Antonis Liakos
L'UNIFICAZIONE ITALIANA E LA GRANDE IDEA
Ideologia e azione dei movimenti nazionali in Italia e in Grecia, 1859·1871 Prefazione di Stuart Woolf
Aletheia L'editrice della Grecia moderna
Firenze
,dlllh I Ak l\II'I,1 f1 lliIU' ('011 Il P1 L'<. I.,O Inl l' nlO d i ludl \ hlp,I'" 111'\ ",,,III OI\lhl rorml \1'Ipe nl, c (Ii 11111 1'11111 Il I., 111 11 \1'" 11(" lHtt'{. I, I>t:r I;oll trlhu lre ad ulla plll l'UIII\IoII(· lI 11l1pt c n .. lollc clelia GrLocl:\ l lllltt' rll por-.IIlt!a. Iltlh ' I I'"o~"!ld ~ r o ...~ pubblico, que llo dell' ind u~l ri :1 1.11111I 1.lll, fjudl n dd!., cultura 51 3ppUnla no, q uasi IIH. Il'' III'I\It.,, 0'1\111.1 H,.mdc tradizio ne classica o si espri,"(\1\0 ,'nrro te rmini meramente tu rislici. NtllIlI"I.IIU,' le comuni nidi i di civ ihà e un dirruso ·,,,hll"1I1O di I\11llI'Xula, la Grecia moderna resla per noi un mo ndo lo ma no e sco nosciuto. 1.1 ~ ult llt.1 li 'Ile l.nt lehe ro vine e q uella della spiaggia ne o:l5<:ondo no a ncora il vero volto. , I
Conc<.' p!to, (hmque, per ro rni re nuovi stimoli e aprire v ~ln: hl di conoscenza su una realtà specifica, Il progettO ed ito riale Alethe ia si articola In quattro distinte sezio ni:
JJlblloteca di cullura neogreca mccoglle stud i, saggi e mo nograrie di storia generale, di politica, di economia, di lingua e di letteratura, d i musica, d i architeu ura e arti figurati ve.
Biblioteca di letteratura neogreca pro pone opere di narrativa e di poesia, già note ruo ri della G reda o tradotte per la prima volta, con part ico lare rig uardo alla produzione del secondo do poguerra. 1/ viaggio sentimentale in Grecia
da un lato inle nde recupera re la letteratura e la memo rialistica di viaggio del passato, daU'altro pro pone un genere nuovo di guida che o rie nti il visitato re alla scoperta dell'identità dei luoghi e del loro più intimo significato. J Greci nostri contemporanei
ripro po ne testi teatrali che la rirl essio ne sul mito greco ha ispirato alla d rammaturgia moderna e cOnlemporanea internazionale.
Biblioteca di cul tura neogreca
3
Antonis liakos
L'UNIFICAZIONE ITALIANA E lA GRANDE IDEA Ideologia e azione dei movimenti nazionali in Italia e in Grecia, 1859·1871 Prefazione di Stuart Woolf
Aletheia L'editrice della Grecia moderna
Firenze
I" 'OfXJYlllIlI Iilkovos IH7.os, Solrte AIMI/lol/m!, 1897. O lio Na7.lomlle d i At ene n. 1108.
NlI
Icb, 167x lll çm, Pin:tcoIL-c:t
Redazione e progetto grafico Andreas Giacumacatos
Titolodell'opera originale H ITAAIKH ENOnOnU:H KAI H MEfAAH It.EA Copyright C 6q.tèÀlO, 1985
Prima edizione italiana ampliala
Traduzione dal greco Andreas Giacumacatos
Revisione Virgilio Gaddi Copyright Cl Aletheia 1995 Via Ùlmarmora, 51 - 50121 Firenze Tel (055) 575825 - Fax (055) 575536
ISBN 88-8536B-D5.Q Nel!a trascrizione dei nomi greci di persone e luoghi meno noti, si è adottato un sistema di traslitterJzione fonetica çonsiderato più vicino alla lingua italiana. Gli acc:en ' ti servono esclusivamente per la correua intonazione.
Ne/la tradizione storiografica occidentale esiste un forte contrasto tra l'abituale accostamento di Grecia e Italia nell'età classica e l'attenzione privilegiata al processo di unificazione italiana rispetto all'oblio quasi totale nel quale viene relegata la storia della Grecia moderna È un contrasto che a prima vista può sembrare paradossale, ma che ba radici storiche ben precise. Dalle civiltà greca prima e romana poi discende direttamente quella tradizione europea su cui si basava, e per molti ancora si basa, l'affermazione dell'unicità e de/la superiorita dell'Europa: la eu/tura classica è stata parte integrante dell'istruzione delle classi dirigenti dell'Occidentefino ai nostri giorni, o a/meno fino alla prima guerra mondiale. Ne/la storiografia dell'epoca moderna e contemporanea, al contrario, l'Italia dell'OttoNovecento occupa un posto di tullo rispetto nella storia europea, mentre la Grecia, -a partefugaci accenni al contributo alla lotta per l'indipendenza greca di figure del romanticismo europeo come Lord Byron, - viene ignorata. Una ragione sta forse nella diversa importanza dei due paesi nella loro evoluzione. Indubbiamente, dall'angolo visuale della storia politica e diplomatica, se non altro per ragioni demografiche e di esten~ione territoriale, le ambizioni e le possibilità dei due paesi erano (e sono) realmente di un ordine di grandezza diverso. Tuttavia, i giudizi dei contemporanei non sono imparziali e nascondono infondo un elemento di valore ideologico. Da un lato, l'Italia è considerata senza dubbio parte dell'Europa, anche se il modello "mediterraneo» della sua configurazione sociale e della sua tradizione non corrisponde esattamente al tipo ideale di stato-nazione euroJX.->o di chiara impronta nord-occidentale. Dall'altro, è più difficile definire con certezza la posizione e il ruolo della Grecia, al tempo stesso frontiera. dell'Europa ma parte dell'Oriente musulmano, minoranza cristiana ma di culto ortodosso, potenziale erede dell'impero oUomano ma elemento conflittuale nelle tolte balcaniche. Le diverse percezioni dei due paesi e dei loro movimenti nazionali, jJur senza essere commentate
III IfllI
lel'mlll l,
fllfrttlI(JI~\lIII() U}t/ IO
lIIl LchlllO!lv
II/lfll
/tI
,'Iwrca di
AnfOlIls Utll.!os.
Qlleslo è /II/ /ibro imporltllllc, e l /O li solo " cr /III p /l blJ/ico llalia110, per pitì ragioni BastO/dosi S II IIna conoscenz a approfondita delle [ onli e della storiogra[ia italial/e e grecile, esso ricostmisce le auivilcl dei protagon isti dei movimenU nazionali dei d ue paesi e le loro relaz ioui e interconnessioni in un momento di importanza centrale gli anni cruciali 1859-1871- in cui l'ltalia si unificò e la classe politica e militare greca depose il suo primo re, Ollone, e annetté le i'mle dello Ionio. Liakos illustra non solo le relazioni e i contatti personali tra numerose figure italiane e greche -alcune note, altre meno, dal Tommaseo al Mamiani, dal LomtJardos al Panàs- ma dipana con maestria le sovrappusiziuni e le interferenze tra le molte illiziative, sia rivoluzionan·e sia diplomatiche. Dal suo lihro emerge con grande chiarezza l'estremafluidità della politica di quegli ann~ in cui i due re, Vittorio Emanuele e Ottone, complottavano e aizzavano sommosse con la stessa disinvoltura con cui i democratici e rivoluziunari cercavano di strumentalizzare la diplomazia e le interferenze delle grandi potenze. Su tutto e tutti domina la figura di Caribald~ divenuta, dopo la spedizione dei Mille, un mito, il taumnturgo supn.~o e sempre disponibile al servizio delle bauaglie per le liberazioni nazionali I rapporti tra politici e intellettuali italiani e grec~ pur profondamente e ininterrottamente condizionali dall'organizzazione fXJlitica e dalle congiunture della politica interna dei due paes~ derivavano tuttavia dalla stessa ideaforza, la liberazione nazionale. Nel caso dell'Italia, si trattava delle speranze e delle preoccupazioni di completare l'unificazione, tra i Greci altrettanto incalzante era la Grande Idea di liberare i loro compatrioti ancora sottoposti al dominio straniero. Liakos non si /imita a ricostmire le relazioni tra i gruppi e gli individui dei due paes~ che costituiscono il tessuto dei rapfXJrti tra Italia e Grecia in quegli anni così importanti. In modo penetrante ed elegante, egli fa emergere dal linguaggio e dalle proposte dei protagonisti stessi le inevitabili incomprensioni e i malintesi che risultalXlno dal filtro dell'ideologia nazionale attralX..>rSo cui ciascuno interpretava l'altro: ., Le storie dei due paesifurono mitizzate vicendevolmente e l'azione politica si andò sviluppando, al tempo stesso, tra i soggetti reali e le loro proiezioni fantastiche». Che le speranze di sollevazioni Più o meno spontanee, di guerre o di ingrandimento tern·toriate finissero nel nulla non dipese soltanto dalla cautela delle grandi potenze, ma anche dalle illusioni, Più o meno utopisticbe, che stavano aLla base deUe aspettative e delle relazioni personali dei protagonisti Erano questi, come spiega giustamente Liakos, anni di transizione, in cui si sovrapponevano un generosu sentimento di solidarietà tra i fXJfXJli e una rinnovata affermazione dello stato contro ie iniziative dei cittadini I cittadin4 difronte alla crisi delle vecchie 6
forli/l! d('I/(I/J/x l mlo -""/Il/h', /X'l/.SlIIIfIllO d o /JOf(J/, m odellll re II [ I/tll ro, 11011 s% dcllo /J1'O/J1"f11 lIaz /r)/li!, 1/t(J llllcba d i allri "opoli Ma, da ti Ila pa/'te, ci(lscu 110 {lIIte/JO l leIXI o/'I/wi l'interesse del proprio slato-nazione (II/ti solidarlelcl fntemaziOlwle degli anni precedenti e, d 'altra parte, lo stato, pl./.r approfiuando delle conquiste dei c ittadin~ manifestava una sempre Più chiara volontà di annettersi e gestire l'idea nazionale. L'importanza metodo/ogica dell'approccio comparativo adottato da Anlonis Liakos va sottolineata. La storiografia dell'idea di nazione e delle esperienze dei movimenti nazional~ come pure Più in generale del nazionaU'imo, tende, in sintonia con il tema stesso e come suo riflesso, a /imitarsi al/o studio di un solo paese o movimento nazionale Ciò accentua una gia forte tendenza ad interpretare ogni movimento nazionale in modo teleologico come se lo slxxco in uno stato nazionale fosse predestina/o. Inoltre, a causa dell'assenza di confronti sistematici con altri movimenti nazionali, èfacile che tali studi perdano o distorcano il senso delle varieforze in gioco a livello internazionale L'Italia e la Grecia, come ci vengono illustrate in questo libro, offrono casi esemplari La dinamica del movimento nazionale in [talia esercitava una forte influenza in Gn'Cia, non solo per la vicinanza geografica e gli echi culturali comun~ ma perché esso coincise con una profonda crisi ideologica e istituzionale in Grecia. La complessità stessa del processo risorgimentale italiano e il suo esilo rapido e infondo sorprendente permettevano a tutti di trame lezioni e di avanzare molle proposte di azione, Più o meno fantasiose e spesso contradditorie. Le osservazioni di Liakos sulle differenze tra i movimenti nazionali nei due paesi sono molto acute. La coesione territoriale ed etnica del moviml."11.to nazionale italiano mancava al mondu greco, disperso tra i &1lcan~ l'Asia Minore e le isole, e sottomesso, in condizioni sociali e giuridiche estremamente different~ a tre entità statali profondamente diverse: l'impero oUomano, il minuscolo regno greco e il protettorato inglese per le isole dello Ionio. Le debolezze inerenti a una tale distribuzione geopolitica, insieme alla natura stessa della lotta per l'indipendenza degli anni '20, aiutano a spiegare l'assenza, in Grecia, di un movimento democratico come quello mazziniano, capace di sostenere un'iniziativa pofXJlare come quella garibaldina. D'altra parle, come nota Liakos, ciò che è specifico del caso italiano è il[atto che l'ostilità tra le forze contrastanti del movimento nazionale non degenerò, dopo l'unificazione, in guerra civile, come avvenne in Grecia dopo la rivoluzione del 1821: si potrebbe perfino pensare che incoraJ.Niare una spedizione garibaldina nei Balcani fosse I./.n modo di incanalare fuori del paese un potenziale rivoluzionario eversivo. Vale forse la pena di aggiungere due elementi. Il primo è che lo stato greco, prima e dopo la sua creazione, era di fatto quasi un 7
rmJ/l'1I0,."IO d ello J.!,rtlndIIXJfi'1/2e. con /JrtlJldl 1/(,/1" C"/I'lfI/{' Il Wl/sa di" ' 0m coll/wlgimelilo /I ella * (1//l!:1Ii(J/I(J ol'lellwll'. ( mod o d (.'CortJS{J di descrillercJ le cllp/disfe l11/iversl,1I sl/lI'llI/pero (}llOlI/fII/O ~ I v'l'cc(
erano allo slesso lemlX) sospinti dalla G'rande Idea I",.edelltlsta c IX'''' ficolflrmenle imjXJrel/ti a N!alizzarla.. Dai rappresenltmli del/csm". di JXJtenze (,.yJ è significativo che anche illIllOVOtllnbasciatore i/tlliano, 'l'erenno Mamiani, si comportò nel/o stes.<;Q modo), ; Greci venivanQ tratlali come puPilli che non Ixmno ancora raggiunto, nella gerarchia delle nazioni, un livello di maturità sufficiente per esere;lare liberamente la loro autonomia. Le conseguenze di una tale suddilanza erano molteplici. Il ~rlamenlarismo greco si ridusse ad un simulacro di Jiberalismo, Ira le intereferenze autorilarie del re e Rli intriRbi e le lotte di fazione dei deputati, e questo a sua volta accentuò la distanza Ira la classe politico e il popolo greca Per tali ragioni la monarchia greca, sceLta dalle grandi potenze e quindi senza radici, non poleva mai aspirare ad un ruolo di guida autorevole come quello svolto dai Savoia. IJ secmldo eleme,zlO riguarda il rapporto Ira le popolazioni residenti all'interno dello sta/o e fuori dei suoi confini Grazie a Gartbald~ il ,zuo/)() stalo già nel 1860 comprendeva la grande maggioranza degli Italiwzi e in dieci anni, dopo le sconfitte dell'Au.stria, ne accolse la quasi totalità. AI contrario, /0 slato gl'e'Co incorporava solo una piccola minoranza dei Grec~ ma per il solo falto di essere uno slato, rappresenta va necessariamente il centro nazionale dell'ellenismo. L'eterna spermlza dell'imminente crollo dell'impero ol/omano teneva vivo l'irredentismogreco, ma ogni aperta partecipazione alla polflica dell'impero OUomano era preclusa ai Greci (come ad agrli altra etnfa~ e quindi l'attività politica si esauriva nel contiIIUO rifonnarsi di selle, c/ubs e orw:mizzazioni segrew (caral/eristica questa comtme anche all'impero russo) Se in regioni eUlicamente greche -come Crela- queslo fl,.'1'lomeno polevo portare a rapporti Ira movimen ti sovversivi e rappresentanti dello stato analogbi a quelli del 1859-60 in Italia, altrove -come in Macedonia- dovevafataJmetl" te elevare il livello di tensione e le possibilità di cmiflitlo non appena altri gruppi etnici cominciavano ad organizzarsi in movimenti nazionali In questo senso, la Grande Idea ba sempre continuato a giocare un ruolo di centralità in Grecia, in contrasto (a parte alcuni momenti), COn l'irred''1'ltismo nella storia italiana. Come si vede, la lelura dello studio, bello e inconsueto, di Anloniç Liakos, sUJ§:,'erisce una quantità di riflessioni, a livello comparativo, sulla natura e sulle ambiguità dei movimenti nazionali La sua pubblicazione in ilaliano aiulerà a stimolare il ripensanumto, già in atto, del processo risorgimentale. STUART WOOll'
8
PrelllC..'S!'o :l all'l.'dlzlon ' il:lli:ll1:t
Questo Iihro ràCt.:onta la storia dei rapporti tra la Grecia e l'Italia intorno alla metà del secolo scorso, nel periodo della loro formazione come stati nazionali. Il processo che in Italia assunse il nome di Risorgimemo, in Grecia si chiamò Grande Idea Gli storici degli anni successivi attribuirono, naturalmente, ai due termini durala e valenze assai diverse; tuuavia è significativo che essi fu rono coniati, adottati e divulgati dai contemporanei per collegare tra di loro, nello spazjo e nel tempo, una serie di idee, avvenimenti e processi che avrebocro condono le popolazioni delle due vicine penisole a prender coscienza della propria identità nazionale e a darle un significato politico, a dar vita a stati nazionali e a trasformarli in strumenti di autooeterminazione e unifica7jone della nazione. li fattore determinante che portò all'affermazione di questi due termini, in seguito consolidati e trasformati in principi regolator~ è che, a differenza dei paesi dove lo stato nazionale aveva C01>1.ituito la culla per la costruzione della nazione, in Italia e in Grecia il movimento nazio nale poteva far riferimento ad una base istitU7jonaie unilaria, ma enl costi tuito da forL.e eterogenee, rappresentate da movimenti e organizzazioni politiche, minoranze locaLi elitarie, intellettuali ecc Esso, quind~ ebbe le sue fo ndamenta, oltre che nelle istituzioni statali, anche nell'altivazione autonoma delle masse. Lo stato, per una buona pafle de l periooo nel quale si verificarono questi processi, fu solo uno dei promotori del movimento na7jonale, anche se da un certo momento in JXli ne monoJXllizzò la causa. l due proce,~ si, in Italia e in Grecia, presentarono cert~lm ente differenze rilevanti, da meuere in rapporto con le loro dimensioni, con le specifiche esperienze ed eredità storiche, con la composizione etnica e culturale del loro territorio ed anche coi tempi diversi di quelle trasfigurazioni economiche e sociali che furono alla base del movimento nazionale. Essi però ebocro anche punti di riferimento <-"Omuni che consentirono la comunicazione tra i protagonisti dei due movimenti Certo, nel dialogo JXllitico e cultunlle, non mancarono frequenti malintesi Essi sono, tuttavia, da mp{Xlrtare al modo in cui ogni movimento nazionale si 9
l ,II 1l~ ul ,IV;I 111110ndo c la pl'Oprb 1')(.).>;I" iOl IC :111'lnl crno d i C1t.~): I~ I 1:111 IO, no n furono meno rc:., i né g r~vl d i di (.1.) n~~ u c n Ì',c.
II prcscnLC lavoro, n:ltu r::.lmcmc, no n pre nde in t..-.;,'Im e lo sviluppo crono logico dei f:.alti né l'insie me d ci fan o ri c delle manifestazio ni de l processo di e mancipazio ne naziOlll.lle ne lle due penisole. Mette, tuttl.lvia, :I fuoco gli aspetti de l pro blema, ad esse c:omune, de lla liberazione e dell'organinazione politica della nazio ne e, soprattutto, la reciproca influenza e interdipendenza dei due movimemi nazionali, negli anni cruciali tra il 1859 e il 1871. Aver limitato la ricerca ad un breve periooo d i tempo ha comportato, inevitabilmente, l'esclusione d i alcuni aspetti di fondo, come lo sviluppo della vita economica e sociale e la genesi delle idee, indispensabili per lo studio del processo di liberazione nazionale. Q ha permesso, tuttavia, d i cogliere il moto nazionale nell'atto della sua concreta realizzazione, nel punto d'incontro tra il pensiero politico e le ilIusion~ tra le aspirazioni nazionali e gli scontri politici e sociali della metà del secolo scorso. Quell'epcx:a non fu chiamata a caso romantica La cri..i dei vecchi imperi che dominavano l'Europa e la scarsa. solid ità delle nuove formazioni nazionali provocò un vortice di idee, di ruoli e di personaggi in un'area vastissima, che si estendeva dal Mediterraneo al Baltico, dalle sorgenti del Po alle foci del D-dnuhio. In Italia il periooo che va dal 1859 al 1871 è segnato dilla guerra contro l'Austria, dalla spedizione di Garibaldi in Sicilia e dalla dissoluzione del regno delle due Sicilie, dai referendum popolari che portarono alla fon(bzione del regno d'Italia nel 1861, dalla conseguente crisi che determinò lo scontro con Garibaldi e la sua sconfitta ad Aspromonte da parte dell'esercito regio, alla nuova guerra {:ontro l'Austria nel 1866 e all'annessione d i Venezia e del suo territorio al regno d'italia. Ne11871, infine, Roma divenne la capitale dell'Italia. Sull'altra spon<1.1 dello Ionio, il 1859 segnò la erbi del regno di Ottone, il principe bavarese che le grandi potenze avevano voluto re della Grecia nel 1832 Questa crisi si concluse con la destituzione del re e la nascita di nuove forze politiche. Nel 1864 le isole dello Ionio -un tempo sotto il dominio veneziano e in seguito sotto il protettorato britannico- furono annesse alla Grecia, mentre Giorgio I, un principe danese, saliva sul trono. Due anni dopo si sollevò Creta e si ebbero moti nazionali nell'Epiro, mentre nel 1871 fece le sue prime apparizioni un movimento nazionale greco in Macedonia Tra il 1859 e il 1861 entrambi i p-desi si trovarono in una crisi perpetua riguardante sia la configurazione del territorio sia il carattere e la natura delle loro istituzioni in quegli anni il legame fra il movimento italiano e quello greco app'J.re più solido e, nello stesso tempo, si evidenziano le pecu liaritù storiche, le caratterbtiche comuni e il differente grado di ~vilu ppo dei due paesi jJossiamo, così, paragonare fenomeni quali l'assorbimento da pane dello stato dell'ideologia nazionale e la sua gestione di essa, la comparsa delle prime forme di movimenti di massa, la trasformazione del IO
radlL,ll b lllo hor!-(IH':I'>C Op p u rl' Il' t'OI1 "'-'HlIL'n l.c dc:ll.• .'1 ua ,1S,',c lll_::t, In! inc il <.:ontt':ldd luo rio Ì!)scrl rnc nlO d l'lI'Europ:1 I1lL'(lil l'lI':1I1t:::l nel sistc m:l intCl'Ilrl zion:lle dell'epoca,
Se l'Eufo p..1 oc'çldc ntale costituiva non solo il ce nt.ro d i g mvit:l del sistema poli tiCO (.'(\ (.''(:ono mico inte rnazio nale ma anche il suo mcxlello, ne i rapporti tra l'Italia e la Grecia, che ne occu pavano due aree periferiche, !'iniziativa e la spinta più fo rte venne ro, senza dubbio, dalla prima, cioé dalla più vicina al centro. L'unificazione italiana -come sempre accade quando una rivoluzione si rifà a fondamenti teorici e a visioni di carattere universale- non poteva lasciare indifferenti così i vari popoli come i loro govern~ che, nelle imprese rivoluzionarie e nelle innovazioni, vedevano rispettivamente incarnate le loro aspirazioni o i loro timori L'unificazione italiana, inoltre, veniva a turbare l'equilibrio internazionale, costringendo i diversi paesi a tessere più st retti legami, per reagire o per trame vantaggio. Così, in quegli anni, l'ltalia divenne un centro di diffusione di idee, di programmi e di tattica politica, come era accaduto in precedenza alla Francia nel 1789 e come accadrà in seguito alla Russia, anche se in forma più limitata, nel 1917. L'innuenza dell'unificazione italiana fu particolarmente forte sulla Grecia, che non solo aveva stretti rapporti col paese che era diventato il suo modello e caratteristiche storiche simil~ ma stava proprio allora attraversando una crisi che sottoponeva a dura prova i suoi indirizzi, sia all'interno che all'esterno, e, al tempo stesso, la rendeva più sensibile ai nuovi messaggi. Questo lavoro esamina, nella prima parte, l'immagine sotto cui si presentò e la posizione che occupò la Grecia nell'ideologia e nella prassi politica delle forze che furono le artefici del risorgimento italiano; nonché i loro tentativi di stabil ire una collaborazione o di utilizzare il fattore greco, tanto nel quadro delle loro visioni universalbtiche che al fine del completamento dell'unificazione nazionale. Nella seconda j)'d.rte, approfondisce i temi dell'assimi lazione da parte della Grecia dci messaggi dell'unificazione italiana, dell'assunzione del Risorgimento a modello e del suo collegamemo con i problemi politici greci, infine dci cambiamenti che il mutato equilibrio internazionale provocò nella polilica greca, sia interna che estera. Affronta infine, nella terza parte, il tentativo delle forze politiche greche di organizzare un movimento analogo, sotto l'innuenza del risorgimento italiano e attraverso l'alleanza col paese assunto a modello, le reazioni che tale tentativo provocò sia all'inte rno e che aU'cstero, il suo fallimento e la nascita di n uovi rapporti di forza che finirono per richiedere differenti soluzioni politiche. Questa parte si conclude con l'esame della politica italiana relativamente alla rivolta cretese del 1866-1869, l'organi7J..azione di un movimento di appoggio attivato dai democratici italiani e la partecipazione dei garibaldini ai moti di Creta e dell'Epiro. Il presente studio è articolato su tre livelli, che rispecchiano anche le fasi della sua elaborazione: il primo riguarda i fatt i, cioè la ricostru11
/Iork' dd cllI.ldro \.' dd l'ullh.'nul l dd I,' PIX)IIl ~IC(,.() h.lll.lI1l. n!.!1 Pt..'rlo" do (,. he V;I d.1 1 1 ~9 :11 1ij7 1. T.lli r.lpponi, :I !Xln e qu.dehe .Ipprocclo di lipo giornalbti<.:o, Inos.<:o da e-igen ....c d i polit k'::l t.~l c ra , o gli span,l rife-
rimCl1Ii conte nuti in alcuni swdi, no n son swti fino ad oggi oggetto di una sislcm:lIic l riccrci d'archiviol, La vcrific..! e l'utili""''':lzio ne dei d.lli att int i dalle fo nti, wttavia, no n sarebbe stata possibi le, ,scnl'..:t uno sfor" zo per inquadr-J.rli ne l contesto de lla vita politic I dei due paes~ al fin e della loro correua imerpretazione. Tale esigenza ha comportato l'approfondimento di un secondo livello: quello de lle reciproche in" rllIenze tra politica interna ed estera, dei rapporti tra le vicende della liberazio ne nazionale e l'organizzazione politica interna dei due paesi, infine deUa presenza di elementi di trasformazione di breve o di lun" ga durata nel Risorgimento e nella Grande Ide-..!, A questo li vello le idee ed i prog ramm~ i fatti e i comportamenti, hanno c:ominciato a perdere, per lo slUdioso, la loro apparente autonomia. Infaui essi fu .. rono .segnati da più duratu re tendenze, che corrosero silenziosamente la coscienza dei contemporane i obbedendo alla logica della sottomis" sio ne delle ma'iSe e della loro integrazione nel nuovo stato, Nello stes" so tempo, le idee e i programmi assunsero i caraueri dell'effimero e del contingente, cioè dell'umore e dello stile dell'azione politica, di tuttO ciò attraverso cu i le astrazioni prendono una dimensione reale l . I)'altra parte, sia l'interpretazione de lle testimonianze, quali ci sono consegnate dalle fonti, sia la comprensione dei rapporti che imercorsero tra la Grecia e l'Italia, tra la politica interna e quella estera, (1"'<1 le forze governati ve e quelle rivoluzionarie, hanno comportalO un terzo Iivel . lo di analisi, quella del mezzo che rese possibile la comunicazione e, nello stesso tempo, provoco{) l'incomprensione tra le varie forze e gli ambienti diversi. Tale mezzo fu il linguaggio mitico dell'ideologia nazionale, all'interno delJa quale ogni cosa acquistava vita e dimensioni nuove. Le storie dei due paesi furono mitizzate vicendevolmente e l'azione politica si andò sviluppando, al tempo stesso, lr
tlre de~ldel O l'~prl nll'r\.' 1.1 In1.1 ~r.llil udl l1\.':a Y:tn .ll~ Ch:I~.. jòtb. prorc~ :-.(lrc prc,-,o l'l l lllvl'r~ I[ ,) dì &lionÌ<.'t;(), pc r .1 !)1I0 appogHio durante la gl:~1 :1 1..io ne di quesù>lx:ra che fu ini... b lme nlc b mi:llcsi d i donor:Jto. Il mio :lffcllllOSO ri(.'Ordo v:\ poi :I Emilia Mo relli e .. Gun nar He nng, cllI ra mbi rt..'CcnlcmelHe Sl.'OIllIXtnji. Alla prima, allo r-d docente a «La Sa pienza» di noma, devo l'iniziazione ai me'
Note I Cfr. C. KF.ROI'lt.AS., La Groc~ e l'lIa//ti nel RiMJrgimemo flallano, Firenze 1919, cd de La Voce. Per alcuni riferimenti vedi i seguenti slUdi: A. MONTI, _L1tali:l c il risorgimCl1 tO cUenko». in IUI//ti e Gn'Cia, Firenze 1939, pp. 3
; w. M.... TU RL .Le avventure b::llc:iniche di M.A. Canini nel 1862>, in AA. VV~ Studi slorici in onore di G. Volpe, Fil"(!lIlC t958, vol Il, pp. 557~ , .. ]. È qui doveroso citare tre lavori a ssunti ("Ome rnoddh ffiL'\odologlC1: F. CH.... lIOD, Storia della politica estera italfarlfl dtll 1870 al 1896, 2 voll .. Ro ma"Bari 1976 0951'}, A. MAYF.R, DynamlC$ oj COfHlterrcw/wion In Eumpe, 1870-/956, New York 1971; G. M06S1!, Tbe Nal/Ol/aJizatiun oj lbe Ma.t.W-§: Symbollsm a/ld Mass Muwm el/U In Germanyjrom lbe NapoJecmic Wars lbmugb lbe Tbird Re/cb, New York 1974.
13
o
Abbreviazioni ACI'
AG AG-FC AMAR
ARO
ASG ASP A51'
b BNf'
Cl'RI ODI
liNSG FO MC1l
MRM MRT
P8 RS RSOR SE}
s.n.d'a.
.,EE AYE ~IP
rAK
IEEE KEINE
MM
Archivio Centrale dello Slato Archivio Garibaldino Archi vio Garibaldi·Fondo Curatu[o Arçhivio dcI Ministero degli Affari &l:t.Ti Archivio RkasoI~ Brolio Archivio di Stato, Genova Archivio di Stalo, P-d[errno Arch ivio di Stato, Torino husta (plico di documenti) Biblioteca Nazionale. t·i renze Congresso di Sturi" dd Risorgimento It,,!iano Docunlfmll Diplomallclllalian( Minisll'l"o degli Affari Esteri F..dilJone Nazionale dt!gli Scritli di Giuseppe Garilxtkli FOf"cign Ofrice (Public Records orfict:. Londra) Archivio dci Museo Centrale del Risorgimento Archivk.l del Museo del Risorgimento, Milano Archivio dci MuSt."O del Risorgimento, Torino PrOlocoHo BdJazzi Regno Sardo, C1tcgoria di buste presso l'A MAI! Riv. Rassegna di SIOria del RisorgimenlO Scrilll f:dlli ed Inediti di G iuseppe Ma7.zini Senza numL"1"azione d'archivio (C1wgo ria di buste preS!iO l'Arch ivio dci Min i~tero degli Esteri grcco) Archillio del Min istero degli &l:eri greco Bo llellino dclla Societ:l Storica ed Etnologica dell:1 Grecia Quotidiano Voce dello Imli<J e Rlsas Archivio Ccnlr..ile tkllo Stato, Atene Archi vio della Sodct:l Stork:. ed t:lnologica della G rc:cia Centro d i RkcrCl della Storia dell'ElIt'flismo Moderno presso l'Aa.:-ddt!lTlia di Atene Archivio dc i Museo Bcn:lki:;. Atene
(
-'? I I \
<
•~
(
I
'--..J'~
I I
~
~ /
l
0~'_.... -~ I ~ § -'
<
r,
Inl roduz iolll' CA I
Guardando verso l'Oriente Q uando, il 30 gennaio 1833, il principe ba varese Ottone, appena dicbsseltcnte, sbarcò a Nauplia come primo re de lla Grccia, le chiavi della città gli furono consegnate dal comandante francese del presidiai. Dopo un decennio di drammatiche rivolte, di lotte cruente con(ro i Turchi e di guerre civ ili, la Grecia em divenuta uno stato indirx=ndente soltO il controllo collegiale dell'I nghilterra, de lla Franc ia e della Russia, senza tunavia che i Greci fossero in vilati, allora, a fi rmare gli accordi internazionali che li riguardavano, né fossero chiamati, in seguito, a ratific'Jr1i. A differe n;.r..a degli stati nazionali dell'Europa occidentale, SC'd.turiti da stati territoria li che già erano compresi nel sistema europeo dei mpporti internazionali, quello greco fu l'esito di una rottura della continuità statale, ossia della dissoluzione dell'impero ottomano in una delle l'iue parti periferiche. Quanti si trovarono impegnati ne lle sorti del nuovo stato, sia ne l corso della rivoluzione sia dopo la sua conclusione, non apparteneva no ad una classe domina nte omogenea né avevano partecipato in precedenza, a livelli intermedi, alla gestione del potere, come le classi borghel'ii del continente e uropeo. La legittimazione dci nuovo stato, di consegucnza, scattlriva da due fonti: esso fu, innanzitutto, il fruno di una frauura rivoluzionaria, che consentì la sperimemazione precoce di forme di gest io ne democratichçl; però, fu anche il risulta to degli accordi Tra le gra ndi potenze europee, che im posero a l giovane stato la forma della monarchia assoluta e, insieme, forn irono il ",personale. e i mezzi per la sua costi tuzione. U nuovo mo narca, infatti, era accompagnato da Ire reggenti no· minati c controlla ti da I.uigi l di Baviera, da truppe bavaresi e da un gruppo di alti funzi o nari incariC'd.li di organi zz.1 re la macchina dello stato. Ogni decisione veniva sottoposta agli a mbasciatori delle 17
ti C pOlcnz<: prol Cllrld. E. !'o lx·.'M I. dUl.lllh.' I pillil i .1.1111 d i vh, l d\..'1
nuo vo slalo, i pro ble mi pil) delk~.tli furo nu alll om. 11 1 tr.1I11i1 (· con Itlui dirett i con la corl e di Monaco. I Greci, dopo l'espc ricll i'':1 del le gue rre ci vili, a veva no .accolto il re con sollievo, ma rivendicavano il dirillO all"autogoverno, in no me no n solo del loro passatO rivoluzionario, ma ;mche del le loro :utese riguardo al nuovo stato. I territori della Grecia lil>era, secondo i confini tracciati dal Patto di Londra del 1832, erano est remamente Iimitali 5 e includevano il Peloponneso, la Ste reà e le isole Cicladi. Il num ero degli abitami, che ammontava a 800.000 unità, non rappresentava che un quarto della popolazione greca I reswnti [re quarti vivevano sparsi in una vasta area geografica che si este ndeva dalle isole dello Ionio c dell'Egeo ai Balcani meridionali e orie mali. dall.Asia Minore ai grandi cemri commerciali del Mar Nero e del Mediterraneo orientale. Solo poche tra queste zone emno etnicamente omogenee. Nella maggior pane di esse i Greci vivevano in mezzo ad un mosaico d i popolazioni cristiane e musulmane. Di solito avevano la preminenza nelle città, alcune delle quali, grazie alla loro attività economica e culturale, erano diventate centri di rinascita della grecità e focobi delle e(erie segrete che avevano contribuito alla preparazione della rivoluzione. Nonostante ciò nessuna di queste grandi città era stata inclusa nei confini dello stato greco. U rivoluzione aveva liberato soltanto le regioni dove l'elemento ellenico aveva una superiorità schiacciante. Queste regioni, pera ltro, furono in grado di rivendicare il loro primato culturale solo dopo la fondazione del nuovo stato, grazie ai Fanarioti e agli intellettuali delle isole dello Io nio che si stabilirono nella capitale, mentre i centri economici dell'ellenismo continuarono ad essere, per quasi tutto l'Ottocento, le grandi ci llà dell'impero ottomano. Perciò, quando nel 1834 la reggenza cercò una soluzione al problema di una capitale stabile, non sembrò affalto strano che loannis Ko lettis suggerisse di non definirla ufficialme nte. In tal modo, infatti, si sarebbe sottolineato che soltanto Costantinopoli poteva assolvere a tale alto ruolo e si sarebbe manifestata, al te mpo stesso, la fede dei Greci nella sua prossima conquista. 11 miraggio di Costantinopoli, inoltre, avrebbe costit uito per la classe politica un costante richiamo al fatto che, fino alla sua conquista, ogni decisione riguardo alle questioni di stato avrebbe avu to carattere di provvisorietà"'. La proposta del Kolettis è interessante anche da un altro punto di vista: in fatti era proprio lui che nel 1844, in veste di ministro, aveva con iato l'espressione «Grande Idea,.: la Grande Idea dell 'ellenismo. Per tuUo un periodo storico, fino allo scorcio del secolo XIX, la Grande Idea non solo sintet izzò le rivendicazioni nazionali, ma costit ui anche l'obiettivo ultimo dello stato greco. Le coordinate territoriali della Gmnde Idea, wnavia, erano ambigue. Se l'Italia, prima 18
dl'll.l l'i U,1 lln lfl l ,l/h me, Vt·lln\..· ('O."klt'I.II ,1d.1 Kle nlt' ns VOIl ML't(\...•nil Il un'l.." prl·,.. iolll' ~ ~lj.{ r,d h::I , I., C n.:d :1 non Ix>teva L's..'l'rl..' ddin i t.1 n ltli 1:>IL'I'o..,f I\..'rm inl. U n,I !:limlle (,lre n/..;1 pOIL'va L'~ rc <:olm:lI:1 solo dalla !'o lOna. I Greci, :mraverso 1:1 lingua, la tradizione eçclcsi:lstiC"J. e la c ultura Or.llt.'"'XlPO!:II·C, e rano i vcri e redi dell'ecumenismo biza ntino. Emno Male le diffe re nziazioni e tn iche e, di con$(..oguenza, culturali degli altri po po li cristiani dell'impe ro o ltomano ad assicura re loro questo ruolo. Qui ndi i confini della nazione e rano .segnat i da lla sua storia. La G r~lIld c Idea non era, però, la consegue r1i'"':1 naturale di tale storia. Essa ne presupponeva una nuova lettura nell'ott ica dei concetti di nazione e di stato: una vera e propria riscoperta del passato. La rinascita culturale del nuovo stato, avviala fin dalla metà del Seltecenlo, aveV:l offerto questa possibilità. Gli in tellettuali greci, formatisi nell'Europa occidentale, avevano introdotto nel loro paese una visione illuministica della storia. L'idC'.de che legittimava l'apparizione del fX'polo gret:.'O sulla scena internazion:rle e costituiva la ragion d'essere del nuovo stato. era la Grecia classica. In essa si incontravano mito e storia, tradizione culturale e ideale di libertà. Attr-.Iverso la Grecia c1assi<..<1 i Greci dell'Onocento potevano rivendicare un ruolo nella loro eJX>C
{"()Il Il..'
Guardando verso l'Occidente
Nel rivolgere il suo sguardo verso l'Oriente, la Grande Idea obbediva ad un doppio ord ine di motivazioni: la rìcost ituzione di un impero greco con capitale ~1ant inopol i e insieme la diffu,'iione della cultura e Llen i(.-a. Tale cultura altro non e ra che quella europea, a nche se le sue radici affondavano nella Grecia La Grande Idea presUPlxmeva, di conseguenza, un'articolazione di rapporti con ["Occidente e con l'Europa. I contatti con l'Europa, soprattutto a p.mire dal Settecento, avevano provoca lO nel mondo ellenico una profonda frattura. AI di là delle diverse esperienze e delle diffe renziazioni culturali riconducibili a fattori ambientali e sociali, era possibile distinguere i Greci europei7J..3ti da i seguaci della tradizione orientale (ciò che fece, del resto, della Grecia un lerreno di studio privileghlto per l'antropolo19
gl:l ("uhur;t!c). Il tl'fll1 illl' tl .ldi /loUl· ... i qU:IIHiLI Ill',I.t,lti v, ll1tl'nu.· In rappo rto a l concetto anrit cti<'o ( II progrl· ....·.O' TutLI Vt:! Il (·01111 ,. ... 10 t r:1 tradi zio ne e progrc 'i.'>O, e uro pe izz:! /.io nc c IIpirilo oricul ,lk' no n di stingue va solame nte le classi do minami da quelle ... ubal1 c rnc, ma attraversava tutte le classi, dividev:t le f:lmigli c e si riprolx lIlcva :11 l'interno della s tessa persona_ La facciata neocb ssica de ll e col.se ateniesi, conforme ai modelli europei, nascondeva al suo interno l'..oda.. , la camem d i derivazione otlomanal'; i Greci che portavano la redingolle st imo lavano la curiosità dei contadini, i qua li difridavano della lo ro grecit,)1. Ottone steSSO, l"'dppresentame di un potere d i stampo e di provenienza e uropea, vesti va la fustanella, il costume nazionale per eccellenza_ Qucsta duplicità, o meglio questa amhivalem-..a, condizionava a sua volta l'alteggiamento nei confront i dell'Europa, nei Greci europeiz:aui e ~o,:. n'allrond~ la cont rapposizione Grecia-Europa su l piano lingUIStiCO, sopravvlssula fino ad oggi, ne costituiva un esempio e loquente. Ma di quale Europa si rrallava? L'immagine tradizionale dell'Europa, determinata dalle differenze di re ligione, non si era ancora spenta: in alcuni resti popobri religiosi si riproponevu la tematica del l'Europa dei .. papisti:. e dei .. lurerano-calvinisti ... Ad essi si erano aggiunti i .. frammassoni )O e, dopo la Rivoluzione Francese, gli atei. Era, dunque, l'Europa che rappresentava una minaccia per l'ortodossia e per la sl irpe stessa. L'altra immagine era quella dell'Europa come modello: la sua civiltà do veva essere trasmessa alla Grecia attravcrso le lettere. La legislazio ne, l'organizzazione dello stato, l'economia, tutto doveva conformarsi agli esempi eu ropei. Poco imponava che essi presentas~ro delle differenze: l'ideologia opera sempre general izzazioni. Essi erano, comunque, indispensabili come termini d i confronto- Le incenezze riguarda va no i tcmpi dell'europei7..zazione, mentre veniva da ta per S<.""Ontal.a la capacità di assimilazione del modello eurOJX!O. L'Europa, tra l'a ltro, era anche poleme. I Greci del secolo scorso non guardavano, certo, alla potenza europea anraverso l'esiguità delle loro risorse materbli c la ristrettezza delle loro frontiere. D'a ltronde, la Gl"'ande Ide::I non avrehbe dovuto fare della Grecia un'interlocutricc a pari livello delle JX>tenze europee? L'Europ:t però aveva la [X)s,<;ibilità di inrluire sulle sorti dell'impero ollomano; j Greci, di <..unscguenza, erano sensibili ai suoi giudizi, ma nello Slesso tempo difridemi. In ogni caso la fiducia o la malafede degli europd consentivano piccole cospirazioni che si proiettavano a ll'estero con un'immagine d iversa che all'interno. La politica internaziona le, inoltre veniva giudicata esclusivamente dal pumo di vista greco. Quest ioni secondarie, che riguard,lvano solo indirellamente la Grecia erano spesso aSSUnLe a fatti di primaria importa nza cd interpretate i~ modo manichco. Gli Europei erano considerati o filellen i o ostili della Grecia.
