUGNO 1922 • • • • •
Compagnia: primaria Compagnia Ribechi Comico: Alfredo Bambi (con Maria Ioner) Attrazione: The Charlot Mimì Bambi Canzonettiste: 1. Chiomadoro 2. Bambolina
LUGLIO 1922 • • • •
Compagnia: Pippo Gandussi Comico: Alfredo Bambi Cantante: Gabrè – interprete della Piedigrotta Gennarelli Canzonettiste: Alda Vergani – napoletana
AGOSTO 1922 •
Incontri di lotta femminile
OTTOBRE 1922 •
Compagnia: compagnia comico-musicale Cherubini
240
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
• • • • •
Comico: Gustavo De Marco Duetto: Duo Felios – duetti comici Attrazione: Fernand - ballerino Cantante: La Contessa Visconti Canzonettiste: 1. Resal – napoletana 2. Gingettina
NOVEMBRE 1922 •
Comico: 1. Max 2. Siviglia
DICEMBRE 1922 •
Cantante: Grandelli – napoletano
241
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1923 FEBBRAIO 1923 •
Incontri di boxe. Pugili: 1. Angelini 2. Chiari 3. Denain 4. Frattini Bruno 5. Giunchi Leo 6. Lugano 7. Marzorati Enea 8. Paolucci 9. Petrarca 10. Pionnier Gabriel
MARZO 1923 • •
Cantante: Toscanini Aldo – cantante dicitore Film: Amleto
APRILE 1923 • • • • •
Cinematografo Comico: Armando Duetto: Dottis – duetto comico Cantante: Zara I Canzonettiste: Georgette
MAGGIO 1923 • •
Compagnia: Pippo Gandussi Comico: Brugnoletto
242
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
• • • • • •
•
•
Duetto: Duo Danis (Tosca e Mario) Cantante: Pino Pini - melodista Attrazione: The Inixons Lions I Dartis Canzonettiste: 1. Liliana Giglio 2. Santuzza 3. Minia 4. Rosalba 5. Damery Film: 1. Uno contro tutti – film d’avventura in 4 parti 2. Il ritorno di Putena 3. Il tesoro del Capro – 4 atti Incontri di boxe. Pugili: 1. Barbaresi Mariano 2. Bricchetto 3. Colacicco 4. Landini 5. Parfumi 6. Ravizza 7. Teixidor 8. Vitale
GIUGNO 1923 • • • •
Compagnia: Compagnia comico-drammatica Mastripietri Romanini Comico: Fanfulla Canzonettiste: 1. Sister Bill 2. La Silena 3. Boreden Antonietta 4. Diavolina 5. Nera Ridenti
243
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
6. Miranda 7. Rita •
Film: 1. L’edotta – con Gigolette 2. Maria Antonietta – con Karenne
LUGLIO 1923 • • • • •
Compagnia: compagnia del cavalier G. Calabrese Film: Cuore di principe – 6 parti Iannucci Duetto: Canepa-Russo Canzonettiste: 1. Santuzza 2. Tamara
AGOSTO 1923 • •
•
Cinematografo Cantante: 1. Narciso 2. Toscanini Aldo – cantante dicitore Duetto: Narciso-Vergani – duetto canoro
SETTEMBRE 1923 •
Film: Un’avventura pericolosa
OTTOBRE 1923 •
Incontri di boxe. Pugili: 1. Garzena 2. Giunchi Leo 3. Mariotti
244
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
4. Zuccari 5. Chiari 6. Amman 7. Franceschini 8. Pluss 9. De Petrillo 10. Deschoer 11. Stanffer 12. Bonfigli 13. Ritzu
NOVEMBRE 1923 •
Incontri di boxe. Pugili: 1. Grissini 2. Perrini 3. Chiari 4. Naterri 5. Malfurt I 6. Ortu 7. Malfurt II 8. Lecis 9. Bianchi 10. Ferabullini Alberto 11. Landini 12. Della Valle
245
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1924
AGOSTO 1924 • Compagnia: compagnia napoletana diretta da Goffredo Baino darà Cinematografo – dramma musicale. • Canzonettiste: 1. La Silva – eccentrica 2. Niny Rivera
OTTOBRE 1924 •
•
• •
Compagnia: 1. compagnia napoletana diretta da Goffredo Baino 2. Primaria compagnia De Muto-Scelzo (debutta il 29) Comico: 1. Bixio Ribechi 2. Santoro Attrazione: I due Bora – ruota della morte Canzonettiste: 1. Ines Flores 2. Ersilia Sampieri
NOVEMBRE 1924 • •
• •
Compagnia: Primaria compagnia De Muto-Scelzo – con Rosa De muto (I attrice) e Salvatore De Muto Comico: 1. Santoro 2. Mastrangelo (debutta l’8) Duetto: Duo Felios – duetti comici Attrazione: 1. I due Bora – ruota della morte
246
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
• •
2. The Rosney Cantante: Aldo Russo – cantante partenopeo Canzonettiste: 1. Claretta Delle Rosè - eccentrica 2. Lucia Galli – stella 3. Reginella - stella napoletana 4. Diavoletta 5. Tina Rosa – napoletana 6. Siria Di Landa - eccentrica
247
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1925
NOVEMBRE 1925 •
•
Compagnia: compagnia Bocci-Garbini-Gandussi. Attori: Aristide Garbini, Gildo Bocci, Pina Piovani, Pippo Gandussi (brillante), De Felice, Augusto Giacobelli, Caly. Cantante: Gambino - napoletano
248
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
1926
FEBBRAIO 1926 •
Duetto: Duo Felios – duetti comici
MARZO 1926 • • • •
Compagnia: compagnia napoletana Francesco De Marco Comico: Siviglia Attrazione: Trio Sardegna - ginnasti Canzonettiste: 1. Reginella - stella napoletana 2. Ninnolo 3. Excelsior
MAGGIO 1926 •
• • •
Compagnia: 1. compagnia napoletana Francesco De Marco 2. compagnia delle “Maschere” di Emilio Ghione Duetto: Duo Bragalone – scenette militari Attrazione: Eperny - illusionista Canzonettiste: 1. Lia Palermi 2. Leonina – eccentrica
AGOSTO 1926 •
Serata di beneficienza (il 16). Partecipano: 1. Duo Galby 2. Renato Petrucci – tenore
249
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
3. Nietta Fabbri – soprano 4. Lina D’Aly e Pina Rabucci - canzonettiste 5. Nella Sirena e Rina Galadini - danzatrici 6. Ferruccio Manzetti – attore 7. Berlini Romano - attore 8. Cesarina Galadini - attrice 9. Lino Sebastianelli - attore 10. Paolo De Rigo - attore 11. Eugenio Galadini – attore 12. Reginella
SETTEMBRE 1926 •
Compagnia: compagnia drammatica romana Bocci-Garbini (debutta il 1°)
OTTOBRE 1926 • •
Compagnia: compagnia drammatica romana Bocci-Garbini Numeri di varietà
NOVEMBRE 1926 •
Compagnia: compagnia drammatica romana Bocci-Garbini (resta fino al 30) con Olimpia Garbini (caratterista), Lina Ferri.
DICEMBRE 1926 •
•
Compagnia: Compagnia napoletana “Napoli canta” diretta da Ciccillo Rondinella con Lina Montes, Ciccillo Rondinella, Adolfo De Vico (brillante), Petitto (Pulcinella), Giuseppe D’Alessio (caratterista) e Alda Vergani, Mario Laurentino (attor giovane). Comico: Moresi
250
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
1927
GENNAIO 1927 •
• •
Compagnia: Compagnia napoletana “Napoli canta” diretta da Ciccillo Rondinella con Lina Montes, Ciccillo Rondinella, Adolfo De Vico (brillante), Petitto (Pulcinella), Giuseppe D’Alessio (caratterista) e Alda Vergani, Mario Laurentino (attor giovane). Comico: Tombolo Franz Mrna (?)