Il fildli..'n ].,lllo l"I""11t ul Ull p,,,o:() o hllllg, ll o Ill.'ll\) -.v II uppo \..Id!,1 t ul 1LI1":1 l' lI rorx.~ 1 1,:1 (ì fl'(!;1 \..Id Iill'1k'll; l·r.' un luogo dov\.' ~ i ;ncont r-:,v,t no la lx )!it i<.'a , k' k'11l'IV l' k' art i, illullI in b mo l' fOIll:lI1l kbll1o, con.-.crva to ri, Ill()(!cra l; l! ri volu /iun:tn, Mlgn:ll o ri L' uo mim d·azio ne, ma rtiri c fn_'ddi c llco l:l,ori. Il filcl k'nblilo cOll1nhuì, in divcrsi modi, alI:! nascit:1 de l IlUOVO sl:t tO; lx: rrni~ la fo rrna 7io nc di un:l o pinione pubblica e urope.I che condizio nò, in ccrt:t misura, la Ix>litica de i vari governi. E....."'" tUltavin, impose un q uad ro di v:tlori nel cui :unbito i Greci dovevano orienlare le lo ro .scelte. Il file llenismo fu anche un enorme equivOCO;gli Europei gU:lrdavano agli antichi Elleni e dimOSlfarono un ben scarso interesse alla compre nsio ne dei Greci loro contemporanei Le ct'perienze di quanti presero parte .. Ua rivoluzione e, a rivoluzione conclusa, la sconfessio ne delle loro attese da parte dell'Ellade che essi ave vano idoleggiata, pro vocarono un misto di sconcerto e di delusione. L'atteggiamento di sufficienza degli Europei e le loro accuse spe;so ingiuste ebbero in Grecia un effetto non trascurabile durante i prim i anni della sua indipendenza~. Inoltre ta le indipendenza era solo nomin...le. Le potenze straniere si riservarono il diritto di una continua introm issione nelle questioni interne del nuovo stato. Gli stessi uomi ni jX)lit.ici greci avevano sollecitato l'ingcren7.a degli stranieri sia durante la rivoluzione che dojX). Il motivo di fondo eJd l'imJX>ssibilit,l, su l piano militare ed economico, di prosegui re la guerra contro i Turchi Se è vero che, anche dOj:ow) la fine della rivoluzione, doveva <..'o ntinuare la lotta per la realizzazione della Grdnde lde-.I, la Grecia non poteva fare a meno di inserirsi negli anL'lgonismi delle grandi potenze sulla questione d'Oriente. La Grecia, in effetti, vi partecipò <..ume ..cliente,., ora dc1 l"1nghiltemI,ora della Francia e, occasionalmenle, della Russia Di oonscguen7..a il paese si tl"'..tSformò in loro terreno d i scontro. Le potenze Slmnie re individuarono scma diffiaJhà dei punli di appoggio tra i politici greci, che a loro VOlL'l aspiravano ad accaparr.lfsene il sostegno nei loro giochi d i potere9. I paniti poLilio greci, che costituivano praticamente delle reti clienlelari, venivano giuslameme denominati inglese, francese e russo. Questi pan iti presentavano indubbiamente delle differenze ideologiche, che non erano tuttavia riconducibili alla distinzione Ira conservalor~ liberali moderati e democratiò, propria deUe organ i7J.azioni politiche e dei partiti dell'Europa occidentale. Il primo ohiettivo della monarchia fu di neutrali7.7.are i partiti Essi, pe rò, si dimostrarono estremamente resistenti e la costrinsero a grad uali com promessi. Data l'inesistenza di un parlamento, fino al 1843, i partiti po litici strumentalizzarono le pOIenze stra niere, e al tempo stesso fu ro no da esse strumentalizzati, per condizionare le decisioni dci re. Gli ambasciatori stranieri diventarono, in q uesto m<xlo, parte integrante del si<;tema politico. Per la Grecia le possibilità di scelta di alleati e protellori non erano ampie. Nel 1839-11, quando il viceré dell'Egitto si scontrò aJn il Sul21
IlIlrodllz io /l/: t~IO O
e Cre ta insorse, 0 110ne aveva polll tO alt ern:lre ncl l:tllo governo uo mini polit ici filo russi, rilofrancesi e fil oinglesi, allo scopo d i accat tivarsi il fav ore della pOlenza che sembra va uscire vinci trice da lla cris i_ Le stesse possibilità di ma no vra non si ve rificarono, invece, durante la gue rra d i Crimea, quando OUone vo lle allea rsi con i Russi. Truppe inglesi e francesi occuparono allora Atene, per imped ire al re di a ppoggiare le sommosse nell'Epiro e in Tessaglia. La progressiva crescita dell'influenza inglese nel Medite rraneo e la dipenden:r_a della Grecia dai suo i creditori, imposero fin da al lo ra fo ni limiti alla sua politica este ra e, sopraltUIIO, alla realizzazione del programma d~lIa Grande Ide'.t. Nel 1869 il Gladstone scriveva: .. II mio punto di vista personale sulla politica della Grecia si fonda in gran parte sul seguente ragioname nt o: fintant oché la garanzia delle tre pote nze prote ttrici la tutela da un eventuale attacco, essa ha il dovere di non mante ne re né un ese rcito né una flolla , ma solo un:1 poli zia. Se essa no n può ripre ndersi adotlando questo principio, non si riprenderà mv il uppo dd l'k'II "II'1I1 po lh ll ti ('11 ro pt.:O.
I {( Ilfl fll ''''
deliri (, /'{/111/{'
{(/('f /
Il moviment O filcl le nK'o In lt:ll1a non lu c~l vasto come in altri paesi. Qua ndo I:i rivohli' ionc grCCI e bhe inizio, e rano stat i appena rt!pressi i moti in Piemo nle e nell' It alia me ridio nale, provoca ndo o nd ~lI c di profughi. D'~lhronde l'a mministrazione aust riaca nella pcnisol:t no n tolle rava manifestazion i filelle niche perché le considerdv:t, -fin o ad un ce rto pun lO a ragione,- espressio ne di sentimenti libl::rali. Tullav ia la partecipazio ne di a\cuni volontari alla rivolu7.ione. provenienti sopratt utto da Na[Xl1i e dal Pie monte, il sacrificio del S:mta rosa ed anche l'atti vità del ci rcolo de l Vie uS5eux a Firenze, S4..."gl1arono delle punle avanzate del fil elle nismo, non solo italiano ma anche e uropeo. Occorre inohre sottolinea re che, se il fil elle nismo europeo si riconosceva preva le nte me nte nel milo dell 'antichità e nella spera n7..3 dell a sua rinascita, da quello italia no la Grecia era stata assunta come il modello di una nazione che slava per na'5Cere. Nella lotta dei Greci /'ii inClrnava il riweglio delle nazionalitàu. Pertanto, mentre in Europ:l la delusione e la scontentezza nei confronti dei greci contempor.lnci posero fine al movimento fil elle ni co, in Italia le cose andarono diversa me nte. Il fil ellenismo, senza divenire certame nte dominante, costituì uno degli idC'.lIi del Risorgime nto. La Grecia fu assunta ad esempio mo!.llc, in panicolare nella sua tradi zione repubblicana; e la guerriglia Ix 'r ba nde fu additata, sia da Ca rlo Bianco che da Giuseppe Mazzini, ( ome la tatt ica più adalla alle lottc per l'indipendem..3 nazionaleU. I simboli e codici delle socie tà segrele e la lo ro logica operativa ~1 ~Iit l1irono un fa tlore comune dei movime nti nazionali in Italia e In C r~'Cia. Tuttav ia le scelte diverse e le prio rità che si imposero ai dm.' paes i. no n faci litaro no la colla borazio ne. Anzi durante la loro t!vollizi ne i Greci, mirando ad otte ne re l'appoggio dei governi euIllIX'i, IK'garonoqualsiasi lega me o affinità con i carbonari. Anche se o\lInc rosi j.tfeci fecero pa rte delle org:u1i7.-Zazioni rivoluzio narie ilaIl , 111(;'. CN>i no n riuscirono a travasa re c a concretare in Grecia l'espcdl 'I\ /~ 1 acquisita. Comunque i profughi delle rivoluzioni del 1830 e dd IH4A trovarono ~I sil o in Grecia e contribuirono aUa conoscenza 1\'d pI OC:1 dci due risorgimcnt P4. Il m(mdo dci profughi e dei ri voluziona ri no n era, tuttavia, l'unica Vl. l d I l'ollllll1 i<..': lzionc. L'lInificazione italiana non fu il semplice fruno dd !,1 IOll ur:1 rl vollizion:l rb, ma :l nche del suo inquadramento nella I Oill lnul! ;' M:II,.II.:. I polit ici clcl Pie munle ave vano la possibilità di eoIII N . 1 'Il' 1,1 (: rl'{'la :lIt 1';1 \Il'fl'i() I:l rct c elci mpport i in lCrnazionali dell'cpc1.1. 1 ~onHll, ...... I. 1.1 frl'{ llll'nl uionc dd politici delle [Xltenze europee. I Il Y I · lll ll '. I / '()11~' (II( f...·r...·'"1.11 i I-> up.gcri rono a\1",-ggiamcnti e giudizi altret1.1111 11 ~ ' I f Il'1l'n/ I.I,I I ~ I 1\)f (1 dl"'l l'i/ iOIll' ' 1',In:llil-> i delle loro convergenze l ' dl Y"' WIl /I' \ o... lIt ll l"'t· l'0H).t(·I!o <1('1 r,lplloli chc seguono.
III/r(){IIIZ lofll!
Note I ).A. l'ETlIOl'lllOS, (ti/II/es mul SlfllOC,.ajl in tbc Ilinglio", oj Gm.'(:e UH3' 18 4J, New Jt:rscy 1968 (A tene 1965), p. 1532 N. KAt.TCIIAS, ',urodllclton tu lbe CQ7/SIil/Uional bistury oj Modern Gt'CW!'Ce. Ncw York 1940.
3 J.A. I~TIIOPUlOS, op. cit. pp. 19--B. SOMIAD!lS, . The dlaracfer of Ihe Ncw Greck st;tte., in AA.VV, lIef/rm/sm and lbejl,..çt greek f/I(lr oj lihl! ro/w1I, 1821· 1(130: aJn/I"uity muJ cbangr!, Salonicco 1976, pp.
Prima parte
147·155.
IU CiL da Y. [)EllTluS, _.6.\E9vdç O\lWVOf1\l(tç crxém:.... l(oa fI.OÀItI..:t1 ~6.pTT](Jl'): l') eUI')V(l(!\ Ifcph:tW(Jl') 1824- J872 ~, IOfopllm, 1(l9H3 n. I), pp. 16H65. Il lo AS'iQI'IQS. ~ Il Me}QÀI') IUCt lI:ap'ltlXÀo{ç 13 10-1870,., Am.o:d Ifj.u:po).dyw, 1BB9, pp. 1&J'2Jt 12 1'e r qu:mlO con <.'erne il fi lellenismo italiano, v. g li
~tudi di C. FRANCOvlCl~
S.
M ....q~U.ON1'. lo CtIJl'l'o \.f(1 "rr c L MA.
voI. Il. 1t311:1 (slc) IleO.
I~ M.C. IIAIlJ!JOANNOH, l. 'e migmzfoPle lUI/la/m del "49 nelle Iso/e Jonie, tesi di pcrfe7.ioname llto, 110m:! 19tiO.
I
I
Il I
I
•
L'ITALIA E LA SUA P O l.lTICA IN GRECIA
Cc,VO U,. e ; liberali moderati
Il prezzo della Iibenà italiana in Oriente mP.'nw l f. MEZZl La politica estera dei governi di Torino, prima e f.lupo l'unificazione, si identificò con le idee e la tattica dei liberali moderati. Nei confronti della Grecia, tale politica si definì in base al kN'u modo di concepire i nessi fra il problema italiano e quello orienlIIlr, (.."(1 anche alle loro aspirazioni nei BaJcani, all'interno, naturalm"nIC, dei rapporti dell'halia con le grandi potenzel • Facendosi pordi tali aspirazioni, fors'anche con una certa dose di cinismo, P.manllcle D'Azeglio scriveva al Cavour nel 1860: tStamento de i con'lnl ulistrillci nei Balcani, lungo il Danubio o verso le coste dell'AdriaIk:(I, in Clmbio della cessione delle province italiane al Piemonte. .. 1":1 pretesa del Piemonte di partecipare a tutte le decisioni riMuardanti l'impero ottomano, sulla base del trattato di Parigi del 1856. Il sostegno alle aspirazioni nazionali dei popoli balcanici, nella rOSPC:!lIi\l:l di un'esplosio ne rivoluzionaria generali7J-3ta che avreb.' Indebolito l'Aust ria. Questi Ire perni, ancorché appaiano contraddittori, rispondevani) li dlle p:lr:lmctri rondamentali del l'ideologia dei moderati, secon,141 I (IUaH il giudizio sulle azioni politiche doveva rispondere a criIe'rl non solo morali ma anche ulilitarislici, connessi con le radici di IIlie f....o rn.:nl(....I. Il primo parallletro erti la paura dell'espansio nismo russo. I mo"ICI.III lI aliani, :11 pari di tuni I li her:l li e uropei, considerav
'.voce
r,
Pr'ma parw
re I;J sua l!spun,.. lo nc verso il M(.'(!iI l!rra ll(."O, compo rtasse l!s.s<1 l'avanzpoli balcanici, grazie al quale l'ltalia poteva guadagnarsi le loro simpatie e rafforzare la sua influenza. Inoltre il soddisfacimento delle loro aspirazioni pote va creare un va ntaggioso precedente per quelle ;taliane~,
CAMILI.O BENSO CONTI !)I CA VQUR. Il Cavo ur guarda va fa vorevolmente alla eve ntuale creazione di un grande impero ellenico, che, insieme all 'Italia e alla Spagna, avrebbe assicuralO ai popoli greco-latini il comroUo de l Med iterraneo, arginando l'avanzata delle popolazioni slave e germaniche6. Tuttavia, nellB60 considerava tale mira prematura e sproporzionata 'rispetto alla dime nsione e al grado di sviluppo del regno g rcco. Era sua conv inzio ne che i Greci dovt!S...ero abbandonare i loro grandiosi progelti e dedicarsi allo sviluppo eco nomico del loro paese, per farlo divenire un polo di attrazione per le popolazio ni cristiane d'Oriente7, Dava, comunque, un peso limitato, ne lla sua prassi politicJ, al fall ore greco: «Quant aux Grecs, -egli sosteneva,- }e pense qu'il ne faut guerres sans occuper, soit parce qu'o n ne peut pas be-.lUCOUp compler sur eux, soit paree que les Anglois sont très susceptibles a leur endroibll, Alla vigilia della guerra del 1859, il Cavour perseguI un duplice obiettivo ne i Balcani. Mirò, innanzilUuo, a convincere i paesi balcanici a non approfittare della guerm per aprire le ostilità contro la Sublime Pona, in modo da assicurarsi la sua neUlralità ed anche l'atteggiamento favorevole de ll'lnghilterra. Della mediazione fu incaricato l'ambasciatore del Piemonte a Costantinopoli, Giacomo Durando, il quale promise ai rappresentanti de i Greci, de i Serbi, dei Rumeni e dei Montenegrini che, dopo la guerra, Napoleone 1Il avre bbe pensato a nche a loro 9. Si adoperò, invece, per la preparazione di una rivolta in Ungheria, che al momento giusto avrebbe inde bolito l'AustrialO• Ambedue gli o biettivi erano stati fissati in accordo con l'imperatore rrancese, che tuttavia praticava una politica ambig ua. lnfaui, me ntre si teneva in contallo, tramite Ge rolamo Bonaparte, con i capi dei movimenti nazionali offrendo loro aiuto, con il ministro degli esteri Alexander Walewski concordava la conservazio ne dell'ordine inte rnazionale, soste ne ndo l'integrità de ll'Austria ll. Negli incontri che eblx: con l'ambasciat o re AndrC'J S Kunwriolis, il Durando chiese c.:he il go ve rno g reco usasse 1:1 SU:I inrllle n:r;1 ]x:r
I,'I/tllill
(J
Ili Miti IM}/l lIw 11/ ( ,'ri'C'o
M.'or;I~l:I rc evc "! u:lli mov lm cn t l ri volu zio na rI ne ll 'Epi ro, , n,e ll a Tcs.~lgll :t () in alt re provincie cristi:lIlc, 11 Kunlll rlolis lo Iranq.ullh,zzò lIul1e Inte nzio ni paci fi che del Sti O ~ovcrno, anc he se, dalO Il d lln a Inquie to de ll'O riente, le rassicurazio ni d iplo ma ti ~h ~ avevano rx.~ di rronte alle spe ra nze e alle paure che ogl1l ~I v?ha ~l1evava. 111 seguit o agli inconlri de l Dur:mdo, de l Kuntunot ls e di H~ nry Hul wcr si creò !'impressione che il go ve rno Ca vour av~ c1ucsto 1I11'lnghilt e rra l'unio ne de lla Tessaglia, dell'Epiro, e ~eJle. Isole ~Ila (~ reci:l, o che add iri ttu ra il Durando sollecitasse gli abitanti delle tso12 Il' del lo Io nio a chiede re l'unio ne aUa Grecia , In rcaltà accadde il contrario. 11 Dumndo dis...e, infatti, al K,!nlU~ rlolis che gli abitanti del1 e isole dello Io nio do vevano approfittare i.Jcllc pro poste de l Gladstone, senza chiedere l'aooli7jone del protettorato inglese. L'episodio, per le dimensioni che assu~sc~ pro~ocò .Ie l"fOlesle di Londra e, di consegue nza, le rassic urazionl di Tonno Clr1·,1 11 rico noscimento deU'egemonia inglese sul1'Eptaneso u, 9uesto "mlinteso fu solo uno de i cas i, non infrequenti, di fraintendime nto n dI completo ribaltamento degli avvenimenti reali, che accesero la fltntasia popolare, sconvolgendo la vita politica dci tempo, Nell~ "I~ pcriooo, ne LL'aprile del 18S9, il Cavour no tava: . Temo che VI "I" :;ott o qualche intrigo del partito austriaco in Ate~e,., alludendo Ild un e ve ntuale improvviso attacCO contro la Sublime Porta, che !a vrebbe aperto la valvo la aIJe complicazioni orientali'~. ,Le paur.e del C.lVOlir nascevano da una lettura incompleta e disconttnlla del rap· Jl()t ll de l console del suo paese ad Ate ne, Giuseppe Malavasi. l~ qua~ le., f:u:cndo sue le accuse dell'opposizio ne e llenica, info rma va ,I SUOI IIUpcriOri che il governo greco riceveva ordini da.l1'a~lbasclat~r~ Mu.... lri:ICO'~. Tali accuse erano, a loro vo lta, il frullO di un altra fa lslflt,,!lo ne: l'o pposizione e llenica interpre ta va il comporta.~ento di Oll on<:, ligio aJ1 e indica zioni del Piemonte e della FranCia, come '""'Il rcs::;io ne de lla sua simpatia verso l' Aust~i~ N~m im~rtano lantO 11'.1111 che le stanno alla base, quanto la ralslflcazlone di per sl!, come "riti dd contrasti politici e del clima deU'~poc~. , Nell'impero ono mano, comunque, no n SI venflcò alcun ~rbamen IO nel corso de lla guerra: il primo obiettivo del governo plemont~ rll quindi raggiunto, Lo stesso non accadde, però, al secon~o, la, ~I vuha (\(.'gli Ung he resi, 1\ go verno Cavour ~vreblx: P?lU(O all..ltarli .. ~ due mod i: con l'ìn vio di armi in Unghena, e mediando la paClfll~~lone Ira Unghe resi, Transilvani e Serbi. Esso, tuttavia, ?ovev~ pllmn Aa r:ml irsi il consenso e l~ c?llal:~)(a7jo~e ~eI[a Serb:a e del Il rln 'Ip:lti danuhl:lIli, sia pe rché lumCI v~a pratlcabll~ ve~ I U~ghe tlu l '!';' \I Danuhlo, sia pe rché i due paesI pote va no mnUlre su~ loro IlIlIIpalrloli !'>(~ '\I I :l}(1l Asburgo. Aml x .'d ue, pe rò, avevano del pro11Jt>lII t l'nll I:. Suhllmc 1·0":1, " . , MI! s ()h.. cmlv l~ prlndp~' (\t>l1,1 ~I hl:l , rito rnato sullro no agii ml,:1 11I 'I IfoW), 11111..'11 !t,vn n".. lt Ll l1 l1 l , 1I "" ItlO " l1n !lUl'(.'l'"stonl' :111:1 sua raml-
r;=0
l'rim(/ /x l,./t '
gli:l; (.'d Alc x:mdru Cu,.. ::!, cht' nel genn:lio-fel>hraio dl.:'llo sl(,'SSO anno e ra divenut o principe insieme dciI:! Mo lda via e delI:. Va lacchia, c hiedeva il riconoscimento della sua elezione. . Na l u ral~lClllc il Cavour :Ippoggiava le richieste dei due principal,I, I~~ ?on Inte nd:va assu mc re alcu n impegno per non provocare losullta della Sublime Porta. Non riuscì, quindi, a convincerli a <..ullabo rarc nonOS!
"
I '11111111
l'
lo
\ 1111
/lidl/ IL(/ 11/
(,',. ~
lo
.dOl):II:" :dl'Au!'ou·i:I , :11 finI.' di rL'ndl.'ft.' plll "k ufi i !'o liO! po!'>.~.!dimcnli
Il''II 'Adrlalico I9, Q uc!'>!i disegn i ctL'i I{u!'>sell. lIla lura ti nell'Otlobrè del lH(l l qU:lI1cto e ra lnlZ;:1I:1 la ri vo!t ,I dd l'Erzego vina ~ si .:Hlcll.!Ll\1l0 rr:lnc(.":'j(! a ll'a!'Cl..."S1di uno dCI figI! dci re sul tcono di
I\ l i·lII ,l l
lIul, .. 11 pH~\,' tti furol\o coronali d.ll succ<.-'sso; va le, tultal,t 1lt.'Il,1 di M' }t Il h l' Il' : 1I ~ollll' n1.lI loni su l'Ili !'>i fondava questo 1111'UI·lltl 11,lnltlll ,III.IIl() dll'''II,ltl 'lillll,: 111 ()I!t'III L' _Ora un popol.O t lh I \I I , l,I UII,I II\"oll l/ h)l1(' 10 111111,11 ,1 non h,1 P ,IH' nl'i ' uo ......'no:-;c Ne ' ,OIi h l '
""I ,
\I
"r/llW lli ll/"
non ~:) li" c:-il o:~ ~Iud :-over<.:hio d i ViI .I,:1quel Mlvl.: rchio d i passioni che SI sono I11 C:;."1 !Il molO per compire 1:1 ri volu zione Mes..;a. (_) Or:1 pe~ no i, per la Francia s l e~sa che si agiI:! :1I1COf':"1 Ix:r le JX.Issioni rivo !uzlonane e ~1I0 gli sfo rzi del prolclariatO, l'Orieol e è il luogo sopra 11 quale dobbiamo rovesciare questo sovcrchio d'anivi!;l , non dico con la conquista ma almeno con le grandi imraprese di ci vih:ì coi commerci, con l'industria, co n la d ominazione mo rale.2S. ' Sono argomentazioni, come si vede, che richiamano memori e napoleoniche e la logica della futura espansione imperialista ancor prima che l'Italia avesse r'
Libera/ismo e ragion di slato Bt:." "·JNQ RIC"'SOLl Dopo la mone del Cavour divenne primo ministro e ministro degli esteri il poli tico fioremino Benino Ricasoli il quale r imase in carica dal 12 giugno 186/ al 3 marzo 1862. Il nuo~o premier, abbando nando le audaci aperture del suo p redecessore, si confermò come il rappresentante più emblematico della polit ica de! nuovo stato e delle esigenze della classe borghese Iiberale26. Convin10 che la liberazio ne d i Venezia potesse essere rimandata, diede assol u~a pr~cedenla alla quest ion e romana ed al problema della coesl ~ne mterna dello stato. Contrario ad ogni accelerazione degli ~ventl che r<:>tesse mettere in pericolo la pace euro pea e l'un ità ilalIana, cercò d i (:ontenere l'attività del re e d ei democraticP"', In Oriente perseguì una politicpoli cris~ lam, .1 italia, a sua volta, doveva appoggiare la qucstione d elle nazlOn:.lhl~, m~ sen~"1 fomentare rivoluzioni. Per essa era indispensabile agire In slntonla con le grand i potenze, S()prauutto con l'Inghilterra, senla tultavia alienarsi la simpatia delle nazioni balcan iche:/H. Il Ricasoli, d'allro canto, non credeva che i popoli balcan ici date le loro profonde differenze etn iche, avrebbero mai potuto tr~varc un aeC?rdo per un'azione comune contro l'Austria e la Turchial9. 0:)11slderava, infine, l'evoluzione politica della Grecia come inscindibile dalla crisi più generale d ell'Oriente, ch e gradua lmenre avrebbe por(alo all'ema ncipazione nazionale dei suoi popoliJO_ il suo m~lIldato coincise con l'insediamento, ad Arene, di Terenzio Mamiani, nominato dal Cavour primo ambascialore d'Italia.
, TER ~Z IO M....MI ....Nl Terenzio Mamiani della Rovere fu uno d ei più brillanti esponCntl della cultura risorgimentale. Fedele in fil osofia all'empirismo e :il l'ecleu ismo e in pol itica al libera lismo mod erato, partecipò come ministro dell 'interno al governo ri voluz.io n:lrio d ella Romagna nel uno, fu ministro degli esteri :1 l
Il
I '1lI l fllI l , Ili \Im l/flll/hl j III ( ,' ,, 't III
1'1 111 1dl'II 'j.,ll ll/l(lnt.' rlt'1!-t()Vl'rlI O C,l ,,()lIr 11 110 .1l lH.1t·lUlt' dll' le rel:11ion i inll.:rnnion:tli av rehhero dov ut O b:I.~,:H:-l ~u lHl di l1l1 o nuovo che prom:lIla:.sc dal p rinci pio d i na 1.ionalit:)I·.I. Il Mamian i, chI.: :I~ un:-.c l'incarico il 6 lu)-\lio 186 1, f u ..,allll :ll o da nrll O 11 mondo po lit ico gre(.'O come un insigne uo mo d.i cUltur:I, t.' '1II IIl' un fildleno. L::t S U~I .secli:! f u consider:tla come b dl mot>tra1Io III ' dd !'>C,.'n limcnli di :lInicizb dci n uovO r<.').-:no per 1:1 Gri...'d :I\j. I suoi 1.IJlporli d a Al ene, serilli con 1:1 sapienza ~1i un ~~'Oric(), sono di un l''ollt'mO intcres.'>t..', IXliché presen l ',1I1~' l lorl.: livello di ci vilizzazion eJs. 1..'1 solUZIo ne dIpendeva, qUI!l(h, d.IIIlI x.'ro s t ~HO greco, il quale, purt roppo, non era :Incora pronl o ad , II 1111I,lr:-i i doveri c i compil i affid:Higli dal più vaslo mondo ellenico. I • III\t1rd.mdo con «i Gn:.-'Ci p iù saggi ed iIlumin:lli Ichel ~nl~no ll'lolt~ III 'IW l,l propria debo lezz:1 e non f~lIlil o al cun propOSit O d i me.l l ersi 1'tU-t1 In guerra :Ipert:l con la Turchia., il Malllbni t:r:1 contraflO ad IHI.I m,rnifest:tzio ne di fort"':l della G rande Idea"", 1',lIl:In:-IO d i personaggi 1ll<..'CIiocri. con un JXIS.~ltO P? hl'a:> :lIublgU? I d !tWlllll l)Clenti rispetl o :Igli inc:lrich i che er:'!Ilo dll :ll~latl a, rlCOI~rI ." " Il p,Irl:imen lo )-\ioGlv:I un ruol() pU f:l menl e d(.'(;o r:lli vo c l e~ rc~l~ .P.'I'V,I 1',lhituclint', d(.'v:i~I : lnl l' pcr il r<..').-:imc IXlrl:lmen lare t-'CI i prlllcl]J1 l ' '~l h u/i{ lIl, t1i, (Ii illl rOllH:.'t1l'r:.i ndb po li,ica, con il bent'starc sia del /.4I I\1l'1 no l ill' :-I /II UII Il,1I 1dlr ll tlll ,l ll)\l''o<,!.uhl ll 1\
"
l'rima I Nlf/t '
Cornptcs,o,ivarnCJll C q,( li ritcllt:va che fo~sc d ove rL' pri mario della po lit ic'l ilalÌ
Greci in questa direzione più efficacemente di quanto non a vrebbe potuto fare "Inghilterra. Il Mamiani considerava, d'altro nde, il dominio inglese nel Mediterraneo e in Grecia dannoso per gli interessi italiani;r.II·... i
/ 'lIl1l1"
(I
Ili \1m 1~)IIrIc.." /" ("n'dfl
"}l1I Ideali de Jl :1 p.lce, dcll:l lihe rr :l (: dci pf",*~cs:<;(), e :,v.t:~e im?lt,re
(Ollle ohlellivo 1:1 radlC:llc riforma dci ra pporti S.I :I\l re blx: potuto inserirsi in un'allean.7.3 di paesi medit~r ra IId , Indudcnte la Spag na, in g rado di neutrahzzare la penetf""Jzlone ,.c (l1I(llnll':l C poli1ico-milit a re dell 'Ing hilterra c della Francia nel MI'( Ih l 'l 1.11lt_"O\t. Il {jtlolkh.lno mil:lnt..'SC :weva un suo punto d.i vista anche per ~~el I III' I (lIIl('fIleV,1 le
c.. ).
1', 11//(/ /)(/"'t' m ~ no n un dip/o ' " d ' · . ( _) in meu.o ' I q:lle"I'II~C,O "b.:11 W:mdl mezzi c d.d/c ~l llI.\" ì()Ili d ifficili . , • c ur IIl OSC lIt lllosfere,. 'Yi V lcme al/e posizioni de .. La p ~ , ' nute da i quotidiani conservato ri ~~~~:lnza L'.O " c,ra,no quelle SOSlL"narchi:l N .' I . , ,'" plmone,. e O( l.a MoZlona . 'I e,.. Essi ritenevano che l'Ital ia dove"··... " "eoe,s' d ogm compatto r·lvO I · . . ~ . ., I a Perseve,ao-' h uZlonano nel Balcani; ma li differenza de "La za,., c e propugna va u I· . . grandi potenze i due qu ·d' . na po Illea d i ~uidistanza dalle Oriente es ri" d ,0(1 I~~ I tenevano le parti della Francia in Piemo " men o COSI lo Spirito tradi;donalment e filofraneese del n e ,
J'
la POSizione di Niccolò Tommaseo
La politica dei moderati non f l ho dai giornalisti. Giocarono u ~ a rata sola mente dai politici e i quali contribuirono in un r~Jo~o lm~rtanle andlC gli intellettuali,
valori e dei crileri che eo~, ~o.Jcra deCiSiva alla dClerminnione dei no italiano sia all'interno c~~'~~:;~~;~.le scelte politich e del gover-
Gr~~o r~ ~~ti liònl~r"ettuali, legalo da S7
stretti vincoli ai Balcani e alla , leco ommaseo . Il Tommase _ I · .. dalmata, assunse in It. 1" ', / ' o, per a sua ongme em iche e parallelame~:~ I ru~ o di SOStenit<:,re d~lIe aspirazionj halconoscenza del mondo sla~on~ s~e ~~e ~11<:,loglche, comribuì aUa ch ia di intellettuali che si ra r e _eru~ " F..gI~ apparteneva alla cerd~ Gian Pietro Vieusseux e ~~~~o, i~:~~n~ alt~rno a~ gabineuo blcnte, caratteriZ7.ato da un moderat~r 1 ~1110 Cappom. Tale 3msin,,"Cri sentimenti fil /I .. d " ?erahs.mo, aveva d llnostralo Sec . ~ cnlCI uraOle la nvolU7:1onc gret:::tS'Y oodo la tradizIone di Giobeni Balbe: . , . ' )e M~nzoOl, ,, ~ommaseo aspirava alla conciliazione di Iigiosi entro una ch· . e prhogresso, deUa libertà e dCI valori relesa n sorta c e avrebbe f- tt d f d nuovo mondo e all'unità eu ' 6(1 E I" . a O a on amenlo al dei problemi nazionali c l'ero~ . '-? 1 sosteneva che la soluzione • . manelpazlone dei pol)()1' Ix l .. avrebbero potuto re-.tlizza rsi tt ' I . . , I I CIOICI non so dei valori morali, con la d~ff~~~:rso e nvoluzlOOl, ma wl pragresEra convinto, Ira /'altro che i ne.de~la.c~ltura e con le riforme. religiositil. e lo .. ' . J?Opoh stlVl a vrebbero associato la cidentc61 spmto comunllano dell'Oriente con la ci vilt<ì dell'DcRitenendo che il pericolo ') d cidente civile provenisse dP;~ gran ,.e ~r i B.alcani, c per tullo l'ccprJ.ticabile, egÌi giuslific~'va Si~ l~n~USSla, I~ al~esa di un 'a lterna tiva sia il protettorato inglese sulle isole~r~ a~ u~~co e quello Ollom:lI1o siderando la chie5:J ortodos " e ,~OOl • An~"ogaillente, con IiriC'J. russa a " .' sa come I cava llo di Trai:! dciI:! po' cazione d il p~la v.1 la propaga nda Cllto lk::1 Ill'l B. dl~lIl i l' l'unifiad Ulla f lIllI!";\ flllll l)\ .11.1 .111;' 111111 ...1r.I/IOne-
ecclesi~s~c~1 ~~\~~:~I~l~~O
y,
I '11"1/,,
tI
/(1 \111/ /Illflt/u/ /" (:,. ,,/n
I 1c..')(:lUIi dd "l'Olllm:tM.·o ('on b (: rl.'\.'b furono llIoltcplid, 1~ 1i fu ,(,IIc..'/ioni ... I.I, tradutlore L'C.I l.'ditore dd C::lm i popo l;lri }.:rl.'Cì c influcnzò ..I~n ll iC:all v:lIm::nle lo :,v illippo delle lettere nl.'OClicniche e degli sllldi '1\ /11., ('ullur:.1 IXJpo brL'''', 1):1esule, risìl.'(!cttc a Corf ù (bI settembre del Ili 19 all'aprile del lHS4, quando, :t c:::tusa della sua Ix>sizione antirussa e I llo ÌtI1-llesc, fu costrett o da ll'oi:a ilil:l dell'opinione pubblkl.l isolana a ,),11 1in.: per Firenz~, OJIl1C risulta dalla sua corrispondenza inedita, il /'Ol1l m:,Sl.'O mantenne stretti r:IPIXlni, durante lulla la vita, "un AndreiS i\lu ...,oxldi ..... Gheorghios Tertsctis, Emilios c lulios Tipaldos, Aristotèlis V.d,loril is, Andreas Rigòpulos e Markos Renieri1'>.6/i. A qucsfultimo era 67 IMr\ )(.'o !:lrmenle legato da comunanza d'opinioni e da stretta amidzia . I:idea di fondo dci Tommasco era che i Greci dovessero valorizzaIl ' k proprie c trauerist iSliche etniche, quali si evidenziavano nel po1"010, ('l'rc lIldo d i evitare c."OSi il richiamo troppo SI retto all'antichità • 1., ...... 1<::1 comc l'omologazione con l'occidente conlemporaneo. A I 1l'1I 'oClis scri veva: "la Grecia vera è nel popolo..1iII; e al Renieris, per il 'l\I ,lk nutriva grandi spemn .."c, raccomandava: «La tua JYJ.rola, o MarI .), I ivolgi con rispeuo al popolo, povero di danari ma ricco di sentiIIWlltl, al popo lo ignoranle di li bri, ma educato nella scienza dell'amoIl ' I V()~l ri padri liberarono la Grecia dall'asiatka barbarie, tu Marco IlIlI.'I.11:I dalla civiltà europe-J.,.6? Il poplilismo c l'avversio nc per le influenze occidentali non riKtI.ltll:lvano solo la cultura, ma anche la politica. 11 Tommaseo era , ....til~. ,11 movimenlO di opposi7,ione a re Ottone, perché, con la sua 111 ·II()Il;U":lzione, la Grecia sa rebbe stata costreUa a rivolgersi alle IX" 1I ·/l/l' :o.tr:.lIliere, raffopando cosl la loro influenza ed intromissione 111'1 ~lIoi :Iffari interni. Nello stesso temlXl, rivolgendosi al governo ~II'II), r:lccomandava l'apertura di un dialogo sin~ero col popolo, che l'IlIdl',...SC e scavalcasse la mediazione dci politici d i professione. Di'•. lpproV:lVa, quindi, quasi tutt e le forze IXllitkhe: i Fanarioti, i poli11\ I .llIIo(;to ni, la nuova genera zione degli intelletluali liberali ostili ,III ()I,o ne, i radicali delle isole dello 10nio70. Per quanto riguarda Ot1.. 111 ' lo considerava uomo di limitate çapacità intellettuali e di scar,\ IIlIloril:'l, ma O nt...-'StO e palriot~171. I 11I',IIIra !'o ua id(.~ er:.l che i Greci dovessero evitare le rivolte contro 1.1 Iludu.1 c le IOll c conl ro gli lngle;i nelle isole dello Ionio. Dove\ ,11111, ., 1('( )!lIr:.lriO, :iCCfl.'SCCre il prestigio spiril uale e morale del regno 11111.'11', dl'(.lie tndf).'ji ;l lIa cO"..lnli'.ione pacifiC".l del loro futuro, in modo d,I dl'lIo~II . U'l' citI..' erano. effettivamente, in grado di sostil uire l'impe111111( 1)111.1110. AI r.I(/ic:, li clcl le isole dello ronio, in particolare, scriveva .II !lllil I)lov( x:, en..' 1'I11).tItHI l:rm, po ich<: av rebbero finilO col danneggiaI! liti hlh·ll·....~llk l1.1 (~n.:d, l. Doveva 110. invece, rivolgere il loro imtx=" Milo 1,111,1 \Iii UI).t.lllOlll' l' .11I , l lIl·~ l t .1 ddla lin).tll:l dClllo tk'a. allo svilup, .11 11'11.1I IvUI,\ ~· J l'\I It . II , 1 \' .111., 1)f( )III(UI(J!le ddl:! kltb!a/,ÌOllC c dclI'agri11111111 ,I, 11\ 111( 1( ,, ) , LI tlll lllll lllill' .11 ~t'n(' r:l k Illi~1io .... lmclll o dellc con,lI/hllll.ld p,I. "'"
./
",.{moIXlf/ll
Il
II[
Ne l 1R6 1-62 il To rnrna.<;l.'O ru in COlllallO con ItIIli colo ro c he stavano pre parando una s pedizione d i Grlriba ldi ne i B.1 k':l nPI. D'altronde il. Tensetis e il Re nie ris, con i quali mante neva rapporti epistolari, g l.ocavano un rll ol ~ aUi vo in quella vicenda, ment re C heorghios Tlpaldo.<; lo teneva mformato sulle attività dei rad ia lii in lIalia'~. Il Tommaseo era COntrario a tali progetti Scrisse a Garibald i per dissuaderlo, chied~ndogli di inte rro mpere i suoi rapport i con i radicali, che accusava di essere agemi dei Russi. Gli raccomandò, se voleva davvero aiutare i Greci, di avere contatti solamente con il re. Con lo stesso spirito scrisse anche a l Renieris75. . In oc~J.sione del mOlO di simpatia manifestatosi in Ita lia per la rivolta d i Nauplia, il To mmaseo pubblicò due articoli di fo ndo sul quot idiano milanese «Alleanza"" sostenendo che le aspirazio ni italiane ad un incendio rivo luzionario nei Balcani avrebbero finito per Favorire soltanto l'Austria 7lS• Questi arlicoli provocarono reazioni nelle isole dello Ionio, dove g li Fu mossa l'accusa di essere un «n uovo Fallmerayer",n. Lo storico ledeS<.:o Jakob Fallme rayer aveva contestato la. Fon~at~zz.a del.la tesi d ella diretta discendenza dei neogreci dai greCi antIchi, per CUI il suo no me in Grecia era divenuto sino nimo di a ntiellcnismo. Sebbene il Tomma.seo non Fosse un politico, godeva, presso i suoi comemporanei, di un g rand e prestigio, dovuto alla s ua rilevante personalit~ c~lturale.. Pertanto, le sue informazio ni e i suo i giudizi su lle queshonl baJatnlche contribuirono a formare il clima cuhurale all'interno del quale si venne sviluppando la politica italiana urficiale rig uardo ai 'Balcani
Il
Giuseppe Maz z ;n; e i dem oc ratici
III Grc.'Cifi nell'Europa ideale
1,:1 po liticil balcanica dei democratici, l'altra importante (,'Om~?en Il' del Risorgimento, si modellò essenzialmente s ull a lor? .v lslone Mrnl'r:J1c del mondo, cosi come era ::;tala elaborata e codificata da 4,III-,cppe Mazzini, loro 1C'J.der e teorico. . . . Nel la concezio ne dci Mazzini, la nazione COSlltUlV3 un anell~ ~n t4'1 1I1(.' (lio tra !"individuo, l'umanità e Dio. Alle nazio ni, come agh 111dl ... llIui, la p rovv idenza div ina aveva affidato un ~omp.ito 'pr~~T Iii 1I1 ,HO a lb lo ro storia e alla loro posizione geografica. C IÒ slg mFlcaV,I ( hl' ogni nazione, avendo coscien7,.3 della prop:ri~ missi0n.e, dove\',1 hnpt.:gnarsi per la realia.azione del progetto dIVIIlO, al pnmo gra~ dlno dci quale stavano la libertà e l'indi]X!ndem.a .. ,?a p~ rle loro, I I hl ,ldini avevano il dove re re lig ioso di lottare per gli Ideali d ella loro IJ.l/I()J)c?tl. ~'Co n do la provvidenza d iv ina esisteva un ord ine naturale nel !\Iondo, vio lato dai tiranni e dai mo narchi. Tale ordine n alUra l ~ pr~ H,\ll·... ;c c he l'Euro pa dovesse appartenere ai tre grandi g rupPI e tmIl d\,t-!Ii Slavi, dei Tedeschi e dei «G recolat ini,.79. Inte rpreta ndo la \'lIlo nl :\ divi na, il Mazzini d e terminò così la futura ca rta e uropea: 1111 MI"lIlde sta lO iberico con Portoga llo e Spagna, la Francia e 1'1'.'Mhlltt:rr.1 cost come si e rano sto rica.mente fo rma.te, una GermaOla 111111.1. lino S\:lIO scand inavo coslia llIo dalla Dall1ma rca, dalla Nor\lq,tl.1 e tblla Svezia , lilla confederazione delle Alpi che a vrebtx: hH lu..,o S:lvOi:I, Sv izzcr:1 e Ti rolo cd un'Italia uni ricata. Al posto del dm' Imperi, :Isburgico c ottOll1ano. il Mazzini poneva due confede1000Inni un :1 d :lnll bi:lIl:l e una ba \c:lnica. La ma ppa si completava, IlIlIn(', r(ln un:1 Poloni:1 indipe ndente e con una Russia p rotesa ~ll~ I ivlll ll.llio!ll..· dt'II ·A..,i,l. TUili qllesli p:lesi av rebbe ro potuto UllIrSl, 111'11111111'11 In lIII.1 ("(mfl..'dl·I.I/IOIW e u ropea. All'int e rno di q uesta co"1111 /11111(' ;\'(lI'k.l , 1,1 11I1 .... lon\· dd l.l (~ r('('i:I c r:l di }(lIidare .1:t rede ra'1IIn\' h,lIt .lnll .1 (' di O " I,H01. I!l· I,1 IWn\'If.llionl· dcll.1 l{u .....,I:1 ne l Me\'1
Il
cm
L '1/011(/ C' /0 ~ /iO /x>l II ICfI I" C,',....
Prima IX" '/(!
dil e rranlo.'O, o lt rc che di pro muo vere la civil iz:t':l zio nc ddl 'Orie nte, sulla scia della trad izione classicalWl. G. Mazzini considerava la li bertà delle d i verse nazi o ni int er-
dipendente e le chiamava a collaborare alla distruzione dei nemici comuni. Egli soste neva: ..Lo sl::Jvo e il magiaro, l'italiano e il greco sono vostri fratelli. L'imperatore e lo Zar sono nemici ad essi e a voi.
Voi non avrete indipendenza, li bertà, né giustizia, se prima essi non cadono. Né la loro cadura può accadere se non per l'unione fraterna e sincera di lutti coloro che soffrono, pregano e <.:o mtr.J.tteranno la loro doppia oppressione ..H1. All 'inte rno di q uesto quadro, la politica del Mazzini e dei suoi seguaci nei confronti della Grecia e degli allri paesi balcanici aveva come o bieuivo il coordinamenro dei loro movime nti nazionali e la loro coUaborazione con gli altri movimenti rivoluzionari dell'Europa occidentale. Per meglio comprendere l'immagine della Grecia nel suo pensiero e la posizione che essa occupava nelle sue proposte politiche, va ricordato come il Mazzini, dunmte la sua adolescenza, avesse eretto la rivoluzione e lle niCI ad uno dei suoi tre ideali tl2, In seguito la propose, nei suoi scriui, come l'esempio di una nazione classica risuscitata nell'et} contemporanea, come un modello di spontan eo coraggio, di sacrificio popolare e di tauica rivoluzionaria8J, Le conoscenze del Mazzini su l mondo ellenico derivavano principalmente dalle opere di Dominique Praclt 84, Egli no n collega va, però, l'estensione ed il ruolo dello stato ellenico alla sua composizione etn ica: ...la Grèce, -auspica va,- do nt l'élément slave introduit au moyen-age commence à porter ses fruits, poussant jusqu'à Constantino ple, et recommençant tÒt ou tard sa mission de dvilisation sur l'Orient. lIS, Anche se pensava c he il mondo slavo si estendesse da Arcangelo fino alla Tessaglia, il Mazzini sosteneva che, nel futuro stato e llenico, dovevano essere inclusi l'Epiro, l'Al bania, la Macedonia, Costantinopoli e l'Asia Minore fino alla Cilicia e a Cipror.l, Questo g rande stato e llenico si sarebbe poslO a lla guida di una confederazione balcanica, la quale, insieme alla futura confederazione del Danubio. avrebbe impedito l'espansione del dispotismo russo, che l'impero oltomano era incapace di arrestare"7, Il Mazzini non disegnava le frontie re della confederazione balc..!nic..! e neppure ne definiva rutti i componenri Era sua inrenzione, d'a ltronde, dare delle semplici direttive, senza invischiarsi in contese nazionali. Tuttavia, col passare degli anni e col progressivo sviluppo de i movimenti 0<1 zionali tra le poJX)lazio ni slave, vedendo che in Grecb g li eventi no n corrispondevano al suo sche ma ideale e alle sue :Ill ese, il Ma7.z.ini cominciò a dubitare che essa fo.sse in g rado di po rta re avrmli la SU:I missione lihenttrice e civi li zzatrice, Cosi ne l 1806 l'~11 !lhh:Uldonò la sua vecchi .. tesi, seçondo la qU:llc l:I confl.-clcm .. lnll(· " ,di. .,,11",111 vr 'b. be dovuto essere pn:sie
.0
neva che
t:lIl1ino po li no n :lVrcbbc do vuto apparte ne re:1 n(.··ss u-
na delle nazio ni fed e rat e"", , ' ' r rio alla mo narCome è fa ci le immaginare, Il MaZZlIl1 era C?dnl a _ l' surp" lore . d ' O n ~ c he consl erava u. < chia «ge rma nic.:o-ell en,ca,. l di,I? ~'., e di diffidenza nei confrondeUa libertà g reca ed accusav~ l ~ne~zl~ , . '89 r li valuli dei movime m i rivoluzio nan del cnstlant oPPI,r~1 , ' PGe Òeceg" . ed era . I r 'I ppi della po luca III r .. lava in modo ullliatera e gl'I S~I ~ti collegali alla lo[(a di liberazione (X>rtalo a sopravvalutare g I aspe , 11862, che ogni , 1 A . icava infatti, già nel 1843 e an<.-ofa ne , . na7.Jona e, ~sp ,. d ' II' rivolta conl ro i TurchI. RIlciniziativa pohuca ~t.e~ ,c~~e~~~: :raapiantata nei Balcani avrebbe neva anzI che una nvo a _ che a sua volta avrebbe crC'alO molte ' " d ' ' fomentato una guerra europea, ' enti e emocratlCI e, ' 90 naZionali ' occasio ni favorevoli per luttI, ,I m~:}V~ naturalmente, anche per quello Imitano ,
La /x:ma ricerca di alleati
" 'I Ma7Jjni insieme ad altri esuli italiani, polac~hi Quand o ne118;rt I , , . e che mlrae tedeschi, fon~ò l~ ,«Giovi,ne EUro~.~~~~~%z:~~~ movimenti II_ G ','11 Scri veva, va a c reare seZIOIll In og Ol paese , rivoluzionari, rivolse la sua attenzl?ne ane,he al a, r~' dans une allora: ...C esl e n Grèce qu'il f~~~r.~I~ ~r~l~àn~~s:a~~ople, qui si elle pensée de devc10ppement qUl ual J.usq , _ la Russie,.9z, Il progeno n'appartienòt pal~ à la t~~~i~e~i~it~~~I~~~~ in Greda, Emilio Usigl~o, rimase, per , su a caro ' . , , Iso su richiesta dell'ambasClanon trovò alc~~a, sol~danetabbeefu esp~~ gli appelli agli esuli italiani ro anc . l:1 auslriaca~, Sumlc sorte e che si trovavano nelle isole d~llo IonIO, l nio costituissero un punIl Mazzini riteneva che le Isole dello , o . . l , I' ~ Ancla, I )re ara7jone della nvoluZlone IO ta 13 ' IO slrateglco per a 1 p I . to unitario soprattutto per non v't però cauto di fronte a movlmen " , t naziot)ffende~e gli Inglesi chedconSi~erav~~il~~~1 a~~h~~;I~~~ ~uli itanaie italiano, Questa pru . e Ola Lli c~ 7..0 Va le~io i quali soste nevano U;lni come i frate lli Bandiera e orcn '_ . Ila nto do po il ' ,.' I G ec'a dove va a vve nue so lhc l'uOIflcazlo ne con a . r 1 .11 '095 llicader dei derllffoo..1me nto e l'am~1ia~ent~ dello s~a~~~~~I~e 'informali i suoi mocralici, aura ve rso, l glorn~h, ~~n~ta degli E~taneSi e pubblicava m nci wld ini e i le no rl euro pe I su a . ,' ull appe lli all 'unific:l zio ne de l parlame~to "IOMIl1~·, · .te nne insie" l ' ' d'O ' >"1 > , lei j° .( o-b cco Ad:m,l <:lan o Y', ' _ r _
::lì/~~ dd Il;OVlnlcnIIIXIIcI': 1I11~~,',;, ~,,I :~ol~~I ~I;l~~~:~lsf :11,~ ~C~'~~,~~o~a , ti u n Ct" I Il' " ~'
,I
"
\I, 1110 11\(' 11 0,
fI .. ,
)t' I ò
~"III~~:(\IIII I ~ :: .\'; ~)~~:" f)t 111~1; ~.
...
.
,
si Ihll llò [I farL' c o llc ll t..! e :\ pU ) J IC,lfe W t' ti: ( )fk 'li Ill 'l 1'v1l'{lll t'fflllI CO o ricll l:\le ,
1: IIt/UlI Il
Prlmll fXlrI/J
Le ri voluzio ni ciel 1848 r:lpprcsemarono l'cl .l d'oro cld democralici. Lo slesso Ma;r..zin i e molti suoi seguaci assunsero la guida delle rivolte locali. L'Italia, insorta, cercò l'alleanza con i popoli slavi e con gli Ungheresi, per poter arrrontare l'esercito austriaco, I governi rjvoluzionari di Roma e di Venezia, guidati dal Mazzini e da 1f.1Iliele Manin, mandarono loro rappresentanti ad Atene, chiedendo il riconoscimento diplomatico da parte del regno e lle nico98, Dopo la sconfitta della rivoluzione, un numero cospicuo di esuli politici democratici si rifugiò in Grecia e nelle isole delJo Ion io, Il Ma72.mi e i suoi compagni 3nribuirono la sconfitta principalmente alla mancanza di intesa tra i movimenti nazional-democratici e si posero l'obiettivo immediato della creazione di un'« Alleanza dei Popoli» capace di battere la «Santa AlIe-.d11za», Naturalmente in un'e poca in cui erano mutate le vie, i mezzi e le forze motrici della poli tica, simili tentativi erano condannati, fin dall'inizio, a restare marginali ed infine a fallire, Fu questa la sorte della «Grande Frate llanza», un'organizzazione rivoluzionaria segreta fondata nel 1849, a Corrù, da alcuni esuli italiani e da Greci delle isole dello lonio9'J; ed anche del tentativo del Mazzini, certamente di più. ampio respiro, di creare una coa Uzio ne dei rivoluzionari europei all'i nterno del Comi ti! Centrai Democratique EuropéenlOO, Il eCDE nacque a Londra nell'estate del 1850, Alla sua fondazione, oltre al Mazzini, parteciparono il leader democratico fra ncese Alexandre Ledrun-Rollin, il rivoluzionario tedesco, e am ico di Marx, Arnold Ruge, il polacco Alben Darasz, il rumeno Demetrio Bratianu ed altrpOl, Ad esso aded, per un certo tempo, anche il politico ed intellettuale greco Andreas Rigò pulos, che intervenne ad alcune sue riunioni a Londra lOl, li Comitato aveva come obiettivo la creazione di organizzazioni analoghe a livello nazionale, come sue sezio ni, in tutti i paesi, e la divulgazione degli ideali di democrazia e di confederazione eu ropea, Esso riusci a pubblicare alcuni quotidiani, ad e rfettuare delle raccohe pubbliche di denaro e a rondare dei nuclei in alcune capita li europee. Ma la sua attività si esaurl, insieme alla speranza dei suoi fondatori in un'imminente ri voluzio ne; e nel 1853 esso cessò di esistere. Ad Atene c'era un piccolo nucloo del CeDE composto sopr-J.ttutto da t:Suli italiani e rumeni Uno d i QUesti ultim~ Alexandru Golescu, nel 1852 progettò di pubblicare ad Atene un quotidiano che, rivolgendosi a turti i pofX)li balcanici, sostenesse la loro alleanza con gli Italiani, gli Ungheresi e i Polacchi e diffondesse gli idC'J.li dell'indipendenza nazionale, della democrazia e della rederazionellB, L'attività degli esuli -nello ~1esso periodo si trovava ad Atene la legio ne polacca di Alexandre Milbi7,., con analoghe intenzioni rivoluzionarie- provocò tuttav ia la re-J.zione degli ambienti politici conservatori e filo russi: il gcnenlle Spiromì1ios la prese a pre testo per prep.a r:ue un colpo di :.1:110 milit:lre, mirante ad abolire la costilu zione c a riporl:1f ' 1I1'.IC,'1t' MI un rt-~i-
'li
l /W
polllico III V' yt'(.ltI
mc nssolull~t:l, Conl cmpo mnc:lme nlc Ic ,a ml~scl:~!; dcll'AlI:';lri~1 e del· I.. Kussia chit.:scro c Otlcnncro I:t I<:>ro , :S?Ulsl~~le " , . ' . . inali Il CCDE c le ahre o rg:.t nizZ<.lzIOOl nvo lu z, on,I~ ' ~ 1O,l e ~naz o ,
I&lIchc
tiC
ra llirono nc i lo ro
1110 10 importante
o~ielli~, progr~~~l~~II~.I; I~~:;~~~~ ~~
nel~a rorm~~lone I ~p:!r~r orie~ta le e meridio-
lIuwimcllli cii liber.l'l.lo ne nat'~~aled~~ocrat:e, la tradizione della lule, I:x:r quel che ~nc7rne n~i~r~ politico progressista delle società rivolUZione fran cese e ,pe I R' ascendo l'importan7.a di quehorghesi dell'Europa occldenta e, .Icon . Panàs osserverà, un deIIhl f~nzione, il rad,~c::',l e ~pt~~~ ~~~~~~~~o de~ocratico in Grecia ,'('!lIl IO dopo, che l asse , ~;r.aG I ~ rana gli unici a non essere legati al t'11I dovuta al ratto c le I reCi e t " DAE"',: ,' nizi degli anni 'SO il Mazzin; sperava che la rebbre della 8I , f ' , per provocare una ( ' tJndc Ide'J. che stava salendo in
t
!
la "CohC~~~i~~ ~~I~~:~~, eventi non si sviluppaf(:'~o secondo ,l'or, b d'altro çanto le parti IO CJ.usa erano, &hnc previsto dal Mazzint; n..., ., ' egt; pensava,
gli
, 'd I ico cosi dirrerenzlate co me .ul 1)13no I eo og , ' ,' ' lo 'ndussero a schierarsi, insieme ai ',I"nonostante, le sue prev1Slo~1 , I f. ore della ri volta ellenica in .uHI sc..:guaci, sia ~ont~o la R~la ~L~ a r~v questa una vera eccezione Ma P.plr , in l'essagha e, lO W1 o:~ e ro anche, ad Adriano Lemod (.":Impo de mocratico ',G, Ma~ '~st=e la rivolta finanziandomi, suo seguace ,a Costa~tlOopoh, ~~~'sia eon articoli sui quotidiani I.~·, me ntre egli stesso li appogg , . bblicato a Genova da . ll.IlIa e PO(Xllo» e «La Starrena», -II pnmo pu , C' '_ sia con Mlwrll'.lo Quadrio, il secondo li ,rvt. alta da F:~:=a~~ n~i~~lo russo, IC'IIcrc :Id altri leader democratICI, che, a pevano i Greci dll c ndcva no l'inlegrità dell'impero ottomano e ,~~usa il Ma7..zin~, d ' R " Per quanto posso -.scnveva . ,II cs,.'W!rc agenl! e l llSSI,,« . , : i io' ed è un arfare non dIserterò mai la Gre~ta: ~ un ,a frar,e dI, p~l,n~ dd essere i Greci di 1>0 1111<.':"1 nazio nale, I prtml alleati dcII haha a '
' 109
llèr dice I r:18 10m » , ' I -francese di Atene coI,' :onsklcr:ll'.ioni sull'occupazIo ne a ndg ,o, ,',' di G Mazzini ' II ' ' le fondamenta e a (Xl I Ica ' l'Ilhl liroll<>t d:~ O~:I ,'11, POI, , , h qUeitione d'Oriente non avreI:>VC't~J la n:.'Cl:1. I'.gh SI OOllVl~se~ , e 'i' di lo maliche e che, di conscI.· I)OHII O c,.,scrc rlsolt:t allr,lvcr.so v e p l '' .' t né dane Il ' d vu to :.tl!cn( erSI un alU o "\ll'IWlI, la C rc 1:1 no n :-.vrc '»C ~ " Q est'lIltil1l:l illlcndeva avva~Iltlt' wandl l'X)II..'llZt.' n!' cI:llI:I Hw;,..I.I, u _ ' r Le ra ne oc' I . ) I I'Ct.'~-;:IM('S.~ 1 lanlmopo l, ' d' l' cs~d t {l dI :lrrC:-:larc l't;s p:tnIl'llil tld (,Ili' I)('r uc.. UI ' dtkfllllll, Il loro VOIt .I, rlcnIlO1t('l'l\ \I ,I Il ,-"
eh
..
, 'llII lIn
",.'IIIO/Nlrtt l ~ i oni .'i rn o russo, c con... lder;mdo i Gl'cci CO IllC un suo aV;lInpOstO, si opponevano:ld ogni tc ntati vo indipendentisl:!. Di consc..:gucIW.:I, solo una rivoluzione in Occidente a vre bbe posto fine .. 1I'isola me nto della Grecia c le avrebbe consentito di perseguire il suo programma. I Greci, però, dovevano garantire ai popol i europei che :lv rebbero crC"
Il In
,(/1(1
poli/lUI 11/ ( ,' r ,'( In
Meoc.:lao, <;I uscppc O lillillo M:lttioli e 1:111ppo ' l 't u· n:ll.)u,?nl'l~, ai qua li il M:I".7.ini in viI), il IO marzo lHSH, una cir('(lbre dov~ na~I Cn~l:l~:t le Sll~ posizioni sul mov ime nto irr(.xlcntista dlc nÌ<.'O e nh.a(l! v:1 leslgenZ3 d ~ un .'1 l10 colk.1 pmcnt o coi democratici t.! uropci, in p:lrtk'OI~lre c~ qucl ll Itu llani. Contcmporanea me nte (.,&Ii r;lo.:o manda va loro d I stabilire rapJl0rti uffici:lli con i partiti c le c tc ric palriottiche grechc'I9, ,;ti tlppelli per la rivoluz ione europea
AII'a vvio della guerra del 1859, il Mazzini s i schierò contro. I'.a lleFra ncia e il Piemonte, in seguito, assunse una posl z lon~ Illl~ possihilista, proponendo di sv incolarsi daU'a.lleanza f ra~ccse e d i pOl'tarc a compimento le iniziative indipendenuste nell'Italia centraI!' c meridionale. Dopo iltranaIO di VilIafl"..lnca L'gli c bhe il sospetto che, lra la Fra n11.1 C 1:1 Russia, fosse stato stretto un accordo segreto, con l'eventua le p.ll'l l:cipazione anche dell'Austria, .in. vista della spartizione. dcl~'~m ,')Cro otlOl11ano e del comune dominiO su ll'Euro~a. ln effe~tl ness u~ Il'COrdo di questo tipo fu r\ hlo dI{' , ......;c). !li Il o pre:;c) dal prohlellli IIll c rlll, SI l :tsCl:ts~ Iot' :Ir...c,chlrl' 11('1 ~h 'l('{) 1'):1I·1:1I1Il'0I :1 n .· . 1'rllll a di (~ ni :1 11 m cosa, nOI ~ h ,hl ,I, ulllf t l' nd l·tll Il II rl 1I vol li /InnI! ,'1111 Ip"',1", l'M " :.tl'i Vl'V:1 :11 l k:rl:ln i,
IIn,,':1 lra la
,'
Pr(mll I)luta
aggiungendo che l'It:llia non poteva .. e manciparsi (uo rché emancipando,.12oI. ln una leltera, passata finora inosservata, che il Mazzini spedì nel 1861 ad Aurelio SaJfi, capo d ei democratici a Napoli, si delinea con chiarezza la vision e del movime nto per l'indipendenza italiana che (u alla base della sua azione di esule .. Le circostanze de l nostro paese sono eccezionali e tale dev'essere la n c~;tr.:l. condotta. Il nostro è un popolo che nasce, ed è la cosa la più solenne, l'evemo il piO importante per l'Europa Noi siamo in rivoluzione Dobbiamo ime nderlo, e intendere che a ciascun di noi spetta una parte del dovere rivoluzionario. Ahbia. ma avU[o una iniziativa straniero-indigena, impcriale-monarchica: non po tevamo a meno e l'abbiamo subita. Dopo la pace di Villafranca, l'iniziativa passò al popolo, alla rivoluzione. Poi l'abbiamo abdicata nuovament~ D'allora in poi la (ormazione della Nazione s'è fermata (_:x:>gg~ pecchiamo, se no n siamo pratici. I Francesi dell'89, che noi ci conte n° tiam~ di ammirare, come non fossimo eguali ad essi, (acevano altrimenti, e facendo altrimenti conquistavano unità nazionale e iniziativa in Europa,.!~, In vista, dunque, del proseguimento della rivoluzione e della rottu":d con la legalità, il Mazzini sollecita va i suoi seguaci a prepar'dre una f1vol~ n.el Veneto, a trasformare i comitati in gruppi partitici d 'a zione, capaCI di lot~re non solo per l'indipenden~ nazionale ma anche per la democrazia, a concentrare gli sforzi nella creazione di corpi di volontari a livello nazionale e a presentare un ultimatum al parlamento e al governo, per indurii a sostenere (."Cn le armi la rivolta nel Veneto, In caso di rifiuto, i deputati democratici avrebbero d ovuto abbandona re il parlamento e decidere la continuazione della gue rrd indipend entemente dal governo. Queste sollecitazioni che equivalevano alla ~r?Clamazione di una rivoluzione, (urano respime dai capi democratiCI, ~prdttu,UO da Francesco Crisp~ che aveva già intrapreso i primi paSSI sulla vIa del compromesso con la monarchiaL26. Contemporaneamente il Mazzjni si rivolse a Garibaldi, per dissuaderlo dal preparare una spedizione nei Balcani, ch e egli riteneva non solo perico losa e destinata all'insuccesso, ma anche JX>fenzialme nte vamaggiosa per le aspirazio nj di Napoleone lU, lo ro comune nemico, in Ungheria e in Italia lo particolare il Mazzini considerava pernicioso l'allontanamento di Garibaldi e dei suoi volontari dal terreno di lo tta italiano, e gravido di consegu enze che avrebbero potuto pesare sull'integrità ste'iSa del Paese L27 , Ciò che egli più si augurava nel 1860-62, era che j Balcani si ribellassero senza che i democratici italiani vi avessero contribuito con le loro forze, perahro scarse. Le rivolte li avrebbero aiutati a superare jJ ,ristagno ~ a ripre ndere l'iniziativa rivoluzionaria. Pe raltro egli no n dIsponeva IO quei paesi di un 'ad eguata inrJue m'.a , n(: POlCV:I avvale rsi di vecchi profughi, suo i sc.."guaci, per :lvvi:lrvi al !tuo modo un nllovo ciclo di cosp ira :-.io ni, L:l 1l1:ll:lBio r IXlr", , Id pl'o f\l~h' , lnfnnl,
L '/lIlUII (I III :.lUI litJUlICII I" (,'re 1(,
l' mno to rn:ui in ltalia lM, Tro vò (.'Omunq uc, nel dicem bre del 1861, un
1t1l!!:1I0 Inaspen:Ho in Miehail Bakunin. Il ri voluziOl1luio russo, fuggito Il.llla Sibcrb e arrivato in Europ:. in ci rcosta nze avventurose, l i l'pena M'PI)C della progett ata spt,"hllc!tva a LondraL2'), lo esso sosteneva che i popoli slavi, una volta Iibe'ltll, :Ivrebbe ro dato vita ad una grdnde confederazione di Slavi, Un' Mhcn:si, Rumeni e Greci, con Costantinopoli come capitale. L'impeMilO del Ilakunin al programma della liberazione nazionale degli Slavi IMIIl fu , tuttavia, di lunga durata; egl~ infatti, si occupò principalmente Lk'lmovimento anarchico russo e internaoonale, fino ad ave re nel 1864 uno SCOntro violentissimo col Mazzinioo.
I.N (111"0 voci della sinistra sinistra italiana era C:l ra tlerizzat'a da una p ludi posizioni Uno de i suoi capi erd Carlo Cattaneo ch e, pur tro~lIll1osi in dissacordo con lui, divideva col Mazzini l'influenza sugli InIIM!!nt! democratici dell'Italia settentrio nale, Il Cattaneo te ndeva ad u,ll'ntarc tali ambienti verso la scelta d elle riforme interne, "L'unit<'l "' " ~..I la libe rtà è un gran C'drcere,., egli sottolineava, sintetizzando la "IliI posizio ne politica... Non tocca a noi di sostenerla Noi dobbiamo pt'f\1j;(( .' solame nte e puramente alla libertb LJ1 • AI p.l ri del Mazzini, il Cattaneo era contrario alla spedizione balca' nk.1I proposta da Gariba ldi. Vedeva però con favore l'eventualità di unII rivoluzio ne nei Balcani, con gli Italian i in veste di consulenti mllll:lrl • con la pan ecipazione di quei compatrioti che già si trovastillllX>Sto, Tale rivoluzione avrebbe dovuto portare alla nascita di uu'lrllln cnS:1 conredera zione dalle Alpi fino all'Egeo, mode llata su que'lI.1 l'IV iz7.em!J2, Dci resto, il Cattaneo si interessava sopranuno di d() dlc S:lrcbbe accaduto dopo la rivoluzio ne. Secondo la sua visiorw• •1,1 IIbert:) è b uo na an che ne l minimo spazio. Data la libertà di lUtti, III S::lIll-(uinosa questio ne delle rrontiere svanisce, perché i paesi I1tnltf)v~nd si lasciano far CI:I sé,.w, t-MU.o CATIANEO, La
fllIl~
"'I!
I .. . . N("II"CO t)()MRN ICO CUI!MM/l.ZZl. Sulla questione della ri voluzione h"l. ,111 1(.1, opposta , sia :t quell:1 del Mazzini che 3 quella del Cattaneo, fii l,I Il',;1 di Francesco Do menico Guc rr:lzzi, C'dpo d ei democratici di "hl ' " /(', I~ r Il (Ilm lc la ri voluzio ne politic.I d o veva es;ere il preludio IlIlIudl,l "od rll . L ~, 11 dl'lllocnnko tOS(.::1I10 pro pl'g na va la libcmzio ne 1llo'lllll/lnnurl,1 ,II Vene/ In, rlle nt'v" ch!! 1'II :tll:I fosse cleslÌn:lla ~I porsi 111111 lt'nlU dCih_ rlvoln:flfJl1t,' ('\lffll'l';Il' chi Icvrl a Gariba ldi di j.\lIid:l-
1'1'/1/111 IXI,.I ..
re lIna s)X.-'C lizio ne in G n..'ci:l. pc r caccbr via O no nc c a prire 1:1strada :1113 ri voluzio ne balca nicI, libe r::lndo ln da lle «intriganli " 1r'..Ippo le rranco-russel.H. I.A SINIS'ffiA PARLAMENTAIH!. LI solidaric tà nei conrro nti dei popoli oppressi e la visione di un'Europa rinnovata e democratica raceva parte del bagaglio ideologico del movimento democ ralico. Nella politica quotidiana dominavano, tuttavia, i problemi pressanti della società italiana. I quali non solo tendevano ad allontanare la sinistra dalle sue visioni internazionaliste e dai suoi leader tradizionali, ma la conducevano anche ad una dirrerenziazione inlerna Francesco Crispi e i de mocratici del Sud. esprimendo sempre più gli interessi della classe bo rghese siciliana c dell'Italia me ridionale, erano indotti con sempre maggio r frequenza a scendere a patti con la mo narchia, tant'è vero che finirono co l divenire i tutori dell'ordine e della legge. Al cont'rario Agostino Benani e i dc mocratid del Settentrione, per le loro iStanzc di caranere sociale, Costituirono l'ala radicale della sinistra. Il Crispi conosceva abbastanza bene le faccende greche. Aveva visitato Atene, nell'ottobre del 1859, e vi aveva inco ntrato il suo vecchio amko Andreas Rigòpulos e lo studente Dimo..'ìthènis Spanò pulos, che CHI stato seguace del Mazzini negli anni universitari a Pisa. Già noto nella <:apitale, fu anche invitato a tenere un discorso in una riunione straord inaria dci ...aul:> d i riforma politica,., dove ripetè le tesi mazziniane circa l'alleanza e l'azione comune dei popol~ per la creazione di uno stato greco-,dhanese e di una confcdel"dzionc balcanicaJJ6. Negli anni 1861-62, tuttavia, il Crispi si discostò dal suo vecchio _ ca po. Infatti, ormai egli era soprattutto interessato al consolidamento dello stato net Meridione, e si opponeva a qualsiasi tentativo rivoluzio nario nel Tirolo, a Venezia o a Roma tH. Riconosceva che i Balcani potevano offrire i mezzi c le occasioni per superare gli ostacoli che si opponevano aLl'unifiC'.dzione italiana, ma preferiva i vantaggi ind ireui ad un diretto coinvolgimentoU8. In un quadro più vasto, nel quale racevano la loro prima comparS!lxlll."io nc n:lvale, colllmcrci:tle c n n:lIlzb ria nei me rc lli dI" p.I\''11 IIbcr:ll i.
,.
1,'Itfl1lti
(j
/ti
S,lfl
poilt/Cl i /11 G"l.'Citl
Con qUt.'Stc :lrgo mc l1la ~ion i il J..:io rnalc dcll3enani rispondc v:1agli Itmhlc nti moder:ui di Mi1:1Il0, in IXlrlicol:lre a l lo ro quo lidia no . La l'I 'rscvc r::tnl:IJ>, i quali SOSlc nc v:1Il0 che l'Italia a vre bbe dovuto curali' In O rie nle solo i pro pri im e ressi (."Cono mici. A, Be rl :lIli rite neva, an zi, che il prevalere dei mode rai i fosse di 0"11111.':0 10 alla pen etra~i o n c po lilica e, di conseguenza, economica llc.·II'lt :llia. Egli scrive va che, se Garibaldi non avesse consegnato nel IHOO Il polere ai moderati, lutti j popoli allora sottomcssi avrebbero lr~lIl t O Il suo esempio. Comunque non tutto era perduto. Avviando,.111 libe rare Ro ma e Ve nezia, l'Italia poteva rappresentare di nuovo IIn esempio da seguire e recuperare, per questa via, la sua influenza. Ci(" romJX>rta va, tuttavia, il cambiamento della poliLica dei moderati, Ilvvc ro il lo ro allontaname nlo dal governo del paeseoo. Allo Slesso tempo, 1'«Unità Ilaliana .. giudicava severamente le IIIII.·'lloni elleniche: .. Le popolazioni greche oppresse dai Turchi fanliti de lle scorrerie, rubano armenti, incendiano case e uccidono di hllllf'l In tanlo qualche musulmano, ma dal 1830 in poi non hanno Inl ,ll'nat o le loro aspirazioni nazionali in una opposizione sis(emati"', In una serie non interrotta di tentativi insurre ziona li il di cui "rido uniforme sia "Grecia" come "Italia" lo fu per i nostri,.'-40. E, commt'nwndo le trattative di Otlone con la monarchia italiana, lo stesso .'uma le sotloli neava come i Greci fossero sempre alla ricerca del1" JlIM~io straniero, anche se .. l'iniziativa stmniera è la negazione " ..II'lndipendenza nazionale...'~ I. Il Ik:rtlllli e ra dell'avviso c he Garibaldi dovesse orientare i suoi aflllli alla liberazione di Ro ma, in mooo che l'Italia potesse sourarsi III ~c)l11rolio della Francia. Era invece contrario ad analoghi tentativi Il' I Veneto o nei Balcani, non solo perché essi avrebbero diviso le IIN/C democratiche, ma anche perché avrebbero provocato nuovi Il\I l'l ven ti di Napoleone 1II ne lle queslioni interne del Paese ,4l • Do po il 1866 il Bertani d ivenne uno dei principali organizzatori d('1 l1lov ime nto filellenico in Italia, che trovò ~1.egno nelle forze ,1r1l,1 Nlnislra. Le sue posizio ni nel 1862, come quelle di altri capi del "I"vlrnc nlo de mocratico italiano, esprimono una fase di transizione ""II~ tolori:1cleI!;1 solidarie tà interna7jona!is(a All'inizio, prima dell'unirk ,u ](",c. si giudicò la ri voluzione ilaliana come strettamente conl'''~I n quella halcanic.l, cioè come parte di un unico processo. V""''1tr1 pOsizione ru soprattutlo ciel Ma7..zini, ma anche di Garibaldi. Ilhl tMdl, li uniric:l1.io ne avve nuta, la solidarietà divenne una forma III {Unll'sln lonc poliliC:l c socble, in cui si esprimevano gli ideali nei 11111111 CI',I ~ WI :I (...du<::tl:t lIr, 'int c r:1 generazione. Fu questo il caso di I t ,!tU I' dtc p:II'teclpa ron come vo lontari alla rivo luzione cretese del IHfMI (I?, ,111.1j.(tle rr:1 fr:lIloo-pl'usslan:1c ~tll:l Comune di Parigi del 1870I l, t ... 1 ~ill l h c .111,1 AlIcrrn /o(rl.'(.'O tu r .1 dci 1879. La trasform:t 1.ione, lulhlYIII. no n "I v(,,.lfkò In 1l ltlll lcr:t IIl\c:lr -; c il Ix'rif.Xlo di tran~ i z io n e, wl pllli li u,,"1 .(.... ), 111111 Il'/0(1 .. 111 1111 uniCO l"dl rl:l.1)), li lla I :IrI C de lla
"I
Prima parta
sinistra passò, in fa lti, dal nazio nalismo ec um e nico dc i M:lzzini all'imperia lismo. Fu questo il caso del Crispi e de i s uo i colleghi nei go verni della sinistra dopo il 1876.
111
" ciclo della collaoo raziolle ba/call ica
II mrallere della solidarietà internazionale In .seguito alla sconfitta delle rivoluzio ni del 1848, con la ne utralku.azio ne de ll'iniziativa popolare e la sua sostituzio ne con quella " Iale, nei processi di liberazio ne nazio nale, anche i legami ime rnaIklnalll r.1 j movime nti rivoluzio nari persero man mano il caraue re di un impegno comune per il sovvertimento dell'o rdine im posto d "f.uro pa do po il 1815. Non solo i capi di governo, ma anche i leader rtvuluzio nari, col consolidarsi de ll'indipendenza della lo ro nazio ne, wmprc più lesero a inquadrare tali legami ne ll'oltica dell'interesse ...... le. Il tric nnio 1859-1% 2, da questo punto di vista, rappresentò un ,."Iodo di passaggio. I legami internazionali e lo spirito di solidariefA C"r:.no :ancora vivi, ma venivano utilizzati, più o me no cansapevohn 0'1IC, quali mezzi di pressione per il rafforzamento dei proc'eSSi dt llber:lzio ne e di unificazio ne di ciascun paeseJe . 1'lI lc commistio ne di idealità e opportunismo no n fu , tutta via, il . .no distintivo di colo ro che aveva no già realizzato un'entità naUOfUllc. ma Clratle rizzò anche tuni quei rivoluzio nari che, vagabdn. nclo per l'Europa in cond izio ni di miseria, perseguiva no il miragpl "U una rivo luzio ne im possibile a ll'indo mani del 1848. Essi, col ~ rc: ck.S ' Ii :mni, cercarono disperatame nte di aggrapparsi o ra a N_I)uleonc III om al Mazzini, usandoli non solo per rla(:cendere i rOt:0131 spent i delle ri volte, ma anche per salvaguardare la loro innu M .n he In pat ria Stava esa urendosi, per giustificare le loro scelte • i loro ,0,;1 rlfi ei. o :lIlchc pe r recuperare un ruolo dig nitoso nel pa' .., t hl' Il a veva accolti. Ad:lln ,za rt o ryskt. L.1jos Kossuth , Mich:lil B:l kunin sono rorse i piO no ti rra (Iuesil rivo llll.lo n:lri romantici: (Iietro lo ro ve ne e rano, ""lIntl.l, mo ll i nhrl me no no ti o \lddi ritlll r~1 ftno n imi, l::SSi da uno IIInll \' 'Ml ment o dd l'l(uro pa no n llvr 'blx:ro pe rso he il luogo de l "'tl l) e~ lI [ oH\
t'rl",,, pllrw
I 8 ru~pi, di. c.suli pil) orga~ i z7..ali ed all ivi e rano que ll i po lacchi e ung heresi. Lo ngme slava dL"'gh uni e l'esigenza dt..'g li altri di collaborare con l'ele mento slavo ne mico, li trasformò in medialo ri tra i movimenti rivoluzionari dell'Europa occidentale, orientale e meridionalel~~. . : ale colla~razione, che era iniziata all'indomani del cong resso eli Vlenna e SI spegner~ a poco a p<x:o verso la fi ne del secolo fu animata da un g rande ideale, ne l quale conflui vano e si fondev~no aspirazioni e ve lleità nazionali, tradizio ni ecumenich e e slanci umani~ri, r:na, ~prattuno. pre ndeva corpo la consapevolezza che i p0poli o nentah do vessero determinare da soli il lo ro futuro e la lo ro sto ria. In altri te nnini, il miraggio era la creazio ne di una g rande confederazio ne di nazio ni libere. «La confederazio ne, -scrive va il Kossuth,- ~ l'ideale della libertà e della nazionalità. Con qualsiasi a ltro indirizzo politico i piccoli e medi S[a~i. dell'Europa nordo rientale rimarre bbero continuamen te gioca[~ [o h lO ma~o delle gra~di po~enze. Viceversa con i nostri ideali p0tre bbero diventare essi stessI una g ra nde potenza invinc ibile, e ne l contempo ciascuno d i essi diventerebbe una potenza auto no ma libera, indipende me e nazio nale:.1..s. Si trana va di un'idea la cui fo~za ha superato l'epoca delle nazionalità e l'a mbito specifico ne l quale nacque, per acquisire, nci primi decenni del nostro secolo un carato te re essenzia lmente antimperialista e socialista l47. '
L'ldea jederalista . ~'espe~ienza de~ 1848 aveva creato la convinzione che i processi di hberazlo ne naZIo nale ne ll'Euro pa centro rien tale e meridionale avrebbero potuto realizzarsi solo COn lo smantella me nto di tutti e t~e gli imperi: ~ustr~co, otto mano e russo. D'altra parte, il problema ~I quale organismo SI sarebbe sostituito ad essi no n rig uardava esclusivamente le p:~pettive pol~tiche de l futuro, ma anche la strategia e le alleanze dI ctascun movimento nazio nale. La solidarietà che si stabili tra l'Austria e la Russia per la repressio ne delle ri volte polacca ed ung~er~ e la collaborazione tra l'Austria e la Turchia per la ne utraltzzaZione de lle aspirazio ni serbe e rume ne, evide nziarono la necessità di una collaborazio ne fra tutti i popoli che risiedevano nell'area compresa tra il Baltico, i Da rdanelli, l'Adriatico e l'Egeo. In quell'area, però, i co nfini etnia rarame nte coincide va no con que lli storicl Accanto a g randi regioni a popolazione mista esistevano nazioni in posizione di privilegio ed altre che no n a vev~no neanc~e i r~uisiti minim i per aspirare ad un'esiste nza indi pendente. Lespene nza d~1 ~S:4~ tx;>teva insegna re qualcosa anc he a questo p roJ>?Slto. S~ I dmttl d i un popolo e rano stati sacrificati a vantaggio dI un altro e I contrdSli tra nazio nali tà dive rse avcv;lIlo dClc rmina to la sconfi tta de lle rispelli ve ri voluzio nI. Era IndllllX!uloIa bllc, q ui ndi,
individuare un 'org:lIlb....azio nc 51:lt:lle adeguata, in grado di garanti re t lnd lpc ndcm":l di tutt I, d i s:il vaguard:lrc cosi le singolc L'Sige nzc na" ..n:11I comc la slcurezl.a comune. Il proble ma no n rig uardava sollimo I popo li di rctl
nlc dc i popoli dell'Euro pa centrorientale era a rcolata, ne lla le tte raIUt'lI poliliC'.J, fin clall'epoca di Napoleone l, ma con limitata risonan. . Ne l 1848-49 fu avviato un dibanito più concreto. tra gli UnghereIl e I Rumen i, sulla possibile creazio ne di una federa zio ne de lle M&k>ni dan u bianel~. Dopo la sconfitta deUa rivoluzione, tale prospetIIVI, a nche se priva di ogni possibilit~ di realizzazione immediata, 'tIIIdc luogo a lung he discussio ni tra gli esuli IIIe'Jde r ung herese Lajos Kossuth, esule in Turchia tra il 1850 e il propose eli porre la futura federazione sotto la sovranità no midel sultano. Q uesta soluzione, che comportava la conservazione t~:;;I~~~ o Uo mano e lo svincolamento tra le rivoluzio ni de i popoli I . e di que lli danubiani, provocò forti reazioni fra i suoi comfIIrtot l e gli a ltri leade r politia in esilio. Alla vigilia della gue rra di Qilneu, avendo il Kos..o;uth abbandonato le sue posizioni ftIoturche e rlftunaato all'idea ambiziosa eli una supremazia unghe rese, i leader INAiarl e rume ni conve nne ro su un progeuo di «Stati Confederali Danub':lOi•. La confederazione avre bbe incluso i territori dell'Voghefii Ilorl a, della Molda via, della Valacchia, della Bucovina e della Serbia . Ivrebbe compreso tre stati federali: l'ungherese, il serbo e il rumeno, &'Un HOverno comune, parlame nto unitario e capitale alternata. Tuua"- l'l.osito della guerra di Crimea, l'unificazione di fatto dei principati . nuhlani e la ma ncanza di prospetti ve rivoluzionarie in Unghe ria lnIRBi;trono la prosecuzione delle trattative. La qucstio ne to rnò di attualità aUa vigilia de lla g uerra del 1859, ,., Inlzluliva del comando ung herese in esilio e con l'incoraggiame nto Iklln l'nancia e de ll'lLalia. I)iù d i lutti, gli Ung he resi e rano inte res. Il a ll'lIdeslo ne dci Serbi e dei Moldavo-Valacchi ad un progetto di C!On(('(lcrJ.z.io ne che f..<:esse superare ogni diffide nza e riserva ne i loro :onrro nti c re ndesse, pertant o, possibile un'alleanza a sostegno dlllu rlvo lw ung he rese. I lo ro le ntativi prosegui rono anche dopo la .ucrm, 11m !m.'o ntnlro no l'i ndlffe re m'': l c il ri fi uto dei d ue pri nci pa [ ~ chtl vt.
Prl,,1fj /Xl rlO
Do po una serie di trattative prOtra ll esi per tre :lI1n l, Il coma ndo unghe rese in esilio, nella primavera del 1862, riusd a pubblicare un progetto che sembrava appian are tutte le di vergenzel #. Secondo ta le progetto, la confederazione a vre bbe compreso l'Ungheria, la Croazia la Ro ma nia, la Serbia ed evemualme nte la Transil vania. Ogni stat~ a vre bbe av uto un'amministrazio ne, un parlamento e una legislazione a uto no ma li parlame nto confederale e il governo avre bbero li· mitaro le loro compete nze a Ua politica csrera, aUa difesa, ai proble mi commerciali e mo netari; sare bbero stati garantiti i dirirti delle minoranze; la sede de lla confederazio ne si sarebbe alternata tra le tre o quattro capitali e, fallO pii) importante, ogni stato si riservava il diritlO di uscire dalla <.:o nfederazione. n progetto, tunavia, presentava alcune contraddizioni, in particolare q uella fra il regime monarchico-costituzio nale, che il Kossuth rite neva inclispensabiJe per l'Ungheria, e l'organizzazio ne confederale. Le principali difficoltà, a parle lo scarso interesse dimostrato dalla Serbia e dai Principati, nacquero dalla freddezza con cui il progetto fu accolto all'imerno de lla stessa Unghe ria Dopo le riforme del 1860 che pone vano di nuo vo il paese in una posizione di privilegio nell'a~bito dell'Impero, i politici ungheresi si erano orientati verso Ona JX>Htica di compromessi e di graduale conquista dì diritti Di conseguenza, diffidavano delle proposte federative, sia perché temevano un'eversione cru e~ta, sia pe rch ~ rite ne vano che, all'interno di un o rganismo a maggio ranza slava, la posizio ne del loro pae>e sarebbe risultata indebolita. Allo stesso te mpo, le altre popolazjoni slave dell'Austria chiedevano gara07J e per la lo ro auto no mia nazio nale, che sembrava tute lata pill ne l quadro dell'equilibrio interno assicurato dagli Asburgo, che ne ll'igno to futuro di una rivoluzione egemonizzata daU'Ung he ria lSO• I.ACONFEDERAZIONE BALCANICA. L'idea di una confederazio ne balcanica che si affermò into rno alla metà de l secolo, col concributo teorico de i rivoluzionari italiani e polacchi, traeva o rigine dall'area slava meridionale. G ià nel 1844 Uija Garasanin aveva soste nuto il prin· cipio de . i Balcani ai popoli balcanici»15I. . Nel 1860 un altro uo mo politico serbo, Mihajlo Polit·Desa nè i~, rtte nendo che Il vero nodo della questione balcanica fosse il contrasto tra l'aspirazio ne dei popoli all'indipendenza e il disegno delle grandi potenze di appro fittare della dissoluzio ne de ll'impero o ttomano, fo rmulò un progetto di confederazione dei naturali eredi della Turchia europea. Della confede razione avrebbero fatto pa n e i C rec~ i Rumeni e gli Slavi. I Serbi e i Bulgari avrebbero dato vita ad uno stalO federale con il Mo ntenegro, la Bosnia, l'Erzegovina, g ran parte dell'AI ~a n ia e la Macedonia fino al golfo di Salo nicco. Costantinopoli e Salo mcco sare bbero sta te dichiar-.He città Hbere e la co nfederazione, con capita le Prizren, sarebbe stata governata da un co nsiglio composlo dai rappresent ant i di Itill i /o!1i st:1t l me mbri. .
In Serbi:1 soste nito re dc ll:1 feclef:l zlo llC crJ M:lt l~1 Ilan, Il q uale ncll860 fo ndò una socic t:l segreta rivoluzio naria :Ivc lll e come obiet· II va una sp<.-'Ciizio ne contro i Tu rchi, s<.'condo i1l11odello gari baldino e con l'a ppoggio russo lSl. Secondo il suo proge lto, la futura confedertl7Jone balcanica do veva essere posta sotto la tutela russa. AI contra rio, il capo del pa rtito nazio na le de lla Vojvodina, vet07..a r Mile Lit, rite neva che la confederazio ne de i popoli balcanici I vrebbe dovuto svolgere il ruolo di baluardo ne i confro nti di quaJIlI8l Ingere nza stranie ra e, al tempo stesso, di garante no n allineato cieli:. sicurezza sia de lle potenze occide ntali sia de lla Russial'il. Ph) radicale era la posizio ne di Imbro Tkalat, secondo il quale l'Austria e la Turchia avre bbero dovuto essere sostituite da una c'u nfcderazione degli stati rumeno, u nghe rese e greco a cui si sarebbero uniti anche i Polacchi Essa a vre bbe fa tto parte, a sua volta, di una confederazione europealSol. Analoghe idee federative furono formulate da Vladiroir jovano vit , dal bulgaro Ljuben Karavelov e da allrl gio rnalisti e politici~. Q ueste idee no n assunsero la fo rma di pru8 rammi concreti e no n costituiro no oggetto di (rattative fino I n'estate de l 1862, quando furono discusse nel quadro dell'alleanza lft'CO-serbaISli. In ogni caso, la loro diffusio ne, insie me all'esempio . U'unificazione italiana, contribui alla presa di coscienza de lla neit;\ de ll'alleanza dci popoli balcanici contro la Turchia In Serbia il mo vimento de lla «Gio ventù Serba Unita_ che manteleVI rap porti col Mazzini, soste ne va che la questio ne d'Oriente Ivrebbe do vuto essere risolta con una sollevazio ne panbalcanica Oeorgi Ra ko vski ideò un . progeno per la liberazio ne della Bulga"., pre ndendo a modello la spedizio ne di Garibaldi in Sicilia; e i IUOI compatriotti Ljuben Karave lov e Chrisro Botev, innue nzati dalIWempio delle società segre te mazziniane, diedero vita ad o rganizIIdonl analoghe 1'57.
GlI Ungheresi e la preparazione della spedizione nei Balcani In Italia gli esuli ung he resi costituivano il gruppo stranie ro più ftume roso e attivo. Dopo il 1859 sollecitarono con particolare insiIItnza sia il governo che Sii ambienti rivoluzionari, perché inte rven_m nelle questio ni orie ntali. I lo ro h:."ga mi co n l'Italia a ve vano avuto inizio nel 1848, quando Venezia Insorta, la Lombardia e il Pie mo nte avevano chiesto il loro I IUIO ~ la lo ro collaborazio ne contro l'Austria. Dopo la sconfitta de lla rivo luzio ne, il co mando ri voluzio nario e una parte delle sue forze mllh llrl abb::llldo naro no il paese e si dispersero nell'Euro pa meridiont le c occJdcnwl', con l'Inte nzio ne di prepamre una nuo va rivolta w n 1'"luto l'hl de l go verni sl:1 dci J)l"lftltl rivolu zio narP".