FEBBRAIO 1927 •
• •
Attrazione: 1. Tournée di fantasia Tina Werter col maestro Lugetti 2. 6 Black Girls Dicitore: Latilla Orchestra: Harold Lloyd Jazz Band
MARZO 1927 • •
Comico: Cacini e Bragalone Compagnia (non risulta il nome della compagnia ma vengono menzionati i titoli delle commedie): 1. Leggenda marina 2. So’ questi li romani 3. La medaglia di papà 4. Fiore ner tengo 5. Baja destino 6. Pe’ ‘na scellerata 7. Il carnevale di Torino 8. Fra gli artigli di un’ombra 9. Biondo corsaro 10. Canta Pierrot
251
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
11. Il morto che uccide 12. Quanno l’amore bussa 13. Li più bulli de Roma 14. Vita spezzata 15. L’eco der core
APRILE 1927 • •
Compagnia: compagnia di riviste Bixio Ribechi Comico: Scarnicchia (Paolo De Rigo)
MAGGIO 1927 • •
Compagnia: compagnia di riviste Bixio Ribechi Comico: Romano I
GIUGNO 1927 • •
•
Compagnia: compagnia di riviste Bixio Ribechi Comico: 1. Scarnicchia (Paolo De Rigo) 2. Alfredo Bambi (dal 15) programma di varietà
LUGLIO 1927 • • •
Compagnia: compagnia comico-musicale Cherubini Polidor e la sua Compagnia della risata Programma di varietà
252
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
SETTEMBRE 1927 •
• •
Compagnia: 1. compagnia drammatica romana Garbini-Gandussi 2. compagnia romana di operette e grotteschi musicali Berardi e Bruno (dalla metà ca.) composta da: Nando Bruno, Ciro Berardi, Tina Bruno, Armenia, Carlo Jantaffi. Duetto: Duo Ferri Programma di varietà.
OTTOBRE 1927 •
Compagnia: compagnia romana di operette e grotteschi musicali Berardi e Bruno (dalla metà ca.) composta da: Nando Bruno, Ciro Berardi, Tina Bruno, Armenia, Carlo Jantaffi.
NOVEMBRE 1927 • • •
Compagnia: Compagnia siciliana di Mariuccia Spadaro composta da Mariuccia Spadaro, Rocco Spadaro. Cantante: Pino Pini – melodista e comico Programma di varietà
253
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1928
GENNAIO 1928 •
Compagnia: compagnia di riviste diretta da Renato Giss con Jole e Renato Giss
MARZO 1928 • •
Compagnia: Compagnia romana di Natalina Petroni Programma di varietà
APRILE 1928 •
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Attrazione: 1. Lya Cleck – danzatrice 2. Robert – illusionista eccentrico Tombolo e la sua Troupe
MAGGIO 1928 •
Comico: Dal Pozzo
GIUGNO 1928
• Compagnia: Compagnia diretta da A. Girard • Programma di varietà LUGLIO 1928 •
Cantante: Nino Marra
254
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
SETTEMBRE 1928 • • • •
Riapertura del teatro a fine settembre Compagnia: compagnia di riviste diretta da Renato Giss con Jole e Renato Giss Comico: Ribechi Altri numeri di varietà
OTTOBRE 1928 • • •
Compagnia: compagnia di riviste diretta da Renato Giss con Jole e Renato Giss Comico: De Marco Canzonettista: Cleo Miranda
NOVEMBRE 1928 • • • •
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Compagnia: compagnia di riviste diretta da Renato Giss con Jole e Renato Giss Comico: Cacini – comico grottesco Dicitrice: Fatima Attrazione: 1. Evarist II – xilofonista (con Egle Gabry) 2. Scali e Scali 3. The Albertini Canzonettista: Morina
DICEMBRE 1928 • • •
Compagnia: compagnia drammatica romana Bocci-Garbini Attrazione: Trio Olimpia – gladiatori romani Canzonettiste 1. Liana De Berny 2. De Rienzo 3. Aida Moris
255
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1929
GENNAIO 1929 • • •