111'/1//0 !)llr/{,
. All 'ini zio 1:1 p:lrtC l'h) cO:-picU:1 di quesle for!.\.... con il loro c::lIX> 1":lfOS Kossuth, si spos tò in Tu rchia, dove mo lti :-i :lrIuo larono nell'esercito, auspicando una guerra russo-turca che :Ivrcbbe potuto cre'Me l'ocC'.tsione per la liberazione de ll'Ungheria lw. Qua ndo videro va~ifica~e le l.oro spera nze, per la neulralirà austriaC'A nella g uerra di Cnmea, I capi ungheresi si rivo lsero ai movimenti rivoluzionari europei chiedendo la loro collaborazione ma ~ ne stacClrono nel 1858 quando capirono che sarebbe scoppi;ta una nUQv:1 guerra COnln; l'Austria, per avvicinarsi a Napoleone III e al Cavour. Nel marzo dci 1859 il Klapka, dopo essersi accordalo col Cavour, si recò a Bucarest per assicurarsi la collalx.>razione del Cuza; intanto il Kossuth incont~Jva a Londra il principe Mihailo di Serhia, che g li promise l'appogg io del suo pacse l6O• Ma le tratlative non si conclusero con un accordo. Il Cavour e Napoleone III, infatti, vedevano negli Ungheresi in rivolta solo una forza di complemento rispetto alle loro azioni milit:lri. AI contrario il Kossuth, che non intendeva rischiare un fallimento chiedeva un aiuto sostanziale ed effiC'Jce. Dopo la pace di Villafranc~, quindi, ogni trattativa venne inevitabilmente interrottat6l. Il 5 giugno 1859, du rante la guerra, si era formata a Genova la Commissione Nazionale Ungherese, cioè un governo in esilio composto da tre membri: il Kossuth, capo e coordinatore, Gyorgy Klapka, r~ponsabile milita re, e l1lsz16 Teleki, addetto ai rapporti (HplomatiCI. Questo governo in esi lio d isponeva in halia di una for7.a composta da un cospicuo numero di uomini polit ici ungheresi e di ex ~ilita~i, i. quali ~amenevano stretti rapporti con tutte le forze poli1 1 ~~e Italiane, di una scuola militare con 70 ufficiali e di un (.'Orpo militare armato. L'l Legione Ungherese, che osci llava tra i 700 e i 2200 uomini, e ra costitu ita da militari esuli e da d isertori del 1859. Fondata nel maggio del 1859, combatté contro l'Austria e si sciolse alla fine dell'anno. I suoi uomini seguirono Garibaldi nel 1860, formando la 15ma divisione al comando di Stefano Tiirr. Nel 1861-62 essa fu anche .ad?perata ~OIro il banditismo in Italia meridio nale. la legione costnu lva, OVViamente, la base d'appoggio più (orte per la Commissione Nazionale Ungherese nelle sue trattative con il governo italiano e fungeva da leva per il conseguimento dci suoi obiettivi nei Balcani e in Grecia l6l. Nell'autu nno del 1860 la questione ungherese tornò d i attualità a causa dei timori del Cavour, il quale riteneva che l'annessio ne dell'Ita lia meridionale e l'avvicinamento Ira Austria, Prussia e Rus.sia, avvenuto nel settembre dello stesso a n no a Varsavia, avrebbero ~rovOC'Jto un attacco austriaco. Il primo ministro italiano, dunque, si rivolse al comando ungherese chiedendogli di preparare una rivolta, nell'eventualità di un'offensiva austriaca. Gli promi.'!C aiuti in a rmi e l'in vio di un corpo di spedi1.io nc di 30-35.000 uomini , dl(" , muoven' do dalla J)alm~lzia , si S:lre bbc dire tt o in n J n~ ll l'II , I, 111,1 Hl! 1IIIP()~' di
f '/I(l/ /Il Il /0 \"" IHl/llftll I"
( ,' /l'{/(I
IIIJlll"'itcnderc la ri voll :1 nl' ll'ilnpcr001 I01l1;IIlO. I)c1 no n provocare la Il .I,iune de ll 'lnghilterr;\Ito\ Gli Ung he r(.")i acccl\,LfOllO l,I pro~t;I c ,1\'vL!rono, col Kbpk:l e il Ti.lrr. un nuovo cit!o di tr:lllative, :1 BuI ,lI l'')1 C a I3elgr.tdo. Anche; nuovi accordi, però. rimasero sulla carta. Il n.lvi che po rtavano le armi .. Galali fu rono sequestrate dalla flot!.I Inglese e Oltemana, il Cuza ca mbiò atteggiame nto.nei confronti dq.4 1i Ungheresi e il Mihailo venne meno al ~uo vecchiO ?ccordo col 1\1~'I:'! lIlh '64. La ragio ne principale di tale fallimento va ricercata nel I.IHO che, sul finire del 1860, era venuto meno il pericolo di una N\Wrr:l, cosicché l'Italia pensò bene di ritirare l'aiuto promesso, men11t' 1,1 Francia si riavvicinò all'Austria inducendo ad una mossa ana1,,!-t,1 I ca pi della Serbia e dei Principati. lnoltre furono introdo~te .in Atl'ltrla alcune riforme istituzio nali, che, soddisfacendo talune nchle~h', finiro no per rafforza re Ferenc Dclk e il partito riforma to re IUlMherese J65• . . Il rafforzamento della corrente riformista rischiava di neutrahzI.lll' l'influenza del coma ndo in esilio. La Commissione Nazionale 111IJ.4h crese, di conseguenza, si trovò a dover pr~n.der~ un'ini~jativa lI\101uzionaria, non soltanto per sostenere lo SplfltO IOsurrezlo?ale ""I paese, ma anche per sopravvivere po1i(icament~\~. TuttaVia l~ .ldl'i'.io ne dell'Italia provocò, all'interno della CommiSSione, una cn_I (. Ile precipitò doIX> la morte del Teleki e la sua sosti[Uzione col MI'I\t.'rale Turr, aiutante di ca mpo del re d'Italia e capo di stato magMIIIIl' di Garibaldi nel 1860'67. Infatti mentre il Kossuth insisteva sulla {esi che, senza l'aiuto 1!c.Il.1 Fr:Jn~ia o quello ufficiale dell'Italia, nella forma di un corpo di ~ 1 1t'lll/lone in Ungheria, la rivolta non avrebbe dovut? nemmen~ 4\-I'rc inizio, il Klapka sosteneva che avrebbero dovUlo IIlsorge.re ~h ' 1lI)oIhercsi stessi, per constringere i due paesi amici ad intervemre lO 11I11l .liuto. Gariba ldi concordava con la posizione del Klapka e la l'I ~11\..'V:L come condizione per il suo intervento, mentre il primo IIIIII I..lro Ricasoli raccoma ndava di attendere circostanze più favore\'{ 1]11'111. Nel te ntativo di modificare l'orientamento dell'opinione pub' !tlh ,I iwli:lIla e del governo, il Kossuth fo ndò «L'AUea.n7.alO e sosten' III" in articoli a sua firma, che la sicurezza dello stato italiano sarehI" . 0\1,11:1 in pericolo fin ché perdurava l'occupazio ne austria~a di VI'nc,i:I, che gli Ungheresi avrebbero finito col compro~ette~sl ~~ MII /hburgo per il continuo rinvio della guerra, e che gli ltaham nl69 lo! IIl.l v:lno di perdere il lo ro :lppoggio . .. 1..1 cd ':)i d ci comando rispecchia va la fraltura apenasi m tutta la I 1)lIIIlnll:'l ullgherct>C in esi lio. Con punti di vista fo ndame~talm~nte IIjll)()'Itl .1 quelli (.Icl KO"..~ lIth, ~ i e ra formata una corrente flloganbaldln.l, , ~ V (' lH e tome po rt,l v{)("(,.' Fc rc nc-Aure lius Pulszki, il qua le affer111.1 \l,I ( hl' It' orj.(.1I1111.I/ioll l <.Id prol\ l};hi, ;,e :lve....'iCro conlinualo ad .IIh 'II{I(,I"t· Il -.o"'ll'~ Il( ) :"l rcbbero t 1unl,11 Hl,lIt' .tll ,1 dl"llt.'r... llllll' " .tl f,11I11lll'1I 1O Al <:ollll.t rio dovevano
I 'Iud lll
aver fed e in Garibald i c negli clcmemi rivoluzionari, organizzare Unii spedizio ne in D:llmazia con la loro legi o ne e con 1':lppo rt o dei garibaldini e muovere da li verso l'Ungheria l7\). Le proposte del Pulszki trovarono calorosa accoglienza soprattutto fra gli uomini della legione, che non gradivano i compiti polizieschi loro affidati nel Meridione. fu cosi che, dal dibattito apertosi nella comunità degli esuli ungheresi, vennero fuori piano piano l'idea e il programma di una spedizione nei Balcani che avrebbe interessato anche la Grecia. Tramite il generale Nino Bixio fu sottoposto a Garibaldi un progena più preciso, formulato dall'esule democratico polacco generale Ludwik MieroslawskiI71• Esso prevedeva la costituzione di una legione di Polacchi, Ungheresi e altri profughi, che sarebbe sbarcata a Spizza, sulle coste del Montenegro. Quindi con l'aiuto dei Montenegrini la legione si sarebbe introdotta nella Erzegovina, per congiungersi coi rivoluzionari capitanati da Luka Vukalovit e passa re da lì in Ungheria, attraverso l'Erzegovina e la Croazial72• Col progetto del Mieroslawski si dichiarò d'accordo anche il Klapka, che propose la creazione di tre corpi di volontari: uno slavo con a capo il Mieroslawski, uno ungherese col TUrr o il Vetter e uno italiano con Garibaldi, che avrebbe avuto anche il comando generale. Egli stesso sarebbe entrato segretamente in Ungheria, attraverso i Principati, per prendere la direzione della rivoltaI?). Garibaldi, aH'inizio, accettò l'idea. Affidò al Mieroslawski il compito di formare una legione di stranieri e al Bixio e al Turr quello di raccogliere informazioni, collega ndosi con i rivoluzionari delle zone che la spedizione avrebbe dovuto attraversare l74 • Quando si trattò di passare ai preparativi, tuuavia, il Mieroslawski si ritirò. Da un lato fu il Turr ad accusarlo di essere una spia di Napoleone III e a dissuadere Garibaldi dall'affidargli il comando della spedizione, per non provocare fin dall'inizio l'opposizione dei RussP15; dall'alrro, però, lo stesso democratico polacco fu preso dal timore che la rivolta degli Slavi del sud avrebbe finito per accrescere il potere dei Russi sul suo paese176. Per il Turr e per i capi ungheresi a lui vicini lo spostamento delle azio nj rivoluzionarie dalla frontiera austro-ungarica verso sud presentava chiari vantaggi. Infatti, lo spirito rivoluzionario ungherese avrebbe potuto riaccendersi e svilupparsi col tempo, aprendo la possibilità di ulteriori azioni insurrezionali, mentre i corpi rivoluzionari si avvicinavano al Danubio tn • Inoltre, dopo la rinuncia della Serbia e dei Principati a sostenere gli Ungheresi, a questi non rimaneva che anendere. per un periooo non ben definilO, oppure avviare operazioni insurrezionali più a sud, sperando che la rivolta delle popolazioni balcaniche costringesse i due Principati a prendere parte attiva alla rivoluzione l78• Quanto alla monarchia italiana, sul cui sostegno il Turr continuava a contare, una spedizione nei Ba lca ni non avre bbe comporlato il pericolo di un :,.uo imml.'(lialO coin volgi'
Ill/"l!lll
in
un.1
(!
III 11m
IXI/IIlul //1 (,' rI/tlfl
j:l; llcrr.r <.:()l' l'All 'Mia, prlln n , Ile l,I rl volt a::.1 fo~. . ,w l
Ih lr 'rHemen te e;v il uppala 1"1V. Infine per Garib:ddi c i suoi f(.'(lcll, che ,',1110 dhpm ti ad :tppoggbrc I:t ri VOIt :1 ungherese, una missione sulI. UI'iI ~ dcll'Adri atico impl icava pericoli molt o più limitali che .una _pnll/ionc, :lttra vc~S? il D:lI1L~bi?: in Tr:tnsi1 v:l~,ia, dove ,non eSI~t~
pm..,ibilit:\ di ntlrata né dr dlsllnpegno. L'l. nvolta nel.1Erzego~lOa lra il Montenegro e la Turch.a garantlvatll l, Infine, cond izio ni favorevoli allo sbarco e alla penetrazione del t III po di spedizio ne. Anche se tale progetto fu giudicato più tardi estremamente a~ , .ud.l! o e rischioso, la diffusione, sin dal 1848, delle idee democratt1 h,' Intorno alla necessità di una rivoluzione parallela, volta a liberali. It' lx>polazioni dei due imperi, aveva creato il terreno propizio al _III I .accoglimento. Le d ifficoltà che il Turr intrav.edeva, erano.esse.n,I.llmente due: l'opposizione dell'Inghilterra 180, e .1 fattO che glr .Italla1111' KH Ungheresi temevano gli uni e gli altri, appoggiando le .f1vo](e !t•• 11 ,miche, di favo rire la Russia, a scapito dei propri i.nteressl. ~ ov\lll I t he alla prima difficoltà il TUrr non poteva trovare alcuna solu,111111' 1 suoi viaggi a Londra, con l'obiettivo di informa~e il pa~~er~ Il' 11\ t.' di ingraziarselo, non ebbero successo, e cosl i SUOI tentarivi. d.. .uulIlorbidire le ]X)sizioni amibritanniche dei suoi alleari balcantCl, III p,lnicolare dei radicali delle isole dello lonio l81. Quanto al timore llt'U'c~p:tnsionismo russo, il Turr era convinto che l'indipenden7? l,' I.. IIhc.'rt;l avrebbero sottrattO i Greci e gli Slavi all'influenza dello LI": l'I"
, ,1/\0
I
l" .. !.HO di conflittualit:\
IV
Garibaldi e la sped,:zione nei Bellcc",i
I personaggi del dramma
Nel 1860, sono la spinta dell'entusiasmo suscitato dalle sue vittorie, G-.uibaldi credette che una ..terza ondata,. di guerre popolari, dopo la prima del 1848 e la seconda del ]859-1860, avrebbe inflitto il colpo definitivo ai governi assolutisti e atmalO la liberazione dei popoli europei 185• «La grande battaglia delle nazioni oppresse è vicina, -scriveva al Mieroslawski,- ma nessuno può predire con certezza quando com incerà. Dobbiamo essere sempre pronti,.. Nella p rospettiva d i tale conflagrazione generale, egli ribadiva al rivoluzionario polacco: «L'unité de l'Italie ne peut ètre accomplie que par l'épée et assurée que par le concours fraterna ] de tous le peuples, qui à l'égal de la ~é~elie p:rémissem sous le ;oug de ]'Autriche,. lIl6. Analoghi messaggi inViava al vecchi volontari e ai comitati garibaldini, ai quali raccomandava di non sciogliersi e di tenersi all'cna, pronti alle im minenti lotte per la liberazione di Roma e di Venezia 187. Le speranze d i Garibaldi in una «terza ondata,. di guerre rivoluzionari,e coincida vano con .Ie aspirazioni di Vittorio Emanuele, il quale, nell autunno del 1860, SI! confermò che ben presto avrebbe avuto bi· sogno dei servigi suoi e dei suoi volontari Il generale, che considerava il re come il capo effettivo del movimento nazionale, g li promise che avrebbe appoggialO la soppressione del parlamento e l'instaurazione di una dittatura, la quale avrebbe portato avanti la lotta armata di liherazionellll. Vittorio Emanuele riteneva, infatti, che la guerra contro l'Austria dovesse essere l'esito di una lunga preparazione tesa a provocare, nei BaIC'"d.ni e in Ungheria, una rivolta capace di bloccare l'esercilo austriaco sul Danubio. Dello stesso avviso era certamente anche il Cavour, il quale, luttavia, non desiderava che la rivolta si estendesse ai Balcani e che l'Italia si compromettesse sostenendola L89. li progetto fantasioso del re, che usava le pro poste e i mezzi d e l governo ungherese allo scopo di indeboli re l'Austri:l C di rafforz.'1re le posizio ni it.aliane, pre vedeva c he il lll() vll1l 'n HJ di Ilbcra ....Io nc,
'0
.vvlmo con l'invasio ne d cll'Epiro, :Ivrcbbc cim o luDjOto ad limi rivo lta ~rali zZ:t t:l , con \'intervento d c i ,rcd degli Alba nesi. In appog' ,,1\) al rivo lu zio n:lfÌ. d~II 'Erzègovi na , ,il Mo~tl!~,cgr~ a~rebl~ a l lac~al,~ la. 'l'urchia; la Serbw l avrebbe segUIto e, tnftne, 1.1 TlVOIUZlone SI sa Irllhe estes.'1 all'U nghe ria. &Irebbe 51:110 que llo il momentO più adat~ hl perché l'esercito rego lare italiano invadesse il Veneto, mentre corpI l90 ,U volo nlari avrebbero effettuala sbarchi sulle coste dalmate . Tramite Urbano Rauazzi Vitto rio Emanuele Il comunicò le proplie Intenzioni a Napoleone 'm , nell'ottobre del 1861, ch.iede~dogli di 1..,ItOSCfÌvere una comune dichiarazione di alleanza d,fenslva e offt'ntll v3 conlro l'Austria. L'imperatore, però, gli fece sapere che un _Imllc progetto non aveva speranze di successo e che egli stesso non t1')\c va fare a meno ..d'ètre prudent,.. In quel periodo, d'altronde, la Ifr.ancia non solo non aveva motivi per attaccare l'Austria, ma cercaVII :,tIlzi un avvicinamento ad essa. Nonostante le illusioni italiane, l'opposizio ne francese rimase, quindi, immutata. Nella. pr.imavera ~el llttJ2, in forma ancor più categorica, Napoleone III dlchllUò al pnnIpc Eugenio di Carignan? che era di est~ema n~essi~à pe~ l'I!a.ll~~ Impedire e reprimere efficacemente .ogm tent~uvo Ganbaldl .. Villorio Emanuele, tu ttavia, non era disposto a nnunCIare al propno pn~CHO, molto più che intendeva utilizZ:tre la spedizione garibaldina aru.:he ai fini della sua politica interna. Infatti, volendo prend~re l~ dP,lo&llZe dal governo Ricasoli, che rivendicava la sua autonOmia n.el t'Ol\fronti della corte, il re doveva avvicinarsi alla sinistra. TuttaVIa, diffidando della corte e del suo favorito Rattazzi, questa si sarebbe drtls.'1 ad appoggiare il re solo grazie alla mediazio,:e d~ ~aribaldi; il ",I!l IC, :1sua volta, per deci~ersi in tal ~nS? e ~r glUsuflcar~ I~ ~u~ 1II"t'lto, doveva garantirsi l'aiuto del re !Il vista d~ una. nuo:,a !Il~Zlat l: ". rivo luzionaria. Infine, con l'allontanamento di Ganbaldl e del SUOI M'1lLl:tci dall 'Italia, si sarebbe neutralizzata l'opposizione della sinistra LiRa le questioni nazionalp92. . ' Quan to a Garibaldi, me ntre sosteneva la solUZione Ratt;.~.zzl, non Iveva chiarito le sue intenzioni circa l'obienivo della prossima spedi1lo ne nonOSlanle le numerose pressioni, gli appelli e le p romesse che Hl! gi ungevano da quasi tutte le forze politiche. Mentr~ il re e la Commi ssio ne Nazionale Ungherese lo invitavano a gUidare una mll(,>llonc nei Balcani, il governo Ricasoli, sollecitato dalla diplomazia 1I~lcse, cercava di dissuade rlo'~. ,iuseppe Mazzini e i leader democratici chi~eva~o .l'affossanlellt O del progetti ba lcanici, poiché intu ivano le IIlteI\Z100l d.el. re e 'C'III 'va n l'allont:\ namcnto di Ga ribaldi e la spaccatura della SInistra. Il M ~ltZh,1 c lldegglava l'in vasio ne del Veneto, dove si dava da fare l...... r pl'cp:lr:lre una ri voll:l, Il Bellnzi riteneva che Garibaldi. dov~ Mlt)(;,II'C un T\lo lo di primo pi:m n ,Ila I tla politìC<\, mentre Il Be~t~m I hl{'dt'V'1 diI! Il l'arl:1I11 '111 0 1 nOlll lnn"lSc govern:l! o re d el Mendlo,II', (·un P' IICri ~tl "'tII'dlnnt I, l,N {'()III!)ill tl'rvl il 1)''1nditisIllOI~.
"'11
?I
("
I/llfllIlI l' III
Gli 3mbieIH i dell:! sl nblr:1 I.:Urope;l, al <':OIl 1r ,lrlo,l n(;o r.lAAbvano le a mbizioni rivoluzionarie di G:lriba ldi. [I U:.kuni n ~ I i chiL'(lcv:l d i invadere i Balcani, cbndo così l'avv io al rovesciamento dell'impero OHomano e di quello russol%; il capo dei socialisti tedeschi, Ferdinand Lassalle, gli consigliava, invece, di puntare direttamente sull 'Austria la cui sconfina avrebbe agevolato l'unificazione della German ia196. ' Per molto tempo, fino alla primavera dci 1862, Garibaldi oscillò tra due proge ui, senza che l'uno escludesse l'altro197. Il primo prevedeva un a({acco contro l'Austria, altra verso il Veneto, il Tirolo o il Trentino; il secondo consisteva nella sped izio ne ba lca nica. L'uno comportava risultati più immediati e poteva contare su vie di ritirat~ ?perte e relativamente più sicure, ma avrebbe incontrato l'o ppoSIZIone del re e del governo, che non intendevano rischiare una g.u.erra aperra 198• L'altro era molto più rischioso, lasciava possibilitc1 di ntlrat~.molto ridotte e comportava un ampio margine di imponderab!lJtc1, poteva contare però sul sostegno e sull'aiuto del re. Vittorio Emanuele Il aveva stanziato per questo progetto un milione di lire e una nave, aveva organizzato un deposito di armi in Sicilia e aveva consent ito la formaz ione di due battaglioni di volontari a Genova, i +:Carabinieri mobili», al comando di Menotti Garibaldi sott o il pretesto di un loro impiego contro il banditism o meridion~lel99. Una terza possibilitc1 che Garibaldi prese in considerazione fu la connessione tra i due progetti. Una rivolta nei Balcani avreb~ fa cilitato, infatti, l'in vasione del Veneto e ne avrebbe garantito, in una certa misura, il successo. Inoltre, con la copertura della spedizione oltre mare e coi mezzi che il re aveva me'iSO a disposizione, si sarebbe potUla preparare l'invasione delle province austriache senza suscitare, fin dall'inizio, l'opposizione di Vinorio Emanuele. Questi di le mmi spiegano le incongruenze e le contraddizioni che si colgo no nell'azione e ne lle dichiarazioni di Giuseppe Garibaldi. Collaborava col re, col Turr, con Angelo Brofferio, con Konsta ntinos Lomvardos ed. altri in vista della spedizione in Grecia, e, contemporaneamen te, discuteva col Crispi, il Bertani e il Saffi circa l'invasione del ~rentin~ e .del Veneto2lXl. Ora si dichiara va disposto a passare in GreCIa, ma SI diceva OStaCOlato .,da una vicenda avvenuta tra lui e il g.ove rno ,.lIl1, o ppure dalla «Ottusa diplomazia,.102; ora negava categoncamen/e di nutrire tale intenzion&Q\. Oltre a l progeuo di una spedizione in Grecia, si prospettò anche una .q~larta possibilità, quella di un'in vasione dei territori papali dal Mendlone, per la liberazione di Roma. A spianare il terre no ad una s~mile iniziat iv.a vennero le dichiarazioni del primo ministro inglese, c.lf?lla necess.lla .che l'esercit o francese si ritirasse dallo stato ponti , fIC IO, e le allUSIOni dell'ambasciat ore inglese a Torino,Jam es lludson, al fal1 ~ che.il suo governo non si sarebbe OPpoSIO ad lilla spedizione ganbald ma contro RomalO4. D'a lt ro nde molti (\(·mo( r.lIlc:i ri leneva no che, fino a quando Homa fosse rima"!. r fuori iI,l lIo "'.11 0 iLdb '
Irlll
1101l/IUI III (,'1'1'( III
noi 111I \Kl'ndo d:1 rlfu/olIO pl'r I Borbonl, . . 1 ..... Ir{!bbc r,lffo rz:ll o 11 b:lI1dUI'llllO c. con c:"so, Il risch io di un dbtacco del Mt:ridione d:lllo ~ 1 :11 0 IlIll1fl l lo. Gli stessi ambie nti SOMcnevano che un:1 spedi,done a Roma .1 whhc ~ lI ev:l1 o l'entusiasmo e le speranze delle masse contadine 1111111.111,1 meridionale e av re bbe :lVutO come conseg ue nza sia la libe1.111111" deliri capitale sto rica sia la sconfitta del ban di t ism~. Il, qucsw prospettiva, Garibaldi non rispa rmiava procla mi sulla hll<"l,IIlone di ogn i angolo del te rritorio italiano al grido della +:santa 1.11 .lhln,I.. A16. Dietro a lle dichiarazioni ufficiali e ai discorsi pubblici, tlll UII O. si sviluppava un'a uivitc1 fe bbrile; e tutti i personaggi del I h tl llHll ~1 agiva no diversa me me da come a ndavano proclamando in 1'lIl lhlloo. Mentre face vano ufficialmente credere di menersi d'accor.l' I. dlt~ lro le quime rivaleggiavano con durezza; collaboravano e, 11111" ~ I CSSO tempo, si insidiavano; agivano illegalmente con la coli I,ur.1 del sov ra no, ma complottavano in segreto sotto gli occhi dei "'II ,unici e nem ici. t .,lllb:.ldi, mentre ubbidiva al re, mirava ad obiettivi suoi propri. I hall .Into SUO il re, mentre lo finanziava, rivolgendosi al sovrano fran'l'III' lo definiva +:f racassone»2lJ7. il governo Ratlazzi amministrava, per 11111' 0 dci re, l'aiuto alla spedizione, ma al tempo stesso fingeva di 111111 ",'1x:rne niente e negava ogni sua responsabilità2Qj. Il generale 11111 t.' l'a mbien1e ungherese, facendo da ponte tra il re e Garibaldi, lUI I Il,lAAlava no le tendenze antiparlamentari del primo e il legalismo ,itol 'M:'condo; e, nello stesso tempo che chiedevano denaro ai comiIfll, lt'ndcvano loro insidie e agivano senza tene rne cont0 209, l comi'. 11, d,I' GilliO lo ro, pur trasformando in mOllo ogn i frase di Garibal· ,II. ~I opponeva no ai suo i progeni di guerra, cercando di vanifica rli. Il M,II/ ini, dall 'esilio, supplicava tutti di attenersi al .. programma di Il •• lh.ddi .., intende ndo, in rea ltà, al suo. Infine, da l palazzo reale di h .ilii 1.1, Gerolamo Napoleone, che giocava il ruo lo di protettore dei Ihnhuionari dell'Europa orientale, prometteva aiuti al progetto di \,11111"0 Ema nuele, no nosta nte le dichia razio ni con trarie dell'impe'''''11 ('. C l'lnter.] responsabi lil:l dci preparativi, con l'aiulo dell'ufIII 1" lt, H.lrlb:lld ino Francesco Cucchi, dci finanziam enti del re e dei I t unh .il i \.' d i qllcll:l repUl:Izionc ingig:lI1tita che spesso :lCcompagna le ,,,1, \'lId..: (:'(}Ildotle in S<.'gI"CIO e :Ivvolt e dal mistcrdll. Il ']",11' ,.. I ili O""" In dul.: dirt.'/loni. SI recò due volt e a Parigi e a I. ,litI! ,I. ili ,I Mt~ llIl . , I () "\(.'1 IR61 1.' nc l nlOlAAio dci 1862, e due vo lte nei Il.111.1111,.1 UdHl,lllo ndl'a ttlUnno
l
1"1,,,0 JNUI/'
J86!l", Insieme. a p.lrte i ~lIoi coll aboratori Cucc hi l' ~.I"",tl~ che si spostavano ininterro ttamente ne i due paesi, egli cooperò dire ttamente col Lomvardos, dal selle mbre dci 1861, e con l'inv i:ll o di Ottone, Gheorghios Tensctis, dal re bb rdio del 1862 A Parigi il Turr si recò come }X)rtavoce del re d 'Ita lia, per info rmare l'imperatore di quamo si stava progettando e per chiedere il suo ~ppogg io; Napoleone III, però, non lo ricevette. A Londra, invece, chiese l ~v~no la neutralità del governo inglese. Il Palmerston gli raccomandò di nspettare la pace d i ambedue gli imperi 1l s• In Grecia, il Turr, con Franghiskos Domeneghìnis come guida, incontrò d iversi personaggi d~sposti a col~~ra~e e raccolse informazioni sul luogo e sul tempo PiÙ opportunI allazlOne. Al suo ritorno, chiese a Garibaldi di avviare la spedizione nell'autunno del 1861, con l'Epiro come luogo di sbarco e la Bosnia e I"Erzegovina come tappe successive216.
La cospirazione dei capi e le aspirazioni delle masse
Malgrado il prestigio e il potere di cui godevano, i personaggi del dramma erano così ridotti di numero che una cospirazione limitata al loro raggio d'azione, forse, non avrebbe determinato le drammatiche conseguenze dell'estate 1862, se non avessero pesato una serie di fa(to~i indipendenti dalla volontà dei çx:x:hi protagonisti. Il più decisivo dCI quali era la perenne anualità c la forza della questione nazionale, Us
/'/(111111 t' III \/1/1 1/l11i//{1I I" /;/{~ III
1"K:cu pa7ioni, illcnt n.: NH ,litri .. 1.IAAIr,IV;lIlfl1>l.::n /AI u n I.l voro ;lIto rno ai l'omil:ui c ai gencr:11i s,:.lrib.ddini. ccrl"":: mdo I mezzi pc r la propria sopravviven7":1, ed e r;lnO dl'tponibi ll pè r qualsiasi nuova avventura 218• Agli inizi del 1862. la rehb re e ra t:llme nte cresciuta da infl uenzaIl' persino il governo de lll icaMJli, che pure e ra portato a fronteggiaIC con calcolo le situazioni. Per ra r fronte alla demagogia patriottica dci re e per strappare Ga ribald i alle lusinghe della corte, il Ricasoli lo invitò in Italia setlentrionale, nominandolo vicepresidente della rcte nnionale dei centri di tiro al bersaglio ed organizL'lndogH u na viSita ufficiale in Piemonte e in Lombardia. Se il suo obiettivo di ro ndo era di guadagnarsi l'appoggio del popolare genera le e di con"iOlidare il suo governo, il Ricasoli fallì nei suoi intenti. Anch'egli, ,..cn za volerlo, finì per portare acqua all'eccitazione patrio u ica e contribuì all'infoltirsi della schiera dei fedeli di Garibaldi, in gran parte giovani volontari.tl9, Quando il Ricasoli, il 3 marzo 1861, si dimise e l'incarico passò al Rauazzi, Vittorio Emanuele convocò Garibaldi per formalizzare il loro accordo. Contemporane-.Imente il primo ministro trattava del finanziamento, dell'equipaggiamento e dei preparativi della spedizione con Pietro Ripari e Angelo Brofrerio, rappresentanIl del generale. Come egli stesso rivelò in segui w, tutti i documenti relativi e gli atti delle trattative furono accuratamente w lti dagli archivi, per il loro carattere cospirato ri~. Il Rattazzi, tuttavia, diviso com'era tra gli impegni presi col re e (on la sinistra, riguardo all'a ppoggio da dare alle iniziat ive rivoluzionarie, e le pressio n i esercitate su di lui da i moderati e dalle potenze 'Ma niere a che le impedisse, o ra portava avanti le trattative ora le interrompeva. Alla fine, dopo il 2 aprile 1862, quando il moderato Giacomo Durando divenne ministro degli Esteri, fu chiaro che il ~overno non era più disposto a proseguirlel 21 .
I. 'imprevedibile esito In questo clima di esaltazio ne patriottica da un la to, di temporcggiamenti e di esitazioni del governo dall'altro, Garibaldi, nel giugno 1862, optÒ per l'in vasione dei territo ri austriaci. Tale decisione contra..,t:IV:l con l'opinione di altri capi demOCf'dlici, come il Bertani, il Crispi è il Sarn, che Gari1YJ.ldi aveva convocati a Trescorre, in Lombardia, per definire gli orientamcnti del moviment0222. Contrastava, inoltre, con l'accorcio stipulato col re, il quale gli inviò i suoi aiutanti, il Negri di S:.lilltrrOllt e il Turr, per convincerlo a rispettarloW. Prende ndo a pret csto tale accordo, Garibaldi aveva messo insiemc un piccolo corpo di spedizione, che, penetrando in territorio .Iu..,trbco, dovcvalla rl.' l'avvio a lla rivolta e aprire la st rada a ll'ing res.."., de.:g li :lItri volont.l riLj; Pt:rò, b concenlrazione di u n numero con... idcrl'voll.' lh ~lI)V. l nl ('1 \1 Il .. i.I... ti ,.lle r ro nticrc con l'A ustria, la scoper-
l', fllII l tlrl/·ftl
I I
l'
I I
t~ dci I~iani d'attacco conlro di ~I, e quella dì un:1 nave che il maggiore Giacomo Callabene, su ordine di Garib.:lldi, aveva noleggiato per la spedizione in Grecia, preoccuparono il governo :11 punlo da costringerlo ad agire con decisione. Molti volontari furono arrestat i, mentre gli altri si dispersero a Sarni~. Questi fani provocarono una seria crisi nei rapporti fra governo e opposizione democraticaU'>; tunavia, per la duplice preoccupazione, del governo da un IalO, dei democratici dall'altro, di non coinvolgere il re e di non esporre troppo Garil)aldi, la questione si risolse tacitam ente e senza gravi conseguenzeU', Lo stesso Garibaldi smentì la voce di aver avuto l'intenzio ne di attaccare l'Austria e si rit irò a Caprera con un gruppo di suoi fedelj228. Sotto e'53ltate dichiarazioni pattriotiche, nascose a tutti i propri intenti reali, tranne che al ristretto grupIX> dirigente dei ricostituiti comitat i. Quanto ai suoi seguaci, anche se non li teneva in format~ egli era convinto di poter contare su di loro in ogni momento, qualsiasi obienivo avesse indicato come prioritario ai fin i della libertà italiana. Il suo fascino, ma anche il culto della sua persona, fortemente alimentato dal suo streno entourage, contribuiva alla loro devozione, consentendogli una grande libertà di manovra. «Eravamo dunque pront i, secondo gli ordini del ge nerale Garibaldi, -scriveva il suo segretario,- tanto per paSSIre nel Tre ntino che per imba rcarci,.Z29, Nel periodo che trascorse in Italia sette ntr iona le, Gar iba ldi si adoperò, Ira l'a ltro, per coordinare i moviment i rivoluzionari nei Balcani. Riteneva, infatt i, che essi avrebbero potuto fungere da contraccol po, seppur lontano, nel caso di una invasione dell'Austria' e nello stesso tempo, usava tali rapport i come cortina fumoge na, ' , Nell'apri le del 1862 egli indirizzò ai popoli IXllcanici un appello, nel quale sottolineava la necessità dell'un ità nazionale, del rispeno reciproco e dell'alleanza cont ro la Sublime Porta~. Suggeriva, inoltre, che la definizione dei loro futuri confini non poteva essere di ostacolo alla loro collaborazione, la quale doveva scaturire da un'assemblea generale elettiva, i?: una dichiarazione tipica del cosmopolitismo garibaldino, carauerizzato da una concezione democratica delle relazioni tra gli stati e dalla fede nella supremazia deUa ragione Marco Antonio Canini si incaricò della traduzione di questo appello nelle lingue balcaniche e della sua d iffusione. In esso, si alludeva tra le righe alla rivalità esistente in Grecia tra i seguaci di Oltone e i loro avversari, che aveva diviso i fautori della colIaborazione con Garibaldi in due campi opposti: quelli che chiedeva no l'effettuazione immediata della spedizione e quelli che erano propensi a rinviarla a dopo il rovesciamento di Ottone, Il generale cercò di stendere un JXlnte tra i due op posti sch ieramenti, inv itando il Tertsetis, il Lomvar~os e il Domeneghinis a Trescorre, 1'8 Maggio 1862 I colloqui, ovvtamente, non portarono a un'imeS:l concreta e si ("onclusero con la raccomandazione di Ga riba ldi di indi vidu;l rc i pll1lIÌ d';I(('ordo t: di verificare le intenzioni del governo gt'l'l'OI\I
In soddi .. r.I1\O l' lklu'iO tI:11 corso degli eventi, Garilxl1di parti da O IJ>rera per P;IIl"rmo con pOChi collaboratori, senza un pia no conlJ2 l relo e in un:1 totale incerlezza circa le proprie intenzioni • Là prese coscienza del deterioramento della situazione e dei pericoli rappre';Cnlati per il J\lerid io ne dalla politica accentratrice del governo e dal b:lndilismo, Nell'atmosfera di entusiasmo suscitata dalla presell7..a di Garibaldi e con la segreta speranza che si ripetesse il miracolo del 1860, il malcontento sociale della Sicilia trovò espressione in u na nuova -,ollevazione all'insegna di .. Roma o morte,., Accadde, quindi, che Garibaldi, senza averlo voluto, si trovò a capo di un movimento per Il quale era mancata qualsiasi preparazione, .. Le cose vanno bene, non ~ però cosa faremo», scriveva 1'8 luglio al Cri~pi, il quale, c.o~~ t~ maggior pa rte dei capi democrat ici, era contra ~ lo al ~ a nuova II1lZ1auva2J.\, Il governo di Torino, sperando che Garibald i, fedele al patto 'Mella col re, avrebbe usato la Sicilia come base d'appoggio per la Grecia, gli lasciò o rganizzare ind ist~rbato il suo esercito di vol o~la fi Ut, D'altronde il governo voleva evitare uno scontro armato sull lSO" t\, perché temeva una sollevazione separatista:m. Fino all'ultimo momento, prima che Garibaldi atlraversasse lo ~tretlo di Messi na Vittorio Emanuele lo sollecitò a condu rre u na ..pcdizione in Gr~ia, Il generale rispose con un telegramma laconico: .. L'affare della Grecia è un affare rancido, ne parlerò poi con V,M. quando saremo a Roma,.B6, Ro ma, tuttavia, era ancora .lontana ~ov~ ,mni, Quando Gariba ldi e i suoi volontari sbarcarono lO Calabna, SI trovarono di fronte l'esercito regio. li 20 agoslo del ls62, il liberatore del l'Italia meridionale e deJla Sici lia fu ferito e catturato dai suoi compatrioti, Si concludeva, cosI, sull'Aspromonte, que~l~ l?rima fas~ lIcl processa di unificazione dell'Ita lia che aveva avuto II1IZIO, tre anm prima, sulle Alpi. Una conclusione simile, cioè il contrasto violento tra le forze che ,\vevano realizzato la liberazione e l'unificazione di una nazione, non ~ una peculiarità della storia italiana. Invece è specifico del ~ ital~a no il fatto che, essendo molto consistenti le forze tendenti ad appian:lre i contrasti, lo scontro non degenerò in una guerra civile, come ,I venne in altre nazioni, compresa la Grecia dopo la rivoluzione del IRZ I. Considerando le cose da questo puma d i vista, la prospettiva di Ul1.l spedizione garibaldina nei Balcani, -a ll'i nterno ta,l~ sforz? normalizzalore e indipendentemente dalla volontà del SUOI Ideaton , può e&.Cre interpretata come un tent~tivO di a,llegg~rire l~ tens~on,e, IlVVf:ro di dirollan:.' fu ori dal paese Il potenziale nvoluzlonan o !Il t't'll'-':'tO, Ilt.'ulr.II!II ,lIldnnc 1:J spinta eversiva. l.l' h;l .. i dilUIlO q\I~'''1O ..ono da individuare all'interno della sini~II. I , dm' dd 1110\' 11114 '111 0 polltku ver'K> il qU:llc confluivano !UHe le t t 111\' 'oli\' \11'1 .. 1\ /' " I II! 1111111 'l'' f t Inn.1 \In {l'no 1'111'10, te :1veva espres-
?i
1'1/(1/1(1 "
se. Gli ideali di collabo razione tra i popoli si preswvano ad essere manipolati da un potere C'dI'ace di uSo:1 r1i come mezzi d i str umentalizzazione di altri popoli. Com unque, alla fine, si evitarono sia il conflitt o oltremare che la guerra civile. La monarchia da un lato, i fautori della rivoluzione nazionale dall'altro, si dimoslrarono parimenti incapaci così di mantenere ,'ordine sociale come di sovvertirlo. Le principali forze di norrnalizzazione stavano altrove, cioè nei nessi connettivi della classe borghese che dominava entrambi i campi. Così ogni contrasto confluiva e si dissolveva aU'interno del sistema parlamentare.
I I
I~ I
I
ill(l 11OI/tlc{1 I" (;rtX, ftl
17 W. MATlItI, hlll"""f'/il t /!",1 (/;./ RISO'/J1 m//tI tCì 2 voli .. TQfino 1962, . III C 1)1 NOLA, . 1..1 VClll'/l.1 (l(.'ll~ polhk~1 eu rope'~ (blb [):Ice di Zurigo li lla p:ltt d I Vlcl1na~, Nlwm RII'fSfll Slfll'la~ 1961 nn. 1'2, p. 7; C. [)UItAN!:)O, bìJ{S<XU d/plOlllilllcl dd HISO'H"l1elllo IW/iJ:w(J (1(1/ /856 ili/BlU Torino 1901, p. 127; 1/ C(l rl"l!810 OJI!OIIr-NI8rtl~ fiI. vol lll, pp. 61. 7}-74, 24(}241. . 19 A. T ... MOOHRA. op. cit. pp. 198'2'05; N, BLAKISTON, «l:l politica estc~ mglese ne lla tj\lCSlione venezia na, 1859' 1866.., in 11 problema ttmeto e l'Europa. Venezia 1966. pp.}33. lO V. più avanti. pp. 84·86II B. aAlDf.A, op ci/., p .7; A. T AMIIORRA, op cit, p. 178. 22 /I carll!8810 Q4vour-Nlgra..., cl/., vol. III, pp. 142·14So 2.30-231. li A. TAMHORRA. op clL, pp, 307-329. 24 P.P P\JUl~ W questione romana 0856-1864), Roma 19S1, vo l. I, P. 475; cfr. inoltre I. THOllVEN EI. I.e $i!Crel de l'Empereur. Parigi ]889, val I, p. 211. 25 W questione rom(lna uegll anni 1861J-1861. Carteggio del conle di CaVOllr con D. l'tlllltll/!Q"~ C Passaglla, o. Vfmerc(lt~ Bologna 1929, p. 2OS. Diomede ':'-n.ta~~i fu il , ~ppresentante del Cavour neUe trattative su Roma. Nella sua lettera egh SI nfensce ad un suo colloquio col Thouvenel. . ' 26 BIAN CHI, Il barone Rlcaso/~ Mazzlu~ Garlbald~ f co mllatl di prowed1msntCì Torino 1862; F. CUR ...To, . La politica estera dci primo ministro Ricasoli., CSlt:ltto dalla NfUWRna Storica Toscana, 1963. pp. 1-41. 11 ARB, SO, 59, Ricasoli al Nigra, 11.8.1861 c 14.8.1861: Dm voI. I, pp. 229, 306. 110. 28 DD/, vol. l, pp. 345 e 523-528; tbid, val Il, pp. 103'106. 19 ODI, voI. I, pp. 37·41. )O AMA~ Gabinetto particolare, Miscellanea, 4, Ricasol i al Morocco Della Roca, .!It9.l86l; n. 793, 15So Mamian! a l Iticasoli, 31.10.1861. II Per un'estesa bibliografia v. mbliografla dell'ef('J del RisorgimentO In onorE' di Il M Gbistllberti, Firenze 1971-1977, voL I, pp. 21G-2t3. 32 T. MAMIANt, D'un dirittO europea, Livorno 1860. .13 nav&ilpa, 1862 n. 12, pp_ 49(}403; AM8I:la, 9 e 21.12.1861; DDI, volI, pp. 237-
e
Note
I
/(1
1 Per un quadro dei rapporti 1111 l'Italia e i Baloni nella storiografia italiana, v. A. PITASSIo, .Problema slavomeridiOnale e crisi d'Oriente (1853-1878) nella storiograna italiana., Archivio Storico ToscanCì 1978 vol.l36, pp. 165'194: c, soprattutto, A. TAMOORRA, Cauour e I /3QICQn~ To rino 1958; li CI... WF..... , L'llalla nel concerto europeo 0861'1867), Torino 1966, passlm. 2 Cauour e nngbtlternt Cart*o del conte Gawur co n VE D'AzegliCì Bologna 1933, val Il, p. 104 (2271860). 3 Cfr. L SALVATOREUl, Il petuiero politico italiano dal 1700 al 1870, Torino 1975, pp. 262-336; M ALBERTIN~ Il Risorgimento e l'Imitt} europea, Napoli 1979. 4 G. BERTI, Russia e stalt Iraltatlt nel Risorgimento, Tori no 1957, pp. 645-647; F. CHABoo, Storia de/la poIfttca estera Ila/{ana dal 1870 al 1896. 2 voi!., Roma'Bari 1976 (1951'). vol. l, pp. 533-534. 5 V. ad esempio ODI, va!. I, p. 486. 6 Cfr. A. T ...MiJORJlA, op ciI., pp. 389-393; Il carteggio Gavour-Nigra dal 1858 al 1861, voI. III, Bologna 1929. pp. 73·74. 7 Colloquio lra il Cavour e il Tertsetis a Torino nel 1860: v. G. TERTSt."TtS, «AÒ'fOI; 'tT\ç 25 Mapnou 1870 t~VT\~(ç nç t1'\v M1'\1pOJtOMV Zaclv90u., in B. l AVAG~lNI, Greda 1859 nel diario di Francesco Crlsp~ Palermo 1967, Appt:ndiçc, pp. 67·77. 8 11 carteggio Cavour-Nfgr~ ciI., vaL III, pp. 142-1439 ASl; Lettere ministri, Porta Ottomana, Durando a l Cavour, 4 e Il.5.18S9; MRT, Arcbivio Durando, 124, 2-1,« Traltatlve segrete per la sollevaZione de1l1)ngheria. F~trauo di documenti segreti esistenti nel Ministero.,s.d.,ove i colloqui It:l il Durando c il KunluriQlis. IO MRT. Archivio Dura'ld~ ci! Il li C1ALDEA, op ciI., pp. 79-85; G. BERTI, op. cit, pp. 730'731. 12 La prima versione fu adottata d:t P. CHIono;, lump(u rou fov(ov .orp6rovç;. 2' pane. voi. V, Zan te 1m, pp. 49&499, e da K. KEROF1l.AS, La Grecia e l'Italia nel RisorgimentO Italiana, Firenze 1919, ed. de w Voce, p. 92; la seconda da James Hudson, ambascialOfe inglese a Torino: v. AS7; Lenere miniStri, Porta Ottomana, 12, Dunmdo a l Dvour, 1l 5..1859. 13 ASL, cit, Durando 31 Cavo ur, 27.6.1860. l ~ Cfr. Le Bo!.tEA, Una .sill()ge~ di lettere del Risorgimento. Torino 1919, p. 16515 AST, Consolati cstai, Grecia 1854,1859, Ma1a vasi al Cavour. &<11859. 16 B. OALOEA, op ctt, pp. 74'78; A. TAMOORRA, op. ciI. pp, 117·1.330 l' W RII\f.It, 700 maklu8 oJ Roumaufa. A sllldy 01 ali Imerl/m{outl/ {Jrobll!m 1R5(/ IHfJ(~ Oxf'ml 19j 1, IlP
265-268.
aro
.140.
J.4
DDI, voI. Il, pp, 354-356 e 525-526. 35 AMAb: n. 793. ISSo M3rniani a l Ricasoli, 3OlIJ861. )6 DDl, voI. Il, pp, 369-371. 37 ODI. val l, pp. 258-26138 AMAR, n. 793, 155, Mamiani al Ricasoli, 23.8.1861 !R /h/d, Mamiani al Durando, 126.1862. 40 Ibld., Mami:mi al Ricasoli, 23-8.1861; DDI. vollI, pp. 232·23641 DDI, voI. l, pp. 258-261. 42 DD/, vol Il, pp. 3~·3S6. 43 ODI, va L Il, pp. m -m . 404 DD/, vol. Il, pp. 350-351. 45 ODI. vol Il, pp. m ·m. .. .. 46 AMAI; 458, Greda. Melegari al Mamiani, 16.5.1861; {hld., Rl casoh al Mamlanl.
1:1 111861; DD/, voi. Il, p. 349. 47 ODI, voI. I, P. 486. ~ l/liti; AMM~ cito Kicasoli al Della Rocca, 28.9.1861. . 49 Cfr. V. CAsTRONOVo, L GI ... CHERI FOSSATI t: N. TRANFAGUA, lA stampa Ita/uma 'wll'ctJ libemle, RornwBari 1m. 'lO l' VAI.USSI./.(l HlIssln, /'Ellropa e filaI/a, To rino 1862. ~,
/.(j
l't!rw:IWf!lI%(l, lJJ.l~2.
~ I/J/il, " 7 nl6l ~, Il)1(1, l()(, IHl"
'" IlJid, l-l1l 1W.} ~ /lIId '1" l' l ' "th} 1111\111111" ,,1 j111'KlJtlllll.1 dd KlInMi s. v p,ù 2Vl1n1 i, pp. fl(}81. 'II, / VI/,I,,/,"/I' " \ "l, , \lIIIII/II,J III \tullll nh/(1 Nfl7:lmltl//~ 26 10 1A62
Prima parli! '7 Cfr M,L ASTALDI, 'f'oIllIl/USffl cQ III'(m~ FlrCnze 1%6; n CIMII'INI. 11I(l di N/cco/6 'l'om/lltUeO, Firenze 19<15: Id.. 5Wtl/ e rlcercoo SII Nlccof() 1'o "",1(~'Q, RumJ 11}i1. ';8 J l'IIIjI!"Et, NiccoJ(} Tom,,/(/St!O 1m flalfa Il Skl/lla, VeneZIa 1m. 59 R. OAMPll"I, G.P. ViellSsell _l; f SlIoi r>f(l88I, i .fllo/giorl/ali, / suoi (m/lct To rino 1953; R. CIAMPI",I e P. CURP.ASlJ (a cura di), Cart1'g8/o iI/edito N. 1"ommawo,;'p' Viemsllllx, Ronu 1956; J. O[L LUl"GO e P. PKUN"'S (a cura di). Carteggio i"edllo"~ 7'ommaseo<J. Ctippcml, 4 volI., Bologna 191H932 ~ L SALVATOREUI, op. cft, pp. 26<}-272;J P\RJEVOC, op. ciI, pp. 8B, 95-96 e 150. B. RADlTSA •• Tommaseo's cultural understanding bctwet:n South Slavs and Grt:eks_, in AA.VV. MeùnfJlcua (TOj Jlv$7/ rov Ba01k(ov Aao(lpoo. Salonicco 1975 pp. 487-493, , 62 J PlRJEVF.é, op. ciI, pp. 30, 90-93 e 156-159. 6.3 Ibld, pp. 9O-9L 64 A. KVRIAKlDU'Nr$roRClS, H 6f:wpia 'fI'/ç W7/VIJOjç ),aO)p(l41(aç Atene 1978, pp. 7&
,.
65 J PIRJEVEt, op. ciI, pp. 149-160; più diffusamente in M.C. HADJUOANNOU, L'emigra' zione Italiana del '49 nelle Isole lonie, tesi di perfezionamento, Rom,l 1980. 66 L'armivio Tommaseo si trova presso la Biblioteca Nazionale di Firenze; v, inoltre R. cu.MPINt (a cura di), NiccoJò Tommaseq.leuere inwireu Emflfo de T/pofdo /834-1835, 8resda 195367 Nell'archivio della BN"F sono conservate 28 lettere del Tomrnaseo al Renieri s (dal 1833 al 1874) e 35 dd Renieris al Tommaseo (dal 1832 al 1874), come pure un manoscrit. to della sua tesi di douorato, Armonie della s/oria dell'umullilà, pubblicata nci 1841 con il titolo Filosofia della storia. Un3 lettura parallcila dci libro, della corrispondenza e dei saggi del Tommaseo rivela l'amnit:' di idee. Il Tommaoseo dedicò al Renit:ris il suo libro Se/mille, ril'd Dnziano 1916. 68 BNF, Tomm. 133, 61, 1, Tommaseo al Terlsctis, 14.121862. Sul concxtto di "JXlPOlo. nel Tommaseo, v. A. ASOR ROSA, Scrittori e popolo.lf populismo nella lettera/14m Italiana, Roma 1966. 69 BNF, Tomm. 183, 19, 3, Tommaseo al Renicris, lugli o IA4O. Il Tommaseo riteneva che la civiltà occidL'fltale fosse corrosa dal ra:donalismo e dall'individualismo; tali idee erano sostenute anche dal Renieris. lO Cfr. N,T...La Grecia_, AlIlYmza, 16.3.1862 n BNF, Tomm.134, 21, 2, Tommasco a lulios Tipaklos, 193.1863: v. inoltre R. CrAMPINl (a cura di), N. Tomma5e(J, ero"icbentl dei S&$(mta se4 Torino 1939, pp. 174'176, di cui una parte è pubbliCllt3 da G. ZORAS, "o ~Clta!oç ICCII n 09oov\l(1\ KO).\t\t.,\ JCCIla rov IUlpEl.90~CI (llbJva.-., Ex'rav7jOla...a Mwnj,uara, vol/V, Alene 1969, pp. 163-1% 72 N. TOMMASf.o, .La Grecia., Alleanza, 11,5.1862 73 J. PtRJt:vEé, op. cU, pp. 2&21<1, 74 G. ZORAS, op cit.. p. 166. 7~ MCR, 49, 14, lO, Tommaseo il Garibaldi, lU862: .Scrivo per altrui consiglio., forse del Tlpaldos,che aveva suiuo al Tommaseo il 2<1.12.1861, cfr. G. ZORAS, op clt, p.I66. Sui rapporti Tomrnasco-GH!baldi, v, R. Cr AMPIN1, .Garibaldi e Tommaseo_, Primato, 19<13, pp. 92·94. 76 aro Alleanza. 16.3. e 1151862. n aro Alleanza, 13.4.1862: si tnma di una lunga c documentat3 lettera ano nima inviata da Corfù, nella quale vengono confu tate le tesi del TommaSeO. 78 L SAlVATOREUt ofJ ciI, pp. 228-261; G. GALAsso. wll pensiero sociale di M:lZ7.ini~, eslratto dagli atti del 46~ CSRl (Genova 1972), Roma 1974. 79 A. COI>JG1\'OLA. Mazzini, Torino 1946, p. 86. 110 G. MAUt"'I, LeI/ere ~Itlve, B.1ri 1939: G. l'rF.JlAZZI, . M:l7,zini c,l:li ~l:Ivi dcll'Anslri~ e de lla Turchia., Alti del <16° CSRI, Ro m:1 1974, t. IO ~ OLTAV ASTNF.R, M(lzz/ni e KOSSIlfb, ldl/lr" l' d/Ii. "ml'I"I/If~ylll( H ren 1';: 1929, pp. &10. 82 SEI, voI. I, pp. 276. 359; Ib/tl, voi I{ IXtlll",
"O·, • •
~)
lIj .. /il,
voi j , 1111 .ll~ II \ //01,1 ~" I 1\ 1111 'II. 17.ll l (~ 278, //)/tl. voi 25, P. 284. Ibld, \/0 1.
n. p. 'w. 84 I) 1)1! I~JrlKl
PRAIIl Il Im'/~' I~j( "'/lftcll'll1ltl CrOCe elill ,...forl1la/loll de la Turqule,
1826.
1$5 SI!'I, Appcn dkl", lui l. p, .l07. 86 G. MAZZINI. VJ) (/1. p, 21, Slil, vol. 95, pp. 116-12L 87 SI;'I, Nuova ~rr e, \loL l, pp. 224-225 (Zlbaldone Glof.IQllile, 1828-1831); Ibld. Appen'
dice, \'01. 5, pp. IG4·I05. 264·266sa G. PtERAZZI, op. clt.: SEI, val. 82, pp, 254,257; /bld. voI. 85, pp. 100-101 89 SEI, vOL 24, P. 280. 90 51:"1, vol31, p. 12; ibid. vol. 26, p. 162; Ibid. \lol 27, PD- 30-31. 91 l'. DEaA PERUTA, Mazzlni e t rluofuzio"arlltallan~ Milano 1974, pp. 161-219, 92 SEI, Appendice, voI. 1, pp, 198-199. 93 l'. 1)ElLA PERIJTA, op. ciI, P. 178, t. DRIAUL T e M . LHtRITlER, fIIs/ofre dlploma/lque de la Gffl;e de 1821 () nos jouf'$, Parigi 19zs.26, pp. 2 e 127. 94 SP..I, voL 25, p. 303. ?5 SF.J, voL 31. p. 26: ibid, val. 21, p, 359. 96 5HI, vol 21, pp. 413-414. 97 SEi, vol2Q, pp. 241-246 e 23S-236. 96 Cfr H &1r(ç, 15.5..1849 e 3.4.1848. 99 L'organizzazione fu smantellata dagli inglesi e i suoi membri furono incarcerati Q espulsi: V. E. MJeI/El, _Esuli italiani nelle i~le /onie (1849)-, estratto dalla RSDR, XXX Vll(19501 pp. 323-352; C, KeROFIlAS, op Cf t.. pp. 51'55100 A. CoD1G"OV., op cit.. pp. 248,249, 101 !l, PAYI'E e Il. GROSSIlAI'S, .The exHed revolutionarics and the french political police in the 1850'so, American Historica/ Revtew, I.XVIII(1%3). pp.9S4-973. 102 Secondo una testimonianza del vispi, \'. B. LAVAGN1N~ op cit.. p. 38. 1(8 S. DEU"kEANU, .. Mazzini e la Romania. , estratto dagli ani del 45 G CSR I; N. DItAG UMlS, lumpl Ka{ o:vQ'IJ~ç, Atene 1874 (riSI_ 1973). voI. Il, p. 158. 1001 Cfr. COIlrier d'Athdnes, 27.,3.1852: A. LIAKos, . H EÀ.À.l1\1\JCt1 aÀ.À.nÀErrVrl utov 110).(0)\1\1("0 À(lO~, II Avrr!, 10.11962105 Cfr. To ~ 9R.1s60. 106 G. PIERAZZI, ofJ elt:. SEi, vol 49, P. lO. 107 51;"1, val. 50, pp. 284-285: ibld., val. 52, pp. ,3I}31. 187. IOB SEI, vol 52, P. 222 109 SEi, vol56. pp. 167'168 e in numerose lettere del periodo. 110 Slil, vol56. pp. 22, 32; Ibld, Appendice, vol 5, p. 107; ibld, voi. 56, pp. 158, 167-168, lf19' I\Xl: ibid, voI. 62, p. 36: (b/d, Appendice, voI. 5, pp, 264,-267; tb/d. voI. 59, p. 284. III SEI, voI. 56 (9.4.1856). 112 SEI, vol 52. pp. 199-200, 113 SI:-I, voI. 63, pp. 145-148. 114 V nota 1Il. 115 SEi, Appendice, voI. 5, l'p. 104-105116 G. MAZZIN~ d..eltere slave., Italia del Popolo. 15, 18, 20 e 22.6J857. Nella nota IntNxtuttiva l'A. si proponeva di analizzare in panicolare la questione g reca e orientale, \/ :'1iI. \'01.
S9, p. 9.
117 C, KEROFlLAS, op. elt., pp. 65-67. 1111 Nd 18S3 il Manioli e il Tommaseo pubblicarono la dichiarazione AI popolo lo1111' Wl /!S I/II itullmlf l'' Corfù, Corfù 1853. 119 \) l'>1'AI ){"'I. _l,a GrL'çi/(1, volM. pp. i&77. V. inoltre più avanti, pp. 8&90. tlI tlr I" "I",.'/II"'/~ ,I .l./, I H(,l IU \f I \1,,1 I, I 111' 'I, ' t , l' II MA"', (01' cII.• pp. '\2·~. l J\ ti ... (111.'" I ,I,'m," , ,",, / Il,I/rl/I/I dfl ';ufJr/ (I f\ ,rUc f>((~ NapoH 11)6':>. p. 63.
7)
I 'fili l/H Il III " 111 l'',/I/Ii Il III (,'n't.lfl 124 Sli/. voL 7). pp. 140-143. Ih/IL \101 75. f.lJaini •• Ern~t II..u~ f 111M) 125 SEI, vol. 72. pp, 8889 126 A. SCIROCCO, Op. CiI., pp. 155-IS7. 127 G. CURA1lJLO,
~1,.ilxlldi.VIIIOrlQ Emal/uele<:a/JO/lr nei jasfi (/('/f(/ PlIIrla.
Bolo-
~~;. I909, pp. 309-311; Sf.~ voI. <11, pp. 311-315; ibid. voi. 42, pp.. 10-13. 131-134; IhM, voi. 44, : : A. SaRoa:o, op ciI., G. PIERAZZL
pp. 6z-('i3; S. DELUREANU, op. cit, p. 19.
op clt
IJakuntl~ Ncw York 1961, pp. 223-224· P.c. MASINI e G BosIo _l3akunin, Gariba ldi e gli affari slavi (1862- (3)., ModmelllO Of;ertlIO (1952), pp. 78-92; G: 130 E.H. CARR, M.
WOOOCOCK. Anarchlsm. Miùdlesex 1975. pp. 146-149. ~ R. CADDEo, .Epistolarlo (1/ Carlo Cattaneo, Firenze 19S4-56. vol. IV, pp. 92-93R. CADDEO, o~ ciI., vol.m, p. 445; W. GIL'sn, Carlo Cattaneo dlframe all'A ustria e al mondo s/atq Tneste 1958. p l" A ANZILOTI Italiani ,ju-l."" o, R'oo " R 1920 ,.. . ., . , 6~ "" "." ""-''8'rIIl?7lta, oma , p..,n. :;: R. CAoDEo, op. clL. vollV, pp, 92-93. . AA.VV. Francesco Glterrazzl nella storia politica e cultUrale del Riso'Kimen' la, Atti del ronvegno, LivornO'Firenze 1975; L Tosarr, L'epistolario di F.D. Guerrazzl con il catalogo delle leltef'f! edile e I"edile, Firenze 1978. 135 Cfr, La nuom Europa. 9.11.1861 e 15.7.1862 136 B.LAVAGNI....I, op cit, pp. 7·50 137 F. CRlSi'l, Carteggi polllfcll ,/edfl; 186<J.1900. Roma 1912, pp, 87-88. 138 Cfr. Jl Dirli/a, 216.1862. 139 Cfr. L'Unità l/aikma, 23.1.l861. 140 Ibit/, 5.3J861 141 1bid, 7.2.1861
:~
A. SORocoo, op ciI., pp. 513"S14; L'Unità Italiana, 821861. L SALVATORE\.U, Pensiero e azlolle del Riso'Kimenta, Torino 1977, pp. 118.119 121-122, 156~58;.F. VAL'iOCCH1, L'Ila/la del Rl.$orgfmento e l'Europu delle narlotlali/iJ. Lun': f1caa:"e Ila/rana tlella politica europea, Milano 1978; ~1 ALBERTI:-.ol, op cit.. pp. 45-58. EH CARR, Tbe romantlc exi/es, New York 1961 , 145 r.1 KUKIJ'I., .CzarlOryskl (md tbe european utlily, 1770-1864, New Jersey 1955; S. KI:-.oII!WIcz, .La nauon polonaise et le Risorgimento», Ani del 40 0 CSRI. Roma 1963, pp. 353:370, I. A:CUNO, .Momenti dcII:. collaborazione ilalo-polaa-a ncl Risorgimento (I861)., Ati! del <:SRI, ~?ma 1941, pp. 49-84; A. T"'MIlORRA, .Problema naziona le c corniò sopranazlonali neU Europ;l centro' meridionale,., Rassegna Storica Toscal/a 1960 g . giu'!if.7J.89. ' ,en,
74
I L. PASlTOR, La confederaztone danubiana nel pensiero d"Hfll/aJj(mi ed ungbfr resi nel Klwrglmenta, Modena 1949 • 20. 147 ' 148 LS. STAVRlA.\'OS, BaUmn FetJeratioli, Hamden 1964, pp. 196-2S8, 289-306. . L PASl.TOR, op. clt.; A. TAMUORRA, _Progetti e idee per una confederazione danub,oba.laanlca (l&i8'1862)a, La comunllà imernazionale, V(l9S0). pp. 593.f)13; Id, Cauour e I Balam( cit, pp. 347"374. ]49 Cfr. L'AflemlZO, 23.2 e 18.S.l862; A. T AMBORRA, _Progeui e idcc... ciI., pp. 608.f)l() L PASZTOR, op. cit. pp. 97-99. "
:~
1. SUl., Donauk(mfUdemtK)I/ O
l n. DJORDJEVlé, Irrropla l7I' Icp/Jla, 1800-1918, S;!lonia.:Q 1970. pp. 127. 142, 153 D. PIORDJEV1C, .Projects....o, cii, pp. 1}3·134. 54 A. TAMIlORRA, Imbro l Tlwlat e l'Italia, Roma 1966. 155 D. D:!OKDJEVlé, .Projecls..a, ciI. p. 135. 156 V. più avanti, pp. 143-144 <116 157 L f>F.TcANOV, .. Rine$i dci RiSOrwmentQ in llulg:.fI .... H50K, IJJI(J1)66J. pp. j71
]l
I ~ "'UIl'JUI\' II.\ dqcU l "Wlu Il .1 111 It"II" Il,, Il ISUO c il 1862. \' L K ~HTll, :Wlll oenirs ,./1( ,fil (le I/Io' /I'xl', 1'.lI1M1 1~1, 1\ I AMItI ,~IIA, . Processo urut :.rio ,w hano e mOVlIllento ulI~ht'rt.'SC nel quadro \klll urt1l.1 "",lnn.,1 h bt."falea. Anmlh dellol Facoltil di liCienze l'"hti~he (:tI t."('()n omi:a t' ~..: ,m merdo. l'crug,a 1968. pp. 7-38; E. KOLTAy·KASTJ';'ER. " La
IIlnluzlonc del Rl'gno d'11.Ih.1 l' l'Unght.' ri:1 nel 186I», RSDH. 11.(1%2). pp. 642.f)S2; Id.. .( .•u.l1t l"rc dcU 'opero:.l til d i Kosslt th nel Risorgimento italiano., Atli e memorie del ('m~resso Nazionale, ~Nano 1948, pp, 329"335; I~ LtJKAcs, Garibaldi e l'emigrazione IWH/xm!Se, 1860-1862, Modena ]%5; L CHIALA, La pofllica S(i8rela df Napol(!O(me ili e di t ,mJllr III flalta e iII Ut.gberla, 1858'1861, Torino-Rorna 1895l'i? Essi pensavano chc da una pane si sarebbe schicr.ota I~ Russia insieme all'Au· &tll.1 c dall'altra la Turchia L'On Il' forze ocridemali: I. DEAK. 1'OC {m!.f,, /i revo/wion, Louis "'ISJ/llb (md tbe I1U/lgarlans 184&J849, New York 1979, pp. 338·34& 160 MRT, Archivio Durando, 124, H, Trallative segrete per la sollevazione dell1Jn' IIheri.a, estratto di documenti sc:grcti esislenti nel Minislero: b. 2-3, Conllemion du Général kl.lpk~ ~veç le Prina: CUla, Jassy 26.3.1859, h 2·2, Spedizioni di armi nei prinòpati Il.I\ubian i 1859,ove brani della relaliva corrispondenza 161 MRT, Archivio Durando, 124, 2·3, Apcrçu général dei forces prmmplives de la Ii<mgrie, s.d (1859); A~ Cane Visconti Venosta, l, 2, Notes sur les affaires hongrois.l863 I Memoriale di G. Klapka). t62 A. VIGEVANO, La legione ulIgberese Itl I/(Ilio (1859"1867). Roma 1924; G. FALlOSE, .Memorie c tradizioni di garibaldlnismo ungherese in Sieilia~, Atti del 32" esRI, Roma l'M. pp, 190·200. 163 MRT, Archivio Durando, 124, 2'3, Première note préscnU: par le comité hongrois ,·tllpprouvée par le consci! des ministres, TQrino 8.9.1860; ACl; Carte Visconti Venosta. I, J.. Notes sur les affaires hongroiscs (1863). non firmalo, prob. del Klapka. 164 E. KOLTA Y·KAST:'IER. Il COI/tributo unsbe~ clL. pp. 11&119. Per Il testo dell'acI ,ordo CU7.:J·Klapka, v. MR1; ArchivlQ Durando, 124, 2"3 e 2·2, SpediziQni di armi nei IllinCl l~ti danubian~ 186CH86I. 1M A. T AMBORRA, .. Il compromesso austroungherese del 1867 e l'Italia., RSDR, IIV(IC)6n pp. 359--371; E. zou..ER, Hts/otre de l'Autrlcedes o rigins d I/osjours, Uone 1965; M . IIIstoire de la HOl/grU!, R.ouen·Budapest 1974, pp. 324-341. 166 Questa preoccupazione traspare c h iaramente negli articoli del Kossulh sui quo!l,U~nl la p(!rSf!I)f!f'anza (28.9.1861) e lA Nuora Europa (31.10.1861), 167 Su Stefano (lstv~n) TOrr (182S-19OR) v. S. 1'011.11., L'opera dI S. T{jrr nel Risorgi' mI/II/Q I/fl//ano (1849-1870) dt~rit/(I dalla figlia, Firenze 1928; E. PECORlNI-MAN7.0NI, .f llcnne Turr en 1S60~, estr3110 dalI:! Nevue de la Hongrie, 1929, pp, 4·46; S. l'URR, Rispo· .1,1 dcllJimcmle Tiirr all'opr/scol o Bertan~ Milano 1874 (rist.). IbA S, MARKU5,.11 barone Riaasoli e la questione ungherese_, Alli del 32" CSRI, Roma
rr
1~'i.
pp. 26lr279. 1(19 Il :SCllimanalc L'Alletmza (186H867) fu pubblicatO a Milano da Ignazio Helfy;
"".. t~'lleva le iSlanze ungheresi e aggiornava sui falli balalnici. Riguardo alle queslioni lull.nlC esso adollÒ una linea filogovernali va mentre per quelle internazionali segui le ti .11r:mcesl. Per altri anicoli del KOSI>uth v. inoltre La Perst!·wrallZQ, 30.9.1861 c la NUOl'U I ,m'IXI, 24.10 e 1.11.186L I ~J Cfr. L LLKAc:s, op clt. pp. 26-33; li KOLTA y·KASTNER,.La formazione del regno ...., • tI , P 651; Id • • Lettere inedile di Mazzini a Fr. Pulszky., Rassegrw Ita/l(/II(I, 1933, 1101. 186, ]l 1 IO, L CItIAl .... op. clt, pp. 166-171. 111 l.udwik Mieroslawski ( UIIH878) p
"~l'l
fini ~,~ II t'l' ,II~U II '~1 ,1 HAI ll \. 1(1'1 "i, ,"i "'14"""
,,,n InI(11rri", KI Jpk:J 31 Clvour, I '1861. 7'
})/'I II/(/ IXII'/(~
'"11"11,, I·/H 'lUI /,..llIhll I" ( ,,,'(III
174 6" l'P 340'347'• i IICR, 221, J ~4, 8. C;tnb.lldf ' 174j 1:'I;N!J(,; MO volo ' al Turr. 15 11861 R[W. op. CII. p. 76: MeR 42.2. 13-14 TO GI . ven ne
pubbliC:lt~
da G. CURATt.LO op ciI pp 414
;~;'-
ari X!kh. 23.2.1861 (pa rte dì essa
176 Cfr. To Mf.uov l'7Jç Avoro). , " . h, DD~ voI. Il, pp. 2W-21L del r>ulszki. Jj; IDl863, ove è riportata la traduzione di articoli In AMAI;; 215. ci ,. 3, I, Ietlera del Klapka (priva di Indiçazionc dci destinatario), 23.5.1861
:~ MeR, 927, '50, I, Klapka a Gariookli, lL2.186!. S. Tellft, op. CIL, pp. 2 e 2J3, 180 V. nota 177. 181 AMA.t.: ibid; MCR 46 25, 13, TG G' . Ao; Carte RicasoH la, 2. J~rO~e Bona rr a anhaldl, s..d. ( 21.&1861); ODI, voL Il, p. 340; }1!2 s. TCR" .~',r . parte al Klapka (2U I.IMI) l' risposta (29.111861) ' " Le ... o7lgrés Europ&m tl VienI P; " 1864 . TOrr a Garibaldi. s.d. (risposta alla lettera del :;hl;~)1 , p . IO; MRM (AG-FCJ, 669, 183 MCR 221 34 8 G 'bal Garibaldi ' , , , arI d! al TOrr, 15.1.1861, ove l'esplicitO urdine d'incarico di
:~ MCR, 254, 49, 5. TUTr
al Ucllaui, 12 e 13.10.1861. D. VE.\'F.JI.Vso, «Garibaldi e l'Europa RSDD 198: 69 Garlbaltll dal 1860 al 1879, Ron 1897 ',' ~ n., 2n . pp. 168'173; F. BIDESCHI\'l, 186 , la , p.~ ENSG, vol6, P. 97' ENSG. vol.f p .... 346-347 I a creare una legione di ri~oluzio'n " " r. . . n quesl'ultima lettera lo sollecitava 187 ...~ a l s ramen 188 "".'SG. vol. 4, P. 331. D. MACK SMml, VittOrio /;'mllllllcfc /1, Roma -Ba ' 97 ql/estiol/e rommla 08(S1-1865J, Firenze 1963 67 33: CL I 5. pp. 96-173; R. MORI, l.n 189 DOI, vol. I, pp. 80-81 ,pp. '1 , A. SCIRocco, op. c iI., pp. 143-224. ]90WMTU . ARI, .Le avventure balC'.m·cl1e d' M A
.
. . Ca::~i. nel IB?2-, AA.VV., 5t11di 191 M. R"TT"Z"', Ra" --' - • pp. 557"V"Q, m parucolare p. 561. --" a",,,, , et $ons temps, Par" i 1881 606-609: c iI., ~ 16 H63; ODI, voI. I, nn 359, 371, pp. 439-4~5, .f5~:·' /btd. v~~i MACK S.\1ITH, op. R. Col'oll'OS7o, I democralfcl dalfU 'Id " l, p. 385. A. SORoe<::o, op ciI., pp. 146'-''''', D MACK ns' ad A$promo nte, Firenze 1967, pp.114-115; 193 C ' .. VJo. MITI!, op etl., PIl 170-172. 194 BIlr.f'CHI. OP. elt., pp. 11-14; L CHI"l", op. ciI., p. 129, A. SCJl\OCCO, op. cii pp 147-174· M CR ~vaJlini (31.1.1861) e a L Migìianini (3.2.1861); ib;;rotocollo Uella.zzi, 527, lleJJ azzi a C. v!o Cri~pi (Cane ASP) 16, 122, 1 Beli " 1 C ' . 528.01 G. Bosdh 0.3.18(1); ACS; Archi , 195 PC M • ,aZZI.1 nspl. 3 e 5.4.1861. ]96 . ,1.S~1 e G. ~, ?p. CiI., pp. 78-92. A. BERTI, oRapporu Ganbaldi-Lassalle per l"in ' . . SurreZ10ne m F.uropa .., L 'UmOlI/I{), 3.6.1982; M. MI'.."Gf!l~J, . F. Lassal1e in llalia. N D .... YAf'- HERZRRLl', Correspo"d~nee K. M~ u'?~_~~/IOlogla. 1935 voL 70, pp. 264'274; S. 197 "" rx-r. .....",... le Parigi 1864 nn 2429 ",,-'Condo la tcstimonj'mza dI · ' . ,...,.... . . 198 S. TCIUI O" {' 'll.' ~ e suo segretario: c fr. F. BJDF..SçHIJ\'~ op ciI P 25 , l'" C .. P. _ Turr a G-.driOOld~ s.d., d., . . . ma lporoanletiorealm.aggio l862 199 C flIJR"NOO () G. BHt;Zl.l:":5~ Dal voi 'P CII., P. 273; G. G UERZOI\I, C.arlbald( Fi renze 1882. voI. Il 283turno ad Aspromome Milano .s.d ( 1900) , " ' Il , .La Quesuone Romana nei C'.dTteggi NigT3-Òu d . .pp. 1 e 45; A. COLO:>'180, 22, p. 583; F. BJOESCHiNl op. eit., p. 24. D M · ra; 0>0, ff Rlsorglme'lto Ilollam>, 1929 vol. 200 ACS; Fondo _.' _ . , . , ACI<:. ':'ITH, op. clt., pp. 171-173201 D' l '' .' ~nspt (ASP), 16. 123, 6, Cnspl a Garibald~ 10.5.1862 IC uarallom del giugno 1862 agli esul" [Xll" .. N 4>wI;.2O~6.1862; P. CHIons, op. e/t., p . 558. 1 11ICI . Smò lents e S. Zavilsiànos, dr.
storici in onore di G. Volpe, Firenze 19S8, IvoI III
E9\.'OfUl.aç, 2.1\.1862; rtJIP, 2.9.1863MCR, 931, Il, Garibaldi al Russell "~I'''' I 'b ]9.1. 1R61. ' ,J. ~ • l 1(1,225. 97, 2. Garib:lld l al i\h1.7.ini. "21)3
~ Ai DuCAM 205 . ps, SoIlve"lrs (1',111 (/eml sl~d(\ i'ari.lt' 19l'l pp. IIU ]9 J 206 R. CoJ>,IPOSTO, ()p. clt, pp. 118 1\9 cfl, p41J W M"'\lO. C(lr{/Xlltli (' 111<01 1('''''1'~"\111 ." " ,_,, n' ppI"'U17l;li 11111 11 1\1,('11
"
}J."(1 R MOMI , ''l' (II, l'P '1'\'/'" JOII ODI. mi II. pp ~"i. l~'" .,I)n~)] 100 A SCIII(x;ço. /II) tll, ]l 176 l]Q ODI. volo Il, P]) l70·nl, G;lritxlld! a G. Pepoli, 7.'1.1862 m v. più avanli, pp. 12·HlS. III MCR, 221, 31, 8, GaritJaldi al Tu rr, 15.1.1861. 213 ODI, voI. Il, p. 2)3, TOrr a Vitto r io Emanuele, 28.3.1862; MCR, 254, 49, 5-6, TOrr al IId\;11.'o;i, 12 e 13.10.1861. Su F. Cucchi, \'. D. FORMA~T1/III, Francesco Cuccb~ Milano 1925; P. " .-\1'1"""1, ... Francesco Cucchi~, in Le 180 biografie dei Bergflmt/scbl del Mille, Dcrgamo 1'11111, pp. 151-170; Id, . Francesco Cucchi e !"insurrezio ne greca dc11862.0, 8ergomum, 1960
" I. pp. 63-92.
li>! MRM (AC-FC.l,@, Tiirr a Garibald~ 7.8.1861. 1I5 R. MOMI, op cii., pp. 74'75; MCR. 254, 49, 2, Turr al Be!lazzi, 4.1.1861; ibld., b. 42, 2, n . Turr;l G:mbaldi, 11.21861; DD( volli, pp. 311'312, Ratlazzi al D'Azeglio, 22.4.1862 e p.
'IO, Corti al Durando, 5.5.1862 216 MCR, 930, 12, 3, TOrr a Garibaldi, 26.3.11:161; S, TORR, op clt. pp. IOH02 2]7 MCR, 433, IO, 11, Saffi al Bertani, 263.1862; R. Co:>.tI'OSTO, .Da Firenze ad A'prOll\onte~, in G . DI STI!FAl'oO (a CUf"
1rapan; 1966, pp. n-%.. llS La sone dell'cscrcito del Meridione fu motivo importa.nte di scontro U"" Garibal.11 t' Il C:lvou r. cfr. J. WHITTA.\!, Siorio dell'esercito ImllarlQ Milano 1979, pp. 96-99; MCR (11m, 527, Bellazzi ad A. Mario, 26.u86l, ma anche in allre lenere dci periodo. 219 C BI.I<'>CHl, op cit., pp. 11-l4; R. MOR~ op clt., P. 8l 220 D. M .... CK SM!TH, op. cit., P. 171), MRM ( AGÀ n. 36.976, TOrr a Garibald~ 23,1862; H :'\ f ondo Crispi ( ASP) 16, 123, l, Memo ria su lla sp<:dizionc, ove la cronaca delle trat!aUve da parte garibaldina l2i R. CoMI'OSTO, op. clt, Il 127; DD!, vol !l, pp..W301, Durando al D'Azeglio, 18.4.1862. ID ACi; Foodo Crispi ( ASP) 16, 123, 6, Crispi a Gariba ldi, 1Q5.1862 F. BIDESCH!Nt, op ciI., p. 25; G. GUER7.0f'I, op cfr, vol Il, p. 295224 G. ANTO:o> UCO, _Alcuni d<x.'Umen ti inediti sui fatti di Sarnico~, JJergOmum, 1943 Il il, pp. 1l7-t28; U.ll .... Re'GO, Alcuni d ocume/lU i'ledili slIifatti di Sarnico, Rom a 1932, l'I' (,·11. G. BRUZZESl, op elt., p . 46; L alJA~. Giacomo DI/w e l'opera sua 'Ielle viali/de ,Id RiSQrgimenio lIalfano, Torino 1899. pp. 78-93. ll'I G GCf.RZO~I, op cII., p . ODI, voI. Il, p. 353, Melegari al Nigra e Durando,
m
m.
1 ~~ I K62.
126 A. SCl~ oc.co, op cito pp. 202-214; R. COMPOSTO, op. cit, pp. 128,129 e 134-135(Il G. S.... lIoo (a cura di), S/orifl del Parlame1lto Italiano, Palermo 1968, voI. V, p. III) I ~l M. R" TTAZlI, Ro/tazzl et .wn temjJS, }>-"rigi 1881, pp. 622{)24. l28 I,enera di Garibald i al prC:;ideme del P'drlamcnto (26.1862), v. R. CO'>il'OSTO, op III, p. 129. Tuttavia, in un'altra k"1tcra al Crispi (9.6.1862), egli confessava l"in1ènziooe d i .II.1CGlrc il Tirolo e spiegava i mOtivi della smenti ta . cfr. F. CRISf'I, Carteggi politlcL, cII,
P 96.