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Compagnia: compagnia drammatica romana Bocci-Garbini Comico: De Marco Attrazione: 1. Trio Hommer Smit 2. Jack and Desy 3. I Tre Taini e il loro emozionante triple tourbillon humain Canzonettista: 1. Cleo Miranda 2. Zamora 3. Eva D’Amery 4. Mustafà
FEBBRAIO 1929 • •
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Compagnia: compagnia dei Grandi Spettacoli M. Ricciardelli col noto attore Michele Abruzzo. (a partire dal 6/2. Prima spettacoli di varietà) Duetto: 1. Duo Bragalone – duetto comico 2. Duo Marino – canto e danze Misnie Fe Gasmir - dicitrice Attrazione: 1. The Donati – ginnasti 2. Trio Frasc – saltatori comici Canzonettista: 1. Lina Castillo – eccentrica 2. Ria D’Este – generica
MARZO 1929 •
Compagnia: compagnia siciliana di Mariuccia Spadaro
256
Appendice 5: La programmazione del Teatro Jovinelli dal 1909 al 1930
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Attrazione: L’Eltore – illusionista
APRILE 1929 •
• •
Compagnia: 1. D’arte napoletana di Luisella Viviani 2. di riviste diretta da Emma Sanfiorenzo Attrazione: Lupo et Bretty – danzatori Canzonettista: Tina Castigliana – napoletana
MAGGIO 1929 • • • •
Compagnia: compagnia napoletana diretta da Goffredo Baino Comico: Nardos Cantante:Renato Giss Canzonettista: Ria d’Este
GIUGNO 1929 • •
Comico: Alfredo Bambi Canzonettista: Fernanda Syller
LUGLIO 1929 •
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Compagnia: 1. compagnia italiana di prosa C.I.A. con G. Pierozzi 2. Compagnia di riviste Incantador (dal 16) Programma di varietà
AGOSTO 1929 •
Compagnia di riviste Incantador
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Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
1930
MARZO 1930 •
Compagnia: Compagnia di riviste Nestore Aliberti
258
TEATRO AMBRA JOVINELLI: LA STAGIONE 2001 La programmazione del Teatro Ambra Jovinelli è stata ricavata dal sito Internet www.ambrajovinelli.com.
GENNAIO 2001 Settimana di festa per l’inaugurazione del teatro con i seguenti spettacoli: • Il 25 serata di inaugurazione condotta da Serena Dandini • Il 26 spettacolo con Francesco Paolantoni • Il 27 e 28 spettacolo con Sabina Guzzanti • Il 29 spettacolo con Vincenzo Salemme • Il 31 spettacolo concerto di Goran Bregovic • Mostra su Renato Rascel (dal 26 gennaio al 15 febbraio)
FEBBRAIO 2001 • • • •
da giovedì 1 a domenica 4: Giorgio Panariello in Panariello...chi?, di Giorgio Panariello, Carlo Pistarino e Giampiero Solari, per la regia di Giampiero Solari da martedì 6 a domenica 18: Lella Costa in Precise parole, di Lella Costa e Gabriele Vacis, per la regia di Gabriele Vacis da martedì 20 a domenica 25: Francesca Reggiani in Strati d’animo, di Francesca Reggiani e Valter Lupo Fino al 15 mostra su Renato Rascel
MARZO 2001 • •
da giovedì 1 a domenica 25: Rent di Jonathan Larson, regia di Michael Greif e Fabrizio Angelini da martedì 27 marzo a domenica 8 aprile: Paolo Hendel in Occhio alla penna, di Paolo Hendel e Piero Metelli
Il teatro Jovinelli tra passato e futuro
APRILE 2001 • •
•
Fino a domenica 8: Paolo Hendel in Occhio alla penna, di Paolo Hendel e Piero Metelli lunedì 2: Nicola Arigliano...il figlio di Totò, Concerto di inaugurazione della mostra dedicata ai primi cento anni di vita dello Jovinelli con Nicola Arigliano (voce), Giampaolo Ascolese (batteria), Michele Ascolese (chitarra), Elio Tatti (contrabbasso), Gianni Basso (sax e chitarra), Enrico Rava (tromba), Bruno De Filippi (armonica), musiche tratte dalle colonne sonore di vari film di Totò Mostra dedicata ai primi cento anni di vita del Teatro Jovinelli (dal 2 aprile al 27 maggio)