ll'1 F BIt)f,.5CH Il\I, op cII, p. 25 ~ V. Il Diril/o, 31.7.1862 cfr. anc he C. KI!IIOHl..AS, op ciI., pp. 174-]75. .ti! P. CAPU"Nl, . Frano:5CQ CucchL,., cii, pp. 77,81; MCR, 49. 14, 13, Domcneghlnis a I ,ml),lldi, 9.5.1862: DDI, vol lll, P. 32, Mamiani al Durando, 16.8.1862. ~u M CN, 253, 70. 4. Cucchi al Bel1az7.~ 27.6.1862; A.lt;1JO. DocllmcIIU I"editi, Firen ze 1'I1"i. ·H;J W "",..uo. O{). cit., p . 474; G. GCERZO:-ll, op eit, vol. li, p . 360· l, \ ,10. Fondo Cri~pi (ASI'), 16. 12S, IO, 1euera del 8.7.1862: cfr. R. CoMPOSTO, op. cit., 1'1' 1\1 1'i6 C A SCI1l0CUl, 0/). CiI, pp. 231-214, 513'514. Sui contenuti sociali e politici della '1" •• llllolll' v.!l h ,,\](h di I Hrancalo, l' Ca la lano e R. Mori in G. DI STEf" ...o(a cura di),
f
''l'
{II
lH Il l(IIHl,l \"1"""'1 .,II .lIIu.-lt· O( r!Vl'Y;! .• N;II)()lconc III che Garib::. ldi per suo "I ,\1111' ~I,.v~ 1"'1 p,lI liti l"'! 1.. I ,II', I.. v('\h flOI, vul Il, l'P 393394; C l)uRM>mO, I-:piwd/ '/'1>1"""1//' / .Id In""H'"'' "", Il,,/1,111'' 1/,.1 I~, ,.1 /H(,t. Tor ino !901,]l Vl. .\~ /1/11 v,,1 Il l'I' '1")~' 1 l'III,,,., In" "IH.IIIMIi \l 7 1H1,l " 11(11 \'1,111 l' I~I' t~I'I''''''II''~ Il tllI,," 1i1J.tllq IlI(,ll
Seconda parte LA GRECIA E I MESSAGGI DELL'ITALIA
,
v Questiolle IIl1ZiOllOle e c risi politica
III linee siralegjcbe della Grande Idea
In Grecia i tempi dell'unificazione nazionale fu rono diversi da qudli della penisola italiana. I motivi sono vari, ma possono essere hlAAruppati in due categorie. La prima riguarda j modi e i ritmi tJt,J]\Jrbanizzazione nel più Va5(Q territorio ottomano e balcanico; la fIII'(()Ilda il particolare carattere dell'equilibrio internazionale neU'area co 1.1 Mia articolazione in rappono alle singole situazioni nazionali. Il mo ndo greco era, allora, disperso in due penisole, dei Balcani e dc'll'Asia Minore, anziché compreso in un'area a forte coesio ne etni101 p:lmgonabile a quella italiana. Inoltre esso apparteneva a tre eoIh.\ .;talali quanto mai disomogenee: l'impero alternano, dove si Iro\,.IV;1 la sua parte più consistente, il regno greco e le isole dello Ionio !MIno giurisdizione inglese, All'interno dello stesso impero ouomano l,I f'O.'iiz ione dell'elemento greco si differenziava da una zona all'altr,I 1\ Creta, per esempio, dove non a caso si verificarono numerose rh'ohc, i rapporti con il potere ouomano e coi Turchi erano compieI.Ulle nt e diversi rispetto alle grandi città dcll'impero, dove i Greci I&Vt.'vano conquistato, sul piano economico e culturale, una posi zioIIt' di prem inenza rispetto alla popolazio ne musulmana. l 'aspirazioni' ullima, cioè il raggiungimento dei confini storici, era oomune a IIIUI, ma di versificata era l'individuazione delle tappe intermedie. ".Imc anche il diva rio fra l'obietti vo da conseguire e i mezzi di cui "I & .. po neva, vennero formulate tre diverse ipotesi strategiche!. "'cçondo la prima, si doveva procedere all'unificazione nazionale In mod o att ivo, con som mosse ed insurrezioni nelle regioni sotto· IIIt"i~' e attraverso lo scontro armato con la Turchia. I sostenitori di qlll''1t,1 Une;1 pro poneva no, tutlavia, metodi fra loro diversi: secondo NII lini l'miliali va '1 IX'[I,I V,1 .Ii Gr<.-'Ci, i qua li, mettendo le grandi {X), h-Il /t' di frollll.: ,II f,lU O ("OIllI')luIO, 1-· ilvrchhcro costrette ad appag"1.11 H, "I.'t f)ndo Hl! ,Ihd, I ( ,I t't I ,I VI{'hh('ro do vut o attendere lIna guerra "IIIIII'k'.! (I, ,il Umlll ', lfl "4 41111111 (tll lI~ , 1 W,llldL' pOtt.'n/,1 con 1:1 Tur-
~m/(Ia
/Xu'f('
chi:l, e po rsi, in questo secondo caso, il pro bl e ma dell 'allealo pii} affidabile da cui ricerca re amicizia e appoggio. In base alla seconda ipotesi, che emerse per il fallimento dell,l prima e per la sua comprovata impossibilità a realizzarsi, i Greci avrebbero dovuto attendere la dissoluzione dell'impero onomano ad opera deUe potenze europee. I sostenitori di questa ipotesi, infatt i, erano convinti dell'inelunabilità di tale crollo, poiché ritenevano in conciliabile la permanenza dell'impero oltomano con la diffusion l' della civiltà nei suoi domin i. Ln tale prospettiva il giovane regno doveva tenersi pronto, sul piano militare, in modo da rappresentart.· un alleato di tu tto rispetto, e su quello isliluzionale, nell'eventualit:l di dover subentrare all'amminist razione OUomana. Dal ca nto suo, 1.1 popolazione ellen ica presente entro l'impero turco doveva svilupp.. re il commercio e promuovere l'istruzione, per trasformarsi nel l:i classe dirigente del nuovo ~tato. Ne conseguiva che i governi greci dovevano portare avanti u na politica di amicizia con l'autorit .) ouomana, favo rendo per il momento l'integrit:l dell'impero ed op ponendosi ad una sua eventuale dissoluzione ad opera degli alt ri movimenti nazionali balcan ici. Secondo la terza ipotes~ infine, l'ellenismo si sarebbe imposto pacificamente nell'impero, senza comportare necessariamente un'in terruzione della sua continuità statale. Sarebbe stata la chiesa orto· dossa c he, sposa ndo la grecità con l'ecumenismo, avrebbe fum o ideologicamente da cemento per la coesione e il consenso degli alt ri popoli cristiani. L'egemonia greca si sarebbe imposta mediante l'istruzione e le attività economiche urbane, nelle quali l'elemento ellenico già premineva su quello turco e su quello slavo. Questa ipotesi,o\' viamente, comportava la pacifica coesistenza dello stato greco e di quello oltomano e la loro collaborazione COntro i movimenti nazio' nali separatisti. Sotto alcuni aspetti, tale visione coll imava con le {(.'arie e i progetti di riforma dello stato ottomano promossi da alcu ni politici turchi. 11 referente primo dell'idea d i una possibile co l laborazione greco-oltoma na era l'aristocrazia ellenica di Costanti nopoli. In tempi di riforme e d i attese d i una trasformazione federa k dell'impero, essa poteva tuttavia godere di un più ampio seguito l . La prima ipotesi, cioè quella più conforme alla tradizione nazio naie, trovò i suoi sostenitori nella monarchia, nei militari e, in alcun i momenti, nei partiti politici, soprattutto quello "russo" e quello .. fr:m cese,,; e, dentro l'impero oltomano, ebbe spesso seguito nelle p ro vince confinanti con lo stato greco e a Creta. L'ipotesi della pacifica coesistenza con la Turchia nel regno lilx ' ro fu sostenuta sopraltutto dai nloinglesi, ma, occasion:lllll c n1 (,!, :I n che dagli altri partiti politici; nell'im]:x:ro ollo nuno l'blx: i :-.uoi LIlI tori più fervidi nei ce ti urb.1ni . c he, co n k' d flll lll(' polit k hc <.Id pericxlo 1830-1856 (Ta nzim1t ), ;rVl'V;lI'() .Kqtl l.. 1t 4) dll ltt i 11\ UI (' n ot ~ · vo li v:mtagg i ('co nom Ì('1 Fml ,llllll(' Il' Ipotl ~ I tlll jlth .IV,IIIO, l'k'r l.1
.1('d,l, ~c lt e po lit iche ad c . . .'>C {.'o nfortlll. &·(.:o ndo la . I v r('hl~ dovul o ìmpcgn:lrc le M:': lr~ entl .He d i c ui
prima, il p:lesc disponeva nel Ik'h.'nzbment o dell'apparato milit :lre, rinviare pertanto ad altro temo l'o ogni ambizione di sviluppo economico, che appariva peraltro qLl,lIlto mai proble matico e ntro i ristretti confin i del regno. Secondo I.lh r.L, le continue agitazioni e le çx::rsistenti tensioni con la Turchia, ti' In solo non sarebbero approdate ad alcun risultato positivo, ma IVIl:bbe ro anzi peggiorato la silllazione dei Greci nell'impero e nuo, luto :1gli interessi dell'ellenismo. La Grecia doveva occuparsi $Oprat· I .. !l O del proprio sviluppo economico e culturale, e d iventare un p.ll''IC 5.1ldo e ben governato. Solo cosl, avrebbe finito per rappre""IlI,lre uno stato modello per gli irredentisti Greci e sarebbe stata in )tl ,ido di guadagnarsi la fiducia e l'appoggio degli stati stranieri, per '1 l1llCnl r:1rc all'impero ottoman~. Ogni ipotesi corrispondeva a concezioni e ad attese ~iver~ ~e~ loplnione pubblica riguardo al ruo lo dello stato. In altn te rmllll, il ]I!,)hle ma era se lo stato dovesse limitarsi a promuovere iniziative 1111111:11'10 dovesse anche favorire lo sviluppo economico e il benes... ·H · -,ociale. E se, da parte sua, la nazione dovesse stringersi intorno "I "ovrano o pretendere maggiore autonomia e la possibilità di un Il, ,Ilnbio dei partiti al potere. Nc ......,una della due ipotesi, in realtà, fu in grado di tradursi in una 11111"1politica stabile di lunga durata. Le interferenze straniere, i ripet\lllln ~~L ccessi, le pretese dei partiti politici e la stessa congiuntura '''4 )Ilo miça fav orevole agirono in senso contrario al concretarsi delI" pllma ipotesi. La trad izione ideologica della nazione in lotta, i ... ,plll ~ i pe rpetrati dall'amministrazione ottomana e da corpi irregoI.ul .11danni delle popolazioni rurali, le effimere speranze fomentate d .. 1rk.'rloclico riproporsi della crisi oriemale o dalla prospettiva di un "'lillino europeo, tolsero alla seconda la possibil ità di un radica!11I'rl10 dure vole. Così i governi, i part iti e le singole personalità pc11th be p:rsslvano, con grande disinvoltura, da un'ipotesi all'altra, con I~ lOIl ~gu e ll1.,a che nessuna di esse potè assumere una fis ionomia I (ull lt.·t,1 e dar vita ad una corrente ben definita con li nee di politiC'J. hllnl1.1 cd cste r:1 organicamente elaborate e articolate, come accaddr' In Il ,dia. D'altro nde, a parte il fatto che queste iporesi non richied,' \ .lIlO una mobilitazione di massa né un'injziativa dei cittadini, alla fllt .l~r , ltld t:' maggioranza dei Greci presenti nell'impero oltomano 111.11\\ .IV;ltlO possibilità concrete di partecipare alla vita çK)litica e, di ,( ,t)"t')(ul'nza, di da r vi l:I:1 fo rmnioni di portata nazionale, sulla base .Il vl~ io n e colllp l es~ i v;t dei prohlemi, A riprova di ciò, basti dire 4114 ', !loVl' l ,.. b tcV;1 l ln:1 vi!'1 po litiCI o r~anizzata, come nelle isole dello I, 111 11 1. 1 p.llill i l'hht,'l'I) .IIH III' Lln .1 prl'c:i",1 visio ne della questione IIHhlll ,lh' III p.111 Ii lLl.Il I' I 1,ldll " lI th'lIo Ionio no n si limitarono a 1lIl'lhli'll' l)t l.. l/ hlllt' "'!Ili tl lIl, 1111 ' ,h· HI' I ..o h· Idi" C l t·, !;! l' :! M>stc nerl::r , " tl liMI Il P 111.4 "I ,. '1'" ·1 t .. .11 11 li. 111111.. Ilht'I,IIlnrtt' {le'lla nal lo nc
t
"",1
&"O/l(J/I parlO
ellenica nel suo complesso. In ogni caso la Grande Idc3, in lutte le sue varianli, elevando l'obienivo nazionale a principio dell 'azione politica, alimemando l'allesa di una liberazione immineme e crC'.mdo gli st rumenti della sua diffusione, valse a consolidare la coscienza nazionale presso le popolazioni elleniche. Nonostante le molteplici versioni della Grande Idea, lo stato greco costitui, in ogni caso, il cemro nazionale dell'ellenismo, all'inizio per motivi ideologici, per motivi concreti verso la fine del secolo. Da questo punto di vista, il confronto col ruolo che il Piemonte aveva giocalO in Ilalia fu frequente nei contemporanei, Greci o meno che fossero, cosi come lo sarà in seguito. Di conseguenza, gli eventi interni del regno greco, sebbene non fossero determinanti per la p0polazione ellenica nel suo insieme, si caricarono di significato, non solo perch~ condizionarono la politica estera, ma anche perché anirarono ['attenzione dell'elemento ellenico e ne influenzarono, complessivamente, le prese di posizione I motivi di fondo e la natura della crisi del 1859-1862 Dopo la guerra di Crimea, la vita politica della Grecia attraversò una fase interlocutoria, che sfociò, nel triennio 1859-1862, in una crisi istituzionale e nella destituzione del re Ottone. Per spiegare tale crisi, che fino ad ora non è stata oggeno di un'analisi storica4, si possono individuare due o rdini d i motivi, d i cui i primi riguardano le cause della crisi stessa, i secondi le ragioni per cui essa prese un carattere antidinastico. Tra le cause della crisi vi è, in primo luogo, la notevole trasformazione del quadro economico che si ebbe in Grecia sul finire degli anni 'SO. Sebbene lo sviluppo dell'economia fosse irrilevame rispello a quello che si andava registrando nell'Europa occidentale, le sue conseguenze furono tuttavia visibili, dato che si concemrarono nei centri urbani. D'alt'ra parte, esso va rapportato allivello zero da cui la società greca era partita una generazione prima. Nelle città, l'incremento e l'assestamento della popolazione, lo sviluppo del commercio, la crescita dell'app-.uato statale, l'attività delle scuole superiori fecero emergere bisogni nuovi, rafforzando il ruolo di alcuni gruppi sociali come i liberi professionisti, gli intellettuali, i commercianti e gli impiegati statali s. Nel periodo 1859-1862, SOltO l'influenza delliberalismo e uropeo che diede alimento alle inquietudi ni politico-istituzionali, si sviluppò una critica genera1izza t ~1 nei confronti del regime, cosicché le città divennero il terreno propizio alla maturazione della crisi politica Un altro motivo delerminante fu il fallimento, neI18S4, dell'ipotesi di una soluzione alliva della questione nazionale. Tale falliment o mise in crisi gli schemi ideologici che avevano dominato nel primo Ircn le nnio d i ind il>cndcll/AI na 7ion:.t lc.
I"a hro l'occupn ione milharc della capila le da parte della Francia dcll'lnghihera, cioè delle due polenze che, nel panorama ideologin> dell'epoca, avevano assunto il ruolo di protettrici, di alleate e di 1I1<xlelli, contribuì a lungo andare al venir meno della fiducia della Il.llJo ne nei confronti del governo e delle sue scelte politiche. ConIlC:,.o;O con questo motivo fu il mutamento dei rapporti di forza nel Mt-d iterraneo orientale a favore dell'I nghilterra. Infatti, da quel molIlento in poi, il governo greco non ebbe un gran margine di mano\r;l, per mantenere un'equa distanza tra le grandi potenze e per ("(luilibrare le loro influenze/>. Per tutti questi motivi, e anche per la l'tI,,:omparsa della maggior parte dei leader della generazione postIlvoluzionaria, si dissolsero le vecchie formazioni politiche che aveV t 100 costituito, pur sempre, un fattore di equilibrio del sistema di Koverno nel periodo mtoniano. La crisi era riconosciuta da tutti, ma veniva diversamente interpr'ctata. Una piccola minoranza, composta soprattu((o da intellettuali, Ira cui figuravano Konstantinos Paparighòpulos e Stèfanos KumaIIÙdis, la attribuiva all'inadeguatezza della classe politica. La maggio1,lIl za ne riteneva, tuttavia, responsabile la monarchia. La crisi assunM', cosI, un carattere spiccatamente antiottoniano, soprattutto per la i tntralizzazione del potere, per il carattere autoritario e paterna1istico IIdl:\ politica del re e per le sue continue violazioni della costilUzione, 1':1 persona di Ottone d ivenne il bersaglio di tutte le proteste e gli ItIl;lcchi. Anche se non fu messa in discussione la natura del regime, 1;1 mancanza di un erede mise in crisi il futuro della dinastia. I>oiché la monarchia, in Grecia, non aveva radici, i sostenitori di I )ltone erano occasionali, numericamente esigui ed instabili. Al conliMi per il carattere complessivo della crisi, nel campo opposto lonfluivano di continuo forze nuove e le più disparate. Ad esse si ~AAiun sero anche i ceti borghesi dell'impero e della diaspora, che u'(.:Ia mavano una convivenza pacifica con la Sublime Porta e rifor!Ile di tipo liberale. Tali aspirazioni venivano incoraggiate dall'lnghillC'n ;1, la potenza aUora dominante nel Mediterraneo orientale, la quale Ik'ra llro no n poteva non essere assecondata, rappresentando l'unico pUlcnz-i:.le alleato7. Cast il nuovo rapporto di forze scatu rito dalla guerra di Crimea ~ I riflesse all'interno del paese. L'influenza inglese guadagnò largo ~'~Who negli ambienti politici ellenici, sia dentro che fuori del re~ I'(), C si rafforzò il campo anliottoniano. La monarchia tentò di affrontare la crisi con i metodi consueti. A~l dapprima con misure aUloritarie e in una logica repressi va, ma r""I l) t hi us.... in un circolo viz.ioso cii crescente lensione, che aggravò I ~I (rhl Poi b;ll! " la :-.Irada dei l'imp:lsli governativi e della strumen1,11I1I.17ionc di 1')Olltki ~ hl' ~I , kfll101 cv:mo nelle grandi potenze, ma Iltll ht' In (llIC!'!1CI (, l ''>i) "("I II, ' Il .. ultatl p()~Ìlivi Inf:llli, i vecchi partiti, 1 /11' Il f l'~I IIl (' "I t'l,I 111I1I1I,11I1"'I0I1I1 0 1l,lft', In r(',III:' non esistevano 1'1;1
t'
/Il
.)('(OIulf/ ,WIr!O
piÙ. Giocò [:>e.r ultima b Glrt a dcll'irred c:ntismo, la quale tuttavia, per Il. r~ente . falllln e~t o e per la mancanza dcll'indis[:>enS:lbile consenso, fml per rllOrCerSI con tro il re. . In verità: la crisi degli anni 1859-1862, superando le ragio ni specifIChe da cu~ ~veva.pr~ l'avvio, assunse le dimensioni di una più generale CriSI degl! onentament i della politica greca. Ma lgrado le grandi attese del sospirato mutamento, essa mostrò tutti i limiti dei suoi obieu ivi, che restavano il re e il ..sistema», cioè il governo i funzionari e il loro modo di gestire il potere. Poiché il «sistema,. n~n traeva la sua autorità da altri che dal re, la persona di Ottone diven ° ne l'inc-.unazione del .. male generale,., indipendentemente da qualsiasi ragione obiettiva. Il campo dei realisti, dei .. devoti,., era composto soprattutto da due gruppi. Il primo includeva Greci colti, rientrati in patria dalJ'estero che ricoprivano alte ca riche nella macchina dello stato, ma non dis~ne vano di un potere politico autonomo; l'altro comprendeva gli epigoni della leadership militare della rivoluzione, i qual~ pur non essendo dotati di particolari competenze, erano chiamati di preferenza a far parte dei governi poiché mettevano a disposizione del re la loro influenza loca le, Nel primo gruppo rientravano uomini come Nikòlaos Dragumis, Markos Renieris, Alèxandros Rizos Rangavìs; nel secondo, come Ghen nèos Kolokotrònis, Amonios Miaùlis e Spiros Mì:liru-8, L'opposizione era, invece, un insieme eterogeneo di forze senza coesione, arricchito di continuo da quanti abbandonavano il campo opposto. Anche in eSSo1, però, è possibile distinguere due tendenze. La prima era rappresentata da gruppi e personalità uscite dalla dissoluzione delle vecch ie aggregazioni partitiche. La sua linea di demarcazione dal campo dei realisti era piuttosto fluida. Molti dei suoi .Iea~er p~ov~~iv~no dai gra~di proprietari terrieri, dai magnati locah, dal capi militari del 1821, da l fanar iOli e da quanti si era no fatt i una posizione sociale nel periodo del Kapo:Hstrias e di Ottone. La loro forza economica derivava, insieme, da rendite agricole piuttosto cospicue, da attività speculative di altro genere e dal ruolo ricoperto nell'amministrazione stalale. Partecipavano alla vita politica, emergevano e mantenevano una rete clientelare. Tra loro non esisteva alcuna convergenza di principi: alcuni si ispiravano al liberalismo del vecchio partito filoinglese, altri, come Dimitrios VOlgaris Konstantinos Kanaris, Benizèlos Rufos, Dimitrios ChriSlidi s: Alèxandros Kumundùros, Thrassìvulos Zaìmis, avevano concezioni politiche estremamente autoritarie. . La sec~)Ilda tendenz~, dotata di minor peso politico, ma d i maggior coes ~ one e determmatezza, e nOta come ..giovcnt lh, compft:!ndeva tUltl coloro che si erano d istinti nelle m:lIlift" I:t:lioni :1I, tiottoniane, Erano soprattutto giovani intelk'lIuali, ut (ltl.l ll (Ii j.(1',ldo lnft... riore e impiegali sl.uali, e mo lli di loro ,IPI),lIh'I1t'"" IIlf) ,111(, Hf;lIldi famigl ie dell 'c(XK';1, Tr:II;'V;1Il0 1 loro m odl' lI 1 I l.· 11114. hll'(', t (Hl un H'
III (" " ./11 " I
'/II '\.\(/AA' (/(I/I 'I/(//((/
ritardo di dil.'Ci :1I11l1, d,llk nv()IU/lor1i dci 1848 e dai loro tcorici, ma m:lncava no di cocrcnl;1 ideologica. Per la maggior parte furono fatti oggetto di per!>(.'cuzioni e furo no esiliati dal regime. Dopo la deposilione di Ouone, diedero vita all'associazione «Rigas Ferèos,., espres, ione delle istanze liberali in comrasto coi politici tradizionali che aveva no preso il potere. Però la coesione del gruppo non fu duratur;t. I suoi membri, assorbiti da l quadro politico, persero qualsiasi connotato ideologico autonomo. Tra i più rappreselllativi di loro furono Ep:uninondas DeLighiorghis, Odisseas làlemos e Anaslàssios Gudas"'. Le richieste dell'opposizione sono in gran pane riassunte nella ]>elizione che il Kanaris sottopose a Ottone il 12 gennaio 1862 Essa o;Ollecitava il rispetto della costituzione, la fin e delle interferenze del l'e nell'attività del governo, la definizione, in base alla Costituzione, dei poteri del re e del primo ministro, l'abolizione de! gabinetto del re, l'integrazione del senato con nuovi membri provenienti dall'opposizione, lo scioglimento del parlamento, la proclamazione di nuove elezioni e la garanzia del loro regolare svolgimento. Ch iedeva, inoltre, l'emanazione di una nuova legge, più liberale, sulla stampa e l'istituzione di una guardia nazionale sul modello belga o italiano, In CU11po economico sosteneva il risanamemo della finanza pubblica, l'On la regolamemazione dei prestiti e il riordino degli impegni fin:mziari del paese. L'opposizione accusava Ottone di aver scoraggiatO le iniziative imprenditoriali, in particolare dei Greci della diaspora, l he intendevano investire i loro capitali nella costruzio ne di ferrovie e nel settore mariuimo lO, La lotta antidinastica prese l'avvio, tra il maggio e il giugno del 1859, con manifestazioni popolari alle quali il governo rispose con la re pressione e col carcere. Nello stesso periodo, si sviluppò anche un'intensa campagna contro il regime sulla stampa e in assemblee rommemorative od occasio naIi. Dalla fine del 18S9 alla fine del 1860 ,i formò, all'interno del parlamento, un blocco antigovernativo, che, in seguito a ripetute defezioni dall'area politica filootloniana, contjUbl Ò la maggioranza, tamo da poter ri vendicare, nel novembre del lH60, la presidenza dell'assemblea. Ciò che provocò l'intervento del 1\.' t! lo scioglimento del parlamento, Le elezioni che seguirono, in oCC:lsione delle quali si mobilitarono l'intera macchina statale e l'eserr ho, per influenzarne il risultato, dimostrarono la deoolezza e l'inefficacia di una lotta condotta all'interno delle istituzioni. Così, l'anno dopo, prese il via l'organizzazione di cospirazioni, con la partecipaIlone di militari e civili. Una vasia rete cospi ratoria fu scoperta nel 1ll,IAAio del 1861; c, nel settembre dello stesso anno, si ebbe un atten1.11 0 :dl:t vita della regina Amalia, Nel febbraio del 1862 le cospirazioni ..,Iodarono In l'1VO I!I.' milit ari,:1 Na uplia, a Sy ra, a Tripoli e in altre t HL' Andlt' '>l' Il rq(lt1H' 11\10.;{1 ,I ,offocarle, nel mese di ottobre la ,o!!t- v,l/ic1111' , I I-Wllt ' I ,dl lltl, lon 1.1 p,1I tl.'(' II>:I/;onc dell., gu.,rdia milit,IH' di AIt'11e' l ' di t h III. l ' III dII 111.11 .1\ ,1 1,1 dl'cldl'nl,l ddl:l dina!>ti:!.
,
St'Co"t/(/ /Xu'ftJ
In quel triennio, l'unificazione italiana ebbe un'influenza dirett:l sugli eventi greci. l suoi assi portanti, la stralegia dci mov imento nazionale da un lato, quella della riorganizzazione politica dall'altro, ebbero vasta risonanza in Grecia, poiché rispondevano a problematiche analoghe. Il suo spettacolare successo e il cara nere liberale del regime che ne derivò le diedero un valore esemplare. Ad agevolare il carattere diretto di tale influenza valsero la vicinanza dei due paesi, la fiua rete dei loro rapporti, la lunga tradizione dei loro scambi culturali e, infine, le analogie del loro sviluppo storico cosi com'erano avvert ite dalla coscienza dei contemporanei. Il principale sostenitore d i tale idea fu Andreas Rigòpulos, eccentrico intelleuuale e politico di Patrasso. Egli sosteneva che la Grecia e l'italia, .le due sorelle.., avevano un destino storico comune e il compito di diffondere la civiltà nel mondo lL• Concezioni analoghe erano diffuse anche dai profughi politici italiani, i quali insistevano sul comune passato classico e sul p~rallelismo, nell'età moderna, delle lotte per l'indipendenza delle due nazionjl2. Per concludere, a creare un clima di obiettivi e di lotte comuni e di particolare sensibilità nei confronti dei messaggi del Risorgimento italiano contribuirono, oltre ai numerosi volontari dell'una e dell'altra nazione che presero parte alle lotte dei due paesi, l'ispirazione universalistica dei movimenti nazionali dell'epoca e la fede in un generalizzarsi delle rivoluzioni per l'emancipazione dei popoli europei. Questi messaggi furono recepiti dalle forze politiche greche in stretto rapporto colle esigenze e con le caratteristiche ideologiche di ciascuna di esse. Non si trattò tuttavia di un'accenazione puramente passiva. Le prospettive che apriva il modello italiano, o c0munque la sua trasfigurazione, indussero infatti gli imeressat i a ricercare l'alleanza e la collaborazione con le forze poli tiche ad esse simili in Italia
..,
VI
l/eco dell'u.ni/icclz;o ue italia.na in ambiente ellenico
I e ripercussioni del Risorgimento italiano nella Grecia libera Per trattare della risonanza che l'unificazione italiana ebbe nella Grecia libera, occorre distinguere tre fasi. Nella prima si definl l'aspeno esterno dell'evento, nella seconda si passò alla comprensione dei suoi meccanismi interni e delle sue forze motrici, e il Risorgimento italiano ru :Issunto a modello, nell'ultima si tentò di proporre un'azione analoMa in Grecia In questo capitolo ci occuperemo della prima fase. IL DEFINIRSI DEll'IMMAGINE. L'immagine iniziale dell'unificazione italiana si formò sulla base delle informazioni che arrivavano dalla vicina penisola, rielaborate però dai loro vettori e tradotte in codici pII) familiari. Tale immagine, che esprimeva e al tempo stesso alimentava l'attesa diffusa di grandi ca mbiamenti, fu efricacememe descritta da Andreas Rigòpulos nel 1859: .Noi ci troviamo alla vigilia di grandi eventi. Il mondo del passato cade per sempre e la società eu ropea si sta avviando verso un futuro migliore. Il moto morale e m:lleriale del nostro secolo sta abbanendo, uno dopo l'altro, tutti gli OI>lacoli frapposti. L'orieme e l'occidente sono scossi. 11 giudizio univer~de delle nazioni è in gestazione. Tra poco gli istmi di Suez e di P.m:llna saranno tagliati per unire gli oceani, cosi come la libertà unirà 1m loro i popoli. Il commercio è destinato a svilupparsi, mentre la (;recia e l'Italia, indipendenti e libere, porteranno attraverso le nuove vie la civiltà universale da un polo all'altro. In una cosi radiosa vhlone, ill uminata dalla luce della divina sapienza, già sobbalza la ml;t anima, nel suo dolore,.u. Ir, questo clima che ca ricava gli eventi di incalcolabili prospettive, la guerra del 1859, che fu il primo atto dell'unificazione italiana, venne interpret:lw come il scgno della nuova strategia con cui l'imper.ll ore fr;ITKcM', de.'MltO " lI cce~ re di Napoleone Bonaparte, si di,ilO:.I ";IV:1 e..lP,1I (' 1111,1111111 ,111: I.. ("'ionomb dell'Europa, cii rivedere i 11 1111 ,111 dd I H I ~ (' \ 11 H I ~ IItI(' Jco n,lIlonl M)1I0Illesse I4 •
.,
~l'(; {) l/(lfI IXIII(!
Tale impressione, che provocO l'esplosionI.: di lJlI ,Lnl'."O :-,pi rito filofran cese, naturalmente venne alimentata da ll:Lpoll! lt.::l de magogica di Napoleone m, ma trovò in Grecia un fertile lerre no. Più. precisamente, per giustificare il suo attacco contro l'Austria, Na po leone III diffondeva l'idea che, con esso, si inaugurava la guerra de d'Europa delle nazionalità,. contro «l'Europa dei trattati,.. Questo è il contenuto di un opuscolo uscito dall'ambiente di corte, che vide la luce anonimo a Parigi, nel gennaio del 1859, e fu immediatamente tradotto e pubblicato in Grecia, nell'aprile dello stesso anno, suscitando grande impressionel5• La propaganda dell'imperatore trovò favorevole accoglienza in Grecia, poiché il mondo pol itico era orientato, nel suo complesso, verso le grandi potenze, dalle quali si attendeva il sostegno e l'aiuto neccessari per conseguire gli obiettivi nazionali. Significative sono a proposito le testimonianze di Alèxandros Kumundùros e di Epaminondas Delighiorghis. Il primo proclamava: ~$e la Grecia sarà costretta a difendersi contro un'ingiustizia, i suoi protettori non vorranno abbandonarla,.l~ il secondo sottolineava, a sua volta: «II regno ellenico deve essere il satellite dell'Occidente e il sole dell 'Oriente.p. Nel giornale «I1ios» di Panayotis Smsos, troviamo riassunte queste posizioni: «La linea politica del paese deve identificarsi colla devozione alle due Potenze. Se la Grecia vorrà fare questa scelta, diventerà indispensabile alle due Potenze, l'Inghilterra e la Francia, e diverrà il loro braccio destro,.18. L'unica voce dissonante, ad Atene, proveniva da un ambieme del tutto diverso, quello radicale delle isole dell'Ionio. Panayotis Panàs ammonì sul quotidiano «To Fos,.: «Siate diffidenti nei confronti dell'uomo del 2 dicembre, del boia di Roma, di chi ha comlY,1ttuto a favore della Turchia,.. Tale posizione godeva, però, di un limitatissimo seguito ed era per lo più circoscritta ad ambienti del mondo giovanile 19. !L RUOLO DEL MITO. Le attese nei confronti delle grandi potenze erano dovute non solo all'idea che la Grecia costituisse un prolungamento dell'occidente cristiano e civilizzato verso l'Oriente, ma anche al mito del crollo imminente dell'impero ottomano. Tale mito, che investiva i fatti di una dimensione fantastica e di una forza probante, per restare attuale, doveva continuamente trasformarsi. Fu cosl che, nel 1859, governo e opinione pubblica, ambienti informati e disinformati, condivisero il sospetto che la guerra fosse il primo passo di un accordo segreto tra la Francia e la Russia per disegnare nuove zone d'influenza in Europa. Tale sospetto, peraltro, era aS:5ai diffuso anche in Italia e nel resto dell'Europa, poiché incarnava il lusioni ereditate dalla tradizione e le rendeva attuali. Esso prendeva, tuttavia, significati diversi nei vari comesti po litici c nazionali. I democratici europei ne traevano motivo di rimol"", Pl'IC h ~ rit c;:nevano che la cospirazio ne dei due ne mici più 1tI,Lndl dvll :1 ri volmio-
n ~, il I3on:lp:llll' l' 1(1 '/, 11 , , L \l'~ ..e COll'l e obie ttivo di restaurare 13 l'cnione c di !'!oppll rllèn.: I:Lliberi :' dei popoli )). In Grecia. al COntrario, tale sospc!lQ :Lli Lllt!ntava le speranze di libertà: «Apriamo dunque ambedue i nost ri occhi e puntiamo con il primo la Francia e ,on l'a ltro la Russia"lL. Ricerchiamo ora nei faui reali la genesi del mito. La Russia perseguiva l'obiettivo della revisione dei trattati del 18:;6, a lei sfavorevoli, e, sebbene fosse ostacolata nelle sue iniziative da seri problemi interni, ritenne opportuno, per raggiungere il suo scopo, di avvicinarsi alla Francia e d'indebolire l'Austria. D,Il canto suo la Francia, per preparare la guerra contro l'AlIStria, doveva assicurarsi, tra l'altro, la neutralità della Russia, per scongiurare l'eventualità di un contrattacco prussiano. Nel settembre del 1858, le proposte francesi furono trasmesse allo Zar da Gerolamo Bonaparte, a Varsavia. Napoleone III non s'impegnò alla revisione dei trattati del 1856, mascherò tuttavia tale rifiuto sotto la proposta, allettante quanto vaga, di una più vasta alleanza, che avrebbe portato alla creazione di due zone d'influenza, quella dei popoli btini, spettante alla Francia, e quella dei popoli slavi, affidata alla I~Llssia. Da parte russa, però, la proposta fu respinta:a. Dopo la guerra, nell'aprile del 1860, iI primo ministro russo, Aleksandr Gorcakov, cercò di promuovere un accordo con altre forze europee, allo scopo di controllare l'altuazione delle riforme e la condizione dei cittadini cristiani in Turchia. Le sue proposte, però, furono sostanzialmente respinte e ridotte al livello di un'inchiesta ;lmministrativa condolta da funzionari ottomani23. Nel settembre dellB60, Napoleone Ul rinnovò la sua proposta di lJn accordo globale, con l'intenzione di ostacolare l'avvicinamento della Russia alla Prussia e all'Austria. Più esattamente il ministro degli esteri francese, Louis Thouvenel, promise al Gorcakov che la Francia, nell 'eventualità di una nuova crisi dell'impero ouomano, non si ~Lrebbe opposta al protettorato unilaterale della Russia sulla Bulgaria; propose, inoltre, un'azione comune delle due potenze, nel caso di un suo crollo. Ma anche le nuove proposte francesi ebbero la sorte di quelle precedenti24• Il comenuto delle trattative franco-russe rimase segreto. Però gli incontri tra i rappresentanti delle due potenze furono una prova 'illfriciente per alimentare le voci che venivano diffuse, non solo da ~iorr1alisti e da uomini politici, ma anche dagli informatori ufficiali dci governo greco. Così Dimitrios Kallerghis, ambasciatore a Parigi, nell'agosto del lB61 comunicava al suo governo: «La Turchia è finila .. ; e :lggi ungeva che l'esercito francese lasciava il Libano per non .l''slstere al cro llo delb Turchia25. Persino un osservatore attento come Spiridon Trikupis $cri vev:l (1:1 Londra : « ~ imminente una guerra l'u r'ope:l»; c 10:1nnh S llt-.OS, in v i ~l11d o da Pielroburgo informazioni tkll0 "'lc,,-.o 1(;: n01l..', lon .. l»(Ii..v, I (LI j.tovcrno di appoggiarsi soprattutto :.11 ,1 l''r,II) ( L.1ft
H'/
SccomJfI IX,,'If)
, In un cJi~:t cosI favorevole all'accettazione del mit o, ('Hn i episod.IO ~ondan? ve~iva fa cilmente deformato e usato come prova del ri volgimento Immmente della mappa politica europea. A gioca re tale ruolo fu sopranutto l'opuscolo di Edmond Aoout La nuova carta ~ell'E~ropa, dove si prevedeva un grande impero ellenico su tutto li terntono occupato dagli Onomani, nel contesto di un'Europa ridisegnata. In Gr<.X:ia si ritenne che l'Aoout interpretasse la volontà di Napoleone III, poiché nessuna pubblicazione poteva uscire senza la ~ua ~p~rovazione, data la natura poliziesca del regime francesen, Tali J!lazlo~l, ~r ~rbitrarie che fossero, in qualche modo si giustificavan? Le.llluslOIll erano alimentate, infatti, dalla politica fluida, contraddmo na e ~emagogica dell'imperatore francese. Il quale, ad esempio, nel febbraio del 1860, aveva dichiarato a Costantino Nigra inviato del Cavour a Parigi, che avrebbe posto Ottone sul trono d;' Costan' tinopolj28. LA CONCRETEZZA DEI fATTI. Nel mito dell'intesa franco-russa ossia dell'i.niziativa francese per la liberazione dei popoli, con la sua iogica mamchea, prese forma l'immagine che le forze politiche greche si ~rano fana delle contraddizioni presenti all'interno del paese e alI estero. 11 mondo. appariva diviso in due campi opposti: in quello c~e tendeva alla ltbertà e al progresso, trovavano posto, con piccole differenze e a prescindere dalle loro reali intenzioni la Francia la Russia, l'Italia e l'Inghilterra; in quello soggetto al dis~tismo e proteso alla repressione dei popoli, l'Austria e la Turchia, La Grecia doveva appartenere al primo. La contraddizione internazionale si riproponeva all'interno del paese secondo la stessa logica manichea. CosI la monarchia, accusata di dispotismo e di ostilità alla nazione fu considerata un avamposto del campo avversario in Grecia, Secon~ do quella logica, ciò spiegava la sua politica: od Greci -scriveva il q~Q(idiano "Avghr,- attribuiscono all'influenza austria~a ogni avvemmento che si registra in Grecia,.29. Cast la tipologi~ ~eU~ guerra di liberazione italiana venne trapiantata nella lona pobtlca IIlterna della Grecia. Alle manifestazio ni studentesche (.,Skiadikà.. ), i partecipanti si autodefinirono «garibaldini»" e le dimostrazioni di solidarietà nei confronti dei «Francosardi.. as~ sunsero il carattere di una protesta COntro la politica della mo narchia. ~ni loro vittoria rafforzava il morale dell'opposizione "PerC~é sIamo cresciuti di un palmo dal giorno della guerra francese?,., SI domandava il quotidiano "l1iOS,.; e rispondeva: "Perché in Grecia ha soffiato lo zeffiro della libertà dei popoli,.JO. .Le basi dell'accusa rivolta ad Ottone, di essere un agente dell'Aust~l3, furono sopranuuo i suoi vincoli di parentela con 1:1 cort e di Vlenna, la sua am icizia con l'a mbasciat ore austriaco ad Atene, Anlon von Prokesch-Osten, e il suo tentat ivo di us..1 re l'in fluen~1 aU.'>lriaca per allontanare le truppe :tng!o-fr:tncc.,i {' L, r c:.ldcrc il J(ovcrno
""
11/ (./1'.1"
l'
I /1II '\\II}(1l1 del/'Uallll
Mavrokol"d:\\O., ",,:1 IH-;S'I. l ,I prov.l delle sue tendenze nlc.1.lIstrÌ3che f LI individu:HlI nel fano che egli no n approfittò della guerra contro l'A uslria, verosimilmente segnale di una nuova riscossa dei popoli, per paS5.1.re a un'attiva politica antiturca. La pubblicazione, su un quotidiano francese, di un documento falso e la diffusione di un'informazione inesatta furono assunte a prova di tale politica e le accuse furon o en fatizzat e al punto da provoca re un vero terremoto. Il documento falso concerneva un ;lccordo segreto del governo di Vienna con la Sublime Porta, contenente la garanzia dell'Austria che la Grecia non avrebbe approfittalO della guerra per dare l'avvio ad iniziative rivoluzionar!e. Le assi: curazioni di Vienna furono prese come prove del tradImento di Ottone. L'informazione inesatta, riguardava, invece, il permesso del Roverno alle navi austriache di battere bandiera greca, In effetti molti .trmatori greci di Trieste avevano chiesto questa agevolazione, che però fu negata dal governo greco. A parte l'uso strumentale che se ne fece per dimostrare il tradimento di Ottone, l'accusa testimoniav~ anche la preoccupazione degli armatori greci di assicurarsi il massimo profitto dalla guerra in un regime di non concorrenza~. Naturalmente non fu difficile al governo dimostrare, non solo che le accuse di voler favorire l'Austria erano infondate, ma anche che, ;Il contrario, erano state proprio la Francia, la Russia e il Piemonte a (.'hiedere ad Ottone, con la minaccia di occupare la capitale, di non "l'profittare dalla guerra per insidiare la Turchia. Tali pressioni, ini,I:tte giii prima della guerra, si manifestarono nelle relazioni dei tre ,Imbasciarori greci al governo Miaùlis, in occasione della visita ad At ene del granduca di Russia, Costantino, il 15 aprile 1859, e nelle dichiarazioni verbali dei governi inglese. francese e piemontese agli .unbasciatori greci a Londra, Parigi e Torin0'3. Tuttavia, più forte di qualsiasi smentita era la schematizzazione Imposta dal mito e la sua necessità ai fini della lotta politica. Cosi il quotidiano di Emmanull Antoniàdis, .,Athin:h, normalmente lucido, In quell'occasio ne scrisse che, anche se il patto austro-turco era solo un bl uff, reale era la politica che l'Austria portava avanti in Grecia per «paralizzare le forze naziona li,.~. Più chia ra è la lettura ideologica dei fatti reali che si trova sul tluotidiano "Eòn ..: come la Grecia non era il governo, ma la nazione WCCl, cosi la Francia non era interpretabile attraverso le dichiarazioni diplomatiche, ma attraverso l'origine rivo luzionaria del regime di Napok'One III. Essa rappresentava, pertanto, la rivoluzione; e la sua V('r:1 politica nei confronti della Grecia erano le dichiarazioni rila"d:1te d:lll'imper:II Ore in Italia". CIII"1 1>1 (;()vntNo. MhNlJ1I'STh710NI I)t 1'1l.0TP.STA, COMlThTl D1SOLIDAll.rETÀ.