MAGGIO 2001 • • • •
martedì 8 e mercoledì 9: Sabina Guzzanti in Recital, accompagnata da Rosalia Porcaro da giovedì 10 a domenica 13: Francesca Reggiani in Strati d’animo, di Francesca Reggiani e Valter Lupo da martedì 15 a domenica 27: Daniele Luttazzi in Barracuda, di Daniele Luttazzi Fino al 27 mostra dedicata ai primi cento anni di vita del Teatro Jovinelli
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BIBLIOGRAFIA
MONOGRAFIE 1. AA.VV., Album del cinema italiano muto n.1, Gruppo di lavoro M.I.C.S (a cura di), Edizioni del museo internazionale del cinema e dello spettacolo, Roma 1991. 2. AA.VV., Annuario della stampa italiana, Federazione nazionale tra le associazioni giornalistiche italiane, Roma 1916. 3. AA.VV., Annuario della stampa italiana, Federazione nazionale tra le associazioni giornalistiche italiane, Roma 1917. 4. AA.VV., L’architettura dei teatri di Roma: 1513/1981, Edizioni Kappa, Roma 1987. 5. AA.VV., Dive e divi del cinema muto, Centro culturale Il Fotogramma, Roma 1995. 6. AA.VV., Guida d’Italia del Touring club italiano: Roma e dintorni, Touring club italiano, Milano 1962. 7. AA.VV., Petrolini, a cura dell’associazione culturale Witz, De Luca, Roma 1982. 8. AA.VV., Raffaele Viviani a venticinque anni dalla morte. Comitato per le celebrazioni di Raffaele Viviani nel XXV anniversario della morte, Napoli 1975. 9. AA.VV., Rione XV Esquilino, Palombi, Bologna 1978. 10. AA.VV., Roma splendidissima e magnifica. Luoghi di spettacolo a Roma dall’umanesimo ad oggi, Electa, Milano 1997. 11. AA.VV., Le strade di Roma, n.5, Newton Compton, Roma 1987-89. 12. R. Alonge, Teatro e spettacolo nel secondo ottocento (1988), Laterza, Roma-Bari 1999. 13. F. Angelini (a cura di), Petrolini la maschera e la storia, Laterza, Bari 1984. 14. F. Angelini, Petrolini a Piazza Pepe, in A.Tinterri (a cura di), La passione teatrale: studi per Alessandro D’Amico, Bulzoni, Roma 1997. 15. F. Angelini, Il teatro del novecento da Pirandello a Fo, Laterza, Bari 1997. 16. M. Apollonio-F. Angelini, Pulcinella, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1957, vol.8, coll.590-593. 17. A. G. Bragaglia, Pulcinella (1953), Sansoni, Firenze 1982. 18. A. Calò, Ettore Petrolini, La Nuova Italia, Firenze 1989. 19. C. Capriolo, De Martino Giuseppe e Luigi, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1957, vol.4, col.451. 20. L. Cavalieri, Le mie verità, a cura di P. D’avanni, Poligrafica Italiana, Roma 1936. 21. A. Cervellati, Macchietta, macchiettisti, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1962, vol.6, Coll.1772-1774. 22. R. Cirio-P Favari (a cura di), Sentimental: il teatro di rivista italiano, Bompiani,
Milano 1975. 23. M. Corsi, Vita di Petrolini, Mondadori, Milano 1944. 24. R. De Angelis, Café-chantant: personaggi e interpreti, a cura di S. De Matteis, La casa Usher, Firenze 1984. 25. R. De Angelis, De Marco Gustavo, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1957, vol. 4, coll.446-447. 26. M. Dell’Arco, Café-chantant di Roma, Aldo Martello, Milano 1970. 27. M. De Marinis, Capire il teatro. Elementi di una nuova teatrologia, La Casa Usher, Firenze 1988. 28. S. De Matteis (a cura di), Follie del Varietà. Vicende memorie personaggi 1870-1970, Feltrinelli, Milano 1980.
29. S. De Matteis, Generi popolari, in A. Attisani (a cura di), Enciclopedia del teatro del ‘900, Feltrinelli, 1980. 30. E. De Mura, Enciclopedia della canzone napoletana, Il Torchio, voll.3, Napoli 1969. 31. F. Di Giammatteo (a cura di), Dizionario universale del cinema, voll.2, Editori Riuniti, Roma 1985. 32. T. Di Sorbo, Giuseppe Jovinelli e il suo teatro, Edizioni Torre della Biffa, Benevento 1997. 33. N. Fano, Il teatro Jovinelli, Officina Edizioni, Roma 1985. 34. N. Fano (a cura di), Vieni avanti cretino! Storia e testi dell’avanspettacolo e del varietà, Theoria, Roma 1993. 35. U. Fleres, Roma nel 1911, Tipografia Nazionale & C., Roma 1911. 36. A. Fougez, Il mondo parla ed io passo, Pinciana, Roma IX. 37. E. Golino (a cura di), Varietà in Italia, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1962, vol.IX, coll.1449-1453. 38. R. Guarini (a cura di), Tutto Totò, note e testi critici di C. Ioni, Gremese, Roma 1991. 39. I. Insolera, Roma moderna. Un secolo di storia urbanistica: 1870-1970 nuova edizione, Einaudi, Torino 1993. 40. L. Jannattoni, Roma Belle Epoque, Multigrafica editrice, Roma 1986. 41. A. Lezza-P. Scialò, Viviani: l’autore, l’interprete, il cantastorie urbano, Colonnese, Napoli 2000. 42. A. Lorenzi, I segreti del varietà, Celip, Milano 1988. 43. R. Morbelli, Avanspettacolo, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo, Le Maschere, 1954, vol.1, coll.1173-1174. 44. F. Mottola, Il teatro di varietà dalla Belle Epoque agli anni sessanta ed oltre in Italia,
con una testimonianza di M. Scaccia, P. Perrone Burali d’Arezzo (a cura di), Nuove Edizioni Culturali, Milano 1995. 45. A. Narciso, Lo char à bancs dei comici, prefazione di C. Nazzaro, Audaces, Napoli 1929. 46. A. Narciso, Napoli col suo manto di sole, Primavera, Napoli 1946. 47. A. Narciso, Napoli scomparsa. Esistenza di erranti, prefazione di G. Tétamo, Nicola Pironti, Napoli 1928. 48. A. Olivieri-A. Castellano, Le stelle del Varietà, rivista e avanspettacolo dal 1936 al 1966, Gremese, Roma 1989. 49. V. Ottolenghi, Rivista, S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo(1954), Le Maschere, 1961, vol.8, coll.1024-1026. 50. G. Pedullà, Il teatro italiano nel tempo del fascismo, Il Mulino, Bologna 1994. 51. D. Pertica, Fatti, fattacci e personaggi della Roma umbertina, Newton Compton, Roma 1993. 52. E. Petrolini, Modestia a parte…, in G. Antonucci (a cura di), Facezie autobiografie e memorie, Newton Compton, Roma 1993. 53. E. Petrolini, Il padiglione delle meraviglie, in G. Antonucci (a cura di), Il teatro, Newton Compton, Roma 1993. 54. U. Piscopo, Maschere per l’Europa. Il teatro popolare napoletano da Petito ad Eduardo, prefazione di M. Verdone, Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli 1994. 55. F. Possenti, I teatri del primo novecento, Lucarini, Roma 1984. 56. M. Quargnolo, Dal tramonto ell’operetta al tramonto della rivista. Mezzo secolo di fasti e miserie del Varietà e dell’Avanspettacolo, “Il timone”, Pan Editrice, Milano 1980. 57. L. Ramo, Storia del varietà, Garzanti, Milano 1956. 58. A. M. Rao, Raffaele Viviani o della miseria coatta. Le opere del periodo, tra varietà e teatro di prosa, Antonio Lalli, Firenze 1981. 59. R. Renzi (a cura di), Sperduto nel buio. Il cinema muto italiano e il suo tempo (19051930), Cappelli, Bologna 1991. 60. P. Ricci, Raffaele Viviani, in Teatro contemporaneo, diretto da Mario Verdone, Lucarini, vol. I, pp.309-324.