PC,'I qU:lnt o il) VOt. .1''''(' un.1 '-i In ,I di RetlljJo /ltlk delle gra ndi potenze, la 1lI( 1II,lre; III.. dhllo"" n cIII I llldlvhkrc :lI1clù:ssa le illmioni dell'opposi-
.,
fil I . H·'I" l' I " ,{' ...vl~1 (I('/I'l/a{/(I
zio n1.:. Infatti. per dar p rova della sua disponibill l.\ ..1 p.lrt<.'d pare al nuovo gioco, a fia nco d e ll~1 Fr.:lIlcia e della Russia, e ,x:r v~LIlificare, nello stesso tempo, le proteste e le accuse alla sua persona, Qllone decise di far ricorso alla tattica, ormai consolidata, di formare governi con politici vicini alle forze di cui voleva assicurarsi il favore ... La situazione europea, -commentava il quotidiano "Ilios~,- e lo stato di agitazione di Atene resero urgente, se non altro, la necessità del cambiamento del ministero"j(j. 11 28 maggio 1859, Ottone decise, quindi, di affidare l'incarico della fo rmazione di un nuovo governo ad Andreas Metaxàs, veterano della politica e capo del partito filo russo, il quale convocò Konstantinos Kanaris, leader dell'opposizione, Dimitrios Christidis, Dimitrios Kallerghis e Thrassìvulos Zaimis, politici filofrances~ Efstàthios Simos, amico dell'ambasciatore inglese, Markos Renieris e l'anziano politico di Idra Ghikas Ghiònis. Tuttav ia le profonde divergenze che emersero nelle posizioni e nelle valutazioni dei politici che Metaxàs aveva interpellati, ed anche il fatto che l'opposizione non avesse ancora definito la sua linea, fecero fallire l'iniziativa. A quel punto, il re ritenne che l'unica soluzione possibile fosse il rimpasto del governo Miaù!is con uomini «che con la loro autorità e il loro peso politico potessero frenare i tentativi di sommossa..37• Nel nuovo governo, quindi, fu nominato ministro degli esteri AndrC""d.s Kunturiotis, fino ad allora ambasciatore a Costantinopoli e amico personale del mini· Stro degli esteri francese Thouvenel. Inoltre entrarono a farne parte Rigas Palamldis, proveniente dalle file dell'opposizione, Thrassìvulos Zaìmis, che sarebbe passato all'opposizione un anno dopo, e Spiros Mìlios. Il fano che a quest'ultimo venisse affidato il ministero della guerra, fu visto come un .,piccolo riflesso, -perché piccola è anche la Grecia,- dei rapponi politici fra Russia e Francia",JII. Immediate fu rono le reazioni sia dell'amb--asciata inglese che dell'opposizione, tanto che, pochi giorni dopo il suo giuramento, egli fu sostituito da Dimilrios Marku Bòtsaris.ll Miaùlis propose un portafoglio anche al Kallerghis, che era amico personale dell'imperatore fran cese, ma questi preferl l'incarico di ambascimore a Parigi}'}. Il rimpasto del governo non eboc, tuttavia, gli effetti auspicati né all'estero né tanto meno all'interno. Tra il maggio e il giugno del 1859 Atene divenne teatro di quotidiane dimostrazion~ che si estesero anche a Patrasso e a Nauplia, dove si mosse anche il corpo di guardia 10Cl> 1&1. il governo reagì con arresti, vietando i comizi e pattugliando con milizie la Capitale e le altre grandi città; e anche i gruppi dell'opposizione, pur denunciando le misure go vernative, presero le distanze da lla mobilitazione popolare, che giudicarono non solo inutile ma anche pericolos.1. Il loro fine era deviarla verso azioni non sovversive: ", F;It... ciamo in modo che il sentime nto nazionale trov i il suo shocC(> natll 1".Ile, per non provoca re un'cru:rJone, SOII O la cu i lav.l ',010 1) 10 ' I (llUml ed ifici s uebbc ro d{.~t i nali :1 :-<:o l11p:lri.-(.: i rrH lI~'( II , l hl1 l1lt·ntl·.~' 'l},
Pe r qucsto moti vo I H.'(];Htori di .. EÒn .. presero. l'in i~iat.iv~ di un~ Kr;tnde collett:1 "rK'r l'inv io c l'equip:lggiame~to di Itaha m, Fra~.ces~, (ireci e di quanti altri inte ndessero portare aIUto alla lotta pe~ I mdlpe nden 7..a jtaliana ..4L• Essa si qualificava politicameme come f1sposta ,I\I'ailuo che j filelleni francesi e italiani avevano dato alla lotta del 1821 e sulla base della «devozione al principio di nazionalità ..42 • Della r.lccolla dei fondi fu incaricata la «Commissione Centrale di ~t~n~ .. , t"Ol11posta da Andreas Metaxàs, Alèxandr~)s Ma~rocordàtos, D!mltno~ Vùlgaris, Dimitrios Christìdis, Gheorghlos Psillas, Stavr~ ~~~chos, loannis Th. Kolokotrònis, Christòforos Perrevòs e loanms Fllimon: Una parte della somma che si riuscì ~ metter.e .i nsieme,. fu dat.a ~I profughi italiani del 1848, per consentir loro di f1entr~re I~ patria, ~ r~to fu consegnato al re d'Italia, per il soccorso del fenll e degli orfani di guerra-o. I: IN DI VIDUAZJONE DEL\.A DINAMICA DE\. RlSORGIME:s"TO lTALI~~O. Sia le dimostrazioni popolari sia le manifestazioni di so\idari~tà stlllt.er.rupp1.:ro dopo la tregua di Vil.lafranca, che, secondo Il ~u~ttdlar:.~ .. Avghl .. , .. distrusse le dolCI spera.n,ze s~ll_futuro dellOnen~e .. , Inge ne rando diffidenza verso la pohtlca di ì\~poleo?e III. ,.. LasC1~~o d.1 parte la speranza nello straniero e, come I nostri padri, confidiamo soltanto nelle nostre forze e nelle nostre virtù,., intonò allora .. I!On ..~s. Queste dichiarazioni non significavano che si fosse ribalt~to ~'~t' h.'AAiame nto nei confronti delle grandi potenze, er~no però I I~dlZIO del progressivo spegnersi delle attese di m~lIame~tl por~entOSI e de~ LUlo che l'opposizione cominciava a focahzzare ~I suo tnteresse SUi probl emi interni. D'ora in poi, essa non avrebbe piÙ .acc~salO Otton7 di ostacolare i movimenti irredentisti, ma, al contrano, di fomentarh, lX'r distrarre l'attenzione del popolo dalle questioni intern? L'em~ ...1;151110 nazionalista fu rinfocolato, naturalmente, da aJcullI avvellllIIenti, come i massacri nel Libano nella primavera del lB60, ma i loro dfcui rimasero circoscritti a piccoli gruppi. Al lempo stesso mutò, wadualmente, anche il modo di guardare a!~'~n.ifi~azione italiana Un tempo, infaui, si sottolineava sopranuno I mizlatlva francese, ora al t'(ml r.t rio si cominciò a tener d'occhio il dinamismo interno dell'espeI lenza italiana e a studiare le cause del suo successo. L:I nuo va immagine si diversificò da quella precedente, pur manIl'n ~ nd o intatti parecchi dei suoi caratteri, dopo la seconda .fa.se tk'lI 'unificazione, cioè la liberazione della Sicilia e dell'Italia mendloIl,lk d.l pa rt e di Ga ribaldi nel 1860. Inoltre essa assunse, nei co~fron: Il ddJa po litiCI intl· rna W·CC:I, un duplice ruo~o: ser.vi da. ~ermille di IMI"'It>(onl' lx'j" ~l i .1\ \-l· nlnH.'nli ~rcci c. nella misura !Il CUll~ confr: mlo 1 . ... ult ,lva ''''J.(,ltl\,1) IM'I OUtlI1l', Il.'~ ittimò la 10l\a contro .11 re, VISt? I nn\l' q"I ,Il·olo ,II _11.111 11 .111"_ IOI\{) ddlc cose verso la hlx:n à e ti IIl 0HIl''''''O . 1 Il 0,1· 11 11 LIII I l' 1.1 )111 ). ' 11I1l1101l1 0 tld b (, H.'d:1contcmpo-
rane:. con l'Italia rende eviden le l'idea del pericolo rapp,.c:,cnWto da Ottone,., scriveva Anastàssios Gudas, uno degli avversari pill vivaci del re 0i6• Nat uralmente il confronto tra le vicende greche e quelle italiane assumeva forme ~iv erse a seconda delle varie correnti politiche, ognuna delle quali lo collegava alle proprie posizioni complessive. CosI, per quanti erano favorevoli all'aiulO st raniero, il va lore del ~odello italiano anda va individuato nella capacitl che il governo piemontese aveva dimostrato di accaparrarsi la protezione della Francia e di sfruttare la favorevole congiuntura internazionale. A S?stenere tale tesi furono personalità sia del governo, come Konstantmos Levidis, sia deU'oPJX>Sizione, come Epaminondas Deligh i orgh~7, AI contrario, quanti sottolineavano la necessità della lotta contro la monarch ia e l~ , Ii~ralizzazione delle istituzioni, insistevano soprattutto sulla politica mterna del Cavour, sul rispetto della costituzione da parte del re e sul "buon governo .. del paese. In altri termini ritenevano che proprio queste caratteristiche avessero assicurato al Piemonte il sostegno delle potenze straniere e avessero determinato !'aC~ettazione, del suo ruolo di guida da parte delle altre popolazioni l~altan~. A SViluppare queste tesi furono i gruppi d'opposizione che SI espnmevano, sopran utto, attraverso i quotidiani «Athinà.. e «To Mèllon tis Patrldos",48. I con fini tra le diverse interpretazioni non erano netti; fu invece comune ai gruppi che dom inavano la scena politica una concezione unilaterale delle vicende italiane: la componente rivoluzionario-popolare del Risorgimento italiano, infatti, restò quasi del tutto assente dal loro orizzonte, Fu per questo motivo che, al contrario della guerra del 1859, la spedizione di Garibaldi e la liberazione della Sicilia e dell'Italia meridio nale, nell'immediato, e bbero risonanza assai limitata sulla slampa greca Molti la videro come un ulteriore effeuo del fantomatico accordo tra la Francia e la Russia, teso a risolvere insieme .la questione italiana e quella orientale, e l'abbinarono, del tutto arbitrariamente, all'intervento delle potenze nella crisi del Libano scoppiata nello stesso periodo49• Ottone anzi, ritenendo che l'invio i~ Libano di un corpo di spedizione francese costituisse la premessa di una possibile guerra con la Turchia, propose ufficiosamente al governo francese. tramite il Kallerghis, la partecipazione di un contingente militare greco di mille uominj~. Altri, del caso italiano, SOttolinearono, soprattutto, l'assenso internazionale al fatto compiuto della liberazione rivoluzionaria del Meridione e dell'unificazione del paese tramite i plebisciti. Scriveva, infaui, Spiridon Trikupis: «Due nuovi principi politici sono, da qualche tempo, risort i l'ind ipendenza ~ l'unificazione dei gruppi etnici omogenei e il passaggio del potere, tn un luogo, da chi lo detiene ad altri, ossia la trasformazio ne dei rc:&imi attraverso l? strumento plcbisc itario",~I, Q uesti «nuovi princiPi» furono S<1lutatl, sulb ~t:lmra grC<:;I, (ome t,I vill oria del oo:diritto
<_}
dei popoli", ~u l . dlduo dl n,l 'Jtko"" Epaminondas Dclighiorghis scrisse: oo:l! diffici le ipo tlu.,Llt.: che la questione d'Oriente possa risolversi con principi divcr!)i d:1 quelli con i quali si sta risolvendo la questione italiana ..sz, IL RICONOSCIMENTO DlPLOMA.TtCO DEL REGNO D1TALIA. L'approvazione di fatto dei principi emersi nell'unificazione italiana è rappresentata dal tempestivo riconoscimento del regno d'halia da parte del governo greco, il 24 aprile 1861, nonostante le riserve della Francia e della Russia e l'opposizione dell'Austria 2 , Fino ad allora la Grecia aveva man ten uto rapponi diplomatici, a livello di consolati, col regno di Sardegna, col regno delle due Sid lie, col granducato di Toscana e colla Sa nta SedeS4. Dopo l'annessione della Toscana e dell'Italia meridionale allo stato unitario, le competenze di questi consolati ad Atene pas~aro n o a Giuseppe Malavasi, console generale del Piemonte, Il 6 luglio 1861 Terenzio Mamiani venne incaricato della rappresentanza del nuovo stato, elevata al rango di ambasciata. Dopo un mese fu fir mato tra i due paesi un accordo postale" . Gli affari politici tra Grecia e Italia, fin o al 1861, erano trattati dalla r.tppresentanza ellenica a Parigi. mentre le questioni commerciali venivano sbrigate dai consolati di Genova, Livorno, Napoli e Messina, il 26 dicembre 1861 fu istituita l'ambasciata greca a Torino; e il Kallergh is, nominato ambasciatore, presentò le sue credenziali al re d'Italia, H2 febbraio 1862. A Parigi, dove fino a quel momento aveva rappresentato la Grecia, venne sostituito da Foklon Rok, segretario ~enera le dell'ambasciata~, Purtroppo sia i rapporti del Kallerghis sulle vicende politiche italiane, sia quelli del Rok, non si distinguevano per la loro profondità di vedute. Il Kallerghis, inoltre, non godeva a Torino di buona fama. Il Mamiani lo aveva denunciato, infatti, al suo governo come un cortigiano dalla vita riprovevole", Da parte sua, H governo greco non si fidava del Rok; per le questioni serie e delicate Inviava, quindi, suoi rappresentanti diretti S8,
Gli avvenimenti italiani e le isole dello Ionio Le vicende dell'unificazione italiana rinvigorirono la lotta per l'unificazione nelle isole dell'Ionio, La. vicinanza geografica, gli stretti legami storici e culturali, le analogie !Xllitiche e sociali, la formazione steslia degli intellettuali delle isole e la loro partecipazione alle Ione nazioIl:tli nella penisola, la presenza, infine, di numerosi profughi politici 1t,llìani, non solo resero gli abitanti delle isole particolarmente sensibili ai mess..1ggi che proven ivano dall'Ita lia, ma ne fecero i tramiti di tali IIl C ....s3AAl in lutto Il tl'lI Itorlo ci lenico. Diversamente da quanto accaddc in Cr('(.:la, nl,;'II(' l~olt' l!t'llo [onlo l'immagine che si elaborò dell'unifka7ionc.' it ,III,nl.1 , ti l'III t o nl onn{' (I~ 1i avvenime nti reali e contribuì
III I" •• I., l' I
sia a chiarire i rapporti col protettorato inglese e col ).(0\ ( ' I no di Atene sia a definire le due linee presenti entro il partito nI.ìndolos provocò un dibatt ito nel parlamento britannico e fu usata dai conservatori contro la politica estera dei libera lj61. Coll'esempio dei plebisciti tenuti in Toscana e nelle altre zone dell'Italia centrale, il deputato di Zante Dimitrios Dachomis, appel landosi alla .. volontà popolare in nome della quale si è cost ruita l'italia .. , presentò in parlamemo una proposta di plebiscito, per far decidere ai cittadini stessi delle isole se essi voleva no l'unio ne con la Grecia. La proposta però fu ritirata, d'intesa con altri deputati, per essere rinviata ad altri tempi 62. AI suo posto fu presenta to da Konstanlinos Lomvardos, tino dei capi dei radicali, il testo di un appello indirizzato alle grandi potenze, che chiedeva non solo l'unione delle isole con la Grecia, ma anche la Iibemzione «:di tuua la stirpe ellenica,.. In tale appello il Lomvardos sottolineava come le grandi potenze negassero alla Grecia quantO rico noscevano all'Italia e invitava l'Inghilterra ad appl icare puntualmente i principi proclamati in Italia e indirizzat i a tutti i popoli che reclamavano la propria li berazione63. Il commissario inglese giudicò la proposta anticostituzionale e sospese i lavori del parlamento, qua ndo il leader f'ddicale si rifiutò di ritirarla. L'episodio sollevò grande scalpore nell'opinione pubblica europea e provocò reazioni nel parlamento inglese. Le argomentazioni sv iluppate in tale occasione non sono senza interesse. II Gladstone replicò con le sue noce posizioni sul rapporto tra il problema delle isole e la questione d'Orienle, mentre il Palme rston collegO il problema con la siruazione inlerna del regno ellenico. Q ueste dichiara zion i provocarono, nelle isole de llo Ionio, una nuova ond:lta di proteste che si p rotrasse per molti mesibol, LI:
1.1: CRI TI CHE AL GQV FR l\Q GRI'CO. Nel fr;lIh.'ml')(), 1.1 IiVHl:H1/..1. (h:.'j{h avvenimenti italia ni :Itti vò anc hè 1<.' ni!i\ 111 ' dI'I 1,1(11\ ,.11 \II mondo
polit ico (ll'I!..
(')('ll,1
III M'I,I
ttH'\\,,~1 ddU/nff(l
(, I I(.'O r};hi ~
Verìkios, in un articolo imito-
1;HO ..·Ricor
paesi decaduli, che hanno perso la fo rza giovanile..65. Quanto al Lomvardos, accusò tutte le forze politiche greche di essere indifferenti alle lotte delle isole e di aver ridotto la questione ellenica in un vicolo cieco: ... La colpa non è soltanto di uno, ma sono colpevoli il re e i ministri e i deputati e i senatori e i giornalistL Nessuno può essere assolto, a nessuno JX>Ssono essere perdonati gli errori passati quando tutti, comunque colpevol~ tentano di scaricare le colpe di tutti su uno soltanto ..66. L'esponente radicale riteneva che la caU5.1. dell'inaridirsi della questione ellenica fosse soprattutto da ricercare nel venir meno dell'<<energia nazionale.., cioè di ogni progetto di lotta per la liberazione di tutti i territo ri greci67. Egli sosteneva che ciò era accaduto perché, dopo il 1821, nel paese si era i~taurato un sistema, per così dire, «di assorbimento... Infatti, quei Greci che, in precedenza, nei vari paesi europei, avevano sposato la causa nazionale e preparato la liberazione, una volta fatto ritorno in Grecia si erano ded icati solo alla cost ruzione del nuovo sta lO. Inoltre, per opporsi alle tende nze disgregatrici e per consolidare l'ordine, «:10 spirito rivoluzionario era stato stigmatizzato come anarchico, e si era sviluppato un fasullo spirito conservatore che soffocava ogni sforzo di liberazione... 11 Lomvardos rinfacciava ai partiti greci la carenza di principi e ammoniva che il deteriorarsi della situa7jone politica, e la delusione :Id essa conseguente degli irredentisti greci, avrebbe finito «per sollecitare, in molti, pensieri f.X>Co saggi (_), se è vero, com'è vero, che ormai ~i è sparsa dappertutto la voce della formazione di un altro centro ellenico e che la disgregazione della nazione greca sta divenlando un principio politico,.6fI. Per questo motivo riteneva che la politica greca, troppo concentrata sui problemi interni, dovesse orien' tarsi verso gli obiettivi nazionali. A ta le scopo era necessaria un'iniziativa patriottica dei cittadini stessi, che avrebbero dovuto muoversi a utono mamente dalla politica governativa. ~ a questo punto che esaltava il valore esemplare dell'unificazione italiana. GLI
.t;NITARt _ E T .V ERI" ItAD1CAU. Le idee del Lomvardos e l'attività
, > ua e dei suoi collaboratOri, il Verìkios e il Bachomis, no n esprime-
vano le posizioni di tU1(i i radicali, ma solo di una loro frazione Il p;lrlito mdica le, che non aveva un'articolazione unitaria, ma operava ;\llorno :I quotidiani e circoli politi ci, nel 1859 e ra diviso in due ( orre m i,
.7
Secmula l}fu'll!
Gli _unita ri., con a capo il Lomvardos, ricercava no l'unificazio' ne con tuui i mezzi, inclusi quelli diplomat ici, e le attribuivano un'as' soluta priorità rispetto alle iSlanze sociali Al contrario, i oc vcri. radicali, sono la guida di lossif Momferàtos, mamenendosi fede li ai principi ed agli ideali rivoluzionari del 1848, che avevano determinalO la fisi o nomia del partito, asserivano che l'unificazione costituiva un diritto ocimprescrittibile e naturale. dei popoli e condannavano gli appelli rivolti ai sovrani europei, che essi consideravano indiscriminatamente .. tiranni e oppressori dei popoli., Essi ritenevano che un'assemblea delle isole dell'lonio, eletta a suffragio universale, avrebbe potuto annullare de facto la costituzione del 1817, che aveva fafto suoi e convalidava i trattati del 1815, e proclamare, in tal modo, l'unione con la Grecia. Chiedevano, al tempo stesso, una p0litica di immediati .. miglioramenti sociali., ana a dar sollievo alle classi popolariiO• , Gli «unitari., puntando sul consenso delle forze moderate europee, proponevano un'immagine conservatrice della lotta unitaria, staccandola dagli altri movimenti europei e soprarturto dalle teorie del Mazzini. Contestavano le idee professate dai "veri. radicali e la loro politica, che, per l'assurda identificazione del radicalismo col «comunismo democratico., perdevano la possibilità di alleanze in Europa e condannavano la loro lotta nell'isolamento71_ Malgrado il carattere intimidatorio delle accuse di «comunismo., i! Momferàtos ammise non solo che «le idee professate dal Mazzini (_) furono e sono tuttora condivise dai radicali puri e in generale dai cittadini delle isole., ma anche che «i radicali puri, non hanno mai distinto, nei principi e nella sostanza, il problema nazionale greco C-) dalla questione generale delle nazionalit::h72_ Anche se non ebbe legami con le sue organizzazioni internazionali, il Monferàtos pubblicava, sul quotidiano "Anaghènissi.7~, articoli del Mazzini e corrispondenze tratte dalla rivista _Pensiero e Azione., condividendo la sua lesi che quella del 1859 costituiva una «guerra di interessi dinastici»7~. Al pari del Mazzini, egli rimase estraneo agli a vvenimenti che, in termini completamente diversi, JXlrtarono all'unificazione dell'Eptaneso con la G reda; e il suo discepolo e compagno, Panayòtis Panàs, divenne in G recia il principale sostenitore delle idee mazziniane fin dal 1860, quando scriveva sul quotidiano "To Fos» come sostituto dell'editore, che era finito in carcere75,
VII
La propagaziol/e del modello italiano
La strategia della campagna nazionale L'immagine dell'unificazione italiana che il Lomvardos proJXlse come esempio, per il superamento della crisi JXllitica in atto nel regno greco, evidenziava l'unità che si era realizzata tra le forze opposte della società italiana e il convergere delle loro azioni antagonistiche verso un obiettivo comune, Nella sua visione, i due estremi del movimento unitario erano rappresentati dal camJXl conservatore, di Viuorio Emanuele II e del Cavour, e da quello rivoluzionario, del Mazzini e di Garibaldi. I primi, facendo del Piemonte un vero nucleo dello stato nazionale con istituzioni liberali, erano riusciti a coagulare anorno a sé gli elementi conservatori della nazione, a dar loro un Indirizzo nazionale e, al tempo stesso, ad assicurarsi l'aiuto dell'imperatore francese e del suo potente esercito_ I secondi, anche se contrari alla monarchia, avevano o rientato la loro attività fuori dal Piemonte, creando organizzazioni politiche in tutta Italia e stringendo alle~nze coi movimenti di liberazione europei. L'effetto combinato di un 'abile diplomazia tradizionale e di una politica rivoluzionaria indusse le potenze europee a dare il poro appoggio alle iniziative Indipendentisliche del Piemonte, a l fine di ostacola re una rivoluzione dei democratici in Italia, ritenUla indesiderabile e pericolosa per ,'ordine internazionale. Secondo il Lomvardos, un'analoga divisione di compiti doveva dete rminarsi anche in Grecia. Pertanto non era il caso di accusare Onone solo perché non si assumeva l'iniziativa nazionale. "Non il potere, -egli scriveva,- ma i patrioti ad esso estranei hanno preparato l'i ndh: 1.ltivit:l rivoluzionarie; e ciò per due ordini di motivi Inf.ltli IX1ICV;1 .Il( ,.{II'ft· t 11(' ')i Icnw.sse di svigorire il movimento rivoIUl"ionarlo, J">t: r Hmorl' • h" "I . Irrc,.· rm~ 'i'ie lIna nuova leadership oon-
\4:nml!(/ {lar/I!
correnzialc, come er:1 accadut o, secondo il Lom\\ lrdo,. nd IH5-i. Se, poi, la monarchia assumeva la guida del mo vimento 1I \'olu7Ionario. si s~reb.be esposta alle pressioni diplomatiche dell 'Europ:l, con il ri schlo di trasmetterle al movimemo. Al contrario, se fin dall 'inizio la monarchia avesse mantenuto una posizione di neutrali,;), avrebbe potuto, com'era accaduto per l'Italia meridionale, annettere i territori li berati con l'approvazione, per di più, di quelle forze che temevano l'espandersi incontrollato dell'esplosione rivoluzionaria. L'esponente radicale sosteneva, inoltre, che l'opposizione delle pote nze al movimento di liberazione ellenic.:o poteva essere superata se i suoi compatrioti si fossero decisi ad allacciare rapponi coi paesi europei. Però, essi non dovevano perdere tempo. Infatti, se non avessero preso l'iniziativa per risolvere a loro favore la questione d'Oriente, a prenderla sarebbero stati gli Slavi, ciò che avrebbe significato la nascita di stati sottomessi alla Russia e la perdita dei territori elle~ici. L'opposizione alla Russia e a l panslavismo non lo ponava, (Uu2vla, a sopravvalutare i legami con l'Occidente: «la Grecia, nei confronti della Russia, non deve essere intransigente come l'Occidente, perché ahri sono gli interessi di questo, ahri quelli ellen ici. (_)La Grecia deve offrire adeguate garanzie sia all'Occidente che alla Russia: al primo deve ga rantire di essere una forza puramente ellenica e liberale; alla seconda, una nazione orientale ed ortodossa.... ~e. argomentazioni del Lomvardos erano rivolte soprattutto all'oppoSIZione greca, che vedeva nel rovesciamento di Ottone il presup~~o del~ 'i niziat i va nazionale: ...Se prendiamo come esempio gli llahan,l~ v~ l amo che l 'eleme~to democratico nella penisola, il partito dell mdlpendenza e dell'unltà, non accese la torcia della ribellione nel Piemonte, ma in quei territori dove dominavano la tirannide o lo straniero (_). E se, nella Grecia libera, i gcvernanti sono ben lontani dal comportarsi come quelli del Piemonte, neanche questi ultimi hanno SC?uito e seguono in tutto e per tutto le aspirazioni del paese, eppure CiÒ non fu considerato un ostacolo per l'unificazione: tanto più questo è vero per noi, che non abbiamo un altro centro 'su cui appoggiarci ... . L'a.rtico.lo del Lomvar?os non voleva essere solo una proposta per sclogilere Il nodo complicato dell a questione greca, costituiva anche una premessa politica e, al tempo stesso, un appello per l'allean7...3. co~ l'Italia e. per la creazione di com itati comuni, greco-italiani, che egli stesso SI proponeva di o rganizzare. Scriveva infatti: ... Da tutt o q?esto si ~ed u ce che i politici della regione libera del paese, invece dI lagna rSI della presente inoperosi t;}, devono rimboccarsi le maniche, lasciando da parte i lamenti. La liberazione dell 'lta lia ha dato ,111:1 Grecia quel potente alleato che, fino :id oggi. essa n o n aveV:i avuto Cl .Cominci, quindi, la palria ad agire, con l'i 'LllI r.lI'ioTle di r:Lppo rti tra I due popo li, indipendent clll Cl11 è da qu.II , i.I ' ; In I/Lll iv;! ",uve]'n:1 tiv:.; riprenda l'impe~ Tl () dell:, Rredl.), Int t'1I 0HII dnpfI 1.1 fUlld.lI'iont'
dd fI.!g no dknkn In tU tl tl II W1l!hlt' n!C euroJX.--o (_); si fondino, in tllt.W Euro.p;l. tld H'1I11i d lt' t'\ Idem ino i rappo rti della stirpe ellenica COI popoli ClI I'OIX:I, lIo'tl'1 fratdli, c quest'opera sia il primo passo ~erso la l! bcrMiOIH: del la p:llrl:l agognata. Tale condotta può salvare ,>,a la nazio ne che la ~ ua unii :) e il suo centro, il qua le sta oggi Iraba llando. Ma ormai è tempo di fatti e non di parole..76_ I.'articolo del Lomvardos ebbe una grande risonanza ad Atene e fu ripubblicato sul quotidiano «Elpis.... ti suo editore, Konstantinos Levidis, era favorevole ad una soluzione conservatrice della crisi, soluzione che comportava, all'interno, la limitazione del diritto elettorale, una costiluzione più autoritaria e il consolidamento del trono, all'estero, un'attiva poli tica irredemista e la creazione di un asse Grecia-Italia come base di una più estesa alle-.mza nell'Europa occidentale e nei Balcani. Tra le sue proposte, che avevano come fonte d'ispirazione l'Italia, era ir,cJuso anche l'acquisto della Tessagtia e dell'Epiro. Il Levidis, rispondendo al Lomvardos, si dichiarò d'accordo con lu.i s\,I fatto che in Grecia si era persa l'iniziativa popolare: . ll pa_ tnotusmo è spento, prevale il materialismo... Però, secondo lui, accadeva lo stesso in tutt i gli strati sociali, anche nelle p rovince sottomesse. Egli scriveva che i propietari terrieri aveva no come unico scopo l'arricchimento personale e dipingeva i vescovi come ... esattori, senza alcuno scrupolo, dei fedeli ... Accusava i borghesi di essere ..indifferenti, o meglio, per il loro in teresse materiale, consenzienti ,>ul perdurare della miserabile situazione del paese ..; dipingeva i contadini della Tessaglia come .. ormai completamente abbrutiti ..' diceva, infi ne, dei Macedoni, che aspettavano ...da ll'esterno la lor~ liberazione». Per l'anziano giornalista le uniche leve nazionali restavano il potere dello stato e i suoi cittadini conservatori, i quali, preoccupati del consolidamento del trono, si interessava no anche alla Grande Idea. Respingendo la tesi del Lomvardos che la lotta nazionale dovesse svilupparsi indipendentemente da Atene, scriveva: ·L'iniziativa naziona le esige un centro, e il centro esige ubbidienza, perché senza ubbidienza non si ottiene nulla ... Per dar forza alla sua ,Irgomentazione, si richiamava anch'egli al modello italiano: .Se vo~Ii:llno, dunque, confrontare la lotta italiana con quella greca, basandoci sulla verità storica, dobbiamo ammenere che la lotta italiana non n ~lCque né fu organizzata da l governo o dal potere regio del Piemonte. ma da ll'azione privata; senonché il governo e il potere regio, in Wl secondo tempo, le hanno dato un metodo, l'hanno incoraggiata, ..() ~tenlHa e infine con le armi l'hanno guidata al trionfo ... Visti i suoi r,lppo rti con la corte e la sua successiva partecipazione alle intese /otrcco-itatian<:. po...~Iamo dedurre che le tesi del tevidis esprimessero k' i
,~ 't Ol/flfl /X" '(I'
«To Mellon tis An:Hons", l'indipe nde nz:l itallan:1 :L .\~ llm Cv;1 Il v,lIon.:: di un «esempio illustre, il qua le oggi libera e popoli e go ve rni dell'one rosa e incerta rice rca dei mezzi e dei modi, con i quali i popo li possono riconquistare la loro indipendenz.a,.7/!, Poiché il quotidia no considerava Ottone come l'unico responsabile delle disgrazie elle ni che, per analogia auribuiva il successo della loua italia n:l esclusivamente alla politica li berale e alla capacità del re d'Italia. In tal modo, l'antimonarchica «gioventù .., erigendo la monarchia a fattore centrale dell'unificazione nazionale, concordava, nei principi, con il co nservatore e monarchico Le vidis. Dissenti va, invece, sia da lui sia dal Lomvardos, sulla questione del rapporlO tra unità dell a nazione e campagna irredentista, e su l contenut o di quest'ultim:1 Riguardo al primo punto, essa sosteneva che l'unità della nazione era il presupposto per la realizzazione della Gra nde Idea, e non il contrario, come ,mostravano di crede re, nonostante le loro diffe ren ze, sia il Lomvardos c he il Levidis. Essa inoltre considerava Ottone come il principale responsabile della discordia nazionale. Gli addebi · tava la polit ica autoritaria all'interno del paese e il pressappochismo con cui egli promuoveva i moti irredentisti, alienandosi i Greci dcl l'estero, i quali ne subivano le conseguenze da parte delle amo ril:'! oltomane. Riguardo al secondo, la «gioventù,. dava un contenUl O di verso e più ampio alle espressioni «impegno nazionale .. e «senII mento nazionale,.. Secondo il quotidiano .. To Mellon tis Ellàdos., l'idea della promozione nazio nale, quale si era diffusa in a mbi to ellenico, includeva molteplici attività, come le iniziative commerci;l li nel quadro più vasto dell'Oriente, l'impegno dei Greci abbicnt i, all'estero, per incrementare l'istruzione, le lotte stesse per la costitu zione in Greda79• Di conseguenza, gli obiettivi della campagna n;1 zionale si definivano in queste direzioni: sviluppo dell'istruzione, pn.' minenza economica dei Greci in Oriente e partecipazione della G l'C cia al suo controllo, insieme alle altre potenze europee. Sintetizzando la visione politica dell'opposizione liberale, • To Md lon tis Anatolìs .. scriveva:.La soluzione della questione d'Oriente ~ 1.1 nella Grecia Libera, ma essa non può prendere l'in iziativa se no n ..I arma della civiltà, della libertà e della scienza,.HO. Tali posizio ni col n cidevano, del resto, con i suggerimenti inglesi: ,, !,! meg lio, pe r il l'n' sente, che la Grecia libera si limiti ai fatt i interni piullosto che imlll i schiarsi in quelli degli altri popoli>.81, La coincidenz.a di vedu te \ ulk priorità della politica ellenica e la comune ostBil., ad Oltone s p k'~ , r no perchè 1'0pJXlSizione divenne tramit e d ell 'innll e n z~r inglese in ( ;I ~' eia, sia prima che do po il 10 Ollobre 1862 Scri veva Sofoklb K ;Hl ~ U .. .La Grecia, divenuta oggi vittima di una catti va politica, deve ..,II V,II si col contatto del tride nl e inglese»8l, Con le priorit:'! proposte cbll:1 _gio v 'nlll .. (OI1{"Ofd,lva, ..LI Pllft' 1M'1 vie comple ta mente diverse, :u" hc l,I 10 11,1 ,11101,1 l'h) ,I .. lm.. lr,1 llt-l 1':1m b ie nt e greco: quel l:! dl'l .. v('d .. 1,lItlt ,dl In iOn lLI"I1U (.0 1 1,1 11 11 10.1
va rdos, ~ l M o nl r..;n\lo ~ rlll'n ev;1 c he il ce ntro n:llura le di ogni inizia' tlva nn Jon:rlc d OVl'-.se è~\CrL' 1a Grecia libe ra. Prioritari e rano cast il rovesciame nto di Ollone come ..d'educazio ne morale e intelle ttuale della nuova gene razione e in generale l'infaticabile impegno per tutto ciò che può cOlllrib uire allo sviluppo della nazione e al suo rafforz;une nto ....8j. Tu tta via, per il Momreràtos, un tale p rogramma non dov~va significare sollomissione alle potenze occidentali, né tregua con ti potere ottomano. D'altronde, non diversamente da altri nostal~ici del 1848, egli vedeva .. piuuosto vicino e imminente lo scoppio In Europa della gra nde lotta dei popoli . . 31 • Il dibattito dellB61 mostra quanto fosse fluida e varia l'immagine dell'unificazione italiana e quale relazione corresse tra tale immagine e il modo in cui ogni gruppo impostava il rappono tra il problema nazionale e la politica interna, In particolare meritano attenzione le posizioni del Lomvardos le quali, oltre a rappresentare la base per la costituzione dei comitati d'azione, posero, al meno sul piano teorico, il problema della centralità dello stato entro la Grande Idea. Il loro tallone d'Achille, purtroppo, Mava nell'incapacità di indicare quali forze avrebbero potuto sosti· to ire o integrare l'azione deUo slalO. In Grecia mancava, infatti, un mo vimento democratico in grado di sostenere un'iniziativa popolare, come accadde in Italia dove le organizzazion i mazziniane costituIro no l'ossatura, teorica e pratica, della spedizione di Garibaldi. ManClvano, ino ltre, i profughi politici i quali, grazie alla loro esperienza pratica e alla loro preparazione culturale, costituirono l'asse della seconda componente del movimento italiano, In territorio ellenico In fine, non esistevano aree caratterizzate da una vita politica aut; noma, come furono, in Italia, la Toscana e l'Emilia Romagna, tali da pote r rivendicare un loro ruolo nell'unificazione nazio nale. Le isole dello Ionio costituivano l'unica eccezione, come dimostra, appunto, l'azio ne del Lomvardos e dei suoi compagni. Quanto alla prima carenza, già l'aveva individuata il Panàs, collaboratore del Mornferntos, che aveva spiegato con essa il fallimento del tentativo di organizzare in Grecia un mo vimento simile a quello garibaldinol:l5. D'a ltra pane, se le proposte del Lo rnvardos esprimevano uno l'i (o rzo d i trasposizione, sia pure meccanica, del modello italiano nel1;1 s it uazione greca , le tesi di Levidis e della .gioventù» si limitavano ad 3Hua li zzare le loro scelte politiche, a ueggia ndole secondo il modello italiano, senza alcun approfondime nto, Le due posizioni, no nost:lI1l e le loro differenze, esprimevano un comune modo di po rsi delle fo rze politiche di rronte alla liberazione dell'intera na,Ione: e ra vista esclusivame nte com e problema del cent ro nazionak' ~ ddlo stalo, Comunque, le pro poste della «gioventù,. obbedivano ad una strategia più complessa, includendo non solo la dimen.. Io ne poli tiCI dci pro blc lll:1 nniona le, ma anche i suoi aspetti cultu· 1.111 (,,([ L'( ollolllici
IO'
Gli sv iluppi elel elilxlltito tr:J i due gruppi di interloclilori, lino dcII:! Grecia, l'altro delle isole dello Io nio, e i consensi e i dissensi c he in essi si colgono, sono sign ifi cativ i anche da un allro punto di vista. Mostra no, infatti, qua li differenze corressero, d i tradizio ne e di pensiero politico, tra le isole e la Grecia, e quali diverse valutazioni si dessero delle istituzioni e dei problemi. ... L'Orien te per mezzo dell'Orfente"
L'altro aspetto dell'esperien7..a italiana che fu evidenziato, anche se in modo più generico, e che era destinato ad esercitare un'influenza più duratura, fu quello della sua autonomia e della sua dinamica interna. Esso si impose all'attenzione, in Grecia, solo dopo il 1860, quando la liberaiione dell'Italia meridionale ad opera di Garibaldi modificò, in una pa rte dell'opinio ne pubblica, l'impressio ne inizia le che la lo tta ita liana fosse unicamente da collegare alla politica francese. La nuo va immagine si riassumeva nella frase «l'Italia farà da sé..., che venne tradotta come «L'Italia per mezzo degli ltaliani ...!I6. L'idea che l'emancipazione d i un gruppo sociale o di una classe non può trarre origine che da quest i stessi soggetti, ha radici più antiche dell'unificazione italiana ed esprime, di solito, una tendenza fo rtemente radicale, In Grecia essa assunse la forma dc «L'Oriente per mezzo dell'Oriente..., a significare che, la liberazione dei popoli cristiani dell'impero oltomano non doveva né poteva scaturire dall'intervento delle grandi potenze, ma soltanto dall'azione dei popoli che di esso face vano parte. «L'Oriente per mezzo dell'Oriente,. era un principio politico dal q uale discendevano molteplici conseguenze: a) un atteggiamento critico ne i confronti d i tutte le grandi potenze, i cui interessi erano considerati incompatibili con quelli dei popoli dell'Oriente; b) la possibilità di pervenire all'autodeterminazione politica e cultu rale dell'Oriente; c) il rifiuto delle pre tese egemoniche di un popolo sopra un altro e, quindi, il riconoscimento dei diritti nazionali di tutti i popoli balcanici; d) la prospettiva di un'organizzazione federale dei Balcani e, di conseguenza, dell'alleanza dei popoli balcanici contro l'impero oltomano, oppure di una conservazio ne della struttura statale dell'impero stesso, ma in una ..;riedizione democratica .... Tali implicazioni non apparivano, tuttavia, sempre evidenti a quanti sostenevano questo principio. Per molti, addirittura, esso non ave va neppure un valore d i p rincipio, ma assumeva solo il significato di una soluzione a lternativa all'alleanza con le grandi potenze, Altri privilegiavano la conservazione dell'impero turco, poiché esso assicurava loro una posizione di premin e nza tra le :dtrc etnìc. Altri a ncora era no restii a dar cred ito alle rivend ica7io ni tld !x)!)()li ~lavi. Non tut ti, inali re, concordava no sui dc~tinat.tri
,Ikur,i, inf:lll1, \ l rnd udl'\, llltl .lndu.: I TurchI, mentre altri voleva no 1.1 loro esc lu ~lon(.' d, dl 'I\ lrop;I"'. Mancò, infine, una più puntuale spc-
l'IOcazio ne dI qlll'1 prindpio, atlr;lverso l'elaborazione di concreti progetti federali per l'Oriente. L'idea dc "L'Oriente per mezzo dell'Oriente,. aveva una sua stori:l; e la paternità di essa, naturalmente, era attribuita da tutti a Rigas VelestinHs. 1>.. 11848 in poi fu diffusa dai radicali sotto la formula de .1;1 rifondazio ne democratica dell'Oriente.... Essi seguivano anche, in modo sistematico, gli sviluppi del dibattito e dei progetti riguardo ,dia confederazione del Danubio e la confederazione europea, dandone not izia in articolill8. Nel 1860-61 il principio de " L'O riente per mezzo dell'Oriente..., grazie agli articoli usciti su giornali e riviste, "diventò familiare alla generalità delle coscienze...89• l suoi sostenitori non appartenevano a llOO dei gruppi politici noti, ma le loro posizioni davano corpo ad un indirizzo politico che incl udeva tesi comuni; dall'assunzione, da parte della Grecia, dell'iniziativa per la soluzione della questione d'Oriente all 'accantonamento delle divergenze dagli altri popoli bala mici, al fine di una comune alleanza contro il sultano, dall'istauraI.ione d i un regime liberale, che procedesse aJle riforme sociali e amministrative in funz ione degli obiett ivi nazionali, alla presa di distanza delle grandi potenze e al rifiuto del loro intervento. Gli articoli gli opuscoli più significativi, usciti a sostegno di queste posizioni, in ordine di apparizione, furono: 1. Il nostro dovere nazionale ,zei confronti del cristianesimo Orientale fn pericolo, Atene 1860, di Nikòlaos Timolèontos Vùlgaris. Va le la pena di sottolineare che l'autore, in precedenza, aveva soste' nuto l'intervento deUe grandi potenze in Oriente. 2 Atene e Bisanzio, Atene 1861, di loann is Valassòpulos. L'autore, deputato nel 1861-62, propugnava tra "altro l'assegnazione delle terre ai contadini. 3. Ai popoli cristiani dell'impero ouomano, Londra 1861, anon imo. Esso portava ad esempio non solo gli Italiani ma anche gli Ungheresi, i Polacchi, i democratici russi e i Nordamerica ni. 4. L'Oriente per mezzo dell'Orieme, una serie di articoli di Theòdoros Afentùlis apparsi su ... Athinà ...')Q, L'Afentùlis, portando come esempio la Serbia, sosteneva che l'intesa coi popoli balcanici era indispensabile, non solo per sconfiggere la Turchia ma anche per crea re un'organizzazione allernativa duratura, in grado di ostacolare l'espansionismo russo e di assicurare il sostegno delle potenze occi' dentali. 5. La diplomazia e la Grecia, anonimo. L'opuscolo fu scrino a Genova, nel m:tAAio del 1862, ma sta mpato probabilmente a Napoli ~. 11 "lIO c:ontl'nut o i!- dllarilo immed iatament e dal sottotitolo: «Ciò che devono LUl' l (,ft'(J ]WI rronl eAAiare le mire aggressive della Russia, pl'r !H.·ulr,dlll,ltI ' Hlt hlll ·r(·.... i lIdl'lng hilt e rra c J'ast llzi:1 della Fr::m-
°
""
cb ... La risposl:1 era: inn:lIlzilll ll0, un'assemble:r natiorulc pe r ristabi lire la concordia della nazione, quindi un'allean7.a coi po poli ba lcanici. QuestO opuscolo fece grande scalpore sulla stampa greca, sia al"interno sia all'estero, che ne riprodusse ampi brani. Infatti le critiche in esso contenute alle potenze straniere e alla situazione politica del paese erano audaci e insolite per la Gredan . Il suo auto re non è noto. La città dove fu scritto era il centro dei democratici italiani fin dall'ejX>C3 della Ri voluzione fran cese I giornali greci accennarono ad un non meglio identificato «partito rivoluzionario greco fondat o a Genova., che aveva stretto alleanza con quello democratico e che, dopo i fatti di Nauplia, aveva invitaro i profughi politici della Grecia a collaborare9:'. Questo gruppo, composto da marittimi e da Greci reside nti a Genova, celebrò la festa nazionale del 1862 insieme a rappresentanti dell'Associazione Unitaria Italiana (l'associazione di Agostino Bertani, leader della sinistra radicale) e ad esponenti delle organizzazioni operaie della città 94. ~ probabile, dunque, che l'autore dell'opuscolo fosse uno dei democratici greci di Genova, oppure un profugo innuenzato dal clima democratico della cittA. L'iniziativa sua, o del gruppo al quale apparteneva, a quanto pare rimase senza seguito. A queste pubblicazioni va aggiunta una biografia del Mazzini, che d'altronde era il teorico delle soluzioni federaliste e del principio che ogni nazione dovesse fondare la sua liberazione sulle proprie forze . La biografia fu pubblicata sul piccolo quotidiano «Angheliafòros.., che sosteneva il principio de «L'Oriente per mezzo dell'Oriente..9'S. Gli opuscoli e gli articoli ispirati a questa idea esprimevano un settore dell'opinione pubblica senza dubbio di non grande emità. Ve ne erano altri che optavano per l'intervento delle grandi potenze in Oriente, ed altri ancora che, oltre a rifiutare l'alleanza con gli altri popoli balcanic~ sostenevano che i loro interessi erano inconciliabili con quelli greci, che essi dovevano semplicemente essere inclusi in uno stato ellenico e che era dovere della politica estera greca «contrastare la tendenza dei popoli dell'Oriente a separarsi dall'Ellenismo... L'opzione balcanica nel 1861-62 conquistò l'appoggio anche della monarchia e maggior seguito ebbe negli anni 70, quando divenne una delle principali istanze delle o rganizzazioni democratiche, a panire da «Rigas..96.
111(1
VI II
" /lilla di Gariba ldi
L'acclimatazione del mito Se il dibattito sul modello italiano restò circoscritto tra i politici di professione e gli intel1etlual~ agli occhi degli auivisti della politica il risorgi mento italiano si identificò con la figura di Giuseppe Garibaldi. La sua personalità e le sue gesta furono amplificate e mitizzate all'interno del paese e fuori. Garibaldi incarnava per l'Italia l'aspirazione più viva del popolo :ld una patria libera, dove sarebbe prevalsa la «giust izia... La sua vita si prestava alla trasfigurazione del mito. 11 suo passato leggendario si perdeva nei paesi sconosciuti dell'America del Sud Come un angelo trionfatore egli appariva ogni volta che la patria era in pericolo, per sva nire poi di nuovo nel mare. La sua persona riuniva le caratteristiche fondamemali del contadino, del marinaio e del guerriero. Il suo modo di parlare era semplice e lapidario. Le sue idee si fondavano .') u poche verità che tutti potevano far lora; anche se piuttosto equivoche quanto a linea politica, proprio per questo esse avevano la capacità di riunire persone della più diversa estrazione ideologica. li I;lIO stile di vita, il suo abbigliamento, i suoi modi non avevano niente in comune con i modelli effimeri della sua epoca. A confromo con i politici, egli era il patriota «genuino..; in contrasto coi militari di professione, guidava un esercito fondato sull'entusiasmo, sull'au<.beia, sull'amore per la libertà Tutti gli altri vivevano nell'opulenza, Gariba ldi come un semplice contadino. Ognuno lo poteva sentire lontlrno, ma nello stesso tempo familiare, come le sue aspirazioni. L'epoca aveva bisogno di un tale mito. La fede delle masse popo1.lri nel nuovo sta to e la loro ubbidie nza ad esso non potevano fonll:lrsi sul principio di legittimità, che era stato abbattuto, né sulle Il.:orie della volon tà generale sostenute dai democratici. D'aJtronde, qucsli ultimi, più o meno consapevolmeme, si sforzavano di sostituIrl' :rll 'lue(,)lo}(i:1 l' .11 ('l'rIIllOnlale Iradizi onale di sottomissione al pOIl're lilla '>()I t.1 di r~'II/o( i tJnl' popo1:tre, imperniala sul culto della
107
I" ("" I"
nazio ne'r, In Garibaldi 1:\11.: rc li~l o nc trovò Il suo '>()111I110 !'),I<::crdotc, Né Vitlorio Emanuele Il , inC:lfnaz.ionc (Id potere dello ~ t .ItO, né il Cavour, esponente della classe privilt.'giat:l, né il l\laulIli, modello dell'élite rivoluzionaria, potevano rivestire tale ruol o, Garib:llcli lo poteva, perché non rappresentava la patria com'era, m;1 come ogn uno desiderava che fosse. II culto della personalità di Garibaldi, però, non si diffuse in modo del tutto spontaneo, Il comando dei comitati lo alimentava sistematicamente, con dichiarazioni come questa: ... Noi siamo credenti nella fede italiana, uomini di lIna religione nazionale, il cui sacro simbolo è Roma,.\I8, Nella nuova religione luno si faceva nel nome di Gari ' baldi: la camicia rossa, la ...santa carabina,. e le litografie dell'.,eroe dei due mondi» ne erano i simbolL L'anniversario del plebiscito or' ganizzato da Gariba ldi e il giorno di San Giuseppe erano le sue feste comandale 99, Con l'autorevolezza della parola divina arrivavano le raccomandazioni laconiche del capo; e le sue circolari, stampate in miglia ia di copie, venivano distribuite e appese nelle piazze anche del paesi no più sperduto1OO, 11 mi[O di Garibaldi trovò terreno fertile anche fuori d'Italia, perfino in paesi lontani, Nel clima ro mantico dell'epoca, dopo la sconfitta delle rivolte popolari del 1848-49, tale mito rafforzò la fiducia in sé stessi e la convinzione che la prodezza personale, l'audacia e la dignità possono trionfare sui potenti. D'altra parte le imprese di Garibaldi nel Sudamerica e in Italia e le sue idee cosmopolite alimentavano la fede che la sua forza liberatoria non si sarebbe limitata solamente al suo paese, ma si sarebbe estesa anche ad altri)()\, Del resto, luni i grandi sommovimenti, dalle spedizioni napoleoniche fino alle rivoluzioni dci 1848, non si erano diffuse e ripercosse nell'intero continente europeo? Ln Grecia il mito di Garibaldi aveva fatto la sua comparsa già nel 18;9, Nelle dimostrazioni «skiadikà» gli studenti acclamavano Gari' baldi e si consideravano dei garibaldini, in contrasto, naturalmente, col governo .. filoaustriaco,.. Nello stesso anno fu pubblicata una fantasiosa biografia, dove, in un contesto esotico di amore, guerra e morte, Garibaldi veniva dipinto con tonalità liriche, come un eroe vcrdiano. Questa biogr'J.fia, tradotta dal fran cese e con un taglio fortemente filofrancese, fu dedicata dal traduttore al Kallerghis ' lJl. L'anno dopo fu pubblicata una nuova biografia di Garibaldi. L'autore, .,D.p,,., si atteneva a modelli francesi; l'opera, scritta con un mar' cato intento anriottoniano, proponeva come esempio l'Italia. Fu ristampata nel 1861 e nel 18661(lj, Nel 1861, inoltre, videro la luce, in quatlfo volumetti, le ., Memorie di Giuseppe Garibaldi .. , Ne em autore AJexandre Dumas, che aveva seguito la spedizione in Sicilia lO4, LI mito di Garibaldi si acclimatò in Grecia e si carallerizzò secondo le tendenze prevalenti nell 'opinione pubbl ica, L'eroe it aliano venne paragonato, per audacia c V;T1 Ù, ai p ro ! ~t)-:(m i . . ti della rivoluIl.
f' j
""''''I~f dt'll'lw/lll
~i o nl.' dci l/il l, l ' f li l'Il"") ,I .. 11111 )tjlo dell:! 1iIX:T1:1 com l'O il dbpot i . . mo del re. Sopr,ll1ul1o .,1 ,1~ 1')(·tt. l v a dII:. d.t un momento :III 'a hro, egli :lVrebbe n pn:-.o 1.1 ~ lI,1 (llx'r" dì liberazione nei l3alcani, 1\ di quanti credono ndla resurrezione della Grecia,. I08, Il mito andò acquistando, col tempo, un significato completamente diverso da quello iniziale: il Tommasco scrisse a proposito che, in Grecia, tutti individuavano in Garibaldi un civilizzatore progressiMalO'), Apò,Stolos Makrakis, uno dei predicatori dell'ortodossia, sosteneva: .. l1 Garibaldi dell'Oriente non assomiglia minimamente al Garibaldi dell'Occidente, perché anche la grandezza dell'Oriente è del luttO differente dalla grandezL' dell'Occidente,,; e spiegava che .. il Ga ribaldi dell'Oriente,. avrebbe avuto una missione sopranullo di civilizzazio ne lJO, Però, per quanti credevano nella rivo luzione irredentista, la principale missione di Garibaldi era di mettersi a capo delle lotte rivolu' ,-ionarie. Nell'.,lnno a Garibaldi .. l'a nonimo paroliere cantava: .,Tutte le nazioni ti stanno aspettando I intima l'ordine ed esse son pronte I a sollevarsi come un sol corpo,.. Nel 1861-62, su tutti i quotidiani, ma anche nei rdpponi diplomatici, com parve di frequente la notizia del prossimo arrivo di Garibaldi nei Balcani Alcuni scrivevano che egli si sarebbe diretto in Ungheria, altri in Dalmazia, altri ancora nell'Epirom, Queste fantasiose notizie erano motivare dalle cause più diverse, che acquistavano significato entro la magia della fede. Anche se esse venivano smentite, il loro numero e la loro frequen7..a contrihuirono, collempo, ad alimentare il mito che (;aribaldi sarebbe diventato il liberatore dell'Oriente, Nell86z France~ Cucchi annotava; «Mi scrivono inohre dalla Grecia che tune le ;hpirazioni e le speranze sono rivohe a Garibaldi come capo nalUrale di ogni rivoluzione che aspiri a libertà,. l1~. Tale fede ebbe lunga vita, Nel 1867 il console italiano a Corfù l'onMataV:l: ., 11 nome del generale Garibaldi gode fra i cristia ni d'Oriente uno .~t rao rdinario prestigio: essi quasi da lui solo si ripro'
mett ono i:I loro
liht:ra~ion('''1U,
di (,.llIh,lldi IlIx' r~Horc, naturalmente, fu incentivata sia ~ !l""~{' dii hhu ,t/ lOrll ~I, I (Li qU:lnlO Ir:lpt:lava dalle Irattati ve
L';l1tc.~,1
d.tlll'
~Ul'
II/I)
'it.'t ( It/(/(I/X/Y/f!
coi comit:u i e con Ot tone. Ga rib:.ldi ste:.so aveva dichiarala ad uno dei garib-Jldini gre<:i, nel 1859: .. Prego Dio che scoppi una guerra a favore della schiava Grecia e contro i suoi tira nni, in modo che anche noi italiani partiamo per aiutarla ,.. Questa dichiarazione fu immediatamente diffusa in Grecia1\4. Il mito di Garibaldi, però, era indipendente dai fatti reali che gli facevano da supporto. Esso servi, da un lato, a scaricare su a ltri il peso dell'iniziativa, -Garibaldi si sarebbe assunto il compito di attuare ciò che no n si era in grado di realizzare,- o ffrI, dall'ahro, un'im magine completa, coerente e semplificata di una realtà complessa e ricca di contraddizioni. Staccato il mito dal suo ambiente d'origine e steso un velo sui contrasti che avevano diviso democratici e moderati, garibaldini e contadini, la realtà si caricava di alcuni valori propagandati come naturali ed eterni, valori che rafforzavano l'adesio ne deqe masse all'idea nazio nale e, nella situazione specifica della Grecia del 1860-62, incentivavano la lotta contro la monarchia che, attraverso il mjto appunto, appariva come un ostacolo a l corso natural e delle cose e al loro fatale punto di arrivo. In ultima analisi, però, tale milo, nella sua forma di culto della persona, fu un segno di immaturità politica. Significò rinuncia ad un'azione autonoma. ad una concezione democratica della nazio ne e all'elaborazione di principi politici concreti. la soluzione dei problemi fu demandata alla forza taumaturgica del capo. I garibaldini greci In Grecia più di tutti furo no conquistati dal mito di Garibaldi, e ne divennero gli apostoli, i gio vani che avevano combattuto insieme a lui nel 1859 e nel 1860. L'esercito di Garibaldi, la sua taUic.l ma anche la sua filosofia della guerra, si basava soprattutto sul volontariato. Tale fenomeno si era diffuso in tutta l'Europa fin da! primo Ottocento e avrà, forse, il suo ultimo bagliore nella guerra civile spagnola de! 1936-39. Ovviamente occorre distinguere i volontari impegnati nel loro paese da quelli che lottavano per la libertà anche di altri paesi la seconda categoria, però, non è indipendente dalla prima In Italia il volontariato contava su una grande tradizione ed esprimeva una presa di posizione ideologica assai diffusa tra i giovani. I volontari, sopratt utto nel nord, erano di estrazione borghese e piccolo-borghese e, per lo più, militavano nelle file rivoluzio narie e democratiche. la maggio r parte di loro, e soprattulto quelli che formarono i corpi dei volontari, avevano partecip.'l to a lle ri volte del 1848, creando il preceden te di una vasta guerra popo b rcn~. Nello ::.tesso tempo il volo ntariato si contrapponev:1 di fallO ,li ti p,. ~iv i! :l dei contad ini di fro nt e :1l1a rivoluzione r' :tzion, lI l' (( .r ,UII '>(I), Wl
Di versa, 111:1 idl'()I('M1l,uncll tc .Ifflnc, c ra la base dc i volon t :lri~mo Int ern:lzio nale, quello ,.rruotllo per 1:1 libenà di un'altr" nazione. E&;o "I fo ndava sull'idea dci cosmopolitismo rivo luziona rio, secondo il quale, come i nemici della li ben:l appartenevano a un fronte unico l'cl era no solidali tr:. di lo ro, così le battaglie per la li bert,) di ogni paese facevano parte di un unico processo teso all'emancipazione di lutte le nazioni europee. la maggior parte dei volo ntari stranieri in Grecia, Spagna, Belgio, Polo nia, Ungheria e Italia, dUf'.lnte il secolo ~rso, avevano alle spalle un passalo politico. Alcuni era no proscrilli dal lOTO paese, altri lo abbandonavano perché non trovavano in esso .Ilcuna possibilità di azione politica. In Grecia i volontari furono presenti nella rivolta dell'Epiro e della Tessaglia del 1854, nelle rivolte di Creta del 1866-69, del 1875-78 e del 1897, ne lle lotte in Macedonia de1 1875-78 e dell904-G8 e in fine nelle ij,uerre greco-turche del 1897 e del 1912 Il fenomeno non ebbe na' turalmente le dimensioni né la marcata fisio nomia ideologica che lo caratterizzava in Italia. Esso, d'altra parte, acquistò una fision o mia peculiare per la partecipazione alle lotte di gruppi di partigiani-banditi. Fuori del territorio ellenico, dei volontari g reci parteciparono alla Huerra di Crimea a fianco dei Russi, alla guerra franco-prussiana del 1870-71, a fianco sopranuno dei Francesi, e alla rivoluzione dell'Erze~o vina del 1875. Ad essi vanno aggiunti gli studenti che, in Italia, presero parte alle rivolte del 1821, del 1830-31 e del 1848-49. I Greci the parteciparono come volontari alle lotte italiane, appartenevano ;I due categorie: da una parte i giovani intellettuali, dall'altra gli esponenti tipici del tradizionale fronte ..armaro... L'attività di questi ultimi, che non erano sorretti da precise o pzio ni ideologiche, fu soggetla a notevoli oscillazioni: dalla collaborazione coi democratici fino a i contatti con i Russi e con i controrivoluzionari borbonici. Nel 1859, quando ad Atene arrivò la notizia dello scoppio della Kllerra e della formazione di un gruppo di volontari facente capo a G:.ribaldi, i «Cacciatori delle Alpi», tra i 200 ed i 500 giovani si dichiar.lrono pronti ad arruolarsi. Su iniziativa di Zissis Satirtu, di lambros Zikos e di leonìdas Vùlgaris fu fondata la . legione Ellenica.. , che si \:.rebbe costituita in corpo o perativo a Livorno. Per sostenere le spese lu bandita una colletta, con Zissis Satiriu come cassiere. Della commissio ne responsabile facevano parte alcuni giovani liberali, scelti tr:1 quelli che si erano distinti nelle lotte contro gli oppressori. Nono~wnte le reazioni del governo, alcuni ministri, d'altronde come alcuni membri dell'opposizione, contribuirono con somme rilevanti' i6. Le mOlivazion i e gli intenti dei .. legionisti>o, esposti in un o puscolo, erano )'e!.prC".,iolle clelia g ratitudine per il filellenismo degli IlaItlni ne l 1821 l' LI .,oll{\, ... kl;) coll:llo ro lotta. Diversa era l'olt ica sostenut ,' d!!1 '
III t,',,!/1/
\('t,m rlo/kll'/t'
di Greci nelle KlIcl'rc ila li:lIlc avre bbe giova lo ali::! CllI.'):l ellenica. In realt:'l , con il denaro raccolt o, l:I comm issione l'i usci appena ad inv i;1 re due piccoli gruppi, di selle e dicci uomini. II governo greco non solo no n rispose all 'appello di finanziare la sped izione degli :l Il n volontar~ ma addiriuura mise il veto ad uherio ri partenze ll7, La tregua d i Villafranc.:I., nat uralmente, interruppe queste iniziaI ' ve. Ciononostante Zissis Sotirìu, un vecchio combauentc del 1821 l' un singolare apostolo della Gran de Idea, panì con lO suo i fed eli JX'I arruolarsi sotto Gariba ldplB. Non sono nQ(i i no mi né i dati di tutri i volontari greci del 18SI ) Oltre al Sotiriu, dalla Grecia partirono Alèxandros Dòssios, fig lio d, KonSlantinos Dòs::.ios, Gheorghios Lekkas, originario di Trikala nell,I Corinzia, Aristìdis Tsatsos, direttore scolastico di Siros, Chrislos Po lill". laureando in medicina, Aristotèlis Kutsoniàtis, nipote di Marko .. Bòtsaris, e lIìas Slekulis. Lo StekuHs potrebbe essere definito un pro' fessionista del volontariato. Tra la guerra di Crimea del 1854 l' quella fran co-prussiana del 1870, egli partecipò a Lutti i conflitt i in Italia e in Grecia e dive nne uomo di fiducia di Garibaldi. Un all ro gruppo di vo lo ntari panI dalle isole ionie. Tra questi sono nOI I Kerkirèos Pavias. IpirOtis Vurghos e Antonios Palatianòs che studi:1 va medicina a Pisa. Infine risulta che parteciparono come volont.m anche gli equipaggi di 13 navi greche che si trovavano a Genova lJ". L'anno seguente, in occasione della spedizione di Garibaldi in Sicilia e nell'Italia meridionale, i volontari greci furono molti di pio Il loro calcolo, però, è difficile, sia per le dimensioni dell 'Esercito dl'l Meridione, che raggiunse i 50.000 uomin~ sia perché mo lti furon o arruolati da commissioni loca li in diverse città d'Italia. Le inform ;l zioni sul loro numero presentano notevoli discrepanze, oscillando tra i 1.000 e i ;O uo minjllO. Il più basso, sembra il numero più esatto. Del nucleo inizia le dei . mille,. che sbarcarono a Marsala, non faceva parte nessun greco. lUas Stekul is, il Dòssios, il Palatianòs, il Sotidu e il Pavlas erano volontari già nell'anno precedeme. Numi erano, invece, Anastàssios Luìzos di Argo, il capitano Petros L1gh;h di Idra, che con la sua nave fece attraversare a Garibaldi lo stretto dI Messina, Gheorghios Kallìgheros e Lambros Dimitrìu Skaltsàs. QUl' st'ultimo, come anche lo Zikos, proveniva da una nota famigli a di capobanditi dell'Epiro. Nel 1861-62 egli girovagava ancora per 1'ltalL,1 alla ricerca di un'occupazione militare. Nel 1862 fu al serviz io di $everio Prala, l'agente itala -albanese dei Borboni l2l. Di un altro gruppo, che arrivO dalle isole ionie, fa ceva parte qlld Spiros Sasselas che divenne, in seguito, il tramite tra Garibaldi l' Il Turr e i suoi compatrioti radicali. Ad esso appartenevano, inoll H', Andreas Miniònias, Stam ati s Tipaldos, Di o nìss ios Mavrò pul o.." Andrea s Tsa las, il Minotos e il Sufis. Dall'ambienlt' dcll'eIlcnhmo irredentista provenivano Ana st:lssio ... V:lfi;ld i.. dI Mo nhliri nel LI Maced on ia e il He... lènh di I.c .. bo. Infll1(' dc ' I (," 'C I H" llknti ir, 11,lli .•
"'
Il
I
"II'\\(/~(
(II'/f'IIIIII(1
I ,ICeV:lIlO p:lnc Dimhrl o~ V;I ,,<;lIlu d i Trle~le c A c hill ~:l s Papadopulos, Flrenzc 1u. Nel gruppo dei volontari 'lffivati dalla Grecia va incluso anche !O:Lnnis Alèxandros St reit di Lipsia, che fin dai tempi della RivoluIlone presta va servizio nell'esercito greco e aveva partecipato alle rivolte del 1854. I più furono arruolati nella 15ma divisione, che ractoglieva tutti i volomari stranieri e soprall utlo gli Ungheresi e i Polacchi, sotto la guida del Turi'. Quattro tra quelli che conosciamo, l>:;si:1 lo Stekùlis, il Sotiriu, il Van010 per l'Italia, per incontrare Garibaldi. Quando arrivò a Napoli, It' OM ilit:l erano cessate e Garibaldi era partito. Egli cercò, allora, di (onvi ncere gli il:rliani cii lingua greca e albanese che avevano parte(l p:lI O ali:. :,peclLdone a '>Cguirlo e a promuovere lIna rivolta in Epiro .' in Albani:!. Gli Itall:.nl di lingu:l greca si ribellarono prima dello .,h,Lr("o , li ,:u lh,ild ll' lonll ,lrnno il corpo dci Mon tanari ciel Vesuvio !fllI ,I '-'l'X) Tlwc')( IIJIU 1'.111 '1,1.,11'1 C.()nli.'mr)() r~ln(.': lInc nl c egli fonclò,
'I I udent e :I
111
Insieme n Marco Anl 0nio C:lnini e ~l $everio flral :1 c con dcn:lri del principe Alhandros Ghikas, ~ I1 Diritto delle N3zioni .., un comitato avenle come obieu ivo la spedizione nei Balcani U6• Il Canini era un politico fa ntasioso, sempre in movimento, che aspirava a fondare una ~ I eg i o n e ispa no·rume na .. (sic). L'altro socio, Severio Prata, che si autodefiniva principe Sca nderbeg, voleva organizzare una «Armata d'Oriente_, guidare una spedizio ne in Albania e diventarne re. Contemporaneamente egli collaborava con la decaduta dinastia di Napoli ll7• Nel clima di confusione che regnava in quel periodo a Napoli, con le migliaia di militari disoccupati, licenziati dall'Esercito del Meridione, molti avventurieri tessevano piani diversi con obienivi poco chiari. Due di questi, Alessandro Salvati e Luigi De Negri, ave· vano creato, con la partecipazione di un generale garibaldino, l'un· gherese Sandor Ga~ il ~Comitato per la spada d'onore di Garibaldi .. , ,che arruolava anch'esso volontari per i Balcanp28. Queste iniziative provocarono la reazione del comando dei democratici e del governo, che sciolse il comitato e imprigio nO i suoi capi m. Il Karatàssos non limitO la sua attività all'Italia Egli inviO anche suo fratello, insieme a un suo uomo di fiducia, dal console di Russia a Salonicco, per comunicargli i suoi piani e per creare nella città un centro di preparazione della rivolta. L'ostilità dei democratici, perO, lo costrinse ad abbandonare Napoli; e, senza essere riuscito ad incontrare Garibaldi, parlì per la Francia e per l'Inghilterra. Passò, quindi, a Odessa e, in seguito, a Galati, e si recO infine a Belgrado, dove credeva di trovare un terreno più fa vorevole per i suoi pro' getti in Macedonia. La morte, però, lo precedette. Dopo la sua partenza da Napoli, anche il comitato che egli aveva fondato andò in fumo oo. I volontari degli anni 1859-1860, quando tornarono nel loro paese, diventarono i principali porlavoce dello spirito garibaldino e i sostenitori di un'iniziativa simile in Grecia Molti di loro, come lo Stekulis. il Sasselas, il Vafiàdis, il Luìzos e il Tsalas, sì occuparo no dell'organiz' zazione dei comitati nelle province oppresse. In particolare lo Stekulis, che aveva seguito Garibaldi in tune le spedizion~ era il suo tramite stabile con la Grecia. Fu usato da lui, nel 1866 e nel 1870, per l'arruolamento dei volontari greci, e dagli ambienti rivoluzionari ellenici per chiedere l'aiuto e la solidarietà del generale nel 1867 e nel 18n. Altri volontari, come il Dòssios e il Tsatsos, presero pane ani va mente alle lotte di liberazione, altri an° cara, come il Vafiàdis c il Kalligheros, parteciparono anche ad altre rivolte"'l.
I JA P1;nlflt'()l·II.,." l\ll/I/Cj (/1U1 $lil/(!(; m/r III tlw klllgdom 01 Grecce 1833'1813 New Jl'f1>CY 1%8 (Alene 191i"i), pp. 346-347, 505-5082 AJ PA I'oA'o'OTO!'Ot.l105, .The -Great Idea" :md lhe vision of Eastern Fedcratlon; ~ propos of Ihe views o f I. Dragollmis a nd A. SoUliOlLs·Nicolaid is., Bolkan Swdies, XX I(l980 n. 2), pp. 331·365-
3 JA. PI!TROPUL05, op. clt, pp. 346-347.
-4 A.. SKA"'OAMIS, H rplaK"OVfcrctia t7jç fJamlEl~ Wl.> '09ruvoç /831- J862, Atene 1951;
F. KYRIAKtOlS, /cnopfa rov I o,xpollOV E.U IJVIOJlOt1, vol Il, Atene 1892-9-4 (rist. 1972); F. Lp-NORMAKO, lA reuolulfon de Grke, ses causes et St'S COII.S&pWIICes, Parigi 1862. S K. TsUKAlAS, ~6pf7J0Tj /('(lI avwrapQ')ll1yfj. Atene 1977, pp. 16-4· 180; Id, KOlVCtlvlJoj aVWr~1J imi I("pdroç. Atene 1981, pp. 263-282 6 D. DaNTA, H e.u.a.ç imi al dov6pél' mfU rov Kpll1aìll'6 v ~6Aepov, Salonioco 19737 E. PRJ!VELAKIS, Britisb pollcy towa rds Greece 1862- 1862_, Mv1jI1Wv, voL vm, 1980, pp. 9-46. lO K. KANARiS. To 1CpOç tOV Ba01Àta 1110; E.U6~ 1rEpf tT/o; a~mfOtì/JtVIJç ~OÀIfI,,* I1Cfat}oÀ!'jç v1f611V7/l1a fOV npovcnaOTOv Kwv. Kavapll . Ev w irpOCfax9rf imi npdÀO}Uç 1.>~6 A. neratUl"j, Atene 1862, pubbl. da E. KYRIAKtOIS, op cfl., voll I, pp. 9tHIQ 11 V. KALUONTZlS, A vOpéa P7j}01l"OI.>Àov ?ll.oAo1'lK"d mi ItOl.lnm ép-,a. l'-.ttrnsso 1897; K. DlMARAs., .A. Pfjy6/touì..oç., To Blj,ua, 3O.3J979. Sui suoi r.tpporti con personalità italia' ne, V. R LAVAGX1l\l, Greda 1859 nel diario di FrtUlcesro Crlspi, Palermo 1967; BNF, Fondo Tommaseo, o ve 1:1 corrispondenza dei due Llomini; Biblfo/eca Provinciale Torlnq Carie Valerio, l3, 2, 5, Mallioli al Valerio, 13.9.1850; ACS; Fondo Crispi (ASP), 3. 29, 19, Crispl al Rigopulos, Malta, 5.IU859. 12 I. SOOAN05, XropenoJ.uSç €tç f7Jv OJJI1-fPII'1jV E.U.aro, Atene 1860. L'A.. era un profugo italiano del 184& 13 Aldiv, 6.4J859, ove A. Rigopulos recensisce il libro di G.A. NAITIS, rtvlmf apxafrov fI11COp(OV K"Cl1 larop(a a1lfOv Kapd: Wlç aplOOOlç imi fOlo; ,6v,avnvolo; vol. I, Atene 1859. l'Cr tcstimonianze analoghe, cfr. A lruV, 6 e 2-4.6.1859, e To M t.Uov fl")ç narpf~ 17B.ls60, v. lnoltre A. GUPAs, 1I CT7!11"PIV~ K"CltaCTtat;nç fl")ç Avaro),~ç un IÒ(ro<; tT/ç E.Uti6oç la me 1861, p. 1I~ 'H),IDç, 15.6.1859; Etdç, 28.4.1859; Av)'If, 4.6.1859. 15 v. To Irw..llI'6v çrlf7Jl1a Iral o AvroK"paf~ NaltOUQJV r', l1eta'PtlO1ç tK" rol.> )«u'urov v.tr6 KQJv. LratknrooÀolI, Atene 1859. Per l'originale, Napolron III et f'lIalle, Pa· ri!!1 1859, cfr. F. VALSECCHT, Europa 1859, Atti del 380 CSRl, Roma 1960, pp. 23-7-4. 16 npaK"TI.m f ilI\' LVve:Opla!1f:QJv fl")o; Bow.rliOj 1859, voI. Il, p. 107517 E. DI!UGHIORGHIS, nO).[fIK"a 1JJ.UP0À61'1a, Atene 1896, p. 112 18 'fi),ux;. 4.7JB59. 19 To tt>w.;. 3,6.1860. 20 G. l'lI!RAZZI, ~ Mazzini e gli slavi dell'Austria e della Turchia., Alti del 460 CSRI (Genova 1972), ROlna 1974. 21 fi),u>ç. 20.6.1859. 22 G. BeRTI, Russia e slalf i/aUanf nel RlsvrgtmetUo, Torino 1957, pp. 73<)-731; A.J.P. l'A 'o' LOR, Tbe stru~le lor mastery (II Europe 1818'1918, Oxford 1965, pp. 104·106. 23 A Y.E 1S60. Il l Ambasciata di Vienna, Udorikis al KunturiOlis, 1 2/2-4.5-1~ ibiti, \ lnas a l KunturiOl:is. 245-1860 (nuovo calendario); ibid 18. I, Ambasciata di Lond ra, Trlkupis al KunturiOIIs. 215/2.6.1860. li AJ]l TAYlOM, tlp di, I>P. 122' 12,",; MS ANoeRSON, Tbe Great Powers ami/be Near I~m, 1774 II).;:.t l.ondl~ LinO ~ A 1tt()1, 'Il d'", III. AlLLh~",I.II{' t· (".oIIS()tali di Grecia, Kal1crghis al Kunturiotis, 14tltl,H 11i61 In \111("111' .,"'1 t' ~I' ''I I hl' t'~.1 f>C ne andnrollo dOIX) b firma del protocollo (idI) 1l11l~n" L ~,I Iln ~(.,hIH~~ I" I1lr~I .. lh~ dlllU\(\M'lVCrnll dci Libano c I,:oncl udeva IlIrl"V ..... 'I I~I1l<·nll· 111 .. 1~.I,' ... II. , .. Uhll \ l'h l """1111, no!.1-49 T
yn
".
'"
'1/ 26 AYE; 1860. 18. I. AI11I>aS('lal~ di Londr.... Trikupis al KUI1l\llloll, 1(}'11,l1B6C}, t DRIAt;LT e M. l,HtJ!nlEIt, II/sto/re dlplomatlque de la Groce tle 1821 t1 I/(>.)pllr.~ 5 volJ~ p~r~
1925-26, pp. 458,459. E. AlIOUT, La noU/;elle carie d·Europe. Parigi 1860, nad. ncllo
Sl ~
a nno in
gn.~
00.
28 Il Carteggio CaoourNfgra dal 1858 al 1861. voi. 111. Bologna 1929, P. 61, Nigra al Cavour, l3.2.1860. 29 Aum, 45.1859. 30 'HÀI~ 6.5.1859. 31 J.A. PETROPl.lL06, op. ciI., pp. 2'5&2S9;j. KOfAS, Internarional 6nd domesrlc polli/es in Greece durlng lbe Crimean lrur, New York 1960, pp.los.l13. 32 npornlai UtIY IUVf:~lIi«1lIV tTJi" Bou),l'jç. 1858-59. voI. l, pp. 1314'1317, 104().1045
e 10'7().1079.
33 A YE; 1859, 18, 2, Ambasciala di Parigi, Rok al Rangavis, 2"i5n.6.1859; (bM. s.n.d'a. X. Classificali vari, Rok al Kunturiotis, 18/ 30.6.1859 e 2/14.6.1859; ibid, Trikupis al Kumuriotis, J.ondra 25n.7.l859, cfr. A/hjva. 198.1859 e &lriç 275.1859. }4 A917v6; 305.1859.
313 &Jr{i". 3.6.1859.
39 PRO (FO), 32, 268, 276, Wyse al Ru.<;SeI~ 16.6.1859; A y../i; 1859, .s.n.d'a.. I. Classificati vari. Rok al KumuriOlis, 24.616.7.1859. .j() AltW. 6.61859. .(1 Ib/tI., 2;.5.1859. 42 AST, Consolati Nazionali, Atene, m. 2, FiUman al Malavas~ 14.7.1859. 43 Au1w, 24.6.1859. I profughi italiani rientrati a spe;e della Commissione furono Aristide Azzaello, Francesco Baremo, Giacinto l3ocrave<Xhia, Giuseppe CaS3Jin~ Reginalo CoI!~ Vincenzo (;orradi n i, AntoniO Desl:ef.mi. Gioacchino Garda, Giuseppe Giaino, Be· nedetto Gianella, LorcnzoGuid~ Giovanni Pel lisal~ Pietro Polit~ Pasqualis Romano, Enrico Rossignoli, accompagnati da due Ungheresi, Demetrio e Jean Antonovick, e due Pobcchi ex militari, André Zaskevich c:Ja;eph Conto, che avevano cornbauuto come volon· tari: AST, Consolati Nazional~ Atene, m. 2, Malavasi al Cavour, 15.71859.
44 AV)1j, 6.7.1859. 4} AltW, 20.7.1859. 046 A. GUDAS, YlfOIlVlJlla 1fEpl E.U.ti~ l.:ante 1862. .(7 E. DEUGHIORGHIS, op. cft, pp. 122'123; Elmç. 7n. e 12.7.1860. 48 To MlUov TI'I!; narpl&ç, 18 e 2SJ1.l859 e 16.1.1860; A917va, 30.5.1859. 49 Aum, 3(16. e 2.7.1860; 'mu::Jç, 28.6. e 30.7.1860. La crisi del Libano fu il risultato dci rantagonismo tra i cristiani maroniti e i musulmani drusi. sostenuti rispettivamente dal Francesi e dagli [nglesl. [n seguitO ad una sollevazione delle popol:uioni agricole maronite, le due comunhà si SCOntrarono ed ebbero entrambe migliaia di vittime. NalX>leone TIl inviò, il 17.7.1860, una squadra navale per proteggere i cristiani. Il PalmerSlOn perÒ rt:""dgl. Alla fine, con una decisione della conrerenza di Parigi, fu inviato un corpo di spedizione francese, protetto dalla flotta ing lese, che vi stazionò fino all 'a nno SUOC('s' s ivo: v. S. e E. SHAW, H/5tory of lbe Oltornan Empire and Modern Turkey. voI. Il , Camhrldge 1977. pp. 156'159: MS. ANDt:KSON, Tbe Sreal power:;; and tbe Noor Easl, 1774 1923. Londra 1970, pp, 142-144. 50 A YE: 1860, s.nd·a. Xlii, Classificati vari, Kal1erghis ad ()(tone. 15/27.10.1860 II f(o' verno inviò Inoltre a Beirut I~ nave da guerm «Arilldne. per t~l1cJJre i propri ~ uddlli t' per prC'itare le c ure medic he, e iSlitulad Alene un .Efomlo. I)('r 1'~~~i~I{·IW.;l al pr(')fof(hl v. Ao1'l, 13.6.1860. 51 A YE; 1860. 18. I, Ambasciata di Grecia ~ I.orn.lm. Tll k\l pl, III Ku ,uIIII"I1, 1./ 1410 1 ~""1 52 P. DI:I.lClIIOIIGII"" op cft. p 19\
dl'Wl/lllfll
Sj li A "'CUH MI, .11 , 1\\>1\<* Imi' 1110 1>' 17-55S4 AMAli (NJ~ l5O, I, M.I I'I\·a~I ~l c..vour. 7.21860: AYE; 1861. 40, 4, Agenzie straniere In Grecia, dt"Cl"elO reale dell'I 4 186] 55 AMAI:; 793. P. ISS. M~miani al ~iCl.sol L 9.8.186 L 56 A YE; 1861, 18, 4, Ambascl:lla greca a Torino. 57 ODi, voi. Il, p. 300. Mamian i al Durando, 17.4.1862 58 v. più avant~ p. 152. 59 V. le denunce del depulato radicale Gheorghios Verlkios in 1P1p' 9.10.1859. 60 Sul lesto del la lenera, cfr. H. l"DIPElU.fY e L PE,"'SON, l'oundatiOtlS of Brilisb fore{g11 poIicy, Cambridge 1938, pp. 222· 225; v. inoltre EWR1OOE, «The m yl h 01 mid· victorian 'separatìsm": the c=sion of me Bay islands and the lonian islands in lhe early 1860's., ViCIOT"Ùm Studies, 196B{,9 n. 12. pp. 336'346. 61 V. il quotidiano di Corfù Nta ..EIroK'l, 19.1L1~ P. OnoTlS, lcnopla rov l ov(ov Kptirouç. 2' parte, voI. V, bOle 1877, pp. 469-472. 62 G. VER1KIOS, A1f0.'lVl1l1ovrvllaTa 1f€pi t'f/i" 1tpt/JrJv fov(ov lfO),m"'~ Cefalonia 1870.
c.c.
p. 185; P. OnoTls, op ciI., pp. 475"476. 63 P. CHIOTlS, op ciI., pp. 476-478. 64 Ibitl., pp. 486-198. 65 1P1p, 3110.11:159; Per un'altra sua critica nel 1860, v. P. CHIOT1S,
35 A1(6v, 25.5.1859. 36 '1Iì..UH;' 6.6.1859. 37 A YE; 1859. s.nd·a, X, Classificati vari, Bo7.1.3 di lettera classifiC'"dta del primo mini ' stro ag li ambasciatori del paese, 1l/2,3.6.1859.
(,II!! (II l' I IIIf'WIJ.,'Il1
op.
cii, p. 449.
66 lP/P, 25.111860.
67 Cfr. «EUa.ç 1OCt~ ItaÀ!a_ in IPIP, Il.8.11:l61, ove le dtazion i che seguono. .68 Si riferi.scc alle vod drca la fondazione di un principato ~ngloionio con la probabile anneSSIone dell'Epiro e della Tessaglia: v. P. CIllOTtS, op ctl, p. 504 e 518; E. l'REvELAK!S, " To HlItlpollEO"ow..lIc6". çr\tTll1a I«Xt a. fa ttTl 1862- 1863_, Afhlva, 1950 IL 54, pp. 94-IQS. Tracçe di questo sospetto si riscontravano anche sulla stampa italiana, vedi L'Un/Id italiana, 4.11861. f:IJ Cfr. P. PA NAS, f'lComrlioTal Km /Jcll1WcJE1i" €V &tavrjalll, Cefalonia 1880. 70 G. VERIKIOS, 'EnfJafa ava«pO/lEva El!; rov f'I,OOltaatH'~IOV, lame 1889, pp. 8 ·13. 7l fPlp' 2.5. e 5,6.1859. n aro il quotidiano di Cefalonia Ava)tvl'l'Jatç. 25..(.1859. 73 «AvU)tVVllau;- puhhlicò, dal 18.4. a l 235.1859, l'anicolo di G. Mazzini «Dci doveri dell'uomo. Ai lavor:atori d1talia .., tradotto da P. Panllis. 7.( aro AvO)tvV7jmç. 9.5.1859. 7~ aro To l1>wç 3 giugno, 9. 11 e 13 agosto, 6 e 13 sellembre 1860. Pan;,\s pubblicò a PUntate, nel 1874, sul suo quOlidiano _~ç., l'oper:a dd Mal.zini «Dci Doveri •. 76 Per le precedenti citazion i V. n e ll 'ordine 1P1p, llA I861, 25.9.1862, 29.7.1860, 29.9.1861
e 11.8.1861. n Cfr. E.1.1riç. 7.6., 12.7. 7.21860 e 22.8.1861.
78 V. To Mt..U.ov t'f/i" AvatoÀJf~ 26.7.1862 79 v. To Mt..u.ov T7]q &U.a6oç. 27 e 31.1:1.1861. fIO V. To Mé,uov t'f/i" AvtxtoÀI'jç. HJl.l862. 81 Dichiarazioni del Gladstone nel 1861, cfr. P. CH10TlS, op. ciI., p. 448. 82 V. To lPtoç, 7.4.1862. 83 V. A),l18Jf!; PtçOC11faOTTli"o 15/27.9.1862 84 G. VF.RlKtOS. 'Enpa/f1a ..., ciI., p. 12, Momferàtos al Verikios, 14/26.4. 1862. 115 V. Ta fPwt;, 9.8.1860.
86 V. &trl!;, 17.5.1860.
87 Cfr. il qu o tidiano ~ M~ÀÀOv», serie di articoli di D. Papathanassìu d~l 18.9. al 11 10. 1870. 118 Sopral1ullo su l qUOt id ia n o _Avcr..,tvVTja\ç. di lossif Momfcr;,\tos, tra il 1818 c il
l!i.(9 :: T .... lNn·ll' 1/ A,·tJf(J),~ 6,« "'~ AI'oro.1.tfç. Ah:nC 1861, 1>. 1. 1 AQ'II'4 ,t 1/•. Il l' /(,"1"-'1 1' In volullI(' nclln ~tc,'IO flnno. ~1 lo' Ilh,,..!!.!.,, · .'fI ' l'''.J
Il'
92 Cfr. To MlU.ov rll~ Avaro.l.~ " Uil862 To ~ 27.7.1862; E61'~d)'a.:. op cii. 93 Secondo l'E9I·~Ii).a? op. cii. ~ ('".1(>0 del Gr...o di Genova cr~ t~le l.ò!s ko ros. NC!!h archivi cittadini non abbiamo riscomrato info rmazioni più preci$C. Sappi:uno perO Chl' nel febbraio del 1862 Dimltrios Saràvas, uno dei capi della .gioventù~, si trovava in dtt;\ (rAK, K2c, Sar:1vas allo Stekulis, Genova 24.21862). 94 V. L'Unirà !taillma, 9.4.1862.l.a sala ern decor.l.ta con i riU'aui di Garibald~ Ma:uirll, Kanaris e Markas Bòfsaris, 95 O IwmI, Mar,llnl~ Jro:I ro Pq.!(JùaSv Kp6roç ~rol oravao-raO'lç fl]ç ~lJç rora ro /848 (EIn,v,ulç fl]ç C'IJPcpllioç o Andlafldpoç) ca: rov ra.U!L'OV, Atene 1860. 96 l...S. STAVRJANos, Balkan Federariorl, Hamden 1964.. 97 Su questo tema, v. G. MOSSe. w naz/ona/izzaziDne delle nume, Bologna 1974. 98 T. PP.DtO. _L'attività del movimento garibaldino nel biennio 1861 -62~, Atti del 32° CSRI, Roma 1954, p. 356, Comitato centr.l.le agli lIaliani, 15.10186l 99 MCR, Prot 8ellaui, 528, SeIJazzi al benemerito comitato, 16.3.1861. 100 T. PlODIO, op. cll., p. 345. Bellaui aU'onorevole comitato, 7.101860. 10\ A. T AMOORRA, .Garibaldi e I·Europa .... Ani del 39° CSRI, Roma 1961, pp. 445'530-. D. VE.'\U USO, .GaribaldI e l'Europa .., RSDR. LX IX(l982). pp. 161'1'173102 rapl!M).60u /Ho,- VlJ1Il6f1]ç, ~91) m'I OTpamtlnm avOpayaOrllJara. El( ro u )oQMlroV 1111'6 ..., Atene 1859. Cfr. Garibaldi. Sa vie, son en/ance, ses moeurs, ses explolts militaire$, su/fJts de dlXumenlS b/slorlques sur la guerre, Parigi 1859. ]1)3 1Ctl!11j, raplfJd)'OIJ" IOlomroç imi lfoÀlnroç j3{o; aUTolI, vlr6 tJ..n.. Atene 1860 cfr. C. Pio Y A, H/srolre de la guerre d1ta!ie: JO!ieph Gan'bald~ Parigi 1860. 104 AlfOIJVlJIJOvcVIJara rov IwmI; raplj3fi.l.oov. tJ.lJlJomev8évra IIIr6 AÀtç, t!.ovpli K'(I'I lJera~paa6tvra vlf6 MIl'wl). Z'refdvov MaÀalo:, Atene 1861 Cfr. Mémoir! de Gan'/xIldi, Tradulls sllr le manuscrll orlsl'lal fKJr Al Dumas, Parigi 1860, 105 Cfr. 'HÀIDç. 25.7.1860; To o1IoJç. 13.5.1860 e 273.1861; To MtMov fI]' narpl8oç, 27.7.1860; A,91)va, 273.1861; Dm voI. Il, P. 55. 71, 101; MCR. 49, 14. 6, Resdis a Garibaldi, 31 15.10.1861; A.P. "YIJ\IOç tlç wv raplfJ(ù.OIJV, Corfù 1861. 106 To otIruo;. l3.5.186o. 107 MRM ( AG·FQ 476, Levidis a Garibald~ 31U862. la! MCR, 268, 43, 3, Missali Metropolita di Atene, Antoni~dis, Papadopulos, AnghelopulOll, Laskarklis a Garibaldi, 15/27.5.1862. 109 G. ZORAS,.O ~Q~cdoc; ICIll Jl 06IDVl..:q lIol.m~ Ktlla tOV ltupù.66vta alIDvQjo. &r(lVljO'laro Mclmjpara, vollV, Atene 1969. p. 16l 110 A. MJAKRAKJSl A6,.oç C1Ilnifloç wv tapl rot.o.; rfpeua; AcarrcraK'Ov. Mc.tpoonlnl v. Lmp{JtJ.lJv. t!.voPoVVlo,fI]V lf€o6vrCtlv a~v. E~Inl6d~ fl]v 25 Mapnov 1862 cv fI] vrfaru fC!)V npiyyllffJN (sic), s.L e d (862). III To ~ 25.1. 15.3. e 3.4.1861; A6Ijva, 233.186L 112 MCR, 273, 70. 3, Cucchi al Bella'U~ &4.1862 UJ AMA'; 1342, Grecia, Viviani al Di Campello, 2l5.l867. 114 '11Àloç, 22.8.1859. 115 C CEsAIt!, Per uno smdlo Slll corpi volontan' dal 1848 011867, Roma 1917. 116 A,um. 25,6.1859 e 27.5.1859; AMAE ( RS). 250. I, Mabvasi al Cavour, 24,6.1859; Il Corriere Italiano 111 Grecia, 30.1.1862; A v1'rf, lO e 22.6.1859; 'mlQç, 15,6.1859. 117 Z. SOTlR!U, _EUJlVIa:t1 "e~IDv HilV E8vtrotl'jtmv. np~ tO navfÀ.Àl'ivlOV. Ev Aal'jvm" t1'\v 8 10\JV{0\J 1859. (À Af~{U\I\crta(~; AIIUV, 18.6.1859; 'H).w~ 15.6., 25.7. e 228.185'), AvYll. 25.6.1859, AST, Consolati nazional~ Atene m. 2. Malavasi al Cavour, 15.7.11:159. \18 AvYll. 6 e 21.7.1859; EO"rla. 1882 n. J3. p. 301. 119 MeR. 575, 15, lO (Archivio dei Cacciatori delle Alpi), KUlsoniatis, Stekulis e 1'0lil ;~ a Garibaldi. s.d. (1859); AMAI:; 847, 2,36, Consolato Corfù, Viviani al Lamarmora. 8.5.1866; 'HÀIOç. 22.8.1859; To ~ 2<),7.1860; Persevem'lza, 2ll1861; IWrf" 721861: A v1'rf. 27.5.18')9. l. STEKUUS. IPpOInlPa, Atene 1882 120 ti quotidiano _lo
"'
121 AMA"; jHl.\ ("1;\ ',1, M~llll.1nllll l>tlrando, 18.9 1862, AMAI':;~, 219, Capello al VenÙl>ta. 14.1Z,1f1(;,6; A Yll lH('ll, '.16, l, l'oh/la·Slcurezza. Ro k al Kunlurlolis, 9/2104.1862, let· tCTlI allC!!lll dci 1'01ll.ln.1 .Ii Nok. !'/ff$(!l'i!r(I/lZ(1, 22 11861; M.A. CAMN~ Bn'ciole di storiu, 1"orlno 1882, p. 97. 122 Su Sasselas, Minotas e SkuCis v, p, CllIOTIS, op. cit, pp. 439 e 660; su Tipaldos e ,\llvrOpulos, v. PrmeI.oeran:w, 22.1.1861: su Minionias, v, S. MALAKIS, AIfOlJVlJpovWpura etrf fl]ç Ol/1,lp6vov unopf~ Atene 1895. p. 376; su Tsalas e Vam.dis, v. A, YE; 1860, s.n.d'a., XII I, Rapporto I. Papakostakis, s.d (ott. 1861). Vam.dis, d i nuovo volo ntario a Creta nel 1866, morI nella oottaglia di V a f~ cfr. inoltre P. TSAlLIS, To ooçaO]ltvo Movacmjpl. ~Ionicco 1932 P. 48. Su vas.<;i1iu, v. D. De BAsI\JO, Rtcordl, TriC51e 1860; su Papadopulos, v "'RM, Cane Benani, 38. 156, 112, G. GheTllrdi al Bertan~ 3.8.1860. Papadopulas ern pa" rente di Fr.l.ncesco Guerrazzi. 123 C Pa::oltL'oIl MA:"ZON~ Storia della {S'ma dlfJtslone Tùrr nella campagna dellB60 t'l Slcflja e Napol~ Firenze 1876; S. MALAKIS, op. etl., p. 494; M.A. CANINI, Vtn8t an.\" d'ext~ Parigi 1869. p. 184; D. DE BASlUo, op. cn I volontari del 1862 furono imprigionati dopo la 5tOIlfiua della spedizione e liberati gr.l.l.ie all'intervento dci Mamian~ v. AMA/:.; 793, 1S5, Mamiani al DUr.l.ndo, 2.10.1862. 124 To lPoJ.;. 13S., 3.6. e 6.6.1860. 11 Kar:l.lbsos intendeva recarsi dal Montenegro in Serbia via Trieste, ma qui fu espulso dagli Austriaci. v. A, YE; 1859. s.nd'a., X. Classificat~ Kumurimis al Sinas, 28.4-1105_ c 1-4/ 26.7.1860. 125 To lPoJ.;. passtm., giugnO'Oltobre 1860. AMAE ( RSÀ 250. 1, Malavasl al Cavour. 9.11.1860. Sulla partecipazione degli Italoalbancsi, v. S. GROPPA, GI'llaloalbanesl nelle 101to dcll'l1ldtpelUlcnza, Bari 1912; C CESARI, op cU 126 .11 diritto delle Nazioni •• v. M.A. CANINI. Vinsi tHlS..., ctt, pp. 18.}187; W. MATURI. .I.c avventure balcaniche di M.A. Canini nel 1862... , AA.VV, Smdl ston'cl in onore di G. Volpe, Firenze 1958, voI. li. pp. 557~ l', GUIDA .• M.A, Canini in Grecia~, Ba/kan Studies, XX(l979). pp. 343'392 127 .Armata d'Oriente>o, ACS Minisiero Interno. f. 4, 1052/624, fascicolo personale di S, Prata della pubblica sicurezza. 128 .Comitato per la spada d'onore di Garibaldi_, v. A. SORocco, .Associazioni p0lit iche e società operaie nel Mczzosiorno da l 1860 ad As promonte», Arcblvro storico per le province napoletane, 1967, pp. 422--425; MRM, 688, areolare Bellaui, 10.6.186l 129 Or. Il popolo d 'Iralla, 2l3. c 25.5.I86L 130 Non è esatta l'informazione fornil2 dal Canini e adOllal2 dalla Sloriografia senza ulteriori verifiche, secondo la quale il comitato di Napoli avrebbe costituito il primo nucleo dei comitali fondati in seguilo nelle bole dello Ionio. I3t L STEKuus, op. c/l., pp. 21-26; E.tlJiJcpl" 2O.1I.l876.
Il?