61. P. Romano, Roma nelle sue strade e nelle sue piazze, Palombi, Roma 1936. 62. G. Rondolino, Storia del cinema, Utet, Torino 1995. 63. D. Salvatori, Il café-chantant a Roma. Canzoni, soubrettes e comici di una grande stagione dello spettacolo, Newton Compton, Roma 1996. 64. S. Severi, I teatri di Roma, Newton Compton, Roma 1989.
65. P. Sommaiolo, Il café-chantant. Artisti e ribalte nella Napoli Belle Epoque, Tempo Lungo, Napoli 1998. 66. A. Spaini-F. Savio, Raffaele Viviani, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo(1954), Le Maschere, 1975, vol.9, coll.1744-1748. 67. P. Staccioli, I teatri di Roma dal Rinascimento ai giorni nostri, Newton Compton, Roma 1997. 68. S. Sterlocchi, La stampa periodica teatrale italiana nei fondi della biblioteca nazionale centrale di Firenze (1900-1984), Tesi di laurea in Biblioteconomia e Bibliografia, Relatore Prof. C. M. Simonetti, Università degli studi di Firenze, Facoltà di Lettere e Filosofia, a.a. 1992/93. 69. F. Taviani, Uomini di scena, uomini di libro. Introduzione alla letteratura teatrale italiana del Novecento, Il Mulino, Bologna 1995. 70. R. Tessari, Teatro italiano del Novecento. Fenomenologie e strutture: 1906-1976, Le Lettere, Firenze 1996. 71. A. Tinterri (a cura di), Il teatro italiano dal naturalismo a Pirandello, Il Mulino, Bologna 1990. 72. Trilussa, Caffè-concerto, Enrico Voghera, Roma 1901. 73. Totò, Siamo uomini o caporali?, a cura di Amorosi-Ferraù-De Curtis, Newton Compton, Roma 1996. 74. M. Verdone, Le maschere romane, Newton Compton, Roma 1995. 75. R. Viviani, Dalla vita alle scene, Guida, Napoli 1977. 76. V. Viviani, Luisella Viviani, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1975, vol.9, coll.1748-1749. 77. V. Viviani, Scelzo Raffaele e Giuseppe, in S. D’amico (a cura di), Enciclopedia dello spettacolo (1954), Le Maschere, 1957, vol.8, col.1583. 78. V. Viviani, Storia del teatro napoletano, presentazione di R. De Simone, Guida, Napoli 1992. 79. L. Zeppegno, I rioni di Roma, i quattordici tradizionali e gli otto moderni (1978), Newton Compton, Roma 1996.
ARTICOLI 1. Anonimo, In piazza Guglielmo Pepe, in “Il Messaggero”, mercoledì 13-Nov.-1901. 2. Anonimo, I divi della “macchietta”, in “Noi e il mondo”, febbraio 1914, pp.201204. 3. O. Caldiron, Vita di totò. Seconda puntata, con la collaborazione di M. Hochkofler, in “Il foglio dei fogli”, 18 agosto 1997, p.4.
4. V. Ciuffa, All’Ambra Jovinelli è rinato l’Avanspettacolo, in “Il Corriere della Sera”, Mercoledì 11-Gen-1978. 5. E. De Angeli, Dalla parte di Viviani, in “La Scena”, Febbraio 1978, pp.73-74. 6. S. De Matteis, Beniamino Maggio, in “La Scena”, ottobre-novembre, n.5, Milano 1978. 7. C. Giovetti, Café-chantant e variety, in “Sipra - Pubblicità dello spettacolo”, numero speciale III, 1976. 8. G. Massari, Sere tutte per uomini. Il teatro Jovinelli, in “Il Mondo”, marzo 1970. 9. O. Petrolini, Prima scrittura: la “Sirena del mare” in una baracca di Piazza Guglielmo Pepe, in “Il Tempo”, Domenica 18 Ottobre 1959, p.9. 10. O. Petrolini, Lanciato da Don Peppe Jovinelli, in “Il Tempo”, Martedì 29-ott.-1959, p.7. 11. O. Petrolini, Dai successi nell’America del Sud alla creazione del personaggio di “Gastone”, in “Il Tempo”, Mercoledì 21 Ottobre 1959, p.8. 12. O. Petrolini, L’alfiere dell’antiretorica diventa una bandiera per i futuristi, in “Il Tempo”, Giovedì 22 Ottobre 1959, p.7. 13. O. Petrolini, I fatti suoi e quelli degli altri sul piatto d’argento dello spettacolo, in “Il Tempo”, Venerdì 23 Ottobre 1959, p.8. 14. O. Petrolini, Parigi e Londra conquistate, in “Il Tempo”, Sabato 24 ottobre 1959, p.8. 15. S.Taverna, Venduto l’Ambra Jovinelli, in “Il Messaggero”, 14-Feb.-1990. 16. S.Valentini, Dal grande Avanspettacolo al malinconico Strip, in “Il Messaggero”, 14Feb.-1990.
PERIODICI* 1. “Arte e Varietà, Rivista quindicinale illustrata”, Napoli, aa.I-II, 1911-1912. 2. “Il Café-Chantant – Rivista quindicinale illustrata”, Napoli, aa.XIII-XXXIV, 19091930. 3. “L’Eden – Rivista illustrata dei café-chantant, dei teatri di varietà, ecc.”, Milano, aa.III, 1909-1910. 4. “Eldorado Canzonettistico”, Roma, aa.I-III, 1909-1911. 5. “Eldorado – settimanale illustrato dei teatri di varietà e cinema-concerti”, Milano, aa.IX-X, 1911-1912. 6. “Rivista artistica: varietà e cinema-teatri”, Roma, a.III, 1912. 7. “Lo Spettacolo – Giornale settimanale illustrato dei teatri”, Torino, aa.IV-IX, 19101915.
QUOTIDIANI* 1. “Il Messaggero”, Roma, aa.1898-1909; 1912-1930. 2. “La Tribuna”, Roma, a.1918.
FONTI ARCHIVISTICHE Archivio storico capitolino: Ispettorato Edilizio 1. Piazza Guglielmo Pepe a.1898 prot. n. 2729 2. Piazza Guglielmo Pepe, a.1898, prot. n. 2741 3. Piazza Guglielmo Pepe, a.1903, prot. n.1529 4. Piazza Guglielmo Pepe, a.1904, prot. n.1039 5. Piazza Guglielmo Pepe, a.1904, prot. n.1271 6. Via Lamarmora, a.1906, prot.697. Contiene anche i seguenti protocolli: • a.1904, prot. n.1040 • a.1906, prot.114. • a.1906, prot.2944 • a.1907, prot.4325. • a.1907, prot.4491. • a.1908, prot.721. 7. Via principessa Margherita, a.1917, prot.3899.
*
Per un’analisi più dettagliata delle annate dei quotidiani e dei numeri dei periodici utilizzati per il presente lavoro cfr. Quivi, Appendice Programmazione Teatro Jovinelli.